Lascuolapossibile numero maggio 2012

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________________________________________________ Rivista telematica www.lascuolapossibile.it realizzata con GT Engine Powered by Innova Servizi – www.innovaservizi.it Pag.1 Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 - Direttore Responsabile Manuela Rosci Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010 N.23 maggio 2012 Web Content Manager Maurizio Scarabotti Editoriale Eppur (qualcosa) si muove! Approcci (mentali) nuovi per gestire l'esistente (che serve!) di Rosci Manuela - Editoriali E' ancora presto per tirare le somme di un anno scolastico che volge al termine perché siamo ancora in un periodo molto fervido per la scuola. La conclusione dell'attività di- dattica con gli alunni prevista a breve per i più, lascia aperte ancora tante operazioni di differente natura. La scuola primaria, non più coinvolta in procedure "d'esame" di fine quinta, ha tut- tavia la necessità di mettere in ordine le carte, a volte anche un po' in fretta per la- sciare del tempo di giugno alla preparazione dell'anno nuovo, quello che prenderà via a settembre. Registri e schede di valutazione da completare, riordino di cassetti e arma- di, eventuali "traslochi di aula" per chi pas- sa dalla quinta alla futura prima elementare ... In parte lo stesso impegno è dedicato dai prof della scuola secondaria di primo grado -l'ex media- che non sono direttamente coinvolti nelle prove d'esame di terza me- dia. Si ri-ordina! Per la scuola secondaria di secondo grado l'attenzione è puntata su coloro che do- vranno partecipare alla commissione per l'esame di stato, come membro nella pro- pria scuola o in commissione esterna, men- tre gli altri probabilmente hanno gli stessi impegni di sempre: mettere in ordine le carte. Una riflessione sulla funzione dei documenti ufficiali e sulla loro utilità è affrontata dalla Dirigente scolastica Maretta Damiano nell'articolo: "Adempimento burocratico o strumento di lavoro?La compilazione dei "documenti ufficiali" che introduce un ar- gomento a me caro, il docente "ricercatore" dentro una scuola che è un laboratorio con- tinuo di ricerca psicopedagogica. E' normale quindi pensare che la ricchezza di azioni e di pensieri che si producono nella scuola sia valorizzata come un bene inesti- mabile che contribuisce alla crescita di un paese, proprio perché avviene all'interno dell'istituzione che si prende cura della pre- parazione delle nuove generazioni. Ma proprio perché la scuola si prende cura dei più giovani ha la necessità di compren- dere sempre meglio come "funzionano" oggi i ragazzi, quali sfide lanciano ai docenti af- finché questi continuino a ri-cercare il modo migliore per insegnare, educare, formare.

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La copia sfogliabile della rivista telematica www.lascuolapossibile.it numero del mese di maggio 2o12

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Pag.1

Pubblicata da Sysform Editore 00131 Roma Via Monte Manno 23 - Direttore Responsabile Manuela Rosci

Edizione cartacea della rivista telematica www.lascuolapossibile.it

Iscrizione al Tribunale di Roma 63/2010 del 24/02/2010

N.23 maggio 2012 Web Content Manager Maurizio Scarabotti

Editoriale

Eppur (qualcosa) si muove! Approcci (mentali) nuovi per gestire l'esistente (che serve!) di Rosci Manuela - Editoriali

E' ancora presto per tirare le somme di un

anno scolastico che volge al termine perché

siamo ancora in un periodo molto fervido

per la scuola. La conclusione dell'attività di-

dattica con gli alunni prevista a breve per i

più, lascia aperte ancora tante operazioni di

differente natura.

La scuola primaria, non più coinvolta in

procedure "d'esame" di fine quinta, ha tut-

tavia la necessità di mettere in ordine le

carte, a volte anche un po' in fretta per la-

sciare del tempo di giugno alla preparazione

dell'anno nuovo, quello che prenderà via a

settembre. Registri e schede di valutazione

da completare, riordino di cassetti e arma-

di, eventuali "traslochi di aula" per chi pas-

sa dalla quinta alla futura prima elementare

... In parte lo stesso impegno è dedicato dai

prof della scuola secondaria di primo grado

-l'ex media- che non sono direttamente

coinvolti nelle prove d'esame di terza me-

dia.

Si ri-ordina!

Per la scuola secondaria di secondo grado

l'attenzione è puntata su coloro che do-

vranno partecipare alla commissione per

l'esame di stato, come membro nella pro-

pria scuola o in commissione esterna, men-

tre gli altri probabilmente hanno gli stessi

impegni di sempre: mettere in ordine le

carte.

Una riflessione sulla funzione dei documenti

ufficiali e sulla loro utilità è affrontata dalla

Dirigente scolastica Maretta Damiano

nell'articolo: "Adempimento burocratico o

strumento di lavoro?La compilazione dei

"documenti ufficiali" che introduce un ar-

gomento a me caro, il docente "ricercatore"

dentro una scuola che è un laboratorio con-

tinuo di ricerca psicopedagogica.

E' normale quindi pensare che la ricchezza

di azioni e di pensieri che si producono nella

scuola sia valorizzata come un bene inesti-

mabile che contribuisce alla crescita di un

paese, proprio perché avviene all'interno

dell'istituzione che si prende cura della pre-

parazione delle nuove generazioni.

Ma proprio perché la scuola si prende cura

dei più giovani ha la necessità di compren-

dere sempre meglio come "funzionano" oggi

i ragazzi, quali sfide lanciano ai docenti af-

finché questi continuino a ri-cercare il

modo migliore per insegnare, educare,

formare.

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Poiché, tuttavia, la capacità di fare ricerca,

meglio ricerca-azione, non è un habitus

sempre sperimentato dai docenti che, inve-

ce, spesso indossano lo stesso vestito di

sempre (stessa modalità di insegnamento

trasmissivo), per tutte le occasioni (nello

stesso modo per tutte le classi) e per tutti

gli incontri (per un lasso di tempo che me-

diamente dura quaranta anni!) si compren-

de la necessità di puntualizzare cosa fare e

come fare in un incontro dedicato, a cui ho

avuto il piacere di partecipare anche se solo

per un tempo parziale.

Mi riferisco alla Conferenza Nazionale

per la Scuola dei NATIVI DIGITALI che

si è tenuta a Roma venerdì 25 e sabato 26

maggio nella suggestiva cornice del Tempio

di Adriano a Piazza di Pietra , nel cuore di

Roma, a pochi passi dal Pantheon. Organiz-

zata dal Dipartimento Scuola del Partito

Democratico ha avuto i toni giusti e propo-

sitivi di chi si occupa di apprendimento e

giovani, formazione e innovazione, presente

in vista del futuro dei singoli e di una nazio-

ne.

UN NUOVO ALFABETO PER L'ITALIA, il sot-

totitolo.

Hanno partecipato persone del mondo poli-

tico e universitario, giornalisti e pedagogi-

sti, ricercatori.

E' intervenuto il Ministro Profumo ma anche

i precedenti, il Prof Luigi Berlinguer e Fioro-

ni. Significativa la lectio magistralis di Marc

Prensky, esperto in apprendimento e istru-

zione, colui che ha coniato il termine "nativi

digitali" in confronto con gli "immigrati digi-

tali" (noi che abbiamo appreso questo lin-

guaggio, non ci siamo nati!) e che ha pro-

vocato l'auditorio dichiarando di vedere or-

mai superata questa dicotomia in quanto

nativi o no, oggi il digitale è parte inte-

grante della vita di tutti, il presente e

non più solo il futuro.

L'intervento di Francesco Antinucci - Di-

rettore di ricerca dell'Istituto di scien-

ze e Tecnologie Cognitive del CNR- ha

continuato su questo filone affermando che

il computer e la tecnologia si relaziona per-

fettamente con un modo particolare di fun-

zionare del nostro cervello, con l'aspetto più

primordiale che avevamo messo da parte,

da quando cioè l'introduzione del libro e del

simbolismo hanno orientato il nostro ap-

proccio verso un versante più astratto. Il

computer invece sollecita l'apprendimento

percettivo motorio che è un sistema anti-

chissimo, che abbiamo in comune con i

primati, e che permette di apprendere in

maniera incosciente. E' il sistema di acqui-

sizione a cui fa riferimento ad esempio il

bambino quando gioca, quando tocca con-

cretamente l'oggetto o la situazione, quan-

do "simula" un'azione o un contesto. Anti-

nucci ha parlato molto del gioco, della sua

importanza, della "serietà" del gioco, ne ha

parlato benissimo! Ma il suo contributo è

stato di indicare il computer come una mac-

china che re-agisce, lo strumento oggi

più potente per "simulare" un ambien-

te visuo- motorio (che confina con il gio-

co!) e che favorisce quindi l'apprendimento,

in quanto permette di organizzare ambienti

di esperienza molto ricca.

I bambini imparano in questo modo espe-

rienziale.

I BAMBINI COSTRUISCONO LA LORO CO-

NOSCENZA.

E gli insegnanti, come funzionano? Quanto

sono in grado di gestire un apprendimento

che, proprio grazie alle tecnologie, sembra

recuperare quell'esigenza visuo-motoria in-

dispensabile per costruire appunto la cono-

scenza? La Conferenza è stata certamente

un ottimo stimolo seppur, con rammarico,

molte cose dette, di senso, erano state di-

chairate già vent'anni fa!

A quando il cambiamento reale?

Quando saremo sereni, noi persone di scuo-

la, di poter lavorare "concretamente" piut-

tosto che riempire la testa dei nostri alunni

di nozioni?

Certamente le conoscenze acquisite sono

una fonte di ricchezza personale e dell'u-

manità ma l'approccio all'insegnamento

nell'era "presente" (e non futuribile) del di-

gitale va ripensata da subito.

In che modo?

Certamente la formazione di base e la for-

mazione in itinere dovranno svolgere un

ruolo fondamentale, a detta dei più. E noi

concordiamo e intanto raccontiamo espe-

rienze concrete, di mani che si muovono e

di sensi che si utilizzano e sviluppano, come

nell'articolo di Antonia Melchiorre: non di-

menticate di guardare il photogallery, per

una integrazione di linguaggi (scritto e visi-

vo) oggi vitale più che mai.

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Intanto ...buona sistemazione di carte a

tutti noi!

Manuela Rosci

In questo numero di maggio 2012

Area Tematica Titolo Autore

Eppur (qualcosa) si muove! Rosci Manuela

Esperienze a...cinque sensi! Melchiorre Antonia

Un prisma di luce colorata di

eventi Riccardi Barbara

www.5xk.it Camicia Claudia

Fornero: privatizzare la disabilità La redazione

I seminari di Giunti Scuola La redazione

"Ristrutturazione" del corpo inse-

gnante ...... Melchiorre Simonetta

Quello che non ho Ansuini Cristina

Cosa mi porto via da quest'anno

scolastico?

Infantino Aminta Pa-

trizia

Pollicina e Pollicino Riccardi Barbara

Come fa un bambino affamato ad

aver voglia di studiare? Mancini Alessio

Adempimento burocratico o stru-

mento di lavoro?

Damiano Maria Anto-

nietta

Azioni di fine anno scolastico... tra

vecchie e nuove pratiche Presutti Serenella

Compiti per le vacanze Rossini Simonetta

Competenza: un concetto multi-

forme Maranzana Enrico

La certificazione delle competenze Agolino Simona Loret-

ta

La scuola in chiusura Nucera Roberto

I genitori che danno una mano ai

figli per andare ... lontano. Melchiorre Simonetta

Video Spot Net for Kids La redazione

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Video Spot Net For Kids

Un corto realizzato da Bruno Lomele per la presentazione di Net for Kids figlio di Netpupils un

progetto nato e pensato per ragazzi dagli 8 ai 14 anni per chè la consapevolezza dello stare in

rete, e di come straci, rappresenta un aspetto importante dell’azione educativa che svolgiamo

come genitori, come educatori, come insegnanti; come adylti che non vogliono abdicare alla

loro responsabilità formativa

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DDalla prima pagina

Dalla prima pagina

I genitori che danno una mano ai figli per andare ... lontano. NET for KIDS il social network under 14 di Melchiorre Simonetta - Scuola & Tecnologia

Sono un'insegnante di scuola primaria e

mamma di un ragazzo che ormai ha lasciato

il mondo dell'infanzia per entrare nel perio-

do dell'adolescenza. Nella mia professione,

così come nel mio ruolo genitoriale, sono

abituata a prendere decisioni che hanno

come obiettivo il raggiungimento dell'auto-

nomia e della libertà di scelta, senza dimen-

ticare l'importanza della ridefinizione dei

confini e senza mai abdicare al mio ruolo di

educatore, facilitatore, accompagnatore.

E' un lavoro di sintesi continuo, simile ad

una danza in cui bisogna comprendere

quando fare un passo indietro e quando

avanti, quando spingere e quando invece

fermarsi un momento per dare all'altro il

tempo giusto di arrivare.

In questo mio modo di vivere l'approccio

educativo, la proposta di NET for KIDS

arriva ad entusiasmarmi.

Il fatto che i nostri ragazzi siano "esperti"

nell'uso del computer più di noi, la loro faci-

lità nell'approccio alla navigazione e al lin-

guaggio informatico, il fatto che sappiano

trovare soluzioni tecniche, tanto da risultare

spesso i nostri "formatori" nell'utilizzo delle

nuove tecnologie, sia a scuola come a casa,

non deve farci perdere di vista un aspetto

fondamentale: sono bambini, ragazzi im-

preparati ad affrontare ciò che troppo spes-

so circola su internet, alle insidie, ai mes-

saggi non adatti a loro.

Il ruolo genitoriale, come quello della

scuola, sta vivendo un profondo muta-

mento: la famiglia da punto di riferimento

educativo e normativo sta assumendo sem-

pre più una connotazione emotiva. Se pri-

ma i nostri genitori si fermavano a "questo

si fa, questo non te lo permetto", ora os-

servo una grande difficoltà dei genitori a

gestire il limite e la frustrazione che ne de-

riva. Il risultato è un senso di smarrimento,

un'ansia che si affaccia sempre più preco-

cemente nella vita del bambino, un senso di

paura di non essere contenuto, accompa-

gnato, guidato.

