Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle...

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Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento elettromeccanico delle macchine al variare di alcune grandezze di influenza. In particolare, mediante queste equazioni è possibile studiarne l’avviamento, la fermata ed il modo con cui la macchina si porta da un punto di lavoro all’altro. Se si desidera controllare (comandare) la dinamica, i modelli qui presentati vengono inseriti in opportuni sistemi di controllo (Azionamenti Elettrici=Macchine+Convertitore+Controllo). Diversi sono gli approcci possibili: • Risoluzione delle equazioni differenziali nel dominio del tempo, Approccio Input/Output mediante lo studio delle Funzioni di Trasferimento, • Modellizzazione con le Equazioni di Stato.

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Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Le Equazioni per lo Studio della Dinamica

Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento elettromeccanico delle macchine al variare di alcune grandezze di influenza. In particolare, mediante queste equazioni è possibile studiarnel’avviamento, la fermata ed il modo con cui la macchina si porta da un punto di lavoro all’altro.

Se si desidera controllare (comandare) la dinamica, i modelli qui presentati vengono inseriti in opportuni sistemi di controllo (Azionamenti Elettrici=Macchine+Convertitore+Controllo).

Diversi sono gli approcci possibili:

• Risoluzione delle equazioni differenziali nel dominio del tempo,

• Approccio Input/Output mediante lo studio delle Funzioni di Trasferimento,

• Modellizzazione con le Equazioni di Stato.

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• La risoluzione delle equazioni di tempo è il primo metodo impiegato per la previsione della dinamica. E’ stato abbandonato perché troppo complicato e non si presta all’impiego nei controlli automatizzati.

• La Funzione di Trasferimento viene definita attraverso la trasformata della risposta impulsiva o dal rapporto tra le trasformate dell’uscita e dell’ingresso considerati. Bisogna selezionare una determinata uscita in ragione di un ingresso, quando le altre grandezze restano costanti. L’ipotesi di linearità è alla base del metodo.

• Si ricorda che la forma canonica delle equazioni di stato è:

Le equazioni di stato si determinano facilmente tenendo conto delle variabili soggette a derivazione, in condizioni quindi di descrivere lo stato della macchina. Sono state sviluppate per tenere conto di più ingressi e più uscite, simultaneamente.

(Teoria=>Controlli; Applicazioni=Azionamenti Elettrici

UDXCY

UBXAX

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Soluzione della Dinamica nel Dominio del Tempo

Consideriamo un circuito con resistenza e coeff. di autoinduzione:

La tensione di alimentazione v(t) è sinusoidale (f=50 Hz).Si chiude l’interruttore all’istante t=t0 che definisce l’inizio del transitorio che vogliamo determinare;

con

La corrente i(t) che percorre il circuito è definita dalla equazione

~LR

t0

i(t)v(t)

)t(sinV)t(v m 0t

)t(sinVRidt

diL m

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L’omogenea associata a questa equazione differenziale è data da

ed ha come soluzione

L’integrale generale è quindi dato da i(t)=i0(t)+ip dove ip è un

integrale particolare la cui forma è del tipo

dove A e B sono delle costanti. Orae la derivata di ip vale

sostituendo:

0Ridt

diL

t0 eC)t(i

R

L

)t(Bsin)tcos(Aip

)t(sinVRidt

diL mp

p

)tcos(B)t(sinAdt

dip

)t(sinV))t(Bsin)tcos(A(R))tcos(B)t(sinA(L m

)t(sinV)tcos()RABL()t(sin)ALBR( m

0CeL

Re)

1(C0i

L

R

dt

di 11

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eguagliando i coefficienti dei termini simili si ottengono le due equazioni che permettono di determinare i due coeff. incogniti.

mVALBR

0RABL R

BLA

;VLR

BLBR m

;V

R

LBBR m

22

m222 RV)LR(B 222

m

LR

RVB

222m

LR

RV

R

L

R

BLA

222m

LR

LVA

L’integrale particolare che soddisfa l’equazione diff. risulta quindi

)t(sinLR

RV)tcos(

LR

VLi

222m

222m

p

)t(sinLR

R)tcos(

LR

LVi

222222mp

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Semplificando

dove è stato posto

sapendo che

)t(sinq)tcos(pVi mp

222 LR

Lp

222 LR

Rq

)(sinrqsincosp

22 qpr

p

qtanarc

2222222

22222

LR

1

)LR(

RLqp

222

22

LR

1qpr

R

Ltanarc

R

Ltanarc

R

Ltanarc

L’integrale particolare cercato assume quindi la forma

Gli elementi R ed X=L sono i componenti dell’impedenza:

ed in modulo:

)t(sinLR

Vi

222

mp

LjRZ ZLR 222

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In definitiva possiamo scrivere

