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Istituzioni di Economia Politica - 86040 (c) Prof. AnnaMaria Variato 2014 1 a.a. 2013-2014 Le forme di mercato Il mercato del lavoro Lezioni 27-28 1. Le forme di mercato ed il loro rapporto con la macroeconomia 2. La scelta della concorrenza imperfetta 3. La rappresentazione del mercato del lavoro attraverso i dati statistici 4. La determinazione del salario e l’offerta di lavoro 5. La determinazione dei prezzi e la domanda di lavoro 6. L’equilibrio del mercato del lavoro 7. Statica comparata nel mercato del lavoro Benché i modelli macroeconomici non possano essere strettamente microfondati, non è possibile prescindere da quanto accade nei singoli mercati La struttura di mercato è un fattore determinante nella caratterizzazione degli aspetti microeconomici Per lungo tempo la struttura di mercato di riferimento è stata la concorrenza perfetta, ma la visione attualmente ritenuta più plausibile è quella che vede un prevalere della concorrenza imperfetta (o monopolistica) sulle altre possibili strutture teoriche di mercato.

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(c) Prof. AnnaMaria Variato 2014 1

a.a. 2013-2014

Le forme di mercatoIl mercato del lavoro

Lezioni 27-28

1. Le forme di mercato ed il loro rapporto con la macroeconomia

2. La scelta della concorrenza imperfetta3. La rappresentazione del mercato del lavoro

attraverso i dati statistici4. La determinazione del salario e l’offerta di

lavoro5. La determinazione dei prezzi e la domanda

di lavoro6. L’equilibrio del mercato del lavoro7. Statica comparata nel mercato del lavoro

Benché i modelli macroeconomici non possano essere strettamente microfondati, non è possibile prescindere da quanto accade nei singoli mercati

La struttura di mercato è un fattore determinante nella caratterizzazione degli aspetti microeconomici

Per lungo tempo la struttura di mercato di riferimento è stata la concorrenza perfetta, ma la visione attualmente ritenuta più plausibile è quella che vede un prevalere della concorrenza imperfetta (o monopolistica) sulle altre possibili strutture teoriche di mercato.

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Concorrenza perfetta

Price-takerProdotto omogeneoImpresa rappresentativaNo barriere all’entrataNo esternalitàNo costi di transazione

Assenza di potere di mercato

•Concorrenza imperfetta•Concorrenza monopolistica•Oligopolio•Monopolio

Una o più delle caratteristichedella concorrenza perfettavengono violate

Potere di mercato

La realtà macroeconomica è caratterizzata dalla coesistenza delle varie forme di mercato

La teoria macroeconomica, per giungere alla formulazione di modelli trattabili, in particolaredi modelli nei quali l’aggregazione sia possibile,deve operare una semplificazione

In altri termini, la semplificazione in merito allestrutture di mercato è “il prezzo” da pagare per mantenere esplicito il legame fra micro e macro

2. Perché preferire la concorrenza imperfetta:

1. Il legame fra costi e prezzi viene reso esplicito (quindi sono le imprese ad aggiustare i prezzi)

2. È possibile studiare l’impatto su occupazione e produzione determinato da variazioni della domanda aggregata, evidenziando gli aspetti problematici connessi alla presenza di comportamenti atomistici ed alla necessità di coordinazione di tali comportamenti

3. Diviene evidente che esiste un divario fra costi-benefici individuali e costi-benefici collettivi, quindi si evidenzia che il rapporto fra micro e macroeconomia implica esternalità (dunque si giustifica la complementarietà fra le due discipline)

4. L’adozione di questa ipotesi consente di studiare modelli con implicazioni alternative a quelle neoclassiche e dunque costituisce uno degli elementi per costruire un paradigma non neoclassico

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Spesso troviamo sulla stampa queste notizie.Ci siamo mai chiesti come vengono prodotti questi numeri, perché si arriva a certe conclusioni?

