LEGGENDA MAGGIORE - par · PDF filecose celesti, ottenuta non attraverso la cultura dei libri...

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  • LEGGENDA MAGGIORE (Vita di san Francesco dAssisi)

    di SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO

  • I

    Indice

    Prologo pag. 2 Capitolo I Condotta di Francesco da secolare 6 Capitolo II Perfetta conversione a Dio. Restauro di tre chiese 10 Capitolo III LIstituzione della religione e lapprovazione della Regola 15 Capitolo IV Sviluppi dellOrdine sotto la sua guida e conferma della

    Regola precedentemente approvata 21 Capitolo V Vita austera. In che modo le creature lo confortavano 27 Capitolo VI Umilt e obbedienza. Accondiscendenza di Dio ai suoi

    desideri 33 Capitolo VII Amore per la povert. Mirabili interventi nei casi di necessit 39 Capitolo VIII Il sentimento della piet. Come le creature prive di ragione sembravano affezionarsi a lui 45 Capitolo IX Fervore di carit e desiderio di martirio 52 Capitolo X Amore per la virt dellorazione 58 Capitolo XI Comprensione delle scritture e spirito di profezia 63 Capitolo XII Efficacia nella predicazione e grazia delle guarigioni 70 Capitolo XIII Le sacre stimmate 76 Capitolo XIV La sua sapienza. Il transito 82 Capitolo XV Canonizzazione e traslazione 86 Alcuni miracoli da lui operati dopo la morte I Potenza miracolosa delle stimmate 91 II Morti risuscitati 95 III Salvati dal pericolo di morte 98 IV Salvati dal naufragio 102 V Prigionieri liberati 104 VI Donne salvate dai pericoli del parto 107 VII Ciechi che riacquistano la vista 109 VIII Infermi guariti da varie malattie 112 IX Trasgressori della festa di san Francesco. Denigratori della sua

    gloria 114 X Altri miracoli vari 116

  • II

    Introduzione

    La "Leggenda maggiore" di San Bonaventura

    San Francesco d'Assisi uno dei santi pi conosciuti e amati. Enorme l'influsso che ha esercitato nell'occidente cristiano e in tutto il mondo, nel campo della spiritualit, della letteratura e dell'arte, che ha trovato ispirazione nell'amore e nel suo modo di contemplare la bellezza del Creato. La Legenda (=che deve essere letta) Major la biografia "ufficiale" del santo ed chiamata cos per distinguerla dalla Legenda Minor, destinata a uso liturgico-corale. E lopera principale e pi conosciuta di San Bonaventura. Bonaventura (Giovanni Fidanza il vero nome) nasce a Bagnoregio (Viterbo, Lazio) nel 1217 o 1218, e da fanciullo guarito da san Francesco (I, prologo 3). Si dice che Giovanni da piccolo era talmente cagionevole di salute che la madre lo port da San Francesco dAssisi affinch lo guarisse. Quando San Francesco lo vide, pronunci la frase O, buona ventura!, cos la madre lo chiam Bonaventura, e lo dedic al Signore. Ancor giovane entra nell'Ordine nel convento di San Francesco vecchio, situato a met strada tra Bagnoregio e Civita ed inizia lo studio presso la scuola teologica nel 1243; dopo cinque anni consegue il titolo di baccelliere e viene fatto assistente del maestro Guglielmo di Melitona. Nel 1252 ottiene la licenza e nel 1257 il magistero. Nel 1265 rifiuta l'elezione ad arcivescovo di York; ma nel 1273 non pu esimersi dall'accettare l'elezione a cardinale e vescovo di Albano. Da allora segue il papa Gregorio X e resta con lui a Lione, alla presidenza dei lavori preparatori al Concilio ecumenico, che si svolge dal 7 maggio al 17 luglio 1274. Alla vigilia della conclusione del concilio, la mattina del 15 luglio, muore a 57 anni. Eletto ministro generale nel 1257, per diciassette anni ministro generale dell'Ordine francescano, del quale ritenuto uno dei padri: quasi un secondo fondatore. Sotto la sua guida vengono pubblicate le Costituzioni narbonesi, su cui si basarono tutte le successive costituzioni dell'Ordine. Nel 1259 scrive l' "Itinerario della mente in Dio", una sintesi della spiritualit francescana.

