Le tendenze della rete nel 2011

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SOCIAL MEDIA WEEK ROMA 2011 Roma 7-11 Febbraio 2011 UNA RICERCA PER LA SMW: Le tendenze della rete nel 2011 analizzate dalla Social Intelligence di Freedata Labs. La collaborazione tra Freedata Labs e la Social Media Week, iniziata con l’edizione milanese prosegue con una nuova ricerca, sviluppata per la manifestazione romana. Freedata Labs, in quanto sponsor tecnico della della Social media Week, ha utilizzato le proprie competenze di Social Intelligence per fornire un quadro comparativo fra Italia, Francia, Inghilterra, Stati Uniti d’America, Canada, Brasile e Hong Kong sui temi identificati come di maggiore tendenza per la rete nel 2011. I temi che Freedata Labs ha selezionato sono: Video Calling Mobile Blogging Cyberbullism Netiquette F-Commerce LA METODOLOGIA: SOCIAL INTELLIGENCE La metodologia adottata per la ricerca di Freedata Labs è basata sulla Social Intelligence, una tecnica innovativa che fornisce informazioni tattiche e strategiche, rilevate ascoltando il web, al marketing delle aziende e le analizza

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Freedata Labs, sponsor tecnico della Social Media Week, propone una ricerca di social intelligence (basata sull'ascolto della conversazioni nel web) sulle tendenze della rete nel 2011, che ha indagato i temi del video calling, mobile blogging, f-commerce, cyberbullism e della netiquette per comprendere come gli utenti "vivono" e comunicano questi argomenti. Le tag cloud sono state create con http://www.wordle.net/

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SOCIAL MEDIA WEEK ROMA 2011 Roma 7-11 Febbraio 2011 UNA RICERCA PER LA SMW: Le tendenze della rete nel 2011 analizzate dalla Social Intelligence di Freedata Labs. La collaborazione tra Freedata Labs e la Social Media Week, iniziata con l’edizione milanese prosegue con una nuova ricerca, sviluppata per la manifestazione romana. Freedata Labs, in quanto sponsor tecnico della della Social media Week, ha utilizzato le proprie competenze di Social Intelligence per fornire un quadro comparativo fra Italia, Francia, Inghilterra, Stati Uniti d’America, Canada, Brasile e Hong Kong sui temi identificati come di maggiore tendenza per la rete nel 2011. I temi che Freedata Labs ha selezionato sono:

Video Calling Mobile Blogging Cyberbullism Netiquette F-Commerce

LA METODOLOGIA: SOCIAL INTELLIGENCE La metodologia adottata per la ricerca di Freedata Labs è basata sulla Social Intelligence, una tecnica innovativa che fornisce informazioni tattiche e strategiche, rilevate ascoltando il web, al marketing delle aziende e le analizza

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con il rigore statistico proprio della ricerca quantitativa. L’ascolto del web, irrealizzabile fino a pochi anni fa, è oggi ampiamente praticato grazie a software e piattaforme in grado di estrarre e organizzare in banche dati tutte le informazioni presenti sul web riguardo ad un certo tema. L’ analisi dei Talking Style è tra le più innovative utilizzate da Freedata Labs in questa ricerca. Rifacendosi a una metodica utilizzata in psicologia da oltre 50 anni, consente di identificare la personalità dello scrivente per ogni testo analizzato. L’analisi dei Talking Style consente al marketing di avere in mano la “tavolozza dei colori” cioè “le parole” per comunicare in modo empatico e mirato con una moltitudine variegata di soggetti. Ci sottolinea le differenze nello stile di conversazione fra i diversi canali, tra gruppi sociali legata ad ogni singolo brand o ad un tema in analisi. Ci suggerisce le parole da usare per comunicare in modo efficace con una certa popolazione, gruppo sociale o singolo interlocutore. La Social Intelligence fornisce importanti strumenti alla netnografia, letteralmente etnografia dell’Internet, che si distingue dalla prima per limitarsi all’uso di analisi tipicamente qualitative e sociologiche. I TEMI TRATTATI VIDEO CALLING Il paese in cui si parla di più di Videochiamata sono gli USA, seguito a ruota dall’Italia che emerge tra i paesi europei come il più attento a questo tema. In Italia se ne parla in relazione alla “free video call”, negli USA in relazione al tema dei media e dell’informazione.

