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L’analisi dei fabbisogni aziendali del progetto FA.BENE.CHI.SA. La filiera del settore chimico e farmaceutico

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Impostazione del questionario per la rivelazione statistica: Sara Da Pisa, Paola Fazzi; Silvia Nannizzi, Chiara Nicolai, Federico Tognoni Stesura del report: Chiara D’Antonio Coordinamento Scientifico: Catia Gonnella, Danilo Medica, Federico Tognoni Coordinamento organizzativo: Paola Fazzi; Silvia Nannizzi, Chiara Nicolai

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INDICE

1. PREMESSA 4

2. INTRODUZIONE E NOTA METODOLOGICA 5

3. L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NELLA PROVINCIA DI LUCCA 8

4. I FABBISOGNI FORMATIVI DELLE AZIENDE LUCCHESI 11

5. IL RAPPORTO SCUOLA E AZIENDE 23

6. IL PUNTO DI VISTA DELL’UNIVERSITÀ 29

7. CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI FINALI 30

8. APPENDICE 32

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1. PREMESSA La presente indagine costituisce la prima fase del progetto FSE "FA.BENE.CHI.SA. - Farmacia,

benessere, chimica e salute" approvato con DD. 3277/2015 e finanziato dalla Regione

Toscana con l’Avviso pubblico per la concessione di finanziamenti per la realizzazione di

interventi finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa degli Istituti Tecnici e

Professionali.

Sulla scorta degli obiettivi individuati dall’Avviso Regionale, volto a creare un tavolo di

discussione e confronto permanente tra scuole, mondo del lavoro e agenzie formative

attraverso il quale avvicinare i percorsi di istruzione alle reali esigenze del mondo delle

imprese. A questo proposito, l’ISI di Barga, capofila del progetto, con l’ITT Enzo Ferrari di

Borgo a Mozzano e in concerto con gli altri partner (KedrionBiopharma, Fondazione Campus,

Per-Corso Agenzia Formativa), ha realizzato la presente ricerca al fine di verificare in che

misura l’offerta formativa della scuola secondaria risponda alla domanda di professionalità

del mercato del lavoro del territorio su cui insiste.

La ricerca ambisce infatti a fornire alla scuola coinvolta alcune indicazioni per la curvatura

dell’offerta didattica con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro sul

nostro territorio, dove le imprese lamentano di non trovare i tecnici qualificati di cui hanno

bisogno per competere sui mercati mondiali.

In quest’ottica i partner del progetto hanno avviato una prima mappatura delle esigenze

formative del settore farmaceutico coinvolgendo alcune aziende leader di questo settore

produttivo. Sulla base di tali premesse è stato predisposto un questionario che è stato

sottoposto ad alcune aziende leader nel settore chimico, farmaceutico e manifatturiero

attive sul territorio lucchese. Nelle pagine che seguono l’analisi dettagliata che è emersa

dall’analisi dei questionari.

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2. INTRODUZIONE E NOTA METODOLOGICA

Il mondo del lavoro e gli attuali contesti di istruzione e formazione registrano, attualmente,

dinamiche estremamente preoccupanti caratterizzate da ancora elevati tassi di

disoccupazione e di dispersione scolastica. Ancor più allarmante è il connubio tra questi due

fenomeni che, legati tra loro, alimentano con effetto moltiplicatore una spirale di sinergie

negative.

Infatti, nei Paesi Eurozona la disoccupazione giovanile in età compresa tra i 15 e i 24 anni

assume livelli fortemente più alti rispetto agli Stati Uniti (22,1% vs 11,7%) con 3,1 milioni di

disoccupati e rappresenta per alcuni Paesi un fenomeno dilagante, in particolare per la

Grecia (48,6%6), la Spagna (46,7%) e l’Italia (40,5%).1

FONTE: Deloitte, Strategycouncil, pag. 14

Non edificanti per il nostro Paese sono, parimenti, i dati sulla dispersione scolastica

relativamente alla quale nel 2014 l’Italia mostra uno dei risultati peggiori in Europacon un

tasso pari al 15% (635 mila ragazzi tra i 18 e i 24 anni, per una media di circa 91.000 ragazzi

l’anno) contro una media UE del 11,1%. Il fenomeno prevale nella popolazione maschile

(17,7%) rispetto a quella femminile (12,2%) e trova massima intensità nelle regioni del Sud e,

in particolare, Sicilia, Sardegna e Campania.

1Deloitte, Strategycouncil, pag. 14

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FONTE: Deloitte, Stretegy council pag. 48

Siffatto scenario si traduce nell’aumento di giovani NEET (Not in education employment or

training) ovvero ragazzi under 29 non occupati né in attività di studio né lavorative che

secondo l’ISTAT in Italia nel 2013 sono stati parial 26%, contro una media Europea di cira il

16%; il secondo dato peggiore tra i Paesi OECD dopo la Grecia, con percentuali

particolarmente elevate nel meridione (35,6% in Calabria, 36,4% in Campania, 39,7% in

Sicilia).

FONTE: Deloitte, Strategy council pag. 47

Per risolvere le dimensioni allarmanti di tale fenomeno il principale indirizzo, suggerito

all’unisono da imprese, Istituzioni, ricerca, enti di formazione e istruzione, e che si rintraccia,

peraltro, nei numerosi osservatori, incontri ed analisi, si focalizza sulla realizzazione e

costruzione di una rete tra mondo istituzionale, scuole ed imprese al fine di creare una

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“cultura del lavoro” e figure dotate di “professional learning” ovvero individui in grado di

continuare ad acquisire conoscenze in modo organizzato e autonomo.

In particolare le linee strategiche evidenziate dall’ISFOL indicano come elemento propulsore

"l'allineamento delle politiche di istruzione e formazione professionale alla permeabilità con

altre offerte formative, attraverso il rafforzamento dei partenariati, affinché Scuola e mondo

produttivo costruiscano insieme le competenze per la vita;il rafforzamento dell’alternanza

curriculare, a partire dalla formazione e istruzione tecnica e professionale fino ai licei e

all’università."2

Anche la Guida Operativa, allegata alla Legge n. 107 del 13 Luglio 2015 manifesta l’esigenza

degli istituti scolastici di raccordare i percorsi formativi ai fabbisogni del territorio ed alle

evoluzioni del mondo del lavoro.3

L’intento del presente lavoro è, dunque, offrire un contributo nel cercare di definire e

realizzare per la provincia di Lucca l’incontro e l’interazione tra scuola, istituzioni e imprese.

