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L’AGRICOLTURA NELLA SARDEGNA IN CIFRE 2011 INEA 2013

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l’agricoltura nella sardegna in cifre 2011

INEA 2013

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Il rapporto è a cura di Federica Floris

Referenti tematiciValentina Carta, Federica Floris, Fabio Muscas, Francesco Piras, Marco Satta, Gianluca Serra, Michele Fiori (ARPAS - Dipartimento IMC)

Elaborazioni datiValentina Carta, Federica Floris, Fabio Muscas, Francesco Piras, Marco Satta, Gianluca Serra, Michele Fiori (ARPAS - Dipartimento IMC)

Coordinamento editorialeBenedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazioneUfficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi)

Edizione InternetMassimo Perinotto

Segreteria di RedazioneRoberta Capretti

Il rapporto è stato completato nel Dicembre 2012è possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/

è consentita la riproduzione citando la fonte.

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Quello agricolo è un settore delicato, anche se allenato e abituato a superare difficoltà e sfide ogni giorno più dure. Un mondo sempre più chiamato a fare delle scelte, a programmare il proprio futuro. A volte poco propenso a rivoluzionare i propri metodi di produzione, a volte apertissimo all’innovazione. Come spesso accade la virtù sta nel mezzo. Bisogna sa-per miscelare nelle giuste proporzioni la tutela delle eccellenze che identificano e contraddistinguono la cultura del sapere e dei sapori tradizionali, con i cambia-menti imposti dal progresso e dai suoi ritmi. Questo, quindi, non può esentare nessuno dalla conoscenza della materia e per adattare al meglio la propria capacità produttiva alle esigenze dei consumatori e del mercato, pur mantenendo, come det-to, la propria identità. Ecco che un opu-scolo come questo, “L’agricoltura nella Sardegna in cifre 2011”, diventa un va-demecum importante per l’imprenditore agricolo che potrà analizzare ogni aspet-

to del comparto allo scopo di adeguare la sua impresa alla potenzialità della stessa e alle esigenze del momento. Ma non solo, l’operatore agricolo troverà una risposta alle sue domande. Anche gli analisti del mercato, cosi come tecnici, consulenti e giornalisti specializzati, troveranno in queste pagine spunti e chiarimenti, sia per l’elaborazione di nuovi progetti che per resoconti completi e affidabili. “L’a-gricoltura nella Sardegna in cifre 2011” è vincente anche nel formato, che consen-te di averne una copia sempre con sé da consultare all’occorrenza, tascabile, sen-za fronzoli, essenziale e completo, come si addice ad una pubblicazione fatta per essere utilizzata frequentemente. L’opu-scolo offre degli strumenti interpretativi della realtà agricola sarda e delle sue tra-sformazioni riunendo le molteplici fonti informative presenti sul tema quali la banca dati Rica dell’INEA, l’ISTAT, il Mi-nistero dello Sviluppo Economico, Agea, Sinab e la Regione Autonoma della Sar-

degna. Nella presente edizione un valore aggiunto è rappresentato dall’utilizzo dei dati del 6° Censimento dell’Agricoltura che hanno consentito di delineare il qua-dro evolutivo della struttura agricola nel decennio appena trascorso. Le trasfor-mazioni emerse sono profonde e hanno riguardato la dimensione media azien-dale, il peso del comparto ovi-caprino sul totale nazionale, il livello di occupazione e il ruolo della componente femminile tra i capoazienda. Sette capitoli, ciascuno dei quali esplora un aspetto differente dell’a-gricoltura regionale. Dalla situazione de-mografica, territoriale e climatica alla si-tuazione economica regionale attraverso i principali indicatori. L’analisi del mer-cato fondiario e delle principali variabili finanziarie con il resoconto dei risultati produttivi secondo i dati RICA per l’anno contabile 2010. Sotto la lente d’ingrandi-mento anche la filiera agro-alimentare, sia dal punto di vista della mortalità azienda-le che dal punto di vista della capillarità

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della distribuzione, dell’andamento dei consumi e degli scambi commerciali con l’estero. Non mancano, come di consueto i dati censuari e le trasformazioni strut-turali intercorse nell’ultimo decennio e un focus sull’importanza della multifun-zionalità agricola. C’è spazio anche per i dati sull’utilizzo di energia da fonti rin-novabili e un aggiornamento sui prodotti

a denominazione, in particolare i vini e i prodotti tradizionali dell’agroalimenta-re regionale. Vengono, inoltre, analizzati lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Sardegna e il patrimonio naturale della Rete Ecologica Regionale, con i suoi SIC e ZPS. Altri approfondimenti riguardano l’uso dei prodotti chimici, la gestione del-le risorse idriche, la diversificazione ver-

so l’attività agrituristica e il contributo all’inquinamento dato dall’agricoltura at-traverso le emissioni di agenti inquinanti. Chiude l’opuscolo il capitolo dedicato alle modifiche intercorse nella legislazione re-gionale in tema di agricoltura e alla spe-sa regionale, con particolare attenzione all’andamento finanziario della PAC, I e II Pilastro.

Oscar cherchiAssessore dell’Agricoltura e riforma agropastorale della Regione Sardegna

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indice

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TERRITORIO E POPOLAZIONE

Superficie e Popolazione pag. 10Clima pag. 15

ECONOMIA E AGRICOLTURA

Prodotto interno lordo pag. 20Valore aggiunto pag. 22Occupazione pag. 24

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Mercato fondiario pag. 28 Credito all’agricoltura pag. 32Investimenti pag. 33 Consumi intermedi pag. 35 Risultati produttivi pag. 37Risultati produttivi secondo la RICA pag. 41

FILIERA AGROINDUSTRIALE

Industria alimentare pag. 46Distribuzione pag. 47 Consumi alimentari pag. 52Commercio estero pag. 54

STRUTTURA DELLE AZIENDE AGRICOLE

Aziende agricole pag. 60 Coltivazioni pag. 62 Allevamenti pag. 63 Lavoro in agricoltura pag. 65Impiego degli immigrati in agricoltura pag. 68

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MULTIFUNZIONALITà AGRICOLA

Energie rinnovabili pag. 72 Prodotti a denominazione pag. 76denominazione d’origine protetta pag. 76 i vini di qualità e i vini a indicazione geografica tipica pag. 78 Prodotti tradizionali e valorizzazione delle tipicità locali pag. 79

Agricoltura biologica pag. 81 Ambiente e Territorio pag. 83 rete ecologica nazionale pag. 83

Utilizzo dei prodotti Chimici pag. 88Gestione delle risorse idriche pag. 90Agriturismo pag. 92Agricoltura ed emissione dei gas serra pag. 95

POLITICA AGRICOLA

Legislazione regionale in materia agricola pag. 98Spesa Regionale pag. 103 La PAC in Sardegna I Pilastro pag. 105La PAC in Sardegna II Pilastro pag. 107

GLOSSARIO

Glossario pag. 112

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territorio e PoPolaZione

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La Sardegna è per estensione la seconda isola del Mediterraneo con una superficie di circa 24.089 Km2 ed uno sviluppo co-stiero di circa 1.800 Km. Si sviluppa ver-ticalmente con una lunghezza massima di 270 km tra i punti più estremi (a nord “Capo Falcone” ed a sud “Capo Teulada”). Le coste, generalmente alte e rocciose, si presentano spesso articolate in ampie insenature delimitate da isolette. La mor-fologia del territorio è caratterizzata per più dell’80% da monti e colline tra i qua-li si distinguono i tipici altopiani rocciosi di natura arenaria, dolomitica e calcarea (tonneri o tacchi) e di natura scistica, ba-saltica, granitica e trachitica (giare o gol-lei), tutti compresi tra i 300 ed i 1.000 mt di altezza. Le montagne rappresentano il 14% del territorio e culminano con la ca-tena del Gennargentu al centro (1.834 mt) e con il monte Limbara nel nord dell’Isola (1.362 mt).Nel 2010 la popolazione residente è aumen-tata di 3.007 individui, con un incremento Fonte: Elaborazione dati ISTAT

suPerficie e PoPolaZione

Fonte: Elaborazione dati ISTAT

Densità abitativa Distribuzione dei centenari

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dello 0,2% rispetto all’anno precedente, superando la soglia del milione e 675 mila abitanti.Questo trend si è manifestato soprattut-to nelle province di Olbia-Tempio con un +1,1% e Cagliari con un +0,4% rispetto al precedente anno. Vista la sua estensione la Sardegna ha una bassa densità di abitanti (69 ab/Km2), fat-to che colloca la regione al terzultimo posto per densità, seguita solo dalla Valle d’Aosta

e dalla Basilicata. La distribuzione segue l’andamento morfologico del territorio. In-fatti, il numero di abitanti aumenta nelle zone pianeggianti (pianura del Campidano e Nurra), oltre che nei capoluoghi di pro-vincia. A farla da padrone sono i comuni del sud, con Monserrato che conta 3.205 abitanti per Km2 e Cagliari con 1.863 abi-tanti per Km2.Nell’analisi della popolazione è interessan-te esaminare la longevità della popolazione

sarda. Nell’Isola, infatti, si registra un nu-mero di centenari mediamente più elevato rispetto alle altre regioni (22 su 100 mila abitanti) e non a caso la Sardegna è appun-to detta “l’Isola dei centenari”. Nel 2010 sono 374 le persone arrivate alla soglia dei 100 anni, distribuite soprattutto nei terri-tori centrali della regione, caratterizzati da una spiccata vocazione agricola, tra i quali si distingue il comune di Cheremule (SS) con oltre quattro centenari su mille

Riepilogo della situazione in termini di “salute demografica” dei comuni sardi - Revisione anno 2009

sD Numero comuni

Popolazione(ab.)

superficie(Kmq)

amp. Media (ab./n.comuni) Popolazione % superficie %

Buona 73 748.639 5.619 10.255 44,8 23,3

Discreta 76 394.147 5.632 5.186 23,6 23,4

Precaria 62 320.879 4.272 5.175 19,2 17,7

Grave 81 127.491 4.856 1.574 7,6 20,2

Gravissima 85 79.845 3.711 939 4,8 15,4

Totale 377 1.671.001 24.089 4.432 100 100

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Consistenza del territorio agricolo (000 ha), 2010

Sardegna

Mezzogiorno

Italia

108,40

327,02

462,61

Fonte: elaborazioni dati CRA-Cma

abitanti. Il progressivo invecchiamento della popolazione influisce inevitabilmente sul fenomeno dello spopolamento, che si configura come un processo continuativo e prolungato nel tempo, assumendo dimen-sioni considerevoli dagli anni ’50 ad oggi. Nell’ultimo sessantennio, infatti, il 16% dei comuni sardi ha subito una costante diminuzione della popolazione residente e nell’89% degli stessi si è verificato alme-no un episodio di spopolamento1, colpendo soprattutto le zone rurali, con eventi di

migrazione a vantaggio delle aree costiere. Il calcolo dell’indice di Stato di Malessere Demografico2 ha consentito di delineare il quadro regionale al 2009 riconducendo il fenomeno non solo agli episodi di spopola-mento, ma anche alle altre dinamiche de-mografiche presenti in un territorio, quali la composizione della popolazione per fasce di età, il bilancio demografico rispetto ai nati e i morti e la variazione della popo-lazione nell’arco dei 50 anni dal 1951 al 2001.

Stato di malessere demografico 2009

1 Con “episodio di spopolamento” si intende il decremento della popolazione residente registrato in un intervallo intercensuario. 2 Cfr. BOTTAZZI G., PUGGIONI G., ZEDDA M., Dinamiche e tendenze dello spopolamento in Sardegna, Centro Regionale di Programmazione (CRP), Agosto 2006.

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I centri abitati con una condizione di sa-lute grave o gravissima sono 166 (44%), mentre quelli la cui condizione è buona o discreta sono 149. Rispetto ai dati del 2001, aumentano di pochissimo (due uni-tà) i comuni in condizione di salute grave o gravissima, mentre crescono (da 145 a 149) i comuni in condizione buona o discre-ta. Questo dato, insieme all’incremento del-la popolazione complessiva, che passa da 1.629.771 a 1.671.001 (+2,5%), definisce un quadro di sostanziale stabilità. La Su-perficie Agricola Utilizzabile (SAU), pari a 1.549.643 ettari, rappresenta il 64% del territorio regionale, in aumento rispetto al dato nazionale (44%) e del Mezzogior-no (55%). Le colture più rappresentative sono le foraggere permanenti (79,5%), gli erbai e i prati avvicendati (8,4%) ed i ce-reali (4%) leggermente superiori rispetto al precedente anno. Tra le colture arboree l’olivo occupa il 2,6%.

Utilizzazione del territorio agricolo 2010 (%)

sardegna Mezzogiorno italia

superficie totale 2.408.189 12.302.498 30.133.600

coltivazioni agricole 1.549.643 6.708.516 13.390.795

di cui in %

cereali 4,01 18,39 24,30

barbabietola da zucchero e tabacco 0,00 0,29 0,46

semi oleosi 0,00 0,25 2,10

patate 0,18 0,57 0,47

legumi secchi 0,31 0,65 0,60

ortaggi in piena aria 1,79 4,33 3,16

frutta ed agrumi 1,14 6,05 4,56

olivo 2,56 13,33 8,57

vite 1,99 6,07 5,81

erbai e prati avvicendati 8,43 11,78 15,76

foraggere permanenti 79,52 38,06 34,44

altro 0,06 0,24 0,23

coltivazioni agricole/ superficie totale 64,35 54,53 44,44

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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4,01%

79,52 %

8,43%

0,06%

1,99%2,56%

1,14%0,31%

1,79%0,18%

cereali

patate

legumi secchi

ortaggi in piena aria

frutta ed agrumi

olivo

vite

erbai e prati avvicendati

foraggere permanenti

altro

Utilizzazione del territorio agricolo in Sardegna nel 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Analisi delle condizioni meteorologiche in Sardegna nel 2010Il clima della Sardegna è classificato come Temperato con estati asciutte e calde (Köp-pen-Geiger), ed è caratterizzato da inverni miti e relativamente piovosi ed estati sec-che con temperature elevate.Nel 2010 le precipitazioni registrate in Sar-degna dalla rete ARPAS hanno raggiunto valori totali compresi tra circa 570 e 1200 mm, superiori alla media climatica trenten-nale sulla generalità del territorio isolano. Nelle aree della Nurra e del Montiferru, in particolare, si sono superati i corrisponden-ti valori climatici in maniera più marcata. Nel mese di gennaio le piogge sono state par-ticolarmente abbondanti, soprattutto nel Sud dell’Isola e sul versante orientale. Nel mese di febbraio i totali mensili sono stati inferiori alla media su quasi tutta la regio-ne, con percentuali comprese tra il 60% e l’80% rispetto ai valori climatici. Le piogge di marzo sono state in linea con la media o localmente superiori nel Nord-Ovest mentre

sul resto del territorio isolano sono state inferiori, anche in maniera consistente. Nel mese di aprile le precipitazioni si sono con-centrate nell’Oristanese, nel Nuorese e nel Cagliaritano. Sul resto dell’Isola, invece, i cumulati sono stati generalmente inferiori alla media. La stagione piovosa è prosegui-ta anche nel bimestre successivo con piog-ge relativamente abbondanti, che hanno raggiunto valori compresi tra 50 e 100 mm in maggio e tra 30 e 70 mm in giugno, supe-riori alle medie climatiche su tutta l’Isola. I mesi di luglio, agosto e settembre sono stati generalmente asciutti con temporali scarsi e molto localizzati; fa eccezione la Baronia, dove durante il mese di settembre si sono raggiunti cumulati superiori a 70 mm.Il trimestre ottobre-dicembre è stato molto più piovoso della media. Le precipitazioni di ottobre hanno interessato la Sardegna in maniera eterogenea: sul versante orientale del Gennargentu si sono superati i 300 mm, corrispondenti a oltre 3 volte la media cli-matica, mentre su gran parte del settore oc-

cidentale si sono registrati valori compresi tra 50 e 100 mm, corrispondenti rispettiva-mente a 0,8 e 1,2 volte la media climatologi-ca. Le precipitazioni di novembre sono state molto abbondanti su tutta l’Isola (200 mm della Sardegna Occidentale e quasi 300 mm delle zone di montagna), con la sola ecce-zione della costa orientale. Durante il mese di dicembre temporali disomogenei hanno interessato prevalentemente la parte occi-dentale dove i totali mensili hanno superato le corrispondenti medie climatiche.Le temperature della Sardegna sono in-fluenzate oltre che dalla quota, che rende più fresche le zone più elevate, anche dalla distanza dal mare e dalla posizione rispetto ai fondovalle. La distanza dal mare rende più miti le temperature in prossimità delle coste, mentre la vicinanza al fondovalle ac-centua il raffreddamento notturno in con-dizioni di cielo sereno, favorendo le gelate invernali e le gelate tardive primaverili. Nel 2010 le temperature medie mensili re-gistrate dalle stazioni dell’ARPAS (poste a

cliMa

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quote comprese tra 0 e 1200 m s.l.m.) sono variate, secondo le località, da minimi di circa 3-10 °C nel mese di gennaio a mas-simi di 20-27 °C nel mese di luglio. Le me-die mensili delle temperature minime sono comprese, nelle diverse località monitorate, tra 0 e 7 °C nei mesi di gennaio e dicem-

bre mentre le medie delle massime hanno raggiunto, nei mesi di luglio e agosto, valori compresi tra 27 e 36 °CRispetto ai valori medi climatici, le maggio-ri anomalie per le temperature minime si sono registrate in particolare nel mese di febbraio, con valori superiori alla media, e

Media mensile delle temperature massime (°C) per 4 stazioni rappresentative 2010

stazione meteorologica Gen Feb Mar apr Mag Giu Lug ago set Ott Nov Dic

Olmedo (Prov. SS) 12,4 13,9 15,7 20,2 22,8 26,3 30,8 29,5 26,3 22,2 17,0 14,0Milis (Prov. OR) 12,8 14,0 16,9 20,1 21,8 27,7 33,2 32,3 27,6 24,5 17,2 14,5Oliena (Prov. NU) 12,0 14,4 16,2 19,6 22,8 28,7 34,1 32,3 28,1 22,5 17,1 13,8Decimomannu (Prov. CA) 13,3 15,1 17,3 21,0 22,9 27,2 32,1 32,3 27,9 22,7 17,7 14,5

Fonte: Arpas

Media mensile delle temperature minime (°C) per 4 stazioni rappresentative 2010

stazione meteorologica Gen Feb Mar apr Mag Giu Lug ago set Ott Nov Dic

Olmedo (Prov. SS) 4,3 4,7 4,6 7,0 10,8 13,4 17,1 15,2 12,8 10,7 8,0 4,7Milis (Prov. OR) 6,4 6,9 7,4 9,2 11,5 15,1 18,9 17,3 15,6 13,8 9,8 6,7Oliena (Prov. NU) 3,4 5,1 5,2 6,6 10,7 13,6 17,3 16,4 13,4 10,3 7,8 2,8Decimomannu (Prov. CA) 4,5 5,0 5,9 8,2 11,1 14,4 18,2 16,4 14,0 10,7 7,9 3,8

Fonte: Arpas

Precipitazioni totali (mm) - Anno 2010

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nei mesi di agosto, settembre e dicembre, con valori inferiori; le temperature massi-me sono state generalmente inferiori ai va-

lori medi, in maniera più marcata nei mesi di maggio e giugno. I valori estremi annuali sono stati -11.5 °C registrato nella stazione

di Gavoi (16 dicembre) per le temperature minime giornaliere e 43.1 °C in quella di Ottana (16 luglio) per le massime.

-3,5

-3,0

-2,5

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

Olmedo

Milis

Oliena

Decimomannu

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

Anom

alia t

ermica

(°C)

Anomalia termica mensile per 4 stazioni rappresentative - Temperature massime 2010

Fonte: Arpas

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18

-2,0

-1,5

-1,0

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

Anom

alia t

ermica

(°C)

Olmedo

Milis

Oliena

Decimomannu

Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.

Anomalia termica mensile per 4 stazioni rappresentative - Temperature minime 2010

Fonte: Arpas

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econoMia e agricoltura

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Nel 2009 il Prodotto Interno Lordo (PIL) della Sardegna a prezzi correnti ammonta-va a 33.450,70 milioni di euro, in diminu-zione dell’1,8% rispetto all’anno preceden-te. Dai dati riportati in tabella si evidenzia, nel periodo 2002-2008, la crescita dei va-lori a prezzi correnti sia rispetto al PIL/abitante che al PIL/unità di lavoro. Nel 2009, invece, si è riscontrato un calo dei due indici rispettivamente del 3,8% e dello 0,4%, che corrispondono ad una ri-duzione in valore di 760 euro per abitante e di 234 euro per unità lavorativa. Infine, si osserva che, nel periodo considerato, il rapporto tra i valori regionali ed i valori nazionali dei due indici si mantiene stabile.

Prodotto interno lordoAndamento del PIL a prezzi correnti, per abitante (euro)

PiL/abitante

anni sardegna italia sardegna/italia

2002 17.190 22.596 0,76

2003 17.946 23.068 0,78

2004 18.632 23.802 0,78

2005 18.984 24.331 0,78

2006 19.628 25.120 0,78

2007 20.135 25.913 0,78

2008 20.369 26.184 0,78

2009 19.609 25.365 0,77

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento del PIL a prezzi correnti, per unità lavorativa (euro)

PiL/Unità lavoro

anni sardegna italia sardegna/italia

2002 46.555 53.672 0,87

2003 48.419 54.992 0,88

2004 50.558 57.093 0,89

2005 51.476 58.557 0,88

2006 52.842 59.922 0,88

2007 54.084 61.736 0,88

2008 55.181 62.899 0,88

2009 54.947 63.031 0,87

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Sardegna

Italia

0

20

40

60

80

100

120

140

20062002 2003 2004 2007 2008 20092005

Andamento del PIL a prezzi correnti (Numero Indice - 2002 = 100 )

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Nel 2010 il valore aggiunto del settore pri-mario (agricoltura, silvicoltura e pesca) della Regione Sardegna è diminuito di qua-si 6 punti percentuali rispetto al 2009 e ammonta a poco più di 927 milioni di euro, rappresentando il 3,5% del comparto agri-colo nazionale. Un ulteriore elemento di analisi nasce dal confronto tra il VA complessivo del 2010 ri-spetto a quello del 2006, che in cinque anni è diminuito di circa il 9%, a dimostrazione del-la complessa situazione economica sarda a seguito della crisi internazionale. Le difficoltà del comparto emergono con maggiore eviden-za anche osservando il quadro complessivo delle regioni italiane, dal quale la Sardegna ri-sulta la regione con il più elevato decremento di valore aggiunto rispetto al 2009.Osservando nello specifico la costituzione del comparto agricolo, è possibile distin-guere il peso dei singoli comparti produt-tivi nel 2010: l’88% per l’agricoltura, che risulta il comparto trainante, il 9% per la pesca e il 3% per la silvicoltura.

