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Su cosa possiamo intervenire per aiutare un alunno/a in difficoltà? : Su 2 aspetti cognitivi: L’AUTOCONTROLLO L’AUTOREGOLAZIONE

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Su cosa possiamo intervenire per aiutare un alunno/a in difficoltà? :

Su 2 aspetti cognitivi:

L’AUTOCONTROLLO

L’AUTOREGOLAZIONE

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che cos’è l’AUTOCONTROLLO?

• Processo cognitivo che implica la capacità di inibire o posporre le immediate risposte motorie, e forse emotive, a un certo evento: permette di frenare molte risposte disadattive e di non distrarsi.

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Che cos’è l’AUTOREGOLAZIONE?

L’autoregolazione è la capacità di dirigere i propri comportamento secondo le esigenze

della situazione e dell’ambiente: include quindi comportamenti di adesione alle

istruzioni, la capacità di posticipare una gratificazione, il controllo degli impulsi degli affetti,

Il controllo dell’attività verbale e motoria.

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Molti ns alunni hanno un deficit di

autoregolazione e quindi…

•  Aspetti attentivi • Aspetti legati al problem-solving • Aspetti legati alla motivazione

• Inoltre, non sono in grado di controllare e gestire la propria attenzione, tramite

il cosiddetto ”dialogo interno”.

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L’AUTOREGOLAZIONE

L’autoregolazione è una delle maggiori

carenze riscontrabili e, una volta acquisita, permette una riduzione

dell’impulsività e di buona parte della sintomatologia legata all’iperattività e

alle difficoltà motorie. È un punto su cui lavorare.

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Gli Aspetti motivazionali

Le difficoltà legate a tale aspetti interessano abilità quali:

• La valutazione realistica della risolvibilità di un compito

• La decisione di investire tempo ed energie • La capacità di autorinforzarsi per

mantenere il giusto impegno

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Queste le PROBLEMATICHE ASSOCIATE

• INCAPACITA’ DI ORGANIZZARE LE PROPRIE ATTIVITA’ • DIFFICOLTA’ DI PIANIFICAZIONE …non tanto perché non riescono ad anticipare le azioni da svolgere,quanto perché non riescono a coordinarle tra loro durante l’organizzazione del lavoro intrapreso…

Cornoldi e coll.,1999

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Altra conseguenza

DEFICIT DI PRODUZIONE

Gli alunni mostrano di sapere cosa sia utile fare

ma non riescono a farlo

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CONSEGUENZE PER L’APPRENDIMENTO

•  Fallimento in tutti quei compiti che richiedono abilità organizzative

•  Rifiuto dei lavori lunghi anche se semplici •  Difficoltà/impossibilità di prendere appunti

•  Difficoltà nel lavoro di gruppo

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Consigli di BUONE PRASSI

Noi insegnanti lavoriamo sull’organizzazione del lavoro scolastico: •  Mantenere attiva l’attenzione •  Gestire efficacemente le consegne •  Pianificare il lavoro didattico •  Gestire i momenti di transizione e il tempo

libero •  Curare la componente affettiva

dell’apprendimento

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Lavorare sull’organizzazione

della Classe Tenere presente la disposizione dei banchi:

“Dalla cattedra vedo il bambino?” “Posso raggiungerlo in breve tempo?” “Quali compagni ha vicino?” “Quali sono le condizioni di luce?” Tenere sotto controllo i possibili distrattori Cartelloni, cestino, tavoli con materiale ludico, compagni vivaci Tenere sotto controllo il tempo Orologio nella classe

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Organizzazione della classe

•  Stabilire delle buone “routine” e modalità di

ingresso nella classe •  Pause di lavoro •  Routine di inizio lavoro •  Attività durante la ricreazione, pausa mensa

ecc. •  Dettatura compiti in orari stabiliti •  Routine per l’uscita dalla classe •  Stabilire delle regole condivise facilmente e consultabili

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Come mantenere attiva l’attenzione?? E’ necessario utilizzare strategie per mantenere l’attenzione focalizzata sul compito: •  Suddividere il compito e introdurre brevi

pause permettendo al bambino di ricaricarsi •  Concordare dei segnali comprensibili soltanto

al bambino e all’insegnante per segnalare la perdita di concentrazione (come un codice segreto)

•  Avviare il bambino a procedure di autocontrollo sul proprio prodotto scolastico: “caccia all’errore”

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Come gestire le consegne?? •  Curare la comprensione delle consegne scritte •  Accertarsi che esse siano comprese nella loro interezza. •  Utilizzare nelle consegne complesse diagrammi di flusso

esemplificativi •  Aiutare il bambino per la scrittura dei compiti a casa •  Dettare i compiti in un momento prestabilito (anche all’inizio della

lezione, meglio…) non al suono della campanella •  Verificare che il bambino stia scrivendo, se necessario

avvicinarsi al banco durante la dettatura

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Come pianificare il lavoro didattico??