Il documento si compone di tre parti principali, la prima volta a descrivere i settori che

primariamente caratterizzano l’economia lucchese focalizzandoci in particolare sui fattori

critici di successo, sulle leve strategiche dei singoli comparti, sulle competenze necessarie

per operare nei mercati e sugli andamenti.

La seconda parte si concentra invece sui fabbisogni formativi che le imprese ed il territorio

della Provincia richiedono, ciò al fine di promuovere un’offerta formativa che risponda al

meglio alle aspettative ed alle necessità del mondo imprenditoriale.

La terza ed ultima parte descrive e fotografa lo stato dell’arte dei rapporti tra mondo

aziendale e scuole del territorio, evidenziando i punti di forza e, ancor più, i passi ancora da

compiere per realizzare un'unione sinergica tra le due realtà.

2PIAAC-OCSE : Rapporto nazionale sulle competenze degli adulti / ISFOL, (a cura di) Gabriella Di Francesco

- Roma : ISFOL, 2014. 3 Si legge nella Guida Operativa: “La progettazione di un percorso di alternanza presuppone la definizione dei

fabbisogni formativi sulla base della conoscenza del territorio e dell’evoluzione del mondo del lavoro, fondata non solo sulle esperienze dirette, ma anche sull’analisi di una serie di dati e informazioni resi disponibili da ricerche e rilevazioni condotte da soggetti esterni alla scuola (indagine Excelsior di Unioncamere, statistiche ISTAT, studi ISFOL, Almalaurea, Almadiploma, Servizi per l’impiego, altri osservatori del sistema camerale, degli enti locali e delle parti sociali ecc.). “

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3. L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA NELLA PROVINCIA DI LUCCA

Tradizionalmente il tessuto aziendale e socio economico lucchese è caratterizzato dalla

presenza di specifici “distretti” produttivi, ovvero, una rete di operatori ed organizzazioni,

circoscritte nello stesso territorio e specializzate in piccole fasi della supplychain. Le aziende

distrettuali vivono, per questo, di rapporti, non tanto concorrenziali, quanto collaborativi,

tanto che la popolazione locale di imprese diviene una vera e propria rete produttiva

allargata ed il territorio si identifica pienamente con il settore produttivo.

Tuttavia il distretto non è costituito solo da aziende, piuttosto assume rilevanza una

moltitudine di attori tra cui le amministrazioni comunali o provinciali, le associazioni

imprenditoriali e le organizzazioni sindacali, le banche e le scuole locali, le Camere di

commercio e i centri di servizi per le imprese4.

FONTE: Camera di commercio di Lucca, L’economia della provincia di Lucca: Struttura produttiva e popolazione,

2105

4 A. CAMUFFO, R. GRANDINETTI, “I distretti industriali come sistemi locali di innovazione” in Sinergie Rivista di

Studi e Ricerche, 2011, n. 609/06.

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Come mostra la figura precedente i principali settori che caratterizzano l’economia lucchese

risultano essere:5

Lapideo: concentrato nelle zone della Garfagnana ed Alta Versilia grazie alla vicinanza con

Carrara, cuore storico della lavorazione del marmo, e alla presenza di giacimenti e cave sulle

Alpi Apuane. Il settore ancora in crescita nel 2014 (+ 2,4% a fronte del +1,3% del 2013) conta

334 imprese ed un numero di addetti complessivo di 1.500 unità. Tra i suoi principali fattori

di competitività si rintracciano l’alta specializzazione delle maestranze, la formazione e la

cultura artistica, il sistema a rete, l’innovazione e il tema ambientale.

Cartario: si sviluppa nella Piana di Lucca ed in particolare tra Lucca, Capannori e Porcari.

Settore storico e strategico dell’economia lucchese: 162 imprese e 6.231 addetti, un

fatturato pari a circa 3.500 milioni di euro ed una crescita nel 2014 del +2,1%. Uno sviluppo

trainato principalmente dalla presenza nel territorio di acqua e pioppeti, dall’intraprendente

editoria lucchese (carta pergamena) e dalla posizione geografica favorevole (scambi interni e

vendite all’estero).

Calzaturiero:si espande tra i comuni di Lucca e Capannori e conta 398 imprese operanti e

2.776 addetti. Un settore chiave per la provincia anche se gli andamenti del 2014 risentono

di una leggera flessione (-0,5% rispetto al 2013) dovuta in maniera prevalente agli effetti che

la crisi economica generale ha manifestato sul comparto, particolarmente colpito rispetto ad

altri. Tra le principali leve strategiche si evidenziano diversificazione e specializzazione,

integrazione verticale con le altre imprese di lavorazione cuoio e pelli, l’orientamento alla

qualità e il contoterzismo per le grandi firme della moda italiana.

Nautica: concentrato nell’area della Versilia grazie alo sbocco sul mar Tirreno.

Caratterizzatodalla presenza di 412 imprese con un numero totale di addetti di 3.927 unità,

tra cui, peraltro, importanti realtà aziendali di rilievo internazionale che ne favoriscono gli

scambi import export, i processi di internazionalizzazione e, più in generale, i rapporti con

l’estero. Nel 2014 il settore, seppur ha visto un’inflessione nella crescita dei livelli produttivi

(-1,6%) ha registrato, di contro, un forte aumento del fatturato medio + 4,9% indice del fatto

che la leva strategica si concentra sempre di più su eccellenza e qualità. Altri elementi di

successo si racchiudono nella presenza del marecon una particolare conformazione

5

Camera di commercio di Lucca, a Cura di Ufficio studi e statistica, L’economia della provincia di Lucca: Struttura produttiva e popolazione, 2105; Camera di commercio di Lucca, Relazione sulla situazione economica della Provincia di Lucca, 2015

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geografica della costa, nella diffusione negli anni ‘70 di materiali come la vetroresina, la fibra

di carbonio, il boom della nautica da diporto ed un grande ed integrato indotto artigiano

(falegnami, elettricisti...).

Turismo:settore che coinvolge l’intera provincia, la Piana di Lucca per le città d’arte, la

cultura e l’enogastronomia; la Versilia per il turismo balneare; la Valle del Serchio per la

natura, le tradizioni, gli antichi borghi e l’enogastronomia. Il 2014 si è chiuso con una

sostanziale stabilità, andamento dovuto in principal modo dalla ripresa dei flussi turistici

interni (+ 3,7% le presenze e + 7,1% gli arrivi) ma a fronte di un leggero calo di quelli esteri (-

1,2% le presenze e – 1,4% gli arrivi).

