l'Attualità Giugno 2016

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  • 8/16/2019 l'Attualità Giugno 2016

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    GAETANO

    SALVEMINIuna v i ta per l a l ibe r tà

    [email protected]

    U N S I T O D A V I S I T A R ENavigando in Rete e digitando

    movimentosalvemini.blogspot.compotete documentarvi sulle proposte di riforma

    istituzionale avanzate dal Movimento Salvemini.Il sito è una mini-enciclopedia di Scienze

    politiche, economiche, sociali, religiose, letterariee artistiche: circa 2000 rubriche. Potete anche

    esprimere via e-mail le vostre opinioni.Il sito ha registrato finora circa 42.000 contatti.

    P R E G S S I M O D I P I Ù T R I O N F E R E B B E L P C E ”

    Mons. Montini fondò nel 1954 la sezione italiana di Pax Christi. Ricopriva un impor-tante incarico nella Segreteria di Stato del Vaticano. A presiedere l’organizzazione fuchiamato mons. Carlo Rossi, vescovo di Biella, fino al 1959. Poi mons. Mario Castel-lano, arcivescovo di Siena, fino al 1968. Gli successe mons. Luigi Bettazzi, vescovo diIvrea. In quegli anni era esplosa la contestazione giovanile contro ogni forma di violenzanel mondo. Condividendo l’impegno di questi coraggiosi operatori di pace, partecipaialla prima Marcia di Capodanno (23 km, da Sotto il Monte a Bergamo) il 31 dicembre1968. In quell’occasione conobbi padre Davide Turoldo che, tra l’altro, affermò che“…la pace non è americana, come non è russa, romana o cinese. La pace vera è Cri-sto”. I nostri punti di riferimento erano l’enciclica “Pacem in Terris” e il Concilio ecu-menico Vaticano II. Partecipai anche al congresso di Bologna del 1973. Manifestai, conla parola e con la penna, la mia viva simpatia verso mons. Bettazzi e don Chiavacciquando, nel 1974, incontrarono i rappresentanti della Chiesa Ortodossa Russa per cer-care di attuare l’unità dei cristiani. Con una trentina di amici fondai a Roma nel 1975un gruppo spontaneo (non rigidamente strutturato) di Pax Christi per promuovere l’edu-cazione alla pace, il disarmo mondiale, i diritti umani, la non-violenza. Espressi pub-blicamente il mio vivo compiacimento a mons. Bettazzi quando nel 1978 venne elettopresidente di Pax Christi Internazionale. Collaborai alla stesura del Manifesto sul Di-

    sarmo che mons. Helder Camara presentò all’O.N.U. nel 1982, per mettere al bando laproduzione e il commercio delle armi. Quando a Molfetta (mia città natale) venne no-minato vescovo don Tonino Bello (1984) avviai con Lui un’entusiasmante corrispon-denza epistolare ed espressi il mio vivo compiacimento per la sua elezione a Presidentedi Pax Christi per l’Italia. In una lettera si dichiarò fautore della Puglia “ arca di pace”e mi manifestò l’intenzione di costituire la cooperativa “Meridiana” per dare lavoro aidisoccupati. In un’altra lettera del 1991 si dichiarò contrario alla Guerra del Golfo. Il15 agosto 1992 (festa dell’Assunzione in cielo di Maria) invitò a recitare il Rosario e sus-surrò:”Se pregassimo ogni giorno con fede sempre più salda la pace trionferebbe nelmondo”. Per concludere, non posso tacere su un fatto sintomatico del quale cerco didarmi una spiegazione. Due anni fa ho avuto l’incarico di Direttore del periodico “ Il Cuore della Madre” edito dalle SuoreOblate. Forse lassù Qualcuno ha voluto darmi un segnale per rafforzare la mia fede. Cosmo G. Sallustio Salvemini

    UNIONI CIVILI: È LEGGE !E’ passata quasi con un plebiscito la legge sulle Unioni civili con

    na votazione che non lascia dubbi sulla volontà dell’Italia di al-inearsi con i paesi più civili del mondo. Si sono espressi a favore72 deputati mentre solo 51 sono stati i voti contrari, 99 gli aste-uti. Il premier Renzi, dopo la votazione, si è espresso con com-rensibile soddisfazione definendo l’11 maggio come un “Giorno

    i festa”. Note di disappunto sono giunte principalmente dall’on.alvini che, rivolgendosi ai Sindaci, li ha consigliati di “disobbe-ire” e dall’on. Brunetta che, secondo lui, essendo con evidenzaambiata la maggioranza, visto l’esito del voto, con un twitter haonsigliato a Renzi di spiegare al Presidente della Repubblica i

    mutati assetti della maggioranza e di chiedere una nuova fiducialle Camere. Sono invece giunti commenti positivi dal Ministroella Giustizia on. Andrea Orlando che ha dichiarato: “Rispettoer la Cei, ma la legge era necessaria” e dall’on. Giorgia Melonihe, anche se si è espressa con voto contrario, parlando già daindaco di Roma, ha dichiarato: “Io la applicherò”. Quest’ultima,sempre più legata ad atteggiamenti di onestà intellettuale e fuorialle dinamiche partitiche sulle decisioni di carattere legislativo.

    Quello dell’11 maggio, è stato da molti definito un voto storicoer il nostro Paese. Purtroppo, non sono mancate le polemiche dihi è stretto ancora nella morsa dei propri ambiti territoriali, am-ientali e mentali. Senza sconfinare nel mancato rispetto di ap-artenenza ad una nazione o ad una bandiera, è ormai necessarioentirsi cittadini del mondo. Dovremmo accettare e convivere cone diversità di ogni genere ehi si innamora di una per-

    LIBERTÀ DI STAMPA IN ITALIA:AL 77° POSTO SU 180L’Italia crolla nella classifica mondiale della libertà di stampa,realizzata come ogni anno da “Reporter senza frontiere”, l’ONGche ha iniziato a testare l’indice di “Libertà di opinione a mezzostampa” nel 2002. Il nostro Paese perde quattro posizioni, scen-dendo dal 73° posto del 2014 al 77° (su un totale di 180 Paesi) del2016. L’Italia è- davvero- il fanalino di coda dell’Ue (che è co-munque l’area in cui c’è maggiore tutela dei giornalisti), seguitasoltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria. Il maggior segnale della“scivolata verso il basso” della li-bertà di stampa nel nostro paese

    (segue a pag. 2) Antonio Bartalotta

    LA GERARCHIA DELL’IGNORANZAUno dei cambiamenti più evidenti causati dalla diffusione di in-ternet è la possibilità di avere accesso, teoricamente per chiun-que, a una mole di informazioni impensabile solo venti o trentaanni fa. Tra tv, radio, cellulari e giornali ci sono oggi molte fontiaccessibili, alcune delle quali davvero eccellenti, in grado di for-nire informazioni ormai alla portata di tutti, anche se, va detto,

    non tutti sanno leggerle e interpretarle allo stesso modo. Per man-canza di tempo o per semplice pigrizia mentale la maggior partedelle persone si accontenta di venire a conoscenza del minimo in-dispensabile per non fare una pessima figura. Soprattutto in unpaese come il nostro, dove da una parte siamo ormai al 77esimoposto per libertà di stampa, dall’altra abbiamo un popolo pocopartecipe, svogliato e ormai insensibile ai meccanismi politici eculturali. La stessa diffusione delle notizie, che come dicevamo èormai vastissima e accessibile, è ben lontana dall’aver unificatoil popolo italiano, ma ne costituisce ulteriore motivo di divisionein una sorta di gerarchia informativa. In cima a questa piramideimmaginaria troviamo coloro che, per passione o per motivi dilavoro, hanno un’informazione più approfondita e vasta: direttoridi giornali e di tv, avvocati, presidenti e giornalisti di alto livello.Subito sotto si trovano i lettori appena meno “professionali” deiprecedenti: persone di cultura elevata, intellettuali, scrittori, me-dici, scienziati e professionisti. Persone quindi di un livello in-formativo comunque alto, anche se spesso limitato solo al campodi propria competenza. A metà strada troviamo i lettori più nu-merosi, spesso dotati di unabuona istruzione generale e che

    Esaurita la terza edizione di questolibro. Per prenotare una o più copie

    della prossima, chiamare ilcell. 347 0333846

    (segue a pag. 2) Emiliano F. Caruso

    LA PENA PIÙ BRUTTAMolte volte sento commentare gravissimi fatti di cronaca con’auspicio della pena dell‘ergastolo o della pena di morte, comeoler dare certezza, appunto, alla pena irreversibile. Già, perchèa pena ad anni tot di reclusione pare essere riducibile e portarella libertà in molto meno tempo il soggetto condannato. In realta,ueste pene massime dell’ergastolo o addirittura della morte sa-ebbero radicali però inefficaci poiché estreme e pertanto non por-erebbero i colpevoli ad un rapido reinserimento sociale del reo.

    La migliore soluzione sarebbe vista nella parziale “morte civile”,ioè della privazione parziale o totale della capacità di agire eermi restando i diritti fondamentali del rispetto della personamana. Così l’omicida vede privarsi della possibilità di fare ac-uisti, di poter sviluppare red-

    IL CONSENSO INFORMATONEL CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA

    Il Codice di Deontologia Medica nel costante principio del ri-spetto della persona del malato e della sua dignità non si discostadal solco dottrinario e giurisprudenziale e il “consenso informato”è l’applicazione di tale concetto. L’ articolo 35 stabilisce che “il

    medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeu-tica senza l’acquisizione del consenso esplicito ed informato del paziente” e all’articolo 37 in caso di minore o infermo di mentepuntualizza che “allorché si tratti di minore, di interdetto o diinabili tato il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici,nonché al trattamento dei datisensibili, deve essere e spresso

    FALSO BUONISMOAncora a spese degli Italiani! Tunisini rifiutano fotosegnalamentoincendiano e distruggono il centro accoglienza di Lampedusa. Per-chè non fotosegnalarli in mare? Rifiuti? Risali sul tuo barcone e vaida un’altra parte. Nella tarda serata del 17 maggio, alcuni tunisiniche si erano rifiutati di sottoporsi alle procedure di identificazionee di cui si parlava di un loro possibile rimpatrio coatto in aereohanno appiccato il fuoco ad un padiglione del Centro di primosoccorso e accoglienza di Lampedusa. Il padiglione, è questo ilterzo incendio che subisce da parte dei clandestini (2009 e 2011)sarebbe stato gravemente danneggiato. Quattro i tunisini che sa-rebbero stati fermati. All’interno del Centro di accoglienza, chefunge anche da Hot spot, nelle ultime settimane si erano registrateforti tensioni legate al rifiuto da parte di un gruppo di profughi disottoporsi alle procedure di identificazione e al rilascio delle im-pronte digitali. Ora la domanda, senza le solite ipocrisie, nascespontanea: chi paga le spese per ricostruire? Perchè i clandestiniche andiamo a prenderci per mare, (peccato non essere così solertiquando sequestrano o sparano ai nostri pescherecci!) non vengonofotosegnalati sulle navi che prestano accoglienza? Chi si rifiuta, ri-fornito di acqua e viveri, risale sul barcone e va ad attraccare inaltro Paese. E al diavolo il falso buonismo di una nazione di peco-roni che sta perdendo giorno per giorno, grazie a chi si ingrassa conquesta falsa generosità, la sua identità e dignità! Vetriolo(segue a pag. 2) Lisa Biasci

    PANNICELLI CALDI PERCOMBATTERE LA CORRUZIONEL’ex Magistrato Bruno Tinti, su “Il Fatto Quotidiano” di alcunigiorni addietro, sulla importante materia della prescrizione chedal 2005 con la Legge Cirielli stronca i processi, ha scritto: “”Unpannicello caldo. E sono anche capaci di farlo diventare un faz-zoletto tiepido… com’è uscita dalla Camera e come uscirà dalSenato. Aumentano i termini per la corruzione… Solo che, pertutti i reati prodromici, i termini restano invariati. Parlando di cor-ruzione fatta con i soldi, (che) arrivano dal falso in bilancio e dallafrode fiscale….per questi reati la prescrizione resta a 7 anni emezzo e 8. Prescrizione garantita. Nessuno confessa e nessunopatteggia: così un’indagine cominciata a distanza di 3/4 anni daquesti reati - prima nessuno ne sa nulla perché GdF e Agenziadelle Entrate esaminano verifiche e accertamenti con questo ri-tardo - tutto si chiude prima che sia possibile capire dove sono fi-niti i soldi… Dunque, al traffico di influenze illecite (chisfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un in-caricato di un pubblico servizio,indebitamente fa dare o promet-

    “Una sciocchezza, anche se pronun-ciata da cento mi-lioni di persone, 

    resta pur sempreuna sciocchezza”.