Valore aggiunto

regioni Va 2009 (migl. euro) Va 2010 (migl. euro) Variazione (%) Va 2009/2010

Piemonte 1.546.078 1.539.004 -0,5%Valle d'Aosta 45.440 44.377 -2,3%Lombardia 2.828.900 2.845.773 0,6%Bolzano 716.399 701.823 -2,0%Trento 429.779 434.541 1,1%Trentino Alto Adige 1.146.178 1.136.364 -0,9%Veneto 2.262.076 2.279.485 0,8%Friuli Venezia Giulia 377.875 389.078 3,0%Liguria 545.277 519.574 -4,7%Emilia Romagna 2.665.260 2.707.189 1,6%Toscana 1.808.349 1.783.453 -1,4%Umbria 414.956 411.860 -0,7%Marche 573.440 544.933 -5,0%Lazio 1.546.366 1.577.508 2,0%Abruzzo 581.767 589.265 1,3%Molise 214.193 219.200 2,3%Campania 2.225.892 2.248.619 1,0%Puglia 2.120.264 2.199.483 3,7%Basilicata 448.796 463.815 3,3%Calabria 1.183.046 1.131.167 -4,4%Sicilia 2.794.379 2.814.545 0,7%Sardegna 985.143 927.307 -5,9%ITALIA 26.313.678 26.371.998 0,2%

Valore aggiunto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ai prezzi di base, valori ai prezzi correnti

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Valore aggiunto a prezzi di base per settore, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Agricoltura

Silvicoltura

Pesca

9%

88 %

3%

2006 2007 2008 2009 2010

Agricoltura Silvicoltura Pesca

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento valore aggiunto a prezzi di base per settore, Sardegna (000 euro)

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occuPaZioneIn Sardegna nel 2010 gli occupati nel setto-re agricolo sono pari a 29.519 espressi in unità di lavoro (UL). Rispetto all’anno pre-cedente si riscontra un decremento pari al 14%, in particolare è diminuita l’occupazio-ne femminile (-17%). L’incidenza del lavoro agricolo sul totale regionale è di circa il 5%, mentre il peso percentuale dell’indu-stria e dei servizi è, rispettivamente, del 21% e del 75%. Il numero di occupati in agricoltura della Sardegna rappresenta il 3% del corrispondente valore nazionale e il 7% di quello relativo al Mezzogiorno. Nell’Isola il lavoro femminile in agricoltura incide per il 14%, la percentuale più bas-

sa a livello nazionale. La differenza con le altre regioni italiane si fa particolarmente consistente nel confronto con la Liguria e la Calabria che presentano rispettivamente un tasso di occupazione femminile nel set-tore pari al 47% e al 42%. A livello provin-ciale, la distribuzione del lavoro sul territo-rio regionale vede la Provincia di Oristano con un più intenso numero di occupati nel settore agricolo (circa il 19%), seguono Nuoro e Cagliari (16%), Medio Campidano (14%), Sassari (12%), Olbia-Tempio (11%), Ogliastra (8%) e infine la provincia di Car-bonia-Iglesias (4%). L’incidenza del lavoro dipendente sul totale degli occupati del set-

tore agricolo regionale è del 40% (62% nel Mezzogiorno e 47% in Italia), di cui il 19% costituito dall’impiego femminile.

20,6%

74,5%

4,9%

AgricolturaIndustria

Servizi

Unità di lavoro per settori, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Occupati dipendenti Occupati indipendenti

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine TotaleSardegna 9.523 2.190 11.713 15.637 1.899 17.535Mezzogiorno 174.217 83.146 257.363 114.603 39.944 154.547Italia 280.106 128.897 409.003 332.295 125.466 457.761

Occupati in agricoltura, silvicoltura e pesca dipendenti e indipendenti, per sesso, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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2007 2008 2009 2010

Maschi TotaleFemmine

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

Andamento dell’occupazione nel settore agricoltura, silvicoltura e pesca, in Sardegna (UL)

19%

16%

16%

12%4%

8%

14%

11%

Sassari Nuoro

Cagliari Oristano

Olbia - Tempio

Ogliastra

Medio Campidano

Carbonaia Iglesias

Occupati in agricoltura, silvicoltura e pesca per provincia, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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andaMento congiunturale del settore

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Mercato fondiarioL’analisi sull’andamento del mercato dei fondi agricoli evidenzia, per l’anno 2010, un mercato fondiario regionale poco di-namico che non mostra evoluzioni ap-prezzabili rispetto all’anno precedente.I prezzi medi di compravendita dei ter-reni risultano in leggera diminuzione. Il livello degli scambi è rimasto immutato e il rapporto fra domanda e offerta sembra orientato, nella maggior parte dei casi, verso una prevalenza dell’offerta.Le ragioni all’origine di questa staticità vanno ricercate nella prolungata crisi che interessa il settore agricolo isolano. In particolare il calo del prezzo dei cere-ali e del latte ovino e bovino ha accentua-to la crisi di liquidità già manifestatasi nell’anno precedente, aumentando in tal modo le posizioni debitorie pregresse con conseguente diminuzione degli inve-stimenti fondiari.Rispetto al complessivo andamento del mercato fondiario regionale, le singole realtà territoriali non sembrano offrire, in genere, elementi di particolare distin-

zione ad eccezione di alcune sporadiche zone e tipologie di terreno. In linea generale il livello degli scambi è rimasto sostanzialmente invariato, men-tre è mutato il volume tra la domanda e l’offerta. Nell’ultimo biennio si osserva un orientamento maggiore verso l’offer-ta, legato ad una crisi ormai cronica in cui versa l’agricoltura, la quale frena la propensione all’acquisto di terra e agli investimenti fondiari. In particola-re è stata osservata una diminuzione del volume degli scambi nelle province di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Sassari, mentre il resto del territorio regionale ha mostrato una sostanziale stabilità. L’offerta risulta prevalente nel cagliari-tano e nelle province di Oristano, Medio Campidano e Sassari. Nelle rimanenti province è stato, invece, osservato un sostanziale equilibrio. Di fatto, alcuni fattori congiunturali tendono comunque ad accentuare la tradizionale staticità del mercato fondiario in Sardegna. Per ciò che concerne l’andamento delle

quotazioni di terreni per i vari tipi di coltura, le variazioni più significative si sono concentrate nella provincia di Ca-gliari con un calo dei seminativi irrigui (-1,7%), nella provincia di Carbonia-Igle-sias, dove si riscontra un decremento di valore dei seminativi irrigui (-1,9%) e dei prati permanenti (-2,2%). Nel Medio Campidano le variazioni più importanti hanno riguardato i prezzi degli oliveti con un incremento del +1,2%, i quali, in-vece, hanno subito un calo dell’1,7% nella provincia di Nuoro. Nella circoscrizione dell’Ogliastra la situazione è pressoché immutata rispetto all’anno precedente, mentre a Oristano si registra un signifi-cativo decremento dei seminativi irrigui (-4,5%) e, in misura più contenuta, un calo degli agrumeti (-1,2%). Nella provin-cia di Sassari l’incremento più rilevante è quello degli oliveti (+2,1%), di contro è stata riscontrata una diminuzione del valore dei vigneti DOC (-2,7%). Infine, le quotazioni per i seminativi non irrigui sono scese del -2,6% a Olbia-Tempio.

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2006 2007 2008 2009 2010Min Max Min Max Min Max Min Max Min Max

Azienda agro-zootecnica, in parte irrigua, nella Nurra di Sassari (SS) 11,3 15,7 11,9 17,1 13,0 17,0 13,0 16,7 13,0 16,7Seminativi in minima parte irrigui, a pascolo nella zona del Mejlogu (SS) 7,0 9,0 7,0 9,0 7,0 9,0 7,0 8,8 7,0 8,8Vigneti DOC nella zona del Vermentino di Gallura (OT) 15,0 26,0 18,0 30,0 19,0 32,0 19,0 32,0 19,0 32,0Seminativi pianeggianti, in buona parte irrigui del Logudoro (SS e OT) 9,2 14,0 9,8 14,0 10,5 15,0 10,5 15,0 10,5 15,0Pascoli del Goceano, del Logudoro e del sassarese (SS) 4,0 6,0 4,6 6,0 4,9 6,0 4,7 6,0 4,7 6,0Pascoli in parte seminabili dell’altopiano di Campeda (NU) 5,0 7,0 5,3 7,5 5,0 8,0 5,0 8,0 5,0 8,0Seminativi irrigui delle Baronie (NU) 8,0 11,0 8,3 11,5 8,0 12,0 8,5 12,7 8,5 12,7Incolti produttivi, adibiti a pascolo, delle Barbagie (NU) 1,9 2,9 2,0 3,0 2,0 3,0 2,0 3,0 2,0 3,0Seminativi irrigui del Sarcidano (CA e OR) 8,3 11,5 8,0 12,0 8,0 12,0 8,0 12,0Pascoli del Sarcidano (CA e OR) 3,8 5,4 4,0 5,0 4,0 5,0 4,0 5,0Seminativi irrigui, orticoli del Basso Campidano (CA) 20,0 27,5 22,3 29,0 22,0 29,0 22,8 30,2 22,8 30,2Vigneti DOC nella zona del Parteolla (CA) 25,0 32,0 25,0 32,0 25,0 32,0 25,0 32,0Oliveti nella zona della Trexenta e del Parteolla (CA) 13,5 21,5 15,0 23,0 15,0 23,0 15,0 23,0Seminativi asciutti, cerealicolo-zootecnici, della Marmilla e Medio Campidano (CA e VS) 8,0 10,5 8,0 10,7 8,5 12,0 8,4 11,9 8,4 11,9Seminativi pianeggianti, seminabili, utilizzati a pascolo, dell’iglesiente (CI) 6,5 10,1 6,5 10,1 6,3 10,5 6,1 10,2 6,1 10,2Seminativi irrigui, piccole dimensioni, ad ortaggi nella zona di Oristano - Cabras (OR) 20,0 27,3 20,0 28,3 21,0 28,0 21,6 28,6 21,6 28,6Seminativi irrigui, orticoli-maidicoli, dell’oristanese (OR) 20,0 27,3 20,0 28,3 21,0 28,0 21,6 28,6 21,6 28,6Seminativi irrigui, adibiti a risaia, nella zona di Oristano (OR) 15,4 24,6 17,2 25,3 18,0 25,0 18,5 25,5 18,5 25,5Seminativi asciutti a pascolo e foraggere, collinari della Planargia (OR) 6,3 10,5 6,3 11,0 6,0 11,0 6,0 11,0 6,0 11,0Incolti produttivi, adibiti a pascolo, del Montiferro (OR) 4,0 5,0 4,0 5,0 4,1 5,2 4,1 5,2 4,1 5,2Vigneti DOC nella zona del Cannonau dell’Ogliastra (OG) 10,4 12,5 11,0 13,5 11,0 13,5 11,0 13,5

Quotazione dei terreni per qualità di coltura e zona con indicazione della provincia (000/ha)

Si riportano i valori fondiari, rilevati negli ultimi cinque anni, di terreni e/o intere aziende per i quali è stata registrata una significativa attività di compravendita. È, pertanto, probabile che le tipologie di terreni marginali siano meno rappresentate in quanto normalmente oggetto di negoziazioni molto modeste. Le quotazioni riportate possono riferirsi a fondi rustici comprensivi dei miglioramenti fondiari.

Fonte: INEA

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Per quanto riguarda il mercato degli af-fitti, il 2010 si caratterizza per le poche transazioni effettuate rispetto all’anno

precedente. Vi è un sostanziale equilibrio tra domanda ed offerta in quasi tutto il territorio regionale. Le contrattazioni

hanno interessato principalmente i semi-nativi irrigui e asciutti, i pascoli e i prati permanenti e, in misura minore, terreni

2006 2007 2008 2009 2010

Min Max Min Max Min Max Min Max Min MaxContratti in deroga per seminativi nella pianura sassarese (SS) 220 300 250 320 270 350 280 360 280 360Pascoli del Logudoro (SS) 100 150 110 160 110 160 115 150 115 150Seminativi asciutti nell’altopiano di Campeda (NU) 200 350 210 360 210 360 210 360 210 360Seminativi asciutti e pascoli del Gennargentu (NU) 65 100 70 105 70 105 70 105Seminativi irrigui del Sarcidano (CA e OR) 350 500 360 520 360 520 360 520 360 520Seminativi asciutti del Sarcidano (CA e OR) 250 375 250 375 250 375 250 375Seminativi asciutti della Marmilla (CA) 120 250 120 250 115 260 115 260Seminativi nella zona del Sulcis Iglesiente (CI) 175 275 190 300 185 300 185 300Pascoli nell’iglesiente (CI) 80 120 80 120 80 120 75 115 75 115Seminativi asciutti del Medio Campidano (VS) 250 430 280 450 280 450 270 430 270 430Seminativi irrigui del Basso Campidano di Cagliari (CA) 400 650 420 680 420 680 420 650 420 650Seminativi irrigui nell’oristanese (OR) 500 700 550 750 550 780 550 800 550 800Orti irrigui nell’oristanese (OR) 600 700 620 720 635 735 635 750 635 750Risaie nella zona di Oristano (OR) 500 600 510 620 510 620 510 650 510 650

Canoni di affitto per qualità di coltura e zona con indicazione della provincia (000/ha)

Si riportano i canoni d’affitto per qualità di coltura rilevati negli ultimi cinque anni Fonte: INEA

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investiti a frutteti, agrumeti e oliveti, soprattutto in quelle zone di vocazione comprovata. La contrattazione dei semi-nativi asciutti e pascoli avviene, soprat-tutto, da parte di aziende zootecniche che cercano di contrastare il rincaro dei mangimi. Una leggera prevalenza di offer-ta si riscontra nelle aree a indirizzo agro-pastorale, questo andamento scaturisce in particolar modo da un’elevata offerta, alla quale corrisponde una continua ricer-ca di terreni, soprattutto per l’accesso ai contributi comunitari. Quasi tutto il ter-ritorio regionale è caratterizzato da una

situazione di equilibrio tra domanda e of-ferta. Nelle province di Oristano e Medio Campidano è osservabile invece una leg-gera prevalenza dell’offerta. Tra le poche contrattazioni che si sono verificate, non si sono riscontrati incrementi dei canoni, soprattutto per i terreni destinati alle colture stagionali, ad eccezione dei semi-nativi irrigui, orti e risaie nell’oristanese. Invece, si riscontrano diminuzioni per i seminativi irrigui e asciutti dell’Iglesien-te, del Medio Campidano e per i seminativi irrigui delle colline della Gallura.Il canone risulta prevalentemente corri-

sposto in denaro anche se tuttora sono diffusi, soprattutto per i pascoli, affitti corrisposti parte in denaro e parte sot-to forma di prodotti aziendali. Non sono, inoltre, trascurabili i contratti di affitto di pascolo temporaneo, specie su terreni lasciati liberi dai vecchi conduttori. Tale soluzione permette agli imprenditori agri-coli di ampliare la base fondiaria a costi sostenibili; operando in tal senso si ha la possibilità di salvaguardare le proprie risorse foraggere garantendo, nel contem-po, un adeguato approvvigionamento di materie prime aziendali.

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Nel 2009 i finanziamenti agevolati per il settore agricolo nella regione Sardegna sono stati pari a 40 milioni di euro, in di-minuzione del 33% rispetto all’anno prece-dente, confermando la tendenza negativa degli ultimi anni. Tra il 2001 ed il 2009 si riscontra infatti una riduzione complessiva del 82,8% dei finanziamenti in agricoltura. Tale decremento si verifica anche a livello nazionale, seppur in minori proporzioni, registrando un calo dell’11,3% rispetto al 2008. Anche nel 2009 si conferma la ten-denza che, dal 2002, rileva una preferenza per l’impiego dei fondi a breve scadenza che passano dal 2,1% del totale dei finanziamen-

ti al 12,5%. Il trend delineatosi denota un processo di ricomposizione della struttura finanziaria delle imprese orientato verso fondi a breve termine. Le erogazioni per gli investimenti hanno segnato nel complesso una diminuzione del 47,4% rispetto all’an-no precedente, dato superiore al nazionale pari a –27,1%. La flessione ha interessato pressoché tutti i settori ad eccezione delle costruzioni e dei fabbricati rurali che han-no mostrato una crescita del 26,5%. Tutti gli altri settori evidenziano un calo che, nel caso dell’acquisto di immobili rurali, è stato dell’89,6%, seguito dalle macchine e attrez-zature diminuite del 18,2%.

credito all’agricoltura

anni Totale Breve Termine %

Medio-Lungo Termine %

2001 233 9,0 91,02002 189 2,1 97,92003 149 3,4 96,62004 119 4,2 95,82005 126 4,0 96,02006 104 4,8 95,22007 80 6,3 93,82008 60 8,3 91,72009 40 12,5 87,5

Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foresta e pesca (mln €) 2009 (Consistenze)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

sardegna italia

Finanziamenti Totale Var % 2009/2008 Totale Var % 2009/2008Macchine e attrezzature 18 -18,2 1293 -21,1Acquisto immobili rurali 8 -89,6 568 -20,2Costruzioni e fabbricati rurali 43 26,5 1156 -35,5Totale 69 -47,4 3017 -27,1Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Finanziamenti a medio-lungo termine agli investimenti in agricoltura, (mln euro) 2009 (Erogazioni)

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Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Dopo una risalita nel 2007 degli investi-menti, con valori prossimi a quelli registra-ti nel 2000, si è osservato un decremento progressivo sia nel 2008 che nel 2009, portandosi in quest’ultimo caso a livelli di investimenti dell’ordine dei 218 milioni di euro, pari a -37,8% rispetto all’anno pre-cedente. Solo nel 2001 si sono evidenziati valori inferiori, per poi mostrare un anda-mento discontinuo, ma sempre al di sopra di quanto riscontrato nel 2009. Infatti, osservando con attenzione l’intervallo di tempo dal 2000 al 2009, si osserva un an-damento che presenta valori altalenanti. Il picco massimo si registra proprio nell’an-no 2000 con investimenti pari a 380 mi-lioni di euro, mentre nell’anno seguente si riscontra il valore minimo con 146 milioni di euro. Negli anni successivi si presenta un progressivo aumento, ad eccezione de-gli anni 2003 e 2006. La tendenza è confermata analizzando il peso degli investimenti fissi lordi agricoli sul totale degli investimenti. Il 2009 segna

inVestiMenti

anni Valori correnti (mln €)

% su

Tot. invest. Va agricolo

2000 381,3 6,0 44,8

2001 146,9 2,3 15,2

2002 300,4 4,2 31,3

2003 250,6 3,4 23,7

2004 335,7 4,1 32,9

2005 329,0 4,3 36,1

2006 286,8 3,4 31,8

2007 360,3 4,2 39,4

2008 352,1 4,5 34,5

2009 218,8 2,9 21,9

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli (Agricoltura, silvicoltura e pesca)

valori prossimi a quelli minimi registrati nel periodo di riferimento (2,9%) come riportato in tabella. Ad esclusione dell’an-no 2000, si registra il valore massimo in termini di incidenza sul totale degli inve-stimenti nel 2008 (4,5%), mentre il valore minimo si è manifestato nel 2001 (2,3%).

Il peso degli investimenti fissi sul valore aggiunto in agricoltura, nel 2009, è pari a 21,9%, anche in questo caso il dato 2009 si avvicina ai valori minimi del 2001 e nel 2003. L’analisi dell’andamento degli investi-menti fissi lordi per occupato mostra nel

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complesso un trend negativo (-2,73%) nel biennio 2008/09 ed è proprio il settore agricolo ad esserne maggiormente inte-ressato, segnando una diminuzione del 34,1%. Solo l’industria registra un anda-mento positivo (+9,9%) in seguito ad un leggero aumento degli investimenti e ad una diminuzione degli occupati nel setto-re. Il ramo dei servizi, che è quello che in-cide maggiormente sia nel totale degli in-vestimenti che nel numero degli occupati, segna anch’esso un calo del 4,43%.

anni agricoltura industria servizi Totale

2000 7.626,00 13.981,45 10.805,27 11.128,44

2001 2.997,96 13.704,60 11.237,01 11.031,88

2002 6.068,69 13.438,28 12.265,84 11.985,76

2003 5.343,28 16.971,73 11.869,12 12.411,76

2004 7.843,46 16.692,43 13.107,50 13.473,77

2005 7.494,31 12.853,54 13.072,99 12.621,74

2006 6.593,10 15.142,26 14.314,58 13.928,87

2007 7.936,12 18.087,83 13.296,96 13.862,99

2008 7.930,18 13.468,93 13.008,99 12.735,35

2009 5.221,96 14.801,20 12.432,67 12.388,15

Var. % 2009/08 -34,15 9,89 -4,43 -2,73

Investimenti fissi lordi per occupato (Euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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consuMi interMediNel 2010 il valore della spesa complessiva per i consumi intermedi in agricoltura, sel-vicoltura e pesca ammonta a 804 milioni di euro correnti. Si rileva un aumento, rispet-to all’anno precedente, pari al 2,8%, in par-ticolare per il settore pesca l’incremento è dell’11% rispetto al 2009. Crescono anche le spese per altri beni e servizi (+6,8%).Per contro si osserva una forte flessio-ne nell’utilizzo di mezzi tecnici destinati all’agricoltura (-5,7%). La diminuzione è influenzata principalmente dall’utilizzo dei concimi, per i quali si rileva una spesa ridotta del 32,3%. Questo fattore è legato all’aumento dei prezzi, che nell’anno prece-dente è salito ai massimi storici, e di con-seguenza alla diminuzione delle quantità utilizzate. Tra gli altri mezzi di produzio-ne che hanno subito un decremento della quantità emergono le sementi (-2,6%) e i prodotti fitosanitari (-1,1%). Sono inve-ce aumentati i valori riferiti all’utilizzo di mangimi (+1,6%) e alle spese di stalla (+5,8%).

2010 2009 var.% 2010/2009

Concimi 31,9 47,1 -32,3

Fitosanitari 13,0 13,1 -1,1

Sementi 59,8 61,5 -2,6

Mangimi 139,7 137,5 1,6

Spese di stalla 27,2 25,7 5,8

Totale silvicoltura 3,3 4,2 -20,7

Totale pesca 45,6 41,0 11,3

Altri beni e servizi 511,0 478,3 6,8Totale 804,2 782,6 2,8

Consumi intermedi dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ai prezzi di base, Sardegna (mln Euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

La voce che incide maggiormente sulla spesa dei consumi intermedi è attribuibile all’utilizzo dei mangimi (17%), seguono le sementi e piantine (8%), i prodotti fitosa-nitari (2%), mentre il 5% viene impiegato per i concimi. La pesca incide per il 5% ed infine meno dell’1% è adoperato nella selvicoltura.

Il confronto dell’andamento dei consumi intermedi rispecchia quanto manifestato a livello nazionale, con variazioni rispetto al 2009 di entità simile. Solo per il settore silvicoltura si nota una tendenza opposta registrando una netta diminuzione sul territorio sardo (-20,7%) contro il leggero aumento a livello nazionale (+5,5%).