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Una definizione: La videochiamata è un'evoluzione della classica telefonata, arricchita dalla possibilità di vedere il proprio interlocutore (Fonte: Wikipedia). Di Video Calling si parla molto in rete abbiamo osservato 13.000 conversazioni in rete nell’ultimo anno.

Serie StoricaVideochiamata

Iphone

Skype

Iphone 4Skype

0102030405060708090100

01‐0101‐2602‐2003‐1704‐1105‐0605‐3106‐2507‐2008‐1409‐0810‐0310‐2811‐2212‐17

Blog

Media_type_other

Microblog

forum

Social Network

Grafico 1

Come illustrato dal grafico1 le conversazioni (buzz), hanno un andamento nel tempo caratterizzato da picchi repentini legati agli annunci del Iphone 4 o alle nuove release del software Skype per le videochiamate gratuite. Il tema è trattato principalmente dai Media-on-line e ripreso successivamente dai Blog; mentre risulta essere decisamente meno chiacchierato nei Social Network, nei Forum e nei Microblogging (Grafico 2).

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Grafico 2

Questa suddivisone per canale web è abbastanza simile in tutti i paesi analizzati ed è conseguenza della pressione mediatica esercitata dai principali operatori della telefonia (in particolare) e della tecnologia (più in generale) per il lancio di nuovi prodotti. Confrontando i diversi paesi rispetto al buzz pro-capite per milione di internet users (calcolato rapportando il numero di risultati raccolti per paese al numero di internet user dello stesso e quindi eliminando l’effetto dovuto al maggior o minor numero di internet user di un paese rispetto all’altro) scopriamo che il paese dove si parla di più di Videochiamata è gli Stati Uniti, seguito a ruota dall’Italia che emerge sopra tutti i paesi europei come il più attento a questo tema a grande distanza troviamo Inghilterra, Francia, Canada, Brasile e Hong Kong.

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Buzz pro-capite per milioneVideochiamata

UK

Italia

USA

BrasileCanada

Francia

Hong Kong0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

Grafico 3

Come anticipato, analizzando il contenuto delle conversazioni riguardanti il tema della Video Calling in tutti i paesi emergono citazioni e discussioni relative ai principali operatori della telefonia come Nokia, Apple, Samsung, Ericcson, Samsung e Sony oltre ovviamente a Skype. Nel confronto tra paesi emergono anche alcuni temi di differenziazione, ovvero: mentre per Italia e Canada il tema della “free video-call” è quello che discrimina le due nazioni in Inghilterra ed in USA emerge il tema delle “review” e delle comparazioni tra brand differenti. Ma ciò che davvero caratterizza USA e UK (e in parte ripreso dalla Francia) sono le conversazioni riguardanti l’applicazione delle videochiamate al mondo dei media e dell’informazione (WORLDNEWS per USA e BBC per UK). La video chiamata, quindi, non più come qualcosa di gratuito e personale ma come servizio tecnologico per un nuovo tipo di informazione e di media sociale.

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Analizzando i Talking Style per questa tematica il dato che emerge prepotentemente e uniformemente per tutti i paesi è la differenza di stile di conversazione fra Forum e Microblogging rispetto ai Media-on-line e ai Blog. I Forum sono decisamente i più aperti all’esperienza, a volte critici, utilizzano un linguaggio tecnico, da veri “iniziati”. I Media invece tendono ad avere un linguaggio più divulgativo, esprimono prevalentemente giudizi positivi in maniera composta e corretta. In particolare per gli Stati Uniti ed in UK gli utenti con un profilo “geek” (quelli più aperti all’esperienza, i più tecnici e critici) tendono ad utilizzare con maggiore incidenza il canale Twitter. Cosa significa tutto ciò: In estrema sintesi, quando si parla di Videocalling in Italia, se ne parla evidenziandone le caratteristiche di strumento di comunicazione ed i relativi costi. Il tema risulta essere quindi particolarmente rilevante per le aziende telefoniche che potrebbero leggere da ciò indicazioni sul potenziale di mercato. In paesi come Uk, Usa e Francia il tema è invece più rilevante per i Media che dovrebbero iniziare a ripensare la relazione tra il lavoro di giornalista e lo User generated content.