In ottica di insieme, indipendentemente dalle specifiche caratteristiche e dinamiche del settore,

il breve quadro sull’andamento dell’economia della provincia di Lucca ha messo in luce che le

best practice aziendali risiedono in una “cultura” orientata all’innovazione, all’imprenditorialità,

al cambiamento ed alla visione proattiva.

I fattori critici di successo dell’economia lucchese possono, dunque, riassumersi in:

Orientamento all’innovazione e forte spirito imprenditoriale;

Internazionalizzazione;

Rete di imprese e partnership;

Integrazione;

Diversificazione;

Attaccamento e valorizzazione delle risorse del territorio;

Orientamento all’eccellenza ed alla qualità sfruttando cultura e tradizione;

Competenze tecniche e professionali e managerialità.

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4. I FABBISOGNI FORMATIVI DELLE AZIENDE LUCCHESI

La presente sezione ha lo scopo di comprendere quali dinamiche intervengono nel mondo

del lavoro di oggi e, in particolare, quali sono gli aspetti ritenuti importanti dalle aziende e

quali le esigenze e le aspettative che esse richiedono e ritengono che le risorse umane

debbano possedere.

Valutare e conoscere queste variabili diviene importante per realizzare dei profili e

un’offerta formativa che risponda ai bisogni ed ai mutamenti del mercato del lavoro.

Lo studio è stato condotto attraverso una duplice metodologia:

l’analisi dei risultati messi in luce dalle più autorevoli ricerche istituzionali sul tema6

L’analisi di appositi questionari inviate alle principali aziende del territorio

Dati Excelsior rivelano che le previsioni di assunzioni nel 2015 nella provincia di Lucca sono

maggiori rispetto alla media dell’intera popolazione aziendale della Toscana, con previsioni

maggiori nel comparto industriale rispetto a quello dei servizi: il 21,5% delle imprese

industriali lucchesi ha previsto nel 2014 nuove assunzioni a fronte del 18,2% delle imprese di

servizi e di una media della Toscana del 17,6%.

FIG. 1: Imprese che prevedono assunzioni di personale dipendente nel 2015 e principali motivi di assunzione

IMPRESE CHE

PREVEDONO ASSUNZIONI

DOMANDA IN CRESCITA

O IN RIPRESA

ESPANSIONE DI VENDITE O

SEDI

SOSTITUZIONI DIPENDENTI

ATTIVITA' STAGIONALI

ALTRI MOTIVI

INDUSTRIA 21,5 41,6 6,1 28,7 8,2 26,5

SERVIZI 18,2 24,6 7,2 29,7 35,1 16,9

TOTALE TOSCANA 17,6 30,2 6,2 32 19,2 25,6

FONTE: Nostra elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

A dare maggiore rilevanza al dato, già di per sé indice di continua crescita e vigore

dell’economia lucchese, è l’analisi delle motivazioni che stanno alla base delle maggiori

assunzioni previste.

6

UnionCamere, Sistema Informativo Excelsior,La Domanda di Professioni e di formazione delle imprese

italiana. Regione Toscana. Provincia di Lucca, 2015

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La figura sottostante e la tabella 1 mostrano infatti che la ragione prevalente alle maggiori

assunzioni previste risulta essere la previsione di una domanda in crescita in ripresa o in

espansione, rilevando quindi buone prospettive circa la crescita del volume d’affari delle

aziende.

FIG.2: Motivazioni assunzioni aziende di servizi FIG. 3: Motivazioni assunzioni aziende industriali

FONTE: Nostra elaborazioni su dati Excelsior 2015

Nonostante il rialzo delle assunzioni il mercato del lavoro su questo fronte si mostra ancora

in una fase di stallo, infatti i dati Excelsior del 2014 sulle previsioni del 2015 evidenziano che,

la maggior parte delle imprese del lucchese non ha in programma nuovi ingressi di

personale.

FIG. 4: Imprese che non prevedono assunzioni di personale dipendente nel 2015 e principali motivi

IMPRESE CHE NON PREVEDONO ASSUNZIONI

ATTUALE DIMENSIONE ORGANICO ADEGUATA

DOMANDA IN CALO

ALTRI MOTIVI

INDUSTRIA 78,5 67,1 18,3 14,6

SERVIZI 81,8 81,9 13,4 4,6

TOTALE TOSCANA 82,4 76,4 14 9,7

FONTE: Nostra Elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

Tuttavia si riscontra che i dati della Provincia risultano leggermente inferiori rispetto la

situazione a livello regionale e, inoltre, si rintraccia un maggiore miglioramento, ancora una

volta, nel comparto industriale. Anche le motivazioni alla base della non assunzione rilevano

una situazione positiva in quanto la mancanza di ulteriori ingressi non deriva dall’arresto o

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dal calo della produttività, ma in misura prevalente nella dotazione di un organico già

adeguato alle dimensioni della domanda.

FIG.5: Motivazioni non assunzioni aziende di servizi FIG. 6: Motivazioni non assunzioni aziende industriali

FONTE: Nostra Elaborazione su dati Excelsior 2015

Per l’anno 2016 e tramite l’indagine condotta attraverso la somministrazione di questionari

alle imprese lucchesi il divario tra aziende che prevedono assunzioni e quelle che invece non

le prevedono sembra essersi assottigliato rilevando una sostanziale parità. Si evince inoltre,

complice forse la recente determinazione di sgravi ed incentivi fiscali, la netta preferenza

verso forme contrattuali più stabili quali contratti a tempo determinato e indeterminato.

FIG. 7: Previsioni assunzioni e forme contrattuali

PREVISIONE DI ASSUNZIONI NEI PROSSIMI ANNI? aziende campione

aziende grandi dimensioni

NO, PERCHE' NON HO NECESSITA' DI ASSUMERE 30% 25%

NO, PERCHE' LA SITUAZIONE DELLA MIA AZIENDA NON ME LO CONSENTE 10% 0%

SI, LAVORATORI CON CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO O INDETERMINATO

70% 100%

SI, LAVORATORI CON ALTRE TIPOLOGIE DI CONTRATTO 30% 50%

FONTE: Nostra Elaborazione

Altro dato interessante è quello relativo alle previsioni delle aziende campione di più elevate

dimensioni in termini di dimensioni dell’organico (da 201 a oltre 250 unità). La totalità di

queste ha pianificato nuove assunzioni che si concretizzeranno per tutte le realtà, in

prevalenza, in forme contrattuali a tempo determinato o indeterminato e solo in ristretta

misura anche in tipologie di maggiore flessibilità.

