La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

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Anno LVIII - N. 7 Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT. www.vdj.it [email protected] 1,00 Domenica, 26 luglio 2015 LA VOCE LA VOCE Jonio Jonio dell’ dell’ Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio ACIREALE DIOCESI Giubileo: insediata la commissione ”Che sia tempo di grazia” A seguito della deci- sione del Santo Padre Francesco di indire il Giubileo Straordinario della Misericordia che sarà celebrato dall’otto dicembre 2015 al 20 no- vembre 2016, il Vescovo della Diocesi di Acireale, S.E. Mons. Antonino Raspanti ha costituito un Comitato Diocesano per la programmazio- ne di un percorso pastorale comunitario e l’or- ganizzazione di iniziative volte a coinvolgere i fedeli della nostra Laura Pugliatti Il complesso “I Titani” di Santa Venerina si racconta alle porte del Festival di Miscarello La storia della mafia ci ha insegnato a essere cauti nell’approccio alle piccole come alle gran- di notizie, soprattutto quelle scandalose e, co- munque, clamorose. Il fatto. Notizie come quella, di pochi gior- ni fa, che vuole il presidente della Regione si- ciliana, Rosario Crocetta, non reagire in alcun modo, al telefono, quando il suo amico e medi- co personale, Matteo Tutino, pronuncia un au- spicio, che suona come una sentenza di morte: Lucia Borsellino va fermata, come suo padre. La notizia è stata anticipata con un servizio di agenzia e poi pubblicata su “L’Espresso”: quel colloquio sarebbe registrato e figurerebbe tra gli atti di una inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo. Ora: Tutino si trova in carcere da qualche mese, con accuse pesanti relative a truffe nel- la sanità siciliana in un’inchiesta che puzza di mafia; Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo, ammazzato dalla mafia, si è dimessa qualche settimana fa dalla carica di assesso- re proprio perché non riusciva più a respirare aria pulita. Le reazioni. Innanzitutto Crocetta, ama- reggiato e confuso (molto confuso), ha di- chiarato di non avere mai sentito quella frase “assassina”; Tutino ha negato decisamente di averla mai pronunciata; i due giornalisti autori dell’inchiesta, da parte loro, hanno confermato di avere sentito la registrazione di quella inter- cettazione; la loro posizione è stata corrobo- rata prima dal caporedattore del settimanale e poi dal direttore. La Procura della repubblica ha smentito più volte che, agli atti delle inchie- ste che sta conducendo, ci sia quell’intercetta- zione. Il mondo politico, da alcune delle più alte cariche dello Stato ai responsabili dei partiti politici ad ogni livello, si è detto scandalizzato e quasi non si è diviso; quasi tutti si sono sca- gliati contro Crocetta e ne hanno chiesto le di- missioni. Il Giallo. Così il caso è diventato un gial- lo, anche con tinte fosche. Che inquieta come tutti i fatti di mafia che non risultano chiari dall’inizio. Non considerando le dichiarazioni di Tutino e Crocetta, che sono parte in causa, ci sono posizioni diverse e anche contrastanti, ma tutte degne di considerazione e rispetto, e quindi di credibilità, già solo perché provengo- no da persone, giornalisti da una parte e ma- gistrati dall’altra, assolutamente, come si dice, degne di fede. Il commento. Fino a quando non sarà messa in chiaro la posizione del presidente della Re- gione, noi non lo condanneremo (per questa vicenda) e non ne chiederemo le dimissioni; ma osserviamo che, comunque, Crocetta deb- ba ragionare sull’opportunità di mantenere relazioni, professionali ed amichevoli, con un personaggio come Tutino, anche se al momen- to è sotto accusa e non condannato. L’operato di Crocetta, depurato da questa bruttissima vicenda e dalle strumentalizzazioni politiche di parte, va analizzato e giudicato sul piano squi- sitamente politico-amministrativo per rispon- dere alla domanda: la sua esperienza alla guida della Regione deve proseguire o va interrotta? Dir “Tutti a tavola” con il Grest Crocetta va giudicato non strumentalizzato Confronti aperti e profondi sui temi dell’alimentazione Come ogni estate, subito dopo la chiusura delle scuole aprono i battenti gli oratori estivi, pronti a coinvolgere bambini e adole- scenti, nelle attività del Grest, acronimo di “Gruppo Estivo”. Un contesto fatto di giochi, can- ti, bans, ma anche comunione e preghiera, in cui imparare il valore dello stare insieme e il ri- spetto per l’altro, che ha di certo segnato le vacanze scolastiche di generazioni di bambini. Punto di riferimento per le famiglie e veri luoghi di socializzazione, gli ora- tori estivi non potrebbero esiste- re senza l’impegno dei Monica Trovato (continua e Speciale a pag. 5 Diocesi Rilanciata in grande stile l’esperienza degli oratori, che coinvolge piccoli, giovani e grandi L’intercettazione “gialla” ACIREALE Due coniugi lasciano per testamento alla Diocesi la loro villa di San Giovanni Bosco “Fatene una casa per malati bisognosi” Nell’ambito della festa di San Camillo, nel cortile della “Casa sollievo della sofferenza” di Acireale, ha avuto luogo una serata de- dicata alla presentazione di un eccezionale progetto di una casa di accoglienza per per- sone abbandonate e malati, valorizzando- così una villa donata con nobiltà d’animo dai coniugi Salvatore e Rosa Garozzo, morti senza figli. Il camilliano fratel Vincenzo ha commentato in proposito: “Aiutateci a rea- lizzare il sogno dei due sposi”. Attraverso un video si constata l’ampiez- za della villa sita in località San Giovanni Bosco, la raffinatezza architettonica del fab- bricato nuovo con una spaziosa terrazza e al centro una cisterna e di quello antico, an- ch’esso interessante. Fratel Carlo parla del “privilegio” della conoscenza di Salvatore a 93 anni, lucido e determinato nel suo volere, ispirato nel cuore dal Signore: attraverso i canali della Provvidenza, il sogno della casa d’accoglienza, in memoria della moglie Rosa Maugeri, morta nel 2010, potrà realizzarsi. Nel testamento aperto dopo la morte, la volontà del donatore è chiara Anna Bella (continua a pag. 2) INTERVISTA 4 ACIREALE 2 Viaggio nell’imponente palazzo dei Fiorini di via S. Carlo che ospitò lo scienziato Sartorius DIOCESI - 1 7 6 All’Ipab Santonoceto solenne inaugurazione del busto di J.M. Escrivà fondatore dell’Opus Dei “L’approdo della carità” La terza “Festa del mare” a Riposto all’insegna del dialogo interreligioso (continua a pag. 2) Nino De Maria Pina Maccherone DIOCESI - 2 85 catechisti a Milo da venti parrocchie per seguire il corso “L’annuncio della fede” 7 Santa Bella Domenico Strano Gabriella Puleo SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimenta- to 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’ Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico: 1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale; 2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda); 3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra) Lo 0.5 ‰ della tua imposta sul reddito può essere destinato all’associazione di volontariato “Orazio Vecchio” Abbonati alla Voce dell’Jonio PERIODICO CATTOLICO La Voce dell’Jonio sta continuando gli sforzi per offrire alla diocesi e all’intero territorio un servizio sempre migliore. L’abbonamento è la scelta di fiducia che il giornale ora chiede ai propri lettori. Quote Annuale: € 12,00 Extra: € 20,00 Speciale: € 50,00 Sostenitore: € 100,00 Conto Versamento su conto corrente postale n. 7313800 intestato a La Voce dell’Jonio INTERVISTA Parla mons. Pavone nell’imminente vigilia del 70°di sacerdozio “S. Pietro sempre con me” 6 Domenico Strano Mons. Giombanco

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Anno LVIII - N. 7

Spedizione in a.p. 45% Autorizz. Dir. Prov. P.T. CT.

