L’Eccellenza Commerciale Porta il Marchio di Famiglia · Antonio Verga – si vive in spazi...

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79 S tanno lì da sempre nel centro storico di Varese come un appuntamento fisso con una persona amica, un affezionato riferimen- to insidiato da una modernità non sempre esaltante. Sono negozi a gestione famigliare che hanno resistito e resistono alle impetuose trasformazioni commerciali, all’evoluzione dei consumi e dei costumi imposta dalla grande distribuzione. Nella ristretta ma agguerrita pattuglia spiccano - ai vertici di un ideale triangolo tracciato tra via Marcobi, piazza Giovane Italia e corso Aldo Moro - le vetrine di Verga, Vercellini e Ossola: rispettivamente maestri in “casalinghi e cristallerie”, “drogheria e coloniali”, “orologi e gioielli”. Verga: per una Casa Elegante e Funzionale Delle tre grandi firme quella di importazione - ma varesina da oltre un secolo - è la famiglia Verga approdata in città dal Comasco nel 1898 quando nonno Antonio decise di cercare for- tuna in proprio separandosi dal fratello col quale per anni aveva frequentato i mercati del Lario e della Valtellina. Lunghi viaggi e grandi fatiche sulle strade bianche di allora con pesanti carichi trainati da forti e pazienti cavalli. Poi la scelta di Varese, promettente periferia ovest della provincia comasca, con la prima bottega col retro su via Romagnosi e la vetrina prin- cipale su corso Vittorio Emanuele, oggi corso Matteotti, accanto alla “Giojelleria” Buzzetti, aperta dal 1875. Uno spazio ancor oggi identificabile da un fregio inciso nel muro sul quale spicca il numero 33. Lì si trovavano mestoli, setacci, posate, catini, pentole, bicchieri, piatti, scodelle, lanterne a olio, vasi da notte, il tutto esposto all’interno in una colorata e apparente confusione ma anche all’esterno, lungo l’intera luce della vetrina e accanto all’ingresso. Una caratteristica questa che non svanirà neppure quando, nel 1934, il negozio troverà definitiva collocazione nel palazzo d’angolo tra piazza Monte Grappa e via Marcobi, già via Verbano, progettato dal varesino ingegner Cantù e fatto edifi- care da Antonio Verga. Un fabbricato che s’inserì alla perfezione nel rifacimento dell’intero brano di città identificabile con la vecchia piazza Porcari. Da allora pur nell’avvicendarsi delle generazioni e nell’evoluzione dei consumi, Verga è rimasto per i varesini e non solo un punto di riferimento ineludibile per chi voglia attrez- zare la propria casa coniugando funzionalità ed eleganza. Fu così durante il lungo “regno” dei figli di Antonio, Cornelio e Raimondo, ed è stato così anche per la terza generazione, quella dei nipoti Antonio, con la creativa moglie Paola, e Giovanni che per vent’anni (1968-1988) riportò nel cuore di corso Matteotti il nome di famiglia con le Cristallerie del Corso prima di scegliere un’altra strada professionale. Proprio il ripensamento del fratello Giovanni indusse Antonio e Paola a realizzare la definitiva ristrutturazione della storica sede che resta la più accattivante sequenza di vetrine del centro cittadino con una proposta di arredi, porcellane e sopramobili assolutamente inimitabile. «Certo i gusti si sono molto semplificati – sottolinea Antonio Verga – si vive in spazi piccoli, ridotti, rispetto a un tempo e l’approccio con gli oggetti di casa è cambiato. Oggi è più facile vendere un sopramobile, un arredo rispetto a un servizio da the, da caffè o da tavola che richiedono cura e manutenzione, quindi tempo che le giovani generazione preferiscono dedicare ad altre cose. Tenere la barra dritta è sempre più difficile e costoso ». Tuttavia, nonostante il ragionato pessimismo del padrone di casa, il futuro è già cominciato e ha nome Francesca, la figlia di Antonio e Paola, avviata da tempo a rinverdire l’avventura commerciale di questa intraprendente famiglia comasco-varesina. Vercellini: una Bottega di Delizie Per il momento non si intravedono invece eredi al numero 1 di piazza Giovane Italia dove Mario Vercellini, classe 1925, e la moglie Anita Matrella, ex studentessa del Liceo Classico Cairoli, gestiscono, con inesausta passione, il loro splendido negozio di delizie: una drogheria di legni scuri e antiche atmosfere permeata di odori inebrianti, dove dimorano prodotti, piccoli oggetti e strumenti quasi del tutto introvabili altrove. L’avventura commerciale della celebre coppia è cominciata nel 1955, all’angolo tra via Croce e piazza Giovane Italia dove oggi ha sede la gioielleria Fontana. Era un vecchio negozio adibito a “prodotti coloniali” fin dalla fine dell’800. Mario