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Altra Scienza n.64 4 Inizialmente questo scritto doveva diventare un poster intro- duttivo per mostre ed eventi simili. Tuttavia diverse richieste, anche a livello politico, su che cosa sia la Free Energy ci ha reso necessario “convertirlo” in un articolo divulgativo. Le conoscenze, le invenzioni e gli apparati per una ener- gia economica, pulita e sostenibile che dovrebbe essere a beneficio di tutti. A cura della redazione di Altra Scienza (A.S.S.E). Gli allarmi ultimamente annunciati sulle mutazioni climatiche, sulla futura carenza di ri- sorse o di altri eventi, come le guerre petrolifere, hanno creato la necessità e il colletti- vo interesse verso una produzione energetica non inquinante e indipendente da com- bustibili fossili. Le alternative oggi note per rispondere a questa richiesta sono note come energie rinnovabili. Tali energie, nonostante i risultati positivi attualmente rag- giunti, comunque, soffrono di discontinuità: il solare fotovoltaico dipende dalla luce e non è operativo quando è buio o in caso di cielo coperto, il rendimento dell' eolico di- pende dal flusso di vento disponibile, l'idroelettrico apparentemente non inquina ma è invasivo dal punto di vista ambientale e non privo di pericoli. A fianco a queste tecno- logie, abbiamo l'idrogeno, tecnologia anche questa apparentemente pulita, che però non si trova in natura e che è frutto di elettrolisi dell'acqua o di trasformazioni chimiche del metano. Più degno di considerazione il risparmio energetico, ossia quella serie di tecnologie di maggiore efficienza, ma anche di comportamenti individuali, che porta- no a un minore consumo di elettricità. A fianco di tutto questo, tuttavia, a partire dalla prima metà del XX° secolo, si sono svi- luppati apparati e metodi per produrre energia in modo efficiente, gratuito e soprattut- to non inquinante e, che purtroppo non sono ancora a disposizione dell'umanità. Di se- guito, sono elencati alcuni filoni di questa ricerca (la lista non è certo completa), suc- cessivamente le cause e le controversie intorno a questa mancata evoluzione.

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Altra Scienza n.64 4

Inizialmente questo scritto doveva diventare un poster  intro­duttivo per mostre ed eventi  simili. Tuttavia diverse richieste,  anche a livello politico, su che cosa sia la Free Energy ci ha  reso necessario “convertirlo” in un articolo divulgativo.

Le conoscenze, le invenzioni e gli apparati per una ener­gia economica, pulita e sostenibile che dovrebbe essere a beneficio di tutti.

A cura della redazione di Altra Scienza (A.S.S.E).

Gli allarmi ultimamente annunciati sulle mutazioni climatiche, sulla futura carenza di ri­sorse o di altri eventi, come le guerre petrolifere, hanno creato la necessità e il colletti­vo interesse verso una produzione energetica non inquinante e indipendente da com­bustibili   fossili.   Le  alternative  oggi  note per   rispondere a  questa   richiesta  sono note come  energie rinnovabili.  Tali  energie,  nonostante  i   risultati  positivi  attualmente rag­giunti, comunque, soffrono di discontinuità:  il solare fotovoltaico dipende dalla luce e non è operativo quando è buio o in caso di cielo coperto, il rendimento dell'eolico di­pende dal flusso di vento disponibile, l'idroelettrico apparentemente non inquina ma è invasivo dal punto di vista ambientale e non privo di pericoli. A fianco a queste tecno­logie, abbiamo l'idrogeno, tecnologia anche questa apparentemente pulita, che però non si trova in natura e che è frutto di elettrolisi dell'acqua o di trasformazioni chimiche del metano. Più degno di considerazione il  risparmio energetico, ossia quella serie di tecnologie di maggiore efficienza, ma anche di comportamenti individuali, che porta­no a un minore consumo di elettricità.

A fianco di tutto questo, tuttavia, a partire dalla prima metà del XX° secolo, si sono svi­luppati apparati e metodi per produrre energia in modo efficiente, gratuito e soprattut­to non inquinante e, che purtroppo non sono ancora a disposizione dell'umanità. Di se­guito, sono elencati alcuni filoni di questa ricerca (la lista non è certo completa), suc­cessivamente le cause e le controversie intorno a questa mancata evoluzione.