[email protected]

€ 1,00

Domenica, 26 luglio 2015

LA VOCELA VOCEJonioJoniodell’dell’Periodico cattolico fondato da Orazio Vecchio

ACIREALE

DIOCESI Giubileo: insediata la commissione

”Che sia tempo di grazia”A seguito della deci-

sione del Santo Padre Francesco di indire il Giubileo Straordinario della Misericordia che sarà celebrato dall’otto dicembre 2015 al 20 no-vembre 2016, il Vescovo della Diocesi di Acireale, S.E. Mons. Antonino Raspanti ha costituito un Comitato Diocesano per la programmazio-ne di un percorso pastorale comunitario e l’or-ganizzazione di iniziative volte a coinvolgere i fedeli della nostra

Laura Pugliatti

Il complesso “I Titani” di Santa Venerina

si racconta alle porte del Festival di MiscarelloLa storia della mafi a ci ha insegnato a essere

cauti nell’approccio alle piccole come alle gran-di notizie, soprattutto quelle scandalose e, co-munque, clamorose.

Il fatto. Notizie come quella, di pochi gior-ni fa, che vuole il presidente della Regione si-ciliana, Rosario Crocetta, non reagire in alcun modo, al telefono, quando il suo amico e medi-co personale, Matteo Tutino, pronuncia un au-spicio, che suona come una sentenza di morte: Lucia Borsellino va fermata, come suo padre. La notizia è stata anticipata con un servizio di agenzia e poi pubblicata su “L’Espresso”: quel colloquio sarebbe registrato e fi gurerebbe tra gli atti di una inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo.

Ora: Tutino si trova in carcere da qualche mese, con accuse pesanti relative a truff e nel-la sanità siciliana in un’inchiesta che puzza di mafi a; Lucia Borsellino, fi glia del magistrato Paolo, ammazzato dalla mafi a, si è dimessa qualche settimana fa dalla carica di assesso-re proprio perché non riusciva più a respirare aria pulita.

Le reazioni. Innanzitutto Crocetta, ama-reggiato e confuso (molto confuso), ha di-chiarato di non avere mai sentito quella frase “assassina”; Tutino ha negato decisamente di averla mai pronunciata; i due giornalisti autori dell’inchiesta, da parte loro, hanno confermato di avere sentito la registrazione di quella inter-cettazione; la loro posizione è stata corrobo-rata prima dal caporedattore del settimanale e poi dal direttore. La Procura della repubblica ha smentito più volte che, agli atti delle inchie-ste che sta conducendo, ci sia quell’intercetta-zione.

Il mondo politico, da alcune delle più alte cariche dello Stato ai responsabili dei partiti politici ad ogni livello, si è detto scandalizzato e quasi non si è diviso; quasi tutti si sono sca-gliati contro Crocetta e ne hanno chiesto le di-missioni.

Il Giallo. Così il caso è diventato un gial-lo, anche con tinte fosche. Che inquieta come tutti i fatti di mafi a che non risultano chiari dall’inizio. Non considerando le dichiarazioni di Tutino e Crocetta, che sono parte in causa, ci sono posizioni diverse e anche contrastanti, ma tutte degne di considerazione e rispetto, e quindi di credibilità, già solo perché provengo-no da persone, giornalisti da una parte e ma-gistrati dall’altra, assolutamente, come si dice, degne di fede.

Il commento. Fino a quando non sarà messa in chiaro la posizione del presidente della Re-gione, noi non lo condanneremo (per questa vicenda) e non ne chiederemo le dimissioni; ma osserviamo che, comunque, Crocetta deb-ba ragionare sull’opportunità di mantenere relazioni, professionali ed amichevoli, con un personaggio come Tutino, anche se al momen-to è sotto accusa e non condannato. L’operato di Crocetta, depurato da questa bruttissima vicenda e dalle strumentalizzazioni politiche di parte, va analizzato e giudicato sul piano squi-sitamente politico-amministrativo per rispon-dere alla domanda: la sua esperienza alla guida della Regione deve proseguire o va interrotta?

Dir

“Tutti a tavola” con il Grest

Crocetta va giudicatonon strumentalizzato

Confronti aperti e profondi sui temi dell’alimentazione

Come ogni estate, subito dopo la chiusura delle scuole aprono i battenti gli oratori estivi, pronti a coinvolgere bambini e adole-scenti, nelle attività del Grest, acronimo di “Gruppo Estivo”. Un contesto fatto di giochi, can-ti, bans, ma anche comunione e preghiera, in cui imparare il valore dello stare insieme e il ri-spetto per l’altro, che ha di certo segnato le vacanze scolastiche di generazioni di bambini. Punto di riferimento per le famiglie e veri luoghi di socializzazione, gli ora-tori estivi non potrebbero esiste-re senza l’impegno dei

Monica Trovato

(continua e Speciale a pag. 5

Diocesi Rilanciata in grande stile l’esperienza degli oratori, che coinvolge piccoli, giovani e grandi

L’intercettazione “gialla”

ACIREALE Due coniugi lasciano per testamento alla Diocesi la loro villa di San Giovanni Bosco

“Fatene una casa per malati bisognosi”Nell’ambito della festa di San Camillo, nel

cortile della “Casa sollievo della soff erenza” di Acireale, ha avuto luogo una serata de-dicata alla presentazione di un eccezionale progetto di una casa di accoglienza per per-sone abbandonate e malati, valorizzando-così una villa donata con nobiltà d’animo dai coniugi Salvatore e Rosa Garozzo, morti senza fi gli. Il camilliano fratel Vincenzo ha commentato in proposito: “Aiutateci a rea-lizzare il sogno dei due sposi”.

Attraverso un video si constata l’ampiez-za della villa sita in località San Giovanni

Bosco, la raffi natezza architettonica del fab-bricato nuovo con una spaziosa terrazza e al centro una cisterna e di quello antico, an-

ch’esso interessante. Fratel Carlo parla del “privilegio”

della conoscenza di Salvatore a 93 anni, lucido e determinato nel suo volere, ispirato nel cuore dal Signore: attraverso i canali della Provvidenza, il sogno della casa d’accoglienza, in memoria della moglie Rosa Maugeri, morta nel 2010, potrà realizzarsi. Nel testamento aperto dopo la morte, la

volontà del donatore è chiaraAnna Bella

(continua a pag. 2)

INTERVISTA

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ACIREALE

2

Viaggio nell’imponente palazzo dei Fiorini

di via S. Carlo che ospitò lo scienziato Sartorius

DIOCESI - 1

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6

All’Ipab Santonocetosolenne inaugurazione

del busto di J.M. Escrivà fondatore dell’Opus Dei

“L’approdo della carità”La terza “Festa del mare”

a Riposto all’insegna del dialogo interreligioso

(continua a pag. 2)

Nino De Maria

Pina Maccherone

DIOCESI - 285 catechisti a Milo da venti parrocchie per seguire il corso

“L’annuncio della fede”

7Santa Bella

Domenico StranoGabriella Puleo

SOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLESOSTIENICI CON IL TUO 5 PER MILLE

La legge Finanziaria prevede la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta sul reddito ad associazioni di volontariato, onlus, ricerca etc. Il 5‰, altra cosa dal già sperimenta-to 8 ‰, non determina nessuna variazione nell’ammontare dell’imposta. Anche l’Associazione Orazio Vecchio,nata soprattutto per curare La Voce dell’Jonio, è tra i soggetti beneficiari. Per destinare a noi il contributo basta compilare l’apposita scheda del 5‰ sul modello 730 o Unico:1) Inserire i propri dati anagrafici e il codice fiscale;2) Firmare nel riquadro indicato come Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non

lucrative di utilità sociale.... (il primo a sinistra della scheda);3) Indicare in quel riquadro il codice fiscale 90034160870 (come nell’esempio sopra)

Lo 0.5 ‰ della tua

imposta sul reddito

può essere destinato

all’associazione

di volontariato

“Orazio Vecchio”

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La Voce dell’Jonio sta continuando gli sforzi per offrire alla diocesi e all’intero territorio un servizio sempre migliore.L’abbonamento è la scelta di fi ducia che il giornale ora chiede ai propri lettori.