le ossa se le era fatte lì vicino nel panificio di famiglia con sede negli attuali locali della drogheria, una scuola severa - si sfornavano fino a cinque quintali di pane al giorno - che non gli impedì tuttavia di coltivare, a ottimo livello, la passione per il canottaggio coronata da una vittoria, nel 1941, ai campionati della Gioventù Italiana del Littorio. Nella cantina della drogheria la coppa di quel successo sportivo spicca, impolverata, in mezzo a bottiglie d’annata di liquori, di spumanti russi e di champagne francesi accanto a una vecchio maschera antigas distribuita ai commercianti di Varese durante gli anni bui dell’ultima guerra. Con disincantato orgoglio il signor Mario guarda i suoi tesori che coincidono con i ricordi di una vita dove il lavoro è stata la stella polare. La caratteristica commerciale della “bottega” è sempre stata quella di coprire, all’insegna della qualità, una vastissima gamma di bisogni: caramelle, asabesi, confetti, cioccolata, marmellate, liquirizia, vini, liquori, pasta, riso, the, caffè, cacao, strumenti per l’imbottigliamento dei vini, candele, detersivi, piumini per la polvere e quant’altro. «Il nostro punto di forza resta per Natale l’impareggiabile offerta di frutta secca – afferma con orgoglio la signora Anita che acquistiamo in esclusiva da un fornitore della penisola sorrentina: noci, mandorle, nocciole, datteri, un investimento finanziario piuttosto oneroso ma le feste di fine anno sono un appuntamento decisivo per la nostra attività. Fino ad alcuni decenni fa anche l’inizio dell’estate era un momento di buoni affari, da Milano arrivavano le grandi famiglie per la villeggiatura, l’apertura delle ville coincideva con una grande spesa iniziale. Le signore venivano con le colf, come si dice oggi, su automobili di solito guidate dagli autisti». Tempi irri- petibili - lo sanno benissimo i Vercellini - che pur non dichiarandolo apertamente guardano con una certa apprensione al futuro di un negozio:«…che è tutta la nostra vita!», dicono concordi. La figlia Luisa ha infatti scelto, con soddisfazione, di insegnare Matematica. Ossola: Gioielli di Generazione in Generazione Non ci sono invece apprensioni legate alla continuità per la famiglia Ossola che dal 1919 gestisce la gioielleria di corso Moro 19, riconosciuta dalla Regione Lombardia “Negozio di storica attività” dal 7 febbraio 2005. Sarà infatti il figlio di Aldo, Emanuele (Meme), studi alla Scuola Europea del Design di Milano, a raccogliere il testimone dal padre Aldo e dalla zio Luigi (Cicci) che a loro volta avevano affiancato la madre Angela vera colonna portante della famiglia dopo la prematura scomparsa del marito Gino. Quest’ultimo aveva nel sangue la passione per l’arte orafa: progettava i modelli, li disegnava e li realizzava, un processo crea- tivo oggi impensabile in un unico laboratorio. Quasi mezzo secolo fa il negozio, per volontà della signora Angela, morta di recente, fu ristrutturato con accortezza e buon gusto salvaguardando i caratteri architettonici preesistenti grazie all’utilizzo di materiali tradizionali (marmi, legno, cristalli) che ne hanno reso durevole nel tempo l’immagine. Tra l’altro all’interno sono stati conservati il vecchio termometro che prima campeggiava all’esterno, la bilancia e il banco da orafo con i relativi strumenti e pure il banco di montaggio occhiali. Insomma un tempio dei gioielli e degli orologi, tutti di alto profilo, dove però ci si sente a proprio agio grazie alla spontanea cordialità di Cicci, Aldo e Meme impegnati a soddisfare le richieste di una inossidabile clientela di intere generazioni di varesini. «Oggi è importante puntare con decisione – sottolinea Aldo – a segmenti esclusivi di mercato con grandi firme sia nei gioielli sia negli orologi». Alla indiscussa professionalità, in casa Ossola si somma anche il grande charme sportivo della famiglia che ha dato allo sport italiano ben tre campioni. Il primo Franco, ala ambidestra del grande Torino, è scomparso, a soli 28 anni, nella tragedia di Superga del maggio 1949. Il secondo Cicci, classe 1938, promettente basket- tista durante gli anni di scuola, optò per il calcio tardi, a ventidue anni, ma bruciò le tappe diventando un solido centrocampista di Varese, Roma e Mantova. Infine Aldo (1945), cestista di naturale talento. Mitico playmaker della plurititolata Ignis e della Nazionale, venne definito dai tifosi “il Von Karajan del canestro” per la sua straordinaria capacità di governare la squa- dra in ogni circostanza. L’Eccellenza Commerciale Porta il Marchio di Famiglia di Cesare Chiericati Ph. Paolo Zanzi