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-35

-30

-25

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15

Italia Sardegna

Conc

imi

Fitos

anita

ri

Seme

nti

Mang

imi

Spes

e di s

talla

Total

e silv

icoltu

ra

Total

e pes

ca

Altri b

eni e

servi

zi

Consumi intermedi dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ai prezzi di base, Sardegna (mln euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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risultati ProduttiViLa produzione agricola regionale ai prezzi di base, inclusa la silvicoltura e la pesca, nel 2010, è pari a 3.393 milioni di euro, in diminuzione del 3,7% rispetto al 2009.L’andamento negativo in termini di prezzi, registrato nel 2010, è influenzato in par-

ticolare dal decremento delle produzioni nelle coltivazioni erbacee (-6,9%), negli allevamenti zootecnici (-10%), nelle atti-vità secondarie (-10,9%). Da sottolineare il trend positivo delle coltivazioni legnose (+2,3%). Analizzando il singolo comparto,

compartisardegna Variazione %

2010/2009 italia

mln.euro % mlo.euro %Coltivazioni erbacee 401 11,8 -6,9 12.858 26,4 Coltivazioni foraggere 102 3,0 0,9 1.737 3,6 Coltivazioni legnose 139 4,1 2,3 10.137 20,8 Allevamenti zootecnici 684 20,2 -10,0 14.804 30,4 Attività dei servizi connessi 249 7,3 2,0 5.853 12,0 (+) Attività secondarie (a) 41 1,2 -10,9 1.448 3,0 (-) Attività secondarie (a) 46 1,4 19,6 915 1,9 Produzione della branca agricoltura 1.569 46,2 -6,5 45.922 94,2 Produzione della branca silvicoltura 29 0,9 36,1 712 1,5 Produzione della branca pesca 133 3,9 37,0 2.107 4,3 Totale 3.393 100,0 -3,7 48.741 100,0

Produzione e servizi a prezzi di base per principali comparti, 2010 (mln euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

il contributo principale alla produzione agricola è dato dal settore zootecnico con il 20%, seguito dalle coltivazioni erbacee (12%), le attività dei servizi connessi, com-prese quelle più o meno secondarie (7%) e le coltivazioni legnose (4%).Dall’analisi dei singoli prodotti in termini di valore monetario ai prezzi base, si evin-ce che la maggiore quota di produzione si concentra nel settore patate e ortaggi (23%) segue quello delle carni (22%) e quello del latte (20%). Il restante 35% viene distribuito tra cereali e legumi (2%), coltivazioni foraggere (6%), frutta (2%), agrumi (2%) e prodotti vitivinicoli (3%); infine un ruolo importante è rappresentato dalle attività dei servizi connessi che inci-dono per il 16%. Nel 2010 il primato della coltura più produttiva tra i cereali appar-tiene al frumento duro che raggiunge una quota del 9% sul totale prodotto nell’Isola. Un andamento opposto si è registrato per gli altri cereali che hanno registrato un de-cremento delle produzioni rispetto al 2009.

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La coltura maggiormente praticata nella Regione è il pomodoro che raggiunge una quota pari al 16% della produzione, seguita dal carciofo che rappresenta il 15% della produzione vegetale totale. Tra le restanti colture, hanno un ruolo fondamentale nella formazione dell’intera produzione vegetale le arance (9%), le patate (6%), il riso (3%), le pesche (3%) e l’orzo (2%).Da un’analisi dei dati scaturisce che, ri-spetto all’anno precedente, le quantità prodotte presentano valori negativi per le colture erbacee. Anche le piantagioni arbo-ree presentano tutte decrementi della pro-duzione e tra queste è significativa la mi-nore produzione delle clementine (-13%). Da registrare un andamento negativo della gran parte delle ortive che vede un cospi-cuo decremento delle produzioni dei fagioli freschi (-21%). L’andamento dei prezzi rispetto alle produzioni presenta lo stesso segno; nei cereali si nota un’elevata ridu-zione dei prezzi eccetto che per il frumento duro. Uguale andamento decrescente si re-gistra anche per le colture ortive.

Cereali e Legumi secchi

Patate e ortaggi

Piante industriali

Fiori e piante da vaso

Coltivazioni foraggere

Prodotti vitivinicoli

Prodotti dell'olivicoltura

Agrumi

Frutta

Carni

Latte

Uova

Miele

Servizi connessi

TOTALE

34,8

361,1

0,0

5,4

101,7

44,4

19,3

29,7

26,3

347,3

318,6

15,1

0,9

249,3

1.554

2,2%

23,2%16%

1%

20,5%

22,4%

1,7%1,9%

1,2%2,9%

6,5%

0,3%

0,1%

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori, 2010

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Quantità Valore

PrODOTTi 000.Q.li Var % 2010/2009 000.€ Var %

2010/2009 Frumento tenero - - - -Frumento duro 692 53 15.254 47Orzo 186 -47 3.066 -38Riso 247 -25 6.633 -40Granoturco ibrido 66 -73 1.157 -62Patate 468 -10 27.389 9Fagioli freschi 31 -21 4.754 -11Cipolle e porri 83 -8 5.272 -2Carote 67 3 2.703 -1Carciofi 1.120 -3 106.329 -19Cavoli 188 1 9.584 -6Cavolfiori 111 -1 4.634 -18Indivia 65 -4 3.021 -25Lattuga 211 -13 18.839 -6Radicchio 20 5 1.079 -10Melanzane 96 1 6.282 -6Peperoni 61 -2 4.372 4Pomodori 1.135 -6 85.788 1Zucchine 73 1 5.532 12Cocomeri 252 23 3.409 52

Quantità Valore

PrODOTTi 000.Q.li Var % 2010/2009 000. € Var %

2010/2009Poponi 213 -12 6.660 9Fragole 11 22 1.897 18Barbabietola da zucchero - - - -Tabacco - - - -Girasole - - - -Soia - - - -Uva da tavola 129 22 5.369 49Uva da vino venduta 241 -18 4.615 -15Vino (000 hl) 442 -4 30.837 -7Olio 53 -17 9.324 -17Arance 660 2 20.709 -1Mandarini 80 -2 2.612 -2Limoni 60 5 3.745 26Clementine 92 -13 2.672 -13Pesche 252 -5 8.743 7Mele 47 -6 1.674 -3Pere 77 0 5.189 22Mandorle 27 -4 1.734 -2Nocciole 4 0 598 36Noci - - - -Actinidia - - - -

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Principali produzioni vegetali, 2010

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4040

Nel comparto zootecnico sardo continua a rivestire un ruolo predominate il settore lattiero caseario che da solo rappresenta il 76% della produzione totale zootecnica.Nel 2010 il settore ovicaprino mantiene un ruolo strategico nella produzione zoo-tecnica regionale in termini quantitativi. Infatti con un leggero aumento rispetto all’anno precedente, registra una produ-zione di 3.409 migliaia di hl di latte. In leggera diminuzione, invece, l’andamento

del settore caseario vaccino e bufalino ri-spetto al 2009 (-3,2%). Sempre in termini di quantità, le carni ovicaprine registrano un calo pari al 4%. Le carni suine e bovine presentano un decremento meno marcato rispettivamente dello 0,3% e del 1,9%, mentre il pollame registra un andamento positivo (+5,1%). Dal punto di vista del fatturato, il settore ovicaprino ha segnato una flessione, indice della diminuzione dei prezzi al produttore.

In particolar modo il settore caseario, nello specifico la produzione di latte ovicaprino, ha visto un decremento del 23,3% del fat-turato a causa della diminuzione del prez-zo unitario pagato al produttore. Anche per il comparto carni si presentano cali nell’or-dine del 4% per le carni ovine. Positivo l’andamento per il settore delle carni suine con il 2,1% in più rispetto al 2009. Anche il pollame segna un aumento del 2%. Bene anche il miele (+11,7%).

PrODOTTi Quantità Valore000.Q.li Var % 2010/2009 000.€ Var % 2010/2009

Carni bovine 567 -1,9 123.580 0,2Carni suine 572 -0,3 87.467 2,1Carni ovicaprine 291 -4,0 93.018 -4,0Pollame 165 5,1 25.640 2,0Latte di vacca e bufala (000 hl) 2.140 -3,2 77.880 -1,4Latte di pecora e capra (000 hl) 3.409 2,3 240.675 -23,3Uova (milioni di pezzi) 156 -1,9 15.075 -0,5Miele 3 0,0 900 11,7

Principali produzioni zootecniche, 2010

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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Secondo i dati RICA 2010 le aziende agri-cole sarde mostrano, rispetto agli anni precedenti, una tendenza all’aumento del-la dimensione media, trovando conferma anche dai risultati dell’ultimo censimento dell’agricoltura. La SAU media aziendale è aumentata del 16,8% passando da 52,3 ettari nel 2007 a 61,1 ettari nel 2010. Tale valore risulta ben più elevato dei

18,99 ettari corrispondenti alla media di tutte le aziende sarde (7,9 ettari a livel-lo Italia), ma giustificato dal fatto che il campo di osservazione della rete è circo-scritto alle aziende con una produzione standard di 4000 euro, e certamente lo si può ritenere espressivo dell’effettiva dimensione delle aziende rivolte al mer-cato. In particolare le dimensioni medie

vanno dai 3,9 ettari per le aziende or-tofloricole ai 121 ettari per quelle misto coltivazioni-allevamenti. La dotazione di lavoro media aziendale è di 1,6 UL ed in assoluto i valori più elevati si riscontrano nella ortofloricoltura con 2,3 UL, mentre i più bassi nelle coltivazioni permanenti con 1,3 UL. La perfomance migliore dal punto di vista della PLV viene fatta regi-

risultati ProduttiVi della rica

saUha

ULn.

ULFn.

PLVeuro

contributieuro

cVeuro

cFeuro

rNeuro

Seminativi 32,9 1,4 1,0 72.959 7.715 27.568 6.005 31.826 Ortofloricoltura 3,9 2,3 1,7 80.710 1.628 36.298 11.135 18.113 Arboreo 17,9 1,3 0,9 51.525 3.154 9.817 3.827 27.885 Erbicolo 92,4 1,6 1,4 91.194 8.344 35.449 13.087 53.368 Granivoro 15,7 2,1 1,0 185.935 4.161 133.619 11.450 21.738 Erbaceo-Arboreo (Policoltura) 22,6 1,7 1,3 63.960 3.610 19.964 14.318 19.547 Allevamento Misto (Poliallevamento) 77,5 1,4 1,3 32.007 6.484 13.107 6.951 16.471 Misto Coltivazioni - Allevamenti 121,0 1,6 1,1 97.421 10.692 48.155 8.870 45.489 Media regionale 61,1 1,6 1,2 81.906 7.665 32.377 9.649 40.250

Dati strutturali ed economici per polo - media aziendale, 2010

Fonte: RICA - INEA

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strare dalle aziende con granivori (quasi 186 mila euro), la peggiore da quelle con allevamento misto (32 mila euro). Il dato medio regionale relativo alla PLV azienda-le ammonta a poco meno di 82 mila euro. Il reddito netto più elevato è registrato dalle aziende con erbivori con 53 mila euro, seguite dalle aziende misto coltiva-zioni-allevamenti con 45 mila euro. L’en-tità dei costi variabili oscilla tra i diversi poli in modo proporzionale al volume delle

produzioni e si colloca tra i 133 mila euro delle aziende granivore e i quasi 10 mila euro delle aziende con coltivazioni perma-nenti. Il comparto ortofloricolo presenta il livello di produttività della terra più ele-vato con quasi 21 mila euro, seguito dalle aziende del comparto granivoro con circa 12 mila euro. Con riferimento agli indici di redditività del lavoro, i rapporti più elevati si riscontrano negli allevamenti di granivori con 87 mila euro e nelle azien-

de misto coltivazioni-allevamenti con 61 mila euro. L’incidenza media regionale del reddito netto sul valore della produzione è del 49,1%. Tale rapporto risulta più ele-vato per le aziende con erbivori (58,5%) e con coltivazioni permanenti (54,1%); è invece più basso per i granivori (11,7%) e l’ortofloricoltura (22,4%). I contributi pubblici contribuiscono in media per il 19% alla definizione del RN dell’agricoltu-ra regionale.

PLV/haeuro

rN/haeuro

PLV/ULeuro

rN/ULFeuro

rN/PLV%

contr/rN%

Seminativi 2.214,5 966,0 51.131,3 31.526,3 43,6 24,2 Ortofloricoltura 20.928,8 4.696,8 35.499,3 10.958,6 22,4 9,0 Arboreo 2.870,9 1.553,7 39.860,3 30.537,6 54,1 11,3 Erbicolo 986,8 577,5 55.408,7 39.045,1 58,5 15,6 Granivoro 11.878,3 1.388,7 87.320,7 21.972,6 11,7 19,1 Erbaceo-Arboreo (Policoltura) 2.824,1 863,1 37.357,8 14.775,8 30,6 18,5 Allevamento Misto (Poliallevamento) 413,0 212,5 22.740,0 12.315,0 51,5 39,4 Misto Coltivazioni - Allevamenti 805,2 376,0 61.225,9 40.981,2 46,7 23,5 Media regionale 1.340,6 658,8 52.221,0 33.773,9 49,1 19,0

Fonte: RICA - INEA

Indicatori economici per polo, 2010

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PLV

Contributi

Costi variabili

Costi fissi

Prodotto netto

Reddito netto

0 20 40 60 80 100

Seminativi

Ortofloricoltura

Arboreo

Erbicolo

Granivoro

Erbaceo - Arboreo (Policoltura)

Allevamento Misto (Poliallevamento)

Misto Coltivazioni - Allevamenti

RN/ha

PLV/ha

RN/ULF

PLV/UL

0 20 40 60 80 100

Seminativi

Ortofloricoltura

Arboreo

Erbicolo

Granivoro

Erbaceo - Arboreo (Policoltura)

Valore percentuale per polo, 2010 Variazione percentuale per polo, 2010

Fonte: RICA - INEA Fonte: RICA - INEA

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filiera agroindustriale

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Nel 2010, a livello nazionale, il comparto dell’industria alimentare ha rappresenta-to l’1,1% dell’intero settore industriale, in termini di imprese attive, confermando lo stesso peso percentuale realizzato nel 2009. A conferma di tale andamento, in Sardegna sono risultate attive nello stesso anno 1.896 imprese del settore alimentare

che rappresentano l’1,3% circa del tota-le delle industrie sarde. Le imprese sono concentrate, soprattutto, nella provincia di Cagliari per il 36%, in misura inferiore in quelle di Sassari (26%) e Nuoro (26%) e quasi il 12% si colloca nella provincia di Oristano. Il decremento delle industrie del settore (in calo del 2,2% rispetto al 2009)

è sottolineato dalla maggiore quota di im-prese cessate rispetto alle nuove iscritte in tutte le province sarde, eccetto Oristano che presenta un saldo nullo.

industria aliMentare

Cessate

Iscritte

0 10 20 30 40

Oristano

Cagliari

Nuoro

Sassari

Numero di imprese iscritte e cessate per provincia, 2010

Sassari

Nuoro

Cagliari

Oristano

26%

26%37%

11%

Composizione percentuale delle imprese attive in Sardegna, 2010

Fonte: elaborazioni su dati MovimpreseFonte: elaborazioni su dati Movimprese

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distribuZioneSecondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Svilup-po Economico3, nel 2010 si è registrato, a livello nazionale, un incremento positivo dei punti vendita attivi con attività pri-maria di commercio al dettaglio in sede fissa di oltre 3.600 unità (+0,5%), dando segnali di un’inversione di tendenza ri-spetto al biennio precedente.Tale inversione di tendenza non si è veri-ficata per gli esercizi sardi che sono, in-vece, diminuiti dell’1% rispetto al 2009. Nel 2010 gli esercizi presenti nell’Isola ammontano a 26.764 e rappresentano il 3,4% circa degli esercizi presenti in Ita-lia, pari a 776.365 unità. Rimane molto alta la densità del numero di esercizi per mille abitanti (16) che risulta più elevata rispetto al dato medio nazionale (12,9) e delle altre macroripartizioni geografiche.L’analisi a livello di disaggregazione provinciale, mostra che la provincia di Cagliari possiede la maggiore concentra-

zione di esercizi commerciali in sede fissa (il 42% circa del totale), seguita da Sas-sari (33%). La tipologia merceologica più diffusa rimane quella degli esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande (15%), concentrati per il 40% sul capoluogo di regione. Se-guono gli articoli di abbigliamento (quasi 15%), gli esercizi specializzati in altri prodotti esclusi quelli di seconda mano (8%), quelli specializzati in ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costru-zione (7%), quelli in carni e prodotti a base di carne (6%), i mobili e gli articoli per l’illuminazione (6%) e in percentuale inferiore le restanti categorie merceolo-giche. Per quanto attiene al commercio ambulante a livello regionale sono presen-ti 6.334 unità, che costituiscono il 3,7% circa della consistenza a livello nazionale, metà della quale si concentra nel capoluo-go di regione, che da solo registra il 51% del numero di esercizi della categoria. La

maggior parte del commercio ambulan-te, come nel caso nazionale, riguarda la classe abbigliamento, tessuti e calzature (28%) e la categoria generica altri arti-coli (30%), mentre l’alimentare è al terzo posto con il 18%.Molto meno consistente è il commercio al di fuori dei negozi, dei banchi e dei mer-cati che costituisce l’1,9% del totale na-zionale con 598 unità, mostrando un au-mento della numerosità dell’11% rispetto al 2009. La categoria maggiormente diffu-sa è la vendita a domicilio (29%) seguito dalla nuova categoria dell’e-commerce (quasi il 30%), enucleato in modo indivi-duale nell’ultima classificazione ATECO. Consistente risulta anche la vendita me-diante l’utilizzo di distributori automatici (22%). Anche in questo caso la densità territoriale degli esercizi del comparto degli ambulanti risulta particolarmente elevata in Sardegna con 38 unità ogni diecimila abitanti, al quarto posto a livello

3 I dati presentano una classificazione ATECO2007 non utilizzata per gli anni precedenti al 2009. Pertanto, i confronti e i risultati sono confrontabili unicamente con il 2009 per via della diversa e più puntuale classificazione adottata e alla connessa pulizia degli archivi.

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nazionale dopo la Calabria (41), la Sicilia (38) e Puglia (38).Il commercio all’ingrosso consta di 4.952 esercizi, evidenziando una situazione di leggero calo (-0,9%) rispetto al 2009, a differenza dell’andamento nazionale, in cui le unità sono aumentate dell’1,4%. Il settore di vendita maggiormente diffuso è quello dei prodotti alimentari delle be-vande e del tabacco che coinvolge il 30% degli esercizi all’ingrosso, mentre si è specializzato nel settore delle materie prime agricole e animali vivi solo il 3,5%, valore abbastanza stabile rispetto all’an-no precedente. La Sardegna, in questo caso, si trova agli ultimi posti in quanto a densità territoria-le con un valore di 3 esercizi per mille abi-tanti, inferiore alla media nazionale che si attesta a 4,1 unità, dato sostanzialmente invariato rispetto agli anni precedenti.Infine, per le figure utilizzate nell’inter-mediazione si riscontra una generale sta-bilità a livello nazionale rispetto al 2009.

cagliari Nuoro Oristano sassari TOTaLe

Commercio ambulante Non specificato 108 48 29 79 264Alimentare 523 130 135 355 1.143Abbigliamento, Tessuti e Calzature 968 118 23 642 1.751

Abbigliamento e Tessuti 420 306 90 254 1.070Calzature e Pelletterie 43 24 13 28 108Altri Articoli 1.101 126 86 562 1.875Mobili e Articoli di uso domestico 56 19 11 37 123

TOTALE 3219 771 387 1.957 6.334Commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati

Non specificato 35 16 4 18 73

Commercio per corrispondenza, telefono, radio, televisione, Internet

31 9 - 20 60

Commercio solo via Internet 95 14 9 41 159Vendita a domicilio 74 23 9 68 174Commercio per mezzo di distributori automatici 61 25 9 37 132

TOTALE 296 87 31 184 598TOTALE 3.515 858 418 2.141 6.932

Consistenze esercizi del commercio ambulante e del commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati, 2010

Fonte: elaborazioni su dati Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

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specializzazioni cagliari Nuoro Oristano sassari TOTaLeEsercizi non specializzati 1.958 965 516 1.417 4.856 - di cui non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande 1.580 810 411 1.196 3.997Frutta e verdura 353 83 46 275 757Carni e di prodotti a base di carne 754 276 155 365 1.550Pesci, crostacei e molluschi 335 81 57 231 704Pane, torte, dolciumi e confetteria 189 58 25 193 465Bevande 101 29 18 81 229Prodotti del tabacco 386 122 96 302 906Altri prodotti alimentari in esercizi specializzati 63 33 11 45 152Carburante per autotrazione 291 108 68 198 665Computer, unità periferiche, software e attrezzature per ufficio 82 48 20 58 208Apparecchiature per telecomunicazioni e la telefonia 80 24 9 44 157Apparecchiature audio e video 9 2 3 3 17Prodotti tessili 233 78 41 222 574Ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione 782 414 207 537 1.940

segue

Commercio al dettaglio in sede fissa: numero di esercizi per specializzazione e provincia, 2010

In Sardegna, nel 2010, gli intermediari del commercio sono risultati 5.662. Come nel caso nazionale, il settore di maggiore at-

tività è quello dei generi alimentari delle bevande e del tabacco (21%), mentre il settore delle materie prime agricole, tes-

sili, semilavorati, animali vivi continua a rappresentare il valore minimo (2%) sul totale dell’attività degli intermediari.