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INTERVISTA

Parla mons. Pavone nell’imminente vigilia del 70°di sacerdozio

“S. Pietro sempre con me”

6Domenico Strano

Mons. Giombanco

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2 26 luglio 2015 In Seconda JonioJoniodell’

DIMORE ACESI - 3 L’elegante Palazzo Fiorini domina la via San Carlo tra due chiese

Dove fu ospite lo scienziato SartoriusIl candidato Salvatore Lucia-

no Orazio Fichera poliedrico attore, presentatore e giorna-lista acese, è stato proclamato con lode, dal Presidente della Commissione di Laurea il Prof Vincenzo Perciavalle, dottore in Scienze e Tecniche Psicolo-giche, discutendo una tesi spe-rimentale dal titolo ““Lo stato biopsicologico dell’attore e aspetti della personalità””.

Salvo ha scelto un argomento originale e poco approfondito dalla letteratura scientifi ca. Egli è andato ad indagare gli aspetti psicobiologici e comportamen-tali che spingono un soggetto ad intraprendere la professione dell’attore e di come questi pos-sano condizionare la sua profes-sione fra l’altro ha indagato se e come lo stress ed ansia possano infl uire sulla personalità dell’at-tore. Hanno preso parte alla ri-cerca molti attori professionisti e non.

Una collega di Salvo, Stefa-nia Cupperi, discuteva proprio lo stesso giorno una tesi dal titolo “Aspetti psico-biologi-ci dell’infedeltà”, i due colleghi confrontandosi e dialogando hanno deciso di proporre alla Commissione un pezzo inedi-to scritto dal Professore Ettore Spada dal titolo “Cinquanta sfumature di corna”. Il Presi-dente ha accordato la richiesta dei candidati ed ha concesso, alla fi ne della discussione della dissertazione di laurea, a Salvo di recitare lo scritto.

Coppola in testa e tono sicu-lo e Salvo inizia a recitare: << Si fa presto a dire cornuto. Cor-nuto può andare bene ovun-que in Italia, non a Catania. Il catanese, popolo raffi nato ed esigente, pretende di più.

A Catania si può dunque essere cunnuto, cunnuted-dhu, cunnutazzu; cunnutuni, cunnuto e cuntentu, cunnuto appruvato, cunnutu di azioni, cunnutu vulunteri, cunnuto pacinziusu, cunnuto e maz-ziatu, cunnuteddhu nicu-nicu, gran cunnutu, grandissimu cunnutu, pezzu di cunnutu, gran pezzu di cunnutu. E anco-ra: cunnutu tu e cu non tu rici,

Il centro storico di Acireale è un susse-guirsi di nobili palazzi, uno di questi è pa-lazzo Fiorini in via San Carlo al civico 11.

La via prende il nome dal Barone Calì di San Carlo, proprietario di una casa sita nel-lo stesso luogo dove oggi vi è palazzo Fiori-ni, l’unica che occupa nel centro storico un isolato circondato dalle vie San Carlo, San Biagio e Fiorini, con ingresso principale in via San Carlo. Un illustre personaggio fu ospitato dal barone, lo scienziato tedesco Wolfgang Sartorius, autore della prima car-ta topografi ca dell’Etna. Lungo il percorso si possono ammirare altri importanti edifi -ci come palazzo Geremia, l’ala laterale del palazzo del barone Musumeci e casa Bar-bagallo, con un maestoso portale scolpito in pietra lavica. La zona che va dalla chiesa di San Domenico alla chiesa di San Giusep-pe si trova su un costone di pietra lavica, e quindi la costruzione dei palazzi su questa arteria non dovette essere impresa facile.

La famiglia Fiorini, il cui stemma genti-lizio raffi gura un leone rampante con un fi ore in bocca, sovrastato da tre stelle e una corona, segno che il titolo è stato concesso dal re e non dal Papa, è uno dei casati si-ciliani più antichi. Originari della Toscana, si trasferirono in Sicilia intorno al XVIII secolo, stabilendosi a Bronte. Alcuni mem-bri della famiglia si trasferirono in seguito ad Acireale, mentre il ramo dei Fiorini di Bronte dopo qualche tempo si estinse per mancanza di eredi. Il cavaliere Martino Fiorini appartenente al ramo della famiglia che si trasferì nella nostra città, acquistò la costruzione di proprietà del barone Calì che si trovava lungo la via San Carlo, ed è su questo luogo che tra fi ne ‘800 e inizi ‘900 costruì il palazzo che oggi possiamo ammi-rare, non solo esternamente ma anche al suo interno.

Il piano nobile negli anni recenti, attra-verso una accurata ristrutturazione, è ritor-nato al suo splendore e oggi è visitabile. Per il visitatore è una piacevole esperienza cul-turale - storica, che permette di conoscere come viveva una famiglia nobile agli inizi del secolo scorso. Le stanze di rappresen-tanza si susseguono a stanze più intime e raccolte, sfarzoso e opulento nella sua bel-lezza il salone giallo, più raccolta la stan-za della musica. Tutte le stanze presentano volte dipinte con la tecnica del “trompe l’oeil” (inganna l’occhio) con prevalenza di motivi fl oreali; queste si aff acciano su una grande terrazza panoramica con vista sui tetti e cupole delle chiese del centro stori-co. Segue la stanza da pranzo con vista su via San Carlo e la chiesa di San Domenico, originale la presenza di un passavivande a ruota che permetteva ai domestici di ser-

vire le pietanze nella sala senza passare dalla cucina, il tavo-lo, sontuosamente apparecchiato, è im-preziosito da porcel-lane e cristalli con il monogramma della famiglia.

La famiglia pos-sedeva grandi pro-prietà, e molti pro-venti derivavano dalla produzione e vendita del vino, ed è per questo che i palazzi dell’e-poca sono conosciuti anche come “palazzi del vino” perché costruiti con i proventi di questa fi orente attività. Il barone Fio-rini per il suo palazzo chiamò l’ingegnere e architetto Filadelfo Fichera, uno dei più famosi dell’epoca a Catania. Laureatosi al politecnico di Napoli, il Fichera fu autore di importanti opere nella sua città come il progetto di realizzazione nel 1877 del Giar-dino Bellini, la villa del duca Trigona di Mi-sterbianco ubicata in viale regina Marghe-rita – piazza Roma a Catania e l’ospizio per ciechi “Ardizzone Gioeni” completato nel 1911 dal fi glio Francesco e inaugurato dai reali d’Italia.

