L’organizzazione della produzione - units.it...della produzione La produzione nell’impresa...
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L’organizzazione dellaproduzioneLezione 9
Introduzione
Di cosa NON parleremo…: Relazioni industriali, movimento sindacale, rapporti maestranze-
proprietà
…e perché: E’ un argomento molto vasto
Viene trattato nel corso di Storia del lavoro
Di cosa parleremo: Principali fasi e cambiamenti nelle modalità di organizzazione
della produzione
La produzione nell’impresa inglese ottocentesca
Taylorismo e Fordismo
Toyotismo e lean production
L’organizzazione del lavoronella fabbricaottocentesca
E’ l’impresa della prima fase industriale aproprietà familiare
Critica di Frederck Engels: Causa lo sradicamento di lavoratori dalle
campagne
Provoca dequalificazione dellamanodopera subordinata alle macchine
L’ipotesi di un generale impoverimentodella classe lavoratrice almeno fino allametà dell’ottocento non èunanimemente condivisa
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca L’industria cotoniera del Lancashire, una delle più importanti in UK fino alla
metà del ‘900, assume la forma di distretto marshalliano: Si mantiene l’unità della struttura familiare tipica dell’industria a domicilio (vedi
slide successiva)
Con divisione del lavoro tra i membri della famiglia
Questa organizzazione viene difesa anche quando risulta inefficiente persoddisfare le pressioni della domanda internazionale
Negli anni ‘60 del ‘900 viene sostituita da una struttura concentrata con grandiimprese controllate dall’esterno della comunità
Un’organizzazione simile si trova anche nell’industria cotoniera lombardadel distretto Ticino-Olona
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca
Schema dell’industria a domicilio
Famiglia di lavoranti Famiglia di lavoranti Famiglia di lavorantidivisione del lavoro divisione del lavoro divisione del lavoro
Mercante-imprenditore
Approvvigionamento delle materie prime
Retribuzione dei lavoranti
Coordinamento e finanziamentodella produzione
Operazioni sui mercati di vendita
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca Dagli inizi dell’industrializzazione a metà dell’’800 il mercato del lavoro
inglese presentava: Forte radicamento territoriale Scarsa mobilità Persistenza di metodi di lavoro tradizionali Difficoltà di reperimento di personale per le fabbriche Variabilità da settore a settore a seconda delle tecnologie adottate
La formazione di un mercato del lavoro moderno, unitario e integrato fu unprocesso contraddittorio che si completò con la Prima Guerra Mondiale La resistenza premia alcune categorie che costituiscono una sorta di aristocrazia
del lavoro (filatori e operai specializzati del settore meccanico)
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca
Il caso dei filatori inglesi: Dopo la meccanizzazione della fase della filatura negli anni ‘20
dell’’800, la loro attività si limita al controllo e alla manutenzione
Si mantengono comunque al vertice di una struttura di lavorogerarchica
Formano squadre di lavoro assistiti da attaccafili
La squadra viene retribuita a cottimo, ma il filatore guadagnaanche 4 volte più degli attaccafili
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca
Nel ‘900 il mercato del lavoro presenta due grandi categorie d i lavoratori:skilled e unskilled
Unskilled Soprattutto operai del settore tessile: tessitori, orditori, torcitori e attaccafili
Skilled Soprattutto nella metallurgia e nella meccanica
Il «possesso del mestiere» garantisce autorità nella gerarchia del lavoro motivata da:
Conoscenza dell’organizzazione del lavoro
Precisione nell’esecuzione di mansioni specializzate
Capacità di garantire disciplina
Capacità di gestire gli inconvenienti di procedure ancora empiriche
I differenziali salariali tra le due categorie erano molto elevati: In Pennsylvania un laminatore percepisce un salario quadruplo rispetto un unskilled
L’organizzazione del lavoro nellafabbrica ottocentesca Che cosa ha prodotto la persistenza di una aristocrazia operaia nel
mercato del lavoro?
