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Notiziario Chiesa Evangelica Metodista Plurisede Fermo – Palombaro – Pescara n. 4 2017 Responsabile cura pastorale: Greetje van der Veer Cellulare 3476758840 Email [email protected] L’editoriale Il termine “economia” evoca oggi problematiche complesse e non facilmente comprensibili da chi non è addetto ai lavori. Eppure, all’origine il termine evoca una dimensione familiare: il termine greco oikonomia rimanda appunto alle regole (nomos) per la buona conduzione della casa (oikos). E proprio pensando alla nostra casa e ai suoi piccoli bilanci possiamo comprendere il nesso tra economia ed etica: le scelte che ogni famiglia compie sono sempre dettate da un complesso di criteri, significati, valori che quella famiglia ritiene in quel momento decisivi. Disponendo di risorse che, anche quando sono considerevoli, sono comunque sempre limitate, bisogna scegliere come utilizzarle: per acquistare una seconda auto, per rifare il guardaroba, per concedersi una vacanza, per accantonare in vista degli studi dei figli, per un gesto di solidarietà… altrettante scelte tutte variamente legittime e che esigono una scala di priorità sulla base di quanto quella famiglia ritiene più importante. L’economia della casa non può fare a meno di regole per le proprie scelte. Una semplice riflessione si impone allora: l’etica, ovvero i valori morali hanno bisogno dell’economia; a sua volta l’economia non può prescindere dall’etica. È abituale l’appello ai valori (valore della vita, della persona, della pace…) e prima ancora alla coscienza che ne è lo spazio decisivo. Ma tale appello rischia di essere moralistico, solo esortativo, se non si fa carico di creare tutte le condizioni necessarie perché i valori possano essere vissuti. La ragione sta nel fatto che la nostra coscienza è situata: non può prescindere dalle condizioni entro cui si trova a vivere. A nulla serve fare appello ai valori se mancano le condizioni anche materiali per dare ai valori concreta attuazione. Potremmo parlare di una “ecologia spirituale”, ossia della preoccupazione per l’ambiente entro il quale ogni coscienza vive. L’inquinamento di tale ambiente comporta il rischio di inquinamento della coscienza stessa. In assenza di condizioni adeguate, la crescita della coscienza è compromessa. Dunque, la base sociale, politica ed economica è decisiva per plasmare condizioni o strutture più giuste, più degne dell’uomo e favorevoli alla sua crescita. Per conseguenza non possiamo sottrarci al riconoscimento del ruolo dell’economia. Inutile l’appello ai valori etici se mancano le condizioni che favoriscono o impediscono l’accoglienza e la realizzazione dei valori. Antonio Gioia Sommario Angolo teologico pag 2 Letture bibliche pag 3 500 anni Riforma protestante pag 4 L’inno del mese pag 5 Il libro del mese pag 5 Spulciando Riforma pag 6 Vita comunitaria pag 7 Appuntamenti pag 8

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Notiziario Chiesa Evangelica Metodista Plurisede Fermo – Palombaro – Pescara n. 4 2017

Responsabile cura pastorale: Greetje van der Veer Cellulare 3476758840

Email [email protected]

L’editoriale

Il termine “economia” evoca oggi problematiche complesse e non facilmente comprensibili da chi non è addetto ai lavori. Eppure, all’origine il termine evoca una dimensione familiare: il termine greco oikonomia rimanda appunto alle regole (nomos) per la buona conduzione della casa (oikos). E proprio pensando alla nostra casa e ai suoi piccoli bilanci

possiamo comprendere il nesso tra economia ed etica: le scelte che ogni famiglia compie sono sempre dettate da un complesso di criteri, significati, valori che quella famiglia ritiene in quel momento decisivi. Disponendo di risorse che, anche quando sono considerevoli, sono comunque sempre limitate, bisogna scegliere come utilizzarle: per acquistare una seconda auto, per rifare il guardaroba, per concedersi una vacanza, per accantonare in vista degli studi dei figli, per un gesto di solidarietà… altrettante scelte tutte variamente legittime e che esigono una scala di priorità sulla base di quanto quella famiglia ritiene più importante. L’economia della casa non può fare a meno di regole per le proprie scelte. Una semplice riflessione si impone allora: l’etica, ovvero i valori morali hanno bisogno dell’economia; a sua volta l’economia non può prescindere dall’etica. È abituale l’appello ai valori (valore della vita, della persona, della pace…) e prima ancora alla coscienza che ne è lo spazio decisivo. Ma tale appello rischia di essere moralistico, solo esortativo, se non si fa carico di creare tutte le condizioni necessarie perché i valori