Ritornando al palazzo Fiorini, di grande pregio i dipinti della dimora affi dati all’ar-tista Alfonso Orabona, di origini napole-tane ma attivo a Catania. Probabilmente i dipinti non vennero eseguiti in un solo arco di tempo ma a più riprese, infatti lo stile tra le varie stanze si diff erenzia un po’,

anche se è il liberty a prevalere in genera-le. Agli appartamenti del primo piano e del piano nobile si accede tramite una scala mo-numentale in marmo bianco, illuminata da un grande lucernario. Pregevole la ringhiera in ferro battuto e i de-cori alle pareti in stile

pompeiano. Il cavaliere Martino Fiorini (nato ad Aci-

reale il 9 dicembre 1836 e deceduto il 14 aprile 1931) viene ricordato dalla sua città non solo come sindaco, carica che ricoprì dal 1893 al 1895 ma anche come uomo ma-gnanimo e generoso, infatti fu grazie alla sua generosità che i frati del convento di San Biagio poterono ritornare ad abitare il monastero, dopo le leggi eversive del 7 lu-glio 1866 e 15 agosto 1867 quando furono costretti a lasciare i luoghi religiosi. Grazie alla sua generosità i monaci, dopo circa 60 anni, rientrarono nel loro convento il 22 agosto 1895. Martino Fiorini ebbe 7 fi -gli, alcuni si sposarono, altri no. Tra di essi il canonico della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, che abitò il piano nobile insieme ad altri membri della famiglia. Oggi gli attuali proprietari discendenti del cavaliere Marti-no continuano ad abitare il primo piano del palazzo mentre il piano nobile è visitabile su prenotazione.

Gabriella Puleo

UNIVERSITÀ Discusse due tesi singolari

E la recita delle “corna”

Giubileo in Diocesicommissione in attività

Chiesa particolare in questo tempo di gra-zia, di conversione e di rinnovamento spiri-tuale.

I membri del comitato sono: mons. Gugliel-mo Giombanco, Vicario Generale, Presidente del Comitato; Don Carmelo Sciuto, Direttore dell’Uffi cio per la pastorale della catechesi e dell’educazione cristiana; Don Roberto Strano, Direttore dell’Uffi cio per la pastorale liturgica; Don Stefano Presti, Direttore dell’Uffi cio per la pastorale dello sport, turismo, pellegrinaggi e tempo libero; Fra’ Lorenzo Ficano, rappre-sentante del Segretariato diocesano della Vita consacrata e la Dott.ssa Barbara Sgroi, Presi-dente della Consulta per l’Apostolato dei Laici, Segretaria del Comitato.

Il comitato si è riunito giorno 17 luglio per iniziare la fase di programmazione e defi nire i punti di maggior rilievo del cammino pasto-rale.

Mons. Guglielmo Giombanco ha illustrato quello che è emerso in questo primo incontro “Una proposta signifi cativa è innanzitutto la precisazione che questo anno giubilare, non deve essere soltanto un anno celebrativo, ma un tempo di grazia dove veramente la Miseri-cordia diventa testimonianza dell’amore, della vicinanza di Dio nei confronti delle persone che soff rono, che vivono situazioni di disagio o di soff erenza. Si punterà a riscoprire le ope-re della misericordia corporale proprio per tradurre concretamente la misericordia nella carità, attraverso l’accoglienza, la visita agli ammalati, ai carcerati, la vicinanza a persone che vivono disagio, stranieri o uomini e donne segnati da soff erenze.

Come Chiesa abbiamo pensato di recupera-re la dimensione dell’ascolto con un orizzonte più vasto teso ad ascoltare tutte e persone che hanno bisogno di incontrare il cuore di Dio che manifesta il suo amore; la Misericordia è l’incontro tra la miseria, la povertà, la fragili-tà che l’uomo porta in sé e il cuore di Dio che comporta atteggiamento di rinascita alla vita nuova, di possibilità di iniziare un nuovo cam-mino.

Tra le iniziative che proporremo ci saranno i pellegrinaggi nelle chiese individuate dal ve-scovo che per ora sono la Basilica Cattedrale come segno di unità della diocesi e due luoghi particolarmente signifi cativi per l’attività mi-nisteriale del sacramento della confessione: i santuari mariani di Vena e di Valverde.

Verranno proposte alcune catechesi in sin-tonia con le indicazioni che nasceranno dal convegno ecclesiale di Firenze, Saranno coin-volti anche in questa programmazione gli uf-fi ci che esprimono una particolare sensibilità riferita alla Misericordia, la Caritas, gli uffi ci per la pastorale per la salute e per le famiglie. Per quanto riguarda la dimensione dell’an-nuncio sarà proposta la lectio divina nei tempi forti di Avvento e Quaresima e attraverso la lettura biblica si aff ronterà il tema del perdono non solo dal punto di vista psichico, ma anche sociale, per proporre un modello d’uomo di-verso, unifi cato con se stesso e capace di uni-fi carsi e confrontarsi con gli altri.

Particolare attenzione sarà riservata al sa-cramento della riconciliazione; i sacerdoti, nelle parrocchie favoriranno l’avvicinamento al sacramento del perdono.

Ci proponiamo di vivere la riconciliazione attraverso gesti concreti in tutte quelle situa-zioni dove è coinvolto l’uomo con le sue risor-

se ma anche con le sue diffi coltà, con le sue ferite per poterle alleviare e così mettere in ri-salto la vicinanza di Dio che segue con amore misericordioso i passi di ogni uomo”.

Laura Pugliatti

Donata casa per malati Il progetto prevede di rendere abitabile il

primo stabile nuovo, poi quello antico, lot-tizzando i diversi lavori. Fratel Carlo presen-ta la nipote dei Garozzo, prof. Maria Grazia Zappalà: insieme si sono recati dal vescovo, mons. Antonino Raspanti. Infi ne, cita altre realizzazioni “volute da Dio”, quali “La casa della speranza”, con sette anni di vita, e “La tenda”.

La conversazione della prof. Maria Grazia Zappalà, abitante a 250 metri dalla villa, verte sul rapporto con gli zii, “suoi secondi genitori e ritenuta da essi come fi glia “, rievoca con nostalgia tanti ricordi: il matrimonio nella chiesa di Santa Maria Ammalati, nel luogo nativo di Rosa, mentre lo zio, brigadiere del-la polizia stradale a Gela, dal cuore buono e generoso, era di Balatelle; la loro fedeltà alla Messa festiva; il desiderio irrealizzato del-la zia d’avere un bimbo, cosa che le arrecò grande soff erenza; il pianto dello zio per sei mesi per la morte della moglie, donna dolce e sempre sorridente. Dopo il congedo di Salva-tore, l’acquisto della villa adeguatamente ristrutturata, dove i coniugi vissero circa 40 anni.

La prof..ssa Zappalà promette colla-borazione nella realizzazione dell’opera, nella quale si ipotizza di ricavare 18 vani più servizi.

Anna Bella

dalla prima

cunnutu tu e cu ti vesti a mati-na, cunnutu e sbirru, o meglio: cunnutu, sbirru e carrabbineri a cavallu e, senza appello, cun-nutu ca non si autrhu. Nei casi più gravi si può altresì essere: cunnutu chiù di na pignata di vaccareddhi.

La cosa può talvolta coin-volgere la famiglia: cunnutu di to opà, ovvero, se la cosa fosse ereditaria, cunnutu tu e to opà, se non addirittura cunnutu di razza e cunnutu tu e tutta a to razza.

A volte sono le circostanze a decidere il nostro destino, ecco quindi che ci sono i cornuti condizionati: cunnutu cu si ni penti, cunnutu cu ci criri, cun-nutu cu s’arricacca, cunnutu chi butta la spazzatura (scritta vista su un muro a Picanello, come deterrente alla discarica selvaggia).

