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Il gruppo di monitori del secondo turno a Sonogno Colonia OCST A Sonogno vince ancora una volta il divertimento pagine 8-9 Lugano Airport SA Finalmente atterrate buone notizie Cruspi SA Tutti a casa con le briciole Festa delle famiglie La splendida giornata in immagini pagina 2 pagine 4-5 pagina 3 Prossimo numero: 6 settembre 2018 Redazione il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com Giornale dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese lavoro 19 luglio 2018 - Anno XCIII - N.12 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano

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Il gruppo di monitori del secondo turno a Sonogno

Colonia OCSTA Sonogno vince ancorauna volta il divertimento

pagine 8-9

LuganoAirport SAFinalmente atterratebuone notizie

Cruspi SATutti a casacon le briciole

Festa dellefamiglieLa splendida giornata in immagini

pagina 2

pagine 4-5

pagina 3

Prossimo numero: 6 settembre 2018

Redazione il Lavoro - Via Balestra 19 - 6900 Lugano Tel. 091 921 15 51 - Fax 091 924 24 71 - [email protected] - www.ocst.com

Giornale dell’Organizzazione cristiano-sociale ticinese lavoro19 luglio 2018 - Anno XCIII - N.12 - CHF 1.00 - G.A.A. 6900 Lugano

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Svizzera

Iniziativa sul personale qualificato:si procede nella giusta direzione

CLAUDIA SABATINI

L’ iniziativa sul personale qualifica-to (IPQ) sarà finalmente trasferita, all’inizio del 2019, nella politica

ordinaria della Confederazione. Lanciata nel 2011 dal consigliere federale Johann Schnei-der-Ammann, tale iniziativa ha l’obiettivo di sfruttare maggiormente il potenziale di per-sonale specializzato residente in Svizzera e sopperire così alle lacune registrate nel Pae-se. Lo scopo è quello di ridurre la dipendenza dalla manodopera straniera. Per far fronte alla carenza di personale, il DEFR e la Conferenza dei Direttori Cantonali dell’Economia Pubblica (CDCEP), a inizio 2013, così come riportato sul sito della Seco, hanno presentato un pac-chetto di misure da attuare in quattro campi d’azione: • la specializzazione in funzione delle esigenze del mondo del lavoro;• la promozione delle innovazioni come rispo-sta alla mancanza di personale qualificato sul-la base di una maggiore produttività;• la creazione di condizioni adeguate per l’oc-cupazione dei lavoratori anziani;• il miglioramento della conciliabilità fra vita fa-miliare e professionale.

Nel 2014 il DEFR ha analizzato una serie di misure aggiuntive nei quattro campi d’azione, con le quali si è puntato maggiormente sulla formazione professionale superiore e sull’a-gevolazione per l’ottenimento di un diploma professionale da adulti. Dal punto di vista quantitativo, si è cercato di compensare alla carenza di personale specializzato aumentan-do il grado di occupazione di chi lavora a tem-po parziale, andando soprattutto incontro alle donne, per ciò che concerne il numero di posti di accoglienza per bambini in età prescolastica e scolastica, e l’abbassamento dei costi delle suddette infrastrutture. Non solo: sono sta-ti proposti incentivi per continuare a lavorare fino all’età pensionabile e oltre, contribuendo così a valorizzare il potenziale già esistente di persone qualificate. In più, bisogna tenere pre-sente che negli ultimi anni il settore sanitario e quello della formazione sono andati incontro a una sostanziale carenza di personale qualifica-to, ma grazie all’innovazione si cerca di trova-re una soluzione al problema, aumentando la qualità e l’efficienza nei due settori e riducendo quindi il fabbisogno di personale qualificato.

Inoltre, per rendere pubblico l’impegno dei partner nel migliorare i campi d’azione indi-

viduati, il 30 maggio 2017 è stato inaugurato il nuovo sito web www.personalequalificato-svizzera.ch, tramite cui la Confederazione, i Cantoni e le parti sociali intendono fornire una panoramica del tema, presentando i progetti inerenti.

Dal rapporto di monitoraggio per l’iniziativa sul personale qualificato del 2017 sono emersi risultati positivi. L’iniziativa è stata progressi-vamente ampliata e il numero delle misure adottate, la cui occupazione è affidata a cinque dipartimenti (DEFR, DFI, DFF, DFGP, DDPS), è passato da 30 a 44, permettendo di sfruttare meglio il potenziale della manodopera locale. È risultato che tra il 2010 e il 2016 il personale qualificato è aumentato di circa 322’700 posti a tempo pieno e l’occupazione delle donne tra i 25 e i 54 anni è aumentata di 81’900 posti a tempo pieno.

Per questo motivo, il 27 giugno 2018 il Con-siglio federale ha deciso di trasferirla nella poli-tica ordinaria, l’operazione avrà luogo all’inizio del 2019. Nonostante i progressi siano stati notevoli, risulta ancora sostanziale la carenza di personale nell’insegnamento e nella ricerca della medicina umana, che puntano a un con-solidamento e potenziamento delle stesse.

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PAOLO LOCATELLI

C ento licenziamenti in tutta la Svizzera di cui 4 attivi in Ti-cino. Un piano sociale ridicolo per un’azienda che fattu-ra ogni anno (e anche quest’anno) qualcosa come 55/60

milioni di franchi. Un’azienda che si occupa della fornitura ai grandi distributori di dolciumi e snack della Haribo. In un lunedì di inizio giugno tutti i collaboratori, ignari di ciò che stava capitando, sono stati convocati dalla sede centrale per il martedì successivo: «a fine anno si chiude».

Ma a indispettire maggiormente i dipendenti è stata la lettura del piano sociale: nulla per chi lavora da meno di cinque anni, una men-silità dal quinto anno completo di lavoro, una mensilità e mezzo dal decimo anno e 2 salari dal quindicesimo. Un pensiero di cinquecen-to franchi una tantum per figlio. Il tutto però vincolato al fatto che i collaboratori non abbiano ad ammalarsi o infortunarsi sino alla fine dell’anno. E se non bastasse, zitti sino alla fine del rapporto di lavoro pena essere esclusi da questo mini piano sociale.

Troppo poco da parte di una società solidissima economicamente e facente parte dell’importante e potente gruppo Ottinger Davidoff.

Il sindacato SYNA – OCST chiederà nei prossimi giorni alla Direzio-ne della Cruspi SA di aprire una trattativa seria per la stipulazione di un piano sociale che si possa definire tale.

Per definizione, un piano sociale è uno strumento che un’azienda utilizza per alleviare le ripercussioni economiche e morali dei lavora-tori che hanno perso il proprio impiego. Quello proposto unilateral-mente dalla Cruspi SA certamente non lo è.

Licenziamenti

Cruspi SA: tutti a casa con le briciole

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LORENZO JELMINI

D opo i tempi difficili, sono finalmente giunte notizie incoraggianti, sia in ambito politico che aziendale, che

permettono di guardare con maggior ottimi-smo al futuro dell’aeroporto Lugano-Agno.

La politica ha fatto la sua parteDue decisioni importanti sono state prese da

Comune e Cantone. Da una parte il Consiglio comunale di Lugano ha destinato 6 milioni a favore della costruzione di due hangar e strut-ture accessorie per velivoli che saranno dati in gestione alla Lugano Airport SA. Anche il Par-lamento cantonale ha dato il suo contributo, approvando una mozione da me sostenuta che invita il Governo a sostenere la ricapita-lizzazione della struttura con un contributo di almeno un milione di franchi e nel contempo con un aumento della quota di partecipazione per sostenere eventuali investimenti strutturali a favore dell’operatività dello scalo.

Ma importante è stata pure la risposta fornita

dal responsabile del Dipartimento del territo-rio che, oltre ad aderire a quanto proposto dal Gran consiglio, ha annunciato di condivide-re un aumento della quota di partecipazione nell’azionariato e di garantire un contributo fi-nanziario, se necessario, per sostenere il ripri-stino del collegamento Lugano – Ginevra.

Questa presa di posizione è un importante riconoscimento da parte del Cantone dell’ae-roporto quale elemento chiave dello sviluppo economico regionale. Come noto, la condu-zione di questo servizio è stata lasciata to-talmente nelle mani della Città di Lugano che pure non è immune da critiche visto che negli anni ha fatto molta fatica a coinvolgere altri partner, sia pubblici che privati, nella gestione di questo servizio che ha un impatto su tutto il Cantone.

Ripristinato il volo su GinevraAltro aspetto importante è la disponibilità

della compagnia Skywork di riprendere il col-legamento Agno – Ginevra che, ricordiamo, dava un importante contributo all’operativi-

tà dell’aeroporto di Lugano. Questa ripresa è frutto di un grande lavoro messo in atto dalla direzione di LASA negli ultimi mesi. Skyword si è pure impegna a valutare ulteriori tratte, sem-pre partendo da Lugano.

Garantita l’occupazione, rinnovato il CCLDunque sia la politica che l’Azienda hanno

messo in atto strategie concrete per garanti-re e rilanciare questo importante sevizio. Nel contempo è pure stato prolungato per il 2019 il contratto collettivo di lavoro. Difatti l’Assem-blea del personale ha deciso di rinnovare il CCL che giungeva a scadenza per la fine di quest’anno. Nel contempo i sindacati inizie-ranno le discussioni con la direzione per va-lutare eventuali possibili miglioramenti delle condizioni lavorative a favore dei collaboratori.

Dopo anni di difficoltà, sia a livello di gestione personale che, soprattutto, a livello finanziario, si aprono dunque spiragli molto positivi che permettono di guardare con ottimismo il futuro dello scalo cittadino.

Ticino

All’aeroporto sono atterrate buone notizie!

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Tre Valli

Festa delle famiglie: un successo!

CLAUDIO ISABELLA

D omenica 8 luglio a Faido ben quat-trocento persone si sono ritrovate per la tradizionale festa delle fami-

glie. Dopo un’assenza di tre anni, la possibilità di poter partecipare a questo appuntamento nuovamente in calendario, ha fatto felicissimo chi era annoverato tra gli assidui partecipanti.

Questo appuntamento riscuote sempre gran-de successo… del resto gli ingredienti per la buona riuscita non mancano. La location è bellissima, nel cuore della pineta, accessibile comodamente, tavoli e panchine a disposi-zione degli ospiti, ottima grigliata a costo più che contenuto, musica, possibilità di relax e piacevoli chiacchierate con i presenti, bellissi-mo parco giochi per i bambini, aria salubre e fresca grazie alla vicinanza della spettacolare cascata della Piumogna, e per i più temerari possibilità di un bagno rinfrescante nelle sue fredde acqua.

Il momento centrale della domenica è la S.

Messa; in que-sta occasione è stata celebrata da fra Edy Rossi-Pedruzzi che ha part ico larmente apprezzato la par-tecipazione di un notevole numero di fedeli.

Leonardo Mata-sci ha letto breve-mente alcuni cenni della vita di Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera.

Terminato il mo-mento spirituale la squadra di giovani addetti al servizio ai tavoli è partita con i giganteschi vassoi dove appeti-tosi piatti con grigliata mista e verdure hanno soddisfatto i palati di grandi e piccini, il tutto accompagnato dalla musica di Flavio Calderari

noto fisarmonicista ticinese.Per i più golosi c’è stata pure la

possibilità di gustare dell’eccellente gelato e di rinfrescarsi con dell’otti-ma birra.

Gradita novità di quest’anno la pre-senza di un gruppo di volontari del soccorso alpino svizzero della se-zione di Bellinzona che ha permesso ai numerosi bambini presenti di ci-mentarsi con la pratica di recupero «tirolese». Si sono divertiti a risalire con la corda tesa in orizzontale, a dondolarsi nel vuoto e a scendere

sempre sorvegliati dagli esperti volontari.Una bella domenica all’insegna della convi-

vialità, del relax, in uno scenario naturale deci-samente piacevole.

Un grazie a tutta la squadra che ha lavora-to per permettere lo svolgimento della festa, a partire dagli addetti alle griglie, compito non facile, visto anche il calore sprigionato dalla cottura, alla cucina, agli addetti al servizio ta-voli, alla cassa, al bar, al montaggio e smon-taggio dei tavoli, a chi ha lavorato nelle retro-vie, a chi insomma si è dato da fare, un plauso a tutti, ai veterani e a chi si è cimentato per la prima volta…

La riconoscenza più bella per chi ha organiz-zato e per chi ha lavorato, è quella dei nume-rosi partecipanti che hanno potuto, grazie al grande impegno di tutti, trascorrere davvero una piacevolissima domenica.

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M i è stato proposto di partecipare al percorso Progetto Mosaico, seppur con molta diffidenza vi ho

aderito con un certo impegno.Inizialmente non riuscivo a capirne la ne-

cessità, ma subito dopo aver incontrato e ascoltato la consulente del CFP, la gentile signora Marina, ho pensato: «ok, la persona è seria e preparata quindi merita rispetto e attenzione».

Il periodo, poco felice, che sto passando incide negativamente sulla mia autostima. Il percorso è stato sicuramente positivo, mi ha fatto riflettere più volte sulle mie reali capa-cità e sulla conoscenza di diversi argomen-ti. Ho riscoperto in me molte cose positive, qualità e capacità, che inconsapevolmente avevo dimenticato o semplicemente non me

le riconoscevo più!Ora, penso spesso alle parole dette ed al

lavoro fatto con l’ausilio delle schede pro-poste dalla consulente, e mi rendo conto di essere maggiormente consapevole delle mie capacità.

Ho ampliato la visione e ora mi sento più fiducioso per il mio futuro lavorativo e personale.

Daniele, 55 anni

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Dallo scetticismo alla fiducia

Info e [email protected] Mosaico a Lugano e Locarno

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6 719 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro Sindacato CFP

MANUEL CALANCA*

I n Svizzera la via usuale per ottenere un diploma di professione è rappresentata da un tirocinio professionale.

Non tutti però sanno che per un pubblico adulto che dispone di esperienza operativa in un ambito lavorativo (in questo caso alme-no 5 anni, di cui 3 nel settore della vendita), può attraverso un corso serale, recuperare il diploma di professione parallelamente all’atti-vità lavorativa. La Società degli impiegati del commercio (SIC Ticino) in collaborazione con il Centro di formazione professionale OCST (CFP-OCST) e il Centro Professionale com-merciale (CPC) di Bellinzona, organizzano da diversi anni un corso finalizzato al recupero dell’attestato federale di capacità (AFC) di Impiegata/o del commercio al dettaglio secon-do l’art.33 LFPr.

Nel settore del commercio al dettaglio nu-merose persone non dispongono della forma-zione di base richiesta. Un mercato del lavoro sempre più esigente penalizza queste persone non formate.

