Celeste 64

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Celeste 64 - Marzo 2011

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L’ombra del colonnellodi Riccardo Monaco

Cominciò ad Abano la parabola di Gheddafi, dalle terme alla Jamairya, la repubblica rivoluzionaria.

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on sono pochi quarantadue anni al potere, quasi tre generazioni sotto lo stesso bastone, questo è stato il regno del colonnello Muammar

Gheddafi, giunto ad un tragico epilogo in un bagno di san-gue dopo essersi intrecciato spesso con la nostra storia e la nostra cronaca. Nell’immaginario collettivo nazionale Gheddafi è l’uomo che di volta in volta ha cacciato gli italiani dalla Libia una volta preso il potere, ha detenuto pacchetti azionari della FIAT, ha mandato qui un figlio per giocare a calcio in serie A, è volato via sullo sfondo del cielo di Ustica, ha somministrato il Corano in pillole a centinaia di belle ragazze italiane riunite e pagate per assistere alle sue lezioni teologiche nel corso delle sue ultime e recenti visite a Roma, con tanto di tenda berbera e beduini a cavallo.Ma quello che forse i più ignorano è che il colpo di stato del 1969 che consentì a lui e ad un gruppo di giovani ufficiali di deporre il re libico Idriss e fece diventare la Libia una sorta di repubblica un po’ socialista e un po’islamica, quel golpe fu organizzato e pianificato ad Abano Terme, in un albergo del centro, con l’appoggio discreto dei servizi segreti italiani. Dal centro delle terme i cospiratori sarebbero partiti in macchina verso sud, tallonati da spie di mezza Europa che, si favoleggia, sarebbero rimaste bloccate a Montegrotto, davanti all’inesorabile passag-gio a livello che tagliava in due la cittadina termale. Chi aveva interesse a sventare il complotto? Gli inglesi, ad esempio, che sostenevano re Idriss e che di fatto sareb-bero stati, e furono estromessi dallo scacchiere libico con quel colpo di stato che rimise l’Italia al centro delle relazioni internazionali di Tripoli. I nostri connazionali che vi si trovavano da tempo furono cacciati e i loro beni confiscati, ma l’Italia divenne partner privilegiato della Libia, del suo petrolio e del suo gas.Era sorta così la Jamairya, la cosiddetta democrazia delle masse, retta dai petrodollari del suo rais, impegnato negli anni a sostenere il terrorismo palestinese e altri, rendendo i rapporti con l’Occidente tanto tesi da attirar-si, nel 1986, un bombardamento aereo americano dal quale uscì salvo e malconcio per miracolo. Poi, un lungo periodo di relativo silenzio, forse anche per far dimenti-care la colpa maggiore di quegli anni, il coinvolgimento nell’attentato all’aereo Pan Am di Lockerbie con centinaia di morti (anche americani, da cui la vendetta giurata di

Reagan, fallita di poco) fino all’inopinato e cruento finale, con un paese alla disperata ricerca di libertà e progresso, un tam-tam battuto più sul web che dall’alto dei mina-reti, una rivoluzione che ha sconvolto tutto il Maghreb e sulla quale, passata la trepidazione, tutte le cancellerie occidentali, la nostra in testa, dovranno porsi un bel po’ di domande cercando di darsi almeno qualche risposta.

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Il “pezzo di carta”Gli effetti della “riforma scolastica” sugli istituti superiori della

Bassa: quello che cambia, quello che resta.

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a riforma scolastica in atto a livello nazionale ha portato i suoi cambiamenti anche nell’area che più ci riguarda da vicino. Pur di fronte a delle

variazioni,che possono creare un po’ di apprensione, dobbiamo registrare una novità interessante a livello di principio, per lo meno nell’area della Bassa padovana. L’indicazione, a livello politico, figlia anche della neces-sità di razionalizzazione, è quella di evitare che in un territorio abbastanza ristretto vi siano degli indirizzi di studi “doppi”vicini fra loro, per consentire che si riducano gli sprechi, ma pure, e principalmente, che per i nostri adolescenti vi sia una possibilità di scelta maggiore e più varia, per far giungere al tanto ricordato “successo formativo”. Si tratta in altre parole di permettere alle persone di sce-gliere in maniera consapevole e di trovare l’ambito giusto, nei vari percorsi delle scuole superiori, per migliorare anche la propria vita e avviarsi al mondo adulto con un bagaglio adeguato di capacità e competenze. Difficile come sempre dare indicazioni, specialmente nel

momento in cui i giochi sono già stati realizzati. Di certo è possibile dire che la scelta deve essere con-sapevole, sia perché indirizza per diversi anni il futuro di una persona che dopo sarà chiamata a dare il proprio contributo nella società, ma pure per assicurare che questo cammino si possa svolgere nella forma migliore. Confermata in questo senso per l’area una ricca e varie-gata offerta formativa, che permette proprio fra l’altro di scegliere, con distanze tutto sommato accettabilissime, molteplici possibilità di cammino scolastico. Andando a delineare la situazione, a volo d’uccello, si deve innanzitutto registrare una situazione di stasi per gli istituti superiori a Noventa Vicentina, che non hanno guadagnato, ma neppure perso, dato non trascurabile in un momento di tagli al settore istruzione. Diversa la situazione nell’ambito padovano, dove non mancano le novità. Se partiamo però da Monselice, rimane sostanzialmente immutato il panorama per i due plessi che raccolgono i vari indirizzi.

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Mantenuta quindi la proposta delineata sia dall’istituto “Cattaneo” che dal “Kennedy”, anche se alcune indica-zioni fanno pensare a un ridimensionamento nell’indi-rizzo turistico per l’ambito professionale. Situazione tranquilla, o quasi, pure dentro e fuori la cinta muraria di Montagnana, dove lo “Jacopo da Montagna-na” è riuscito ad ottenere in extremis la conferma per l’indirizzo professionale agrario e per il tecnico industriale a indirizzo meccanica. Confermata la bocciatura invece, da parte degli organismi regionali, dell’indirizzo per tecnici commerciali, e dell’indirizzo classico per il liceo. Avviata invece la sezione coreutica e musicale presso l’educandato statale “San Benedetto”, con una conferma della vocazione tradizionale dell’area per questo settore.Medesima scelta che si conferma pure a breve distanza, e cioè ad Este, dove lo stesso corso viene avviato pres-so l’istituto “Ferrari”. Di certo entrambi i plessi sono in grado di fornire una valida risposta, in particolare dal lato organizzativo. Mentre infatti fervono i lavori per la realizzazione del nuo-

vo edificio che dovrà appunto ospitare le clas-si delle varie ar-ticolazioni del liceo, accanto, nel plesso che ospita una par-te dell’istituto

“Duca d’Aosta”, sono prossimi a trovare concretizzazione dei cambiamenti non trascurabili. Ormai decisa infatti, a partire dal prossimo anno scola-stico, la divisione in due tronconi del “Duca”, che conflu-iranno rispettivamente nell’Itis “Euganeo” e nell’istituto “Atestino”. Vanno a far parte del primo gli indirizzi di manutenzione ed assistenza tecnica, l’antico corso di meccanica, con quello per produzioni industriali, il settore odontotecnico e il nuovo indirizzo per i servizi socio-sanitari. L’offerta dell’“Euganeo” si arricchisce inoltre per l’assegnazione di 3 nuovi indirizzi nel settore industriale, e cioè l’ar-ticolazione nel settore automazione per l’indirizzo di elettronica ed elettrotecnica, con accanto l’indirizzo per trasporti e logistica e quello di biotecnologie ambientali nel settore chimico.All’“Atestino” confluiscono gli altri indirizzi professionali, e cioè quello aziendale ed il turistico. Nel settore geometri viene inoltre avviato un nuovo indirizzo, e cioè quello di geotecnico.Nonostante una situazione che sembra molto complica-ta, è da sottolineare che per gli alunni e le famiglie non cambia, nulla, nel senso che rimarranno le collocazioni

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A Este, come in altri comuni, investimento non indifferente nel settore della cultura e della formazione. Possibilità di scelta maggiore e più varia.

Nuovo Liceo in costruzione a Este.

Duca d’Aosta, Este.

precedenti e sono confermati gli indirizzi avviati. Per concludere, va dato atto che per Este la scelta non è indolore, visto che nel giro di pochi anni è stata avviata una riduzione massiccia di presidenza, ma è doveroso notare che l’offerta dei vari corsi di studio è rimasta pressoché immutata. Un segnale preciso che conferma nel centro atestino come in altri comuni, un investimento non indifferente nel settore della cultura e della formazione.

di Michele Santi

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6 Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Montagnana - Mamma, porta-mi al Ca’liceAppuntamento per i ragazzi, senza adulti, o solo questi ultimi rigorosa-mente accompagnati dai più piccoli, con 4 domeniche dedicate alla scoperta dei racconti per le età più giovani a Montagnana. La rassegna, a cavallo dei mesi invernali, si inti-tola “Mamma, portami al Ca’lice”, con riferimento all’ambiente che ospita questi incontri. Il programma prevede comunque un momento di incontro e cultura per i “grandi” e una parte riservata ai ragazzi, all’insegna della scoperta di nuovi personaggi nei libri. Si va infatti da “Volpito Stre-gotto”, per continuare con “Di come Nicolino Punk volò in Brasile”, senza dimenticare una simpatica versione di “Dinosauri che mangiano fatine” e infine “Blu”. Coinvolte nell’iniziativa, oltre al locale “Ca’lice” sono le editrici Zampanera e Camelopardus.

