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ISBN 88-8145-073-9

L’ INEA, istituito con regio decre-to 10 maggio 1928, n.1418

per volere di Arrigo Serpieri, trassele sue origini dall'Istituto nazionaledi economia e statistica fondatodallo stesso Serpieri nel 1924. Con il decreto legislativo 29 ottobre1999, n.454, successivamentemodificato dalla Legge 6 luglio2002, n.137 è stato previsto, tra lealtre cose, il riordino dell’INEA cheè stato, recentemente, completato.L'INEA, è dotato di autonomia

scientifica, statutaria, organizzati-va, amministrativa e finanziaria edè sottoposto alla vigilanza delMinistero delle Politiche AgricoleAlimentari e Forestali. L'Istitutosvolge attività di ricerca socioeco-nomica in campo agricolo, agroin-dustriale, forestale e della pesca, inambito nazionale, comunitario edinternazionale. Per il raggiungi-mento delle sue finalità, l'Istitutopromuove attività di ricerca in col-laborazione con le Università ed

altre Istituzioni scientifiche, nazio-nali, comunitarie ed internaziona-li. L’INEA è stato designato conDecreto del Presidente dellaRepubblica 30 dicembre 1965,n.1708, quale organo di collega-mento tra lo Stato italiano el'Unione europea per la creazione ela gestione della Rete diInformazione Contabile Agricola.L'Istituto fa, inoltre, parte delsistema statistico nazionale(SISTAN) (D.Lgs.454/99, art.10).

L’agricolturaitaliana conta

2006

Tutti i dati statistici contenuti nel testo,salvo diverse indicazioni, sono di fonte ISTAT e INEA.

Per i confronti internazionalisono state utilizzate fonti EUROSTAT.

L’ “Agricolura Italiana Conta” è disponibile anche in versione inglese.Su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/itaco.cfm, è possibile consultare

la pubblicazione in lingua italiana, inglese, francese e spagnola.È consentita la riproduzione citando la fonte.

3

Giunto alla 19a edizione, “L’agricol-tura Italiana Conta”, edito dall’Isti-tuto Nazionale di Economia Agraria(INEA), costituisce uno strumentoinformativo agile ed aggiornato daporre a disposizione di tutti coloroche sono interessati a poter, pronta-mente, disporre dei principali datiinerenti il sistema agroalimentarenazionale.Questa edizione recepisce le nuove

classificazioni adottate nelle statisti-che per il settore agricolo, quali ilnuovo campione RICA-REA e lanuova classificazione dell’ISTAT pergli aggregati di contabilità economi-ca. Come in passato, al fine di accre-scere il suo valore comunicativo “l’A-gricoltura italiana conta” presentaanche quest’anno una edizione inlingua inglese, alla quale è, per laprima volta, associato un CD conte-

nente le edizioni in francese e spa-gnolo.Con questo lavoro, l’INEA conferma,ancora una volta, il suo impegno edil ruolo centrale svolto nel campodell’informazione agricola, riuscendonell’apprezzabile compito di fornireuno strumento che, alla facile edimmediata consultazione, associa laqualità e la completezza dei datiofferti.

On.le Prof. Paolo De CastroMinistro delle Politiche

Agricole Alimentari e Forestali

INDICE

6

TERRITORIO E POPOLAZIONE

Clima pag. 10Superficie e Popolazione pag. 11

Strutture e Lavoro in Agricoltura pag. 20Mercato Fondiario pag. 23Risultati Produttivi pag. 25Reddito Lordo Agricolo pag. 30Consumi Intermedi pag. 31Prezzi e Costi pag. 32Credito Agrario pag. 33Risultati Produttivi secondo la RICA pag. 34

Composizione pag. 44Industria Alimentare pag. 45Distribuzione pag. 48Consumi Alimentari pag. 50Commercio Estero pag. 52

FILIERA AGROINDUSTRIALE

ECONOMIA E AGRICOLTURA

Prodotto Interno Lordo pag. 14Valore Aggiunto pag. 15Occupazione pag. 16Produttività pag. 18

SETTORE PRIMARIO

7

MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA

Politica Ambientale pag. 56Uso dei Prodotti Chimici pag. 61Indicatori Agroambientali pag. 63Agricoltura Biologica pag. 64Agricoltura Irrigua pag. 69Agriturismo pag. 71Prodotti di Qualità pag. 73

POLITICA AGRICOLA

PAC in Italia: I Pilastro pag. 78PAC in Italia: II Pilastro pag. 81Spesa Regionale pag. 84Leggi Nazionali pag. 86

APPENDICE

Glossario pag. 96Glossario RICA pag. 101Indirizzi e Siti Utili pag. 103

TERRITORIO E POPOLAZIONE

ClimaScarti rispetto alla norma della temperatura media annua, (°C) 2005

< -1.5-1.5/-1.0-1.0/-0.5-0.5/0.0>0

Precipitazione totale annua (mm.), 2005

<500

500 - 650

650 - 800

800 - 950

950 - 1100

> 1100

Fonte: UCEA. Fonte: UCEA.

10

Caratteri generali

Il territorio italiano è caratterizzatodalla prevalenza di terreni collinarie montani. Su circa 30 milioni diettari di superficie territoriale solo il23% è rappresentato da pianure,incidenza che nel Mezzogiornoscende al 18% e nel Centro al 9%.Nel 2005, la popolazione residente èaumentata del 4,3 per mille rispettoal 2004.

La crescita si è concentrata nel Cen-tro-Nord (6,5 per mille) grazie aisaldi migratori positivi. Le caratte-ristiche insediative confermano laconcentrazione della popolazione inpianura (47,7%) ed in collina(39,3%), mentre solo il 13% risiedein montagna.La SAU rappresenta il 36,5% delterritorio totale delle regioni delNord, il 37,9% di quelle del Centroe il 45,4% del Sud ed Isole.

Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2004

11

Utilizzazione del territorio agricolo,2003 (000 ha)

Italia UE 25 Bulgaria Romania

Superficie Totale 30.132 397504 11099 23839

Coltivazioni agricole 15.097 164.367 5.331 14.324di cui (%):cereali e riso 28,3 32,2 34,3 43,5 barbabietola da zucchero 1,2 1,3 0 0,1 semi oleosi 1,8 4,7 11,5 8,4 tabacco 0,2 0,1 0,9 0,0 patate 0,5 1,3 0,6 1,9 leguni secchi 0,5 1,2 0,3 1,1 ortaggi e legumi freschi 3,3 1,2 1,2 0,5 frutta e agrumi 6,4 2 3,2 1,4 olivo 7,7 2,7 - -vite 5,6 2 2,4 0,9 fiori e piante 0,1 0,1 0,1 0,0 foraggi e pascoli 27,2 32,7 28,6 26,7 altri terreni e colture 17,2 18,6 16,8 15,5

% su superficie totale 50,1 41,3 48,0 60,0

Fonte: EUROSTAT, indagine pilota Lucas 2001, primi risultati.

Superficie e Popolazione

ItaliaMedia UE 25

BulgariaRomania

440282

146152

ECONOMIA E AGRICOLTURA

14

Prodotto Interno LordoAndamento del PIL (mio euro), dal 1999 al 2005

0

300.000

600.000

900.000

1.200.000

1.500.000

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Nota: nel corrente anno l'Istat ha diffuso le nuove serie dei Conti economici nazionali, che sostituiscono integralmente quelle precedenti, attraversouna complessa revisione di tutti gli aggregati di Contabilità nazionale.

Andamento del PIL per abitante(euro), dal 1999 al 2005

Prezzi correnti Valori concatenati

1.417.241

1.229.568

PIL/Abitante (euro)Prezzi correnti Valori concatenati

1999 19.803 20.2032000 20.917 20.9172001 21.915 21.2792002 22.661 21.2852003 23.181 21.1272004 23.874 21.1432005 24.214 21.007

Andamento del PIL per unitàlavorativa (euro), dal 1999 al 2005

PIL/Abitante (euro)Prezzi correnti Valori concatenati

1999 49.015 50.0062000 50.873 50.8732001 52.401 50.8822002 53.672 50.4132003 54.992 50.1192004 57.169 50.6302005 58.583 50.825

Nel 2005 il Valore Aggiunto (VA) aiprezzi di base del settore primario,inclusa la silvicoltura e la pesca, èdiminuito, in valore, rispetto al 2004,del 6,5% circa, per la flessione sia delvolume prodotto (-2,0%) che deiprezzi (-4,6%). Il contributo dell'agri-coltura alla formazione del valoreaggiunto dell'economia italiana è sta-to del 2,3%, tale valore è in lentadiminuzione da un decennio; in dimi-nuzione anche quello dell’industria insenso stretto, dal 24,9% del 1995 al21,7% del 2005, mentre rimanesostanzialmente stabile, nello stessoperiodo, il contributo della pubblicaamministrazione (20%). Viceversa, increscita, sempre tra il 1995 e il 2005,i settori delle costruzioni, dal 5,2% al5,7%, del commercio, trasporti ecomunicazioni, dal 23% al 24,1% edelle attività di intermediazionefinanziaria, informatica, ricerca elavori professionali e imprenditoriali,

dal 23,8 al 25,4%.L’incidenza del settore agricolo italia-no sul totale dell’economia si è avvici-nata a quella degli altri paesi dell’Eu-ropa centrosettentrionale; permanetuttavia una forte differenziazioneterritoriale: nel Centro-Nord, infatti,

l’agricoltura pesa per il 2,0% in ter-mini di VA a prezzi base e per il 3,6%in termini di unità di lavoro, mentreal Sud tali valori salgono, rispettiva-mente, al 4,2% e al 9,4%.

26,8%

70,9%

2,3%

Agricoltura, silvicoltura, pescaIndustria, incluse costruzioni

Servizi, inclusa pubb. amm.ne

TOTALE

28.761341.805902.196

1.272.762

VA a prezzi di base per settore (mio.euro), 2005

Incidenza % dell'agricoltura sultotale dell'economia, 2004

Paesi Valore aggiunto1

Italia 2,2Francia 1,9Spagna 3,4Grecia 5,2Germania 0,9Olanda 1,7Regno Unito 0,7Austria 1,2Finlandia 1,0Svezia 0,6Polonia 3,1Ungheria 3,1UE 25 1,6

Bulgaria 8,2Romania 12,2

1 Valore aggiunto lordo ai prezzi di base.

15

Valore Aggiunto

16

Nel 2005 il numero complessivodegli occupati, espressi in Unità dilavoro standard (ULA), è diminuitodello 0,4%. In particolare, si è regi-strata una diminuzione dell’1,6%nelle attività industriali, mentrenelle costruzioni si è avuto un incre-mento del 2,3% e nei servizi dello0,3%. Per quanto attiene alla parte-cipazione delle donne al mercato dellavoro, invertendo una tendenzache durava da parecchi anni, l’oc-cupazione femminile cresce meno(+0,5) di quella maschile (+0,9), neconsegue un aumento molto conte-nuto del tasso di occupazione fem-minile che si attesta al 45,4%, con-fermandosi il più basso dell’UnioneEuropea a 15.Nel settore agricolo si è registratauna flessione dell’occupazionedell’8%, assai più accentuata del-la media degli ultimi dieci anni(-2,6%). Vi ha contribuito il lavoro

indipendente calato del 13,3%,mentre il lavoro dipendente èaumentato del 3,6%. L’incidenzadel lavoro indipendente agricolo sultotale lavoro indipendente si è posi-zionata sull’11,7%, quella del lavo-ro dipendente sul 2,6%. Nel com-plesso, l’incidenza degli occupatiagricoli, non solo in Italia ma anchein quasi tutti i paesi della UE, siriduce notevolmente, anche se convariazioni alquanto differenziate.Il 69,6% degli occupati agricoli,espressi in termini di persone fisi-che, è costituito da maschi. Il 49%

del totale lavoro agricolo è impe-gnato nel Mezzogiorno, mentre larestante quota si suddivide per circail 38% al Nord e per il 13% al Cen-tro. Il rapporto tra lavoro agricolo epopolazione è mutato rapidamentenel corso degli ultimi dieci anni: nel1995 per ogni unità di lavoro agri-colo vi erano circa 33 abitanti, nel2005 ve ne sono 46. Nell’industriaquesto rapporto si è modificatoassai più lentamente, così come neiservizi, inclusa la pubblica ammini-strazione.

OccupazioneOccupati in agricoltura secondo il sesso e la ripartizione geografica, media 2005

Totale occupati Femmine Maschi000 unità % % %

Nord 358 37,8 27,1 72,9Centro 127 13,4 32,3 67,7Sud e Isole 462 48,8 32,5 67,5

ITALIA 947 100,0 30,4 69,6

BelgioDanimarcaGermania

GreciaSpagnaFranciaIrlanda

ItaliaLussemburgo

UngheriaOlandaAustriaPolonia

PortogalloFinlandia

SveziaRegno Unito

UE 25Bulgaria Romania

5,22,5

3,515,5

4,03,2

3,78,6

3,09,3

10,55,2

12,711,4

4,62,3

1,85,7

14,816,2

Dotazione di lavoro agricolo nella UE (ULA/100 ha SAU), 2004

Fonte: Eurostat.

Incidenza % degli occupati in agricol-tura* sul totale dell'economia, 2004

Occupati Totale Donne

Germania 2,4 1,7Grecia 12,6 14,1Spagna 5,5 3,7Francia 4,0 2,7Italia 4,2 3,3Ungheria 5,3 2,7Olanda 3,2 2,1Austria 5,0 5,1Polonia 17,6 16,6Finlandia 5,0 3,1Svezia 2,5 1,1Regno Unito 1,3 0,6UE 25 5,0 4,0Bulgaria 10,7 8,3Romania 32,6 33,0

USA 0,7 -Giappone 4,1 -

* Inclusa silvicoltura, caccia e pesca.

17

18

Nel 2005, il valore aggiunto agrico-lo ai prezzi di base, per unità dilavoro, è pari al 53,5% di quellodell'industria, incluse le costruzionied al 47,4% dei servizi (commercio,trasporti, intermediazione finanzia-ria, turismo ed altre attività profes-sionali).Rispetto al 2004, in agricoltura si èverificato un aumento del valoreaggiunto per unità di lavoro(+6,3%), come conseguenza dellaforte riduzione degli occupati, vice-versa nell’industria si è avuta unadiminuzione dell’1,2% e nei serviziun leggero aumento (+0,3%).

50.000

45.000

40.000

35.000

30.000

25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

0

'05'01 '02 '03 '04 '05'01 '02 '03 '04 '04 '05'01 '02 '03

Industria1 Servizi2

49.588

23.528

Agricoltura

44.008

VA ai prezzi di base per UL per settore (euro)

1 Incluse le costruzioni.2 Esclusa Pubblica amministrazione, istruzione, sanità ed altri servizi pubblici e sociali.Nota: nel corrente anno l'ISTAT ha diffuso le nuove serie storiche dei Conti economici nazionali che sostituiscono integralmente quelle precedenti,

attraverso una complessa revisione di tutti gli aggegati di Contabilità nazionale.

Produttività

SETTORE PRIMARIO

Le tabelle di seguito riportate com-pletano l’aggiornamento al 2003, ini-ziato nella passata edizione, dei datistatistici sul settore primario. Que-st’anno vengono presentate le princi-pali informazioni relativamente allavoro nelle aziende agricole, allegiornate di lavoro, alle persone inazienda per tipologia di manodoperae al lavoro non regolare nel settoreprimario, oltre ai principali canali dicommercializzazione della produzio-ne agricola.

Strutture e Lavoro in Agricoltura

20

Seminatvi

Coltivazioni legnose agrarie

Allevamenti

Forestali

Prodotti trasformati

Vendita diretta al consumatore Vendita con vincoli contrattuali ad imprese industrialiVendita con vincoli contrattuali commercialiVendita senza vincoli contrattualiVendita Organismi associativi

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Peso della tipologia di vendita per categoria di prodotto (%), 2003

Il lavoro non regolareI dati di contabilità nazionale dell’I-stat ci consentono di fare alcune con-siderazioni sul lavoro non regolare osommerso, cioè quello prestato senzail completo rispetto della normaticafiscale e/o previdenziale. Questo,dopo essere diminuito per due anni diseguito, ha ricominciato a crescerenel 2004 sia in termini di persone chedi unità standard di lavoro. L’impie-go di lavoro sommerso non è diffusonella stessa maniera in tutti i contestiproduttivi ma tende a colpire quelliche presentano un’esigenza lavorati-va meno qualificata e/o discontinuanonché una maggiore difficoltà adeffettuare controlli sui luoghi di lavo-ro da parte delle istituzioni preposte.Il settore primario è molto colpito dalfenomeno del lavoro sommerso, conuna percentuale di unità standard dilavoro non regolare che nel 2004 erapari al 33% del totale contro unamedia dell’economia pari al 13,4%.

21

Persone in azienda agricola percategoria di manodopera, 2003

1%

22%

4% 42%

19%

12%

Conduttore

Coniuge

Altri familiari

Parenti del conduttore

A tempo indeterminato

A tempo determinato

1.950.293

894.252

547.700

209.150

61.364

1.040.232

Giornate di lavoro per categoria dimanodopera aziendale, 2003

4%

14%

4%

52%

14%

12%

Conduttore

Coniuge

Altri familiari

Parenti del conduttore

A tempo indeterminato

A tempo determinato

146.550.954

40.682.946

34.122.659

12.142.191

11.943.184

41.020.582

22

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 200411,0

11,5

12,0

12,5

13,0

13,5

14,0

Peso occupati non regolari sul totale nel settore primario (%)

Fonte: Relazione annuale della Banca d'Italia.

Nel 2004, il prezzo della terra ha rag-giunto un valore medio nazionaleprossimo ai 16.000 euro all'ettaro,con un aumento del 2,4% su baseannua. Considerando un tasso diinflazione annuo di circa il 2,2%, ilpatrimonio fondiario è aumentato intermini reali, anche se il differenzialetra prezzi correnti e reali si è ridottodrasticamente. Nel biennio 2001-2002, infatti, si potevano riscontrare1,7 punti percentuali di differenzamentre nel 2003 il differenziale eragià sceso a 0,7. Gli andamenti delle quotazioni deiterreni presentano differenze moltosignificative tra circoscrizioni geo-grafiche e zone altimetriche. NelMezzogiorno, soltanto i terreni dipianura e della collina litoraneasuperano i 10.000 euro per ettaro,mentre valori medi intorno ai 20.000euro per ettaro si riscontrano nellearee di pianura del Centro Italia; nel-

le regioni settentrionali, la maggiorparte dei prezzi medi è superiore ai20.000 euro, con un massimo dioltre 36.000 euro per ettaro di terre-no di pianura nel Nord Est. Si con-fermano la differenza tra le fortidinamiche dei valori fondiari nelleregioni settentrionali (con incremen-ti del 3-4%) e la prevalente stagna-

zione evidenziata nelle restanti regio-ni (1%). A sostenere gli scambi hanno contri-buito in modo determinante, dal latodella domanda, i conduttori di azien-de medio-grandi e, in alcune aree, glioperatori extragricoli, mentre l'offer-ta è rappresentata principalmente daagricoltori part-time e anziani.

Variazione % valori fondiari medi, 2004-00

23

Mercato Fondiario

InflazioneItaliaIsoleMeridioneCentroNord-ovest Nord-est

0

5

10

15

20

25

30

Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari.

20,5

27,1

6,54,0

1,9

15,0

10,2

Nel 2004, il mercato degli affitti èstato caratterizzato da una generalestabilità dei canoni e dalla prevalen-za della domanda per colture specia-lizzate e di pregio.

< 7.500 euroda 7.500 a 15.000 euroda 15.000 a 25.000 euro> 25.000 euro

Valore medio dei terreni per regioneagraria, 2004

Aziende agricole e relativa SAU per titolo di possesso dei terreni (%), 2003*

Proprietà Affitto Uso gratuitoAziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie

Piemonte 4,1 6,3 10,7 13,8 5,5 8,9Valle d'Aosta 0,2 0,1 0,7 1,2 0,2 0,3Lombardia 2,8 5,1 10,7 14,8 3,9 5,5Trentino Alto-Adige 2,5 3,7 3,1 2,3 1,8 1,7Bolzano 1,1 2,4 1,9 1,6 0,4 0,7Trento 1,4 1,3 1,3 0,7 1,4 1,0Veneto 7,4 6,2 9,4 7,2 6,6 3,7Friuli-Venezia Giulia 1,2 1,5 2,7 1,7 4,5 4,0Liguria 1,4 0,4 0,9 0,2 2,2 1,2Emilia-Romagna 4,3 7,2 9,1 12,0 3,6 3,7Toscana 4,5 6,3 5,2 6,1 3,4 5,0Umbria 2,2 2,8 2,9 3,0 1,2 1,3Marche 2,8 3,7 3,3 4,7 1,7 2,5Lazio 6,7 6,2 3,3 3,4 4,4 5,7Abruzzo 3,1 3,4 3,1 2,4 5,3 4,0Molise 1,4 1,7 2,0 1,1 2,1 3,3Campania 8,5 4,5 11,0 3,3 13,4 5,9Puglia 14,9 11,9 4,0 3,3 11,5 10,7Basilicata 3,8 4,7 3,0 2,8 4,4 4,6Calabria 8,2 4,8 3,7 1,8 8,3 6,5Sicilia 15,3 11,3 4,9 4,6 13,4 12,0Sardegna 4,4 8,2 6,2 10,4 2,7 9,6

ITALIA 1.864.921 9.372.602 244.159 3.165.132 132.904 578.076

* Una stessa azienda può avere diverse tipologie di possesso.

24

Nel 2005, la produzione agricola aiprezzi di base, inclusa la silvicolturae la pesca, è diminuita, in valore, del6,5%, rispetto al 2004, come risulta-to di una contrazione delle quantitàprodotte del 2,0% ed una caduta deiprezzi del 4,6%. I risultati per com-parto evidenziano una flessionegeneralizzata delle quantità prodot-te, soprattutto per le colture arboree(-3,2%). Per le erbacee la diminu-zione è stata del -1,8%, con unaintensità maggiore per le produzionicerealicole (-7,3%) ed, in particola-re, per il grano duro (-20,2%); leleguminose da granella, viceversa,hanno registrato una crescita pro-duttiva pari al 12,2%.Nel settore delle produzioni indu-striali, si è registrato un sensibileaumento (22,1%), grazie soprattuttoalla barbabietola da zucchero(66,9%), alla quale si sono associaticonsistenti recuperi per soia (7,3%),

girasole (6,4%) e colza (17,3%). Inprospettiva, la bieticoltura dovrà,tuttavia, confrontarsi con la riformadella PAC, che prevede, già dal2006/07, il dimezzamento degliattuali livelli produttivi.La flessione dei raccolti ha interessa-to anche il settore delle coltivazioniorticole (-1,2%), con notevoli diffe-

renziazioni tra le diverse produzioni:in diminuzione, fragole (-8,0%),cipolle e porri (-6,2%), cocomeri(-7,2%), spinaci (-5,5%), pomodori(-5,0%), patate (-3,7%) e carciofi(-3,9%); in aumento, poponi (13,0%),aglio (10,0%), cavolfiori (9,2%),fagioli (3,6%), lattuga (2,8%), pisel-li (1,4%) e peperoni (1,2%).