Per questo motivo SIC Ticino, CFP-OCST e CPC Bellinzona hanno unito le forze per dare

la possibilità ad operatori del settore di recu-perare la formazione di base ed ottenere così l’attestato federale di capacità.

La formazione che inizierà nell’autunno 2018 a Bellinzona, si articola su quattro semestri scolastici con frequenza bisettimanale, di lu-nedì e mercoledì sera dalle 19:00 alle 21:30. La persona in formazione avrà quindi la possibilità di svolgere la formazione in parallelo all’attività lavorativa, favorendo lo sviluppo della propria carriera professionale a vantaggio anche delle aziende del territorio che a loro volta dispon-gono di personale qualificato e costantemente aggiornato.

Grazie ai sussidi cantonali la tassa d’iscrizio-ne al corso è accessibile a tutti, con possibilità di dilazionare il pagamento in funzione delle disponibilità economiche del partecipante.

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I percorsi formativi del CFP-OCST in questo settore sono destinati sia a chi

intende avvicinarsi al settore professiona-le della vendita, sia a chi sta già lavorando come venditrice o venditore e desidera ap-profondire alcune conoscenze nell’ambito delle tecniche di vendita, delle lingue e della comunicazione efficace. I nostri corsi di for-mazione continua si articolano su tre moduli in versione diurna o serale nelle nostre sedi di Lugano, Mendrisio e Locarno: il corso di tecnica della vendita, il corso di allestimento vetrine e il corso di marketing esperienziale.Il lavoro in classe è incentrato da un lato sul-le tecniche di comunicazione e di vendita, sulla relazione interpersonale e sull’acqui-sizione/fidelizzazione del cliente e dall’altro sulla valorizzazione e presentazione delle merci e dei prodotti. Grazie a un approccio comunicativo centrato sullo studente, che permette al partecipante di alternare teoria, lavori di gruppo e workshop, questi corsi sono un valido strumento sia per impiegati nel settore della vendita al dettaglio, sia per chi è attivo nella vendita di servizi e nella vendita telefonica.Il corso di tecnica della vendita (30 ore) per-mette al partecipante di rafforzare e valoriz-zare le competenze personali e professionali dalla gestione del contatto con i clienti fino alla conclusione del contratto di acquisto. Nel corso di allestimento vetrine (30 ore) saranno approfondite le diverse fasi dell’al-lestimento di una vetrina, dall’allestimen-to scenografico agli aspetti psicologici del processo di acquisto. Il corso di marketing esperienziale (30 ore) ha il duplice obiettivo di traguardare la conoscenza del mondo «Store» nella sua declinazione più marcata-mente pragmatica e nella visione più psico-logica della relazione umana. Tecnica della vendita, 30 ore – 10 incon-tri – dal 12 settembre 2018 Allestimento vetrine, 30 ore – 10 incontri – dall’11 settembre 2018 Marketing Esperienziale, 30 ore – 10 in-contri – dal 19 settembre 2018 Tecnica della vendita, marketing strate-gico e comunicazione d’impresa, 60 ore – 20 incontri – dal 12 settembre 2018.Parallelamente a queste formazioni offria-mo corsi di lingue per venditori: sempre più spesso è la buona conoscenza di una lingua straniera a determinare il successo lavorativo. Oramai quasi in ogni ambito, nei negozi di tutto il Cantone si richiede la co-noscenza dell’inglese, del tedesco e di altre lingue per soddisfare i bisogni di una clien-tela internazionale. Tedesco per venditori, 30 ore – 20 lezioni dalle 09:00 alle 10:15 – dal 1° ottobre 2018 - Mendrisio Russo per venditori, 30 ore – 20 lezioni dalle 09:00 alle 10:15 – dal 2 ottobre 2018 - Mendrisio Inglese per venditori, 30 ore – 20 lezioni dalle 09:00 alle 10:15 – dal 3 ottobre 2018 - Mendrisio

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N on poteva mancare il consueto ap-puntamento con la nostra colonia. Presso la casa Sant’Angelo di Sono-

gno, caratteristico villaggio in cima alla Valle Verzasca immerso nella natura, Centri OCST per l’infanzia ha infatti organizzato la tradi-zionale colonia estiva suddivisa su due turni. Il primo turno ha avuto come direttori l’ormai famosa coppia Lidia e Nadir. Supervisionati dalla responsabile Nadia Negrinotti, i due di-rettori hanno avuto man forte da 17 monitori. I partecipanti al primo turno sono stati 67 per quanto riguarda i più giovani e 12 per la «cate-goria» adolescenti.

Le prime due settimane i partecipanti si sono immersi nel fantastico mondo delle Fiabe, tema del primo turno. Oltre alle consuete at-tività (lavoretti, giochi all’aperto, passeggiate,

ecc) è stata introdotta una novità: l’escape room. Per gli adolescenti invece un program-ma più mirato: il gruppo ha potuto passare una giornata al Centro sportivo di Tenero provando vari sport tra i quali canoa, unihockey e corsa d’orientamento. Divertente anche la giorna-ta al Parco avventura di Gordola e all’Indoor Bulder di Riazzino (una sorta di stanza per le arrampicate).

Il secondo turno ha visto il cambio della guardia. Come direttrici sono arrivate Luana e Laura accompagnate da 15 monitori che han-no permesso ai 70 partecipanti di immergersi nel magico mondo di Harry Potter. La famosa saga sarà il filo conduttore delle due settimane del secondo turno. Alcune novità sono presen-ti anche in questo turno, in particolare i cupca-ke e lo spettacolo di magia del mago Giotto.

Centri OCST per l’infanzia

Sonogno: parola d’ordine divertimento!

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Ricorrenza

I cento anni della SUVA

L a Suva nasce ufficialmente nel 1918, anno nel quale inizia l’attività nel ramo infortuni nella sede di Lucerna, ma la

strada che ha portato alla sua fondazione è stata lunga e laboriosa.

Già nel secolo precedente si sentiva l’esigen-za di una forma di protezione per i lavoratori che subivano un infortunio: ogni anno migliaia di persone si ferivano e perdevano la vita sul lavoro, lasciando la famiglia in povertà. I co-muni, che fornivano assistenza agli indigenti, sopportavano ingenti costi economici. Le im-prese tuttavia non erano considerate legal-mente responsabili di quanto accadeva.

La discussione si fece più concreta nel 1875 con l’introduzione della responsabilità civile nel diritto svizzero, prima solo per le Ferrovie, due anni più tardi anche nelle fabbriche. Que-sto primo intervento risultò tuttavia incompleto per due ragioni: da una parte i datori di lavoro dovevano coprire le ingenti e impreviste spese di risarcimento e, in caso di infortuni che coin-volgevano più lavoratori, si giungeva spesso al fallimento. D’altra parte i lavoratori non ave-vano i mezzi per assumere un avvocato che facesse valere le loro ragioni.

Per questo, grazie alla pressione delle orga-nizzazioni sindacali e all’impegno di alcune fi-gure politiche di spicco, in particolare Ludwig Forrer, nel 1890 il popolo svizzero approvò l’inserimento nella Costituzione di un articolo che conferiva il mandato al Consiglio federale di istituire un’assicurazione contro la malattia e gli infortuni. Da lì la strada fu ancora lunga e per più di vent’anni si cercò un progetto che guadagnasse sufficiente consenso. Il primo tentativo, che comprendeva anche l’assicu-razione malattia, fallì in votazione popolare. In quegli anni vennero fatti dei rilevamenti stati-stici che mostrarono, in proporzione, un nu-mero di morti sul lavoro 25 volte superiore a quello attuale.

Il secondo tentativo del 1912 ebbe invece successo: l’assicurazione malattia non era ob-

bligatoria, venivano separati gli infortuni pro-fessionali da quelli non professionali. Inoltre la struttura sarebbe stata indipendente a livello organizzativo e giuridico.

Dopo l’approvazione del progetto ci furono importanti lotte politiche per definire il nume-ro e la posizione geografica delle agenzie. Per rendere attuale il progetto era necessario un finanziamento della Confederazione che fu su-bito messo in discussione a causa delle diffi-coltà economiche, e fu abolito già nel 1937.

Il primo aprile del 1918 iniziò ufficialmente l’attività con 30’000 imprese soggette all’ob-bligo assicurativo.

La medicina del lavoroLa nascita della Suva ha dato un grande im-

pulso allo sviluppo della medicina del lavoro orientata in particolare alla prevenzione.

Infatti è proprio la prevenzione che permette di evitare sofferenze alle lavoratrici e ai lavo-ratori e di contenere i costi dell’assicurazione.

Le prime malattie professionali riconosciute, già negli anni ‘30, dalla Suva e dal Consiglio fe-derale sono due malattie polmonari: la silicosi, dovuta all’inalazione di polveri di silicio, e l’a-sbestosi, che colpisce i lavoratori che sono stati a contatto senza protezioni con l’amianto. Tut-tavia oggi la maggior parte, più di un terzo, delle malattie professionali riguarda l’udito, seguono le malattie della pelle dovute al contatto con so-stanze pericolose e all’esposizione al sole.

Nell’ambito della medicina del lavoro in Sviz-zera, spicca la figura del ticinese Daniele Po-metta, il dottore dei trafori, che nel 1914 diven-tò il primo medico capo dell’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni. La sua esperienza di medico dei lavoratori ini-ziò quando lavorò come medico a Briga negli anni della costruzione della galleria del Sem-pione. Lì sperimentò le conseguenze delle ter-ribili condizioni lavorative alle quali i minatori erano sottoposti: temperature fino a 54 gradi, umidità, condizioni igieniche disastrose anche

negli alloggi.

La prevenzione degli infortuniFino agli anni ‘40 la protezio-

ne dai macchinari pericolosi era l’unico metodo di prevenzione accettato da lavoratori e dato-ri di lavoro, tanto che la Suva gestiva un laboratorio per lo sviluppo di prodotti per la sicu-rezza che è rimasto attivo fino al 2017.

A partire dal 1945 iniziò una politica nuova, molto più orien-tata ad influenzare il comporta-mento dei lavoratori puntando sulle campagne informative e la formazione. Questa nuova stra-tegia portò al dimezzamento degli infortuni in trent’anni. Nel

1984 venne introdotta la nuova Legge federale sull’assicurazione contro gli infortuni che sta-bilì che le aziende sono obbligate ad assicu-rarsi e che hanno il dovere di impegnarsi per la prevenzione degli infortuni.

Vennero inoltre introdotte misure di preven-zione come il divieto di consumare alcolici sul posto di lavoro.

Da allora l’impegno sulla formazione è sem-pre più importante, esteso a tutti i livelli e non solo limitato ai responsabili della sicurezza. Sono stati inoltre introdotti dei certificati che attestano la capacità nell’uso di alcuni stru-menti di lavoro, come i carrelli elevatori.

Questo impegno ha consentito di ridurre an-cora notevolmente il numero di infortuni, an-che se continuano purtroppo a verificarsi molti incidenti, talvolta mortali. L’obiettivo dei pros-simi anni è di dimezzare il numero di incidenti mortali entro il 2020.

Come vengono calcolati i premi?

I premi sono commisurati al rischio. La Suva ha identificato una serie di «collettivi di assicurati» che raggruppano le aziende nelle quali si svolgono attività simili e nelle quali i lavoratori hanno un ri-schio di infortunio analogo.Esiste poi una suddivisione in base alla dimensione dell’azienda. Le piccole aziende sono soggette al «Modello del tasso base»: indipendentemente dal numero di infortuni che si verificano in quell’a-zienda, il premio non cambia ed è commisurato al rischio di infortunio del settore. Per le aziende di medie dimensioni si applica invece il «Sistema bonus-mauls»: si stabilisce cioè un premio medio per il settore e si applicano sconti o aggravi del premio a seconda che l’azienda registri più o meno infortuni della media del settore. Alle grandi azien-de, il cui volume di premi netti supera i 300’000 franchi all’anno, si applica invece la «Tariffazione empirica», che si basa sui costi provocati alla Suva dall’azienda.

La Suva è una delle istituzione cardine del no-stro sistema di assicurazioni sociali. Il Consiglio della Suva è composto da 8 rappresentanti del-la Confederazione, 16 rappresentanti dei datori di lavoro e 16 rappresentanti dei lavoratori. Anche il nostro sindacato conta un membro in questo importante organo: è Renato Ricciardi, segretario cantonale OCST.

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Entrevista con Wüthrich, Presidente de Travail.Suisse y Nuevo Consejero Nacional

«Travail Suisse ha ganado visibilidad»

Desde el comienzo de la sesión vera-niega, Adrian Wüthrich es miembro del Consejo Nacional representando al Partido Socialista (SP). Esto traerá mu-chas ventajas a Travail.Suisse y Syna.

LINO BRUGGMANN*

Adrian, desde el 29 de mayo eres miembro del Consejo Nacional. ¿Cuántos trajes nue-vos te has comprado?

(Risas...) Incluso como Gran Consejero Ber-nés, siempre iba a las sesiones con traje. Como Presidente de Travail.Suisse es impen-sable presentarse con pantalones cortos y ha-waianas en una mesa redonda con el Consejo Federal. Ahora casi siempre llevo traje. Cuan-do llego a casa, les digo a mis hijos que tengo que quitarme la «ropa de trabajo» antes jugar con ellos

¿Has estado presente en todas las votacio-nes?

Lamentablemente no. Pero tengo buenas razones: En mi primer día tomé un café con todos los que me acompañaron a Berna. Tam-bién falte un la mañana de un miércoles en el Parlamento debido a una reunión de la junta directiva de Travail.Suisse. En nuestro Parla-mento siempre habrán ausencias de parte de todos. Lo importante es organizarse para las votaciones, sobre todo las que se vislumbran estrechas. Las cuotas de género en las juntas administrativas y en los órganos directivos se aprobaron con una diferencia de un solo voto; nadie pudo ausentarse.

Conoces el Palacio Federal por dentro desde hace mucho. ¿Cómo experimentaste el estar en la orilla opuesta?

Un beneficio es que ya no tengo que pasar por los controles de seguridad. En general no fue difícil, sobre todo gracias al permiso de pa-ternidad. La iniciativa era el tema que estaba en la palestra durante mis primeros días; una forma perfecta de comenzar. En mi primera reunión de bancada SP se discutieron las ba-ses que sustentarían nuestra posición, para-lelamente con el FDP y el CVP. Ahora, como Consejero Nacional puedo entrar en el debate en igualdad de condiciones, a diferencia de mi rol como lobbysta. El momento fue el ideal.

Eres político desde el 2008, primero a nivel municipal, luego cantonal y ahora a nivel na-cional. ¿Cuáles son los temas más importan-tes para ti?

