L’attenzione sull’importanza degli alberi e del legno morto in foresta è andata crescendo a partire dalla metà degli anni ottanta fino a raggiungere ormai l’opinione pubblica

Definizioni

Legno mortoAlberi morti

Necromassa legnosaCWD = Coarse Woody Debris

Il ruolo degli alberi e del legno morto in foresta

habitat di specie animali e vegetaliprocessi idrogeologiciprocessi nell’ecosistema:

Rinnovazione

Ciclo dei nutrienti

Habitat di specie che dipendono dalla presenza di legno morto

In Gran Bretagna :circa il 20% di tutte le specie animali (Elton, 1966)

In Finlandia:37% di tutte le specie forestali a rischio di estinzione (Siitonen, 2003)

Negli USA (Oregon e Washington):

45% delle 378 specie di vertebrati usano in qualche modo il legno morto (Maser etal., 1979)

Habitat di specie animali

InvertebratiVertebrati

UccelliMammiferiAnfibi

Invertebrati

Gran Bretagna - su 771 specie di invertebrati forestali classificati come rari, 34% dipendono dal legno morto (Kirby, 1994)

In Svezia - su 739 specie rare o minacciate di estinzione:34% richiedono alberi vecchi28% vivono nei tronchi a terra35% vive nei tronchi morti in piedi (snags)

(Berg et al., 1994)

Xilofagi (loro presenza non significa pericolo!)

Xilofagi che manifestano preferenza per i tessuti vitali (anche poco dopo un taglio)Xilofagi che attaccano in preferenza tessuti in uno stadio iniziale di decomposizione ma che possono attaccare anche parti morte di piante vive (spesso presentano simbiosi con batteri o funghi)Saproxilofagi specializzati esclusivamente su alberi morti o parti di alberi in decomposizione

In linea di massima una volta superate le prime fasi della decomposizione il legno morto non rappresenta più una riserva potenziale di insetti vettori patogeni,

solo spp. saproxilofaghe (il pericolo si protrae per 1,2, o comunque pochissimi anni)

In linea di principio nell’ecosistema forestale indisturbato ogni specie esercita un ruolo

In presenza di perturbazioni, una specie può regredire lasciando spazio ad altre o esplodere a detrimento di altre

Legno morto, visto come potenziale albergo di agenti distruttori pronti ad attaccare alberi sani. In realtàgarantisce le condizioni perché il ciclo della sostanza organica si possa chiudere

Rosalia alpina (Cerambicidi)

Foto Nocentini

Le larve si sviluppano di norma nel legno morto di grossi faggi deperienti;

eccezionalmente si ritrovano in altre latifoglie (olmo, tiglio, frassino, castagno,

quercia e salice). Lo sviluppo larvale richiede due-tre anni. Gli adulti emergono in estate (giugno-agosto) e sono attivi durante

il giorno. Frequentano i tronchi di piante deperienti o stroncate e i tronchi di piante

abbattute di recente.

Synodendron cylindricum (Lucanidi)

Grossi tronchi a terra, legname già morto e atterrato spesso in condizioni di avanzata marcescenza. La

larva si sviluppa nel legno o nelle ceppaie.

Lucanus cervus (Lucanidi)

Larve, ceppaie parzialmente decomposte appartenenti a svariate specie, per lo più latifoglie. Per raggiungere lo stadio adulto le larve impiegano diversi anni (da tre anni a otto). In autunno, a maturità, esse abbandonano il legno e si impupano nel terreno. Lo stadio di pupa dura circa un mese (da settembre a ottobre). Gli adulti svernano nel bozzolo pupale per poi sfarfallare nell’anno successivo fra giugno e luglio.

Lictidi, Anobidi, legno morto (o in opera)

ScolitidiEs. su abete bianco: Cryphalus piceae, Cryphalus abietis, Pityokteinescurvidens, Pytiokteines vorontzovi, Pityophtorus pityographus

Almeno 28 famiglie di insetti sono di predatori di xilofagi (alcune estranee alla nostra fauna)

Ma:

In uno stomaco di Picchio nero, in Russia, trovati più di 650 scolitidi e e in un altro 950 larve pupe e 55 scolitidi (Cramp, 1985)

Uccelli - alberi morti:

costituiscono siti di nidificazionefonte di invertebrati come risorsa

alimentare

Uccelli

Nella comunità forestale la presenza di numerose specie di uccelli può dipendere dalla presenza di cavità nel legno morto (o delle specie che scavano)

Picchio rossomaggiore

Picchio rosso minore Picchio tridattilo

Picchio verde

Picchi (comuni il P.rosso maggiore e il P.verde): specie

chiave per l’incremento strutturale delle cavità utili per i popolamenti

faunistici forestali

Cincia bigia Cinciallegra

Codirosso Pigliamosche

Storno Torcicollo

Passera d'Italia Passera mattugia

AlloccoCivetta

Civetta capogrosso

Picchio muratore

La diminuzione degli alberi morti con cavità ha comportato la

riduzione del 77% delle specie di uccelli sulla Sierra Nevada (USA,

Raphael e White, 1984)