Produzione ai prezzi di base per comparti, 2005

Italia Variazione % 2005/04mio. euro % quantità prezzi

Erbacee 13.819 28,7 -1,8 -8,4Arboree 11.497 23,9 -3,2 -4,2Foraggere 1.612 3,4 -1,5 -3,3Zootecnia 13.605 28,3 -1,8 -5,1Servizi connessi1 4.662 9,7 -2,0 1,9Silvicoltura 457 1,0 -1,3 -0,8Pesca 2.428 5,0 5,3 5,1

TOTALE 48.080 100,0 -2,0 -4,6

1 Tra questi, contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi annessi all'allevamento, fecon-dazione artificiale, nuovi impianti produttivi.

25

Risultati Produttivi

26

Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (mio. euro), 2005

Cereali e legumi secchi1

Ortaggi2

Colture industriali3

Florovivaismo

Vite

Olivo

Frutta e agrumi

Foraggere

Carni

Latte

Uova e altri4

Servizi annessi5

TOTALE

3.825

7.191

1.176

2.826

3.219

2.770

4.309

1.612

8.434

4.312

859

4.663

45.1968,5%

15,9%

2,6%

6,3%

7,1%

6,1%9,5%3,6%

9,5%

18,7%

10,%1,9%

1 Valore legumi secchi pari a 81 mio. euro.2 Incluse patate (544 mio. euro) e fagioli freschi (237 mio. euro).3 Barbabietola da zucchero (670 mio. euro), tabacco (330 mio. euro), girasole (59 mio. euro) e soia (98 mio. euro)4 Di cui miele 27 mio. euro.5 Tra questi, contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, nuovi

impianti produttivi.

È proseguita la contrazione delle col-tivazioni floricole (-1,3%), anche afronte di un netto recupero dei prez-zi (8,2%); in crescita la produzionedel settore vivaistico (1,7%), Le coltivazioni arboree hanno risen-tito, nel corso dell’ultima annata,della dinamica negativa dei prodottivitivinicoli, con quantitativi minoridi uve vinificate e di vino prodotto(-4,4%). L’olivo, pur essendo favori-to da un’annata di carica, ha risenti-to delle negative condizioni climati-che di fine estate, per cui la produ-zione di olio è diminuita del 13,4%.In calo anche la frutta, soprattuttonocciole (-37,9%), nettarine (-3,7%)e mele (-1,1%). Viceversa, incre-menti si sono avuti per albicocche(9,0%), ciliegie (8,1%) e actinidia(7,6%). Si segnala la crescita pro-duttiva degli agrumi (10,6), pur inpresenza di una netta flessione deiprezzi (-7,6%). Negativo il bilancio per le colture

Principali produzioni vegetali, 2005*

Quantità Valore1

000 t var. % 2005/04 mio. euro var. % 2005/04

Frumento tenero 3.298 6,6 427 -44,4 Frumento duro 4.427 -20,2 850 -38,8 Mais ibrido 10.494 -7,7 1.425 -38,6 Riso 1.438 -5,6 461 -19,2 Barbab. da zucchero 14.245 66,9 670 53,0 Tabacco 113 -3,7 330 -7,1 Soia 556 7,3 98 -46,8 Girasole 291 6,4 59 -32,6 Patate 1.754 -3,7 544 -19,5 Pomodori 7.302 -5,0 1.160 1,0 Uva tavola 1.647 17,4 583 -11,3 Uva da vino venduta 3.921 -5,9 790 -27,5 Vino2 (000 hl) 21.738 -4,4 1.834 -20,1 Olio2 624 -13,4 2.550 -2,4 Mele 2.113 -1,1 732 -11,8 Pere 922 5,1 523 15,0 Pesche e nattarine 1.699 -0,6 655 2,3 Arance 2.440 15,9 720 7,5 Limoni 601 3,1 291 -0,4 Mandarini e clementine 647 5,8 238 -8,5 Actinidia 462 7,6 286 -9,0 * I dati sono provvisori.1 Ai prezzi di base.2 Secondo la nuova metodologia SEC95, rientrano nel settore "agricoltura" il vino e l’olio prodotto da uve e olive proprie dell’azienda, esclusa la

produzione di cooperative ed industria alimentare.

27

28

foraggere, con una flessione produt-tiva dell’1,5%, in conseguenzaall’andamento climatico negativo.Anche il settore zootecnico ha regi-strato una diffusa caduta dei livelliproduttivi, soprattutto per le carniavicole (-3,0%), bovine (-3,8%),ovicaprine (-3,9%) e suine (-2,8%).In crescita le produzione di carne diconiglio, selvaggina ed altre carni

minori (4,5%). Una leggera flessio-ne ha caratterizzato la produzione dilatte bovino (-0,8%), mentre un con-sistente incremento si è verificatoper il miele (14,4%), anche per l’as-senza di avversità climatiche nellafase della fioritura.La produzione silvicola ha presenta-to una diminuzione dell’1,3%, per laflessione del legname da lavoro e di

legna da ardere.Riguardo alle attività dei servizi con-nessi, si è registrata una modestaflessione (-2,0%), così come per leattività secondarie delle aziendeagricole (-1,1%), accompagnata daun calo dei prezzi.Nella UE 25, l’annata agricola 2005è stata caratterizzata da una flessio-ne della produzione, sia vegetale chezootecnica. Nel comparto delle coltu-re vegetali, si stimano diminuzioniper cereali (-11%), semi oleaginosi(- 2,5%), olio d’oliva (-4%), vino (-12%), pomodoro destinato alla tra-sformazione industriale (-10%). Nelcomparto zootecnico, diminuisconocarni bovine (-1%), suine (-0,5%),ovicaprine (-1,6%). Aumenta legger-mente la carne avicola (+0,8%),mentre diminuisce la produzione dilatte (-0,6%). Per l’insime della UE,si registra una dimuninuzione delreddito agricolo, in termini reali, dioltre il 6%.

Principali produzioni zootecniche, 2005*

Quantità1 Valore2

000 t var. % 2005/04 mio. euro var. % 2005/04

Carni bovine 1.453 -3,8 3.336 -3,6Carni suine 1.878 -2,8 2.239 -5,1Carni ovi-caprine 67 -3,9 241 -18,7Carni avicole 1.374 -3,0 1.560 -22,2Carni di coniglio e selvaggina 429 4,5 886 -0,9Uova (milioni di pezzi) 12.898 -1,2 821 -12,2Latte vaccino3 (000 hl) 105.089 -0,8 3.867 -2,3Latte ovicaprino (000 hl) 6.329 -0,3 444 -7,3Miele 118 14,6 27 12,1

* I dati sono provvisori.1 Peso vivo per la carne.

2 Ai prezzi di base.3 Incluso latte bufalino.

29

Produzione agricola a prezzi basenei paesi dell’UE, 2004 (%)

Produzione Consumiintermedi

Belgio 2,1 2,5Danimarca 2,6 3,1Germania 13,3 14,8Grecia 3,7 2,1Spagna 13,3 9,1Francia 19,6 20,1Irlanda 1,9 2,1Italia 13,8 9,3Lussemburgo 0,1 0,1Ungheria 2,0 2,4Olanda 6,2 7,3Austria 1,8 1,8Polonia 4,3 5,0Portogallo 2,2 2,4Finlandia 1,3 1,7Svezia 1,4 1,9Regno Unito 7,5 7,9UE 25 (mio. euro) 330.455 167.672Bulgaria (mio. euro) 3.464 1.875Romania (mio. euro) 13.654 6.449

Peso dei consumi intermedi sulla produzione (%)

BelgioDanimarcaGermania

GreciaSpagnaFranciaIrlanda

ItaliaLussemburgo

UngheriaOlandaAustriaPolonia

PortogalloFinlandia

SveziaRegno Unito

UE 25 Bulgaria Romania

61,061,6

56,328,7

34,752,0

55,934,1

53,6

59,861,5

51,858,2

54,165,5

67,053,7

50,754,1

47,2

30

Nel 2005 la composizione del reddi-to lordo agricolo, inclusi i contribu-ti alla produzione e le imposte indi-rette, mostra una incidenza dei con-sumi intermedi (sementi, concimi,mangimi, energia, servizi, ecc. )pari al 37,8%. I redditi da lavorodipendente contano per il 16,1%.La remunerazione del lavoro auto-nomo (coltivatori, imprenditori ecoadiuvanti familiari), del capitalee dell’impresa, al lordo degliammortamenti, ha assorbito il 36%.I contributi e le sovvenzioni erogatidallo Stato, Amministrazioni cen-trali, Regioni e dalla UE hanno inci-so per l’8,7%.

Reddito Lordo Agricolo

Consumi intermedi

Imposte indirette sulla produzione

Contributi alla produzione

Redditi da lavoro dipendente

Redditi da lavoro autonomo, capitale e impresa1

TOTALE

19.319

738

4.435

8.198

18.362

37,8%

1,4%8,7%16,1%

36,0%

51.052

* Inclusa la silvicoltura e la pesca.1 Al lordo degli ammortamenti

Composizione del reddito agricolo, 2005*

31

Nel 2005 la spesa per i consumi inter-medi dell’agricoltura, inclusa la silvi-coltura e la pesca, è diminuita in valo-re del 2,3%, per una contrazione del-le quantità utilizzate (-1,7%) e peruna lieve flessione dei prezzi (-0,7%).La diminuzione degli impieghi hariguardato quasi tutti i mezzi tecnici,ad eccezione dell’energia motrice(+0,2%). Per le altre voci, si registra-no contrazioni per i concimi (-3,5%),per i fitosanitari (-1,9%), per lesementi (-3,2%) e per i mangimi espese varie per il bestiame (-0,8%).Si è registrata, inoltre, una flessione(-2,6%) per la voce servizi ed altribeni, che include un insieme di voci –spese generali, servizi di intermedia-zione finanziaria, acqua, trasporti,manutenzioni, collaudi, pubblicità,ecc – il cui peso complessivo nel cor-so degli anni è cresciuto, diventandooltre il 30% della spesa complessiva.In diminuzione le quantità utilizzate

per i consumi forestali (-4,3%), inaumento, invece, quelli della pescaed acquacoltura (4,2%). Sui i prezzi,si è registrata una crescita per l’ener-gia motrice (11,8%) e per il gasolio

(28,0%), oltre che per i concimi(6,0%), fra cui l’urea (18,8%); incontrotendenza, i prezzi del compar-to mangimistico (-7,7%) e dei reim-pieghi (-6,3%).

Consumi Intermedi

ConcimiSementi

Mangimi1

AntiparassitariEnergia

Altri beni e servizi2

Reimpieghi3

C.I. silvicolturaC.I. pesca

TOTALE

1.1641.0865.003

6492.2536.0872.251

91735

19.319

25,9%

5,6%6,0%3,8%

0,5%

3,4%11,7%

11,6%

31,5%

1 Incluse spese varie per il bestiame.2 Spese generali, servizi di intermediazione finanziaria, attività di consulenza, acqua, trasporti, quote associative, manutenzioni, ecc.3 La voce include, tra l'altro, le sementi vendute da aziende agricole ad altre aziende agricole, le produzioni foraggere direttamente commercializza-

te, i prodotti utilizzati nell'alimentazione del bestiame, la paglia di cereali.

Principali categorie di consumi intermedi agricoltura, silvicoltura e pesca(mio. euro), 2005

32

Nel 2005 i prezzi dei consumi inter-medi agricoli sono diminuiti media-mente dello 0,8%, mentre quellidegli investimenti sono cresciuti dicirca il 2,5%. Il costo del lavorodipendente è aumentato del 4,4%; inaumento le retribuzioni lorde(8,6%), anche a seguito della cresci-ta dell’input di lavoro dipendente nelsettore (3,6%).I prezzi agricoli alla produzione han-no presentato, in media, una flessio-ne del 5,1%, che segue quella delloscorso anno (4,9%). Diminuzioni deiprezzi più significative si segnalanoper il comparto vinicolo (-12,7%),mentre aumenti si sono avuti per iprodotti orticoli che dopo il crollodello scorso anno registrano segnalidi recupero (+5,1% ). Un modestocalo (-1,5%) si è registrato per lafrutta. Il cattivo andamento dei prez-zi nel comparto zootecnico si è esteso

oltre che sulle carni anche alle pro-duzioni di uova (-11,1%) e latte nelcomplesso (-2,1%).L’evoluzione della ragione di scambiodell’agricoltura, misurata dal rap-

porto fra l’indice dei prezzi alla pro-duzione e quello dei consumi inter-medi, ha presentato un sensibiledeterioramento rispetto al 2004(-4,3%).

100

105

110

115

Costo lavoro dipendente InvestimentiConsumi intermedi

Prezzi agricoli alla produzionePrezzi consumo - Alimentari e bevande

2003 2004200220012000 2005

Prezzi e CostiNumeri indici (base 2000 = 100)

33

Nel 2005, la crescita degli impieghibancari per il settore agricolo è statadel 6,3%, più elevata di quella regi-strata per il complesso delle attivitàeconomiche (5,4%). Il rapporto fraimpieghi totali e produzione agricola èsalito di 8 punti percentuali, dal 58,2al 66,2%. La dinamica dei finanzia-menti ha confermato il processo diricomposizione della struttura finan-ziaria delle imprese verso i fondi a piùlunga scadenza: gli impieghi a medio elungo termine sono cresciuti dal 67,9al 69% del totale impieghi, registran-do un incremento dell’11,5%, a frontedel 2,8% per il breve termine. Le ero-gazioni per gli investimenti a medio elungo termine si sono concentrate nel-l’acquisto di costruzioni e fabbricatirurali non residenziali, con un incre-mento di circa il 110%; in flessione,viceversa, l’acquisto di immobili edaltri mezzi tecnici (-11,2%), insiemealle macchine ed attrezzature (-6,7%).

Credito Agrario

Finanziamenti oltre il breve termine all'agricoltura (erogazioni in mio. euro),2005

Finanziamenti Totale Var. % Agevolato 2005/04 su tot. %

Macchine e attrezzature1 1.703,6 -6,7 15,3Acquisto immobili rurali2 686,0 -11,2 5,3Costruzioni e fabbricati rurali 2.966,9 109,7 0,6

In complesso 5.356,5 33,5 5,9

1 Inclusi mezzi di trasporto e prodotti vari rurali.2 Inclusi terreni agricoli.Fonte: Banca d'Italia.

Finanziamenti bancari per l'agricoltura*

Anno Totale Breve termine Medio - lungo termine % su Produzione1

mio. euro % %

2002 24.991 35,0 65,0 51,62003 27.726 32,8 67,2 56,32004 29.943 32,1 67,9 58,22005 31.831 31,0 69,0 66,2

* Rispetto alle precedenti edizioni i dati tengono conto dell'ammontare complessivo dei finanziamenti bancari e non solo di quelli delle operazioniclassificate come "credito agrario".

1 Produzione, a prezzi base, agricoltura, silvicoltura e pesca.Fonte: Osservatorio Banche e Imprese - ABI.

34

A partire dall’anno contabile 2004 ilnumero complessivo di aziende chepartecipano alla Rete di Informazio-ne Contabile Agraria (RICA), nei 25paesi europei, ammonta a circa81.000 unità, composte solo daquelle cosiddette “professionali”,ovvero quelle orientate al mercato ein grado di assicurare un redditosufficiente all’imprenditore agricolo. In ogni azienda vengono registrati idati relativi a circa 1.000 variabili siafisiche che strutturali sia economicheche contabili; fra questi sono anche

raccolte le informazioni relativeall’accesso e utilizzo delle misurePAC. I dati rilevati, inoltre, consento-no la classificazione di ciascunaazienda per tipologia produttiva edimensione economica (OTE e UDE),parametri utilizzati anche per la clas-sificazione delle aziende rilevatedurante i censimenti; ciò rende possi-bile la comparabilità dei dati del cam-pione con l’universo di riferimento. Nelle pagine che seguono si presen-ta una sintesi della potenzialitàinformativa della RICA sia a livello

europeo sia a livello nazionale. Siricorda che i dati utilizzati si riferi-scono all’azienda nel suo complesso:oltre agli orientamenti produttivi incui l’impresa risulta specializzatasecondo la classificazione tipologicaeuropea, altre colture e/o alleva-menti possono contribuire ai risul-tati presentati. Per ulteriori appro-fondimenti si rimanda al sito RICA-INEA (www.inea.it/rica). La defini-zione delle variabili utilizzate è con-tenuta nel glossario RICA presentealla fine del volume.

Risultati Produttivi secondo la RICA

35

L’anno contabile 2003 ha rappre-sentato una svolta nella storia dellaRICA italiana; infatti a seguito diprecisi accordi istituzionali fraMiPAAF, ISTAT, Regioni ed INEAsono state integrate le due indaginieconomiche sull’agricoltura (RICA eREA) con conseguente rinnovamen-to radicale del campione RICA,estratto ora secondo criteri probabi-listici a partire dall’universo delleaziende agricole definito dal Censi-

mento svolto nel 2000. Le informa-zioni raccolte dalla rete contabileitaliana posseggono ora valore infe-renziale grazie all’uso di pesi calco-lati con idonea procedura statistica.Per informazioni più dettagliate inmerito al progetto di integrazione siconsulti il sito INEA(www.inea.it/RICA) Di seguito sipresenta un’anteprima delle elabo-razioni dei dati RICA relativi all’an-no contabile 2003 estesi al campo

di osservazione utilizzando i pesicalcolati da ISTAT. Per ragioni dicorretta utilizzazione del dato stati-stico si fa presente che vengonopubblicate solo le informazioni rela-tive alle regioni in cui la numerositàcampionaria per il polo OTE èalmeno superiore a 10 unità. Si sot-tolinea che i dati qui presentati nonsono immediatamente confrontabilicon quelli pubblicati nelle edizioniprecedenti.

Italia: risultati per OTE - media aziendale 2003

SAU UL ULF PLV Contributi Costi Variabili Costi Fissi Reddito nettoha euro euro euro euro euro

Seminativi 21,39 1,08 0,96 39.390 8.710 15.022 11.706 13.233Ortofloricoltura 1,71 1,78 1,38 60.619 638 25.457 12.408 22.914Arboreo 8,23 1,29 0,97 37.947 3.222 13.541 10.416 14.109Erbicolo 33,74 1,75 1,65 96.531 8.613 52.415 20.418 40.421Granivoro 12,68 2,21 2,06 334.484 5.100 167.014 42.146 131.355

Fonte: Rica-Inea.

36

AbruzzoBasilicataCalabria

CampaniaEmilia Romagna

Friuli V.G.Lazio

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaUmbriaVeneto

0 20 40 60 80 100

Costi variabili Costi fissi Reddito netto

Aziende specializzate in seminativi, composizione %della PLV media aziendale

Bolzano

Campania

Friuli V.G.

Lazio

Liguria

Piemonte

Sardegna

Sicilia

Toscana

Umbria

Veneto

0 20 40 60 80 100 120

Costi variabili Costi fissi Reddito netto

Aziende specializzate in ortofloricoltura, composizione% della PLV media aziendale

37

AbruzzoBasilicataBolzanoCalabria

CampaniaEmilia Romagna

Friuli V.G.Liguria

LombardiaMarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrento

UmbriaValle d'Aosta

Veneto0 20 40 60 80 100 120

Costi variabili Costi fissi Reddito netto

Aziende specializzate in arboricoltura, composizione %della PLV media aziendale

AbruzzoBasilicataBolzanoCalabria

CampaniaEmilia Romagna

Friuli V.G.Lazio

LiguriaLombardia

MarcheMolise

PiemontePuglia

SardegnaSicilia

ToscanaTrento

UmbriaValle d'Aosta

Veneto0 20 40 60 80 100

Costi variabili Costi fissi Reddito netto

Aziende specializzate in allevamento di erbivori, compo-sizione % della PLV media aziendale

3838

Rica EuropaDi seguito si presentano gli indicato-ri di produttività e redditività di ter-ra e lavoro relativi ad aziende nazio-nali ed europee specializzate in 4comparti chiave dell’agricolturacomunitaria: colture COP, vitivini-coltura, bovini da latte e bovini dacarneL’eterogeneità dell’agricoltura co-munitaria si manifesta pienamentenei dati RICA: anche all’interno deisingoli comparti infatti si registranoconsistenti differenze produttive ereddituali, riconducibili alla diversadotazione di terra e lavoro, maanche ad una diversa efficienzagestionale. Nel comparto dei seminativi (coltureCOP) le performance delle aziendeitaliane e greche appaiono determi-nate dalla ridotta dimensione fisica(22 ha e 13 ha rispetto a una mediaeuropea di 62 ha) che si accompa-

gna ad una sovradotazione di lavoro(0,04 UL/ha e 0,05 UL/ha rispettoa 0,02 UL/ha). Le aziende danesi sievidenziano per la più alta produtti-vità grazie alla combinazione dilimitata disponibilità di manodope-ra (0,01 UL/ha) e superficie inferio-re alla media (51 ha). La bassa pro-duttività delle aziende spagnoleinvece non pare ascrivibile alla dota-zione di fattori pressoché identica aquella media europea (rispettiva-mente 64 ha e 0,02 UL/ha). Leaziende francesi, tedesche e britan-niche registrano grandi estensionifisiche (102, 145 e 168 ha di SAU)insieme a un basso impiego dimanodopera (0,01 UL/ha in tutte etre i casi). La produttività non siriflette pienamente in redditività: leaziende danesi risultano perfino inperdita, mentre quelle iberiche regi-strano una redditività superiore allamedia, anche grazie alla struttura

dei costi e l’incidenza dei contributi.Nelle aziende spagnole infatti i con-sumi intermedi rappresentano solo il37,9% della Produzione Lorda (PL)mentre i sussidi concorrono per il31,5% alla sua formazione, i corri-spondenti valori sono 53,8% e19,4% nelle aziende danesi e 49,2%e 27,6% in quelle europee. Nelleaziende italiane i contributi rappre-sentano il 25,4% del valore dellaproduzione destinata per il 40% allacopertura dei consumi intermedi. Le aziende francesi specializzate inviticoltura brillano distaccandosinettamente dalla media, grazie alladimensione fisica superiore (21 harispetto a 12,3), alla minore dota-zione di lavoro (0,12 UL/ha rispettoa 0,14); la struttura dei costi invecerisulta pressoché in linea con quellamedia con i consumi intermedi chepesano per il 36,8% sulla PL(rispetto a 33,9%) e gli ammorta-

3939

menti per l’11,9% (rispetto al13,2%). Le aziende iberiche, purregistrando indici inferiori allamedia, manifestano un buon grado

di efficienza: la quota di PL destina-ta alla copertura dei consumi inter-medi e agli ammortamenti è rispetti-vamente pari al 23,8% e 11,6%;

inoltre sono caratterizzate da unamaggiore superficie vitata (18,9 ha)e un minor ricorso alla manodopera(0,08 UL/ha). Le aziende italiane,

Produttività e redditività del lavoro - media aziendale 2001-2002-2003 (euro)

COP Vino Latte bovino Carne bovinaPL/UL RN/ULF PL/UL RN/ULF PL/UL RN/ULF PL/UL RN/ULF

Belgio n.d. n.d. n.d. n.d. 79.924 25.663 76.496 24.928Danimarca 110.220 -1.125 n.d. n.d. 142.470 12.106 n.d. n.d.Germania 90.294 15.285 45.105 19.438 70.258 16.028 65.760 10.136Grecia 22.596 6.491 15.511 10.408 34.244 13.153 21.616 8.639Spagna 38.130 19.493 20.502 14.765 46.080 19.736 29.534 13.295Francia 85.469 16.865 64.255 31.138 71.963 16.398 63.280 18.463Irlanda 85.242 29.602 n.d. n.d. 60.707 25.109 21.897 8.998Italia 33.223 11.898 33.438 18.924 73.412 30.478 71.854 25.773Lussemburgo 57.053 -1.818 54.676 33.814 87.478 25.984 81.371 24.874Olanda n.d. n.d. n.d. n.d. 125.752 26.929 91.804 15.437Austria 52.157 22.081 36.397 20.722 28.487 14.285 28.311 13.933Portogallo 27.010 10.009 11.660 6.332 28.992 8.080 20.549 9.366Finlandia 49.553 15.703 n.d. n.d. 45.539 16.208 65.504 21.010Svezia 93.263 2.436 n.d. n.d. 86.171 10.403 54.699 5.852Regno Unito 107.682 22.159 n.d. n.d. 105.271 29.729 57.451 11.833

UE 60.152 15.140 40.830 20.330 70.528 19.790 45.795 14.410

Fonte: elaborazioni su dati EU-FADN.