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specializzazioni cagliari Nuoro Oristano sassari TOTaLeTappeti, scendiletto e rivestimenti per pavimenti e pareti (moquette, linoleum) 14 3 3 20 40Elettrodomestici 23 4 4 15 46Mobili, articoli per l’illuminazione e altri articoli per la casa 537 268 122 534 1461Libri, giornali e articoli di cartoleria 638 220 115 420 1.393Registrazioni musicali e video 8 1 - 4 13Articoli sportivi 206 105 58 227 596Giochi e giocattoli 73 27 17 40 157Articoli di abbigliamento 1.549 610 262 1.465 3.886Calzature e articoli in pelle 317 131 64 279 791Medicinali 268 128 89 177 662Articoli medicali e ortopedici 60 28 6 55 149Cosmetici, articoli di profumeria e di erboristeria 279 90 37 214 620Fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici 269 144 71 232 716Orologi e articoli di gioielleria 246 85 48 263 642Altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) 982 345 182 731 2.240Articoli di seconda mano 29 5 4 28 66Altri prodotti in esercizi specializzati 23 32 6 44 105TOTALE 11.137 4.547 2.360 8.720 26.764

Fonte: elaborazioni su dati Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

Commercio al dettaglio in sede fissa: numero di esercizi per specializzazione e provincia, 2010 >>> segue

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cagliari Nuoro Oristano sassari sardegnaAlimentari, bevande, tabacco 520 156 121 389 1.186Auto e motocicli, compresi parti e accessori 138 15 12 92 257Combustibili, minerali, metalli, prodotti chimici 91 12 6 49 158Despecializzato 197 22 44 109 372Legname, materiali da costruzione 248 39 38 142 467Macchinari, impianti industriali, navi, aereomobili 186 27 28 103 344Materie prime agricole, tessili, semilavorati, animali vivi 55 16 26 26 123Mobili, articoli per la casa, ferramenta 271 39 45 102 457Non specificato 62 44 11 52 169Specializzato di altri prodotti n.c.a. 1.076 93 115 454 1.738Tessili, abbigliamento, calzature, articoli in cuoio 292 9 12 78 391TOTALE 3.136 472 458 1.596 5.662

cagliari Nuoro Oristano sassari sardegnaAltri prodotti 38 7 6 25 76Macchinari e attrezzature 439 46 80 231 796Altri prodotti di consumo finale 812 92 90 443 1.437Materie prime agricole e animali vivi 72 27 31 44 174Prodotti alimentari, bevande, tabacco 694 209 161 421 1.485Prodotti intermedi non agricoli, rottami e cascami 456 106 66 356 984TOTALE 2.511 487 434 1.520 4.952

Commercio ingrosso: distribuzione provinciale per specializzazione merceologica, 2010

Intermediari del Commercio: distribuzione provinciale per specializzazione mercelogica, 2010

Fonte: elaborazioni su dati Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

Fonte: elaborazioni su dati Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

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consuMi aliMentariLa spesa media mensile delle famiglie sar-de è stata, nel 2010, pari a 1.869,97 euro, lo 0,4% in meno rispetto al 2009, in linea con la leggera contrazione della spesa a livello nazionale. Considerando la spesa media mensile delle famiglie italiane, in Sardegna si spende mediamente il 23,8% in meno, in particolare per mobili, elettro-domestici e servizi per la casa, per l’istru-zione e per l’abitazione. La spesa si concentra soprattutto sul settore non alimentare (78%), il cui am-montare è rimasto pressoché stabile nel biennio 2009/10, mentre è leggermente diminuita la quota destinata agli alimenti (-1,3%).Il 23% della spesa alimentare è destinata alla carne, seguita da pane e cereali (19%) e patate, frutta e ortaggi (17%).Tra le spese non alimentari le categorie su cui si concentrano le spese familiari sono l’abitazione (34%), i trasporti (17%) e l’ab-bigliamento e calzature (10%).

categorie prodotti sardegna Mezzogiorno italia

Alimentari e bevande 419,84 463,42375 466,59Pane e cereali 79,47 78,84 78,76Carne 96,48 105,765 109,62Pesce 37,59 48,2325 40,78Latte, formaggi e uova 52,8 62,80625 64,21Oli e grassi 14,6 15,6925 15,84Patate, frutta e ortaggi 73,19 82,06625 83,38Zucchero, caffè e drogheria 27,63 32,66875 32,06Bevande 38,07 37,34875 41,95Non alimentari 1450,13 1506,21 1986,68Tabacchi 21,03 22,05875 20,82Abbigliamento e calzature 151,34 146,43875 142,01Abitazione (principale e secondaria) 493,83 470,94875 695,75Combustibili ed energia 116,24 116,40375 130,69Mobili, elettrod. e servizi per la casa 82,44 115,9575 131,81Sanità 66,8 76,255 90,97Trasporti 247,49 248,35875 339,01Comunicazioni 41,07 41,72875 48,13Istruzione 16,71 25,31875 26,85Tempo libero, cultura e giochi 76,09 73,45375 107,34Altri beni e servizi 137,09 169,2875 253,3TOTALE 1869,97 1969,6325 2453,26

Spesa media mensile familiare per prodotti, 2010 (euro)

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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0

100

200

300

400

500

2009 2010

Sardegna Mezzogiorno Italia0

500

1.000

1.500

2.000

2009 2010

Sardegna Mezzogiorno Italia

Spesa media mensile familiare alimentari e bevande

Fonte: elaborazione su dati ISTAT Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Spesa media mensile familiare non alimentari

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coMMercio esteroGli scambi agroalimentari registrano nel 2010 una significativa ripresa, dopo la contrazione che ha caratterizzato il 2009 a seguito della crisi economica internazio-nale. A livello nazionale, infatti, c’è stato un incremento sia delle esportazioni che delle importazioni, rispettivamente pari all’11,6% e all’11,9%. Tale aumento, sem-bra non essere imputabile all’incremento dei prezzi, ma proprio ad una crescita dei volumi acquistati e venduti. Si registra, tuttavia, un peggioramento del deficit agro-alimentare che ha ripreso ad aumentare, dopo la diminuzione segnata nel 2009.All’interno del contesto nazionale, il con-tributo della Sardegna agli scambi agroa-limentari anche nel 2010 non raggiunge l’1% sia per le esportazioni (0,4%) che per le importazioni (0,7%). In controtenden-za rispetto alle altre regioni, la Sardegna risulta una delle due regioni (l’altra è la

Basilicata) che hanno subito una riduzio-ne dei flussi agroalimentari, in particolare a causa della riduzione delle esportazioni (-4,9%). Tale contrazione sarebbe stretta-mente collegata al significativo decremen-to delle vendite di prodotti lattiero-caseari, che rappresentano una quota rilevante dell’export agroalimentare regionale. Per il settore primario si registra una con-trazione delle importazioni (-3,1%) e un aumento delle esportazioni (9,8%) seppure in misura più contenuta rispetto alla media nazionale.Nel settore dell’industria alimentare dimi-nuiscono in termini di valore le esportazio-ni, a causa della diminuzione dei prezzi, mentre crescono le importazioni (4,1% in termini di quantità).L’analisi per prodotto evidenzia che qua-si il 60% delle esportazioni riguarda il settore lattiero-caseario e in particolare

gli altri formaggi (59,6%); seguono i vini confezionati (15,1%) e la pasta alimentare non all’uovo, né farcita (4,1%), per la qua-le si è verificato un incremento in termini di quantità esportata rispetto al 2009. Dal lato delle importazioni, i prodotti maggior-mente acquistati sono i cereali (in partico-lare mais e frumento duro) che sono pari al 20% dell’import regionale del 2010.Le vendite di prodotti agroalimentari sar-di interessano in particolare il mercato nordamericano, soprattutto gli Stati Uni-ti, verso i quali è destinato il 54,1% delle esportazioni del settore agroalimentare. I principali fornitori rimangono, invece, i paesi europei, in particolare la Francia (26,5%), seguita da Spagna (17,1%) e Germania (9,5%). Fornitori extraeuropei di rilievo sono anche l’America settentrio-nale (Canada 7,5%) e meridionale (Brasile 2,6%).

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Variazione % 2010/2009 Variazione % 2010/2009

import Valore Quantità Prezzo Quota su italia (%)

Peso eU 27 su export

(%)

export Valore Quantità Prezzo Quota su italia (%)

Peso eU 27 su export

(%)Cereali 59,4 -10,8 -13,1 2,7 3,0 83,6 0,0 -67,2 108,2 -84,2 0,0 100,0 Legumi ed ortaggi freschi 7,2 9,4 -4,6 14,7 0,8 97,3 1,0 15,7 -13,8 34,1 0,1 100,0 Agrumi 1,5 -11,3 -34,0 34,4 0,6 100,0 0,0 225,4 289,3 -16,4 0,0 58,3 Altra frutta fresca 8,8 1,8 -19,1 25,9 0,8 95,3 0,2 -19,5 -1,6 -18,2 0,0 100,0 Frutta secca 2,7 0,2 -30,4 44,0 0,4 39,1 0,0 108,8 -34,7 219,9 0,0 100,0 Vegetali filamentosi greggi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 421,4 140,1 117,1 0,0 10,0 Semi e frutti oleosi 0,2 -75,1 -94,0 313,8 0,0 0,0 0,0 -100,0 -100,0 0,0 0,0 0,0 Cacao, caffè, tè, droghe e spezie 1,2 -23,7 -23,0 -0,8 0,1 0,0 0,0 -52,1 -98,6 3.423,5 0,0 22,6 Prodotti del florovivaismo 5,1 -1,5 4,0 -5,3 1,0 96,2 0,2 -80,0 -44,6 -64,0 0,0 28,1 Altri prodotti agricoli 3,3 453,9 346,3 24,1 5,0 98,3 0,0 -100,0 -100,0 0,0 0,0 0,0 Animali vivi 5,9 42,3 36,4 4,3 0,4 99,5 0,1 0,0 0,0 0,0 0,1 16,0 Altri prodotti degli allevamenti 0,3 -20,3 -63,4 117,7 0,1 44,2 2,4 100,2 -31,6 192,7 2,4 14,4 Prodotti della silvicoltura 6,1 -27,3 -29,8 3,5 0,8 88,1 0,4 -20,4 -60,3 100,5 0,4 82,9 Prodotti della pesca 2,5 -14,8 65,0 -48,4 0,3 98,6 0,3 78,5 -43,8 217,6 0,2 44,0 Prodotti della caccia 0,0 -83,6 -62,8 -56,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 TOTALE SETTORE PRIMARIO 114,8 -3,1 1,7 -4,7 1,0 79,4 4,6 9,8 -28,8 54,3 0,1 46,4 Derivati dei cereali 2,5 31,6 88,3 -30,1 0,2 100,0 4,2 42,5 33,6 6,6 0,1 82,3 di cui sfarinati e simili 1,8 25,0 92,8 -35,2 0,6 100,0 0,0 -11,3 -10,2 -1,2 0,0 87,3 di cui pasta alim non all’uovo, né farcita 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 3,7 36,8 41,1 -3,0 0,3 85,4 di cui panetteria e pasticceria 0,6 60,2 67,3 -4,2 0,1 100,0 0,4 157,3 -21,7 228,8 0,0 59,9 Zucchero e prodotti dolciari 1,2 133,1 113,0 9,4 0,1 100,0 0,1 3,2 -83,2 513,9 0,0 35,9

segue

Commercio estero per principali comparti agroalimentari (mil. euro), 2010

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Variazione % 2010/2009 Variazione % 2010/2009import Valore Quantità Prezzo Quota su

italia (%)Peso eU 27 su

export (%)export Valore Quantità Prezzo Quota su

italia (%)Peso eU 27 su

export (%)Carni fresche e congelate 23,6 4,3 4,0 0,2 0,5 98,2 5,2 17,7 -74,3 358,3 0,5 100,0 di cui carni suine 13,9 8,2 8,3 -0,1 0,8 100,0 0,0 196,5 -44,1 430,3 0,0 100,0 di cui carni ovi-caprine 0,2 214,7 131,8 35,8 0,2 80,0 5,1 17,1 -74,7 362,9 34,5 100,0 Carni preparate 0,9 -3,5 -4,6 1,2 0,3 100,0 0,1 121,6 -71,6 681,1 0,0 81,1 Pesce lavorato e conservato 45,2 30,9 9,2 19,9 1,4 27,9 1,9 -0,7 -83,5 502,5 0,5 72,7 Ortaggi trasformati 5,2 -3,7 -0,9 -2,8 0,6 100,0 0,4 41,2 372,0 -70,1 0,0 35,1 di cui patate lavorate 2,8 4,2 1,3 2,8 1,3 100,0 0,0 126,1 -26,5 207,5 0,0 100,0 Frutta trasformata 1,0 -27,2 -20,4 -8,5 0,2 62,9 0,1 89,9 -20,5 138,9 0,0 9,8 Prodotti lattiero-caseari 10,5 1,3 4,0 -2,6 0,3 100,0 78,8 -15,1 -77,8 282,0 3,7 13,0 di cui latte liquido 4,2 6,6 21,3 -12,1 0,5 100,0 1,7 -60,6 51,5 -74,0 15,3 70,9 di cui altri formaggi 5,8 11,9 0,6 11,2 0,4 100,0 74,5 -13,8 -83,4 417,9 5,4 10,3 Oli e grassi 28,5 10,7 -15,7 31,3 1,0 12,6 2,1 -3,0 -72,8 256,6 0,1 8,8 di cui olio di oliva vergine ed extravergine 3,2 1.450,5 1.844,1 -20,2 0,3 99,4 1,7 -8,5 -71,4 220,3 0,2 10,6 di cui altri oli e grassi 25,0 -0,4 -35,7 54,8 1,6 0,2 0,1 117,5 -83,7 1.231,1 0,0 9,2 Mangimi 16,8 30,9 24,8 4,8 1,1 67,7 0,2 9,8 466,1 -80,6 0,0 4,3 Altri prodotti alimentari trasformati 2,8 -28,8 -32,0 4,6 0,2 99,0 5,0 1,0 850,9 -89,4 0,2 75,0 Bevande 8,1 8,5 27,9 -15,2 0,6 100,0 20,5 19,5 -81,4 542,4 0,4 45,3 di cui vini confezionati 0,0 11,0 384,6 -77,1 0,1 100,0 18,9 30,4 -70,0 334,5 0,6 43,9 di cui birra da malto 6,9 13,3 26,6 -10,5 1,5 100,0 0,4 49,7 -1,6 52,1 0,4 85,6 di cui altre bevande non alcoliche 0,9 -6,8 -15,3 10,0 0,6 100,0 0,0 -6,8 17,1 -20,4 0,0 100,0 TOTALE INDUSTRIA ALIMENTARE 138,2 15,1 4,1 10,5 0,6 53,8 99,9 -9,3 57,2 -42,3 0,6 24,5 TOTALE INDUSTRIA ALIM. E BEVANDE 146,3 14,7 5,4 8,8 0,6 56,4 120,4 -5,4 24,2 -23,9 0,5 28,1 TOTALE AGRO ALIMENTARE 261,0 6,1 3,6 2,4 0,7 66,5 125,0 -4,9 21,8 -22,0 0,4 28,7 BILANCIA COMMERCIALE 7.657,4 36,3 2,1 12,4 5.227,0 59,4 1,5 48,1

Fonte: elaborazione su dati INEA - Commercio Estero 2010

>> segue

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57

PriMi 4 PrODOTTi O aGGreGaTi

esPOrTaZiONi (%) iMPOrTaZiONi (%)

Altri formaggi 59,6 Mais 10,6

Vini confezionati 15,1 Frumento duro 9,6

Paste alim. Non all’uovo né farcita 4,1 Crostacei e molluschi non lav. 8,3

Carni ovi-caprine 3,2 Panelli, farine e mangimi 6,1

PriMi 6 Paesi O aree ParTNer

esPOrTaZiONi (%) iMPOrTaZiONi (%)

Stati Uniti d’America 54,1 Francia 26,5

Germania 9,8 Spagna 17,1

Canada 6,2 Germania 9,5

Svizzera 4,7 Canada 7,5

Francia 4,0 Paesi Bassi 4,5

Spagna 3,6 Brasile 2,6

0

30

60

90

120

150

Settore primario Industria alimentare

Esportazioni Importazioni

Fonte: elaborazione su dati INEA - Commercio Estero 2010Fonte: elaborazione su dati INEA - Commercio Estero 2010

Principali dati sugli scambi con l’estero, 2010 (mln. euro) Principali dati sugli scambi con l’estero, 2010 %

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strutturA delle Aziende Agricole

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Aziende AgricoleI dati definitivi del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura fanno emergere un profon-do cambiamento sul piano strutturale delle aziende agricole, frutto di un’evoluzione che ha visto una contrazione del numero di aziende su tutto il territorio nazionale. Infatti, nel 2010 le realtà aziendali in Italia sono diminuite del 32,2% rispetto al dato censito nel 2000. Anche nella Regione Sar-degna si evidenzia lo stesso trend anche se la contrazione è maggiore rispetto al dato italiano (-43,5%). Per contro, si nota una crescita della singola dimensione aziendale

segnando, a livello nazionale, un aumento rispetto al 5° censimento dell’agricoltura del 12,5% delle aziende sopra i 100 ha e del 23,4% per quelle con superficie com-presa tra i 50 ha e i 100 ha. Questo anda-mento è legato al fenomeno di abbandono delle piccole realtà agricole, a loro volta inglobate da aziende di maggiori dimen-sioni. Sull’Isola si nota, invece, un legge-ro incremento della SAU totale (+8,2%) e della SAT (+6,2%), in controtendenza con quanto registrato sul territorio nazionale (SAU -2,3% ; SAT -8,0%).

Analizzando i dati sulla distribuzione del-la numerosità delle aziende per classe di superficie totale, si nota che la classe più rappresentata (19,4%) è quella con super-ficie compresa tra 0 e 1 ettari, con le sue 11.783 aziende. Queste, tuttavia, da sole, rappresentano solo lo 0,7% della SAU to-tale, che invece si concentra nelle azien-de con SAU superiore ai 100 ha (36,7%). Complessivamente si può notare che in Sardegna le aziende con SAU maggiore di 50 ha occupano più della metà della SAU totale.

Aziende SAU (ha) SAT (ha)2010 var %

2010/002010 var %

2010/002010 var %

2010/00

Sardegna 60.681 -43,5 1.384.043 8,2 1.545.977 6,2

Mezzogiorno 976.464 -33,8 6.075.344 2,9 7.433.764 -8,0

Italia 1.630.420 -32,2 12.885,186 -2,3 17.277.023 -8,0Fonte: annuario dell’agricoltura Italiana INEA

Aziende agricole e superficie agricola utilizzata, 2010

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Distribuzione % delle aziende agricole per classe di superficie, 2010

10,5%

6,2%

8,3%

14,5%

19,4%

9,0%8,0%

10,5%

Meno di 1 ettaroda 1 a 2da 2 a 3da 3 a 5

da 5 a 10da 10 a 20da 20 a 30da 30 a 50

da 50 a 100100 ed oltre

8,9%4,8%

Fonte: elaborazioni dati ISTAT, 6° censimento generale dell’agricoltura

Distribuzione % della SAU per classe di superficie totale, 2010

8,3%

1,6%

26,4%

16,1%

33,7%

0,9%0,7%1,0%

3,6%7,7%

Meno di 1 ettaroda 1 a 2da 2 a 3da 3 a 5

da 5 a 10da 10 a 20da 20 a 30da 30 a 50

da 50 a 100100 ed oltre

Fonte: elaborazioni dati ISTAT, 6° censimento generale dell’agricoltura

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coltivAzioniNel 2010 il territorio regionale evidenzia un trend leggermente positivo in termini di superficie totale investita a colture rispetto all’anno precedente (+0,26%). Le superfici destinate a cereali e leguminose registrano un aumento del 9,7% grazie soprattutto al maggiore contributo dato dai cereali, passan-do da 57.673 ettari del 2009 a 62.218 ettari del 2010 (+7,8%). Si nota inoltre un leggero

aumento della superficie investita a vigneto (2,18%). Rispetto a questi valori in crescita che giustificano lo sviluppo della superfice investita, si rileva una lieve flessione per le foraggere permanenti che rappresentano la quota più rilevante della superficie regiona-le e passano dall’80,0% del 2009 al 79,5% del 2010. Restano pressoché identici i valori dell’olivo, delle patate e di frutta e agrumi.

2010 2009 Var. %

2010/2009Coltivazioni agricole 1.549.643 1.545.569 0,3

di cui in %Cereali e leguminose 4,3 3,9 9,8Patate 2,0 2,0 -0,5Crutta ed agrumi 1,1 1,2 -3,4Olivo 2,6 2,6 -0,3Vite 2,0 2,2 -8,7Erbai e prati avvicendati 8,4 8,1 4,1Foraggere permanenti 79,5 80,0 -0,6

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Superficie investita per le principali coltivazioni in Sardegna

Superficie investita per le principali coltivazioni in Sardegna, 2010 (%)

2,0%8,4%

79,6%

4,3% 1,1%2,0%2,6%

cereali e leguminosepatate

frutta ed agrumiolivovite

erbai e prati avvicendatiforaggere permanenti

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

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AllevAmentiIl comparto zootecnico regionale nel 2010, con le sue 32.669 unità, rappresenta il 10,7% delle aziende con allevamenti a livel-lo nazionale, dato che equivale ad una dimi-nuzione del 34,2%, rispetto al 2000, in li-nea con la contrazione media delle aziende agricole. Sul totale delle aziende isolane, il 38,7% è costituito dal comparto ovino che, nonostante la contrazione del numero di aziende del 12,5%, rimane il settore trai-nante dell’economia zootecnica regionale, anche in termini di capi. Infatti, con oltre 3 milioni di ovini, incide per il 44,7% sul totale nazionale realizzando una crescita del 7,8% rispetto al dato del 5° censimento dell’agricoltura. Anche il comparto caprino riveste una certa importanza registrando, con le sue 2.634 aziende, un aumento del 15,2% dei capi allevati in Sardegna pari al 28,0% del bacino nazionale. Il confronto della numerosità dei capi per singola specie mette inoltre in evidenza una riduzione del numero dei suini (-12,5%) sintomo del-la crisi del settore.

Aziende CapiSpecie 2010 2000 Var.% 2010/2000 2010 2000 Var. % 2010/2000Bovini 7.852 8.685 -9,6 251.962 249.350 1,0Bufalini 11 8 37,5 696 984 -29,3Equini 3.695 4.492 -17,7 16.285 16.487 -1,2Ovini 12.669 14.478 -12,5 3.028.373 2.808.713 7,8Caprini 2.634 3.290 -19,9 241.315 209.487 15,2Suini 4.860 12.945 -62,5 169.752 193.947 -12,5Avicoli 789 4.897 -83,9 1.234.341 1.139.323 8,3Struzzi 16 48 -66,7 689 3.590 -80,8Conigli 143 837 -82,9 83.709 202.126 -58,6Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Numero di aziende con allevamenti e numero di capi per specie di bestiame, Sardegna

Aziende CapiSpecie Italia Sardegna % Sardegna/Italia Italia Sardegna % Sardegna/ItaliaBovini 124.210 7.852 6,3 5.592.700 251.962 4,5Bufalini 2.435 11 0,5 360.291 696 0,2Equini 45.363 3.695 8,1 219.159 16.285 7,4Ovini 51.096 12.669 24,8 6.782.179 3.028.373 44,7Caprini 22.759 2.634 11,6 861.942 241.315 28,0Suini 26.197 4.860 18,6 9.331.314 169.752 1,8Avicoli 23.953 789 3,3 167.512.019 1.234.341 0,7Struzzi 244 16 6,6 5.246 689 13,1Conigli 9.346 143 1,5 7.194.099 83.709 1,2Fonte: elaborazione dati ISTAT, 6° e 5° Censimento generale dell’agricoltura

Numero di aziende con allevamenti e numero di capi per specie di bestiame, 2010

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Analizzando le specie più rappresentative a livello provinciale, si nota che Sassari alleva il maggior numero di capi ovini con il 28,9% del totale, seguita da Nuoro con il

22,4%. È Oristano ad avere invece il pri-mato dell’allevamento di bovini e bufalini con il 25,3%. Sia i suini che i caprini sono presenti maggiormente nella provincia di

Cagliari, rappresentando rispettivamente il 31,7% ed il 27% del totale allevato.

