le “predizioni rischiose” di Darwin · 2019-02-08 · ... che anche noi siamo esseri viventi...

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EVOLUZIONE UOMO: le “predizioni rischiose” di Darwin «Luce si farà sull'origine dell'uomo e la sua storia»: questa la sola riga che Charles Darwin dedicò all’evoluzione umana a pagina 488 dell'Origine delle specie nel 1859. Malgrado fosse soltanto una breve frase, apparentemente incidentale e innocua, essa ha rappresentato quella che si dice una «predizione rischiosa»: a proposito del rapporto di parentela e di discendenza della nostra specie con le scimmie.

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EVOLUZIONE UOMO:le “predizioni rischiose” di Darwin

«Luce si farà sull'origine dell'uomo e la sua storia»: questa la solariga che Charles Darwin dedicò all’evoluzione umana a pagina 488dell'Origine delle specie nel 1859. Malgrado fosse soltanto unabreve frase, apparentemente incidentale e innocua, essa harappresentato quella che si dice una «predizione rischiosa»: aproposito del rapporto di parentela e di discendenza della nostraspecie con le scimmie.

Fu Charles Darwin, nel 1871, ad affermare per primo, nel suo libro "Thedescent of Man" (L'origine dell'uomo), che anche noi siamo esseri viventicome tutti gli altri, e che quindi siamo soggetti alle stesse leggi chegovernano i fenomeni naturali. L'uomo, pertanto, deve aver avuto degliantenati i quali, a loro volta, dovevano possedere delle caratteristichesimili a quelle degli animali cui egli oggi assomiglia di più, cioè le scimmie.Di qui il falso convincimento che Darwin avesse detto che l'uomodiscende dalle scimmie.

È FALSO dire che l’uomo discende dalle scimmie

L’uomo e le scimmie antropomorfe hanno notevoli somiglianze;infatti dal punto di vista genetico sono molto simili: più del 99% delDNA dello scimpanzé è uguale a quello dell’uomo.Gli antropologi hanno quindi pensato ad un antenato comune,attraverso lo studio dei fossili è stato possibile ripercorrere la storiaevolutiva dell’uomo e risalire al più antico antenato comune.Tutti i primati hanno un’incisione a Y sui molari, attraverso lo studiodi fossili di denti è stato possibile risalire al più antico primateconosciuto: il Purgatorius. Questo piccolo animale, vissuto circa 70milioni di anni fa, era simile da uno scoiattolo con una coda lunga,viveva sugli alberi e si cibava di insetti. Da questo primo primate sioriginarono le antiche proscimmie.

PURGATORIUS: il più antico primate

Nell’era terziaria 40 milioni di anni fa , dalle proscimmiecominciarono ad evolversi scimmie con caratteri piùmoderni,definite perciò antropoide, cioè di aspetto simileall’uomo.Questi diedero origine in fasi successive, ai rami evolutivi cheportarono alle scimmie attuali e agli ominoidei.

EVOLUZIONE PRIMATI

Circa 15 milioni di anni fa cominciò a formarsi l’enorme frattura della crostaterrestre che darà origine alla Great Rift Valley.La formazione di questa fossa tettonica determinò cambiamenti nel clima chediventò più arido;la foresta che prima ricopriva tutta la parte equatoriale, lasciò ilposto nella parte orientale alla savana.Gli ominoidei adattati alla vita arboricola rimasero nella foresta e da essi si sonoevolute le attuali scimmie antropomorfe (gorilla e scimpanzé);gli ominidi si adattarono alla vita della savana, sviluppando i caratteri checaratterizzeranno l’evoluzione degli antenati dell’uomo.

SCIMMIA SCIMMIA UOMO

ATTUALE ANTROPOMORFA

EVOLUZIONE CERVELLO NEI PRIMATI

Procedendo lungo la scala evolutiva dei Primati si può notare come il cervellosi sia progressivamente ingrandito e come sia notevolmente aumentata lasuperficie della corteccia celebrale, ripiegata in solchi e circonvoluzioni.Questo ampliamento, cui corrisponde un aumento dei neuroni, ha permessodi ricevere un maggior numero di informazioni dall’ambiente e di elaborarlein modo sempre più approfondito.

EVOLUZIONE OMINIDI

L’evoluzione degli ominidi è basata su numerosi fattori che si sono influenzati

reciprocamente, contribuendo tutti , in definitiva allo sviluppo del cervello,

vediamoli in sintesi:

andatura bipede lo scheletro si è progressivamente modificato fino alla

conquista della stazione eretta

diversificazione degli arti l’arto inferiore si è modificato per sostenere il

peso del corpo e, contemporaneamente, l’arto superiore, rimasto libero, è

stato utilizzato per manipolare oggetti. La mano dell’uomo e delle scimmie

antropomorfe presenta il pollice opponibile, che consente la presa degli

oggetti. Il pollice dell’uomo è più lungo di quello del gorilla e ciò consente una

maggiore mobilità (l’uomo sa prendere oggetti grandi e pesanti, ma anche

oggetti piccoli utilizzando pollice e indice)

sviluppo delle capacità visive : la necessità di

coordinare sempre meglio i movimenti delle mani ha

portato allo sviluppo delle capacità visive e

parallelamente si sono sviluppati centri visivi del

cervello che coordinano gli occhi.