Questi atteggiamenti opposti li ritroviamo

anche nelle decisioni dei genitori nei con-

fronti della richiesta, sempre più precoce e

sempre più pressante dei bambini, di navi-

gare in internet. Il genitore risponde, di so-

lito, adottando due strategie, entrambe mi

sembrano dettate dalla paura: la prima è il

rifiuto netto e categorico per paura che il

proprio bambino possa essere risucchiato

dal mondo virtuale; l'altra è l'accomodante

indulgenza che ha come risultato il falso

profilo, mentendo sulla propria età, di bam-

bini che già alle scuole primarie hanno un

proprio account sui social network più fa-

mosi, con i rischi che tutti possiamo preve-

dere.

Sono convinta che il lavoro prezioso di cia-

scun genitore non sia quello di non sbaglia-

re, l'errore non solo è umano ma rappre-

senta una grande, immensa possibilità di

crescita e trasformazione, un' occasione per

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ridefinire gli spazi e i confini e "aggiustare il

tiro" nel lavoro di conoscenza di sé e dell'al-

tro che dura tutta la vita e che la rende de-

gna di essere vissuta. L'impegno, semmai,

risiede nella capacità di trovare una sin-

tesi tra i due opposti atteggiamenti

(solo normativo/solo permissivo), nel-

la ridefinizione di uno stile genitoriale

nuovo, più adatto ai tempi.

NET for KIDS -il progetto realizzato dall'As-

sociazione Sysform Promozione di sistemi

formativi- si cala in questo bisogno di sinte-

si in modo interessante e attuale: rappre-

senta il primo social network dedicato ad

una fascia d'età "sensibile", bambini dagli

otto ai quattordici anni, in cui essi possono

svolgere tutte quelle attività che rendono

interessante ai loro occhi un social network:

chattare, scambiarsi foto, opinioni, video,

fare amicizia ma in tutta sicurezza perché

nessun adulto è ammesso, se non lo staff di

Net for KIDS (psicologi, insegnanti, counse-

lor, esperti di formazione) che, senza tenta-

re di ricostruire l'ambiente "scuola", forni-

sce ai ragazzi stimoli e sollecitazioni inte-

ressanti e divertenti: giocare a scrivere un

libro, imparare a suonare uno strumento,

imparare a "leggere" un film e tanto altro

ancora perché non c'è niente di più bello

che crescere insieme.

Parallelamente al social network dedicato

agli under quattordici, un sito pensato per i

genitori. www.genitoriattenti.it ha pro-

prio lo scopo di aiutare, sollecitare, accom-

pagnare i genitori che sentono il desiderio

di interrogarsi sul proprio ruolo, che non

danno nulla per scontato e che aspirano con

forza a costruire una genitorialità attenta

ma curiosa, che sa dare confini ma che al

contempo, per citare una frase dello spot

realizzato per far conoscere il progetto, dà

una mano al proprio bambino per insegnar-

gli ad andare lontano.

Melchiorre Simonetta, docente, counselor

dello staff di NET for KIDS

Per INFO:

www.netforkids.it

www.genitoriattenti.it

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Pollicina e Pollicino I nuovi adulti al passo dei nativi digitali di Riccardi Barbara - L'intervista

"Senza che noi ce ne rendessimo conto, e in

un breve intervallo di tempo, (quello che

separa i nostri giorni dagli anni Settanta) è

nato un nuovo tipo di essere umano. Que-

sto ragazzo, o questa ragazza, non ha lo

stesso corpo, né la stessa aspettativa di vi-

ta di chi lo ha preceduto, non comunica se-

condo le stesse modalità, non percepisce lo

stesso mondo, non vive nella stessa natura,

né abita il medesimo spazio. nato con l'epi-

durale e in data prestabilita, grazie alle cure

palliative non teme più nemmeno la morte.

E poiché la sua testa è diversa da quella dei

suoi genitori, conosce diversamente".

Michel Serres "Dalla parte dei (nuovi) bam-

bini. Inventiamo una nuova educazione per

gli studenti "Pollicino".

Michel Serres epistemologo e Professo-

re di Filosofia e di Storia della Scienza

alla Sorbona, classe 1930, parla quindi di

un'urgenza, quella di trovare una lingua

comune tra ragazzi, docenti e famiglie che

digitano, navigano sul web.

La sua è una riflessione sui cambiamenti

avvenuti in tempi brevissimi, cambiamenti

che il filosofo chiama ominescenti e che si

verificano molto raramente nella storia,

creano una spaccatura talmente estesa ed

evidente che solo in pochi ne sanno cogliere

la portata... per questo sottolinea la neces-

sità di un cambiamento di insegnamento. "I

nostri schemi sono vecchi siamo in un'epo-

ca di "rottura".

Alla domanda di chi ha la colpa di tanta di-

stanza? Serres la attribuisce proprio ai filo-

sofi: "il cui compito dovrebbe essere quello

di prevedere i mutamenti del sapere e delle

pratiche e che mi pare abbiano fallito impe-

gnati nella politica di tutti i giorni non han-

no colto l'arrivo della contemporanei-

tà...Vorrei avere l'età di Pollicina e Pollicino.

Vorrei che la vita mi lasciasse abbastanza

tempo da occuparmi di questo compito, in-

sieme a questi giovani a cui ho dedicato la

vita, perché li ho sempre, rispettosamente,

amati".

Noi di Sysform e della ScuolaPossibile una

soluzione la stiamo attuando e mettendo in

campo con l'innovativo ed unico, a livello

nazionale, primo social network fatto da/per

gli under 14. Come rispondono le Scuole a

questa sollecitazione/esigenza?

Ad aiutarci a capire, il Dirigente Scolastico

Lina Rita Volpe Rinonapoli della Scuola

Media Nistri/Respighi di Roma, una delle

sette Scuole che fanno parte fin dall'inizio

della cordata del primo Progetto "Netpupils"

tramutato nelle nuove vesti di NET for

KIDS, il social network under 14.

Dalla prima pagina

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1 Perchè in qualità di Dirigente scola-

stico ha accettato e scelto con la sua

scuola di far parte della rete del primo

progetto "Netpupils"?

Il progetto che ci fu proposto da Sysform

era molto stimolante ed innovativo, sia per

il tema, "Educare all'uso dei social network"

che ci chiamava ad intervenire in un ambito

piuttosto inconsueto per la scuola, a giocare

fuori casa una partita che sappiamo decisi-

va ma di cui stiamo ancora imparando re-

gole, codici, strategie; sia per il carattere

sperimentale della proposta, che comporta-

va l'attivazione contemporanea di tanti

soggetti - alunni, genitori, docenti - in un

sistema complesso tutto da costruire. La

qualità della proposta e il piacere della ri-

cerca ci ha spinto a fidarci: a fidarci della

risposta dei ragazzi, condizione indispensa-

bile per far partire il progetto; a fidarci di

noi stessi, della nostra capacità organizzati-

va, della nostra inclinazione ad apprendere

dall'esperienza, e di un certo spirito di av-

ventura che è un po' il sale del fare scuola.

Ovviamente la proposta di creare una rete

di scuole per affrontare insieme il tema del

social network, e in generale dei nuovi lin-

guaggi e modelli di comunicazione, è giunta

al momento giusto, quando tutti noi erava-

mo (e siamo) alle prese con questo tema

educativo davvero ineludibile

.

2 Qual è il valore e l'impegno da parte

della scuola nei confronti dei nativi di-

gitali?

L'impegno credo sia ancora inadeguato, non

perché non se ne riconosca l'importanza,

che è ormai un dato acquisito, piuttosto per

la difficoltà di individuare strategie e meto-

dologie scientificamente fondate. L'accele-

razione dei processi di cambiamento sociale

è molto elevata, ed anche se è in atto un

ampio sforzo di ricerca nei diversi ambiti di-

sciplinari coinvolti, è complicato per la scuo-

la mettersi in discussione, aprirsi al nuovo.

Sappiamo bene che i nativi digitali pensano,

ragionano, interagiscono in un modo diver-

so dal nostro, e noi, credo anche saggia-

mente, cambiamo lentamente. Siamo abi-

tuati a studiare, a capire, ad imparare pri-

ma di insegnare: per ora stiamo scoprendo,

di anno in anno, che l'esperienza che i no-

stri ragazzi vivono oltre la scuola, da quan-

do nascono, ha modificato le loro relazioni e

le loro strategie cognitive; a partire da

quelle dobbiamo reinventare un modello di

apprendimento. Per fare questo, non è suf-

ficiente, come tutti sappiamo, utilizzare una

LIM o Internet, che sono soltanto un magni-

fico strumento nelle nostre mani.

3 E' importante quindi che anche la

scuola se ne faccia carico?

Non solo è importante, è obbligatorio. Lo

spazio virtuale non può rappresentare il

"fuori" per la scuola, l'altra dimensione cui

si guarda talora con inutile supponenza.

I nostri bambini e ragazzi sono esposti quo-

tidianamente ad un continuo flusso di mes-

saggi e informazioni, e noi, come ci ha in-

segnato Edgar Morin, dobbiamo educarli ad

affrontare l'imprevisto, a navigare in un

oceano di incertezze appoggiandosi ad al-

cuni arcipelaghi di certezze. Le certezze so-

no i saperi, e la bussola per raggiungere

quegli approdi dovranno trovarla anche

(soprattutto?) nelle nostre aule. La prepa-

razione culturale come l'abbiamo concepita

fino ad un paio di decenni fa deve arricchirsi

dei nuovi linguaggi, e dei nuovi saperi sem-

pre più interdipendenti, affinché i giovani ne

fruiscano senza esserne dominati: è in gio-

co la loro autonomia, lo sviluppo del pensie-

ro critico, la capacità di scegliere, per le

quali la scuola ha più che mai un ruolo stra-

tegico.

il Dirigente Scolastico Lina Rita Volpe Rinonapoli

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4 In che modo e perché sponsorizza

questa iniziativa che ha lasciato la "re-

te" all'innovativo e unico nel suo gene-

re a NET for KIDS?

Cominciamo dal perché. Vedo un grande

potenziale educativo nell'offrire ai ragazzi

uno spazio piacevole, che per sue caratteri-

stiche strutturali è capace di rigettare la

volgarità, l'aggressività, la mediocrità ele-

vata a modello, come sempre più accade.

Ci accorgiamo che per la famiglia è diventa-

to più difficile vigilare e selezionare le fre-

quentazioni dei figli; notiamo nei ragazzi

una maggiore propensione ad atti di bulli-

smo e a varie forme di aggressività se agite

via web, quasi che nello spazio virtuale fos-

se lecito sospendere le regole, o venisse

meno la responsabilità personale; vediamo

madri - è capitato a me proprio ieri - strabi-

liate leggendo le parolacce che figlie dodi-

cenni educatissime avevano utilizzato in

una chat nei confronti di una compagna di

classe. NET for KIDS ci aiuterà a contrasta-

re questa tendenza, ad educarli quindi

nell'uso dei social network.

Ne stiamo parlando a tutti i ragazzi e ai loro

genitori, diciamo loro che lo consideriamo

davvero un servizio speciale. Per comuni-

carlo abbiamo usato il nostro sito, natural-

mente, lettere e varie occasioni di incontro.

Se le famiglie ci seguiranno, avremo offerto

ai nostri ragazzi davvero una bellissima op-

portunità.

Di nuovi adulti che sappiano guidare con

consapevolezza e coscienza i nativi digitali

in modo reale, di questo necessitano i no-

stri ragazzi, di una fattiva costruzione co-

municativa uguale per piccoli e grandi, atta

ad eliminare le distanze evolutive genera-

zionali, per un cammino insieme formativo,

educativo e culturale al passo con i tempi.

www.genitoriattenti.it

Grazie a Dirigenti Scolastici come la dotto-

ressa Lina Rita Volpe Rinonapoli, che spin-

gono e sentono di fondamentale importanza

la cooperazione tra Scuole e famiglie, si può

creare un cammino di crescita formativa dei

nostri ragazzi al passo con i tempi "parlan-

do la stessa lingua". Questo Gianni Rodari

già all'epoca l'aveva ben chiaro!

Una scuola grande come il mondo

Gianni Rodari

C'è una scuola grande come il mondo.

Ci insegnano maestri, professori,

avvocati, muratori,

televisori, giornali,

cartelli stradali,

il sole, i temporali, le stelle.

Ci sono lezioni facili

e lezioni difficili,

brutte, belle e casi così.

Ci si impara a parlare, a giocare,

a dormire, a svegliarsi,

a voler bene e perfino

ad arrabbiarsi.

Ci sono esami tutti i momenti,

ma non ci sono ripetenti:

nessuno può fermarsi a dieci anni,

a quindici, a venti,

e riposare un pochino.

Di imparare non si finisce mai,

e quel che non si sa

è sempre più importante

di quel che si sa già.

Questa scuola è il mondo intero

quanto è grosso:

apri gli occhi e anche tu sarai promos-

so.

Barbara Riccardi,

docente 143° CD "Spinaceto"- Roma

Responsabile Ufficio Relazioni e Comunica-

zione progetto Net for KIDS

In allegato

"Dalla parte dei nuovi bambini. Inventiamo

un'altra educazione per gli studenti "Pollici-

no"" di M. Serres su laRepubblica.it

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"Ristrutturazione" del corpo insegnante .... ovvero come uscire vive da un anno vissuto ... pericolosamente! di Melchiorre Simonetta - Dedicato a te

Questo è stato un anno particolarmente in-

tenso per me, ricco di passaggi, esperienze,

progetti e un grande successo: terminare

un percorso intrapreso quattro anni fa e che

mi ha profondamente coinvolto, professio-

nalmente ed umanamente.

Finalmente il 4 Maggio ho discusso la mia

tesi, dal titolo "Il Counseling di gruppo

secondo la metodologia di Cinemavve-

nire nelle situazioni di fragilità, paura,

ansie, fobie". E' stato un percorso di cre-

scita profonda, una ricerca fuori e dentro di

me, un lavoro di definizione del mio stile

d'insegnamento, della mia capacità di en-

trare in relazione, di allenamento all'ascolto

ma anche un periodo di grande fatica e

massima concentrazione.

Sicuramente ho potuto sperimentare un

implemento della mia sensibilità verso i

bambini della mia classe e le persone che

ho incontrato, un modo nuovo di affrontare

e gestire i conflitti e le risorse.