MOBILE BLOGGING

In USA si parla di più di Mobileblogging, molto distanziati da tutti gli altri paesi. Ne parlano in prevalenza i blogger. Le aziende di telefonia non comunicano le opportunità che la tecnologia mette a disposizione. Un’occasione persa?

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Una definizione

Mobile blogging (moblogging) è il metodo per pubblicare un post o conversazione su un website o un blog da un cellulare o da un altro device portatile. E’ molto diffuso fra chi ama fare upload di foto e video che possono essere caricate su un website o su qualsiasi piattaforma di blogging che sia compatibile con il “Mobile posting” (Fonte: Wikipedia).

Nell’ultimo anno abbiamo osservato 8.200 conversazioni su questo tema, gestite nella maggior parte dei casi (66%) dai bloggers (risultato assolutamente uniforme in tutti i paesi analizzati).

% per CanaleMobile Bolgging

Blog66%

Media Types - Other16%

Message Board/Forum

1%

Microblog14%

Social Network3%

Grafico 4 I temi che emergono dai Blog sono strettamente connessi alla tecnologia e al suo utilizzo in mobilità. Le parole che ricorrono riguardano sia i diversi tipi di device mobili, smartphone, tablet, computer portatili che i social network, in particolare Twitter. Molta attenzione viene rivolta anche alle nuove Applicazioni Apple sia per Iphone, Ipad che Mac.

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Le parole più frequenti nei media invece sono sempre i grandi brands di telefonia Nokia, Apple, Samsung, etc... insieme a Skype. Confrontando i diversi paesi rispetto al buzz pro-capite per milione di internet users (calcolato rapportando il numero di risultati raccolti per paese al numero di internet user dello stesso e quindi eliminando l’effetto dovuto al maggior o minor numero di internet user di un paese rispetto all’altro) scopriamo che il paese dove si parla di più di Mobileblogging è gli Stati Uniti, molto distanziati da tutti gli altri paesi che risultano invece estremamente vicini fra loro.

Buzz pro-capite per milioneMobile Blogging

Hong KongBrasileFrancia

UK

USA

CanadaItalia

0

5

10

15

20

25

30

35

Grafico 5 Infine il talking style è molto simile in tutti i canali: solo i blogger risultano essere i più aperti, positivi ed entusiasti; non eccedono in tecnicismi ma il loro modo di comunicare è semplice comprensibile e preciso e riporta un linguaggio tipico di un’operatività semplice ma innovativa.

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Cosa significa tutto ciò: In estrema sintesi, le aziende di telefonia non stanno comunicando le opportunità che la tecnologia mette a disposizione per il moblogging. Forse un’occasione persa per comunicare temi che sono invece discussi dagli utenti con grande interesse ed attenzione. Il mercati anglosassoni sono sicuramente più maturi e gli utenti che conducono queste conversazioni apprezzano e propongono idee e soluzioni innovative incitando al “Gottabemobile”.

CYBERBULLISM

Il Canada è il paese in cui se ne parla di più, il Brasile nega il problema, l’Italia lo affronta con toni scandalistici e tesi a colpevolizzare l’innovazione e la tecnologia.

Una definizione

Il cyberbullismo o ciberbullismo (cyber-bullismo, bullismo online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e del Codice della Privacy (D.Lvo 196 del 2003) (Fonte: Wikipedia).

Nell’ultimo anno abbiamo osservato 5.200 conversazioni su questo tema. Le conversazioni sul Cyberbullism sono nettamente trascinate dagli User generated content, in particolare da Blog, Microblogging e Social Media.

