Latteria

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I ragazzi di quinta visitano la ex latteria di Maniagolibero. Nella foto il cancello d’ingresso visto dall’interno del cortile La facciata laterale dell’edificio della ex latteria fotografata da via Carso. In visita all’edificio dell’ex latteria

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I ragazzi di quinta visitano la ex latteria di

Maniagolibero. Nella foto il cancello d’ingresso visto

dall’interno del cortile

La facciata laterale dell’edificio della ex latteria fotografata da via Carso.

In visita all’edificio dell’ex latteria

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La porta principale della ex latteria

fotografata dal cortile.

  

La vasca usata per il siero adiacente alla parete esterna .Le due foto denotano lo stato di

abbandono dell’edificio.

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Scaffali o mensole in legno sistemate nella stanza più

interna dove veniva posto il formaggio per l’invecchiamento.

La pesa della latteria addossata alla parete nella stanza a sinistra entrando

dalla porta principale.

  

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La zangola che scuoteva il grasso e la panna del

latte ottenuto dalla scrematura per fare il

burro.

Foto risalente al 1950-60 che ritrae la caldaia della latteria.Si noti la scritta “ OFFICINE MARTINI UDINE.”

  

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E PARTICOLARE DELL’EDIFICIO

LIBERA INTERPRETAZIONE

DEL CANCELLO DELLA LATTERIA

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INTERVISTA ALLA SIGNORA REGINA, AIUTANTE DEL CASARO PER MOLTI ANNI. -QUALE ERA LA SUA ATTIVITA’?

La mia giornata lavorativa era faticosa. Mi alzavo alle 5:30 per

andare ad accendere il fuoco nella grande caldaia posta in una stanza

adatta dell’edificio.Dalle ore sei alle sette i soci

portavano il latte ed io ,insieme al casaro pesavamo e annottavamo nel

libretto la quantità che ognuno portava.

Ho lavorato come aiutante per ben 28 anni. Non ho conosciuto feste in

questo periodo!

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Edificio della latteria negli anni 1950-60. Si vede l’ampliamento del magazzino in fondo al cortile.

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- DOPO CHE IL LATTE VENIVA PESATO, QUALE LAVORAZIONE VENIVA PRATICATA PER OTTENERE IL FORMAGGIO?

Il latte veniva versato in grandi caldaie e pentoloni di rame e portati ad una

temperatura di 64°-65°. Si univa il caglio che induriva il liquido e con uno strumento

chiamato chitarra, si toglieva la parte più consistente per metterla nelle presse di

forma rotonda e avvolte in tele di cotone; si imprimeva sul bordo il timbro che riportava la data della lavorazione e il nome del paese. Il giorno dopo le forme venivano tolte dalle presse e messe in salamoia . Dopo , le forme

di formaggio venivano riposte in scaffalature a stagionare in una stanza adatta con una

temperatura tra gli 8° e i 10°.

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1950-60 Macchinari sala lavorazione con caldaie tipo svizzero ribaltabili.

   

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- C’ERA UNA ABBONDANTE PRODUZIONE DI FORMAGGIO?

Ricordo che in un mese si poteva raggiungere una produzione di

anche 400-500 forme. Il mio compito e quello del casaro era

quello di conservare il formaggio per il periodo successivo, spesso

bisognava grattare le forme , pulirle con aceto e sale in estate e

olio nella stagione invernale perché tendevano ad attaccare

alle tavole.

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1950-60 Nuovo magazzino che serviva a conservare le forme.

   

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- A COSA SERVIVA LA VASCA ESTERNA SUL CORTILE?  

Lì veniva posto il siero ottenuto come scarto della lavorazione del

formaggio.Molte famiglie, a quel tempo , possedevano i maiali e questo

prodotto era un ottimo alimento per i porci.

Spesso , al mattino, i contadini litigavano per la quantità di siero

che si portavano a casa.Una volta al mese venivano pesate e

distribuite le forme ai soci. Il formaggio rimasto si vendeva.

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1950-60 Bilancia pesa formaggio.

   

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I ragazzi hanno voluto fotografare la signora Regina nella sua casa e ringraziarla per la sua ospitalità e simpatia.

In un cortile poco lontano hanno fotografato i recipienti

con i quali i contadini portavano il latte alla latteria.

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inizio secolo: la latteria era ubicata nello stabile di Giocondo Zecchin, in Piazza Cavour. Negli anni successivi, venne stipulato lo Statuto che precisa che a Maniagolibero si costituisce una “Società Cooperativa per la produzione di latte in comune”. La Società ha lo scopo di lavorare con metodi perfezionati il latte prodotto dalle stalle dei soci e di ripartire i prodotti derivati dalla trasformazione.

1915 si costruisce l’edificio della “Latteria Sociale” in via Carso, ora adibito a deposito di materiale. Nel periodo della prima guerra mondiale, la latteria cessa temporaneamente l’attività per mancanza di latte: gli invasori austriaci infatti avevano requisito le mucche.

1922 e negli anni successivi, al primo piano dell’edificio, in un grande salone venivano tenute le riunioni dei soci e della comunità e, in qualche occasione, feste da ballo.

1929 si apportarono modifiche allo Statuto ad integrazione di quello precedente. Comunque la conduzione della Società Latteria ha sempre avuto lo stesso iter: il socio versava il proprio latte due volte al giorno e, in rapporto al quantitativo di latte versato, riceveva siero, burro e formaggio. Lasciava una parte di questi prodotti alla Latteria come contributo per le spese di lavorazione.

1934 l’edificio ospitò una sezione della classe quinta elementare su richiesta del Podestà.

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Fotocopia del documento originale di richiesta

dell’utilizzo dell’edificio

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1940-45 Nel periodo della seconda guerra mondiale la latteria continuò la sua produzione; il libro di cassa registra entrate ed uscite e il bilancio è sempre in attivo.1950-60 venne ampliato il magazzino per una migliore funzionalità in conseguenza dell’aumento della produzione di latte. 1963-65 in seguito all’esproprio delle terre ove oggi è situato il Comune di Vajont, diminuisce la produzione di foraggio, si riduce notevolmente il numero dei capi di bestiame e così cala la produzione del latte. Si passa infatti da diciotto a cinque quintali raccolti giornalmente.Si decide allora di sospendere l’attività della Latteria di Maniagolibero e di

portare il latte in quella di Maniago.1974 Si registra un ulteriore calo di produzione e, dopo la chiusura definitiva della Latteria di Maniagolibero i soci rimasti scelgono o di fornire il latte alla Latteria di Maniago o di darlo alla Cooperativa Agricola Medio Tagliamento di Spilimbergo.  

Tratto e ridotto da:“Maniagolibero, un paese, la sua gente”e da altre documentazioni.