riduzione progressiva della mandibola e dei

muscoli masticatori e modificazione della dentatura .

dovuta al passaggio da un’alimentazione

esclusivamente erbivora a quella onnivora

aumento volume scatola cranica: dovuto alla riduzione delle proporzioni facciali

e al contemporaneo aumento della massa celebrale

sviluppo delle capacità celebrali : è l’effetto della combinazione di tutti i fattori

visti precedentemente

ALBERO GENEALOGICO HOMO SAPIENS

AUSTRALOPITECHI

Gli australopitechi (Australopithecus = scimmia australe) sono vissuti fra 3,7 e

1,2 milioni di anni fa in varie zone dell’Africa orientale e meridionale sono

chiamati così perché i primi ritrovamenti di fossili vennero effettuati nell’Africa

Australe.

Gli australopitechi presentano i seguenti caratteri:

adattamento dello scheletro all’andatura bipede

capacità cranica piccola (400 – 550 cm3)

accentuato prognatismo (mascella in avanti)

dentatura primitiva con adattamenti a un’alimentazione quasi esclusivamente

erbivora

Il 30 novembre 1974, ad Afar, in Etiopia,

Yves Coppens, Donald Johanson, Maurice

Taïeb e Tom Gray rinvennero i resti di un

esemplare di femmina adulta, che venne

chiamata Lucy, dell'età apparente di 25

anni, vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa.

Zone dell’Africa Australe dove sono stati ritrovati resti fossili di Australopitechi

IL GENERE HOMO

Mentre in Africa orientale e meridionale vivevano ancora gli Australopitechi,

cominciarono a diffondersi nelle stesse zone , ominidi più evoluti e più intelligenti,

e per questo avvantaggiati dalla lotta per la sopravvivenza nello stesso ambiente:

in essi i paleontologi hanno riconosciuto i caratteri che sicuramente appartengono

al genere umano, classificandoli con il termine Homo.

Non è ancora chiaro se il primo di essi , Homo habilis, si sia evoluto dagli

Australopitechi: secondo Johanson, lo scopritore di Lucy, Homo habilis è un

discendente di Australopithecus afarensis, mentre Leakey sostiene che i due rami

evolutivi sono separati e paralleli.

Homo habilis

L’Homo habilis si è diffuso , a partire da 2,2 milioni di anni fa, per un periodo di 600-

700 mila anni. I caratteri nuovi che lo contraddistinguono sono:

la capacità cranica aumenta sensibilmente (600-800cm 3)

si riducono le arcate sopracciliari e la sporgenza della mandibola

a dentatura è tipica di un onnivoro

L’elemento nuovo , e molto importante, che accomuna i fossili di habilis, è il

ritrovamento , negli stessi strati di sedimenti , di ciottoli lavorati, ciò vuol dire che:

questi individui erano capaci di fabbricare i primi semplici strumenti in pietra,

(chiamati chopper) da cui l’appellativo Homo habilis.

Homo erectus

Intorno a 1,6 milioni di anni a cominciò a diffondersi in Africa,e poi in Asia e in

Europa, una nuova specie Homo erectus caratterizzata da:

capacità cranica aumentata (900cm3) con sviluppo nel cervello dell’area che

presiede al linguaggio

più alto e più robusto di Homo habilis

cominciò ad utilizzare il fuoco. L’uso controllato del fuoco è stato uno dei fattori

determinanti della successiva evoluzione dell’uomo (cuocere il cibo e costruire

utensili appuntiti)

Da Homo erectus a homo sapiens

Fin da 400.000 anni fa cominciarono a comparire, in Africa e in Europa, individui

che per le loro nuove caratteristiche vennero definiti Homo sapiens arcaici:

capacità cranica superiore a 1100m3

fronte più ampia

cranio più arrotondato

mento accentuato

riduzione della sporgenza della mandibola

L’evoluzione di questi Homo sapiens arcaici portò

in Europa all’uomo di Neandertal, in Africa all’Homo sapiens.

Homo sapiens arcaico

Uomo di Neandertal

L’uomo di Neandertal ha dominato l’Europa tra 100.000 e 35.000 anni fa. In

questo periodo (in piena glaciazione) l’Europa del Nord era coperta dai ghiacci.

I Neandertaliani :

erano alti 1,55 – 1,65 m

avevano cranio largo e sporgente nella parte posteriore con volume cerebrale

superiore al nostro (1500 cm3)

avevano arcate dentarie sporgenti in avanti, si pensa usassero i denti anche

come strumento di lavoro (tagliare e lavorare le pellicce)

sapevano lavorare le pelli

erano abili cacciatori

seppellivano i morti ciò ha permesso di ritrovare resti perfettamente conservati

Intorno a 35.000 anni fa l’uomo di Neandertal scomparve

Homo sapiens moderno

Intorno a 130.000 anni fa in Africa iniziarono a comparire individui con

caratteristiche più moderne rispetto all’Homo sapiens arcaico:

sviluppo della corteccia celebrale (cervello 1350 cm3)

testa tondeggiante

mascelle meno robuste

arcate sopracciliari poco sporgenti

Dall’Africa l’homo sapiens si diffuse in tutto il mondo