C’è pure il caso in cui ci si chiede: ma allura u cunnutu sugnu ju? Ed anche: e chi mi rissi cunnutu? Talvolta sen-za necessariamente averne la vocazione si può addivintari n’cunnutu. Ù

Chi fosse incline all’autole-sionismo potrebbe anche de-cidere di sirrarisi ‘nconnu (in tal modo, per ogni evenienza, ne rimarrebbe comunque uno integro).

Da non dimenticare chi è costantemente a rischio corna per via della professione, uno per tutti: abbittrhu cunnutu.

Talvolta viene addirittura notato con stupore ed incredu-lità che ad uno particolarmente sveglio, ci mancunu i conna, come se fosse obbligatorio averle, le corna.

A chi invece le ha particolar-mente sviluppate può capitare ca ci ‘mpinciunu i conna, mentre sembra che le simpatiche appen-dici non siano esenti da fastidio-se infi ammazioni se è vero che a qualcuno ci manciunu i conna.

A sottolineare la palese os-sessione del popolo catanese sull’argomento corna, la tradi-zione ci ha tramandato in ma-teria una serie di buoni consigli e detti proverbiali.

Cominciamo dai buoni con-sigli: fatti fari i conna, o per chi volesse essere più specifi co e precisino, fatti fari i conna a Jaci; dato però che ad ogni con-siglio spesso ne corrisponde uno diametralmente opposto, non mancherà chi aff ettuosa-mente ti consiglierà: fatti rum-piri i conna, o chi addirittura si off rirà personalmente per erogare il servizio: ti rumpu i conna.

Finiamo con i detti prover-biali: megghiu cunnutu ca fi ssa; u voi ci rissi cunnutu o sceccu; fatti cunnutu ca a pacenzia ti veni; pi n’cunnutu ci voli n’cun-nutu e menzu; u cunnutu o so paisi, u fi ssa unni va; cu nasci gilusu mori cunnutu; cu campa pava e cu mori è cunnutu; meg-ghiu mottu ca cunnutu. >>.

Possiamo quindi concludere con una piccola rifl essione, le “corna” possono avere molte interpretazioni…forse l’unica vera realtà è: saperci ridere so-pra e, non prendersi troppo sul serio!!!

Con il suo taxi stravagante e pieno di pu-pazzi, Caterina Bellandi, è stata accolta nel piazzale antistante il salone del circolo velico Marina di Riposto, ospite del Rotary club di Giarre riviera jonico-etnea. A incontrarla è stata una festa dei bambini che in tanti, ac-compagnati dai genitori, hanno voluto fare una foto con lei, accanto al suo Taxi “Mila-no 25” o chiederle un autografo. Il lavoro di Caterina Bellandi è quello di rendere felici i bambini, soprattutto quelli più provati dalle diffi coltà che vanno a curarsi all’ospedale pe-diatrico Meyer di Firenze. La sua scelta di vita è frutto di una consapevolezza: anche lei ha sperimentato la perdita del suo compagno, che faceva il tassista, e ha preso il suo posto, guidando a Firenze il taxi che lui guidava, il “Milano 25”. Un altro incontro che le ha cam-biato la vita è stato quello con una bambina, salita sul suo taxi, triste dopo aver perso il suo fratellino. Da qui la scelta che l’ha resa “ma-

dre di un progetto che dà vita”.Ad accoglierla al Rotary il presidente Fran-

cesco Macarone e il dott. Paolo Bonaccorso, socio del Club che la conosce e l’ha portata in Sicilia.

L’incontro memorabile si è concluso con la consegna da parte del presidente Macarone a Caterina di un’off erta a sostegno di un suo progetto per la realizzazione di uno specia-le camper per accompagnare i bambini al mare..

RIPOSTO La tassista di Milano ospite del Rotary Giarre - Riviera jonica

Caterina rende felici i bambini malati

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JonioJoniodell’

Page 3: La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

26 luglio 2015 3Cultura e SpettacoloJonioJoniodell’

DIOCESI Ultimato il complesso restauro degli affreschi di Paolo e Alessandro Vasta e di Matteo Ragunisi

Si riapre il 22 il Santuario di Loreto

Si va molto lontano se conosciamo bene le no-stre radici, viviamo il pre-sente con più consapevo-lezza proiettandoci verso un futuro più cosciente.

Ecco perché il “Qua-dAlmanacco” è un testo prezioso per i bambini della scuola per l’infan-zia del comune di Ripo-sto. Le scuole coinvolte al progetto: Riposto tra Etna e lo Jonio sono : il plesso Immacolata, il plesso Manzoni, il plesso, Marano, il plesso Qua-simodo ed il plesso Walt Disney, quest’ultimo nome calza a pennello con le coreografi e fan-tasiose del QuadAlma-nacco.

L’avventura è nata nell’anno scolastico del 2009/2010, dove con un progetto “Riposto: tra l’E-tna e lo Jonio” inizia una serie di almanacchi che dura ormai da ben cin-que anni, uno per ogni anno scolastico.

Varie sono state le fonti d’informazione dei piccoli alunni sa-pientemente guidati dal corpo docente, sono spaziate tra ricerche in seno a pubblicazioni di appassionati storici del paese che di esso hanno pubblicato in libri e riviste; sia dalla tradizione tramandata con le parole, dai cittadini e dai nonni del luogo che ricordano e ri-vivono i momenti delle antiche tradizioni con certosina pazienza e passione. Ovviamente il linguaggio del testo è a misura di bambino quindi semplice, colorato e fresco, ricco di entusiasmo, come solo i bambini sanno fare. I temi predominanti sono “U mari e a Munta-gna”! D’altra parte non poteva essere altrimenti vista e considerata la posizione geografi ca di Riposto, perla di terra, incastonata, per l’appunto, tra lo Jonio e il superbo Etna.

Il quadAlmanacco racchiude in se tutti i 5 libri degli anni prece-denti ma, con un ulteriore arricchimento, che va dalla pagina in-troduttiva a mò di storia, dove tre bambini diversi tra di loro per tipologia di razza ma, accomunati da un unico denominatore, la “fanciullezza” si ritrovano, quasi per caso, in un gioco che li appas-sionerà e li proietterà in un mondo reale e fantastico nello stesso tempo.

La scoperta di usi, costumi, tradizioni del paese in cui vivono, interagendo anche con alcune ricette del loro paese natale che ar-ricchiscono il libro.

I bimbi, imparano ad essere cittadini del mondo e a “depennare” la parola “diversità” dal loro vocabolario, in un contesto scolastico e sociale dove la parola multietnico è, ormai, di uso comune e la con-vivenza con altri popoli fa parte della quotidianità.

Un plauso al dirigente scolastico Cinthia D’Anna che ha creduto nel progetto, all’insegnante Tina Franco che ha ideato e coordina-to l’iniziativa, al corpo docente, ai piccoli alunni e a tutti coloro che hanno dato con il loro grande cuore tutte le informazioni necessa-rie per poter eff ettuare le ricerche sulle tradizioni del paese di Ri-posto.

Ovviamente ci rivedremo al prossimo “Almanacco” e dintorni.

Agata Sava

Quello di Maria SS. di Lo-reto, situato su una collinetta di Acireale nord- ovest ai piedi dell’Etna, è un Santuario mol-to frequentato, con una storia suggestiva. Nel 1553 l’eremita fra’Giovanni Maccarrone, ac-quistato il terreno, vi costruì una cappelletta, dedicata alla Vergine di Loreto; i boschi circostanti erano ricettacolo di briganti, ma essa diventò luogo di preghiera per quanti passavano di là, spe-cie per motivi di commercio con il territorio messinese.