3. Statistica e mondo del lavoro

Fonte: ISTAT Scuola Secondaria di secondo grado; Argomento: Lavoro - Fonti (30.09.13); Pacchetto: S2.B.1

Il Sistema statistico nazionale (Sistan) segue idealmente il percorso lavorativo di un individuo:

Entrata nel mondo del lavoro

Caratteristichedel lavoro

Eventidel lavoro

Uscita dal mondodel lavoro

3. Statistica e mondo del lavoro

Fonte: ISTAT Scuola Secondaria di secondo grado; Argomento: Lavoro - Fonti (30.09.13); Pacchetto: S2.B.1

Le statistiche sul mondo del lavoro

• Forze di lavoro (occupati, disoccupati, etc.);• ammortizzatori sociali (CIG, etc.);• avviamenti e cessazioni;• retribuzioni contrattuali/di fatto;• occupazione nelle grandi imprese;• inserimento professionale dei laureati;• posti vacanti nelle imprese;• ore lavorate;• fabbisogni professionali e formativi delle imprese;• lavoro irregolare;• conflitti di lavoro;• infortuni e malattie professionali;• etc.

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L’indagine sulle forze di lavoro

La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro è la principale fonte statistica sul mondo del lavoro.Dal 1959 fornisce le stime ufficiali a livello aggregato degli occupati e delle persone in cerca di lavoro.Le definizioni dei principali aggregati corrispondono a quelle adottate in sede Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione europea).

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L’Unione europea ha fissato delle regole stringenti per l’esecuzione dell’indagine sulle forze di lavoro

L’indagine sulle forze di lavoro

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A seguito dell’emanazione dei regolamenti comunitari, nel 2004 l’indagine sulle forze di lavoro ha subito una profonda riorganizzazione della rilevazione, ad esempio:

1) passaggio da 4 rilevazioni trimestrali ad una indagine continua;

2) disegno di campionamento;3) operazioni sul campo;4) operazioni di acquisizione, elaborazione e rilascio dei dati.

Cosa misuriamo?

L’indagine sulle forze di lavoro ci dice quanti residenti in Italia lavorano e dove.Posso sapere quanti posti di lavoro ci sono in Italia?

Altre informazioni sul mondo del lavoro

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Le indagini sulle imprese

• L’archivio statistico sulle imprese attive (ASIA) raccoglie informazioni dalle imprese.

• Nasce dal linkage di archivi amministrativi (CCIAA, INPS, ecc.)

• Viene aggiornato annualmente con informazioni su addetti, unità locali e attività economica, su un campione di imprese.

Altre informazioni sul mondo del lavoro

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Altre informazioni sul mondo del lavoro

L’Istat non è l’unico produttore di informazione statistica

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L’Istat non è l’unico produttore di informazione statistica

Altre informazioni sul mondo del lavoro

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Il sito dell’Eurostat consente delle comparazioni internazionali

Altre informazioni sul mondo del lavoro

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Un linguaggio comune

Le definizioni

Nel corso degli anni si è sviluppato a livello nazionale e internazionale l'uso di glossari e classificazioni comuni, al fine di agevolare la comparabilità delle informazioni statistiche prodotte da organismi diversi e in diverse aree tematiche.

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Le definizioni

Un linguaggio comune

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Chi è occupato?La persona di 15 anni e più che dichiara:- di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa (occupato dichiarato);- di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa).

Chi è in cerca di occupazione?

La persona di 15 anni e più che dichiara:- una condizione professionale diversa da quella di occupato;- di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento;- di essere alla ricerca di un lavoro;- di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento;- di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto.

Un linguaggio comune

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Un linguaggio comune

Chi è occupato?

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Un linguaggio comune

Chi è in cerca di occupazione?

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Le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinga, studente, ritirato dal lavoro) e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di averlo cercato ma non con le modalità già definite per le persone in cerca di occupazione. Le non forze di lavoro comprendono, inoltre, gli inabili e i militari di leva o in servizio civile sostitutivo e la popolazione in età fino a 15 anni.