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FIG.8: Assunzioni e contratti aziende campione FIG. 9: Assunzioni e contratti aziende campione grandi dimensioni

FONTE: Nostra Elaborazione

In merito ai canali di reclutamento la nostra indagine ha descritto in linea generale un

quadro sostanzialmente similare tra i comportamenti di tutte le aziende campione e di

quelle di maggiori dimensioni. A livello complessivo i canali maggiormente utilizzati sono le

agenzie di intermediazione al lavoro (82% nel totale del campione e 100% nelle aziende di

maggiori dimensioni); contatti personali e diretti (55% nel totale del campione e 40% nelle

aziende di maggiori dimensioni); servizi per l’impiego (55% nel totale del campione e 40%

nelle aziende di maggiori dimensioni).

Appare importante sottolineare le differenze riscontrabili nell’utilizzo del sistema scolastico

come canale di intermediazione al lavoro, non pienamente sfruttato se si osserva il

campione nella sua interezza (27% dei casi) e di largo utilizzo nelle aziende del campione di

maggiori dimensioni (60% dei casi) per le quali l’intermediazione scolastica rappresenta uno

dei canali maggiormente adoperati.

FIG. 10: I principali canali di reclutamento

QUALI SONO I CANALI DI RECLUTAMENTO UTILIZZATI? aziende campione

aziende grandi dimensioni

SISTEMA SCOLASTICO E FORMAZIONE PROFESSIONALE 27% 60%

SERVIZI PER L'IMPIEGO 55% 40%

AGENZIE PRIVATE DI INTERMEDIAZIONE E SOMMINISTRAZIONE DEL LAVORO

82% 100%

ANNUNCI SU QUITIDIANI, PERIODICI E RIVISTE DI SETTORE 9% 0%

CONTATTI DIRETTI (PERSONALI O TELEFONICI) 55% 40%

PASSAPAROLA 36% 20%

ALTRI SERVIZI ALLA PERSONA 0% 0%

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ALTRI CANALI 36% 60%

FONTE: Nostra Elaborazione

Anche la voce “altri canali” merita specifica trattazione in quanto nella totalità delle aziende

intervistate si mostra di entità poco rilevante (36% dei casi) mentre nelle aziende di maggiori

dimensioni se ne riscontra un largo impiego e si concretizzano in banche dati aziendali,

sistemi di reclutamento tramite proprio sito web e Linkedin, social network dedicato al

lavoro ed ai profili professionali.

FIG.11: I principali canali di reclutamento nelle aziende campione

FONTE: Nostra elaborazione

Sempre in merito al reclutamento la nostra indagine ha voluto approfondire anche l’aspetto

circa eventuali difficoltà per le aziende nel reperire personale ed è emerso che se si osserva

il campione nella sua totalità non si evidenziano particolari problematiche, il 50% delle

aziende ha risposto di non trovare difficoltà. Differente è, invece, la situazione delle imprese

campione di maggiori dimensioni per le quali (75%) si rilevano complicazioni. Questo,

probabilmente, perché all’aumentare della complessità delle strutture ed in realtà

maggiormente qualificate sono ricercate figure con professionalità e competenze elevate, di

norma, di più difficile reperimento.

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Quest’ultima ipotesi sembra, peraltro, essere confermata dalle indagini Excelsior che

evidenziano che tra i motivi principali vi è essenzialmente l’inadeguatezza dei candidati

piuttosto che uno scarso livello di domanda di lavoro.

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FIG.12: Difficoltà reclutamento e motivazioni

FIG.13: Difficoltà reclutamento e motivazioni

RIDOTTO NUMERO

CANDIDATI INADEGUATEZZA

CANDIDATI

TEMPO MEDIO DI RICERCA*

LUCCA 3,8 4,2 4,9

TOSCANA 5,5 5,1 3,9

*mesi

FONTE: Nostra Elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

Quanto sopra esposto trova ancor più riscontro se si esaminano i dati in merito a

capacità e competenze che le aziende ricercano nei candidati;

necessità riscontrata dalle aziende di ulteriore formazione aggiuntiva al percorso di

studi terminato dalle nuove reclute;

carenze in capacità, conoscenze e competenze che le aziende riscontrano nel proprio

personale.

Relativamente al primo aspetto il mondo aziendale e le dinamiche lavorative mostrano, di

recente, una crescente sensibilità verso capacità appartenenti, non tanto alla sfera

conoscitiva o al presidio di competenze tecniche e di base, quanto più alle cosiddette soft

skills.

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L’indagine promossa nel 2015 da Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior, mostra che le

imprese del territorio lucchese (la cui dinamica rispecchia, peraltro, quella nazionale)

dichiarano di ritenere estremamente importanti le seguenti competenze:

Capacità comunicativa scritta e orale

Capacità di utilizzare internet per aumentare gli affari dell’azienda

Capacità di lavorare in gruppo

Capacità di pianificare e coordinare

Capacità di risolvere problemi

Capacità di lavorare in autonomia

Intraprendenza, creatività, innovazione

Flessibilità ed adattamento

Attitudine al risparmio energetico e impatto aziendale

FIG. 14: Competenze richieste dal mondo del lavoro nella provincia di Lucca

UNIVERSITA'

ISTRUZIONE SECONDARIA

QUALIFICA PROFESSIONAE

Capacità comunicativa 44,7 29,6 19,8

Utilizzo Inernet 16,1 6,4 0

Team Working 51,3 26,5 36

Pianificazione e coordinamento 25,5 8,8 6,9

Problem solving 47,1 24,9 20,2

Lavoro autonomo 41,6 19,5 31,5

Intraprendenza e creatività 22,1 10,8 7

Flessibilità e adattamento 42,1 20,7 23,4

Attitudine a rispetto ambientale 7,9 2,5 8,3

FONTE: Nostra elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

La tabella precedente rileva, inoltre, che al crescere dei titoli di istruzione aumenta

l’importanza attribuita agli aspetti sopra mostrati con una sostanziale incidenza delle

competenze relative al team working, al problem solving, alle capacità comunicative e

relazionali, alle attitudini al lavoro autonomo e allo spirito di adattamento e flessibilità.

FIG. 15: Competenze richieste dal mondo del lavoro nella provincia di Lucca

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FONTE: Nostra elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

La sempre crescente rilevanza che per il mondo del lavoro assumono gli aspetti relativi a

capacità attinenti a qualità personali, atteggiamento in ambito lavorativo, attitudini

personali e organizzative, impongono un ripensamento delle offerte formative degli istituti

di istruzione che, accanto agli obiettivi di un apprendimento focalizzato sulle conoscenze

tecniche e specifiche, dovrebbero, sotto quest’ottica, affiancare una didattica orientata alla

progettualità, al learning by doing ed al cooperative learning,metodologie ritenute in grado

di favorire anche lo sviluppo delle soft skills.