    Albert Einstein

    AVVISO UTILE

    Le quote associative annuali a questo Periodicovanno versate sul c/c postale 1032746719intestato a Movimento Gaetano Salvemini,

    oppure mediante bonifico bancario aIBAN IT 67R07 60103 20000 10327 46719

    (segue a pag. 2) Raffaele Vacca

    PRESENTATO A SALERNO IL LIBRO“LA REPUBBLICA VA RIFONDATA SULLA

     RANDOM-CRAZIA” 

    Presso la Sala-Conferenze del Bar Moka in Salerno, il 23 maggio.s., il Prof. Giuseppe Acocella (Coordinatore del Comitatocientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e Ordinario di TeoriaGenerale del Diritto presso l’Università di Napoli “Federico II”)a presentato, con acuta analisi, il libro del Prof. Cosmo G. Sal-ustio Salvemini “La Repubblica va rifondata sulla Random-cra-ia”. Da registrare l’ampia partecipazione della cittadinanza ed ilivo interesse ad approfondire le proposte di riforma costituzio-ale illustrate nel libro.

    (segue a pag. 2) Domenico Bertuccio

    (segue a pag. 2) Paolo Cancelli

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    L’ATTUALITÀ, pag. 2 N. 6 GIUGNO 2016

    INFORMAZIONE AI SOCIQuote associative annuali: ordinaria euro 60,00 (perrecapito a domicilio); simpatizzante euro 100,00 (perpubblicare un articolo per numero); benemerita euro180,00 (due articoli per numero); sostenitrice: euro360,00 (quattro o più articoli per numero).Il versamento va effettuato tramite c/c postale n°.1032746719 intestato a Movimento Gaetano Salve-mini.

    Consigli utili: 1) rileggere attentamente gli articoli primadi inviarli alla Direzione entro il 15 di ogni mese. 2) Gli

    articoli non devono superare le 25 righe dattiloscritte edevono osservare la classica regola dei cinque interroga-tivi: chi, come, dove, quando e perchè. 3) confrontare iltesto originario dei propri articoli con quello poi pubbli-cato con le necessarie correzioni e abbreviazioni, al finedi non ripetere errori e prolissità negli articoli inviati suc-cessivamente. 4) pubblicare almeno 80 articoli in 24 mesiconsecutivi per chi vuole iscriversi all’Albo dei Pubbli-cisti. 5) rivolgersi al consulente Patrizio Alessandrini(via Monte Senario 14, Roma. Tel. 06.87195452) per farcalcolare le ritenute d’acconto da versare ogni quadri-mestre all’Agenzia delle Entrate. 6) Conservare ognicopia del giornale per poter compilare l’elenco degli 80articoli da consegnare all’Ordine. 7) Presentare all’Or-dine la domanda d’iscrizione all’Albo firmata dal Diret-tore della testata. 8) Sono accettati solo testi dattiloscritticomposti in RTF oppure WORD 4/5 e inviati per E-mail:[email protected]. Per avere conferma, chiamare il

    cell. 347.0333846.Anche dopo l’iscrizione all’Albo è opportuno pubblicarealmeno un articolo su ogni numero e rinnovare la quotaassociativa annuale simpatizzante.

     Il giornalismo non è solo arte; è anche pass ione vissutacon entusiasmo e con rettitudine morale. Il piombo, piùche l’oro, ha modificato la Storia. E più che il piombodei fucili, quello dei tipografi.

    egue da pag. 1) Pannicelli caldi per combattere la corruzzione

    segue da pag. 1) Libertà di stampa in Italia: al 77° posto su 180

    (segue da pag. 1) La pena più brutta

    dedicano alla lettura delle notizie almeno un’ora al giorno, e so-prattutto hanno abbastanza cultura da saper interpretare piuttostobene le informazioni. Più sotto abbiamo, purtroppo, la categoriadi lettori che si dedicano solo alla lettura di cronache sportive,gossip e programmi di intrattenimento leggero. Essendo digiunadi politica, cronaca e cultura generale, è la fascia di popolo, piut-tosto diffusa in Italia, più facilmente influenzabile dalla classe po-litica. L’aveva capito bene un certo Berlusconi quando, indisprezzo alla legge Mammì, si prese mezza televisione per tra-scinare l’opinione pubblica italiana nella sua scellerata avventurapolitica. Alla base della gerarchia, infine, si trovano gli analfabetiinformativi, per fortuna poco numerosi, che in assoluto non se-guono mai un notiziario, non leggono né libri né giornali e man-cano completamente delle basi culturali e della volontà necessariaper saper interpretare le notizie e gli avvenimenti. In un paese chein definitiva non è mai stato unito, a partire dal Divide et imperadegli antichi romani fino alla moderna questione meridionale,anche la volontà di tenersi informati costituisce quindi un ulte-riore motivo di stratificazione culturale e sociale.Emiliano F. Caruso

    i registra nel 2014, quando scendiamo al 73esimo posto, tra laMoldavia e il Nicaragua, perdendo ben 24 posizioni dall’anno

    recedente. La ragione, secondo il rapporto di Rsf, sono le sem-re ed ancora più frequenti intimidazioni che i giornalisti subi-cono, da parte di organizzazioni criminali e non solo. Laituazione dei giornalisti, si legge nel report, è peggiorata “conn grande incremento di attacchi alle loro proprietà, specie le au-omobili” come segnali di coercizione. Ma non è solo la violenzaisica a limitare la libertà d’informazione nel nostro Paese. Il rap-orto conta le cause di diffamazione “ingiustificate” contro i cro-isti, oltre le pressioni, le minacce e le violenze. La maggior parteelle cause di questo tipo sono intentate da personaggi politici,“costituiscono una forma di censura” ed il giornalista rischia

    molto in caso di colpevolezza - soprattutto in termini economici.La diffamazione a mezzo stampa-lo ricordiamo- resta un delitto

    unito dal codice penale, ma dal 2015 scompare la pena deten-iva. Il carcere viene rimpiazzato dalla multa: da 5.000 a 10.000uro o da 10.000 a 50.000 euro se l’offesa consiste nell’attribu-ione di un fatto determinato falso, la cui diffusione sia avvenutaon la consapevolezza della falsità. Il giudice, quindi, non potràcendere sotto la soglia minima (5.000 o 10.000 euro) nell’irro-azione della multa, a meno che il giornalista non sia incensu-ato. Solo in questo caso, concesse le attenuanti generiche, la

    multa è ridotta di un terzo. La condanna comporta anche l’ap-licazione della pena accessoria della pubblicazione della sen-enza e, nelle ipotesi di recidiva, dell’interdizione dallarofessione di giornalista per un minimo di uno e un massimo diei mesi. I ricercatori francesi citano- dunque nel rapporto an-uale- la mafia italiana tra gli “agenti non statali” che soffocano’informazione, insieme all’Isis, Boko Haram e ai cartelli dellaroga latinoamericani nel resto del mondo. Fra i motivi che - se-ondo l’organizzazione con base in Francia - pesano sul peggio-amento tra il 2014 e il 2016, il fatto che “fra i 30 e i 50iornalisti” sarebbero sotto protezione della polizia per minacce

    i morte o intimidazioni. Nel rapporto vengono citati anche pro-edimenti giudiziari per i giornalisti che hanno scritto sullo scan-alo Vatileaks. Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi rischianotto anni di carcere per libri che rivelano i malaffari della Santaede. Questo è il punto. Peggio di noi, nella Ue, solo Cipro, la

    Grecia e la Bulgaria. Il primo dei 180 Paesi censiti è la Finlandia-aso unico ed apicale- mentre l’ultimo l’Eritrea. Lisa Biasci

    dal rappresentante legale”. Ne deriva che solo in casi routinari sipuò presumere dal generico conferimento dall’incarico fatto almedico liberamente scelto, anche un consenso alle cure e inter-venti diagnostici, anche se va tenuto presente che il consenso

    anche se presunto non è mai implicito. In ogni altro caso, cioè neitrattamenti diagnostico-terapeutici che eccedono l’ordinario o conpossibilità lesive sull’integrità psicofisica del paziente, il con-senso deve essere sempre espresso. Nel rapporto medico-pazientesi è passati dal paternalismo benevolo alla condotta condivisa nel-l’atto medico, ancora considerato come una  prestazione di mezzisecondo le regole del buon padre di famiglia e non una garanziadi risultato, ove, secondo la migliore giurisprudenza, per “risul-tato si intende il completo svolgimento dell’attività professionalesu base collaborativa in rapporto alle informazioni fornite, al-l’esattezza della diagnosi, della prognosi e delle conseguenze del-l’intervento chirurgico, non intendendosi raggiunto qualora siverifichi un evento lesivo collegato e un rischio non comunicatoal paziente”. Paolo Cancelli

    (segue da pag. 1) La gerarchia dell’ignoranzasegue da pag. 1) Unioni civili: è legge!

    ere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale n.d.a.)è associata quasi sempre una corruzione. Il punto è che questoeato è punito nel massimo fino a 3 anni, il che significa un ter-

    mine di prescrizione pari a 7 anni e mezzo. Impunità garantita,essuno confessa, nessuno patteggia, di arrivare ad accertare la re-

    munerazione offerta al pubblico ufficiale non se ne parla. Dove ilGoverno mostra la sua ignoranza in termini di Amministrazione

    ella Giustizia è nella previsione dei termini di sospensione dellarescrizione tra le diverse fasi processuali: 2 anni dopo la con-anna di primo grado e 1 anno dopo la condanna in Appello.

    Troppo poco; l’intervallo tra queste fasi è molto più lungo, prati-amente il doppio... Per ogni fase processuale bisogna avvisareutti gli imputati. Che nel frattempo non si sa dove sono finiti.

