Lavorarexsantilario 006 mag2011

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Pag. 1 Lavorare per Sant'Ilario nr. 6 Votiamo SI ai referendum per l’acqua bene comune e contro l’abuso di potere di chi vorrebbe impedirli C'è voluta la gestione privatistica per fare capire a tanti cittadini che i beni comuni non possono essere gestiti come se fossero una merce. Lo hanno capito i cittadini, per esempio di Arezzo, di Aprilia, di Parigi e Berlino, dove le tariffe sono aumentate in modo consistente senza apportare miglioramenti alla qualità del servizio. L'incidente nucleare di Fukushima ha dimostrato quanta spregiudicatezza, quanto cinismo possono avere quelle società che gestiscono un bene pubblico col solo fine di fare utili o intascare i dividendi dalle azioni societarie. I privati, le multinazionali che gestiscono i beni comuni come il bene acqua hanno dimostrato di non avere minori scrupoli Quando si è costituita IREN, cancellando definitivamente la positiva esperienza di AGAC, i giornali, le televisioni, gli analisti non hanno applaudito al nascere di una azienda che si sarebbe maggiormente radicata sul territorio per essere meglio controllata dai cittadini, e avrebbe migliorato il servizio, ridotto le perdite idriche, abbassato le tariffe, migliorato le condizioni lavorative. Tutti hanno applaudito al rialzo che ha avuto il titolo in borsa. Stessa cosa è successa con la presentazione del bilancio 2010: tutti si sono occupati dei dividendi, nessuno si è chiesto se il servizio sia migliorato e le tariffe diminuite. La gestione privata del Servizio Idrico Integrato non è quindi intesa come uno strumento più efficace e più virtuoso, ma come un mezzo per fare utili e garantire sempre maggiori dividendi agli azionisti, che non sono unicamente i sindaci dei vari comuni soci, ma anche e soprattutto fondi di investimento con finalità poco chiare e la sede, spesso, nei paradisi fiscali. Per evitare che tutto ciò continui, il 12-13 Giugno saremo chiamati a votare su 2 Si ai Referendum per l'Acqua Bene Comune. La scelta balneare del 12-13 giugno, oltre che uno sperpero di centinaia di milioni di euro, è uno squallido stratagemma dell'attuale Governo per evitare che si raggiunga il quorum; in più, è stato messo a tacere il servizio pubblico radio televisivo, perché non si vuole permettere ai cittadini di essere informati e di intervenire nella gestione della cosa pubblica. Cercare di impedire o rendere difficile la libera espressione dei cittadini sui beni comuni ed il nucleare anche con atti aventi forza di legge è un odioso abuso di potere. Nonostante tutto il 12-13 giugno SI ANDRA' A VOTARE , non facciamoci ingannare: i REFERENDUM CI SARANNO! VOTA SI AI REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO Si scrive Acqua, si legge Democrazia Nr. 6 – Maggio 2011 Pubblicazione a cura del gruppo consiliare e lista civica LAVORARE PER SANT'ILARIO di Sant'Ilario d'Enza (RE) Grafica e Editing (in proprio) con software libero: OpenOffice Stampato in proprio Chiuso in Redazione il 13/05/2011

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Giornalino di informazione politica, ambiente e società del paese di sant'Ilario d'Enza (RE) e del suo territorio

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Pag. 1 Lavorare per Sant'Ilario nr. 6

Votiamo SI ai referendum per l’acqua bene comune e contro l’abuso di

potere di chi vorrebbe impedirli

C'è voluta la gestione privatistica per fare capire a tanti cittadini che i beni comuni non possono essere gestiti come se fossero una merce.

Lo hanno capito i cittadini, per esempio di Arezzo, di Aprilia, di Parigi e Berlino, dove le tariffe sono aumentate in modo consistente senza apportare miglioramenti alla qualità del servizio.

L'incidente nucleare di Fukushima ha dimostrato quanta spregiudicatezza, quanto cinismo possono avere quelle società che gestiscono un bene pubblico col solo fine di fare utili o intascare i dividendi dalle azioni societarie.

