La Voce di Tramutola - n° 5

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LE INCONGRUENZE DEL CASO NELLO REGA Tutti al CINEMA . segue a pag. 2 segue a pag. 5 n° 5_g e n n a i o _2012 Tramutola La voce di foglio di informazione del gruppo “Tramutola Viva!” A s s o c i a z i o n e P o l i t i c o C u l t u r a l e Tramutola Viva! [email protected] 3289546974 / 3899003673 “Ci sono sempre due scel- te nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle” Denis Waitley L’angolo di Zia Concetta - l’aglio pag. 6 Un po’ di Statuto Comunale... pag. 6 Un po’ di Storia San Luca Abate pag. 6 28 dicembre La Valle manifesta... pag. 4 Bar Sport Calcio Tramutolese pag. 4 Mettetevi l’anima in pace, in questo articolo non troverete le recensioni degli ultimi film usciti, e neanche troverete titoli di film del passato che vale la pena vedere. L’argomen- to sarà, invece, il nostro Cinema. Parlarne non è sicuramente cosa semplice, come non sarà semplice rimanere “assolutamenteneutrali di fronte ad una situazione che si trascina ormai da anni e che trova nel tramutolese tanto uno spettatore inerme quanto un colpevole carnefice. E proprio il carattere spinoso dell’argomento rende necessaria una premessa, l’ennesima… (il calcio “docet ”): “TramutolaViva! ” e i suoi volontari rappresentano una voce, una tra le tante. La sua nascita e la sua stessa esistenza sono legate alla necessità di parte- cipare in maniera attiva alla crescita del nostro Paese, crescita sociale economica e culturale. Un obiettivo, questo, che ci pone nella condizione, talvolta, di dover “calpe- stare” i piedi a qualcuno o qualcosa proprio in nome e per conto dell’obiettivo che ci siamo posti; sia chiaro, non per il semplice gusto di farlo, tantomeno per “antipatiepresupposte nei confronti di qualcuno o per familistiche “appartenenze”, ma sempli- cemente perché necessario. Una premessa doverosa per ribadire, ancora una volta, che quanto da noi detto (e/o scritto) è detto e scritto da noi e soltanto da noi. Nessuna regia occulta, nessuna strumentalizzazione (qualcosa avremo pur imparato dall’espe- rienza delle elezioni), nessun doppio fine, ma solo e soltanto la volontà chiara di riflettere e far riflettere, partecipare e far partecipare, condividere e far condividere. A distanza di mesi dalla “turbolenta” presen- tazione del suo libro a Tramutola, pubblichia- mo oggi un articolo sulle incongruenze del caso Nello Rega scritto dalla nostra corrispondente da Teheran. Una scelta, questa, dettata dalla volontà di riportare l’attenzione su un tema caro a molti di noi: l’integrazione. Fatti come quello di Torino (l’assedio e l’incendio di un campo Rom a seguito della bugia di una ragazzina) e quello di Firenze (l’omicidio folle di Samb Modou e Diop Mor , due ragazzi senegalesi uccisi perché neri) non sono altro che il frutto di una cultura dove si cresce imparan- do a temere il diverso (in questo caso lo straniero). Una cultura che negli ultimi venti anni ha trovato una sponda politica in grado di generare sindaci, assessori, presidenti di provincia e di regione, parlamentari e persino ministri. Un tema “caldo”, dunque, cavalcando il quale si è in grado di andare lontano, molto lontano; spinti e sospinti da una paura diffusa e in virtù della quale ci si sente auto- rizzati a smettere di vergognarsi di essere razzisti. Una strada pericolosa, soprattutto in un momento storico come questo in cui la tensione sociale è alle stelle. Proprio alla luce di questa possibilità, in occasione della visita/permanenza dei minori non accompagnati della casa famiglia Harlock di questa estate, abbiamo chiesto all’Amministrazione un segno forte in questa direzione, promuovendo e avanzando una richiesta (protocollata e in attesa di discussione/approvazione) di modifica dello Statuto Comunale. Più precisamente, dell’attuale art. 2 comma 3 sez. A (“Rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono l’effettivo sviluppo della persona umana e l’eguaglianza degli individui”) abbiamo chiesto la modifica in “Rimozione di ogni ostacolo che impedisca il riconoscimento dei Diritti Fonda- mentali della persona ed il suo sviluppo, di qualun- que nazionalità essi siano, riconoscendo la multiet- nicità e la multiculturalità come valori fondanti per lo sviluppo della sua comunità”. Inoltre, nell’art. 2 comma 3 sez. B (“promozione di una cultura di pace e cooperazione internazionale e di integrazio- ne razziale”) si richiede la rimozione della parola razziale così da avere la dicitura “promozione di una cultura di pace, integrazione e cooperazio- ne internazionale”. Sappiamo benissimo che non basterà una modifica nello Statuto Comunale per debellare il germe razzista che in maniera sempre più subdola alberga nel retro-pensiero di molti di noi; ma se questa iniziativa serve a far prendere una posizione chiara ed inequivocabile al Paese nel quale viviamo, beh, allora siamo contentissimi di averla portata avanti. I n f o r m at i ca V i va! corso gratuito di informatica_ A pagina 3 troverai maggiori informazioni e il modulo di iscrizione.

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Foglio informativo dell'Associazione Politico Culturale "Tramutola Viva!"

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Le incongruenze deL caso neLLo rega

Tutti al cineMa.segue a pag. 2 segue a pag. 5

n° 5_ge n n a i o _2012

TramutolaLa voce di

foglio di informazione del gruppo “Tramutola Viva!”