    Pensate a un maxi processo con 200 imputati, la metà o più aiede libero. Anni ci vogliono prima di notificare a tutti. E sic-ome la data dell’udienza va comunicata fin da subito, succedehe, se uno o più non si trovano in tempo utile per potergliela no-ificare, si deve ricominciare tutto daccapo. Sicché, quando Renziuona che lui vuole la riforma della prescrizione ma occorronoempi certi nelle fasi processuali dice una stupidaggine: di tempi

    erti, con le norme in tema di notifiche che ci ritroviamo, non see parla”“. Fin qui “Il Fatto Quotidiano”. Ora, invece, facciamoiferimento al Nuovo Codice degli Appalti, ritenuta un’arma in-allibile per combattere l’illegalità in tale delicatissimo settore.Alcune cose di questo Codice andrebbero corrette”. Dopo aver

    minimizzato, ora il presidente dell’Autorità nazionale anticorru-ione, Raffaele Cantone, intervistato da “Il Sole 24 Ore”, ricono-ce che il nuovo Codice appalti entrato in vigore il 19prile suscita diverse “perplessità“. In particolare, “a proposito diorruzione... c’è un eccesso di discrezionalità che preoccupa

    molto e abbiamo per questo deciso con le linee guida di metterelcuni paletti che garantiscano più trasparenza“. Ora una rifles-ione. Sappiamo che le “raccomandazioni” sono reato in tutta Eu-opa, tant’ è che la Convenzione Ue ratificata da tutti gli Stati, en ultimo dall’ Italia, prevede il traffico d’ influenze punito esem-larmente. Però, il problema resta invariato, perchè abbiamo unarescrizione molto lunga prima che il reato venga scoperto, eroppo breve da quando iniziano le indagini. Infatti, se il delittoiene scoperto dopo 6 anni, restano 18 mesi per indagini, udienzareliminare e tre gradi di giudizio. Il nostro sistema, dopo il di-

    mezzamento dei termini causato dalla ex-Cirielli, è stato dichia-ato illegittimo dalla Corte di Giustizia Europea per le frodiomunitarie, con l’invito ai Giudici italiani a disattenderlo. Così,bbiamo una duplice via da percorrere: i reati contro l’ Ue non sirescrivono mai, tutti gli altri quasi sempre. Qualche “lietopen-ante” sostiene capziosamente che i Magistrati italiani lavoranooco. Dati alla mano, è dimostrato che, su 47 Stati membri, sonouelli che lavorano di più; il doppio dei Francesi e il quadruploei Tedeschi. Se i processi durano troppo è perché non sono stateatte Leggi per accelerarli, bensì per allungarli per giungere al-’agognata prescrizione; poi se ne fanno troppi e con troppi gradifasi di giudizio. La Politica, quindi, sia feroce con chi viola la

    egge e più attenta ai diritti delle vittime, così diminuirebbero dra-ticamente i reati! Il ben noto fattore deterrenza! Raffaele Vacca

    (segue da pag. 1) Il consenso informato nel codice di deontologia medica

    ona del suo stesso sesso è da rispettare e ancor più se decide dinirsi civilmente a lui o a lei. Non bisogna mai ledere la libertà.

    E’ chiaro che il contesto deve essere necessariamente gestito dalleorme di legge. E’ anche comprensibile che la decisione della Ca-

    mera lascerà degli strascichi nell’opinione pubblica. Qualcunovanzerà problematiche legate all’educazione familiare o allaonvivenza sociale, ma presto tali persone dovranno uscire dalampo di una ristrettezza mentale ormai collegata ad un passatoosì lontano che ci fa addirittura sorridere. Il mondo è cambiatocambierà ancora, chissà dove ci porterà il progresso e soprattuttoove porterà le prossime generazioni. Soffriamo ancora di pen-ieri “locali” che appartengono per lo più all’ultimo secolo vissutoa quelle che possiamo definire le nostre generazioni. Non di-

    mentichiamo come vivevano le popolazioni qualche millennio faquanti passi in avanti, attraverso lotte civili, si sono fatti per rag-iungere una ottimizzazione della società in termini di domanda.

    Questa dell’11 maggio è solo l’ultima conquista sociale per il no-tro Paese che ora e per sempre deve guardare al mondo come

    nica e propria nazione! Antonio Bartalotta

    dito, di poter richiedere un qualsiasi risarcimento danni. In praticaogni suo atto resta nullo finché perdura la misura. Una sorta diesilio in patria. Credo sia questa la pena più brutta mai immagi-nabile per una persona, perché, in caso di “morte civile perpe-tua”, il soggetto diviene un essere legalmente vegetativo dove hasolo il diritto ad essere rispettato e alimentato, ma nulla di più.Ed è proprio questo stato irreversibile che funge da monito ai con-sociati, il rendere impossibile una vita autonoma e ricca di eventipositivi che solo un ordinamento giuridico è in grado di offrirecol suo ampio catalogo di diritti e facoltà riconosciuti ad ogniuomo. Domenico Bertuccio

    DOV’È IL CARABINIERE DEL QUARTIERE ?Venne introdotto sotto il governo Berlusconi e servì a portare piùsicurezza alla tangibilità dei cittadini. Parliamo del carabiniere diquartiere, una figura forse sparita per motivi oscuri. In questi giorni sene parla in una zona della Capitale in cui una ragazza è stata dapprimarapita e poi violentata da una banda di extracomunitari ubriachi in uncampo rom. Complice di tale fatto la mancanza o scarsa luminositàdella strada e la rara presenza della polizia a pattugliare quelle vie. Enonostante varie proteste e intere puntate di trasmissioni televisive sullascarsa presenza di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, legiustificazioni continuano ad essere sempre le stesse: la mancanza dicarburante nelle autovetture (il problema principale), la pagainsufficiente, la pessima manutenzione dei veicoli. Allora la soluzioneè abbastanza semplice. E’ sufficiente impiegare 3 carabinieri in divisa,con funzioni di deterrenza e altri 3 carabinieri in abiti civili, pronti aintervenire in operativo e da supporto. Questi sei operatori non devonofare altro che passeggiare per tutto il quartiere e avere molte relazionisociali, sapere quanto più possibile di tutti e riferire i fatti in centrale oal coordinatore, con un loro discreto ambito di azione. Quasi certamentemolti illeciti sarebbero sventati e ciò non varrebbe soltato per ilterrorismo internazionale, ma anche per il crimine organizzato a livellolocale. Questo articolo vuole essere una sorta di appello a ripristinareil carabiniere di quartiere che da molto tempo non si vede più, per ilquale non occorre un’autovettura, non occorre quindi la benzina e nonoccorre la manutenzione del mezzo, ma solo un paio di scarpe e lavolontà di migliorare questo Paese con la prevenzione.

    Domenico Bertuccio

    FATTO DI COPPIE AL DUNQUERovesciamo un titolo e torniamo su un tema di cui in questi ultimigiorni si parla molto, perchè ormai è legge, quello delle coppie difatto e delle unioni civili tra persone omosessuali. Con il termine “di fatto” si sta a indicare una situazione che non rientra formalmente inuna previsione normativa, ma appunto, di fatto, ciò che si viene arealizzare ricalca totalmente - o quasi - quello scenario disegnato dallegislatore e cristallizzato in un apposito catalogo normativo. Il fe-nomeno delle coppie di fatto (e quindi non sposate) non è un qualcosadi visto solo adesso. Una volta, le coppie di fatto venivano alla luceper motivi prevalentemente sentimentali, per uno spiraglio di libertàche almeno uno dei due voleva mantenersi per beneficiare di un’age-vole uscita dalla coppia, senza dover complicarsi la vita in lunghe ecostose procedure per il divorzio. Attualmente questo è ancora unodei motivi, probabilmente legato al cambiamento sociale che rapi-damente la globalizzazione ha portato anche nel nostro continente, al-l’emancipazione della donna e al suo ingresso nella vita modernalavorativa, manageriale e di carriera. Possono essere tanti i fattori diquesto stravolgimento, ma certamente il più incidente è stato il pesoeconomico che ha parificato l’uomo e la donna nel mondo del la-voro, distogliendo questa ultima dalla concezione di donna -moglie,donna – madre, donna fulcro della famiglia. Infatti la crisi è della fa-miglia, più precisamente della società familiare. Inutile dire che que-sto contesto normativo sulle famiglie di fatto non sarà sufficiente a

    riportare i valori della costituzione della famiglia di un tempo, del-l’unione familiare prima di quella civile. Se non interveniamo a li-vello di “concezione familiare”, nelle scuole e, appunto, nellafamiglia, le persone saranno sempre più sole e non si salveranno maicredendo di rifugiarsi sulle pagine web. Non sarà un selfie a regalareuna famiglia, ma i valori e l’animo che sta oltre quel contenitore este-tico che oggi è abbastanza standardizzato. Domenico Bertuccio

    NAPOLI ASSEDIATA DALLA CAMORRA!Su “Il Fatto Quotidiano” del 18 maggio l’inchiesta di Maddalena Olivadal titolo: “Gomorra: la Paranza dei bambini boss”….”Nel ventre molledi Napoli sta crescendo una nuova generazione di criminali: sono po-veri, consumati dalla droga e disposti a tutto... Proprio ieri, la Procura An-timafia di Napoli ha emesso venti ordinanze di arresto a carico dialtrettanti appartenenti ai clan. Sui muri delle vie scritte “F.S.” che si-gnifica Famiglia Sibilio. I 15enni della zona non hanno come idolo Cirodella fiction Gomorra, e si tatuano il numero 17 che, nel gergo crimi-nale, sta per la S del clan Sibilio”.In altro articolo di Micaela Farrocco

    sul tema nuova criminalità partenopea, nello stesso quotidiano, dal titolo“Rolex, champagne e baci d’onore: patti criminali in rete”, leg-giamo…“Su face book anche le minacce ai clan rivali….Le pagine deisocial network degli affiliati sono piene di pistole e bombe…I nuovi ca-morristi si mostrano con la barba lunga e mostrano il totale disprezzo perla vita. In questo sono simili agli estremisti islamici”. Nei giorni scorsiapprendiamo sempre dai media, si è conclusa con l a decisione di inviareun documento ai Ministri dell’Interno e della Giustizia e al Csm l’as-semblea dei Magistrati della Procura di Napoli indetta sul tema della si-curezza in seguito alla scoperta di un piano per attentare alla vita delProcuratore Giovanni Colangelo e alle notizie su minacce rivolte a Ma-gistrati impegnati nelle indagini e nei processi contro la camorra. I PMhanno anche invitato le autorità di Governo a farsi carico ”della situa-zione segnalata, superando un approccio burocratico al tema della sicu-rezza dei Magistrati e, nel contempo, impegnandosi per stanziarenell’immediato i necessari fondi”. Ora ricordiamo che il Parroco, al-l’omelia per i funerali di un ragazzo (Gennaro), ucciso l’anno scorso nelquartiere Sanità, disse: “A Napoli i ragazzini muoiono perché lo Statonon c’è e a “l’Espresso”, a Giovanni Tizian, spiega “come in mancanzadi opportunità, i ragazzini finiscono nella rete della criminalità….In tuttoe per tutto ci sono due città, quella ricca che sta bene e quella degradatadove si muore. Don Alex Zanotelli è il Parroco missionario che da ormai10 anni vive in quella zona. Il rione Sanità è centro ma è come se fosseuna lontana periferia... Ci sono bande di piccoli criminali dietro cui c’èla camorra che si contende l’affare lucroso della droga. L’uccisione diGennaro è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Ora la gente, in par-ticolare le donne, che sono madri e sorelle, ha deciso di reagire, di ribel-larsi. Anche perché nessuno verrà a salvarle, spetta a loro farlo”. Questatragica vicenda ci fa tornare alla mente una storia di 33 anni addietro,trattata su questo giornale, riguardante sempre il quartiere Sanità, nellaquale veniva ricordato un ambito difficile, quello in cui si trovò ad ope-rare Domenico Celiento, il leggendario Brigadiere “Mimmo”, operantenel vasto territorio di competenza, quello della Compagnia Carabinieri diNapoli-Stella, con giurisdizione sui quartieri più sensibili sotto il profilodella sicurezza pubblica, dalla Sanità a Forcella, passando per San Carloall’Arena e Borgoloreto (con la Stazione Ferroviaria e l’attiguo Mercatodella Duchesca), Secondigliano e il quartiere “167”, oggi denominatoScampia e reso noto dal film “Gomorra”, per arrivare sino a San Pietroa Patierno. All’ epoca, la zona di Secondigliano era, secondo statistichespecializzate, ritenuta la più “criminogena” d’ Europa, e a ragione; matale è certamente rimasta dopo oltre trent’anni, forse anche di più, supe-rando chissà quale record! Tornando a Celiento, sappiamo che condu-ceva indagini sulle estorsioni nel quartiere Sanità, e in tale contestooltremodo difficile per il clima di omertà, aveva proceduto in appena tremesi all’arresto di ben dieci delinquenti, mentre già si delineava il coin-volgimento di elementi di spicco del clan camorristico dominante di Sa-nità - Forcella. Non passò molto tempo, purtroppo, che si arrivò a quelmaledetto 28 aprile 1983, quando, di prima mattina, sullaCirconvallazione di Casoria ci fu l’agguato al valorosoSottufficiale. Ma la Camorra, oggi, com’è cambiatarispetto ai tempi in cui l a combatteva il generoso eaudace Brigadiere “Mimmo” Celiento? Sappiamoche i clan di ieri, quelli di sempre, si sono affidate

    ai più giovani. Quindi, nuovi killer camorristihanno dalle vecchie famiglie armi, futuro prestigioe potere criminale. La conclusione è che le paroleforti del Parroco del rione Sanità devono rendersi di-rette a tutti gli Italiani, davvero stanchi di commemorareDifensori della Legge uccisi negli anni come di ascoltare le vane pro-messe di sicurezza della politica in campagna elettorale ormai perenne…