Da un lato ha garantito la coesione della manodopera e il suoraggiungimento ha rappresentato un obiettivo e un mezzo di promozionesociale per gli operai
Dall’altro ha mantenuto elevata la segmentazione del mercato del lavoroe generato effetti antiegualitari: Allungamento della durata dell’apprendistato sottopagato
Difesa dei posti di lavoro degli skilled anche a danno degli unskilled
Controllo delle assunzioni da parte dei sindacati di mestiere*
*Elemento comune è l’attività svolta e si differenzia dal sindacato unionista per il quale l’elemento dicoesione è l’appartenenza di classe
Taylorismo e Fordismo
Il sindacato unionista si afferma a partiredalla fine dell’’800 per due motivi:
I numerosi lavoratori unskilled siorganizzano in sindacati alternativi aquelli di mestiere e fanno sempre piùlargo ricorso allo strumento dellosciopero (es. Industrial Workers of theWord
L’affermazione di metodi di produzionetaylorista
Taylorismo e Fordismo
American system
Produzione di massa fondata sullacatena di montaggio
(assembly line)
Produzione standardizzata
La meccanizzazione del lavoro in linea implica un ripensamento del processoproduttivo:
«l’importante è mantenere ogni cosa in movimento e portare il lavoro allemaestranze, non le maestranze al lavoro. […] i nastri trasportatori sonosemplicemente uno dei molti mezzi che servono a questo fine» (Henry Ford)
Taylorismo e Fordismo
Caratteristiche della catena di montaggio: Le mansioni svolte in precedenza da un solo operaio vengono frazionate in
operazioni diverse
Il pezzo si sposta su nastri e gli operai stanno fermi ad aspettarlo
Sforzo organizzativo per pianificare l’avanzamento del prodotto tra i reparti
Frederick Wilson Taylor attraverso i suoi Principles of scientific managementè considerato il fondatore del management scientifico (scientificmanagement): Analisi dei movimenti e delle operazioni lavorative
Misurazione del tempo necessario a ogni operazione
Definizione del modo migliore di eseguirla (the one best way)
Taylorismo e Fordismo
L’utilizzo di macchine e la standardizzazione rendono l’impresa un sistemacomplesso che ha delle conseguenze: Emergere di un gruppo di tecnici selezionati per svolgere mansioni organizzative
che controlla i numerosi processi meccanici interconnessi che caratterizzanol’impresa fordista
Gli operai specializzati non possono più controllare tempi e qualità delleprestazioni perdono potere contrattuale
La parcellizzazione del lavoro favorisce l’assunzione di operai unskilled, spessoimmigrati e quindi più ricattabili
Ritmi di lavoro accelerati e spersonalizzazione del lavoro
L’opera di Taylor si inserisce in un contesto teso a razionalizzare le diversefunzioni aziendali (non solo lavoro, ma anche contabilità, gestione e, conFord, la produzione)
Taylorismo e Fordismo I risultati dello stabilimento di Highland Park di Ford a Detroit:
Taglio di tempi (un auto modello T ogni 15 secondi)
Riduzione di costi (ridotti di tre volte)
Riduzione di prezzi di vendita
Taylorismo e Fordismo
Una produzione di massa necessita di unmercato di massa: L’idea di Ford è che i suoi operai possano
diventare i suoi clienti
Questo presupposto caratterizza le relazioniindustriali alla Ford: Salario minimo doppio rispetto alla media (nel
1914 5$ per 8 ore, prima era di 2,4 per 9 ore):con meno di 60 giorni era possibile acquistareuna Ford modello T
Welfare aziendale che garantisce abitazioni,scuola e assistenza
Questa visione dell’impresa come spazioautosufficiente non riconosce alcuno spazio aisindacati
Taylorismo e Fordismo
La Grande Depressione segna un recupero del sindacato: La classe operaia paga le conseguenze della crisi
La fabbrica standardizzata è terreno fertile per la protesta (si possono fare i c.d.«scioperi a scacchiera»)
L’amministrazione Roosvelt adotta politiche a favore del lavoro: National Recovery Industrial Act (1933) riconosce la contrattazione collettiva
National Labor Relations Act (1935) elimina ogni restrizione all’organizzazione sindacale
Alla Chrysler e alla GM si fanno accordi, alla Ford lo scontro sociale portal’azienda quasi al fallimento
Taylorismo e Fordismo
L’affermazione del Fordismo in Italia è dovuto alle numerose visite diimprenditori negli USA per capirne le modalità di attivazione