A s s o c i a z i o n e P o l i t i c o C u l t u r a l e

Tramutola Viva! [email protected]

3289546974 / 3899003673

“Ci sono sempre due scel-te nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle”

Denis Wai tley

L’angolo di Zia Concetta - l’agliopag. 6

Un po’ di StatutoComunale...pag. 6

Un po’ di StoriaSan Luca Abatepag. 6

28 dicembreLa Valle manifesta...pag. 4

Bar SportCalcio Tramutolesepag. 4

Mettetevi l’anima in pace, in questo articolo non troverete le recensioni degli ultimi film usciti, e neanche troverete titoli di film del passato che vale la pena vedere. L’argomen-to sarà, invece, il nostro Cinema. Parlarne non è sicuramente cosa semplice, come non sarà semplice rimanere “assolutamente” neutrali di fronte ad una situazione che si trascina ormai da anni e che trova nel tramutolese tanto uno spettatore inerme quanto un colpevole carnefice. E proprio il carattere spinoso dell’argomento rende necessaria una premessa, l’ennesima… (il calcio “docet”): “TramutolaViva!” e i suoi volontari rappresentano una voce, una tra le tante. La sua nascita e la sua stessa esistenza sono legate alla necessità di parte-cipare in maniera attiva alla crescita del nostro Paese, crescita sociale economica e culturale. Un obiettivo, questo, che ci pone nella condizione, talvolta, di dover “calpe-stare” i piedi a qualcuno o qualcosa proprio in nome e per conto dell’obiettivo che ci siamo posti; sia chiaro, non per il semplice gusto di farlo, tantomeno per “antipatie” presupposte nei confronti di qualcuno o per familistiche “appartenenze”, ma sempli-cemente perché necessario. Una premessa doverosa per ribadire, ancora una volta, che quanto da noi detto (e/o scritto) è detto e scritto da noi e soltanto da noi. Nessuna regia occulta, nessuna strumentalizzazione (qualcosa avremo pur imparato dall’espe-rienza delle elezioni), nessun doppio fine, ma solo e soltanto la volontà chiara di riflettere e far riflettere, partecipare e far partecipare, condividere e far condividere.

A distanza di mesi dalla “turbolenta” presen-tazione del suo libro a Tramutola, pubblichia-mo oggi un articolo sulle incongruenze del caso Nello Rega scritto dalla nostra corrispondente da Teheran. Una scelta, questa, dettata dalla volontà di riportare l’attenzione su un tema caro a molti di noi: l’integrazione. Fatti come quello di Torino (l’assedio e l’incendio di un campo Rom a seguito della bugia di una ragazzina) e quello di Firenze (l’omicidio folle di Samb Modou e Diop Mor , due ragazzi senegalesi uccisi perché neri) non sono altro che il frutto di una cultura dove si cresce imparan-do a temere il diverso (in questo caso lo straniero). Una cultura che negli ultimi venti anni ha trovato una sponda politica in grado di generare sindaci, assessori, presidenti di provincia e di regione, parlamentari e persino ministri. Un tema “caldo”, dunque, cavalcando il quale si è in grado di andare lontano, molto lontano; spinti e sospinti da una paura diffusa e in virtù della quale ci si sente auto-rizzati a smettere di vergognarsi di essere razzisti. Una strada pericolosa, soprattutto in un momento storico come questo in cui la tensione sociale è alle stelle. Proprio alla luce di questa possibilità, in occasione della visita/permanenza dei minori non accompagnati della casa famiglia Harlock di questa estate, abbiamo chiesto all’Amministrazione un segno forte in questa direzione, promuovendo e avanzando una richiesta (protocollata e in attesa di discussione/approvazione) di modifica dello Statuto Comunale. Più precisamente, dell’attuale art. 2 comma 3 sez. A (“Rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono l’effettivo sviluppo della persona umana e l’eguaglianza degli individui”) abbiamo

chiesto la modifica in “Rimozione di ogni ostacolo che impedisca il riconoscimento dei Diritti Fonda-mentali della persona ed il suo sviluppo, di qualun-que nazionalità essi siano, riconoscendo la multiet-nicità e la multiculturalità come valori fondanti per lo sviluppo della sua comunità”. Inoltre, nell’art. 2 comma 3 sez. B (“promozione di una cultura di pace e cooperazione internazionale e di integrazio-ne razziale”) si richiede la rimozione della parola razziale così da avere la dicitura “promozione di una cultura di pace, integrazione e cooperazio-ne internazionale”. Sappiamo benissimo che non basterà una modifica nello Statuto Comunale per debellare il germe razzista che in maniera sempre più subdola alberga nel retro-pensiero di molti di noi; ma se questa iniziativa serve a far prendere una posizione chiara ed inequivocabile al Paese nel quale viviamo, beh, allora siamo contentissimi di averla portata avanti.

I n f o r m at i ca V i va ! corso gratuito di informatica_

A pagina 3 troverai maggiori informazioni e il modulo di iscrizione.

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Tutti al cineMa. Se

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A s s o c i a z i o n e P o l i t i c o C u l t u r a l eTramutolaLa voce di

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Ciò detto, torniamo a parlare del C i n e m a . Perché, lo