Primero que nada, hacer todo lo que esté en mis manos para ayudar a los trabajadores. Por otro lado, temas básicos como la política social referente al AHV y al 2. Pilar, así como la ley laboral y temas que están en el tapete público como la protección de los salarios y las condiciones de trabajo. Pero mi tema fa-vorito es el permiso de paternidad. Es perfec-to que haya sido elegido para la Comisión de Ciencia, Educación y Cultura (WBC), desde donde prepararemos nuestra iniciativa para el Consejo Nacional.

Después de tu primera sesión: ¿Qué fue lo que más te gustó y lo que más te molestó?

Me ha gustado que a raíz de mi entrada en el Consejo Nacional Travail.Suisse haya ganado visibilidad. Esta es una excelente plataforma

para instalar en el debate nuestros temas e in-quietudes de manera aún más activa.

Lo que no me ha gustado para nada ha sido el debate sobre la iniciativa de autodetermina-ción y la actuación del SVP, que degrado al parlamento al nivel de un teatro. Quisiera ha-cer política en serio y no una política de ma-rionetas o vendas en la boca, que finalmente termina convertida en un mero show. No ver a mis hijos durante las tres semanas que dura la sesión ha sido también difícil.

*Miembro del proyecto «Managerlöhne» de Travail.Suisse

Un político con corazón

L a política siempre fue importan-te para Adrian Wüthrich. Adqui-rió notoriedad en la región de

la Alta Argovia tempranamente, sobre todo con la fundación en 1998 del Par-lamento de la Juventud. En 1997, a los 38 años de edad se unió al SP. En 2008 fue elegido miembro del consejo muni-cipal de Huttwil, al que perteneció hasta finales del 2016. En 1999 pudo haber sido el más joven miembro de SP en ser elegido al Parlamento, lamentablemente no tuvo éxito. Un año después de en-trar en el Ejecutivo de su comunidad, el siguiente paso fue ser elegido para el Gran Consejo del Cantón de Berna. En las elecciones de 2015 al Parlamen-to alcanzó finalmente la segunda plaza de reemplazo. Al comienzo de esta se-sión de verano, Adrian Wüthrich sucedió al fallecido Alexander Tschäppät y juró como Consejero Nacional.

Adrian Wüthrich: «Hare todo lo que esté en mis ma-nos para ayudar a los trabajadores.»Foto: zVg

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General Electric (GE) conferma il pro-getto di massicci tagli in Svizzera. Ver-ranno persi 1200 impieghi, ma altri 200 sono stati salvati.

DIEGO FRIEDEN*

L a bomba era esplosa nell’autunno del 2017: nei due anni successivi l’ameri-cana GE avrebbe tagliato 1400 impie-

ghi in Svizzera e migliaia di altri in tutta Euro-pa. Nel successivo processo di consultazione, Syna ha profuso il massimo impegno per tute-lare i dipendenti nel nostro Paese, ma GE non sembra disposta a modificare i piani e taglierà oltre 1000 posti di lavoro in Svizzera.

La decisione è assolutamente incomprensibile e serve esclusivamente a soddisfare gli interessi degli azionisti. Grazie agli enormi sforzi profusi dalla rappresentanza del personale e da Syna, è stato comunque possibile ridurre notevolmen-te il numero di licenziamenti. Se da un canto

si è riusciti a persuadere GE a rinunciare alla soppressione di circa 200 posti di lavoro in Sviz-zera, il numero di dipendenti da licenziare si è ridotto note-volmente anche grazie al gran numero di partenze volontarie incoraggiate da un «Volunta-ry Leavers Plan». Inoltre, una società internazionale esterna assumerà una cinquantina di dipendenti di GE, Altro fattore positivo: il tra-sferimento degli stabilimenti di Oberentfelden a Birr, combinato con investimenti per circa 40 milioni di franchi; ciò dovrebbe assicurare sul lungo periodo almeno questi impieghi.

Garantire l’avvenireCon le misure previste, il numero di dipendenti

negli stabilimenti GE ubicati nel Cantone di Ar-govia calerà a circa 2500, pari a una riduzione di oltre il 50 percento nel giro di pochi anni. Syna è preoccupato per l’avvenire di questi impianti

di produzione e per le attività di ricerca e svilup-po, fondamentali sia per l’innovazione, sia per la creazione e il mantenimento di posti di lavoro in Svizzera.

Insieme alla rappresentanza del personale, Syna continuerà pertanto a premere affinché il piano di tagli di GE venga rivisto. Esortiamo GE ad applicare generosamente il piano sociale e a garantire ai dipendenti coinvolti un futuro nel settore, attraverso perfezionamenti e riqualifi-cazioni professionali sostanziali.

*Segretario centrale Industria

General Electric: licenziamenti

Dipendenti a piedi

Travail.Suisse pubblica il suo 14° studio sulle rimunerazioni dei manager – con risultati deludenti.

LINDA ROSENKRANZ*

C inque anni dopo l’accettazione da parte del popolo svizzero dell’inizia-tiva contro le retribuzioni abusive,

nulla sembra cambiato. Ben al contrario: le retribuzioni già di per sé esagerate sono ulte-riormente aumentate, mentre sul fronte oppo-sto delle lavoratrici e dei lavoratori con redditi minimi a crescere sono la pressione sui salari, l’insicurezza e i timori per il posto di lavoro.

Una diaria di oltre 5000 franchiAlmeno due milioni di franchi l’anno o, in altri

termini, 5480 franchi al giorno: è quanto hanno guadagnato l’anno scorso 110 manager delle 26 imprese analizzate. Non meno di 27 di essi guadagnavano oltre 100 volte più dei dipen-denti con i salari più bassi impiegati nella stessa azienda. A capeggiare la truppa è l’amministra-tore delegato di UBS Sergio Ermotti, che con 38.904 franchi al giorno intasca 273 volte più del collaboratore UBS con il salario più esiguo.

Divario salariale in aumentoAnche dal 14° studio relativo alle rimunerazio-

ni dei manager emerge che le cose sono lungi dal migliorare: nella maggior parte delle impre-se analizzate, i salari dei top manager sono ulte-

riormente cresciuti. Dal 2011 gli stipendi ai piani alti sono aumentati addirittura del 16 percento, mentre per i dipendenti simili cifre rimangono una lontana chimera: come mostra il grafico sottostante, mediamente guadagnano infatti solo il 3,8 percento in più rispetto al 2011.

Nelle aziende analizzate il rapporto tra i salari dei piani alti e lo stipendio più basso in azienda (chiamato anche «divario salariale») è ulterior-

mente progredito. Mediamente, nel 2011 il di-vario salariale era di circa 1:45 ed è cresciuto a circa 1:49 nel 2017. Negli ultimi sei anni lo sti-pendio medio dei top manager è quindi aumen-tato di ben 220.000 franchi per persona. Questa tendenza si constata non soltanto fra le banche o le imprese farmaceutiche, ma anche fra le as-sicurazioni, i dettaglianti e le imprese industriali.

(continua a pagina successiva)

Syna non riduce gli sforzi per modificare il piano di tagli di GE.Immagine: Fotolia

Studio di Travail.Suisse sui salari dei manager

Nessun miglioramento in vista!

Evoluzione dei salari medi e delle rimunerazioni dei manager 2011–2017

Fonte: studio sui salari dei manager 2017 a cura di Travail.Suisse; Indice svizzero dei salari dell’Ufficio fede-rale di statistica (grafico elaborato da Travail.Suisse)

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YOUNG SYNA

Desigualdade salarial«Como mulher, simplesmente não vale o mesmo»

A desigualdade salarial é um facto, mesmo que isso seja colocado con-stantemente em questão pelos críticos burgueses. O caso de uma jovem ope-radora de grua mostra como tal chega a ser discriminação extrema. O nosso secretário regional Oliver Hippele relata em entrevista como pôde ajudar a nos-sa sócia.

SABRI SCHUMACHER*

O que aconteceu ao certo? Oliver: A relação de trabalho já começou mal:

o chefe da empresa de construção civil deixou a profissional de construção civil formada tra-balhar primeiro à experiência durante uma se-mana – o que, obviamente, não é permitido. Ela obteve depois um contrato de trabalho em con-dições, com uma data oficial de entrada em se-tembro e um salário bruto padrão da indústria de 4600 francos. Logo desde o começo foi colocada sobretudo como operadora de grua no local de obras. No entanto, o empregador usou o contrato claramente apenas para atrair a jovem, pois logo na primeira folha salarial re-cebeu menos 1000 francos do que o acordado.

Ela fez algo em relação a isso?Não, a envolvida contactou-me apenas dois

meses mais tarde, após verificar que a folha salarial de novembro apresentava 2370 fran-cos bruto – quase 50 porcento menos do que o combinado! A partir daí assumi as nego-ciações com o seu chefe. A nossa sócia ficou satisfeita por ser eu a ocupar-me do assunto, pois ela sentia-se bastante intimidada com a ideia de encontrar o seu chefe. Além disso, a sua mãe

trabalhava para o mesmo empregador, por isso pediu-me algum cuidado ao lidar com o assun-to. Obviamente fi-lo – nós prestamos sempre atenção aos desejos dos nossos sócios.

Como justificava o chefe a redução salarial?Ao meu pedido de esclarecimento, o chefe

respondeu que, como mulher, a trabalhadora simplesmente não valia o mesmo na construção civil. Como mulher, ela definitivamente não tem o mesmo desempenho que um homem. Obvia-mente não conseguia provar a sua alegação sexista. Deixei claro que a sua trabalhadora operava a sua grua de forma igualmente pre-cisa e que conseguia fixar bem as cargas tal como os seus colegas homens. Em alguns pro-cessos de trabalho na construção civil é, efeti-vamente, necessária muita força corporal, mas nesta profissão esse não é o caso. Além disso, conheço mulheres que, no que toca a força, não ficam nada atrás em relação aos homens...

E como decorreu o processo?Eu sugeri ao chefe que colocasse a situação

em ordem, porque, caso contrário, teríamos de recorrer ao órgão competente da Igualdade de Género. Face a isto, o empregador reembol-sou o salário em falta sem discussão. A jovem mudou de cargo e tenciona tornar-se membro do conselho da sua secção no Syna. Aconte-ce frequentemente termos sócios a quem pu-demos ajudar quererem colaborar ativamente connosco.

*Responsável do Departamento da Juventude e Igualdade

O Syna ajuda em situações difíceis

S ituações extremas de discri-minação sexual são, por sor-te, raras. No entanto, ocorrem

sempre incidentes de tratamento desi-gual, principalmente com as mulheres. No caso descrito, o Syna só pôde atuar porque a jovem foi suficientemente co-rajosa em contactar-nos. Muitas vezes, no entanto, as mulheres são tratadas in-justamente sem que as afetadas façam algo a respeito. Elas permanecem cala-das, no pior caso atribuem as culpas a si mesmas, até encontrarem um novo trabalho. Isto não é surpreendente, pois é necessária muita coragem para se de-fender sozinho/a de uma injustiça. -> Confia em ti e entra em contacto con-

nosco se tiveres um problema semelhante. Podemos ajudar-te em situações difíceis. Nós atuamos discretamente e discutimos cada passo contigo.

Novo: cursos para mulheres

E ste ano realizamos dois novos cursos (gratuitos) exclusiva-mente para mulheres:

• Porque eu valho isso – tudo aquilo de que preciso de saber na nego-ciação salarial

• Stop! Comigo não! Como me posso defender verbalmente do sexi-smo

Encontra mais informações sobre o as-sunto na revista Syna, na página 16.

Igualdade salarial - porque eu VALE isto

Protesto nacional para a igualdade salarial e contra a discriminaçãono sábado, 22 de setembro de 2018 em BernaProtesto com Poetry Slam, comida, música e maisVem tu também! Infos em: www.syna.ch/weil-ich-es-wert-bin

(continua da pagina precedente)Attuazione inefficace dell’iniziativa contro le retribuzioni abusive

Nel quadro della revisione del diritto del-la società anonima, il Consiglio nazionale ha perso l’occasione per realizzare un’attuazione più incisiva dell’iniziativa contro le retribuzioni abusive. Lo scopo dell’iniziativa era quello di migliorare la trasparenza e porre fine a retribu-zioni eccessive e a indennizzi discutibili, eppure l’attuazione della volontà popolare non sta dan-do i frutti auspicati. I manager ricevono ancora milioni di franchi – addirittura prima ancora di aver lavorato un solo giorno per l’azienda! Se

è pur vero che ora gli azionisti (in altre parole: i proprietari delle società) possono deliberare sui bonus dei manager, nella maggior parte dei casi il voto è anticipato – ovvero: gli azionisti votano sulla concessione dei bonus prima an-cora di conoscere l’andamento degli affari della società e le prestazioni dei manager.

Solo il 7 percento dei piani alti è donnaSempre nell’ambito della revisione del diritto

della società anonima, il Consiglio nazionale ha varato l’introduzione di parametri di riferimento per la rappresentanza dei generi ai piani alti e nei consigli d’amministrazione. Attraverso que-

sta misura si cerca di contrastare la sottorap-presentazione delle donne negli organi direttivi. Il fatto che i quadri dirigenti siano sovente club esclusivi per uomini è risaputo e ampiamente diffuso. Anche nel 2017, ai piani alti delle im-prese analizzate le donne erano solamente 16 su 215 top manager, pari a un vergognoso 7 percento. Ciò significa che negli organi direttivi soltanto una persona su 14 è donna – un valore estremamente basso nel confronto internazio-nale. Pertanto, l’introduzione di valori di riferi-mento è un passo nella giusta direzione.

*Responsabile della comunicazione Travail.Suisse

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71esima edizione, 1-11 agosto

Un festival in maniche di camiciaIl Festival di Locarno è un festival in «maniche di ca-micia», così amava definirlo Vinicio Beretta, primo di-rettore di lungo corso della rassegna cinematografica locarnese.Anche se la sera, sul palco del Grand Hotel, imman-cabilmente sfoggiava uno smoking bianco per presen-tare gli ospiti di riguardo. E in maniche di camicia il Festival è rimasto per 71 anni, complice ovviamente il caldo. Ma anche qui c’è qualche eccezione: Mar-co Solari non toglierebbe la cravatta nemmeno se attraversasse il deserto del Gobi nel mese di luglio.