Montagnana - La Fantasia che è di scena Ragazzi da mettere in scena? Forse meglio di no, ma di sicuro spazio a “La Fantasia che è di sce-na”, nella rassegna di teatro per i ragazzi presso il cinema Bellini a Montagnana. A partire dalla fine di gennaio, 4 appuntamenti per gustare spettacoli di teatro pensati per far divertire i piccoli, ma anche qualche adulto. Si inizia da “Il baule sapiente”, un contenitore quasi magico da cui escono maschere e pupazzi, men-tre al secondo appuntamento è la volta di “Aladin e la principessa”, un classico del genere della fiaba, che questa volta viene condito con danze e gags comiche. Stesso genere con “I Tre porcellini”, in cui le avventure classiche sono riviste con un insieme di canzoni, musiche e coloratissime scene. Per finire, agli inizi di marzo, uno spettacolo di un tipo particolare di magia, quella del ventriloquo, in cui si viaggia nella fantasia, con ad accompagnarci una scimmia burlo-na, una foca giocoliera e altri pupazzi con il dono della parola.

Montagnana - Iniziative di so-lidarietàDopo il periodo dell’alluvione, che ha colpito con durezza anche l’area della Bassa padovana, si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà. Oltre a quel-le promosse ad ampio livello, da ricor-dare la scelta spontanea promossa a Montagnana, presso il cinema teatro “Bellini”, che ha visto coinvolti, in un concerto dedicato, 2 formazioni mu-sicali. Sono infatti passate sul palco la band “Italiane Espressioni”, con un repertorio italiano tutto rigorosamen-te d’autore, e il gruppo “In her Shoes”, che hanno riproposto invece canzoni di Elisa Toffoli, una delle più raffinate artiste italiane.

Este - Bioetica e secolarizzazioneCibo per il corpo, ma spesso anche per la mente. Su un tema ricco e difficile da affrontare, come quello della riflessio-ne filosofica sui temi legati alla vita, si è svolto un dibattito ad Este. Al dialogo, organizzato dalla società filosofica “InfinitaMente” sul tema “Bioetica e secolarizzazione”, hanno preso parte Enrico Furlan e Sara Patuzzo, in con-fronto con Maurizio Mori, fra i massimi esperti italiani sul tema, e autore del “Manuale di bioetica. Verso una civiltà biomedica secolarizzata”.

Este - Corso volontari AVOOrmai entrato nella tradizione il corso per i futuri volontari Avo nel mese di marzo ad Este. Si tratta di 5 serate dedicate a preparare le persone che intendono offrire una piccola parte del proprio tempo per portare sollievo e conforto a chi si trova a vivere il momento non sempre facile della malattia e del ricovero ospedaliero. Il corso prende avvio martedì 1 marzo, presso la sala inti-tolata ai caduti di Nassiriya in vicolo Mezzaluna ad Este, per proseguire per altre 4 serate. Non sono richieste particolari capa-cità, solamente la voglia di dare un po’ di tempo per gli altri. Per informazioni: 333/4182345.

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Este - Teatrando: giovani e scuo-la in scena Quinta edizione ad Este per la proposta che porta a conoscere da vicino il teatro per i giovani delle scuole superiori della città. Si tratta di “Teatrando: giovani e scuola in scena”, breve rassegna che organizzata dal Coordinamento Pasto-rale vicariale e dalle parrocchie locali ha trovato attenzione e riconoscimenti sia dagli istituti scolastici come anche dall’amministrazione comunale di Este e da quella provinciale di Padova. Per quest’anno gli appuntamenti sono andati in scena in orario scolastico, agli inizi del mese di febbraio, proponendo 3 spettacoli di riflessione su temi forti e sentiti. Si va dalla rielaborazione in ambito giovanile del lavoro di Voltaire “Candido”, per continuare con un at-tualissima riflessione su “La voce della costituzione”, e infine una riedizione di “Don Chisciotte”, per rivivere l’epopea e il mito di Cervantes.

Este - Giorno della memoria Giorno della memoria da ricordare in forme diverse. A Este, l’ammini-strazione comunale ha dato il via a una mostra bibliografica sulla Shoa presso la biblioteca civica, mentre in via Portavecchia è stata allestita una mostra fotografica con scatti inerenti al cimitero ebraico di Venezia. Il culmine delle manifestazioni è stato il 27 gen-naio, con omaggio alla targa comme-morativa del luogo di arresto di Anna ed Emma Ascoli Zevi, a cui ha fatto seguito l’omaggio al cimitero ebraico, e in serata la lettura di brani scelti dal testo “Fratture”. Il giorno seguente, presso la biblioteca civica, letture scel-te da “Se questo è un uomo” di Primo Levi e da “Tagebuch” di Liana Millu, a cura di Italo Baratella. A villa Mantua Benavides, a cura dell’amministrazio-ne comunale di Baone, allestita invece una mostra sulla deportazione e il lavo-ro forzato nei lager. A Pojana Maggiore, nell’ambito delle iniziative “Fra storia e memoria”, incontro con l’ex deportato Samuel Emmanuel Artale.

Este - Corsi di cucinaSerie di proposte succulente presso l’istituto Manfredini a Este. Nell’ambito dei vari corsi professio-nali avviati da diversi anni, continua la proposta formativa nel settore della cucina, con varie possibilità. Si inizia dai corsi, molto gettona-ti, per preparare degli operatori nell’ambito dei piatti legati alla tra-dizione dei Colli Euganei, in grado fra l’altro di abbinare i manicaretti della tradizione locale con i vini del territorio. Oltre a questo, i religiosi salesiani propongono pure una serie di corsi serali, per conoscere ambiti vari. Si va dalle proposte nel settore del pesce, per i segreti sia del nostro mare che della cucina giapponese.Ma oltre a questo, la possibilità di imparare a cucinare altri diversi piatti sfiziosi. Per informazioni: istituto Manfredini, 0429/612101.

Padova - Settimana delle Ville Venete “Settimana delle Ville Venete” si intito-la la interessante rassegna che è stata organizzata dal Parco Colli Euganei per far conoscere in forma sempre miglio-re il ricco patrimonio di edifici che nei secoli scorsi hanno ornato la terrafer-ma, spesso permettendo di realizzare in alcune località, grazie all’impegno dei possidenti veneziani, dei capolavori architettonici. La formula, per il ciclo di incontri che è stato proposto a Padova, presso il punto informativo dello stesso Parco, all’interno di Palazzo Zabarella,

Monselice - Stagione teatraleStagione teatrale a Monselice che ha visto e vede passare personaggi e lavori di forte caratura. All’interno della sala della Buona morte nel complesso museale di san Paolo, si sono susseguiti , fra gli altri, una rielaborazione de “La confessione di Tolstoj” con la presenza di Toni Andreetta, e un approfondimento sulla figura di Vincenzo Peruggia, l’imbianchino italiano che rubò la Gioconda dal Louvre di Parigi, per concludere con una rivisitazione sul tema de “Il vecchio e il mare”.

è stata quella della relazione condotta in precedenza da uno studioso su temi generali collegati alla civiltà delle ville, per proseguire con la testimonianza di un proprietario di ville venete su argomenti più personali. Un’occasione in più per conoscere aspetti diversi di un ricco patrimonio che merita sempre di essere valorizzato.

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di Ferdinando Garavello

Nascere a Monselice

La struttura ospedaliera monselicense dispone oggi di due nuove sale per rendere il travaglio meno doloroso.

Nuovo punto nascite a MonselicePoltrone di prima classe, letti speciali e persino piscine per il travaglio in acqua. Sono questi i punti di forza del nuovo polo nascite dell’ospedale di Monselice, inaugu-rato poche settimane fa. Il reparto dispone di due nuove sale per il parto, dotate di attrezzature mediche all’avan-guardia e accorgimenti per rendere il travaglio meno doloroso. Non che la faccenda venga trasformata in una passeggiata, ma la struttura ospedaliera monselicense ha tutte le carte in regola per renderla meno traumatica e dolorosa. Le sale sono state realizzate grazie anche a un contributo di 200 mila euro, sostenuto interamente dalla fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. I nuovi spazi sono stati resi molto accoglienti con un

arredamento confortevole e colori vivaci. Piccoli detta-gli, che li rendono più simili ad una stanza di albergo che ad un ambiente sanitario. Fondamentale per il comfort delle donne è poi la possibilità di compiere il travaglio cambiando posizione. Questa novità è possibile in seguito all’acquisto, da parte dell’Ulss17, di un letto speciale che consente una grande libertà di movimento, mantenendo comunque un monitoraggio costante della donna e del feto da parte dell’equipe. Le sale sono inoltre già predisposte per il travaglio in acqua e in posizione variabile: quest’ultima permette di attenuare in modo naturale il dolore e il disagio delle contrazioni. Infine l’isolamento acustico è stato rafforzato per tutelare meglio la privacy delle partorienti. «Con la professionalità del nuovo primario e naturalmente di tutto lo staff del reparto, e l’inaugurazione delle nuove sale parto - sottolinea il direttore generale dell’azienda sanitaria locale, Giovanni Pavesi - crediamo davvero che oggi l’ospedale di Monselice possa offrire un’assistenza e un ambiente ideale alle partorienti, con l’ulteriore be-neficio della vicinanza a casa per le donne della bassa padovana».