Ora sento che è il momento di godermi un

po' di meritato riposo, di gioire per questo

mio nuovo passaggio, per questa mia con-

quista e, inaspettato, è arrivato un regalo

che mi ha fornito subito l'occasione di alle-

narmi alla sospensione del tempo per rita-

gliarmi momenti di piacere e coccole.

La mia amica Manuela mi ha offerto un po-

meriggio di relax in un centro benessere in-

sieme a lei: due regali in uno! Mi ha parlato

di questo dono una sera al termine di una

riunione di lavoro, è uscita con me fuori

nella terrazza della sua casa e, come acca-

de quando si è giovanissime e spensierate,

mi ha invitata con un sorrisetto malizioso e

complice. E' stato un momento molto in-

tenso e tenero, mi commuovo sempre

di fronte allo splendore dell'amicizia!

Sono ap-

pena tor-

nata,

profumo

ancora di

scrub ai

cristalli di

zucchero

e sul mio

viso "il

siero di

vipera"

ha diste-

so le impronte della stanchezza e, spero,

quelle del tempo che inesorabilmente passa

e lascia percorsi disegnati sulla pelle.

Ma quello che è rimasto dentro di me, più

profondo di qualsiasi ruga centenaria, è un

intimo senso di gratitudine, un calore e un

affetto maestosi che mi fanno sentire una

privilegiata, direi una regina. Perché niente

è più prezioso di un confronto autentico, di

un gesto gentile, di un sorriso che è un do-

no e che ci ricorda quanto è bello vivere se

non ci dimentichiamo lo spazio per condivi-

dere intimità, calore e dolcezza con una

persona a cui vogliamo bene. Grazie Manu!

Melchiorre Simonetta, docente IC Viale

Adriatico – Roma

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Come fa un bambino affamato ad aver voglia di studiare? Notizie da Cuyultitán - El Salvador, America centrale di Mancini Alessio - Oltre a noi...

Carissimi amici,

vi scrivo dall'America centrale, esattamente

da), dove noi missionari di s. Gaetano ab-

biamo una missione.

Il Salvador é uscito da pochi anni da una

terribile guerra civile e sta cercando con

tanto sforzo di ritrovare l'unità e la pace.

Purtroppo l'esperienza di tanta violenza

brutale ha marcato profondamente il cuore

di questa gente semplice e lavoratrice. La

crisi economica, che giá ha reso difficile la

vita in Europa e negli Stati Uniti, qui ha re-

so la situazione drammatica. Forse anche

per questo la violenza ha raggiunto livelli

assurdi; pensate che in un Paese con una

popolazione leggermente maggiore della

regione Veneto c'è un tasso di 11-12 omici-

di al giorno.

Il paesino di Cuyultitán dove vivo conta

circa 6000 abitanti dei quali la metà

sono al di sotto dei 30 anni. La percen-

tuale di natalità continua ad essere molto

alta a causa della mancanza di un'educa-

zione alla sessualità e di politiche di pre-

venzione e di formazione sin dall'adolescen-

za.

C'è stato un cambiamento in questi ultimi

10 anni: siamo passati da una popolazione

che si reggeva sull'agricoltura a una popo-

lazione che lavora soprattutto in nero fuori

del paese, in città. Purtroppo la maggior

parte della popolazione é disoccupata; al

contempo - un po' come in tutta la zona del

Centro America - soffre di una elevata di-

sgregazione familiare dovuta ad alcuni fat-

tori come la violenza, l'emigrazione, la di-

suguaglianza di genere, la povertà, ecc.

Tutto ciò è aggravato dal fatto che molte

persone non hanno una educazione alla ba-

se, ossia non hanno avuto la possibilità di

formarsi, di imparare a leggere e a scrivere,

e non capiscono l'importanza di ricevere

una educazione adeguata per i loro figli.

La conseguenza di tutto ciò ha effetti deva-

stanti e complessi. In primo luogo, c'é un

forte assenteismo scolare, cioè gran parte

dei bambini abbandonano molto presto

la scuola (più o meno in terza elemen-

tare) o addirittura neanche comincia-

no. Tutto ciò li porta a vivere nella strada,

non protetti; è lì che cercano la loro identi-

tà, assumendo comportamenti che li porta-

no poi alla delinquenza, alla violenza, all'al-

colismo e alla droga.

Un altro grande problema è il numero dei

bocciati ogni anno, dato che molti genitori

sono analfabeti e non possono aiutare i loro

figli nel fare i compiti, oppure molti bambini

sono figli di genitori emigrati perciò abban-

donati.

Senza dubbio tutto ciò provoca delle conse-

guenze dal punto di vista psicologico che

toccano l'autostima poiché non c'è chi va-

lorizza il bambino o chi lo stimola a

crescere, proponendogli valori e ideali dif-

ferenti che lo aiutino a realizzarsi come per-

sona. La stessa società non offre opportuni-

tà di lavoro o strutture di svago e di incon-

tro affinché i bambini e i giovani si sentano

integrati, identificati con certi valori e pro-

mossi nel dare il meglio di sé.

In molti casi i giovani cercano protezione,

identità, senso di appartenenza e soldi e li

trovano nelle "maras" o altri gruppi ille-

citi che alterano il benessere pubblico.

La violenza all'interno della famiglia e il

maltrattamento dovuto al "machismo" pro-

vocano nei bambini anche difficoltà di inte-

grazione sociale e di relazione, manifestan-

do molta aggressività e difficoltà a esprime-

re le emozioni.

Questa complessa problematica danneggia

soprattutto i bambini perché non vedono

garantiti i loro diritti a svilupparsi piena-

mente come persone. Inoltre danneggia la

stessa famiglia perché molto probabilmente

il bambino riprodurrà gli stessi sistemi di

condotta (machismo, violenza, povertà

umana e di valori, ecc.) alimentando questa

struttura irresponsabile e ingiusta. Tutto ciò

ha delle ripercussioni dal punto di vista so-

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ciale in quanto queste persone diventa-

no un peso nella società più che una

ricchezza umana alterando ancor più la

struttura sociale (corruzione, narcotraffi-

co, prostituzione, una religiosità soggettiva

completamente separata dalla vita, ecc.). Ci

sono effetti devastanti in questi stessi sog-

getti sociali che rimangono vittime dello

scoraggiamento, dell'impotenza, della fru-

strazione per non poter anelare a una so-

cietà e a uno stile di vita più degno, provo-

cando così passività, irresponsabilità e di-

sinteresse verso il bene comune.

Ci rendiamo conto che dobbiamo lavorare

nella prevenzione, focalizzandoci soprattut-

to nell'aspetto educativo - formativo e di in-

tegrazione dei bambini.

Come fa un bambino affamato (c'è qualcu-

no che a fatica mangia una volta al giorno)

ad avere voglia di studiare? Come non sen-

tirsi attratto dalla ricchezza facile ed entrare

nella malavita?

Per dare un appoggio alle famiglie più pove-

re di uno dei villaggi della nostra parrocchia

abbiamo pensato a un progetto di ado-

zioni. Vorremmo dare ogni mese a queste

famiglie una borsa di alimenti e, per i bam-

bini in età scolare, la possibilità di frequen-

tare 3 giorni alla settimana il nostro centro

di appoggio scolastico "El Trapiche",

organizzato dalla nostra parrocchia. La quo-

ta include anche una merenda, che per

molti bambini risulta l'unico pasto giornalie-

ro.

Sappiamo che non risolveremo il problema

della fame, però vogliamo offrire la possibi-

lità di un futuro migliore a questi bambini e

alle loro famiglie. Nel nostro centro i bam-

bini hanno la possibilità di partecipare ai

corsi di teatro, di musica, danza folklotisti-

ca, computer e inglese; possono usufruire

anche di una piccola ludoteca, di uno spazio

ricreativo e di un'attenzione psicologica

specialistica.

Per non favorire l'assistenzialismo stiamo

chiedendo a tutti i genitori l'obbligo di man-

dare i figli a scuola e di partecipare a degli

incontri formativi che sono mensili. Affinché

sia un progetto integrale abbiamo inserito

l'utilizzo della medicina naturale, la sensibi-

lizzazione all'igiene, la produzione di un pic-

colo orto nelle case, ore di lavoro sociale a

beneficio della comunitá, ecc.

L'adozione ha un valore di 30 euro mensili

per la durata di un anno. Alla fine dell'anno

chi adotta riceverà notizie sulla crescita del

bambino adottato.

I soldi verrebbero inviati attraverso un bo-

nifico bancario a:

RETIS ONLUS

(valida per la detrazione fiscale)

Causale: adozione bambino/a -El Salvador-

Via Mora, 57 - 36100 Vicenza

CF 95094230240

Banca Popolare Etica

IBAN IT 30 S 05018 11800 000000513800

BIC CCRTIT2184E

Poste Italiane

Ccp 84764067

IBAN IT 2I 076011180000008476467

Il Signore benedica la vostra vita e tutto ciò

che realizzare in favore del bene comune.

Alessio Mancini,

missionario della Pía Società S.Gaetano- El

Salvador (America Centrale)

[email protected]

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Cosa mi porto via da quest'anno scolastico? La parola ai ragazzi della scuola media di Infantino Aminta Patrizia - Integrazione Scolastica

La conclusione dell'anno scolastico è arriva-

ta. Una serie di riflessioni balenano in testa.

Cosa resterà nel cuore dei nostri ragazzi?

Sarà arrivato a loro il desiderio di non mol-

lare mai la vita scolastica?

Saremo riusciti a formarli in maniera olisti-

ca o siamo caduti nelle nozioni banali?

Non mi resta che chiederglielo per sondare

il terreno e capire quali momenti, hanno

toccato la loro sfera emozionale

Ripercorri con il pensiero l'anno scola-

stico e descrivi l'esperienza che più ti

ha cambiato e arricchito dal punto di

vista intellettuale, affettivo, sociale ed

emozionale.

Dario: E' stato un anno molto costruttivo

sia dal punto di vista sociale che intellettua-

le, abbiamo svolto molte attività che hanno

unito il gruppo e ci hanno fatto avvicinare

ad Elisa, una compagna speciale che riesce

a capirci e aiutarci con la sua tenerezza e la

sua voglia di relazionarsi. All'inizio eravamo

molto timidi e chiusi ma oggi con Elisa ci

divertiamo; si ride si scherza e con il suo

linguaggio del corpo ci fa capire le sue

paure e le sua tristezza. E' una persona

molto speciale e ha un grande cuore e non

è da tutti essere così simpatica e volentero-

sa di socializzare con i suoi occhi dolci che

riescono a guardarci dentro. Tra le tante

attività fatte per l'integrazione la mia prefe-

rita è il circle time perché tutti insieme

parliamo di argomenti che sono importanti

per noi e esprimendo le nostre opinioni

cerchiamo di aprirci il più possibile ai

nostri veri sentimenti. Ho imparato a

conoscermi meglio e a scoprire cose di

me che prima non conoscevo. Mi è pia-

ciuto anche il laboratorio creativo perché

mi ha permesso di uscire dalle noiose rego-

le scolastiche, ci siamo sbizzarriti un po'

nel mondo della fantasia. Elisa è bravis-

sima a disegnare, mescola i colori formando

figure astratte piene di forme e di vita. Ho

incontrato una persona speciale che mi ha

fatto capire che la vita è un dono spe-

ciale e che ci sono persone come lei

che la sfruttano al meglio e altre che la

buttano nella monotonia non pensando

che un mondo fantasioso ci aiuta a rilassar-

ci dai soliti problemi.

Gabriele: Per me quest'anno è volato e si

dice che solo quando ti diverti il tempo pas-

sa. In effetti mi sono divertito molto e sono

riuscito ad accompagnare allo studio e

all'impegno il divertimento e lo sport che

pratico circa 4 volte settimana, tra allena-

menti e partite di basket. Questi nove mesi

sono stati accompagnati da gite e da attivi-

tà integrative con Elisa che è tanto miglio-

rata dall'anno scorso. Mi sono arricchito in-

tellettualmente con le gite che abbiamo fat-

to: alla Reggia di Caserta, al museo degli

strumenti e al teatro dove abbiamo assistito

allo spettacolo dei Promessi Sposi. Gran

parte dell'arricchimento intellettivo che ho

avuto è stato lo studio, io ho il 90% della

voglia di studiare, quanto basta per essere

promosso e qualcosa in più. In questi mesi

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ci sono stati tantissimi momenti in cui mi

sono arricchito socialmente e affettivamen-

te, soprattutto quando stavo con i miei

compagni e con la prof di Sostegno. Lei mi

ha aiutato molto a capire chi sono vera-

mente, per quali studi sono portato ma so-

prattutto per come sono dentro. Insomma

sono cresciuto, ho imparato a capire

quello che voglio fare da grande ma

anche da subito, tramite la conoscenza

delle intelligenze multiple ho capito

meglio il mio tipo di intelligenza. Ho co-

nosciuto i lati della mia personalità e della

personalità dei miei compagni, perché co-

noscendo me, conosco meglio gli altri. Non

sono mancati i momenti con Elisa, anche

perché lei è venuta molto più spesso in

classe e noi siamo andati più spesso nel suo

laboratorio, dove abbiamo imparato il

suo linguaggio. Mi è capitato, in una oc-

casione particolare, di sentire Elisa parlare

e dire la parola mamma per più di una vol-

ta. Credo che Elisa abbia trovato la pace in-

terna (soprattutto), ma anche esterna:

convive meglio con gli altri. Conosco Elisa

dalle elementari e devo ammettere che i

primi giorni avevo paura di lei, ma poi col

passare del tempo il nostro rapporto è an-

dato sempre meglio. Ultimamente abbiamo

fatto un uscita per Elisa. Siamo andati a

prendere il gelato e poi siamo andati al par-

co della Cecchina, dove il gruppo dei ragaz-

zi, me compreso, ha giocato a pallone,

mentre quello delle ragazze, con Elisa, è

andato sui jumping. Con la nostra pre-

senza Elisa è migliorata tantissimo. E

tantissimo siamo migliorati noi. Rara-

mente piange, urla e si lamenta e posso di-

re che insieme abbiamo fatto un bel lavoro

per aiutare Elisa. È stato un buon anno e

sono contento del mio percorso fino ad ora

alle medie, anche se mi dovrò ancora impe-

gnare.

