LdF diocesano1 IL PROGETTO FORMATIVO DI AC Scuola Associativa Diocesana di 1° livello.

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IL PROGETTO FORMATIVO DI AC

Scuola Associativa Diocesana

di 1° livello

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* un “trattatello” pedagogico o teologico-catechetico sull’educazione cristiana in generale;* un prontuario esaustivo su come svolgere l’attività educativa in associazione;* un testo pensato (un po’ presuntuosamente) per durare… sempre.

0. Che cosa non è!

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1. DA DOVE PROVIENE

“Dall’Azione Cattolica ci attendiamo esemplarità

formativa e che sappiate dire il Vangelo con le parole semplici

della vita quotidiana”

Dal lavoro svolto negli ultimi anni per la sussidiazione del cammino associativo annuale ha chiarito le scelte di metodo e di contenuto.

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1. DA DOVE PROVIENE

Dalla lettura della realtà e consapevolezza di un mondo cambiato, che ha reso inadeguato il modo di pensare e fare formazione. Dall’enfasi sulla catechesi si passa all’urgenza di ripartire dall’ABC dell’esperienza cristiana

Dal Consiglio Nazionale che ha designato una commissione che, insieme alla Presidenza dell’AC, ha steso il testo base per la formazione, arricchito poi dal confronto con esperti e soci.

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Un testo che non dice propriamente ciò che siamo, ma

ciò che vogliamo diventare!

1. DA DOVE PROVIENE

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All’origine della decisione di rivedere il progetto formativo dell’Associazione stanno dunque:

1. DA DOVE PROVIENE

È il capitolo introduttivo a delineare il rapporto che esiste tra le caratteristiche dell’AC e il tipo di formazione che in essa si vive. La proposta formativa ha infatti alcuni caratteri tipici, coerenti con il carisma dell’Azione Cattolica e frutto delle scelte che essa ha compiuto e della cultura associativa maturata vivendole.

a) un’esigenza di fedeltà alla nostra identità, al nostro carisma: la tradizione dell’Azione Cattolica è sempre stata caratterizzata da un impegno formativo qualificato e originale nel comunicare il Vangelo.

(ce lo riconoscono anche i vescovi negli Orientamenti Pastorali al n. 61, dicendo che l’opera dell’AC in tale campo è stata in passato molto preziosa).

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All’origine della decisione di rivedere il progetto formativo dell’Associazione stanno dunque:

1. DA DOVE PROVIENE

Il 3° capitolo illustra, senza pretese di essere esaustivo, alcune caratteristiche della cultura odierna (in particolare la condizione di cambiamento e la mutata sensibilità religiosa) che hanno un particolare riflesso sulla coscienza delle persone, sul modo in cui essa si forma e quindi anche sul modo di evangelizzare.!

b) un’esigenza di fedeltà al nostro tempo: non vogliamo che l’Associazione sia apprezzata solo per ciò che è stata e ha dato il suo passato: sentiamo la responsabilità di rendere la nostra proposta formativa all’altezza dei tempi: una proposta viva, capace di interpretare la condizione dei cristiani nel mondo di oggi, per poter comunicare il Vangelo in forme nuove ma sempre autentiche ed efficaci.

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1. DA DOVE PROVIENE

Il primo passo per vivere questa responsabilità è quello di pensare la formazione, prima di farla.

Il n. 1 del 1° capitolo presenta il senso del progetto formativo proprio come strumento per pensare la formazione e adattarla al contesto locale, sottraendola ad ogni automatismo e passività.

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2. Una precisa idea di formazione: “Perché Cristo sia formato in voi”

La formazione può essere intesa in molti modi, plausibili ma non corrispondenti esattamente all’idea di formazione che ci sembra la più forte per un percorso di vita cristiana rispettoso delle persone e adatto a questo tempo:

addestramento

indottrinamento

accompagnamento

modellamento

formazione orientata a indurre comportamenti prestabiliti

formazione orientata a trasmettere

contenuti cognitivi

formazione orientata a indurre ad

assecondare le esigenze soggettive

formazione orientata a indurre assecondare le esigenze sociali

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La formazione per la quale ci interessa spenderci e in cui crediamo è piuttosto:

2. Una precisa idea di formazione: “Perché Cristo sia formato in voi”

formazione attenta a far crescere, a fare in modo che si delinei nella vita di

ciascuno il volto del Figlio, modello e vocazione di ogni persona creata a

immagine e somiglianza di Dio

Con-formazione a Cristo

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Il n. 2 del 1° capitolo descrive a grandi linee questo processo e questa idea di formazione.

Il 2° capitolo, vero cuore del progetto, è tutto dedicato a far percepire con chiarezza il centro della proposta formativa dell’Azione Cattolica, che è la fede in Gesù: il mistero di Cristo è mostrato come senso, via e mèta della formazione e della vita cristiana. Tutti gli altri capitoli vanno letti nella luce di questo, e ne portano l’impronta cristocentrica

2. Una precisa idea di formazione: “Perché Cristo sia formato in voi”

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3.Una precisa fisionomia dell’educatore

Ciò che è stato detto circa l’idea di formazione non può restare un pio enunciato. Ha delle conseguenze precise sull'impostazione della formazione.