L’integrale generale dell’equazione, dato da risulta

La costante C si determina dalle condizioni iniziali. Per t=0 => i(0)=0. Si ha

La soluzione generale dell’equazione generale è quindi

)t(sinZ

Vi m

p

p0 i)t(i)t(i

)t(sinZ

VeC)t(i m

tL

R

0)(sinZ

VC m )(sin

Z

VC m

)t(sinZ

Ve)(sin

Z

V)t(i m

tL

Rm

tL

R

e)(sin)t(sinZ

V2)t(i

R

L tan;

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L’andamento della i nel tempo (a partire dall’istante t = 0 in cui si chiude l’interruttore M) è indicato nel grafico seguente, in cui si è posto:

Ip : valore massimo della corrente

Ir : valore di cresta della corrente a regime;

Ip

t

i

Ir

tL

R

e)(sinZ

V2 i(t)

corrente unidirezionale

La corrente a regime si determina per t=>

)t(sinZ

V)t(i m

r

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La corrente a regime è sfasata in ritardo rispetto alla tensione

dell’angolo R

Ltanarc

ed ha (com’è ovvio) un valore efficace

ed un valore di cresta Z

VI

Z

V2I r

Se la resistenza R è trascurabile nei confronti della reattanza X=L (R<<X), si ha che /2 e quindi la corrente di corto a regime, sfasata di 90° in ritardo rispetto alla tensione, è data da:

)t(cosZ

V2)t(i

Il valore di picco della corrente, Ip, dipende dall’angolo di fase della tensione applicata, =t0 e quindi dall’istante t0 in cui ha inizio la circolazione di corrente.

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Nel grafico seguente è riportato l’andamento della corrente per diversi valori dell’angolo – (arctan(-L/R) dipende dagli elementi circuitali e dalla pulsazione che possiamo ritenere costante dal momento che il sistema funzione a 50 Hz)

1

2

Ip / Ir

Ip

Ir

= 90°

= 60°

= 30°

= 0°

t0

icc(t)

Nelle ordinate del grafico precedente è anche riportato il rapporto fra valore di picco Ip della corrente e valore di cresta della corrente di corto a regime Ir .Il più alto valore di tale rapporto si ha per – =90°, cioè per = , dove si ha

Ip/Ir = 2.

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Equazioni Interne per la Dinamica di Motori in CCEquazioni Interne per la Dinamica di Motori in CC

dt

)t(diL)t(i)RR()t(v e

eeepe

/)t(iN)t( ee

)t()t(i"'K)t(n)t("K)t()t('K)t(e eeee

)t()t('Kdt

)t(diL)t(iR)t(v e

aaaaa

)t(i)t("K)t(i)t(i'K)t(T amaemm

dt

)t(dJ)t(F)t(T)t(T rm

Il modello non è lineare per la presenza di moltiplicazioni tra parametri dipendenti dal tempo, in particolare la f.e.m. indotta e la coppia generata.

Se voglio un sistema lineare, devo tenere fermo qualche parametro e modificare altri opportunamente.

Eccitazione Separata Eccitazione Separata

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Strategie per il ControlloStrategie per il Controllo

Se voglio un sistema lineare, devo tenere ferma la configurazione del sistema di eccitazione mentre variano le grandezze di armatura e viceversa.

Con riferimento alle equazioni non lineari

possiamo ottenere quattro configurazioni di controllo:

1) Eccitazione costante: si controlla la tensione di armatura;

2) Eccitazione costante: si controlla la corrente di armatura con tensione di armatura costante;

3) Variazione della sola tensione di eccitazione a tensione di armatura costante;

4) Variazione della corrente di eccitazione a tensione di armatura ed eccitazione costanti.

)t()t('K)t(e e )t(i)t(iK)t(T aemm

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Esempio: Funzioni di TrasferimentoEsempio: Funzioni di Trasferimento

Si vuole determinare la funzione di trasferimento per un motore ad eccitazione separata, in cui la variabile di ingresso è la tensione di armatura mentre quella di uscita è la velocità angolare. La coppia di carico è proporzionale alla velocità angolare, siamo in presenza di attriti (coeff. di attrito, F) e masse inerziali (momento di inerzia complessivo, J). L’eccitazione è mantenuta costante.Se il regime elettrico del circuito di eccitazione è mantenuto costante, il sistema di equazioni si particolarizza nel modo seguente:

)t(K)t('K)t(e ee

)t(iK)t(iIK)t(T aMaemm

eepe I)RR(V

/IN ee

)t(Kdt

)t(diL)t(iR)t(v e

aaaaa

dt

)t(dJ)t(F)t(T)t(T rm

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)t(iK)t(T aMm dt

)t(dJ)t(F)t(T)t(T rm

dt

)t(dJ)t(F)t(K)t(iK aM

Trasformando con Laplace )s(sJ)s()FK()s(IK aM

)s(V

)s()s(W

a

W(s) deve contenere solo termini riferiti alla macchina, non deve contenere termini “elettrici”. Si devono ricavare equazioni contenenti solo pulsazioni e tensioni di armatura. Dalla equazione meccanica:

La funzione di trasferimento si definisce come :

Si considera anche il II° principio di Kirchoff applicato alla maglia di armatura

)t(Kdt

)t(diL)t(iR)t(v e

aaaaa

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)s(K)s(I)sLR(V

)s(K)s(IsL)s(IR)s(V

eaaaa

eaaaaa

Trasformando con Laplace

Per determinare la Funzione di Trasferimento, è necessario che si trovi una equazione con le sole variabili di ingresso e di uscita. Considerando di nuovo la eq. della meccanica e mettendo in evidenza la corrente Ia(s):

Ma K/))s()sJ)FK((()s(I

La inserisco nella equazione elettrica della maglia di ingresso

)s(KK

)s()sJ)FK(()sLR()s(V e

Maaa

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)s(K

KK)sJ)FK)((sLR()s(V

M

eMaaa

Tenendo conto della definizione di F.d.T.:

eMaa

M

a KK)sJ)FK)((sLR(

K

)s(V

)s()s(W

Si sviluppa per portarsi alla forma canonica:

)KK)FK(R())FK(LJR(sJLs

K

)s(V

)s()s(W

eMaaaa2

M

a

Ora, per evidenziare la struttura di questa F.d.T, si possono fare alcune ipotesi semplificative: F basso, come dovrebbe essere e K basso (caratteristica della coppia resistente con bassa pendenza). Ciò implica

che RaJ>>La(K+F)

KMKe>>Ra(K+F)

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JL2

KJKL4JRJRp

a

eMa2

aa2,1

I poli si calcolano facilmente

Caso A

eMaa2

M

KKJsRJLs

K)s(W

Se è verificata la condizione La<<Ra2J/KMKe

e se ci si avvale della approssimazione valida per piccoli valori di X => (1-X)1/2 =1-X/2

i due poli del sistema possono essere espressi come:

JR

KKp

a

eM1

a

a2 L

Rp

Polo elettromeccanico

Polo elettrico

eM

am KK

JR

a

ae R

L

Normalmente m>e

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La F.d.T. può essere scritta come:

)s1)(s1(

1K

)LR

s))(JRKK

(s(

1

JL

K)s(W

em

a

a

a

eMa

M

E descritta con un diagramma di flusso

Una diminuzione della velocità dovuta, ad esempio, all’aumento del carico, porta, a parità di Va, ad un aumento della Ia perché è diminuita la f.e.m. indotta Ke(t), ed ad un aumento della coppia motrice che riequilibra il carico.

aa sLR

1

sJF

1

MK

eK

Va(s)

+

Ia(s) Tm(s) (s)

- Tr(s)

-+

E(s)

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Esempio: Funzioni di TrasferimentoEsempio: Funzioni di Trasferimento

Si vuole determinare la funzione di trasferimento per un motore ad eccitazione separata, in cui la variabile di ingresso è la tensione di armatura mentre quella di uscita è la coppia motrice. La coppia di carico è proporzionale alla velocità angolare, siamo in presenza di attriti (coeff. di attrito, F) e masse inerziali (momento di inerzia complessivo, J). L’eccitazione è mantenuta costante.

)t(iK)t(T aMm dt

)t(dJ)t(F)t(K)t(Tm

Trasformando con Laplace

)s(V

)s(T)s(W

a

mDalle equazioni della dinamica consideriamo le:

)t(Kdt

)t(diL)t(iR)t(v e

aaaaa

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)s(K)s(I)sLR(V

)s(K)s(IsL)s(IR)s(V

eaaaa

eaaaaa

Per la f.d.t. devo eliminare sia Ia(s) che (s).

)s()sJ)FK(()s(sJ)s()FK()s(Tm

)s(IK)s(T aMm

M

ma K

)s(T)s(I )sJ)FK((

)s(T)s( m

)sJ)FK((

)s(TK

K

)s(T)sLR(V m

em

maaa

)s(T))sJ)FK((

K

K

)sLR(()s(V m

e

m

aaa

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Tenendo conto della definizione di F.d.T. in forma canonica (rapporto di polinomi in s)

)KK)FK(R())FK(LJR(sJLs

)FK(KJsK

)s(V

)s(T)s(W

eMaaaa2

MM

a

m

emaa

m

a

m

KK)sJ)FK)((sLR(

)sJ)FK((K

)s(V

)s(T)s(W

aa sLR

1

sJF

1

MK

eK

Va(s)

+

Ia(s) Tm(s)

(s)

- Tr(s)

+

+

E(s)

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Regolazione della Tensione di EccitazioneRegolazione della Tensione di Eccitazione