FEDERICO JOLLI*

C ondensare in poche righe 70 anni di storia e quasi cinquanta di esperien-za diretta con il Festival di Locarno

- oggi Locarno Festival - è una impresa un po’ presuntuosa o pretestuosa. Il mio primo ap-proccio con la manifestazione è stato il 1969. Nicola Franzoni, giornalista locarnese che ave-va vissuto l’atmosfera del Grand Hotel sin dalla sua prima adolescenza, era diventato la voce radiofonica del festival. Non aveva ancora ter-minato l’università che già era il giornalista di riferimento della RSI inviato alla rassegna ci-nematografica locarnese. Nel 1969, da pochi mesi entrato come collaboratore alla RSI - Ra-dio della Svizzera italiana, così si chiamava allora - Nicola Franzoni mi chiede di accom-pagnarlo a Locarno e fargli in qualche modo da spalla. Ma non è stato il solo a spingermi in quella avventura. Avevo anche la benedizio-ne di un grande maestro, Vinicio Beretta. Una recente edizione di un domenicale, Vinicio Be-retta viene indicato come il secondo direttore del Festival, dal 1960 al 1965. Anche le carte talvolta hanno dei buchi di memoria. In realtà Vinicio Beretta per oltre quindici anni portò sul-le spalle la responsabilità delle scelte artistiche della manifestazione cinematografica, anche

se gli era assegnato il titolo di Se-gretario Generale, responsabilità di scelte che condivideva con critici cinematografici e operatori del set-tore svizzeri e stranieri.

A lui si deve l’impronta che anco-ra oggi identifica il Festival come luogo di scoperta di giovani talenti e giovani cinematografie, un festi-val, appunto, «in maniche di cami-cia», un laboratorio di idee nuove non sempre in sintonia con le re-

gole del mercato, regole da sempre invadenti (anche se utilissime, per carità!).

Che il Festival di Locarno sia nato da una svi-

sta luganese ormai lo sanno in molti. Un grup-po di illuminati locarnesi nel 1946 sfilò di mano a Lugano un piccolo gioiello che oggi Lugano si metterebbe all’occhiello.

Locarno capì che il boccone serviva per rilan-ciare l’immagine della città dalla vocazione tu-ristica. Persone come Riccardo Bolla, Camillo Berretta, André Mondini, Giuseppe Padlina e non da ultimo l’allora giovanissimo Raimondo Rezzonico cavalcarono una idea - oggi si di-rebbe una sfida - che ha saputo durare oltre settant’anni.

Oggi chi dice Festival dice Piazza, ma un breve excursus sui luoghi della rassegna lo-carnese potrebbe contribuire a chiarire scelte programmatiche che via via hanno trasformato la stessa fisionomia della manifestazione. Sen-za mai tradire la vocazione alla scoperta del nuovo.

In principio fu il Grand Hotel, un edificio sto-rico con uno splendido parco circondato da alberi secolari. In quello spazio si celebrava il cinema e tutti i rituali che la festa impone-va, sia in maniche di camicia, sia in lungo e in smoking. Durò vent’anni e oggi è leggendario rievocare quell’epoca. Vedere chiuso il Grand Hotel e il parco invaso dalla sterpaglia fa vera-mente male. Le foto in bianco e nero di attrici, attori, registi, appassionati di cinema e tutto il mondo che il cinema sa muovere o sapeva muovere entro quella cornice eccita la fantasia e francamente mi emoziona.

Il 1967 fu l’ultimo anno per il parco del Grand Hotel o Grande Albergo Locarno. Freddy Bua-

che e Sandro Bianconi, una diarchia che dires-se per quattro anni la rassegna, si accorse-ro che qualcosa stava cambiando e l’anno successivo convinsero il comitato locarnese a spostare luoghi e date.

E nel 1968 la manife-stazione si tenne dal 26 settembre al 6 ottobre dentro poche sale ci-nematografiche. L’idea era quella di avvicinare il mondo dei giovani -

scuole superiori, licei, magistrale - al mondo del cinema.

E proprio in quell’anno - per non farsi manca-re niente - ci fu anche la contestazione: alcuni giovani la sera della premiazione occuparono il palco sotto lo sguardo attonito dei due diretto-ri e le proteste del pubblico.

Altre grandi manifestazioni cinematografiche - Berlino, Cannes e Venezia - in quel famoso anno avevano dovuto fare i conti con occupa-zioni, contestazioni e cambio di programma. E perché non Locarno? Bianconi e Buache, perplessi, non la presero bene. Tennero il col-po ancora per un paio di anni e poi mollarono anche perché i locarnesi, comitato in testa, non digerivano quelle date: il Festival era o non era nato per il turismo? E quelle date non andavano. Va bene le maniche di camicia ma i «cappelloni» quelli proprio no. E poi la magia del cinema «en plein air» non poteva mancare.

Dalle piccole/grandi crisi possono nascere idee geniali. Il parco del Grand Hotel non era più proponibile e a Locarno mancavano sale cinematografiche. Ci volevano aria, lago, luci e un po’ di glamour.

In un’intervista rilasciata nei primi anni Ottan-ta a Giulia Fretta alla RSI, l’architetto Livio Vac-chini, a cui si deve l’idea del grande schermo in piazza, sintetizza bene l’idea: «Non volevo portare il cinema in Piazza, volevo portare il cinema a Locarno», cioè dentro la città, coin-volgerla, immergerla nel festival. Era assecon-dato da Luciano Giudici e dal sempre presente Raimondo Rezzonico. Fu veramente un colpo di genio, anno 1971. Una bella trovata che per radicarsi bene, tuttavia, ebbe bisogno di qual-che decennio. Sì, perché i locarnesi, non tutti, vedevano di buon occhio il Festival o la gen-te che lo frequentava: erano degli intrusi che rompevano la sonnolenza e la serenità estiva.

Vinicio Beretta amava ricordare - con un po’ di amarezza, ovviamente - che quando arriva-va a Locarno per la preparazione della rasse-gna gli capitava di bere un caffè sotto i portici e sentirsi ripetere: «allora, come va questo «fe-stibal» (scusate l’ espressione, ma la chiarez-za….)».

Oggi, ripeto, chi dice Festival dice Piazza Grande; ma dice anche Fevi, la grande Roton-da, il Palacinema, il Gran Rex, Largo Zorzi, il Kursaal, il grande spazio di Casa Balli in città vecchia, il Palavideo e le sale del Rialto a Miu-nusio.

Una manifestazione che ha gioiosamente co-lonizzato il tessuto urbano locarnese e coin-volto una intera regione e, soprattutto, intere generazioni di cinefili locali, svizzeri e ancora di più.

Mica male, non vi pare? Ma i film, i registi, le attrici e gli attori, i me-

dia: chi ha gestito tutto questo fino a portarlo alla dimensione internazionale che Locarno si è conquistata anno dopo anno?

La fama internazionale Locarno se l’era già persa da subito. Pur rimanendo in coda agli

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14 1519 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro Attualità

altri grandi festival europei - Venezia, Cannes e Berlino - chi animava il Festival aveva capi-to che per contrastare la strapotenza dei vicini andava scelto un indirizzo diverso. Se le grandi rassegne europee davano spazio alla grande industria cinematografica Locarno doveva ri-tagliarsi uno spazio verso orizzonti più lontani o dimenticati. Oggi si chiamerebbero le cine-matografie emergenti e il genere di cinema, quello indipendente o autoriale. Alla fine degli anni Cinquanta in Francia nasceva la «nouvelle vague» fenomeno che si diffuse rapidamente in Europa e poi nel mondo intero.

Claude Chabrol, autore di molti classici del cinema, ha esordito a Locarno con il suo pri-mo lungometraggio LE BEAU SERGE; sem-pre a Locarno si affermarono Milos Formann, regista cecoslovacco emigrato poi negli Stati Uniti e Marco Bellocchio, il cineasta italiano da sempre ribelle, che esordì a Locarno con I PUGNI IN TASCA. Erano anni ruggenti per il giovane cinema e Locarno aprì le porte anche alle cinematografie dei Paesi dell’Est europeo allora sotto il ferreo controllo della ex Unione Sovietica. Erano anche gli anni del «disgelo», gli anni del post-stalinismo e Vinicio Beretta aprì le porte a opere sovietiche, polacche, ce-coslovacche, ungheresi, cinematografie che ebbero un ruolo importante nel processo di dissenso e di resilienza al socialismo reale. Ma i «benpensanti» accusarono Vinicio Beretta di filo comunismo. Lui sbatte la porta per provo-cazione ma gliela chiusero in faccia e buona-notte.

Passarono alcuni anni di magra poi, come già detto si aprì la breve stagione di Bianconi e Buache, direttori che, malgrado lo sposta-mento di date, seppero mantenere il Festival di Locarno all’altezza del riconoscimento inter-nazionale.

Nel 1972 si cambia registro e arriva Moritz De Hadeln. Il Festival, sbarcato in Piazza Grande nel 1971, vive una bella stagione grazie anche al fatto che Venezia, la Mostra del cinema si era chiusa dentro uno spazio di riflessione e dibattito, indirizzo che arrischiava di mandarla in malora. Nel ’77 De Hadeln sbatte a sua volta la porta e allora, con la complicità di Luciano Giudici, presidente, e Raimondo Rezzonico suo vice, il Festival si apre nelle sue strutture istituzionali - comitato - al mondo del cinema svizzero. Nasce una Commissione Esecutiva e accanto al direttore Jean-Pierre Brossard una Commissione Artistica ben strutturata (c’ero anch’io). E da lì, con l’arrivo di David Streiff nel 1982 come direttore e Raimondo Rezzo-nico come presidente, grazie a quella diarchia vera e propria, il Festival consolida strutture

e budget. Sì, perché di soldi non si è ancora parlato, ma la rassegna locarnese viveva con poche centinaia di migliaia di franchi. Streiff, da buon zurighese, seppe costruire con deter-minazione e metodo una manifestazione che ancora oggi ne porta in qualche modo il se-gno. Fu in quegli anni che un amico italiano, il critico di «la Repubblica» Alberto Farassino coniò l’espressione: «il più piccolo dei grandi festival, il più grande dei piccoli festival» che allora ci piacque tanto e che oggi è superata. Steriff durò 10 anni e lasciò il timone a Mar-co Müller - 1992 - che implementò il lavoro di Streiff dando tuttavia una impronta tutta sua di aperture a 360 gradi al cinema di autore e indipendente senza paure di contaminazioni di genere o di provenienza. A Marco Müller si deve anche una iniziativa che il Festival non ha voluto fare sua, quella della «Fondazione Mon-teCinemaVerità». In poche parole: una Fonda-zione che permetteva ai produttori e cineasti indipendenti del Sud e dell’Est del mondo di chiudere, in caso di bisogno, il budget dei loro film. In circa 10 anni Müller finanziò grazie alla Fondazione oltre una decina di film che ebbe-ro grande risonanza a livello internazionale. Credo che l’esperienza di MonteCinemaVerità sia stata una delle più belle esperienze di co-produzioni cinematografiche sia per il Canton Ticino, sia per la Svizzera.

Nel 2000 Giuseppe Buffi, succeduto a Rai-mondo Rezzonico nell’autunno 1999, non ebbe il tempo di godersi la sua prima espe-rienza dal vivo (morì pochi giorni prima del Festival). Ma Buffi ebbe il merito di mettere alla prova budget e strutture del Festival che avevano estremo bisogno di dilatarsi e conso-lidarsi. Operazione poi riuscita pienamente a Marco Solari, manager con il cuore in Ticino e la testa un po’ a Berna e un po’ a Zurigo. Solari si sedette sulla poltrona - non sempre comoda - di presidente. Divise capri e agnelli - Direzione Artistica e Direzione Operativa - e da buon guardiano del gregge ancora oggi go-verna una manifestazione che non solo ha una grande importanza a livello locale e cantonale, ma è diventato uno degli incontri culturali più importanti della Svizzera riconosciuto piena-mente a livello internazionale. Una conferma in tal senso? Carlo Chatrian, direttore dal 2012, a settembre - chiusa la 71esima edizione - pren-derà il volo per Berlino grazie al lavoro svol-to a Locarno. Altre riprove: De Hadeln dopo Locarno va Berlino e vi rimase per vent’ anni; David Streiff, dopo Locarno assunse il ruolo di Direttore dell’Ufficio Federale della Cultu-ra; Frédéric Maire, dopo 4 anni - 2006-2009 - andò alla Cineteca Nazionale di Losanna

come direttore mentre il francese Olivier Père che succedette nel 2010 a Maire, chiusa l’edi-zione del 2012 fu chiamato da ARTE, canale televisivo franco/tedesco, per diventare uno dei produttori cinematografici più importanti di Europa e non solo.

Nel 2000 a succedere Müller, che qualche anno dopo approderà alla Mostra di Venezia come direttore e vi rimarrà per otto anni, ar-riva Irene Bignardi, critica cinematografica a «la Repubblica» e profonda conoscitrice so-prattutto della letteratura anglosassone. Per cinque anni governerà la rassegna locarnese con piglio deciso attorniata da un manipolo di collaboratrici che reinventano il festival su un modello romano senza tradire il carattere di la-boratori di idee, tradizione imprescindibile per il carattere di Locarno.

Oggi il Locarno Festival, che parla sempre di

cinema e vive di cinema, è rimasto fondamen-talmente una festa per i cineasti che praticano strade ai margini della ortodossia di mercato, una festa sempre in maniche di camicia che riempie di giorno le molte sale e che la sera si alterna con quello della Piazza. Marco Solari da buon anfitrione e sempre in giacca e cra-vatta, come vuole la tradizione, ma tutti gli altri - ospiti e pubblico - amano mescolarsi in un clima assai rilassato. A suo tempo, nel secolo scorso, si riusciva a parlare dottamente di ci-nema anche in dialetto mentre i fratelli d’oltral-pe si confrontavano in schwitzerdütsh. Oggi la lingua più diffusa è l’inglese, lingua declinata con tutte le sue varianti americane o asiatiche. In undici giorni Locarno si riempie di gente che al cinema guarda con interesse, curiosità o passa da quelle parti semplicemente perché c’è il Festival. E fortunatamente i giovani la fanno da padroni.

Il mio album è ovviamente pieno di ricordi, di incontri, di amicizie di breve o lunga durata, incontri che hanno contribuito alla mia forma-zione professionale e soprattutto umana.

Di incontri ne ricordo uno tra i tanti. Una cena con Penelope Cruz alle prime armi e pochi altri tra cui Marco Blaser, una ragazza non ancora ventenne che si era beccata un grippe fuo-ri stagione e riluttante, per timidezza, a salire sul palco. Molto professionalmente trangu-giò un’aspirina e si presentò al pubblico della Piazza anche lei in maglietta e jeans. Oggi da star affermata Penelope si ricorderà di quella cena o di quel raffreddore?

*Giornalista, Membro del Consiglio Direttivo di Locarno Festival

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GIACOMO FALCONI*

L a ricorrenza della Festa della Patria mi offre l’occasio-

ne per esternare alcune riflessioni sulla nostra de-mocrazia. La democrazia è l’espressione (da sempre) della volontà popolare, ol-tre che della capacità di coesione di più comunità con lingua e religione diverse. Perché la democrazia? Perché insidiata dal-le pretese dell’Unione Europea (UE) riguardo all’autonomia e perché in Svizzera sono sotto tiro i suoi valori.