L’eremita successivamente s’ispirò alla casa di Nazaret nella marchigiana Loreto, per ripro-durla con le relative dimensioni, così la cappella si trasformò in chiesa. Nel 1626 fra’ Giovanni morì.

La chiesa di Maria SS. di Lore-to, nota nella Sicilia orientale, fu elevata a Santuario.

Nel 1669, in seguito all’eru-zione dell’Etna, gli acesi si rivol-sero alla Madonna di Loreto, per ottenere protezione. In varie occasioni, vennero organizzate processioni dalla matrice di Aci-reale al Santuario; da segnalare quella del gennaio 1693, dopo il

terribile terremoto, che provocò un migliaio di vittime. Anche il Santuario subì danni, con il crollo della primitiva cappella, mentre rimase intatta la parte aggiunta sul modello della Casa di Nazaret.

Nel 1738, l’eremita frate Rosa-rio Campione di Acireale, fonda-tore dopo pochi anni dell’eremo di Sant’Anna, vi soggiornò per un paio di anni.

Fondata la diocesi, il primo vescovo di Acireale, l’agrigenti-no Gerlando Maria Genuardi, devoto al Santuario, volle che le sue ossa riposassero lì: austero il monumento funebre.

Il vescovo Ferdinando Cento, nel 1925, prima di andar via da Acireale, donò al Santuario la statua della cosiddetta “Madon-na nera”, copia della Madonna Lauretana.

Il prof. P. Vincenzo Sozzi vis-se presso il Santuario, per tanti anni fi no alla morte nel 1961: un busto, opera del parroco D’Urso, è posto nel giardinetto antistante la chiesa.

Del recente restauro degli af-freschi settecenteschi di Paolo Vasta, del fi glio Alessandro, e di

Matteo Ragunisi,parliamo con il parroco don Giampaolo Bonan-no.

“Nel marzo 2014 comincia il restauro che si è concluso in questi giorni .- ci spiega - Mar-tedì 28 luglio ci sarà la riapertura uffi ciale del Santuario, alla pre-senza del vescovo mons. Antoni-no Raspanti, delle autorità civili e della Sovrintendenza ai Beni culturali. Il Centro Regionale di Restauro ha eff ettuato degli studi sugli aff reschi del Santuario. Ab-biamo ottenuto il fi nanziamento dai fondi europei di sviluppo re-

gionale di Sicilia 2007- 2013.”- Nella gara d’appalto, quale

ditta vinse?-“La ditta modenese “Alchi-

mia”, che in subappalto coinvolse l’impresa di restauro di Davide Rigaglia di Castiglione di Sicilia; direttrice dei lavori, la dott. Car-mela Cappa.”

I parrocchiani Giovanni Sciac-ca e Lucia Giuff rida aggiungono che, a spese della parrocchia, sono stati eseguiti lavori di pro-tezione dall’umidità e la sistema-zione del tetto.

Anna Bella

VALVERDE Alfi o Stefano Di Mauro sulla poesia dialettale nel Catanese tra le due guerre

Guglielmino, voce poetica più alta

“QuadAlmanacco”, un testo preziosoper le scuole per l’infanzia di Riposto

Recensioni

Nella biblioteca comunale “G. Fava” di Valverde, la locale Pro Loco, con il patrocinio del Comune, ha organizzato una conferenza dal tema: “Catania letteraria tra le due guerre: la poesia dialettale”. A relazionare è stato il prof. Alfi o Stefano Di Mauro, già cultore di Storia me-dievale presso l’Università degli studi di Catania e docente di Lettere nei licei, il quale si è sof-fermato a descrivere l’ambiente letterario catanese tra otto e novecento. In questo periodo nella zona etnea fi orirono diver-se pubblicazioni dedicate esclusivamente alla poesia dialettale; anche alcuni letterati di chiara fama scrivevano liriche in verna-colo: Mario Rapisardi, Vitaliano Brancati, Nino Martoglio e Francesco Guglielmino (1872-1956), il quale, a giudizio della critica, ha rappresentato la voce poetica più alta. Il-lustre classicista nativo di Aci Catena, schi-vo di ambizioni accademiche e poeta della quotidianità, egli faceva parte dell’élite intel-lettuale del tempo. La sua fi gura di docente ed educatore è stata tratteggiata attraverso una serie di simpatici aneddoti, frutto dei ricordi di Michele Pricoco, Vitaliano Bran-cati (suo allievo), Santo Mazzarino, Leonar-do Sciaccia e dello stesso prof. Di Mauro.

Dalla sua raccolta più famosa di poesia in vernacolo “Ciuri di strada” (edita nel 1922 e successivamente più volte ristampata) il prof. Di Mauro ha letto alcune liriche che esprimono la carica di vitalità e simpatia del personaggio, rispecchiandone la personalità di uomo sensibile, ricco di quella humanitas forgiata da una solida formazione classica.

Ad introdurre la piacevole conversa-zione sono stati il sindaco di Valverde, prof. Rosario D’Agata, il presidente della Pro Loco, Mario Tosto, e il responsabile della biblioteca, dott. Nunzio Lizzio, che ha presentato il qualifi cato relatore ai nu-merosi intervenuti. Questo incontro cul-turale – il secondo dopo la presentazione nello scorso mese di aprile del libro “Se il

grano muore” del prof. Alfon-so Sciacca, preside emerito del liceo classico “Gulli e Pen-nisi” di Acireale - si inserisce tra le attività di promozione culturale che la biblioteca co-munale intende organizzare nell’ambito del progetto mini-steriale, della durata di diciot-to mesi e fi nanziato diretta-mente dal governo nazionale, che prevede per la Biblioteca comunale anche un piano di accrescimento del patrimonio librario, mentre per il vicino

museo delle conchiglie, ospi-tato presso villa Cosentino (di proprietà del Comune e gestito dalla Pro Loco val-verdese, responsabile il dott. Andrea Lo Bue) sono previsti interventi di ammo-dernamenti e opere di restauro dei locali e dell’ampia sala conferenze.

Il presidente della Pro Loco Tosto, coa-diuvato dal vice Angelo Strano, e l’ammi-nistrazione comunale di Valverde, retta dal sindaco prof. Rosario D’Agata con l’as-sessore alla cultura e al turismo avv. Lui-gi Torrisi, sono concordi nel riconoscere il notevole slancio positivo derivante da questi fondi stanziati dal governo per la promozione delle politiche culturali.

Guido Leonardi

ACIREALE Fa un salto di qualità l’ottava edizione del Premio letterario conclusosi con una serata condotta da Elena Ronsisvalle e Mario Garozzo

E’ giunta a conclusione l’VIII edizione del premio letterario nazionale “Poeta per caso” organizzato dall’associazione di volontariato “Cristo nuova speranza” e dal centro culturale “Don Francesco D’Urso”. Due serate che hanno animato l’an-fi teatro della villa Belvedere di Acireale, due incontri dedica-ti all’arte, alla musica e alla poesia, con un grande numero di partecipanti provenienti da tutta Italia. La serata presentata dal giornalista Mario Garozzo e dall’attrice e cantante Ele-na Ronsisvalle ha visto una grande affl uenza di pubblico che ha potuto applaudire i vincitori delle varie categorie e anche ospiti illustri che si sono avvicendati sul palco.