ricordiamo qualora qualcuno lo avesse dimen-ticato, fino a poco tempo fa Tramutola aveva a propria disposizione una struttura adibita (tra le altre cose) a questo scopo. Certo, chiamarlo “Cinema” è riduttivo: dalla sua costruzione (fine anni ‘60) a oggi, questo fabbricato (progettato e realizzato dall’ingegner Ruggiero Danza) si è rita-gliato un ruolo sempre più importante all’interno della comunità tramutolese, ospitando numerose feste di beneficienza, incontri, rappresentazioni teatrali, spettacoli e commemorazioni. Un curri-culum sicuramente degno di nota che ha dato a questo edificio un’anima, rendendolo molto più di un semplice Cinema.Oggi, passando con l’auto, a piedi o in bicicletta, a ridosso di via Mazzini troviamo un’imponente struttura in cemento armato, delle impalcature, una targa che parla di lavori iniziati nel 2007 e che avrebbero dovuto terminare nel 2008 per un importo di 171.785,34 €, ma soprattutto troviamo uno squarcio, una ferita, uno strappo, tanto nella muratura quanto nei ricordi di molti di noi. Il cinema non c’è più. Pochi giri di parole. Nessuna poesia né arzigogoli per tentare di addolcire la pillola. Il Cinema, quello che molti di noi hanno conosciuto, non c’è più. Questa l’attualità, incon-futabile. La fotografia di un dato di fatto oggetti-vo. Ma come sappiamo, e spesso dimentichiamo, tutto è immerso in un processo storico in cui oggi, ieri e domani si incontrano e spesso si incrociano. Un processo la cui conoscenza è fondamentale per chiunque voglia costruirsi un’idea, operare una scelta consapevole, alimentare il proprio spirito critico e costruire una risposta diversa da quella che spesso meccanicamente mettiamo in piedi. Prendiamo, appunto, la vicenda del Cinema. Vederlo così fa rabbia, è certo. La sua è un’assen-za pesante, tanto più ora che il freddo e il gelo tipici del nostro lungo inverno rendono proibitivo l’utilizzo degli spazi aperti. Ma aldilà della rabbia, dell’indignazione e del dispiacere, abbiamo mai provato a chiederci cosa sia successo? Abbiamo mai fatto delle domande, preteso delle risposte, partecipato alla ricerca di una soluzione? Noi ci abbiamo provato e lo abbiamo fatto parlando col Sindaco, con la sig.ra Danza e con altre persone a cui i fatti erano e sono noti. Fatti che ora voglia-mo far conoscere anche a voi e che cercheremo di elencare in maniera sintetica, fredda e distac-cata.

2000 – la Sig.ra Maria Luca (per tutti la sig.ra Danza) dona al comune di Tramutola una serie di proprietà. Tra queste, anche il locale di via Mazzini adibito a sala cinematografica (la dona-zione diventa effettiva nel 2001).2000 – i lavori di ristrutturazione del Cinema (titolo: “Trasformazione di una sala cinemato-grafica in un centro sociale Polivalente denomi-nato Centro 2000 Pace e speranza”) vengono inseriti nel programma triennale 2000/2002 dei lavori pubblici.Giugno 2000 – con atto di giunta, l’incarico congiunto per la progettazione preliminare – definitiva – esecutiva, la direzione dei lavori e il coordinamento per la sicurezza viene affidato all’Arch. Palmiro Sacco e all’Ing. Nicola Sacco. Luglio 2000 – è approvato il progetto preliminare per un importo di Lire 250.000,00 (€ 129.114,22)Ottobre 2000 – nel programma annuale 2001viene prevista, tra le opere da realizzare, quella riguar-dante il Cinema per un importo di € 258.228,45 (di cui € 129.114,23 con fondi CIPE 99 e € 129.114,22

per contrazione mutuo Cassa DD. PP.30 gennaio 2001 – approvazione progetto prelimi-nare21 settembre 2001 – approvazione progetto defi-nitivo3 ottobre 2002 – approvazione progetto esecutivo17 dicembre 2002 - viene indetta gara di pubblico incanto dei lavoriFebbraio 2003 – La Sig.ra Luca Maria comunica la volontà di donare altri immobili, immobili la cui vicinanza col fabbricato oggetto dell’articolo rende necessaria una revisione dell’intera proget-tazione. Ricominciamo...Maggio 2005 – i lavori del Cinema sono inseri-ti nel programma triennale dei lavori pubblici 2005/2007Settembre 2006 – approvazione del progetto esecutivoMaggio 2007 – stipula del contratto di appalto per un importo di € 141.826,88 con la ditta OPERA COSTRUZIONI di Montesano S/M8 giugno 2007 – inizio dei lavori18 gennaio 2008 – la direzione dei lavori fa perve-nire una relazione tecnica che, in sostanza, mette in discussione le capacità strutturali dell’edificio.4 febbraio 2008 – la direzione dei lavori comunica la necessità di un incremento di spesa con altri 180.000,00 per l’adeguamento strutturale.febbraio 2008 – è trasmesso e approvato uno studio di fattibilità per l’adeguamento struttura-le dell’edificio che prevede un incremento di spesa di € 200.000,00.24 febbraio 2010 – la direzione dei lavori trasmet-te un progetto di variante31 marzo 2010 – il progetto di variante è approva-to per un importo di € 294.669,86Novembre 2010 – la sig.ra Luca Maria fa pervenire al Comune di Tramutola un atto di citazione in giudizio col quale (in sostanza) richiede la restitu-zione del bene donatoMaggio 2011 – il sindaco firma con la sig.ra Luca Maria un accordo che accoglie le richieste conte-nute nella citazione2011 – si profila la possibilità di dirottare sull’in-tervento previsto per il Cinema altri finanziamen-ti (196.400,00 € fondi POV / 300.000,00 € fondi POIS) che nel programma triennale dei lavori pubblici sono indicati sotto la voce “Realizzazione di una struttura ad alta accessibilità con particola-re attenzione alle disabilità sensoriali”

Questo è la cronostoria, il resoconto. Freddo e distaccato. Supportato da atti ufficiali di pubblica consultazione. Una vicenda che ha attraversato 4 diverse giunte comunali, 3 sindaci, 2 presidenti della Repubblica, una cucciolata del mio cane, un numero imprecisato di guerre, 1456 avvistamenti UFO, ecc. Ora, chiariamo un aspetto: qui nessuno ha intenzione di mettere in atto una nuova caccia alle streghe. Semplicemente desideriamo sapere, sapere e far sapere. Un desiderio, o per meglio