Numero di capi di bestiame per specie e per provincia, 2010

Fonte: elaborazione dati ISTAT, 6° e 5° Censimento generale dell’agricoltura

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

bovini e bufalini ovini caprini suini

Cagliari

Carbonia-Iglesias

Nuoro

Ogliastra

Olbia-Tempio

Oristano

Medio campidano

Sassari

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lAvoro in AgricolturASecondo i dati del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura, la conduzione diretta da parte del proprietario resta il modello pre-valente di gestione aziendale, incentrato sia sulle caratteristiche dell’attività che sull’organizzazione strutturale. All’interno delle aziende sarde il lavoro è svolto per il 50,1% dal conduttore, per il 36,5% dal-la manodopera familiare e per il restante 13,4% da altra manodopera aziendale.Il modello familiare a conduzione diretta, riferita alla manodopera familiare, è sud-

diviso per il 57,8% dal conduttore, per il 20,8% dal coniuge del conduttore, per il 14,2% da altri familiari e per il 7,2% dai parenti del conduttore. La quota di lavoro riferibile ad altra manodopera aziendale è suddivisa in operai in forma continuativa per il 3,9%, operai in forma saltuaria per l’8,8% ed operai non assunti direttamente dall’azienda per il restante 0,7%.In rapporto alla dimensione nazionale, il lavoro del conduttore nelle aziende sarde rappresenta il 3,8% del totale in Italia, il

Sardegna Mezzogiorno Italia Sardegna/Italia (%)Conduttore 60.317 965.207 1.603.709 3,8Altra manodopera familiare 44.041 772.632 1.328.942 3,3Altra manodopera aziendale di cui:Operai in forma continuativa 4.732 73.371 163.145 2,9Operai in forma saltuaria 10.662 450.547 695.557 1,5Operai non assunti direttamente dall'azienda 790 56.515 79.401 1,0

Totale generale 120.542 2.318.272 3.870.754 3,1

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

Numero di persone presenti in agricoltura per categoria di manodopera aziendale, 2010

Ripartizione della manodopera familiare per categoria, Sardegna, 2010

Conduttore

Coniuge che lavora in azienda

Altri familiari che lavorano in azienda

Parenti del conduttore

57,8%

20,8%

14,2%

7,2%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

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3,3% è rappresentato dalla manodopera familiare, il 5,4% da altra manodopera aziendale. Rispetto al dato complessivo nazionale, l’occupazione regionale dei lavoratori di-pendenti costituisce il 2,9% degli operai in forma continuativa e l’1,5% degli operai in forma saltuaria.Per quanto riguarda le giornate di lavoro prestate dal conduttore, nelle aziende sar-de si osserva che costituiscono il 64,8% sul totale, quelle della manodopera familia-re il 26,1% e la restante parte, il 9,1%, da altra manodopera aziendale. Dal confronto con i dati nazionali emerge che nel Mezzo-giorno si effettuano il 50% del totale delle giornate a carico del solo conduttore, poco meno del 30% di quelle svolte dai familia-ri e circa il 20% di quelle svolte dall’altra manodopera; a livello regionale le giornate prestate dal conduttore costituiscono il 6,2% del totale a livello nazionale, quelle dei familiari e parenti il 4,2% ed, infine, quelle di altra manodopera il 2,3%.

Manodopera aziendale per tipologia d’impiego, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

13.432

Manodopera aziendale in forma continuativa

Italia163.145

695.557

4.732

10.662Sardegna

Manodopera aziendale in forma saltuaria

Sardegna Mezzogiorno Italia Sardegna/Italia (%)Conduttore 8.211.466 59.411.583 131.516.387 6,2

Familiari e parenti del conduttore 3.307.270 27.513.837 69.388.568 4,8

Altra manodopera aziendale 1.158.213 27.430.517 49.901.085 2,3

Totale generale 12.676.949 114.355.937 250.806.040 5,1

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

Numero di giornate di lavoro in agricoltura per categoria di manodopera aziendale, 2010

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Numero di giornate di lavoro in agricoltura per tipologia d’impiego, 2010

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

Numero di giornate di lavorodella manodopera aziendale in forma continuativa

Numero di giornate di lavorodella manodopera aziendale in forma saltuaria0

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

25.000.000

30.000.000

25.764.005

22.949.684

18.452.379

8.140.638

341.049800.597

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impiego degli immigrAti in AgricolturA Sulla base delle informazioni diffuse dal Mi-nistero degli Interni, in Sardegna nel 2010 sono presenti 15.040 stranieri soggiornan-ti a fronte di 12.088 dell’anno precedente (+19,6%), ripartiti quasi equamente tra la componente maschile e quella femminile (rispettivamente 7.618 e 7.422 unità).Circa la metà di essi vive e/o lavora nella provincia di Cagliari, nella quale si ha avu-to un aumento, rispetto al 2009, del 23%, risultando tra le vecchie province, quella con maggior afflusso. Seguono le province di Sassari con un 33% ed un aumento, ri-spetto all’anno precedente del 18,6%, e la provincia di Nuoro con l’11% di presenze ed un aumento del 10,6%. Chiude Oristano (6%) con un aumento di poco più dell’11%.Analizzando sinteticamente i dati raccolti attraverso l’indagine condotta dall’Istituto e secondo la vecchia ripartizione provin-ciale (Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari), si osserva che la provincia con il numero maggiore di stranieri occupati è quella di Sassari con il 46% del totale; segue Cagliari

(19%) e Nuoro (circa il 20%), infine Orista-no con il 15% del totale. La maggior parte dei lavoratori stranieri trova impiego nel settore zootecnico, in particolare nell’allevamento ovicaprino, principale attività del settore primario iso-lano. L’attività prevalente sono il governo della stalla e la mungitura. La crisi del comparto ovicaprino degli ulti-mi anni, il basso prezzo del latte e le più favorevoli condizioni normative per l’as-sunzione di operai stranieri hanno spinto molte aziende ad avvalersi delle prestazio-ni di una tipologia di personale tendenzial-mente retribuita a più basso costo rispetto alla manodopera comunitaria, in alcuni casi con una certa professionalità nell’utilizzo di mezzi meccanici e/o attrezzatura par-ticolare, in altri ancora con una capacità imprenditoriale nel coordinare le attività aziendali.Nel settore delle colture arboree vengono impiegati soprattutto nella fase di raccolta della frutta e in minor misura per le opera-

zioni colturali varie quali potatura, aratura e trattamenti fitosanitari con eventuale uti-lizzo di mezzi ed attrezzatura meccanica. Nel comparto orticolo, sia per le colture in pieno campo che per quelle protette, si trat-ta per lo più di lavoratori stagionali assunti per far fronte a periodi di intensa attività, in particolare durante la raccolta. Gli ope-rai stranieri vengono impiegati anche nel comparto florovivaistico e nel comparto forestale per i lavori di taglio e raccolta del sughero.Nelle attività connesse all’attività agricola, gli stranieri sono maggiormente occupati nell’agriturismo e per la trasformazione di prodotti agricoli.Gli occupati nell’attività agrituristica sono dediti principalmente alla preparazione delle pietanze, alla pulizia delle stanze, alla manutenzione ed altre attività.Nel settore lattiero caseario le fasi maggior-mente svolte da personale straniero sono la selezione e la movimentazione dei prodotti trasformati.

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La maggior parte degli stranieri proviene da paesi dell’Africa del nord (Marocco, Tu-nisia e Senegal in primis), di quella occiden-tale (Nigeria) e di quella orientale (Egitto). Inoltre si riscontra la presenza di persone provenienti dall’America Latina (Bolivia e Brasile) e dall’India. Sempre più consisten-te è anche l’affluenza di lavoratori dall’Eu-ropa dell’Est, in particolare dall’Albania e dalla Repubblica Moldava e da paesi comu-nitari quali la Romania e la Germania.La maggior parte degli stranieri trova im-piego oltre che nella zootecnia anche nel comparto orticolo e in quello frutticolo (in particolare marocchini e senegalesi). Signi-ficativa è la presenza di indiani dediti uni-camente all’allevamento dei bovini da carne e da latte. Nel settore florovivaistico è stata rilevata la presenza di un thailandese. Una nota a parte meritano i rumeni, la cui presenza nelle campagne sarde è sempre più consistente, dovuta, soprattutto, all’in-gresso di tale nazione nell’Unione Euro-pea. Risultano assai apprezzati per le loro

competenze, tant’è che alcuni di loro, come detto, rivestono ruoli di una certa respon-sabilità, coadiuvando l’allevatore nelle fasi di sorveglianza e controllo delle operazioni in campo. Alla base della richiesta di mano-dopera rumena vi è pure il fatto che talune mogli svolgono lavoro come badanti presso i familiari dell’imprenditore e/o presso al-tre famiglie. A questo proposito, le concrete possibilità di occupazione per più membri della famiglia spingono spesso l’operaio a richiedere un salario basso, inducendo con ciò un aumento della domanda da parte de-gli imprenditori agricoli.Il periodo dell’anno per il quale è richiesto il lavoro varia, ovviamente, a seconda del tipo di operazione. Nel comparto zootecni-co, a parte i salariati assunti con contratti annuali o a tempo indeterminato, le altre figure vengono impiegate preferibilmente per le operazioni di mungitura e tosatura delle pecore nella prima metà dell’anno e durante i mesi estivi per quanto riguarda la raccolta e la fienagione.

Nel settore ortofrutticolo, il periodo d’im-piego dipende dal tipo di attività svolta, se si tratta di raccolta o potatura.L’uso di stranieri, nell’agricoltura regiona-le, è rivolto a mansioni di poca professio-nalità, in quanto la difficoltà nel reperire manovalanza locale, spinge gli imprenditori a ricorrere alla manodopera straniera. Si tratta il più delle volte di persone non in possesso di titoli di studio o che hanno al massimo completato la scuola dell’obbligo, mentre è ridotto il numero di coloro che possono avvalersi di un diploma di scuola media superiore o della laurea. Alcuni di essi dispongono, comunque, di certificati che ne attestano le competenze come ope-rai specializzati, anche se non sempre con riferimento al settore primario. Tali operai, vengono comunque impiegati per mansioni a scarsa specializzazione. Secondo il rapporto “Immigrazione Dos-sier statistico 2010” redatto dalla Caritas/Migrantes, nonostante la crisi, i lavoratori stranieri occupati sono aumentati già dal-

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la fine del 2009, anno in cui l’occupazione complessiva è diminuita.L’aumento dell’occupazione è concentrata soprattutto nelle professioni non qualifica-te, molto spesso perché sottoinquadrati. I lavoratori stranieri, infatti, rivelano minori

difficoltà nel trovare nuove opportunità di inserimento occupazionale, dovuta ad una spiccata propensione o in alcuni casi spinti dalla necessità di adattarsi a qualsiasi pro-posta lavorativa, un’attitudine meno fre-quente tra la manodopera locale. Gli immi-

grati continuano a rispondere alla domanda di lavoro non soddisfatta dalla manodopera locale e spesso, tale situazione, relega i la-voratori stranieri ad attività a bassa spe-cializzazione, sottopagate e dequalificanti, rispetto al loro profilo professionale.

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multiFunzionAlitÀ AgricolA

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In Sardegna, la produzione totale netta di energia elettrica nel 2010 è pari a 13.147 GWh e rappresenta il 4,5% della produzio-

ne totale nazionale. Circa l‘87% è prodot-ta da impianti termoelettrici tradizionali, l’8% da impianti eolici, il 5% da impianti

idroelettrici e l’1% da impianti fotovoltaici. La produzione nazionale totale, invece, è suddivisa per il 76% di energia prodotta da

energie rinnovAbili

Produzione netta di energia elettrica, 2010 (GWh)

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000

Sardegna Italia

Idroelettrica

Termoelettrica tradizionale

Geotermoelettrica

Eolica

Fotovoltaica

Totale produzione netta

65553.795

11.395220.984

05.046

1.0239.047

731.874

13.147290.747

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impianti termoelettrici tradizionali, il 19% da impianti idroelettrici, il 3% da impianti eolici, il 2% da impianti fotovoltaici e la restante parte pari al 2% viene prodotta da impianti geotermici. Il consumo annuo di energia elettrica am-monta a 11.137,8 GWh, circa l’1% in meno rispetto al 2009. Analizzando i dati nel det-

Consumi per categoria di utilizzatori per provincia (mln KWh)

Agricoltura Industria Terziario Domestico 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010Cagliari 35,2 35,3 2.488,5 2.584,5 933,6 929,2 790,4 787,5

Carbonia-Iglesias 12 9,4 2.796,0 2.513,0 136,3 136 176 175,7

Medio Campidano 15,4 15,7 58,6 54,8 104,3 105,2 113,5 114

Nuoro 24,7 26,1 240,2 319,9 185,3 184,7 192,6 193,9

Ogliastra 7,3 7,8 27,7 26,6 63,1 64 62,5 63,9

Olbia Tempio 11,7 11 123,6 124 360,8 368,9 293,6 291

Oristano 59,5 56,7 103,1 103,2 181,7 181,2 199,1 197,3

Sassari 37,3 35,4 501,7 542,8 447,2 448,0 461,6 467,2

Totale 203 197,5 6.339,3 6.268,7 2.412,3 2.417,1 2.289,2 2.290,5

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

taglio si osserva che più della metà dell’e-nergia elettrica (56%) viene consumata dal settore industriale, segue il terziario con il 22%, il 20% viene consumata tra le mura domestiche ed infine il 2% viene consumato dal settore agricolo. Rispetto al 2009 l’unico settore che ha avuto un calo dei consumi è quello agricolo con appena lo

0,04% in meno.Le province che assorbono la maggior quan-tità di GWh sono la Provincia di Cagliari e Carbonia-Iglesias, rispettivamente con un consumo annuo di 4.336,5 e 2.834,1 GWh, dovuto soprattutto alla presenza degli in-sediamenti industriali di Macchiareddu (CA) e Portovesme (CI). Nel settore agrico-

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Fonte: elaborazioni su dati TERNA

2009

20100

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

2.417,12.412,3

6.268,76.339,3

197,5203

2.290,52.289,2

Agricoltura Industria Terziario Domestico

Consumi per categoria di utilizzatori, Sardegna (mln KWh)

Fonte: elaborazioni su dati ENEA, Atlante Biomasse

Producibilità di biogas ripartito per provincia

4,9%0,9% 2,9%

23,4%

29,2%

20,0%

16,3%

SassariNuoro

CagliariOristano

Olbia-TempioOgliastra

Medio CampidanoCarbonia-Iglesias

2,5%

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lo, la Provincia che nel 2010 ha assorbito la maggior quantità di energia elettrica è quella di Oristano con un consumo annuo di 56,7 GWh; a parità di consumo seguono le Province di Sassari e Cagliari con 35,4 GWh la prima e 35,3 GWh la seconda.Il consumo di energia per abitante è pari a 6.679 kWh, circa il 30% in più del consu-mo per abitante nazionale. Il bilancio ener-

getico regionale registra negli ultimi anni un’eccedenza attiva del 9% circa, dovuta soprattutto all’aumento della produzione di energie rinnovabili, in particolar modo dall’eolico e fotovoltaico. Dal 6° Censimen-to generale dell’Agricoltura risulta che il numero degli impianti fotovoltaici è passa-to da 7.630 (n. 557 dislocati nelle aziende agricole) nel 2000, pari a 101,6 MW di po-

tenza lorda, a 14.637 impianti pari a 403,2 MW nel 2010.Secondo i dati ENEA, ammonta a 65.000 tonnellate annue la potenzialità di sostan-za secca proveniente da boschi e arbori-coltura, mentre la producibilità regionale della filiera del biogas è pari a 115 milioni di Nm3 annui, di cui poco più del 50% sud-diviso tra le Province di Sassari e Nuoro.

Numero di impianti per la produzione di energia rinnovabile per provincia, 2010

Impianti per la produzione di energia eolica

Impianti per la produzione di

biomassa

Impianti per la produzione di biogas

Impianti per la produzione di energia solare

Impianti per la produzione di

idroenergia

impianti per la produzione di

altre fonti di energia rinnovabile

Sassari 9 1 1 126 - 12Nuoro 2 1 - 76 - 7Cagliari 3 5 2 133 - 13Oristano 3 - - 75 - 8Olbia-Tempio 3 1 - 31 2 8Ogliastra 2 1 1 89 - 4Medio Campidano 3 3 2 30 - 7Carbonia-Iglesias - - - 17 - 6Totale 25 12 6 577 2 65

Fonte: elaborazioni su dati TERNA

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prodotti A denominAzioneDenominazioni d’origine protettaCon le 239 denominazioni registrate, l’I-talia è leader europeo per prodotti rico-nosciuti e la Sardegna con i suoi prodotti incide per il 3% del paniere nazionale. Attualmente, in base al Regolamento CE n. 510 del 2006, i prodotti di qualità DOP e IGP della regione Sardegna sono sette. Il carciofo spinoso di Sardegna è tra gli ul-timi prodotti a ricevere il riconoscimento comunitario DOP. La Sardegna vanta il primo posto per il numero di produttori, circa il 20% sul tota-le nazionale, specializzati soprattutto nel settore lattiero-caseario. Nello specifico il 21% del totale dei produttori sardi si oc-cupa principalmente di carni, il 79% di for-maggi, lo 0,3% di olii extravergine di oliva. Nel confronto con il Mezzogiorno, il 91% dei produttori sardi primeggia tra i formag-gi DOP e l’85% nel settore carni. L’areale di ciascun prodotto riconosciuto, determinato dalla legislazione comunita-ria e nazionale, può comprendere uno o

Nota: un produttore può condurre uno o più allevamenti.Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000

Olii extravergined'oliva

Ortofrutta

Formaggi

Carni

19.891

3.840

50

16.499

2.033

32.432

13.122

11.997

6.287

3.790

3.219

Italia

Mezzogiorno

Sardegna

Numero di produttori per tipologia di prodotto DOP e IGP

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più comuni, le province o la regione nel complesso. I prodotti sardi iscritti nel regi-stro delle denominazioni di origine protet-te e delle indicazioni geografiche protette sono l’agnello di Sardegna (IGP), il fiore sardo (DOP), il pecorino romano (DOP), il pecorino sardo (DOP), l’olio di oliva di

Sardegna (DOP) e lo zafferano di Sardegna (DOP), mentre il carciofo spinoso di Sar-degna entrerà nel 2011 tra i prodotti DOP. L’areale di produzione si estende su tutto il territorio regionale ad eccezione dello zafferano, al quale è stata riconosciuta, per la sua coltivazione, la sola Provincia

del Medio Campidano e del pecorino ro-mano, per il quale, oltre alle Province di Cagliari, Nuoro e Sassari, concorrono alla sua produzione anche le regioni Lazio e Toscana, rispettivamente con le Province di Frosinone, Latina e Roma e la Provincia di Grosseto.

Numero di produttori e trasformatori DOP e IGP, ripartiti per provincia, 2010

Carni Formaggi Ortofrutta Olii extravergine d'oliva

Produttori Trasformatori Produttori Trasformatori Produttori Trasformatori Produttori Trasformatori

Sassari 682 4 3230 33 22 14

Nuoro 962 14 2537 46 4 2

Cagliari 449 4 2010 13 13 9

Oristano 575 1 2087 18 4 4

Olbia-Tempio 73 2 603 5 - -

Ogliastra 31 - 386 2 2 1

Medio Campidano 283 3 690 5 3 4

Carbonia-Iglesias 164 2 480 3 2 1

Sardegna 3219 30 11997 120 50 35

Note: un produttore può condurre uno o più allevamenti, un trasformatore può svolgere una o più attività di trasformazione.Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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I vini di qualità e i vini a indicazionegeografica tipica L’Isola vanta diverse denominazioni di ori-gine introdotte per rispondere all’esigenza di differenziare le numerose varietà di vi-tigni dalle diverse aree di produzione. In

Sardegna sono presenti 19 DOC, 1 DOCG e 15 IGT. A livello nazionale l’Isola rappre-senta circa il 4,7% della superficie vitata e l’1,6% della produzione di vino; sul terri-torio nazionale i vini sardi incidono per il 12,7% (IGT), 5,7% (DOC) e 1,5% (DOCG).

Nel 2010 la quantità di vino di qualità pro-dotta si è attestata quasi a 241.700 ettoli-tri di cui 134.700 circa tra DOC e DOCG e 107.000 ettolitri di IGT.

Sardegna: zona di produzione ed elenco dei vini DOC, DOCG ed IGT

Provincia DOC DOCG IGT

Cagliari Campidano di Terralba (1); Cannonau di Sardegna (2); Carignano del Sulcis; Girò di Cagliari; Malvasia di Cagliari (1); Monica di Cagliari (1); Monica di Sardegna (2); Moscato di Cagliari (1); Moscato di Sardegna (2); Nasco di Cagliari (1); Nuragus di Cagliari (3); Semidano di Sardegna (2); Vermentino di Sardegna (2)

Isola dei Nuraghi (2); Marmilla(1); Ogliastra (4); Parteolla; Sibiola; Trexenta; Valli di Porto Pino

Oristano Arborea; Mandrolisai (4); Vernaccia di Oristano

Planargia (4); Tharros; Valle del Tirso;

Nuoro Malvasia di Bosa Barbagia; Colli del Limbara (5); Provincia di Nuoro

Sassari Alghero; Moscato di Sorso-Sennori Vermentino di Gallura Nurra; Romangia;

(1) prodotto anche nella provincia di Oristano; (2) prodotto anche nelle province di Oristano, Nuoro, Sassari; (3) prodotto anche nelle province di Oristano e Nuoro; (4) prodotto anche nella provincia di Nuoro; (5) prodotto anche nella provincia di SassariFonte: MIPAAF - elenco vini DOCG, DOC e IGT (2010)

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Fonte: elaborazioni su dati del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

0 50 100 150 200 250 300 350

DOCG

DOC

IGT

70

329

12

109

1

59

19

118

Italia Mezzogiorno Sardegna

15

Numero di vini DOCG, DOC e IGT, 2010 Prodotti tradizionali e valorizzazionedelle tipicità localiI prodotti tradizionali si caratterizzano per metodologie di coltivazione, lavorazione e conservazione inscindibilmente legate agli usi e alle tradizioni del territorio. Il “pro-dotto tradizionale” è un marchio MIPAAF, diversamente normato dalle attestazioni DOP, IGP e STG; i prodotti agro-alimentari tradizionali della Sardegna iscritti nel regi-stro istituito presso il Ministero sono 172, pari al 4% circa dell’intero paniere italiano (4.512 prodotti, decreto ministeriale del 16 giugno 2010) ed all’11% del paniere delle regioni del Mezzogiorno (1.612 prodotti tipici). Le categorie che presentano un peso maggiore nel paniere della regione sarda sono i prodotti della panetteria e del-la pasticceria (39%), seguiti dai prodotti vegetali naturali o trasformati (20%), dai prodotti di origine animale (10%) ed infi-ne dai formaggi. Tra le specialità regionali le più conosciute sono “sa cordula” e “sa trattalia” per quanto riguarda le carni fre-

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sche e preparate, la bottarga di muggine e la “burrida” nella preparazione di pesci e molluschi, mentre tra i formaggi troviamo “su casu axiedu” e “su casu marzu”. Nei prodotti di pasticceria, panetteria e paste fresche vi sono un’infinità di prodotti tipici

tra i quali si ricordano il “pane carasau”, il “pane guttiau”, “su pistoccu”, i “mallored-dus”, tra i dolciumi si ricordano i “piric-chittus”, le “seadas” ed altri ancora. Infine, tra le bevande, i liquori ed i distillati tro-viamo il “file e ferru” ed il tradizionale mir-

to di Sardegna. Tra gli strumenti regionali utili per valorizzare e promuovere le pro-duzioni agro-alimentari locali, si segnala la legge regionale n. 268 del 27 luglio 1999 che disciplina le strade del vino e dei pro-dotti agro-alimentari tipici e tradizionali.

