Le entrate pubbliche e la distribuzione del carico fiscale...

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1 1 Le entrate pubbliche e la distribuzione del carico fiscale (2) Lezione terza (parte seconda) 2 DOMANDE A CUI CERCHIAMO DI DARE UNA RISPOSTA 1. Cosa è un’imposta e cosa la differenzia da altre entrate pubbliche? 2. Con quali finalità viene prelevata? 3. Quali sono gli elementi costitutivi di un’imposta? 4. Cos’è la progressività di un’imposta e come viene realizzata? 5. Quali elementi distinguono un’imposta dall’altra? 6. Secondo quali criteri deve essere ripartito il carico tributario?

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Le entrate pubbliche

e la distribuzione del carico fiscale (2)

Lezione terza (parte seconda)

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DOMANDE A CUI CERCHIAMO DI DARE UNA RISPOSTA

1. Cosa è un’imposta e cosa la differenzia da altre entrate pubbliche?

2. Con quali finalità viene prelevata?

3. Quali sono gli elementi costitutivi di un’imposta?

4. Cos’è la progressività di un’imposta e come viene realizzata?

5. Quali elementi distinguono un’imposta dall’altra?

6. Secondo quali criteri deve essere ripartito il carico tributario?

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5. TASSONOMIA DELLE IMPOSTE

Ovvero: quali elementi distinguono un’imposta da

un’altra?

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LE IMPOSTE POSSONO RIGUARDARE

1. La produzione, la distribuzione e l’utilizzazione del reddito

2. Il possesso o il trasferimento della ricchezza

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LE PRIME (imposte su produzione, distribuzione e utilizzazione del reddito)

POSSONO ESSERE CLASSIFICATE A SECONDA

- del mercato (beni o fattori) su cui gravano

- che gravino su chi acquista o su chi vende in quel mercato

- che siano dovute da famiglie o imprese- che riguardino fonti o impieghi

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CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTEEsempio: Imposta 1

è l’imposta sul reddito (tipo Irpef) - dovuta dalle famiglie (più precisamente

dagli individui che le compongono), - riguarda una fonte (le entrate),- grava su chi vende - riguarda il mercato dei fattori.

Esempio d’imposte equivalenti

Imposta 6 (Contributi sociali a carico del datoredi lavoro) e imposta 8 (Contributi sociali a carico del lavoratore)sono pagate da due soggetti diversi e si riferiscono a due lati diversi del mercato(chi compera il fattore lavoro e chi lo vende),ma insistono sulla stessa base (le retribuzioni lorde)

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IMPOSTE EQUIVALENTI

Imposte che, pur differenziandosi sotto uno dei profili richiamati

(es. perché l’una grava su chi acquista e l’altra su chi vende sul medesimo mercato),

insistono sulla medesima base imponibile

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LE SECONDE (a) IMPOSTE SUL POSSESSO DELLA

RICCHEZZA

Sono imposte a natura patrimoniale (proprietà fondiarie, patrimonio delle imprese).

Possono gravare anche sul “capitale umano” (capitarie).

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LE SECONDE (b) IMPOSTE SUL TRASFERIMENTO

DELLA RICCHEZZA

Interessano il trasferimento di ricchezza fra vivi:- a titolo oneroso- a titolo gratuito

ovvero il trasferimento mortis causa

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LE IMPOSTE POSSONO ESSERE DIRETTE O INDIRETTE

La distinzione si basa su diversi criteri

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Classificazione fondata sugli indici utilizzati per valutare la capacità contributiva:

Immediati diretteMediati indirette

DIRETTE E INDIRETTE

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Classificazione fondata sulla diversa probabilità di traslazione:

non si trasferiscono dirette si trasferiscono indirette

DIRETTE E INDIRETTE

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CLASSIFICAZIONE CONVENZIONALE

(alla luce della “debolezza” dei due criteri precedenti)

Imposte dirette sul reddito o sulpatrimonio

Imposte indirette sui trasferimenti,gli scambi e iconsumi

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IMPOSTE REALI E PERSONALI

Imposte reali: colpiscono l’oggetto dell’imposta senza considerare le

caratteristiche del soggetto tassato

Imposte personali: colpiscono il medesimo oggetto, ma tenendo conto delle

caratteristiche del soggetto tassato (cioè del reddito complessivo e di altre

caratteristiche personali-famigliari)

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MAGGIORE EQUITA’ DELLE IMPOSTE PERSONALI

1. Le imposte personali permettono di tenere conto della condizione economica complessiva del contribuente, possono

essere progressive, quelle reali no:

se fossero progressive penalizzerebbero i soggetti che percepiscono il reddito da una sola fonte o che possiedono un solo tipo di

patrimonio.