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% per CanaleCyberbulling

Blog27%

Media Types - Other15%

Message Board/Forum

6%

Microblog42%

Social Network10%

Grafico 6 Ma su questo tema l’attenzione dei media è diversa fra paese e paese. Come evidenziato dal grafico 7 il peso relativo dei media (Share of Buzz) rispetto agli User Generated Content non è uniforme per paese.

% impatto Media Type

23.4%

36.5%

5.6%

31.1%

25.0%

16.1%

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Italia Brasile Francia UK USA CANADA

Grafico 7

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Appare rilevante l’attenzione che i media stanno dando all’argomento in Canada, Italia e Francia in contrapposizione netta con la realtà del Brasile, dove il disinteresse dei media è quasi totale mentre gli utenti dibattono con estremo vivacità e interesse sul tema.

Confrontando i diversi paesi rispetto al buzz pro-capite per milione di internet users (calcolato rapportando il numero di risultati raccolti per paese al numero di internet user dello stesso e quindi eliminando l’effetto dovuto al maggior o minor numero di internet usres di un paese rispetto all’altro) scopriamo che il paese dove si parla di più di Cyberbullism è il Canada seguito dal Brasile. Segue l’Italia e poi, molto distanziati, tutti gli altri paesi che risultano invece estremamente vicini fra loro.

Buzz pro-capite per milioneCyberbullism

Brasile

Francia UK

USA

Canada

Hong Kong

Italia

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

Grafico 8 I temi che emergono dai blog riguardano, per quasi tutti i paesi, scuola, educazione, adolescenti, facebook, genitori. Si parla anche di pedofilia,

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consulenza di no profit e di informazione. In Brasile i Bloggers usano le medesime parole chiave utilizzate nel resto del mondo mentre i Media parlano di sicurezza su Internet e di ambiente, quasi a voler negare l’esistenza del problema.

La Tag cloud sintetizza le parole più frequenti per l’Italia che riprende molti dei temi comuni nelle varie nazioni. Infine per quanto riguarda i Talking style si rilevano lievi differenze in Italia fra i media e gli user generated content. I media si caratterizzano per il tono un po’ più pacato, caratterizzato da maggiore stabilità emotiva. Molto rilevante è la differenza fra lo stile di comunicazione dei paesi anglosassoni (Usa e Uk) rispetto all’Italia, dove il tono della comunicazioni su questi temi è spesso negativo, distruttivo e spesso scandalistica. Al contrario, negli altri paesi si osserva una positività e un continuo tentativo di ricerca di soluzioni sia tecnologiche che educative per proteggere ed aiutare i giovani ad affrontare il tema. Cosa significa tutto ciò:

Il Cyberbullism è un fenomeno che deve essere affrontato e discusso e riguarda

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soprattutto i nostri ragazzi, il mondo della scuola e dell’educazione. I temi devono essere affrontati in modo chiaro e costruttivo sia ricercando appropriate soluzioni educative che tecnologiche. Se i media non cercano di nascondere questi temi come accade in Brasile, in Italia tuttavia il tono della discussione tende a colpevolizzare l’innovazione e la tecnologia.

NETIQUETTE

L’Italia è in assoluto il paese dove questo tema è più discusso. Rispetto all’estero, in modo negativo e con livelli di disponibilità al dialogo molto bassi. L’accento è sui problemi e non sulle opportunità offerte dalla rete.

Una definizione

La Netiquette, è un insieme di regole, fondate su convenzioni, che disciplinano il comportamento di un utente di Internet nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse quali newsgroup, mailing list, forum, blog ed e-mail in genere (Fonte: Wikipedia).

Nell’ultimo anno abbiamo osservato su questo tema 6.200 conversazioni. Le conversazioni sulla Net-Etiquette sono ripartite in modo molto simile tra le fonti.

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% per CanaleNet-Etiquette

Blog19%

Media Types - Other24%

Message Board/Forum

29%

Microblog19%

Social Network9%

Grafico 9

Emerge subito una differenza importante per quanto riguarda l’Italia dove il peso degli “User Generated Contents” è molto superiore a quello della media degli altri paesi. Interessante notare la grande attenzione dedicata dai Forum italiani a questo tema.