4040

svantaggiate sul lato degli indicatorisull’efficienza del lavoro, a causa diun maggior impiego di manodopera(0,19UL/ha), recuperano sul fattore

terra grazie alla minore estensione(6,8 ha). Le aziende portoghesirisultano quelle meno efficientianche a causa di una sovradotazione

di lavoro (0,22UL/ha), una dimen-sione fisica contenuta (7 ha) che siaccompagna ad una minore specia-lizzazione produttiva (i vigneti rap-

Produttività e redditività della terra - media aziendale 2001-2002-2003 (euro/ha)

COP Vino Latte bovino Carne bovinaPL/SAU RN/SAU PL/SAU RN/SAU PL/SAU RN/SAU PL/SAU RN/SAU

Belgio n.d. n.d. n.d. n.d. 2.940 929 2.166 695Danimarca 1.580 -13 n.d. n.d. 3.166 185 n.d. n.d.Germania 1.254 137 9.522 3.114 2.474 494 1.761 243Grecia 1.132 306 4.983 2.849 6.641 2.127 10.032 3.826Spagna 573 263 1.609 852 4.013 1.646 751 327Francia 1.178 203 7.638 1.947 1.847 400 1.106 305Irlanda 1.225 332 n.d. n.d. 1.983 726 677 270Italia 1.360 457 6.315 2.853 5.464 1.965 2.811 915Lussemburgo 1.078 -34 12.686 4.809 1.847 504 1.464 401Olanda n.d. n.d. n.d. n.d. 4.905 959 8.453 1.356Austria 1.162 475 6.211 2.853 2.510 1.230 2.099 1.011Portogallo 650 209 2.565 895 3.121 788 550 233Finlandia 711 214 n.d. n.d. 2.367 783 2.140 661Svezia 864 20 n.d. n.d. 1.883 181 907 94Regno Unito 1.152 150 n.d. n.d. 2.660 542 834 149

UE 1.041 225 5.587 1.880 2.703 677 1.127 336

Fonte: elaborazioni su dati EU-FADN.

4141

presentano il 64,5% della SAUaziendale rispetto a un dato mediodel 69,2%). In tutti i paesi risultatrascurabile il peso dei contributipubblici (1,8% della PL), con l’ec-cezione delle aziende greche in cui ipagamenti alle colture rappresenta-no un quarto del valore complessivodella produzione.Nel comparto bovino da latte si evi-denziano gli allevamenti danesicaratterizzati da elevata produttivitàdi terra e lavoro ma fortementepenalizzati in termini di redditività,anche a causa della maggioredimensione della mandria (132UBA rispetto a una media di 72) edella SAU (81 ha rispetto a 46), delminore ricorso al lavoro complessivo(0,022 UL/ha rispetto a 0,038) e,soprattutto, familiare (0,015ULF/ha rispetto a 0,034 ULF/ha).Viceversa gli allevamenti italianiregistrano ottime performance: la

sovradotazione di manodopera(0,074 UL/ha) e la minore estensio-ne (27 ha) sono infatti compensatedal maggior carico di bestiame perunità di superficie (2,4 UBA/harispetto a 1,6) e da una maggioreincidenza dei consumi intermedi(51,6% rispetto a 54,5) e degliammortamenti (8,6% rispetto a13%) sulla PL. Appare però dovero-so segnalare che la superiorità degliindicatori economici delle aziendenazionali è riconducibile alla strut-tura del nuovo campione 2003 sen-sibilmente sbilanciato verso gli alle-vamenti di grandi dimensioni. Gliottimi risultati degli allevamentiolandesi sono da ricondursi ad unelevato carico di bestiame (2,5UBA/ha) che si accompagna ad unadotazione di fattori in linea conquella europea (0,039 UL/ha e 43ha) e ai costi contenuti (50% dellaPL i consumi intermedi, 10,7% gli

ammortamenti). Il valore degli indi-catori delle aziende spagnole è spie-gabile con la ridotta estensione degliallevamenti (17 ha), l’elevato caricodi bestiame (2,3 UBA/ha), la sovra-dotazione di lavoro (0,087 UL/Ha)compensata però da una minoreincidenza dei costi: i consumi inter-medi sono il 51,7% della PL e gliammortamenti solo il 4,7%. Gli alle-vamenti irlandesi, pur con una dota-zione di fattori prossima a quellaeuropea (48 ha, 1,8 UBA/ha, 0,033UL/ha) si caratterizzano per pro-duttività inferiori ma redditivitàsuperiori, grazie ad un peso più con-tenuto dei costi sulla PL (50,7% iconsumi intermedi, 8,6% gliammortamenti) e una maggiorequota di contributi (5,7% rispetto a2,7%). Nel panorama europeo degli alleva-menti di carne bovina si evidenzianole aziende italiane, belghe, finlande-

4242

si, lussemburghesi e olandesi conindici di produttività e redditivitàsuperiori alla media, viceversa leaziende iberiche, irlandesi e porto-ghesi. Nei Paesi Bassi gli allevamen-ti da carne sono caratterizzati dauna più contenuta estensione (12 harispetto a 53), da un maggiore ricor-so alla manodopera (0,09 UL/harispetto a 0,02) compensato peròdalla più alta intensità di carico dibestiame per unità di superficie (12UBA/ha rispetto a 1,1); i consumiintermedi pesano per il 50,9% sullaPL a fronte di un dato europeo del54,2%, mentre è più contenuta(13,2% rispetto a 22,8%) la quotadi sussidi che contribuisce alla for-

mazione del valore della produzione.Gli allevamenti belgi ed italiani han-no un assetto produttivo simile: unadotazione di lavoro di poco superio-re a quella europea (rispettivamente0,03 UL/ha e 0,04) che si accompa-gna ad un maggiore grado di inten-sità di bestiame (2,1 UBA/ha e 1,8);differenze emergono in termini diabilità gestionali con le aziende bel-ghe che destinano solo il 49,7% del-la PL alla copertura dei consumiintermedi contro un dato italiano del56,5%. In entrambi i paesi però ilpeso dei contributi pubblici sul valo-re globale della produzione apparepiù contenuto rispetto al dato comu-nitario: 17,3% in Belgio e 11,3% in

Italia. Negli allevamenti finlandesiinvece i sussidi contribuiscono per il44,3% alla formazione della PL cheper il 61,4% è impiegata per i con-sumi intermedi. Le aziende porto-ghesi, spagnole e svedesi pur carat-terizzate tutte da bassi carichi dibestiame (0,5 UBA/ha le prime e 0,7le altre due) e dotazioni di fattori inlinea con quelli medi, manifestanouna marcata diversità nei costi: negliallevamenti scandinavi infatti i con-sumi intermedi rappresentano il69,7% della PL e gli ammortamentiil 31,7% mentre i corrispondentivalori degli allevamenti iberici elusitani sono 46,4% e 48,1%, 5% e13,6%.

FILIERA AGROINDUSTRIALE

Il sistema agroindustriale costituisceun complesso di attività in cui l’agri-coltura interagisce con tutti i settoriad essa collegati: produzione di mez-zi tecnici (fertilizzanti, antiparassi-tari, mangimi, energia, ecc.), indu-stria alimentare, distribuzione alconsumo e ristorazione collettiva.Per il 2005 la dimensione economi-ca del complesso agroindustrialeviene stimata, ai prezzi di base, incirca 221 miliardi di euro, pari al15,6 % del PIL. Le principali com-ponenti sono rappresentate da circa28,8 miliardi di Valore Aggiunto(VA) agricolo, 19,3 miliardi di Con-sumi intermedi agricoli, 17,5 miliar-di di Investimenti agroindustriali,circa 23,3 miliardi di VA dell’Indu-stria alimentare, 33,2 miliardi di VAdei Servizi di ristorazione e 85,2miliardi di valore della Commercia-lizzazione e distribuzione.Nel caso si utilizzassero i valori ai

prezzi al produttore, il VA dell’Agri-coltura e quello dell’Industria ali-mentare sarebbero alquanto dissimi-li dai dati a prezzi base, con valori,rispettivamente, di circa 27,3 e 32,3miliardi di euro. Il valore complessi-vo delle attività agroindustriale

risulterebbe di circa 225 miliardi dieuro; in questo caso, inoltre, emer-gerebbero i contributi alla produzio-ne agricola ed i contributi alla pro-duzione dell’industria alimentareche sono pari, rispettivamente, al2,0 % ed allo 0,5 % del totale.

VA dell'Agricoltura

Consumi intermedi agricoli

Commercio e distribuzione

VA Industria alimentare

VA Servizi di ristorazione

Imposte indirette settori agroindustriali

Contributi alla produzione1

Investimenti agroindustriali 2

TOTALE

28.761

19.319

85.199

23.342

33.261

11.648

2.234

17.500

221.264

7,9%

15,3%0,4%8,3%

33,9%13,1%

5,6%

15,5%

* Nell'agricoltura è compresa la silvicoltura e la pesca, mentre nell' industria alimentare sono comprese le bevande e il tabacco.1 Solo "altri contributi" (conto interessi, calamità naturali, aiuti nazionali e regionali, ecc.) e contributi ai settori extragricoli (tabacco, bieticoltura,

vino, trasformazione pomodoro, ecc.).2 Stima su dati Istat e Svimez.

Principali componenti del sistema agroindustriale* ai prezzi di base (mio.euro), 2005

Composizione

44

Il settore dell’industria alimentare ebevande annovera circa 66.000imprese, di cui 2.550 con più di 20addetti (stime Federalimentare).Nel 2005 l’occupazione ha raggiun-to 455.200 unità di lavoro ed unaincidenza del 9,2% sul totale indu-stria. Permangono forti squilibri didiffusione territoriale: nel Centro-Nord si concentrano, rispettivamen-te, il 70,5% degli occupati e il 74%del valore aggiunto ai prezzi base.Nel 2005, la produzione del settoreha registrato un aumento dello0,8%, in controtendenza con la fles-sione delle attività manifatturiere(-2,6%). L’industria del tabacco haregistrato una flessione del 14,3%. Il valore aggiunto dell’industria ali-mentare ha evidenziato una contra-zione in valore dello 0,9% sul 2004;l’incidenza sul VA dell’industria insenso stretto (attività estrattive emanifatturiere) e dell’agricoltura è

pari, nel 2005, rispettivamenteall’8,8% ed all’81,2%. Rispetto al2004, si sono verificati aumenti perla produzione di granaglie (3,1),farine di grano tenero (2,6%), riso

lavorato (8,2%), trattamento e tra-sformazione latte (1,5%), gelati(10,5%), oli e grassi raffinati (2,2),insaccati crudi (1,7%), zucchero(55,3%), condimenti e spezie

Industria Alimentare

* Incluse bevande e tabacco.1 A prezzi base.

2 In complesso, ai prodotti ed altri contributi alla produzione.Fonte: stime su dati ISTAT.

(mio. euro)

Produzione totale1

Valore aggiunto1

Contributi produzione2

102.40023.342

1.243

VA dell'industria alimentare in % suVA del totale industria

VA dell'agricoltura

8,881,2

UL (000)Occupati totali

di cui dipendenti455,2

333,5

Industria alimentare*: principali aggregati macroeconomici, 2005

45

(14,0%), succhi di frutta ed ortag-gi (4,5%), vino (1,3%). In flessio-ne si presentano la lavorazione del-la carne (-4,3%), gli insaccati cotti(-2,3%), la lavorazione del pesce ederivati (-1,3%), la lavorazione econservazione di frutta ed ortaggi(-5,8%), la semola ottenuta dagrano duro (-2,4%), la fabbrica-

Fatturato dell’industria alimentare per settori (mio. euro), 2004

1 Di cui, I’infanzia e dietetici 1.165 milioni di euro, bevande gassate 1.700, caffè 2.000, acque minerali 3.000.2 Incluse le cooperative e le filiere corte (agricoltori - produttori).Fonte: stime Federalimentare, maggio 2004.

Produzione industria alimentare neipaesi UE, 2002

Paesi Produzione mio euro %

Belgio 27.276 3,8Danimarca 18.278 2,5Germania 129.669 18,0Spagna 69.134 9,6Francia 129.570 18,0Italia 90.726 12,6Regno Unito 97.696 13,6Altri 157.648 21,9Totale 719.997 100,0

Fonte: Eurostat.

Altri comparti1Lattiero-casearioDolciario Conserve animali (salumi)Carni bovineMangimisticoAvicoloPastaConserve vegetaliOlio di oliva e di semiMolitorioSurgelatiVino2

BirraZuccheroSucchi di fruttaRiso Ittici

TOTALE 107.000 (%)mio. euro

34.09013.70010.023

7.1505.3004.9003.7303.4103.1494.0002.2052.0507.7001.7401.1631.000

840850

31,812,89,46,75,04,63,53,22,93,72,11,97,21,61,10,90,80,8

46

zione di bevande alcoliche distilla-te (-2,5%).Nella UE-25, l'agroalimentare rap-presenta uno dei settori di punta,con un valore aggiunto di circa 185miliardi di euro e 4,5 milioni dioccupati, pari, rispettivamente al

10,5% del valore aggiunto ed al12,3% degli occupati del settoreindustriale. Il primo comparto èquello della panificazione, zuccheroe dolciari, che incide per oltre unterzo del valore aggiunto ed oltre il40% degli occupati del settore.

Variazione della produzione, inquantità, dell'industria alimentarein Italia per comparti (%)

Var. % 2004/03

Lavorazione granaglie1 3,1Pasta -0,5Riso lavorato 8,2Biscotti e panificazione -0,7Lavorazione ortofrutticoli2 -3,6Oli e grassi vegetali e animali 1,8Macellazione bestiame e lav.ne carni -1,2Lattiero-caseario3 2,9Produzione zucchero 55,3Dolciario 1,9Condimenti e spezie 14,0Vino4 1,3Birra 0,0Acque minerali e bibite analcoliche -0,9Mangimi -1,5

TOTALE 0,9

1 Incluse farine di grano tenero, semole di grano duro e prodotti ami-dacei.

2 Inclusi succhi di frutta e ortaggi (var. 4,5%).3 Inclusa fabbricazione gelati (var. 10,5%).4 Da uva non autoprodotta.

Industria alimentare nell’ UE*, 2002

Produzione Valore aggiunto Occupati Occupati ind. VA/occupatomio. euro % 000 unità % 000 euro

Totale UE 25 177.778 10,1 4.422 12,3 40,2Carne 29.534 1,7 973 2,7 30,4Lattiero - caseari 17.505 1,0 396 1,1 44,2Pane, paste e altro1 65.332 3,7 1.908 5,3 34,2

Ortofrutta e altro 28.771 1,6 574 1,6 50,1Bevande 33.411 1,9 447 1,2 74,7

Prodotti ittici 3.225 0,2 124 0,4 26,0

Bulgaria 266 - 95 - 2,8Romania 919 - 202 - 4,5

* Esclusa l'industria del tabacco.1 Zucchero, dolciari, thè, caffè,alimenti dietetici e per l'infanzia, condimenti,spezie.Fonte, Eurostat.

47

La rete commerciale al dettaglio fis-so, con attività prevalente nel settorealimentare, presentava alla fine del2005 una consistenza di 192.116esercizi, con un incremento di 760unità, rispetto all’anno precedente(0,4%). Il risultato è frutto di undiverso andamento degli esercizi non

specializzati, che registrano unaumento di 3.773 unità (4,5%) edegli specializzati che, viceversa,diminunuisco soprattutto per le car-ni, -910 unità (-2,4%), la frutta, 642unità (-2,8%) e gli altri specializzati,-1.476 unità (-6,9%). Il fenomeno èimputabile anche alla tendenza,

ormai diffusa, alla registrazione dellenuove aperture come categorie gene-ricamente alimentari, dopo il venirmeno delle tabelle merceologiche. A livello territoriale, la consistenzadella rete alimentare presenta ten-denze diversificate tra la debole fles-sione del Nord (-0,4%) e gli aumen-

Distribuzione

Nord Centro Sud e Isole Italianumero % numero % numero % numero %

Frutta e verdura 8.273 12,2 4.536 13,4 9.591 10,5 22.400 11,7Carne e a base di carne 10.953 16,2 6.035 17,9 20.152 22,2 37.140 19,3Pesci e prodotti della pesca 1.531 2,3 1.415 4,2 5.328 5,9 8.274 4,3Pane e pasticceria 6.078 9,0 2.049 6,1 4.831 5,3 12.958 6,7Vini, oli e bevande 2.118 3,1 1.035 3,1 1.699 1,9 4.852 2,5Altri alimentari specializzati 6.778 10,0 2.854 8,5 10.175 11,2 19.807 10,3Alimentari non specializzati 31.822 47,2 15.790 46,8 39.073 43,0 86.685 45,2In complesso 67.553 100,0 33.714 100,0 90.849 100,0 192.116 100,0% su Totale esercizi 23,3 22,7 28,1 25,2DENSITA' 1 392 334 228 304

* Sedi ed unità locali.1 Abitanti/esercizio alimentare.Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio, Ministero delle Attività Produttive.

Esercizi commerciali alimentari 2005*

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ti del Centro (0,6%) e del Sud(0,9%). Nel 2005, il valore dellevendite alimentari del commerciofisso al dettaglio è aumentato dello0,9%, evidenziando però un incre-mento nella grande distribuzione(1,2%) ed una diminuzione nelleimprese operanti su piccole superfici(-0,7%). Per ripartizione territoriale,le vendite sono aumentate nel Nord –Ovest (1,4%) e diminuite nel Mezzo-giorno (-0,9%).

La grande distribuzioneAl 1° gennaio 2005 sono stati censiti7.821 supermercati (+8,5%).Le unità di vendita presentano unacrescita di maggiore intensità nelMezzogiorno (10,2%) e nel Nord Est(9,5%). È aumentata la superficiecomplessiva di vendita, che ha rag-giunto i 6,7 milioni di mq (7,7%) el’occupazione, con un totale di circa143.000 addetti (5,5%). Anche gliipermercati sono in aumento, rag-giungendo 417 unità (7,5%), con

una superficie complessiva di venditadi oltre 2,4 milioni di mq (4,4%) ecirca 72.000 addetti (3,2%). NelMezzogiorno, si è registrata la cresci-ta più elevata della consistenza(15,5%), superficie (10%) ed addetti(12,2%) agli ipermercati. Nel 2005 levendite dei supermercati sonoaumentate, in valore, dell’1,4%,quelle degli ipermercati - settore ali-mentare - sono diminuite dello 0,2%,mentre quelle degli hard discountsono cresciute dell’1,4%.

Grande distribuzione alimentare per ripartizione territoriale, 2004*

Unità operative Sup. di vendita1 Addetti1 Numero di unità Sup. di venditanumero var. % mq var. % numero var. % per 100.000 mq/1.000

2005/04 2005/04 2005/04 abitanti abitanti

Nord 4.532 8,0 5.432.917 6,1 133.376 4,1 17,1 205,3Centro 1.596 7,2 1.736.762 6,7 44.567 3,3 14,2 154,4Sud e Isole 2.110 10,4 1.981.350 9,1 37.252 8,7 10,2 95,5TOTALE 8.238 8,4 9.151.029 6,8 215.195 4,7 14,1 156,5

* Supermercati ed ipermercati. Dati al 1° gennaio 2005.1 Superficie ed addetti per il complesso dei reparti alimenari e non alimentari.Fonte: Osservatorio Nazionale del Commercio, Ministero delle Attività Produttive.