In Italia

Varie specie legate alla presenza di alberi morti o senescenti sono scomparse

dall’Appenino settentrionale durante gli ultimi due secoli (Lapini e Tellini, 1992), o

sono divenute molto rare

Picchio dalmatino(Dendrocopos

leucotos lilfordi) E’ legato a

faggete ricche di alberi senescenti

Picchio rosso mezzano (Picoides medius) legato a querceti adulti o vetusti

Picchio nero (Dryocopus martius)

Habitat: foreste vetuste di conifere e latifoglie

Balia del collare (Ficedula albicollis)

piccolo passeriforme legato a cavità negli

alberi, oggi solo segnalazioni sporadiche

Moscardino Ghiro

Toporagno comune Topo selvatico dorso striato

NottoleNottola comune (Nyctalis noctula) Nottola di Leisler (Nyctalus leisleri) Nottola gigante (Nyctalus lasiopterus)

VU VU EN

Faina Martes foina

Martora Martes martes

Anfibi

Il legno in decomposizione presenta elevati tenori di umidità, si creano ottimi

nascondigli utilizzabili per lo svernamento, l’estivazione, per

sfuggire ai predatori, per sottrarsi agli effetti delle

elevate temperature, dell’insolazione diretta, dei

raggi UV

Rana di LatasteRana latastei

Pozze temporanee...

Salamandra pezzataSalamandra salamandra

Piccole sorgenti, piccole pozze limpide...

FunghiEredità biologica: il legno è substrato per la riproduzione entro il sistema di specie micorrizzantiNelle foreste in buona salute ampio spettro di specie e sia specialistiche sia generiche.Per elevata ricchezza sono necessari substrati di varia età e in vari stadi di decomposizioneAlcune specie che vivono sul legno nello stadio finale della degradazione si rintracciano solo in foreste che non subiscono interventi umani.Foreste naturali: difficili da ricostituire, più vecchie dei piùvecchi alberi

MuschiLicheni

Ciclo dei nutrienti

Una importante riserva di energia sotto forma di composti del carbonio, riserva che viene lentamente messa a disposizione mentre avanza la decomposizione e che contribuisce a sostenere complesse catene nutritive

Una fonte stabile, a lungo termine, di sostanze nutritive nel suolo (Hagan e Grove, 1999)

I tronchi in decomposizione agiscono come veri e propri fertilizzanti a lenta cessione (Carey, 1980), arricchendo di sostanza organica il suolo e migliorandone la struttura e la capacità di ritenzione idrica e di filtrazione dell’acqua

Ciclo idro-geologico

alberi morti e soprattutto legno morto a terra, rallentano lo scorrimento superficiale dell’acqua

riducono l’erosione degli strati superficiali del suolo

Influenza di alberi morti caduti negli alvei e in decomposizione sulla dinamica dei corsi d’acqua e della

fauna acquatica (Maser e Sedell, 1994)

possono cambiare il corso e la velocità dell’acqua creando una varietà di microhabitat come raschi, pozze, correntine, tratti stagnati e rami mortipossono fornire a pesci e altre specie acquatiche ombra, protezione e rifugio durante le piene e la possibilità di sopravvivere a periodi di siccitàcibo e protezione per gli invertebrati che rappresentano una importante fonte di alimentazione per molti pesci; certi pesci si cibano delle alghe e dei funghi che vivono sul legno morto sommerso. possono creare sbarramenti al corso d’acqua provocando la deposizione del trasporto solido e la creazione di habitatsemi-terrestri lungo le rive

La modifica artificiale degli alvei e, soprattutto, la forte antropizzazione del nostro territorio,

soprattutto a valle delle zone boscate, limitano di fatto la dinamica naturale dei corsi d’acqua

In queste situazioni la presenza di tronchi e altro materiale legnoso negli alvei e lungo le rive può provocare effetti disastrosi

Tronchi in decomposizione possono favorire la germinazione e lo sviluppo dei semenzali delle specie arboree, contribuendo alla rinnovazione del bosco.

Il fenomeno è osservato in diverse parti del mondo in foreste di climi temperati e boreali come, a esempio, nelle foreste pluviali temperate nello stato di Washington negli USA e nelle foreste a Picea-Abies del Giappone settentrionale (Takahashi et al., 2000). Fenomeni analoghi si verificano in Italia nelle peccetesubalpine (Susmel, 1970; Piussi, 1986) e nelle abetine delle Serre in Calabria (Menguzzato, com. pers.).