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Paolo Lucio Tumaini, nuovo primario Classe 1954, laureato con lode in medicina e chirurgia all’università di Ferrara, dove ha conseguito, sempre con il massimo dei voti, anche la specializzazione in ginecologia e ostetricia. Il nuovo primario di ostetricia e ginecologia dell’azienda sanitaria locale ha un curri-culum di tutto rispetto. Si tratta di Paolo Lucio Tumaini, giunto a Monselice dopo avere ricoperto per quasi due anni l’incarico di facente funzioni di direttore dell’unità operativa di ostetricia-ginecologia all’ospedale di Vicenza. Parallelamente all’attività medica, nell’ambito della quale è un endoscopista esperto in laparoscopia avanzata, Tumaini è anche professore a contratto per la Facoltà di medicina e chirurgia di Padova per il corso di laurea in ostetricia. Il nuovo primario non perde tempo e fornisce le novità riguardanti le tempistiche mediche legate alla gravidanza. «Già prima della 40esima settimana - spiega il medico - viene fatto un accurato screening ambulato-riale delle pazienti, per verificarne le condizioni di salute generale e le possibili complicanze, ma anche per fornire alle donne tutte le rassicurazioni utili». «In questo contesto vengono anche fatti la visita anestesiologica e gli esami del sangue, così da essere già pronti in caso di parto

Un accurato screening ambu-latoriale delle pazienti, nuovi spazi accoglienti e accorgimenti per attenuare in modo naturale il dolore. Nel 2010 i fiocchi az-zurri battono i rosa.

cesareo - continua Tumaini - dopo la 40esima settimana viene inoltre attivato un monitoraggio più stretto, con una serie completa di controlli a giorni alterni, fino al momento del ricovero dopo la 41esima settimana».

Dati nascite La cicogna abita a Monselice, dove il reparto di ostetricia e ginecologia sta facendo registrare grandi numeri. La proiezione basata sui primi nove mesi dell’anno scorso, visto che il dato complessivo dell’intera annata non è ancora stato validato, fa segnare 900 nuovi nati. A conti fatti le autorità mediche presumono che il conteggio finale abbia superato le mille unità. E per il futuro ci si aspettano ulteriori picchi. Il punto nascite di Noventa Vicentina è stato infatti chiuso negli ultimi mesi dell’anno passato, mentre quelli di Este e Montagnana sono ormai storia da parecchio tempo. Tutto il «traffico» di puerpere e partorienti si sposta quindi sulla cittadina della Rocca, alla quale fa riferimento un bacino d’utenza che supera i confini della bassa padovana. Per quanto riguarda le statistiche va segnalata una preponderanza di fiocchi azzurri. Solo il 47 per cento dei neonati del 2010 era di sesso femminile. Undici mamme su cento avevano meno di 25 anni e il 21 per cento era compreso fra 25 e 29 anni. Sale l’età media delle partorienti: 36 neomamme su 100 avevano fra 29 e 34 anni. E addirittura il 24 per cento era nella fascia fra i 35 e i 39 anni. Solo un parto su quattro viene portato a termine con il cesareo. Grazie all’uso dell’anestesia epidurale sono arrivati a buon fine 173 parti indolore. Il 72 per cento dei «pancioni» arrivati in reparto l’anno scorso era italiano.

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Una soluzione sempliceQualcosa turba un adolescente, sarà un intervento tempestivo

a permettere di risolvere il problema senza strascichi.

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on è raro riscontrare nei bambini e nei ragazzi dei sintomi che apparentemente sembrano avere una causa organica, ma che, dopo accu-

rati esami medici, rivelano un’origine psicologica. Un giorno incontrai un ragazzo di 12 anni, accompagna-to dai suoi genitori, che, disperati, non riuscivano più a comprendere quel che gli stava succedendo: in breve tempo era molto dimagrito, mangiava poco o niente, e ogni mattina, dopo una leggera colazione, vomitava regolarmente tutto. Poi stava meglio. Effettuati tutti gli esami medici ed escluso qualsiasi problema organico, ora si cercava quello psicologico.A scuola andava bene e non c’era nulla che facesse pensare ad un rifiuto dell’ambiente scolastico; infatti a lui piaceva studiare ed era molto legato ai suoi compagni di classe. Restai sola con lui e gli chiesi di raccontarmi qualcosa della sua vita, anche non riguardante l’ambien-te scolastico. All’inizio mi parlò di eventi banali e poco rilevanti ai fini della comprensione di ciò che gli stava accadendo. Allora gli chiesi di raccontarmi le cose che lo preoccupavano, le sue ansie, le sue paure, ma egli continuò a parlare in modo evasivo. Il mio pensiero era orientato verso il fatto che il ragazzo fosse affetto da un’ansia somatizzata, un’ansia che appunto si esprimeva col vomito, dolori addominali, cefalea; sintomi che scom-parivano se per qualche giorno il ragazzo non andava a scuola, per ricomparire al momento di tornarvi. Questo tipo di sintomatologia viene utilizzata dai soggetti che ne sono affetti in modo più o meno cosciente e, nel caso del ragazzo, tutto sembrava far pensare a qualcosa legato all’ambiente scolastico, qualcosa che lo tormenta-va in maniera profonda. Allora gli dissi che ero convinta che nella sua vita stava succedendo qualcosa che

lo preoccupava molto,qualcosa che lo stava in-f luenzando in modo negativo. Scoppiò a pian-gere e mi disse

che da qualche mese aveva lasciato uno sport di squa-dra per dedicarsi ad un altro sport che gli piaceva di più. Da allora però, al mattino, incontrava sempre i suoi ex- compagni di squadra, che proprio nel percorso per

andare a scuola, lo prendevano in giro pesantemente e lo calunniavano. Mi disse che il nuovo sport e i nuovi compagni lo entusiasmavano tanto, ma quei continui episodi negativi non gli facevano più assaporare il piacere del gioco, ed era ormai convinto di mollare tut-to. Allora gli dissi che, siccome i vecchi compagni di squadra non riguardavano più la sua vita attuale e che, siccome, prima o poi si sarebbero stancati di prenderlo in giro, sbagliava a lasciare proprio quell’attività che gli piaceva tanto; avrebbe dovuto, invece, iniziare a disinte-ressarsi di loro, a non badare alle loro parole, a lasciar scivolare via le loro frasi perché quei ragazzi comunque non facevano più parte della sua esistenza, se non per quei pochi minuti del percorso. Parlammo a fondo di quell’argomento, di come la sua vita e il suo tempo non riguardassero più quella squadra e quelle persone. Si rasserenò e comprese che le cose stavano proprio così. In seguito i suoi genitori vennero messi al corrente di tutto ciò e lo aiutarono tantissimo. Nelle settimane seguenti imparò a disinteressarsi dei commenti degli ex-compagni e questi ultimi smisero quel comportamento. Oggi sta bene e non vomita più. Il sintomo rappresentava il rifiuto estremo di quella situazione: desiderava eliminar-la, così attraverso il vomito cercava di farla scomparire dalla sua vita; ma in realtà nulla cambiava. Nell’analisi della situazione era nascosta la soluzione, molto più semplice di quel che pensava.

Maria Grazia Parigi

I suoi ex compagni lo prendono in giro: l’unica arma è disin-teressarsi dei loro commenti.

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Sangue”, l’iniziativa a favore dei bambini terremotati di Haiti proposta dagli stessi alunni e sostenuta dall’Asso-ciazione, gli incontri con gli studenti di quarta e quinta su solidarietà, partecipazione attiva e donazione volontaria del sangue che hanno visto un dibattito intenso e vivace. Sono tutte testimonianze di come i giovani, se coinvolti con iniziative congeniali alla loro attualità, siano disponi-bili verso gli altri senza condizionamenti. È evidente che l’adulto deve a sua volta essere sensibile e cogliere la disponibilità del mondo giovanile: non è un caso che il raggiungimento dell’importante risultato ottenuto in que-sta realtà scolastica sia stato possibile grazie all’apertura della Dirigenza e del personale docente e non dell’Istituto. Forse può sembrare facile affrontare l’argomento soli-darietà, soprattutto se ciò avviene come una sorta di lezione frontale dove chi ascolta subisce la verità di chi parla; ma quando chi ascolta, invece, risponde e addirit-tura diventa lui stesso protagonista in questo percorso di supporto agli altri, allora le cose cambiano ed è qui che i ragazzi dell’Atestino hanno fatto la differenza. Essi non si

sono limitati “ad ascoltare”, ma sono passati “al fare”: in classe la richiesta di infor-mazioni durante gli incontri è sempre stata molto pre-sente e tra i maggiorenni un numero inaspettato di loro è diventato donatore perio-dico volontario di sangue.Da quello che all’inizio era stato ipotizzato come un’in-troduzione sull’importanza etica e morale della soli-darietà e della donazione volontaria del sangue, si è passati ad una presenza attiva e di appartenenza.

uando si parla di giovani e del loro mondo, ciò che frequentemente il dialogo propone sono spesso esempi o simboli che offrono un’im-magine di questa realtà un po’ superficiale e

mancante di valori e, anzi, non è raro che la discussione scivoli in una sorta di generalizzazione globale dove i luoghi comuni si sprecano, magari per giustificare anche qualche insuccesso di rapporto o qualche aspettativa delusa. Ma non è così. L’esperienza che ha visto protagonisti i giovani dell’Istituto Atestino per Ragionieri e Geometri di Este e l’associazione di volontariato Avis Comunale di Este, va esattamente nel senso opposto; essa è un esempio di come obiettivi, che richiedono anche un particolare impegno personale come la donazione volontaria del sangue, se proposti con il giusto linguaggio trovano certamente il coinvolgimento dei giovani. I progetti avviati nel 2010 all’Istituto Atestino si sono concretizzati attraverso manifestazioni ed incontri in classe che hanno fatto partecipi i ragazzi dell’intero ples-so scolastico ad argomenti e tematiche riguardanti la solidarietà, l’impegno nel mondo del volontariato e, in particolar modo, la dona-zione volontaria del sangue. È stata un’esperienza as-solutamente positiva, a dimostrazione di come spesso i preconcetti sono spazzati via dall’agire e la prova arriva dalla nume-rosa partecipazione degli alunni alle varie attività di sensibilizzazione realizzate: i concerti nell’ambito della manifestazione “Musica nel

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Due mondi a confronto: quello degli adulti e dei giovani.