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Nel 2005 la spesa delle famiglie ita-liane per generi alimentari e bevande,incluse le alcoliche, è stata di circa132.000 milioni di euro, con unincremento in valore del 2,1%. Illivello complessivo dei consumi, in

volume, è aumentato di circa il 2%.Rispetto al 1995, la quota dei consu-mi alimentari, in valore, sulla spesatotale delle famiglie è scesa dal 18%al 15,9%. La spesa per i servizi diristorazione (mense, ristoranti e fast-

food), secondo stime ISTAT, è statanel 2005 di circa 61.500 milioni dieuro, con un incremento, in valore,del 3,1%, dovuto principalmenteall’aumento dei prezzi (2,5%). Tra il1995 ed il 2005 l’incidenza di questavoce, in rapporto al valore dei consu-mi alimentari, è salita dal 37,4% al46,7%, circa, mostrando il progressi-vo cambiamento nelle abitudini deiconsumatori.Le categorie più rilevanti, in terminidi spesa, sono la carne (28.600 milio-ni di euro), il pane e trasformati dicereali (23.800 milioni), i lattiero-caseari ed uova (17.400 milioni).Rispetto al 2004, si sono registratiaumenti, in volume, soprattutto perfrutta (4,8%), ortaggi e patate (3%),zucchero e prodotti dolciari (3,%),pesce (2,7%), carne (2%), bevandealcoliche (6,2%). Flessioni si regi-strano per gli oli e grassi (-1%).Rispetto al 1995, diminuisce il pesorelativo della carne, frutta, ortaggi,

Consumi Alimentari

Struttura dei consumi alimentari, 2005

Prodotti % sulla spesa Tasso % medio annuo di variazione 2005/95alimentare quantità prezzi

Carne 21,7 0,0 1,8Pane e trasformati di cereali 18,1 2,2 1,6Lattiero-caseari e uova 13,2 1,0 1,8Ortaggi e patate 10,6 0,2 2,8Frutta 6,6 0,0 2,5Pesce 6,5 1,0 2,6Zucchero e dolciari1 6,5 1,1 2,2Vino e altre bevande alcoliche 5,5 1,3 3,3Acque minerali e altre bevande2 5,3 1,9 1,6Oli e grassi 4,5 0,4 2,2Caffè, tè e cacao 1,3 0,7 0,5Altri alimentari3 0,3 1,5 1,4IN COMPLESSO 100 0,9 2,0

1 Marmellata, miele, sciroppi, cioccolato e pasticceria.2 Bevande gassate, succhi, ecc.3 Dietetici, spezie, prodotti per l'infanzia, ecc.

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olii e grassi, mentre aumenta perpane e prodotti a base di cereali, lat-tiero – caseari, zucchero e dolciari,acque minerali e bevande, alcolicheed analcoliche.Le dinamiche territoriali sonoalquanto differenziate: fra il 2004 edil 2005 la spesa per i generi alimenta-ri per famiglia passa, nel Nord, da450 a 454 euro mensili (0,9%) e nelCentro da 455 a 467 euro (2,6%),mentre nel Mezzogiorno si registrauna riduzione da 456 a 452 euro (-0.9%). La quota di spesa alimentaresul totale della spesa media mensile,risulta più elevata nel Mezzogiorno(23,6%), anche per la presenza dinuclei familiari più ampi, rispetto alCentro (18,8%) ed al Nord (16,9%).

Consumi alimentari nella UE (Kg pro-capite)*

Germania Grecia Spagna Francia Italia Ungheria Polonia UE25

Cereali 111,7 199,4 106,7 108,0 158,4 157,0 153,7 121,6 Riso lavorato 4,2 7,5 6,3 6,2 10,3 6,6 2,4 5,0Patate 66,8 102,3 80,6 44,1 39,9 59,1 129,9 76,9 Pomodori freschi 7,6 63,9 16,7 13,9 20,7 4,8 0,1 10,3 Mele 17,4 16,2 19,7 22,8 14,5 20,4 13,2 n.d.Agrumi 46,2 80,1 51,1 n.d. 50,4 13,8 17,8 n.d.Latte 65,7 63,1 103,0 75,2 62,7 61,7 109,1 82,5 Formaggi 20,3 25,4 9,2 25,1 21,3 5,4 12,4 16,4 Uova 13,0 10,4 16,8 15,7 11,8 n.d 11,7 13,2 Burro 6,5 0,8 1,0 8,0 2,9 0,7 3,2 3,8 Carni totale 89,5 80,9 120,7 104,7 91,3 n.d 79,1 93,8

bovina 12,6 16,4 15,2 27,2 23,9 n.d 6,6 19,7 suina 54,5 26,3 60,0 35,8 38,1 n.d. 48,1 43,2

Oli e grassi vegetali 18,1 20,4 32,8 11,6 13,2 n.d. 5,7 n.d.Zucchero1 35,6 30,3 28,6 36,7 25,6 33,9 38,9 34,2 Vino2 24,3 27,7 32,3 50,5 38,4 30,5 1,3 23,7 Spesa alim. su tot. spesa % 3 11,7 15,3 16,0 14,4 14,7 18,2 19,4 12,9

* I dati sono riferiti all'anno 2004.1 Equivalente zucchero bianco.2 Litri pro-capite.3 Spesa alimentare e bevande non alcoliche.

51

Nonostante la contrazione della pro-duzione agroindustriale, che nel2005 registra una diminuzione del4,7%, diversamente dall’anno pre-cedente, le esportazioni agroindu-striali continuano a crescere (3,2%),anche se a ritmi meno accentuati,mentre le importazioni si mantengo-no sostanzialmente stabili (0,4%).L’effetto sul saldo della bilancia,quindi, è stato positivo, con unariduzione del deficit di circa 500milioni di euro. I differenti ritmi dicrescita dei flussi in entrata ed inuscita determinano un miglioramen-to degli indici che rilevano l’apertu-ra commerciale del nostro paese,come la propensione ad esportare eil grado di copertura commerciale. Per quanto attiene agli scambiagroalimentari (agroindustriale alnetto del tabacco lavorato), si con-ferma nel 2005 l’incidenza del 7%delle esportazioni agroalimentari

sulle esportazioni totali dell’Italia,mentre diminuisce di circa un puntopercentuale il peso delle importazio-ni sugli scambi totali nazionali. Il70,3% delle importazioni derivadall’area comunitaria e una percen-tuale molto simile (69,5%) costitui-

sce la quota di esportazioni dirette ai25 paesi dell’UE, percentuali pres-soché stabili rispetto ai flussi del2004. All’interno del nostro paese, leregioni che rivestono un ruolo parti-colarmente significativo negli scam-bi agroalimentari sono il Piemonte,

Commercio Estero

Bilancia agroindustriale e sistema agroindustriale*

1995 2003 2004AGGREGATI MACROECONOMICITotale produzione agroindustriale1 (P) 54.805 74.960 71.422Importazioni (I) 24.027 29.956 30.081Esportazioni (E) 13.699 19.942 20.581Saldo (E-I) -10.328 -10.014 -9.500Volume di commercio2 (E+I) 37.726 49.898 50.662Consumo apparente3 (C = P+I-E) 65.133 84.974 80.922

INDICATORI (%)Grado di autoapprovvigionamento4 (P/C) 84,1 88,2 88,3Propensione a importare5 (I/C) 36,9 35,3 37,2Propensione a esportare6 (E/P) 25,0 23,5 25,4Grado di copertura commerciale7 (E/I) 57,0 66,6 68,4

* Milioni di euro correnti, i dati relativi alla produzione agroindustrialee al commercio comprendono anche la voce "tabacco lavorato".

1 Produzione agricoltura, silvicoltura e pesca e valore aggiunto dell'in-dustria alimentare a prezzi base (vedi glossario).

2 Somma delle esportazioni e delle importazioni.

3 Produzione agroindustriale più le importazioni e meno le esportazioni.4 Rapporto tra produzione e consumi.5 Rapporto tra importazioni e consumi.6 Rapporto tra esportazioni e produzioni.7 Rapporto tra esportazioni e importazioni.

52

la Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna. Puglia, Sicilia e Toscana,invece, sono regioni caratterizzateda flussi importanti dal lato delleesportazioni di prodotti agricoli.I primi 5 prodotti agroalimentariesportati dall’Italia sono quelli rap-presentativi della tradizione produt-tiva mediterranea, ovvero i vini ros-si e rosati VQPRD, la pasta alimen-tare, le conserve di pomodoro epelati, l’olio di oliva vergine edextravergine e la biscotteria e pastic-ceria; dal lato delle importazioni, iprimi 5 prodotti acquistati rilevanola debolezza strutturale di alcuninostri comparti: il flusso in entratasi concentra sulle carni suine, le car-ni bovine, l’olio di oliva vergine edextravergine, i crostacei e molluschicongelati e i bovini da allevamento.

Altri

Oceania

Africa (non Mediterranei)

Asia (non Mediterranei)

Centro e Sud America

Nord America

Paesi Terzi Mediterranei

Altri Paesi Europei (non Mediterranei)

Paesi Membri UE entrati nel 2004

UE 25

UE 15

MONDO

Export Import

2,8%0,0%

29,0%7,9%

14,2%2,9%

3,6%2,3%

32,9%

2,1%6,7%

9,4%

4,8%5,6%

3,2%5,7%

7,9%8,2%

11,4%8,5%

11,6%7,0%

9,3%

7,5%

53

Peso della componente agroalimentare negli scambi dell’Italia con le diversearee, 2004

Import Export Sn* (%)

Cereali 1.236 55 -91di cui da seme 51 22 -40

Legumi ed ortaggi freschi 676 752 5di cui da seme 153 52 -49

Legumi ed ortaggi secchi 91 25 -57Agrumi 189 113 -25Frutta fresca 942 1.718 29Frutta secca 620 230 -46Vegetali filamentosi greggi 219 12 -89Semi e frutti oleosi 472 21 -91

di cui da seme 8 4 -34Cacao, caffè, tè, droghe e spezie 714 44 -88Fiori e piante ornamentali 380 458 9Tabacco greggio 41 186 64Animali vivi 1.399 48 -93

di cui da riproduzione 95 17 -69di cui da allevamento e da macello 1.285 26 -96di cui altri animali vivi 20 6 -56

Altri prodotti degli allevamenti 444 30 -87Prodotti della silvicoltura 781 105 -76

di cui legno 468 8 -97Prodotti ittici 795 192 -61Altri prodotti 231 145 -23TOTALE SETTORE PRIMARIO 9.230 4.136 -38,1

Import Export Sn* (%)

Derivati dei cereali 700 2.732 59,2di cui pasta alimentare 35 1.286 94,8

Zucchero e prodotti dolciari 1.064 696 -20,9Carni fresche e congelate 3.650 683 -68,5Carni preparate 221 790 56,2Pesce lavorato e conservato 2.520 278 -80,2Ortaggi trasformati 659 1.163 27,7Frutta trasformata 416 721 26,8Prodotti lattiero-caseari 2.843 1.459 -32,2

di cui latte 689 6 -98,3di cui formaggio 1.220 1.167 -2,2

Oli e grassi 2.098 1.418 -19,3Panelli, farine di semi oleosi 853 151 -69,9Bevande 1.228 4.068 53,6

di cui vino 268 2.948 83,3Altri prodotti dell'industria alimentare 1.982 1.776 -5,5TOTALE INDUSTRIA ALIMENTARE 18.235 15.935 -6,7

TOTALE BILANCIA AGROALIMENTARE 27.465 20.070 -15,6

Tabacchi lavorati 1.780 12 -98,7TOTALE AGROINDUSTRIALE 29.245 20.082 -18,6

* Sn = saldo normalizzato (vedi glossario).

Commercio estero per principali comparti agricoli-alimentari (mio. euro), 2005

54

MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA

56

Politica AmbientaleLe priorità della UE: la riduzione deigas serra e la salvaguardia della bio-diversità La maggior parte delle emissioni dianidride carbonica (CO2), nella UE, ècausata dalla produzione e dall’utilizzodi energia (61%) e dai trasporti(21%), mentre l’agricoltura incide peril 10% sull’emissione di metano e pro-tossido di azoto (European Environ-ment Agency, 2005). Uno dei meccani-smi previsti dal Protocollo di Kyoto perridurre dell’8% (6,5% per l’Italia) l’e-missione dei gas serra è il sistema euro-peo di scambio delle quote di emissio-ne (ETS) di CO2 assegnate ai PaesiUE mediante i Piani nazionali (PAN).L’ETS, che coinvolge 11.500 impiantiindustriali, ha lo scopo di rendere piùconveniente alle imprese investire perla riduzione delle emissioni piuttostoche superare la quantità annuale loroassegnata, acquistando le quote diemissioni non utilizzate dalle imprese

BelgioRepubblica Ceca

DanimarcaGermania

EstoniaGrecia

SpagnaFranciaIrlanda

ItaliaCipro

LettoniaLituania

LussemburgoUngheria

MaltaOlandaAustriaPolonia

PortogalloSlovenia

SlovacchiaFinlandia

SveziaRegno Unito

UE 25

9,7 10,08,8

9,27,4 8,9

9,815,9

10,1 16,422,6

12,8

18,2

5,9

2,7 6,9 2,9 10,2

8,1 13,9 1,9

5,0 9,611,0

7,82,15,4

14,814,5

14,02,412,5

12,59,511,1

10,67,84,2 10,1 17,4

23,031,4

25,211,86,812,7

13,66,2

6,5 8,9 5,8

12,1

ZPS Direttiva 79/409SIC Direttiva 92/43

Fonte: Commissione europea DG Ambiente, Barometro Natura, dicembre 2005.

Attuazione della Rete Natura 2000 nell’UE (% di superficie terrestre sul ter-ritorio), 2004

più “virtuose”. Nel 2005, anno dientrata in vigore dell’ETS, i dati UE di21 Paesi membri hanno evidenziatouna produzione di CO2 al di sotto dellimite annuo UE, per il triennio 2005-07, per 44 milioni di tonnellate. L’ec-cedenza delle quote sul mercato UE,però, ha comportato la caduta dei loroprezzi; per questo motivo la Commis-

sione europea, dopo aver pubblicatonel gennaio 2006 le linee guida per laredazione del nuovo PAN per il periodo2008-12, ha comunicato una riduzionedel numero di permessi di circa il 6%.Lo strumento finanziario di sostegnoalla politica ambientale della UE è ilLIFE, all’interno del quale l’Italia habeneficiato del finanziamento per 15

progetti (10,6 milioni di euro), mentreall’interno di LIFE Natura sono statifinanziati 4 progetti per la tutela dellabiodiversità, la conservazione di habi-tat costieri e fluviali e la salvaguardiadei rapaci (2,2 milioni di euro).La rete Natura 2000, costituita dallearee destinate alla conservazione delladiversità biologica e alla tutela di habi-tat e specie animali e vegetali nel terri-torio UE, è stata quasi completata ed èstata estesa all’ambiente marino. Larete Natura 2000, costituita dalle areedestinate alla conservazione delladiversità biologica e alla tutela di habi-tat e specie animali e vegetali nel terri-torio UE, è stata quasi completata ed èstata estesa all’ambiente marino; essacomprende 4.317 Zone di protezionespeciale (ZPS) pari a 412,5 kmq(8,9% del territorio UE) e 20.582 Sitidi interesse comunitario (SIC) propo-sti, pari a 552,1 kmq (12,1% del terri-torio UE). Nel 2005 la UE ha approva-

57

Attuazione della Rete Natura 2000 nelle regioni biogeografiche*, 2004

Numero Superficie Superficie Superficie % superficie siti totale terrestre marina siti regione

biogeograficakm2

Atlantica 2.419 93.811 64.954 28.858 8Boreale 5.026 82.377 73.003 9.375 12Continentale 4.958 49.194 40.838 8.356 6Alpina 956 96.751 96.751 0 37Mediterranea 2.783 180.609 167.898 12.712 19Macaronesica 208 5.310 3.516 1.794 34

TOTALE UE 15 16.193 458.615 397.488 61.127 12

* La Rete Natura 2000 si estende anche al di fuori delle regioni biogeografiche.Fonte: Centro tematico europeo per la Conservazione della Natura di Parigi, 2005.

58

to gli elenchi dei SIC delle regioni bio-geografiche continentale, boreale emediterranea, proposti dai Paesi UE.

La politica nazionale a favore del-l’ambienteNel 2005, in attuazione dei meccani-smi del protocollo di Kyoto, è stato rea-lizzato il Registro Nazionale EmissionsTrading, gestito dall’Apat e consultabi-le on line (www.greta.sinanet.apat.it).Il Governo ha stanziato 7,5 milioni dieuro per l’aggiornamento dell’Inventa-rio forestale nazionale e degli altri ser-batoi di carbonio, per l’istituzione delRegistro nazionale dei serbatoi di car-bonio agroforestali e per i progetti pilo-ta nazionali di afforestazione e rifore-stazione. Il ministero dell’Ambiente haemanato le linee guida per i piani fore-stali regionali; secondo i dati del nuovoinventario forestale, la superficieboscata italiana è pari a 10.528.080ettari, con quasi 48.000 ettari di par-

chi in ambito urbano. Per la riduzionedelle emissioni di polveri sottili inatmosfera nei centri urbani, sono statistanziati 140 milioni di euro annui(legge 58/05) ed è stato incentivatol’uso di biocarburanti nei trasporti (d.lgs. 128/05).Sul fronte normativo, il d.lgs. 152/06ha recepito 8 direttive europee e haabrogato, sostituendola, gran partedella legislazione vigente in materia digestione dei rifiuti, bonifica dei siticontaminati, tutela di acque e suolo,danni ambientali, Via e Vas, emissioniin atmosfera. Si segnalano, inoltre, ilD.P.R. 12/12/05, relativo al Codice deibeni culturali e del paesaggio, la ratifi-ca delle Convenzione europea sul pae-saggio (legge 14/06), la legge 77/06per la tutela dei siti italiani di interesseculturale, paesaggistico e ambientalericonosciuti patrimonio UNESCO e ilD.M. 9/3/06, che istituisce un Comita-to unico di gestione delle zone di tutela

biologica. Per tutelare l’ecosistemamarino, il nostro Paese ha aderito agliaccordi internazionali sulla conserva-zione dei cetacei e ai Protocolli delleConvenzioni internazionali per preve-nire l’inquinamento causato dalle navie dall’immersione di rifiuti, istituendoanche una segreteria tecnica (leggi57/06 e 87/06).

Le aree protette e la rete ecologicanazionaleIn Italia, le aree naturali protette (lalista è disponibile sul sito:www.minambiente.it) e le numerosezone tutelate da norme UE copronouna superficie di 3,5 milioni di ettari,l’11,6% della superficie territoriale;oltre la metà della superficie protettaricade nelle regioni del Mezzogiorno,dove si trovano 10 dei 23 Parchi nazio-nali. L’Abruzzo, con 3 parchi naziona-li, mostra la percentuale più alta di ter-ritorio regionale protetto (28,1%). La

superficie a mare tutelata, oltre263.000 ettari per 24 aree marine,rappresenta il 3,8% delle acque costie-re nazionali, ma è destinata ad aumen-

tare per effetto della legge 61/06, cheistituisce zone di protezione ecologicaoltre il limite esterno del mare territo-riale. Per numero di specie e di sistemi

ecologici, l’Italia è il paese europeo conla maggiore biodiversità: molte delle57.468 specie animali e 5.599 vegetali,pari al 30% della fauna e al 50% dellaflora in Europa, si trovano all’internodelle aree protette. Per stimare il valo-re naturalistico e la vulnerabilità terri-toriale italiana, è in fase di realizzazio-ne la Carta della natura. Per frenare laperdita di biodiversità, l’Italia ha ade-rito, primo fra i Paesi UE, all’iniziativainternazionale Countdown 2010. Suun totale di 198 habitat presenti inEuropa ed elencati dalla DirettivaHabitat, 127 sono nel nostro paese, dicui 43 sono a rischio, tra ambientiumidi, paludosi e costieri, macchiamediterranea e foreste ripariali. Lavalorizzazione economica delle areenaturali protette passa attraverso ilturismo, l’artigianato e le produzioniagricole di qualità. Le risorse stataliassegnate al sistema aree protette, peril 2005, sono state di 57,8 milioni di

59

La biodiversità nelle regioni biogeografiche, 2004

Paesi UE inclusi % terr. Habitat Animali VegetaliUE 25(*) n. tipo/specie

Atlantica Irlanda, Regno Unito, Francia, Belgio,Germania, Olanda, Danimarca,

Spagna, Portogallo 20,0 117 81 52Boreale Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania 20,4 87 68 58Continentale Danimarca, Svezia, Germania, Olanda,

Polonia, Belgio, Lussemburgo, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Slovenia, Austria 26,3 144 149 83

Alpina Spagna, Francia, Italia, Germania, Austria, Slovenia, Svezia, Finlandia,

Polonia, Slovacchia 7,6 105 134 97Pannonica Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca 2,9 54 109 38Mediterranea Grecia, Cipro, Malta, Italia, Spagna,

Portogallo, Francia 22,5 146 160 270Macaronesica Spagna, Portogallo 0,3 38 22 129

TOTALE UE 25 100,0 691 723 727

* Statistiche basate su dati e informazioni trasmesse dagli Stati Membri al 31/12/2004.Fonte: Centro tematico europeo per la Conservazione della Natura di Parigi, 2005.

euro. Per promuovere lo sviluppo terri-toriale, tutelare e valorizzare le aree incui si è maggiormente concentrato l’in-sediamento urbano, sono stati finan-ziati, attraverso il programma Reteecologica nazionale (REN), specificiaccordi di programma promossi dalMinistero dell’Ambiente e della Tuteladel Territorio e del Mare: APE (Appen-nino Parco d’Europa/Convenzionedegli Appennini); ITACA (isole minoridel Mediterraneo); PADUS (Bacino delPo); CIP (coste italiane protette).

Aree protette di recente istituzione• Parco nazionale dell’Appennino

Lucano, Val d’Agri-Lagonegrese(Basilicata)

• Parco naturale del Bosco delle Quer-ce (Lombardia)

• Parco naturale del Campo dei Fiori(Lombardia)

• Parco naturale Spina Verde di Como(Lombardia)

• Parco naturale della Valle del Lam-

bro (Lombardia)• Parco naturale Terra delle Gravine

(Puglia) • Parco naturale Regionale Bosco Inco-

ronata (Puglia)• Parco naturale Regionale Porto Sel-

vaggio e Palude del Capitano(Puglia)

• Riserva naturale regionale orientataPalude La Vela (Puglia)

• Riserva naturale orientata di BoscoSolivo (Piemonte)

• Parco museo minerario delle minieredi zolfo (Marche)

Aziende che beneficiano di aiuti per ini-ziative agroecologiche, diverse dall’agri-coltura biologica (Reg. CE n. 1257/99)

Aziende % Superficie %

Piemonte 7,6 10,7Valle d'Aosta 0,0 0,0Lombardia 12,8 10,4Trentino Alto-Adige 13,6 4,8Bolzano-Bozen 7,2 2,8Trento 6,4 2,0Veneto 15,0 10,9Friuli-Venezia Giulia 5,9 5,1Liguria 5,7 2,0Emilia-Romagna 6,5 7,8Toscana 1,9 1,6Umbria 0,0 0,1Marche 1,3 2,2Lazio 4,4 8,0Abruzzo 8,6 16,1Molise 0,0 0,0Campania 6,7 2,6Puglia 4,8 6,8Basilicata 0,2 1,1Calabria 1,0 0,6Sicilia 3,8 5,5Sardegna 0,2 3,7ITALIA 14.499 184.121Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,

Direzione Conservazione della Natura, EUAP, 2005.