Le pretese dell’UE. I nostri valori non sono contrattabiliLa situazione è conosciuta. I rapporti

con l’UE sono tesi. L’UE vuole stipula-re un «accordo quadro istituzionale», ossia un pacchetto di accordi dove sia incluso anche la ripresa, da par-te della Svizzera, del diritto europeo. Questo è il punto dolente, qui sta la grande tensione politica. Qui sta pure la giustificata preoccupazione della maggioranza del popolo svizzero che, pur non potendo recepire il problema nei dettagli, riesce comunque a capi-re, tramite le informazioni dei media, che, in determinate circostanze, do-

vremmo accantonare le nostre regole per applicare quelle europee. È inaccet-tabile. Sarebbe una grave perdita di autonomia. Si-gnificherebbe una parziale rinuncia della sovranità del popolo. Il processo legi-slativo svizzero, con i suoi diritti referendari, deve ri-manere la base della nostra

democrazia. I nostri valori non sono contrattabili.

Salvaguardia delle identità nazionaliI politici dell’UE dovrebbero rendersi

conto che le loro pretese rappresen-tano una ingerenza negli affari di uno Stato. Ogni nazione, o minoranza et-nica, o razza hanno la propria storia, hanno tradizioni, usi e costumi che hanno forgiato il loro modello di vita e le loro leggi. Pretendere che i popoli abbiano ad accettare una legislazio-ne che si discosti dalla loro, oltre ad essere un atto irrispettoso della loro storia è pure un atto di violenza alle coscienze di quella gente.«Unità nella diversità» è l’obiettivo

che si addice all’odierna società mul-ticulturale. Di conseguenza, non «leg-gi», ma piuttosto «diritti umani uguali per tutti».Occorre contemperare i processi di

unificazione dell’UE con la salvaguar-dia delle identità nazionali.

Richiesta azzardata, insidiosaNel caso in cui l’esito degli accordi

dovesse risultare negativo per il diritto svizzero, potrebbe crearsi una situa-zione inquietante e dagli effetti impre-vedibili. La frustrazione già largamente diffu-

sa nell’opinione pubblica, in seguito al compromesso sulla libera circolazio-ne delle persone, che non rispecchia i contenuti del voto popolare di quel 9 febbraio, potrebbe assumere una dimensione allarmante e pericolosa per la coesione nazionale. La possi-bilità che ciò si riversi a favore della iniziativa «Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’auto-determinazione)» in votazione nell’au-tunno 2018 e per quella già lanciata «per un’immigrazione moderata» non è da escludere. Se ciò si avverasse i rapporti con l’UE verrebbero a trovarsi in una situazione scabrosa.I politici dell’UE dovrebbero essere

consapevoli che le norme istituzionali non vanno barattate con valutazioni di convenienza economica. Ci sono dei paletti invalicabili, che ignorarli si-gnifica andare incontro a grossi rischi dagli effetti negativi per ambo le par-ti. Il «muro contro muro» non giova a nessuno.

In Svizzera alzare la guardiaLe nostre regole del vivere comunita-

rio sono sotto tiro. Ecco alcune notizie lette e sentite da inizio anno.- I giovani di un Partito propongono

nel loro programma l’abolizione delle feste religiose cristiane,- un Partito auspica il riconoscimen-

to dell’Islam come religione ufficiale,- a Basilea, in tribunale, sono vietati i

simboli religiosi per il personale,- a Sciaffusa è stata rilasciata la li-

cenza di costruzione di una moschea, nonostante la mancante trasparenza sulla provenienza dei fondi e sui con-tenuti dell’attività che vi verrà svolta,

1.° agosto

Che la nostra democrazia resti Regina

Praticello Grütli

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- a scadenze regolari ritorna la pro-posta di sostituire l’inno nazionale.Sono avvertimenti di un cambiamen-

to in atto che andrebbe però a sca-pito delle nostre regole di vita. Questi eventi minano le nostre origini, sono un tarlo che rode le radici e indeboli-sce la pianta della nostra storia e delle nostre tradizioni.La reazione dell’opinione pubblica

dovrebbe mostrarsi più determinata e non accettare passivamente nessuna deriva dai nostri valori. Le autorità, in qualità di garanti, dovrebbero propu-gnare il sostegno ai nostri principi de-mocratici e rispondere a tono.Perché non istituire ufficialmente la

commemorazione di San Nicolao del-la Flüe, patrono della Patria, con l’an-nuale Festa federale di ringraziamen-to? Sarebbe un significativo segnale a chi vuole abolire le feste religiose cristiane.Le peculiarità svizzere vanno salva-

guardate con adeguate leggi che per-mettano di contrastare e punire seve-ramente l’integralismo, l’estremismo e ogni forma d’ideologia nemica del bene comune. Le recenti sentenze del

Tribunale penale fede-rale hanno indicato che non siamo su questa strada. Anche il contro-progetto indiretto del Consiglio federale all’i-niziativa «Sì, al divieto di dissimulare il proprio viso» è indice di debo-lezza nella difesa dei nostri valori.

Unità e rispettoLa cultura svizzera di

pace e convivenza tra etnie e religioni diverse va mantenuta viva.È l’auspicio degli anziani di Genera-

zionePiù in occasione della Festa del-la Patria.Unità nella diversità di una società

multietnica. Rispetto dei valori e delle nostre re-

gole democratiche da parte di tutti in-distintamente. Inoltre, le nostre Autorità federali di-

cano chiaramente all’UE che i nostri valori non sono contrattabili. Di con-seguenza, che l’UE sia disposta a te-

ner conto di cosa è fattibile nel nostro Paese. Una cosa va detta loro senza mezzi termini: Per il popolo svizzero la democrazia non si tocca, perché «la democrazia è Regina».

*Presidente cantonale di GenerazionePiù

S ono una trentina i soci che hanno potuto assaporare il piacere di una gita della se-

zione Momò che ha accomunato di-vertimento e cultura.Fortunatamente accompagnati dal

bel tempo, siamo saliti al villaggio di Chironico, accolti dall’amico Alvise Nenzi che ci ha fatto conoscere la storia dell’antica chiesa di Sant’Am-brogio, del suo restauro, spiegandoci anche i contenuti dei numerosi affre-schi che la caratterizzano. A seguire una breve sosta alla Torre dei Pedrini, lo stabile medievale che è in attesa di conoscere gli sviluppi dei progetti SUPSI legati al suo futuro.Molto apprezzato il caratteristico

villaggio che alcuni non avevano mai visto.Per il pranzo abbiamo raggiunto i la-

ghetti di Audan, dove - come da al-cuni anni - ci attendevano i soci della consorella delle Tre Valli. Lucia, la fisarmonicista, e il coro

hanno dato il via all’allegria prima di gustare un buon brasato, preparato dalla cucina.A seguire ancora musica e canti con

la bandella Briosa e la nostra fisarmo-nicista. Nel pomeriggio non ci siamo fatti

mancare la trasferta al caseificio di Ai-rolo per l’abituale «scorta» di formaggi del territorio leventinese.Una bella giornata estiva trascorsa

piacevolmente tra persone che hanno saputo condividere una consolidata proposta di GenerazionePiù.

M. Moalli-Pozzorinipresidente sezione del Mendrisiotto

Dalle sezioni

Gita estiva: cultura e divertimentocon tappa ad Audan

Tutti al festival di Locarno

Federico Jolli, che il Festival di Locarno conosce come pochi altri, ci ha omag-giati di un album che percorre tutti i vari periodi dalla sua prima edizione ad oggi. Trattandosi di un tema intergenerazionale, abbiamo deciso di pubblicarlo sulle pagine Attualità (pagg. 14-15) di questa edizione.

Come posso acquistare comoda-mente un biglietto all’automatico?

Corsi a...Bellinzona: mercoledì 19 settembre 2018, ore 13.30 – 17.00Stazione FFS, ritrovo 13.25 arcata sala d’attesa/Europcar

Iscrizione obbligatoria: presso ATTE (co-organizzatrice), e-mail [email protected] (indicando dati perso-nali, indirizzo e contatti telefonici), o tel. 091 850 05 50 entro 2 settimane prima del corso. Massimo 20 perso-ne/corso.

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18 1919 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro

¨ Le meraviglie del Salento dall’8 al 21 settembre. Visita alle più belle città e soggiorno al mare a Sant’Isido-ro. Programma: sabato 8 settembre Lugano-Termoli (Molise) con torpedo-ne, cena, pernottamento e prima cola-zione all’hotel Martur Resort a Termoli. Domenica 9 Termoli-Matera (capitale europea della cultura 2019) con visita guidata della città. Pranzo e partenza per Sant’Isidoro, arrivo al Blu Salento Village***. Fino al 19 settembre soggior-no al villaggio, intercalato da escursioni a Lecce (capitale del Salento), Otran-to, Trani e Alberobello. 20 settembre Sant’Isidoro-Ancona, cena, pernotta-mento e prima colazione, 21 settem-bre rientro in Ticino. Il programma può subire cambiamenti. Costo a persona: 13 notti, camera doppia fr. 1.770.- ca-mera singola, suppl. fr. 420.-. Il prez-zo comprende: viaggio in confortevole torpedone ARL; pensione completa al Blu Salento Village*** con bevande ai pasti. Pernottamenti, prima colazione e cene a Termoli, andata e ad Ancona, ritorno. Escursioni con guida e pranzi. Info e iscrizioni al più presto a Claudia Righetti, tel. 079 327 93 24.

¨ Gita di 3-4 giorni in Veneto «la strada del Prosecco», settembre. Info: E. Cavadini, tel. 091 683 16 84, per la sezione di Mendrisio.

¨ Madrid e Bilbao dal 12 al 16 ot-tobre (5 giorni/4 notti). Costo a perso-na in camera doppia fr. 1.490, camera singola suppl. fr. 300.-. Programma: 12 ottobre, bus per Zurigo Kloten. Volo di linea, arrivo a Madrid alle 14.50, guida tour panoramico della città in bus con guida. Cena e pernottamento in hotel **** centrale. 13 ottobre, visita guidata di Madrid col bus e a piedi, centro sto-rico, passeggiata nel Parque del Buen Retiro. Pranzo in ristorante e pomerig-gio a disposizione. Cena libera, pernot-tamento in hotel. 14 ottobre: Museo del Prado, visita guidata di una delle più grandi raccolte mondiali di pittura dal XII al XIX secolo. Pranzo libero. Nel pomeriggio trasferimento in bus a Bil-bao. Cena e pernottamento in hotel**** centrale. 15 ottobre, visita guidata di Bilbao, una delle più grandi e belle città dei paesi baschi. Pranzo libero, pomeriggio visite individuali. Cena e

pernottamento in hotel. 16 ottobre: vi-sita guidata del museo Guggenheim, splendidamente posizionato nel cuore della città. Volo di linea per Zurigo e ri-entro in bus. Info e iscrizioni da subito allo 091 862 58 00, Dreams Travel.

¨ Gita a Napoli, 11-14 novembre. «Vedi Napoli e poi muori» è il detto popolare che esprime meglio l’unicità di un luogo dai mille volti, d’assapora-re almeno una volta nella vita. Perché l’incontro con Napoli è come un ab-braccio che scalda, una canzone che commuove o un amore che non si vor-rebbe mai lasciare. Un fuoco che arde nel cuore del mediterraneo! GenerazionePiù, in collaborazione

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Ticino-stazione centrale Milano-Ticino in bus granturismo; treno Freccia Ros-sa Milano-Napoli-Milano in seconda classe; 3 notti in hotel**** (situato nel centro storico di Napoli) con colazioni a buffet, 1 cena in hotel (1/2 acqua e ¼ vino inclusi); 1 pranzo in ristorante (1/2 acqua e ¼ di vino inclusi); tutti i trasferimenti con bus locale e le visite guidate come da programma. Ingres-si: chiostro Santa Chiara, Cristo Vela-to e Teatro San Carlo, biglietto metrò e funicolare, accompagnatore Dreams Travel, tutte le mance, escluso autista (facoltativa). Info e iscrizioni da subito allo 091 873 01 20, sezione Tre Valli.

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Agenda delle sezioni

BELLINZONA ¨ Venerdì 31 agosto Pranzo fine

estate, ristorante S. Giulio, ai Paiardi, S. Antonino. Ritrovo: ore 11.45 presso il ristorante. Menu: grigliata mista con contorni. Costo: Fr. 30.- (bibite inclu-se). Iscrizioni: entro il 24 agosto a Ta-tiana 091 829 20 05 o 079 756 55 00

¨ Venerdì 7 settembre, Coro, ore 14.00, Vita Serena a Giubiasco.

LOCARNO ¨ Martedì 7 agosto e 4 settembre,

ore 11.45, Pranzo mensile, ristorante pizzeria ROBINIA, v. Balestra 40 (fer-mata bus 2-Sacra Famiglia). Costo: fr. 15.- (esclusi bibite e caffè). Benvenu-te persone dai 60 anni in su, non solo soci. Iscrizioni: Rita Pedrotti, tel. 091 743 43 50 (almeno 3 giorni di anticipo).

¨ Martedì 11 settembre, Gita e pranzo al Monte Generoso. Info: te-lefono 091 751 30 52.

LUGANO ¨ Giovedì 30 agosto, Rocca d’An-

gera e museo delle bambole. La Rocca si erge maestosa su uno spe-rone di roccia che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore. In po-sizione strategica per il controllo dei traffici, fu proprietà della casata dei Visconti, e nel 1449 fu acquistata dai Borromeo, cui ancor oggi appartiene. All’interno, un coinvolgente percorso conduce alla scoperta delle imponenti Sale Storiche, impreziosite dal recente allestimento della Sala delle Maioliche. Il Museo della Bambola e del Giocat-tolo, il più grande d’Europa, stupisce con la sua esposizione che ripropo-ne la storia della bambola e del gioco

attraverso l’evoluzione dei materiali, i comportamenti socio-educativi e i legami con arte, costume e moda di ieri e oggi. A fare da cornice il Giar-dino Medievale. Partenza: ore 07.45 Cornaredo, posteggi riservati (fermata bus lungo il Cassarate); ore 08.00 Po-steggio ex Pestalozzi (dietro stazione FFS, lato Besso). Costo fr. 90.- com-preso viaggio in pullman, pranzo e bi-bite al ristorante Melograno, entrata alla Rocca e al Museo del Giocattolo con visita guidata. Info e iscrizioni da subito: Claudia Righetti, 079 327 93 24.