Fonte: elaborazioni sull’Elenco nazionale dei prodotti agro-alimentari tradizionali del MIPAAF, X revisione (2010)

Bevande analcoliche, distillati e liquori

Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

Condimenti

Formaggi

Grassi (burro, margarina, oli)

Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Preparazione di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi

Prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero caseari di vario tipo, escluso il burro)

20%

39%

8%

8%4%

9%

1%

1,0%

10%

Prodotti agro-alimentari tradizionali della Sardegna per categoria

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AgricolturA biologicANel 2010 l’agricoltura biologica nazio-nale ha interessato una superficie pari a 1.113.742 ettari, con un incremento rispet-to all’anno precedente dello 0,6% circa. Al contrario, si è ridotto il numero di operato-ri nel settore che sono passati dai 48.509 del 2009 ai 47.663 nel 2010, con una ridu-zione dell’1,7%. Analizzando un orizzonte temporale più esteso, è possibile evidenziare che la cre-scita nazionale degli operatori segue di pari passo quella delle superfici nel decen-nio 1990-2001, anno che segna il valore massimo sia in termini di SAU che di azien-de. Tra il 2002 e il 2004, invece, si avvia un nuovo trend decrescente, e dal 2005 inizia a delinearsi l’andamento contrap-posto tra superficie e operatori registrato anche per il 2010. In Sardegna, in contrasto con l’andamento a livello nazionale, il numero di operatori è aumentato del 46,9%, facendo registrare l’incremento percentuale più elevato tra le regioni italiane. In particolare, è aumenta- Fonte: Elaborazione su dati SINAB

Operatori Biologici 2010

Produttori

Preparatori

Produttori/preparatori

Totale

3% 3%

94%

1.862

66

57

1.985

Fonte: Elaborazione su dati SINAB

Ripartizione della superficie agricola certificata in biologico, 2010

Altre colture

Cereali

Foraggio e altri seminativi

Vite

Olivo

Prati permanenti (prati e pascoli)

16%

1%2%67%

7%7%

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to il numero dei produttori (+51,0%) e dei produttori/preparatori (+14,0%), mentre sono risultati in calo i preparatori (-2,9%). La tipologia di operatori presenti in Sarde-gna è tipica dell’area meridionale in cui si concentra la quasi totalità dei produttori.La variazione positiva degli operatori è stata accompagnata da un significativo in-cremento della superficie impiegata con il metodo biologico (il 43,7% delle superfici in più rispetto al 2009) che colloca la Sar-

degna al 3° posto all’interno del quadro na-zionale, con una superficie impiegata pari a 117.657 Ha, che rappresentano l’11% circa della SAU biologica nazionale.Le aziende agricole condotte con metodo biologico nel 2010 sono 1.985 e rappre-sentano il 4,2% delle aziende biologiche italiane. Le superfici coltivate con metodi biologici occupano solo il 10,2% della SAU totale regionale ed i principali orientamen-ti produttivi sono rappresentati da prati

e pascoli (il 67,4% della superficie biolo-gica sarda), da foraggio e altri seminativi (15,8%) che insieme coprono l’83,2% della SAU biologica regionale, seguiti dai cereali (6,6%), vite e olivo (3,2%). Questi dati risultano in linea con gli orientamen-ti produttivi non biologici ed evidenziano anch’essi la vocazione della regione per la pastorizia, l’allevamento e le attività ad esse collegate.

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Ambiente e territorioRete Ecologica Regionale La regione Sardegna possiede un notevole patrimonio naturale, contraddistinto da una varietà di ambienti e paesaggi e da una grande diversità di specie e di ecosi-stemi naturali e seminaturali.La maggior parte di questo patrimonio è

stato inserito, per fini di tutela, nella “Rete Ecologica regionale” che comprende il si-stema di aree naturali protette, terrestri e marine, istituite con leggi nazionali e re-gionali, e i siti di interesse comunitario, in-dividuati ai sensi della normativa europea (Direttive “Uccelli” e “Habitat”) per la pre-

senza di avifauna (Zone di Protezione Spe-ciale) e di specie animali e vegetali (SIC).In particolare, il sistema di aree natu-rali protette istituite ai sensi delle leggi nazionali n. 394/1991 e n. 979/1982, e della L.R. n. 31/1989, comprende 2 Parchi nazionali (La Maddalena e l’Asinara) con

Zone di Protezione Speciale (ZPS)

ZOne DI PrOTeZIOne SPeCIAle (ZPS) - AreAlI A COInCIDenZA TOTAle COn SICZone di Protezione Speciale (ZPS) Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

con piano di gestione approvatoCodice Denominazione Comuni Area [Ha] Codice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB010001 Isola Asinara Porto Torres 9.669,22 ITB010001 Isola Asinara Porto Torres 9.669,22

ITB010008 Arcipelago La Maddalena Arzachena, La Maddalena 20.955,74 ITB010008 Arcipelago La Maddalena Arzachena 20.955,74

La Maddalena

ITB022212 Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei - Su Sercone

Dorgali, Oliena, Orgosolo, 23.473,56 ITB022212 Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei - Su Sercone

Dorgali, Oliena, Orgosolo, Urzulei (tranne Talana)

23.473,56

Urzulei, Talana

ITB030039 Isola Mal di Ventre Cabras 374,74 ITB030039 Isola Mal di Ventre Cabras 374,74

ITB040026 Isola del Toro Sant’Antioco 62,69 ITB040026 Isola del Toro Sant’Antioco 62,69

ITB040081 Isola della Vacca Sant’Antioco 59,98 ITB040081 Isola della Vacca Sant’Antioco 59,98

>> segue

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Zone di Protezione Speciale (ZPS) >> segue

ZOne DI PrOTeZIOne SPeCIAle (ZPS) - AreAlI A COInCIDenZA PArZIAle COn SICZone di Protezione Speciale (ZPS) Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

con piano di gestione approvatoCodice Denominazione Comuni Area [Ha] Codice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB013018 Capo Figari, Cala Sabina,

Punta Canigione e Isola Figarolo

Golfo Aranci 4054,23 ITB010009 Capo Figari e Isola Figarolo Golfo Aranci 850,88

ITB013019 Isole del Nord - Est tra Capo Ceraso e Stagno di San Teodoro

Loiri Porto San Paolo, Olbia, San Teodoro

18.193,60 ITB010010 Isole Tavolara, Molara e Molarotto

Olbia 3.763,55

ITB010011 Stagno di San Teodoro San Teodoro 816,27

ITB013044 Capo Caccia Alghero 4183,56 ITB010042 Capo Caccia e Isola del Giglio Alghero

ITB043055 Monte dei Sette Fratelli Burcei, Castiadas, Dolianova, Maracalagonis, San Nicolò Gerrei, San Vito, Sinnai, Villasalto

40.473,93 ITB042241 Riu S. Barzolu Sinnai 283,66

ITB041106 Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus

San Vito, Castiadas, Sinnai, Maracalagonis (tranne Burcei)

9.289,50

estensione di circa 84.000 ettari; 5 Aree Naturali Marine protette (Penisola del Si-nis-Isola del Mal di Ventre, Tavolara-Punta Coda Cavallo, Capo Carbonara, Isola dell’A-sinara e Capo Caccia- Isola Piana) con estensione pari a 85.264 ettari e 2 Parchi Naturali regionali (Molentargius e Porto

Conte) che ricoprono circa 5.200 ettari.La Rete Natura 2000 è costituita da 92 SIC, di cui 85 con piano di gestione appro-vato, aventi una superficie complessiva di 427.524 ettari ed una superficie a terra di circa 363.800 ettari e 37 ZPS desi-gnate, con una superficie complessiva di

295.903 ha. La gran parte della superficie delle aree ZPS è inclusa all’interno delle aree SIC, per cui esiste un’ampia sovrapposizione tra le due tipologie. Complessivamente le aree Natura 2000 interessano il 15% del territorio regionale ed in particolare la

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ZOne DI PrOTeZIOne SPeCIAle (ZPS) - AreAlI A COInCIDenZA PArZIAle COn SICZone di Protezione Speciale (ZPS) Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

con piano di gestione approvatoCodice Denominazione Comuni Area [Ha] Codice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB043027 Isola dei Cavoli Villasimius 172,7 ITB040020 Isola dei Cavoli, Serpentara e

Punta MolentisVillasimius 3.427,28

ITB043026 Isola Serpentara Villasimius 133,75

ITB043028 Capo Carbonara We stagno di Notteri - Punta Molentis

Villasimius 867,44

ITB043035 Costa e Entroterra tra Punta Cannoni e Punta delle Oche - Isola di San Pietro

Carloforte 1910,66 ITB040027 Isola di San Pietro Carloforte 9.274,62

ITB044009 Foresta di Monte Arcosu Assemini, Siliqua, Uta 3132,07 ITB041105 Foresta di Monte Arcosu Decimomannu, Villaspeciosa, Nuxis, Santadi, Teulada, Domus de Maria, Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Uta, Siliqua, Assemini, Capoterra

30.352,68

ITB013011 Isola Piana di Porto Torres Porto Torres 399,48 ITB010082 Isola Piana Porto Torres 509,98

Zone di Protezione Speciale (ZPS) >> segue

distribuzione dell’uso e la copertura del suolo in queste aree mostrano una forte predominanza delle aree forestali in senso lato (74%), di cui circa il 47% di aree bo-scate vere e proprie, rispetto all’uso agri-

colo (16%) e agropastorale (24%).Nei siti della Rete Natura 2000 della Sar-degna sono segnalate 54 diverse tipologie di habitat incluse nell’allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE.

Inoltre, la Sardegna presenta la maggiore superficie marina protetta ed è la regione italiana, dopo l’Emilia Romagna, a proteg-gere la maggior superficie di zone umide d’importanza internazionale.

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ZOne DI PrOTeZIOne SPeCIAle (ZPS) - AreAlI A COInCIDenZA PArZIAle COn SICZone di Protezione Speciale (ZPS) Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

con piano di gestione approvatoCodice Denominazione Comuni Area [Ha] Codice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB013012 Stagno di Pilo, Casaraccio e

Saline di StintinoSassari, Stintino 1287,39 ITB010002 Stagno di Pilo e di Casaraccio Stintino, Sassari 1.878,95

ITB023050 Piana di Semestene, Bonorva, Macomer e Bortigali

Bolotana, Bonorva, Bortigali,Macomer, Pozzomaggiore,Semestene, Silanus, Sindia

19604,26 ITB011102 Catena del Marghine e del Goceano

Bultei, Anela, Bono, Bottida, Burgos, Esporlatu, Illorai, Bolotana, Leì, Silanus (tranne Bortigali)

14.983,52

ITB021101 Altopiano di Campeda Macomer (tranne Bortigali e Sindia)

4.667,60

ITB034001 Stagno di S’Ena Arrubia Arborea 298,03 ITB030016 Stagno di S’Ena Arrubia e territori limitrofi

Arborea, Santa Giusta 279,06

ITB034004 Corru S’Ittiri, stagno di S. Giovanni e Marceddì

Arborea, Arbus, Guspini, Terralba

2652,19 ITB030032 Stagno di Corru S’Ittiri Arborea, Terralba, Guspini, Arbus

5.698,68

ITB034005 Stagno di Pauli Majori Palmas Arborea, Santa Giusta 289,38 ITB030033 Stagno di Pauli Maiori di Oristano

Santa Giusta, Palmas Arborea 384,59

ITB034006 Stagno di Mistras Cabras 702,33 ITB030034 Stagno di Mistras di Oristano Oristano, Cabras 1.614,00

ITB034007 Stagno di Sale E’ Porcus San Vero Milis 473,07 ITB030035 Stagno di Sale ‘e Porcus San Vero Milis, Riola Sardo 696,84

ITB034008 Stagno di Cabras Cabras, Nurachi, Riola Sardo 3616,82 ITB030036 Stagno di Cabras Cabras, Riola Sardo, Nurachi 4.805,72

ITB043025 Stagni di Colostrai Muravera, San Vito 1917,56 ITB040019 Stagni di Colostrai e delle Saline

Muravera 1.150,97

Zone di Protezione Speciale (ZPS) >> segue

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ZOne DI PrOTeZIOne SPeCIAle (ZPS) - AreAlI A COInCIDenZA PArZIAle COn SICZone di Protezione Speciale (ZPS) Siti di Importanza Comunitaria (SIC)

con piano di gestione approvatoCodice Denominazione Comuni Area [Ha] Codice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB043032 Isola di Sant’Antioco, Capo

SperoneSant’Antioco 1784,63 ITB042220 Serra is Tres Portus

(Sant’Antioco)Sant’Antioco 257,98

ITB023037 Costa e Entroterra di Bosa, Suni e Montresta

Bosa, Montresta, Suni 8222,15 ITB020041 Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone

Alghero, Bosa, Montresta, Monteleone Rocca Doria, Romana, Padria, Villanova Monteleone

29.633,90

ZPS CHe nOn SI SOVrAPPOnGOnO In AlCUn MODO AD Aree SICCodice Denominazione Comuni Area [Ha]ITB023049 Monte Ortobene Nuoro 2158,84

ITB023051 Altopiano di Abbasanta Aidomaggiore, Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, Lei, Noragugume, Sedilo, Silanus

20115,02

ITB033036 Costa di Cuglieri Cuglieri, Tresnuraghes 2845,07

ITB043054 Campidano Centrale Guspini 1563,93

ITB043056 Giara di Siddi Gonnoscodina, Gonnostramatza, Pauli Arbarei, Siddi, Ussaramanna

960,19

Fonte: Dati Ministero dell’ambiente – RAS Assessorato Ambiente.

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utilizzo dei prodotti chimiciLa valorizzazione delle produzioni agricole e di qualità, l’adozione di nuove strategie di difesa delle colture attraverso l’adozio-ne di tecniche agricole a basso impatto ambientale, l’interesse per la crescente attenzione da parte dell’opinione pubbli-ca e delle istituzioni verso la salute e la salvaguardia dell’ambiente hanno portato ad una graduale riduzione dei prodotti fito-sanitari; infatti, la quantità distribuita nel 2010 è calata, a livello nazionale, del 2,4% rispetto al 2009.Nel 2010 il dato a livello regionale (-11%) mostra una forte riduzione, rispetto al 2009, dell’uso dei fungicidi (-20%), mentre si denota un sensibile aumento di alcuni prodotti chimici quali erbicidi (+8%), in-setticidi e acaricidi (+3%) ed un modera-to aumento dei prodotti raggruppati nella categoria vari (12%), quali fitoregolatori, fumiganti, molluschicidi. Questo trend, escluso quello dei prodotti vari, è coerente con il dato nazionale in cui tengono soltanto gli erbicidi e gli insettici- Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

15

10

5

0

-5

-10

-15

-20

-25

Fungicidi

Insetticidie acaricidi

Erbicidi Vari

Totale

Variazione 09-10

Variazione utilizzo prodotti fitosanitari 2009-2010

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di, con un moderato incremento (rispetti-vamente del 9,5% e 2,2%), mentre i fungi-cidi si riducono del 7,4% e i vari del 3,8%.Da un’analisi per provincia sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari risulta che la provin-cia di Cagliari concentra il 63% del totale regionale, seguono le province di Oristano

(14%), Sassari (12%) e Nuoro (5%). Le province di Carbonia-Iglesias, Olbia-Tem-pio, Ogliastra e Medio Campidano insieme non raggiungono neanche il 6% di utilizzo totale di tali prodotti.Nel 2010 le trappole in Sardegna, utilizzate sia per il monitoraggio che per segnalare

la riproduzione degli insetti dannosi alle colture, si attestano a 31.710 unità, che rappresenta un calo del 12,5% rispetto al 2009, in linea con il dato nazionale, che vede una moderata diminuzione (15,6%).

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gestione delle risorse idricheL’unico settore che in Sardegna presenta limitazioni significative nell’assegnazione della risorsa idrica è proprio quello agricolo che, con le disponibilità e gli attuali ordi-namenti colturali, può sviluppare l’irriga-zione su circa il 30% delle aree attrezzate. Per gli altri settori, civile ed industriale, è, invece, programmata nel breve periodo la riduzione dei prelievi. Il fenomeno delle flut-

tuazioni climatiche determina il problema della non stazionarietà del bilancio idrico tra risorse effettivamente disponibili e fab-bisogni potenziali influenzando di fatto, in maniera considerevole, i prelievi. La gestione del complesso sistema irriguo regionale, a seguito dell’applicazione della Legge Regionale n. 19/2006 che ha intro-dotto il concetto di “sistema idrico multiset-

toriale”, è stato affidato all’Enas (Ente Ac-que della Sardegna) ente strumentale della Regione Sardegna, che produce e consegna l’acqua per i diversi usi (potabile, irriguo e industriale) ai grandi utenti regionali, in particolare ai 9 Consorzi di Bonifica.Nel complesso la rete idrica regionale è costituita da 58 nodi di risorsa principali, di cui 24 traverse e 34 serbatoi di regola-

Enti irrigui e relative superfici, 2009

Superficie (Ha) Volume erogato (m3) Indici

enTI IrrIGUI Amministrativa Irrigabile Irrigata Dato CB Dato enAS sup.att/ sup.amm. sup.irr/ sup.att.C. di B. del Cixerri 24.903 8.106 1.680 4.800.000 8.240.591 32,6 20,7C. di B. del Nord Sardegna 94.528 18.860 15.410.713 20 -C. di B. della Gallura 193.812 5.583 3.200 23.000.000 22.667.124 2,9 57,3C. di B. della Nurra 83.574 27.607 4.608 31.058.175 33 16,7C. di B. della Sardegna Centrale 92.773 15.762 7.500 47.533.442 39.577.190 17 47,6C. di B. della Sardegna Meridionale 285.440 60.083 13.310 74.401.460,00 75.494.591 21 22,2C. di B. dell'Ogliastra 30.846 6.533 8.493.147 21,2 -C. di B. dell'Oristanese 85.363 36.384 15.870 128.477.040 128.477.040 42,6 43,6Totale 938.109 185.916 47.018 283.711.942 335.048.249 19,82 25,3

Fonte: ENAS

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zione, con capacità complessiva attuale di circa 1,9 miliardi di m³. I centri di domanda servono una popolazione di 1,6 milioni di abitanti, circa 180.000 Ha attrezzati per l’irrigazione e 11 zone industriali. Tale sistema, basato sull’utilizzazione delle ri-sorse superficiali, rende disponibili circa il 75% del potenziale idrico oggi utilizzato in Sardegna. In misura minore vengono sfrut-tati bacini sotterranei e non convenzionali. Sono proprio questi ultimi, rappresentate principalmente dalle acque reflue recupera-te, che possono contribuire in maniera si-gnificativa alla riduzione dei prelievi idrici superficiali.Gli enti irrigui regionali amministrano il 39% dell’intero territorio della Sardegna e hanno servito nel 2009 il 25% della super-ficie irrigabile (attrezzata), seppure con in-tensità differenti. In particolar modo il con-sorzio di bonifica della Gallura ha irrigato il 57% della superficie irrigabile, sebbene ri-sulti ancora una porzione minima rispetto alla superficie amministrativa di competen-

za che è seconda per estensione solo al con-sorzio della Sardegna Meridionale. Quest’ul-timo, infatti, amministra ben 285.440 Ha, il 30% della superficie gestita dai consorzi e assicura l’approvvigionamento per il 22% circa della superficie attrezzata. Il consor-zio di bonifica dell’Oristanese, irrigando 15.870 Ha, fornisce l’acqua al 43,6% della superficie attrezzata. Anche in termini di volume erogato, il consorzio dell’oristanese risulta quello che canalizza il più elevato numero di metri cubi (sia secondo il dato dei consorzi che di quello Enas), seguono quello della Sardegna meridionale e della Sardegna centrale.Ai consorzi di bonifica si aggiungono le quattro utenze dirette dell’Enas. Tra que-ste l’ONC canalizza il più elevato volume d’acqua, per un totale di 341.870.783 m3 effettivamente erogati nel 2009 dall’ente gestore.Per il 2010 si prevede un volume irriguo di 368.226.278 m3 d’acqua, il 7,7% in più rispetto all’anno precedente. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Volume Erogato - ENAS (2009)

0

1.000.000

2.000.000

3.000.000

4.000.000

5.000.000

ONC Isili Nord Valle deiGiunchi

Altre irrigueutente finale

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AgriturismoIl settore agrituristico in Sardegna conti-nua anche nel 2010 la sua espansione. Nel corso dell’anno sono state rilasciate 57 nuove autorizzazioni a fronte di 32 attività che hanno cessato di operare per un saldo finale comunque positivo pari a 25 nuove strutture. Nel Dicembre 2010 le aziende agrituristi-che operanti in Sardegna erano 800 con un aumento del 3% rispetto all’anno pre-cedente. Gli agriturismi sardi costituiscono il 19% rispetto al totale delle aziende pre-senti nel Mezzogiorno ed il 4% rispetto al totale nazionale. La crescita del settore è confermata an-che in termini di posti letto che arrivano a 6.042 nel 2010 a cui si aggiungono 1.142 piazzole di sosta. Nel 2007 i posti letto am-montavano a 5.338 diventando 5.667 nel 2008. Allo stato attuale la media di posti letto per azienda autorizzata all’alloggio è pari a 10 (12,4 è il valore medio calcolato a livello nazionale).In merito alla distribuzione territoriale, le

Province 2009 2010Var%

2010/2009

Sassari 142 149 5%

Nuoro 140 143 2%

Cagliari 108 113 5%

Oristano 116 119 3%

Olbia-Tempio 155 160 3%

Ogliastra 29 31 7%

Medio Campidano 41 42 2%

Carbonia-Iglesias 44 43 -2%

Totale 775 800 3%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, 6° Censimento generale dell’agricoltura

Numero di aziende agrituristiche in dettaglio per provincia

aziende isolane non sono uniformemente distribuite sul territorio, ma si concentrano prevalentemente in collina (63% del totale regionale). In pianura si trova il 26% degli agriturismi ed, infine, una quota di circa l’11% è collocato in montagna. Tali valori contrastano con la distribuzione nazionale caratterizzata da una maggiore uniformità con il 52% delle aziende in collina e con il 15% e 33% rispettivamente in pianura e montagna. In ambito provinciale, le aziende agrituri-stiche si localizzano maggiormente nella provincia di Olbia-Tempio e Sassari rappre-sentando rispettivamente il 20% e il 19% del totale regionale. Seguono le province di Nuoro, con il 18%, Oristano (15%) e Ca-gliari (14%). La minor presenza di agritu-rismi si colloca nella province di Carbonia-Iglesias (5%), Medio Campidano (5%) ed Ogliastra (4%). Molteplici le tipologie di servizi offerti an-che se l’attività preponderante è sempre rappresentata dalla ristorazione, praticata

da 655 aziende, a cui è spesso abbinata la possibilità di alloggiare (sono 470 le azien-de che garantiscono alloggio e ristorazio-ne) o di svolgere altre attività (162 sono le aziende che forniscono ristorazione ed altre attività).