Questo controllo è più facile da realizzare da punti di vista degli amplificatori di potenza. L’inconveniente sta nel mantenere costante la corrente di armatura.

dt

)t(diL)t(i)RR()t(v e

eeepe

dt

)t(dJ)t(F)t(T)t(T rm

)t(iKI)t(i'K)t(T emaemm

Applicando la trasformata di Laplace

)s(I)sL)RR(()s(V eeepe

)s(IKI)s(I'K)s(T emaemm

)s(sJ)s(F)s(T)s(T rm m

me K

)s(T)s(I

)s(K)s(Tr

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)sJ)FK)((sL)RR((

K

)s(V

)s()s(W

eep

m

e

)sL)RR((

K

)s(V

)s(T)s(W

aap

m

e

m

La prima f.d.t. è caratterizzata da due poli reali di cui uno elettrico e l’altro meccanico.

Tm Ve

Per quanto riguarda la caratteristica meccanica (Tm=f(n, Ve)), si osserva che:

Le caratteristiche coppia-velocità risultano parallele all’asse orizzontale.

eepe I)RR(V

)RR(

VI

ep

ee

)RR(

VKIKT

ep

ememm

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Esempio: Equazioni di StatoEsempio: Equazioni di Stato

Si vuole determinare le equazioni di stato per un motore ad eccitazione separata, controllato con la tensione di armatura, avente coppia di carico proporzionale alla velocità angolare, presenza di attriti (coeff. di attrito, F) e masse inerziali (momento di inerzia complessivo, J).

)t(K)t('K)t(e ee

)t(iK)t(iIK)t(T aMaemm

eepe I)RR(V /IN ee

)t(Kdt

)t(diL)t(iR)t(v e

aaaaa

dt

)t(dJ)t(F)t(T)t(T rm

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Il sistema è diventato lineare. Posso applicare le trasformate di Laplace alle equazioni che descrivono il modello di macchina considerato:

)s(IK)s(T aMm )s(K)s(IsL)s(IR)s(V eaaaaa

)s(sJ)s(F)s(T)s(T rm

Le equazioni di stato si determinano facilmente tenendo conto che le variabili soggette a derivazione, in condizioni quindi di descrivere lo stato della macchina, sono la ia(t) e la (t).

La variabile di ingresso è rappresentata dalla tensione di armatura va(t) mentre quella di uscita è la velocità angolare.

UDXCY

UBXAX

)s(K)s(Tr

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Si mettono in evidenza le variabili di stato derivate

)s(IK)s(T aMm

)s(K)s(IR)s(V)s(IsL eaaaaa

)s(F)s(IK)s(K)s(sJ aM

Si rendono le equazioni in forma canonica

E si passa dalle equazioni in forma normale alla forma matriciale.

)s(K)s(Tr Con

)s(VL

1)s(

L

K)s(I

L

R)s(sI a

aa

ea

a

aa

)s(J

FK)s(I

J

K)s(s a

M

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Le equazioni di stato si ricavano facilmente dalla prima e dalla terza equazione del dominio s di Laplace (pag.precedente).

)s(V

0

L

1

)s(

)s(I

J

FK

L

K

J

K

L

R

)s(

)s(Is aa

aa

e

M

a

a

a

)s(

)s(I10Y a

)t(v

0

L

1

)t(

)t(i

J

FK

L

K

J

K

L

R

)t(

)t(i

dt

daa

aa

e

M

a

a

a

)t(

)t(i10Y a

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I coeff. M12 ed M21 sono definiti come induttanze di mutua induzione e tengono conto dei flussi generati da un circuito elettrico che si concatenano con un altro circuito elettrico mutuamente accoppiato.

L’induttanza mutua è una quantità positiva se correnti positive nei due avvolgimenti producono flussi propri e mutui concordi, altrimenti è negativa.

Nell’ipotesi di simmetria del circuito magnetico M12=M21=M

Le fem indotte si calcolano di conseguenza.

dt

)t(diL

dt

)t(diM

dt

)t(d)t(e

dt

)t(diM

dt

)t(diL

dt

)t(d)t(e

22

122

211

1

1

Trasformatori: Equazioni di Stato Trasformatori: Equazioni di Stato

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La relazione tra correnti e flussi concatenati può essere così riassunta,

in forma sistemica ed in forma matriciale:

)t(iL)t(Mi)t(

)t(Mi)t(iL)t(

221

211

2

1

)t(i

)t(i

LM

ML

)t(

)t(

2

1

2

1

2

1

)t(i

)t(i

dt

d

LM

ML

)t(e

)t(e

2

1

2

1

2

1

In forma matriciale

Se si considera il II° Kirchoff applicato alle maglie di ingresso e di uscita, si ottiene:

dt

)t(diL

dt

)t(diM)t(iR)t(v

dt

)t(diM

dt

)t(diL)t(iR)t(v

22

1222

211111

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Si applicano le trasformate di Laplace al sistema:

)s(IsL)s(sMI)s(IR)s(V

)s(sMI)s(IsL)s(IR)s(V

221222

211111

Si consideri ora il vincolo esterno di carico ohmico/induttivo:

Ed inserendo la relazione di uscita nel sistema:

dt

)t(diL)t(iR)t(v 2

c2c2 Trasformando con Laplace:

)s(IsL)s(IR)s(V 2c2c2

)s(IsL)s(sMI)s(IR)s(IsL)s(IR

)s(sMI)s(IsL)s(IR)s(V

221222c2c

211111

)s(I)LL(s)s(sMI)s(I)RR(0

)s(sMI)s(IsL)s(IR)s(V

2c212c2

211111

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)s(I*sL)s(sMI)s(I*R0

)s(sMI)s(IsL)s(IR)s(V

22122

211111

0)s(I*R)s(sI*L)s(MsI

)s(V)s(IR)s(MsI)s(sIL

22221

11211 1

Passando alla rappresentazione matriciale

)s(V0

1

)s(I

)s(I

R0

0R

)s(sI

)s(sI

*LM

ML

1

2

1

2

1

2

1

2

1

Ora, per semplicità, si ponga Zc=Rc => L2*=L2

Inoltre, si ipotizza che

21LLkM

Con le posizioni R2*=(R2-Rc) ed L2*=(L2-Lc) si perviene alle equazioni di stato.

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Per ottenere una equazione di stato in forma canonica è necessario invertire la matrice dei coefficienti al primo membro

1

LM

MLH

1

21

Dove

)k1(LLMLL 221

221

Quindi

221

211

2

221

12

21

21

221

212

21

2

1

L

1

LL

k

LL

k

L

1

)k1(

1

)k1(LL

L

)k1(LL

LLk

)k1(LL

LLk

)k1(LL

L

H

Page 34: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Se moltiplico H-1 per le altre due matrici delle equazioni di stato:

2

2

21

1

21

2

1

1

2

2

1

221

211

2

L

*R

LL

kR

LL

k*R

L

R

)k1(

1

*R0

0R

L

1

LL

k

LL

k

L

1

)k1(

1

21

1

2

221

211

2

LL

k

L

1

)k1(

1

0

1

L

1

LL

k

LL

k

L

1

)k1(

1

Ora è possibile riunire le sezioni per ottenere le equazioni di stato in forma canonica

Page 35: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Se moltiplico H-1 per le altre due matrici delle equazioni di stato per lo studio della dinamica di un trasformatore monofase:

)s(V

)k1(LL

k

)k1(L

1

)s(I

)s(I

L

*R

LL

kR

LL

k*R

L

R

)k1(

1

)s(I

)s(I1

221

21

2

1

2

2

21

1

21

2

1

1

2

2

1

)s(I

)s(I

R0)s(V

2

1

c2

Le equazioni di stato per i trasformatori trifasi si ricavano come estensione del caso monofase.

Page 36: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Motori Sincroni: Equazioni di StatoMotori Sincroni: Equazioni di Stato

Da un punto di vista modellistico siamo di fronte ad un avvolgimento trifase, fisso nello spazio, attraversato da un sistema di correnti

i2

i1

i3

N

S

2

3

1

mm

i

equilibrate, collegate a stella, che danno origine ad un campo magnetico rotante nello spazio, i.i=2/3(i1+ai2+a2i3) con (i1+i2+i3)=0

Il rotore è sede di un campo statico che ruota solidale con esso.

i

Li

mm

Si considera solo la fondamentale (si trascurano le armoniche di ordine superiore). Ne segue che i vettori i, m e stanno in un piano e possono essere rappresentati da fasori spaziali.

[] = L [ i ] + [ m] l’equazione elettrica è:

dt

diRv

Page 37: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

La coppia Tm può anche essere rappresentata dal prodotto interno di due vettori a tre dimensioni:

e

mm

e

mtm d

dip

2

3)t(T

d

][dip)t(T

Trasformazione Trifase / Assi Fissi I vettori a tre componenti vengono riportati nel piano tramite una trasformazione di riferimento

1

3

2

i

i

i

32

i 123 i 3

1

3

10

3

1

3

1

3

2

B

IBB3

2 I trasf. 123 =>

[i] =[B][i]; [] =[B][]; [m] =[B][m];

[] = L [ i ] + [ m]

Page 38: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

L’equazione elettrica si trasforma immediatamente da 123 =>

dt

diRv

dt

dBiRBvB

Ed anche la equazione di coppia si trasforma immediatamente da 123 => considerando il legame tra un fasore e la sua derivata:

mmm

m jd

d

d

dip

2

3T

i m

mm j

d

d

)i(p2

3)

d

di(p

2

3T m

mm

)(sinip2

3T mm

Entrambi i vettori sono funzione dell’angolo meccanico. Per renderla lineare serve rendere indipendente il flusso dall’angolo e quindi dal tempo.