I privati, le multinazionali che gestiscono i beni comuni come il bene acqua hanno dimostrato di non avere minori scrupoli

Quando si è costituita IREN, cancellando definitivamente la positiva esperienza di AGAC, i giornali, le televisioni, gli analisti non hanno applaudito al nascere di una azienda che si sarebbe maggiormente radicata sul territorio per essere meglio controllata dai cittadini, e avrebbe migliorato il servizio, ridotto le perdite idriche, abbassato le tariffe, migliorato le condizioni lavorative.

Tutti hanno applaudito al rialzo che ha avuto il titolo in borsa.

Stessa cosa è successa con la presentazione del bilancio 2010: tutti si sono occupati dei dividendi, nessuno si è chiesto se il servizio sia migliorato e le tariffe diminuite.

La gestione privata del Servizio Idrico Integrato non è quindi intesa come uno strumento più efficace e più virtuoso, ma come un mezzo per fare utili e garantire sempre maggiori dividendi agli azionisti, che non sono unicamente i sindaci dei vari comuni soci, ma anche e soprattutto fondi di investimento con finalità poco chiare e la sede, spesso, nei paradisi fiscali.

Per evitare che tutto ciò continui, il 12-13 Giugno saremo chiamati a votare su 2 Si ai Referendum per l'Acqua Bene Comune.

La scelta balneare del 12-13 giugno, oltre che uno sperpero di centinaia di milioni di euro, è uno squallido stratagemma dell'attuale Governo per evitare che si raggiunga il quorum; in più, è stato messo a tacere il servizio pubblico radio televisivo, perché non si vuole permettere ai cittadini di essere informati e di intervenire nella gestione della cosa pubblica.

Cercare di impedire o rendere difficile la libera espressione dei cittadini sui beni comuni ed il nucleare anche con atti aventi forza di legge è un odioso abuso di potere.

Nonostante tutto il 12-13 giugno SI ANDRA' A VOTARE , non facciamoci ingannare: i REFERENDUM CI SARANNO!

VOTA SI AI REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO

Si scrive Acqua, si legge Democrazia

Nr. 6 – Maggio 2011

Pubblicazione a cura del gruppo consiliare e lista civica LAVORARE PER SANT'ILARIO

di Sant'Ilario d'Enza (RE)

Grafica e Editing (in proprio) con software libero: OpenOffice

Stampato in proprio

Chiuso in Redazione il 13/05/2011

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Pag. 2 Lavorare per Sant'Ilario nr. 6

Il mega-flop della mega-stazione di Calatrava

Le affermazioni dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, hanno di recente gettato nello scompiglio la politica di Reggio: «Non è perché c’è la stazione che i treni sono obbligati a fermarsi. Ci si ferma solo se c’è il passeggero; per quale motivo devo penalizzare tutti quelli che da Milano vogliono andare a Bologna solo perché 3 persone vogliono salire sul treno dell’alta velocità a Reggio? Faccio perdere 15 minuti tra rallentamento, sosta e ripresa. Non c’è motivo».

In un attimo e con poche parole, da una fonte inequivocabilmente accreditata, ecco disintegrato il cavallo di battaglia su cui negli ultimi anni si sono fatte campagne elettorali e tuttavia un avvertimento di cui fare tesoro per salvare il salvabile. Le evidenze portate da Moretti sono note da oltre 15 anni: un treno ad Alta Velocità ha bisogno di decine di chilometri per raggiungere la velocità massima, la vicinanza tra Reggio e Bologna vanifica qualsiasi tipo di vantaggio tecnologico.

Ragioniamo su questo: per la nuova mega-stazione TAV si spenderebbero 90 milioni di euro per pochi (facoltosi) passeggeri al giorno, quando le migliaia di pendolari che frequentano quotidianamente la tratta Bologna – Piacenza devono elemosinare sale d’aspetto, biglietterie automatiche spesso non funzionati, vetture malconce, ritardi frequenti.

Gli stessi soldi si potrebbero spendere meglio investendoli nel rilancio e manutenzione della tratta storica, nel trasporto pubblico locale, in progetti di mobilità integrata, anziché in opere megalomani dal costo, mai come oggi, decisamente immorale.