¨ Lunedì 22 ottobre, Mercato a Varese. Costo fr. 30.-. Info e iscrizioni da subito: C. Righetti, 079 327 93 24.

MENDRISIO ¨ Martedì 21 agosto, Coro, Casa

Cabrini, Rancate, ore 15.00.

TRE VALLI ¨ Martedì 21 agosto, Visita al Mu-

seo Sasso San Gottardo e alla sco-perta dei segreti della fortezza del Gottardo. Creata un tempo per poter proteggere il paese e altamente se-greta, oggi luogo unico per gite nel leggendario cuore della Svizzera. Nel-le vaste caverne dell’antica fortezza «Sasso da Pigna» è stato realizzato un museo intitolato Sasso San Gottardo.

Trasferimento sul Passo in torpedone, visita individuale delle caverne circa 2 ore (scarpe comode). 12.30 pranzo al Ristorante del Passo. Menu: ravioli con porcini in brodo, polenta e brasato di manzo al Merlot, legumi di stagione, tiramisù della casa al nocino. Pome-riggio libero per eventuali altre visite, rientro con tappa al caseificio di Airolo per acquisti di prodotti locali. Costo fr. 70.- per persona compreso trasporto, visita museo, pranzo (bibite escluse). Info e iscrizione entro il 14 agosto, tel. 091 873 01 20. Orari di partenza: Aquila 07.50, Ponto Valentino 08.00, Bivio Leontica 08.05, Motto 08.15, Malvaglia 08.20, Biasca Vallone 08.25, Biasca Bar 2000 08.25, Pollegio ore 08.30 / Bodio 08.35, Giornico 08.40, Lavorgo 08.50, Chiggiogna 09.00.

¨ Martedì 25 settembre, Visita Ri-seria Ferron, Verona. Partenza con bus destinazione Isola della Scala: co-nosceremo i segreti dell’antica e rino-mata riseria, la guida ci accompagne-rà lungo un percorso suggestivo alla scoperta di un territorio con scenari meravigliosi. Si visiterà una villa rura-le del 1742 e alla Riseria Ferron visita dell’antica Pila Vecia del 1650 tuttora funzionante e dimostrazione della pi-latura del riso. A pranzo gusteremo i ri-sotti preparati al ristorante della riseria. Proseguimento verso Verona, tempo libero per visite individuali. Prezzo per persona Fr. 135.00 (quota valida con un minimo di 30 persone) compren-dente viaggio in bus granturismo, visi-ta guidata della riseria, pranzo in risto-rante (1/2 acqua + ¼ di vino inclusi), accompagnatore Dreams Travel, tutte le mance (esclusa l’autista facoltativa), IVA. Orario e luogo di partenza verran-no comunicati al momento dell’iscri-zione che dovrà avvenire entro il 12 settembre tel. 091 873 01 20.

¨ Martedì 16 ottobre, Castagnata, ristorante-pizzeria Alla Birreria, Faido. Costo Fr. 10.-, non soci Fr. 20.-. Iscri-zioni: tel. 091 873 01 20.

Agenda Centro diurno Lugano

¨ Pranziamo insieme. Desiderate pranzare in compagnia? Nel nostro Centro diurno, potete farlo a soli 12.- franchi più bibite. Iscrizioni: entro le ore 12.00 del giorno precedente. Per il lunedì l’iscrizione va fatta entro il sa-bato precedente, ore 12.00.

¨ Martedì 24 luglio, Atelier cuci-na, per preparare deliziosi cake, tor-te, biscotti e leccornie salate. Interes-sati e per l’iscrizione all’atelier cucina contattare Vitina, Donatella o Marco.

¨ Aperitivo ogni ultimo martedì del mese, prossimo appuntamento 24 luglio, dalle 11.00 alle 12.00.

¨ Tutti i giorni ma in particolare ogni Mercoledì e venerdì dalle ore 14.00 Giochiamo insieme... carte, dama, scacchi, memory e altro...

¨ Martedì 4 settembre, ore 14.15. Proiezione film, Le nevi del Kiliman-giaro, Un film di Robert Guédiguian. … 2011, 107 minuti. Segue merenda con torta offerta.

Centro Diurno e Segretariatodurante tutto il mese

di agostoCHIUSURA alle ore 14.00

Page 20: lavoro - OCST · (CDCEP), a inizio 2013, così come riportato sul sito della Seco, hanno presentato un pac-chetto di misure da attuare in quattro campi d’azione: • la specializzazione

20 2119 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro Lavoro Opportunità

CERCO impiego come...

X assistente dentale (non diplomata), commes-sa, cassiera, esperienza 3 ambiti. Tel. 079 906 51 28 (no sostituzioni).

X badante con esperienza, per assistenza anziani e aiuto domestico, referenze, con permesso B, 24 su 24, domenica e festivi. Tel. 076 7032864.

X operaio edile, 20 anni di esperienza/5 in Sviz-zera. Volenteroso. Tel. +39 3333774628.

X operatrice socio sanitaria, con diploma. Tel. +39 0324 83249.

X pizzaiolo o aiuto cuoco, esperienza. Tel. 076 3027825.

X operaio generico, aiuto montatore elettrici-sta, venditore, magazziniere, aiuto-cuoco. AF elettricista, D A2, discreta conoscenza sistemi infor-matici. Zona Ticino, Grigioni e Svizzera centrale. Tel. 0796572641 [email protected]

X autista, patente C, pluriennale esperienza, co-noscenza territorio svizzero, ev. qualsiasi settore. [email protected] Tel.+39347-2368591.

X ingegnere biomedico, ottimo inglese, buone conoscenze informatiche. Tel. +39 3387981561.

X badante 24H a Lugano, Bellinzona e dintorni. Referenziata, con esperienza, precisa e attendibile, patente. Tel. +39 320 928 00 47.

X venditrice esperta e referenziata, automunita, madrelingua F (D/Ingl. parlato). Sopraceneri e Sot-toceneri, tel. 091 7522089/ +39 274 265050.

X contabile esperienza ventennale, per contabilità piccole/medie imprese (ditta individuale, società di persone e giuridiche SA o SAGL). Conoscenza F e Ingl. [email protected] Tel. 079 8692855.

X operaio esperienza lavorazione-trasformazione tee, erbe, spezie. [email protected]

X responsabile isolatore guaine bituminose, muratura, ev. qualsiasi lavoro purché fisso,

buone capacità e buone referenze tel. 079 2099171. X badante referenziata con esperienza. Preferibil-

mente Lugano. Tel. 078-6465315 (chiamare pref. orari pomeridiani-serali).

X portiere ai piani, autista Cat. A e B, esperien-za, tel. 3341405333.

X coll. domestica, cura bambini, con esperien-za e referenziata, zona Lugano. Tel. 347 7152943.

X cuoca, aiuto cuoca. ev. qualsiasi altro lavo-ro. Tel. 342 9874178.

X spazzacamino con AFC, serio, buona cono-scenza settore. Zona Chiasso - Bellinzona. [email protected]

X panettiere, operaio generico, zona Mendri-siotto-Luganese. Tel. +39 349 6914581.

X pulizie 4 ore sabato mattina, anche uffici. Da Stabio a Mendrisio. [email protected]

X metalcostruttore AFC, 4 anni esperienza, CH, residente nel Locarnese. [email protected]

Offerte di lavoro CERCO collaboratori

X 2 sorveglianti mensa scuola elementare Mu-nicipio Vezia. CH o permesso domicilio, condotta incensurata, sana costituizione psicofisica, idoneità alla funzione. Comprovata esperienza confacente, ottime conoscenze lingua italiana. Offerte: Cancel-leria comunale, via A. Daldini 13, 6943 Vezia con dicitura: "Sorvegliante mensa SE", scadenza: 20 luglio ore 15.00.

X cucitrice esperta (capo finito), con esperien-za in fabbrica; ritagliatrice/tagliatrice per fabbri-ca abbigliamento, esperienza posizione analoga. Dresdensia sa Pregassona, tel. 091 9716063.

X cesellatore/bronzista, con esperienza. Si ri-chiedono elevata dimestichezza con attrezzi da ce-sello su sculture in bronzo e saldatura MIG/TIG. Tel: +41 91 646 55 47; E-mail: [email protected]

Per le posizioni seguenti curriculum a: [email protected]

X operaio di manutenzione, polimeccanico con AFC o titolo equivalente per manutenzione mecca-nica/pneumatica ordinaria e straordinaria. Compe-tenza manutenzione impianti chimici, reattori, centri-fughe, essicatori, tenute meccaniche, pompe.

X contabile un/una impiegato/a contabilità ge-nerale. Ottima conoscenza principi di contabilità internazionale. Buona conoscenza lingua inglese. Tempo determinato scopo assunzione.

X impiegata di vendita esperta campo pietre preziose, ottima conoscenza tecniche di vendita as-sistita. Conoscenza lingua inglese.

X assistente ai servizi di produzione, laurea in Chimica Farmaceutica o titoli equivalenti. Cono-scenza Batch Record. Esperienza, anche minima, in azienda farmaceutica.

Per le posizioni seguenti curriculum a: [email protected]

X un/una tornitore CNC, formazione Tecnica, esperienza pluriennale e conoscenza linguaggio programmazione Fanuc, persona precisa, autono-ma e responsabile.

X un/una impiegato commerciale, diploma di Commercio e/o analogo frequentato in Svizzera, almeno 2-3 anni esperienza nel settore richiesto. Persona dinamica, intraprendente, organizzata con spiccate attitudini al contatto interpersonale, passio-ne ed interesse per il mondo ciclistico. Flessibile ed adattabile anche durante il fine settimana per parte-cipare ad eventi, sponsorizzazioni, fiere, ecc. Ottima conoscenza/lingua madre italiano, D(B2), Ingl. (B2). Solo candidati domiciliati nel Canton Ticino.

X un/una perito fiscale, laurea in Economia, Di-ritto/ Equivalente e formazione AKAD, esperienza in Fiduciaria e nella fiscalità nazionale ed internaziona-le, forti capacità di comunicazione e organizzative, ottima (C1) conoscenza D, buono (B2) Ingl.

Assicuriamo una risposta unicamente a colo-ro che corrispondono ai requisiti indicati Altre posizioni alla pagina WEB: https://pcl-consulting.ch/offerte-di-lavoro

Per le posizioni seguenti curriculum a: [email protected]

X un/a capo progetto Junior, esperienza ge-stione progetti in qualità di PM. Laurea ingegneria meccanica, autonomia gestione progetti complessi a livello industriale. Ottima conoscenza SAP, madre-lingua I, buon D, F e Ingl. Disponibilità viaggi.

X fresatore CNC/operatore CAD CAM, con esperienza, fino a 5 assi, buona conoscenza lin-guaggio Heidenhain e utilizzo strumenti di misura.

X Customer Care Agent, esperienza gestione e consulenza telefonica. Ottime doti comunicative, gestire ed evadere richieste in entrata. Si valutano solo profili bilingue italiano/svizzero tedesco, con ot-tima padronanza F e buon Ingl.

X rettificatore CNC Studer, pluriennale espe-rienza come operatore su macchine di rettifica CNC per interni ed esterni, ottima conoscenza macchi-nari, lettura disegni meccanici e autonomia utilizzo principali strumenti di misura a livello millesimale.

X disegnatore meccanico, esperienza in ambito industriale, automazione, gestione progetti di natura differente (pneumatica e fluidodinamica). Utilizzo In-ventor ed Autocad, buone conoscenze Ingl.

X impiegata bilingue, zona Grigioni Italiano, esperienza gestione commerciale. Disponibile per piccoli imballaggi, buon utilizzo SAP, madrelingua D/svizzera D, ottimo F (sia scritte che orali).

X Employé Analytique Junior, breve esperienza professionale per svolgimento statistiche e analisi dati. Excel, madrelingua F, laurea Matematica.

X Junior Front-end Developer, breve esperien-za analisi e progettazione software HMI, ingegne-ria informatica o elettronica. Conoscenza di Java-Script, HTML5, CSS3, C#, NodeJs, JQuery, ExtJS, Angular ed altri framework JS, apprezzata SQL e NOSQL. Ottimo Ingl. e buona padronanza F e/o D.

X dichiarante doganale, giovane figura F/M con esperienza, ottima conoscenza Ingl. o D. Eventual-mente anche part-time.

X progettista Junior impianti fluidici, breve espe-rienza progettazione e realizzazione schemi funzio-

namento “fluidici”. Laurea in ingegneria meccanica, utilizzo CAD, conoscenza Eplan, buon inglese.

X Senior Application Developer, almeno 4 anni esperienza supporto e gestione applicazioni softwa-re, analisi problemi e proposta soluzioni. Ottima pro-grammazione ABAP, C# e JAVA, conoscenza tecni-ca hardware, reti, sistemi operativi, abilità linguaggi SQL e design database. Ottimo I ed Ingl.

X ingegnere elettronico, esperienza (almeno 4 anni) in reparti produttivi e R&D. Capacità program-mazione microcontrolli (C, C++), linguaggio oggetti, sviluppo schede elettroniche e conoscenza settore automazione. Ottime conoscenze informatiche.

X ingegnere meccatronico Junior, laurea in Ingegneria elettronica o meccatronica, breve espe-rienza professionale. Ottima conoscenza Ingl. e D.

X programmatore/collaudatore elettronico, esperienza progettazione e programmazione sof-tware PLC/CNC. Formazione ambito elettronica o elettrotecnica, buona conoscenza Ingl. Trasferte.

X disegnatore metalcostruzione, esperienza (almeno 4 anni). Formazione tecnica, utilizzo princi-pali sistemi CAD, disponibilità immediata.

X Customer Service F/M, esperienza svolgimen-to lavori d’ufficio per gestione parte commerciale in-terna. Indispensabile madrelingua tedesca/svizzera tedesca, ottimo livello F e buon Ingl.

X ingegnere elettrotecnico, esperienza sviluppo schemi elettrici, ottimizzazione funzioni aziendali, realizzazione progetti esistenti e sviluppo di nuovi. Ottimo D e F. Formazione universitaria in ingegneria elettrotecnica. Disponibilità al trasferimento.

X Field Service Elettronico, esperienza (almeno 5 anni) quale Tecnico elettronico trasfertista o per la messa in servizio di macchine e/o impianti. Cono-scenza CAD e sistemi di handling robotizzati. Titolo tecnico o formazione universitaria ambito elettroni-co, buone conoscenze Ingl. e D, disponibile a tra-sferte per circa il 60% del tempo.Bandi comparsi sul Foglio UfficialeFoglio Ufficiale N. 55 del 10 luglio

X un/a responsabile servizi finanziari; un/a funzionario/a amministrativo Cancelleria comu-nale Municipio Riva San Vitale. Bandi: Cancelleria comunale tel. 091 6481306; [email protected] Scadenza: 3 agosto ore 12.Foglio Ufficiale N. 56 del 13 luglio

X operaio comunale AFC installatore impianti sanitari, Municipio Agno. Cancelleria comunale tel. 091 6122323 o www.agno.ch Scadenza: 3 agosto ore 11.45.