La gran parte delle realtà aziendali infatti riscontra nei candidati esaminati la necessità di

fornire loro un ulteriore formazione rispetto a quella raggiunta a fine percorso di istruzione.

FIG. 16: Necessità di ulteriore formazione aggiuntiva al percorso di studi

GIOVANI CON NECESSITA' DI FORMAZIONE AGGIUNTIVA

UNIVERSITA' 82,4

ISTRUZIONE SECONDARIA 61,9

QUALIFICA PROFESSIONAE 33,1

FONTE: Nostra Elaborazione su dati percentuali Excelsior 2015

Le carenze nella formazione di partenza del personale al momento del reclutamento mostra

scenari rilevanti soprattutto nell’istruzione universitaria (nel 82,4% dei casi) e aumentano

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all’avanzare dei titoli di istruzione. Una ragione potrebbe derivare dalla natura dei ruoli e

delle posizioni ricopribili dai giovani laureati che entrano in azienda per i quali ancor più

importante risulta essere il possesso di attitudini e qualità comportamentali e personali,

meno incisive, invece, in ruoli maggiormente operativi ed esecutivi, riservati perlopiù a

personale meno titolato.

Tale scenario trova ulteriore conferma dalle risposte pervenute ai questionari inviati alle

aziende del nostro campione che nel personale dipendente riscontrano nella maggior parte

dei casi carenze attinenti, non tanto ad aspetti tecnici o alle conoscenze, piuttosto alle

competenze trasversali ed a capacità organizzative, gestionali e di coordinamento.

Le figure che seguono mostrano, infatti, le principali debolezze e lacune lamentate nelle

risorse umane in merito alla preparazione professionale dell’organico.

Nello specifico è interessante focalizzare l’attenzione sulla diversità dei profili ricavabili

dall’analisi dell’intero campione e de quella delle aziende di maggiori dimensioni.

Per le prime si rilevano carenze generalizzate su tutti gli aspetti (cultura di base, conoscenze

specialistiche, capacità tecnico esecutive, organizzazione del lavoro, relazionali). Per le

seconde, invece, caratterizzate da maggiore complessità strutturale ed organizzativa,

turbolenze negli ambienti di riferimento, avversità e complicatezza del lavoro e delle attività

da svolgere, si rintracciano maggiori carenze proprio negli aspetti attinenti alle capacità

organizzative e relazionali-comunicative.

FIG. 17: Carenze nella preparazione professionale del personale dipendente

AVVERTE CARENZE NELLA PREPARAZIONE PROFESSIONALE DEL PERSONALE DIPENDENTE?

aziende campione

aziende grandi dimensioni

SCARSA PREPARAZIONE DI BASE (CULTURA GENERALE) 50% 0%

SCARSA SPECIALIZZAZIONE 60% 50%

SCARSE CAPACITA' TECNICO ESECUTIVE 60% 50%

SCARSE CAPACITA' DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 50% 75%

SCARSE CAPACITA' RELAZIONALI 50% 75%

ALTRO 20% 50%

NON RILEVO PARTICOLARI CARENZE 20% 25%

Fonte: Nostra Elaborazione

FIG. 18: Carenze nella preparazione professionale del personale dipendente

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Fonte: Nostra Elaborazione

Scenario del tutto similare si riscontra nell’indagine circa le carenze evidenziate nelle

competenze delle risorse umane.

FIG. 19: Carenze nelle competenze trasversali e specifiche del personale dipendente

COMPETENZE DEI DIPENDENTI. SI RILEVANO CARENZE DI… aziende

campione aziende grandi

dimensioni

TRA

SVER

SALI

CONOSCENZE LINGUISTICHE 60% 50%

CONOSCENZE INFORMATICHE 20% 50%

CONOSCENZE ORGANIZZATIVO GESTIONALI 50% 50%

CONOSCENZE COMUNICATIVO RELAZIONALI 40% 50%

ALTRO 0% 0%

NON RILEVO PARTICOLARI CARENZE 20% 25%

TEC

NIC

HE

DI S

ETTO

RE

CONOSCENZE RISPETTO ALLA NORMATIVA TECNICA DI SETTORE 20% 0%

CONOSCENZE RISPETTO ALLA NORMATIVA /CERTIFICAZIONI QUALITA' SICUREZZA, AMBIENTE 20% 25%

COMPETENZE IN AREA PROGETTAZIONE, RICERCA E SVILUPPO, AREA TECNICA 30% 0%

ALTRE CONOSCENZE 0% 0%

NON RILEVO PARTICOLARI CARENZE 20% 50%

Fonte: Nostra Elaborazione

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FIG. 20: Carenze nelle competenze trasversali e specifiche del personale dipendente

Fonte: Nostra Elaborazione

Nel caso specifico vi è un sostanziale allineamento negli scenari prospettati nella totalità del

campione e nelle aziende di maggiore dimensione. Vi è infatti una netta prevalenza di

problematiche attinenti le competenze trasversali, estremamente avvertite nelle realtà più

complesse, piuttosto che competenze specifiche di settore, quasi del tutto assenti nelle

aziende di maggiori dimensioni.

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5. IL RAPPORTO SCUOLA E AZIENDE

Quanto emerso nell’indagine affrontata nel paragrafo precedente induce la necessità di

dover ripensare il sistema formativo italiano al fine di allinearlo maggiormente alle esigenze

mutevoli del mercato del lavoro.

Abbiamo visto infatti che con riferimento alle competenze ricercate dalle aziende nei

potenziali candidati, spiccano in primis le qualità individuali, quali teamwork, leadership e

capacità di problem solving; seguono, solo in secondo piano, le competenze tecniche, le

esperienze lavorative e la conoscenza delle lingue straniere.

Ancor più risulta critico il giudizio delle aziende in merito alla preparazione

scolastica/universitaria dei potenziali candidati: per 1 azienda su 4 le competenze acquisite

nel corso del percorso di studi non sono idonee a quanto ricercato.7

FIG. 21: Competenze ricercate dal mondo del lavoro

FONTE: Indagine demoscopica Deloitte, Istruzione e Conoscenza: Occupazione e Progresso, 2015

Tuttavia, il ripensamento dell’offerta formativa non può e non deve essere demandata

unicamente alle istituzioni scolastiche ma deve risultare da un profondo e nuovo legame tra

scuola e mondo aziendale e del lavoro.