60

L’adozione di nuove strategie di difesadelle colture e l’introduzione di mole-cole innovative a bassi dosaggi diimpiego hanno portato, nel corsodegli anni, ad una graduale riduzionedell’uso di pesticidi, soprattutto fun-gicidi e diserbanti (-27% dal 1990).Nel 2005 il mix di sostanze attive uti-lizzate, quasi 103.000 tonnellate, èaumentato del 4,9%, trainato dalmassiccio impiego dei fumiganti(+25%) per le infestazioni stagionali.L’uso di fitofarmaci si concentra nelleregioni del Nord (53%), seguite daquelle del Sud (33,2%). Anche per il2005 si conferma la tendenza all’au-mento del valore di mercato dei fito-farmaci (+4,7%), con prezzi unitari divendita superiori alla media. La percentuale di irregolarità nei pro-dotti agroalimentari ha subito un pro-gressivo decremento nell’ultimodecennio, attribuibile alla revisione insenso restrittivo operata dal ministerodella Salute su alcuni impieghi

ammessi, nonché all’attività di con-trollo ufficiale e ad una maggioreattenzione degli operatori agricoli nel-l’impiego dei prodotti fitosanitari.Secondo i dati diffusi nel 2005 dal-l’Osservatorio nazionale residui, il97,1% dei 16.000 campioni di 170diversi prodotti agroalimentari analiz-zati sono entro i limiti di legge; il66,4% è privo di residui di fitofarma-ci e solo il 3,3% presenta residui oltrei limiti di legge ma in quantità infe-riori a quelle potenzialmente nocivealla salute. Anche i risultati delle ana-lisi del ministero della Salute su orto-frutta, cereali, olio e vino; confermanoche 67,2% dei 7.334 campioni analiz-zati è risultato privo di residui, l’1,4%,presenta delle irregolarità, mentrel’1,3% supera i limiti consentiti. Sul fronte dei consumi si è ridottosensibilmente, nel 2005, l’utilizzo difertilizzanti a base di azoto, fosforo epotassio, per un totale di impieghi paria 1,5 milioni di tonnellate (-11%). Ciò

Composizione dei fertilizzanti impie-gati, 2005

Fonte: Assofertilizzanti.

TOTALE

Azoto

Fosforo

Potassio

1.532

795

380

357

51,9%

24,8%

23,3%

Uso dei Prodotti Chimici

61

è dovuto alla riduzione, per i costi ele-vati, di concimi minerali e organico-minerali, nonché alla riduzione delle

semine dei cereali e in particolare delgrano duro, conseguenza dell’applica-zione della nuova PAC.

62

Evoluzione dell'utilizzo di fitofarmaci, 2005

TOTALE

Nord

Centro

Sud e Isole

90.022

47.138

12.493

30.391

4%

33,8%

Utilizzo di fitofarmaci per circoscri-zione (tonn.), 2005

Diserbanti

Insetticidi e acaricidi

Fumiganti e nematocidi

Fungicidi

Altri

-20% -10% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

PESO

VAR. % 2001-2005

Fonte: Agrofarma, dati riferiti alle aziende associate.

Gli indicatori agroambientali sonoutilizzati per analizzare la catena direlazioni causali tra l’attività agricolae l’ambiente, definito attraverso le suecomponenti principali (acqua, suolo,aria, biodiversità, paesaggio); consen-tendo di descrivere il rapporto agri-coltura - ambiente secondo diverseprospettive (forze determinanti, pres-sione, stato, impatto, risposta).Il ricorso agli indicatori agro-ambien-tali per la valutazione dell’integrazio-ne dell’ambiente nelle politiche setto-riali e/o per il monitoraggio e la valu-tazione dell’impatto ambientale dellepolitiche si è molto intensificato negliultimi anni anche grazie al forteimpulso di attività di ricerca che han-no contribuito a superare alcuni deiproblemi di natura metodologica.La tabella presenta una selezione diindicatori classificati secondo le com-ponenti ambientali, con il riferimentoalle fonti per consentire un approfon-dimento sull’interpretazione dei dati.

Indicatori Agroambientali

63

Indicatori agroambientali

1990 2000 2003Suolo Erosione idrica (t/ha/anno)2 3,1

Bilancio di fosforo(2) (Kg/ha di SAT)1 12,0 7,0 8,0(1)

Acqua Bilancio di azoto(2) (Kg/ha di SAT)1 50,0 41,0 47,0(1)

Aria Emissioni lorde di gas effetto serra di origine agricola (000 t equivalenti CO2)1 49.061,0(3) 49110,0(4)

Emissioni di metano dal settore agricolo (t)3 719.583,0(2) 707.812,0Emissioni di ammoniaca dal settore agricolo (t)3 291.203,0(2) 224.089,0Consumo totale di energia (000 t petrolio equivalente)1 117.637,0 131.235,0 133.545,0(1)

Produzione di bioenergia da fonti agricole (000 t equivalenti)2 434,3SAU dedicata alla produzione di biomassa (000 ha)2 387,2

Biodiversità habitat avifauna delle aree agricole (indice)1 100,0 67,3

aree ad alto valore naturale (% SAU)2 21,0genetica quota % delle cinque principali varietà di orzo1 42,0 51,0(5)

quota % delle tre principali razze di bovini1 94,0 88,0(5)

quota % delle tre principali razze di ovini1 89,0 95,0(5)

Paesaggio indice di boscosità (% area territoriale)3 22,4 22,7indice di intensificazione (% SAU a colture intensive)3 14,1 12,5

1 Fonte: OCSE2 Fonte: Rapporto IRENA3 Fonte: Rapporto INEA(1) dato 2002(2) dato 1994(3) media 1990-92

(4) media 2000-02(5) 2002

64

Il Piano d’azione europeo per l’agricol-tura biologica e gli alimenti biologici(PAE), attraverso il programma 2005-09, ha adottato la proposta di revisionedel reg. (CEE) n. 2092/91 che discipli-na il metodo di produzione biologico.In Italia sono stati approvati il Pianopluriennale di azione nazionale per l’a-gricoltura biologica e i prodotti biologici(PAN) e il Programma di azione nazio-nale per il 2005, con una dotazione di 5milioni di euro prevista dalla finanziaria2005 (legge 311/04). Dal 1° luglio2005 è entrato in vigore, in Italia, il reg.CE n. 392/04 che estende il controllo ela certificazione a dettaglianti, puntivendita della GDO, grossisti e piattafor-me di distribuzione; resta fuori, invece,la ristorazione collettiva.

ProduzioneNel 2004 sono scese a quota 139.947(-1,7%) le aziende di produzione nellaUE, mentre la SAU biologica e in con-versione, che si estende per quasi 5,8

milioni di ettari, ha fatto registrare unamodesta crescita (+1,6%), sulla qualeha influito l’aumento delle superfici inconversione dei nuovi Paesi membri.L’Italia, terzo produttore al mondodopo Australia e Argentina, si confer-ma leader in Europa per numero diaziende di produzione con metodo bio-logico (36.633, inclusi i produttori/tra-sformatori), pari al 26,2% delle azien-de biologiche UE, e per superficie inte-ressata, quasi 1 milione di ettari, parial 6,2% della SAU nazionale e al16,5% della SAU biologica UE. In Italia per il terzo anno consecutivo siè registrato un calo delle aziende(-15,5%) e dei produttori (-16,8%),con forti contrazioni in Sardegna(-61,5%), Piemonte (-26,5%) e Sicilia(-19,3%) che scontano la riduzione deicontributi comunitari. La riduzionedelle superfici ha interessato inmisura maggiore le colture indu-striali (-55,9%), i foraggi e le produ-zioni ortofrutticole (-16,1%). Le

Agricoltura Biologica

Prati e pascoliForaggiCereali

OlivoOrtofrutta

ViteColture industriali

Altre colture

TOTALE

249.096237.431191.31188.96367.40731.17014.25574.728

954.361

26,1%

20,0% 24,9%

9,3%

7,1%3,1%

1,5% 7,8%

Superficie a biologico e in conversione perorientamento produttivo in Italia, 2004 (ha)

Fonte: SINAB, 2005. Dati degli Organismi di controllo, aggiornati al31/12/2004.

L'agricoltura biologica nell'UE, 2004

Aziende % su totale az. % su totale az. Var. % Superficie % su totale sup. % su totale sup. Var. %numero agricole nazionali biologiche UE 2004/03 ha agricola nazionale a biologico UE 2004/03

Belgio 693 1,3 0,5 0,7 23.728 1,7 0,4 -1,8Danimarca 3.166 5,5 2,3 -9,8 154.921 5,8 2,7 -6,2Germania 16.603 4,1 11,9 0,8 767.891 4,5 13,3 4,6Grecia 8.427 0,7 6,0 39,8 249.508 2,7 4,3 2,1Spagna 16.013 1,4 11,4 -6 733.182 2,9 12,7 1,1Francia 11.059 1,7 7,9 -2,8 534.037 1,8 9,3 -2,9Irlanda 897 0,6 0,6 0,9 30.670 0,7 0,5 7,6Italia 36.633 1,7 26,2 -16,8 954.361 6,2 16,5 -9,3Lussemburgo 66 2,2 0,0 11,9 3.158 2,5 0,1 5,2Olanda 1.469 1,4 1,0 -3,5 48.152 2,5 0,8 15Austria 19.826 11,3 14,2 4 344.916 13,5 6,0 4,9Portogallo 1.302 0,3 0,9 8,9 169.893 4,5 2,9 40,7Finlandia 4.887 6,0 3,5 -1,9 162.024 7,3 2,8 1,3Svezia 3.138 3,9 2,2 -11,9 222.044 7,3 3,8 -1,7Regno Unito 4.010 1,7 2,9 -0,2 690.270 4,4 12,0 -0,8UE 15 128.189 -4,6 5.088.755 -0,2Cipro 225 n.d. 0,2 400 1.018 0,7 0,0 513,3Repubblica Ceca 836 2,2 0,6 3,2 263.299 6,2 4,6 3,3Estonia 810 2,0 0,6 8,6 46.016 5,2 0,8 12,5Ungheria 1.583 4,1 1,1 26,1 128.690 2,2 2,2 13,1Lettonia 1.043 n.d. 0,7 89,6 43.902 1,8 0,8 79,3Lituania 1.811 2,7 1,3 158,7 42.000 1,2 0,7 80,3Malta 5 n.d. 0,0 -75 13 0,1 0,0 -7,1Polonia 3.760 0,2 2,7 63,2 82.730 0,5 1,4 65,7Repubblica Slovacca 117 1,6 0,1 17 53.901 2,4 0,9 -1,1Slovenia 1.568 2,0 1,1 9,7 23.032 4,6 0,4 9,6UE 25 139.947 100,0 -1,7 5.773.356 100,0 1,6

Fonte: FiBL Survey, aprile 2006. Dati 2004 comunicati dai Paesi membri al 31/12/05.

65

66

aziende di produzione si concentranonel Sud e nelle Isole (51,2%), mentreal Nord si localizzano quelle di trasfor-mazione e importazione, queste ultimeaumentate del 13% rispetto al 2003.Risulta in aumento anche la superficiemedia aziendale, che raggiunge i 27ettari, al di sopra della media delleaziende agricole convenzionali (5 etta-ri) a conferma che i piccoli produttori,in assenza di una strategia pubblica edi un adeguato sostegno economico,abbandonano il settore. Per le produ-zioni animali allevate con metodo bio-logico, invece, si segnala una crescitadel settore (+42,9%), trainato da fortiincrementi nel pollame (+67,2%) e neisuini (+29,2%).Nel 2005, gli effetti della riforma dellaPAC sulle aziende biologiche che prati-cano la rotazione colturale sui semina-tivi e la riapertura, in alcune Regioni,dei bandi del PSR per il biologico, han-no ridato slancio al settore; i primi dati

Aziende biologiche in Italia, 2004

Produzione Trasformazione Importazione Totalenumero % Var. %

2004/03Piemonte 1.912 297 14 2.223 5,4 -26,5Valle d'Aosta 74 4 0 78 0,2 13Lombardia 869 382 40 1.291 3,2 -15,5Trentino-Alto Adige 696 129 6 831 2,0 6,9Veneto 1.157 403 32 1.592 3,9 -6,6Friuli-Venezia Giulia 306 67 5 378 0,9 0,3Liguria 367 64 13 444 1,1 -5,7Emilia-Romagna 3.377 606 43 4.026 9,8 -14,7Toscana 2.323 381 16 2.720 6,6 -0,6Marche 2.054 133 3 2.190 5,3 20,8Umbria 1.301 109 9 1.419 3,5 5,1Lazio 2.543 263 2 2.808 6,9 1,2Abruzzo 950 113 2 1.065 2,6 -5,2Molise 339 35 0 374 0,9 -11,4Campania 1.095 190 5 1.290 3,1 -25,4Puglia 3.065 306 2 3.373 8,2 -27Basilicata 1.985 51 0 2.036 5,0 21,3Calabria 4.078 133 0 4.211 10,3 -3,9Sicilia 6.388 392 5 6.785 16,6 -19,3Sardegna 1.754 76 1 1.831 4,5 -61,5

ITALIA 36.633 4.134 198 40.965 100,0 -15,5

Fonte: SINAB, 2006. Dati degli Organismi di controllo, aggiornati al 31/12/2004.

diffusi da Federbio (giugno 2006)segnalano 47.667 operatori biologici(+16,4%). Un trend positivo si riscon-tra anche nei dati aggregati UE del2005, recentemente diffusi da FiblSurvey, con 168.000 aziende biologi-che (+20%) e 6,6 milioni di ettari diSAU biologica (+14,3%).

MercatoIn Italia il giro di affari del biologico èstato di 1,4 miliardi di euro nel 2004,pari al 3,2% del settore agricolo, conuna riduzione del 4% del valore degliacquisti, secondo le rilevazioniIsmea/AC Nielsen. L’incidenza deiconsumi di prodotti biologici sul totaledei consumi alimentari è statadell’1,5%. Gli acquisti di prodotti bio-logici, secondo i dati 2004 Coldiretti-Ispo, effettuati per oltre il 90% pressola GDO, si concentrano soprattutto suprodotti in scatola (22%), latte e deri-vati (21%), frutta e verdura (18%),seguiti da pane, pasta e riso (13%),

bevande (12%), carne e uova (9%) eprodotti dietetici (5%).Nel 2005, secondo i dati Bio Bank, ildettaglio specializzato si è mantenutostabile, con 1.014 punti di vendita,

localizzati soprattutto al Nord e alCentro dell’Italia. Si sono registratisensibili aumenti tra le forme di vendi-ta diretta che interessa frutta, ortaggifreschi, olio, vino, succhi di frutta e

67

Cereali

Ortive

Piante industriali

Altri seminativi

Vite

Olivo

Agrumi

Fruttiferi

Altre coltivazioni legnose0 5 10 15 20 25 30

Con lotta integrata Con disciplinare di produzioneCon lotta biologica

Produzioni di qualità: % sulla superficie totale per tipologia di produzione, 2003

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farine, suddivise in 2.012 aziende eagriturismi con vendita diretta(+2,9%), 222 gruppi d’acquisto(+52,1%) e 185 mercatini (+6,3%).

Coesistenza tra agricoltura transge-nica, biologica e convenzionaleIl principio comunitario della coesi-stenza tra agricoltura transgenica, bio-logica e convenzionale ha lasciato agliStati membri la discrezionalità di sta-

bilire norme più restrittive, conforme-mente al principio di sussidiarietà. InItalia, la legge 5/05 ha dettato il qua-dro normativo minimo per la coesi-stenza, fermo restando il divieto di col-ture transgeniche destinate all’immis-sione sul mercato, ad eccezione diquelle autorizzate per fini di ricerca esperimentazione. Sono 295 le autoriz-zazioni, in Italia, per il rilascio speri-mentale nell’ambiente di piante GM

che riguardano varietà di mais, fru-mento duro, ciliegio, kiwi, tabacco,lampone, uva e melanzana. La leggeitaliana dispone che chi compie conta-minazione è tenuto al risarcimentodanni. Sanzioni amministrative, pecu-niarie e penali sono previste dal d. lgs.70/05 per violazione al regime comu-nitario di autorizzazione e vigilanzasugli OGM e sulla loro tracciabilità edetichettatura. Sul fronte dei controlli,nel 2005 sono state rilevate 19 positi-vità nelle sementi di mais e soia cam-pionate, pari al 5,1%, con indici dipresenza di OGM vicini allo 0,1% emai superiori allo 0,3% (il decretoministeriale del 27/11/03 prevede l’as-senza di OGM nelle sementi). Recentemente, la Commissione UE èorientata a fissare la soglia di contami-nazione da OGM per le sementi - anco-ra in attesa di una regolamentazione -nello 0,1%, esprimendosi a favore del-la separazione tra prodotti OGM eOGM-free a tutti i livelli della filiera.

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Produzione biologica Con disciplinare di produzione

BoviniBufalini

OviniCaprini

SuiniAvicoli

Altri allevamenti

Produzioni di qualità: % sul numero di capi per tipologia di produzione, 2003

69

L’agricoltura rappresenta uno deimaggiori settori di impiego di acquain Italia, utilizzandone tra la metà e idue terzi del consumo totale. La produzione agricola provenienteda colture irrigue costituisce circa il40% della produzione agricolanazionale, mentre il rapporto trasuperficie irrigata e SAU è pari al20%. I dati sulle superfici delle coltivazio-

ni irrigate riflettono, oltre la tipicitàdell’agricoltura italiana, le necessitàirrigue delle differenti aree. La quasitotalità di olivo irrigato (93,9%) siconcentra nelle regioni del Mezzo-giorno, dove si rileva anche il 58,1%della vite, contro il 35,9% del Nord.Il frumento duro è irrigato quasiesclusivamente nel Mezzogiorno(40.187 ettari, il 70% del totale) e inalcune zone del Centro Italia (15.203

ettari, il 26,5% del totale), a confer-ma che il ricorso all’irrigazione inalcune aree del Sud Italia è necessa-rio anche per colture tipicamentenon irrigate. Nel Mezzogiorno è con-centrata la quasi totalità degli agru-mi irrigati (99,6%) e un terzo circadegli altri fruttiferi, 62.953 ettari,contro il 62% (130.336 ettari) delNord e il restante 8% (16.800 ettari)del Centro.

Agricoltura Irrigua

Aziende e relativa superficie irrigata per tipo di fonte e regione - Anno 2003 (superficie in ettari)

Fonte singolaRegioni Acqua superficiale Acquedotto Acqua sotterranea Acque reflue depurate, Più di una fonte

desalinizzate, salmastreAziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie

Nord 92.489 846.108 52.196 326.588 42.115 201.262 102 873 28.727 366.000Centro 21.841 86.239 14.945 24.410 34.656 83.482 55 298 4.335 32.061Sud e Isole 69.949 125.797 73.673 164.055 160.475 379.246 326 725 26.660 126.364

ITALIA 184.279 1.058.144 140.814 515.053 237.246 663.991 483 1.896 59.722 524.425

70

Sistema di irrigazione (%)

ScorrimentoSommersioneAspersioneMicroirrigazioneAltro

Nord Centro Mezzogiorno

Scorrimento 39,3 6,7 10,3Sommersione 13,6 0,6 1,9Aspersione 38,9 69,5 27,1Microirrigazione 6,1 19,7 55,6Altro 2,1 3,5 5,2

Modalità di approvvigionamento (%)

AutoapprovvigionamentoConsorzio di BonificaAltra modalitàPiù modalità

Nord Centro Mezzogiorno

Autoapprovvigionamento 13,4 67,2 44,6Consorzio di Bonifica 65,4 18,7 33,6Altra modalità 1,1 4,9 6,5Più modalità 20,2 9,2 15,3

Il 40,4% delle aziende irrigue italia-ne, per una superficie di 1.452.335ettari (52,6%), è servito da Consor-zi, mentre il 45,4%, per una superfi-cie di 733.775 ettari, si approvvigio-na con mezzi propri. Il 51,8% delleaziende servite da Consorzi si trovaal Nord, il 43,7% nel Mezzogiorno eil restante 4,5% al Centro. Delle282.662 aziende che ricorronoall’autoapprovvigionamento, invece,la maggior parte, 62,5%, è ubicatanelle regioni del Mezzogiorno, controil 21,3% del Nord e il 16,2% al Cen-tro. Riguardo al sistema di irrigazio-ne adottato, il 28,3% della superfi-cie, è irrigato per scorrimento/infil-trazione laterale, il 38%, per asper-sione, mentre il 21,3% con sistemi diirrigazione a basso consumo idrico.

La legge 96/06 ha rinnovato organica-mente la normativa in materia di agri-turismo, in linea con i nuovi indirizzidella UE, che mirano alla diversifica-zione delle attività delle aziende agri-cole e al mantenimento delle attivitàumane nelle aree rurali. L’agriturismo,infatti, rappresenta la più diffusa atti-vità a valenza multifunzionale per leimprese agricole italiane, consentendodi veicolare efficacemente la valorizza-zione del patrimonio ambientale e cul-turale del territorio e delle produzioniagroalimentari tipiche, con un contri-buto non indifferente anche alla for-mazione del reddito aziendale. Oltre aricezione e ospitalità, rientrano fra leattività agrituristiche anche quellericreative, culturali e didattiche, dipratica sportiva, nonché escursionisti-che e di ippoturismo, e la degustazionedi prodotti aziendali, inclusa la mesci-ta del vino. I pasti e le bevande sommi-nistrate devono essere costituiti preva-

Agriturismo

PiemonteValle d'Aosta

Lombardia P.A. Bolzano

P.A. TrentoVeneto

Friuli-Venezia GiuliaLiguria

Emilia-RomagnaToscanaMarcheUmbria

LazioAbruzzo

MoliseCampania

PugliaBasilicataCalabria

Sicilia Sardegna

TOTALE 14.719

757

8592.664

228880

311325

6963.300

517891

370

65075

420

280245

350305

613

Fonte: Agriturist, febbraio 2005.