Simona: Quest'anno ho conosciuto tante di

persone e tutte hanno lasciato la loro firma

impressa nel mio cuore e il loro modo di fa-

re, così diverso dal mio, ha contribuito a

farmi diventare quella che sono...ho dovuto

affrontare tanti litigi a causa del mio carat-

tere che cambiava sempre e, sfortunata-

mente, non sempre in modo positivo. Allo-

ra ho deciso di ricominciare tutto da

capo. Ho iniziato a studiare decentemente,

cercando di recuperare tutto ciò che avevo

distrutto in poco tempo. La mia povera

autostima ormai a terra non ne voleva

più sapere di me e sono dovuta andare

avanti da sola. È stato a questo punto che

sono maturata e ho recuperato voti e co-

raggio. Ed è grazie alla mia proff che, con

tutta la pazienza del mondo, mi ha permes-

so di seguire il mio carattere, come dire

'variabile', che oggi sto ribaltando la si-

tuazione a mio favore...grazie a tutte le

persone che mi vogliono bene per quella

che sono, una ragazza migliore.

Francesca: Ho conosciuto un ragazzo e ho

capito che avere un'amicizia con lui è bellis-

simo!!!!Perdere un'amicizia del genere sa-

rebbe bruttissimo!!!...il prossimo anno lui

andrà al liceo e non sarà più nella mia stes-

sa scuola ma spero che rimarremo così co-

me siamo adesso. Passiamo momenti bel-

lissimi e indimenticabili come corse sotto la

pioggia, pianti, sorrisi, musi, baci, abbracci.

Condividiamo e siamo sempre presenti l'u-

no per l'altro. Lui mi ha fatto crescere sotto

molti punti di vista, grazie anche alle nostre

litigate. Mi ha fatto arricchire dal punto

di vista affettivo e sociale, mi ha fatto

diventare più sicura, mi ha fatto cre-

scere emozionalmente, mi ha insegnato

ad essere più seria quando serve esserlo e

più comprensiva e dolce nei momenti in cui

serve. Spero che la nostra amicizia non fini-

sca mai. Gli voglio troppo bene, come un

fratello!!!

Anonimo: una della attività che mi hanno

cambiata è stato il progetto 'Area a ri-

schio' al quale abbiamo aderito come clas-

se. Questo progetto mi sta cambiando mol-

to perché grazie ad esso mi incuriosisco, mi

da forza e mi permette di mettermi in gio-

co. Mi interessa la cultura di altri paesi e

l'intercultura è il tesoro di tutti i tesori.

Siamo in tanti in classi ad avere genitori

stranieri e/o ad essere nati in altri paesi e

oltre ad apprendere altre culture siamo

sempre più un solido gruppo. Realizziamo

piatti, impariamo poesie, è troppo diverten-

te.

Giacomo: una cosa che mi ha cambiato è

stato l'arrivo di Leo in classe, in seconda.

Lui viene da una scuola dove c'era tanta

sofferenza con padri narcotrafficanti e ma-

dri prostitute. Questo mi ha insegnato a

vedere le cose con un occhio diverso,

un occhio consapevole delle difficoltà

di ragazzi come me. Questo mi ha inse-

gnato a capire perché dei ragazzi sono mol-

to chiusi.

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Anonimo: ricordo diverse occasioni in cui

ho gioito e altre in cui ho provato tristezza

come il giorno in cui ho giocato la partita di

pallavolo ma avendo perso ho scaricato su

un amico, senza rendermene conto, tutta la

rabbia e la colpa per aver perso e questo

mi ha fatto capire che non si può incol-

pare nessuno senza chiedersi se ab-

biamo sbagliato anche noi.

Matteo: La maggior parte del tempo che

passo in classe sono fermo ma nella mia

mente immagino, vedo le cose con gli occhi

della fantasia, trovo nel

le più piccole cose un tesoro, un mondo da

esplorare. Credo di essere fortunato ad es-

sere ancora piccolo perché noi ragazzi dob-

biamo pensare solo poche cose alla volta.

Gli adulti pensano troppo e tutto insieme

ma sempre e solo al lavoro. La scuola ci

insegna, ci protegge, ci aiuta a pensare

a questa realtà che prima o poi dovre-

mo affrontare. Quest' anno con l'aiuto di

alcune professoresse sono riuscito a miglio-

rare la mia condizione. Anche gli amici

servono a crescere, a riempire i vuoti

che hai dentro, a 'capire', 'intendere',

'volere' e queste parole si capiscono me-

glio quando si ha un compagno di un'altra

nazionalità in classe e riesci a comprendere

come ci si sente a essere diversi, cosa si

prova ad entrare in un'altra classe, provare

le stesse emozioni di quella persona. È una

cosa meravigliosa che ho provato perso-

nalmente mettendomi nei panni di chi soffre

per la lontananza dei genitori o per l'allon-

tanamento dalla patria. Quest'anno è stato

un'esplosione di emozioni e nuove co-

noscenze che mi hanno arricchito e

aiutato a crescere.

Gualtiero: Tra le esperienze che più mi

hanno arricchito ricordo con fierezza le ga-

re di matematica, che mi hanno arricchito

dal punto di vista culturale e intellettuale.

Ma ciò che mi è rimasto ancora più impres-

so è stata la mattina che abbiamo passato

a ballare la salsa insieme alla nostra prof.

Io, che non posso fare alcun tipo di attività

motoria a causa di un problema a un ginoc-

chio sinistro, dopo un momento di incertez-

za, ho iniziato a "sciogliermi" e a ballare in-

sieme agli altri. Ogni tanto mi fermavo e mi

sedevo per fare riposare la mia gamba ma,

appena potevo riprendevo a ballare. Devo

ammettere che, tre le ore passate a scuola

è stata l'ora che mi ha arricchito di più dal

punto di vista sociale e emozionale. La

gioia che ho provato a ballare insieme

agli amici è stata immensa. Un esperien-

za stimolante e divertente.

Veronica: Anche quest' anno è finito. E'

passato molto velocemente. Amo la mia

classe e non smetterò mai di dirlo! Mi

hanno fatto passare due anni bellissimi,

stupendi, indimenticabili! Quando finirà la

scuola sarò da una parte triste dall'altra fe-

lice. Felice perché si andrà in vacanza, ci si

rilasserà e si incontreranno gli amici estivi.

Sarò triste perché non vedrò per tre mesi i

miei compagni di classe. Già so che mi

mancheranno. Amicizia è sinonimo di di-

vertimento ed amore, ed è la cosa che

provo per loro. Quest'anno, inoltre, ab-

biamo conosciuto una "nuova Elisa". La

chiamiamo così perché è cambiata un sacco

in confronto all'anno scorso. Lei stava sem-

pre nel suo laboratorio, mentre adesso vie-

ne molto volentieri in classe, lei non dialo-

gava con me, mentre ora ci chiama con il

linguaggio del corpo, si vuole sedere vicino

a noi e durante la ricreazione ci ''rubacchia''

anche la merenda. Mi sento realizzata

quando penso che lei sia così anche per

merito mio. L'uscita più bella e allegra è

stata sicuramente quella in cui abbiamo

portato Elisa a prendere il gelato e a saltare

ai jumping con tutta la classe. Siamo usciti

da scuola e ci siamo fatti due foto di grup-

po, poi ci siamo incamminati per la gelate-

ria dove abbiamo preso un cono medio...ce

lo siamo divorati!! E' stato un anno fanta-

stico e questo anche per merito di Elisa, la

"nuova Elisa".

Claudia: L'anno scolastico è ormai finito e

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credo che mi mancheranno molto i miei

compagni, compresa Elisa. Lei è una ragaz-

za disabile, ma come noi vuole essere

apprezzata, accettata ,e avere degli

amici; è speciale, dolce, sempre pronta a

scherzare con noi, ha degli occhini bellissimi

e sinceri e vuole sempre farci capire cosa

prova con il linguaggio dei segni. Elisa è

riuscita ad integrarsi benissimo con noi,

creando un rapporto di sincerità e amicizia.

Questo fatto mi rende felice e orgogliosa,

perché so che se lei è riuscita ad instaurare

un rapporto così bello è anche opera mia;

ora so capirla e so come aiutarla perché ho

imparato come lei comunica, cioè con il lin-

guaggio dei segni. Con lei c'è anche del

la complicità, soprattutto quando viene a

fare ricreazione: viene in mezzo a noi ci

"rubacchia" la merenda, si avvicina quando

chiacchieriamo... Una volta mi ricordo che

noi femmine stavamo parlando e ci erava-

mo messe in un angolino; lei è venuta ad

ascoltare e comunicare con noi e quando si

è avvicinata la prof. di sostegno che la se-

gue, Elisa l'ha respinta per farla allontanare

perché voleva stare sola con noi !!! Che

conquista!!! Vedere Elisa felice mi

riempie il cuore di gioia e il suo cam-

biamento dall'anno scorso a oggi ha

cambiato qualcosa anche in me, sono

più allegra, sono più sicura perché so

come comportarmi, mi diverto tantissimo

quando la vedo saltellare o correre o scher-

zare e sono contenta quando si avvicina

spontaneamente a noi come quando è en-

trata in classe, è andata dritta da Matteo e

gli ha dato un bacio sulla guancia ! Eh si,

credo proprio che sarà difficile lasciarla do-

po le medie perché ormai la sento come

parte di me.

Matteo: Durante quest'anno scolastico che

purtroppo è finito, ho imparato tante cose

nuove. Con le lezioni con la Professoressa di

Integrazione ho imparato come stare in-

sieme tra noi, avere cura di noi, amar-

ci. Ho imparato anche i gesti che Elisa fa

per comunicare con noi che prima non sa-

pevamo perché nessuno ce li aveva mai in-

segnati. Con la professoressa ho imparato

cose nuove perché spiega in modo semplice

e comprensivo e poi ha avuto un idea ge-

niale: abbiamo fatto delle attività creando

piccoli oggetti che abbiamo venduto per

andare a prendere un gelato con Elisa. Io,

grazie alle professoresse che hanno cura di

lei ho imparato i suoi gesti e prima non ne

sapevo niente. Ho imparato come com-

portarmi guardando l'esempio delle

professoresse. Queste sono le cose mi

serviranno nella vita!

Christian: L'anno scolastico è finito. Io so-

no molto contento che sia finito perché sin-

ceramente non ce la facevo più a svegliarmi

alle 7.00 e a fare sei ore di scuola. Quest'

anno la scuola mi ha dato sa emozioni ne-

gative che positive. Ho litigato con il mio

migliore amico per ben due settimane e

questo mi ha provocato molto stress, e poi i

compiti e le interrogazioni, ma è stato bello

ridere scherzare e stare insieme agli amici.

Ho imparato ad avere più fiducia nei

compagni e sentirmi più felice quando

faccio pensieri carini verso le persone a

cui voglio bene. Ho imparato ad acco-

gliere Elisa a braccia aperte. Con lei

abbiamo fatto molte attività di integra-

zione dove abbiamo imparato a fare

unione, ad essere un gruppo, ad avere

fiducia e ad essere sinceri tra di noi.

Andrea: Quest'anno scolastico è finito. Ab-

biamo svolto molte attività divertenti che ci

hanno anche fatto vivere diverse esperienze

utili e arricchenti. Poco tempo fa abbiamo

creato una presentazione in Power Point

sulla poesia "Se" R. Kipling. Ognuno di noi

ha scelto una frase della poesia che più ci

rappresentava spiegandone il motivo. Io ne

ho curato il montaggio rispettando le deci-

sioni dei miei compagni sull' aspetto che

doveva assumere la loro pagina. Lo sfondo

di ogni diapositiva era un disegno di Elisa,

ogni volta diverso. Questa esperienza di

tipo sociale mi ha arricchito soprattutto

dal punto di vista emotivo perché mi ha

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insegnato a stare con Elisa e a diver-

tirmi insieme a lei.

Monica: Adoro scrivere temi, mi piace

sin da piccola, quando scrivevo piccole sto-

rie di qualche pagina. Ma la cosa che più mi

fa sentire contenta è quando il professore li

legge ad alta voce e mi premia con un bel

voto. Questo è importante per me perché

da grande voglio fare la scrittrice famo-

sa e le medie sono la rampa d'inizio di que-

sto bel sogno. Leggo perché mi piace, ma

soprattutto per imparare a formulare me-

glio delle frasi e per ampliare il mio vocabo-

lario Quando scrivo i miei temi ci metto

l'anima. Quando lui li legge ad alta vo-

ce non posso non sorridere e avvampa-

re dall'emozione.

Aminta Patrizia Infantino,

Docente di Sostegno Scuola Superiore di

primo grado "SMS Pintor" e "Cecco Angio-

lieri" - Roma

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Esperienze a...cinque sensi! Il laboratorio di manipolazione di Melchiorre Antonia - Attività Laboratoriali

Con la collega Irma Ancona, insegnante di

sostegno delle classi prime, quest'anno ab-

biamo pensato di proseguire una valida

esperienza laboratoriale iniziata l'anno scor-

so da Sara, Laura e Federica, AEC che lavo-

rano nel nostro plesso, Angeli della Città,

dove però erano inseriti solo bambini certi-

ficati. Quest'anno invece abbiamo voluto

aprire l'esperienza anche ad alcuni bambini

delle classi prime.

Il laboratorio è partito a gennaio, con ca-

denza settimanale e si sta concludendo in

questi giorni. Purtroppo gli incontri sono

stati pochi, avremmo avuto bisogno di più

tempo per svolgere tutto quello che

avremmo voluto! Cercherò di raccontarvi

ciò che siamo riusciti a fare in questi pochi

incontri, spero di riuscirci nel miglior modo

possibile.

Durante il primo incontro abbiamo fatto

toccare, osservare e assaggiare alcuni

tipi di verdure, frutta e ortaggi (insalata,

cavolfiore, radicchio, prezzemolo, basilico,

zucchine, melanzane, peperoni, carote, pa-

tate, pomodori, cipolle, limoni, arance,

mandarini) con i quali poi i bambini, intin-

gendoli nel colore, hanno realizzato tutti in-

sieme un grande cartellone, utilizzando la

tecnica del timbro. Mi ha colpito la curio-

sità con la quale assaggiavano ciò che gli

veniva proposto, anche se crudo o con odo-

ri non proprio familiari, viste le difficoltà che

hanno in genere a mensa a mangiare ciò

che è verde!! Ed infatti alcuni bimbi non co-

noscevano ne i nomi, ne gli odori e i sapori

di certi vegetali!

