L'Amministrazione digitale per uno sviluppo sostenibile

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Progresso economico, tutela ambientale ed equità sociale (di Mario De Cillis). Prefazione di Marco Mancarella

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COLLANA DI STUDI GIURIDICI, ECONOMICI E AMMINISTRATIVIPubblica AmministrazioneDirettore editoriale: Avv. Alessandro Candido

ALESSANDRO CANDIDO è avvocato, assegnista di ricerca in diritto dell'economia nell'Universitàdegli Studi di Milano e dottore di ricerca in diritto costituzionale nell'Università Cattolica di Mi-lano. Nel 2011 ha ricevuto il primo premio della "Rassegna nazionale di studi giuridici in me-moria del Prof. Fausto Cuocolo". Vanta numerose pubblicazioni su testi, curatele e riviste diinteresse nazionale.

Il Salentino Editore S.r.l.®

Via Larghi Case Sparse, 373026 MelendugnoTel./Fax 0832 [email protected] 978-88-96446-04-1Finito di stampare nel mese di febbraio 2012

Art director Douglas RapanàGraphic design Edita S.r.l. - Lecce (LE)

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L’AMMINISTRAZIONE DIGITALEPER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

PROGRESSO ECONOMICO, TUTELA AMBIENTALEED EQUITÀ SOCIALE

Mario de Cillis

Prefazione di Marco Mancarella

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…ad Arianna, l’amo� della mia vita e

a coloro che la vita me l’hanno donata…

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INDICE

PREFAZIONEdi Marco Mancarella PAG. 11

PROLOGO 13

Capitolo IRIVOLUZIONE INFORMATICA E TRASHWARE 17

1.1 L’INVENZIONE DEL SECOLO 171.2 HARDWARE, SOFTWARE E ALFABETO BINARIO 20

1.2.1 La CPU 221.2.2 La RAM 231.2.3 Le memorie di massa 231.2.4 Le ragioni dell’esistenza di due tipi di memorie 251.2.5 Le periferiche 26

1.3 L’EVOLUZIONE: DA ARPANET AD INTERNET 261.4 LA RETE DELLE RETI E GLI INDIRIZZI IP 29

1.4.1 Le reti LAN 311.4.2 Le reti WAN 331.4.3 La Banda Larga 34

1.5 LA RELAZIONE TRA INFORMATICA, BILANCIO DEI MATERIALIE TRASHWARE 35

1.6 TRASHWARE E CICLO DI VITA DEI COMPUTER 381.7 LA NORMATIVA RAEE 421.8 IL SISTEMA ITALIANO DI GESTIONE RAEE 451.9 I RISCHI DI UNA CATTIVA GESTIONE DELLE RISORSE 48

1.9.1 Il principio precauzionale 50

Capiolo IIL’AMMINISTRAZIONE DIGITALE COME MEZZOPER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE 53

2.1 L’EVOLUZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 53

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2.2 PASSAGGI NORMATIVI VERSO L’AMMINISTRAZIONE DIGITALE 572.2.1 I nuovi diritti a favore dei cittadini e delle imprese 622.2.2 Il livello di digitalizzazione nella PubblicaAmministrazione italiana 65

2.3 REQUISITI DI BASE PER LA DIGITALIZZAZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE 672.4 REVISIONE ECONOMICO-CULTURALE E DIGITALIZZAZIONE

AMMINISTRATIVA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE 722.4.1 Il modello americano per uno sviluppo sostenibile 80

2.5 LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LA RIDUZIONE DEL DIGITALDIVIDE E LA PROMOZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE DIGITALE 82

2.6 L’ECOMAFIA: IL “CANCRO” DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE 892.6.1 Le tecnologie informatiche come strumento di legalità 91

2.7 L’IMPORTANZA DEL PROGRESSO TECNOLOGICO E LA CRESCITA 922.7.1 Spesa in R&S e progresso tecnologico 942.7.2 Il progresso tecnologico, l’eco-sostenibilità e la funzionedi produzione 96

Capitolo IIILE APPLICAZIONI DEL COMMERCIO ELETTRONICONELLA P.A. E I BENEFICI ECONOMICI, AMBIENTALI E SOCIALI 99

3.1 L’EVOLUZIONE DEL COMMERCIO 993.1.1 Tipologie dell’e-commerce 103

3.2 LA TRANSAZIONE ECONOMICA NELL’E-COMMERCE 1053.2.1 La sicurezza nell’e-commerce 1073.2.2 Aspetti fiscali dell’e-commerce 111

3.3 L’E-PROCUREMENT GRAZIE ALL’E-COMMERCE 1143.3.1 L’orientamento europeo sul procurement pubblico 1153.3.2 Gli strumenti dell’e-procurement in Italia 118

3.4 LE CARATTERISTICHE DELL’E-MARKETPLACE 1203.4.1 Il ruolo cruciale della firma digitale nell’e-marketplace 123

3.5 L’E-MARKETPLACE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 1253.5.1 Le procedure dell’e-marketplace nella Pubblica Amministrazione 129

3.6 I BENEFICI ECONOMICI, AMBIENTALI E SOCIALI DELL’E-MARKETPLACE 1363.6.1 Il rilievo del Green Public Procurement 140

3.7 L’E-MARKETPLACE COME CONTRIBUTO AL TOTAL QUALITY 143

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Capitolo IVIL TELELAVORO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONECOME POLITICA ECONOMICA, AMBIENTALE E SOCIALE 147

4.1 L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI LAVORO 1474.1.1 Le tipologie del telelavoro 150

4.2 L’INQUADRAMENTO GIURIDICO DEL TELELAVORO 1514.3 IL TELELAVORO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 153

4.3.1 Il progetto di telelavoro 1554.3.2 L’assegnazione al telelavoro 1574.3.3 Tra postazione e sede di lavoro 1594.3.4 Telelavoro e sicurezza 1614.3.5 La verifica dell’orario di lavoro e la tutela dellaprivacy del telelavoratore 1664.3.6 I diritti dei telelavoratori 168

