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LE RADICI DEL CONCETTO DI INTENZIONALITÀ Giulia Palazzolo 24/04/2018

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LE RADICI DEL CONCETTO DI INTENZIONALITÀ

Giulia Palazzolo24/04/2018

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INTENZIONALITÀ

Pagina 2

• Concetto cardine degli studi attuali di filosofia della

mente, filosofia del linguaggio e delle scienze cognitive

• Principio su cui si incardina il rapporto mente-mondo

• Dal verbo latino intendere: tendere verso, mirare a

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INTENZIONALITÀ

Pagina 3

• Caratteristica di alcuni stati mentali di essere riferiti a

oggetti o a stati di cose (concreti, astratti, immaginari,

impossibili) - aboutness

• Percepire, ricordare, credere, desiderare, sperare,

sapere, intendere, sentire, amare, gioire, temere, etc.

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FRANZ CLEMENS BRENTANO (1838-1917)

Pagina 4

• Psicologia dal punto di vista empirico (vol. I, 1874)

• Psicologia come scienza autonoma

• Fenomeni psichici (psychische Phänomene) come

oggetto di indagine della psicologia

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 5

«Ogni rappresentazione (jede Vorstellung) ottenuta mediante la

sensazione o la fantasia costituisce un esempio dei fenomeni psichici;

col termine rappresentazione non si intende qui ciò che viene

rappresentato (was vorgestellt wird), quanto piuttosto l'atto stesso del

rappresentare (den Akt des Vorstellens). L'udire un suono, il vedere un

oggetto colorato, il sentire il caldo e il freddo, così come le analoghe

situazioni nella fantasia [...]. Inoltre, ogni giudizio (jedes Urteil), ogni

ricordo, ogni attesa, ogni deduzione, ogni convinzione o opinione,

ogni dubbio - tutti questi sono fenomeni psichici. Fenomeni psichici

sono anche tutti i moti d'animo (jede Gemütsbewegung): gioia,

tristezza, paura, speranza, coraggio, viltà, ira, amore, odio, desiderio,

volontà, intenzione, stupore, meraviglia, disprezzo e così via.»

(Brentano 1989/1874: p. 165)

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 6

• Intenzionalità come marchio del mentale (das positive

Merkmal der psychischen Phänomene)

• I fenomeni psichici sono riferiti (sich beziehen) a oggetti

o a stati di cose

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 7

Tre classi principali di fenomeni psichici:

• Rappresentazioni (Vorstellungen)

• Giudizi (Urteile)

• Fenomeni di amore e odio (Phänomene der Liebe und

des Hasses)

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 8

«Ogni fenomeno psichico (jedes psychische Phänomene) è

caratterizzato da ciò che gli scolastici del medioevo chiamavano l'in-

esistenza intenzionale (o mentale) di un oggetto (die intentionale –

auch wohl mentale – Inexistenz eines Gegenstandes), e che noi,

anche se in modo non del tutto privo di ambiguità, definiamo il

rapporto con un contenuto (die Beziehung auf einen Inhalt), la

tensione all'oggetto (die Richtung auf ein Objekt) (che non va inteso

come realtà), oppure, infine, l'oggettività immanente (die immanente

Gegenständlichkeit).» (Brentano 1989/1874: p. 175)

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 9

«Ogni fenomeno psichico contiene (enthält) in sé qualcosa come

oggetto (etwas als Objekt in sich), anche se non ogni fenomeno lo fa

nello stesso modo (nicht jedes in gleicher Weise). Nella

rappresentazione qualcosa è rappresentato (vorgestellt), nel giudizio

qualcosa viene o accettato (anerkannt) o rifiutato (verworfen),

nell'amore c'è un amato (geliebt), nell'odio un odiato (gehaßt), nel

desiderio un desiderato (begehrt), ecc. Tale in-esistenza intenzionale

caratterizza esclusivamente i fenomeni psichici. Nessun fenomeno

fisico mostra qualcosa di simile. Di conseguenza, possiamo definire

fenomeni psichici (psychischen Phänomenen) quei fenomeni che

contengono intenzionalmente in sé un oggetto (intentional einen

Gegenstand in sich enthalten).» (Brentano 1989/1874: p. 175)

