L’amor che move il sole - Croce Rossa Italiana - Gruppo ... · Il presidente Francesco Rocca con...

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Croce Rossa Italiana Gruppo di Lavis “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, è l’ultimo verso dell’ultimo canto del Pa- radiso, è l’ultimo endecasillabo dell’ul- tima terzina col quale Dante Alighieri chiude la Divina Commedia. È anche l’ultima frase pronunciata dal Presiden- te Francesco Rocca nel suo discorso di presentazione alla recente assemblea generale della Federazione internazio- L’amor che move il sole... Periodico online di informazione del Gruppo di Lavis della Croce Rossa Italiana Anno due, numero tredici - Gennaio 2018 (foto giovani) nale delle società di Croce Rossa e Mez- zaluna Rossa di Antalya, in Turchia, che all’unanimità l’ha incoronato Presi- dente dell’Ifrc. «Se l’amore può governa- re tutto di noi – ha detto Rocca – allora può aiutarci a rafforzare la nostra Fede- razione, perché l’Umanità richiede una forte Federazione, un forte Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa». È lo stesso amore di Dante Alighieri e del Presidente Rocca quello che muove i nostri giovani volon- tari reduci dai tre giorni dei loro Stati generali a Milano di cui scriviamo in questo numero del nostro mensile. Sarà il loro amore a testimoniare il nostro impegno per un mondo più umano, più pulito, più sicuro. (gip)

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Croce Rossa ItalianaGruppo di Lavis

“L’amor che move il sole e l’altre stelle”, è l’ultimo verso dell’ultimo canto del Pa-radiso, è l’ultimo endecasillabo dell’ul-tima terzina col quale Dante Alighieri chiude la Divina Commedia. È anche l’ultima frase pronunciata dal Presiden-te Francesco Rocca nel suo discorso di presentazione alla recente assemblea generale della Federazione internazio-

L’amor che move il sole...

Periodico online di informazionedel Gruppo di Lavis della Croce Rossa Italiana

Anno due, numero tredici - Gennaio 2018

(foto giovani)

nale delle società di Croce Rossa e Mez-zaluna Rossa di Antalya, in Turchia, che all’unanimità l’ha incoronato Presi-dente dell’Ifrc. «Se l’amore può governa-re tutto di noi – ha detto Rocca – allora può aiutarci a rafforzare la nostra Fede-razione, perché l’Umanità richiede una forte Federazione, un forte Movimento Internazionale della Croce Rossa e della

Mezzaluna Rossa». È lo stesso amore di Dante Alighieri e del Presidente Rocca quello che muove i nostri giovani volon-tari reduci dai tre giorni dei loro Stati generali a Milano di cui scriviamo in questo numero del nostro mensile. Sarà il loro amore a testimoniare il nostro impegno per un mondo più umano, più pulito, più sicuro. (gip)

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Gli Stati generali sono as-semblee che si tengono a livello nazionale per discu-

tere e analizzare le tematiche vicine all’associazione. L’ultimo di questi appuntamenti, relativo all’obiettivo strategico 5 che riguarda i giova-ni, ha avuto luogo a Milano dall’8 al 10 dicembre. Il Trentino ha in-viato quattro volontari, tre rispet-tivamente in rappresentanza del comitato provinciale di Trento, del comitato di Trento e di quello della val di Fassa, più un volontario che si è messo a disposizione dello staff logistico e della comunicazione. Ai lavori hanno partecipato diver-

O mia bela Madunina

Chi non ha canticchiato la celebre canzone popolare milanese leggendo il titolo?È stata proprio la bellissima città meneghina a ospitare gli Stati generali della gioventù il secondo week end di dicembre.Una tre giorni all’insegna dell’innovazione e della crescita per il futuro dell’associazione e dei giovani della Cri che sono linfa vitale per il presente e per il futuro.