I primi ad essere premiati i vincitori nella sezione A “Poesia in lingua italiana”. Per la scuola primaria Ines Giada Naceto con la poesia “I sentimenti dell’anima” e per la scuola secon-daria di secondo grado Riccardo Giabbani con la poesia “Ma-gari un giorno”.

Momento molto atteso dal pubblico il riconoscimento all’attore Enrico Guarneri, premio speciale per l’arte. Come sempre l’attore ha catturato con la sua travolgente simpatia e le sue esilaranti battute comiche tutti i presenti; a seguire un momento di poesia e musica con la poetessa Maria Grazia Falsone e il tenore Carmelo Panebianco accompagnato dal

pianista Andrea Strazzulla. Premio speciale per il suo impegno umanitario al dottore

Fabrizio Pulvirenti medico di emergency, colpito durante il suo soggiorno in Africa dal virus “ebola” e miracolosamente guarito. Premio per la letteratura e il giornalismo al dottore Giuseppe Di Fazio responsabile del notiziario politico e delle pagine di cultura del quotidiano “La Sicilia”, docente di “Sto-ria e tecniche del giornalismo” alla facoltà di Lettere dell’ate-

neo catanese, è anche autore di numerosi saggi sulla storia contemporanea e sul mondo dell’informazione. Infi ne premio speciale per l’editoria culturale alla casa editrice Brancato.

Bel momento di spettacolo l’intervento dell’attrice acese Loredana Marino che ha presentato tre brani del suo cd con brani in lingua siciliana di cui è autrice.

Altri premiati per la categoria poesia in lingua italiana se-zione scuola secondaria di primo grado Federica Lo Presti con la poesia “Sentimenti”, scuola secondaria di secondo gra-do Riccardo Giabbani con “Magari un giorno”, per la sezione giovani Stefania Fichera con “Prigioniera di un’era”. Nella se-zione adulti vincitrice è stata Rosaria Pezzino con la poesia “Rintocchi di silenzi” mentre per la categoria poesia in lingua siciliana la vincitrice è stata Giusi Baglieri con “Cercu”. Infi ne, premiata Aurora Castro vincitrice nella categoria racconti in lingua italiana con il suo racconto dal titolo “Il volo”.

E’ auspicabile che la poesia, l’arte e la cultura in ogni sua espressione possano essere sempre motivo di crescita perso-nale e sociale. Un plauso agli organizzatori che hanno realiz-zato questa importante manifestazione che è un atteso ap-puntamento per conoscere e scoprire nuovi talenti.

Gabriella Puleo

”Poeta per caso”, una intensa kermesse di cultura e spettacolo

Page 4: La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

4 26 luglio 2015 Speciale Eventi JonioJoniodell’

Due chitarre, un basso, una batteria e una tastiera accompagnati da una voce. Il tutto rigorosamente live. Questi sono “I Titani”, il cui nome s’ispira alla mitolo-gia greca e signifi ca “produrre uno sforzo”, “tendere in alto”. Ed è proprio parlando di una fatica che inizia la nostra conversazio-ne con alcuni esponenti storici del gruppo: “Esibirsi dal vivo, senza alcuna base, è una bella fa-tica ma abbiamo voluto conser-vare questa peculiarità perché la musica è un’arte da far vivere e non da esibire”, sostengono Franco Feminò e Orazio Catan-zaro.

I Titani nascono a Santa Ve-nerina negli anni settanta grazie alla voglia di fare musica di una comitiva di amici: “La passione per la musica ci ha spinti a unirci. Ci siamo ispirati ai Pooh. La prima batteria ci costò qualcosa come 20 mila lire e i tamburi erano ricoperti da pel-le di capra. Altri tempi!”. Chiedo a Franco e Orazio quali erano nella loro giovinezza i luoghi privilegiati dove ascoltare la musica: “Noi non aspettavamo altro che la festa del paese perché vi accorrevano alcuni gruppi musicali. In una di queste è nata l’idea di co-stituirci. Naturalmente una volta non essen-

doci internet gli unici canali a disposizione erano la televisione e la radio. Senza dubbio il programma per eccellenza era il Festival di Sanremo”.

Dagli anni ’70 a oggi nel gruppo si sono alterna-ti diversi elementi e le loro performance sono state ap-prezzate in diverse manife-stazioni in tutta la provincia e non solo. Franco Feminò, Orazio Catanzaro, Antonio Miano, Rosario Russo, Car-melo Giuff rida e Salvo Pap-palardo sono i nomi storici che hanno costituito il nu-cleo originale. Oggi ne fanno parte, oltre a Franco Feminò (basso) e Orazio Catanzaro (batteria), Vittorio Carini e Giovanni Privitera (chitarra), Damiano Catanzaro (tastiera

e eff etti speciali), Cinzia Bonaccorso (voce) e Paola Arato (vocalist).

Per i piccoli gruppi e le associazioni locali

puntualmente si presenta un’incombenza da assolvere: la Siae. “Non mettiamo in dubbio la necessità di usufruire di questo servizio – aff ermano i due musicisti – per la tutela de-gli autori ed editori” ma non sempre i costi sono supportabili e “fi niscono per essere ba-stone tra le ruote per gli organizzatori e quei gruppi che vivono di spettacoli di piazza”. In-sieme discutiamo che anche la musica è par-te integrante della cultura e che essa non può rappresentare un lusso: “Perché non pre-

vedere esenzioni o agevolazioni particolari per le piccole associa-zioni locali? Dobbiamo promuo-vere la cultura non condizionarla”. Questo l’appello di Franco e Ora-zio che aggiungono: “Abbiamo portato avanti la nostra passione per la musica senza alcun introi-to, anzi rimettendoci di tasca no-stra. Ma pensiamo che la musica non abbia prezzo”. Già, la musica non ha prezzo. Infondo, come recita il pro-verbio, “nes-suno ha mai

pagato il contenuto di un libro ma la stampa”.

Da tre anni I Titani coordinano il “Festival

di voci nuove di Miscarello” in programma quest’anno sabato 8 agosto presso la pano-ramica piazza della borgata del comune di Giarre. “Si tratta di una storica manifesta-zione cui noi abbiamo più volte partecipato. Quest’anno ci saremo come direzione mu-sicale e come gruppo ma esibendoci fuori gara” aff ermano Franco e Orazio che mi lasciamo con questo invito: “Partecipate al Festival di Miscarello. Aria fresca e buona musica vi aspettano”.

Domenico Strano

INTERVISTA Franco Feminò e Orazio Catanzaro parlano dello storico gruppo musicale di Santa Venerina

Passione da “Titani” per la musica

STAZZO L’8 agosto in piazza Mantova la trentesima edizione della kermesse canora più attesa nella frazione

Sulla rampa di lancio il “Festival della Vela d’oro”Mancano poco più di due settimane

all’appuntamento estivo più atteso di Staz-zo, frazione a mare di Acireale: il “Festival della Vela d’oro”. Le selezioni per la XXX edizione sono in pieno svolgimento, la ker-messe canora si terrà l’8 agosto in Piazza Mantova. L’età minima di partecipazione è 15 anni compiuti e le iscrizioni sono già aperte e possono essere eff ettuate diretta-mente sul sito web “www.laveladoro.it”. I concorrenti avranno a disposizione un’or-chestra di 25 elementi dal vivo e saranno giudicati da una giuria composta da esperti del settore tra cui produttori discografi ci. Sono previste targhe di partecipazione per tutti i partecipanti, mentre ai primi 3 clas-sifi cati andranno i premi più prestigiosi tra cui la produzione di un brano inedito com-pleto di arrangiamento e testo, la realizza-zione di 100 compact disc e la distribuzione del brano online sul digital store Zimbalam; seguono poi la realizzazione del video clip e del sito internet dell’artista.