Dall’ascolto ai fatti concreti.

Volontariato e scuolaQ

L’Associazione di volontariato Avis incontra l’Istituto per Ragionieri e Geometri di Este con progetti e manifestazioni. Forte la partecipazione degli alunni.

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La T.A.C. dal dentistaLa T.A.C. (tomografia assiale computerizzata) è un esame radiografico che consente di vedere le strutture del corpo umano (cervello, fegato, reni, ecc...) nelle loro tre dimen-sioni (altezza, lunghezza e spessore). È stato inventato dall’inglese Hounsfield nel 1971.La T.A.C. ha un unico limite, “spara” una grande quantità di raggi, per cui fino a poco tempo fa i medici la consiglia-vano solo per diagnosticare patologie gravi.Circa cinque anni fa è comparso sul mercato un apparec-chio T.A.C. chiamato CONE-BEAM, che consente di utiliz-zare una dose di raggi di 100-200 volte inferiore rispetto a quella utilizzata dagli apparecchi T.A.C. convenzionali.Di questa nuova apparecchiatura beneficiano soprattutto i dentisti nel campo dell’implantologia.L’esame T.A.C. CONE-BEAM, infatti, consente di misurare con estrema precisione tutte le dimensioni (in particolare lo spessore) delle ossa mascellari, consentendo di prati-care l’intervento in modo sicuro e preciso.

Anche lo Studio Dentistico dott. Gianni Mantoan dispo-ne della T.A.C. CONE-BEAM di ultima generazione che permette di:- ricavare le immagini di sezioni ossee dello spessore desiderato (3 decimi di millimetro).- valutare perfettamente l’inclinazione con cui inserire un impianto nell’osso.- acquisire immagini di elevata qualità con dosi di radia-zioni minime.

Questo consente di pianificare l’intervento di chirurgia implantare in assoluta sicurezza.

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Il volo dell’Angelo

Piccola parentesi di respiro quotidiano

di Chiara Scavazza

la prima domenica di carnevale e decido, con marito e figli, di andare a Venezia per assistere al volo dell’Angelo.

Tuttavia alla stazione di Monselice è un problema salire sul treno. È gremito, chi è già su sghignazza esaminando le nostre facce sospettose, tuttavia, dopo qualche minuto di smarrimento, a suon di scusa e permesso riusciamo a salire in carrozza. Naturalmente siamo in piedi, pigiati, ma, per fortuna, ce l’abbiamo fatta. Qualcuno dietro mi urta goffamente, brontola a voce alta, si scusa esclamando che nella sua carrozza il controllore ha chiuso a chiave il bagno. Ora, immaginate di essere tal-mente pressati da non riuscire a muovervi e siete costretti a farlo. Con una buona dose di abilità c’è chi allontana la borsa, chi alza le gambe, chi inspira trattenendo la pancia, chi serra le braccia e, quasi per magia, la signora incontinente riesce a raggiungere il suo posto, perché lei un posto a sedere ce l’ha. Il treno parte e tempo pochi mi-nuti un’altra signora si cruccia perché dovrebbe scendere. E con lei una valigia piuttosto ingombrante. Dopo taluni commenti indecorosi ciascuno fa del proprio meglio per creare un minuscolo spazio in questa carrozza che asso-miglia sempre più a un panino super farcito e in seguito a

pestoni e gomitate anche la signora contrita raggiunge la meta, l’aiutano a scendere dal predellino, qualcuno aveva persino proposto di farla uscire dal finestrino, sarebbe stato divertente, la valigia s’intende! Innegabile si sa per certo l’intensificarsi, durante il carnevale, del flusso migra-torio verso Venezia, e si sa pure che le corse normali non bastano (da Terme Euganee nessuno salirà fino a Venezia) perché quindi non aggiungere una corsa speciale?Una signora anziana resta giù a Padova con il suo trolley accanto. Ci guarda sconfitta senza darsi la pena, come tutti gli altri, di correre su e giù per le varie carrozze spe-rando di intravvedere un’angusta fessura. Purtroppo non ce ne sono, ma loro, i viaggiatori beffati, non lo sanno e continuano a frugare chiamandosi, aumentando il passo, vociando con premura. Partiamo con il carico umano verso Venezia e il tempo è pure grigio, ma questo non ferma nessuno, mi pare di capire. Sorrido perché penso che in questa normalità molti vor-rebbero ritrovarsi. Quanto darebbero alcuni genitori per affrontare la banalità di un vagone stracolmo? Il corpo di Yara è stato ritrovato da poco, l’assassino di Sara non ha ancora un volto, la crisi libica impazza, non c’è da stare allegri, insomma. Consegnino i colpevoli alla

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folla di madri e padri, altro che sconti di pena per infermità di mente o attenuanti inverosimili! Eppure il grigio fumo di questa prima domenica di carnevale non annuncia l’energia di un cielo coperto. Mi guardo attorno e mi accorgo che sono questi i colori del nostro Paese. Si fa un gran parlare di donnine che si vendono care, ma non saranno certo loro ad affrontare la sfida del futuro né tantomeno coloro che inorridiscono davanti al peccato altrui. Suggeriscano un’alternativa! Dove sono le proposte valide da suscitare desiderio di rim-boccarsi le maniche? Si critica e si rumoreggia. Si scende in piazza per costruire? o per disfare? Estrapolando un breve stralcio dell’intervista su Il Giornale del cardinale Bagnasco: “…perché non riconoscere che dietro la crisi economica si cela una difficoltà più profonda: la mancanza di valori veri e condivisi che garantiscano la salvaguardia del bene comune. (…) La coerenza personale e il rispetto delle regole sono la condizione necessaria per lo sviluppo di una democrazia.”Che altro dire?Arriviamo a Venezia, diranno siamo in settantamila. L’Angelo scende dal campanile e si apre il carnevale. E sono colori consegnati agli occhi, che accarezzano come farfalle. Leggerezza si riversa sulla piazza, meraviglia, profumo che sgrava l’aria pungente. A uno a uno i costumi riempiono gli spazi vuoti, una luce incerta cova su di noi e,

mentre il cielo sembra chinarsi, guardo in silenzio le onde tratteggiate dalle stoffe. Lievi fruscii mi costringono a voltarmi e mi rendo conto che c’è qualcosa di immensamente decoroso negli scatti effi-meri che mi passano davanti agli occhi. Un gesto di resa, il mio, conquistata e vinta dall’astuzia del carnevale. Di colpo Venezia assume l’andatura curva di una maschera che graffia contro il muro della normalità.

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Associazione “Este Medievale” in collabora-zione con l’Amministrazione Comunale di Este organizza e promuove la Manifestazione “Alla

corte degli Estensi” dal 2 al 5 giugno 2011 che invita a rivivere le magiche atmosfere e i fasti della corte dei Marchesi Estensi; il 2 giugno si terrà anche la gara di Balestra Manesca.L’evento storico che la manifestazione rievoca è il ritorno a Este del marchese Azzo VII, guelfo e paladino della Chie-

sa, potente signore di Ferrara.Nell’anno del Signo-re 1257 Azzo Novel-lo, così denominato per aver ereditato in giovane età il casato estense, libera la sua città dalla dura

occupazione di Ezzelino III da Romano, definito uomo di sangue e inumano agli umani, e con la riconquista dei castelli di Calaone e di Cero entra nella sua città tra la gioia e l’esultanza del popolo. Nell’anno 1259 l’impresa che celebra la figura di Azzo VII fu la battaglia di Cassano d’Adda nella quale riuscì a sconfiggere definitivamente Ezzelino III da Romano e a porre fine al sogno imperiale di creare un potente dominio nella penisola italica.Durante le giornate nell’anfiteatro del castello varie sono le attività proposte: apertura della taverna medievale, esibizione e prova di tiro con l’arco aperta al pubblico, “giostra del monaco”: sfida equestre con mazza ferrata tra le città dell’Aquila Bianca del Consorzio Terre e Castelli Estensi (Este, Ferrara e Grottazzolina), mercatino delle arti e dei mestieri, passeggiata a cavallo per bambini e adulti, accampamento medievale e vita di campo. Du-rante le giornate nel castello e nel centro storico varie società sportive di Este organizzeranno attività e tornei

Il ritorno di Azzo NovelloL’

A Este dal 2 al 5 giugno prossimi, intenso programma fra sport e storia

medievali tra i Terzieri. Alla domenica mattina Messa in costume presso il Duomo di S. Tecla.Sfida di Arco Storico “Torneo dei castelli estensi” (Este, Ferrara e Grottazzolina): grande spettacolo di danza e bandiere, esibizione degli Sbandieratori e dei Musici della contrada S. Giacomo di Ferrara, Corteo storico per le vie del centro e assalto e incendio della torre del castello.