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si esponenti dell’associazione e del mondo politico fra cui il presidente Cri e Ficr Francesco Rocca, il sotto-segretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, onorevole Luigi Bobba e il vicepresidente del-la Cri Rosario Valastro, nonché il rappresentante dei giovani e vice-presidente nazionale Gabriele Bel-locchi. Il tema caldo che ha anima-to il fine settimana milanese è stato soprattutto quello di identificare strategie chiare e innovative che porteranno l’associazione a cresce-re e a migliorare nella sua mission; inoltre all’interno dei lavori sono state presentate diverse proposte di modifica di quelli che sono i re-golamenti e lo statuto, pareri che verranno presentati all’assemblea nazionale e a tutti i presidenti re-gionali per essere discussi e votati.Il termine Stati generali arriva da lontano, già nella Francia prima della rivoluzione gli stati genera-li rappresentavano un momento, seppur poco bilanciato nel voto delle diverse parti, di incontro e scambio fra le tre classi sociali: no-biltà, clero e terzo stato, rappresen-

tato dalla gente comune. Proprio con questo spirito ci si è affacciati agli Stati generali, con entusiasmo e positività, pronti per un momento di incontro con tutte le altre realtà nazionali. Non avere paura di sba-gliare è stato senz’altro il filo ros-so che ha accompagnato i lavori; i giovani, oltre a costituire il futuro, sono il presente, come tutti i volon-tari dell’associazione. Osare e non aver paura di sbagliare non sono termini presuntuosi ma ambiziosi

che abbiamo voluto mettere al cen-tro dei nostri lavori. Le sorprese nel fine settimana non sono man-cate: gli Stati generali della gioven-tù hanno ospitato le delegazioni di altre società nazionali consorelle che hanno portato la loro cultura e la loro tradizione per farle cono-scere e apprezzare anche a noi. Tre giorni davvero importanti e signifi-cativi che speriamo possano segna-re il futuro dell’associazione già a partire dal 2018. (dg)

(foto fc)

Il presidente Francesco Rocca con i volontari del Trentino e alcuni giovani colleghi di Milano

(foto giovani)

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comprendere quella sigla che - per di più, per non farci mancare nul-la - abbrevia una serie di parole in inglese: Disaster Risk Reduction and Climate Change Adaptation. Ma torniamo al lavoro di imma-ginazione e procediamo per ordi-ne: per prima cosa leggo la sigla (e il vuoto compare negli occhi

Cominciamo da un eser-cizio di immaginazione: serata del corso base du-

rante la quale vengono presentate le attività dell’obiettivo strategico 5 (gioventù). Arrivati alla slide relativa alle attività quadro, com-pare solitaria e quanto mai enig-matica quella sigla D-R-R-C-C-A,

e ogni volta siamo da capo e nella mia mente sgomento penso “e mo’ come gliela spiego?”. Come ben sappiamo in Cri sia-mo bravi a usare sigle, acronimi e ogni sorta di abbreviazione e per i neofiti che si apprestano a entrare nella nostra labirintica associa-zione diviene quanto mai difficile

DRRCCA,questa sconosciuta

(foto giovani)

Una sigla apparentemente incomprensibile e difficile da pronunciareper uno scopo chiaro e semplice: irrobustire le comunità tramite la conoscenza

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dei corsisti), e la spiego in inglese e per comodità di tutti la traduco: “Riduzione dei rischi da disastro e adattamento ai cambiamenti climatici”: questa volta avviene il dramma di far comprendere in poche parole di che cosa si occupi quell’attività. Il concetto è sempli-ce: rendere resiliente una comuni-tà. Cioè? Tutta la Federazione di Croce rossa e Mezzaluna rossa si pone l’obiettivo di promuovere uno stile di vita sano e sicuro agendo sull’individuo e sulla comunità in cui il singolo è inserito. Questo vuol dire creare comunità sane e sicure promuovendo azioni con-crete che rendano agevole la vita di tutte le persone. Uno dei prere-quisiti fondamentali per la salute è la stabilità dell’ecosistema e in quest’ottica l’ambiente determina circa il 20-30% dello stato di salu-te di una popolazione. Per questo motivo, la Federazione Interna-zionale ha adottato tre strategie: rafforzare la preparazione e le