7

Indagine demoscopica Deloitte, “Istruzione e Conoscenza: Occupazione e Progresso”, Luglio 2015

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Alle imprese spetta, infatti, il compito di favorire e garantire una formazione continua anche

nell’ambito professionale, in particolare agendo su:

occasioni di contatto con le scuole, oggi sfruttate solo in parte (es. attraverso stage

curriculari, seminari in azienda, servizi di orientamento professionale e di placement,

“giornate con un top manager”, ecc.).

potenziamento delle partnership con i centri di ricerca / dipartimenti universitari per

attività di ricerca e sviluppo / innovazione.

programmi di formazione continua in azienda, anche attraverso il ricorso a canali

innovativi.8

Da questo obiettivo siamo, ad oggi, estremamente lontani, nonostante la recente

introduzione dell’obbligo di alternanza scuola lavoro sia nei percorsi liceali (200 ore nel

2°biennio e 5° anno) e in quelli tecnici e professionali (400 ore nel 2° biennio e 5° anno).

Il principale limite secondo lo scrivente risiede nell’opinione generale che l’alternanza sia

unicamente interpretabile come stage, al contrario essa assume svariate e variegate forme

di contatto tra studenti e mondo del lavoro, quali l’orientamento, le visite aziendali, la

partecipazione a seminari, convegni e manifestazione, l’adesione a progetti di

imprenditorialità, etc..

Sempre più, però, l’azienda entra nelle scuole ed interviene nella formazione unicamente

nella fase di tirocinio, in un momentotroppo avanzato del percorso di apprendimento

divenendo una parentesi isolata di un legame che dovrebbe essere potenziato per attivare

importanti sinergie.

FIG. 22: Gli attuali contatti scuola e impresa

8

Indagine demoscopica Deloitte, “Istruzione e Conoscenza: Occupazione e Progresso”, Luglio 2015

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25

Gli studenti invece chiedono sempre di più di poter avere maggiori momenti di confronto

con il mondo delle imprese al fine di

comprendere meglio la natura delle singole professioni che non sempre coincide con

l’idea che ci si crea in autonomia;

incoraggiare e stimolare gli studenti a darsi i giusti obiettivi e formulare le opportune

linee di azione per poterli raggiungere;

dare la possibilità agli studenti di confrontarsi con le proprie capacità e competenze e

verificare l’applicabilità di quanto studiato,

favorire una scelta post diploma (università o percorsi lavorativi) maggiormente

consapevole, chiara e definita.

FIG. 22: Le richieste degli studenti dal percorso formativo

Il rapporto tra scuole e aziende non può e non deve concretizzarsi in sporadici interventi,

piuttosto l’incontro tra giovani studenti e realtà imprenditoriale deve essere un percorso

costante e continuativo.

Le aziende intervistate, sotto questo profilo non mostrano né un comportamento di

eccellenza né estremamente negativo, il 45% di queste infatti dichiara di intrattenere con le

scuole rapporti costanti e duraturi. Estremamente opposte invece le performance delle

aziende campione di grandi dimensioni di cui l’80% ha collaborazioni continue con le

istituzioni scolastiche.

FIG.23 Rapporti con le scuole aziende campione FIG. 24: Rapporti con le scuole ziende campione grandi dimensioni

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26

FONTE: Nostra elaborazione

Tra i motivi alla base della carenza di rapporti spicca in particolare la mancanza di tempo e a

seguire l’assenza nel tempo di occasioni per queste collaborazioni, del resto soprattutto per

quest’ultimo aspetto le risposte divengono comprensibili alla luce del fatto che l’alternanza

scuola lavoro è diventata obbligatoria solo a partire dall’anno scolastico 2015/2016.

FIG. 25: Motivazioni alla base della mancanza di rapporti azienda e scuole

PERCHE' NON AVETE RAPPORTI CON LA SCUOLA? aziende campione

PERCHE' LE SCUOLE NON SONO DISPONIBILI PUR AVENDO CHIESTO COLLABORAZIONE 0%

PERCHE' LA COLLABORAZIONE NON PORTEREBBE ALCUN BENEFICIO ALL'AZIENDA 0%

PERCHE' MANCA IL TEMPO PER LE COLLABORAZIONI 67%

PERCHE' MANCANO LE RISORSE ECONOMICHE 0%

perché ABBIAMO COLLABORATO IN PASSATO E SIAMO RIMASTI DELUSI 0%

PERCHE' NON C'E' MAI STATA OCCASIONE 33%

ALTRO 0%

FONTE: Nostra elaborazione

FIG. 26: Motivazioni alla base della mancanza di rapporti azienda e scuole

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FONTE: Nostra elaborazione

Tra le aziende che invece hanno dichiarato di avere rapporti stabili e continuative con le

scuole del territorio si riscontra che i momenti di maggiore contatto riguardano in

prevalenza

Stage e tirocini (80%)

Interventi e collaborazioni nella delineazione dei contenuti dei corsi al fine di

plasmare ed allineare l’offerta formativa ai fabbisogni dell’azienda (40%)

Interventi didattici all’interno delle lezioni attraverso seminari ed incontri formativi

(40%)

FIG. 27: Tipologia di rapporti azienda e scuole

CHE TIPO DI RAPPORTI INTRATTENETE? aziende

campione aziende grandi

dimensioni

LA SCUOLA FORNISCE ALL'IMPRESA I NOMINATIVI DEI DIPLOMATI

20% 25%

SIAMO REFERENTI PER L'ORGANIZZAZIONE DI STAGE IN AZIENDA

80% 75%

LA NOSTRA IMRESA CONTRIBUISCE A DELINEARE I CONTENUTI DEI CORSI IN BASE AL FABBISOGNO

40% 50%

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L'IMPRESA FORNISCE TECNICI COME DOCENTI PER ALCUNE LEZIONI

40% 25%

LA NOSTRA IMPRESA HA FINANZIATO PROGETTI PER LA SCUOLA

20% 25%

ALTRO 20% 25%

FONTE: Nostra elaborazione

FIG. 28: Tipologia di rapporti azienda e scuole

FONTE: Nostra Elaborazione

Le risposte ricevute seguono approssimativamente lo stesso andamento sia se si osserva

l’interezza del campione sia se si osservano le aziende di maggiori dimensioni per le quali si

rintraccia una percentuale leggermente maggiore circa l’inserimento ed il coinvolgimento

nella definizione dei contenuti didattici con una percentuale del 50%.