4.4 L’ACCORDO-QUADRO EUROPEO SUL TELELAVORO 1704.5 LA RELAZIONE TRA TELELAVORO NELLA P.A. E LA POLITICA

ECONOMICA, AMBIENTALE E SOCIALE 1734.5.1 I benefici per l’impresa 1754.5.2 I benefici per il lavoratore 1794.5.3 I benefici per la collettività e l’ambiente 180

4.6 PRESUPPOSTO ESSENZIALE PER LA DIFFUSIONE DEL TELELAVORO:UNA SOCIETÀ DIGITALIZZATA PER UNA CRESCITA INTELLIGENTE,SOSTENIBILE E INCLUSIVA 184

4.7 LE STRATEGIE SPECIFICHE PER IL SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀE LA DIFFUSIONE DEL TELELAVORO 186

Capitolo VTRA GALATEOTELEMATICO, CODICE DI COMPORTAMENTOPUBBLICO ED ETICA ECONOMICO-AMBIENTALE 191

5.1 IL COSIDDETTO “GALATEO TELEMATICO” (NETIQUETTE) 1915.2 LA NETIQUETTE ELABORATA DALLA NIC 193

5.2.1 La segnalazione delle violazioni della netiquette 1985.3 TRA TERRORISMO INFORMATICO ANTITESI DEL GALATEO

TELEMATICO E TECNOLOGIE BIOMETRICHE PER LA SICUREZZA 1995.3.1 La biometria nel processo di digitalizzazione amministrativa 2015.3.2 Sicurezza, Privacy e dati biometrici 204

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5.4 DAL GALATEO TELEMATICO AL CODICE DI COMPORTAMENTODEI DIPENDENTI PUBBLICI PER LA VIRTUOSITÀ AMMINISTRATIVA 206

5.5 L’AMBITO DI APPLICAZIONE DELLE REGOLE DI ETICA PUBBLICA 2095.6 L’ETICA ECONOMICO-AMBIENTALE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE,

NECESSARIO COMPLETAMENTO DELL’ETICA PUBBLICA PER LAVIRTUOSITÀ AMMINISTRATIVO-SISTEMICA 212

5.7 DAL PRIMATO TECNICO-ECONOMICO DELLO SVILUPPOINSOSTENIBILE ALL’ETICA ECONOMICO-AMBIENTALE DELLOSVILUPPO SOSTENIBILE 2145.7.1 I caratteri della modernità 2145.7.2 Gli effetti della modernità sull’ambiente 2175.7.3 L’avvento della postmodernità 2185.7.4 Gli effetti della postmodernità sull’ambiente 2205.7.5 Economia e ambiente nella disparità tra Nord e Sud del mondo 2245.7.6 L’etica economico-ambientale dello sviluppo sostenibile 228

5.8 IL RILIEVO DELLA CULTURA MULTIDISCIPLINARE PER L’EQUITÀECONOMICA E LA TUTELA DEMOCRATICA 233

5.9 IL RUOLO CRUCIALE DELLA POLITICA NEL COORDINAMENTOGIURIDICO, ECONOMICO E AMBIENTALE 2395.9.1 L’obsolescenza del Bilancio tradizionale e la rispostadel Bilancio esteso per una gestione efficiente dell’ambiente 2435.9.2 L’obbligo del pareggio di Bilancio ad integrazione delBilancio esteso per l’equità sociale 245

EPILOGO 247

BIBLIOGRAFIA 253

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PREFAZIONE

Nel panorama editoriale italiano sussiste, da sempre, una duplice ne-cessità. Innanzitutto, la presenza di un testo che sia in grado di fornire unavisione esaustiva, scientificamente corretta, degli attuali scenari rappresen-tati dall’utilizzo delle nuove tecnologie, anche dette ICTs (Informationand Communication Technology), nella vita quotidiana e, al contempo,uno sguardo proiettato sull’impatto che tali tecnologie hanno avuto,hanno e avranno sull’ambiente.

Il testo di Mario de Cillis riesce a soddisfare questa duplice necessità.Nodo centrale di questa riflessione diviene per l’Autore, innanzitutto,

quello di comprendere quale sarà la futura veste della più ampia strutturasociale, la Pubblica Amministrazione, destinata sempre più a trasformarsida “struttura fondata sulla carta” a “struttura fondata sui bit”, ovvero suquelle unità elementari dell’informazione senza le quali il mondo elettro-nico non potrebbe esistere, determinando in tal modo, finalmente, il pas-saggio definitivo dall’odierna situazione di “informatica parallela”,caratterizzata da una costante sovrapposizione di processi cartacei e digitali,ad una situazione di “informatica pura”, ove il processo cartaceo divengasolo un ricordo e l’agere digitale la sola certezza. Se la necessità di carta siazzererà, l’ambiente sarà ovviamente il primo a giovarsene.

Ma non sono solo questi i profili più interessanti del lavoro, in quantonon di sola carta vive l’odierna Pubblica Amministrazione ma anche dinumerosi altri processi che, direttamente o indirettamente, sono in gradodi incidere profondamente sull’ambiente e, pertanto, sulle future genera-zioni, nell’ottica di una responsabilità intergenerazionale che dovrebbe im-pedire alle odierne generazioni di minare del tutto la possibilità dellefuture, di soddisfare i loro bisogni. Minare irreversibilmente l’ambiente, se-guendo tali condivisibili posizioni, significa dunque minare definitiva-mente la qualità di vita dei nostri figli.

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L’eCommerce, l’eProcurement, il telelavoro, solo per citarne alcuni, di-vengono per l’Autore, e per chi scrive, gli “strumenti verdi” in mano allaPubblica Amministrazione per un “futuro sostenibile”.