Forse è finalmente giunto il momento, per le amministrazioni reggiane, di fare un passo indietro e ritornare con onestà a rivedere le decisioni prese. Solo gli stupidi non cambiano mai idea.

A. Longobardi

di Tullio Masoni

Sul numero scorso avevo ricordato Chicco Testa col nomignolo di Capriola: da Legambiente al Forum nucleare. Di figuracce, il ragazzo, ne ha inanellate diverse, da quando le omertà sull’incidente in Giappone hanno smesso di far velo; quella dei nuclearisti ostinati, però, è una storia lunga.

Un dirigente del Pci locale, molti anni fa, si presentò a una riunione convocata per preparare un dibattito pubblico sull’energia, affermando che lo sviluppo del meridione sarebbe stato possibile solo costruendo un buon numero di centrali. L’argomento appariva rozzo anche al nuclearista più acceso - una moderna bacchetta magica che, assieme all’arretratezza industriale, avrebbe eliminato speculazione e affarismo di mafia - ma quel dirigente, nelle basse e alte sfere del suo partito, aveva una quantità di alleati. Poco dopo, la tragedia di Chernobyl e l’esito del referendum in Italia che sanciva il rifiuto del piano nucleare, avrebbero indotto qualcuno a cambiare idea e altri, molti, ad aspettare tempi migliori per tornare alla carica.

Alla vigilia del terremoto in Giappone favorevoli centrali non erano solo il centrodestra e Casini, ma anche – con sordina residua – la maggioranza del gruppo dirigente PD. E adesso? Capriole! Cioè la speranza che una vittoria antinucleare al referendum,

sull’onda delle rinnovate paure popolari, favorisca la messa in mora del governo di centrodestra. Sono tutti contro, in questo momento, ma state sicuri che poco alla volta la talpa “sviluppista” – con la promessa di un’ultima generazione di reattori, una prossima, un’altra e un’altra - riprenderà a scavare.

Dal canto mio vorrei aggiungere solo un paio di cose – dopo aver ribadito che la passione degli antinuclearisti frettolosi fa un po’ pena – e cioè che nessuna garanzia sulla sicurezza mette al riparo dai costi esorbitanti di un piano nucleare e dalla lunghezza dei tempi necessari a renderlo redditizio, mentre redditizio (e quanto!) esso sarebbe da subito per le imprese chiamate a edificarlo, per il malaffare e la corruzione politica. Che in secondo luogo – ma primo, se si ragiona in termini di democrazia nuova e moderna – valgono per ogni sistema nucleare il più rigido accentramento, la difficoltà dei controlli, il legame con l’industria bellica e dunque il permanente rischio di compromissione delle finalità “civili”, la separatezza e indecifrabilità dei poteri di progetto e gestione. In una parola l’irrinunciabile impostazione autoritaria del sistema stesso, con buona pace di chi vede la prospettiva democratica (anche in campo economico) come decentramento sul territorio, ricerca di modelli energetici originali, controllo e iniziativa dal basso, risparmio, crescita delle conoscenze popolari.

Gli antinucleari piu’ convinti…dopo Fukushima

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Tav: la linea su cui viaggiano economia e malaffare

di Ildo Vidana

Ricordiamo tutti la rabbiosa sufficienza con cui erano e sono stati qualificati gli oppositori della TAV (linea ferroviaria ad alta velocità) da parte di pubblici amministratori, politici e economisti in ogni parte d'Italia: per fare un esempio basti pensare ai Chiamparino, alle varie Bresso, ai Bulgarelli ecc. Dai talk show venne scomodato perfino tale Zingales, economista italiano attivo in quel di Chicago ed esperto in alta finanza, che non lesinava ammonimenti a coloro che “disprezzano il progresso” contro il parere della maggioranza politica. Detto per inciso tale Zingales, che fu perfino raggiunto in America da un Fabio Volo ansioso di apprendere il verbo della borsa, con la crisi finanziaria che ha travolto l'America e tutti noi, è entrato nel dimenticatoio. Che il progetto TAV fosse nato male lo si sapeva già da tempo: così male che ogni pretestuoso raffronto con le situazioni europee era insostenibile nel momento in cui si verificava che i costi in Italia erano superiori di tre volte rispetto a quelli sostenuti in Spagna e

fosse finita qui: di male non è difficile andare in peggio.