possano essere vissuti. La ragione sta nel fatto che la nostra coscienza è situata: non può prescindere dalle condizioni entro cui si trova a vivere. A nulla serve fare appello ai valori se mancano le condizioni anche materiali per dare ai valori concreta attuazione. Potremmo parlare di una “ecologia spirituale”, ossia della preoccupazione per l’ambiente entro il quale ogni coscienza vive. L’inquinamento di tale ambiente comporta il rischio di inquinamento della coscienza stessa. In assenza di condizioni adeguate, la crescita della coscienza è compromessa. Dunque, la base sociale, politica ed economica è decisiva per plasmare condizioni o strutture più giuste, più degne dell’uomo e favorevoli alla sua crescita. Per conseguenza non possiamo sottrarci al riconoscimento del ruolo dell’economia. Inutile l’appello ai valori etici se mancano le condizioni che favoriscono o impediscono l’accoglienza e la realizzazione dei valori.

Antonio Gioia

Sommario

Angolo teologico pag 2Letture bibliche pag 3500 anni Riforma protestante pag 4 L’inno del mese pag 5Il libro del mese pag 5Spulciando Riforma pag 6Vita comunitaria pag 7Appuntamenti pag 8

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L’angolo teologico

Teologia naturale e protestantesimo, quale dialogo? (3^ parte)

Le categorie

Come abbiamo visto, l'essenza per Tommaso è quello che era per Aristotele, ossia "ciò che una cosa è", mentre l'esistenza è attività di ciò che è, atto di essere; così la sostanza si può dire sinonimo di ente, in quanto è considerata "ente in sé esistente" mentre l'accidente è ciò che non ha in sé la ragione di essere; perciò "accidens est ens in alio". La causa è l'origine dell'ente mentre l'effetto ne è il prodotto; il fine è il motivo fondamentale di tutti gli atteggiamenti esistenziali dell'essere, nelle sue determinazioni sia generiche che specifiche; tali determinazioni, per san Tommaso, sono appunto le categorie. L'essere dunque è la "prima notitia" metafisica della realtà, sia soggettiva che oggettiva, intesa come nozione originaria della mente che crea la coscienza ontologica. Non si tratta di una concezione dell'essere statica, alla maniera di Parmenide, ma di una visione metafisica realistica, con fondamento logico nella prima evidenza del senso comune, che è quella del mondo come insieme di enti diversi; la nozione tommasiana dell'essere non esclude insomma la molteplicità del reale. L'essere infatti è conosciuto da noi come "esse commune rerum", l'atto fondamentale e originario che cogliamo come elemento comune di un insieme innumerevole di enti, tra i quali noi stessi e le cose che apprendiamo per mezzo della sensazione. In tal modo tornano a risplendere di nuova luce il concetto socratico, l'idea di Platone,

l'essenza aristotelica e la verità agostiniana, in una sintesi metafisica che rivela l'armonia e il progresso con cui san Tommaso contribuisce alla storia del pensiero. Sicché il mondo della nostra esperienza è costituito da una molteplicità di enti; ciascuno di essi risulta composto di materia e di forma: di materia, intesa come capacità o potenzialità a divenire; di forma, come attuazione di detta capacità o possibilità. Ogni ente, nella sua individualità e perfettibilità, è ordinato alla realizzazione di sé, anche in rapporto con gli altri esseri. Si tratta di una molteplicità di esseri di cui la ragione non solo constata l'ordine e l'armonia, ma cerca l'origine, cioè la causa, per possederne il valore. Ora il molteplice, essendo per sua natura contingente, deve postulare l'Uno necessario; vi deve essere cioè un principio trascendente e assoluto il quale, oltre a costituire l'efficienza e il fine di tutti gli esseri, come aveva insegnato Aristotele, deve esserne, per Tommaso, causa libera, assoluta ed eterna, che lo produce dal nulla e lo governa con quella sapienza e armonia con cui si manifesta. Gli enti molteplici di cui è costituito l'universo sono distinti l'uno dall'altro per la loro individualità, caratterizzata dalla propria natura ontologica di materia e forma; sicché il principio della individuazione dell'essere è, per Tommaso, "materia quantitate signata", cioè la determinazione quantitativa che la materia riceve dalla forma: "materia quae sub determinatis dimensionibus consideratur". Ciò riguarda la metafisica del molteplice cosmico, cioè la cosmologia; il mondo però è considerato da san Tommaso come un organismo in cui ciascuna parte, pur avendo ordine e individualità per sé stessa, contribuisce efficacemente all'armonia e perfezione dell'insieme. Queste sostanze, al pari degli esseri cosmici, postulano metafisicamente una causa da cui hanno avuto il loro essere. Tale causa non può essere un cieco impulso, inteso come animazione della materia: se così fosse non ne potrebbe risultare ordine e perfezione; né può essere una natura