capacità delle comunità in modo che siano in una posizione mi-gliore per rispondere al verificarsi di un disastro; promuovere le at-tività e le azioni che mitigano gli effetti negativi dei cambiamenti climatici; proteggere i progetti di sviluppo tra tutte le Società Na-zionali. Per raggiungere questi obiettivi ad esempio sono stati sviluppati nu-merosi progetti relativi alla miti-gazione dei disastri insegnando ai bambini la raccolta differenziata, partecipando all’evento di portata nazionale “M’illumino di meno” che ha come tema il risparmio energetico, la promozione del ver-de attraverso laboratori manuali e creativi con bambini e ragazzi. Inoltre si sono svolte attività che insegnavano come comportarsi in caso di calamità naturali, come compilare il piano di emergenza famigliare o la creazione dei kit d’emergenza. Recentemente la Cri ha promosso la Giornata nazionale per la sicu-

rezza nelle scuole, che si è svolta il 22 novembre scorso e ha avuto come obiettivo quello di diffonde-re la cultura della sicurezza e della gestione e prevenzione dei rischi.Anche in Trentino abbiamo tre figure appositamente formate che promuovono questa delicata tematica e sempre molto attuale. Una vera e propria sfida che la Fe-derazione vuole vincere! (fc)Per ulteriori approfondimenti: http://www.climatecentre.org.

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ArieteCapacità creativa e caparbietà ti descrivono senza riserve. Le tue doti saranno preziose in area 6: saprai diffondere i nostri Prin-cipi in modo nuovo ed efficace, costruendo e rafforzando reti so-ciali e canali di comunicazione. Cosa aspetti? “Ti scrivo” è sem-pre alla ricerca di creativi in gra-do rispettare una scadenza.

ToroIntelligenza e tenacia ti fanno capire a fondo ogni situazione. Seguendo il principio di volonta-rietà, decidi di affrontare i turni di notte più impegnativi, i viaggi più lunghi, le esercitazioni sotto piogge torrenziali. E quando fi-nalmente sei lì, con il fango fino alle ginocchia, il tuo unico pen-siero è “...ma chi me l’ha fatto fare?”.

GemelliL’irrequietezza non sempre è ap-prezzata da chi ti sta accanto, ma nell’area 3 lo sarà: il non saper sta-re con le mani in mano in Emer-genza è un pregio. Avrai sempre voglia di allestire una tenda pneu-matica, collegare cavi elettrici. Devi però imparare a organizza-re il bagaglio in caso di partenza: non vorrai ritrovarti con quattro divise e un solo paio di calzini, no?

CancroIl tuo istinto protettivo e l’importan-za che dai ai legami affettivi ti ren-dono il perfetto portavoce dell’area 2: aiutare l’inclusione degli emargi-nati ti viene dal cuore. Guardando al domani con speranza infinita tendi a dimenticare il presente e questo potrebbe crearti problemi, special-mente in magazzino: quelli in cui sei appena inciampato sono gli scatolo-ni della raccolta abiti usati.

LeoneCome nella foresta, così nella no-stra giungla, il Leone è il nostro re. Segno di forza, volontà e gen-tilezza, tu, amico leone, rappre-senti l’Unità. Sai ascoltare le voci di tutti, rispondere alle domande con gentilezza e portare il gruppo alla sua destinazione. Sei l’autista perfetto per il pulmino di giovani che vogliono andare a Solferino per l’annuale fiaccolata!

VergineSei altruista, attento e coscien-zioso e ami le cose fatte bene. In Croce rossa sei facilmente iden-tificabile: in veste di osservatore critico, di solito in compagnia di altri tuoi simili, fornisci indica-zioni e suggerimenti a qualcuno che in quel momento sta lavoran-do. Amico della Vergine, permet-ti un suggerimento? Chiudi la bocca e trovati qualcosa da fare!