In primo luogo è ormai assodato che il gran giro di denaro ha solleticato gli appetiti della malavita organizzata: “ i cantieri dell'alta velocità - ha osservato Enrico Bini presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia che è stato ospite, assieme a Gianfranco Riccò, in una partecipata assemblea al Mavarta organizzata da Lavorare per S.Ilario - sono stati il volano delle infiltrazioni. La 'ndrangheta ha fatto affari con i subappalti andati ad aziende messe su con capitali riciclati”. In secondo luogo quello che avrebbe dovuto tradursi in un investimento privato tramite “general contractor” e “project financing” si è rivelato un ulteriore debito sulle spalle dei cittadini che pagheranno nel corso degli anni (si suppone entro il 2015) sulla finanziaria del governo, vale a dire più tasse e meno servizi. Meccanismi come questi inducono facilmente a chiudere gli occhi quando sono in gioco investimenti,grossi investimenti che possono avere anche ricadute pubbliche (strade, tangenziali,

rotonde, viadotti ecc). A ben guardare la logica è sempre la stessa : investire sul cemento a danno del suolo agricolo, sul mattone e sulla costruzione di quartiere poi semi deserti, tant'è che nella sola Reggio Emilia le case invendute sarebbero circa 7000 a beneficio, spesso, dei riciclaggi di denaro sporco.

Si potrebbe obiettare che cemento e mattone sono utili all'occupazione; a questo si può rispondere che altrettanto beneficio, se non superiore (e senza costruire quartieri e città fantasma), si avrebbe con la sistemazione delle città, il riuso del patrimonio edilizio e in generale l'abbellimento dei luoghi nei quali i cittadini italiani vivono.

Ma la TAV risponde ad un ammodernamento delle ferrovie e quindi dovrebbe portare vantaggi a tutti coloro che dei treni si servono. Bene: andate a chiedere come si viaggia e quanto costa agli studenti e ai pendolari.

AGENDA EVENTI

Quando Cosa Dove

mercoledì 18 maggio Liscia, gassata o....radioattiva?Per promuovere e sostenere le ragioni del SI' al referendum del 12 e 13 di giugno

A cena con:- Luca Lombroso - esperto ambientale- Thomas Casadei - componente del Coordinamento politico regionale del PD - Ugo Mazza - SEL

Circolo ARCI Fuoriorario Serata organizzata in collaborazione con: - "S.Ilario d'Enza 2 Si per l'Acqua Bene Comune" - "Comitato referendario di Gattatico"

giovedì 2 giugnovenerdì 3 giugnosabato 4 giugno

FESTA NAZIONALE PER LA COSTITUZIONEin collaborazione con IL FATTO QUOTIDIANO

Circolo ARCI Fuoriorario

domenica 12 giugnolunedì 13 giugno

Referendum contro il ritorno al nucleare, la privatizzazione del servizio idrico, il legittimo impedimento

Nella tua sezione elettorale!

PARLAR MALE...Tempo fa equivaleva a turpiloquio. Qui, e oggi, vorrei riferirmi a certe espressioni di uso comune, e di

malcelata ideologia

Papa, o dell’infallibilità. Un tempo il dogma era questione di Chiesa. Oggi, mentre Nanni Moretti celebra il valore dell’umiltà attualizzando il gran rifiuto di Celestino V, il PD adotta il dogma stesso non una ma due volte: infallibile il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, infallibile l’ONU. Riguardo alla guerra con la Libia, naturalmente.E la NATO? Un braccio dell’altrui mente o entrambe le cose senza che si dica in giro? (W.F.)

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Immagina che...

di Carlino Doglio

Immagina che al Gazzaro venga edificato un nuovo quartiere, previsto da un Piano Particolareggiato.