Il ruolo dell'educatore sarà infatti quello di promuovere nelle persone un atteggiamento di ascolto della vita e del Vangelo, di docilità, di silenzio, di attesa più che di sforzo ascetico e di istruzione morale; sarà quello di porre le condizioni perché il dialogo tra lo Spirito e la persona avvenga in libertà;

consisterà quindi anche nel togliere gli ostacoli che impediscono alla coscienza di percepire l'attrazione di ciò che è vero, bello, buono, degno della persona e corrispondente al suo desiderio profondo.

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a) che l'educatore non proclama l'ideale, ma si pone come esempio concreto di un'umanità possibile, che riveli - quasi in filigrana - la bellezza e la forza di una fede presa sul serio.

La mediazione indispensabile di ogni formazione è dunque la persona dell'educatore, che è lo strumento formativo per eccellenza, come Gesù lo è stato per i suoi discepoli.

Ciò significa:

3.Una precisa fisionomia dell’educatore

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b) che è parte della responsabilità educativa introdurre le persone in un dialogo interiore personale con Dio e di introdurle eventualmente in conflittualità che non conoscevano, per aiutarle a uscire da sé stesse verso una più piena consapevolezza del proprio continuo bisogno di imparare, della propria fallibilità, della natura gratuita della vita. Questo significa che la formazione umana non si attua separatamente da quella spirituale, ma che si sostanziano a vicenda e che per questo l’educatore dev’essere una persona spirituale, cioè docile allo Spirito e guidata da Lui.

3.Una precisa fisionomia dell’educatore

Dei diversi ruoli educativi che incidono nella formazione di una persona, dei compiti dei formatori e di ciò che l’Associazione chiede e offre a chi presta questo servizio è dedicato l’intero 7° capitolo, in cui si precisano le responsabilità delle tre figure che da sempre sono cardine della formazione dell’Azione Cattolica: gli educatori (chi fa attività formativa diretta con ragazzi, giovani o adulti), i responsabili (chi riveste un incarico elettivo e ha cura della vita) e gli assistenti. Tutto il testo del progetto, d’altra parte, contiene spunti e indicazioni riguardanti l’azione educativa (p.es., n. 3 del 1° capitolo; n. 2 del 6° capitolo, circa le esperienze formative proposte dall’Associazione).

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4. Meta e obiettivi della formazione: essere nel mondo ma non del mondo

Non basta dire “ti accompagno” per formare veramente: occorre sapere anche verso dove si va, perché non accada di aver camminato insieme per anni e non essere arrivati da nessuna parte.

È il contenuto del 4° capitolo

Non basta, d’altra parte, nemmeno limitarsi a dire che lo scopo della formazione è la santità, la configurazione a Cristo o vivere una vita evangelicamente bella, buona e beata… Per una proposta credibile e un cammino formativo efficace è necessario concretizzare un po’ di

più quali siano gli obiettivi che la formazione persegue.

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4. Meta e obiettivi della formazione: essere nel mondo ma non del mondo

In sintesi:

Meta del

progetto (cap 4, n.1)

“ formare personalità di laici cristiani testimoni dell’originalità della vita

secondo il Vangelo ”

Obiettivi del progetto (cap 4, n.2)

Ovvero i tratti del laico adulto nella fede, così come lo intende l’Azione Cattolica

- interiorità profonda- tensione all’unità espressa nella cura della fraternità- forte senso di responsabilità verso il mondo- senso di Chiesa che si traduce in appartenenza e servizio

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5. Una formazione che sa assumere la dinamica della vita cristiana

La proposta educativa dell’Azione Cattolica prende forma ordinaria negli itinerari formativi: percorsi definiti da elementi caratteristici

Descritti al n. 2

del 5° capitolo

che, pur rivolgendosi a persone in diversa situazione di vita, procedono comunque assumendo la dinamica fondamentale del divenire discepoli o, se si vuole, del cammino della fede

Descritta al n. 1

del 5° capitolo

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Ricerca

Ascolto

Conversione

Missione

dinamica fondamentale del divenire discepoli o,se si vuole, del cammino della fede:

5. Una formazione che sa assumere la dinamica della vita cristiana

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Gli itinerari sono pensati per essere occasione significativa di crescita nella fede – un vero viaggio dell’anima - sia per chi ha mosso i primi passi già nella fanciullezza,

È la descrizione della formazione “lungo le stagioni della vita”, che si trova al n. 3 del 5° capitolo. Qui si

trovano le proposte tipiche dell’Azione Cattolica per i

piccolissimi, ragazzi, gli adolescenti, i giovani oltre i 20 anni, gli adulti, gli

anziani

5. Una formazione che sa assumere la dinamica della vita cristiana

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sia per chi in età giovanile o adulta desidera “ricominciare a credere”.

n. 5 del 5° capitolo. Questa è una delle vere novità del nuovo progetto formativo: si tenta di

dare forma alla volontà di evangelizzare in un tempo di

secolarizzazione, in cui la fede non può essere data per scontata

neanche in chi ha ricevuto un’educazione religiosa

5. Una formazione che sa assumere la dinamica della vita cristiana

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Nel trattare di itinerari formativi, viene descritto anche il percorso annuale che l’Associazione propone a tutti i soci – sia personalmente che a livello di gruppo - e che dà qualità alla vita associativa in modo che sia essa stessa un’esperienza capace di dare forma evangelica alla vita.