Durante le giornate nel castello e nel centro storico varie società sportive di Este organizzeranno attività e tornei me-dievali tra i Terzieri.

XI° Torneo nazionale di Arco Storico “Città di Este”Il Torneo si terrà a Este domenica 10 aprile 2011. Il gruppo arcieri organizza ogni anno nella propria città, all’interno del castello Marchionale, il Torneo nazio-nale di Arco Storico “Città di Este”, inoltre partecipa a molte gare di arco storico e tradizionale proposte nel calendario nazionale. Durante i tornei gli arcieri sono in abito medievale, utilizzano archi storici e così facendo le gare oltre a rappresentare un sano con-fronto sportivo, si trasformano in eventi che animano il castello con colori e tradizioni dell’epoca, ricreando quelle lontane atmosfere.

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Appena un mese fa l’ISTAT ha diramato una serie di dati molto interessanti sull’andamento demografico in Italia, dipingendo un quadro di costante invecchiamento della po-polazione. Ci sono, dunque, sempre più anziani bisognosi di assistenza e sempre meno familiari disposti a prestarla, in una realtà in cui il lavoro o lo studio assorbono tutte le energie e il tempo a disposizione. Lo Stato non è in grado di fornire una risposta concreta a questa problematica con strutture pubbliche. Le ultime IPAB disseminate nel territorio, e soprattutto le strutture private di riposo, sono molto costose e coprono appena il 10-20% del fabbisogno.Per non parlare della problematica dei malati terminali di Alzheimer o di Parkinson: alle famiglie lo Stato risponde con un numero limitato di posti e una totale insufficienza di copertura specialistica.Il mercato delle badanti - o assistenti personali - è in forte crescita e la domiciliarità costituisce oggi la miglio-re risposta alle esigenze degli anziani e delle famiglie, specialmente alla luce del costante aumento delle rette degli istituti di ricovero. In un’ottica di valorizzazione della dignità umana e di riordino del farraginoso sistema dell’assistenza domiciliare, ha aperto i battenti in Este “Servizio Sostegno Sociale onlus”, una realtà che vanta molte collaborazioni con enti pubblici e parrocchie e che risponde, con una rigorosa formazione del personale, alle molte esigenze sociali del territorio. Il Servizio - una volta verificatane l’idoneità - provvede all’assunzione diretta della badante che opera presso il domicilio dell’assistito, sollevando le famiglie da ogni onere e rischio in materia di paghe, contributi e imposte e garantendo la copertura del servizio per tutti i mesi dell’anno anche in caso di malattia, gravidanza o irreperibilità della stessa. Non solo: è possibile richiedere personale qualificato o infermieristico anche

La bussola di Servizio Sostegno Sociale

A Este il nuovo centro per la bassa padovana specializzato nell’as-sistenza domiciliare ad anziani, malati e nei servizi alle famiglie.

part time, in orario diurno o notturno e nei fine settimana, presso la residenza dell’assistito o in ospedale. In tutti i pacchetti è prevista anche l’assistenza medica generale a cadenza mensile. Tra i vari servizi sono compresi anche i trattamenti riabilitativi, fisioterapici, odontoiatrici, protesici e audiologici, effettuati in regime di convenzione con le più importanti strutture a livello regionale e nazionale.Servizio Sostegno Sociale organizza anche il trasporto on demand di anziani per visite mediche, ospedali e qualsiasi altra necessità personale. Settore specialistico della onlus è quello dei malati di Alzheimer, a cui la stessa destina personale altamente qualificato per sollevare le famiglie dai drammi quotidiani che sono costrette a vivere. Un altro fiore all’occhiello è il nuovo servizio di Colf e Babysitter: un settore in cui la discrezione, la professionalità ed indi-pendenza sono fondamentali e in cui “Servizio Sostegno Sociale” spende molto tempo per la formazione e respon-sabilizzazione del personale.Servizio Sostegno Sociale ha sede in Este, in Via Cavour 28 (ex rilegatoria Morini Pedrina) ed è destinata a servire tutto il bacino della bassa padovana.

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Gold news A cura di Fabrizio Ferro

Un anello per dichiarare il proprio amore. Dal principe William a Massimiliano d’Austria.La curiosità è femmina. La notizia viene dall’ Inghilterra ed è rimbalzata su tutti i giornali e televisioni del mondo. Il principe William ha giurato amore eterno alla fidanzata Kate Middleton e, fino a qui, non ci sarebbe nulla di così sensazionale se non che ha adottato lo stesso metodo del principe Carlo, cioè ha rispolverato l’anello di fidan-zamento che fu 30 anni fa di Lady Diana e questo ha

scatenato la gioia dei sudditi e la curiosità del mondo intero. Ma su cosa si è scatenata la curio-sità? Principalmente sull’anello oggetto di detta promessa, uno splendido zaffiro blu di taglio ovale contornato da 14 diamanti a taglio brillante il tutto montato su oro bianco. Pensate che da quando le foto sono state messe in rete è stato oggetto in poche ore di talmente tante “cliccate” sul mondo di internet che alcu-ne aziende hanno pensato bene

di copiarlo e commercializzarlo, sì però, con il fusto in ar-gento e le pietre di sintesi, proposto in Inghilterra nei vari magazzini al cambio sterlina euro dai 15 ai 280 euro. Un fenomeno si pensava esclusivamente britannico ma che sta invadendo tutto il mondo al punto tale che sembra in Cina sia uno degli oggetti più gettonati ma con diamanti veri e zaffiro al centro e, naturalmente, con qualche zero in più sul cartellino di vendita.

L’amore è quel sentimento che per fortuna non sappia-mo misurare con nessuno strumento, né meccanico né elettronico, a volte nasce con impeto altre un po’ più lentamente. L’amore poi è così vario che non ha barriere, c è l’amore per un’altra persona, l’amore per gli animali, per gli ideali o per il proprio lavoro e cosi via. Mi succede quando mi ritrovo a parlare in modo confidenziale con clienti amici che mi raccontano del loro primo dono con valore di pegno verso un’altra persona, della loro “prima volta”, dell’anello consegnato su una vetta a 3000 metri di altezza, o legato a un pupazzo o consegnato da un cameriere durante una cena o semplicemente donato al momento giusto. Spesso il senso più bello della storia d’amore sta proprio in quel momento e nel dono che ne rappresenta il simbolo.Il valore del pegno d’amore o la promessa d’amore

dell’uomo verso l’altra persona viene tradizionalmente suggellato da un anello, l’anello di fidanzamento. Emo-zionale e intramontabile, è il solitario quell’anello con montatura esile che racchiude sopra di sé una pietra preziosa che appunto sarà sola, unico arricchimento dell’anello. La storia ci tramanda che la tradizione del classico anello con diamante montato a solitario risale al XV secolo, quando Massimiliano d’Austria conquistò il cuore di Maria di Burgundia (senza peraltro che i due si fossero mai incontrati) inviandole un magnifico anello con una pietra unica, un diamante appunto. Da qui nacque la fama del potere che il diamante solitario donato alla persona amata dia armonia e forza alla coppia.

L’anello di fidanzamento si usa infilarlo nell’anulare della mano sinistra dai tempi di Cleopatra e gli antichi pensa-vano che proprio da questo dito partisse una vena (vena amoris) che andava direttamente al cuore. Si pensi che addirittura nel Rinascimento quando le gentili dame ave-vano, o si procuravano svenimenti “per amore”, si usava massaggiare dolcemente l’anulare sinistro per facilitare il flusso del sangue al cuore e, magicamente, aprivano gli occhi per incontrare quelli del proprio innamorato, inginocchiato, nell’intento di rianimarle.