Oggigiorno, com’è facile comprendere da quanto sinora detto, è dive-nuto una sorta di “imperativo categorico” doversi confrontare con tema-tiche quali l’innovazione tecnologica e i suoi riflessi ambientali. Chi rifiutail confronto appare incapace di far valere nelle adeguate sedi il proprio di-ritto ad una partecipazione democratica elettronica al vivere sociale, comeben delineato dal Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs. n.82/2005), e, congiuntamente, al dibattito politico sui problemi connessialla necessaria sopravvivenza del genere umano, unica specie animale si-nora in grado di crearsi da sé gli strumenti di una potenziale estinzione dimassa.

Il futuro è oggi e questo testo intende costituire un utile ed agile stru-mento di lettura del cambiamento in atto, per permettere a chi il con-fronto con il cambiamento ancora non lo abbia avviato, di approcciarsi,senza timori, ad esso.

Lecce, 30 gennaio 2012Marco Mancarella1

Marco Mancarella

1 MARCOMANCARELLA è professore aggregato di Informatica giuridica. Svolge attività didattica edi ricerca nel campo dell’Informatica giuridica e della Pubblica Amministrazione, presso l’Uni-versità del Salento.

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PROLOGO

Nella vita quotidiana, guardando la televisione o leggendo un giornalenon si può fare a meno di notare lo spazio riservato dai media al forte im-patto che le tecnologie informatiche hanno avuto e continuano ad averesempre più sulla nostra vita, che si tratti di Internet, della TV digitale, deidischi DVD, delle ristrutturazioni nel settore amministrativo, della privacyo dei telefoni wireless. Gli sviluppi che interessano tutte queste aree, stannodando ulteriore impulso ai cambiamenti in corso, e molti settori primadistinti e separati sono ora in fase di convivenza. Si tratta di cambiamentila cui portata è possibile paragonarla a quella che cinquemila anni or sonosi determinò con l’invenzione della scrittura.

Con gli anni, e con uno sviluppo sempre più veloce delle capacità dielaborazione in parallelo alla riduzione dei costi, l’informatica ha pervasoqualsiasi settore, compreso quello amministrativo, fino alla vita quoti-diana e all’intrattenimento. L’informatica è divenuta con il tempo nonsolo un elemento di base dello sviluppo scientifico, militare, industriale,ma anche un insostituibile strumento per la gestione di gran parte delleattività di un Paese al passo con i tempi. È da notare che il peso econo-mico dell’informatica non si esplica solo attraverso la produzione deglielaboratori, ma anche nelle attività connesse con l’analisi dei problemi,la redazione dei programmi, il loro aggiornamento, l’addestramento delpersonale, ecc.

Le tecnologie informatiche condizionano ormai la nostra vita, sia a li-vello individuale che a livello sociale: le nostre prospettive di lavoro, cosìcome le scelte relative alla salute e all’istruzione, sono cambiate radical-mente e continueranno a mutare; lo stesso vale per questioni di caratterepiù ampio come l’evoluzione dell’organizzazione amministrativa, econo-mica e dei rapporti sociali.

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Il transistor è per molti aspetti l’invenzione del secolo XX. Con esso co-mincia infatti, la rivoluzione digitale, dal momento che l’industria infor-matica decolla: a esso seguiranno rapide, le evoluzioni in auge ancora oggi,come i circuiti integrati e i microprocessori.

L’informatica, assieme all’elettronica e alle telecomunicazioni unificatesotto la denominazione Information and Communication Technology(ICT), rappresenta quella disciplina e allo stesso tempo quel settore eco-nomico che ha dato vita e sviluppo alla terza rivoluzione industriale, attra-verso quella che è comunemente nota come rivoluzione informatica.

Infatti, le tecnologie digitali hanno influenzato e continuano a farlotuttora il costume dei popoli, la “e” risulta sempre più mitizzata ed è pre-sente in tutti i settori del sociale: e-goverment, e-procurement, e-market-place, e-learning, e-mail, e-book, ecc., sono termini di ordinario utilizzo.

A questo proposito, è importante ricordare che l’informatica è diventatatalmente strategica nello sviluppo economico e sociale delle popolazioni,che il non poterla utilizzare (status battezzato con il termine digital divide),è un problema di interesse planetario.

Le tecnologie digitali applicate, ad esempio, nell’amministrazionepubblica e/o privata consentono di aumentare l’efficacia, l’efficienza,l’economicità, la trasparenza, l’imparzialità, la partecipazione e la sem-plificazione della stessa ma anche, fatto non secondario, di garantire unamaggiore eco-sostenibilità. Pertanto, i vantaggi derivanti dal processo didigitalizzazione sono molteplici, investendo di fatto vari fattori; ed èproprio questo che si intende dimostrare. Più in particolare, che il pro-cesso di digitalizzazione amministrativa, ha straordinarie potenzialità pergarantire uno sviluppo economico e al tempo stesso, tutela ambientalee equità sociale.

Tutto ciò, si rivela di grande interesse in considerazione del fatto che apartire dal XVII secolo ed in particolare con la Rivoluzione Industrialebasata sull’industrializzazione capitalistica, l’umanità manifesta una semprepiù ampia necessità di soddisfare domande crescenti di bisogni e di corre-lativi beni economici a seguito della notevole dimensione assunta sotto ilprofilo numerico. Inoltre, l’economia acquisisce sempre più i caratteri dellapura razionalità orientata all’accumulazione, libera da inibizioni di tipomorale e un irrefrenabile dominio della scienza e della tecnica, mettendocosì in pericolo la stessa prospettiva di vita delle generazioni future.

Mario de Cillis

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Infatti, il dispiegarsi del processo di razionalizzazione della società, fo-riero di risultati soddisfacenti e costruttivi, ha ben presto reso noti i proprilimiti. Le conseguenze di questa razionalizzazione, si sono proposte comeestrinsecazione di un potere coercitivo sulla natura e sull’uomo stesso, ro-vesciandosi in un progressivo asservimento dell’individuo al sistema eco-nomico-sociale. L’applicazione della razionalità scientifica, ha superato ilimiti della tolleranza e la difficile situazione economico-ambientale-socialeche la civiltà dell’epoca contemporanea si trova ad affrontare, induce ad at-tuare uno sviluppo sostenibile, basato su di un processo di sviluppo eco-nomico, ma al tempo stesso rispettoso dell’ambiente ed equo sotto ilprofilo sociale.