Oroscopo Cri 2018: un anno di buoni auspici

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BilanciaSei l’equilibrio fatto a volontario. Neutralità e Imparzialità trove-ranno la loro casa in questo segno. Il tuo aiuto potrebbe essere fon-damentale per chi ogni giorno si destreggia su un fronte estrema-mente caldo, dove si scontrano in-teressi diversi ed esigenze opposte. Non parlo di diritto internaziona-le umanitario: fa’ due chiacchiere con il tuo responsabile dei turni.

ScorpioneParola d’ordine “indipenden-za”. Guai a chi prova a metterti dei vincoli: agisci solo secondo i principi e i valori che ti sono stati insegnati al corso base, li applichi quotidianamente, sicuro e forte dell’indipendenza che la divisa ti garantisce. Tuttavia, scorpionici-no caro, le bolle di viaggio devi compilarle anche tu. Orsù, da bravo, prendi una penna.

SagittarioFiducioso e avventuroso, di certo non ti manca la voglia di metter-ti in gioco. Sei molto attento alla salute, tua e degli altri, e non ti spaventano le situazioni nuove, mai viste nei manuali di soccor-so. Questo fa di te un ottimo lea-der nei turni 118, ma per favore, meno adrenalina se la centrale chiama il codice rosso. La sirena fa venire il mal di testa, fidati.

CapricornoLe tue doti diplomatiche si met-teranno al servizio dell’Universa-lità della Croce rossa. Come un grande direttore d’orchestra, sa-prai accordare tutte le voci della nostra grande famiglia per farne uscire una fantastica melodia. Oppure riuscirai a zittirle tutte e far apprezzare loro qualche istan-te di silenzio. Vedi tu.

AcquarioGli ideali umanitari e la fratellan-za sono la tua essenza più profon-da, il principio di Umanità sem-bra essere stato scritto pensando a te. Anche quest’anno cercherai di migliorare la vita di chi ti sta vici-no, ma accetta un suggerimento: se la domenica mattina arrivi in sede alle 05.30, non svegliare chi ha fatto il turno di notte solo per chiedere se puoi renderti utile.

PesciL’alternanza di questo segno per-mane nel 2018. Salterai da un’area all’altra, decanterai ogni giorno un principio diverso, ti lancerai in mille attività, portandone a ter-mine qualcuna. Prenderai una di-rezione, ma poi la cambierai, poi troverai un bivio… probabile un tuo coinvolgimento nelle attività di ricerca e soccorso in superficie delle unità cinofile: come disperso!

Testi: (af), icone: Mohamad Arif Prasetyo (The Noun Project)

Oroscopo Cri 2018: un anno di buoni auspici

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Il viaggio in ambulanza è lungo, il paziente sta bene, gli stiamo solo dando un passaggio a casa,

quindi i miei colleghi si accomoda-no davanti e dietro nel vano sanita-rio rimango sola con il paziente«Ma ha nevicato intanto che ero in ospedale?», chiede.«Sì sì, ieri ha nevicato un po’…» ri-spondo. «E qui non è niente, è solo una spolverata, aspetti che arrivia-mo su al suo paesino, lì rimarrà per un bel po’!». So di avere un tono va-gamente entusiasta, ma non ci posso fare nulla, amo la neve. Dall’espres-sione scocciata che mi trovo davan-ti direi che qui al momento sono l’unica che la ama: «A lei direi che la neve non piace un granchè…», continuo.«No, infatti.», ribatte. «Fa freddo, si bagna tutto e muoversi diven-

ta sempre complicato e pericolo-so. Davvero non capisco chi possa amare la neve una volta superati i dodici anni…». Sorrido: «Un no deciso, eh?», poi socchiude gli occhi e aggiunge: «È una fortuna che non potrò uscire di casa per il prossimo mese!». I pazienti che riescono a fare questo tipo di autoironia sono davvero un’ottima compagnia!Arrivati a casa la neve ci fa un po’ tribolare con il lettino e per un atti-mo devo ammettere a me stessa che forse la neve in effetti non è sempre così piacevole, ma per fortuna quel pensiero dura davvero poco.La seconda chiamata del giorno è un altro trasporto, di nuovo dietro nel vano sanitario siamo solo io e il paziente, quindi non rimane altro che chiacchierare un po’. In realtà io più che altro ascolto.