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Viaggi brevi, escursioni, scoperte per week-end e tempo libero

Un pezzo di Canadadi Lamberto Cicognani

Sembrerà un’esagerazione, ma con un filo di fantasia uno potrebbe pensare di passare una domenica in Ontario trovandosi in realtà semplicemente sull’altopiano di Asiago, che pure non ha niente da invidiare a nessun altro luogo quanto a bellezze naturali, anche se è risaputo che il fascino dell’esotico è senza tempo. Dunque, andando con ordine, la mission è raggiungere Enego, il più orientale dei comuni dell’altopiano e passaggio obbligato per entrare nella piana di Marcesina, ben conosciuta agli sciatori di fondo e ai meteorologi: ai primi perché facente parte di quell’immenso comprensorio sciistico di fondo che è tutto l’altopiano, ai secondi perché Marcesina, insieme con località Cima-banche (sopra Cortina d’Ampezzo) sono due fra i luoghi più freddi in assoluto delle nostre montagne raggiungendo in inverno temperature veramente polari, qualcosa come -25° e anche più in presenza di particolari condizioni climatiche come manto nevoso, vento di settentrione e gran secco. E qui già ci siamo con il lontano Ontario; aggiungeteci anche le slitte trai-nate dai cani e il gioco è fatto, Jack London, Zanna Bianca, le giubbe rosse e i cercatori d’oro dello Yukon vi appariranno all’orizzonte senza sforzo. Si dà il caso infatti che in località Valmaron da un paio d’anni sia attiva una scuola di sledog, una scuola per imparare a guidare una slitta trainata dai cani sulla neve, riuscite ad immaginare niente di più affascinante da fare fra pinete innevate e piste bianche? Il musher è padovano e si avvale di una trentina di cani da slitta, gli allievi vengono anche da altri paesi europei a testimo-nianza di quanta attrattiva eserciti questa specie di sport, fra uomo, animale e natura. Musher deriva dal comando “marsch” che i cacciatori di pelli francofoni usavano con le loro mute di cani; ben presto il comando divenne “mash”, ma per gli anglofoni questo suono doveva essere scritto “mush” per essere pronunciato “mash” ed ecco che il termine per designare il conduttore della slitta con cani divenne appunto “musher”. Vedere all’opera una muta è esaltante, i cani vivono per la slitta e per compiacere il loro padrone-conduttore e vederli filare dietro il capomuta tirando con una forza impressionante regala momenti adrenalici di com-piuta bellezza. Il punto di riferimento per aspiranti musher è il rifugio Valmaron, dove spes-so si incontra l’istruttore con le sue mute guaiolanti. Uno spettacolo! Reso felice lo spirito, va placato lo stomaco e ad Enego non mancano le proposte per una cucina che sa di malga ma con interessanti rivisitazioni personali. Eccellenti i formaggi e le ricotte che trovano largo impiego in cucina, i salumi locali, le polente che rinforzano i piatti di carne e le crostate di montagna. Avete mai fatto caso? In montagna non si produce vino, ma non manca mai ed è sempre di buona qualità!

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In località Valmaron c’è una scuola per

imparare a guidare una slitta trainata dai

cani sulla neve

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Tagliatelline noblesseIn gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

di Lamberto Cicognani

Questa volta vogliamo dilettarci con un piatto che potrebbe andar bene in tutte le stagioni, tranne forse che sotto la canicola più ardente: si tratta di un soufflé di tagliatelline, che potremmo considerare anche come piatto unico e che richiede un tempo medio di preparazione, circa un’oretta.Dunque per quattro-sei persone disporrete di circa 500 gr. di tagliatelline all’uovo, un etto di prosciutto cotto di qualità, un etto di fontina o al pinella, 50 gr. di parmigiano grattugiato, tre uova, un po’ di farina, circa un mezzo litro di latte, del pane grattugiato, sale, pepe e noce moscata q.b.Tagliate la fontina a dadolini e sminuzzate a coltello il prosciutto cotto, in un pentolino non troppo piccolo fate sciogliere mezzo etto di burro o margarina, incorporatevi circa 40 gr. di farina, aggiustate di sale e pepe e diluite il tutto con il latte. State preparando una salsa che deve risultare vellutata, perciò non smettete mai di girare fino a quando il com-posto sarà bello cremoso e andrà tolto dal fuoco. Adesso incorporatevi la fontina, il prosciutto cotto e il parmigiano grattugiato, quindi i tuorli d’uovo (possono bastare anche due), uno alla volta e solo quando il composto avrà perso calore. Delle uova avrete conservato e messo da parte gli albumi; a questo punto fare cuocere in abbondante acqua salata le nostre tagliatelline, scolatele, unitele alla salsa che avete preparato in precedenza, e al tutto unite gli albumi che avrete montato a neve con il profumo di una grattatina di noce moscata. Ungete una pirofila da forno con il bordo alto, spolveratela di pan grattato e versatevi dentro le tagliatelline condite. Via nel forno a 180° per circa trenta minuti fino a quando il tutto non si presenterà con un bell’aspetto gonfio e dorato. Il piatto va servito immediatamente per non far smontare il soufflé e per dare seguito con i fatti al meraviglioso profumo che dal forno si sarà sparso per tutta casa. Su una tale delizia è lecito brindare con un chiaretto del Garda oppure anche con una vernaccia di Oristano, un po’ più radicale quanto a corpo ed aromi: come sempre, si sa, è una questione di gusti. Dicevamo, piatto unico, certo, dopo una buona porzione di un soufflé come questo rimane ben poco per altre portate, ma se proprio non volete alzarvi da tavola provate con delle mele o pere al forno ( su queste ultime verserete un cucchiaio di cioccolato fuso), o della frutta in composta, che so, una crostata alle noci e fichi secchi o un cucchiaio di zuppa inglese, il tutto anche senza cambiare vino e senza che nessuno se ne scandalizzi.

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Ingredienti: 200 gr. di biscotti savoiardi, 200 gr. di cioccolato fondente, 100 gr. di burro, 100 gr. di zucchero a velo, 1 uovo, un po’ di liquore dolce.

Sbriciolate i savoiardi, poi passatevi sopra il mattarello per ridurli quasi a farina. Fate fondere 100 gr. di cioccolato fondente. Versate in una terrina il tuorlo d’uovo, aggiungete il burro ammorbidito e a pezzetti, e lo zucchero a velo. Lavorate gli ingredienti con un cucchiaio di legno fino a quando il composto avrà assunto la consistenza di una crema. Bagnate i savoiardi con un pò di liquore e uniteli alla crema insieme al cioccolato fuso. Mettete il recipiente in frigo fino a quando il composto risulta ben indurito, quindi ricavatene tante palline della grossezza preferita e tagliatele a metà. Prendete il rimanente cioccolato e riducetelo a scagliette, fatelo sciogliere a bagnomaria sul fuoco, lasciatelo intiepidire, poi spalmatelo sulla metà delle palline e accoppiatele. Disponete i baci, così ottenuti, dentro a dei pirottini di carta e metteteli in frigo fino al momento di servirli. Sono ottimi serviti con il te o con una crema allo zabaione.

Ricetta a cura di Marina Gallo

Baci savoiardi

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Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.A cura di Chiara Scavazza

in collaborazione con Libreria Gregoriana - Este

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E disseE disse: con questo verbo la divinità crea e disfa. Dal Sinai vengono scandite le sillabe su pietra di alleanza. Luogo di appuntamento è il largo di un deserto, dove la libertà è resistenza. Nell’antico Ebraico, madrelingua, le parole della nuova legge sono rivolte a un tu maschile. Le donne guardano con tenerezza gli uomini emozionati e agitati. Il dito scalpellino che scrive in alto a destra: “Anokhi”, Io, è il più travolgente pronome personale delle storie sacre.(“E disse” di Erri De Luca, Feltrinelli, 89 pagg., 10,00 euro)

La felicità di EmmaEmma alleva maiali nella campagna tedesca. È felice e l’abbraccio più vigoroso che abbia mai dato è quello a una vecchia scrofa. Gli animali sono la sua cura all’assenza di un amore e ai debiti che stanno per farle perdere la fattoria. Una notte, però, succede un incidente e nella sua vita arriva Max, giovane impiegato in fuga con il denaro rubato all’azienda per cui lavora e con il sogno di trascorrere gli ultimi mesi di vita in Messico. Come d’incanto Emma si ritrova tra le braccia tutto ciò che poteva desiderare: una borsa piena di soldi e un uomo da amare. Ma la felicità c’entra qualcosa con i desideri? (“La felicità di Emma” di Claudia Schreiber, K, 235 pagg., 14,50 euro)

Il profumo delle foglie di limoneSandra è una ragazza di trent’anni disoccupata che è rimasta incinta di un uomo di cui non è innamorata e che ha un rapporto difficile con i genitori. Così decide di andare in Costa Blanca, meravigliosa zona della Spagna e qui incontra una coppia di amabili vecchietti, Fredrik e Karin che vivono in una grande villa con un giardino ricco di fiori. L’accoglieranno come una figlia ma in questo angolo di paradiso, però, si nasconde l’inferno. Infatti i due sono criminali nazisti violenti e crudeli che sentono il desiderio di ricominciare le loro aberranti azioni. Julián, un uomo che conosce tutto del passato di questa coppia, informa Sandra e le chiede aiuto per smascherarli. (“Il profumo delle foglie di limone” di Clara Sanchez, Garzanti, 360 pagg., 18,60 euro)

Un treno pieno di ventoAgli inizi del Novecento una moltitudine di bambini viveva di carità, piccoli furti e vari espedienti per le strade di New York. Nacquero, per iniziativa di un giovane pastore protestante, i cosiddetti Treni degli orfani: decine di migliaia di bambini abbandonati, senzatetto, vittime della povertà o della negligenza dei genitori, salirono sui treni diretti a ovest, per essere adottati da nuove famiglie cristiane dell’America rurale. Nessuno di loro conosceva la propria destinazione e furono presi provvedimenti affinché le famiglie d’origine non potessero mai più rintracciarli.(Un treno pieno di vento” di Rae Meadows, Rizzoli, 263 pagg., 18,50 euro)

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30 RedGwendolyn è una ragazza che, dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre e i fratelli in un palazzo antico nel cuore di Londra affascinante e pieno di passaggi segreti. Eppure la sua vita le sembra peggiorata. La nonna comanda tutti a bacchetta e zia Glenda la considera una ragazzina superficiale. Poi c’è Charlotte, sua cugina, la prescelta. Gwen non la invidia perché sa che si tratta di una missione pericolosa. (“Red” di Kerstin Gier, Corbaccio, 327 pagg., 16,60 euro)