•  Pianificare strategie di soluzione: azioni e programmi di tipo metacognitivo

•  Feedback frequenti sulla correttezza del

lavoro fatto e sull’utilizzo di strategie

•  Stabilire un contratto di gratificazione con premi e privilegi concordati

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Esempio Stabilire e prevedere i tempi e la difficoltà del lavoro e renderlo visibile al bambino

POCHISSIMO TEMPO POCO TEMPO TEMPO MEDIO MOLTO TEMPO

FACILE ALLA MIA PORTATA DIFFICILE

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Come strutturare la lezione e uso di sussidi didattici •  Seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio

della mattina •  Presentare gli argomenti con figure,

audiovisivi, stimoli colorati •  Porre gli argomenti facendo domande •  Variare il tono della voce •  Alternare compiti attivi e compiti passivi •  Utilizzo del computer

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Gestire i momenti di transizione e il

tempo libero

•  Durante l’intervallo predisporre delle attività. •  Non utilizzare mai come punizione lo stare fermi •  Prevedere alcuni minuti di decompressione

dopo un’attività motoria intensa: far mettere in ordine i banchi, chiacchierare con il compagno qualche minuto, ecc.

•  Concordare le modalità degli spostamenti •  Mensa: stabilire ruoli e attivare la rotazione

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Favorire lo sviluppo del

discorso autodiretto Scopo: insegnare ad usare il dialogo interno

per frenare la tendenza all’impulsività Attenzione momenti del Training: 1. Chiedere allo studente di pronunciare le frasi a voce alta 2. Chiedere allo studente di pronunciare le frasi sottovoce 3. Chiedere allo studente di pronunciare le frasi muovendo solo le labbra 4. Chiedere allo studente di pronunciare le frasi mentalmente

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Attenzione! Sembra scontato ma non lo è: curare la componente affettiva

«  Preparare accuratamente le lezioni e trattare gli alunni con gentilezza e professionalità

«  Promuovere e mantenere un atteggiamento positivo verso tutti gli studenti, con e senza disabilità e appartenenti a culture diverse, etnie e classi sociali differenti

«  Mantenere alte le aspettative riguardo al comportamento degli studenti e fornire un sostegno (sorriso, tono cordiale della voce)

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Curare la componente affettiva

dell’apprendimento •  Festeggiare il compleanno degli studenti, i

rientri dopo una malattia e i successi. •  Dare speciali riconoscimenti o gratificazioni

all’inizio o durante la giornata scolastica •  Quando si ha una classe nuova, cercare di

imparare i nomi di tutti gli alunni già dopo la prima settimana di scuola, usare i cartellini con i nomi…

•  Impegnarsi ad interagire ogni giorno con gli alunni e concludere positivamente ogni giornata

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Concludendo 9 regole da Anna La Prova

•  1- FARE ATTENZIONE ALLE PROPRIE REAZIONI •  2 - FORNISCI UN’ATTENZIONE POSITIVA •  3 - PREMIA I COMPORTAMENTI POSITIVI •  4 – DAI ISTRUZIONI CHIARE •  5 - PERMETTIGLI DI SCEGLIERE •  6 - SEGUI LA REGOLA DELLA NONNA •  7 - PREMIA CON UN SISTEMA DI RICOMPENSA •  8 - EVITA LE LOTTE DI POTERE •  9 - COMUNICA COMPRENSIONE

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1- Fai Attenzione Alle Tue Reazioni Spesso la nostra reazione esaspera il comportamento stesso, piuttosto che spegnerlo. Diventare consapevoli di come stiamo reagendo a certi comportamenti è il primo passo per disinnescare il circolo vizioso della provocazione.

2 - Fornisci Un’attenzione Positiva Uno dei modi più semplici per ridurre il comportamento problema è quello di fornire all’alunno con una dose giornaliera di “carezze emotive”, piuttosto che di “schiaffi psicologici”. A volte i bambini si comportano male, nel tentativo di attirare l'attenzione anche se negativa. Fornire al bambino anche pochi minuti di attenzione positiva ogni giorno, spesso può ridurre le probabilità di una sfida finalizzata all’essere “visto”.