Un linguaggio comune

Non forze di lavoro

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1) Classificazione delle professioni

2) Classificazione delle attività economiche (ATECO)

3) Classificazione del titolo di studio

4) Codici dei comuni, delle province e delle regioni

5) Classificazione degli stati esteri

6) Nomenclature of Territorial Units for Statistics - NUTS

Nel questionario sulle forze di lavoro si utilizzano:

Un linguaggio comune

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A partire dal 2011 l'Istat ha adottato la nuova classificazione delle professioni CP2011, frutto di un lavoro di aggiornamento della precedente versione (CP2001) e di adattamento alle novità introdotte dalla International Standard Classification of Occupations - Isco08.

Classificazione delle professioni

A partire dal 1° gennaio 2008 l'Istat ha adottato la nuova classificazione Ateco 2007, che costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, Nace Rev.2, pubblicata sull'Official Journal il 20 dicembre 2006 (Reg. (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006).La migrazione delle statistiche economiche alla nuova classificazione avviene secondo un calendario specifico per le singole indagini statistiche ed unico per i paesi dell'Ue.

Classificazione delle attività economiche

Un linguaggio comune

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Gli indicatori

Popolazione civile Residenti senza appartenenti esercito

Forze di Lavoro Occupati + In cerca di occupazione

Popolazione di riferimento > 15 anni Attivi + Inattivi

Tasso di attività Attivi/Popolazione di riferimento

Tasso di occupazione Occupati/Popolazione di riferimento

Tasso di disoccupazione In cerca di occupazione/Forze di lavoro

Tasso di inattività Inattivi/Popolazione di riferimento

Al fine di effettuare comparazioni tra fenomeni nel tempo, nello spazio o in situazioni diverse, si utilizzano degli indicatori o rapporti statistici.

Un linguaggio comune

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Popolazione civile residente (2008: 59,336 - 2013: 59,685)Popolazione di riferimento(>15 anni) (2008: 39,151 - 2013: 39,547)

Inattivi: (2008: 14,486 - 2013: 14,435 )Non appartenenti alle forze lavoro:studenti, casalinghe, lavoratori scoraggiati(2008: 34,239 - 2013: 34,022 )

Forze di lavoro(2008: 25,097 2013: 25,663)

Occupati(2008: 23,405 2013: 22,408)

In cerca occupazione(2008: 1,692 2013: 3,113)

Dati riferiti all’Italia: anni 2008 e 2013, dati in milioni di individui fonte ISTAT

(58,7%) (55,6%)

(6,7%) (12,2%)

(37% - 36,5%)

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Misurazione della disoccupazione

Per giungere al calcolo della disoccupazione si deve procedere a misure statistiche che possono portare a una stima distorta del tasso effettivo di disoccupazione:

I lavoratori part-time rientrano tra gli occupati (-) Individui che in realtà non vorrebbero lavorare (o hanno occupa-

zione irregolare) si dichiarano disoccupati solo per percepire sussidi di disoccupazione (+)

Effetto lavoratori scoraggiati (-) Effetto lavoratori incoraggiati (+)

I flussi rilevanti nella dinamica del mercato del lavoro sono:

1) Flussi in entrata e uscita dall’occupazione

2) Flussi in entrata e uscitadalla disoccupazione in relazione al numero totaledei disoccupati

3) Flussi in entrata euscita dalla forza lavoro

Occupazione

DisoccupazioneFuori dalla

forza lavoro

Legame tra occupazione e disoccupazione

Se l’occupazione aumenta, diminuisce la disoccupazione?