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PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA

EMPIRICO (1874)

Pagina 10

1. In-esistenza intenzionale (o mentale) di un oggetto (die

intentionale – auch wohl mentale – Inexistenz eines

Gegenstandes)

2. Riferimento a un contenuto (die Beziehung auf einen Inhalt)

3. Direzione a un oggetto (die Richtung auf ein Objekt)

4. Oggettività immanente (immanente Gegenständlichkeit)

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RADICI ARISTOTELICO-SCOLASTICHE

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• «Già Aristotele ha fatto riferimento a questa particolarità psichica. Nei suoi

libri sull'anima egli dice che l'oggetto della sensibilità, in quanto sentito, è

contenuto nel senziente, che l'organo sensoriale recepisce l'oggetto

senza la materia […]» (Brentano 1989/1874: nota 67).

• «In generale, riguardo a ogni sensazione bisogna ritenere che il senso è

fatto per accogliere le forme sensibili senza la materia, come la cera

accoglie l’impronta dell’anello senza il ferro o l’oro e riceve l’impronta d’oro o

di bronzo, ma non in quanto è oro o bronzo […], ma in quanto è fornito di

una determinata qualità e secondo la forma.» (De Anima II, 12, 424a)

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RADICI ARISTOTELICO-SCOLASTICHE

Pagina 12

«Tommaso d'Aquino insegna che il pensiero è intenzionale in colui che pensa,

così come l'oggetto d'amore lo è nell'amante e il desiderato nel desiderante, e

utilizza tali assunzioni a scopi teologici.» (Brentano 1989/1874: nota 67)

• Epistemologia tomistica: la species

• In-esistenza intenzionale (intentionale Inexistenz) = essere

obiective in qualcosa = essere oggettivamente immanente

(gegenständlich in etwas sein)

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ORIGINALITÀ DI BRENTANO

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• Immanentismo del correlato intenzionale?

• Nozione di riferimento?

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SPECIFICITÀ DELLA RELAZIONE INTENZIONALE

Pagina 14

.«Come credo di aver mostrato, l'elemento caratteristico di ogni attività psichica

(jede psychische Tätigkeit) sta nel riferirsi a qualcosa come obietto (in der

Beziehung zu etwas als Objekt) e, in questo senso, ogni attività psichica

sembra qualcosa di relativo (etwas Relatives). E in effetti, quando Aristotele

enumera le diverse classi principali del suo pros ti, ricorda anche il riferimento

psichico (der psychischen Beziehung) […]: se in altre relazioni sono reali sia il

fondamento (Fundament) che il termine (Terminus), qui lo è solo il

fondamento. Chiariamoci un poco la sua opinione. Quando dalla vasta classe

dei rapporti comparativi prendo un relativo, per esempio un più grande o un più

piccolo, allora se esiste il più grande deve esistere anche il più piccolo [...].

(Brentano 1997/1911: p. 118)

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SPECIFICITÀ DELLA RELAZIONE INTENZIONALE

Pagina 15

.

«Completamente diverso è ciò che accade nel riferimento psichico (bei der

psychischen Beziehung). Se uno pensa qualcosa, deve esistere ciò che

pensa (das Denkende), ma non l'obietto del suo pensare (das Objekt seines

Denkens); [...]. Quindi ciò che pensa (das Denkende) è l'unica cosa richiesta

dal riferimento psichico e non occorre affatto che il termine della cosiddetta

relazione sia dato nella realtà effettiva. Si potrebbe dubitare, dunque, se ci si

trovi di fronte davvero a qualcosa di relativo e non piuttosto a qualcosa che per

un certo aspetto è simile ad un relativo, a ciò che dunque si potrebbe definire

qualcosa di "quasi-relativo" (etwas “Relativliches”).» (Brentano 1997/1911: p.

