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STORIE della settimana Le dieci leggi che in 50 Non potevamo diventare giudici o poliziotte. Se c'era di mezzo l'onore, un Non accadeva nel Medioevo, ma pochi decenni fa. Per conquistare diritti che ogg

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STORIEdella settimana Le dieci leggi che in 50

Non potevamo diventare giudici o poliziotte. Se c'era di mezzo l'onore, unNon accadeva nel Medioevo, ma pochi decenni fa. Per conquistare diritti che oggi

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anni ci hanno cambiato la vitafemminicidio passava impunito. Era lecito licenziarci se ci sposavamo o facevamo un figlio,ci sembrano elementari, ci sono volute battaglie lunghe e difficili. Che non vogliamo dimenticare

di Gaia Gioraetti

Sopra, lacopertina diLe leggi delledonne che hannocambiato l'Italia(Ediesse), saggiocurato da diecivolontarie dellaFondazione Nildelotti. Raccoglietutte le normeche hannocontribuitoall'emancipazionedelle donneitaliane.

Lavoro. Solo nel '63 una legge consente alle donne di accedere a diverse

professioni pubbliche come la magistratura. Una conquista, ma la parità è

ancora lontana. Basti pensare che oggi una lavoratrice guadagna, in media,

il 13 percento in meno rispetto a un collega che svolge le stesse mansioni.

se le nostre madri, le nostre nonne sisposavano o facevano figli,perdevano il lavoro. E se il marito lelasciava, non potevano risposarsi,ma diventavano reiette per tutta la

vita. Persino ucciderle non era così grave, sec'era in ballo l'onore. Queste donne, che oggihanno i capelli bianchi, non potevano decideredella loro maternità. Non potevano diventaregiudici, poliziotte, diplomatiche: troppo labiliper via del ciclo mestruale. Così era scrittonelle leggi fasciste e inciso nella mentalitàdell'epoca. Oggi ci sembra incredibile, ma èquesta la cultura che ci è toccato sconfìggere,con battaglie civili durate decenni. Il punto disvolta? Gli Anni 70 e le lotte del femminismo.In cinquantanni, guardandoci indietro,scopriamo quanta strada abbiamo fatto, quantipregiudizi, quante ingiustizie ci è toccatoabbattere. Il libro Le leggi delle donne che hannocambiato l'Italia, voluto dalla Fondazione Nildelotti, ce lo ricorda. Marina Sereni,vicepresidente della Camera, lo ha consegnatoalle giovani deputate del Parlamento comefosse il testimone da tramandare alle nuovedonne della politica: «Andate avanti, adessotocca a voi», è il messaggio della Sereni allecolleghe. «Questo volumetto raccoglie il fruttodi un lungo lavoro, paziente e trasversale, delledonne italiane. Grazie a tante nostre conquiste,spesso frutto di una difficile e soffertamediazione, si sono evoluti la società e ilcostume. Andando a rileggere una per una leleggi di mezzo secolo, ricostruiamo lo sviluppodel nostro Paese e la sua rivoluzione femminile».Ne abbiamo scelte dieci, pietre miliari del nostrocammino verso la parità. Le commenta per noila sociologa Chiara Saraceno.

Vietato licenziare le lavoratrici che sisposano grazie alla legge 9 del 1963«Finalmente si applicò l'articolo 37 dellaCostituzione che stabilisce la parità fralavoratrici e lavoratori. Nei fatti, è la primalegge organica sui congedi di maternità estesi atutte le dipendenti. Anche se i datori di lavoro •

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STORIEdella settimana

si inventarono subito le "dimissioni in bianco":al momento dell'assunzione fanno firmare unalettera di dimissioni senza data, da usarequando vogliono. Magari in caso di maternità.La legge 9 ha abrogato la norma fascistasecondo la quale le donne potevano esserelicenziate se si sposavano e, di conseguenza, seavevano figli: dal 1963 in poi matrimonio ematernità non sono più stati causa legittima dilicenziamento. È stata una conquista dall'altovalore simbolico, ma non ha eliminato lediscriminazioni. Anche oggi, infatti, esistono ledimissioni in bianco e il mobbing sullelavoratrici che rientrano dopo la maternità».