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Stanno lì da sempre nel centro storico di Varese come un appuntamento fisso con una persona amica, un affezionato riferimen-to insidiato da una modernità non sempre esaltante. Sono negozi a gestione famigliare che hanno resistito e resistono alle impetuose trasformazioni commerciali, all’evoluzione dei consumi e dei costumi imposta dalla grande distribuzione. Nella

ristretta ma agguerrita pattuglia spiccano - ai vertici di un ideale triangolo tracciato tra via Marcobi, piazza Giovane Italia e corso Aldo Moro - le vetrine di Verga, Vercellini e Ossola: rispettivamente maestri in “casalinghi e cristallerie”, “drogheria e coloniali”, “orologi e gioielli”.

Verga: per una Casa Elegante e FunzionaleDelle tre grandi firme quella di importazione - ma varesina da oltre un secolo - è la famiglia Verga approdata in città dal Comasco nel 1898 quando nonno Antonio decise di cercare for-tuna in proprio separandosi dal fratello col quale per anni aveva frequentato i mercati del Lario e della Valtellina. Lunghi viaggi e grandi fatiche sulle strade bianche di allora con pesanti carichi trainati da forti e pazienti cavalli. Poi la scelta di Varese, promettente periferia ovest della provincia comasca, con la prima bottega col retro su via Romagnosi e la vetrina prin-cipale su corso Vittorio Emanuele, oggi corso Matteotti, accanto alla “Giojelleria” Buzzetti, aperta dal 1875. Uno spazio ancor oggi identificabile da un fregio inciso nel muro sul quale spicca il numero 33. Lì si trovavano mestoli, setacci, posate, catini, pentole, bicchieri, piatti, scodelle, lanterne a olio, vasi da notte, il tutto esposto all’interno in una colorata e apparente confusione ma anche all’esterno, lungo l’intera luce della vetrina e accanto all’ingresso. Una caratteristica questa che non svanirà neppure quando, nel 1934, il negozio troverà definitiva collocazione nel palazzo d’angolo tra piazza Monte Grappa e via Marcobi, già via Verbano, progettato dal varesino ingegner Cantù e fatto edifi-care da Antonio Verga. Un fabbricato che s’inserì alla perfezione nel rifacimento dell’intero brano di città identificabile con la vecchia piazza Porcari. Da allora pur nell’avvicendarsi delle generazioni e nell’evoluzione dei consumi, Verga è rimasto per i varesini e non solo un punto di riferimento ineludibile per chi voglia attrez-zare la propria casa coniugando funzionalità ed eleganza. Fu così durante il lungo “regno” dei figli di Antonio, Cornelio e Raimondo, ed è stato così anche per la terza generazione, quella dei nipoti Antonio, con la creativa moglie Paola, e Giovanni che per vent’anni (1968-1988) riportò nel cuore di corso Matteotti il nome di famiglia con le Cristallerie del Corso prima di scegliere un’altra strada professionale. Proprio il ripensamento del fratello Giovanni indusse