Dopo aver realizzato tutti insieme questo

primo cartellone chiamato "pittura con

verdura", ognuno di loro ha fatto la stessa

cosa ma individualmente su uno o più fogli.

La volta dopo alcuni disegni sono stati

strappati e i vari pezzettini suddivisi per co-

lore. Il passo successivo è stato quello di

realizzare tutti insieme un mandala, par-

tendo dal centro fino ad arrivare alla perife-

rica incollando i vari pezzetti di carta, se-

condo i colori scelti.

Dopo aver lavorato con la frutta e la verdu-

ra fresca, abbiamo deciso di far conoscere

ai bambini i vari cereali e legumi secchi,

(lenticchie rosse e verdi, ceci, piselli, vari

tipi di fagioli, riso, mais, farro, orzo, sesa-

mo) utilizzando anche qui tutti i sensi tran-

ne il gusto (anche se alcuni di loro avrebbe

voluto assaggiarli crudi!): li hanno odorati,

toccati per sentire se erano lisci o ruvidi, ed

osservati per vedere le varie forme, gran-

dezze e colori.

Anche in questo caso erano pochi gli ele-

menti presentati che i bambini già conosce-

vano.

Dalla prima pagina

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Pag.19

Dopo aver suddiviso per forma e colore i le-

gumi e i cereali, abbiamo realizzato insieme

a loro un altro mandala utilizzando i vari

materiali mostrati, sempre partendo dal

centro. Per completarlo ci sono voluti alcuni

incontri. Visto che al mandala ci lavoravano

al massimo due bambini, abbiamo dovuto

trovare parallelamente attività che tenesse-

ro contemporaneamente impegnati gli altri.

Così mentre alcuni mettevano nel loro va-

setto, a scelta o i fagioli o le lenticchie con

un po' di cotone imbevuto d'acqua, altri in-

tanto coloravano il proprio mandala perso-

nale. In questo modo tutti i bambini sono

riusciti a rotazione a fare tutto.

Finito "il mandala del tatto" siamo passa-

ti all'ultimo step: costruire maracas con

bottigliette di plastica riempite sempre con

cereali o legumi, in modo che potessero

produrre suoni diversi. Qui la difficoltà per i

bambini è stata quella di individuare, tra 3

o 4 suoni effettuati scuotendo con la stessa

intensità le maracas, quello che facesse

meno rumore.

Tutto il materiale realizzato in questi mesi

verrà esposto in mostra per i genitori

nell'ultima settimana di scuola.

Non è facile riuscire a descrivere in poche

righe il lavoro fatto in questi mesi e proba-

bilmente non sono riuscita a passarvi le

emozioni che i bambini e noi adulti abbiamo

provato lavorando insieme. Per motivi di

privacy non posso mostrarvi le foto dei loro

volti scattate durante i vari incontri, mi limi-

to a farvi vedere ciò che hanno realizzato,

spero che almeno questo vi possa un po'

emozionare. Quando si chiude un'attivi-

tà si fa sempre il bilancio di ciò che ha

funzionato e quello che poteva andare

meglio. Purtroppo per mancanza di tempo

non siamo riusciti a lavorare molto sui suo-

ni, ci sarebbe piaciuto far suonare qualcosa

ai bambini, come anche cucinare qualcosa

di semplice insieme a loro...magari potreb-

be essere il punto da cui partire il prossimo

anno!

Sicuramente questo lavoro è stato una pic-

cola goccia, uno spazio ristretto ritagliato

alla didattica "classica" ma che ha dato a

questi bambini la possibilità di sperimentare

e conoscere in modo diverso e piacevole.

Spero tanto che si riescano a "proteggere"

spazi preziosi come questi anche in futu-

ro....per poter ancora VEDERE, SENTIRE,

TOCCARE, ODORARE E GUSTARE ...la

scuola divertendoci!!!

Antonia Melchiorre,

docente di sostegno, IC Perazzi – Roma

Vedi il photogallery sulla versione online

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Quello che non ho Riflessioni su un ciclo che sta per concludersi di Ansuini Cristina - Dedicato a te

Non amo molto fare bilanci, mi mettono

sempre un po' di tristezza, mi fanno avver-

tire un senso di perdita per qualcosa che

invece dà e continuerà a dare tanto.

Ma la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto

Saviano "Quello che (non) ho", un pro-

gramma di parole e sulle parole - che non

sarei stata capace di immaginare neanche

nei miei sogni più rosei! - mi dà la possibili-

tà di raccontare nel modo che mi è più pro-

prio cosa significano cinque anni di lavoro

con un manipolo di imberbi creature.

Per prima voglio mettere la parola che ho

inviato al sito di Quello che (non) ho e cioè

storia. È una parola che amo molto perchè

con lei comincia e si evolve tutto, per tutte

le sue sfaccettature e che dà un po' un sen-

so a queste brevi riflessioni. Per storia in-

tendo non solo quella con la S maiuscola

che tanto mi appassiona, ma anche quella

del racconto, della fiaba da ascoltare, della

barzelletta che fa ridere, degli articoli da

leggere, dell'evento da commentare, della

trama di un libro.

Subito dopo mi viene in mente entusia-

smo: questi anni sono stati sempre e co-

munque all'insegna della "voglia di fare in-

sieme", del mettersi in gioco anche nelle

avventure più spericolate, dell'affrontare le

difficoltà con un sorriso, con la forza di una

battuta, con la luce scherzosa negli occhi.

Un'altra parola chiave è stata curiosità,

una ricerca continua di soluzioni originali e

condivise piuttosto che di risposte precon-

fezionate ha segnato i nostri percorsi lingui-

stici, le nostre indagini storiche, i nostri

racconti "a più mani", i nostri attacchi d'ar-

te, l'organizzazione delle nostre uscite di-

dattiche, l'assemblaggio dei cartelloni...

Comunicazione è l'altra parola irrinuncia-

bile ed ecco apparire i circle time, i racconti

delle vacanze, la cassetta della "posta in-

terna", la corrispondenza quinquennale con

la nostra classe gemella di Bologna, gli

esercizi di stile alla Queneau, la preparazio-

ne di lezioni per i genitori, gli spettacoli di

Natale, i circoli letterari, i laboratori di scrit-

tura creativa, lo scambio di poesie, le ras-

segne-stampa del lunedì mattina sulla do-

menica calcistica.

The last but not the least metto impegno,

in tutte le possibili sfumature che questa

parola può avere: dal cooperative learning

allo studio di argomenti nuovi e complessi,

dall'accoglienza di bambini nuovi e speciali

all'informazione su fatti ed eventi particolari

all'approfondimento di tematiche comples-

se, difficili da affrontare anche per noi adul-

ti, come lo studio che abbiamo fatto ulti-

mamente sul ventennale delle stragi di Ca-

paci e di via D'Amelio, aiutandoci con il libro

di Luigi Garlando "Per questo mi chiamo

Giovanni".

Dalla prima pagina

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Rispettando lo stile Fazio-Saviano, mi piace

concludere con un tipico decalogo "quello

che ho/quello che non ho":

quello che ho è una grande soddisfazione

per il lavoro fatto

quello che non ho è il rimpianto di non aver

"finito il programma"

quello che ho è la voglia di continuare a

tessere rapporti

quello che non ho è tagliare i ponti col pas-

sato

quello che ho è un serbatoio infinito di

emozioni e affetti

quello che non ho è un briciolo di rancore

quello che ho è il mio "essere" maestra

quello che non ho è "fare" la maestra

quello che ho sono gli occhi pieni di belle

immagini a colori

quello che non ho è la nostalgia

quello che ho è la voglia di ricominciare

Cristina Ansuini,

Psicologa, Docente presso la scuola "2 ot-

tobre 1870", I.C. Piazza Borgoncini Duca,

Roma

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La scuola in chiusura Un percorso avviato che (non) finisce di Nucera Roberto - Orizzonte scuola

Come ogni fine d'anno che si rispetti non

manca fare il resoconto di tutto un percorso

che oggi riusciamo a vedere in maniera più

chiara, liberi dai "se" e dai "ma" nei quali

alcune ipotesi di cambiamento e di crescita

si sono verificate, pur se non siamo comple-

tamente "pro-sciolti" da quelli che avremmo

potuto compiere. Ogni scelta compiuta e di

strategia ha fatto il suo decorso, altre un

po' meno, altre potevano essere fatte di-

versamente (lo dico oggi, però!), altre an-

cora non hanno dato i frutti sperati. Quello

che deve rimanere è la convinzione che il

nostro intervento, quando prendiamo

decisioni, scegliamo di percorrere una

strada anziché un'altra è sempre detta-

ta dalla possibilità di riuscita, che fa-

cendo così stiamo facendo bene e ope-

riamo per il bene dei nostri alunni, che

quella è la strada giusta.

Quello che mi fa pensare e (non) mi stupi-

sce e trovare ancora qualcuno in attesa dei

risultati in un tempo preciso, altrimenti è

come se andassero incontro ad una definiti-

va scadenza. Così facendo significa che l'at-

tenzione è spostata più sulle cose da fare,

sul fare, sul produrre, il risultato che ne de-

riverebbe. Mi da l'idea di una macchina se-

riale dove si eseguono determinati proce-

dimenti e sulla base del prodotto finale de-

termino se va bene o se va male.

L'attenzione, piuttosto, dovrebbe (deve) es-

sere orientata sul processo che sta dietro,

sul modo di lavorare e come viene costruita

quella cosa, l'ingranaggio, se c'è del pro-

prio, come era prima e com'è divenuta in

seguito, la manipolazione: il cambiamento

del "prodotto" insieme alla persona.

Qui subentra la fatidica valutazione che ri-

mane sempre un punto caldo e caro a noi

docenti, perché a prescindere tutti i para-

metri che possiamo concordare e inserire

dentro questa grande tematica, attesa e

dovuta. È difficile e non si deve standar-

dizzare un percorso, quando ogni sog-

getto è diverso, anche se si rende ne-

cessario trovare dei "focus" nei quali

puntare e azionare l'obiettivo. Questa

va fatto considerando chi, in quell'istante,

sta davanti alla macchina e cosa vuole im-

mortalare chi sta dietro.

La valutazione che analizza ed esamina un

determinato "modus operandi" e operato,

unita ai tanti scatti di persone diverse i

quali assemblati insieme raccontano e rive-

lano lo spaccato di un processo, deve met-

tere in evidenza almeno due momenti fon-

damentali: il momento passato e quello

presente. Il passato come condizione di

partenza, di conoscenza, di essere in un

certo modo, nel modo proprio; il presente

come un situazione (frangente) di arrivo, di

conoscente, di essere presente e pronto a

continuare.

La valutazione deve riportare più spesso il

cambiamento positivo del nostro alunno,

cogliere il buono che ha fatto e valorizzarlo.

Laddove questo viene meno bisogna com-

Dalla prima pagina

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Pag.23

prendere (e far comprendere) che non è né

conclusivo né immutabile.

Il cambiamento non è mai unilaterale e

credo non si possa esaurire in un tempo li-

mitato o che siamo noi a deciderlo. A me,

però, piace pensare che basta a volte

un semplice "tocco di mano" o di testa

per far si che le cose possano seguire

un altro corso.

E se non sarà quello giusto per noi, forse lo

potrà essere per qualcun altro.

Roberto Nucera,

docente di sostegno IC Carlo Levi, Roma

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Un prisma di luce colorata di eventi A fine anno scolastico di Riccardi Barbara - Attività Laboratoriali

Se ad un certo punto nel trantran di tutti

giorni, fatto di sincronismi di appuntamenti,

di affari da seguire e gestire, all'improvviso

dal plumbeo di pensieri appesantiti dalla

monotonia intravedete un barlume di luce

sbucare dal grigiore dei muri del quotidiano

vivere, non vi preoccupate, non siete dei vi-

sionari. Se vedete dei raggi colorati che

partono tutti insieme, nello stesso momen-

to, dallo stesso punto che attraversano un

prisma di cuori/menti, che arrivano e si di-

vidono e vanno a "colpire" ogni cosa al loro

passaggio, no, non vi agitate. Questi raggi

una volta ammantate cose e persone, poi si

ricongiungono fondendosi tutti insieme con i

colori vicini formando un "ARCOBALENO"?

Se poi questa visione/immaginazione conti-

nua nell'apparirvi come l'unione di questo

unico fascio di luce colorata che da "alla lu-

ce" un luogo dove poter passare il tempo,

dove potersi dedicare alle proprie passioni,

dove creare relazioni, imparare e studiare,

dove sentirsi parte di un insieme che va

verso lo stesso fine ... "fare per imparare a

fare con passione e dedizione", attenti, non

vi spaventate, siete entrati nella realtà di

un mondo che esiste veramente, un posto

così fatto, di tanti colori, dove bambini, ra-

gazzi e famiglie possono ritrovarsi è il mi-

crocosmo della Scuola, un "Raggio Verde",

un fenomeno fisico/atmosferico talmente

raro, l'atmosfera dev'essere tersa, nel suo

romanzo J. Verne dice: "Chi vede il raggio

verde quella persona è capace di vedere nei

sentimenti altrui e propri"

Una fucina di passioni e relazioni, dove

creare ed inventarsi, un luogo di incontro

tra conoscenza e crescita. La Scuola "luogo

di coccole di pensiero" che fanno crescere la

mente, contro l'apatia e l'insicurezza. I

bambini sono spugne, sanno tutto, ascolta-

no tutto e appunto ... "assorbono" tutto e

quando gli si trasmette passione e/con

Amore, loro SONO "AMORE"! Immaginiamo

ogni nostra Scuola come un Sole con i suoi

raggi, fonte di un "ARCOETERNO" di luce di

speranza, eterno perché mentre di solito

pur di non andare a scuola si trovano mille

scuse, qui invece, piccoli e grandi, non ve-

diamo l'ora di rincontrarci, soprattutto dopo

i weekend di separazione. Siamo strani,

non vorremmo che passassero mai le otto

ore di tempo pieno, ma è così, noi POSSI-

BILI nelle nostre Scuole ci divertiamo e ...