Aziende agrituristiche per regione, 2004

71

72

lentemente da prodotti propri e daprodotti di aziende agricole dellazona, con preferenza per i prodotti diqualità (DOP e IGP) e per quelli tra-dizionali. La nuova legge, che propo-ne un profilo omogeneo dell’agrituri-smo su tutto il territorio nazionalerispetto ai provvedimenti legislativiemanati nel corso degli anni da cia-scuna Regione, snellisce le procedureamministrative, riconoscendo la pos-sibilità, per coloro che hanno seguitoappositi corsi di formazione, di apri-re un agriturismo con la sola dichia-razione di inizio attività.I dati relativi alle circa 1.600 aziendeassociate Agriturist evidenzianoun’importante presenza di turisti stra-nieri che rappresentano il 25% degliarrivi (+8,6% rispetto al 2004). Ituristi italiani confermano, anche peril 2005, la preferenza per brevi perio-di di vacanza (4,5 giorni), ripetutinell’arco dell’anno. Il numero di sog-

giorni (arrivi), mostra un sensibileaumento (+2,5%), anche se i soggior-ni sono più brevi, per cui si contrae ilnumero di pernottamenti (presenze)del 3,4%. Circa il 60% degli arrivi èavvenuto in seguito alla consultazionedel web; il 70% delle aziende associa-te ad Agriturist si è dotato di un sitointernet e posta elettronica.Il fatturato complessivo del settore,pari a 797 milioni di euro, è diminui-to dell’1,6%, ma in misura inferiorealla flessione delle presenze, pereffetto dell’incremento dei prezzi del3%. Continua a salire, invece, ilnumero delle aziende agrituristiche,giunte a quota 14.719 (+8,9%), unterzo delle quali condotte da donne,con crescite elevate in Calabria(+64%) ed Emilia Romagna(+26%). Le strutture si concentranoal Nord e al Centro, prevalentementeToscana (22,4%) e nella provincia diBolzano (18,1%), per un totale

nazionale di 152.700 posti letto(+9,8%). Il servizio di ristorazione èofferto dal 60,5% delle aziende agri-turistiche, mentre quasi il 30% pre-senta punti di degustazione enoga-stronomica e oltre 300 aziendeimpiegano prevalentemente, neimenu, prodotti DOP e IGP. Riguardoagli altri servizi, il 10% degli agritu-rismi è dotato di maneggio e il 6% diservizi per l’agricampeggio. Secondoi dati Bio Bank, sono 804 gli agritu-rismi gestiti da aziende agricole bio-logiche certificate. Cresce l’interesse dei turisti per leattività ricreative, culturali e didatti-che promosse in agriturismo, conoltre 1.500 fattorie didattiche, strut-turate sul territorio nazionale per lereti interregionali e locali (“Gruppofattorie didattiche italiane”, “Fatto-rie Aperte”) o per i progetti naziona-li (“Scuola in fattoria”, “Educazionealla campagna amica”).

Denominazioni d’origineLa Commissione europea ha varato lariforma del regolamento (CE) n.2081/92, che ha istituito un sistema diprotezione delle denominazioni geo-grafiche agroalimentari.Il nuovo regolamento (reg. (CE) n.510/2006) trova la sua ragione nellanecessità di doversi conformare alleregole dell’OMC, dopo i contenziosisollevati da alcuni Paesi terzi chelamentavano una discriminazione ditrattamento dei propri produttoririspetto a quelli dell’Unione riguardoalla registrazione delle domande, all’e-quivalenza e al controllo. La strutturadel regolamento rimane pressochéinalterata, apportando sostanzialimodifiche solo a livello procedurale.L’innovazione più importante riguar-da le norme che disciplinano la proce-dura di presentazione delle richieste diregistrazione provenienti dai Paesi ter-zi, in virtù della quale i produttori di

Prodotti di QualitàNumero di DOP e IGP per Regione*

Regioni Ortofrutticoli e cereali Oli d’oliva Formaggi Salumi Altri prodotti1 Totale

Piemonte 1 - 9 3 - 12Valle d'Aosta - - 2 2 - 4Lombardia 1 2 8 7 - 17Liguria 1 1 - - - 2Trentino-Alto Adige 2 - 4 2 - 8Veneto 7 2 6 6 - 20Friuli-Venezia Giulia - 1 1 2 - 3Emilia-Romagna 6 2 2 10 4 22Toscana 6 4 1 4 3 16Umbria 1 1 1 2 1 4Marche 1 1 1 2 1 5Lazio 2 3 3 2 3 10Abruzzo - 3 - 1 2 4Molise - 1 1 1 1 2Campania 8 3 2 - 1 11Puglia 2 5 2 - 1 10Basilicata 2 - 1 - - 3Calabria 1 3 1 4 1 10Sicilia 7 6 2 - - 15Sardegna - - 3 - 1 4

ITALIA2 47 37 31 28 12 155

* Situazione aggiornata a marzo 2006 (reg.(CE) n. 417/06).1 Comprende: panetteria, miele, spezie, aceti, carni, prod. non alimentari.2 Alcuni prodotti sono interregionali.

73

questi paesi potranno presentaredomanda di registrazione direttamen-te alla UE, senza dover passare, comein precedenza, per il tramite dei gover-ni nazionali. Con tale modifica vieneabrogato il requisito in base al quale ilpaese interessato deve disporre di unsistema equivalente di protezione geo-grafica (principio della reciprocità).Il regolamento n. 509/2006 sostitui-sce, invece, il 2082/92 relativo alladisciplina delle specialità tradizionaligarantite.L’Italia continua a detenere il primatodei riconoscimenti DOP/IGP dell’U-nione europea: 155 sono, infatti, i pro-dotti registrati, che rappresentano il21,5% dell’intero paniere comunita-rio. Gli ortofrutticoli sono i più rap-presentati (30%), seguiti dagli oliextra vergine d’oliva (quasi il 24%) edai formaggi (20%) (per la listaaggiornata delle DOP e IGP consultareil sito: http://ec.europa.eu/

agriculture/qual/it/1bbab_it.htm). Gliultimi riconoscimenti sono andati aiseguenti prodotti: Basilico Genovese(DOP), Olio d’oliva extra vergineTuscia (DOP), Mela Alto Adige (IGP),Oliva Ascolana del Piceno (DOP), Ficobianco del Cilento (DOP), MelannurcaCampana (IGP).

Vini DOCLa legge 164/92 disciplina le denomi-nazioni d’origine e le indicazioni geo-grafiche tipiche dei vini, distinguendotra denominazione di origine control-lata e garantita (DOCG), denomina-zione di origine controllata (DOC) eindicazione geografica tipica (IGT).I vini a denominazione di origine sono341, di cui 34 DOCG. Gli ultimi rico-noscimenti hanno riguardato i seguen-ti vini: Dolcetto di Dogliani Superiore(DOCG), Colli Orientali del FriuliPicolit (DOCG), Strevi (DOC), Pietra-viva (DOC), Irpinia (DOC), Matera

Vini DOCG, DOC e IGT per regione*

DOCG DOC IGT

Piemonte 9 44 -Valle d'Aosta - 1 -Lombardia 3 15 14Trentino - Alto Adige - 7 4Veneto 3 22 10Friuli - Venezia Giulia 2 8 3Liguria - 7 2Emilia - Romagna 1 20 10Toscana 6 35 5Umbria 2 11 6Marche 2 12 1Lazio - 26 5Abruzzo 1 3 9Molise - 3 2Campania 3 18 8Puglia - 25 6Basilicata - 3 2Calabria - 12 13Sicilia 1 23 6Sardegna 1 19 15

ITALIA 34 307 114

* Situazione al 30 marzo 2006.N.B. Il totale dei vini DOC e IGT è inferiore alla somma dei vini per

regione, in quanto alcuni sono interregionali.

74

(DOC), Salaparuta (DOC), RonchiVaresini (IGT). Nella vendemmia 2005, secondo i datiISTAT, la produzione di vini DOC eDOCG è stata pari a 15 milioni diettolitri (-9,3% rispetto all’annataprecedente), il 31% del vino comples-sivamente prodotto in Italia. Spettaancora al Nord il primato nella produ-zione di vini DOC: 8,4 milioni di etto-litri, pari al 56% della produzionenazionale.

Numero di prodotti agroalimentari tradizionali per regione, 2005

PiemonteValle d'Aosta

LombardiaP.A. Bolzano

P.A. TrentoVeneto

Friuli-Venezia GiuliaLiguria

Emilia-RomagnaToscanaUmbriaMarche

LazioAbruzzo

MoliseCampania

PugliaBasilicataCalabria

SiciliaSardegna

36924

19091

107356

121270

196441

70150

31479

159309

15441

271267

154

75

76

Certificazione di qualità

Secondo il Sincert, le aziende agricolee ittiche in possesso di certificazione disistema di gestione per la qualità (ISO9001:2000) sono 391, entità pratica-mente stabile rispetto a quella dell’ul-timo anno. Più dinamiche le aziendedel comparto dell’industria alimenta-re, delle bevande e del tabacco, chesegnano un aumento del 15%, per untotale di 3.883 aziende certificate.

Aziende certificate per circoscrizione*

Industria alimentare Agricoltura

55,412,9

27,8

17,6

64,915,8

NordCentro

Sud e Isole

NordCentro

Sud e Isole

Fonte: elaborazioni su banca dati SINCERT.* Aggiornamento ad aprile 2006.

POLITICA AGRICOLA

L’estensione del regime di paga-mento unico al comparto dell’olio dioliva, del tabacco e dello zuccheroha reso necessaria l’adozione di nor-me nazionali di applicazione, chesono state adottate nel corso del2005 e dei primi mesi del 2006.Inoltre, il nostro paese ha deciso diprocedere anticipatamente all’intro-duzione nel pagamento unico degliaiuti al settore dei prodotti lattiero-caseari, riconoscendo come benefi-ciari i produttori che hanno ricevu-to pagamenti sulla base della quotaposseduta al 31 marzo 2006. Le scelte nazionali per l’olio d’olivaprevedono il totale disaccoppiamen-to degli aiuti, rinunciando allafacoltà di utilizzare fino al 40%degli aiuti storicamente maturatiper fornire pagamenti supplementa-ri alle aziende con almeno 0,3 ettaridi superficie a oliveto. Al finanzia-mento dei programmi elaborati da

organizzazioni di operatori ricono-sciute, finalizzati al sostegno diazioni per la qualità, la tracciabili-tà, il mercato, il miglioramento e latutela dell’ambiente, la diffusionedelle informazioni è destinato il 5%della dotazione finanziaria settoria-le. La scelta sul grado di disaccop-piamento degli aiuti è stata moltodibattuta, per via del connessorischio di abbandono della produ-zione olivicola e degli oliveti, circo-stanza che risulterebbe particolar-mente negativa nelle aree dove l’oli-vo riveste anche una funzione pae-saggistico-ambientale. D’altro can-to, il disaccoppiamento totale, sgan-ciando l’aiuto dalla produzione,assicura un maggiore riorientamen-to al mercato del comparto.In merito al tabacco l’Italia si èorientata, invece, per il parziale dis-accoppiamento degli aiuti. Nellaprima fase della riforma (2006-

2009) il 60% degli aiuti rimarràaccoppiato alla produzione, mentrela rimanente parte confluirà nelpagamento unico aziendale. Talescelta è stata dettata dall’obiettivodi evitare un’eccessiva contrazionedell’area di coltivazione e della pro-duzione di tabacco nel nostro paese,in considerazione dei possibiliriflessi negativi su tutta la filiera ein particolare sull’occupazione. Soloper la Puglia, considerate le difficol-tà emerse dal comparto negli ultimianni, il disaccoppiamento sarà tota-le. Nella seconda fase della riforma(dal 2010), gli aiuti saranno com-pletamente disaccoppiati, ma il50% dell’importo di riferimento deipagamenti diretti sarà destinato aprogrammi di ristrutturazione riser-vati alle aree a tradizione tabacchi-cola, nell’ambito della politica disviluppo rurale.Infine, per lo zucchero l’Italia ha

PAC in Italia: I Pilastro

78

deciso di utilizzare quale periodo diriferimento per il calcolo degli aiutida includere nel regime di paga-mento unico il triennio 2000/01-2002/03. Inoltre, nell’ambito dellariforma della relativa OCM l’Italia

ha deciso di rinunciare al 50% dellapropria quota di produzione, garan-tendo: ai bieticoltori in produzionepagamenti addizionali totalmenteaccoppiati; alle industrie fondi perla diversificazione e per la ristruttu-

razione. L’applicazione dell’art. 69prevede una trattenuta dell’8% sul-la dotazione finanziaria del com-parto.

Il FEOGA-GaranziaLa spesa del FEOGA-Garanzia afavore dell’Italia ha sfiorato, nel2005, i 5.500 milioni di euro,segnando una netta ripresa(+9,5%), che inverte la tendenza alribasso registrata nei due anni pre-cedenti. Il consistente incrementodella spesa, che ha caratterizzato lamaggior parte degli altri paesimembri, con le punte più significa-tive per quelli di più recente adesio-ne, ha consentito al nostro paese dimantenere sostanzialmente stabilela quota di spesa percepita sul com-plesso dell’UE (11,2%), nonostantel’ingresso dei nuovi dieci partner.L’andamento positivo delle eroga-zioni in Italia provenienti dal FEO-

79

mio. euro % Var. %2005/04

Belgio 1.034,5 2,1 -3,6Repubblica Ceca 281,8 0,6 5.895,7Danimarca 1.224,9 2,5 0,6Germania 6.503,1 13,3 7,8Estonia 27,0 0,1 5.300,0Grecia 2.754,0 5,6 -0,8Spagna 6.406,5 13,1 1,4Francia 9.968,9 20,4 6,2Irlanda 1.806,2 3,7 -1,3Italia 5.499,7 11,2 9,5Cipro 33,7 0,1 -Lettonia 27,5 0,1 -Lituania 127,1 0,3 25.320,0Lussemburgo 45,0 0,1 19,0

Fonte: Commissione UE.

mio. euro % Var. %2005/04

Ungheria 514,9 1,1 102.880,0Malta 0,9 0,0 -Olanda 1.256,3 2,6 -0,4Austria 1.235,7 2,5 8,2Polonia 878,0 1,8 8.029,6Portogallo 891,9 1,8 8,3Slovenia 32,9 0,1 32.800,0Slovacchia 114,4 0,2 8.071,4Finlandia 902,9 1,8 3,9Svezia 956,3 2,0 12,6Regno Unito 4.215,0 8,6 5,7UE 2.188,9 4,5 3,7

TOTALE 48.928,2 100,0 9,3

Spese FEOGA-Garanzia per paese, 2005

GA-Garanzia è stato influenzatosoprattutto dai risultati registratidai comparti vegetali (ortofrutta,vino, riso e olio di oliva), mentre piùmodesto è stato l’incremento di spe-sa dei comparti zootecnici, eccezionfatta per le carni ovicaprine. Nel2005, inoltre, si è assistito ad unaripresa (+7%) della spesa per lemisure di sviluppo rurale.Sul fronte della tipologia di inter-vento, si conferma l’ormai nettaprevalenza dei pagamenti diretti, ilcui peso sfiora il 74% del totale. Laseconda voce di spesa in ordine diimportanza rimane quella dello svi-luppo rurale, seguite di strettamisura dal generico gruppo delle“altre misure”, mentre emerge consempre maggiore evidenza il tra-monto delle misure di sostegno alleesportazioni e delle misure di stoc-caggio.

80

Spese FEOGA-Garanzia in Italiaper settore, 2005

mio. euro %

Seminativi 1.880,9 34,2Olio d'oliva 769,1 14,0Sviluppo rurale 679,8 12,4Carne bovina 560,5 10,2Ortofrutta 511,2 9,3Tabacco 322,0 5,9Vitivinicolo 364,4 6,6Carne ovicaprina 181,0 3,3Riso 240,2 4,4Zucchero 68,7 1,2Carne suina 6,2 0,1Uova e pollame 1,8 0,0Altre misure -16,5 -0,3Lattiero-caseario -69,6 -1,3

TOTALE FEOGA-Garanzia 5.499,7 100,0

Fonte: Commissione UE.

Spese FEOGA-Garanzia in Italiaper intervento, 2005

mio. euro %

Restituzioni alle esportazioni 88,8 1,6 Stoccaggio 49,6 0,9 Aiuti diretti 4.058,0 73,8 Sviluppo rurale 679,8 12,4 Altre misure 623,5 11,3

TOTALE 5.499,7 100,0

Fonte: Commissione UE.

Nel corso del 2005 la dualità nellagestione dei diversi programmi per losviluppo rurale finanziati attraversole sezioni Orientamento e Garanziadel FEOGA, si è accentuata. Infattimentre nel primo caso si è procedutocon l’ordinaria gestione tesa ad evi-tare di incorrere nel meccanismo didisimpegno automatico, avendo difronte ancora alcuni anni prima del-la chiusura del programma¸ perquello che riguarda i Piani di Svilup-po Rurale (PSR), finanziati dalFEOGA-Garanzia, siamo al penulti-mo anno di programmazione, ora-mai prossimi alla chiusura definitivadei programmi.L'attuazione finanziaria nel 2005 hacomunque consentito di raggiungeretutti gli obiettivi di spesa fissati (adeccezione del Programma Leader+),con l'erogazione di risorse pubblichefinalizzate all'agricoltura ed allo svi-luppo rurale pari a circa 11 miliardidi euro nel corso dell’intero periodo

Risorse per i Programmi di sviluppo rurale ripartite per regione e andamen-to della spesa 2000-2005 (000 euro)

Spesa pubblica Spesa pubblicaprogrammata 2000-2006 erogata 2000-2005PSR POR PLR PSR POR PLR

Regioni fuori obiettivo 1Piemonte 863.876 - 22.640 741.598 - 9.348 Valle d'Aosta 119.107 - 4.366 91.521 - 2.215 Lombardia 804.679 - 14.440 737.127 - 6.701 P.A. Bolzano 266.263 - 15.500 260.223 - 7.237 P.A. Trento 210.626 - 7.380 169.089 - 2.960 Veneto 660.319 - 27.480 598.981 - 12.400 Friuli Venezia Giulia 209.705 - 11.300 180.805 - 4.583 Liguria 213.476 - 11.916 212.797 - 4.678 Emilia Romagna 836.689 - 21.226 774.159 - 8.599 Toscana 721.647 - 30.995 596.804 - 15.443 Umbria 395.165 - 15.140 444.805 - 6.468 Marche 455.592 - 15.700 356.749 - 8.357 Lazio 587.170 - 27.100 505.177 - 6.822 Abruzzo 290.430 - 35.340 217.687 - 13.000 Regioni obiettivo 1Molise 45.198 100.331 10.987 42.349 55.327 4.344 Campania 201.652 1.066.727 31.507 138.318 516.997 12.710 Puglia 389.372 814.006 34.350 323.088 338.062 7.983 Basilicata 244.250 386.500 22.707 218.392 172.742 9.558 Calabria 299.180 852.916 28.310 308.219 443.099 10.930 Sicilia 560.800 1.515.930 39.080 530.473 713.001 15.152 Sardegna 403.727 837.156 43.920 380.588 412.696 19.177 TOTALE 8.778.923 5.573.565 471.384 7.828.948 2.651.924 188.665

Fonte: Agea-MIPAAF (aggiornamento dati al 31/12/05 Feoga-O e 15/10/2005 Feoga-G).

PAC in Italia: II Pilastro

81

2000-2005.Con la pubblicazione da parte delConsiglio dell’Unione Europea delnuovo Regolamento 1698/2005 sulsostegno allo sviluppo rurale, si èentrati nel vivo della programmazio-ne relativa al periodo 2007-2013,che vedrà la semplificazione delsistema con l’applicazione del princi-pio “1 fondo, 1 programma”, grazieal quale si avranno tutti gli interven-ti per lo sviluppo rurale finanziatidal nuovo Fondo Europeo Agricoloper lo Sviluppo Rurale (FEASR),attraverso i PSR come unico stru-mento di programmazione. Nel corsodel 2006 dovranno essere elaborati eapprovati i regolamenti attuativi, laprogrammazione strategica naziona-le e tutti i PSR regionali in manierada poter affrontare l’inizio del nuovoperiodo senza ritardi.Per quel che riguarda gli attualiPSR, nel 2005 la spesa pubblica è

stata pari a più di 1.400 milioni dieuro, somma che, insieme a quellarelativa ai cinque precedenti anni diprogrammazione, porta il totale dellerisorse erogate a circa 8.000 milionidi euro, ossia quasi il 90% dellostanziamento totale relativo all'inte-

ro periodo 2000-2006.Analizzando l’andamento per Regio-ne si evidenzia come per alcuni PSRla capacità di spesa sia superiore al100%. Questo è stato possibile invirtù dell’adozione, nel corso del2005, di un piano finanziario unico

82

19,2%

11,2%

47,9%

6,3%

6,7%

0,8%7,9%Investimenti

Capitale umano

Indennità compensative

Ambiente

Foreste

Misure articolo 33

Valutazione-Misure in corso

TOTALE

1.500

488

522

3.736

871

613

63

7.793

Spesa FEOGA-Garanzia per categorie di misure (.000 euro), 2000-2005

Fonte: dati Agea-MIPAAF (aggiornamento dati ottobre 2005).

nazionale che ha sostituito i 21 pianifinanziari originari. In questo modoalcune Regioni hanno massimizzatoil proprio livello di spesa allo scoponon solo di evitare la perdita di risor-se ma anche di concorrere all’asse-gnazione, a livello comunitario, dieventuali risorse aggiuntive; fa ecce-zione solo la Campania dove l'am-montare degli impegni presi nel pre-cedente periodo era molto basso.La distribuzione della spesa dei PSRper categoria di intervento evidenziala forte incidenza delle misureambientali; la spesa pubblica riferitaa queste misure, infatti, costituisce il48% del totale erogato. Un forteincremento della spesa si è registratonegli ultimi anni per la categoriadegli investimenti, che comprende lemisure ‘investimenti nelle aziendeagricole’ e ‘trasformazione e com-mercializzazione dei prodotti agrico-li’. Anche per gli interventi previsti

dall'articolo 33 del Reg. 1257/99,che rappresentano la parte maggior-mente innovativa della nuova pro-

grammazione, sono state erogaterisorse maggiori sia in termini asso-luti che percentuali.