Antonio e Paola a realizzare la definitiva ristrutturazione della storica sede che resta la più accattivante sequenza di vetrine del centro cittadino con una proposta di arredi,

porcellane e sopramobili assolutamente inimitabile. «Certo i gusti si sono molto semplificati – sottolinea Antonio Verga – si vive in spazi piccoli, ridotti, rispetto a un tempo e l’approccio con gli oggetti di casa è cambiato. Oggi è

più facile vendere un sopramobile, un arredo rispetto a un servizio da the, da caffè o da tavola che richiedono cura e manutenzione, quindi tempo che le giovani generazione preferiscono dedicare ad altre cose. Tenere la barra dritta è sempre più difficile e costoso ». Tuttavia, nonostante il ragionato pessimismo del padrone di casa, il futuro è già cominciato e ha nome Francesca, la figlia di Antonio e Paola, avviata da tempo a rinverdire l’avventura commerciale di questa intraprendente famiglia comasco-varesina.

Vercellini: una Bottega di DeliziePer il momento non si intravedono invece eredi al numero 1 di piazza Giovane Italia dove Mario Vercellini, classe 1925, e la moglie Anita Matrella, ex studentessa del Liceo Classico Cairoli, gestiscono, con inesausta passione, il loro splendido negozio di delizie: una drogheria di legni scuri e antiche atmosfere permeata di odori inebrianti, dove dimorano prodotti, piccoli oggetti e strumenti quasi del tutto introvabili altrove. L’avventura commerciale della celebre coppia è cominciata nel 1955, all’angolo tra via Croce e piazza Giovane Italia dove oggi ha sede la gioielleria Fontana. Era un vecchio negozio adibito a “prodotti coloniali” fin dalla fine dell’800. Mario le ossa se le era fatte lì vicino nel panificio di famiglia con sede negli attuali locali della drogheria, una scuola

severa - si sfornavano fino a cinque quintali di pane al giorno - che non gli impedì tuttavia di coltivare, a ottimo livello, la passione per il canottaggio coronata da una vittoria, nel 1941, ai campionati della Gioventù Italiana del Littorio. Nella cantina della drogheria la coppa di quel successo sportivo spicca, impolverata, in mezzo a bottiglie d’annata di liquori, di spumanti russi e di champagne francesi accanto a una vecchio maschera antigas distribuita ai commercianti di Varese durante gli anni bui dell’ultima guerra. Con disincantato orgoglio il signor Mario guarda i suoi tesori che coincidono con i ricordi di una vita dove il lavoro è stata la stella polare. La caratteristica commerciale della “bottega” è sempre stata quella di coprire, all’insegna della qualità, una vastissima gamma di bisogni: caramelle, asabesi, confetti, cioccolata, marmellate, liquirizia, vini, liquori, pasta, riso, the, caffè, cacao, strumenti per l’imbottigliamento dei vini, candele, detersivi, piumini per la polvere e quant’altro. «Il nostro punto di forza resta per Natale l’impareggiabile offerta di frutta secca – afferma con orgoglio la signora Anita – che acquistiamo in esclusiva da un fornitore della penisola sorrentina: noci, mandorle, nocciole, datteri, un investimento finanziario piuttosto oneroso ma le feste di fine anno sono un appuntamento decisivo per la nostra attività. Fino ad alcuni decenni fa anche l’inizio dell’estate era un momento di buoni affari, da Milano arrivavano le grandi famiglie per la villeggiatura, l’apertura delle ville coincideva con una grande spesa iniziale. Le signore venivano con le colf, come si dice oggi, su automobili di solito guidate dagli autisti». Tempi irri-petibili - lo sanno benissimo i Vercellini - che pur non dichiarandolo apertamente guardano con una certa apprensione al futuro di un

negozio:«…che è tutta la nostra vita!», dicono concordi. La figlia Luisa ha infatti scelto, con soddisfazione, di insegnare Matematica.