CONDIVIDIAMO! Di solito è alla campa-

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nella dell'uscita che si vedono flotte di

bambini "Ferrari" che si precipitano tra

le braccia dei loro genitori, invece acca-

de proprio il contrario, è con la campanella

di inizio lezioni, quando si aprono i cancelli

che i nostri ragazzi corrono all'impazzata

per raggiungere le loro aule, per ritrovarci

tutti insieme di nuovo. Certo è difficile da

immaginare, capisco il vostro stupore di

questa prova di AMORE che ci lega gli uni

agli altri, piccoli e grandi, felici/festosi di

riabbracciarci per raccontarci, per imparare

a/e fare!

Credo che questa si possa chiamare "RI-

COMPENSA", per noi educatori che lo fac-

ciamo per/con passione. Certo, non è pro-

prio per tutti così ... non è tutto oro ciò che

luccica, non è tutto rose e fiori, non è pro-

prio una passeggiata, ma per noi che non è

un dovere, ma è un piacere, una "Mission

Impossible" dove con dovizia ed Amore, su-

periamo fatiche e difficoltà, uniti e sempre

pronti a dispensare sorrisi!

Per salutarci prima delle vacanze e salutare

l'anno scolastico trascorso insieme, nel no-

stro Circolo Didattico il 143° "Spinaceto",

piccoli e grandi di ogni Plesso, abbiamo

preparato dei saluti un po' speciali.

Il Plesso Frignani, ormai veterano ed esper-

to Polo Scientifico dell'Università della Sa-

pienza alla XV Edizione del Musis ha propo-

sto la sua "Serata delle Stelle", venerdì 25

maggio ore 21. I ragazzi delle classi I II e

V "hanno guidato" il nostro pubblico alla

scoperta della volta celeste in compagnia

degli esperti astrofili dell'Ass. "Accademia

delle Stelle" armati dei loro potenti telesco-

pi, sulle note musicali di "flauti magici", con

coreografie e canti, coordinati dalla Refe-

rente del Progetto, la docente Liberati e

dalla docente "artistica" Pieroni insieme alla

collaborazione di tutti gli insegnanti di ogni

classe partecipante, tra cui la classe II del

Plesso Renzi. Ospiti d'eccezione, onorati di

averLi con noi e che ringraziamo: il Vice

Sindaco Belviso, il Presidente del Municipio

XII Calzetta, il Presidente Commissione

Scuola Municipio XII Alleori, il Presidente

Commissione Servizi Sociali Pezone, il Con-

sigliere Pollak.

Dal 25 maggio fino alla conclusione

delle lezioni, a suon di musica giungeran-

no i saluti da parte dei ragazzi del Plesso

Renzini che si esibiranno in una serie di

kermesse ogni pomeriggio, seguiti dalla di-

rezione dei maestri musicisti dell'Ass. Musi-

cale Sol Fa Mi. Grande richiamo soprattutto

per le classi IV che si esibiranno con uno

strumento al quanto insolito, il mandolino.

Le altri classi dimostreranno tutta la loro

bravura tra sfide a scacchi e opere d'arte

realizzate all'interno del Progetto "Laborato-

rio Arti e Mestieri", tutti i giovedì per classi

aperte, con laboratori di pittura, riciclaggio,

transformers, ceramica, creazione di burat-

tini, murales e giardinaggio.

Coordinatori dei laboratori i docenti Romeo

e Guercia.

Renzi in Festa inizia martedì 29 maggio

in cui le classi I, II, III e V si esibiranno al

Teatro del Torrino con lo spettacolo curato

dall'Associazione Teatrale che ha lavorato

durante tutto l'anno.

Come tradizione vuole anche quest'anno l'8

giugno alle ore 16,30 ogni classe darà il

meglio di sé in perfomance tra coreografie e

canti. Novità? Anche i genitori saranno

coinvolti, i "grandi" daranno sfoggio della

loro bravura con lo spettacolo "Genitori allo

sbaraglio", (questa non è proprio da perde-

re). Il saluto alla classe V a conclusione di

un anno scolastico e soprattutto del loro ci-

clo di cinque anni passati insieme, con lo

spettacolo "Gli aquiloni e l'Arcobaleno". La

parte coreografica sia dei piccoli che degli

adulti è curata dal docente Illiano. Spetta-

colo musicale da non perdere della IV con

l'Ass. Sol Fa Mi il 4 giugno ore 14,30.

Dal 23/25 maggio nel Plesso Avolio la II

Edizione della Mostra degli Amici diversa-

mente abili della Comunità di S. Egidio "Noi

l'Italia", Mostra che è stata in esposizione al

Quirinale. Questa Mostra raccoglierà anche

le testimonianze delle interviste realizzate

dai ragazzi delle classi IV e V ai nonni del

territorio di Spinaceto e Tor de' Cenci e

dell'opera artistica creata dai bambini delle

I, II e III durante il laboratorio "Diverso da

chi".

Dal 22 maggio al 7 giugno parte la ker-

messe con i Saggi di musica a cura della

poliedrica Maestra Michela dell'Ass. Sol Fa

Mi. Martedì 5 giugno ore 15,30 inaugu-

razione "Dalla Pianura alla montagna pas-

sando per la collina", Mostra interattiva

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conclusiva di un percorso laboratoriale che

ha visto coinvolte tutte le classi del Plesso

Avolio, ragazzi e docenti cooperatori di ope-

re artistiche, tra cui quelle regalateci dal io-

logo Prof. Francesco Petretti al suo passag-

gio, realizzate durante il suo intervento,

cartelloni esplicativi in collaborazione con la

biologa Prof.ssa Valeria Giacanelli, ricerche

e schemi che trattano animali e piante e i

loro prodotti derivati di ogni territorio. Il

tutto con il sottofondo musicale e canoro

dal vivo del Coro della Siae.

La Mostra è aperta tutti i giorni dalle

14,30/16,30 alle famiglie e alle perso-

ne del territorio fino all'8 giugno, giorno

in cui tutti insieme saluteremo le classi V

originale, insieme al Coro del Centro Anzia-

ni di Trigoria "Alberto Sordi", con un recital

dai toni originali, un saluto/ponte genera-

zionale di unione per consolidare ancor di

più l'importanza del legame con i nonni. Il

tutto grazie alla grande cooperazio-

ne/collaborazione di tutti i docenti, proprio

tutti, del Plesso, sotto la guida attenta e

scrupolosa del Referente di Plesso il docen-

te Franchina, la docente Monetti, la docente

Citro Calabrese e al "Pesce" che non dice

ma c'è!

Eccellente team di assalto positivo/fattivo.

Un ringraziamento a tutti, soprattutto agli

esperti biologi, ricercatori e tecnici, che

hanno contribuito con la loro passione, alla

realizzazione di ogni manifestazione. Un

grazie anche alla Protezione Civile dell'Ass.

Volontari A.V.P.C. Roma Eur, al Commissa-

riato della Polizia di Spinaceto e alla Caser-

ma dei Carabinieri di Tor de' Cenci per il lo-

ro essere presenti, vigilanti e attenti.

Una buona visione prismatica e un RAGGIO

VERDE a tutti!

Barbara Riccardi,

docente 143° CD "Spinaceto" – Roma

Il Raggio Verde J. Verne

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www.5xk.it Rivista multietnica e multiculturale rivolta agli alunni delle scuole primarie di Camicia Claudia - Attività Laboratoriali

Ognuno immagina, da fanciullo, di vivere le

proprie avventure: chi nel mare tempesto-

so, chi nella giungla, chi nello spazio, co-

munque e sempre imprevedibili, esaltanti e

sorprendenti.

Anche noi abbiamo fatto parte di questa in-

domita schiera e diventati adulti abbiamo

deciso di lanciarci in un'ulteriore avventura.

Abbiamo individuato quella che aveva un

maggior tasso di sfida culturale e un più al-

to fattore sociale d'indifferenza: la promo-

zione della lettura.

Dopo più di un anno di gestazione creativa

e pedagogica per ideare tutte le caratteri-

stiche necessarie a realizzare un progetto

innovativo, l'équipe di stolidi redattori ha

pubblicato a marzo 2011 il primo numero

della rivista multiculturale 5perché, per

bambini da 5 a 11 anni.

La redazione è formata da scrittori, giorna-

listi, bibliotecari, insegnanti, esperti di lette-

ratura giovanile che hanno fatto confluire le

loro competenze in un unicum per realizza-

re una rivista adatta ai bambini italiani,

stranieri, di seconda generazione.

Non la solita rivista, quindi, ma una rivista

che promuove la lettura, con diversi livelli

linguistici di comprensione e rielaborazione;

facilita l'inclusione sociale e l'integrazione

tra i bambini; aiuta la conoscenza dell'ita-

liano e di altre lingue straniere a confronto;

permette l'inserimento e il tutoring tra

bambini di diverse fasce d'età - grazie all'u-

so delle lingue straniere assieme all'italiano

- e stimola il recupero della cultura d'origine

dei genitori o del bambino, anche attraver-

so l'uso del sito interattivo. Queste caratte-

ristiche si sono dimostrate utili, anzi prezio-

se, durante gli incontri con i bambini sia

nelle scuole sia nelle Fiere del libro.

Nel corso di questo primo anno più di

10.000 bambini hanno avuto un contat-

to diretto con la rivista e molti hanno in-

contrato i redattori e gli illustratori in vivaci

incontri studiati ad hoc. Il sito interattivo

www.5xk.it contiene parte dei materiali

prodotti, altre tracce della comunicazione

tra i lettori e i redattori si riscopre nei blog

spontaneamente nati con le biblioteche.

Attività Laboratoriali

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Dopo queste iniziali esperienze di lettura e

laboratori possiamo considerare l'interesse

dei bambini come una cartina tornasole.

Abbiamo per esempio proposto incontri con

letture e laboratori sui proverbi dal mondo,

inserendo anche quelli italiani - in modo

specifico quelli romani e campani.

E' stato evidente come i bambini delle città

(Roma, Pisa, Torino) potessero solo recupe-

rare, grazie alla memoria, quelli pronunciati

dai nonni, mentre i bambini residenti in lo-

calità minori (Polla, Villa d'Agri, Treviolo) ne

avevano una percezione più diretta perché

anche loro li usavano in modo più diffuso,

quasi quotidiano.

L'impegno del GSLG è di promuovere la

lettura perché dà accesso alla cono-

scenza di sé e del mondo, ogni volta che

incontriamo gli adulti notiamo il loro deside-

rio di far parte del processo formativo che

avvicina i bambini alla lettura: nel progetto

della rivista 5perché abbiamo quindi ideato

un sussidio con consigli e materiali per ap-

profondire, adattare, inventare, compren-

dere gli argomenti di ogni numero.

Inoltre:

I COLORI DEL SOGNO è una mostra itine-

rante con una selezione di 30 illustrazioni

originali create per i primi 4 numeri della

rivista dagli artisti della Scuola Internazio-

nale di Sarmede (TV). La mostra è un otti-

mo strumento per l'educazione visiva per-

ché mette a confronto varie tecniche (ac-

quarello, acrilico, tecnica mista, collage, pa-

stello ecc.) Gli alunni in visita hanno realiz-

zato vari laboratori di disegno per creare le

loro tavole da inserire nella fiaba, con l'au-

silio di un illustratore.

COSA SCRIVO NEL BALOON? Anche i labo-

ratori di fumetto per il secondo ciclo di

scuola primaria hanno dato esiti positivi

perché hanno puntato sull'analisi del testo,

la sintesi e la realizzazione di brevi

script/sceneggiature. L'uso della lingua ita-

liana può ogni volta essere calibrato in base

alle effettive conoscenze linguistiche dei

bambini eliminando il senso di inadeguatez-

za dei più piccoli o degli stranieri. Molti

hanno usato le onomatopee o il gergo gio-

vanile dando vita a soluzioni simpatiche e

originali.

Claudia Camicia

[email protected]

Presidente

GRUPPO DI SERVIZIO PER LA LETTERATU-

RA GIOVANILE

www.gruppoletteraturagiovanile.it

riv. trim. PAGINE GIOVANI

Via dei Colli Portuensi,12

00151 Roma Italia

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Azioni di fine anno scolastico... tra vecchie e nuove pratiche Piccolo glossario semi-serio (nonché incompleto e assoluta-mente imperfetto) sulla valutazione di Presutti Serenella - Organizzazione Scolastica

Maggio: mese di azioni conclusive dell'anno

scolastico. Messa a punto generale del si-

stema valutativo dell'apprendimento,

dell'insegnamento e di tutta la "macchina"

SCUOLA!

Chi valuta chi? ...e cosa?

Insegnanti che valutano gli Alunni:

consigli di classe e scrutini. Priorità certa il

"rendimento " scolastico attraverso la misu-

razione "oggettiva" di quanto insegna-

to...l'oggettività però è possibile solo se se

ne accetta la "soggettiva oggettivazio-

ne"...vale a dire: è impossibile pensare ad

un sistema valutativo inaccattabile e tecni-

camente perfetto;

forse è più importante concentrare le pro-

prie energie sul concordare le priorità, i cri-

teri e i linguaggi con i quali riuscire a co-

municare valutazione, piuttosto che soffer-

marsi troppo su una visione del passato ...

OGGETTO DELLE VALUTAZIONI: ancora

troppo spesso il che cosa ( che va pur mi-

surato...) e forse ancora troppo poco il co-

me...

Alunni che valutano gli insegnanti: l'a-

zione più significativa è indubbiamente

quella "informale", al momento dei saluti

finali, che avviene attraverso sguardi più o

meno diretti, abbracci più o meno plateali,

pianti o urla di gioia, con i sentimenti più

contradditori possibili, nella mutevolezza di

chi ama e odia allo stesso tempo. La spen-

sieratezza dell'età della scuola, che quando

ritorna in mente niente avrà di oggettivo se

non il ricordo stesso, spesso condiviso in

gruppo... OGGETTO DELLE VALUTAZIONI:

e emozioni, cosa è importante per me..

Genitori che valutano insegnanti, colla-

boratori, dirigente, segreteria, men-

sa...tutta la scuola:

Customer satisfation: "La rilevanza della

Customer satisfaction come obiettivo stra-

tegico è sostenuta da alcune tendenze evo-

lutive del mercato. Tra le cause dell'orien-

tamento alla soddisfazione del cliente.....le

tendenze strutturali del rapporto domanda

e offerta" ( definizione da Wikipedia).