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materiale, giacché si confonderebbe con il molteplice, e non potrebbe essere causa delle sostanze immateriali; non può essere neppure una potenza misteriosa, immanente negli esseri. inaccessibile alle capacità razionali, poiché è proprio la ragione a rendersi conto dell'impronta razionale e trascendente di cui è sostanziato l'intero universo. Ne consegue che il molteplice, sia materiale che spirituale, è effetto di una causa, o meglio è opera di un Essere incausato e causante, trascendente e personale, la cui natura contiene in sé in modo eminente, infinito ed eterno, tutto il valore ontologico e perfettivo che la ragione riscontra nell'insieme degli esseri molteplici. Siamo giunti così al culmine del problema, alla ricerca cioè dell'Essere-causa, dell'Uno-principio, donde ha origine il molteplice degli enti e anche il fine del loro dinamismo. Tale indagine ci trasferisce dal problema metafisico a quello teologico, rimanendo, s'intende, sempre nel campo della ragione naturale. Dio è l'Essere come Soggetto e Persona, "ipsum esse subsistens", "ens participialiter sumptum", che liberamente crea e perciò trascende l'universo: è causa assoluta a cui ciascuna realtà deve la sua esistenza e tutte le sue perfezioni, sia attuali che possibili. Ossia, "ens" come participio presente del verbo "esse"; qui san Tommaso si rifà sempre, nei suoi scritti, a come Dio si è rivelato a Mosè (cfr. Libro dell'Esodo, 3, 14) dicendo che il suo nome proprio è "Colui che è" (in ebraico Jahvè). La sua natura è infinita e onnipotente, la sua essenza è perfezione in atto, perciò nel suo essere non si può dare alcuna distinzione tra essenza ed esistenza. Tale distinzione infatti, è necessaria per spiegare la costituzione ontologica degli enti molteplici e finiti, ossia "entia nominaliter sumpta", nei quali l'essenza indica la potenza, e l'esistenza esprime l'attuazione di tale potenza; ma in Dio non può aver luogo alcuna potenza, in quanto la sua essenza è atto purissimo, cioè perfezione totale e inesauribile eternamente in atto.

Antonio Gioia

Letture bibliche

Domenica 17 dicembre 2017

III AvventoIsaia 65 7: 17 – 25Salmo 1261 Tessalonicesi 5: 12 – 24Givanni 3: 22 – 30

Domenica 24 dicembre 2017

IV Avvento2 Samuele 7: 4- 16Salmo132Romani 16: 25 – 27Luca 1: 26 - 38

Domenica 24 dicembre 2017

Vigilia di NataleIsaia 8: 23b – 9: 7Salmo 96Tito 2: 11 - 14Luca 2: 1 - 20

Domenica 25 dicembre 2017

NataleIsaia 52: 7 – 10Salmo 98Ebrei 1: 1 - 12Giovanni 1: 1 - 14

Domenica 31 dicembre 2017

1.Domenica dopo NataleIsaia 61: 10 – 62: 3Salmo 147: 12 - 20Galati 3: 23 – 4: 7Luca 2: 33 - 40

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V Centenario della Riforma protestante