dire, una volontà che vorremmo fosse condivisa all’interno di quella comunità di cui facciamo parte e che (lo ricordiamo) è proprietaria del Cinema(alla sig.ra Danza piace dire che ha rega-lato un mattone a ognuno di noi...). Il Cinema non c’è più, lo ribadiamo. Ma perché? Perché dopo 11 anni dalla sua donazione, dopo 11 anni dalla approvazione del primo progetto preliminare, dopo i molti finanziamenti (circa € 800.000,00) destinati al preciso scopo di ripristinare questo importante punto di riferimento della nostra Comunità, perché dopo tutto questo abbiamo ancora vivo in Via Mazzini uno squarcio. È solo responsabilità della burocrazia? È solo colpa dei tempi biblici che accompagnano quasi tutti i lavori pubblici? È solo colpa delle imprese appal-tatrici che spesso hanno “interesse” a dilatare i tempi di realizzazione dei propri lavori? Oppure anche il disinteresse (del quale ci siamo macchiati come cittadini/proprietari di questa struttura) ha di fatto “consumato” il Cinema? Quale che sia la risposta, è arrivato il momento di dare a questa vicenda un finale degno della storia e del valore che questo edificio ha avuto per tutti noi. Se la responsabilità è delle Amministrazioni (presenti e passate), agiremo perché le istituzioni ci diano risposte e soprattutto fatti concreti che attestino la veridicità di queste risposte. Se la responsabi-lità è dell’impresa costruttrice, faremo pressione affinché quest’ultima tenga fede agli impegni presi con l’Amministrazione e (indirettamente) con tutta la Comunità che nell’Amministrazione (bene o male) si vede rappresentata. Ad ogni modo, una cosa è certa: la partecipazio-ne e l’attenzione che ciascuno di noi dovrebbe rivolgere a questa vicenda diventano fondamen-tali, sono una pre-condizione a tutto quello che si può e si deve fare, per il Cinema come per tutto il resto. Senza questo attivo e partecipato inte-resse, tutto diventerà più complicato di quanto in realtà è.Proprio alla luce di questo, annunciamo che a breve organizzeremo (o cercheremo di organizza-re) un’assemblea pubblica nella quale inviteremo le parti in causa: dall’Amministrazione all’impre-sa appaltatrice, dalla sig.ra Danza ai titolari della progettazione. Un’occasione per fare domande e avere risposte. Un’occasione per ricominciare (o cominciare) a sentirci effettivamente titolari di quel potere che in quanto cittadini abbiamo su quanto succede all’interno del Nostro Paese.

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3 Via Poggio Ridente - tel. 328 1768400 / 328 9546974 - mail: [email protected]

informaticaViva!

domanda di iscrizione(da far pervenire al sig. Umberto Tedesco, responsabile della Biblioteca Comunale)

non è mai troppo tardi...

Finalmente il primo corso d’informatica dell’Asso-ciazione Politico Culturale “TramutolaViva!”ha preso forma ed inizierà (molto verosimilmente) il 23/01/2011. Il corso si terrà nella sala multimediale della Biblioteca, aula messa a disposizione dall’Ammi-nistrazione Comunale. Le lezioni si terranno una volta a settimana per un totale di otto lezioni.Ogni incontro si svolgerà con un volontario e sei partecipanti cosi da poter garantire ad ognuno dei partecipanti l’uso del pc e facilitare,

in questo modo, l’apprendimento; per questa motivazione il numero delle persone che potran-no accedere a questo primo corso sarà limitato. Tutti gli interessati potranno presentare la domanda d’iscrizione in Biblioteca presso il Sig. Umberto Tedesco negli orari e nei giorni di aper-tura.Lo scopo del corso è quello di fornire tutte quelle nozioni necessarie per poter usare in autonomia il personal computer, partendo dalla conoscenza generica del pc, sino ad arrivare a programmi di

comunicazione come ad esempio Skype.L’iniziativa è rivolta a chiunque.Il corso sarà gratuito. Al termine, chi vorrà, potrà lasciare un piccolo contributo da destinare alla nostra Biblioteca per l’acquisto del materiale necessario al suo funzionamento.

Per Info Carmelo - 3899003673Roberto - 3289546974

Cognome:

Nome:

Professione:

Luogo e data di nascita:

Indirizzo:

Numero di telefono:

E’ in possesso di un PC (Personal Computer)? □ sì □ no

Come valuta la sua conoscenza del PC? □ inesitente □ scarsa □ discreta □ buona □ ottima

Perchè vuole frequentare questo corso?

Quali sono, tra quelli indicati, i giorni a lei più congeniali?□ lunedì □ mercoledì □ venerdì □ altro(specificare: ) □ indifferente

Quali sono gli orari a lei più congeniali?□ 17.30 - 19.00 □ 19.00 - 20.30 □ altro (specificare: ) □ indifferente

Firma

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità neglia atti e l’uso di atti falsi sono puniti ai sensi delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali ai sensi della legge 675 del 31/12/1996

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Bar sPorT.

28 Dicembre. La Valle Manifesta

Con l’avvento tanto del Natale quanto della neve che non ha tardato ad arri-vare sulle monta-gne , l e squadre

tramutolesi di calcio possono iniziare a tirare le somme al giro di boa invernale.Partendo come un rullo compressore, l’ASTRA, guidata da un allenatore dotato di polso, ha ben impressionato fin dalle prime uscite. Nonostante i due passi falsi, rispettivamente in campionato con la Polisportiva Calvarese e in Coppa con il Viggiano, la squadra di mister Piscopia sta ben comportandosi nel campionato in cui milita. Infatti, appaiata in terza posizione a sole quattro lunghezze dalla vetta, la squadra sta emergendo per spirito di sacrificio, voglia di fare, impegno e dedizione nel costruire un gruppo.