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L'energia dal vuoto (o ZPE)

L'energia dal vuoto meglio conosciuta come Energia Punto Zero (ZPE)  è   tra  le più  affascinanti  e studiate. A onor del vero, è anche tra le più difficilmente riprodotte. Sono infatti dispositivi che, generalmente, utilizzano bobine e magneti permanenti  senza movimento rotatorio  in modo tale che inviando un picco di energia ricevano un picco maggiore di energia rispetto quella inviata. Tale energia, come dice il nome stesso, attinge dal vuoto, che, sembra quasi un para­dosso,  alcuni   scienziati   ritengono  la più  potente  fonte di energia disponibile nell'universo. Il più famoso di questi con­gegni è il MEG di Tom Bearden.A lato,   il   frontespizio di  un brevetto ZPE  italiano del  1997 (“Energia Celeste” di Maccanti, Sportelli, Dendi)

Energia dal campo magnetico terrestre

E' noto che lo scienziato Nikola Tesla, già inventore di tecnologie fondamentali per il progresso attua­le usava antenne di 60 metri per ricavare energia dal campo elettrostatico terrestre. Di tali dispositivi poi non se ne seppe più nulla.Negli ultimi anni diversi ricercatori hanno cercato di ripetere questo successo anche se con risultati di gran lunga inferiori. Un esempio di dispositivo è quello di Tate.Un caso particolare è  quello della Testatika il cui aspetto è più simile a quello alle macchine elettro­statiche,   ma   le   cui   caratteristiche   tecniche   non sono mai state pubblicate.Nella foto a fianco l'antenna con cui Eugenio Mar­tucci ha ricavato fino a 5 W dal campo terrestre. Ipoteticamente   l'altezza   dell'antenna   aumenta esponenzialmente il rendimento.

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La Fusione Fredda

A fine anni '80 gli scienziati S. Pons e M. Fleish­mann ottennero una Fusione Nucleare in ac­qua pesante e con costi e condizioni che, pa­ragonati al nucleare classico, erano incredibil­mente facili. Fu così coniato il termine Fusione Fredda per identificare questo fenomeno. Tut­tavia da allora, e per tutti gli anni '90, tale speri­mentazione cadde in un forzato oblio mediati­co   per   risorgere   immediatamente   nel   2000 dopo la replica dei giapponesi Mizumo e Ohmori. Un'ulteriore passo avanti fu data nel 2003 da tre ricercatori italiani, Vincenzio Iorio, Domenico Cirillo e Alessandro Dattilo che, nell'esperimento di Caserta, riprodussero lo stesso fenomeno in semplice acqua distilla­ta, portando la sperimentazione alla portata degli elettrotecnici, e contribuendo a dif­fondere in Italia e nel resto del mondo questa sperimentazione. Nella foto, una delle numerose repliche di fusione fredda: il plasma elettrico che si for­ma arriva ad alcune migliaia di gradi.

Il gas di Brown

Abbiamo introdotto questo articolo specificando l'idro­geno come una tecnologia falsamente ecologica.  In­nanzitutto, l'idrogeno puro non è presente in natura e bi­sogna estrarlo o dall'acqua col procedimento dell'elet­trolisi, e quindi consumando energia in quantità notevo­le, o dal metano, per via chimica. Inoltre è tra i combu­stibili   più   pericolosi   che   esistono.   La   sua   combustione produce vapore acqueo, il cui ossigeno è però sottratto 

dall'aria. Una buona risposta ai problemi dell'uso dell'idrogeno può essere il gas di Bro­wn. Il gas di Brown è estratto dall'acqua, è composto da ossigeno e idrogeno, ma ri­spetto all'acqua ha un rapporto stechiometrico diverso. C'è maggiore efficienza nell'e­strarlo, è  meno pericoloso, e  la sua fiamma presenta caratteristiche diverse, se non vere e proprie anomalie, rispetto a quelle riscontrabili dalla semplice combustione di al­tri gas.   E' già commercialmente disponibile.  Nella foto, impiegando il gas di Brown è stato saldato un chiodo con una mattonella. L'esperimento (riuscito) non è replicabile con nessun altro tipo di fiamma (Martucci­Seria).

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Dispositivi Overunity

E' noto che il rendimento dei motori elettrici sia del 60% o in alcuni  casi  poco più.  Esistono tuttavia dispositivi  che hanno superato questo limite e anzi hanno superato di gran lunga il 100% arrivando ad essere generatori di loro stessi e fornitori di energia o di moto (da qui il nome Ove­runity, ovvero oltre l'unità). Talvolta tali motori funzionano con tecniche di ZPE avvalendosi però del moto rotatorio.I motori overunity sono numerosi, i più famosi comunque sono quelli di Bedini.Una categoria a parte è rappresentata dai motori omo­polari, categoria derivata dai primi esperimenti di Fara­day.  Oggi  sono noti   sia motori  omopolari   standard,  sia quelli Free Energy: uno su tutti, quello di Bruce De Palma.Nella foto, il Bedini SG.