Pubblichiamo inserzioni «cerco lavoro» solo per soci e abbonati, gratuite. Scrivere a: [email protected]

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20 2119 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro Attualità

Hupac

Trasformazione digitale e lavoro «smart»

Hupac continua il percorso di crescita nonostante le difficoltà legate alle inter-ruzioni di traffico. L’azienda guarda al futuro e punta sulla trasformazione digi-tale. Nella sede di Chiasso, viene creato un ambiente di lavoro «smart» che favo-risce collaborazione e comunicazione.

«Summer Party» - Anche quest’anno Hupac ha condiviso un momento di festa con i collabora-tori e la comunità locale, offrendo, in giugno, un programma ricco di avvenimenti, compresa l’i-naugurazione della nuova rooftop lounge.

Le cifre del 2017 - 763.000 spedizioni stradali trasportate, 5.900 carri ferroviari, una ventina di sedi operative in Svizzera, Italia, Germania, Bel-gio, Olanda, Polonia, Russia e Cina, 470 colla-boratori di cui 176 nella sede storica di Chiasso.

Investire per assicurare la crescita - Le gal-lerie di base del Gottardo e del Ceneri offrono ottime opportunità per l’ulteriore sviluppo del traffico intermodale. Hupac è pronta a cogliere la sfida. Nel 2017 gli investimenti in beni ma-teriali sono più che raddoppiati, per un totale di CHF 56,5 milioni. La flotta vagoni è stata incrementata e sono state acquistate otto lo-comotive multisistema. Per quanto riguarda i progetti terminalistici e le nuove partecipazioni in terminal, Hupac si concentra su Milano, Pia-cenza, Brescia e Pordenone in Italia, Basilea in Svizzera, Brwinów/Varsavia in Polonia, Geleen nei Paesi Bassi e Colonia in Germania.

Per una società di servizi come la Hupac, il personale resta la risorsa più preziosa. «Stiamo investendo anche in questo senso», sottolinea il direttore Kunz. Nel 2017 il personale in servizio è aumentato del 6,1%, 455 le persone attive a tempo pieno. Presso la casa madre di Chiasso sono stati creati posti di lavoro in campo inge-

gneristico, informatico e gestionale. Continua l’impegno di Hupac per la formazione dei gio-vani, con numerosi apprendisti che ogni anno vengono formati come impiegati di commercio.

Trasformazione digitale - Notevoli risorse vengono destinate alla trasformazione digitale dell’azienda. I terminal Hupac saranno dotati di portali OCR per la registrazione dei dati dei treni e delle unità di carico. La tecnologia a sen-sori, applicata ai carri, aumenterà gli standard di sicurezza del materiale rotabile e faciliterà la manutenzione predittiva.

«Come passo concreto immediato, doteremo i nostri treni di GPS per informare i nostri clienti sulla esatta posizione delle loro unità di carico attraverso un’interfaccia», ha annunciato Beni Kunz, CEO di Hupac.

Lavorare «smart»: Hupac rinnova gli uffici - È stata inaugurata la prima tranche degli uffici completamente rinnovati per rispondere alle mutate esigenze del mondo del lavoro. Smart working è la parola chiave. Tramite una nuova valorizzazione degli spazi, i collaboratori pos-sono sfruttare al meglio la comunicazione e la diffusione di un know-how collettivo, il tutto con attenzione al benessere dell’individuo e al comfort acustico. I nuovi uffici di Hupac avran-no molteplici spazi di lavoro collocati attorno a una spina centrale: «phone booth» per conver-sazioni telefoniche riservate, «isole del silenzio» per il lavoro individuale, sala riunioni per il lavo-ro di gruppo, e spazio ristoro. Entro fine 2019, tutta la sede di Hupac sarà rinnovata in stile smart, sarà garantita la completa accessibilità per persone disabili, così come il miglioramento delle prestazioni energetiche mediante un si-stema domotico per l’illuminazione, la climatiz-zazione, il controllo dell’irraggiamento solare e la qualità dell’aria.

Lago Ceresio

Studio sullemicroplastiche

L o scorso 14 luglio a Losone alcuni rappresentanti della Commissione consultiva cantonale «Acque sicure»

hanno animato uno stand informativo nell’area di svago del Meriggio. È entrata così nel vivo la campagna di prevenzione promossa dal Dipar-timento delle istituzioni, che punta come sem-pre ad attirare l’attenzione dei bagnanti sulle re-gole che permettono di evitare comportamenti a rischio e incidenti.

La spiaggia del Meriggio – alla confluenza dei fiumi Maggia e Melezza – è una delle più fre-quentate del Locarnese e uno dei nuovi luoghi in cui da quest’anno, durante i fine settimana dei mesi di luglio e di agosto, è prevista la pre-senza dei pattugliatori, che forniranno informa-zioni ai bagnanti sui comportamenti corretti da assumere per godersi le meraviglie del Cantone

in tutta sicurezza. Il Dipartimento delle istituzioni ricorda le sei

regole dei bagnanti, pubblicate anche sul sito internet www.acquesicure.ch

1. Non perdere mai di vista i bambini 2. Non accamparsi sulle rive o sugli isolotti di

un fiume 3. Prestare grande attenzione alle condizioni

meteorologiche: le piogge fanno aumentare ra-pidamente il livello dell’acqua

4. Valutare bene il luogo e le caratteristiche del fiume: gole strette e cascate sono perico-lose. I vortici non si vedono ma imprigionano sul fondo

5. Seguire le indicazioni e i suggerimenti delle persone competenti

6. Attenersi alla segnaletica delle officine idroelettriche.

Campagna di prevenzione

Acque sicure

L’ inquinamento da microplastiche delle acque dolci, contrariamente a quello degli ambienti acquatici

marini, è ancora poco approfondito. Nel 2014 è stato pubblicato uno studio - il primo sulle acque dolci in Svizzera - condotto dalla Scuo-la politecnica federale di Losanna (EPFL) su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). L’approfondimento era volto princi-palmente all’individuazione di microplastiche nelle acque e nella sabbia delle spiagge di sei laghi svizzeri, tra cui il Lago Maggiore. È sta-to evidenziato come le acque di laghi e fiumi svizzeri siano inquinate in maniera ubiquitaria da residui plastici, il cui impatto è al momen-to difficile da valutare. Sono in corso ulteriori studi di ricerca e approfondimenti commis-sionati dall’UFAM.

Sulla scorta del rapporto dell’EPFL e di altri approfondimenti condotti da diverse nazioni europee, il Dipartimento del territorio (DT), considerata la mancanza di dati concernen-ti la presenza di microplastiche nelle acque del Ceresio e ritenuto che l’impatto sugli ecosistemi acquatici non può ancora essere valutato con completa cognizione di causa, ha avviato, per la prima volta, un approfondi-mento analogo sul lago di Lugano. I risultati verranno resi noti in autunno.

Le operazioni di raccolta e misurazione, at-tualmente in corso, si avvalgono di una spe-ciale rete galleggiante che consente di setac-ciare la superficie dell’acqua e di raccogliere microplastiche fino a 0,3 millimetri di gran-dezza. Tali microplastiche possono essere create dalla degradazione fisica, chimica e biologica di materiali plastici di dimensioni più grandi dispersi nell’ambiente. È possibi-le riscontrare residui derivanti dall’usura di pneumatici, scarpe o tessili. In altri casi, le microplastiche sono utilizzate direttamente come materiale di base per la produzione di oggetti in plastica o quali componenti di cosmetici, dentifrici e detersivi per il lavaggio a mano. In attesa dei necessari approfondi-menti e di misure preventive efficaci per una riduzione alla fonte delle microplastiche, l’U-FAM sta promuovendo delle trattative con le organizzazioni economiche interessate. Allo stesso tempo, Confederazione, Canto-ni e Comuni, insieme ai rappresentanti del commercio al dettaglio e dell’industria delle materie plastiche, partecipano a incontri per individuare soluzioni per ridurre la produzio-ne di rifiuti plastici e migliorare il recupero e il riciclaggio, oltre che del PET e del polietilene, di altre materie plastiche.

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22 2319 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro Società

FABRIZIO VAGHI*

S iamo ormai in piena stagione estiva e questo periodo rappresenta con maggior facilità il momento dell’anno

in cui viene consumato il più alto quantitativo di verdura.

Ormai possiamo tranquillamente dire che tutti siamo a conoscenza del potenziale pro-tettivo di questi preziosi alimenti, ma è altret-tanto vero che il consumo reale sia sempre ben distante da quanto raccomandato, da tut-te le associazioni, per il mantenimento di un buon stato di salute.

Infatti, molte persone, neppure in questa stagione gradiscono il consumo di freschi ve-getali, dicendo molto chiaramente «ma io non sono mica una capra!!!».

Sfortunatamente queste citazioni, molto più frequenti di ciò che si pensi, sono dovute al fatto che non è presente una cultura culina-ria sulle verdure, frequentemente consumate poco condite e con un condimento molto clas-sico, a base di olio d’oliva (si spera non troppo limitato quantitativamente), aceto e sale.

È proprio su questo aspetto che ci si deve concentrare: certamente il condimento può

fare la differenza, sia salutare ma anche gu-stativa.

Pensate infatti, a quanti ingredienti si potreb-bero aggiungere con la finalità di trasformare una monotona insalata in un piatto di verdura mista, come detto, sano e gustoso.

Pensiamo insieme a qualche esempio… po-tremmo aggiungere a rotazione, senza limi-tarci alle sole spezie ma facendo «viaggiare» maggiormente la fantasia: olive (verdi, nere, piccanti, condite…) o patè di olive; patè di verdura (rucola, carciofi…); un cucchiaio di pesto o di sugo di pomo-doro; verdurine conservate sott’aceto o sott’olio (cetriolini, funghetti…); germogli di verdura, di soia, di legumi…; semi (di lino, sesamo, girasole…) o mix già predisposti per il condimento delle insalate (con quinoa e tanto altro…); bacche di goji;...e tanto altro ancora, in quanto la verdura deve essere «personalizzata» in base ai propri gusti.

In alternativa, oppure anche in aggiunta, pos-siamo pensare di trasformare invece la nostra

verdura in un piatto unico, inserendo ad esem-pio anche una fonte di proteine.

Possiamo ad esempio pensare a:• Uova sode, in frittata a cubetti, strapazzate…• Prosciutto a cubetti, bresaola a stracetti, speck a cubetti;• Ceci o fagioli, preferibilmente confezionati in confezioni di vetro;• Tonno, salmone, gamberetti;• Carne a cubetti o stracetti;• Formaggio stagionato a scaglie;• Humus di ceci.

Come possiamo immaginare, stiamo parlan-do completamente di un altro piatto rispetto a quanto siamo abituati, e certamente l’afferma-zione precedente, con cui abbiamo iniziato il nostro articolo, non è più valida.

La nostra salute passa quindi da questo im-portante cambio di mentalità: non pensiamo ai vegetali solamente come un contorno, ma di-venta centrale l’attenzione sull’aspetto gusta-tivo per renderli alimenti centrali, sia dal punto di vista quantitativo che gustativo, dei nostri pasti.

È la stagione giusta per poterlo fare!

*Cardiocentro Ticino

Lavoro & Salute

Vegetali: non solo contorno, ma alimenti centrali

Il tempo soleggiato e le temperature elevate sono sinonimo di ingenti quan-tità di pollini nell’aria, come ben sanno gli allergici. I temporali rinfrescano e concedono un attimo di tregua, ma at-tenzione: poco prima di un temporale estivo può scatenarsi una vera e propria tempesta di pollini, come spiega aha! Centro Allergie Svizzera.

I n realtà, la pioggia è una benedizione per chi è allergico, perché libera l’aria dai pol-lini e da altre particelle. «In linea di prin-

cipio è vero, tranne che per gli attimi prima o all’inizio di una pioggia o di un temporale estivi, durante i quali le reazioni allergiche possono in-tensificarsi», spiega Georg Schäppi, Direttore di aha! Centro Allergie Svizzera.

Condizioni particolariCiò che di primo acchito stupisce ha una spie-

gazione semplicissima: durante i primi istanti di un temporale, le correnti discendenti e la piog-gia spingono i pollini presenti negli strati supe-riori dell’aria verso il basso, causandone un ra-pido incremento della concentrazione al suolo. L’elevata umidità dell’aria fa gonfiare i pollini, che possono scoppiare a causa della pressione osmotica. «In questo modo, vengono liberate

numerose microparticelle allergeniche in grado di penetrare ancora più in profondità nelle vie respiratorie», continua Schäppi. Nelle persone con allergia ai pollini, un fronte temporalesco può pertanto peggiorare il prurito e gli starnuti, provocare tosse o gravi disturbi respiratori.

Il fenomeno dell’asma da temporaleUn caso estremo è stato registrato due anni fa

a Melbourne, in Australia, dove si era verificata una concomitanza di condizioni meteorologi-che e geografiche molto particolari. Secondo le autorità sanitarie australiane, più di ottomila persone si erano presentate in ospedale con difficoltà respiratorie durante un temporale mol-to forte. «In Svizzera non si hanno finora notizie di eventi di tale portata», tranquillizza Georg Schäppi, che ha condotto ricerche in materia nel paese dei canguri. Raccomanda comun-que a chi soffre di pollinosi di restare all’interno

all’approssimarsi di un temporale e di tenere chiuse le finestre, oppure di avere sempre con sé i farmaci per le emergenze. Soltanto dopo mezz’ora di abbondanti piogge si può tirare un sospiro di sollievo con la certezza che non ci sono più pollini nell’aria.

Il problema dello smog estivoEsistono anche altri fattori che rendono i pol-

lini più aggressivi: «Gli inquinanti atmosferici possono modificare le proteine e le strutture superficiali dei granelli di polline e renderli più allergenici», conferma Schäppi. L’ozono può inoltre irritare ulteriormente le mucose e acuire i sintomi dell’allergia.

L’aiuto di aha! Centro Allergie Svizzera

• Con l’applicazione per smartphone «Pollini-News» avete molte informazioni utili sempre a portata di mano.• Al sito www.pollinieallergie.ch trovate tutto quello che dovete sapere sui pollini.• Specialisti della aha!infoline rispondono a domande personali dal lunedì al venerdì, dalle 08.30 alle 12 al numero 031 359 90 50.