Qualità, queste, che sicuramente le permetteran-no di fare un campionato di vertice.Lo stesso vale per l’A.S.D.Tramutola Val d’Agri che tanto bene sta facendo nel campionato di terza categoria. Un gruppo giovanissimo che conta 25 elementi a disposizione di mister Liuzzi (senza contare il tifo indomabile sempre presen-te!) e in cui chi gioca fa la sua parte senza far rimpiangere nessuno.La squadra, condividendo il primato in classi-fica con la Polisportiva Sarconi, sta vivendo un periodo davvero magico ed entusiasmante e non ha nessuna intenzione di abbandonare questa posizione che le consentirebbe di raggiungere la promozione in seconda categoria senza ricorrere a ripescaggi. Unico passo falso la sconfitta col Satriano che le é costata l’uscita dalla Coppa Italia Provinciale.Detto questo ci auguriamo che le due squadre

possano continuare il loro percorso senza ostacoli e che possano portare i valori dello sport sempre più in alto facendo di ogni incontro sportivo, al di là della posta in palio e della virilità della compe-tizione, un momento privilegiato, una specie di festa.Nel salutarvi vi porgiamo i nostri auguri di un felice anno nuovo all’insegna dello sport…

Mercoledì 28 dicembre 2011. Ore 15.00. Piazza Giovanni XXIII, Viggiano. La giornata è di quelle generose. Un sole tiepido riscalda le mani e i cuori di chi ha scelto di Esserci. Musica, cori, striscioni e tante tante persone rendono questa Piazza viva, molto viva. E bella, molto bella. In questa giornata, per l’ennesima volta ma non l’ul-tima, si cercherà di affermare la propria sete di dignità, si cercherà di reclamare quella attenzione che spesso ci viene scientemente negata. Tutti al grido di “S.T.O.P.”, acronimo di Salute – Tutela Ambientale – Occupazione – Pure e limpide acque. Tanti i gruppi e le associazioni presenti: ci sono i ragazzi di “Corlettivo” (un nutrito gruppo in rappresentanza di Corleto, Guardia Perticara ed Armento), ragazzi, donne e uomini da Marco-nia, Stigliano, Pisticci, Ferrandina, Policoro, Miglionico, Matera, Potenza. Ci sono le associa-zioni che fanno parte della “Locomotiva della Val d’Agri” (Wwf, Ola, Laboratorio per Viggia-no, Associazione Pro Vita Sana, Comitato Civico Sor Aqua, Amici del Lago e del Raparo, Rina-scita Marsicana, Verso la Luce, TramutolaViva! ed Onda Rosa), ci sono Ehpa, Ribelli del Web, Miracolo Lucano, Difendiamo le Terre Joniche (che insieme alla Locomotiva hanno organizzato la manifestazione). Ci sono i sindaci di Grumen-to Nova, Paterno e Spinoso. Insomma, ci sono persone, molte persone. Forse arrabbiate, forse indignate, forse deluse, ma di sicuro desiderose di dire la propria, di farsi sentire, di non arrendersi. Il corteo parte. Il rumore dei tamburi e gli slogan urlati a squarciagola richiamano l’attenzione di molti cittadini viggianesi che osservano da dietro le tende dei loro balconi questo fiume di persone risalire verso il centro del Paese. Lì troviamo un palco sul quale si susseguono donne e uomini che condividono esperienze, riflessioni, desideri e aspi-razioni. Da quel palco si ribadisce la necessità di una MORATORIA delle estrazioni di idrocarburi agli attuali quantitativi estratti; si ribadisce l’OP-POSIZIONE all’ampliamento del Centro Olio, a

nuovi pozzi in Val d’Agri e a nuovi permessi di ricerca in Basilicata; si ribadisce il bisogno di una NORMATIVA REGIONALE, adeguata alla normativa internazionale, che fissi i limiti delle emissioni e tuteli salute e ambiente con smal-timento controllato delle scorie e dei fanghi di produzione, con l’utilizzo da parte delle compa-gnie estrattive delle migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni in aria, acqua e suolo; si ribadisce l’urgenza di una INDAGINE EPIDEMIOLOGICA SUPER PARTES con risul-tati visibili e pubblicati ad intervalli regolari; si ribadisce l’esigenza di un CONTRATTO DI SITO per garantire l’occupazione locale. Ma soprattut-to si ribadisce una “proprietà”, proprietà sulla terra, proprietà sul futuro, proprietà sulla vita. Una proprietà che non si attiva tramite parame-tri economici, ma attraverso i bisogni essenziali e prioritari di una intera collettività. Una collet-tività che ora paga solo dazio, senza avere nulla in cambio. Pur fornendo una quantità di petrolio pari al 10 % del fabbisogno nazionale, nella nostra Regione vediamo aumentare i morti per tumore (Enrico Grande - Istat, ma prima Istituto Supe-riore di Sanità: o c’è stato un errore nell’elabora-zione dei dati da parte dei suoi ex-colleghi, oppure «il rischio di contrarre tumori in Basilicata è in crescita, con un trend superiore rispetto alle altre regioni. È il trend meno favorevole d’Italia»), abbiamo un tasso di disoccupazione pari all’11%, perdiamo almeno 1000 abitanti all’anno con un tasso migratorio del 3,5%, ecc. Una brutta foto-grafia nota a tutti, anche ai più distratti. Sulla quale tutto più o meno è stato detto. Della quale tutto più o meno è noto. Non c’è nessuno che, di fronte ad una birra al bar o fumando una siga-retta sul corso, non si sia lasciato andare a escla-mazioni di indignazione rispetto alla situazione attuale, rivolgendo anatemi tanto contro i colossi delle perforazioni quanto contro l’attuale classe dirigente regionale (alla quale però Tramutola ha affidato ben 1044 voti, ovvero il 57,39%). E allora perché? Perché non c’era tutta la Valle? Perché c’erano solo 10 tramutolesi? Tramutola più di altri paesi dovrebbe essere capofila in questo movimento di lotta e resistenza, dovrebbe esserlo per la storia che ha alle spalle, una storia che ci ha visto oggetto di interesse di queste grandi compagnie petrolifere che dopo averci sedotto e abbandonato (come nelle più tristi e meschine storie d’amore) hanno lasciato nel nostro terri-torio delle ferite che ancora aspettano di essere risanate. Questo rende l’assenza di Tramutola ancora più pesante. Perché aldilà di una cronica