In sostanza, l’obbiettivo è quello di dimostrare che ciò sia possibile at-traverso l’amministrazione digitale, in particolare, evidenziare la relazionetra la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e lo sviluppo soste-nibile; dove per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfale esigenze del presente senza compromettere quelle delle generazioni fu-ture, garantendo così equità intergenerazionale. Come si avrà modo di os-servare, sta a noi utilizzare nel modo corretto la scienza, facendo sì chepossa contribuire a migliorare la qualità della nostra vita, ma anche quelladelle future generazioni e degli ecosistemi naturali.

La scienza infatti, a priori, non è né buona né cattiva. Sarà quello chel’uomo ne farà, poiché si tratta di un fenomeno ambivalente, a metà stradafra il bene potenziale per l’umanità ed un danno sociale di non lievi con-seguenze (si pensi alla pratica dello spamming, al terrorismo informatico opeggio ancora alle armi atomiche). L’uomo, infatti, vi è implicato, sia comedestinatario sia come soggetto attivo, e dunque, esercitando la sua libertà,egli potrà farne risultare un bene o un male. Il presente lavoro, vuole essereun esempio di corretta applicazione della scienza per il bene dell’interaumanità, non solo presente ma anche futura, in ossequio ai principi disviluppo sostenibile. Obiettivo che, per una piena e concreta realizzazione,richiede tra l’altro, come si avrà modo di rilevare, un forte impegno moraleda parte di ognuno di noi.

Prologo

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Capitolo I

RIVOLUZIONE INFORMATICA E TRASHWARE

1.1 L’invenzione del secolo

Gli ultimi decenni del ’900 sono ricordati come un’epoca di grandi tra-sformazioni nell’economia e nella società del mondo industriale. Il centroe il nucleo propulsore di questo processo di trasformazione sta certamentenell’elettronica, cioè in quella branca della fisica che studia il movimentodegli elettroni e che, già nella prima metà del ’900, era stata alla base di al-cune fondamentali scoperte nel campo delle comunicazioni radiofonichee televisive. Ma la più importante e la più rivoluzionaria fra le applicazionidella tecnologia elettronica, fu attuata nel secondo dopoguerra nel settoredelle macchine da calcolo (computer): apparecchi capaci di riprodurre inqualche misura i meccanismi di funzionamento del cervello umano, me-diante l’apertura e la chiusura di una serie di circuiti elettrici; di eseguireoperazioni matematiche senza possibilità di errore in tempi infinitamentepiù brevi di quelli consentiti all’uomo; di immagazzinare nelle loro “me-morie” una serie di dati da richiamare poi all’occorrenza; di agire, se op-portunamente programmati, a impulsi esterni e di comandare in base aquesti impulsi l’attività di altre macchine1.

I primi calcolatori erano stati realizzati già durante la Seconda GuerraMondiale, dapprima ad opera del tedesco Konrad Zuse e, poco dopo, adopera di George Stibitz, ricercatore della Bell Telephone, e di HowardAiken dell’Università di Harvad. Stibitz costruì la propria macchinaavendo a disposizione solo lampadine e relè telefonici. Proprio perché il

1 G. Sabbatucci, V. Vidotto, Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi, Edizioni Laterza, 2010, p.604.

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relè per sua natura può essere unicamente acceso o spento, il codice che nederivò fu necessariamente quello dello “0” e “1”, ovvero il codice che sarà,da allora, definito “binario” e che già era stato teorizzato nel passato. L’in-novazione forse più importante fu però quella del “salto condizionato”: lamacchina di Stibitz era, infatti, in grado di passare da un programma a unaltro a seconda dei risultati delle operazioni effettuate in precedenza.

In seguito il fermento culturale, tecnologico e le sperimentazioni, di cuifu ricco il periodo bellico, si rivelarono decisivi per la nascita del modernocomputer. Mancavano però, ancora due passi importanti: uno tecnico, ossiala realizzazione di un sistema completamente elettronico, e uno teorico,ovvero la razionalizzazione dell’architettura di un vero calcolatore program-mabile a uso generale. Furono l’americano Vincent Atanasoff e il suo allievoClifford Berry a sviluppare il proprio piccolo calcolatore elettronico binario,in cui furono sostituiti i relè con valvole termoioniche, per garantire unamaggiore velocità di calcolo. L’Atanasoff Berry Computer (ABC) fu co-struito nei laboratori dell’Università dello Iowa tra il 1939 e il 1942. Du-rante la Seconda Guerra Mondiale i due inventori furono richiamati inservizio militare e la loro macchina fu, dapprima dimenticata e, successiva-mente, addirittura smantellata. Di Atanasoff e dell’ABC si perse memoriafino al 1973 quando, per un problema legale riguardante la tutela brevet-tuale, la priorità dell’invenzione venne pubblicamente riconosciuta.

Il secondo passo quello teorico, venne compiuto nel 1944 dal mate-matico di origine ungherese John von Neumann, che teorizzò il funziona-mento di un calcolatore tramite programmi immessi nella memoriacentrale, unitamente ad altri dati da elaborare. Questa teoria gettò le basiper la realizzazione dei computer moderni; ENIAC fu il primo esempio diquesta nuova generazione di computer. L’ENIAC (Electronic NumericalIntegrator and Calculator), e poi fu il primo computer elettronico com-pletamente digitale. La costruzione dell’ENIAC, concepito per scopi mi-litari, fu completata nove mesi dopo la fine della Seconda GuerraMondiale. Poi fu ripetutamente modificato e riprogettato per compiere ipiù svariati calcoli, dagli studi sui raggi cosmici alla statistica2.