Immagina che tale Piano Particolareggiato contempli che, per costruire, l'attuatore ceda al Comune un'area di 5300 mq a fianco delle ex-scuole del Gazzaro; un’area da destinare ad Attrezzature Collettive.

Immagina che il Comune proprietario dell'appezzamento, lo venda all'asta fissando il modico prezzo di 50 €/mq, ben inferiore alle quotazioni medie di mercato, preferendo che su esso venga costruita un’attrezzatura che sia di “utilità per la collettività santilariese” e che risolva “situazioni carenti di strutture collettive esistenti”.

Immagina che, nonostante il voto contrario di Lavorare per Sant’Ilario in approvazione dell’alienazione dell’immobile, l’assessore Colli abbia candidamente ammesso che la società cooperativa L’Amicizia è la sola che ha interesse a costruire una struttura scolastica.

Immagina che lo scontato aggiudicatario dell'asta sarà una persona giuridica che gestisce le scuole

confessionali nel nostro comune e che, a prezzo sempre scontato, acquisti il terreno e sostanzialmente il titolo urbanistico per costruire una nuova scuola.

Immagina che il parlamentare Emerenzio Barbieri (PdL), grazie alla cosiddetta Legge Mancia, elargisca 400.000 € di fondi pubblici a scuole elementari e medie gestite dalla Familiaris Consortio di Sant'Ilario e alla scuola materna paritaria, cioè privata, del paese.

Immagina che, sui media, il sindaco Marcello Moretti si produca in una vibrante protesta mostrando di scandalizzarsi nel tentativo di difendere la scuola pubblica ma sperando che nessuno si accorga del percorso che con ogni probabilità faranno quei quattrini: 400.000€ dal Barbieri alla Familiaris Consortio, poi 265.000€ di ritorno al Comune.

Immagina che parecchi genitori siano costretti a fare i salti mortali per autofinanziare le scuole pubbliche ormai sprovviste di materiali per la didattica; genitori che in occasione della Fiera di Primavera allestiranno al piazzale Mefa una pesca di beneficenza.

Immagina che un'amministrazione comunale, volontariamente o involontariamente, consapevole o meno, favorisca la scuola privata penalizzando di fatto la scuola pubblica, e con ciò contraddica l'articolo 33 della Costituzione Italiana che, fra le altre cose, recita: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.”

Immagina che la medesima amministrazione contraddica i princìpi costituzionali che dovrebbe difendere e cerchi di farlo credere.

Non immaginare. E' tutto reale: welcome to the real world!

Invece che favorire la scuola privata, l’Amministrazione avrebbe potuto compiere altre scelte, applicando prezzi d’asta più consoni alle condizioni di mercato e quindi più remunerativi. Oppure impegnare quell’area con investimenti di maggior rilevanza pubblica, ad esempio per attrezzature sportive, parchi, o altro ancora. Ma questo possiamo solo immaginarlo.

Straccioni. Con questa parola, ripetuta tre volte, avevamo già qualificato i comportamenti ultimi della Lega.

Ora che il paonazzo Calderoli chiede di proteggere i confini con le truppe impegnate in Libano, che Castelli si rammarica perché l’uso delle armi contro i profughi, al momento, “non è opportuno”, e il redivivo Speroni, invece, chiede di farlo subito, si sarebbe tentati a cercarne un’altra.

Ma forse non è necessario sforzarsi troppo. Le ultime mosse di costoro – prima contro i bombardamenti sulla Libia, poi impegnati a mettere paletti di cui la NATO si fa un baffo – costringono a una stanca ripetizione: straccioni.

Non andare figliocoi signori della guerra.

Il fucile che ti hanno datobuttalo lontano

nel campo che abbiamo arato:forse ci nascerà un albero d’ulivo.

La divisa che ti hanno datomettila addosso allo spaventapasseri

che veglia sul campo di grano:lui vale molto di più di un generaleperchè custodisce la vita che nasce.

Il tuo generale invececomanda su un campo di morte

dove non nasce mai nemmeno un fiore.Non andare figlio

coi signori della guerra

Ilario Belloni

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