Vittoria Colonna

L’anno 2017 è ricordato come l’anno dei 500 anni della Riforma protestante. Di solito si fa ‘nascere’ la Riforma protestante con il gesto dell'affissione delle 95 tesi di Martin Lutero il 31 ottobre 1517. Ma sappiamo che la Riforma protestante ha più di una radice. La Riforma protestante non è solo luterana. Il 31 ottobre come giorno di memoria e celebrazione della Riforma è una data simbolica per tutto il mondo evangelico. Oltre a Lutero c’è di più. E non solo Calvino e Zwingli. La Riforma si affermò anche in Italia, con nomi quali di Pier Martire Vermigli, Bernardino Ochino, Pier Paolo Vergerio. Ma non solo uomini, anche molte donne fecero parte di quel movimento della Riforma. Vittoria Colonna, marchesa di Pescara fu una di loro. La repressione però fu violenta, e distrusse quasi del tutto questo vasto movimento. Tra i tanti episodi da ricordare il massacro dei valdesi di Calabria nel 1561.

Vittoria Colonna (1490/2 - 1546) apparteneva alla prestigiosa famiglia romana dei Colonna. Era marchesa di Pescara, perché sposata con Ferdinando Francesco I d’Avalos, marchese di Pescara. Conosciamo Vittoria Colonna soprattutto per la sua attività letteraria e per l’ispirazione religiosa che offrì a Michelangelo. Aveva dei contatti con Giulia Gonzaga (un’altra donna della Riforma) e con Bernardino Ochino.

Ecco uno dei suoi sonetti:

Vanno i pensier talor carghi di vera fede al gran Figlio in croce, ed indi quella luce, ch’Ei porge lor serena e bella, Li guida al Padre in gloriosa schiera;

né questo almo favor rende più altera l’alma fedel, poi che fatta è rubella del mondo e di se stessa; anzi rende ella a Dio de l’onor Suo la gloria intera.

Non giungon l’umane ali a l’altro segno senza il vento divin, né l’occhio scopre il bel destro sentier ‘l gran lume.

Cieco è ‘l nostro voler, vane son l’opre, cadono al primo vol le mortai piume senza quel di Gesù fermo sostegno.

Non c´è alcun dubbio per quanto riguarda il suo pensiero. Le opere dell’uomo sono ‘vane’ senza il fermo sostegno di Gesù e il nostro volere è ‘cieco’ senza l’intervento del ‘vento divin’, cioè dello Spirito di Dio. L’anima fedele rende a Dio l’intera gloria; l’uomo non ha alcun merito.

Chi sa che i Pescaresi siano consapevoli di aver avuto nella loro storia una donna della Riforma?

Greetje van der Veer

Vittoria Colonna disegnata da Michelangelo

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L’inno del mese

Or vieni, Redentore dell’intera umanità: Nel tuo avvento splende ognor La divina maestà.

La Parola eterna Egli è Incarnatasi quaggiù; Vero Dio, dei cieli il re, Vero Uomo Egli è, Gesù.

Nel notturno oscuro vel Splende come un chiaro sol Dal presepe fino al cielo d’una vergine il Figliuol.

Lode a Te, Figliuol divin, Fonte d’ogni verità; La tua gloria senza fin Ogni gente esalterà.

Quest’inno d’Avvento è uno degli inni luterani più antichi. Si trova nella prima raccolta di inni protestanti, Erfurt 1524.Martin Lutero lo scrisse come un’elaborazione dell’inno ‘Veni, redemptor gentium’ di Ambrogio di Milano, mantenendo la melodia medioevale. L’inno, in tedesco ‘Nun kommt der Heiden Heiland’, è cantato nella liturgia luterana nella prima domenica d’Avvento, quando comincia l’anno liturgico.Johan Sebastian Bach, utilizzò questa corale nelle sue opere, come ad esempio nelle Cantate BWV 61 e BWV 62.

Il libro del mese

LuteroSilvana Nitti

Questa nuova biografia di Lutero ci restituisce un’immagine unitaria, senza mettere a contrasto la giovinezza rivoluzionaria con la vecchiaia conservatrice. Una biografia che si legge come un romanzo.Nitti riesce a penetrare nella sua umanità più minuta e viva, nei suoi affetti, nelle sue traversie personali, nei rapporti con la sua famiglia e i suoi compagni di fede e di lotta. Emergono i tratti di una personalità combattiva, ironica, conviviale, amante della vita pur nella consapevolezza della gravità dell’ora che stava vivendo.