Vandali l’assalto alle bellezze d’ItaliaA Pompei crolla la Schola Armaturarum, l’ultimo mosaicista è andato in pensione dieci anni fa. In Sicilia, a due passi da Selinunte, dove il tempio di Apollo resta coperto per undici anni da un’impalcatura solo perché nessuno la smonta, c’è un’intera città di 5000 case abusive. In un’epoca in cui le scelte turistiche si fanno sul web, il portale Italia.it è 184.594° fra i siti web più cliccati del pianeta. Questo libro è la denuncia di uno scempio e di una politica troppo concentrata su se stessa per occuparsene.(“Vandali l’assalto alle bellezze d’Italia” di Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo. Rizzoli, 246 pagg., 18,00 euro)

La vita accantoRebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre l’ha rifiutata dopo il parto, suo padre è un incapace. A prendersi cura di lei, la zia Erminia, il cui affetto nasconde qualcosa di terribile, e la tata Maddalena, dolce e piangente. Ma Rebecca ha mani perfette e talento per il piano. Grazie all’anziana signora De Lellis, Rebecca recupera un rapporto con la difficile e complessa figura materna scoprendo nella musica un modo singolare di riscatto. (“La vita accanto” di Mariapia Veladiano, Einaudi, 163 pagine, 16,00 euro)

L’ultimo invernoFino a pochi decenni fa esisteva un mondo popolato di oggetti semplici, ingegnosi, oggetti che alcuni uomini, sempre in giro con i loro carretti ricolmi di ogni tipo di prodotti, sapevano riparare grazia a un’arte straordinaria destinata a pochi. Da qui proviene George Washington Crosby. Giunto al termine della sua vita, ricorda con stupore infantile la vita del padre, da cui ha ereditato fin da bambino la passione per gli ingranaggi e le piccole cose da aggiustare. Preferisce le passeggiate in mezzo alla natura al commercio e ama improvvisare canzoni davanti agli occhi affamati dei compratori. George, sdraiato su un letto improvvisato nel mezzo del salotto di casa, sogna quest’uomo che pare un amante della vita, ma segnato da una malattia miste-riosa e incurabile, l’epilessia. Era stata la malattia a condannarlo al suo vagabondare: un giorno, durante un attacco, il padre aveva morso la mano del figlio, e la moglie lo aveva allontanato da casa. (“L’ultimo inverno” di Paul Harding, Neri Pozza, 224 pagg., 15,50 euro)

La legge del desertoHazel Bannock, bellissima e raffinata vedova di un miliardario americano, tiene ben salde le redini dell’impero che il marito le ha lasciato. Per garantire la sicurezza del suo impianto petrolifero più importante si avvale di un plotone di mercenari guidati da Hector Cross, ex SAS noto per i suoi metodi estremi. Benché nasca una forte attrazione sin dal loro primo incontro, tra i due non corre buon sangue: Hazel non ama l’aggressività di Hector. Un evento tragico, tuttavia, sta per unirli: l’unica figlia di Hazel, la ventenne Cayla, viene rapita da un gruppo di terroristi islamici, insediati in una delle zone più selvagge e aride dell’Africa.(“La legge del deserto” di Wilbur Smith, Longanesi, 464 pagg., 19,60 euro)

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Mal di Testa? Mal di schiena? Dolori Cervicali?

La gnatologia è una branca della Odontoiatria che studia le funzioni della mandibola (masticazione, deglutizione, fonatoria, posturale) e pertanto i rapporti tra i mascellari, i denti, le articolazioni temporo-mandibolari di destra e di sinistra, i muscoli che muovono i mascellari e il sistema nervoso che comanda

quei muscoli, compresa la lingua. Normalmente ci si rivolge ad un Odontoiatra nei casi di dolori a livello mandibolare o ai denti o al cavo orale in generale. Poche persone sanno che disordini occlusali o disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare possono essere causa di patologie comuni e oggi molto diffuse quali cefalea, dolori cervicali, dolori alla colonna vertebrale, insonnia, stanchezza, così come acufe-ni, ronzii alle orecchie, vertigini o il bruxismo delle quali un odontoiatra esperto in gnatologia può eliminare i sintomi dolorosi senza più ricorrere all’assunzione di farmaci.

In cosa consiste una visita gnatologica? La visita gnatologica è assolutamente indolore, viene ese-guita con l’utilizzo di sofisticati computer all’avanguardia, ha la durata di circa un’ora e prevede un’accurata anamnesi ed una attenta analisi dell’occlusione dentale, dell’artico-lazione temporo-mandibolare, dei muscoli masticatori e di quelli cervicali, è importante per capire se i disturbi sono dovuti a disfunzioni cranio-cervico-mandibolari o a cause di errata postura. È fondamentale eseguire una accurata visita che permette di individuare una idonea terapia. Molto spesso osserviamo pazienti con dolori all’articola-

zione temporo-mandibolare a seguito di cure odontoiatri-che errate, anche una sola otturazione od una capsula eseguite con dimensioni non appropriate possono provocare sintomi dolorosi, anche la mancanza di un

Il Dr. Sergio Dovigo da oltre 25 anni si occupa di gnatologia avanzata trattando con successo i casi più complessi, ha imparato i trucchi del “mestiere” dal suo maestro americano prof. Thore Hansson massimo

esperto mondiale in gnatologia.

solo dente nella bocca può creare problemi articolari molto fastidiosi.

Quali benefici e quali aspettative porta una tera-pia temporo-mandibolare?Una volta rilevata la relazione tra i disturbi lamentati e i disordini temporomandibolari presenti, sarà possibile determinare le aspettative di successo del trattamento il quale può risolvere completamente ed in modo permanen-te il problema o ridurre sensibilmente i sintomi e le altre terapie necessarie. Proprio a riguardo, si sottolinea comun-que il primo risultato importante che sicuramente si può raggiungere e cioè il mancato utilizzo, la cessazione totale o una sensibile riduzione nell’uso di farmaci e medicinali quali analgesici, antinfiammatori, calmanti o sedativi che mettono a dura prova il metabolismo e la salute.

Come si riconosce una potenziale disfunzione dell’ATM?Capire e riconoscere la presenza di una disfunzione dell’ar-ticolazione temporomandibolare in una bocca apparente-mente “sana” non è semplice e solo un esperto gnatologo la può evidenziare. È opportuno però considerarne la potenziale esistenza in tutti i casi suddetti quali sintomi frequenti di cefalee, dolori cervicali o vertigini. È fortemente consigliato inoltre, in ottica di prevenzione, effettuare periodicamente un controllo gnatologico af-fiancato alla normale visita dentistica al fine di fermare anticipatamente l’evolversi della patologia.

Per il mese di aprile 2011 , presso lo Studio Dentistico Centro Implantologico di Noventa è istituito “il mese della gnatologia” durante il quale è possibile eseguire previo appuntamento visite gnatologiche gratuite.

ORTODONT Studio dentistico Centro Implantologico Dr. Dovigo , Via Corte Ferrighi 3/1C - Noventa Vicentina (VI) Tel. 0444 760303 - Fax 0444 760754www.venetoimplantologia.com - [email protected]

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di Sergio Dovigo

Esempio di problematica legata a disfunzioni

Dal dentista con la gnatologia si possono curare!

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Beauty, salute e benessere a portata di mano. di Sonia Lunardon

L’imperativo categoricoAlzi la mano chi non sogna almeno una volta alla setti-mana di mollare tutto e scappare da qualche parte per condurre finalmente una vita priva di impegni assillanti e fonte di stress quotidiano: tutto è “obbligatorio”, “dobbia-mo” fare questo o quello, non riusciamo più a scegliere di fare o non fare, sembra che qualcuno lo abbia già

fatto per noi e ci tocchi solo dire signorsì. La vita fatta di comandamenti non fa granché bene, ci logora e

ci procura una serie impressionante di disturbi visibili o nascosti, dal mal di testa al dolore alle spalle, alla cat-tiva digestione, al gonfiore addominale, piedi, schiena, ginocchia doloranti, sinusiti, raffreddori, febbricole e stati influenzali e via andando con un ricco campionario di simili piacevolezze.In questi casi il rifugio è il centro estetico e del benessere; cosa vuol dire “essere in un corpo”? Semplicemente che corpo e psiche hanno bisogno di attenzioni specifiche, di gratificazioni tattili e di “cure” nel senso etimologico del termine, di qualcosa o qualcuno cioè che si “preoccupi” di noi, per noi. La scorciatoia per stare meglio, molto me-glio è il massaggio personalizzato, che, attenzione però, viene deciso da uno specialista che sulla base dei sintomi

Il verbo “devo” si traduce in una serie di malesseri impres-sionanti; ma correre ai ripari si può.

accusati dalla persona decide come e dove intervenire.Di solito si comincia dalla testa con manovre rilassanti che servono a sbloccare le tensioni del capo, successi-vamente si passa alla fronte, agli occhi, alle mandibole, alle orecchie, mentre la persona trattata respira pro-fondamente. Successivamente si passa a collo, spalle, scollatura, braccia e mani.Senza interruzioni si procede allo sblocco del plesso solare (torace-stomaco) per distendere e ripristinare l’intestino tenue e crasso. Da questo punto in avanti a seconda delle necessità senza mai staccare le mani si può giungere fino ai piedi, oppure si interviene sulle gambe e sulle cosce.Girata la persona, si ricomincia dalla testa e dalle cer-vicali per percorrere la colonna vertebrale e arrivare alle gambe. Un massaggio ben eseguito richiede circa un’ora di tempo, un’ora mediamente alla settimana per ritrovarsi e ricostituirsi le difese immunitarie anche attraverso il conseguimento di uno stato di benessere psicofisico inevitabile dopo un trattamento del genere. Tutti, istintivamente, durante il massaggio, si lasciano sfuggire con soddisfazione dei mugolii come per dire “ah! È proprio lì che avevo bisogno di snodarmi!”, e questo stato di attenzione alle nostre condizioni del momento, questa interruzione dello stress rigenerano le difese naturali e ci consente di affrontare al meglio il mondo che ci aspetta là fuori.