Page 39: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Trasformazione Assi Fissi / Assi RotantiSi consideri un sistema di riferimento (d,q) che ruota rispetto al riferimento fisso con una velocità angolare d/dt, scelto in modo tale che per t=0 l’asse d coincide con l’asse . Per portarsi sugli assi rotanti (d, q) si possono individuare delle trasformazioni matriciali che operano direttamente sui vettori

q

d

i

iiq

id

i

cossin

sincos)(A)(A t1

cossin

sincos)(A

L’operatore matriciale A() trasforma le coordinate dello stesso vettore da un sistema di riferimento (, ) fisso ad un altro (d, q) mobile con il rotore e viceversa.

Page 40: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Con la trasformazione assi fissi / assi rotanti ci portiamo su un riferimento fisso con il rotore. E’ necessario conoscere la posizione angolare del rotore stesso mediante misura o ricostruzione algoritmica.In queste condizioni, l’asse d è allineato con il vettore spaziale del flusso mozionale m e si perde la sua dipendenza dal tempo.

A()

angolo

i i dqq

d

iq

mid

)t(ip2

3T qm

solo la componente in quadratura contribuisce alla generazione della coppia. Con questa trasformazione l’espressione della coppia è linearizzata.

trasf. => dq

[i]dq=[A()][i] ; []dq=[A()][[] ; [m]dq=[A()][[m] ;

[]dq = L [ i ]dq + [ m]dq

Page 41: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

dt

d)t(jiRv dq

dqdqdq

Riassumendo, le equazioni interne di macchina, con riferimento agli assi rotanti dq, è

mdqdqdq

dqdqdqdq

iL

dt

d)t(jiRv

Il modello è valido per

macchine in linearità e con rotore liscio (isotropo).

Per ottenere una sua rappresentazione di stato (tensioni come variabili di ingresso e correnti come variabili di stato) è necessario fare delle ulteriori considerazioni per minimizzare l’influenza di dq.

La trasformazione => dq della equazione elettrica introduce un termine mozionale j(t) dq che tiene conto che il riferimento dq ruota con pulsazione (t).

qmmm ip2

3)(sinip

2

3T

Page 42: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Se si evidenziano le componenti d e q di dq :

qmqqq

mdmddd

mdqdqdq LiLi

LiLiiL

Avendo scelto di far coincidere l’asse d con la direzione nord del flusso di rotore abbiamo che md = m e mq = 0

Analogamente, per la equazione elettrica

dt

d)t(jRiv

dt

d)t(jRiv

dt

d)t(jiRv

qqqq

dddd

dqdqdqdq

q

d

dq

jdq 2

dt

d)t(Riv

dt

d)t(Riv

qdqq

dqdd

Tenendo conto che i vettori dq e jdq sono ortogonali tra loro,

dq

qd

j

j

Page 43: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Sostituendo le espressioni di d e q nella equazione elettrica,

ricordandoci che (dm / dt ) = 0, md = m , q=0 perché siamo sul

riferimento fisso sul rotore

qq

mdd

Li

Li

dt

diL)t(Li)t(Riv

dt

diLLi)t(Riv

dt

d)t(Riv

dt

d)t(Riv

qmdqq

dqdd

qdqq

dqdd

Risolvendo rispetto alle derivate delle correnti, si ottiene l’espressione delle equazioni di stato.

mdqqq

qddd

)t(Li)t(Rivdt

diL

Li)t(Rivdt

diL

Page 44: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Che risulta lineare ed autonoma se (t)costante, altrimenti è una equazione di stato non lineare a coefficienti variabili nel tempo.Se attraverso una retroazione di corrente si riesce ad imporre che id=0 ed i=iq allora l’equazione di asse q diventa analoga a quella del motore in cc.

mq

d

q

d

q

d

)t(v

v

L

1i

i

L

R)t(

)t(L

R

i

i

dt

d

mq

qq

qd

qmdqq

dqdd

)t(dt

diLRiv

Li)t(v

dt

diL)t(Li)t(Riv

dt

diLLi)t(Riv

)t(Kdt

diLRiv a

aa

Page 45: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

P.I. At()i*dq

-

v*dq

idq

mo

d.

23

2 3 ij = 0A()

v* v*123

ii123

v123 = [v] ; i123 = [ i ]

Esempio di una possibile soluzione per la realizzazione delle condizioni poste per ottenere la equazione di stato vista.