83

Spesa FEOGA-Orientamento per categorie di misure (.000 euro), 2000-2005

32,3%

4,5%11,8%

12,3%

1,1%

3,6%0,0%

5,1%

1,9%

27,4%

InvestimentiInsediamento giovani

FormazioneAltre misure forestali

Art. 33 - AmbienteArt. 33 - Ammodernamento

Art. 33 - DiversificazioneArt. 33 - Infrastrutture

Art. 33 - ServiziValutazione

TOTALE

856 325

29 314 119 135

51 727

95 1

2.652

Fonte: MIPAAF (aggiornamento dati ottobre 2005).

8484

Spesa RegionaleNegli ultimi anni si sono sommati alivello regionale gli effetti di riformeadottate in ambito comunitario,nazionale, regionale che hanno con-fermato la tendenza all’aumento deitrasferimenti di politica agraria sul-la base di risorse autonome non solonel caso delle procedure di attuazio-ne ma anche per quelli derivanti dalegislazione primaria regionale.I processi di cambiamento osservatioggi, che si sono generati a livelloregionale e che hanno recato neltempo e con velocità diverse nellediverse regioni i loro effetti, sonolontani dal potersi considerare asse-stati.In primo luogo si sono concentratisulla sfera regionale gli elementi diincertezza del nuovo sistema difinanziamento attribuibili alle obie-zioni sollevate nei confronti del

DPCM di attuazione del d.lgs.56/2000 per il riconoscimento dirisorse inferiori ai trasferimenti sop-pressi. Un altro fattore rilevante è costitui-to dal ritardo nella posa a regimedel finanziamento delle funzioniconferite; anch’essa non è stata pri-va di conseguenze di tipo economi-co-finanziario. La costanza degliimporti nel biennio 2002-04 e larelativa perdita di valore dovutaalla mancata trasformazione deitrasferimenti in entrate proprie, haimpedito alle Regioni di beneficiare,in ragione del continuo rinvio, del-l’adeguamento conseguente all’indi-cizzazione del gettito dell’IVA. Unulteriore elemento condizionante ilprocesso di attuazione delle politi-che è stato il blocco alla spesa dis-posto dalle leggi finanziarie. Se da

un lato la riduzione forfetaria subase percentuale ha rappresentatouna notevole semplificazione gestio-nale per le amministrazioni regio-nali rispetto al riferimento a un pre-fissato saldo finanziario, dall’altro ilvincolo posto sul solo fronte dellaspesa ha ridotto gli incentivi adattuare politiche di maggiore rigore.In questo quadro non sono mancatele spinte positive come quelle chehanno portato le amministrazioniregionali a adeguare le propriestrutture ad una crescente responsa-bilità gestionale, a migliorare lacapacità di gestire il patrimonio, adaccrescere le capacità di ricorso anuovi strumenti finanziari, a gestirecon responsabilità la leva fiscalenon solo a copertura delle spese maanche a sostegno dello sviluppo pro-duttivo.

85

0

500000

1000000

1500000

2000000

2500000

Politiche comunitarie

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Non classificataPolitiche regionali Politiche nazionali

85

Spesa regionale e autonomia finanziaria 1995-2003 (.000 euro)

8686

Leggi NazionaliPrincipali orientamenti e strategieper il settoreLa legge 23 dicembre 2005 n. 266,legge finanziaria 2006 (L.F.) con-tiene diverse misure a sostegno delsettore agricolo. Si segnalano, inparticolare, agevolazioni fiscali erelative proroghe, sostegno degliinvestimenti, sostegno alle impreseagricole ed alle filiere agricolo ali-mentari, promozione ed utilizzo dibiocombustibili.Inoltre, la legge 11 marzo 2006, n.81, "Interventi urgenti per i settoridell'agricoltura, dell'agroindustria,della pesca, nonché in materia difiscalità d'impresa", ha previstorilevanti cambiamenti relativamen-te a: previdenza agricola, sostegnoalla filiera agroenergetica, ristrut-turazione e riconversione del settorebieticolo-saccarifero e rafforzamen-to del sostegno alla filiera avicola,oltre a numerose altre misure di

semplificazione e sostegno nel setto-re agricolo e della pesca.

Agevolazioni fiscali e tributarie

IRAPPer il calcolo degli acconti IRAP,relativamente all’anno 2005, la leg-ge n. 156 del 31 luglio 2005 haripristinato la possibilità di ricorrereal metodo previsionale, oltre almetodo storico. Rimane tuttavia il

divieto di avvalersi dell’istituto delravvedimento operoso, relativamen-te al versamento del saldo 2004 edell’acconto 2005.IVA La L.F., comma 42, prevede l’appli-cazione dell'aliquota del 10%, inve-ce del 20%, all'energia elettricanecessaria per il funzionamentodegli impianti irrigui, di solleva-mento e di scolo delle acque, utiliz-

Legge finanziaria 2006: stanziamenti in favore del settore agricolo e confrontocon il 2005 (milioni di euro)

Stanziamenti 2005 2006

Fondo speciale di parte corrente (A) 5 6,413Fondo speciale di conto capitale (B) 0 0Stanziamenti autorizzati in relazione a disposizioni di legge (C) 334,6 324,8Rifinanziamento di norme recanti interventi di sostegno dell’economia relativamente al fondo bieticolo saccarifero (D) 13 10Stanziamenti nell'articolato della finanziaria aggiuntivi rispetto alle tabelle (F) 427,3 333,2

TOTALE 780,3 674,4

8787

zati dai consorzi di bonifica e diirrigazione.GasolioLa L.F., comma 115 lett. h, preve-de, fino al 31/12/2006, agevolazio-ni sul gasolio utilizzato per coltiva-zioni sotto serra. ProrogheLa legge 23 febbraio 2006, n. 51

disciplina i seguenti termini: - proroga al 30 giugno 2006 le

denunce dei pozzi (art. 23 qua-ter);

- proroga di un anno il trasferimen-to del “Catasto” ai Comuni (art.25);

- proroga al 31 dicembre 2007 ilFondo di rotazione per lo sviluppodella meccanizzazione in agricol-tura (art. 26);

- slitta al 2006 l’avvio del creditod'imposta per i giovani agricoltori.Tale misura ha un budget di 10milioni di euro l’anno, fino al

2010 (art. 30); - prevede disposizioni in materia di

consorzi agrari (art. 27); - abroga alcune disposizioni sulla

custodia degli animali da pelliccia(art. 39 bis).

La L.F. proroga per il 2006:- le agevolazioni tributarie per la

formazione e l’arrotondamentodella proprietà contadina (comma120);

- la detrazione IRPEF per interven-ti di manutenzione e salvaguardiadei boschi (comma 117).

Semplificazione fiscaleLa legge 2 dicembre 2005, n. 248,che reca misure di contrasto all'eva-sione fiscale e disposizioni urgentiin materia tributaria e finanziariacontiene numerose disposizioni perl’agricoltura, tra cui: la semplifica-zione delle procedure di iscrizione alregistro delle imprese ed al reperto-rio delle notizie economiche ed

amministrative (REA); i versamentiunitari tramite procedure telemati-che; il libretto di controllo per oliminerali in agricoltura; la cartola-rizzazione dei crediti previdenzialied esclusione per i crediti previden-ziali agricoli; la certificazione diregolarità contributiva ai fini deifinanziamenti comunitari (DURC);la riapertura dei termini per la riva-lutazione di terreni e partecipazioni. Previdenza agricolaLa L.F., commi 361-362, per ridur-re il costo del lavoro, dispone, adecorrere dal 1° gennaio 2006, unariduzione dell'1% del versamentodei contributi sociali alla gestionedelle prestazioni temporanee pressol'INPS. La legge n. 81/2006, "Interventiurgenti per i settori dell'agricoltura,dell'agroindustria, della pesca, non-ché in materia di fiscalità d'impre-sa", prevede i seguenti interventi:

8888

- agevolazioni contributive per idatori agricoli nelle aree svantag-giate per il triennio 2006-2008.Nei territori montani particolar-mente svantaggiati lo sgravio con-tributivo è elevato nella misuradel 75% dei contributi a carico deldatore di lavoro (rispetto al 70%previgente), mentre nelle zoneagricole svantaggiate, comprese learee Obiettivo 1 del regolamento(CE) n. 1260/99 e nei territori deicomuni di Abruzzo, Molise e Basi-licata, lo sgravio è elevato al 68%rispetto al 40% previgente (art. 1,comma 2);

- estinzione dei debiti dei datori dilavoro agricoli con l'INPS. A talfine, è stata istituita una commis-sione di esperti con il compito dipresentare, entro il 31 luglio2006, alcune proposte per l'estin-zione dei debiti. Fino a tale datasono sospesi i giudizi pendenti e le

procedure di riscossione e di recu-pero relativi ai carichi contributivipendenti, risultanti alla data del30 giugno 2005 (art. 1, comma3).

Ambiente e territorioIl decreto legislativo 3 aprile 2006,n. 152 dà attuazione alla delegaconferita al Governo dalla legge n.308 del 2004 per il riordino, il coor-dinamento e l’integrazione dellalegislazione in materia ambientale.Si tratta del cosiddetto “Codice del-l’ambiente” che semplifica, raziona-lizza e riordina la normativaambientale in sei settori chiave:rifiuti e bonifiche, acqua, difesa delsuolo, inquinamento atmosferico,procedure ambientali e dannoambientale. La normativa ambien-tale è suddivisa in 5 capitoli: proce-dure per la valutazione ambientalestrategica (VAS), per la valutazione

d'impatto ambientale (VIA) e perl'autorizzazione ambientale integra-ta (IPPC); difesa del suolo, lottaalla desertificazione, tutela delleacque dall'inquinamento e gestionedelle risorse idriche; gestione deirifiuti e bonifiche; tutela dell'aria eriduzione delle emissioni in atmo-sfera; danno ambientale.

Calamità naturali, emergenzesanitarie e crisi di mercatoInfluenza aviariaLa legge 30 novembre 2005, n. 244reca misure urgenti per la preven-zione dell'influenza aviaria. Per latutela della sicurezza alimentare edella salute dei consumatori, si dis-pongono, tra l’altro, misure straor-dinarie per l'acquisto di medicinalied altro materiale profilattico dadestinare alla prevenzione delrischio epidemico e, ove occorra, lasospensione parziale o totale dell’at-

8989

tività venatoria sull’intero territorionazionale. Al fine di sostenere ilmercato delle carni avicole, l'AGEAè autorizzata ad acquistare carnicongelate ed altri prodotti per unquantitativo non superiore a 17.000tonnellate e per un importo massi-mo di 20 milioni di euro. Il ministrodell'Economia e delle Finanze, d'in-tesa con il ministro delle PoliticheAgricole Alimentari e Forestali, èautorizzato a concedere contributiper l'accensione di mutui per lariconversione e la ristrutturazionedelle imprese coinvolte nella situa-zione di emergenza della filiera avi-cola. Per la parte fiscale, a partiredal 1º gennaio 2006, sono previstiinterventi di sospensione o differi-mento dei termini relativi agliadempimenti e ai versamenti tribu-tari, la sospensione dei pagamentidi ogni contributo o premio di pre-videnza e assistenza sociale, com-

presa la quota a carico dei dipen-denti, la sospensione dei pagamentidelle rate delle operazioni creditiziee di finanziamento, a favore degliallevatori avicoli, delle imprese dimacellazione avicola e degli eser-centi attività di commercio all’in-grosso di carni avicole.La L.F., comma 410, relativamenteagli ammortizzatori sociali estendela possibilità di erogare, fino al 31dicembre 2006, trattamenti di inte-grazione salariale straordinaria dimobilità e di disoccupazione specia-le anche alle imprese agricole edagroalimentari che possono esseredanneggiate dall'influenza aviaria. Crisi di mercatoLa legge 11 novembre 2005, n. 231relativa ad interventi urgenti nelsettore agricolo rivolti a contrastarefenomeni di andamento anomalodei prezzi nelle filiere agroalimenta-

ri, prevede l'utilizzo degli aiuti deminimis nel settore vitivinicolo peragevolare i contratti ed una intensi-ficazione dei controlli della Guardiadi finanza e dell'Agenzia delleentrate sulle filiere agroalimentari,in cui si siano verificati anomaliandamenti dei prezzi.Per far fronte alle problematiche nelsettore dell'uva da tavola, l'AGEA èautorizzata ad acquisire sul mercatoun quantitativo massimo di800.000 quintali di uva da tavola.Il livello massimo di risorse finan-ziarie previste per l'attuazione deldecreto per il 2005, è rispettiva-mente di 80,4 milioni di euro perl’uva da vino e di 9,6 per l’uva datavola.

Filiera agroalimentare eprogrammazione negoziataCon la L.F., commi 366-375, lanormativa sui distretti produttivi

9090

contenuta nella legge viene applica-ta anche ai distretti rurali ed agroa-limentari. I distretti produttivi, inquanto libere aggregazioni diimprese, articolate sul piano funzio-nale e territoriale per lo sviluppodelle aree e dei settori di riferimen-to, possono usufruire di disposizionifiscali, amministrative e finanziarie.Gli aspetti applicativi sono deman-dati ad un decreto interministeriale. La L.F., comma 417, per il sostegnoalle filiere agricole ed alimentari,prevede che il CIPE individui inter-venti per la ristrutturazione diimprese, finanziati con le risorse delFondo per le aree sottoutilizzate. Ifinanziamenti dovranno privilegiarele imprese gestite o direttamentecontrollate dagli agricoltori.La legge 11 marzo 2006 n. 81, chereca misure urgenti per favorire ilfinanziamento degli investimentiper lo sviluppo, prevede:

- la disciplina transitoria della rifor-ma degli incentivi, disposta dallalegge n. 80/2005 (revisione deimeccanismi di concessione degliincentivi alle imprese nelle areesottoutilizzate). E’ elevata dal 30al 60% la quota delle economiederivanti da provvedimenti direvoca di agevolazioni (art. 3);

- viene rafforzato il contrasto allefrodi agroalimentari e ambientali,per migliorare l'efficienza delsistema per l'identificazione e laregistrazione degli animali e latracciabilità dei prodotti alimenta-ri (art. 4).

Promozione ed utilizzo di bio-combustibili La L.F., comma 421, relativamenteal programma agevolato di produ-zione di biodiesel prevede che condecreto dei Ministri dell’Economia edelle Politiche agricole saranno fis-

sate le percentuali di produzione deibiocombustibili oggetto di appositicontratti di coltivazione o di accordidi filiera da inserire nel programmasperimentale "bioetanolo", previstodalla precedente legge finanziaria.Tale programma, di durata sessen-nale, a decorrere dal 1° gennaio2005, ha previsto l'esenzione dal-l'accisa del biodiesel nei limiti di uncontingente annuo di 200.000 ton-nellate. La L.F., comma 422, prevede che lerisorse destinate dalla L.F. 2005 alprogramma sperimentale “bioeta-nolo” che risultino inutilizzate altermine del 2005, siano destinatealla costituzione di un appositoFondo per la promozione e lo svi-luppo delle filiere agroenergetiche,anche attraverso certificati perincentivare la produzione e l'utilizzodi biocombustibili da trazione.Per sviluppare la filiera ed incenti-

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vare la produzione e la commercia-lizzazione di bioetanolo la legge81/06, art. 2-quater, prevede: - l’obbligo dal 1° luglio 2006 per i

produttori di carburanti diesel e dibenzina di immettere al consumobiocarburanti di origine agricola,in misura pari all’1% dei carbu-ranti diesel e della benzina,immessi al consumo nell’annoprecedente. Tale percentuale èincrementata di un punto per ognianno, fino al 2010;

- un titolo preferenziale nei bandipubblici e nei contratti di fornitu-ra che abbiano a oggetto biocar-buranti, in presenza di stipula diun contratto di coltivazione e difornitura o di un contratto di pro-gramma agroenergetico;

- la stipula da parte delle pubblicheamministrazioni di contratti oaccordi di programma, per pro-muovere la produzione e la ricerca

nel settore dei biocarburanti; - l’equiparazione tra biogas e gas

naturale, con l’esclusione del bio-gas dall’assoggettamento ad acci-sa;

- l’immessione in rete con diritto diprecedenza, per l’elettricità pro-dotta da biomasse e biogas, ogget-to di intese di filiera o di contrattidi programma agroenergetici;

- gli operatori della filiera di produ-zione e distribuzione di carburantidi origine agricola garantiranno latracciabilità e la rintracciabilitàdel biocarburante utilizzato;

- l’assimilazione nell’ambito delreddito agrario, con il conseguentetrattamento fiscale, dell’attivitàsvolta dalle aziende agricole,diretta alla produzione e alla ces-sione di energia calorica e median-te l’utilizzo di fonti rinnovabilifotovoltaiche, qualificandola comeattività connessa all’attività agri-

cola. La L.F., comma 423, qualificacome attività di trasformazione evalorizzazione dei prodotti agricoli,la produzione di energia elettricaeffettuata dalle aziende agricoleattraverso l'utilizzo di biocombusti-bili agroforestali.

SettoriAvicolturaLa legge n. 81/06, art. 1 bis, commi7 e 8, prevede un pacchetto di di-sposizioni per contrastare l’emer-genza dell’influenza aviaria: - la sospensione dal 1° gennaio al

31 ottobre 2006 dei termini relati-vi ai versamenti tributari e alpagamento dei contributi e deipremi per la previdenza e l’assi-stenza sociale, compresa la quotaa carico dei dipendenti, a favoredelle diverse componenti dellafiliera avicola;

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- la sospensione del pagamento del-le rate delle operazioni creditizie edi finanziamento, comprese quelleposte in essere da ISMEA;

- l’istituzione del “Fondo per l’e-mergenza avicola”, con una dota-zione finanziaria per l’anno 2006di 100 milioni di euro, da utiliz-zarsi per il salvataggio e la ristrut-turazione di imprese in difficoltà,finanziamento di indennità perperdite di reddito e maggiori spe-se, programmi di abbandono atti-vità produttiva, investimenti inmisure di biosicurezza, interventiper il benessere degli animali.

Bieticolo - saccariferoLa L.F., comma 405, prevede che ladotazione, a favore del Fondo bieti-colo nazionale, sia incrementata di10 milioni di euro per il 2006.Con la legge n. 81/06 è istituito ilComitato interministeriale di coordi-namento delle attività di riconversio-

ne del settore al fine di approvare unpiano generale per la razionalizza-zione e riconversione della produzio-ne. Presso l’AGEA viene istituito unFondo per la razionalizzazione ericonversione della produzione bieti-colo-saccarifera con una dotazionefinanziaria di 65,8 milioni di euro,per l’anno 2006, finalizzato al fun-zionamento del Fondo nazionale eper l’erogazione degli aiuti nazionaliai bieticoltori e alle industrie saccari-fere. Viene disposta altresì la nonimponibilità fiscale degli aiuti comu-nitari alla ristrutturazione.VinoLa legge 20 febbraio 2006, n. 82recante: “Disposizioni di attuazionedella normativa comunitaria con-cernente l’Organizzazione comunedi mercato del vino”, modifica edadegua le disposizioni del DPR162/65 ed aggiorna le procedure ele norme sulla preparazione e sul

commercio dei vini.Quote latte Con la legge 81/06, art. 2 ter, com-ma 1, viene differito al 31 luglio2006 il termine per il versamentodel prelievo mensile anticipato, cal-colato a carico dei produttori chesuperano la quota individuale. Apicoltura Con la legge 81/06, art. 2-bis, èdisciplinata l’indicazione di originedel miele, prevedendo che sull’eti-chetta debbano essere indicati inmodo specifico il paese o i paesi diraccolta del miele. Agricoltura montanaLa L.F., al comma 162, prevede unfinanziamento di 20 milioni di europer il 2006 per il Fondo nazionaleper la montagna; al comma 428,consente l’utilizzazione delle risorsedel Fondo per l'ampliamento delleaziende agricole montane.

Legge comunitaria 2005La legge 25 gennaio 2006, n. 29prevede, in particolare per il settoreagricolo, il recepimento della diret-tiva n. 2004/117/CE, relativa agliesami eseguiti sotto sorveglianzaufficiale ed equivalenza dellesementi prodotte in paesi terzi e del-le direttive n. 2004/41/CE e2004/9/CE, relative all'igiene deiprodotti alimentari, all’ispezione ealla verifica della buona pratica dilaboratorio.

Strumenti finanziari e sviluppoimpresaStrumenti finanziariLa L.F., commi 376-378, prevede lacostituzione della Banca per il Mez-zogiorno organizzata in forma disocietà per azioni, con l'obiettivo disostenere lo sviluppo economico delSud Italia. Con la L.F. commi 418-419, viene

esteso agli imprenditori agricoli ilcredito di imposta previsto dallalegge sulla competitività (cfr. d.l. n.35/05 art. 9) a favore delle micro,piccole e medie imprese, che siimpegnano in processi di concentra-zione. Imprenditoria giovanile Con la L.F. comma 420, vengonoestesi alle società di giovani impren-ditori agricoli i benefici previsti dal-l'art. 9 del d.lgs. 185/00 a favoredell’imprenditorialità giovanile inagricoltura. Si tratta di contributi afondo perduto e di mutui agevolatiper la realizzazione di investimenti,di contributi a fondo perduto relati-vi alla gestione, di interventi di assi-stenza tecnica e di attività di forma-zione e qualificazione. Attività di venditaLa legge 81/06, art. 2-quinquies,prevede che gli imprenditori agrico-li siano esonerati dalla denuncia di

inizio attività per la vendita al det-taglio di propri prodotti, se la ven-dita si realizza su superfici all’aper-to (nell’ambito dell’azienda agricolao in altra area privata di cui l’im-prenditore abbia disponibilità). Gliimprenditori devono, però, essereiscritti nel registro delle imprese e iprodotti in vendita provenire inmisura prevalente dall’azienda. Lavendita deve, inoltre, rispettare ledisposizioni igienico-sanitarie invigore.

AgriturismoLa legge 20 febbraio 2006, n. 96,nuova legge quadro sull’agrituri-smo aggiorna e sviluppa la prece-dente, approvata nel 1985. Ladimensione dell’attività agrituristi-ca non sarà più condizionata dalrequisito della complementaritàrispetto all’attività agricola (art.2), mentre viene confermato e raf-

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forzato il requisito della connessio-ne con l’attività agricola stessa,soprattutto per quanto riguarda laristorazione (art. 4), con un piùstretto collegamento della ristora-zione ai prodotti agricoli del terri-torio, in particolare a quelli ricono-sciuti DOP e IGP. La nuova norma-tiva propone un profilo omogeneo

dell’agriturismo su tutto il territo-rio nazionale, chiarendo alcuniaspetti dell’attività agrituristica;sono previste procedure ammini-strative più snelle per il rilasciodelle autorizzazioni da parte delleRegioni (art. 6), con la possibilitàdi avviare un agriturismo con unasemplice dichiarazione di inizio

dell’attività. Gli operatori di agri-turismo, per ottenere l’abilitazioneall’esercizio dell’attività, dovrannofrequentare corsi preliminari dipreparazione. È prevista, inoltre,l’istituzione di un OsservatorioNazionale dell’Agriturismo, pressoil Ministero delle Politiche AgricoleAlimentari e Forestali (art. 13).