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Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Ripartizione delle aziende agrituristiche per provincia, 2010

Sassari

Nuoro

Cagliari

Oristano

Olbia-Tempio

Ogliastra

Medio Campidano

Carbonia-Iglesias

14%15%

20%

4%

18%

19%5% 5%

Nota: un azienda può essere autorizzata all’esercizio di una o più tipologie di attività agrituristiche.Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000

Mezzogiorno

Italia

Sardegna

1.833

2.695

288

3.161

5.810

7.200

1.425

9.914

162

470

155

655

Ristorazione e altre attività

Ristorazione e alloggio

Sola ristorazione

Totale aziende autorizzate

Numero di aziende agrituristiche autorizzate alla ristorazione e altre attività, 2010

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Contrariamente al panorama nazionale, l’autorizzazione alle attività di degustazio-ne non è prevista per la regione Sardegna così come per la provincia di Bolzano e le regioni Liguria ed Emilia Romagna.Tra le altre attività di maggior interesse praticate dalle 186 aziende autorizzate sono sicuramente da evidenziare le escur-sioni e l’equitazione, oltre alle varie attivi-tà sportive. Infine, la presenza femminile nella gestio-ne delle strutture agrituristiche isolane è in linea con il dato nazionale. Poco più del 34% delle aziende è gestito da donne in au-mento del 2% rispetto all’anno precedente. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

0 3.000 6.000 9.000 12.000 15.000

Mezzogiorno

Italia

Sardegna

1.599

6.706

2.438

526

13.125

Donne

Uomini

269

Numero di aziende agrituristiche condotte per sesso, 2010

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AgricolturA ed emissione dei gAs serrANel 2006, il livello regionale sulle emissio-ni di anidride carbonica stimato da ENEA, rappresenta il 4% del totale nazionale, con 16813 Kt registrati. Tale valore è su-periore del 16% rispetto al 1990, anno di riferimento per i vincoli di riduzione delle emissioni. Il contributo maggiore all’emis-sione di CO2 è dato dal settore energia al quale è attribuita la quota del 51% del to-tale prodotto. Segue il settore dei trasporti

con il 26%. L’agricoltura ricopre un ruolo marginale con soli 251 Kt di CO2 emesse, con un impatto pari all’1% del totale re-gionale segnando comunque un aumento del 24% rispetto a quanto registrato nel 1990. Questo dato va in controtendenza con quello nazionale che registra invece, nello stesso arco temporale, una contrazio-ne dell’8%.

1990 2000 2005 2006Var. %

1990-2006Var. %

2005-2006

Sardegna 14.496 15.724 16.078 16.813 16,0 4,6

Italia 411.895 442.673 465.262 464.179 12,7 -0,2

Fonte: elaborazioni su dati ENEA

Emissioni CO2 totali

Fonte: elaborazioni su dati ENEA

Emissioni di CO2 per settori, Sardegna, 2006

Energia

Trasporti

Civile

Industria

Agricoltura

8%

24%

16%

51%

1%

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96

Fonte: elaborazioni su dati ISPRA

-50

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

50

60 Sassari

Nuoro

Cagliari

Oristano

Ossid

i di a

zoto

(NO+

NO2)

Comp

osti o

rganic

i vola

tilino

n meta

nici

Metan

o

Mono

ssido

di ca

rbonio

Protos

sido d

i azo

to

Ammo

niaca

Partic

olato

(< 1

0 mi

cron)

Partic

olato

(< 2

.5 m

icron

)

Inquinanti principali per provincia nel settore agricoltura (Var. % 2005-1990)

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politicA AgricolA

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lA legislAzione regionAle in mAteriA AgricolASimilmente a quanto accaduto negli ultimi anni, anche il 2010 si caratterizza per una limitata legiferazione e di contro per un elevato ricorso alla normazione di livello secondario: regolamenti di attuazione per il dettaglio di norme regionali o di norme comunitarie, deliberazioni del consiglio per l’approvazione di piani o di programmi di carattere generale e determinazioni di Giunta per l’approvazione di programmi o per il dettato di linee a carattere operativo.In definitiva nel corso del 2010 le leggi pro-dotte dalla Regione in materia agricola sono sostanzialmente due. La prima, la L.R. n.1 del 19 gennaio 2010, nasce dalla sentita necessità per l’Amministrazione regionale di orientare i consumi, stimolando scelte in-formate e consapevoli dei prodotti di quali-tà, tipici, tradizionali e locali, attraverso po-litiche che aumentino la comprensione delle relazioni esistenti tra i sistemi produttivi, i consumi alimentari e l’ambiente. Tutto in una prospettiva di sviluppo sostenibile, di tutela e di valorizzazione delle produzioni

di qualità sarde che rinsaldi il legame dei produttori con il loro territorio, intrapren-dendo azioni integrate e coinvolgendo tutti i soggetti che ruotano intorno al sistema alimentazione, soprattutto nel settore del-la ristorazione collettiva e agrituristica. L’art.1 promuove l’incremento dell’offerta dei prodotti agricoli regionali nell’ambito della ristorazione collettiva, dell’attività agrituristica e del turismo rurale; inol-tre tutela l’informazione dei consumatori sull’origine e le specificità dei prodotti agri-coli e agroalimentari locali ed il consumo di alimenti privi di organismi geneticamente modificati (OGM). All’art 3 si riportano le modifiche alla legge regionale 23 giugno 1998, n. 18 (Nuove norme per l’esercizio dell’agriturismo e del turismo rurale), isti-tuendo l’elenco delle aziende agrituristiche costituito dai produttori e dai trasformatori operanti nel territorio regionale che mani-festano l’interesse a fornire tali prodotti. Con la Deliberazione del 30 marzo 2010, n. 13/13 e la successiva Deliberazione del

15 maggio 2010 n. 18/1 si approvano le direttive relative all’istituzione dell’Elenco regionale dei fornitori delle aziende agritu-ristiche di cui all’art. 3 della suddetta legge.La seconda è la L.R. n. 15 del 17 novembre 2010 che reca disposizioni importanti in materia di agricoltura, a sostegno dell’in-tero comparto agricolo e zootecnico per il periodo 2010-2013.L’intervento principale è finalizzato a favo-rire il settore ovicaprino (art.1) al fine di aggregare l’offerta e di favorire l’adozione del pagamento del latte a qualità. Si preve-de, inoltre, l’intervento a tutela del settore bovino attraverso l’erogazione di inden-nizzi per la mancata movimentazione e sull’intero comparto agricolo, agendo verso il miglioramento dell’offerta produttiva. La legge si occupa dell’abbattimento dei costi di produzione e di acquisto dei fattori extra-aziendali. Con la proposta di legge n. 115 del 10 febbraio 2010, si affronta il tema dell’uso delle fonti di energia rinnovabili da parte

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del sistema economico regionale con par-ticolare riferimento al settore agricolo ed agro-alimentare. L’obiettivo primario è quello di creare un sistema di piccoli e medi impianti, che possano promuovere lo svilup-po delle attività finalizzate alle produzioni agricole e che consentano il coinvolgimento di un più elevato numero di soggetti econo-mici locali. Anche la successiva proposta di legge n. 138 del 23 marzo ha lo scopo di disciplinare e promuovere l’utilizzo del-le fonti rinnovabili nel settore agricolo e agro-alimentare e informare gli utenti finali sull’utilizzo razionale della energia da fonti rinnovabili.La proposta di legge n. 174 del 16 giu-gno 2010 vuole fornire alla Regione uno strumento legislativo adeguato alla tutela, salvaguardia e valorizzazione dell’agrobio-diversità, costituita dalle razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale. La suddetta proposta di legge considera e adotta gli obiettivi generali della Convenzione delle Nazioni Unite sulla

diversità biologica (United Nations conven-tion on biological diversity - CBD); inoltre fa proprie le strategie indicate dall’evoluzione della Politica Agricola Comune (PAC) e in particolare dalle disposizioni in materia di sviluppo delle zone rurali.

a) Predisposizione Programma di Svilup-po Rurale per il periodo 2007/2013 ai sen-si del Reg. (CE) 1698/2005 e successiviNel Decreto del 19 gennaio 2010, n. 198/DecA/1 sono adottate le disposizioni per l’aumento delle risorse finanziarie ancora disponibili sulla misura 121. Tale quota è riservata ai giovani agricoltori beneficiari del premio di primo insediamento ai sensi della misura 112. Con il successivo Decre-to del 12 febbraio 2010 n. 444/DecA/14, considerate le numerose domande di aiuto pervenute nella prima sottofase, è stata aumentata la dotazione finanziaria relativa alla seconda sottofase del bando.Con il Decreto del 18 marzo 2010 n. 794/Dec.A/26 si sono definite le disposizioni

per l’attuazione delle misure 211 e 212 per l’annualità 2010, stabilendo i requisiti di ammissibilità ed i parametri da rispettare. Il Decreto del 7 aprile 2010 n. 949/DecA/38 individua le disposizioni per l’attuazione della Misura 214 “Pagamenti Agroambientali”, Azioni 214/1 Agricoltura Biologica, 214/2 Difesa del suolo, 214/4 Tutela dell’Agrobiodiversità – Intervento 2 Razze minacciate di abbandono, 214/6 Produzione Integrata, 214/7 Tutela dell’ha-bitat della gallina prataiola.La misura 123 del PSR, relativa all’accre-scimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, con il Decreto del 13 aprile 2010 n. 955/DecA/39, vede la ri-modulazione delle somme a disposizione in favore dell’azione 1 (Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agrico-li) rispetto all’azione 2 (Trasformazione e commercializzazione dei prodotti foresta-li); con tale decreto si stanziano, inoltre, le risorse finanziarie non utilizzabili per l’Azione 2 della misura 123 destinate al

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finanziamento delle domande dell’Azione 1 della stessa misura.Il Decreto del 18 giugno 2010 n. 1557/DecA/61 regola le norme di attuazione della misura 125 del PSR 2007/2013. La misura è indirizzata all’adeguamento e realizzazione delle infrastrutture rurali in zona classificata come agricola o di salva-guardia, con riferimento in questo caso alle zone boschive.Gli interventi specifici ammissibili e quelli non ammissibili, l’intensità dell’aiuto e le condizioni generali di ammissibilità sono indicati nella scheda di misura contenuta nel PSR approvato dalla Commissione Eu-ropea con Decisione C (2007) 5949 del 28.11.2007 e modificata con la Decisione della Commissione Europea C (2009) 9622 del 30 novembre 2009.

b) Predisposizione Programma operativo Fondo Europeo per la Pesca ai sensi del Reg. (CE) 1198/2006:Il Decreto del 5 marzo 2010 n. 622/

DecA/21 individua quattro zone ammissi-bili per l’attuazione delle misure previste dall’Asse IV del FEP e stabilisce le direttive per la partecipazione all’attuazione della misura 4.1Il Decreto del 16 aprile 2010 n. 1039/DecA/43 approva le “Direttive per l’azione amministrativa e la gestione della misura 3.1 Azioni collettive (art. 37 lettera m del Regolamento (CE) 1198/2006) del PO del Fondo Europeo della Pesca (FEP)”. Il ban-do, rivolto a gruppi di pescatori associati o loro Consorzi, predispone le direttive per la creazione dei Piani Locali di Gestione di Pesca.

c) L.R. 5 marzo 2008, n. 3, art. 7, comma 14 - Promozione e pubblicità istituzionale dei prodotti agro-alimentari Nel corso del 2010 è stata data particola-re attenzione alla L.R. 5 marzo 2008, n. 3, attraverso la quale si promuovono i prodot-ti agroalimentari. Con diverse delibere e decreti sono state approvate le direttive e

stanziate delle somme per la diffusione dei prodotti locali. Nel Decreto del 15 febbraio 2010 n. 448/DecA/15 è stata disposta l’approvazione della proposta presentata dalla Incenti-ve House Convento San Giuseppe S.r.l. di Cagliari relativamente all’allestimento di un’area dedicata alla lavorazione, presen-tazione ed alla degustazione del torrone e della carapigna, dolci tradizionali della Sar-degna, da realizzarsi durante la Manifesta-zione BIT 2010.Con il Decreto del 26 febbraio 2010 n. 551/DecA/17 è stata autorizzata la realizzazio-ne di un evento di informazione e promo-zione delle produzioni a marchio di qualità e tradizionali della Sardegna rivolto agli operatori del settore.Con il Decreto n. 1117/DecA/46 del 23 aprile 2010 e il Decreto del 13 maggio 2010 n. 1265/DecA/51 si dispone la mo-difica economico-contabile delle somme stanziate al punto 3 della D.G.R. n. 50/38, al fine di realizzare momenti di sensibiliz-

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zazione e informazione sul comparto vitivi-nicolo e alimentare alle manifestazioni del programma fieristico 2010 ed eventi promo-zionali e azioni pubblicitarie.Con il Decreto del 23 dicembre 2010 n. 3118/DecA/109 si regolano le dispo-sizioni relative al programma apicoltura, secondo il Reg. (CE) n. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007 recante l’or-ganizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM). Tale de-creto elenca le direttive per la concessio-ne degli aiuti stanziati secondo il Decreto della Direzione Generale delle politiche comunitarie e internazionali di mercato del Dipartimento delle politiche europee e internazionali del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 24 set-tembre 2010. Con la Deliberazione del 2 febbraio 2010, n. 4/19, riferita alla L.R. n. 21/2000, art. 16, lett. a), viene finanziata, tramite asse-gnazioni statali, l’attività delle Associazioni

Provinciali Allevatori (AA.PP.AA.) riguar-dante la tenuta dei Libri Genealogici (LL.GG.) e lo svolgimento dei Controlli Funzio-nali (CC.FF.) del bestiame, mediante i quali vengono effettuate le valutazioni genetiche degli animali, che sono la base per gli sche-mi di selezione del bestiame.La materia è regolata e sovvenziona-ta da apposita normativa statale (legge n. 30/1991 e legge n. 280/1999) ed è af-fidata al coordinamento della Regione che esercita le funzioni amministrative e di controllo. La Delibera del 2 febbraio 2010, n. 4/17 e la Delibera del 2 febbraio 2010, n. 4/16 approvano in via definitiva il provvedimen-to di cui alla propria deliberazione n. 55/20 del 16.12.2009 in merito alle disposizioni di legge sugli aiuti per la ripresa dell’atti-vità economica e produttiva delle aziende agricole. Le due delibere riguardano rispet-tivamente gli “Aiuti per la ripresa dell’atti-vità economica e produttiva delle aziende agricole danneggiate dalle piogge alluviona-

li del 24 settembre 2009” e gli “Aiuti alle aziende agricole danneggiate dalle piogge alluvionali del periodo 22 ottobre - 28 no-vembre 2008. Con la Delibera del 12 marzo 2010, n.10/51 si approva il Programma di inter-vento per l’ammissione ai finanziamenti previsti dall’art. 7, comma 1 della legge 5 marzo 2008, n. 3 (finanziaria 2008) con-tributi per il miglioramento, l’adeguamento o la realizzazione delle strutture aziendali di allevamento nel comparto suinicolo. L’i-niziativa ha l’obiettivo di favorire il miglio-ramento dello stato sanitario degli alleva-menti suini, di tutelare la salute pubblica garantendo la sicurezza alimentare e di contrastare il fenomeno del pascolo brado nelle terre pubbliche. La Delibera del 12 marzo 2010, n. 10/3 regola l’applicazione e stabilisce le linee gui-da della L.R. n. 3/2009, art. 6, comma 3 in materia di procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo tale

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delibera si limita l’installazione di impianti eolici nel territorio regionale, in quanto for-temente impattanti sotto l’aspetto paesag-gistico-ambientale, ai soli impianti destinati a soddisfare il fabbisogno energetico dell’a-zienda (autoproduzione e autoconsumo).Con la Delibera del 13 aprile 2010, n. 15/8 e la Delibera del 13 aprile 2010, n. 15/9 viene autorizzato per l’annualità 2010 lo stanziamento di aiuti in favore delle azien-de zootecniche finalizzate al miglioramento

della produzione attraverso l’acquisto di riproduttori maschi e fattrici femmine di qualità pregiata. La prima delibera prevede sostegni per incrementare la qualità delle carni bovine, mentre la seconda è riferita ai contributi destinati all’acquisto di soggetti maschi riproduttori, di genotipo ARR/ARR, iscritti al Libro genealogico degli ovini di razza sarda, al fine di aumentare la resi-stenza degli ovini alla “scrapie”.La Delibera del 6 luglio 2010, n. 26/20

approva le nuove direttive regionali con-cernenti l’assicurazione agricola agevolata, secondo la L.R. 11 marzo 1998, n. 8, arti-colo 23 (aiuti per i danni alla produzione agricola).Le disposizioni sostituiscono integral-mente le direttive di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 28/5 del 4 luglio 2000 (aiuto N. 554/2009) e n. 25/35 del 3.7.2007 (aiuto N. XA361/2007).

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spesA regionAleNel corso del 2009 la spesa per il settore agricolo della regione Sardegna ha genera-to interventi, a fronte di stanziamenti pari a 302 milioni ed impegni pari a 253 milioni di euro, per un ammontare complessivo di quasi 171 milioni di euro, in forte riduzione rispetto al 2008. Tale decremento è da im-putare principalmente alla manovra finan-ziaria per il 2009 che ha imposto un taglio ai conti pubblici, con un impatto partico-

larmente rilevante sugli enti territoriali. Infatti, un terzo della correzione lorda per il 2009 è stata posta a carico delle ammi-nistrazioni locali attraverso l’adeguamento del Patto di Stabilità Interno. La riduzione di spesa riguarda tanto i valori assoluti quanto l’incidenza percentuale dei paga-menti al settore sul valore aggiunto regio-nale che, per il 2009, è pari al 17,5% ossia in media, ogni 100 euro di valore aggiunto

prodotto dal settore agricolo circa 17 deri-vano dal sostegno dato dalla Regione al set-tore. La spesa sarda mostra, nel confronto con il 2008, un decremento del 33,6%. Tale dato risulta essere in tendenza con quello nazionale che registra una diminuzione del-lo 0,6% e con quello delle Isole (-9,3%); an-che le Regioni a statuto speciale (RSS) pre-sentano una diminuzione del 5,6%, mentre quelle a statuto ordinario (RSO) mostrano

Pagamenti totali e incidenza % sul valore aggiunto della branca agricoltura, silvicoltura e pesca (milioni di euro)

2005 % 2006 % 2007 % 2008 % 2009 %Sardegna 519,7 50,9 288,2 28,1 361,9 35,2 523,5 51,1 170,7 17,5Nord-Ovest 579,6 11,0 586,8 10,6 572,2 10,5 537,7 9,7 579,0 11,8Nord-Est 758,1 11,4 673,9 10,4 598,9 8,6 515,9 7,5 534,2 8,5Centro 366,3 8,3 339,1 7,4 307,2 6,6 290,5 6,1 251,5 5,8Sud 1.234,4 15,6 1.388,2 18,4 1.258,1 17,1 1.161,9 16,1 1.078,5 16,2Isole 1.037,7 25,7 911,3 22,9 916,8 23,6 1.070,3 27,2 668,1 17,9RSO 2.443,3 10,7 2.523,4 11,1 2.289,8 10,1 2.135,2 9,4 2.052,7 9,9RSS 1.532,7 27,8 1.375,8 25,3 1.363,5 24,5 1.441,1 25,7 1.058,8 20,1Italia 3.976,1 14,1 3.899,3 13,9 3.653,2 12,9 3.576,3 12,6 3.111,4 12,0

Fonte: INEA - Banca dati della spesa agricola delle Regioni.

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un aumento dello 0,5%.Sulla base della metodologia originale mes-sa a punto dall’INEA, che consiste nell’e-laborazione del bilancio preventivo e con-suntivo dell’Assessorato all’Agricoltura, è possibile quantificare e qualificare le voci

che compongono in maniera diretta o in-diretta l’ammontare del sostegno pubblico al settore agricolo e creare la Banca dati INEA sulla spesa pubblica.Analizzando la distribuzione della spesa regionale per destinazione economico-

funzionale, si nota che la parte più consi-stente, nel 2009, è quella rivolta agli aiuti alla gestione aziendale (22%), cui seguono in ordine di grandezza le infrastrutture (20%), la ricerca e la sperimentazione (14%) e, infine, l’assistenza tecnica (10%).

Fonte: banca dati INEA sulla spesa agricola delle Regioni.