In realtà, più che della valutazione del

cliente rispetto all'offerta di mercato, la de-

finizione è presa in prestito per definire

maggiormente il concetto di "percezione"

della qualità del servizio; rimane la diffi-

coltà di inscrivere nella parola "servizio" la

scuola e la complessità delle relazioni che si

coltivano sia al suo interno che al suo

esterno, ma trovo certamente fondamenta-

le richiedere cosa pensano di noi e di quello

che facciamo, di come lo facciamo, diretta-

mente ai nostri fruitori... OGGETTO DELLE

VALUTAZIONI: La pratica ormai diffusa

dell'utilizzo di questionari di autovaluta-

zione e di customer satisfation hanno

customer satisfation

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senz'altro il merito di farci interrogare su

quello che si offre e come lo si fa...spesso

però i Genitori scambiano la preziosa op-

portunità per occasione di utilizzare i que-

stionari come se fossero moduli dell'Ufficio

reclami...

I Dirigenti scolastici che "valutano la

leadership": le azioni che sono richieste al

Dirigente in questa fase finale sono molte-

plici e tutte orientate alla "predisposizione"

della rendicontazione formalizzata, sia delle

ricadute educative che in termini di spesa

finanziaria.

Le relazioni che a vario titolo vengono stila-

te dal Dirigente dovrebbero rappresentare

una buona occasione per documentare le

azioni rese dalla scuola per gli Alunni e per

la comunità scolastica.

Il dirigente risponde dell' ACCOUNTA-

BILITY, definizione inglese di difficile fede-

le traduzione, che il dizionario traduce con

<<responsabilità>>. Nella cooperazione

allo sviluppo, il termine è utilizzato ogni

qualvolta si ha a che fare con

l'<<accountable>>, in altre parole, il re-

sponsabile, colui che dirige un progetto, un

programma o una misura d'intervento.

E dunque, tale <<accountable>> può esse-

re un governo o un ministero, così come la

Banca mondiale, la DSC, un manager o il

singolo responsabile di un progetto... quindi

il concetto di RESPONSABILITA' è al centro

delle azioni del Dirigente scolastico, per

cui...OGGETTO DELLE VALUTAZIONI è in-

dubbiamente il "Sistema" intero sotto-

posto alla gestione di quel Dirigen-

te...anche di quelle parti di quel Sistema

sulle quali il Dirigente non interviene diret-

tamente, anzi quasi ne è escluso se non

come referente ultimo di fronte all'utenza,

soprattutto per effetto dell'autonomia "in-

compiuta" di cui soffrono le scuole italiane

dal 1999, anno in cui l'autonomia fu pro-

mulgata con l'ormai datato DPR n° 275...

Anomalie di un sistema (molto autoreferen-

ziale) ormai troppo a lungo sofferente della

sindrome del quasi ...quasi autonomo, con

l'autonomia funzionale, quasi riformato,

con almeno tre Riforme incompiute in un

decennio, quasi Europeo (ma non troppo)

con l'adozione formali delle raccomandazio-

ni OCSE e la (quasi) valutazione nazio-

nale attraverso le Prove Invalsi...in ogni

caso non diminuisce l'intensità e il significa-

to dell'accountability a cui in primis è chia-

mato il Dirigente scolastico e la scuola che

rappresenta...

Non è certo con lo "sconto" sulle responsa-

bilità che potremmo pensare di parlare di

CRESCITA, SVILUPPO E CAMBIAMENTO...le

parole d'ordine di cui noi tutti abbiamo

estremamente bisogno per guardare al

futuro di tutti quei bambini, ragazzi e gio-

vani, che sono poi i nostri alunni e i nostri

figli...

Buon lavoro e accountability a tutti noi!

Serenella Presutti,

psicopedagogista, counsellor,

Dirigente scolastico del 143° C.D. "Spinace-

to" di Roma

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Adempimento burocratico o strumento di lavoro? La compilazione dei "documenti ufficiali" di Damiano Maria Antonietta - Organizzazione Scolastica

Il periodo tra il mese di maggio e quello di

giugno è per la scuola tempo di verifica, di

valutazione e coincide con il momento della

presentazione dei "documenti ufficiali".

Cosa significa questo per i docenti?

Giorni interi (spesso anche notti) a riempire

caselle, righe, ad improntare relazioni, a

stilare verbali.....

E, alla fine, l'adempimento burocratico è

rispettato.

Certo, agli atti della scuola rimarrà traccia

delle presenze, del tempo e del suo impie-

go, del lavoro svolto ma ... in maniera mec-

canica e infeconda.

La scuola, pur nella profonda crisi che sta

attraversando, continua a "sfornare alunni

istruiti ed educati", ad attivare buone prati-

che, a ricercare nuovi percorsi che spesso

danno risultati insperati e che raddoppie-

rebbero i loro frutti se fossero divulgati.

Ciò vuol dire che, nonostante tutto, contro

ogni nera previsione, contro ogni pronostico

da menagramo, i docenti continuano a

lavorare con impegno e ad attivare "

buone pratiche".

La Scuola però, da sempre, ha questo

grande limite: la documentazione, così co-

me è oggi redatta e vissuta, non è un vei-

colo di crescita professionale individuale e

collettiva.

Eppure la Scienza e tutte le scoperte ad es-

sa legate è riuscita a progredire proprio

perché ogni piccolo passo è stato scritto ed

offerto ad un altro ricercatore per avanzare,

e così di seguito: ipotesi, verifica, conclu-

sioni, documentazione, circolazione, divul-

gazione, confronto e....progressione.

Certo, lo spirito con il quale un docente si

appresta a completare un registro di classe

o di programmazione, difficilmente si avvi-

cina a quello di un ricercatore scientifico

che stila il suo rapporto informativo.

Eppure, a mio avviso, dovrebbe adottare

criteri scientifici.

Documentare la situazione di una classe,

descrivere gli alunni che ne fanno parte, le

sue dinamiche, gli avvenimenti che ne han-

no segnato la storia nell'anno, le strategie

attuate per ottenere il massimo da ogni

alunno, è alla fine di ogni anno scolastico il

documento che giustifica, sì, la stanchezza

del docente stesso ma accerta i successi e

gli insuccessi del suo operato prima a se

stesso e poi agli altri.

E sarà, l'anno successivo, punto di partenza

per non ripetere gli stessi errori, per appor-

tare correttivi, per rimodellare strategie, in-

tegrare la strumentazione, per avanzare.

Perché ciò non avviene?

Provo ad individuare alcune ragioni che, a

mio avviso incidono su questo costume.

In primo luogo la documentazione che l'in-

segnante elabora risponde ad una esigenza

di ordine burocratico e il docente è consa-

pevole che, una volta compilata, sarà confi-

nata nei cassetti del Dirigente prima e, ne-

gli archivi della scuola, poi, totalmente de-

potenziata di ogni valenza propulsiva.

Organizzazione scolastica

Page 32: Lascuolapossibile numero maggio 2012

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Pag.32

Ma la ragione prima all'origine del problema

è che è tuttora da promuovere nel docente

l'abito alla ricerca, condizione imprescindibi-

le per attivare un processo di crescita pro-

fessionale e culturale in grado di emancipa-

re l'insegnante dalla funzione puramente

esecutiva cui oggi si condanna.

A conclusione di questa breve riflessione si

evince che, quale che sia l'angolazione da

cui si osserva e si analizza "l'universo scuo-

la", il dato inesorabile che emerge è che la

formazione in ingresso e in servizio del cor-

po docente deve essere rimodellata con cri-

teri di studio e di operatività conformi alla

complessità crescente della professione-

docente e che finalmente siano riservati in-

vestimenti di risorse congruenti allo scopo

perseguito e non solo declamato.

Maretta Damiano,

Dirigente scolastico

IC. Via Nobiliore – Roma

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Compiti per le vacanze Psicodramma estivo di Rossini Simonetta - Organizzazione Scolastica

Eccomi di nuovo a parlare di compiti: sta-

volta di quelli per le vacanze.

Già da qualche settimana i rappresentanti

delle varie case editrice propongono libri e

libretti dai titoli accattivanti, pieni di imma-

gini e colori, che rimandano ad un clima più

o meno vacanziero.

Ma perché proporli ai bambini ...anzi alle

famiglie che, quando si parla di compiti, ri-

vestono un ruolo fondamentale?

Qual è il senso dei compiti estivi? A cosa

servono effettivamente? E' meglio asse-

gnarli o no?

Come faccio spesso, ho rigirato la domanda

ai miei alunni.

Tutti ne hanno riconosciuto alcuni aspetti

utili: servono a non dimenticare quello che

si è imparato, a capire meglio alcuni argo-

menti, ad imparare cose nuove...

Tutti ne hanno individuato aspetti meno po-

sitivi: che vacanza è se devi fare i compiti?

Voglio pensare solo a divertirmi... mamma,

tutti i minuti, mi dice di fare i compiti (..di

nuovo si parla delle famiglie....).

Io non ho nessuna intenzione di assegnarli,

perlomeno nel senso classico del termine.

I compiti servono ad esercitare le abilità

che si possiedono e, soprattutto, verificarne

l'utilizzo corretto.

Ma fuori dalla scuola chi corregge eventuali

errori?

Le famiglie che non possono conoscere del

tutto la metodologia e il linguaggio dell'in-

segnante?

L'insegnante a settembre, quando ormai i

bambini non ricordano più il motivo di una

determinata scelta operativa?

Da non sottovalutare, inoltre, il tempo che

tale correzione richiederebbe, probabilmen-

te due-tre mesi del primo quadrimestre!

I bambini di una quarta non sono ancora in

grado di assumersi completamente la re-

sponsabilità dei compiti fuori da un contesto

scolastico e per un tempo così lungo.

Dovrebbero fare, in modo autonomo, sol-

tanto il lavoro che richiede una gestione

semplice secondo procedure consolidate da

tempo; la correzione dovrebbe essere "au-

tocorrezione".

Insegno italiano ma non assegnerò nessun

eserciziario. Inviterò i bambini a leggere per

il piacere di leggere.

Cercherò di stimolare la loro curiosità

tra i libri della nostra biblioteca scola-

stica. Li lascerò liberi di scegliere.

E quando assisterò negli spazi aperti delle

vacanze ai soliti psicodrammi tra genitori e

figli per i compiti da fare penserò: "Stavolta

i miei alunni sono stati più fortunati".

Simonetta Rossini,

docente IC Perazzi – Roma

Organizzazione scoalstica

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La certificazione delle competenze Una riflessione sul profilo culturale ed educativo del bambi-no alla fine della scuola Primaria di Agolino Simona Loretta - Orizzonte scuola

Non esistono limiti, per quanto mi riguarda,

né di età né di scuola, perché ognuno di noi

costruisca il proprio percorso di vita.

La necessità fondamentale di conoscere,

aprirsi e sperimentare sempre nuove espe-

rienze formative deve accompagnare l'inte-

ra esistenza di una persona.

Nella vita scolastica, in ogni fascia d'età,

occorre però saper stimolare l'indivi-

duo/l'alunno, cercando di tenere conto delle

caratteristiche della singola persona e natu-

ralmente delle sue capacità, per poi aiutarla

a trasformarle in vere e proprie "competen-

ze". Ed è per questo che tutti devono esse-

re messi in condizione di poter acquisire

competenze e, se necessario, recuperarle.

Un soggetto deve essere sottoposto a con-

tinue stimolazioni educative, molto ricche e

adeguate, soprattutto nei cosiddetti "periodi

sensibili" dello sviluppo. Il processo educa-

tivo individuale ha inizio con la vita e solo

con essa viene meno, e ogni giorno speri-

mentiamo, in modo continuo e dinamico,

strepitose conquiste e possibili involuzioni,

"dove nulla si guadagna una volta per tutte

e nulla è perduto per sempre".

Partendo da queste mie considerazioni, ri-

tengo il Primo Ciclo di istruzione, dai sei agli

undici anni, un passaggio fondamentale per

la costruzione del progetto di vita di ogni

persona perché si forniscono le basi per

affrontare tutte le esperienze positive o

negative della vita. Ovviamente le basi pos-

sono avere caratteristiche più o meno posi-

tive, essere più o meno "potenzianti" e fa-

vorire (e non ostacolare) uno status "com-

petente".

Un bambino è riconosciuto "competente"

quando, facendo ricorso a tutte le capacità

di cui dispone, utilizza le conoscenze e le

abilità apprese per:

• Esprimere un parere personale, anche con

spirito critico, sulle affermazioni in genere e

formulare delle considerazioni per prendere

una decisione;

• Distinguere i vari ambiti in cui è inserito,

porsi in modo "logico" le varie questioni che

incontra, senza mai perdere di vista il senso

della realtà;

• Sapere interagire con l'ambiente naturale

e sociale che lo circonda;

• Risolvere problemi che di volta in volta in-

contra nel suo percorso;

• Riflettere su se stesso, chiedendo quando

occorre l'aiuto dell'adulto;

• Avere consapevolezza delle proprie capa-

cità sia mentali che manuali;

• Avvertire interiormente la differenza tra il

bene e il male, sulla base di una coscienza

personale, e sapersi orientare nelle scelte di

vita che deve affrontare;

• Essere disponibile a collaborare con gli al-

tri e contribuire alla realizzazione di una so-

cietà migliore.

Le competenze sono dunque la risultanza di

esperienze, conoscenze e abilità sperimen-

tate e acquisite nei vari percorsi educativi,

e ogni docente, nel corso dei cinque

anni, contribuisce a creare contesti di

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apprendimento affinché gli allievi acquisi-

scano nuove conoscenze (saperi ) e abilità

(saper fare) ma anche modi di essere, di

agire e di sapere agire in un determinato

contesto. Il mix finale appunto dovrebbe

aiutare il discente a costruirsi un patrimonio

di ... competenze.

Attualmente nella scuola italiana è stato in-

serita la compilazione di un documento con-

tenente la "Certificazione delle competenze"

al termine della scuola Primaria, accompa-

gnato dal "Documento di Valutazione " rela-

tivo agli apprendimenti disciplinari, alle ma-

terie obbligatorie e alla rilevazione degli

obiettivi formativi proposti.