La risposta al quesito sembrerebbe a prima vista necessariamenteaffermativa, tuttavia occorre riflettere sul fatto che:

la dinamica del tasso di disoccupazione è determinato da capacità di creazione di nuovi posti di lavoro dinamica della forza lavoro

Se la forza lavoro cresce ad una velocità superiore a quella della creazione di nuovi posti di lavoro, il tasso di disoccupazioneaumenta

Dipende da fattoristrutturali e dal livellodella domanda aggregata

Dipende da fattoridemografici e sociali(natalità, immigrazione,tasso di partecipazione)

Il concetto di piena occupazione

La piena occupazione non implica un tasso di disoccupazione nullo

La piena occupazione si associa infatti alla presenzadi forme di disoccupazione di fatto ineliminabili dalsistema economico (anche se mutevoli nel tempo):

Disoccupazione strutturale

Disoccupazione frizionale

Fattori istituzionali:possono ulteriormente influenzarel’entità del tasso di disoccupazione

Es. : Obsolescenza delle abilitàdel lavoratore per effettodel progresso tecnologico

Es.: momentanea difficoltàa trovare un nuovo postodi lavoro (tempi per colloqui)

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Le informazioni sui livelli tuttavia non sono sufficienti a

caratterizzare efficacemente l’andamento del mercato.

A questo scopo occorrono informazioni sui dati di flusso

e sulle eventuali eterogeneità fra diverse tipologie di

lavoratori

(Vedi dati statistici)

Il salario di riserva

Il salario di riserva è il livello di salario che rende i lavoratori indifferenti tra lavorare e non lavorare.

Generalmente, i lavoratori ricevono un salariosuperiore al proprio salario di riserva.

4. La determinazione dei salari (offerta di lavoro)

Meccanismi di fissazione del salario: contrattazione collettivacontrattazione bilaterale

Livello del salario contrattato: superiore al salario di riservafunzione delle condizioni del mercatodel lavoro

Spiegazionedi forza contrattualedei lavoratori

Il salario è inversamentecorrelato al tasso di disoccupazione

Spiegazione da“efficiency wages”

Il salario dipende dai tempidi apprendimentoe dal costo associato allaeventuale negligenza sul lavoro

Contrattazione

Il potere contrattuale di un lavoratore dipende da due fattori:

– quanto costoso sarebbe sostituire il lavoratorenel caso di interruzione del rapporto lavorativo

– quanto difficile sarebbe per il lavoratore trovare un altro lavoro

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Due implicazioni:

Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalle condizioni del mercato.

Il potere contrattuale di un lavoratore dipende dalla natura del lavoro e dalle competenze richieste.

Salario nominaleaggregato Livello atteso

dei prezzi

Tasso didisoccupazione

Altre variabiliche influenzano i salari

Perché i lavoratorisono interessati alsalario reale, ma almomento della con-trattazione il livellodei prezzi non è an-cora noto

Elevata disoccu-pazione erode ilpotere contrat-tuale dei lavora-tori

Vedi indennitàdi disoccupazionee cambiamenti strutturali (demografia…)

5. La determinazione dei prezzi (domanda di lavoro)

I prezzi dipendono dai costi che a loro volta dipendono dalla funzione di produzione, ovvero dalla relazione che lega gli input impiegati al livello dell’output

In questo contesto utilizzeremo una funzione di produzione semplificata (valida soprattutto per considerazioni di breveperiodo)

Y = AN con A=1 da cui: Y=N

ossia: P = W

Quando i mercati sono perfettamente concorrenziali:

1

PW

NY

Quando i mercati sono imperfettamente concorrenziali vale la regola del mark-up:

P = (1 + )W

Il costo marginale del lavoro è funzione del salario nominale

Per la massimizzazione del profitto:

PW

1

1

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Il tasso naturale di disoccupazione

Equazione dei salari (WS)

Ipotesi: Pe=P

Equazione dei salari W=PF(u,z)

L’equazione dei salari evidenzia una relazione negativa tra il livello del salario reale e il tasso di disoccupazione.