Foresta di Sumava, Repubblica Ceca

Oregon, foresta di Picea sitchensis, Tsuga heterophylla, Pseudotsuga menziesii

Oregon

Oregon

La quantità di alberi e di legno morto nelle foreste naturali, non coltivate, dipende da:

• tipo di foresta (composizione specifica e struttura)• stadio di sviluppo dei popolamenti• tipo e frequenza dei disturbi (incendi, prelievi legnosi…)

Tabella 1 – Volume di legno morto rilevato in sistemi forestaliquasi-naturali (da Hodge e Peterken, 1998 modificato)

Mountford, 2002199 m3ha-1Foresta naturale difaggio in Francia

Muller e Lui, 1991Harmon et al., 1986

65-150 m3ha-1Foreste naturali dilatifoglie in USA

Albrecht, 199150-200 m3ha-1Foreste di latifoglieseminaturali non gestitein Germania

Kirby et al., 199174-94 m3ha-1 a terraForeste miste conifere-latifoglie naturali e seminaturali in Polonia

Tyrrell e Crowe, 199465 m3ha-1 tronchi a terra

Foreste miste di Thuja e latifoglie > 350 anni in USA

FonteVolume di legno mortoTipo forestale

Tabella 2 – Necromassa legnosa stimata per le foreste coltivate in alcuni Paesi europei.

in Wolynski (2001)da 5,1% a 11,8% sul totale della biomassa viva

Foreste di Stato della Baviera (Germania) (foreste di montagna)

in Wolynski (2001)1,2% sul totale della biomassa viva

Foreste di Stato della Baviera (Germania) (escluso foreste di montagna)

Friedman e Walheim (2000)

6,1 m3ha-1Foreste produttive - Svezia

Kirby et al. (1998)< 20 m3ha-1Foreste coltivate – Gran Bretagna

FonteNecromassa legnosa Tipo di bosco e localizzazione

Tabella 3 – Dati medi di necromassa legnosa complessivastimata per diverse tipologie di boschi italiani.

Chirici et al., 2002.~14 Ceduo matricinato di Cerro (VT)

Vacik H et al., 200021,7Boschi dell’AltoAdige

Inventario ForestaleNazionale 1985

8,8Fustaie (Italia)

FonteNecromassa legnosam3ha-1

Tipo di bosco e localizzazione

La quantità e le caratteristiche della necromassa legnosa attualmente presente nei boschi italiani

dipendono soprattutto da:

forma di governo dei soprassuolistato gestionale dei boschi:

tipo di proprietà (quanto legno si preleva?)condizioni di mercato (quanto legno si preleva?)accessibilità della zona (quanto legno si preleva?)

“gli uomini sono in competizione con la natura per il legno”(Hagan e Grove, 1999)

Nei boschi coltivati:Turni molto più brevi rispetto alla longevitàdelle specie presentiTutte le attività a scopo produttivo cercano di prevenire la mortalità naturale e di favorire l’utilizzazione del legno

Rarefazione o scomparsa di molte specie che dipendono dalla presenza di alberi morti

La selvicoltura classica si fonda sul principio del controllo dei processi naturali attraverso la tecnica colturaleLa gestione forestale classica, orientata a ottenere elevate quantità di materia prima legno, si fonda sulla continuità della produzione

Un bosco dove tutte le variabili sono controllate

La selvicoltura e la gestione forestale tradizionali considerano il bosco come un semplice insieme di alberi di interesse economico

I modelli di riferimento della selvicoltura e della gestione sono la vera

causa della semplificazione degli ecosistemi forestali

Il bosco è un sistema biologico complesso

Una gestione che abbia come obiettivo la conservazione dei sistemi forestali non può essere la somma di una serie di accorgimenti tecnici specifici per rispondere alle esigenze delle diverse specie che di volta in volta si ritiene debbano essere tutelate

Il bosco è un sistema complesso

Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE

pSIC, SIC, ZSCZPSMolte specie animali protette dalle due direttive sono legate al legno morto

Regolamento forestale della Regione Umbria (Reg. 7/2002) art. 10

1. In qualsiasi tipo di bosco, comunque trattato, su superfici di taglio superiori ad un ettaro è resa obbligatoria l’esclusione dal taglio di almeno un albero per ettaro da scegliere tra quelli di maggiore età e di maggiori dimensioni, indipendentemente dalla specie e dall’aspetto morfologico e vegetativo.

D.lgs 227/2001 (Orientamento e modernizzazione del settore forestale) art. 6

3 Le regioni, in accordo con i principi di salvaguardia della biodiversita', con particolare riferimento alla conservazione delle specie dipendenti dalle necromasse legnose, favoriscono il rilascio in bosco di alberi da destinare all'invecchiamento a tempo indefinito.

Decreto del Presidente della Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano, Regolamento forestale provinciale, 31 luglio 2000 n. 29 art. 13

[…] J) la necromassa in piedi e a terra nonché gli alberi cavi devono essere oculatamente lasciati in bosco in quantità e distribuzione adeguate, purché non sussistano problemi fitosanitari.

Regolamento forestale regionale Decreto del Presidente della Giunta Regionale 8 agosto 2003, n. 48/R

In tutti i tagli di superficie uguale o superiore ad un ettaro, deve essere rilasciata almeno una pianta ad ettaro da destinare ad invecchiamento indefinito. Gli esemplari da rilasciare sono quelli di maggior diametro presenti sulla superficie interessata dal taglio