  • III

    Forse a motivo di questo approfondimento, nel capitolo generale tenutosi a Narbona nel 1260 riceve l'incarico di preparare una biografia ufficiale di san Francesco. Per fare questo nel modo migliore, raccoglie la documentazione necessaria interrogando i compagni superstiti e visitando i luoghi sacri alla sua memoria. Nonostante gli incontri con alcuni compagni, l'apporto documentario inedito veramente accidentale, quasi trascurabile. Pur aderendo strettamente, quanto ai fatti, alle biografie di Tommaso da Celano - tanto che si pu dire che un vero e proprio compendio della trilogia celaniana - la sua interpretazione segue il filo conduttore della "conformit a Cristo". Ricorda, senza preoccupazioni cronologiche, le virt che hanno contraddistinto la vita del santo, come l'umilt, la carit, la pazienza, lo spirito di orazione; espone anche i miracoli ed ammira lo stato di innocenza in virt del quale Francesco domina ed attira a s ogni creatura. Si pu quindi dire che san Bonaventura teologizza la vita di san Francesco e scrive un vero trattato sulla santit. Presentata al capitolo generale del 1263, a Pisa, la "Leggenda" (come si chiamavano tutte le narrazioni agiografiche di epoca medievale) incontra il plauso incondizionato di tutti ed il successivo capitolo generale, tenutosi a Parigi nel 1266, ordina addirittura di distruggere tutte le precedenti biografie di Francesco, affinch non vi possano essere confusioni nell'interpretazione della sua volont. San Bonaventura fu un cardinale filosofo e teologo. Soprannominato Doctor Seraphicus, insegn alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d'Aquino. Dopo la morte venne canonizzato da Papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da Papa Sisto V nel 1588. considerato uno tra i pi importanti biografi di san Francesco d'Assisi. A questa Vita di san Francesco si ispir Giotto per il ciclo delle Storie di san Francesco affrescate nella Basilica superiore di Assisi. La Legenda maior di Bonaventura fra le pi belle vite di santi conosciuta dalla tradizione cristiana. Come nella vita di Tommaso da Celano, san Francesco, questuomo piccolo, mite, umile, poverissimo, luomo assolutamente nuovo: mai si giunse cos lontano, nella febbrile rincorsa spirituale del futuro.Pi Francesco nuovo, pi affonda nellantico: imita lantico; non altro che lincessante novit dellantico. Come larcobaleno nella Bibbia, Francesco il segno della nuova alleanza stabilita tra Dio e gli uomini: Mos, Giobbe, Giovanni, Battista, Ges Cristo, un angelo dellApocalisse. In primo luogo, Cristo: O uomo veramente cristianissimo (scrive Bonaventura), che, con perfetta imitazione, si prodig, per essere confuso, da vivo, al Cristo vivo, da morente, al Cristo morente, da morto, al Cristo morto. Se leggiamo Bonaventura, e attraverso di lui risaliamo ai Vangeli, e a tutti gli eventi e le parole che stanno prima dei Vangeli, abbiamo lacutissima sensazione di essere avvolti nel loro profumo e nella loro musica. Mentre Francesco parla, Ges Cristo torna a parlargli e a parlarci. Non una parola inesatta, non una parola sbagliata: tutto ci che Francesco dice, penetra nelle parti pi profonde del cuore, al punto da suscitare un intenso stupore in chi lo ascolta. Ges dice e Francesco ripete: Non portate nulla durante il viaggio; Chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Cos anche noi siamo tentati di rinnegare noi stessi e di prendere la nostra croce, seguendo durante il viaggio chi, duemila anni or sono, aveva percorso, con leggerezza, dolore e un piccolissimo viatico, le strade e le acque di Palestina. La Legenda maior non la prima vita di san Francesco. Rispetto a Tommaso da Celano, a Giuliano di Spira, alla Lettera dei tre compagni e agli altri antichi testi anonimi, nellopera di Bonaventura possibile trovare una voce perennemente estatica, una mirabile ebbrezza mistica, lacrime e gioia, preghiera ininterrotta, la conoscenza di tutti gli animi umani e delle cose celesti, ottenuta non attraverso la cultura dei libri ma limmediata rivelazione di Dio; in

  • IV

    una parola, come scriveva Bonaventura, il carbone ardente, il fulgore eterno di Cristo. Un episodio per tutti; quello dedicato alle stimmate di Francesco. Il santo si reca, probabilmente nel settembre 1224, due anni prima di morire, in un luogo eccelso e solitario, il Monte della Verna, dove rimane quaranta giorni. Esso gli richiama alla memoria tre altri monti, il Sinai, dove Mos aveva ricevuto le tavole della legge, e i due altri monti dove Ges aveva conosciuto la tentazione e la trasfigurazione. Francesco ama e ricerca i segreti della solitudine e della quiete: vi si dedica liberamente a Dio, cos da ripulirsi se gli era rimasto attaccato un qualsiasi granello di polvere, proveniente dalla vita cogli uomini. In quei giorni viene inondato dalla dolcezza della contemplazione divina, e infiammato ardentemente dal fuoco dei desideri celesti.Un giorno, Dio gli ispira la lettura del Vangelo. Francesco prende il libro: lo fa aprire tre volte da un compagno; e tutte le volte il Vangelo gli rivela un episodio della passione di Cristo. Allora, Francesco comprende che, se per tutta lesistenza aveva imitato la vita di Ges, ora , giunto presso la morte, deve essere conforme al Signore nelle sofferenze e nei dolori della passione. stanco e debole: marchiato dai segni visibili e invisibili della croce: ma non ha nessuna paura, perch egli ha cercato da sempre il martirio, le fiaccole di fuoco e di fiamme, linsuperabile incendio dellamore di Cristo. La dolcezza della compassione lo trasforma nel suo Signore,: senza che nulla accada in apparenza, egli gi spiritualmente crocifisso, con le mani e i piedi forati dai chiodi, e il fianco destro trapassato dalla lancia. Qualche giorno dopo, di mattina, Francesco ha una visione, come sia Tommaso da Celano sia Bonaventura ripe