Page 46: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

E di un algoritmo per eliminare la interazione tra gli assi d e q.

m

-1

R + sL

L

L

1R + sL -

m

-+++

+ --+

vd

vq iq

idi*d=0

i*q

-

Se così è, allora:q

d

mm i

ip

2

30T

Page 47: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

RiassumendoRiassumendo

La macchina viene descritta da un sistema di equazioni non lineari.Per poterla controllare è necessario formulare delle ipotesi semplificative o delle ipotesi di lavoro che riducano la complessità del sistema.In base alle ipotesi formulate si realizzano diverse tipologie di azionamenti.In particolare, abbiamo visto come una particolare retroazione di corrente (id, iq) diventi un controllo di macchina.Sono necessarie delle trasformazioni di riferimento che richiedono la conoscenza della velocità o della posizione del rotore ed, almeno, otto moltiplicazioni.Altre soluzioni sono possibili e verranno descritte nella sezione azionamenti perché non riguardano il funzionamento proprio della macchina.

Page 48: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

rr )(jdt

)(diR0

ses

ssfj

dt

)(diRV

s

srrr

rsss

iMiL

iMiLLegame correnti, flussi

Equazione di statore

Equazione di rotore

Motori Asincroni Equazioni su Riferimento eMotori Asincroni Equazioni su Riferimento e

rrrsrm L

MK)i(pK

2

3T

Coppia motrice (Kr è il coefficiente di accoppiamento rotorico.

Equazioni Esterne per la DinamicaEquazioni Esterne per la DinamicaAlimentazione con terna di tensioni concatenate che possono essere variate a piacere [v]=f(t).Carico rappresentato da una coppia resistente, Tr(t), che varia in

funzione della applicazione Tm(t)=Tr(t)+Fm (t)+Jdm (t)/dt

Page 49: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

rr )(dt

)(diR0

ses

ssf dt

)(diRV

s

srrr

rsss

iMiL

iMiL

Equazione di statore

Equazione di rotore

Dalle Equazioni Interne alle Equazioni di StatoDalle Equazioni Interne alle Equazioni di Stato

rrrsrm L

MK)i(pK

2

3T Equazione delle coppie

t

r

t

s

tt

r

t

s

rrss

rrss

iiiiii

vvv

Sono state ricavate le equazioni interne di macchina in regime di tempo considerando le variabili nei riferimenti bifasi:

Legame correnti=> flussi sul riferimento e

Page 50: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

rs

sr )(dt

)(d)

LM(R0

ses

rsr

sf dt

)(d)

ML(RV

s

rrsr

rsss

iLiM

iMiL

Si considerino i flussi di rotore e statore come variabili di stato

=>r

s

r

s

r

s

i

i

LM

ML

Sia il determinante della matrice delle induttanze

2rs MLL

r

s

s

r

r

s

LM

ML1

i

i

rs

sr

rsr

s

LMi

MLi

rs

srs

efs MR

)LR

(Vdt

)(ds

rmeesr

srr ))(

LR(

MR

dt

)(d

Page 51: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Le equazioni di stato si ricavano facilmente

r

s

meesrr

srse

r

s

))(LR

(MR

MR)

LR(

))(LR

(MR

MR)

LR(

A

meesrr

srse

sfV0

1B

Analogamente al caso del sincrono, nella matrice di stato rimangono coefficienti legati alla velocità angolare.

Si possono ricavare altre matrici di stato considerando, a coppie, correnti e flussi.

Page 52: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

rr )(dt

)(diR0

ses

ssf dt

)(diRV

s

Partendo dalle equazioni interne in regime dinamico, si esprimono i r e s in funzione di is e r

=>

rrrsrm L

MK)i(pK

2

3T

Tenendo conto che la coppia è comunemente espressa come:

Si ricavano le equazioni di stato con is e r come variabili di stato.

r

s

r

rr L

iM

Li

rr

sr

2

ss

r

s

r

rsss

L

Mi)

L

ML(

)L

iM

L(MiL

rr

sksrs

2

sk L

MiL)

LL

M1(LL ponendo

Si sostituiscono ir e s nelle equazioni elettriche

rrsr

rsss

iLiM

iMiL

Page 53: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

r

s

r

rr )(

dt

)(d)

L

iM

L(R0

)L

MiL(

dt

)LM

iL(d

iRV rr

ske

rr

sk

ssf s

rr

esker

r

skssf L

MiL

dt

)(d

L

M

dt

)i(dLiRV

s

dt

)(d

L

M

L

M

dt

)i(dLi)LR(V r

rr

re

skskesf s

Nella seconda equazione elettrica

dt

)(d))(

L

R(i

L

MR0 r

rmeer

rs

r

r

Page 54: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

rmeer

rs

r

r

rr

re

skskesf

)))(L

R(i

L

MR(

L

M

L

M

dt

)i(dLi)LR(V

s

Devo rendere le equazioni omogenee per la trasformazione in equazioni di stato. Dalla seconda evidenzio la derivata del flusso e la sostituisco nella prima.