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2. Le imposte personali permettono di valutare meglio la capacità contributiva del

contribuente, tenendo conto:

- dei carichi di famiglia

- della condizione di salute.

Come?

Generalmente attraverso deduzioni o detrazioni

MAGGIORE EQUITA’ DELLE IMPOSTE PERSONALI

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MA … SEMPLICITA’ AMMINISTRATIVA DELLE

IMPOSTE REALI

Le imposte reali sono più facili da amministrare proprio perché non richiedono l’accertamento delle condizioni soggettive del contribuente, specialmente della sua

condizione economica complessiva.

«Prelievo alla fonte» a «titolo d’imposta»

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PRELIEVO ALLA FONTE

Interessa specialmente redditi delle attività finanziarie e redditi di lavoro dipendente.

Permette di sostituire all’attività di accertamento e riscossione nei confronti

dei percettori di redditol’attività di accertamento e riscossione nei confronti

degli enti o imprese che pagano il reddito(sostituti d’imposta)

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Vantaggi del sostituto d’imposta.

Gli enti o imprese che pagano il reddito:

- sono in numero inferiore rispetto ai percettori;- sono tenuti alla contabilità;- hanno scarso interesse all’evasione

perché si rivalgono sul contribuente per le imposte trattenute.

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PRELIEVO ALLA FONTE

«a titolo d’acconto»: non necessariamente esaurisce il debito con

l’erario del percettoread esempio per i reddito da lavoro dipendente

(imposta personale)

«a titolo d’imposta»: esaurisce il debito con l’erario del percettore

ad esempio per i redditi da attività finanziarie (imposta reale)

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DISCRIMINAZIONE QUALITATIVA DEI REDDITI

Consiste nel riconoscere un onere d’imposta differenziato alle diverse categorie di reddito.

Utilizzata per discriminare fra redditi di lavoro e redditi di capitale.

A favore dei redditi di lavoro perché:- richiedono, per essere ottenuti, un sacrificio

maggiore;- sono temporanei.

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LA DISCRIMINAZIONE QUALITATIVA PUO’ ESSERE

OTTENUTA

aggiungendo al prelievo personale sul reddito:

• o un’imposta reale su tutti i redditi diversi da quelli di lavoro

• o un prelievo generale sul patrimonio

• o una deduzione (detrazione) specificaper i redditi di lavoro.

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IN SINTESI: 4 FINALITA’ DI DEDUZIONI E DETRAZIONI

1. rendere progressive imposte altrimenti proporzionali – (es. flat rate tax)

2. personalizzare l’imposta – (es. carichi famiglia)

3. attuare la discriminazione qualitativa dei redditi– (es. detrazione lavoro)

4. incentivare specifici impieghi del reddito– (es. proprietà abitazione; istruzione; pensioni integrative)

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TAX EXPENDITURES

Abbattimenti del debito di imposta imputabili a previsioni legislative:deduzioni, detrazioni, esclusioni,

esenzioni, aliquote ridotte, differimenti di imposte.

Riducono il gettito e hanno quindi sul saldo di bilancio un effetto analogo ad

aumenti di spesa: spese fiscali

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FINALITA’ DELLE TAX EXPENDITURES:

raggiungere finalità collettive facendo leva sull’azione privata.

Esempio: 1000 € a favore dei paesi del terzo mondo deducibili dal reddito.

Contribuente con tm=43% pagherebbe 430 € di imposta su quei 1000.Donando 1000 € riduce il suo debito d’imposta di 430 €.

È come se donasse soltanto 570 €. Il resto (gli altri 430 €) li mette lo stato, in termini di minori entrate.

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ATTENZIONE

I costi delle agevolazioni fiscali sono meno evidenti dei costi delle erogazioni dirette di

spesa.

Occorre valutarne attentamente:- l'efficienza (e cioè la capacità di influenzare

le scelte private);-l’equità (deduzioni, esclusioni, esenzioni,

aliquote agevolate favoriscono relativamente di più individui ad alto reddito, con alta tm)

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6. CRITERI DI RIPARTIZIONE DEL CARICO TRIBUTARIO

La ripartizione del carico tributario dipende:

- dalle finalità che si assegnano all’imposta

- dalla concezione di equità cui si aderisce

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BENEFICIO(O CONTROPRESTAZIONE)

CAPACITA’ CONTRIBUTIVA

DUE PRINCIPI

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PRINCIPIO DEL BENEFICIO (O DELLA

CONTROPRESTAZIONE)

L’imposta deve essere commisurata al beneficio che il contribuente riceve dai beni e dai servizi pubblici di cui fa liberamente domanda e ne costituisce

il «prezzo».