Se questo lo stato dell’arte dei rapporti tra aziende e scuole del territorio lucchese, ben

diverse ed estremamente positive le prospettive future e soprattutto la propensione e

l’intenzione del mondo aziendale ad aprirsi al mondo della formazione scolastica. Del

restoappare doveroso ricordare che, in base a quanto sopra esposto e descritto, l’assenza di

rapporti è da ricondurre in buona misura anche alla mancanza sino ad ora di occasioni di

incontro. Le aziende intervistate, e ancor più quelle di maggiori dimensioni, si sono dette in

larga misura disponibili ad ospitare studenti in stage presso le loro strutture, aprire le porte

per visite aziendali, organizzare attraverso propri tecnici incontri specifici e didattici nelle

scuole.

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FIG. 29: Disponibilità future delle aziende di contatti e rapporti con le scuole

RAPPORTI CON LE SCUOLE aziende campione aziende grandi

dimensioni

STAGE 64% 80%

VISITE AZIENDALI 73% 80%

INTERVENTI NELLE SCUOLE 73% 100% FONTE: Nostra elaborazione

FIG. 30: Disponibilità future delle aziende di contatti e rapporti con le scuole

FONTE: Nostra elaborazione

6. IL PUNTO DI VISTA DELL’UNIVERSITÀ

L'analisi dei fabbisogni formativi in ingresso all'Università ha preso in esame i report condotti

dall'Ateneo di Pisa in collaborazione con Alma Laurea ed è stata analizzata in maggior

dettaglio la situazione relativa al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (membro del

Comitato Tecnico Scientifico della scuola capofila) attraverso un'intervista alla prof.ssa

Antonella Petri, responsabile dell'orientamento in ingresso.

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Dal report annuale Alma Laurea 20169 emerge che solo il 31% dei laureati terminano gli studi

universitari "in corso": sul risultato incidono diversi fattori. Dall'esperienza e gli studi

condotti all'interno del Dipartimento di Chimica e chimica industriale, risultano importanti,

anche in questo contesto, per il successo formativo, le competenze trasversali quali la

capacità di problem solving e spirito critico e la capacità di organizzazione personale e

autonoma.

Nei corsi di laurea di tipo scientifico-tecnologico, il ritardo è spesso dovuto alla difficoltà nel

superamento di alcuni esami propedeutici (come matematica) a causa di una non adeguata

e approfondita preparazione di base in uscita dalla scuola superiore. In particolare nel

Dipartimento di Chimica e chimica Industriale, caratterizzato da un'alta percentuale di

abbandono al I anno di corso (50% circa), gli studenti che interrompono il percorso non

hanno superato il test di matematica. Una collaborazione più efficace tra Scuola e Università

anche nell'organizzazione congiunta di corsi extracurricolari di approfondimento su

specifiche discipline, potrebbe aiutare a colmare questo gap di preparazione.

Sicuramente importanti sono infine anche il fatto che un alto numero di studenti (57%)

svolga un'attività lavorativa durante il percorso e che spesso si verifichi un ritardo

nell'immatricolazione al termine della scuola superiore dovuta alla necessità di fare

chiarezza sulle proprie potenzialità e scegliere il percorso più adatto al proprio profilo.

Su questo aspetto un ruolo importante è ricoperto dalla scuola superiore che dovrebbe

migliorare e rendere più efficaci le attività di orientamento in uscita inteso non solo come

conoscenza delle realtà produttiva locale e degli sbocchi occupazionali, ma anche come

conoscenza di sé e delle proprie peculiarità.

7. CONCLUSIONI E CONSIDERAZIONI FINALI

L’analisi qui condatta ha messo in luce entità e natura dei rapporti tra mondo aziendale e

realtà scolastiche analizzando nello specifico

Caratteristiche dell’economia lucchese, i settori di maggiore rilevanza e le leve

strategiche da muovere per operare all’interno dei comparti, le competenze

necessarie ed i fattori critici di successo

9 Dall'Università al lavoro - Rapporto 2016 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati nell'Università di Pisa, Convegno di Napoli, 2016

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Bisogni formativi e professionali richiesti dal mondo del mondo del lavoro

Stato dell’arte del legame tra azienda e scuole e prospettive future.

Abbiamo rilevato l’esigenza stringente per i comparti economici lucchesi di puntare su

innovazione e spirito imprenditoriale; internazionalizzazione; capacità di networking con altri

attori ed operatori del territorio; orientamento all’eccellenza anche sfruttando risorse e

tradizioni locali che divengono in tal modo risorse uniche e strategiche.

Compito della scuola in questo senso è quello di cercare attraverso l’offerta formativa di

sensibilizzare la nuova forza lavoro verso tali aspetti e favorire l’accrescimento di

competenze chiave. Parimenti compito delle imprese è quello di accompagnare le istituzioni

scolastiche in questa “rivoluzione” didattica suggerendo loro gli aspetti da potenziare e

divenendo per gli studenti un’importante opportunità per testarsi nell’aspetto pratico dello

studio.

Convinzione dello scrivente è infatti che il sistema dell’istruzione non possa più puntare sui

numeri, bensì sulla qualità; non basta più puntare solo all’accrescimento del numero di

laureati o dei giovani in possesso di titoli di istruzione di base, è necessario ancor più puntare

sulla qualità dell’istruzione e della formazione per creare figure professionali sempre più

rispondenti alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più mutevole ed in continua

evoluzione.

Tale traguardo resta raggiungibile solo attraverso la definizione e realizzazione di un’alleanza

strategica tra scuole e mondo imprenditoriale in grado di creare una vera e propria “cultura

del lavoro”.

Lo studio ha inoltre rilevato l’importanza che risiede ad oggi nel ripensamento del “fare

formazione” che deve virare verso forme didattiche volte ad incentivare e potenziare sia gli

aspetti contenutistici e prettamente conoscitivi, ma ancor più l’insorgere di capacità e

competenze comportamentali ed attitudinali.

Abbiamo infatti rilevato che proprio quest’ultime rappresentano i requisiti maggiormente

ricercati dal mondo aziendale nei potenziali candidati e nella forza lavoro, ma allo stesso

tempo sono anche gli aspetti in cui si riscontrano le principali lacune.

Seppur, allo stato attuale, la realizzazione di una stretta rete tra scuola e lavoro non può dirsi

ancora realizzata, positive e speranzose sono le prospettive future, indice del fatto che una

nuova filosofia è nell’aria. Da un lato la scuola e dall’altro le imprese hanno compreso che il

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32

miglioramento dei profili professionali in uscita è realizzabile solo attraverso una profonda

collaborazione tra le parti.

8. APPENDICE Copia del questionario sottoposto alle aziende

MODELLO PER ANAGRAFICA AZIENDA

Azienda

P.IVA Anno di inizio attività

Indirizzo

Località CAP Prov.