indifferenza, aldilà dello scoramento rispetto alla possibilità di cambiare qualcosa, aldilà dell’inca-pacità di dare forma al proprio sdegno, aldilà di tutto questo c’è forse una colpa ben più grave: quella, cioè, di aver dimenticato la propria storia, quella di non aver messo a servizio di un bene superiore un’esperienza vissuta in prima persona (Orwell, nel magnifico libro “1984”, sosteneva che “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”, una frase a cui non occorre aggiungere nulla). La manifestazione è finita. I media non ne parlano, o se lo fanno non dedicano più di qualche parola. Potrebbe essere un motivo valido per fermarsi. E invece no. No perché di fronte alle mille cose che non sappiamo, qualcosa che sappiamo c’è: sappiamo che stanno avvelenando una Terra che è la nostra Terra; sappiamo che stanno schiavizzando e spegnendo il futuro di una Gente che è la nostra Gente. E questo proprio non possiamo accettarlo. Questo è più che sufficiente per tentare, tentare e tentare ancora, armati della convinzione che quanto stiamo facendo è necessa-rio prima che giusto, necessario per noi, per quelli che sono venuti prima di noi e per quelli che verranno dopo di noi. Forse, però, è arrivato il momento di alzare il livello dello scontro, spostan-do altrove il terreno del confronto. Se moralmente e eticamente non riusciamo a impedire che certe cose avvengano, non ci resta che impedirle fisi-camente frapponendoci tra loro e gli obiettivi che si sono posti. Il qui e ora ci vede impegnati in una lotta per la sopravvivenza in cui ci tocca decidere se sottostare all’arroganza di chi vuole fare di questa regione un formaggio coi buchi da cui succhiare denaro/petrolio, o alzare la testa per dire che vogliamo di più. Il punto, dunque, è scegliere tra vivere e morire, e in che modo farlo. Scegliamo di morire? Ok. Scegliamo di vivere? Allora lottiamo. Come? C’è bisogno di gente per strada. Gente che si organizza. Che decide insieme. Che partecipa. Che riempie il vuoto creata ad arte dalla politica. Gente nelle piazze. Davanti ai cancelli. Nei cortei. C’è bisogno di coraggio. L’individualismo è funzionale al mante-nimento dell’attuale stato di fatto; continuare a preoccuparsi del proprio orticello, in attesa di un gesto clemente da parte di qualche mammasan-tissima a cui religiosamente mostriamo il nostro ospitale sedere è un atteggiamento fallimentare, anzi, colpevole. Alziamo la testa perché siamo ancora nelle condizioni di farlo. Ora, non domani dopo la puntata del Grande Fratello o la serata al Pepe Nero. Ora.

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Segue da pag. 1

Le incongruenze deL caso neLLo regala nostra corrispondente di Teheran

5 Via Poggio Ridente - tel. 328 1768400 / 328 9546974 - mail: [email protected]

Appuntamenti Sabato 14 gennaio 2012Sala Congressi, Ordine dei Medici -viale Regione Basilicata, 3/A, PotenzaConvegno: “AMA IL PROSSIMO TUO Salute, Ambiente e Prevenzione Primaria”

Sabato 25 febbraio 2012 Potenza (Piazza Don Bosco)Manifestazione: “MO’ BASTA!!!”

dal sito del comune...agevolazioni sui servizi di trasporto pubblico (autobus) per i cittadini che si trovano nelle sotto elencate condi-zioni:

- reddito familiare relativo all’anno 2011, inferiore o pari a Euro 6.079,59, maggiorato del 20% per ogni ulteriore componente il nucleo familiare;

- sussistenza di gravissimo e concla-mato stato di disagio economico e sociale, accertato dai servizi sociali competenti per territorio;

Per la richiesta del beneficio , gli inte-ressati possono rivolgersi presso l’Ufficio Servizi Sociali del Comune

Nel bene o nel male l’importante è parlarne! La storia inizia il 24 settembre 2009 quando il gior-nalista di Televideo Rai Nello Rega, durante una conferenza stampa in occasione della presentazio-ne del suo ultimo libro Divisi e Diversi annunciò di aver subito pesanti minacce da parte dei fonda-mentalisti islamici. Il 27 novembre successivo, Rega dichiarò di aver trovato la testa mozzata di un agnello nella sua automobile e le minacce si sono susseguite fino all’ennesimo e drammatico caso che si è verificato la notte tra il 6 e 7 gennaio 2011. Secondo la ricostruzione del giornalista, mentre era alla guida della sua auto sarebbe scam-pato ad un agguato mortale sulla strada statale Basentana dopo esser stato speronato da un altra auto dalla quale qualcuno avrebbe esploso colpi d’arma da fuoco. In realtà, sia sui giornali che sui siti online le versioni variano: secondo alcune, il finestrino sarebbe stato distrutto a colpi di pistola, secondo altre lui avrebbe semplicemente visto una pistola in mano al presunto sperona-tore. Alla luce di queste dichiarazioni poche ore dopo questo ultimo e gravissimo avvertimento gli è stata assegnata una scorta composta da un’au-tovettura con a bordo un agente armato, quella che in termini tecnici è definita una protezione di “quarto livello”. Una piccola scorta ma una grande risonanza nei media, tanto da ottenere premi al valore e al coraggio quale perseguitato dall’Islam, piena solidarietà da organi professio-nali, per non contare le varie associazioni di soste-gno e le partecipazioni a svariati programmi tele-visivi. Ma quale è il motivo dell’accanimento nei confronti di questa persona? Le minacce secondo quanto dichiara egli stesso sono in risposta alle “incongruenze” espresse nel libro Divisi e Diversi. Il libro narra di una struggente storia d’amore tra un uomo italiano e una donna libanese Amira, la quale si scoprirà essere in contatto con il partito politico e militare di fede sciita, Hezbollah. Proprio la foto di Hassan Nasrallah, Segretario Generale del partito, sarebbe stata trovata a mò di santino sul parabrezze dell’auto dell’autore del libro al fine di convincere il giornalista ad abban-donare le sue numerose presentazioni in tutta Italia. Il partito degli Hezbollah detto anche Partito di Dio ispirato alla figura dell’Ayathollah Komeini ha alcuni obiettivi principali: migliorare le condizioni della popolazione sciita, costituire uno stato islamico e combattere Israele. Obiettivi che poco hanno a che vedere con il libro di Nello Rega. Forse qualche dubbio sulle minacce al gior-nalista sono sorte anche alla Procura di Potenza visto che pochi giorni fa il 31 ottobre scorso ha fatto recapitare all’interessato un avviso di garanzia con l’accusa di simulazione di reato con riferimento agli spari contro la sua automobile e al ritrovamento, nella buca delle lettere della sua casa a Potenza di due cartucce per un fucile da caccia. Secondo l’accusa lo svolgimento dei due fatti è incompatibile con le risultanze investigati-