Mario de Cillis

2 G. Ziccardi, (a cura di), Informatica giuridica, Milano, Giuffré, 2008, pp. 21-23.

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L’Europa dovette attendere il 1957 per poter utilizzare il primo com-puter a valvole, di costruzione interamente europea: si trattava del modelloSiemens 2002. Le ragioni di questo ritardo sono, in parte, imputabili allaSeconda Guerra Mondiale: le distruzioni provocate dalla guerra impone-vano altre priorità, e la progettazione e la fabbricazione di computer, purpossibile, non avrebbe poi trovato sul mercato europeo potenziali acqui-renti né pubblici né privati. La rinascita dell’informatica europea (si pensia Bull in Francia, Siemens in Germania, Ferranti in Inghilterra, Olivettiin Italia) avverrà, appunto, attorno agli anni ’60, con circa dieci anni di ri-tardo rispetto agli Stati Uniti d’America; per molto tempo l’Europa saràcostretta a rincorrere i produttori americani. Alla fine degli anni ’50 l’usodei transistor al silicio nei computer, più durevoli e meno costosi in terminidi potenza rispetto alle valvole termoioniche, permise la messa a punto dielaboratori più evoluti, decisamente più compatti, veloci ed economici:nacquero così i computer di “seconda generazione”3.

Con la nascita dei circuiti integrati si dà luogo, verso la metà deglianni ’60, all’avvento della terza generazione di computer: apparecchi chenon solo vantavano, rispetto ai loro predecessori, dimensioni ancora più ri-dotte, velocità di calcolo ancora maggiore, oltre alla possibilità di collegaremolti apparecchi “periferici” (terminali) a una sola memoria centrale, maavevano costi di produzione sensibilmente più bassi e questo fu un fattoredecisivo per far iniziare ad uscire il computer dall’ambito dei laboratori spe-cializzati e degli istituti di ricerca e farlo entrare nel mondo delle produzionidi massa4. Inoltre nacque, in questo contesto, il “sistema operativo”, un si-stema di istruzioni e procedure volto al controllo del funzionamento dellamacchina senza necessità di un intervento dell’operatore.

Nel 1971 tre ingegneri della Intel, tra cui l’italiano Federico Faggin,diedero avvio alla cosiddetta quarta generazione, basata su microchip, mi-croscopiche piastrine di silicio, che contengono diversi strati di circuiti in-tegrati incapsulati in plastica, ceramica o metallo, capaci di eseguire diversimilioni di operazioni al secondo5.

Capitolo I

3 Ivi, p. 25.4 G. Sabbatucci, V. Vidotto, Il mondo contemporaneo. Dal 1848 a oggi, cit., p. 605.5 V. Marengo, M. Scalera, Evoluzione della Tecnologia Informatica: dal Bit ad Internet, Bari, Adria-tica Editrice, 2001, p. 2.

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I computer attuali presentano caratteristiche e prestazioni che li allon-tanano notevolmente dai modelli sinora esaminati. Forse, però, non si èancora usciti dalla quarta generazione di computer nonostante in molti,con l’avvento dei modelli basati sul processore Intel Pentium, abbiano an-nunciato l’inizio della quinta generazione.

Oggi il computer si è evoluto. Una prima, grande invenzione è stato ilcosiddetto “multitasking”, ovvero la possibilità che diversi programmi po-tessero “girare” contemporaneamente6. È possibile affermare, con certezza,che l’avvento dell’informatica nella storia dell’umanità con il suo progres-sivo e pervasivo intreccio con ogni attività sociale, dalla politica all’econo-mia, dal diritto al sistema di relazioni sociali, rappresenta un eventoparagonabile a quello che cinquemila anni or sono si determinò con l’in-venzione della scrittura7.

1.2 HARDWARE, SOFTWARE E ALFABETO BINARIO

Nel corso della storia, si inizia a considerare “computer” quella mac-china in grado di elaborare automaticamente dei dati, ovvero di compiereuna determinata serie di operazioni sugli stessi, senza la necessità d’inter-vento umano; per fare questo è necessario che esso sia dotato di due com-ponenti essenziali:

1. Hardware;2. Software.

L’hardware è costituito da quell’insieme di risorse fisiche, elettronichee magnetiche, che cooperano per far sì che l’elaboratore possa interfacciarsicon il mondo esterno, memorizzare per un breve o un lungo periodo delleinformazioni ed effettuare elaborazioni sui dati memorizzati.

Il software è, invece, costituito da quell’insieme di programmi chepermettono alle risorse hardware di funzionare correttamente e soprat-tutto consentono all’utente di utilizzare queste ultime in modo moltosemplice non preoccupandosi di come avvengono determinati passaggi

Mario de Cillis

6 G. Ziccardi, (a cura di), Informatica giuridica, cit., p. 26.7 Ivi, p. 78.

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a livello hardware. Così nel momento in cui un utente voglia memoriz-zare un dato nella memoria del calcolatore (risorsa hardware) dovrà sem-plicemente ordinare al software cosa vuole memorizzare, sarà compito diquest’ultimo trovare lo spazio fisico in memoria dove realizzare corret-tamente la memoria8.

Tendenzialmente, ogni informazione che il computer elabora – sia essaun testo, un suono, un filmato, un’immagine – è tradotta in formato “di-gitale”, ovvero in sequenza, variabilmente lunga ed articolata, di “0” e “1”(i quali costituiscono l’alfabeto binario, formato appunto di due soli sim-boli). Tale sequenza viene “tradotta”, per i nostri sensi, dal linguaggio ori-ginario del computer al linguaggio, o aspetto, che noi comprendiamo9.Questo, in particolare, è il compito del sistema operativo che oltre a gestirele risorse e a fornire supporto per i programmi applicativi, si pone comeinterfaccia di comunicazione fra la macchina e l’uomo. Il sistema operativorappresenta la base per il funzionamento dell’intero computer, a partiredall’avvio della macchina. Se è ipotizzabile l’uso di un computer senzaprogrammi applicativi non è, invece, possibile utilizzare un computer inmancanza di un sistema operativo. La comunicazione non avviene diret-tamente fra utente e computer, ma fra utente e sistema operativo il quale,ogni volta che è impartito un determinato comando, richiama le istruzioninecessarie per eseguirlo e provvedere a tradurle nel linguaggio binario, cheè l’unico che la macchina può comprendere10.