3 - Premia I Comportamenti Positivi È importante ricordare che anche se ci sembra impossibile a pensarci, se ci focalizziamo un attimo su quello che

realmente accade, qualche comportamento positivo lo troviamo.

Ma possiamo usare anche un “trucchetto”, ad es.: chiedere al bambino di aiutarci in piccole mansioni per poi lodarlo.

Ad es.: “Mi passi il libro? … Grazie, gentilissimo/velocissimo!”

4 – Dai Istruzioni Chiare Accertati che l’alunno abbia capito e sentito cosa chiediamo. Dai istruzioni efficaci stabilendo sempre un contatto visivo e assicurati che il bambino abbia capito cosa gli stai chiedendo. Prima di dare loro istruzioni importanti cerca di eliminare altri stimoli.

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5 - PERMETTIGLI DI SCEGLIERE per anticipare un comportamento provocatorio è quello di dare al bambino la possibilità di scegliere tra due alternative. "Vuoi disegnare o giocare con un compagno?” L’alunno avrà la sensazione di un certo controllo della situazione e di non essere sopraffatto. Basta fare in modo che entrambe le scelte sia adeguate e realistiche.

6 - SEGUI LA REGOLA DELLA NONNA

“Prima si mette il materiale a posto, poi si può andare in giardino” Negoziare un accordo: “Certo che puoi, ma prima è importante che tu faccia …” In genere funziona molto bene

7 - PREMIA CON UN SISTEMA DI RICOMPENSA Usare un sistema di rinforzo a punti può essere molto incentivante. L’importante è che i comportamenti da rinforzare siano chiari e proposti in positivo. Meglio sempre chiarire ciò che il bambino PUO’ fare, piuttosto che ciò che NON può fare.

8 - EVITA LE LOTTE DI POTERE Se la situazione si fa dura, spiega quale sarà la conseguenza se il comportamento negativo persiste e poi applicala, in pratica usa la regola “SE … Allora” e poi fai ciò che hai promesso, senza comunicare la conseguenza con RABBIA, ma con DISPIACERE. Quando comunichi con Rabbia, il messaggio che arriva è “Sei sbagliato e mi hai deluso” . Se la stessa cosa la comunichi con dispiacere, il messaggio che arriva è “Ci tengo a te e sto dalla tua parte, mi dispiace punirti, ma se devo farlo è per il tuo bene”

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9 - COMUNICA COMPRENSIONE

Quando si presenta un comportamento inadeguato, è importante comunicare prima comprensione e poi sottolineare ciò che il ragazzo ha sbagliato. Ad es: “Capisco che sei arrabbiato, ma non puoi picchiare il tuo amico, puoi battere un pugno sul tavolo!” oppure “Mi rendo conto che è faticoso dover smettere di giocare, ma è proprio ora che tu venga al banco” Questo tipo di comunicazione trasmette accettazione e mette l’altro in uno stato emotivo di maggiore disponibilità ad accettare la richiesta. In qualche modo fa sentire al ragazzo che lo capisci e che sei dalla sua parte e che la richiesta non è una critica alla sua persona , ma una necessità legata alla situazione. (fondamentale per la sua autostima!) Questo tipo di comunicazione, inoltre, va a rispondere al bisogno di sentire “Che vado bene per quello che provo”, che è alla base di una buona autostima. Dobbiamo dare la possibilità di pensare a se stesso in modo alternativo a come è abituato a fare, come qualcuno che può fare cose buone e non solo essere il bullo della situazione.

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Solo lavorando in questo modo riusciremo a non…

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Insegnati positivi, insegnanti felici per una Scuola di tutti, nessuno escluso!

Grazie dell’ascolto e Buon lavoro! Stefania e Roberta

Concludendo.

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“Venite vicino al bordo.” “Non possiamo. Abbiamo paura.” “Venite al bordo.” “Non possiamo. Cadremo.”

“Venite al bordo.” Ed essi vennero. Ed egli li spinse.

Ed essi volarono.

Guillaume Apollinaire

 

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Materiale utile

•  Bambini oppositivi e provocatori Anna La Prova •  Iperattività Aspetti clinici ed interventi educativi, Autori vari Erickson •  ADHD a Scuola ,Autori Vari Edizioni Erickson •  I Bes come e cosa fare, Ciambrone e Fusacchia, Edizioni Giunti

Scuola •  Aiutare gli alunni con ADHD a Scuola, Steer e Horstman, Edizioni

Erickson

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