La formazione di una manodopera presuppone l’integrazione di: Lavoratori provenienti dal mondo dell’artigianato urbano
Lavoratori di origine contadina che richiedeva un addestramento specifico
La razionalizzazione dei processi organizzativi rimane subordinata restasubordinata a : Valori e funzioni del sistema dei mestieri di carattere preindustriale
Ruolo del caposquadra nel coordinamento del processo produttivo e nelmantenimento dell’efficienza
Taylorismo e Fordismo
Un esempio è il Lingotto della Fiat aTorino:
Costruito tra il 1916 e il 1922 sulmodello di Highland Park
Il flusso operativo si svolge inmaniera verticale
Le fasi iniziali al pian terreno
Il collaudo si effettua nella pistacostruita sul tetto dello stabilimento
Taylorismo e Fordismo
La ristrettezza del mercato interno limitò l’adozione dei principi delscientific management che fino al secondo dopoguerra si limitaronoa:
Controllo del lavoro operaio
Analisi dei tempi
Metodi di calcolo dei costi di produzione
Razionalizzazione del lavoro d’ufficio
Taylorismo e Fordismo
Nel dopoguerra questa logica vienecapovolta con la costruzione dellostabilimento di Mirafiori (già inauguratonel 1939):
Sviluppo orizzontale
Soluzione migliore per gli incrementidi produzione previsti
Raddoppio dell’area tra il 1956 e il1958
Produzione snella e Toyotismo
La crisi degli anni ‘70 del ‘900 segna il declino del paradigma dellaproduzione di massa e dell’organizzazione taylorista dl lavoro
Le conseguenze si vedono da diverse prospettive: Riposizionamento della struttura produttiva
Rafforzamento delle alternative organizzative
Ripensamento di strategia e gestione aziendale della grande impresa
Il successo di paradigmi alternativi alla produzione di massa rende evidentialcune caratteristiche della produzione prefordista: Più attiva partecipazione dei lavoratori alla vita d’impresa
Valorizzazione delle capacità individuali
Maggior cooperazione e solidarietà fra lavoratori
Produzione snella e Toyotismo
In questo contesto si inserisce il modellogiapponese di fabbrica snella (leanproduction)
L’ispiratore è l’ingegnere della Toyota TaiichiOhno
Implica un rovesciamento dell’approccioalla fabbricazione del prodotto
Pensare all’inverso: si programma laproduzione da valle a monte (dalle richiestedi mercato alla produzione) e non damonte a valle (dalle prime fasi di produzioneal montaggio)
Produzione snella e Toyotismo
La riorganizzazione del cicloproduttivo implica
Utilizzo soltanto i pezzi necessari esolo quando è necessario
Eliminazione sistematica disprechi
Minimizzazione delle scorte
Produzione snella e Toyotismo
I principi della lean production: Just in time: ogni componente arriva alla linea di produzione nel momento
in è c’è bisogno e nella quantità necessaria (magazzino minimizzato)
Autoattivazione: l’operaio può e deve decidere di intervenire rapidamente in situazioni di
anomalia
Può interrompere la produzione
Questo garantisce alti standard di qualità
Lavoro per squadre: è un modalità organizzativa che valorizzaresponsabilità, controllo della qualità e autogestione dei gruppi di lavoroOgni lavoratore deve dare prova di capacità di gestione e partecipazione
attiva
Produzione snella e Toyotismo
Il flusso produttivo si dipana franuclei dispersi di lavoratori
In lunghi spazi governati datecnologie
Intervallati da aree di controllo
È difficile distinguere lavorod’ufficio da lavoro produttivodiretto
Produzione snella e Toyotismo
In 2-3 decenni la Toyota diventa unodei gruppi automobilistici più importantial mondo
La produttività è superiore di 4-5 volte aquella dei concorrenti
La lean production viene adottataanche in USA ed Europa (es.stabilimento Fiat di Melfi)
Sintesi della lezione
Argomento FocusL’organizzazione del lavoronell’impresa ottocentesca
Critica di Engels, il caso del Lancashire, lavoratoriskilled e unskilled, aristocrazia operaia
Taylorismo e Fordismo Sindacati unionisti e fordismo, taylorismo e caratteridella produzione fordista, fordismo e relazioniindustriali, il fordismo in Italia
Produzione snella eToyotismo
La crisi del fordismo e le alternative alla produzione dimassa, i principi e i vantaggi della lean production
Bibliografia
P.A. Toninelli, Storia d’impresa, Bologna, Il Mulino, 2012, II edizione:capitolo IV, paragrafo 2.
Per approfondimenti: G. Dioguardi, Le imprese rete, Torino, Bollati Boringhieri, 2007, capitoli 5 e 6.