In sostanza, per un computer, tutto è espresso in zero e uno, in quantoquesti due sono gli unici stati che i suoi componenti possono assumere:spento o acceso, passaggio o non passaggio di corrente.

Per bit si intendono, appunto, questi “0” e “1”; tale termine altro nonè che l’abbreviazione di “binary digit” ovvero cifra binaria, e rappresentala minima quantità di informazione possibile11. Quanti più bit ci sono inuna memoria tante più informazioni questa potrà memorizzare. In veritàla capacità di una memoria si preferisce misurarla in byte, il quale è costi-

Capitolo I

8 V. Marengo, M. Scalera, Evoluzione della Tecnologia Informatica: dal Bit ad Internet, cit., p. 9.9 G. Ziccardi, (a cura di), Informatica giuridica, cit., p. 29.

10 Ivi, p. 51.11 Ivi, p. 29.

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tuito da un raggruppamento di 8 bit. In un byte è possibile memorizzareun singolo carattere, ad esempio nel momento in cui viene memorizzatoil nome “Arianna” esso occuperà, in memoria, 7 byte, poiché tanti sono icaratteri che costituiscono la parola memorizzata.

Multipli del byte sono:1. Kilobite, (1.024 byte), approssimativamente si suol eguagliare 1Kb a mille byte;2. Megabyte, (1.048.576 byte), approssimativamente si suol egua-gliare 1 Mb a un milione di byte;3. Gigabyte, (1.073.741.824 byte), approssimativamente si suoleguagliare 1 Gb a un miliardo di byte;4. Tetrabyte, (1.099.951.627.776 byte), approssimativamente si suoleguagliare 1 Tb a mille miliardi di byte12.

1.2.1 La CPUI computer moderni sono solitamente racchiusi in una “scatola” di varie

forme, definita “case”. All’interno del case risiede la CPU (Central Proces-sing Unit), che è l’unità centrale di elaborazione e rappresenta, in un certosenso, l’equivalente del cervello umano.

L’unità centrale è composta da un microprocessore, ovvero un insiemedi circuiti miniaturizzati e compattati in un unico circuito integrato (chip)fissato su una tavoletta di fibra di vetro (scheda madre o motherboard),abilitato a gestire ogni tipo di operazione.

Al suo interno vi sono un’unità aritmetico-logica (ALU) e un’unità dicontrollo (CU), deputate, rispettivamente, allo svolgimento delle opera-zioni aritmetiche e all’interpretazione ed esecuzione delle istruzioni dasvolgere, dettate di volta in volta da un determinato programma.

In maniera molto schematica, la CPU raccoglie dati dall’esterno o daprecedenti elaborazioni, li deposita in una memoria centrale, li elabora, erestituisce un risultato. L’infrastruttura di comunicazione fra le varie com-ponenti interne e la CPU è detta “bus”13.

Mario de Cillis

12 V. Marengo, M. Scalera, Evoluzione della Tecnologia Informatica: dal Bit ad Internet, cit., p. 17.13 Cfr. G. Ziccardi, Telematica giuridica. Utilizzo avanzato delle nuove tecnologie da parte del profes-sionista del diritto, Milano, Giuffré, 2005.

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EPILOGO

Il processo di digitalizzazione amministrativa, si configura come unostrumento straordinariamente dinamico, in grado di innescare un circuitovirtuoso sotto il profilo ambientale, economico e sociale, garantendo gli in-teressi delle generazioni presenti e future.

Innanzitutto, l’opera di digitalizzazione consente di perfezionare ilmonitoraggio sulle dinamiche che le attività economiche produconosull’ambiente. Ciò determina un forte potenziamento della capacitàdell’amministrazione di controllare le dinamiche e gli effetti dei processiproduttivi, delle fonti di inquinamento e quindi di attendere meglio aipropri compiti di tutela in materia ambientale rafforzando e coordi-nando meglio gli interventi dei diversi soggetti pubblici e privati cheoperano nel settore della tutela dell’ambiente.

Oltre a questi vantaggi, di tipo diretto, ce ne sono altri, di tipo in-diretto, che sono ravvisabili nella diminuzione dell’impatto ambientale,ossia dell’effetto negativo sull’ambiente, che la stessa attività ammini-strativa può determinare. Si pensi ad esempio a come la “delocalizza-zione” dell’amministrazione, resa possibile dall’e-government dia aicittadini la possibilità di accedere ai servizi resi dalle amministrazioni edi presentare istanze di partecipazione ai procedimenti amministravisenza recarsi materialmente nelle sedi dell’amministrazione, quindisenza spostarsi verso i luoghi dove esse hanno sede. Questo porta ad unulteriore vantaggio in termini di miglioramento della viabilità nelle cittàin cui hanno sede le amministrazioni, con la conseguente riduzionedell’inquinamento acustico e atmosferico proprio grazie alla riduzionedel numero di mezzi a motore.

Infine, fatto non secondario, l’amministrazione digitalizzata è in gradodi incidere sull’aspetto economico della gestione.

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In primo luogo, la digitalizzazione consente di semplificare l’attivitàamministrativa e di migliorarne l’efficacia e la sua economicità, così dapotenziare il risultato tecnico e ridurre la spesa necessaria per il suo fun-zionamento e quindi la spesa pubblica complessiva.