Ossola: Gioielli di Generazione in GenerazioneNon ci sono invece apprensioni legate alla continuità per la famiglia Ossola che dal 1919 gestisce la gioielleria di

corso Moro 19, riconosciuta dalla Regione Lombardia “Negozio di storica attività” dal 7 febbraio 2005. Sarà infatti il figlio di Aldo, Emanuele (Meme), studi alla Scuola Europea del Design di Milano, a raccogliere il testimone dal padre Aldo e dalla zio Luigi (Cicci) che a loro volta avevano affiancato la madre Angela vera colonna portante della famiglia dopo la prematura scomparsa del marito Gino. Quest’ultimo aveva nel sangue la passione per l’arte orafa: progettava i modelli, li disegnava e li realizzava, un processo crea-tivo oggi impensabile in un unico laboratorio. Quasi mezzo secolo fa il negozio, per volontà della signora Angela, morta di recente, fu ristrutturato con accortezza e buon gusto salvaguardando i caratteri architettonici preesistenti grazie all’utilizzo di materiali tradizionali (marmi, legno, cristalli) che ne hanno reso durevole nel tempo l’immagine. Tra l’altro all’interno sono stati conservati il vecchio termometro che prima campeggiava all’esterno, la

bilancia e il banco da orafo con i relativi strumenti e pure il banco di montaggio occhiali. Insomma un tempio dei gioielli e degli orologi, tutti di alto profilo, dove però ci si sente a proprio agio grazie alla spontanea cordialità di Cicci, Aldo e Meme impegnati a soddisfare le richieste di una inossidabile clientela di intere generazioni di varesini. «Oggi è importante puntare con decisione – sottolinea Aldo – a segmenti esclusivi di mercato con grandi firme sia nei gioielli sia negli orologi». Alla indiscussa professionalità, in casa Ossola si somma anche il grande charme sportivo della famiglia che ha dato allo sport italiano ben tre campioni. Il primo Franco, ala ambidestra del grande Torino, è scomparso, a soli 28 anni, nella tragedia di Superga del maggio 1949. Il secondo Cicci, classe 1938, promettente basket-tista durante gli anni di scuola, optò per il calcio tardi, a ventidue anni, ma bruciò le tappe diventando un solido centrocampista di Varese, Roma e Mantova. Infine Aldo (1945), cestista di naturale talento. Mitico playmaker della plurititolata Ignis e della Nazionale, venne definito dai tifosi “il Von Karajan del canestro” per la sua straordinaria capacità di governare la squa-dra in ogni circostanza.

L’Eccellenza Commerciale Porta il Marchio di Famigliadi Cesare Chiericati

Ph. Paolo Zanzi

818080

There are shops situated in the his-torical centre of Varese from long

time. Like a regular appointment with a friend, they represent a loving refer-ence which is only jeopardized by a not always exalting modernity. They are family-owned shops that have been standing the aggressive commercial transformations, the consumer’s and customs’ evolution imposed by large-scale retail trade. We can draw a trian-gle among via Marcobi, piazza Giovane Italia and corso Aldo Moro, that expresses a narrow but seasoned com-mand including Verga’s, Vercellini’s and Ossola’s windows. These shops are respec-tively experts in house ware and glassware, groceries, watches and jewellery.

Verga: for an elegant and functional houseAmong the above-mentioned names Verga represents an import shop. However it can be considered from Varese from more than a century. Antonio Verga and its family came from the Province of Como and arrived in varese in 1898. Antonio wanted to make a fortune on his own and left his brother, with whom for years he worked in the markets of Lario and Valtellina. In that period he made long and tiring travels on the white roads of the time, using heavy loads pulled by strong and patient horses. Then he opted for Varese, the promising Western suburb of the Province of Como. Here he opened his first shop, with a back shop on via Romagnosi, its main window in front of corso Vittorio Emanuele, now named corso Matteotti, and next to Buzzetti jewellery’s, which was opened in 1875. This space is still identified by an engraving on the wall on which the number 33 stands out. In that shop it was possible to buy wooden spoons, sieves, cutlery, basins, pots, glasses, plates, cups, oil-burning lamps and chamber pots. The goods were exposed in a coloured and apparent chaos, both inside and outside the shop – near the window and the entrance. This feature was kept when the shop was transferred too. In fact in 1934 Verga opened his definitive shop in the building on the corner between piazza Monte Grappa and via Marcobi, formerly via Verbano. This building was projected by Cantù, an engineer of Varese, and financially supported by Verga. The building per-fectly adapts itself to the rebuilding of the entire area of the town related to the old Piazza Porcari. In spite of gen-eration gaps and consumer develop-