ve dei Carabinieri dei reparti speciali del comando provinciale di Potenza e del Ris di Roma. Tesi avvalorata anche dal fatto che a solo una setti-mana dall’avviso di garanzia gli è stata revoca-ta anche la scorta. Il libro motivo delle minacce, a parte la succitata complicata storia d’amore ripercorre i punti salienti della religione musul-mana. Ne esce un quadro di grande difficoltà per il dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam. Secondo le parole di Rega, che estrapola a caso pagine del Corano, il mondo musulmano viene relega-to ai soliti gravissimi stereotipi quali: il ruolo di inferiorità della donna, il velo, l’infibulazione, la poligamia. Il solito Islam conosciuto attraverso una banale e scorretta informazione, visto con occhi occidentali e che non piace proprio perchè ‘diverso’. Questa diversità però non fa altro che alimentare un ulteriore avversione e paura pato-logica nei confronti della religione musulmana, paura alla quale viene attribuito il termine di Islamofobia. Le ‘incongruenze’ descritte nel libro del sig. Rega altro non fanno che creare ostaco-li a quel lungo lavoro di integrazione degli isla-mici in europa, che con grande difficoltà esperti del settore e non, stanno cercando di ottimizza-re attraverso la conoscenza e il dialogo. L’Islam quale seconda religione in Italia dovrebbe essere compreso, eventualmente studiato e non di certo stigmatizzato. Non serve altresì un islamologo o un antropologa delle religioni per sapere che la testa mozzata di un agnello quale significato minatorio è una pratica inverosimile nella cultura Islamica; l’agnello semmai viene utilizzato nella festa del sacrificio Aïd el Kébir o Festa dell’offer-ta a Dio in cui si rievoca il sacrificio di Abramo come descritto nella Sura 37 del Corano. Il caso in questione sarebbe il primo nella storia della cultura islamica in cui un uomo viene minacciato attraverso un animale sacro e propiziatorio quale l’agnello. Per quanto poi riguarda gli Hezbollah in Basilicata, temuti terroristi incapaci solo però in questo caso di portare a termine la propria azione bellica, è interessante sapere che non esistono dati certi e sufficienti per testimoniare la presenza di queste milizie in Italia.

Comunque la solidarietà nei confronti del Sig. Rega è assoluta e dovuta nel caso in cui venis-sero confermate le minacce, tenendo presente però, che non possono provenire da ambien-ti islamici. Qualora non fosse così, dovremmo pensare che i fatti raccontati sono solo frutto di invenzioni volte ad architettare una tale messa in scena approfittando di chi non è a conoscenza delle pratiche islamiche. In tal senso, questo caso fantasioso sarebbe servito solo per dare visibilità alla propria persona e con l’intento di promuovere il proprio libro creando un motivo di vanto l’esse-re perseguitato dal islam radicale. Quest’ultima ipotesi mostrerebbe un immagine dello scrittore talmente negativa che è meglio credere non sia

così. Dovremmo altrimenti pensare a un uomo ingegnoso e brillante che però ha mancato nei principi base di ogni individuo quali l’etica, l’one-stà e la morale e questo non è proprio accettabile, da un giornalista soprattutto.

Page 6: La Voce di Tramutola - n° 5

San Luca Abate pars 2a cura di V. P.

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un po’ di... statuto comunale!

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Mandaci i tuoi articoli e le tue idee all’indirizzo: [email protected] le nostre iniziative sulla pagina facebook: Tramutola Viva!

Ora trascrivo il passo più interessante del “Vesperale”, utile per vedere, storicamente, Tramutola Vecchia, in quel tempo.“Un principe che possedeva un casale nelle vicinan-ze dell’Abbazia di San Giuliano di nome Landolfo, spinto dai suoi sfrenati desideri e dalle sollecitazioni del demonio forse perché si vedeva minacciato nel possesso dei suoi territori e nella tutela dei suoi diritti dall’ingrandimento dei beni dell’Abbazia sostenuta dalla collaborazione e dalla devozione dei fedeli che abitavano lì vicino, decise di venire e distruggere il monastero.Il santo Abbate, venuto a conoscenza di ciò, per divina ispirazione, ne parlò ai fratelli preannunziando loro che il tentativo sarebbe fallito. Il che fu confermato dai fatti. Il principe, infatti, venuto per effettuare la distruzione fu rapito e svanì, né ricomparve più”. La storia raccontata dall’agiografo di San Luca, rela-tiva alla scomparsa del signore feudale in procinto di distruggere il Monastero di San Giuliano, è l’unico indizio storico che mi permette di ragionare su Tramutola Vecchia.L’agiografo riferisce solamente questo fatto per descri-vere una vicenda della vita dell’eremo San Luca, tuttavia questa pagina di storia è utile per compren-dere gli eventi successivi. Il casale di cui era signore il Landolfo è posto da Racioppi (1) verso lo Sciaura. Il Caputi (2) cambia il nome a Landolfo e lo chiama Rodolfo e lo pone a signore di San Giuliano nei Rungi.