La determinazione dell’equilibrio sul mercato del lavoro si ottiene ponendo a sistema l’equazione dei salari e l’equazione dei prezzi:

),( zuFPW

)1(

1

PW

N.B. Per l’equilibrio il salario reale derivante dalla determinazione dei salari deve essere uguale a quello derivante dalla determinazione deiprezzi

u

W/P

PS)1(1

WS

un

Equazioneprezzi

Equazionesalari

Rappresentazione grafica dell’equilibriodel mercato del lavoro(sistema di riferimento: tasso di disoccupazionesalario reale)

u

W/P

PS)1(1

WS

un

WS’

u’n

Effetto di un aumento del sussidio di disoccupazione

A parità di altre condizioni i lavoratori hanno un salario diriserva più elevato e quindicontrattano per un salario piùelevato

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u

W/P

PS)1(1

WS

un

PS’)'1(1

Effetti di una riduzione del mark-up

La diminuzione del poterecontrattuale delle imprese riduce la disoccupazione

u’n

Una volta che sia determinato il tasso di disoccupazione naturale è possibile determinare il livello di produzione ad esso compatibile (o reddito naturale):

LN

LNL

LUu n

n

1

da cui: N = L(1 - un)

Data la funzione di produzione utilizzata: Y = N

Yn = L(1 - un)

Quindi:

11,1 z

LYF n

Il livello di produzione implicitodalla condizione di equilibrionaturale dipende da condizioni dicontrattazione dei salari e deiprezzi

Che fine hanno fatto tutte le determinanti del reddito studiate finoad ora? Quale ruolo gioca a questo punto la domanda aggregata?

LYu n

n 1

L’equilibrio del mercato del lavoro proposto ora è simile a quelloche si otterrebbe confrontando curve di domanda e di offerta dilavoro nozionali (riferite a schema salario/domanda e offerta)?

Nella misura in cui l’equazionedei salari venga espressa in funzionedel livello di occupazione piuttostoche del tasso di disoccupazione essasarebbe molto simile alla curva diofferta di lavoro nozionale;analogamente l’equazione dei prezzicorrisponderebbe ad una equazione di domanda di lavoro nell’ipotesi direndimenti costanti del lavoro inveceche decrescenti come d’uso

L’equazione del salario(offerta di lavoro) non derivada considerazioni meramentemicroeconomiche, bensì dalprocesso di contrattazione;allo stesso modo la domandadi lavoro standard non tieneconto del grado di concorrenzaprevalente nel mercato che invece influenza l’equazionedei prezzi

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Alcune importanti lezioni derivanti da Keynes

1. A proposito del rapporto fra micro e macroeconomia

Le conclusioni classiche sono intese […] come applicabili all’interomercato del lavoro e non significano semplicemente che un singolo individuo possa trovare un’occupazione accettando untaglio dei salari che il suo collega rifiuta. […] Secondo gli studiosidella scuola Classica la contrattazione fra imprenditori e lavoratori determina il salario reale; […] in altri termini essi sono convintiche i prezzi dipendano dalla quantità di moneta

Teoria Generale p.11

2. Sulla determinazione del salario reale

Se il livello generale dei prezzi è determinato dal funzionamento del sistema e non solo dall’operaredella teoria quantitativa della moneta

Anche il salario reale (dato dal rapporto fra salarionominale e livello generale dei prezzi) è una variabileche viene influenzata dalle condizioni del sistema enon solo da ciò che avviene nel mercato del lavoro.

3. Sull’oggetto della contrattazione dei lavoratori

I lavoratori stipulano (entro limiti) salari monetari enon salari reali. “Entro limiti” significa che la validità dell’assunto di salari monetari dati è analiticamente estoricamente determinato.

Il fatto che i salari siano dati non significa che sianorigidi

4. Sulla flessibilità del salario

Nell’esperienza reale l’unità di salario non cambia in modocontinuo in termini di moneta in risposta ad ogni piccolocambiamento della domanda, ma in modo discontinuo.Questi punti di discontinuità sono determinati dalla psicologia dei lavoratori e dalle politiche degli imprenditorie dei sindacati