Commercial excellence has its own family’s label

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ment, Verga has been always represent-ing an unquestioned point of reference for those people from Varese and the surrounding villages who desire to equip their own house with goods com-bining functionality and elegance. This success characterized the long running of the sons Antonio, Cornelio and Raimondo, as well as the running of the third generation of Verga family, that is of Antonio – with his creative wife Paola – and Giovanni. For twenty years (from 1968-1988) Antonio and Giovanni improved the name of their family in the heart of corso Matteotti, opening the so-called Cristallerie del Corso. Then they took other profes-sional ways. The afterthoughts of Giovanni induced his brother Antonio (with his wife Paola) to realize the final renovation of Verga’s historical rooms, with an attracting sequence of windows in the centre of the town and with an absolutely incomparable display of fur-niture, chinaware and ornaments. As Antonio Verga underlines: “Of course, tastes have become simpler. Nowadays people live in smaller and more reduced spaces and the approach towards home ware has changed. Today it is easier to sell an ornament or a furniture, especially if compared with a tea or coffee or table set, that requires care, upkeep and time, that new generations prefer to use for other things. It is more and more difficult and expensive to continue this activity without obstacles”. However, in spite of the sen-sible pessimism of the owner of the shops, the future is not far and is called Francesca. She is the daughter of Antonio and Paola and has been direct-ed to the trade adventure of this enter-prising family, which comes both from Como and Varese.

Vercellini: a shop of delicious productsUnlike Verga, at the moment there are no heirs in Vercellini’s shop – piazza Giovane Italia N. 1 – where Mario Vercellini (born in 1925) and his wife Anita Matrella (who studied in the Liceo specialized in classical studies Cairoli) manage their wonderful shop of delicious products with inexhausti-ble passion. This grocery is furnished with dark woods, reminds old atmos-pheres, is permeated of heady scents and offers products, small objects and instruments that are almost completely impossible to be found elsewhere. The commercial adventure of this famous couple started in 1955, on the corner between Via croce and piazza Giovane Italia, where nowadays we find Fontana Ph

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jewellery. Since the end of the Nineteenth century it was an old shop selling colonial products. Mario gained experience by working in the backery of his family. This shop was in the same rooms of the actual grocery and represented a severe school for him, because almost five quintals of bread were produced every day. However this hard work did not prevent him from becoming very keen on rowing. In fact in 1941 Mario won the Gioventù Italiana del Littorio Championship. In the cellar of his grocery the dusty cup that he won during that sport event stands out. He put it near vintage bot-tles of spirits, of Russian sparkling wine and of French champagnes, but also near an old gas mask, which was given the traders of Varese during the diffi-cult years of the Second World War. Mr. Mario observes his treasures with disenchanted pride: They represent the memories of his entire lifetime, in which job was his pole star. The com-mercial secret of this shop has always been the ability to satisfy every kind of need with quality, offering sweets, asa-besi, comfits, chocolate, jams, liquo-rice drops, wines, spirits, pasta, rice, tea, coffee, cacao, instruments used to bottle wine, candles, detergents, feath-er dusters, etc. As Anita proudly states: “Our strong point is the inimitable offer of dried fruit during Christmastime. We are the sole agent for this fruit, that is sold us by a supplier coming from Sorrento. Walnuts, almonds, dates are a quite expensive financial investment for us, but Christmastime are a decisive moment for our activity. Till some decades ago the beginning of summer was an other positive period of the year, because the noble and rich families of Milan arrived in Varese for their holidays. The opening of their villas meant a big initial shopping. The ladies came here with their domestic helps and with autos and drivers, as we could say nowadays”. Mr. and Mrs. Vercellini know well that these are unrepeatable times. Although they do not say it openly they have some worries of the future of their shop, which they con-cordantly define “all their life!”. In fact their daughter Luisa serenely decided to teach Maths.