Se questo primo profilo spicca per la sua assoluta evidenza, bisognaperò notare che esso non è l’unico dei modi con cui l’informatizzazionedella Pubblica Amministrazione può contribuire allo sviluppo econo-mico del Paese. Sempre partendo dalla considerazione dell’impatto chel’informatica può avere sulla maggiore efficienza e semplicità dell’attivitàamministrativa, è da notare che questo effetto ha delle importanti riper-cussioni economiche per il fatto che consente all’amministrazione disvolgere appieno i suoi compiti facendo gravare molti meno oneri sullespalle degli operatori economici e dei cittadini in genere, con un conse-guente immediato risparmio delle risorse che questi sarebbero costrettia sprecare a causa di un’amministrazione complicata ed inefficiente. An-cora su questa via, poi, va osservato come la presenza di una PubblicaAmministrazione informatizzata, più efficiente e trasparente, è impor-tante perché costituisce un fattore di fiducia per gli operatori economicie la sua presenza è in grado di attrarre investimenti. Inoltre, la maggioreefficienza e la maggiore efficacia rese possibili da informatica pubblica ede-government hanno una ulteriore ripercussione sullo sviluppo econo-mico se vengono riferite specificamente alle amministrazioni di governodell’economia. L’informatizzazione, infatti, consente a queste ultime dimeglio attendere ai compiti di promozione e di controllo dell’economiache sono loro propri e per questa via a determinare un sensibile miglio-ramento di alcune variabili importantissime per l’economia del Paese.Ma in un’economia sempre più condizionata e dipendente dalla quantitàdi informazione disponibile agli operatori la direzione attraverso cui l’in-formatica pubblica produce degli effetti favorevoli sull’economia non èsoltanto quella finora considerata. Ad essa si deve infatti aggiungerneun’altra, che è quella collegata all’aumento dell’informazione disponibilee alla sua maggiore trasparenza, che sono consentite dall’introduzionedelle ICT e dell’e-government. Attraverso questi ultimi, infatti, per i cit-tadini e per gli operatori economici diventa molto più agevole la cono-scenza e l’accesso alle molte importanti informazioni rilevanti sotto ilprofilo economico che hanno come fonte la Pubblica Amministrazione.

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Si pensi, per restare a quello che è forse il caso più evidente, alle infor-mazioni relative alle gare per gli appalti banditi dalle pubbliche ammi-nistrazioni, che attraverso i canali dell’informatica pubblica possonoraggiungere un numero molto più alto di operatori economici, favo-rendo la trasparenza delle procedure ad evidenza pubblica, l’aumentodelle imprese che possono partecipare alle gare e quindi la concorrenzae, attraverso di essa, lo sviluppo dell’economia. Infine, sempre restandonell’ambito della disponibilità di informazioni rilevanti per lo sviluppodelle attività economiche, va osservato come l’informatica consenta alleamministrazioni pubbliche di impostare servizi di informazione che pos-sono essere molto utili per lo sviluppo di determinati settori economici,come pure di creare ambienti più favorevoli perché possano essere avviateattività economiche basate appunto sull’utilizzo dell’informatica.

In particolare nel caso dell’e-marketplace, oltre a garantire un più ef-ficace incontro tra domanda e offerta consente rilevanti vantaggi eco-nomici per le imprese che utilizzano la rete per lo scambio dei propriprodotti. La possibilità di raggiungere direttamente il consumatore finalerealizza, inoltre, il conseguimento di significativi risparmi di tempo e dirisorse grazie all’accorciamento della filiera distributiva e all’eliminazionedegli intermediari tradizionali. L’effetto concreto che ne consegue è la ge-nerazione di forti sconti su prodotti offerti e la riduzione dei costi delprocesso di acquisto. La possibilità di ricercare il contraente e confron-tare l’offerta di beni e servizi tramite le tecnologie telematiche, oltre allosvolgimento delle trattative e al versamento del corrispettivo, comportaanche dei benefici in termini ambientali, dal momento che avviene tuttoin via digitale. Tuttavia, nel caso dei beni materiali, qualcuno dovrà tra-sportarli fino al luogo desiderato, utilizzando energia, producendo CO2,creando traffico aereo o stradale ecc. Nel caso di beni immateriali, dovela transizione avviene on-line e non off-line, i benefici ambientali sa-ranno massimi, in quanto non saranno più limitati alla sola fase iniziale,ma si estenderanno a tutto il processo di approvvigionamento con unimpatto ambientale pari a zero.

Quanto al telelavoro, questo, si configura come uno straordinario stru-mento capace di garantire molteplici vantaggi: miglioramento della qualitàdi vita lavorativa (riduzione dello stress, possibilità di autogestirsi), mag-giore equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero, riduzione degli sposta-

Epilogo

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menti quotidiani che si riflettono positivamente sull’ambiente oltre ad unamaggiore qualità delle prestazioni lavorative.

Alcuni vantaggi individuali si traducono anche in vantaggi sociali: ri-duzione del traffico, superamento dei limiti legati ai trasporti, i costi socialidegli stessi, riduzioni degli impatti ambientali per le emissioni di CO2 edegli incidenti stradali. L’introduzione del telelavoro comporta anche van-taggi per tutte le amministrazioni che lo applicano: ottimale distribuzionedel tempo tra esigenze lavorative e personali; possibilità di non perdereore lavorative in situazioni particolari (scioperi dei trasporti, condizionimeteorologiche avverse, ecc.); migliore risposta alle urgenze in fasce orarienormalmente dedicate agli spostamenti; risparmi di spazi e dei costi adessi connessi.

Tuttavia, dallo scenario emerso nel processo di trasformazione am-bientale del pianeta in epoca moderna e, maggiormente, in epoca po-stmoderna, si ricava un dato importantissimo: tutti i Paesi del mondo,ossia l’umanità intesa come specie, sono legati da un elemento comuneravvisabile nell’universalità della crisi. Si riconosce, infatti, che tutto ilmondo è coinvolto nel processo di sconvolgimento del sistema naturale.Nord e Sud del mondo, sebbene mossi da interessi divergenti, devono es-sere accomunati dall’unica fondamentale finalità della salvaguardia dellaspecie umana, quindi, dell’ambiente. La scala dei problemi ambientali,si è evoluta a tal punto che una gestione autarchica degli stessi è ormaiimpossibile, e la loro enorme rilevanza internazionale ha fatto sì che sivenisse a creare, tra gli Stati contemporanei, una rete di crescente inter-dipendenza. Su tutti gli uomini ricadono, così, le terribili conseguenzedovute alla scomparsa delle foreste pluviali ai tropici, all’estinzione dellespecie animali e vegetali e ai cambiamenti climatici.