Motori magnetici

Ogni tanto uno studente chiede al professore di scienze se è possibile un motore a magneti per­manenti: nel migliore dei casi, allo studente vie­ne risposto che non è possibile, che violerebbe la   maggior   parte   delle   leggi   conosciute,   nel peggiore   viene   sbattuto   fuori.   Peccato   che sperimentatori come Perendev (col suo disposi­tivo già in commercio che produce fino a 300­KW) darebbero una risposta differente. In effet­ti, mettere in circolo completo la forza attratti­

va, o repulsiva, che chiunque può notare giocando con i magneti permanenti non si è rivelato impossibile – solo non è ovvio. Il rendimento, qualunque forza motrice dia, sa­rebbe infinito. Per raggiungere questo, le soluzioni sono costituiti da effetti non noti o poco documentati. Dispositivi come l'OC­MPMM, per esempio, ha dato risultati straordi­nari ma l'effetto alla base non era precedentemente noto.L'immagine mostra una foto di una delle tante repliche del dispositivo chiamato OC­MPMM. Il sito http://OC­MPMM.com contiene perlopiù filmati YouTube, per cui è neces­sario collegarsi.

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I Reattori Adronici

Concludiamo questa carrellata con i reattori adronici, per motivi che chi legge può facilmente intuire. Ruggero Ma­ria Santilli è un cervello in fuga di origine molisana, ma lau­reato a Napoli. Negli USA ha sviluppato i reattori adronici i quali convertono liquami, scarti industriali liquidi, olii esau­sti   in combustibile non inquinante o in fertilizzante  (a se­conda delle versioni).I reattori adronici sono già in commercio. Voci di corridoio indicano una certa diffidenza della Magnegas, la società fondata da Santilli, con le pubbliche amministrazioni.Nella foto, Ruggero Maria Santilli a fianco di uno dei primi prototipi di reattori.

Qui di seguito daremo una panoramica circa le questioni che ruotano intorno al mon­do della free energy. L'intenzione è semplicemente espositiva e riflette solo in parte le considerazioni degli autori.

Lo scetticismo generalizzato

Lo scetticismo in sé non è un difetto: obbiettare sulle cause di un determinato fenome­no, specie se controverso, fornendo tra le ipotesi prima le spiegazioni più accettate, fa parte di un percorso scientifico obbiettivo. Tuttavia questo somiglia all'ottusità se si insi­ste su tali motivazioni pure quando queste non spiegano il fenomeno del tutto o comin­ciano ad essere superate. Allora l'apertura mentale e talvolta i contestuali interessi fan­no spesso la differenza tra i sostenitori e gli scettici.Una delle prime cose che vengono insegnate nei corsi di scienze sono le cosiddette leggi della termodinamica. La free­energy, a volte a torto o anche a ragione, è spesso accusata di violare tali leggi e di essere un (impossibile) moto perpetuo, e quindi non è considerata.   Talvolta   ricercatori   che   hanno   mostrato   evidenze   contrarie   sono   stati ostracizzati (nel migliore delle ipotesi) o cacciati, ridotti al silenzio o peggio. Tali ricerche 

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sono quindi quasi totalmente fuori dell'ambito accademico e spesso affidati a inventori ed appassionati, visto che appunto chi di dovere non s'interessa, ha paura o è addirit­tura ostile.

“Cover up” e Cospirazione

Se il  precedente punto era di natura scientifica, questo riguarda l'ordine politico ed economico. Per diversi decenni, il maggiore business del pianeta è stato quello energe­tico ed era correlato al petrolio e agli altri combustibili fossili. Tale business è ancora di fatto intoccabile. Le stesse fonti rinnovabili, compresi combustibili alternativi alla benzi­na, sono state ostacolate e non hanno trovato mercato, rimanendo per molto tempo un settore di nicchia. Possiamo immaginare quanto favore possano trovare fonti ener­getiche ancora meno invasive e ancora più gratuite. A questo si associano anche busi­ness collaterali (più inquinamento, più malattie, quindi più farmaci). Da non trascurare anche chi sostiene che l'insabbiamento di tali tecnologie (cover­up, in inglese) sia par­te, insieme ad altri fattori come il degrado sociale, il controllo informatico e lo stesso at­tentato alle torri gemelle, di un piano strategico più vasto. Tale teoria è generalmente conosciuta come Cospirazione ed attualmente in pieno svolgimento.