Penso di poter collocare, con buona approssimazione, quel casale “vicino a San Giuliano”, nel casale Tramu-tola Vecchia.Sul fiume Sciaura non esistono segni di presenza di vecchi casali e San Giuliano nei Rungi non può essere il casale dell’agiografia poiché dice l’agiografo che il Monastero di San Giuliano, dopo essere stato ricostru-ito, rimase come un tesoro nel deserto.Il luogo ove si trovava questo casale, Tramutola Vecchia, dista da San Giuliano circa due chilometri, per la strada antica. Occorre vagliare minutamen-te quello che si dice nell’agiografia della vita di San Luca, con ciò voglio dire che spetta ai ricercatori, spesso, recuperare una memoria che abbiamo esaurito e, addirittura, perduto.Orbene, San Luca operò in Val d’Agri dal 965 al 993, anno della sua morte.Ma qual era la condizione della Val d’Agri in quel tempo?Scrivere di quel periodo, del X secolo, è impresa ardua, sia per le condizioni dell’unica città dell’im-pero romano della quale abbiamo importanti reperti, Grumentum, sia perché si tratta di un periodo storico lontano mille anni dal suo splendore. Grumentum fu assediata sotto il pontificato di Giovanni VIII, 872-882, il Di Meo (3) colloca questa distruzione nell’anno 878, datazione che il Racioppi non rifiuta.Nell’assedio vi fu grande strage di popolo, a causa dei Saraceni, e la città ne fu indebolita fortemente.

Però, pian piano, i superstiti fuggiti tra i monti e le caverne, incominciarono a rientrare nella città deva-stata e nei luoghi circostanti. Ma i Saraceni ritorna-rono e saccheggiarono e distrussero dalle fondamen-ta la città e con lei il tempio di San Laverio Martire. Quest’incursione, sempre per il Di Meo, avvenne nel 896. Mentre per il canonico Pratilli, nella “cronico cavese”, Grumentum esiste negli anni 915 e 971 e la sua distruzione definitiva avvenne nell’anno 1031.E’ da ritenere che la distruzione totale di Grumentum sia avvenuta proprio nel 1031 come afferma l’anoni-mo salernitano. Con la devastazione dell’anno 896, il sacro tempio di San Laverio, rimase per molti anni al suolo, mentre il popolo grumentino abitava disperso per molti paghi.

(1) G. Racioppi : Atti di San Laverio(2) F.P. Caputi: Tenue contributo alla storia di Grumento e di Saponara Napoli 1902(3) Di Meo: Annali Crit. Diplom.

V. P.

Continua…

L`aglio appeso a trecce in cucina, è considerato di buon auspicio. Perchè? Gli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi lo consumavano a chili per rinvigorirsi, e nelle tombe, come quella famo-sissima di Tutankhamen, tenevano lontani gli spiriti maligni. Per i Greci e i Romani era depurativo, tonico e diuretico: attivo contro i vermi intestinali, contro l’asma, le emorroidi, il mal di denti, le eruzioni cutanee. Nel Medioevo era usato come depurato-re del sangue, disinfettante delle vie aeree, lenitivo dell’emicrania e mal di reni. Durante la Prima Guerra Mondiale si usava per disinfettare le ferite quando mancavano gli antisettici di uso esterno. In epoca moderna è usato contro molte malattie, in partico-lare per curare: raffreddore, tosse, bronchite, asma e per combattere le infezioni. Oltre che antisettico, l’aglio è oggi considerato battericida, digestivo, espettorante, stimolante, vermifugo e ipotensivo. C’è chi ritiene che riduca il rischio di tumori, di malat-tie cardiache, e rinforzi il sistema immunitario.

Coltivazione e curiositàI periodi migliori per la coltivazione sono il mese di novembre fino ai primi di dicembre, e i mesi di febbraio-marzo. I semi si seminano a 6-8 cm di profondità, a file distanti una cinquantina di centi-metri, in terreno soffice. Può essere riprodotto anche utilizzando gli spicchi, piantati con la punta rivolta verso l’alto. Si raccoglie quando le foglie sono completamente secche. Un bulbo d’aglio sotterra-to presso un cespo di rose tiene lontani gli afidi (in quanto le radici delle rose ne assorbono una sostan-za che è insetticida) senza modificare il profumo dei fiori.Lo sciroppo d’aglio: si prepara lasciando macera-re per una notte 10 gr. di spicchi tritati in 20 cl. di acqua, aggiungendovi 3 cucchiaini di zucchero; si prende a dosi di 1-2 cucchiai al giorno per la cura delle affezioni bronchiali.Sono sicura che l`aglio e le sue proprietà sono patri-monio di molte delle persone che stanno leggendo queste poche righe, e ZiaConcetta è desiderosa di ulteriori racconti e perle di saggezza sull`aglio e non solo… raccontatecele!Un`ultima cosa: le proprietà dell`aglio si liberano in crudo e non in cotto.Per l`alito no problem: basta un chicco di caffè e non si nota!

ART. 37 Partecipazione Popolare

1. Il Comune promuove e tutela la partecipazione dei Cittadini, singoli o associati, all’amministrazione dell’ente al fine di assicurarne il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza.

2. La partecipazione popolare si esprime attraver so l’incentivazione delle forme associative e di volon-tariato e il diritto dei singoli Cittadini a intervenire nel procedimento amministrativo.

3. A tal fine sono istituite le seguenti consulte di partecipazione popolare con poteri consultivi e propositivi:- Ass. e org. di volontariato;- Categorie professionali e produttive;- Giovani;- Anziani

4. I requisiti di carattere generale dei soggetti che possono farne parte, il funzionamento, la durata e la composizione delle Consulte sono disciplinati da apposito regolamento.

5. Il Consiglio Comunale,altresì, predispone e approva un regolamento nel quale vengono definite le modalità con cui i Cittadini possono far valere i diritti e le pre-rogative previste dal presente titolo.