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% per CanaleNet-Etiquette - Italia

Blog25%

Media Types - Other16%

Message Board/Forum

49%

Microblog2%

Social Network8%

Grafico 10

Ma non solo, l’Italia è in assoluto il paese dove questo tema è molto più discusso rispetto a tutti gli altri paesi.

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Buzz pro-capite per milioneNet-Etiquette

Brasile

Francia

UK

USACanada

Hong Kong

Italia

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Grafico 11 Una delle ragioni è da ricercare nella legislazione spesso molto restrittiva che l’Italia ha adotto sia in termini di tutela della privacy online che quelle legate alla limitazione di navigazione in rete senza riconoscimento individuale, che tanto hanno ritardato la diffusione del WiFi in Italia.

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Per quanto riguarda gli argomenti trattati emerge una differenza fra italia e altri paesi. In Italia si parla di Facebook, Marketing, regole, galateo, censura, leggi e privacy, negli altri paesi si parla soprattutto di digital, social, e-learning, e-mail, Chiesa, Educazione civica. I Talking Style rivelano una differenza molto rilevante tra l’Italia e i paesi anglosassoni. Come già osservato per il CyberBullism mentre in Usa e UK l’argomento viene affrontato con toni positivi considerando la Net-Etiquette come una sorta di buona educazione sociale all’interno della rete, in Italia (eccezione fatta per i forum ormai più maturi rispetto alla questione) lo stile di comunicazione denota livelli di disponibilità al dialogo molto più bassi e ancor più bassi livelli di amabilità, dovuti all’accezione negativa con cui in Italia viene considerato il tema. Cosa significa tutto ciò: E’ un tema in generale poco trattato dai media anche se oggetto comunque di attenzione per gli utenti della rete. Nel mondo tecnologicamente più avanzato si parla di Net-Etiquette e di educazione civica e di rispetto. In Italia i toni legati a

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questi temi come per il Cyberbullism sono negativi e tendono a far emergere i problemi legati alla diffusione della tecnologia e non le grandi opportunità che offre la rete.

F-COMMERCE A livello globale, è il tema che trascina il maggior numero di conversazioni. L’Italia si posiziona, per Buzz, al secondo posto dopo gli USA. Una definizione: Da poco tempo è stata coniata la definizione di F-Commerce. Proveniente direttamente dal mondo del Social Media, F-Commerce significa acquistare o vendere su un Social Media o più specificatamente su Facebook. Molte aziende hanno lanciato negli ultimi mesi applicazioni sulla loro Fanpage che consentono di fare E–commerce (sul proprio sito), consentendo ai fan di acquistare direttamente da Facebook ,appoggiandosi al proprio sito. I clienti devono quindi essere anche Fan? Possono fare share degli acquisti e pubblicarli sul proprio wall? Potremo chiamarlo Vendita virale? (Fonte: http://www.contextisking.co.uk)

Nell’ultimo anno abbiamo osservato 140.000 conversazioni su questo tema e per tutti i paesi il canale più importante è quello dei Social Media ed in particolare Facebook. In Usa impazzano queste discussioni e molto distanziati si posizionano tutti gli altri paesi. Indubbiamente, rispetto a tutti gli altri temi analizzati in questa ricerca, l’F-commerce sta trascinando il maggior numero di conversazioni.

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% per CanaleF-commerce

Blog12%

Media Types - Other35%

Message Board/Forum

4%

Microblog5%

Social Network44%

Grafico 12 Notiamo che Italia e Francia occupano il secondo e terzo posto anche se molto distaccate dagli Stati Uniti. Questo dimostra l’attenzione che c’è in Italia verso questo tema.

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Buzz pro-capite per milioneF-Commerce

Brasile

Francia

UK

USA

CanadaHong Kong

Italia

0

100

200

300

400

500

600

Grafico 13 I Talking Style sono molto simili in tutti i paesi e denotano grande apertura all’esperienza, entusiasmo e stabilità emotiva negativa. Lo stile non è Tecnologico ma semplice, divulgativo e chiaro. Tutti dibattono con grande apertura verso nuove esperienze con linguaggio semplice e coerente. Anche i temi sono molto simili in tutti i paesi e sono quelli attesi: social media, Facebook, e-commerce, novità, come evidenziato dalla tag-cluod.