Tre storie, in ordine sparso

UmanitàImparzialità

NeutralitàIndipendenzaVolontarietà

UnitàUniversalità

«...e sì, c’era la guerra e si pativa la fame, ma in realtà ogni volta che ci ripenso sorrido perché nonostante tutto noi ragazzini non avevamo poi tanti pensieri... E poi è stato l’ultimo momento in cui io e i miei fratelli e le mie sorelle siamo stati tutti insie-me...». Poi si ferma un attimo, allora intervengo io: «È da tanto che non li vede?».Il paziente riprende, con l’enfasi di chi non vede l’ora di raccontare: «Un mio fratello è morto in guerra, una sorella è morta di tubercolosi nel-lo stesso anno e adesso siamo tutti sparsi per il mondo, un fratello è in America, una sorella si è sposata in Francia...».Va avanti per un po’ a raccontarmi della famiglia dispersa e nei suoi oc-chi non vedo altro che nostalgia. Ma il viaggio è finito e dopo i saluti ar-

Prosegue in questo numero la serie di racconti ispirata ai principi della Croce rossa.I sette principi hanno in realtà avuto una genesi durata svariate decine di anni, prima di trovare la forma de-finitiva che conosciamo oggi, procla-mati solo nel 1962, quasi 100 anni dopo la creazione della Croce rossa.Risale però al 1875 il primo cenno ai principi, a opera di Gustave Moy-nier, giurista svizzero e co-fondato-re dell’associazione. Secondo lui, la Croce rossa doveva rispettare quat-tro valori: lungimiranza, solida-rietà, centralità e reciprocità.Se a prima vista questi quattro ter-mini possono sembrare completa-

mente estranei ai sette principi cui siamo abituati, una lettura più ap-profondita degli scritti di Moynier porta a scoprire che la solidarietà è intesa tra le società nazionali di Croce rossa e quindi può essere assi-milata all’Universalità. Similmente, la centralità si traduce nella possi-bilità che esista solamente una so-cietà nazionale per ciascuno stato, il che ci fa ricadere nel principio di Unità. Chiude la serie la reciprocità, descritta come l’assistenza data ai bisognosi indipendentemente dal-la nazionalità, che noi conosciamo molto bene con il nome di Imparzia-lità, tema centrale della storia che trovate qui di seguito. (apa)

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riva un’altra chiamata: pochi minuti ed è già ora di caricare un altro pa-ziente. In breve mi ritrovo di nuovo ad ascoltare le storie di una vita.«Ho tre figli, sa?», mi dice con un pizzico di orgoglio.«Sì? E come sono?», gli chiedo.«Tre tesori. Ognuno con il suo carat-tere, ma sono tutti e tre molto buo-ni», sembra perdersi per un attimo pensando ai figli. «Il più grande è la copia precisa di mio padre! Ne sa-rebbe senz’altro stato estremamente orgoglioso…» il suo sguardo resta fisso nel vuoto, mentre un sorriso si

fa piano piano strada sul suo volto.«Non l’ha mai conosciuto?», inter-rompo quel momento. Fa segno di no con il capo: «Purtroppo è mor-to quando avevo solo quattordici anni.».Tornati in sede per il cambio turno, mentre autisti e leader si passano le consegne scambio quattro chiac-chiere con chi mi sostituirà in equi-paggio.«Com’è andata?», mi viene chiesto.«Giornata tranquilla – rispondo – tre trasporti dall’ospedale a casa: un quarantenne reduce da problemi re-

spiratori, un giovane immigrato col bacino rotto e una anziana operata al femore».Penso, o forse era il quarantenne ad avere il bacino rotto? Improv-visamente mi rendo conto di aver mescolato volti, storie e patologie, succede quando tratti tutti i pazienti allo stesso modo, con imparzialità. Tutti sono ugualmente importanti, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso o dall’ap-partenenza sociale. È un mio prin-cipio, è un principio di Croce rossa, e ne vado fiera. (sc)

(disegno mb)

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Dal volontariato al lavoroIntervista a Elena De Pascali, volontaria di lunga data dell’associazione,già attiva nei Pionieri del gruppo di Trento, ora venticinquenne infermiera presso l’ospedale Santa Chiara di Trento.