    Raffaele Vacca

  • 8/16/2019 l'Attualità Giugno 2016

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    L’ATTUALITÀ, pag. 4 N. 6 GIUGNO 2016 TEMATICHE ETICO-SOCIALI

    COSÌ CADDE IL FASCISMOSeguito). Non possiamo tralasciare nelle nostre puntate sulla caduta del fascismo il testo, presso-hé integrale, dell’ordine del giorno presentato da Dino Grandi e approvato nell’ultima seduta del

    Gran Consiglio del Fascismo nella notte del 24-25 luglio 1943, in cui venne sfiduciato il Duce delascismo Benito Mussolini e, implicitamente, il suo più che ventennale regime, passato alla storiaome “il famigerato ventennio”. E daremo nella prossima, ultima puntata un’estrema sintesi dellaersione data da Mussolini stesso nel novembre 1944 nel suo “STORIA DI UN ANNO, il tempoel bastone e la carota” (Ed. Mondadori, 2a edizione a dicembre 1944 e 3a edizione a febbraio945), avvertendo, tuttavia, che a quel tempo Mussolini, liberato dalla prigionia sul Gran Sasso,razie ad una spericolata operazione avio-terrestre, sotto il comando (l’avio-sbarco) del gigante-co e audacissimo capitano delle SS Otto Skorzeny, affidatagli da Hitler in persona, si trovava,uindi, ovviamente, sotto la tutela del Führer. Dino Grandi, al tempo in cui scrisse “25 luglio qua-ant’anni dopo”, a cura di Renzo De Felice (Ed. Il Mulino, 1983), aveva 88 anni e viveva a Bolo-na. In quest’opera egli descrive anche minuziosamente la sua lunga vita politica. Come capitanoegli Alpini si era già distinto nella Grande Guerra guadagnandosi ben tre medaglie al valore.

    Eletto deputato nel 1921, fu poi nominato da Mussolini Ministro degli Esteri, dicastero che resseal 1929 al 1932, in cui fu sostituito da Galeazzo Ciano, genero del Duce. Fu quindi nominato Am-

    asciatore d’Italia a Londra dal 1932 al 1939, poi Ministro Guardiasigilli, Presidente della Cameramembro del Gran Consiglio del Fascismo, cariche, queste due ultime, che rivestiva nella sedutael 24-25 luglio di cui ci occupiamo e che egli narra dettagliatamente nel Capitolo III dell’opera suc-itata, narrativa preceduta, nel capitolo II, particolareggiatamente, dalla descrizione di tutti i con-atti, per lo più favorevoli, avuti da Grandi prima della seduta con tutti gli altri gerarchi ai qualiveva mostrato l’o.d.g. che egli intendeva presentare e anche con Mussolini, che lo aveva ricevutolle ore 17 del 22 aprile, da cui sperava, invero ingenuamente, pur temendo che lo avrebbe fatto “am-

    mazzare”, che alla fine capisse che doveva dimettersi e che, invece, letto l’o.d.g., gli rispose a musouro che non intendeva cedere “i poteri a nessuno”; che lui era ancora “il capo” del fascismo, an-ora forte e obbedito dalla Nazione. E lo aveva salutato con un “arrivederci posdomanin Gran Consiglio”. Era ormai una vera e propria sfida! Ed ecco l’essenziale del fa-

    moso o.d.g.. “In quest’ora grave e decisiva per i destini della Nazione” vi si “DI-CHIARA” che “è necessario l’immediato ripristino di tutte le funzioni statali,ttribuendo alla Corona, al Gran Consiglio, al Governo, al Parlamento, alle Cor-orazioni i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statutarie e co-tituzionali; INVITA il Governo a pregare la maestà del Re, verso il quale siivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione affinché Egli voglia peronore e la salvezza della Patria assumere con l’effettivo comando delle forze ar-

    mate di terra, del mare e dell’aria, secondo l’art.5° dello Statuto del Regno quellauprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sonoempre state in tutta la nostra storia nazionale il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia diavoia”. (Continua) Sergio Scalia

    I GALLICESI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA ALBO D’ORO

    Nella ricorrenza del primo centenario della Grande Guerra, si è svolta, sabato 16 aprile, la presen-tazione del libro “I Gallicesi caduti nella Grande Guerra – Albo d’Oro” del dott.Carmelo Covanipresso il plesso scolastico di Gallico Marina. La lodevole finalità di commemorazione dei propri ca-duti nel tragico conflitto mondiale ha mosso l’autore, affermato medico chirurgo, che da anni è im-pegnato nello studio e ricerca sugli avvenimenti storico-politici succedutisi nella cittadina calabresee sua circostante Vallata del Gallico. Al tavolo conferenziale si sono alternati vari relatori, tra cui ilprof. Antonio Rosario Princi, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Orazio Lazzarino”.Egli ha aperto i lavori soffermandosi sui principali avvenimenti storici che portarono l’Europa nellasanguinaria guerra, definita da papa Benedetto XV “un’inutile strage” per aver prodotto più di 16milioni di morti e circa 20 milioni di feriti e mutilati tra militari e popolazione civile. Solo in Italia

    i dati ufficiali di governo, nel 1925, stimarono in 651 mila i militari italiani caduti in battaglia, men-tre i morti civili furono calcolati in 1.021.000 per la patriottica “guerra di liberazione”. L’On. Giu-seppe Giordano, nel corso della presentazione, è intervenuto soffermandosi su una precisa analisistorico-politica degli stati Europei coinvolti nel conflitto bellico ed in particolare dell’Italia con suoi trascorsi “interventisti” d’inizio secolo, poi confluiti nella dichiarazione di guerra e partecipa-zione a fianco dell’Intesa il 24 maggio 1915. Il nob. Antonino De Lorenzo, invitato alla presenta-zione, ha invece tratteggiato la figura del S.Tenente dr.Valentino Lazzarino (n.1890, m.1916), suoavo citato nel suddetto volume per essere caduto eroicamente il 26 marzo 1916 mentre con i suoiuomini cercò di resistere ad una attacco mattutino di reparti di fanteria austriaca presso il presidiatoMonte Podgora ( Piedimonte del Calvario). Il ventiseienne giovane universitario Lazzarino, poi in-signito di laurea onorifica in Giurisprudenza dalla Patria per cui immolò la sua vita. Per motivi con-tingenti di guerra, quella giovane vita, spezzata nel fiore degli anni più belli con i propri sogni direalizzazione, trovò immediata e semplice sepoltura nel territorio di combattimento del Podgoralontano dai suoi amati cari e dai colori della sua terra nativa. Il suo sacrificio, come quello di tantialtri commilitoni del Meridione, inviati a guerreggiare per la liberazione di quelle terre nordiche ita-liane, occupate dallo “straniero” asburgico, fu riconosciuto dal Ministero della Guerra il 3 marzo1920 (con D. n°205 del 19 gennaio 1918) con l’austera onoreficenza della “Croce al Merito diGuerra”. A conclusione della conferenza, il dott.Covani ha preso la parola, esponendo un’interes-sante sintesi del lavoro realizzato. L’autore ha anche riportato numerosi particolari sulla vita e leazioni belliche dei militari Gallicesi menzionati nella sua opera che ,tra l’altro, si avvale della pre-sentazione dell’On. Giordano e della prefazione del Gen. C.A. Rocco Panunzi (16° Presidente na-zionale dell’UNUCI),nonché della postprefazione del Cap. di Vascello dott.Ugo d’Atri (Presidentedell’Istituto nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon). La serata comme-morativa si è protratta con l’esecuzione di canti e poesie di guerra ad opera del coro “Brigata Val-

    gallico”, fondata e diretta dall’Ing. Maurizio Bascià. Un momento di grande commozione generaletra i numerosi intervenuti si è avuto allorquando, sulle struggenti note musicali del “Silenzio”, sonostati letti ad uno ad uno i nomi dei cinquanta eroici militari, che partirono per difendere i sacri con-fini della Patria senza farne ritorno. L’evento culturale è stato particolarmente gradito dai tanti ospitipartecipanti per aver lasciato in ciascuno dei presenti indelebili tracce di un commosso e grato ri-cordo verso tutti questi valorosi figli della nobile terra di Gallico.

    Ettore d’Alessandro, XIV Duca di Pescolanciano

    VITTORIA NENNI, UNA STORIA DI CORAGGIOMilano, Novembre 1926, Corso Ventidue Marzo n. 29. Una bambina di undici anni sta rientrandoa casa, rientra da scuola ha con sé i suoi libri. Per le scale che la conducono al suo appartamentoincrocia una squadraccia fascista che sta scendendo rumorosamente i gradini. Nell’appartamento chehanno appena lasciato, tutto è a soqquadro: mobili, oggetti, vestiti. Un rogo ha divorato libri, gio-cattoli, ricordi. La bambina vede ancora fumanti alcuni dei suoi regali, ricevuti per il suo ultimocompleanno, pochi giorni prima. Quel fuoco ha ingoiato non solo la sua infanzia, ma anche il suofuturo. Questo lei ancora non lo sa. Questa bambina, brava a scuola e obbediente, si chiama Vitto-ria Nenni. Figlia di Pietro Nenni, direttore dell’Avanti! e leader del Partito Socialista. E’ il 1926. InItalia sono state appena promulgate le leggi cosiddette fascistissime. E’la fine della democrazia. Nelpaese ormai completamente assoggettato al regime fascista, Pietro Nenni, come tanti altri antifa-scisti, non può rimanere ed è costretto all’esilio. Superando grandi difficoltà e attraverso una fugariuscita, anche la famiglia riesce a seguirlo. Si ritrovano nuovamente tutti insieme a Parigi. La fa-miglia Nenni, di nuovo unita, comincia una nuova vita. Qui Vittoria viene chiamata Vivà. Parigi lepiace. Vivà è felice. E’ molto diversa ora, non è la bambina dedita allo studio che avevamo lasciatoin Italia. E’ bella, simpatica. Ama i viaggi, la vita un po’ frivola. Si sposa, ma non ha completato isuoi studi e fatica ad avere un’occupazione. Così anche il marito. La situazione è tutt’altro che sta-

    bile. Intanto è scoppiata la guerra. Suo marito viene chiamato al fronte. Giugno 1940. Parigi vieneinvasa dai nazisti. Nuova destinazione per la famiglia Nenni. Vivà raggiunge la madre e le sorellead Alencan. Anche Pietro Nenni, lascia Parigi e la tipografia dove venivano stampati il NuovoAvanti e altri scritti e volantini antifascisti. Riesce a rifugiarsi ad Alencan dopo un viaggio in trenopiù volte interrotto dai bombardamenti. La capitolazione di Parigi è per Nenni un duro colpo. Vivàvede suo padre piangere. E nel suo cuore nutre grande preoccupazione per il marito, di cui non hapiù notizie da mesi. Ma il destino riesce a farli tornare di nuovo uniti. Proprio ad Alencan si rin-contrano. Insieme decidono di tornare a Parigi. Di nuovo un cambiamento per Vivà che inizia unanuova vita ancora una volta. Ma è l’ultima parte, la più tragica.Vivà non ha una formazine ideolo-gica, si è sempre interessata poco alla politica. Ma venuta in contatto con l’invasione nazifascistain Francia, sente nascere dentro di sé un sentimento sempre più forte di resistenza. Resistenza allaviolenza, alla guerra, alle ingiustizie, al regime. Vivà si getta nella lotta. Con il suo rientro a Parigiprende contatti con le sue amiche comuniste, con le quali si allea per svolgere la Resistenza attivaSi rende disponibile ad utilizzare la tipografia che aveva lasciato suo padre e comincia a stampare.Vivà non si è mai impegnata così tanto. E’ pronta a tutto. A sfidare ogni pericolo. Riesce a convin-cere il marito, che sulle prime non voleva collaborare. Presto però la polizia inizia ad indagare sullatipografia. Il primo ad essere sospettato è proprio il marito, che viene arrestato. Vivà è piena disensi di colpa. Forse poteva fuggire e salvarsi. Ma non lo lascia solo. Ogni giorno va in carcere atrovarlo. Viene arrestata anche lei. Nell’interrogatorio difende in ogni modo suo marito, lo copree si assume molte responsabilità. Suo marito, al contrario di lei, ha una grande paura. E finisce percedere, coinvolgendo la moglie negli interrogatori e prendendo anche le distanze da lei, nel tenta-tivo di salvarsi. E’ il tradimento peggiore che in un matrimonio si possa consumare. Ma lei non losa. Vengono trasferiti entrambi nel carcere di Romanville. Ma le loro sorti si dividono. Gli uominiprigionieri del carcere vengono fucilati. E’ il 10 agosto 1942. Vivà ha 27 anni. La vita nel carcere