rmeer

rs

r

rr ))(L

R(i

L

MR

dt

)(d

rmeer

r

r

sks2

r

2r

kesf))2

L

R(

L

M

dt

)i(dLi)

L

MRLR(V

s

Da cui si prosegue per le equazioni di stato

sfrmeer

r

rs2

r

2r

kess

k V))2L

R(

L

Mi)

L

MRLR(

dt

)i(dL

rmeer

rs

r

rr ))(L

R(i

L

MR

dt

)(d

Page 55: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

sfk

rmeer

r

rks2

r

2r

kesk

s VL

1))2

L

R(

LL

Mi)

L

MRLR(

L

1

dt

)i(d

rmeer

rs

r

rr ))(L

R(i

L

MR

dt

)(d

r

s

meer

r

r

r

meer

r

rk2

r

2r

kesk

r

si

))(L

R(

L

MR

))2L

R(

LL

M)

L

MRLR(

L

1

i

sfk V

0

L

1

B ))(

L

R(

L

MR

))2L

R(

LL

M)

L

MRLR(

L

1

A

meer

r

r

r

meer

r

rk2

r

2r

kesk

Page 56: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

ESEMPIO:

Dati di un motore ad induzione di cui si vuole studiare la dinamicaVs=380;                 % Tensione concatenata di rete (valore efficace)

f=50;                      %  Frequenza di rete

P=2;                       % Numero di coppie polari

Rs=0.183;               % Resistenza di statore in Ohm

Rr=0.277*0.5;          % Resistenza di rotore in Ohm

Lm=0.0538;             % Induttanza di magnetizzazione in H

Ls=0.0553;              % Induttanza di statore in H (Ls = Lls + Lm)

Lr=0.056;                % Induttanza di rotore in H (Lr  = Llr + Lm)

B=0;                       % Coefficiente di attrito

Jm=0.0165*10;        % Inerzia meccanica kg*m^2

Page 57: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Equazioni motore asse dqEquazioni elettriche:

Vsd=Rs*Isd + d/dt(λsd) - ωe λsq

Vsq=Rs*Isq + d/dt(λsq) + ωe λsd

Vrd=Rr*Ird + d/dt(λrd) – (ωe- ωme) λrq

Vrq=Rr*Irq + d/dt (λrq) + (ωe- ωme) λrd

Equazioni di legame:

λsd=Ls*Isd + Lm*Isd

λsq=Ls*Isq + Lm*Irq

λrd =Lr*Ird + Lm*Isd

λrq =Lr*Irq + Lm*Isq

ωe : pulsazione elettrica del sistema di riferimento d-q arbitrario

ωme : pulsazione elettrica di rotore (ωme = P* ωm)

Page 58: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Sostiuendo le equazioni di legame nelle equazioni elettriche si ottiene:

|V|=|R|*|I| + |L|*d|I|/dt + |J|*|I|

Con:

R =

Rs 0 0 0

0 Rs 0 0

0 0 Rr 0

0 0 0 Rr

|V|=

Vsd

Vsq

Vrd

Vrq

|I|=

Isd

Isq

Ird

Irq

|L| =

Ls 0 Lm 0

0 Ls 0 Lm

Lm 0 Lr 0

0 Lm 0 Lr

Page 59: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

|J| =|JL|* ωr + |JC|* ωc

0 0 0 0

0 0 0 0

0 Lm 0 Lr

Lm 0 Lr 0

|JL| =

0 -Ls 0 -Lm

Ls 0 0 0

0 -Lm 0 -Lr

Lm 0 -Lr 0

|JC| =

Con le notazioni appena poste si ricava l’eq. di stato:

d|I|/dt = -|L|-1*( |R|+|JL|* ωr + |JC|*ωc )*|I| + |L|-1*|V| d|X|/dt= A * X + B * U dove la variabili di stato sono date dalle correnti statoriche e rotoriche di assi d e q. Questa equazione si risolve per via numerica; la condizione iniziale |I|(0-) si ricava sempre dalla stessa eq. ponendo d|I|/dt (0-)=0.

Page 60: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Equazioni meccaniche:

Si dimostra che la coppia elettromeccanica vale

Te = 3/2 * P * Lm *( Iqs*Idr – Ids * Iqr)

dove P è il numero di coppie polari.

L’equazione meccanica è data da:

Te – Tc = Jm *dωm/dt + B* ωm

Anche la parte meccanica può essere scritta sottoforma di equazione di stato:

dωm/dt = - B/Jm *ωm + 1/Jm*(Te - Tc)

Page 61: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Transitori

Page 62: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Velocità del motore

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Modulo corrente statore istantaneo (Valore di picco)

Correnti di fase

Correnti di statore

Page 64: Le Equazioni per lo Studio della Dinamica Mediante le equazioni per lo studio della dinamica delle Macchine Elettriche si cerca di predire il comportamento.

Coppia motrice