Elena ha venticinque anni ed è una volontaria del gruppo di Trento, attiva in Croce rossa

da quando aveva quattordici anni. Racconta che quella di iscriversi in Cri è stata una scelta casuale, spinta dalla curiosità di conoscere qualco-sa di cui, prima di quel momento, sapeva molto poco. Così una volta entrata nei Pionieri di allora (grup-po giovani di Croce rossa, prima che avvenisse la trasformazione nella componente unica) ha capito

subito che i i principi su cui si basa da sempre l’associazione erano con-formi ai suoi ideali e quindi, spinta da un forte senso di appartenenza, ha intrapreso questo meraviglioso percorso sperimentandosi in diversi ambiti e iniziative: non solo quelle proposte dai giovani, ma metten-dosi in gioco come truccatrice per aggiungere realismo alla simulazio-ni, o come attrice durante queste ul-time, nella protezione civile, nella raccolta alimenti e vestiario per i

senza fissa dimora. Potremo definir-la un “uragano di energia” che nella Croce rossa, afferma, ha trovato non solo una seconda casa, ma anche un validissimo modo per spendere il proprio tempo e il proprio entusia-smo. Quando è stato il momento di scegliere quale carriera intrapren-dere, Elena afferma di non essere stata minimamente influenzata dal volontariato nello scegliere il per-corso di studi universitari in scienze infermieristiche, tuttavia li defini-sce «due percorsi complementari tra loro, e nettamente separati nella testa». Il merito che attribuisce alla Croce rossa è indubbiamente quello di averle dato l’opportunità di spe-rimentare i difficili compiti del me-stiere, che vanno ben oltre gli aspet-ti pratici, ma, cosa più importante, riguardano gli aspetti umani di re-lazione, dote che non si sviluppa sui libri ma solo grazie al contatto con il prossimo. Elena, dopo la laurea in infermieristica, ha aspettato un anno prima di far riconoscere la professione all’interno del gruppo Cri, ma successivamente ha sentito la necessità di ricambiare l’immen-so dono di tanti anni di volonta-riato e ha deciso che era arrivato il momento di portare le sue compe-tenze nell’associazione. Ha scelto di farlo nel suo gruppo, al momento diventando delegata dell’obiettivo (foto edp)

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Molti nostri giovani volontari han-no deciso di intraprendere una car-riera universitaria di tipo sanitario influenzati da ciò che hanno avuto opportunità di conoscere all’interno del gruppo, grazie anche alle diverse iniziative proposte in Cri. Davide, diciottenne, è nel gruppo dal 2016 e sta frequentando il corso per di-ventare soccorritore in ambulanza. Parallelamente, a ottobre Davide ha cominciato il primo anno di scienze infermieristiche a Trento: «Mi piace comunicare con le persone ed essere loro d’aiuto in caso di bisogno, gra-zie al nostro gruppo ho scoperto lati di me che non conoscevo».Suada è invece una studentessa di infermieristica già al terzo anno, è una “giovane veterana” all’interno del gruppo, entrata nel 2012 in se-

Cosa vuoi fare da grande?