    è durissima. Ma qualcosa di ancora peggiore la attende. A gennaio del 1943 viene preparata per unaltro viaggio. Non sa dove lei e le sue compagne di prigionia stanno per essere portate. Il viaggiodura qualche giorno. Finalmente arrivano a destinazione. Sono in Polonia. Il luogo preciso ha unnome che Vivà non ha mai sentito. Si chiama Auschwitz. Da lì sono uscite solo le sue parole, affi-date alla sua amica Charlotte, compagna di prigione:“Dite a mio padre che ho avuto coraggio e chenon rimpiango nulla”. Luisa Pistacchio

    CONSIGLI ALLA RAIl supplemento cultura del Corriere della Sera di domenica 1 maggio titola: Napoli, lo sfratto dellaultura. L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è in corso di smembramento, mai paragone è statoiù adatto, per la solita, immancabile, irrisolvibile mancanza di fondi. Per quella micidiale perver-ione, insita nella contemporaneità di alcuni eventi, sul maggior canale delle televisioni commer-iali è ricomparso lo spettro sinistro del personaggio Costanzo. Sempre per la stessa perversione laitania delle sue interviste è ricominciata con un personaggio in corso di detenzione, anche se do-

    miciliare: Fabrizio Corona. Gli spot s di presentazioni delle, si noti il plurale, interviste sono co-minciati circa dieci giorni prima. Non credo neanche quelle epocali Frost-Nixon abbiano avuto tali

    resentazioni. Le “interviste”, scusi maestro Eco per l’uso del virgolettato, saranno state precedutea nervosissime ed estenuanti trattative economiche riguardo sia l’onorario del detenuto, di cui pos-iamo essere certi buona parte in nero, sia gli sponsors, sia i consigli per gli acquisti come recita larase coniata dallo stesso conduttore. Al termine di tutto questo possiamo pensare che tale aber-ante spettacolo abbia movimentato cifre a cinque o sei zeri. Da qui potremmo pensare alla im-

    monda messe di trasmissioni dispensatrici di gettoni di presenza o di onorari di cui son piene leelevisioni. Stavolta il plurale coinvolge tutte le televisioni: commerciali e di Stato. Ora, quandoompare lo Stato, le cose diventano un po’ più complesse. Già, perché lo Stato siamo noi. Noi cheaghiamo le tasse, noi che riceviamo la cartella di Equitalia se manchiamo in qualcosa, noi cheompiliamo la denuncia dei redditi nella speranza di non commettere omissioni, noi per i quali ètato istituito il ravvedimento operoso: caro Stato, ho sbagliato e vorrei ravvedermi. Bene, a frontei tutto questo però nessuno ci informa di come vengono poi impiegati i nostri soldini. Le televi-ioni commerciali obbediscono alla stessa logica: commerciale. Chi mi fa guadagnare viene remu-erato, chi no addio. Ma la televisione di Stato, parola che ricorre, dovrebbe rispondere ad unaogica non commerciale ma culturale. Dovrebbe essere la sua mission, oggi si dice così. O no ?Quindi per un figuro che lavora da molto tempo a berluscolandia ne abbiamo uno, la prima personalurale è voluta, che da anni ci intossica in seconda serata su RAI 1 con le porte. Questa personaa invitato sulle ambitissime poltrone componenti di una delle famiglie più importanti della mala-ita italiana che, a Roma, han fatto un funerale appena sopra le righe nello scorso agosto. Non con-ento ha anche invitato il figlio del mandante degli omicidi Falcone e Borsellino, di colui che avevaichiarato guerra allo Stato, sempre la stessa parola. In un paese civile a fronte di tali prestazioni iertici dell’azienda, pubblica, gli avrebbero presentato due lettere: quella di licenziamento e quellai denuncia all’autorità giudiziaria. Ma qui siamo in Italia e quindi il personaggio continua ad in-itare imperterrito politici, attricette, possibilmente rifatte, chirurghi plastici, medici estetici, die-ologi. Insomma navighiamo nell’effimero e sulla superficie delle cose. La domanda però è semprea stessa: chi paga? Quanto si paga? Che movimento di denaro pubblico comportano queste tra-missioni? Non potrebbe, la televisione di Stato, coniugare esigenze di programmazione ed inter-enti attivi a salvaguardia della cultura? Potrebbe entrare nella gestione dell’Istituto di cui siccennava all’inizio e farne momento di cultura ma anche di intrattenimento sempre di livello ade-uato. Le risorse pubbliche dovrebbero essere dedicate a questo, o no ? Da tempo assistiamo allaiqualificazione dei beni sequestrati alla malavita in strutture pubbliche. Perché non attuare taleercorso anche nei confronti di istituzioni culturali in affanno ? Meno talent show, meno compli-ità economica in disgustosi spettacoli del sabato sera, meno programmi che vengono chiusi dopoue, tre puntate e più partecipazione attiva con soldi a teatri, istituzioni culturali, musei, scuole diormazione. Pensate alla RAI che acquista il teatro Valle di Roma e ne fa anche un centro di tra-missione per programmi televisivi. L’istituto napoletano trasformato in una sede permanente perrasmissioni di attualità e di cultura. In fondo non sarebbe difficile. I contribuenti lo apprezzereb-

    ero soprattutto se poi si rendessero pubblici stipendi, compensi, gettoni, cachet , sesterzi, notule,ccreditamenti bancari… insomma dove finiscono e come si investono i soldi del cittadino. Per fi-ire. Non succede, ma se succede. Potremmo non invitare ne’ i signori Casamonica ne’ i signori

    Riina ? E già che ci siamo neanche la Signora Tatangelo, il signor Ferr … Grazie.Francesco Cortese

    CORSO DI GIORNALISMO INVESTIGATIVODisponibile il corso di giornalismo investigativo on line a cura della Free Lance In-ternational Press, aperto a giornalisti, studenti, lavoratori, operatori dell’informazionee a chiunque voglia intraprendere la strada del giornalismo d’inchiesta. Direttore delcorso: Emiliano Federico Caruso. Presidente Free Lance International Press: Virgi-lio Violo. Per maggiori informazioni: Cellulare 324/6879903.Sito: http://mediaflip.org

    IDENTITÀ NASCOSTAPotrebbe sembrare qualcosa legata ai film di fantascienza o di 007, in realtà questo articolo affronta

    n tema spinoso, legato al delicatissimo ruolo che hanno le forze di polizia, istituite per assicurarea pubblica e pacifica convivenza, la sicurezza sociale e la repressione dei reati. Si è discusso moltoirca l’identità dell’agente e dell’ufficiale, essendo questi operatori assimilati nel loro agire al pariel personale del pubblico impiego e delle grandi aziende, dove ogni dipendente è munito di tes-erino di riconoscimento al petto. Adesso vediamo quale potrebbe essere la ragion d’essere di taletrumento. Il primo elemento che sovviene è legato al bisogno del cittadino di dover identificare chisercita un potere su di lui. Questa è in realtà una forma di garanzia del principio democratico cheiene esercitata inconsciamente da tutti i consociati verso il potere statale. Il secondo elemento è datoal principio di stretta corresponsione tra grado di potere e grado di responsabilità. Per cui occorredentificare l’autorità con la quale abbiamo a che fare. In molti paesi, non solo europei, il personaleelle forze di polizia è identificato con un numero (presumibilmente di matricola) impresso al petto.

    Questo rende il poliziotto consapevole di essere identificato in caso di suoi eventuali atti illeciti ei garantire al cittadino la difesa contro questi atti e di farli annullare in giudizio. Viceversa, se iloliziotto si rifiutasse di fornire le proprie generalità, il consociato non saprebbe a chi rivolgere la

    esponsabilità, sempre che non vi siano atti scritti dai quali si verrebbe a conoscere dell’identità deloggetto operante. Di questi problemi si è molto discusso quando si sono manifestate le caricheelle tifoserie all’interno degli stadi, quando oltre a proporre il numero identificativo del personaleelle forze di polizia, venne anche proposto l’uso dello spray urticante al peperoncino al posto del

    manganello. Ecco, sarebbe bene metterci allora in linea con gli altri paesi che, come è stato già ac-ennato, utilizzano la matricola indicata sulla divisa, lasciando tutto ciò a beneficio della fiducia eella credibilità nelle isitituzioni. Domenico Bertuccio

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    A ELENA ANDREOLI E “ILMEDICO SUL CALESSINO” 

    Grandi ricordi di un tempo pas-ato, riaffiorano, nell’animo de-ormai anziano medico sedutovanti al camino, con sulle ginoc-hia la sua vecchia borsa da me-ico ,nei suoi occhi brilla laostalgia dei vecchi tempi, le sueorse, col calesse per portar soc-orso ai malati e dare tanto corag-io a tutti, con la neve e con ilento lui era sempre dove avevanoisogno di lui, era passata una vita

    a allora e quei ricordi ormai eranoiventati la sua compagnia. La no-tra Poetessa in questo stupendoacconto, di tempi passati ha

    messo insieme al Medico tutta laua nostalgia, nel ricordo, di unaita bella che era trascorsa e nellaua speranza che avrebbe potutoipetersi, ormai il mondo si è evo-uto e altre generazioni sono cam-iate, i ricordi belli rimangonoella nostra mente e ci aiutano adssere felici. La nostra Poetessaiene premiata dal giornale (L’At-ualità) per il suo racconto.