Occorre una riconciliazione col mondo della natura, occorre nuova-mente raggiungere con essa un’armonia universale, sotto l’egida di principietici imprescindibili, come quello di “responsabilità ed equità” infragene-razionale e intergenerazionale, consapevoli del fatto che la strada percorsain epoca moderna e in gran parte postmoderna, nel perseguire il fine dellosviluppo, spesso indiscriminato, deve essere necessariamente abbandonata.Occorre elevare ad “etica globale” il principio “multidimensionale” (eco-logia, economia, società) dello “sviluppo sostenibile”, ossia, uno stato diequilibrio stabile raggiungibile tramite una riconversione del programma

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di espansione economica che regoli la crescita, conducendola ad una com-patibilità con i limiti presenti nel sistema naturale (finitezza delle risorse)e rendendola, in questo modo, sostenibile1.

Tuttavia, un grande impedimento alla crescita di responsabilità, controil quale occorre battersi, è costituito da quel principio secondo il quale glialtri devono rispettare regole rigide, caratterizzate da confini ben definitie invalicabili, mentre il diretto interessato, al contrario, può rispettare re-gole assai più flessibili e dai confini non del tutto definiti o, peggio ancora,indefiniti. Si tratta, evidentemente, di una concezione intrisa di ipocrisiaed egoismo che potremmo chiamare legge della doppia morale, ossia, unaper gli altri ed una per sé, quest’ultima molto più accomodante.

Essenziale, risulta la consapevolezza che: “Quel che fa nascere il dirittoper uno, fa insieme nascere l’obbligazione per gli altri”. Solo in tal manierasi possono far coincidere diritti e doveri evitando che questi prendano ilsopravvento su quelli: “Vogliamo che si rispettino i nostri diritti? Rispet-tiamo quelli degli altri. Bramiamo che niuno manchi alle sue obbligazioniverso noi? Non manchiamo noi a quelle che abbiamo verso gli altri”. È l’in-dividuo, quindi, con la sua volontà, con il suo libero arbitrio, con la suaautonomia decisionale, a dover prendere consapevolezza dell’importanzadella cultura dei doveri al cospetto di quella dei diritti, della correlazionedegli uni con gli altri, in un sistema teorico in cui non si può onestamenteprendere l’esercizio dei diritti, senza prima aderire ai propri doveri2.

Occorre riaffermare l’idea-forza che l’uomo certamente si arricchiscecon la crescita numerica dei suoi diritti, ma altrettanto certamente la suarealizzazione è legata al senso di dovere, alla coscienza della propria re-sponsabilità, al sano sentimento di autocritica che è cosa diversa dal rifiutodi ogni certezza3. A tal proposito, il giurista Hans Kelsen, evidenzia che lagiustizia è una proprietà attribuibile all’essere umano ed è una qualità mo-rale. Risulta simile alla regola aurea “non fare agli altri quello che non vor-

Epilogo

1 M. Mancarella, Il diritto dell’umanità all’ambiente, Milano, Giuffrè, 2004, p. 324.2 A. Pisanò, Una teoria comunitaria dei diritti umani, Milano, Giuffrè, 2004, pp. 195-196.3 G. Balsamo, Le regole dell’etica pubblica in una prospettiva di sviluppo sostenibile, in http://db.for-

mez.it/fontinor.nsf/8804ae899ac04f07c12569f40030aaca/ac19711cba8e684ec12572cf00527366?OpenDocument.

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resti fosse fatto a te”. Pertanto, solo un uomo immorale può volere unalegge dell’egoismo e rinunciare così all’assistenza altrui4.

Per affrontare convenientemente la “questione ambientale” e cercare ditrovare una soluzione alla stessa, l’unica via da seguire sembra quella diuna “globalizzazione delle politiche ambientali”.

Più in particolare, occorre promuovere una nuova crescita economicaglobale, garantire la conservazione e l’incremento della base delle risorse,migliore gestione del rischio ambientale ed, in fine, il riorientamento tec-nologico, utilizzando tecnologie più appropriate, anche dal punto di vistaambientale5. A tal proposito, come evidenziato nel presente lavoro, le tec-nologie digitali sono in grado di innescare un circuito straordinariamentevirtuoso, non solo sotto il profilo economico ma anche ambientale e so-ciale, per una vita ancora più degna di essere vissuta. Infatti, l’ammini-strazione digitale, si configura come uno straordinario vettore per unosviluppo sostenibile. L’auspicio è che, le tecnologie digitali, possano trovaresempre maggiore spazio nel settore pubblico come in quello privato, dalmomento che si tratta di una scommessa di fondamentale importanza, incui vi è in gioco la stessa prosperità dell’essere umano; un impegno, che co-mincia da ognuno di noi. A tal fine, risultano quanto mai opportune le pa-role del filosofo Norberto Bobbio: “è vero che altro è scommettere, altroè vincere. Ma è anche vero che chi scommette, lo fa perché ha fiducia divincere. Certo non basta la fiducia per vincere. Ma se non si ha la minimafiducia, la partita è persa prima di cominciare”6.

Mario de Cillis

4 Cfr. H. Kelsen, Il problema della giustizia, trad. it., Torino, Einaudi, 2004, passim.5 M. Mancarella, Il diritto dell’umanità all’ambiente, cit., pp. 84-85.6 N. Bobbio, L’età dei diritti, Torino, Einaudi, 1990, p. 266.

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