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APPENDICE

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GlossarioRevisione dei conti economici Nel 2006 l’ISTAT ha diffuso le nuo-ve serie dei Conti economici nazio-nali, che sostituiscono integralmen-te quelle precedenti, attraverso unacomplessa revisione di tutti gliaggregati di Contabilità nazionale,effettuata in ottemperanza alleregole comunitarie. Le modificheapportate alle stime di produzione edel valore aggiunto, per branca diattività economica hanno interessa-to anche l’agricoltura, ove il lavorodi revisione, si è avvalso principal-mente dei risultati del Censimentodel 2000 e di altre fonti, quale l’in-dagine REA sui risultati economicidelle aziende agricole.Le principali novità dei conti dell’a-gricoltura riguardano in particolare:

Produzione: l’integrazione delle sti-me ha riguardato principalmente leattività dei servizi connessi e le atti-

vità secondarie tipiche delle aziendeagricole, nonché singoli prodottiquali vivaismo ornamentale, paglia,allevamenti minori e produzioniminori.Consumi intermedi: vi è stata unaprofonda revisione di gran partedelle componenti dei costi, con par-ticolare riguardo all’energia, mangi-mi e spese di stalla, sementi e pian-tine, servizi e spese varie.Rilevazione costi e ricavi: la nuovastima, sia della produzione che deiconsumi intermedi, accanto al tra-dizionale approccio “quantità perprezzo”, è stata affiancata dallarilevazione diretta di costi e ricavi,attraverso l’indagine sui risultatieconomici delle aziende agricoleREA.Nuovi aggregati: tra le novità degliaggregati del Conto economico del-l’agricoltura, in particolare, si evi-denziano gli aggregati delle attività

secondarie. Vengono considerate siale attività effettuate nell’ambito del-la branca agricoltura, vale a direagriturismo, trasformazione di latte,frutta e carne, sia quelle esercitateda altre branche di attività econo-miche (per esempio da impresecommerciali, che effettuano coltiva-zioni, allevamenti). Servizi di intermediazione: lenuove stime tengono conto deiservizi di intermediazione finanzia-ria (SIFIM), misurati in via indiret-ta, con l’attribuzione del consumodel servizio ai diversi operatori eco-nomici.Indici a catena (valori concatenati):per le valutazioni “in volume” sonoutilizzati gli “indici a catena” chedeterminano i valori concatenati,con l’anno di riferimento 2000.Questi valori sostituiscono gliaggregati a prezzi costanti.

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Definizioni

Consistenze Con questo termine si indicano gliimpieghi del sistema bancario, cioèl'ammontare dei finanziamenti chedebbono essere ancora incassatidalle banche a debito residuo deifinanziamenti, che le stesse hannoerogato alla clientela. Consumi intermedi agricoli Il SEC95 ha comportato innovazio-ni di rilievo per questo aggregatodelle spese correnti delle aziendeagricole: sementi, concimi, antipa-rassitari, mangimi, energia, acquairrigua e servizi vari. Grazie ancheal raccordo con i dati della RICA,accanto ai consumi tradizionali,sono state calcolate in maniera piùcompleta, o individuate ex novo,diverse componenti, quali: manu-tenzioni e riparazioni delle macchi-ne e attrezzature agricole, spese

veterinarie, spese di trasformazionee imbottigliamento, collaudi e ana-lisi tecniche, spese di pubblicità,studi di mercato e servizi di ricerca,spese associative, assicurative, ban-carie e finanziarie, spese per consu-lenze legali e contabili. A questevoci vanno aggiunti i reimpieghi,che comprendono sia i prodottiriutilizzati in azienda, che le vendi-te tra le aziende agricole. Contributi alla produzione Premi ed integrazioni erogati daglienti pubblici a sostegno del settoreagricolo. Costi fissi Oneri sostenuti per l'impiego di fat-tori che esauriscono la loro duratain più anni: ammortamenti, interes-si, affitto terreni, compensi perlavoratori dipendenti fissi o comun-que tutti quei costi che, nel breveperiodo, non cambiano in funzionedella produzione.

Costi variabili Costi sostenuti per l'impiego dei fat-tori a logorio totale, cioè: energia,noleggi, compensi per lavoro avven-tizio o comunque tutti quei costi chesi modificano in funzione della pro-duzione. Erogazioni Con questo termine si indica l'am-montare dei flussi creditizi determi-nati, in un certo periodo, dalla con-cessione di nuovi crediti. OTE - Orientamento TecnicoEconomico La classificazione delle aziendeagricole per OTE si basa sulladeterminazione del peso economicodelle varie attività produttive pre-senti in azienda e sulla loro combi-nazione. A tal fine, utilizzando iRLS della zona in cui ricade l'azien-da, si moltiplicano gli ettari coltiva-ti o il numero dei capi allevati per ilcorrispondente RLS. La combina-

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zione ottenuta si confronta con unoschema tipologico che serve ad indi-viduare gli OTE secondo criteri sta-biliti a livello comunitario e validiper tutte le statistiche ufficiali.Un'azienda viene detta specializzataquando il RLS di una o più attivitàproduttive affini supera i 2/3 delRLS totale dell'azienda. Dal 2001la tipologia adottata è quella delReg. 1555/2001.PIL - Prodotto Interno Lordo Rappresenta il risultato finale del-l'attività svolta dalle unità produtti-ve che operano nel territorio econo-mico del Paese. Il PIL è costituitodal valore complessivo dei beni eservizi prodotti all'interno di uncerto territorio, durante un determi-nato periodo di tempo (di solito unanno solare). Non comprende ilvalore dei beni e servizi intermedi. Produzione al prezzo di base Con il SEC95, nei conti economici

del settore agricolo, per descrivere ilprocesso di produzione, i redditi chene derivano e le relazioni di ordinetecnico-economico tra le unità pro-duttive si fa ricorso all'Unità diAttività Economica Locale (UAEL).Si supera, in tal modo, il concetto di“azienda agricola nazionale” prece-dentemente impiegato, per conside-rare l'insieme di tutte le UAEL agri-cole, classificate in funzione dellaloro attività principale. Esse costi-tuiscono la “branca di attività eco-nomica dell'agricoltura” nel cuiambito confluiscono, oltre ai risul-tati dell'attività agricola vera e pro-pria, anche quelli delle attivitàsecondarie connesse, quali ad esem-pio la trasformazione di prodottiagricoli da parte dell'azienda e/otaluni servizi ed altre funzioni pro-duttive (silvicoltura, ecc.). Connes-so al concetto di UAEL è quello di“produzione”, che nella metodolo-

gia del SEC95 include non solo iprodotti da immettere sul mercatoad un prezzo economicamentesignificativo (produzione destinabi-le alla vendita), ma anche i prodot-ti che vengono riutilizzati dai rispet-tivi produttori per consumi finali oinvestimenti (produzione per pro-prio uso finale). Il nuovo schemasupera, pertanto, il vecchio concettodi “produzione lorda vendibile”,comprendendo, oltre alla produzio-ne, venduta sul mercato o conserva-ta in forma di scorte, oppure auto-consumata, anche i reimpieghi, cioèquella parte di produzione utilizza-ta per i consumi intermedi, ad ope-ra della stessa unità produttiva, nelcorso del medesimo esercizio.Un'altra fondamentale innovazioneriguarda il sistema dei prezzi e lavalorizzazione della produzione.Secondo il nuovo SEC, tutte le pro-duzioni destinate alla vendita o ad

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altre utilizzazioni, debbono esserevalutate al prezzo di base, cheinclude i contributi alla produzionee, pertanto, misura l'ammontareeffettivo ricevuto dal produttore;sono, però, esclusi dal calcolo i con-tributi connessi a finalità di soste-gno più generale (es. misure diaccompagnamento, set-aside, aiutinazionali e regionali). RLS - Reddito Lordo StandardSi tratta di un parametro determi-nato per ciascuna attività produtti-va aziendale mediante differenzatra la produzione vendibile e l'im-porto di alcuni costi specifici(sementi, concimi, antiparassitari,mangimi, foraggi, ecc.) esclusi quel-li per l'impiego della manodopera edelle macchine. I redditi lordi cosìdeterminati vengono definiti “stan-dard” in quanto la produzione ven-dibile ed i costi sono calcolati suuna media triennale e con riferi-

mento alla zona altimetrica di ogniregione. I RLS sono espressi in ecued aggiornati dall'INEA in occasio-ne delle indagini strutturali e deicensimenti condotti dall'ISTAT.L'ammontare dei RLS corrispon-denti alle attività produttive azien-dali equivale alla dimensione eco-nomica dell'azienda ed è espresso inUDE. Reddito netto Rappresenta la remunerazione ditutti i fattori di proprietà dell'im-prenditore agricolo: terra, lavoro ecapitale. SN - Saldo Normalizzato È dato dal rapporto percentuale trail saldo semplice (esportazioni-importazioni) ed il volume di com-mercio (esportazioni + importazio-ni); varia tra -100 (assenza diesportazioni) e + 100 (assenza diimportazioni) e consente di con-frontare la performance commer-

ciale di aggregati di prodotti diversie di diverso valore assoluto. SAU - Superficie AgricolaUtilizzata Costituita dall'insieme dei seminati-vi, prati permanenti e pascoli, colti-vazioni legnose agrarie, orti familia-ri e castagneti da frutto. UDE - Unità di DimensioneEuropea È un multiplo dell'ecu di riferimen-to con cui viene misurato il RLSattribuito all'azienda. Dal 2001, perla RICA, viene adottato il RLS '96per il quale 1 UDE= circa 1.200euro; per gli anni precedenti il RLS'96 era pari a 912 euro. ULA Secondo la definizione comunitaria,per le indagini strutturali l'ULAequivale al contributo di almeno2200 ore/anno per un lavoratorefamiliare e di 1800 ore/anno per unsalariato.

ULA Secondo la definizione comunitaria,per le indagini strutturali l'ULAequivale al contributo di almeno2200 ore/anno per un lavoratorefamiliare e di 1800 ore/anno per unsalariato. Unità standard di lavoro È una definizione della contabilitànazionale utilizzata nella misurazio-ne del volume di lavoro impiegatocomplessivamente nell'attività pro-duttiva svolta all'interno del Paese,ricondotto a quantità omogenee intermini di tempo di lavoro. Il lavoroespresso in unità standard (o “occu-

pati equivalenti”) comprende inparticolare i lavoratori irregolari, glioccupati non dichiarati, gli stranierinon residenti e i lavoratori con unsecondo impiego. VA - Valore Aggiunto È l'aggregato risultante dalla diffe-renza tra il valore dei beni e serviziconseguiti dalle singole branche pro-duttive e il valore dei beni e serviziintermedi consumati nel periodoconsiderato. Corrisponde alla som-ma delle retribuzioni e degli ammor-tamenti di ciascun settore. Con ilSEC95 le stime del VA e della pro-duzione non sono più presentate

secondo la valutazione al costo deifattori, essendo stato introdotto ilconcetto di prezzo base. Esso com-prende l'ammontare dei contributicommisurati al valore dei beni pro-dotti (non incluedendo, ad esempio,gli aiuti compensativi non diretta-mente legati alle quantità prodotte)ed esclude le imposte specifiche suglistessi. Pertanto, a differenza diquanto avveniva con la valutazioneal costo dei fattori, sono incluse nelprezzo base le altre imposte sullaproduzione ed esclusi gli altri contri-buti alla produzione. La produzioneal netto dei consumi intermedi costi-tuisce il VA al prezzo base.

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RICA ItaliaProduzione Lorda Vendibile (PLV):valore dei prodotti aziendali vendu-ti, di quelli destinati all’autoconsu-mo, alla remunerazione dei salaria-ti, alle immobilizzazioni; tiene contodelle variazioni delle giacenze diprodotti in magazzino. Per gli alle-vamenti, l’utile lordo, oltre che dellevendite e degli acquisti, tiene contodegli incrementi di valore registratinell’esercizio per i capi destinatiall’ingrasso e per quelli di alleva-mento che passano di categoria. Laproduzione vendibile comprendeanche le sopravvenienze attive(derivanti da crediti, portafoglio,debiti) e altre entrate aziendali trale quali quelle derivanti da attivitàagrituristiche collegate all’azienda,dagli affitti attivi e dal noleggio dimacchine aziendali (se occasionale),nonché i contributi pubblici perce-piti dall’azienda per calamità, per

sostegno agli oneri, per terreni presiin affitto, per contributi IVA attivi.Costi Variabili: includono tutti glioneri sostenuti, compresi i reimpie-ghi di prodotti aziendali, per i mez-zi tecnici a logorio totale, quelli cioèche esauriscono il loro effetto nelcorso dell’annata agraria (sementi,concimi, mangimi, energia, ecc.), eper l’impiego di manodoperaavventizia. Costi Fissi: comprendono gli onerisostenuti per l’impiego di fattoriproduttivi (ammortamenti, salari,oneri sociali, quote di accantona-mento per il TFR, affitti passivi diterreni, interessi di capitali presi aprestito, imposte e tasse, altre spesegenerali e fondiarie, contributi IVApassivi) che vengono impiegati perpiù anni nel processo produttivo,nonché le sopravvenienze passive(derivanti da crediti, portafoglio,debiti)

Reddito Netto: si ottiene sottraendoalla PLV i costi variabili e i costi fis-si. Rappresenta la remunerazionedei fattori produttivi di proprietàdell’imprenditore agricolo.

RICA EuropaProduzione Lorda: valore delle pro-duzioni delle colture e degli alleva-menti e di altri prodotti aziendali;comprende: vendite, reimpieghi,autoconsumi, variazioni delle scortevive e del magazzino prodotti azien-dali. A tale valore è stato sommatol'ammontare dei contributi alla pro-duzione (coltivazioni ed allevamen-ti); la variabile così ottenuta misuraquindi l'ammontare effettivo rice-vuto dall'agricoltore per i propriprodotti in accordo con il criteriodel “prezzo di base” indicato nellametodologia del Sistema dei contieconomici (SEC95).

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Glossario RICA

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Consumi intermedi: derivano dallasomma dei costi specifici (inclusi ireimpieghi) e dei costi generali diproduzione (costi non attribuibilispecificatamente ad una singolaproduzione: manutenzione ordina-ria di edifici e macchine, energia,contoterzismo acqua, assicurazionisulle produzioni, utenze, ecc.)sostenuti nell'anno contabile di rife-rimento.Valore aggiunto: calcolato come(produzione lorda - consumi inter-medi + saldo fra sussidi e tasse cor-renti). Quest'ultimo valore si riferi-

sce ai sussidi e alla tasse derivantidall'attività produttiva correntesvolta nell'anno contabile di riferi-mento ed è uguale a: (sussidi azien-dali + saldo IVA sulle operazionicorrenti - tasse).Ammortamenti: calcolati secondo ilcriterio del valore di sostituzioneper piantagioni (inclusi gli impiantiforestali), fabbricati, impianti fissi,miglioramenti fondiari, macchine eattrezzi. Prodotto netto aziendale: calcolatocome (Valore aggiunto - Ammorta-

menti). Rappresenta la remunera-zione dei fattori fissi di produzione,indipendentemente dalla loro natu-ra (familiare o extrafamiliare). Reddito netto familiare: calcolatocome (Prodotto netto aziendale –(salari, affitti e interessi) – (sussidiagli investimenti al netto dell’IVApagata, premi per la cessazione del-la zootecnia da latte). Rappresentala remunerazione dei fattori fissi diproduzione apportati dall’impren-ditore e dalla sua famiglia (terra,lavoro famigliare e capitale) e delrischio imprenditoriale.

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Ministero delle Politiche Agricole,Alimentari e Forestali Via XX Settembre, 20 - Roma06/46651www.politicheagricole.it

ASSESSORATI REGIONALIPER L'AGRICOLTURAAbruzzoII Dipartimento Via Catullo, 17 - Pescara085/7672977www.regione.abruzzo.itBasilicataVia Anzio, 44 - Potenza0971/448710www.regione.basilicata.itCalabriaVia S. Nicola, 5 - Catanzaro0961/744359www.regione.calabria.itCampaniaCentro direzionale isola A/6 - Napoli081/7533510www.regione.campania.it

Emilia-RomagnaViale Silvani, 6 - Bologna051/284516www.regione.emilia-romagna.itFriuli-Venezia GiuliaVia Caccia, 17 - Udine0432/555111www.regione.fvg.itLazioVia Rosa Raimondi Garibaldi, 7 -Roma06/5168130www.regione.lazio.itLiguriaVia D'Annunzio, 113 - Genova010/5485722www.regione.liguria.itLombardiaPiazza IV Novembre, 5 - Milano02/67652505www.regione.lombardia.itMarcheVia Tiziano, 44 - Ancona071/8063661www.agri.marche.it

MoliseVia Nazario Sauro, 1 - Campobasso0874/4291www.siar.molise.it

PiemonteCorso Stati Uniti, 21 - Torino011/4321680www.regione.piemonte.itPugliaLungomare N. Sauro, 45 - Bari080/5405202www.regione.puglia.itSardegnaVia Pessagno, 4 - Cagliari070/302977www.regione.sardegna.itSiciliaViale Regione Siciliana, 2675 ang.Via Leonardo da Vinci - Palermo091/6966066www.regione.sicilia.itToscanaVia di Novoli, 26 - Firenze055/4383777www.regione.toscana.it

Indirizzi e Siti Utili

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Provincia Autonoma di TrentoLocalità Melta, 112 - Trento0461/495111www.provincia.trento.itProvincia Autonoma di BolzanoVia Brennero, 6 - Bolzano0471/992111www.provinz.bz.itUmbria Centro direzionale Fontivegge - Peru-gia075/5045130www.regione.umbria.itValle d'AostaQuart - loc. Amerique, 127/a - Aosta0165/275411www.regione.vda.itVenetoPalazzo Balbi - Dorsoduro 3901 -Mestre041/2792832www.regione.veneto.it

ENTI ED ISTITUTI DI RICERCADI INTERESSE NAZIONALEAGEAAgenzia per le Erogazioni in Agricolturawww.agea.gov.itAPATAgenzia per laProtezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecniciwww.apat.gov.itAPREAgenzia per la Promozione dellaRicerca Europeawww.apre.itCNR Consiglio Nazionale delle Ricerchewww.cnr.itCRAConsiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricolturawww.entecra.itENEAEnte per le Nuove Tecnologie,l'Energia e l'Ambiente

www.enea.itENSEEnte Nazionale Sementi Elettewww.ense.itENTERISIEnte nazionale risiwww.enterisi.itFederalimentarewww.federalimentare.itINEA Istituto Nazionale diEconomia Agrariawww.inea.itINFS Istituto Nazionaleper la Fauna SelvaticaOzzano dell'Emilia - Bologna - Via CàFornacetta, 9

Istituto Nazionale di Ricerca pergli Alimenti e la Nutrizionewww.inran.it

IREPA Istituto Ricerche Economiche

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per la Pesca e l'Acquacolturawww.irepa.orgISMEA Istituto di Servizi per Mercato Agricolo Alimentarewww.ismea.itISTAT Istituto Nazionale di Statisticawww.istat.itISAEIstituto di Studi e Analisi economicawww.isae.itIstituto Superiore di Sanitàwww.iss.itNOMISMA www.nomisma.itIstituto Agronomico per l'Oltremarewww.iao.florence.it

ICRAMIstituto Centrale per la RicercaScientifica e Tecnologica Applicata al Marewww.icram.org

ISTITUZIONI NAZIONALI, EUROPEE ED INTERNAZIONALIMinistero dell'Ambiente e dellaTutela del Territorio e del Marewww.minambiente.itSenato della Repubblicawww.senato.itCamera dei Deputatiwww.camera.itCorpo Forestale dello Statowww.corpoforestale.itEurostatwww.epp.eurostat.ec.europa.euUnione Europea

www.europa.eu/index_it.htmCommissione Europeawww.ec.europa.eu/index_it.htmCommissione Agricoltura eSviluppo Ruralewww.ec.europa.eu/agriculture/index_it.htmFAOwww.fao.orgINRA www.inra.frIFADwww.ifad.orgWTOwww.wto.org

Comitato di redazioneAlessandro Antimiani (coordinamento), Antonella De Cicco, Sabrina Giuca,

Francesca Marras, Roberta Sardone e Laura Viganò

Gruppo di lavoroLaura Aguglia, Alessandro Antimiani, Lucia Briamonte, Antonella De Cicco, Mauro Santangelo, Roberto Giordani,

Sabrina Giuca, Claudio Liberati, Stefania Luzzi Conti, Maria Carmela Macrì, Franco Mari, Francesca Marras, Roberto Murano, Cristina Nencioni, Pasquale Nino, Gianluca Santi, Roberta Sardone, Antonella Trisorio e Laura Viganò

Coordinamento editorialeFederica Giralico e Sofia Mannozzi

ElaborazioniFabio Iacobini e Marco Amato

Progettazione e realizzazione graficaSofia Mannozzi

SegreteriaGiulia Foglia e Marta Moretti

Edizione InternetRoberta Merlini e Massimo Perinotto

Foto in copertinaDavid Mastrecchia

StampaStilgrafica s.r.l.

Via Ignazio Pettinengo, 31/33 - 00159 Roma

Finito di stampare nel mese di Settembre 2006

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20

10

25

24

27

26

8

4

5

7

1 Belgio (€)2 Francia (€)3 Germania (€)4 Italia (€)5 Lussemburgo (€)6 Paesi Bassi (€)7 Danimarca 8 Irlanda (€)9 Regno Unito10 Grecia (€)11 Portogallo (€)12 Spagna (€)13 Austria (€)14 Finlandia (€)15 Svezia16 Polonia17 Ungheria18 Lituania19 Lettonia20 Estonia21 Slovenia22 Rep. Ceca23 Rep. Slovacca24 Cipro25 Malta

26 Bulgaria27 Romania

PAESI UE

CANDIDATI

NORD-EST

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CENTRO

SUD e ISOLE

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