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La finalità dell’imposta è finanziare l’offerta di servizi e beni pubblici (non

sono contemplate finalità redistributive).

Il principio garantisce che vi sia equità nello scambio: ciò che si paga

corrisponde al beneficio che si riceve.

PRINCIPIO DEL BENEFICIO

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PRINCIPIO DEL BENEFICIO: PROBLEMI APPLICATIVI

• free riding nel caso di beni non rivali e non escludibili

• l’offerta dei beni e servizi può avvenire in una logica diversa da quella dello scambio

volontario (beni meritevoli, esternalità)

• non è possibile avere un prelievo personalizzato per ogni individuo

• non sono sempre disponibili indicatori di beneficio pertinenti

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PRINCIPIO DEL BENEFICIO: VANTAGGI

Collegamento fra decisioni di spesa e decisioni di entrata:

- dà trasparenza alle decisioni pubbliche

- responsabilizza chi decide le spese nei confronti di chi ne sopporta il costo

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PRINCIPIO DEL BENEFICIO NEL DECENTRAMENTO FISCALE

- Nel caso dei servizi pubblici locali è più facile individuare i beneficiari e valutare il beneficio sulla base di

appropriati indicatori

- La funzione redistributiva non viene generalmente considerata fra quelle

che è opportuno decentrare

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PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA

L’imposta deve essere commisurata alla capacità

contributiva dei soggetti e cioè alla loro capacità di pagarla

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L’equità del prelievo si ottiene mediante l’esclusivo riferimento alla capacità

contributiva del soggetto.

La finalità dell’imposta non è solo il finanziamento dell’offerta di beni e servizi pubblici, ma anche il

finanziamento di politiche redistributive.

PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA

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SI PARLA IN PARTICOLARE DI:

1. Equità orizzontale: a uguale capacità deve corrispondere uguale imposta (es. due

contribuenti con lo stesso reddito ma diversi carichi familiari hanno diversa capacità

contribuiva)

2. Equità verticale: a maggiore capacità deve corrispondere maggiore imposta

3. Vincolo all’equità verticale: le imposte non devono alterare la scala distributiva (sono

precluse tm>100%)

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PRINCIPIO DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA: PROBLEMI

APPLICATIVI

1. Individuare un corretto indicatore di capacità contributiva

2. Individuare criteri di ripartizionedell’onere di imposta in relazione alla capacità contributiva così individuata

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PRINCIPI DEL SACRIFICIO

1. Nella tradizione utilitaristica l’indicatore di capacità contribuiva maggiormente utilizzato è il

reddito.

La rinuncia a reddito per pagare le imposte determina una perdita di utilità (sacrificio).

2. L’onere deve essere ripartito in modo da uguagliare il sacrificio che deve essere

sopportato dai contribuenti.

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PRINCIPI DEL SACRIFICIO E PROGRESSIVITA’

In un’ampia gamma di ipotesi i principi del sacrificio richiedono

imposte progressive

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I principi del sacrificio si basano su assunzioni non realistiche fra cui:

- sacrificio di utilità misurabile

- uguali preferenze degli individui

- reddito pre-imposta dato

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In conclusione: occorre rinunciare a riconoscere un fondamento utilitarista al

criterio della capacità contributiva (e all’equità delle imposte progressive)…

…. che riceve invece un suo contenuto concreto ad opera

delle valutazioni politiche degli enti impositivi.

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Parole chiave della lezione• Prezzo pubblico, tassa, imposta• Presupposto, soggetto passivo, base imponibile, aliquota • Imposte proporzionali, regressive e progressive• Progressività per classi e scaglioni• Progressività per deduzioni e detrazioni• Flat Rate Tax• Aliquote legali ed effettive; aliquote medie e marginali• Imposte dirette e indirette• Prelievo alla fonte (a titolo d’imposta e a titolo d’acconto), sostituto d’imposta • Imposte reali e personali• Discriminazione qualitativa dei redditi• Tax expenditures• Principio del beneficio e principio della capacità contributiva• Equità orizzontale e verticale

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Dove studiare

• P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, settima edizione, 2015

–Capitolo 3. Teoria dell’imposta– Paragrafi 1, 2 (escluso 2.5), 3 e 4 (fino a p. 160

compresa)