118)

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LO STATUTO ONTOLOGICO

DELL’OGGETTO INTENZIONALE

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• Oggettualità immanente, mentale, intra-psichica

• Oggetto concreto, reale, in carne ed ossa

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CONCLUSIONI (1)

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• Rilevanza filosofica del concetto di intenzionalità

• Pertinenza della nozione di riferimento

• Il problema dello statuto ontologico dell’oggetto

intenzionale è lasciato irrisolto

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EDMUND HUSSERL (1859-1938)

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• Le Ricerche logiche (1900-1901)

• Le Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia

fenomenologica (1913)

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EDMUND HUSSERL

Pagina 19

•Coscienza (das Bewußtsein) come specifico oggetto di

indagine della fenomenologia husserliana

•Intenzionalità come proprietà della coscienza: la

coscienza è coscienza di qualche cosa (von etwas)

•Rilevanza del concetto di intenzionalità (die Intentionalität)

nell’ambito della fenomenologia husserliana

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EDMUND HUSSERL

Pagina 20

«Noi intendemmo per intenzionalità la proprietà dei vissuti (die

Eigenheit von Erlebnissen) di essere “coscienza di qualche cosa”

(“Bewußtsein von etwas zu sein”). In questa mirabile proprietà [...] ci

imbattemmo dapprima analizzando il cogito esplicito: un percepire è

percepire di qualcosa (von etwas), poniamo di una cosa spaziale; un

giudicare è giudicare di uno stato di cose; un valutare è valutare di uno

stato di valore; un desiderare è desiderare di uno stato di desiderio,

ecc. L'agire va all'azione, il fare all'impresa, l'amare all'amato, il godere

al goduto, ecc. In ogni attuale cogito, uno “sguardo” (“Blick”), che si

irradia dall'io puro, si dirige (richtet sich) verso l’”oggetto” (auf den

“Gegenstand”)[...].» (Husserl 2002/1913: pp. 209-210).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

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• Riduzione di generalità della tesi brentaniana

• L’atto di coscienza si riferisce al proprio oggetto in virtù

del proprio contenuto (Gehalt, Inhalt), della sua

struttura interna

• Kazimierz Twardowski (1866-1938): Zur Lehre vom

Inhalt und Gegenstand der Vorstellungen (1894)

• Distinzione tra contenuto (Gehalt, Inhalt) dell’atto e

oggetto (Gegenstand) dell’atto

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

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«E naturalmente vi può essere nella coscienza (im Bewußtsein) un

vissuto (ein Erlebnis) di questo genere, senza che l'oggetto esista o

addirittura possa esistere; l'oggetto intenzionale è inteso (gemeint), cioè

intendere l'oggetto è un vissuto; ma l'oggetto stesso può essere

meramente presunto (bloß vermeint) e in realtà non sussistere

affatto. Se io mi rappresento il dio Giove, l'oggetto rappresentato è

questo dio, esso è “dato come immanente” (“immanent gegenwärtig”)

nel mio atto, esso ha in questo atto una “in-esistenza mentale”

(“mentale Inexistenz”)- tutte espressioni che, a una interpretazione

autentica, si rivelano falsificanti.» (Husserl 2015/1900-1901: p. 488).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

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««Io rappresento il dio Giove» significa che io ho un certo vissuto

rappresentazionale (ein Vorstellungserlebnis): nella mia coscienza si

effettua l'atto di “rappresentare Giove” (das Den-Gott-Jupiter-

Vorstellen). Per quanto si possa smembrare analiticamente e

descrittivamente questo vissuto intenzionale, naturalmente non si

troverà mai in esso qualcosa come il dio Giove; l'oggetto “mentale”,

“immanente” non appartiene quindi alla consistenza descrittiva (reale)

del vissuto: perciò esso non è in effetti né immanente né reale.»