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Cosa significa tutto ciò: F-Commerce è il tema attualmente più discusso in rete, c’è un enorme entusiasmo rispetto a questa innovazione e molti cercano di immaginare nuovi scenari possibili di sviluppo. Gli utenti dibattono con estrema vivacità. I media sono dei followers. La novità del tema fa sì che le discussioni ed i loro toni non si differenziano ancora per paese. Le discussioni USA guidano e influenzano quelle delle altre nazioni.

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GLOSSARIO Social Intelligence: una tecnica di ricerca ed analisi si basa su dati rilevati ascoltando il web e le analizza con il rigore statistico proprio della ricerca quantitativa. E’ in grado di fornire informazioni tattiche e strategiche al marketing delle aziende (Fonte: Freedata Labs). Netnografia: letteralmente “etnografia dell’Internet”. Si distingue dalla Social Intelligence per concentrare l’analisi dei dati estratti dal web alla dimensione tipicamente qualitativa, etnografica, antropologica e sociologica (Fonte: etnografiadigitale.it, Freedata Labs). Analisi dei Talking Style: metodo di analisi dei testi basato su un modello largamente applicato in psicologia da oltre 50 anni che consente di identificare la personalità dello scrivente per ogni testo analizzato (Fonte: Freedata Labs). Videochiamata: è un'evoluzione della classica telefonata, arricchita dalla possibilità di vedere il proprio interlocutore (Fonte: Wikipedia). Mobile blogging (moblogging): è il metodo per pubblicare un post o conversazione su un web site o un blog da un cellulare da un altro device portatile. Il mobile blogging è molto diffuso fra chi ama fare upload di foto e video che possono essere caricate su un website o piattaforma di blogging compatibile con il “Mobile posting” (Fonte: Wikipedia).

Il cyberbullismo o ciberbullismo (cyber-bullismo, bullismo online): è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web (Fonte: Wikipedia).

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Netiquette: è un insieme di regole, fondate su convenzioni, che disciplinano il comportamento di un utente di Internet nel rapportarsi agli altri utenti attraverso risorse quali newsgroup, mailing list, forum, blog ed e-mail in genere (Fonte: Wikipedia).

F-Commerce: indica l’attività di acquistare o vendere su un Social Media o più specificatamente su Facebook (Fonte: contextisking.co.uk). LICENZA D’USO Questa ricerca è pubblicata in licenza Creative Commons BY-NC. Questo significa che chi lo desidera è libero di usare quest’opera a scopo non commerciale, citando l’autore (se ce lo farà sapere via Twitter ci farà molto piacere). Suggeriamo invece a chi volesse utilizzarla a scopo commerciale di contattarci.

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Valeria Severini

Email: [email protected] Twitter: @ValeSev @FreedataLabs Web Site: http://freedatalabs.com

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Valeria Severini è socio fondatore e CEO di Freedata Labs. Inizia la carriera nel 1983 nel Gruppo di Ricerca Statistica di A.C. Nielsen Italia. Dal 1987 insegna “Statistica Economica, Teoria dei Campioni e Metodologia” all’Università Bocconi a Milano. Freedata Labs nasce nel 1993 offrendo alle aziende servizi di analisi statistica e data mining per la costruzione di modelli di marketing e di CRM. Nel 2003 nasce Freedata Labs Ltd a Londra. Con la nascita dei social media, Freedata Labs mette a frutto in quest’ambito le proprie competenze di analisi e gestione dei dati e sviluppa nel 2007 “The Brand Race Quadrant”®, uno strumento di social intelligence per analizzare e trarre indicazioni dai flussi informativi del web2.0. Lo sviluppo più recente consente una migliore identificazione degli Influencers attraverso l’applicazione dei profili psicometrici alle conversazioni in rete con l’identificazione di diversi “Talking Style”. Freedata Labs fa parte di DMA, WOMMA UK.