Le donne hanno accesso alle professioni degliuffici pubblici. Lo dice la legge 66 del 1963«Una svolta epocale. Fino all'emanazione diquesta legge, le donne non potevano svolgerealcuni lavori, erano escluse dai pubblici ufficie da alcune professioni. Per esempio, nonpotevano entrare in magistratura. Questalegge, anche se importantissima perchépermise alle donne di accedere ai tribunali,non aprì loro tutte le strade del pubblicoimpiego e delle professioni in genere: bisognaaspettare il 1981 per vederle nella Polizia, il1999 perché entrino nelle Forze armate. Solopiù tardi si apriranno le porte della cameradiplomatica, ma ancora oggi le ambasciatricisono pochissime. Questa legge del 1963abbatte una discriminazione direi medievale:prima di questa conquista le donne potevanoessere giudicate, ma non potevano giudicare,non essendo ammesse neppure nelle giuriepopolari. Era un vulnus enorme al principiodi eguaglianza in uno Stato dove lamagistratura è il terzo potere, dal quale,appunto, erano tenute fuori le donne.Ed era così praticamente per tutte le caricheimportanti del pubblico impiego: non sipoteva essere direttore generale di unministero o diventare prefetto. Oggi, in teoria,si può. Ma quante ragioniere dello Statoabbiamo visto in questi 50 anni?».

Si può divorziare. Lo stabiliscela legge 898 del 1970«Quando è stata emanata, all'apparenzasembrava una legge che indebolivale donne perché una delle conseguenze

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dell'instabilità coniugale è l'impoverimentodi mogli e figli: erano poche le donnesposate che lavoravano, le altre erano moltovulnerabili. La battaglia per il divorzio hafatto prevalere il desiderio di libertà sulleragioni economiche. Prima dellalegalizzazione del divorzio esisteva laseparazione: una donna sposata, ma separata,viveva discriminazioni insopportabili, erauna svergognata, non poteva risposarsi,condannata a essere considerata libertina,rovinafamiglie o a restare sola. Il divorzioconsentì alle donne di potersi rifare una vita,acquisendo uno status giuridico. Una leggepiena di compromessi, con il suo doppiolivello giuridico fra separazione e divorzio eun iter lunghissimo (cinque anni). Permigliorarla a favore delle donne bisognaaspettare il 1975 con la Riforma del dirittodi famiglia. Basti pensare che prima unadonna non poteva riconoscere un figlioavuto fuori dal matrimonio. Una cosadavvero allucinante: si negava addirittura ilprincipio che la madre è sempre certa».

Le novità introdotte dalla Riformadel diritto di famiglia del 1975«Bisognava normare le separazioni in modopiù paritario. Il tradimento del marito, ameno che fosse plateale, non era consideratocausa di separazione. Al contrario, bastavaanche solo il sospetto che la moglie fossestata infedele. Con questa riforma, ladisparità scompare perché viene sancita

l'uguaglianza dei coniugi, eliminando lafigura del capofamiglia e introducendo lacomunione dei beni come normale formadi rapporto economico fra marito e moglie.Questa legge ha raccolto istanze femministe:far sì che venisse in qualche modoriconosciuto il lavoro non pagato dellemogli, affermando il principio che albenessere della famiglia si concorre in due.Una conquista molto importante».

Nel 1978 viene legalizzato l'abortoe vengono introdotte tutele socialiperla maternità (legge 194)«Fino a questo momento era in vigorel'articolo 553 del codice penale chepuniva chi incitava a pratiche contro laprocreazione: i ginecologi non potevanoneppure informare le donne sui mezzianticoncezionali. L'aborto era illegale, ma ledonne abortivano: chi poteva permetterseloandava a fare i cosiddetti raschiamenti nellecllniche private, la maggior parte finiva dallemammane, rischiando spesso la vita.Il movimento delle donne si spaccò fra chichiedeva la legalizzazione e chi ladepenalizzazione. Legalizzare l'abortosignificava praticarlo nelle strutturepubbliche, con regole precise.Passò questa linea: nacque la legge 194 efu abrogato l'articolo 553 del codice penale.Probabilmente è la legge più importante delcammino femminile, perché da alle donneun potere esclusivo: quello di decidere da E