Problemi Brevettuali

Molti uffici brevetti, compreso quello italiano, rifiutano applicazioni free­energy perché sono letti come moto perpetuo, e quindi impossibili. E' anche vero, tuttavia, che la bre­vettazione non garantisce necessariamente l'affidabilità. Per gli altri, spesso capita che le grandi aziende, o multinazionali acquistino questi brevetti al sono fine di evitare che siano una minaccia alla loro attività produttiva.

L'Aspetto Militare

Correlato alla questione brevettuale, figura quella militare. La presentazione di un bre­vetto che è ritenuto di valenza strategica costituisce un'eccezione al diritto privato e può essere quindi sottratto al suo inventore. Questo è quasi­logico, per esempio, se in­ventando un'arma particolarmente efficace, questa sia di naturale interesse dei militari, 

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oltre che pericolosa se destinata ai civili. Meno comprensibile è se questa valenza stra­tegica sia estesa a qualcosa come la produzione energetica o un sistema di sposta­mento particolarmente efficiente e/o gratuito, perché non sarebbe solo d'interesse ci­vile, ma produrrebbe prosperità allontanando pretesti bellici. In effetti, sono pochi i bre­vetti relativi alla FE validi che sfuggono a questo controllo.

Le Truffe

Come in molti altri campi, anche la free­energy ha avuto episodi di truffe o anche di semplici beffe. Produrre apparecchi fasulli al fine di notorietà, guadagni collaterali e fi­nanziamenti, è la prima causa che spinge gli scienziati (compresi quelli che hanno un approccio positivo verso la free­energy), oltre a quanto già detto, a diffidare del primo congegno miracoloso e non pienamente visibile e spiegato che capiti a tiro. 

Obiettivamente non è facile opporsi a un giro nazionale ed internazionale così consi­stente. I tempi però lo richiedono, il clima del nostro pianeta pure, la salute non ne par­liamo. Se avete paura, e non fate niente, gli  interessi  corporativi  avranno la meglio. Non vogliamo dire cosa fare a nessuno, di seguito c'è solo qualche suggerimento:

InformareL'ignoranza è forza, scriveva Orwell su 1984. La forza in questo caso è di non ren­dere consapevole l'opinione pubblica o di renderla totalmente passiva sul tema per continuare a dominare meglio.  Il  primo passo è   informare quali  possibilità realmente ci sono. Pubblicazioni come Nexus  e, nel proprio piccolo, Altra Scien­za hanno contribuito in questa direzione. Fondamentali anche le piccole iniziati­ve come i convegni dell'O.N.N.E.  a Grottammare, e dell'O.N.N.E./A.S.S.E./Euro­pean Consumers a Roma.SperimentarePer vedere se un dispositivo FE è fattibile non rimane che una cosa: sperimentar­la. Queste sono realtà che non sono note, quindi leggerle non basta. Neanche realizzare lo schema senza capirlo avvolte basta. Spesso una free energy si nega perché è stata riprodotta ma non è stata compresa.DiscuterePer diminuire gli  errori  di  sperimentazione, oppure per meglio comprendere  la 

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propria è utile incontrarsi con chi ne sa di più, o quantomeno con chi fa tentativi dello stesso tipo. In qualche caso è utile – lo scetticismo, come abbiamo già det­to, non è necessariamente ottusità – anche il confronto con i scienziati classici. Forum, convegni e riunioni giocano anche questo ruolo.OrganizzarsiL'esperienza ci insegna che in questo campo agire da soli è una pessima idea perché, per quanto equipaggiati si possa essere, difficilmente si può arrivare ai propri obiettivi solo con le proprie risorse. Complimenti a chi ci riesce. Per gli altri, trovare un proprio “giro”, trovando soci, associandosi o semplicemente trovare una comunione d'intenti con altri può rivelarsi utile in varia misura.Produrre E così si cambiano le cose. E' la tecnologia, non la politica che cambia il mondo. Il mondo l'ha cambiato il motore a vapore, l'energia, la televisione e il web. La politica è solo corsa dietro a questi cambiamenti, spesso tassandoli, strumentaliz­zandoli e cercandoli di controllare. In quanto alla free energy, cosa può cambiare, potete immaginarlo voi.