Ossola: Jewels from generation to generationOn the contrary Ossola family is not worried about its future activity. Since 1919 this family manages the jewellery located in via Moro 19, which was also named by Lombardy Region “Negozio di storica attività” (Historical shop) on 7th February 2005. In fact Emanuele

Angelo Tagnochetti, persona gioviale e di solida professionalità, si era “fatto le ossa” presso la celebre gastronomia Peck di via Spadari a Milano e tra le sue specialità erano da anno-

verare: selvaggina cotta e cruda, porchetta alla romana al forno, lumache alla borgogna, grana lodigiano dalla crosta nera e dalla goccia profumata. Riguardo al grana lodigiano, il Tagnochetti aveva allestito la vetrina del negozio in cui figurava ben visibile la scritta promozionale “Formaggio prodotto fin dal tempo dei Napoleoni, quando non c’erano né avvocati né imbro-glioni”. Il maestro Sante Modesto, esule istriano e docente nelle scuole elementari, dotato di spiccato estro artistico, aveva illustrato il negozio con un dipinto murale di ampie proporzioni in cui la figura di un corpulento suino dominava in un riposante paesaggio bucolico. Unica piccola imperfezione era nell’insegna (TAGNOCHETTI), apposta all’esterno sopra la vetrina, che lasciava intravvedere un doppio spazio occupato dalla lettera “C” a causa della correzione apportata dal distratto dipintore (severamente redarguito dal salumiere) dal cui pennello ne era uscita la scritta con due, anziché una sola consonante.

Angelo Tagnochetti can be considered a jovial man with a sound professionalism. He gained experience by working in the famous gastronomy called Peck - in Via Spadari, Milan. Among its specialities there

were done and uncooked game, roast porchetta alla Romana, snails à la bourguignonne, grana lodigiano with black cheese rind and sweet-smelling drops. As regards grana lodigiano Tagnochetti had dressed the window of the gastronomy using this promotional and well visible sign: “This cheese has been producing since the Napoleonic era, when there were no lawyers or cheats”. A teacher named Sante Modesto, who was an Istrian exile and taught in a primary school, boasted a marked artistic inclination and painted this gastronomy on a big wall. In the painting there was a heavy swine which dominated in a relaxing and bucolic landscape. The only imperfection was the sign Tagnochetti, placed over the window outside the gastronomy. The sign let people catch a glimpse of a double space for the letter C. In fact the inattentive painter, who was severely reproached by the delicatessen seller, had to correct the sign, on which he painted two C, instead of one.

Negozi & Vita QuotidianaShops & Everyday life

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(called Meme), who is Aldo’s son) attended the Scuola Europea del Design of Milan and is going to con-tinue the activity of his father Aldo an his uncle Luigi (called Cicci). Aldo and Luigi in their turn helped their mother Angela, who was the real bear-ing wall of their family after the untimely death of the husband Gino. Gino had a great passion for the art of the goldsmith: He designed models, then he produced them and developed a creative process that is nowadays dif-ficult to have in one workshop. almost fifty years ago Mrs. Angela, who died recently, decided to renovate the shop. Thanks to her adroitness and good taste the architectonical features of the shop were safeguarded. Besides the use of traditional stuffs (marbles, woods, crystals) have been protecting the original image of the shop. Moreover the shop still keeps the old thermometer formerly exposed outside the shop, as well as the assay balance, instruments and even the table to put the frame on the glasses. In other words this is a temple of jewels and watches of high quality. You feel at your ease, because Cicci, Aldo and Meme are spontaneous and cordial. Besides they are able to satisfy the needs of a strong clientele, which rep-resents complete generations of people from Varese. As Aldo underlines: “Today it is important to concentrate our efforts on exclusive sectors of the market, selling jewels and watches related to famous brands”. Ossola family does not only boast this undoubted profession-alism, because it has always been showing a great sport passion. This enthusiasm for sport gave Italy three champions. The first one is Franco, inside right of Turin football team, who tragically died at the age of 28 during the accident of Superga (in May 1949). The second champion is Cicci, born in 1938. When he went to school he was a promising basketball player. When he was twenty-two years old he opted for football and forged ahead becoming a strong midfielder in Varese, Roma and Mantova teams. Finally there is Aldo, born in 1945. He can be considered a basketball player with a natural talent for this sport. He was a famous playmaker of the pluri-award-winning team Ignis. He also played in the national basketball team, where his supporters called him “Von Karajan of basketball”, because he had the extraordinary ability to control his team in every circumstances.Ph

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"C'era una volta" di Angelo Monti