(Husserl 2015/1900-1901: p. 488).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 24

Se d'altro lato l'oggetto intenzionato (der intendierte Gegenstand)

esistesse realmente, dal punto di vista fenomenologico non muterebbe

nulla. Per la coscienza il dato resta quello che è, sia che l'oggetto

rappresentato esista (existiert) oppure che esso sia solo

immaginario (fingiert) o addirittura assurdo (widersinnig). Io

rappresento Giove così come Bismarck, la torre di Babele così come la

cattedrale di Colonia, un chiliogono regolare così come un chiliedro

regolare.» (Husserl 2015/1900-1901: p. 488).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 25

• Allontanamento dal presunto immanentismo

brentaniano

• Trascendenza dell’oggetto (Gegenstand)

• Irrilevanza dell’oggetto in riferimento all’intenzionalità

dell’atto

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

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• Matrice del riferimento intenzionale all’oggettualità

trascendente è il contenuto (Inhalt) immanente dell’atto

• Si tratta di un contenuto ideale, oggettivo, a-

temporale, pubblico (condivisibile), instanziabile

dall’atto nella concretezza dell’hic et nunc

• Detto anche: essenza intenzionale (das intentionale

Wesen), senso (Sinn), significato (Bedeutung)

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 27

L’essenza intenzionale (das intentionale Wesen) dell’atto si

compone di due momenti:

• Qualità (Qualität): individua la tipologia di atto (giudizio,

percezione, immaginazione, desiderio, speranza,

sentimento di amore, di gioia, etc.)

• Materia (Materie): fornisce all’atto il riferimento

all’oggettualità, presentata sempre secondo una data

prospettiva, sotto certe determinazioni

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 28

«[...] si trova una distinzione molto importante e in un primo tempo del

tutto ovvia – la distinzione, cioè, tra il carattere generale dell'atto che

lo contraddistingue di volta in volta come un atto di mera

rappresentazione, oppure di giudizio, di sentimento, di desiderio

ecc., e il suo “contenuto” (Inhalt), che lo contraddistingue come

rappresentazione di ciò che viene rappresentato, come giudizio su ciò

che viene giudicato ecc. Per esempio, le asserzioni 2x2=4 e Ibsen

è il fondatore del realismo moderno nell'arte drammatica appartengono

entrambe a un'unica specie, ognuna viene qualificata come

asserzione. Noi chiamiamo questo carattere come qualità del giudizio

(Urteilsqualität). Ma poiché il primo giudizio ha un certo “contenuto” e il

secondo un altro, noi parliamo qui […] di materia del giudizio

(Urteilsmaterie). Distinguiamo in modo analogo tra qualità (Qualität) e

materia (Materie) nel caso di tutti gli atti.» (Husserl 2015/1900-1901: p.

514).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 29

«[...] se noi fissiamo nello stesso tempo la qualità (die Qualität) e la

direzione verso l'oggetto (die gegenständliche Richtung), sono possibili

ancora certe variazioni. Due atti qualificati in modo identico, per

esempio, come rappresentazioni, possono presentarsi con evidenza

come diretti (gerichtet) allo stesso oggetto, senza che per questo essi

giungano a coincidere nella loro piena essenza intenzionale

(intentionalen Wesen). Così le rappresentazioni il triangolo equilatero

e il triangolo equiangolo sono contenutisticamente (inhaltlich)

diverse, eppure entrambe sono rivolte allo stesso oggetto, come è

possibile dimostrare in modo evidente. Esse rappresentano lo stesso

oggetto (denselben Gegenstand), ma ancora in “modi diversi” (“in

verschiedener Weise”). » (Husserl 2015/1900-1901: pp. 516-517).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 30