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Violenza sessuale. Solo dal 1996 èconsiderato un reato contro la persona.Prima, per il codice penale italiano sitrattava di un reato contro "la moralitàpubblica e il buoncostume".

sole sulla propria maternità, un fatto che leriguarda in prima persona. La procreazionemette in campo l'interesse della madre,quello del padre e quello del bambino,ma non sullo stesso piano, perché questoconflitto si gioca sul corpo della donna.E l'unica legge che riconosce alla donnauna priorità e rovescia un'asimmetria,dandole l'ultima parola. La donna non èun contenitore né un corpo che l'uomoha a disposizione per diventare padre».

Nel 1981, grazie alla legge 442, vieneabolito il delitto d'onore«Una vittoria femminista: la donna siribellò all'idea di dover rappresentarel'onore di un uomo. Fino all'entrata invigore di questa legge, al marito, padre,fratello che uccideva per onore venivariconosciuta un'attenuante fortissima:l'assassino usciva prestissimo di prigione e,soprattutto, non subiva disonore, maaddirittura riabilitava lo status della propriadignità. Basta riguardare il film di PietroGermi Divorzio all'italiana per cogliereil clima dell'Italia di quegli anni».

La legge 40 del 2004 introduce normesulla procreazione medicalmente assistita«Un passo indietro, una legge orrenda checonsidera le donne come puri contenitori:vieta di congelare gli embrioni e la diagnosipreimpianto; si possono creare un massimodi tre embrioni per un unico impianto. Se

una coppia ha problemi di sterilità, conquesta legge la donna perde ogni diritto discelta. Per fortuna, negli anni successivialcune sue parti sono state smantellate. Inparticolare, una sentenza della Cortecostituzionale del 2009 ha stabilito insostanza che il medico può decidere casoper caso come intervenire. Resta, però, ildivieto alla cosiddetta fecondazioneetcrologa, per la quale moltissime coppievanno all'estero».

Nel 2009 lo stalking diventa reato(legge 38)«È stato importante definire reati le formedi violenze psicologiche che le donnesubiscono da parte degli uomini, nellamaggioranza dei casi mariti, compagni,ex fidanzati. Molte situazioni di violenzadomestica e persino di femminicidi sonopreceduti da stalking. Questa legge ècertamente uno strumento in più».

Quote rosa, ovvero più donne nei consiglid'amministrazione (legge 120 del 2011)«Più che di quote rosa, parlerei di "riduzionedel monopolio blu". Questa legge è unanorma antimonopolistica che apre non solola carriera verticistica delle donne, mariporta la meritocrazia e le competenze alcentro dei percorsi professionali. Sarà semprepiù difficile che, accanto a donne di valore,possano sedere uomini inetti, lì solo per logichepolitiche. Il secondo beneficio della 120 è

l'ampio effetto, l'onda lunga che porterà: perpoter preparare donne pronte a sedere neiconsigli di amministrazione, che oggisono pochissime, bisogna aprire le camerefemminili, quindi l'effetto positivo è su tuttoil percorso lavorativo. Una legge che haun grande potenziale».

Giro di vite sulla violenza contro ledonne e misure urgenti per contrastare ifemminicidi grazie alla legge 93 del 2013«E una legge positiva, anche se piùsimbolica che dalla portata effettiva perchélascia le donne ancora sole, fortiesclusivamente del loro coraggio. I mieidubbi più grandi riguardano l'irrevocabilitàdella querela, poiché ciò può indurre unadonna a non avere il coraggio di denunciareil partner violento: non sono state messein campo reti di protezione e non sono statistanziati fondi per dare davvero un aiutoconcreto e assistenza alle donne che siribellano. Inoltre, credo che l'aggravantedi pena all'uomo che ha usato violenzadavanti ai figli sia ingiusta: picchiare unadonna è grave in sé, non diventa peggiorese agita davanti ai minori. Sarebbe comeaffermare che, una volts. andati a letto ibambini, alzare le mani sulla moglie siameno grave».H