Silvana Nitti ha insegnato Storia del cristianesimo e della chiesa all’Università “Federico II” di Napoli. La sua produzione scientifica è dedicata ai vari aspetti del pensiero e delle opere di Lutero.

Lutero, Silvana NittiSalerno Editricepp 528Disponibile anche come Ebook.

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Spulciando Riforma

Henry James Piggott (1831-1917)

Giovedì 9 novembre, il Centro di documentazione metodista ha organizzato il VI Convegno internazionale, promosso insieme al dipartimento di storia culture religioni dell’università di Roma La Sapienza, dal titolo “Antiche e nuove missioni”. Il convegno prende spunto dal centenario dalla morte del missionario metodista inglese, Henry James Piggott, a cui si deve l’avvio e l’organizzazione della presenza metodista wesleyana in Italia, per analizzare il tema delle missioni del passato e odierne soffermandosi in particolare sugli elementi di continuità e di discontinuità. Il convegno ha approfondito, grazie a numerose relazioni, la realtà delle missioni metodiste e non oggi, anche in chiave di rapporti ecumenici. Un modo per verificare nuove prospettive.

Riforma, 2 e 8 novembre 2017

Un incontro ecumenico al Cimitero acattolico di Roma per ricordare il pioniere del metodismo in Italia

Per commemorare il centenario dalla morte di Henry James Piggott, pastore della Chiesa metodista inglese e fondatore delle missioni wesleyane in Italia nel 1861, i metodisti romani, raggiunti da cattolici, anglicani e valdesi si sono riuniti il 30 novembre scorso nella cappella del Cimitero acattolico di Roma... A rappresentare il distretto metodista dell’East Anglia (di cui era originario Piggott, nato a Lowestoft nel 1831) il pastore Jacqui Horton, che ha fatto un affascinante resoconto della sua vita e del suo servizio prima del suo arrivo in Italia. Il suo slancio missionario era stato stimolato innanzitutto dalla lettura del best seller Italy in transition, del reverendo William Arthur, che presentava la situazio-

ne politica, sociale e religiosa dell’Italia dell’epoca, evidenziando la necessità di un lavoro missionario. Cinque edizioni erano andate esaurite nell’anno dell’uscita del volume, il 1860, e molto ministri di culto metodisti erano stati profondamente colpiti dal suo messaggio. Tra questi, vi era Henry James Piggott. Quest’ultimo, pur non ritenendosi adatto a un lavoro missionario all’estero (a differenza del padre) e avendo rifiutato precedenti incarichi in Australia e in India, accettò la missione in Italia, e qui avrebbe trascorso gran parte della propria vita, seguito dalla sua famiglia (...) Piggott infatti non fu attivo solo a Roma ma prima di tutto a Torino, Ivrea, Milano e Parma, esercitando nei primi anni un importante ministero itinerante. La sua idea missionaria andava oltre i confini delle singole denominazioni protestanti: «più leggo e ascolto riguardo all’attuale stato delle cose, più mi convinco che se potessimo semplicemente lavorare per aiutare gli italiani a creare una Chiesa riformata nazionale, senza tentare di fare proseliti al metodismo, faremmo molto di più per il bene reale del paese di quanto potremmo fare seguendo qualsiasi altro progetto». In quest’ottica Piggott cooperò con tutti gli altri missionari protestanti stranieri, così come con i valdesi, cercando dove possibile di evitare la competizione. (…)