Ricerca e sperimentazioneAssistenza tecnica

Promozione e marketingStrutture di trasformazione e commercializzazione

Aiuti alla gestione aziendaleInvestimenti aziendali

InfrastruttureAttività forestali

AltroTotale spesa5,2%

19,6%

9,8%

14,0%

0,9%3,0%

22,3%

25,2%

23.95316.755

5.0641.515

37.9978.867

33.5260

43.001170.677

Spesa agricola regionale per principali funzioni, 2009

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lA pAc in sArdegnA i pilAstroSulla base dei dati pubblicati da AGEA per l’anno finanziario 2010 risulta che in Sar-degna sono stati erogati poco più di 146 milioni di euro attraverso il I pilastro pari al 54% dei complessivi trasferimenti co-munitari legati alla PAC. Il restante 46% è, infatti, riferito alla politica di sviluppo rurale (II pilastro). Limitatamente al I pilastro PAC i pagamen-ti possono essere aggregati in due catego-rie di aiuti; le erogazioni per interventi sui mercati agricoli e gli aiuti diretti alla produzione. Questi ultimi costituiscono la parte preponderante dei trasferimenti rap-presentando circa il 96% della dotazione complessiva del I pilastro.All’interno della categoria degli aiuti diret-ti alla produzione, il regime di pagamento unico (RPU), introdotto attraverso la ri-forma Fischler nel 2003 con l’obiettivo di disaccoppiare l’aiuto dalle produzioni, rap-presenta la forma maggiore di aiuto con circa 135 milioni di euro erogati nel 2010, pari al 93% degli aiuti complessivamente

erogati attraverso il primo pilastro della PAC. Tra gli altri aiuti diretti si segnala-no, i finanziamenti legati all’applicazione dell’articolo 68 del regolamento (CE) n. 73/2009 che sostituisce l’articolo 69 del regolamento (CE) n. 1782/2003 a cui cor-risponde un ammontare pari a poco più di due milioni di euro ed i pagamenti a su-perficie per specifiche colture con altri due milioni di euro di spesa.Per quanto riguarda, invece, la categoria degli interventi sui mercati agricoli circa il 50% dei finanziamenti, pari a 3,3 milioni di euro, è riferito al solo settore vitivinico-lo attraverso l’attuazione del Piano Nazio-nale di Sostegno, i cui contenuti sono de-finiti dal titolo II del Reg. (CE) 479/2008 relativo alla nuova OCM Vino. Tra le mi-sure di intervento ammesse dal Piano di Sostegno al settore la Regione Sardegna ha destinato le risorse prevalentemente alla misura di ristrutturazione e riconver-sione dei vigneti, per un ammontare pari a circa 3 milioni di euro nelle due annualità

Pagamenti Erogati nel 2010 in Sardegna in euro

Tipologia di pagamento euro (€)Interventi sui mercati agricoli 142Cereali 0,00Programmi Alimentari 27.320,42Promozione 122.951,19Prodotti Ortofrutticoli 912.916,84Prodottivi Vitivinicoli 3.303.183,38Altri prodotti vegetali 23.746,41Latte e prodotti caseari 551.432,49Carni suine e altri prodotti animali 174.132,06Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero 924.185,78

Totale Interventi sui mercati agricoli 6.039.868,57 Aiuti diretti Aiuti diretti disaccoppiati (RPU) 135.347.519,26Altri aiuti diretti 4.760.223,25Altri aiuti aggiuntivi 51.563,02Totale Aiuti diretti alla produzione 140.159.305,53 Totale I Pilastro 2010 146.199.174,10

Fonte: Agea

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2009 e 2010. Somme residuali sono state dedicate alle cosiddette misure di mercato, come le diverse forme di distillazione, per complessivi 500 mila euro. Nel 2010 sono entrate in vigore la misura di assicurazio-ne del raccolto, che non è stata però atti-vata dalla Regione Sardegna, e la misura di vendemmia verde che rappresenta un nuovo strumento di contenimento dell’of-ferta, ma che non ha riscosso un grande successo tra gli operatori. Infine, la “pro-mozione verso i paesi terzi” ha registrato una spesa di soli 50 mila euro evidenzian-do gravi difficoltà nella sua attuazione a livello regionale. L’analisi dello speso dal 2009 fino ad ot-tobre 2010, riportato in tabella, evidenzia come la distribuzione delle risorse tra le misure attivate dalla Regione Sardegna risponde alla duplice esigenza di attenua-re gli effetti derivabili da un’immediata eliminazione delle tradizionali misure di mercato in phasing out (destinate a scom-parire come le distillazioni) e di puntare

Situazione pagamenti cumulati comunicati dagli O.P. annualità 2009 e 2010 (in euro).

Misure € %Promozione Paesi Terzi 50.000,00 1,31%

Ristrutturazione Riconversione 3.099.319,00 81,14%

Vendemmia Verde 106.413,00 2,79%

Assicurazione raccolto 0,00 0,00%

Distillazione sottoprodotti 0,00 0,00%

Distillazione alcol alimentare 311.454,00 8,15%

Distillazione Crisi 234.975,00 6,15%

Arricchimento Mosti 17.408,00 0,46%

Totale 3.819.569,00 100,00%

Fonte: nostre elaborazioni su dati AGEA

al tempo stesso ad accrescere la capacità produttiva del settore attraverso misure tese a migliorare la competitività, come la ristrutturazione e la promozione. Oltre all’OCM Vino, gli altri interventi sui mercati agricoli a cui sono destinate quote non irrilevanti della spesa del I Pilastro in

Sardegna sono rappresentati dall’applica-zione dell’OCM Ortofrutta con poco meno di un milione di euro (per la maggior parte destinato al finanziamento dei fondi ope-rativi delle organizzazioni di produttori) e dal fondo per la ristrutturazione del setto-re dello zucchero con 924 mila euro.

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lA pAc in sArdegnA ii pilAstroIl Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013 della Regione Sardegna defini-sce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell’I-sola per il periodo di programmazione 2007/2013. Il PSR si articola in tre Assi strategici e in un quarto Asse di natura metodologica denominato LEADER. I tre Assi strategici rappresentano gli obiettivi essenziali individuati a livello co-munitario: • L’aumento della competitività del setto-

re agricolo e forestale; • La valorizzazione dell’ambiente e dello

spazio rurale;• Il miglioramento della qualità della vita

nelle zone rurali e la diversificazione delle attività economiche.

L’Asse di natura metodologica (LEADER) interviene sulle misure dell’Asse 3 (miglio-

ramento della qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione delle attività eco-nomiche) attraverso i Gruppi di Azione Lo-cale (GAL), raggruppamenti di partner che rappresentano sia le popolazioni rurali che le organizzazioni degli operatori economici presenti sul territorio. Nel 2009, il PSR è stato oggetto di una par-ziale revisione dovuta al recepimento delle novità introdotte dalla Health Check4 della PAC e delle misure anticrisi varate a livello comunitario per far fronte alla grave situa-zione economica e di liquidità finanziaria che ha interessato l’Italia e gli altri stati membri della UE. Più in particolare, con il processo di Health Check per il secondo pi-lastro della PAC si agisce in due diverse di-rezioni. La prima consiste nella definizione di nuovi obiettivi alcuni dei quali strategici in materia di cambiamento climatico, ener-gie rinnovabili, gestione delle risorse idri-che, conservazione della biodiversità oltre

all’innovazione connessa alle precedenti priorità. La seconda consiste nell’introdu-zione di interventi che appaiono molto simi-li ad altri interventi adottati sul I Pilastro, come nel caso della ristrutturazione del settore lattiero-caseario da realizzarsi at-traverso misure di accompagnamento a so-stegno dei produttori per facilitare l’intro-duzione delle nuove condizioni di mercato.Per quanto riguarda invece le iniziative adottate per arginare la crisi economico finanziaria della UE, il cosiddetto Recovery Plan attribuisce allo sviluppo Rurale l’o-biettivo di ridurre il “digital divide” nelle aree rurali marginali al fine di favorire la crescita, la diversificazione e, in sintesi, lo sviluppo di tali aree.A tali ambiziosi obiettivi corrispondono ulteriori risorse finanziarie di provenienza comunitaria pari a 23.649.000 € che si ag-giungono all’originario budget assegnato al PSR 2007/2013.

4. Con il termine di Health Check si intende quel processo di affinamento della riforma Fischler adottato dall’UE per traghettare la politica agricola verso la riforma post 2013.

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In questo modo, le risorse destinate al finanziamento degli interventi del II Pi-lastro sono complessivamente pari a euro 1.292.253.805, di cui 574.899.000 provenienti dal Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Regionale (Regolamento CE 1698/2005 del 20 settembre 2005). La spesa pubblica erogata a fine 2010 at-traverso il programma di sviluppo rurale ammonta a circa 301 milioni di euro, con un avanzamento finanziario pari al 23,3% del totale delle risorse pubbliche stanzia-

te per l’intero periodo 2007-2013 in linea con l’avanzamento finanziario registrato a livello nazionale.Il livello di realizzazione del PSR varia notevolmente in considerazione dell’Asse considerato. L’Asse I, Miglioramento della competitività del settore agricolo e fore-stale, registra al 31.12.2010 un volume di pagamenti pari a 1,2 milioni di euro con un avanzamento finanziario inferiore all’1%. All’interno dell’Asse, solo la misura 113 re-lativa al prepensionamento registra un si-

gnificativo avanzamento di spesa. Le misu-re sulle quali è maggiormente concentrata la spesa programmata, come la 112 insedia-mento dei giovani, 121 ammodernamento delle aziende agricole e 123 accrescimento del valore aggiunto dei prodotti, non hanno trovato, a quella data, attuazione sebbene insieme costituiscano circa il 70% della spesa pubblica destinata all’Asse.Più confortante la situazione dell’Asse II rivolto al miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale, con un ammontare

PSR Sardegna 2007-2013: avanzamento per Asse e totale PSR al 31.12.2010

Asse Piano Finanziario (euro)

risorse programmate (con bando)

% risorse programmate

Pagamenti al 31/12/2010

% capacità di spesa

% capacità di utilizzo

a b c=b/a d e=d/a f=d/bAsse I 379.364.940 225.929.027 59,6% 1.222.725 0,3% 0,5%Asse II 701.590.908 590.644.967 84,2% 299.726.071 42,7% 50,8%Asse III-IV 198.769.548 166.926.135 84,0% 0,00 0,0% 0,0%AT-511 12.528.409 4.368.280 34,9% 707.043 5,6% 16,2%Totale 1.292.253.805 987.868.409 76,5% 301.655.839 23,3% 30,5%

Fonte: Regione Autonoma della Sardegna

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Fonte: Regione Autonoma della Sardegna

0%

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60%

80%

100%

Risorseda Piano

Finanziario

Risorseprogrammate

Spesa al31.12.2010

PSR Sardegna 2007-2013, attuazione finanziaria al 31.12.2010

Fonte: rielaborazioni INEA dati Regione Autonoma della Sardegna.

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Risorse da Piano Finanziario Risorse programmate Spesa al 31.12.2010

Asse I Asse II Asse III-IV AT-511

PSR Sardegna 2007-2013, attuazione finanziaria al 31.12.2010 per Asse

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di pagamenti pari a circa 300 milioni di euro ed un avanzamento finanziario del 42,7% rispetto al totale di risorse pubbli-che allocate, superiore all’avanzamento finanziario registrato a livello nazionale attestato al 37% a fine 2010. Nell’ambi-to di questo Asse le misure di indennità compensativa (211 e 212) registrano una spesa complessiva per circa 100 milioni di euro. È, tuttavia, la misura 215 relativa ai pagamenti per il benessere degli animali a registrare un ottimo avanzamento di spesa

pari al 76% delle risorse pubbliche ad essa destinate a cui corrisponde una spesa so-stenuta per circa 160 milioni di euro. Non trascurabili sono, inoltre, i contributi delle misure 214 pagamenti agro ambientali e 221 primo imboschimento di terreni agri-coli con una spesa sostenuta pari a rispet-tivamente 28 e 14 milioni di euro. Per quanto concerne l’Asse 3 rivolto alla qualità della vita e alla diversificazione dell’economia nelle zone rurali da attuare pressoché interamente attraverso la meto-

dologia Leader (Asse 4), alla fine del 2010, non si registra alcun pagamento a valere sui 167 milioni di euro di spesa pubblica programmata destinati quasi totalmente alla implementazione dei piani di svilup-po locale elaborati dai 13 Gruppi di Azio-ne Locale (GAL) distribuiti nel territorio regionale. Infine, poco più di 700 mila euro sono stati spesi per la misura 511 rivolta alle azioni di assistenza tecnica necessarie per una cor-retta impostazione dell’intero Programma.

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AmmortamentiCalcolati secondo il criterio del valore di sostituzione per piantagioni (inclusi gli im-pianti forestali), fabbricati, impianti fissi, miglioramenti fondiari, macchine e attrezzi.

Attività secondarieSono le attività effettuate nel settore agri-colo (agriturismo, trasformazione azien-dale di latte, frutta e carne, acquacoltura, vendita diretta) e quelle conseguenti ad altre branche produttive (commercio e tra-sformazione) ma relative a beni e prodotti agricoli.

Consumi intermediDerivano dalla somma dei costi specifici (inclusi i reimpieghi) e dei costi generali di produzione sostenuti nell’anno contabile di riferimento (costi non attribuibili specifica-tamente ad una singola produzione: manu-tenzione ordinaria di edifici e macchine, energia, contoterzismo acqua, assicurazio-ni sulle produzioni, utenze, ecc.).

Contributi alla produzioneCon l’entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l’introduzione del pa-gamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi ai prodotti, Altri contributi alla produzione, e Contributi per altre attività economiche. Solo la prima ca-tegoria contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base.

Consumi intermediAggregato delle spese correnti delle azien-de agricole. Accanto a quelle tradizionali (sementi, concimi, antiparassitari, mangi-mi, energia, acqua irrigua e servizi vari) sono state calcolate anche: manutenzione e riparazione di macchine e attrezzature agricole, spese veterinarie, spese di tra-sformazione e imbottigliamento, collaudi e analisi tecniche, spese di pubblicità, studi di mercato e servizi di ricerca, spese as-sociative, assicurative, bancarie e finan-

ziarie, per consulenze legali e contabili. A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi.

ContoterzismoFornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svolgi-mento di attività produttive aziendali (ara-tura, semina, raccolta, ecc.).

Costi fissiComprendono gli oneri sostenuti per l’im-piego di fattori produttivi (ammortamenti, salari, oneri sociali, quote di accantona-mento per il TFR, affitti passivi di terreni, interessi di capitali presi a prestito, impo-ste e tasse, altre spese generali e fondiarie, contributi IVA passivi) che vengono impie-gati per più anni nel processo produttivo, nonché le sopravvenienze passive (deri-vanti da crediti, portafoglio, debiti).

Costi variabiliIncludono tutti gli oneri sostenuti, compre-si i reimpieghi di prodotti aziendali, per i

glossArio

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mezzi tecnici a logorio totale, quelli cioè che esauriscono il loro effetto nel corso dell’annata (sementi, concimi, mangimi, energia, ecc.), nonché per l’impiego di ma-nodopera avventizia.

Famiglia del conduttoreL’insieme delle persone coabitanti legate da vincoli di matrimonio o parentela, affi-nità, adozione, tutela o affettivi.

Fattori esterni e StatoQuesta voce rappresenta i costi sostenuti dall’azienda per salari e oneri sociali, per affitti passivi, interessi passivi, e per tasse e IVA (sia sulle operazioni correnti, sia su-gli investimenti).

FatturatoL’ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mer-cato interno ed estero. Il valore del fattu-rato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo del-

le spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle altre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese anche le vendite di prodotti non trasformati dall’impresa e le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell’impresa.

Grande distribuzioneL’impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzi-no, altra impresa specializzata di grande superficie.

ImposteI prelievi obbligatori operati dalle ammi-nistrazioni pubbliche. Sono di due specie: le imposte dirette, che sono prelevate pe-riodicamente sul reddito e sul patrimonio; le imposte indirette, che operano sulla produzione e sulle importazioni di beni e

servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull’utilizzo di terreni, fabbri-cati o altri beni impiegati nell’attività di produzione.

Manodopera extrafamiliareOperai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tem-po determinato e coloni impropri.

Manodopera familiarePersone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgono lavo-ro agricolo nell’azienda.

OTE - Orientamento tecnico economicoLa classificazione delle aziende agricole per OTE si basa sulla determinazione del peso economico delle varie attività produt-tive presenti in azienda e sulla loro combi-nazione. A tal fine, utilizzando i RLS della zona in cui ricade l’azienda, si moltiplicano gli ettari coltivati o il numero dei capi al-levati per il corrispondente RLS. La com-

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binazione ottenuta si confronta con uno schema tipologico che serve ad individuare gli OTE secondo criteri stabiliti a livello co-munitario e validi per tutte le statistiche ufficiali. Un’azienda viene detta specializ-zata quando il RLS di una o più attività pro-duttive affini supera i 2/3 del RLS totale dell’azienda. Dal 2001 la tipologia adottata è quella del reg. 1555/01.

PIL - Prodotto interno lordoIl PIL è costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un anno solare). Non comprende il valore dei beni e servizi in-termedi.

PL - Produzione lordaValore delle produzioni delle colture e degli allevamenti e di altri prodotti aziendali; comprende: vendite, reimpieghi, autocon-sumi, variazioni delle scorte vive e del ma-gazzino, prodotti aziendali. A tale valore è

stato sommato l’ammontare dei contributi pubblici ricevuti da ciascuna azienda; la variabile così ottenuta misura quindi l’am-montare effettivo ricevuto dall’agricolto-re per i propri prodotti in accordo con il criterio del “prezzo di base” indicato nella metodologia del SEC95.

PLV - Produzione lorda vendibileValore dei prodotti aziendali venduti, di quelli destinati all’autoconsumo, alla re-munerazione dei salariati, alle immobiliz-zazioni; tiene conto delle variazioni delle giacenze di prodotti in magazzino. Per gli allevamenti, l’utile lordo, oltre che delle vendite e degli acquisti, tiene conto degli incrementi di valore registrati nell’eserci-zio per i capi destinati all’ingrasso e per quelli di allevamento che passano di cate-goria. La produzione vendibile comprende anche le sopravvenienze attive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti) e altre entra-te aziendali tra le quali quelle derivanti da attività agrituristiche collegate all’azien-

da, dagli affitti attivi e dal noleggio di mac-chine aziendali (se occasionale), nonché i contributi pubblici percepiti dall’azienda per calamità, per sostegno agli oneri, per terreni presi in affitto, per contributi IVA attivi.

Produzione al prezzo di baseCon il SEC 95 vengono inclusi nella pro-duzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’agricoltura. La valorizzazione della pro-duzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti.

Reddito netto familiareCalcolato come (PL - (consumi intermedi + ammortamenti + fattori esterni e Stato). Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione apportati dall’impren-

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ditore e dalla sua famiglia (terra, lavoro familiare e capitale) e del rischio impren-ditoriale.

RLS - Reddito lordo standardSi tratta di un parametro determinato per definite attività produttive mediante diffe-renza tra la produzione vendibile e l’impor-to di alcuni costi specifici (sementi, conci-mi, antiparassitari, mangimi, foraggi, ecc.) esclusi quelli per l’impiego della manodo-pera e delle macchine. I redditi lordi così determinati vengono definiti “standard” in quanto la produzione vendibile ed i costi sono calcolati su una media triennale e con riferimento a determinate aree geografiche (regioni e province autonome). I RLS sono espressi in euro ed aggiornati dall’INEA in occasione delle indagini strutturali e dei censimenti condotti dall’ISTAT. L’ammon-tare dei RLS corrispondenti alle attività produttive aziendali diviso 1.200 equivale alla dimensione economica dell’azienda ed è espresso in UDE.

ReimpieghiCon il SEC 95 si distingue tra quelli reim-piegati nell’ambito della stessa azienda e quelli oggetto di scambio tra aziende agricole con contropartita di carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende agricole, in quanto il relativo va-lore è compreso nella trasformazione del vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle aziende agri-cole; il latte destinato all’alimentazione dei redi nell’ambito della stessa azienda agri-cola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole; i sottoprodotti senza valore economico; le sementi riutilizzate nell’ambito della stes-sa azienda agricola. Vanno invece incluse nel calcolo dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore economico e che sono vendute ad altre aziende agricole; i prodot-ti utilizzati anche nell’alimentazione del bestiame; le produzioni foraggere diretta-

mente commercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.).

Servizi connessiEsercizio per conto terzi e noleggio di mez-zi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa tra-sformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura svolti per conto terzi; siste-mazione di parchi, giardini e aiuole; attivi-tà dei servizi connessi all’allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari.

SN - Saldo normalizzatoÈ dato dal rapporto percentuale tra il sal-do semplice (esportazioni - importazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e + 100 (assenza di importa-zioni) e consente di confrontare la perfor-mance commerciale di aggregati di prodot-ti diversi e di diverso valore assoluto.

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SAU - Superficie agricola utilizzataE’ la superficie costituita dall’insieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, col-tivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto. Standard Output Il Regolamento CE 1242/2008 ha stabi-lito la sostituzione a partire dal 2010 del criterio economico RLS con lo Standard Output (SO), ovvero si fa riferimento alla sola produzione lorda, senza includere i sussidi legati al prodotto (che orami stan-no scomparendo) e senza considerare la parte relativa ai costi variabili. Quindi lo SO di una determinata produzione sia essa un prodotto vegetale o animale, è il valo-re monetario della produzione che include le vendite, i reimpieghi, l’autoconsumo e i cambiamenti nello stock dei prodotti, al prezzo franco azienda (a questa regola generale di considerare i prezzi senza i costi di trasporto e di commercializzazio-ne, fanno eccezione i prodotti per i quali è

impossibile la vendita senza il confeziona-mento: in questo caso il prezzo considerato è quello del prodotto confezionato). Lo SO non include i pagamenti diretti, l’IVA e le tasse sui prodotti. Le unità di riferimento sono sempre le stesse ossia l’ettaro per le colture vegetali e il capo per gli animali. Il periodo di riferimento è l’anno. Gli SO sono calcolati a livello regionale, ma con-trariamente ai RLS, il calcolo si basa su un periodo quinquennale e non più triennale. Lo SO totale di un’azienda, che equivale alla somma dei valori di SO di ogni attività agri-cola, moltiplicati per il numero delle unità di ettari di terreno o di animali presenti in azienda per ognuna delle suddette atti-vità, è denominato dimensione economica aziendale il cui valore è espresso in euro e non più in UDE come nella precedente versione Tipologica. Il contributo relativo di ogni singola attività produttiva agricola alla formazione dello SO totale dell’azienda ne denota l’OTE.

UDE - Unità di dimensione europeaNella precedente versione tipologica (fino al 2010) è data dal RLS aziendale diviso 1.200.

UL - Unità di lavoroUnità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da co-loro che partecipano, con diverse modalità ed intensità di tempi, al processo di pro-duzione un paese, a prescindere dalla loro residenza. L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavo-rative a tempo pieno e dalle posizioni lavo-rative a tempo parziale (principali e secon-darie), trasformate in unità a tempo pieno.

ULA - Unità di lavoro annuoL’ULA equivale al contributo di almeno 2.200 ore/annuo per un lavoratore fami-liare e di 1.800 ore/annuo per un salariato

ULF - Unità di lavoro familiarePersone che lavorano in azienda e che non

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ricevono salario o stipendio ma sono re-munerate attraverso il reddito che rimane alla famiglia derivante dallo svolgimento dell’attività agricola.

VA - Valore aggiuntoÈ il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle impo-

ste sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contributi com-misurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione).

Valori concatenatiIl concatenamento è il sistema di valutazio-ne della produzione e dei prezzi in termini reali. L’indice a catena considera le varia-zioni di prezzo o di volume non solo nei valori assunti dalle variabili nell’anno cor-rente e nell’anno base, ma anche rispetto all’andamento complessivo del fenomeno nell’intero intervallo temporale esaminato.

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STAMPACSR s.r.l. Centro Stampa e Riproduzione

Via di Pietralata, 157 - 00158 RomaFinito di stampare nel mese di Marzo 2013