5. Una formazione che sa assumere la dinamica della vita cristiana

Tale percorso annuale si rinnova ogni anno dentro il cammino della comunità cristiana. In esso si trovano tutte le scelte che qualificano in generale gli itinerari formativi dell’Azione Cattolica.

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Ogni anno l’Associazione propone ai suoi aderenti:

La scansione delle “Settimane” (dello Spirito, della carità, sociale, della comunità e il Mese della pace), come tappe in cui formazione e missione si intrecciano e si arricchiscono reciprocamente. Si tratta di una proposta che, ciclicamente, ogni anno fa confrontare ed esprimere l’Associazione sui temi che qualificano la sua identità: spiritualità, servizio, impegno civile, senso ecclesiale, scelta associativa…

Un cammino scandito dal Vangelo domenicale dell’anno, così da essere in armonia con il cammino della comunità cristiana e col progetto catechistico della Chiesa italiana.

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Il testo conclude con un’indicazione di grande rilevanza: occorre ora “passare dal progetto al processo”, avviando esperienze concrete di formazione capaci di sprigionare la ricchezza e le potenzialità insite nel documento elaborato. Ciò richiede, innanzitutto, di approfondire la proposta fornita, nei suoi orientamenti di fondo e nei suggerimenti operativi, e di confrontare con essa quanto, concretamente, si compie a livello locale. Per procedere bene nella direzione segnata, occorre però: primo, che ciascuna associazione maturi una forte consapevolezza della propria responsabilità educativa; secondo, che si addivenga alla preparazione di generazioni di educatori/animatori sempre più competenti e appassionati del loro servizio.

Una prima… conclusione!

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Dal Progetto ai Processi formativi• Riscoprire o ripartire da

quelli che sono i fondamenti dell’AC e che costituiscono il contributo specifico per la Chiesa

• Un progetto formativo: non basta averlo riconsegnato, va assimilato e “digerito” perché rappresenta la nostra carta di impegno per il servizio che l’AC fa alla chiesa Italiana

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Dal Progetto ai Processi formativi

“Tradurre il Progetto Formativo attraverso itinerari efficaci e praticabili, attenti ai bisogni formativi di ragazzi, giovani e adulti, curando la dimensione globale della vita umana e cristiana, secondo lo stile dell’accompagnamento personale privilegiando il metodo partecipativo”

Documento finale della XII Assemblea

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Il Laboratorio sulla formazione• A livello nazionale un gruppo di esperti e

di rappresentanti della presidenza e delle articolazioni sta elaborando sia le caratteristiche fondanti degli itinerari formativi sia della formazione degli educatori/animatori

• Il progetto chiede la presenza di laboratori analoghi a livello diocesano

Intorno a noi…

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Intorno a noi…

• Il convegno ecclesiale di Verona

• Testimoniare la Speranza

• Pastorale integrata

• Gli ambiti di vita

• Sinodo Diocesano

• Direttorio

• .............

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Dal Progetto ai Processi formativi

• Una richiesta implicita del nostro tempo.

• Le nostre chiese locali vivono alcune difficoltà di tipo pastorale, ed è un nostro compito come laici credenti interrogarci, analizzare e mettersi al servizio.

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Intorno a noi: spunti di riflessione

• La vita ordinaria delle nostre parrocchie (per i ragazzi i giovani e gli adulti) e il rapporto tra formazione e animazione

• Interpretazione riduttiva che si riduce alla sola animazione, o al solo “dare animo” alla comunità, alla parrocchia, ai gruppi di ragazzi, etc...

• Una formazione specifica, molto settorializzata anche in ambito ecclesiale

• Una formazione spesso spontaneistica e improvvisata• Una formazione spesso appiattita e scialba• Una formazione “utilitaristica” (formare per...)

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«Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci. Alla domanda: - Perché la costruzione di Tecla continua così a lungo? - gli abitanti senza smettere d'issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e in giù lunghi pennelli. - Perché non cominci la distruzione, - rispondono. E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: - Non soltanto la città. Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l'occhio alla fessura d'una staccionata, vede gru che tirano altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi. - Che senso ha il vostro costruire? - domanda. - Qual è il fine d'una città in costruzione se non una città? Dov'è il piano che seguite, il progetto? - Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, - rispondono. Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. - Ecco il progetto, - dicono»

(I. Calvino, Le città invisibili)

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