Riforma, 4 dicembre 2017

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Vita comunitaria

Natale 2017

Lo spirito natalizio, cioè quell’atmosfera di magia legata al Natale, che ci fa più buoni è di nuovo fra di noi in questo periodo dell’anno. Sì questa festa ha anche un lato immateriale, non mangiabile. Gli angeli cantano della pace in terra, la generosità è di nuovo di casa, commoventi sono le storie delle tregue di Natale durante la prima guerra mondiale. Osare uscire dalla tua trincea, non è questo Natale? Riconciliazione, pacificazione. Se non riusciamo a metterla in pratica a Natale, allora quando? Persino quel taccagno di uno Scrooge da ‘A Christmas Carol’ si converte. Lo spirito natalizio non è poi così male. Ma naturalmente non è tutto. Una tregua di Natale non è una pace mondiale. Un paio di giorni di generosità non rende giusto un sistema di ingiustizie. Un sentimento che esce dalla porta insieme all’albero di natale non è sufficiente. Che senso ha tutto questo se dopo Natale di nuovo i cannoni cominciano a sparare, l’economia comincia a scricchiolare e ci precipitiamo nelle trincee dell’esistenza? No, non si può costruire un mondo con dei sentimenti che in questo periodo vengono ampiamente invocati. Teologicamente parlando non è corretto mettere al centro l’azione umana. A Natale il soggetto è Dio. A Natale siamo invitati, più delle altre volte, a essere consapevoli del fatto che solo Dio ci può salvare. Il nome di Gesù significa infatti Dio salva. La nostra fattibilità (pensiamo che possiamo realizzare tutto) pare piuttosto una fattibilità che distrugge. La nostra presa tecnica sul mondo senza pari aumenta la percezione che tutto ci sfugge di mano. In breve lo spirito natalizio deve essere più di un sentimento fugace, deve essere in primo luogo uno spirito rivolto a Dio. Natale non è un piacevole intervallo, ma un inizio. Non una tregua temporanea, ma l’inizio di un’era nuova. Un Dio che scende, un Dio che si fa servo. Non è una fake news, queste accontentano le nostre passioni e i nostri desideri, tale e quale

alla pubblicità. Invece a Natale abbiamo a che fare con una cosa che ci sembra scomoda, che va contro le nostre passioni e i nostri desideri. Un Dio non dio, un Dio che ci insegna ad essere degli umani qui sulla terra. Nutriti dalla grazia che prende forma umana, il nostro sguardo va oltre le nostre passioni e i nostri desideri e realtà come pace, giustizia, libertà e responsabilità dirigono i nostri passi. Natale per questo è un’ottima scuola, possiamo esercitarci ad essere più giusti, più buoni, più generosi e più aperti. Anche a questo Natale con lo sguardo oltre i nostri steccati ed egoismi, fuori dalle nostre trincee. Vi auguro questo spirito natalizio!

A 500 anni dalla Riforma protestanteDalla libertà di Lutero al sogno di Martin Luther King: Musiche e Letture.

Domenica 26 novembre si è svolto il nostro evento per i 500 anni della Riforma protestante con la collaborazione del Quartetto Reunion e dell’attore Roberto di Donato. Un pubblico numeroso ha assistito alla lettura dei testi dei protagonisti di questi 500 anni e all’esecuzione di inni e musiche dell’epoca. Grazie di cuore a tutti e tutte che hanno reso possibile quest’iniziativa.

Greetje van der Veer

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Appuntamenti

Fermo/Porto Sant’ElpidioGli incontri si svolgono nella cappella della Croce Verde di Porto Sant’Elpidio, via Palo.Per gli orari telefonare a Greetje van der Veer (3476758840)

PalombaroGli incontri si svolgono nel nostro locale di Piazza Plebiscito. Per gli orari telefonare a Greetje van der Veer (3476758840)

PescaraOgni domenica alle ore 10.30 circa nel nostro locale di via Latina 32

Studio biblico: ogni giovedì alle ore 19.30(tranne l’ultimo giovedì del mese)

Preghiera ecumenica: ultimo giovedì del mese, ore 19.15.

ciclostilato in proprio-diffusione gratuita

Disegni dalla frontiera di F. Piobbichi

Luce, Pace, Amore

La pace guardò in basso e vide la guerra,

“Là voglio andare” disse la pace.

L’amore guardò in bassoe vide l’odio.

“Là voglio andare” disse l’amore.

La luce guardò in bassoe vide il buio.

“Là voglio andare” disse la luce.

Così apparve la lucee risplendette.

Così apparve la pace e offrì riposo.

Così apparve l’amoree portò vita.

Alfred Edward Housman – InghilterraIn: Allarga la tua tenda

Raccolta di testi di fede della Chiesa UniversaleCevaa

Culti di Natale

24 dicembre

Pescara: ore 10.30Porto Sant’Elpidio ore: 17.00

Culto evangelico di Natale in diretta erurovisione lunedì 25 dicembre ORE 10:00 RAIDUE