«La necessità della distinzione tra significato -contenuto- (Bedeutung,

Inhalt) e oggetto (Gegenstand) risulta chiara se, mettendo a confronto

gli esempi tra loro, ci convinciamo che molteplici espressioni

(Ausdrücke) possono avere […] diversi significati ma il medesimo

oggetto. [...]. Gli esempi più chiari per distinguere il significato

(Bedeutung) e il riferimento all'oggetto (gegenständlicher Beziehung) ci

sono offerti dai nomi. […]. Due nomi possono avere significati diversi,

ma denominare la stessa cosa. Per esempio: il vincitore di Jena - il

vinto di Waterloo; il triangolo equilatero - il triangolo equiangolo. Il

significato espresso in queste coppie è evidentemente diverso, benché

si intenda sempre lo stesso oggetto.» (Husserl 2015/1900-1901: pp.

238-239).

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RICERCHE LOGICHE (1900-1901)

Pagina 31

• Distinzione tra contenuto (significato) e oggetto

dell’atto

• Inessenzialità dell’oggetto in riferimento all’intenzionalità

dell’atto

• Trasposizione linguistica: inessenzialità del riferimento

rispetto alla significatività dell’espressione

• Intenzionalità, come puro riferirsi, radicata nel

contenuto, nell’essenza intenzionale dell’atto

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IDEE PER UNA FENOMENOLOGIA PURA E

PER UNA FILOSOFIA FENOMENOLOGICA

(1913)

Pagina 32

• Introduzione dell’ambiguo concetto di noema

• Noema come senso (Sinn), significato (Bedeutung)

• Entità ideale, oggettiva, pubblica, medium del riferimento

a una oggettualità (interpretazione analitica)

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CONCLUSIONI (2)

Pagina 33

• Il significato (Bedeutung), o senso (Sinn), è ciò che

garantisce all’atto il riferimento a una oggettualità,

colta sempre secondo una data prospettiva

• Va tenuto distinto dall’oggetto intenzionato

(Gegenstand), sua eventuale traduzione intuitiva, ma di

per sé inessenziale al riferimento

• Non è legato al possesso di un linguaggio verbale: è

proprio di tutti gli Erlebnisse intenzionali, anche degli

atti percettivi o emotivi. Si insiste solo sulla sua idealità

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ANIMALI NON UMANI (1)

Pagina 34

«Al cospetto di quella umana, non solo la vita psichica degli animali

inferiori e privi dell’uno o dell’altro senso, ma anche quella delle specie

animali più sviluppate appare straordinariamente semplice e limitata.

Ciò accade sia per il fatto che gli animali possiedono le stesse facoltà

dell’uomo, ma in grado assai minore, sia perché determinate classi di

fenomeni psichici negli animali semplicemente non ci sono.» (Brentano

1989/1874: p. 117).

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ANIMALI NON UMANI (2)

Pagina 35

«Possiamo definire un io «desto» come quello che, nell'ambito del suo

flusso di vissuti, attua costantemente la coscienza nella forma specifica

del cogito; il che, naturalmente, non significa che esso esprima, o

possa esprimere, costantemente questi vissuti in forma predicativa.

Infatti ci sono anche dei soggetti egologici animali.» (Husserl

2002/1913: p. 84).

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RIFERIMENTI TESTUALI

Pagina 36

Brentano, F.C. (1989), Psicologia dal punto di vista empirico (vol. I),

trad. it. G. Gurisatti, Trento, Luigi Reverdito Editore (ed. or. 1874)

Brentano, F.C. (1997), La psicologia dal punto di vista empirico (vol. II),

trad. it. R. Latanza Dappiano, Roma-Bari, Editori Laterza (ed. or. 1911)

Husserl, E. (2015), Ricerche logiche, trad. it. G. Piana, Milano, Il

Saggiatore (ed. or. 1900-1901)

Husserl, E. (2002), Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia

fenomenologica (vol. I), trad. it. V. Costa, Torino, Einaudi Editori (ed.

or. 1913)