strategico 1 (area che si occupa di pianificare attività e progetti di assi-stenza sanitaria e di tutela e promo-zione della salute) e segnandosi con il titolo di “infermiera” nei turni di ambulanza. Come Elena, molti altri volontari hanno intrapreso una car-riera in ambito sanitario, altri inve-ce sono partiti sognando di diventa-re astronauti e calciatori e una volta entrati in Cri hanno reindirizzato la loro idea verso un percorso nuovo, di cui hanno iniziato a innamorarsi giorno dopo giorno, attività dopo attività. Quello che accomuna i no-stri volontari è la voglia di portare le proprie conoscenze all’interno dei gruppi, di poter svolgere le at-tività che li hanno visti crescere umanamente e professionalmente, con competenze maggiori da con-dividere con quella che tanti hanno definito una seconda casa. D’altron-de è così che ci fa diventare la Croce rossa, una grande famiglia compo-sta dalle due parti inscindibili dell’e-sperienza e la saggezza dei più gran-di, e della novità e autenticità dei più giovani: questi, messi insieme, risultano quasi invincibili. (ampa)

guito a un campeggio organizzato a Marco di Rovereto per presentare l’associazione agli interessati. Rac-conta di essere sempre stata incurio-sita dalla medicina, e la Croce rossa l’ha aiutata a conoscere meglio la materia e a convincerla a intrapren-dere questa carriera. Tra le cose che preferisce di più e che secondo lei accomuna questa università con il volontariato in Cri è che entrambi danno la possibilità di andare subi-to “al lavoro”, essendo realtà molto pratiche. Da queste testimonianze si può capire come l’associazione sia oltre che un luogo di nuove cono-scenze, amicizie, anche un punto di slancio per scelte di vita importanti che potranno un domani diventare importanti risorse anche all’interno del gruppo. (ampa)

Elena De Pascali

La sede di scienze infermieristiche a Trento, presso TrentoFiere

La scelta della professione, già in tenera età, è una delle domande che tutti ci facciamo, o che tutti ci fanno. L’esperienza del volontariato in Croce rossa può influenzare questa scelta, spesso spingendo verso gli studi relativi alle professioni sanitarie.

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Periodico online di informazionedel Gruppo di Lavis

della Croce Rossa ItalianaAnno due, numero tredici

Gennaio 2018

Responsabile per i contenuti:Giorgio Pasetto (gip)

Coordinatore della redazione:Alessio Palmero Aprosio (apa)

In redazione:Alberto Battarelli (ab), Gabriele Brugnara

(gb), Fabio Casna (fc), Selene Cattani (sc), Camilla Dalfovo (cd), Alessandra

Fruet (af), Lorenzo Fusinato (lf), Davide Galassi (dg), Claudia La Rocca (clr),

Giulia Margoni (gm), Roberta Michelon (robi), Paola Moser (pm), Lorenzo Pisetta

(lpi), Manuela Rigo (mr)Si ringraziano: Michela Bonisolli (mb), Elena De Pascali (edp), Angela M. Pasco Alarcón (ampa).

Redatto in Via Fortunato Depero 10nel comune di Lavis (TN).

Telefono 0461/240057Web: http://www.crilavis.itE-mail: [email protected]

Contenuti riproducibili citando la fonteCreative Commons BY-ND 4.0

Ci sono tanti modi per fe-steggiare gli ultimi giorni dell’anno: feste, cene, pran-

zi, fuochi d’artificio. Ma ci sono an-che modi più silenziosi e raccolti che senz’altro donano felicità e alle-gria allo stesso modo. I giovani della Croce rossa del Trentino nel pome-riggio di sabato 30 dicembre hanno organizzato un momento ludico con i bambini della residenza Vela in cui sono state proposte attività con giochi da tavolo, giochi di ruolo e di società. Più tardi, i volontari hanno allestito un banchetto con dolci ti-pici natalizi e hanno augurato agli ospiti della residenza un felice anno nuovo, per il quale i giovani sono già al lavoro con le future attività. Du-rante la giornata, un bambino della residenza ha chiesto a un volontario aiuto per lo svolgimento dei compiti di scuola, ricevendo il supporto ne-cessario e scatenando una reazione a catena che ha coinvolto un folto gruppo di richiedenti... aiuto per i compiti! (dg)

Un capodanno alternativo

(foto giovani)