    Liana Botticelli

    A PATRIZIA FRANGINIKLUM,

    ARTISTA POLIEDRICAi è parlato di lei! Del successo deiuoi quadri, dei svariati premi eoppe ricevute nell’anno 2008,

    medaglia di Bronzo dal Senatoella Repubblica, premio S. Cri-pino Marche, riconoscimento alla

    Carriera per la pace nel Mondo aTokio Giappone, riconoscimenti inOlanda, Belgio Lussemburgo, Pre-mio Parga in Grecia 2009. Brigata

    olgore Caserma Vannucci, Pre-mio intern Leonardo da Vinci negliUSA. Russia Premio Guglielmo II

    molti altri quadri esposti nelMuseo a Palermo e altrove si puòiconoscere oltre alle sueoesie,gli articoli importanti cheresenta nel giornale L’Attualità,rticoli che mettono al corrente, diome usare tale medicina per laostra salute, un’infinità di notizietili, molto informata sulla medi-ina delle erbe. Liana Botticelli

    AL GRANDE POETACOSIMO ROBERTO VENTOl Poeta, nelle sue poesie esprimeutta la profondità del suo cuore,luminate dalla natura, ermeticheell’amore di cui dispone la suanima, li dove lui risiede in loca-tà Colonnata sopra il belvedere di

    Gubbio, nel suo bellissimo risto-

    ante, gestito da tutta la famiglia,n luogo divino, con una effigeerso il cammino di “Papa France-co” i turisti e gli amici gustano ioro speciali menù tra la bellezzael luogo e la prestigiosa cucinaatta, da sua moglie Maria. Il no-tro Giornale lo premia per le sue

    meravigliose poesie.Liana Botticelli

    ALL’ARTISTARENZO FRISARDI

    Renzo Frisardi nei suoi pensieriall’improvviso” si auto impegnaimpaticamente quale critico di setesso, tanto da scrivere spaccatiella propria vita e il sogno svanitouno dei tanti. Il Poeta rappre-

    senta il DOC della poesia romane-sca. Le sue simpatiche poesie rap-presentano la vita reale, lui pensaal suo sogno, un sogno che vor-rebbe che si avveri, ma mentredorme si affaccia in lui la speranzache diventi realtà, perchè ormainon ci crede più, e siccome la spe-ranza è l’ultima a morire, in un an-golino del suo cuore rimane unalucetta che lo invita a credere chetutto può succedere, quindi si giranel letto e sereno riprende a dor-mire. Liana Botticelli

    ALL’ARTISTAANNAMARIA CHIRIGONI

    Il suo stile di pittura è straordina-rio, i volti dipinti da lei sono un’ar-monia di colore, gli ovali perfetti,quei volti parlano, inseriti nellefiabe da lei scritte, completano labellezza del suo scrivere, fiabe stu-pende dei vecchi valori di untempo, l’animo nobile impera suilibri, di racconti d’amore da leiscritti, scrittrice poliedrica il suodipingere non si ferma sulle tele,ma va oltre, sui vetri e sulle cera-miche donando i più bei coloricromatici allo sguardo di chi ha lafortuna di poterli comprare.Scrit-trice infaticabile. Molti suoi libriraccontano grandi storie d’amore.Parlare del suo libro di fiabe perbambini è una cosa che ci riportanel tempo remoto della nostra vitadove ancora esisteva la grande fatache vinceva su tutti gli ostacoli,una storia più bella delle altre chehai tempi di oggi questo libro nondovrebbe mancare in ogni famigliadove c’è un bambino.

    Liana Botticelli

    ALL’ARTISTAGUGLIELMINA AGNOLI

    Una pittrice dalle molte qualità, lasua pittura non si ferma ad un solostile, dall’antico dei tempi. Al mo-derno,tirando su carta da paccouna straordinaria donna che final-mente è riuscita a spezzare la ca-tena che la teneva prigioniera e lasta usando, come corda da gioco,rappresentando la libertà, i coloristupendi a tempera del disegno,rappresentano la libertà acquistata.Altro dipinto su tela realizzato acarboncino, rappresenta una“Donna” stile Botero opera delgrande pittore spagnolo. LianaBotticelli

    ALL’ARTISTA ANTONIETTADEL MEDICO,

    SCRITTRICE E POETESSA

    La sua piccola poesia rappresentail tanto della vita, e che ogni uomovorrebbe avere, una donna comelei l’ha descritta, donna che di-menticherebbe ogni giorno il tra-dimento da lui commesso,aspettando ogni giorno il suo ri-torno,ignorando il tradimento fat-tole, lei dice questo è il mio amoreper te. Io posso ben dire che forseuna donna su mille accetterebbe lesituazioni che descrive.

    Liana Botticelli

    ALL’ARTISTA PITTRICECATERINA FABIANO

    I suoi dipinti sono uno scenario dicolori, dalle calde cromature,come le caldi notte africane, ove le

    palme con la loro bellezza, di co-lori verde chiaro e scuro dannoluce al dipinto arabo del quadro,tutte le opere create dall’artistarappresentano lo splendore dellanatura, donando la luce che illu-mina, lo spirito dello spettatore. Lesue poesie, create dalle verità dellavita di ogni persona, rispecchianoil suo nobile animo, nel comporle.

    Liana Botticelli

    ALLA GIORNALISTAE POETESSA

    FRANCESCA PAGANOAlla scoperta di Parigi, la decantacome un paese di puzzle, il suo en-tusiasmo la fa vivere estasiata,dalla basilica del “Sacro Cuore”, aVersailles che le ricordano il ReSole, le cose belle che di Parigi at-traggono la sua visita rappresen-tano un’armonia di novità, daigiardini alla Torre Eiffel, un viag-gio che non dimenticherà poichédal suo cuore ne è scaturita unapoesia. Da inserire insieme allealtre bellissime poesie, di cui hapubblicato due libri.

    Liana Botticelli

    ALLA SCRITTRICELEDA PANZONE NATALE

    Importanti mostre personali sisono susseguite con grandiososuccesso, con la partecipazione delDott. Licio Di Biase, Dott.ssaPaola Marchegiani, Prof.ssa.Franca Minnucci, Prof. Vito Mo-retti. Complimenti alla grande ar-tista dalle molte doti, ma nel suocuore c’è sempre una grande tri-stezza, che io leggo nelle sue poe-sie che rilevano un triste aspettodella sua fanciullezza: il babbo le èvenuto a mancare nella sua adole-scenza. Liana Botticelli

    ALLA PITTRICEE POETESSA STEFANIA

    BARBIERI GUITALDIOltre ai suoi tanti quadri, ci allietacon le sue belle poesie di ricordi esentimento,l a Poesia è il “Ri-cordo” un tempo gioioso della suainfanzia, dove i ricordi dei genitoriaffiorano con nostalgia, “Il ri-cordo” da bimba sulle ginocchiadel padre, in riva al mare,il rumoredelle onde che si infrangevanosugli scogli è tutto un ricordo sulpassato, i giochi, le corse, le pic-cole liti, sono ricordi di una vitabella senza pensieri, al confrontodi oggi che è tutto un ammasso dimacerie. Liana Botticelli

    ALLA SCRITTRICEANGELA LIBERTINIPurtroppo questo scritto rappre-senta un gran dolore, che noi delgiornale abbiamo subito, La scom-parsa di una Grande Artista, Ga-briella Di Luzio la sua arte diAttrice di cinema, di Teatro, scrit-trice di 2 libri, Poetessa pittrice, lapresentatrice di tutti gli appunta-menti del giornale,amorosa e sem-pre gentile,con tutti, ha portato viametà del nostro cuore. E tu Angelami hai mandato una lettera stra-ziante che parla di lei, oggi, che èstata per molti anni la presentatricedel Maggio Uniacense. La vo-gliamo ricordare con un minuto disilenzio. Liana Botticelli

    ALL’ARTISTA MARCELLAdi NALLO MARTINO

    Questa brava scrittrice di racconti,dotata di grande sensibilità, undono di cui il Signore le ha elar-gito, i suoi scritti rappresentano laverità dello scorrere delle nostrevite, i suoi bei racconti: come ilbimbo raccolto sulla spiaggia,ormai senza vita, che ha com-mosso tutto il mondo, lei lo de-scrive con infinito amore edolcezza. Altro racconto che laceral’anima “Il ragazzo della scriva-nia” un triste matrimonio, finitocon la violenza, anche se era co-minciato con vero amore! Eccocosa alberga nel cuore di certi uo-mini, la violenza possessiva versouna donna che stava per diventaremamma, facendo finire in tragediail bimbo che doveva nascere, leverità dolorose descritte con magi-strale visione di come finisce unaunione, sono la peggio mortifica-zione che una donna può subire.Ogni racconto di questa scrittriceha un senso per molte donne vio-lentate. Liana Botticelli

    LA FINE DI UNA VITALa scrittrice Selene Guitaldi de-canta cosi bene la storia di questopersonaggio una ragazza moltobella dagli occhi splendidi, e unatristezza immane che prendendoun pugnale dall’inpugnatura con lacroce Templare, si trafigge i pol-pastrelli delle dita e con il sole chefiltra attraverso le finestre, ripensaal suo atto quando scenderà lasera, ma non demorde dal suo follepensiero, arriva la sera e compiel’atto che secondo lei sarà la finedelle sue sofferenze. Uno straordi-nario racconto, magistralmentescritto da un’Artista dalle milledoti. Liana Botticelli

    ALL’ARTISTAMARINA GIUDICISSI

    Ogni mese chiarifica le varie fasicaratteriali, facendo gli auguri adogni segno, sul giornale che fannomolto piacere ai lettori, i suoi di-

    pinti presentati hanno avuto moltosuccesso, per la loro armonia dicolori, stupende le rose oltre aibrillantini che facevano da sfondo,per non parlare delle sue belle poe-sie intense di significato, di amoree sentimento. Liana Botticelli

    BIOGRAFIA POETICA DILIANA BOTTICELLI

    Liana Botticelli nasce a Roma.Giornalista Internazionale. Redat-trice del Giornale L’Attualità. Del-l’Ermes Press Stampa, e dellarivista (Pianeta Europa) Laureataa Boston The Costantinian Uni-versity “per le Scienze della Co-municazione Honoris Causa” peril Giornalismo e alti valori morali.

    L’ATTUALITÀ, pag. 5INIZIATIVE CULTURALI

    «Bisogna dar vita ad una Alleanza di uomini illu-minati , esperti edonesti che si uniscano al di sopradei partiti per accordarsi su problemi concreti e, divolta in volta, cerchino le forze necessarie per risol-verli» (Gaetano Salvemini, 1953)

    IL Sen. Prof. C. G. S. SALVEMINI, Ministrodel P. M. S. P. per le Relazioni Internazionali,

    resta alla guida dell’UN. I. A. C.

    Sono aperte le iscrizioni al Corso di Acquerello. Rivolgersialla Pro Loco di Fonte Nuova (Roma), via delle Mimose 1(tel. 06.90024555) ogni giovedì dalle ore 17 alle ora 19.

    “Quando i capi tollerano ogni abuso per guadagnare votie consensi in nome di una libertà che corrompe ogni re-gola, così muore la democrazia: per abuso di se stessa. Eprima che nel sangue, nel ridicolo”.

    (Platone, La Repubblica, Libro VIII)

    PROGRAMMA

    LUNEDÌ ore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 17:00.MARTEDÌ ore 09.30 - Yoga; ore 18.00 - Computer. MERCOLEDÌore 09.00 - Ginnastica; ore 11.00 - Ballo; ore 16:30 - BigiotteriaGIOVEDÌ ore 17.00 - Corso di pittura acquarello. VENERDÌ ore16:30 - Inglese; ore 18:00 - Ginnastica; Corso di taglio e cucito

    N. 6 GIUGNO 2016

    I TANGHI DI ASTOR PIAZZOLLA IN UNA VERSIONE INEDITA PER PIANOFORTELa pianista classica Cristiana Pegoraro è stata definita dal New York Times “artista del più alto calibro”. Ma dopo il recente trionfolla Carnegie Hall di New York (17 novembre 2015), potrebbe anche essere definita “ambasciatrice della cultura italiana del mondo”.uccessi e riconoscimenti che le hanno valso una medaglia d’oro da parte dei prestigiosi “Global Music Awards” della California.