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Intervento di solidarietàL’Associazione “Don Camillo Zaramella” per la coopera-zione missionaria, costituita ad Este presso la parrocchia di Santa Maria delle Grazie sin dal lontano 1983, dopo la scomparsa improvvisa del parroco di allora, propone un’iniziativa di solidarietà per portare aiuto concreto in una delle nazioni più povere del continente africano. Si tratta del completamento e della sistemazione delle finiture per la scuola elementare di Cufongho nello stato africano della Guinea Bissau, dove operano da oltre 50 anni i religiosi Francescani. L’edificio che è destinato ad ospitare circa 120 ragazzini in età scolare è già stato realizzato al grezzo, ma necessita della copertura e delle rifiniture essenziali per essere utilizzabile. La spesa per gli ultimi interventi è stata quantificata in 8.000 euro, cifra che permette di garantire al villaggio ed all’area circostante di assicurare un’istruzione minima per una crescita sociale complessiva. Si tratta fra l’altro della continuazione di un rapporto di solidarietà e di amicizia che è partito dalla conoscenza diretta dell’Associazione missionaria con fra Silvano De Cao, francescano laico che segue la parrocchia da oltre 40 anni. Lo stesso presidente della”Don Camillo Zaramella”, Anto-nio Ferro, ha svolto in Guinea Bissau un periodo di volonta-riato come medico, collaborando fra l’altro per creare nella nazione africana una legislazione sanitaria adeguata, per consentire di migliorare in loco la vita della popolazione. L’intervento di solidarietà, semplice ed essenziale, prevede

Per contribuire al progetto contattare mons. Lorenzo Mocellin, parroco delle Grazie a Este, oppure tramite: c/c 46253859 intestato a: Associazione don Camillo Zaramella per la Cooperazione Missionaria - Este - IBAN: IT27W0533662560000046253859Banca Popolare Friuladria Filiale: 0306 ESTE ABI: 05336 CAB: 62560 oppure sul c/c postale intestato all’Associazione n. 13017355.Le offerte versate all’Associazione don Camillo Zaramella per la Cooperazione Missionaria sono deducibili ai fini fiscali.

la sistemazione di cinque stanze, con porte e finestre, mentre per ricordare don Zaramella, parroco delle Grazie dal 1967 al 1983, verrà collocata una targa all’ingresso dell’edificio. Un intervento sentito con forza dall’Associa-zione, che chiede aiuto e collaborazione a chi desidera liberamente contribuire.

L’ardore del mareL’estate non è ancora alle porte, ma non sarà ereticale comincia-re fin da adesso a rivolgere qual-che timido e isolato pensiero alla bella stagione e al suo più indi-scutibile protagonista, il mare che ritorna, nel suo incessante andirivieni, per essere declinato in tutti i suoi possibili significati: la profondità, lo specchio del

sole, la metafora dell’anima, l’evasione del viaggio, la vita vicino alle sue sponde e la libertà ritrovata di chi non vive a ridosso delle onde e ci si reca per godere dell’estate. Questo e altro si ritrova nel libro L’ardore del mare (a Sirolo) di Maria Giovanna Bertoldi Portinari (Contro Riccardo Editore, Lonigo, 2010) ricavato da brani di vita, impressioni, annota-zioni contaminate con quelle di una scrittrice inglese di tardo Ottocento, frequentatrice delle stesse spiagge del Conero, nelle Marche, a pochi chilometri dalla severa Recanati di Giacomo Leopardi. Istantanee scattate dall’occhio con i ricordi del passato, il qui e ora di momenti felici e il passato della gente di mare, la pesca e il monte, in un accatastarsi di ieri e di oggi.

Escursioni primaverili del Gruppo Micologico Na-turalistico Culturale MonselicenseContinua l’attività del gruppo con una serie di escursioni per la stagione primaverile. Le escursioni partono dal Campo della Fiera di Monselice alle ore 8.00. Monte Lozzo, 06 marzo 2011Monte Cero Sentiero del Principe, 20 marzo 2011Casa Marina, 03 aprile 2011Museo della navigazione interna, 17 aprile 2011Delta del Po, 08 maggio 2011Monte Cecilia, 22 maggio 2011Porto Caleri, 05 giugno 2011Per info: sede del Gruppo in via Avancini 2/B, Monselice, [email protected]

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Programma 2011Dal 5 al 6 Marzo - Partecipazione al Carnevale di FiumeDal 14 al 17 Aprile - Este in FioreDal 29 Aprile al 1 Maggio - AtestiadiDal 10 al 15 Maggio Este - Settimana francese per i 10 anni di gemellaggio con Pertuis Dal 31 Maggio al 3 Giugno - Delegazione a Pertuis per 10° anniversario del gemellaggioDal 1 al 3 Luglio - Altstadtfest di Bad WindsheimDal 15 al 17 Agosto - Festa a TapolcaDal 29 Settembre al 3 Ottobre - Festa europea dedicata ai 15 anni di gemellaggio con Bad WindsheimDal 10 al 14 Novembre - Leek: cerimonia in memoria dei cadutiNovembre - Mercato di Natale a Bad Windsheim

Programma 2011 del Comitato Comunale per i Gemellaggi della città di EsteEste è gemellata con ben sei Paesi, non solo all’interno ma anche al di fuori della Comunità Europea. Il primo gemellaggio è nato 15 anni fa con la cittadina di Bad Windsheim (Germania), successivamente sono arrivati gli altri gemellaggi con Pertuis (Francia), con Tapolca (Ungheria), con Leek (Gran Bretagna), e con Rijeka-Fiume (Croazia) e, al di fuori della Comunità Europea, con Bet-lemme (Palestina). L’attività di gemellaggio nasce nel 1995, seguendo la direttiva della Comunità Europea, con lo scopo di “far incontrare le popolazioni, farne conoscere usi e costu-mi, favorirne l’amicizia in modo da evitare futuri conflitti internazionali, di incoraggiare il coinvolgimento all’inte-grazione europea e di sensibilizzare i giovani ad una vita sempre più internazionale”. Per questa attività, è stato designato un Comitato Comu-nale per i Gemellaggi, ma con la possibilità di avvalersi di altri volontari che si rendono disponibili per le varie attività in programma ogni anno. Operando secondo un regolamento suggerito dalla Comunità Europea, il Comitato elabora, infatti, un pro-gramma annuale delle manifestazioni e organizza i rapporti ufficiali con le città gemellate. Promuove, inoltre, altre iniziative volte ad allargare i rapporti tra istituzioni, scuole, e associazioni estensi con quelle analoghe dei diversi paesi gemellati. Per mantenere vivi i contatti, si organizzano viaggi che prevedono momenti ufficiali ma consentono al tempo stesso di conoscere il contesto in cui vivono i nostri futuri amici. Inoltre si organizzano eventi in Este con la possi-bilità di ospitare gli amici delle città gemellate e favorire anche contatti tra associazioni e in particolare tra le scuole, poiché sono i giovani i cittadini europei del futuro.Il concetto fondamentale di queste iniziative è basato sulla volontà di avviare rapporti di amicizia tra estensi e abitanti degli altri paesi.

All’interno del programma 2011, un primo momento di contatto avverrà con la cittadina inglese di Leek durante la manifestazione “Este in fiore”, quando due signore appartenenti al Rudyard Flower Club proporranno dei laboratori con lezioni di addobbi e composizioni floreali nel tipico stile inglese.Nei giorni 29 e 30 aprile si disputeranno le Atestiadi, una serie di tornei con la partecipazione di studenti delle città gemellate. I giochi prescelti sono Calcio a 5, Badminton, Hochey su prato femminile e tennistavolo. A maggio verranno organizzate alcune iniziative per fe-steggiare il 10° Anniversario con Pertuis (Francia) mentre è in programma un viaggio a Pertuis, in Provenza, tra fine maggio e i primi di giugno, a cui tutti i cittadini sono invitati ad unirsi con possibilità di essere ospiti nelle famiglie francesi. È prevista tra l’altro la visita delle famose citta-dine di Arles ed Aix en Provence. Il Comitato Gemellaggi invita tutta la cittadinanza a partecipare agli eventi 2011 e si augura di trovare sempre più disponibilità ad ospitare per qualche giorno gli abitanti dei paesi gemellati in visita. Tale occasione diventa particolarmente positiva, soprat-tutto per i giovani, se destinata a ripetersi nel tempo, perchè favorisce nuove amicizie e possibilità di scambi.

Per info: Comune di Este, tel. 0429.6175539, o [email protected]

La cittadina di Bad Windsheim in GermaniaCampi di lavanda in fiore vicino Pertuis

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