Allergie

Attenzione: i pollini scoppiano durante i temporali

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22 2319 luglio 2018 il Lavoro 19 luglio 2018 il Lavoro

StampaCentro Stampa Ticino SAVia Industria, 6933 Muzzano

PubblicitàPublilavoro SaglVia Balestra 19, 6900 Lugano, tel [email protected]

Tiratura confermata REMP25’650 copie

Consiglio esecutivoPresidente: Bruno Ongaro

Segretario cantonale e copresidente Renato Ricciardi

Segretario amministrativoAldo Ragusa

Vicesegretari cantonaliPaolo Locatelli, Gianni Guidicelli

Segretari regionaliLugano Giovanni ScolariMendrisio Giuliano ButtiSopraceneri Marco Pellegrini

Via Balestra 19, 6900 LuganoEditoreOrganizzazione cristiano-sociale ticinese

Redazione e amministrazione Responsabile: Giorgio DoniniIn redazione: Maurizia ContiChiusura di redazione il martedì.

Responsabile comunicazione OCSTBenedetta Rigottivia Balestra 19, 6900 Lugano; tel. 0919211551; fax 0919242471; [email protected]

Buongiorno signor Crugnola,leggo sempre la sua rubrica sul giornale Il La-

voro, le volevo sottoporre la mia posizione e porre alcune domande: ho iniziato a lavorare in Svizzera subito dopo il periodo di servizio mili-tare, ormai sono quasi 20 anni che sono fronta-liere, in precedenza ho lavorato un paio d’anni in Italia. Dato che non mi sono mai interessato all’aspetto contributi per una futura pensione, anche perché mancano ancora diversi anni prima di raggiungere l’età di pensionamento, le chiedo se è meglio fare qualche passo già adesso, oppure se devo attendere la data di pensionamento. Carmine L. - Marchirolo

Carissimo Carmine,il mio consiglio è tenere la posizione assicura-

tiva regolarmente aggiornata. Nel tuo specifico caso ci sono due procedure che puoi attivare rivolgendoti ai nostri uffici: la prima è richie-dere un estratto dei contributi AVS versati in Svizzera, è bene richiederlo ogni 4/5 anni per evitare che eventuali vuoti contributivi cadano in prescrizione e non siano più recuperabili; la seconda procedura è chiedere, sempre trami-te i nostri uffici, l’accredito del servizio militare, infatti la legge italiana stabilisce che i periodi di servizio militare obbligatorio o volontario, val-gono a tutti gli effetti come periodi lavorativi e

sono quindi utili per determinare il diritto e la misura di tutti i trattamenti pensionistici, esclu-si quelli a carattere assistenziale. L’accredito avviene solamente a seguito domanda dell’in-teressato e, per poter ottenere l’accredito fi-gurativo è necessario da un lato che il periodo non sia già coperto da contribuzione obbliga-toria, dall’altro che risulti versato almeno una settimana di contribuzione obbligatoria, anche se successiva al periodo di servizio militare.

Possono richiedere l’accredito del servizio militare anche i lavoratori che non hanno mai lavorato in Italia a condizione di avere lavorato all’estero in un paese legato all’Italia da con-venzione in materia previdenziale, in questo caso la richiesta può essere presentata sola-mente unitamente alla domanda di pensione italiana.

La documentazione da presentare per richie-dere l’accredito del servizio militare è la copia del congedo militare, o dello stato di servizio relativamente agli ufficiali.

Ti aspettiamo quindi nei nostri uffici per ini-ziare tutte le procedure di verifica necessarie.

Roberto CrugnolaCoordinatore

Patronato Inas Svizzera

Giornale Aperto

Le domande dei Lettori

Pensando alla pensione, cosa fare?

VITA NOSTRA

�� Auguri• a Sara Milesi e Damiano Conti, socio Pavimentazioni stradali, che sabato 21 luglio, nella chiesa di S. Seba-stiano a Oria Valsolda celebreranno il sacramento del matrimonio. Alla giovane coppia gli auguri di un lungo e felice viaggio insieme, ricco di amore e di tante gioie.

�� Condoglianze• al marito Carlo, socio Anziani Docenti, al figlio Andrea, socio Docenti, alla figlia Marina, ai familiari e parenti tutti per la scomparsa della cara Dorli Jahn.• alle sorelle, ai fratelli, ai nipoti, in particolare Davide Tenca, socio Autorimesse, ai parenti tutti, per la scompar-sa del caro Giuseppe Tenca.• alla figlia Bianca, ai nipoti Federico e Majesty, alle sorel-le, fratelli e parenti tutti, per la scomparsa del caro Luigi

Cariboni, socio GenerazionePiù del Luganese.• alla moglie Graziella, socia GenerazionePiù del Luga-nese, alla figlia Antonella con il marito Marco Bozzetti, al fratello Lorenzo, ai parenti tutti, per la scomparsa del caro Bernardo Tremari.• alla moglie Maria Pia, alle figlie Roberta, collega settore CPC, segretariato del Luganese, e Paola, al figlio Bruno con la moglie Benedetta, ai nipoti, cognati e parenti tutti, per la scomparsa del caro Giorgio Pusiol.• alla moglie Giulia, ai figli Tiziano con la figlia Alessandra e Stefano, alla mamma Emma, ai fratelli Fabio e Fausto, già segretario amministrativo OCST, ai nipoti, in particola-re Giovanni, socio e Laura, collega al CAST, ai parenti tutti, per la scomparsa del caro Marco Leidi.• alla moglie Francesca, ai figli Stefania e Alessandro, socio, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del caro Giorgio De Caro.

• alla moglie Erna, alle figlie Francesca, Daniela e Gio-vanna, ai generi, in particolare Luigi Colombo, socio An-ziani docenti, ai nipoti e parenti tutti, per la scomparsa del caro Giovanni Maria Lepori.• alla figlia Ivana con Erminio Foletta, al figlio Claudio, al nipote Luca, ai fratelli, cognati, ai parenti tutti, per la scomparsa del caro Benito Terzi, socio GenerazionePiù Sopraceneri-Locarno.

�� In memoria• a ventun anni dalla scomparsa (28 luglio 1997) ricor-diamo con affetto Mario Domeniconi, già apprezzato responsabile del segretariato di Tesserete.• a sedici anni dalla scomparsa (18 luglio 2002) ricordia-mo con immutato affetto Pin Riva, iniziatore del sinda-cato Statali (poi apprezzato presidente) e dell’AAPI, ora GenerazionePiù.

Dove siamo

Mendrisio – c/o OCST Via G. Lanz 25, Tel. 0041 (0)91 6460701-Fax 0041 (0)91 6460722. E mail: [email protected] E mail: [email protected]

Locarno – c/o OCST via Lavizzari 2 Tel. 0041 (0)91 7513052 Fax 0041 (0)91 7514928. E mail: [email protected] mail: [email protected]

Lamone – c/o OCST Via Cantonale, Località Osta-rietta - Tel. 0041 (0)91 9660063 Fax 0041 (0)91 9660133. E mail: [email protected] o E mail: [email protected]

Bellinzona – c/o OCST Piazza G. Buffi 4. Tel. 0041 (0)91 8214151 E Mail: [email protected]

Chiasso – via Bossi 12 - Tel. 0041 (0)91 6460716. E mail: [email protected]

Cannobio (VB) Italia – presso sede CISLPer appuntamenti utilizzare riferimenti ufficio di Locarno. Lunedì 14.00 – 19.00. CHIUSO IL PRIMO LUNEDÌ DI OGNI MESE

Stabio – c/o OCST via Giulia 45. Tel. 0041 (0)91 6471414 E mail: [email protected]ì: 13.30 – 17.30 solo su appuntamentoGiovedì: 9.00 – 12.00 e 14.00 - 17.30 aperto al pubblico con precedenza agli appuntamenti

Santa Maria Maggiore (VB) Italia – c/o sala Mandamentale. Per appuntamenti utilizzare riferimenti ufficio Locarno. Ogni primo Venerdì del mese, 16.00 – 18.30.

Page 24: lavoro - OCST · (CDCEP), a inizio 2013, così come riportato sul sito della Seco, hanno presentato un pac-chetto di misure da attuare in quattro campi d’azione: • la specializzazione

Mostre

«Adesso vi racconto tutto di me»Giovannino Guareschi (1908-1968)

SIMONE SIRAGUSA

« V ede…, mio padre non ha mai tradito gli ideali di gioventù». Queste le parole di Alberto

Guareschi stringendomi la mano al termine dell’incontro di presentazione della mostra sul padre Giovannino Guareschi «Adesso vi racconto tutto di me», aperta fino al 9 set-tembre alla Biblioteca cantonale di Lugano. Mi avvicino per una dedica sul libro e mi rac-conta della vita famigliare. Il rapporto con la Bassa, la pianura del Mondo Piccolo: quella pianura dove l’essere umano viene valoriz-zato più dell’ideologia. Dove Don Camillo e Peppone fanno a gara in bicicletta ma, come sottolinea l’autore - se uno è felice di supera-re l’altro, presta anche attenzione a che non abbia troppo affanno, per rimanere insieme. Perché la strada è la stessa e a Dio piacendo i nostri eroi rimangono fondamentalmente e profondamente amici.

Giovannino Guareschi nasce nel 1908 a Fontanelle di Roccabianca. Sua madre era maestra, il padre imprenditore. Al talento ar-tistico innato si accompagna una spiccata intelligenza politica che lo renderà schierato ma imparziale e per questo odiato dal centro, dalla sinistra e dalla destra.

Alberto ricorda che suo padre era diventato ricco abbastanza velocemente. Si scherniva, dicendo che la politica e i giornalisti non gli avrebbero mai perdonato il successo, soprat-tutto all’estero (tra i documenti visibile alla mostra, una traduzione in coreano di uno dei suoi libri). La sua ricchezza è stata spesa nei luoghi dove viveva, basti dire che dava lavo-ro a numerose maestranze nella sua casa di Roncole Verdi, chiamata per questo «l’incom-

piuta». Per questo grande autore il lavoro ha un va-

lore che traspare dalla sua opera. La mostra dà la visione di un uomo che ha la smania di completarsi nel lavoro. Le attività che svolge durante la vita sono molteplici e passano dal-lo scrittore al vignettista, dallo sceneggiatore al contadino, al fondatore di giornali. «Scusa Indro, ma adesso devo lavorare, sai, perché è una cosa seria questa, non è mica giornali-smo e neanche letteratura: io faccio il caffet-tiere!», disse a Montanelli in una puntata del programma tv Incontri.

Guareschi fu appunto un uomo che non ha mai tradito i suoi ideali. E questo emerge con forza in alcuni momenti della sua vita, primo fra tutti la prigionia nel lager. Kesselring (capo dell’armata tedesca in Italia) voleva fondare un giornale italo – tedesco. Voleva affidare il compito ad Angelo Rizzoli e gli chiese di cosa avesse bisogno. Rizzoli rispose che aveva bi-sogno di carta (contingentata durante la se-conda guerra) e dell’unico uomo che poteva guidare quel giornale: Giovannino Guareschi. Kesselring mandò subito a prelevare Giovan-ni dal lager polacco in cui era stato imprigio-nato, ma lui decise di non accettare l’offerta perché avrebbe dovuto abbandonare i com-pagni di prigionia. Tornò a casa solo all’arrivo dei Russi.

In seguito, la forza con cui accetta la con-danna dell’affaire De Gasperi, dà la misura della grandezza dell’uomo, che non si ferma davanti al potente uomo politico. Provato dal carcere sarà in cura per lunghi periodi a Ca-demario. La semplice vita del villaggio si avvi-cinava bene al modus vivendi dell’autore, che è ancora amato e ricordato in quelle zone.

Parlando di Guareschi non si può non fare riferimento a Peppone e Don Camillo, i due protagonisti del Mondo Piccolo. Per la caratteriz-zazione di que-sti personaggi si ispirò un sin-dacalista e un prete realmente esistiti. Il sinda-calista, Giovanni Faraboli, com-pie, a poche ore dalla nascita di Guareschi, un gesto che resta impresso all’au-tore: lo presen-ta, neonato, ai partecipanti alla festa del primo maggio come il

futuro del socialismo. Il prete, don Lamberto Torricelli, entra invece in gioco durante il pe-riodo del ginnasio e rappresenta don Camillo nella sua fisicità: era un uomo alto circa due metri con delle mani come badili, ma con un enorme cultura e bontà d’animo.

Peppone e don Camillo hanno una coscien-za in comune: il Cristo della Croce, sempre presente nel cuore di entrambi. In questo, se ci pensiamo bene, sta la completezza e l’at-tualità di quel mondo, per quanto «Piccolo».

Durante l’incontro di inaugurazione della mostra, Alberto Guareschi ha raccontato in modo intimo la sua vita a Milano, vicino alla casa editrice Rizzoli. In particolare, dopo il ritorno del padre dal lager. Ha ricordato in particolare un episodio, che ben rappresenta il clima di quegli anni. Andato a comprare i fumetti, ricevette dal giornalaio, che aveva il figlio in braccio, un ammonimento: «Di’ a tuo padre di stare attento a cosa scrive».

Ciò che colpì Alberto fu in particolare il giu-dizio del padre Giovanni che vedeva in que-sto episodio un’avvisaglia della violenza che poteva nascere dall’avvelenare di ideologia le giovani generazioni.

«Adesso vi racconto tutto di me» Giovannino Guareschi (1908-1968)

Ricorrono quest’anno i 50 anni dalla morte di Giovannino Guareschi, popolare autore di don Camillo. Oltre ad essere ancora amatissimo dal-la gente, aveva con il nostro territorio un forte legame, basti pensare ai lunghi periodi trascorsi a Cademario. Per questo, la Biblioteca cantonale ha deciso di ricordarlo con una mostra realizza-ta in collaborazione con l’Archivio Giovannino Guareschi di Roncole Verdi (PR).Il percorso ideato dai curatori – Alberto Guare-schi e Luca Saltini – racconta attraverso docu-menti, fotografie, disegni, lettere, manoscritti e molto altro, la vita del grande umorista, che non fu solo lo scrittore di don Camillo, ma anche gior-nalista, illustratore, sceneggiatore e imprenditore agricolo. Impegnato in molte battaglie politiche e civili, resta tutt’oggi un esempio di coerenza e onestà intellettuale, una voce che seppe parlare in modo semplice a milioni di lettori.

La mostra resterà allestita fino all’8 settembre 2018, presso la sala espositiva della Biblioteca cantonale di Lugano. Apertura secondo i nor-mali orari della Biblioteca. Ingresso gratuito.

Da https://www.agendalugano.ch/events/48202/adesso-vi-racconto-tutto-di-me-giovannino-guareschi-1908-1968-2018