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Referente aziendale posizione nell’azienda

Telefono Fax Cell.

Sito Web e-mail

Tutela della privacy Informativa e consenso ai sensi del D.lgs. 196/2003 sulla tutela della persona ed altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Il/la sottoscritto/a, nel trasmettere i propri dati a Fondazione Campus, acconsente al loro trattamento da parte della stessa Fondazione Campus. Il/la sottoscritto/a si dichiara inoltre, all’atto del conferimento dei dati, debitamente informato/a per quanto previsto l'art. 13 D.lgs. 196/2003, ivi compresi i diritti che, in relazione al trattamento a cui con questa dichiarazione espressamente acconsente, gli derivano ai sensi dell’art. 3 della medesima legge.

Data Timbro e firma

A. PROFILO DELL’AZIENDA

1. Sede Legale: inserire Comune e Provincia……………………………

2. L’azienda ha altre sedi operative? o Si o No

3. Se Sì, dove? inserire Comune e Provincia……………………………

4. Settore di appartenenza dell’azienda:…………………………………………………

5. Dimensione dell’impresa- fatturato o Inferiore a 2.000.000€ o 2.000.000€ - 10.000.000€ o 10.000.000€ - 50.000.000€ o Oltre 50.000.000€

6. Dimensione dell’impresa- Organico o Fino a 10 o 11 - 50 o 51 - 200 o 201 - 250 o Oltre 250

7. Forma giuridica o S.p.a o S.r.l

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o S.n.c o S.a.s o Ditta Individuale o Società di persone o Cooperativa o Altro (spec.________________________)

B. FABBISOGNI PROFESSIONALI DELL’AZIENDA

8. Quali sono i canali di reclutamento del personale da Lei impiegato nella Sua azienda? (Possibili più risposte)

o Sistema scolastico e della formazione professionale o Servizi per l’Impiego o Agenzie private di intermediazione/somministrazione di lavoro o Annunci su quotidiani e periodici/ riviste di settore o Contatti diretti (personali o telefonici) o “Passaparola” o Altri servizi alla persona o Altro (specificare ___________________)

9. Ha trovato o continua a trovare difficoltà nel reperire il personale di cui ha avuto o ha bisogno?

o Sì o No

10. Prevede di assumere personale, nei prossimi due anni? (Possibili più risposte)

o No, perché non ho necessità di assumere o No, perché la situazione della mia azienda non me lo consente o Si, lavoratori con contratto a tempo

indeterminato/determinato o Si, lavoratori con altre tipologie di contratto (somministrazione,

apprendistato, stagionale, ecc.)

11. Lei avverte delle carenze rispetto alla preparazione professionale del personale dipendente della Sua azienda? Se si, quali? (Sono possibili più risposte)

o Scarsa preparazione di base (cultura generale) o Scarsa specializzazione o Scarse capacità tecnico-esecutive o Scarse capacità di organizzazione del lavoro

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o Scarse capacità relazionali o Altro (spec.

_____________________________________________) o Non rilevo particolari carenze

12. Per quanto riguarda le competenze dei suoi dipendenti, Lei avverte la mancanza di ... (possibili più risposte per colonna)

Indicare quali:

Competenze Trasversali

o Conoscenze linguistiche

o Conoscenze informatiche

o Conoscenze organizzativo-gestionali

o Conoscenze comunicativo- relazionali

o Altre conoscenze (spec. __________________________)

o Non avverto particolari mancanze

Competenze Tecniche di Settore

o Conoscenze rispetto alla normativa tecnica di settore

o Conoscenze rispetto alla normative/certificazioni qualità,

sicurezza, ambiente.

o Competenze in area progettazione, ricerca e sviluppo, area

tecnica

o Altre conoscenze (spec. __________________________)

o Non avverto particolari mancanze

C. RELAZIONI CON LA SCUOLA

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13. La sua impresa ha rapporti ricorrenti con Istituti scolastici? o No o Sì

14. Per quale motivo non avete rapporti ricorrenti con Istituti scolastici? (una sola risposta)

o Perché le scuole non si sono dette disponibili pur avendo chiesto loro di collaborare

o Perché la collaborazione non porterebbe alcun beneficio all’azienda

o Perché manca il tempo per queste collaborazioni o Perché mancano le risorse economiche o Perché abbiamo collaborato in passato e siamo rimasti delusi o Perché non se ne è mai presentata l’occasione o Altro (specificare:……………)

15. Potrebbe dirci con quali Istituti avete intrattenuto rapporti? Nome Istituto e sede

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

16. Che tipo di rapporti intrattenete ? (risposta multipla) o La scuola fornisce all’impresa i nominativi dei diplomati o Siamo referenti per l’organizzazione di stage in azienda o La nostra impresa contribuisce a delineare i contenuti dei corsi

in base al nostro fabbisogno o L’impresa fornisce tecnici come docenti per alcune lezioni o La nostra impresa ha finanziato progetti della scuola

(laboratori, ecc) o Altro (Specificare:…………………)

17. Negli ultimi 3 anni avete assunto personale neodiplomato?

o SI o No o Non negli ultimi 3 anni, ma ne abbiamo assunti in precedenza

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18. Se ha risposto “SI” alla precedente domanda, indicare le aree di inserimento del personale neodiplomato.

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

o …………………………………………………………………………………………………………………………….……………………………

19. Sarebbe disponibile ad accogliere in stage uno o più allievi in

riferimento al progetto di alternanza scuola/lavoro? o Si, disponibile ad ospitare n° __________________allievi o No

20. Se disponibile indicare il periodo preferito dalla sua azienda e il

numero di ore: Periodo:……………………………………………. Ore…………………………………………………….

21. La sua azienda sarebbe disponibile ad accogliere delle visite aziendali in riferimento al progetto di alternanza scuola/lavoro?

o Si, Indicare periodo e numero ore……………………………………………………………………………….

o No

22. Sarebbe disponibile a mandare un suo esperto a scuola per fare un intervento su un tema da voi suggerito?

o Si o No

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Elenco delle aziende contattate

Assindustria Settore Carta

Assindustria Settore Farmaceutico

Universita’ di Pisa Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale

KedrionBiopharma

Lucart Spa

Mondialcarta Spa

Ecolstudio

Imball Center

Smurfit Kappa

Auser Polimeri

Sofidel Spa

Tronchetti Spa

PaperConverting

Cromologi

Perini

Lamm

C.R.C. SRL Capannori

Microtest srl- Altopascio

Isola Spa – Capannori

M.E.C. sas

Foxy

Gruppo cartario Pieretti

Centro ricerche Biologiche Guamo