    La medaglia è stata attribuita alla musicista nativa di Terni per il suo ultimo lavoro discografico: “Astor Piazzolla Tangos”, premiaton due categorie: Album e Instrumental. Astor Piazzolla (Mar del Plata, 1921 - Buenos Aires, 1992) è stato uno degli autori più con-roversi e geniali del secolo scorso. Come capita sovente ai grandi innovatori, all’inizio il suo genio non fu compreso e molti lo rite-evano responsabile di una scellerata distorsione della loro musica nazionale (il Tango argentino). Oggi viene considerato il musicistaiù importante del suo Paese e, in generale, tra i più importantiel XX secolo. “Astor Piazzolla è stato un compositore rivolu-ionario e merita senz’altro d’essere considerato fra i massimi mu-icisti del Novecento – conferma Cristiana Pegoraro –. Attuandoriginali commistioni di tango, musica classica e jazz, riformò ilango argentino e creò il cosiddetto ‘Tango Nuevo’. Piazzolla noncrisse tanghi per pianoforte, ma io, come pianista, ho semprevuto un grande desiderio di suonarli al mio strumento. Per cuio realizzato varie trascrizioni dei suoi tanghi più famosi, che hoaccolto e registrato in questo CD. Aver ricevuto questo grandeiconoscimento è per me una bellissima soddisfazione. Ringrazio’Academy per avermi insignito della medaglia d’oro e dedico laittoria ai miei genitori, pilastri della mia vita, che non mi hanno

    mai negato la libertà di sognare”. La vittoria ai “Global MusicAwards”, la cui cerimonia ufficiale si terrà il 19 ottobre a NewYorkdurante la settimana della lingua e cultura italiana negli StatiUniti, rappresenta un grande riconoscimento per un’artista, qualea Pegoraro, che da anni dedica molto spazio nel suo repertorio

    lla musica del centro e sud America, tanto da essere riconosciutaalla critica internazionale fra i migliori interpreti della musicaubana di Ernesto Lecuona e dei tanghi di Astor Piazzolla. “I tantinni vissuti a New York – sottolinea Cristiana – hanno arricchitomiei orizzonti di musicista classica e mi hanno fatto avvicinarevari generi di musica, tra cui la musica centro e sudamericana e

    l tango argentino”. Carmen Galoppo

    CAFFÈ DELL’ARTISTA - SALERNO(Presieduto dalla prof. Florinda Battiloro)

    Associazione Culturale aderente all’UN.I.A.C.Sala di C.so Vitt. Emanuele (I° piano), Caffè Moka

    6 giugno, lunedì, ore 18,00: Prof.ssa Dora Memoli parleràdi: “Adelberga e Sighelgaita alfa e omega della Longobardiameridionale”. Presentazione della Preside Emilia Persiano.13 giugno, lunedì, ore 18,00: musica e canto degli allievi delLiceo “Da Procida”. 15 giugno, mercoledì, Villa Avenia(adiacente al giardino della Minerva), ore 18,00: Il Prof.

    D’Episcopo presenterà il libro del Dott. De Marco su Totò.20 giugno, lunedì, ore 18,00: Il meraviglioso universo distelle e pianeti: conosciamo i segreti, a cura dell’Ing.AlbertoFienga. 29 giugno, mercoledì, presso Circolo Canottieri, ore 18,00: serata finale delle attività sociali con un concertodi violino e pianoforte. seguirà cena conviviale (€ 25,00).

    POETI, PITTORI E SCRITTORI

    PREMIATI AL “MAGGIO UNIACENSE”

    Dama di Commenda Dell’OSSGdi Gerusalemme. Svolge relazionidiplomatiche, Direttrice del Mag-gio Uniacense. Premi di Poesia,Targa e diploma Accademico deiDioscuri Palazzo Barberini. Poesia(Martiri di Nassyrya) scolpita sulmonumento di Sassofeltrio (PesaroUrbino). Poesia “Pace nel mondo”scelta per la giornata Universaledella Pace del 2008 per S. France-sco d’Assisi. Premio “Giosuè Car-ducci” 2007-2008 Ass. La Conca.Mostra Europea, Biennale delPorto di Traiano sulla nave Nivar

    Porto di Fiumicino (Comm. PresGiovanni Maggi, 2009).Acc. InterDei Micenei Riconoscimento spe-

    ciale Natale 2010, Pensieri del IIIMillennio. III Premio Campido-glio Concorso “John Kates” Poesia “Dolce Rrisveglio” 8 Giugno2011. Acc. Inter. “Giuseppe Pitrè”Segnalazione d’Onore, medaglia eDiploma 10/11/2013.

    La premiazione degli Artisti haavuto luogo il 28 maggio presso ilsalotto culturale di Via Adriano In. 129/c, Roma

    BANDIERE, PREFETTI E HEIDIE’ stato nominato oggi il nuovo Prefetto di Roma. Le prime parole sonostate le stesse dei suoi predecessori: legalità, lotta alla criminalità, campiRom, ordine pubblico. Abbiamo avuto il copia incolla dei comunicatistaremo a vedere. Nell’ultima settimana dai giornali abbiamo appresodue cose. La prima: sono state ordinate un tot di bandiere italiane e dellaComunità Europea per sostituire quelle lise, rubate, strappate, logoratedelle scuole e degli edifici pubblici. Lo Stato vuole essere presente ed af-fermare questo anche con il simbolo per eccellenza, la bandiera appuntoGiusto. La seconda: apprendiamo dal quotidiano di Roma che Casamo-nica, camorra e ‘ndrine hanno stretto un accordo “trasversale” sulla Ca-pitale. Ohibò ! Davvero ? Assistiamo da anni con ritmo ebdomanario achiusure di ogni forma di esercizio pubblico (Locali, negozi, ristorantibar, pizzerie, alberghi) perché gestite da gruppi criminali locali o esterniNegli anni ’80 la criminalità imperante all’epoca, di cui oggi si celebral’epopea con una serie televisiva, aveva investito in una boutique e nelnight più famoso. Tutti lo sapevano, loro erano lì quasi tutte le sere manessuno si creava il problema: il Jackie ‘O era sempre il Jackie ‘O. Poiabbiamo avuto gli anni ’90. Eravamo troppo impegnati a specchiarci nenostro finto benessere economico e sociale per analizzare e capire. Laconvivenza con la malavita, sempre più astuta e quindi sempre meno ap-pariscente, non era problema che ci riguardasse. Il tutto poi era perfettamente funzionale alla classe politica. All’inizio del ’90 i conti poisembravano regolati con l’omicidio, in pieno centro storico tra i palazzigrondanti potere e corruzione, di De Pedis. Da allora un continuo stilli-cidio di omicidi di esponenti, ex esponenti, boss, affiliati, vicini, fian-cheggiatori, in odore di, coinvolti in inchieste sempre sulla banda dellaMagliana ha riempito le pagine di cronaca senza però che si avesse co-scienza del problema e quindi un anche minimo riflesso funzionale. Poic’erano altri problemi ed altre cose cui pensare. L’affacciarsi della crisila fine del millennio, l’Euro, le Twin Towers … Intanto la criminalità or-ganizzata non ammetteva intrusioni. Si creavano alleanze e si spartivala torta e nessuno si creava il problema: Prefetti, servizi segreti, Forzedell’ordine. Ad ogni cambio di vertice l e parole erano sempre le stesselegalità, lotta alla criminalità, campi Rom, ordine pubblico. Il cittadinoche sa leggere il giornale si domanda: chi ha comandato in questi anni leForze dell’ordine, i servizi segreti ? Chi ha rivestito il ruolo di Prefettonella Capitale ? La risposta più ovvia è Heidi. Francesco Cortese

    IL TAPSS E LA SCRITTURA“ Il TAPSS “intervista” il soggetto attraverso la sua scrittura, consideratacome proiezione di contenuti pulsionali presenti in ogni individuo. Prendendo in considerazione un centinaio di segni grafici che rivelano aspettistrutturali della personalità, il TAPSS può esplorare 750 situazioni di“disturbo”, distribuiti in 12 gruppi (ansia, narcisismo, depressione, pas-sività, blocchi, dipendenza, paura, frustrazione, rabbia, eccitazione, im-

     pulsività, distruzione) relativi al la struttura psichica temperamentale(innata, costituzionale, genetica) e acquisita nell’interazione socio-fa-miliare, e quindi con l’educazionale, l’affettivo (B), nonché modulatadalla stessa ipersensibilità temperamentale (C) e dalle personali moda-lità di adattamento sociale (D). Se ne ricavano 48 informazioni finali,diagnosticando peraltro eventuali presenze di stati regressivi senili. Leinformazioni ricavate da uno scritto oscillano dalle 350 alle 450, e da 2a 10, per ogni segno grafico esaminato”. La ricerca di tali autori si è evo-luta nell’arco degli anni e, oltre a considerare i criteri della grafologiatradizionale, relativi alla personalità, all’intelligenza di un individuo si èestesa alle poliedriche sfaccettature degli studi di ansia, al narcisismoalla tendenza alla depressione, alla passività, ai blocchi dovuti a paure ar-caiche, alle frustrazioni conseguenti, allo stato di rabbia latente, all’ec-citabilità e all’impulsività, orientato o meno verso il “passaggio all’atto”della distruttività. La ricerca attraverso il TAPSS ha consentito di racco-gliere informazioni ampie ed articolate per le diagnosi psichiatriche.

    Paolo Cancelli

  • 8/16/2019 l'Attualità Giugno 2016

    6/16

    L’ATTUALITÀ, pag. 6 N. 6 GIUGNO 2016 LETTERATURA E ATTUALITA

     SEI PITTORE, POETA, NARRATORE, SAGGISTA?

    È in corso di stampa

    L’ANTOLOGIA DEGLI ARTISTIPuoi inviare le tue opere, entro il 15 luglio,alla Redazione di questo periodico, alle-gando una tua fotografia e un curriculum ar-tistico (non più di 20 righe dattiloscritte) concenni biografici. Rivolgersi alla Dott.ssa

    Liana Botticelli cell. 339.4934678Se vuoi prenotare alcune pagine dell’AN-TOLOGIA e conoscere le modalità di par-tecipazione, puoi scrivere alla nostraRedazione, oppure cell. 347.0333846

    EDITO-INEDITO(a cura di Gianfederico Brocco)

    RIVISTE RICEVUTENuova Impronta, Direttore Filippo Chillemi, casella post. 7-233, -00162) Roma. *Foglio Notizie, Dir. Pasquale Chiaramida, Cas. Post.85, 72100 Brindisi. Tel. 0831.516115. *Brontolo, Direttore Nello

    Tortora, via Margotta 18 - 84100 - Salerno. *Il Symposiacus, dir. resp.