Personalmente ritengo di aver fatto un cer-

to percorso con i miei alunni in questi cin-

que anni, non solo a livello didattico, cer-

cando di fornire loro tutti gli strumenti per

affrontare le diverse materie studiate in-

sieme, ma anche di aver offerto loro tutta

una serie di sollecitazioni educative che do-

vrebbero aiutarli ad essere capaci a fare, a

stare, a risolvere situazioni...

Gandhi diceva "Sii il cambiamento che

vuoi vedere nel mondo".

Nella vita passano le mode e le persone e

anche gli alunni ma molto spesso le idee

restano, ed allora magari qualcosa che ho

insegnato resterà loro.

E quindi io continuo (e continuerò) nel mio

piccolo ad essere un'insegnante, in una

semplice aula, di una remota scuola, di un

qualunque luogo, e continuo a credere (e

continuerò a credere) che possiamo anche

cambiare e costruire un futuro desiderabile

per noi e per i nostri alunni, cercando di

renderli sempre più competenti sia a livello

didattico che educativo, competenti ... per

la vita.

Simona Loretta Agolino,

Giurista, Docente presso la scuola"2 Otto-

bre 1870", I.C.Piazza Borgoncini Duca, Ro-

ma

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Competenza: un concetto multiforme Le ragioni che impediscono una univoca interpretazione di Maranzana Enrico - Orizzonte scuola

Il concetto di competenza è stato introdotto

nell'ordinamento scolastico da molti decenni

ma, solo in questi ultimi tempi, ha assunto

rilevanza e centralità. Il fatto che sia stata

necessaria una sollecitazione dell'Europa

per innescare questo cambiamento di pro-

spettiva è carico di significato.

L'innovazione ha generato un acceso di-

battito che si è concentrato sulla ricer-

ca di analogie, differenze, conflitti tra

una scuola orientata alle conoscenze e

un'altra che mira alla promozione di

competenze.

Questo scritto vuole illuminare le ragioni

che hanno impedito l'univoca interpretazio-

ne del termine "competenza".

La modellazione del sistema solare è una

feconda chia-

ve di lettura

dei cambia-

menti che il

nuovo orien-

tamento della

scuola po-

trebbe indurre: Tolomeo e Copernico hanno

concepito il loro modello a partire da punti

di vista differenti ottenendo rappresenta-

zioni che, nonostante la loro diversità, sono

concettualmente e formalmente consistenti.

La scelta tra le due elaborazioni può

avvenire a condizione che si possieda

una chiara visione delle esigenze che si

vogliono soddisfare

Gli astronomi optano per la visione eliocen-

trica, caratterizzata da "geometrie regola-

ri": queste facilitano la dilatazione del loro

spazio di ricerca.

Gli astrologi motivano la scelta per quella

geocentrica postulando che i pianeti eserci-

tano forze capaci di condizionare la vita

umana. Conseguentemente studiano la po-

sizione dei pianeti rispetto alla terra otte-

nendo una rappresentazione che ricorda i

merletti. Essa mostra come i pianeti si

muovono, rallentano, tornano indietro, ri-

cominciano a muoversi ... e disegnino itine-

rari con anelli.

Generalizzando: i modelli sono delle rap-

presentazioni semplificate della realtà

concepiti a partire dal problema da ri-

solvere.

Al variare del problema ... varia il modello.

Le parole sono dei modelli: il contesto in

cui sono utilizzate determina il loro signifi-

cato. Ecco aprirsi il campo relativo al pro-

blema della non-univocità del contenuto di

"competenza", variabilità che ha portato

all'ambiguità di cui si è detto.

Il mondo contemporaneo

Negli anni 80 il ministero ha attivato speri-

mentazioni rivolte agli istituti tecnici. La lo-

ro divulgazione è stata preceduta dalla de-

Orizzonte scuola

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scrizione dei caratteri della società moder-

na:

• L'esplosione delle conoscenze: il loro vo-

lume raddoppia ogni sette anni;

• Le nuove tecnologie dell'informazione

hanno pervaso l'intera società producendo

significativi e duraturi cambiamenti;

• La dilatazione della dimensione dei pro-

blemi, con il corrispondente aumento delle

variabili in gioco, ha generato complessità e

incertezza;

• Il lavoro d'équipe è diventato una costan-

te dell'attività dell'uomo.

Il mondo del lavoro

• Responsabilità dirigenziali - La dinamicità

dei mercati richiede figure professionali in

grado di governare i cambiamenti. Le

aziende sono dei sistemi che, attraverso il

controllo, sono pilotate verso la conquista

della meta istituzionale;

• Responsabilità operative - Il lavoratore è

parte integrante dei processi aziendali:

questi definiscono il suo mansionario.

L'immagine delle discipline

• Statica: i libri di testo veicolano gli argo-

menti disciplinari e li presentano in sequen-

za, linearmente strutturati;

• Dinamica: l'evoluzione del sapere è il fon-

damento dei regolamenti di riordino del

2011. La sostanza delle discipline consiste

di problemi, di metodi e di argomenti. Si

tratta delle tre fasi del loro processo evolu-

tivo che ha inizio con la percezione e la de-

finizione di problemi [aspetto storico], pro-

segue con la rigorosa applicazione "dei me-

todi di indagine" per concludersi con l'ac-

quisizione di risposte, la piattaforma per la

cattura di nuove questioni.

Il Miur

Le indicazioni nazionali del 2011 esprimono

gli obiettivi specifici dell'apprendi-mento

intreccian

do cono-

scenze e

abilità.

I docu-

menti per

la certifi-

cazione

delle

compe-

tenze elencano i comportamenti oggetto di

valutazione e ne valorizzano gli aspetti

quantitativi [voto].

L'università

Ha una visione del mondo settoriale: le co-

noscenze che i diversi dipartimenti possie-

dono ed erogano rientrano in campi ben de-

lineati.

L'organizzazione concettuale del sapere di-

sciplinare è essenziale e, per realizzarla, si

devono sciogliere alcune questioni. Quali

sono i nuclei portanti? Quali le loro interre-

lazioni? Quale struttura li unifica? In quale

direzione muove la ricerca? ...

Il seminario religioso Le sacre scritture e

la tradizione sono il riferimento certo.

La legge

A partire dal 1969 il parlamento ha iniziato

a ruotare il timone del sistema scolastico

volgendolo alla promozione e al consolida-

mento delle capacità dei giovani: non più

una scuola ordinata alla trasmissione

della conoscenza ma un organismo

avente a cardine le potenzialità degli

studenti. A tal fine ha affrontato il proble-

ma organizzativo e ha disegnato una strut-

tura che si è mantenuta e rinvigorita nel

corso del tempo. Tale struttura consente ai

singoli istituti di dominare in sequenza, pro-

cedendo per raffinamenti successivi:

• il rapporto scuola società: i traguardi for-

mativi sono il risultato della "elaborazione e

adozione degli indirizzi generali";

• le problematiche educative. Queste consi-

stono nell'identificazione delle capacità ri-

chieste dall'ambiente con cui i giovani inte-

ragiranno, nella formulazione di ipotesi per

il relativo conseguimento, nel controllo

dell'efficacia dell'attività progettuale;

• l'unitarietà dell'istruzione: tutti gli inse-

gnamenti hanno il compito di favorire lo

sviluppo e il potenziamento delle qualità

che sono state identificate nei momenti de-

cisionali sovraordinati;

la progettazione di occasioni d'apprendi-

mento: la professionalità docente è valoriz-

zata dall'uso delle discipline come "stru-

mento e occasione" per la costruzione di

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palestre in cui i giovani sono chiamati a

esercitare le loro potenzialità.

Si tratta di una problematica poco percepi-

ta, perciò comunemente irrisolta: nella

scuola molti pensano che il proprio "senti-

re" sia quello corretto, pertanto non nego-

ziabile.

Si rivive quanto è avvenuto ai tempi di Gali-

leo: "i suoi contemporanei non erano dispo-

sti a guardare nel suo cannocchiale perché

non poteva esistere quello che lui afferma-

va di vedere nel firmamento".

Enrico Maranzana

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I seminari di Giunti Scuola A Roma nel mese di giugno di La redazione - Dalla redazione

Nel mese di Giugno 2012, a Roma, Giunti

Scuola organizza 7 corsi di formazione e

aggiornamento sui Disturbi specifici dell'Ap-

prendimento (DSA) e sull'Autismo. Le do-

centi, dott.ssa Alessandra Luce e dott.ssa

Rita Centra, sono psicologhe esperte di

DSA.

I corsi sono i seguenti:

- I Disturbi Specifici di Apprendimento.

Strumenti di identificazione precoce e

modalità di insegnamento efficace

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/strumenti-di-

identificazione-precoce-per-gli-insegnanti-

della-primaria

- Autismo: dalla valutazione funzionale

all'elaborazione del Piano Didattico In-

dividualizzato (PEI) nei bambini e negli

adolescenti

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/autismo-dalla-

valutazione-funzionale-all-elaborazione-del-

piano-didattico-individualizzato-pei-nei-

bambini-e-negli-adolescenti/

- Identificazione precoce: DSA e scuola

dell'infanzia

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/dsa-e-scuola-dell-

infanzia/

- I Disturbi Specifici di Apprendimento.

La legge 170/2010 e il Piano Didattico

Personalizzato (PDP)

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nella-

didattica-della-lettoscrittura/#1268377

-I Disturbi Specifici di Apprendimento.

Gli strumenti compensativi e le misure

dispensative

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/dsa-cosa-fare-nella-

didattica-della-matematica

- Autismo, che fare? Integrazione sco-

lastica e strategie di intervento

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/autismo-che-fare/

- La gestione dei comportamenti pro-

blematici nei bambini con Autismo, Di-

sturbo del linguaggio e con iperattività

(ADHD)

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/la-gestione-dei-

comportamenti-problematici-nei-bambini-

con-autismo-disturbo-del-linguaggio-e-con-

adhd/

I corsi si svolgeranno dalle ore 15 alle ore

18, presso ABC Libri, via Aurelio Cotta, 42 -

Roma.

La quota di iscrizione è di 40.00 euro.

Per maggiori informazioni, è possibile con-

sultare la sezione "Corsi" tramite il link

http://www.giuntiscuola.it/catalogo/eventi-

e-formazione/corsi/

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Fornero: privatizzare la disabilità Dalla FISH di La redazione - Dalla redazione

"Non si può pensare che lo Stato sia in

grado di fornire tutto in termini di trasferi-

menti e servizi''. Lo ha dichiarato il Ministro

del Lavoro Elsa Fornero durante il convegno

Autonomia delle persone con disabilità: un

nuovo contributo per assicurarla (Reatech,

Milano, 25 maggio).

Il Ministro ha poi aggiunto: "Sia il privato

che lavora per il profitto sia il volontariato

no profit sono necessari per superare i vin-

coli di risorse. Il privato, in più del pubblico,

possiede anche la creatività per innovare e

per creare prodotti che aiutino i disabili. La

sinergia tra pubblico e privato va quindi raf-

forzata".

I prodotti di cui si parla sarebbero quelli as-

sicurativi. Infatti la Fornero prosegue: "Per

evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo

pubblico dovrebbe dare credibilità inseren-

dosi nella relazione tra la persona e il mon-

do assicurativo. C'è bisogno di innovazione

finanziaria e creatività".

Parole che lasciano sconcertate le organiz-

zazioni delle persone con disabilità, per la

loro crudezza e per l'evocazione di una "cul-

tura" che non si pensava potesse penetrare

nel nostro Paese risalendo fino ai vertici di

un Governo che si appella ad ogni piè so-

spinto all'equità.

Con la prima affermazione la Fornero gela

qualsiasi ipotesi e speranza di innovazione

sociale, di garanzia dei diritti civili, di effica-

cia ed efficienza dei servizi sociali, di miglio-

ramento delle prestazioni per i disabili gra-

vissimi e per i non autosufficienti.

Tradisce il retropensiero che gli stanzia-

menti per l'autonomia personale delle per-

sone con disabilità siano una spesa morta,

un sovraccarico insostenibile, un capriccio

di pochi, e non già invece un investimento.

Ricorda tragicamente alcune brutali dichia-

razioni del Ministro Tremonti ("Come può

un Paese con due milioni e mezzo di disabili

essere davvero competitivo?").

"Lo Stato rinuncia ad attuare quanto previ-

sto dall'articolo 38 della Carta costituzionale

- annota Pietro Barbieri, presidente della

Federazione Italiana per il Superamento

dell'Handicap - e quanto sancito dalla Con-

venzione ONU sui diritti delle persone con

disabilità. Getta la spugna invocando un in-

tervento caritatevole (o interessato) dei

privati. Un lesto e mesto ritorno alle opere

pie... o a qualcosa di peggio".

Ma la seconda parte delle affermazioni del

Ministro ha risvolti non meno inquietanti.

Lo Stato, pur di liberarsi della spesa per la

disabilità e la non autosufficienza, diventa

procacciatore d'affari per le Assicurazioni e

le eventuali risposte assistenziali sarebbero

erogate in virtù di una polizza pagata in vita

dai Cittadini.

Una privatizzazione assicurativa del welfare

che inizia dalle persone con disabilità per

spingersi fin dove la "creatività" può con-

sentire.

A chi non giovi tutto ciò è presto detto: a

chi non può permettersi di pagare una po-

lizza assicurativa e a chi nasce con una

grave menomazione o la contrae in tenera

età.

A chi giova invece questa prospettiva oltre

che allo Stato? Sicuramente il giro d'affari

per le Compagnie assicuratrici è notevolis-

simo e, in periodo di crisi, un vero toccasa-

na. Nuovi introiti e nuove prospettive anche

sul fronte immobiliare. Tradiscono l'attesa

le stesse parole della Fornero: "Qualche

volta le persone anziane si trovano intrap-

polate in una casa che costa troppo e hanno

difficoltà ad ottenere aiuti". Un patrimonio

immobiliare che fa gola a molti.

Notizie dalla redazione

Page 41: Lascuolapossibile numero maggio 2012

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"Sono dinamiche e logiche che, ovviamen-

te, non ci appartengono - conclude Barbieri

- ma che rischiano di stritolare ogni pro-

spettiva di reale inclusione sociale o di con-

dizionarla al censo, al patrimonio, all'età più

che ad un diritto costituzionale e, prima an-

cora, umano".

FISH - Federazione Italiana per il Supera-

mento dell'Handicap

www.fishonlus.it