    Pantaleo Mastrodonato, via La Marina 51, 70052 Bisceglie (Bt) *Ba-herontius, Dir. Marco Delpino. via Belvedere 5, 16038 S.Marghe-ita Ligure (Genova) tel. 0185.286167. *Presenza, diretta da Luigi

    Pumpo, via Palma 89, 80040 Striano (Na). *Poeti nella Società, pre-idente Pasquale Francischetti via F. Parrillo 7, 80146 Napoli cell.47.5536446, email: [email protected]. *Miscellanea, diretta da

    Michele Melillo, Parco Gardenia, villino 23, 84090 San Mango Pie-monte (Salerno). *Verso il futuro, diretto da Nunzio Menna, via Scan-done 16, Avellino, tel. 0825.38269. *Il Convivio, diretto da A. Manitta,via Pietramarina Verzella 66 95012 Castiglione di Sicilia. (Ct) *Fio-isce un Cenacolo, fondato da Carmine Manzi 84085, Mercato S. Se-

    verino (Sa). *Primo Piano, dir. resp. Andrea Italiano, via Madonnadel Lume 5 - 98057 Milazzo (Messina). *Emozioni 15 Via Doria 5 -

    8100 Imperia (cell. 329.4905854 - e.mail: [email protected])

    Cosmo G. Sallustio Salvemini - Canaglie e Galantuomini - EdMovimento SalveminiDedichiamo interamente la rubrica a questo importante saggio,che non si limita agli aspetti storici e politici trattati con grandeucidità e chiarezza, ma vuole essere un testo di moralità indivi-

    duale prima e sociale poi: la formazione morale dei singoli indi-vidui non può e non deve chiudersi in se stessa ma sfociareoperosa e attiva nel mondo. L’excursus storico compiuto dal prof.Sallustio Salvemini è amplissimo e non possiamo rinchiuderlon un’unica recensione, per cui certamente in seguito dovremo

    iprendere il testo e considerare più in dettaglio molti argomenti.Possiamo però ora partire dalla figura di Gaetano Salvemini, cheè poi l’ispiratore di tutte le attività del pronipote. Oltre che sto-ico fu attento osservatore del costume e cercò di sollecitare glitaliani in generale e gli abitanti del Meridione in particolare ad

    una più alta partecipazione politica. Ebbe due formidabili nemicida combattere: la parte integralista del Clero e il regime fascista.Esule, insegnò negli Stati Uniti, poi, dopo la guerra rientrò in Ita-ia, sempre maestro in dignità e giustizia. A lui si deve la divi-ione dell’umanità, anziché in destra e sinistra, in Canaglie e

    Galantuomini. Il testo parte dalla Chiesa Medievale, conside-ando i punti, direi il percorso della corruzione da un Papa al-’altro, facendo ben notare come, da una situazione minata in

    partenza dalla simonia e dal vizio non venga nulla di buono. Siprosegue nelle analisi storiche ponendo in contrasto i disonesti egli onesti nello stato e nella Religione, stigmatizzando gli uni edelogiando gli altri: questa - ci dice l’Autore - è funzione prima-ia del vero giornalismo.

      ,

    CONCORSO ARTISTICO“COLETTE BOSCO”

    Per onorare la memoria della sua cara moglie, passata a migliorvita il 22 novembre 2012, l’Ambasciatore Giorgio Bosco, Presi-dente Onorario dell’Unione Italiana Associazioni Culturali, isti-tuisce il “Premio annuale Colette Bosco” per la miglior pittura suporcellana. Il Premio consiste in un diploma e in una somma dieuro 500,00. Le opere in concorso dovranno essere inviate entroil 15 settembre 2016 alla dr.ssa Liana Botticelli (via Adriano In. 129-C -00167 – Roma, previo accordo telefonico (tel06.6620020, cell.3394934678). Una Giuria di qualificati espertisceglierà l’opera vincitrice, che riceverà il Premio in occasionedella celebrazione del 54° anniversario del Movimento GaetanoSalvemini, nel mese di ottobre 2016.

    VIAGGIO TRA I PARCHI DI DUBROVNIK(Seconda parte) Attorno alle torri tardo medioevali dell’omonimacittà di Ragusa, in Dalmazia, le rocce sono ornate da agavi gi-gantesche di cui nessuno conosce l’età: le loro foglie, lunghe oltreun metro, sembrano fiamme pietrificate. Alcuni sentieri condu-cono allo Srgj, alto 412 metri, dalla cui sommità si gode una stu-penda vista sulla città e sul mare azzurro. Slanciati cipressi stanno,come fidati guardiani, a custodire i piccoli cimiteri lungo la costa;le loro sagome diritte come scure candele sono i impreziositedalle verdi conifere, che con le loro chiome singolari fanno pen-sare al nostro Lazio e al golfo di Napoli.Nei giardini di Ragusafiorisce uno dei numerosi loti, il giallo “Ziziphus lotus”, un pa-rente delle giuggiole della Cina, con grandi frutti chiamati “din-duli” dei quali i bambini del luogo sono ghiotti. Secondo latradizione questi loti costituirono l’unico cibo dei marinai diUlisse quando soggiornarono presso i “mangiatori di loti” sullacosta illirica, presso la foce dell’Omble, il fiume di Ragusa. Manei giardini della costa si trovano anche alberi di fico e alberellidi lauro, le cui foglie finiscono in cucina. Dal porticciolo di La-croma un piccolo sentiero, ombreggiato da allori e cipressi, con-duce al portale di pietra del parco. Qui crescono, oltre alle bassepalme della regione mediterranea, con le foglie simili a spade,anche il baobab, l’albero del pane dell’Africa orientale e le agaviSotto le arcate di pietra si piegano al vento le magniolie, nespolidel Giappone e alberi di citrus. Molto tempo fa, quando in questluoghi si erano stabiliti i monaci benedettini, l’isola fu trasfor-mata in un grande parco dove crescevano persino piante tropi-

    cali… (Continua) Daisy Alessio

    CONVEGNO DEL MOVIMENTOAPOSTOLICO A ROMA

    Il Movimento Apostolico è una importante realtà cattolica che haavuto origine dall’incontro, avvenuto 37 anni fa in Calabria, fra il ca-risma della fondatrice – la signora Maria Marino – e la scienza teo-logica di mons. Costantino Di Bruno, a quell’epoca giovane ebrillante laureato della Pontificia Università Gregoriana. Il 20 aprilescorso gli aderenti al Movimento Apostolico si sono riuniti a Romaper celebrare insieme il Giubileo della Misericordia e partecipare alConvegno annuale del Movimento stesso, tenutosi all’Auditorium divia della Conciliazione. Un convegno affollatissimo, caratterizzato daun titolo evocativo – “Misericordia: germe divino che trasforma lastoria” – e da un elevato livello di spiritualità e di emozione. Relatori:

    Cesare Rotundo, presidente del Movimento Apostolico; mons. Vin-cenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace;mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI; don Ge-sualdo De Luca, assistente ecclesiastico regionale Calabria del Mo-vimento Apostolico. Cesare Rotundo, nel suo intervento di saluto, hasottolineato la profonda sintonia tra il Movimento Apostolico e ilconcetto di misericordia e ha ringraziato, a nome della comunità, tuttii presenti. Mons. Bertolone (che è anche postulatore della causa di ca-nonizzazione di padre Pino Puglisi, il sacerdote assassinato nel 1993dalla mafia) ha spiegato che “la Chiesa partecipa al flusso della sto-ria e avverte la trasformazione in atto in questo grave momento dicambio epocale. Se guardiamo al nostro tempo, fragile e caduco,siamo presi dallo sconforto: violenza, perversione dei mercati, guerramondiale ‘a pezzi’… sembra d’essere a un passo dal baratro. Ma no-nostante tutto, Dio si prende cura della fragilità umana”. Mons. Ga-lantino ha illustrato i termini della sfida lanciata da Papa Francesco,che “vuole dare una scossa salutare alla Chiesa: riportarla al centrodella sua natura. Non si tratta di una semplice strategia pastorale ‘ta-rata’ sui tempi. La Chiesa è il luogo dove la misericordia diventa tan-gibile e dove ci si può rifugiare per provare ristoro. Il concetto di‘Chiesa in uscita’ non deve essere trasformato in uno ‘slogan’. Oc-corre uscire dalla retorica dei luoghi comuni, del ‘politicamente cor-retto’, altrimenti non siamo credibili”. La sintesi del convegno è statatratta da don Gesualdo De Luca: “Dio opera continuamente per ri-

    portare l’uomo alla sua pienezza di vita. Siamo chiamati a riscoprirel’alleanza e a lavorare nella Chiesa e per la Chiesa, aiutando il pros-simo senza mai giudicare e dando sempre spazio alla dimensione del-l’amore”. Quindi il gran finale, con i numerosissimi giovani delMovimento che hanno “invaso” il palco dell’Auditorium per cantare,tutti assieme, l’inno ufficiale del Movimento Apostolico.

    Silvia Iovine

    UN TOUR MUSICALE PER L’ANNO SANTOUn vero e proprio tour musicale per l’Anno Santo, quello del di-ettore d’orchestra Lorenzo Porzio. Un tour che si è aperto a

    Roma l’8 dicembre 2015 con un grande concerto sinfonico co-ale presso la Basilica del Sacro Cuore Immacolato, è proseguitol 19 marzo 2016 con un applauditissimo “Stabat Mater” di Per-olesi nella basilica di Santa Maria del Popolo, e ha visto il suovento più recente il 24 aprile 2016 nella chiesa romana di SanPaolo dentro le Mura, dove il maestro Porzio ha replicato lo “Sta-at Mater” alla guida della prestigiosa orchestra d’archi “Nova

    Amadeus”, che, da oltre 20 anni, propone grandi eventi sinfonicielle principali sale concertistiche del mondo. Nel corso della suaunga attività, l’orchestra ha effettuato numerose registrazioni diolonne sonore dei più noti compositori e ha collaborato con ar-isti di altissimo livello, tra i quali: J. Carreras, M. Caballet, R.

    Kabaivanska, K. Ricciarelli, C. Gasdia, A. Bocelli. Soliste d’ec-ezione dello “Stabat Mater” diretto da Lorenzo Porzio sono statel soprano Patrizia Polia e il contralto Irene Molinari, artiste diama internazionale, esperte del repertorio barocco ed in partico-are delle opere di Pergolesi. Un tratto caratterizzante dei tre con-erti suddetti è stata l’elevata affluenza di pubblico giovane. “Ciòon deve sorprendere – ha osservato il maestro Porzio –. L’at-enzione per la musica sacra è tuttora assai viva. Basti pensare al-’attività del Pontificio Istituto di Musica Sacra, che promuove laiffusione del patrimonio tradizionale e, al tempo stesso, favori-ce le espressioni artistiche in sintonia con la sensibilità moderna.

    Numerosi gruppi corali e orchestrali internazionali amano esibirsielle più belle chiese italiane. Esistono poi, nel mondo, delle cor-enti artistiche di ‘Christian music’ contemporanea, con unrande seguito di pubblico. Oggi il rapporto fra musica sacra e

    musica profana è meno vincolante – ha spiegato inoltre il maestro–. Spesso pagine concepite per un uso sacro vengono interpretateei festival e nei concerti in auditorium. Mentre gli spazi liturgicii aprono ai concerti profani da ospitare al loro interno. Ma peruanto mi riguarda, il significato originario della musica sacraesta legato alle basiliche: amo dirigere l’orchestra nelle chieseerché significa far rivivere quella musica all’interno dei luoghier i quali è stata creata. La musica sacra esprime un’esperienzai natura spirituale, ma è anche, in qualche modo, legata a unuogo fisico: quello della chiesa”. Silvia Iovine

    ESPOSTE A ROMA LE RELIQUIEDEGLI APOSTOLI FILIPPO E GIACOMO

    Continuano le celebrazioni dell’anno giubilare. L’ostensione dellereliquie dei santi Filippo e Giacomo, apostoli di Gesù, presso laBasilica dei Santi Apostoli a Roma (3-15 maggio), ha esposto alladevozione popolare queste antichissime testimonianze del cri-stianesimo e di una fede vissuta sino al martirio. San Filippo vienecitato dal Vangelo di Giovanni nell’episodio della moltiplicazionedei pani: “Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse aFilippo: Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbianoda mangiare? Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sa-peva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: Duecento

    denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possariceverne un pezzo”. Secondo la tradizione, Filippo giunse a Hie-rapolis in Turchia – città sacra ad Apollo e sede di un importanteoracolo dell’antichità – dove convertì molti al cristianesimo, in-clusa la moglie del proconsole. Il quale, per punizione, lo fece in-chiodare ad un albero a testa in giù, come rappresentatonell’iconografia tradizionale. San Giacomo viene indicato nelNuovo Testamento come Giacomo di Alfeo, per distinguerlo dal-l’altro apostolo di nome Giacomo, il cui padre era Zebedeo: ilprimo è detto “Giacomo il Minore”, mentre al secondo viene at-tribuito il nome di “Giacomo il Maggiore”. Poco si sa della suabiografia e della sua morte, che si ipotizza sia avvenuta per lapi-dazione nel 62 dopo Cristo. Dal 560 circa, epoca di Papa PelagioI, i resti dei due apostoli sono conservati nella Basilica dei SantiApostoli retta dai Frati minori conventuali, dove furono ritrovat