Il vincitore del festival, inoltre, in caso di accettazione del premio, potrà sottoscrivere un “Contratto Discografi co di Opzione” della durata di un anno. Il regolamento completo della manifestazione è presente sul sito e prevede diversi punti tra cui quelli necessari per la corretta partecipazione e iscrizione alla gara. La squadra che si occupa del festival è composta come sempre dal presidente Nunzio Torrisi, dal direttore artistico Delfo Raciti, segue il direttore

d’orchestra Angelo Spina, la segretaria arti-stica Letizia Tomarchio e l’autore e compo-sitore Pierluigi Napoli. L’idea e l’eff ettiva re-alizzazione del festival avvengono negli anni ‘70 e da allora, nonostante diverse pause, ri-prende nel 2000 quando subisce un rinnova-mento con l’inserimento di brani inediti e la partecipazione di giovani cantanti dai 15 ai 30 anni provenienti da diverse città d’Italia e continua ancora oggi.

L’associazione culturale “La Vela d’oro”, fondata nel 2002 per organizzare e soste-nere il festival, ha l’obiettivo di far trovare l’entusiasmo nei confronti della musica in quanto in essa si trovano successo e risor-se fi nanziarie. Ogni anno arricchiscono la manifestazione ospiti d’onore come, per ci-tarne alcuni, Anna Tatangelo, Cecilia Gayle, Davide Simone Vinci, Carlo Kaneba, Enrico Guarneri.

Il festival è un eff ettivo trampolino di lan-cio per chi è davvero interessato a farsi no-

tare dalle grandi major e dai maggiori produttori discografi ci; il cantautore catanese Grazia-no Lobianco col singolo “Gocce” ha partecipato lo scorso febbraio a “Sanremo Doc”, e Clelia Granata la vincitrice del 2014 ha partecipato al programma di Rai 2 “Th e Voice of Italy”. Per informazioni sulla manifestazione è possibile contattare l’organizzazione anche attraverso l’in-dirizzo email [email protected].

Salvatore Calabretta

Prima e dopo il 25° Festival di Miscarello seguiranno ulterio-ri servizi sulla no-stra edizione on line www.vdj.it

Page 5: La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

26 luglio 2015 5Speciale GrestJonioJoniodell’

RADUNO DIOCESANO Oltre mille a San Giovanni Montebello per vivere una giornata di amicizia, svago e preghiera

Un movimento in continua crescita

Sono circa 40 le parrocchie e le strutture religiose del territorio diocesano che anche quest’anno hanno aperto le porte a giovani e giovanissimi, impegnandoli nelle tante attivi-tà dell’oratorio estivo, svolgendo così un vero e proprio servizio sociale e rappresentando un punto di riferimento e un luogo di aggregazio-ne in contesti territoriali che spesso poco spa-zio e poche attenzioni dedicano ad adolescenti e bambini. Chiuse le scuole, le famiglie affi dano sempre più spesso i fi gli alle comunità parroc-chiali, e così tra partite di pallone e pallavolo, tra canti, balli e recite, tra giochi ad acqua e gite fuori porta, sot-to gli occhi attenti dei parroci, animatori e volenterosi genitori che partecipano alle attività, i ragazzi si trovano a crescere in un ambiente sano e protetto, imparando il rispetto e il confronto.

Nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, alla periferia sud di Acireale, il Gr.est. ha una storia lunga più di vent’anni. La chiesa diviene luogo di gioco e socializzazione, cercando di rispondere alle esi-genze dei ragazzi della zona e colmando le ca-renze del territorio. Sono soprattutto le attività sportive a dare l’opportunità di stare insieme, di vivere la parrocchia: “Ho tanto lottato per por-tare avanti le attività oratoriali - racconta don Stefano Presti- e non solo nel periodo estivo ma tutto l’anno. Recentemente ci sono riusci-to. Da qualche mese le porte dell’oratorio sono sempre aperte per i ragazzi. Abbiamo avviato nuove attività e grazie alle strutture sportive e alla collaborazione con il C.S.I. abbiamo anche

costituito la nostra squadra di calcio”. Il gruppo estivo, diventa così esperienza di continuità con le attività invernali, i giovani della parrocchia, crescendo, si dedicano all’animazione, le fami-glie si interessano e partecipano, facendo davve-ro dell’oratorio un luogo in cui dedicare tempo e attenzioni ai più giovani: “Il nostro compito - continua don Presti- è quello di capire le esi-genze dei ragazzi, appellarci alle loro coscienze, ascoltare la voce di quello che hanno dentro e su tutto questo lavorare”.

Per una storica tradizione parroc-chiale che cresce e si consolida, altre comunità portano avanti con successo un percorso edu-cativo intrapreso più di recente: “E’ il terzo anno che nella parrocchia del Sa-cro Cuore di Gesù di Randazzo orga-nizziamo delle at-tività ricreative - ci racconta don Santo Leonardi - “Ovvia-

mente il nostro Gr.est. si distingue dagli altri gruppi estivi organizzati in città perché per noi la fi nalità è quella di trasmettere, attraverso il gioco e l’intrattenimento, un messaggio evan-gelico. Quest’anno abbiamo avuto una signifi -cativa adesione da parte dei parrocchiani. Sono ben 130 i bambini che partecipano alle attività e abbiamo più di 75 animatori volontari. E’ stata una bella sfi da e continua ad esserlo, perché l’o-ratorio estivo non dev’essere un’esperienza limi-tata ad una stagione, ma un percorso che abbia un suo seguito, come punto di riferimento per le famiglie e soprattutto come crescita umana e cristiana dei più piccoli”.

Più di un migliaio tra bambini, ragazzi e ado-lescenti, hanno aff ollato la villa di San Giovanni Montebello per pren-dere parte al Raduno diocesano degli oratori estivi. Un appuntamen-to ormai consueto che ancora una volta ha riunito i giovani parte-cipanti dei Gr.Est. or-ganizzati dalle diverse parrocchie della Dio-cesi di Acireale. Un’in-tera giornata di giochi, laboratori, musica e divertimento, ma so-prattutto di comunione e preghiera. A prendere parte al raduno, reso tra l’altro possibile grazie all’intervento dei nume-rosi animatori volontari che hanno intrattenuto i ragazzi, garantito la sicurezza e organizzato i momenti di gioco e quelli di evangelizza-zione, anche monsi-gnor Guglielmo Giom-banco, vicario della diocesi, e don Riccardo Pascolini, presidente del Foi- Forum oratori italiani.

Il premio intitolato a monsignor Arista ed istituito dal Co.or.d.a. - Coordinamento ora-tori diocesi di Acireale - come riconoscimen-to per chi si è distinto nell’amore per i più pic-coli, è andato quest’an-no a don Santo Leonar-di, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Randazzo, per aver da sempre sup-portato le attività oratoriali e in rappresentanza dei tanti giova-ni sacerdoti che operano nel territorio diocesano.

Ancora una volta sono state le carismatiche fi gure di Don Bosco e San Filippo Neri a fare da fi lo conduttore di que-

sto evento diocesano, giunto ormai alla sua tredicesima edizione, lasciandosi alle spalle, molto lavoro, tanto im-pegno e un lungo per-corso di crescita, come ci racconta Anna Maria Belfi ore, del Co.or.d.a.: “Sicuramente l’attività del coordinamento ha avuto un’evoluzione considerevole e positi-va. Dalle poche parroc-chie che inizialmente partecipavano alle nostre attività, adesso sono ben 32 gli oratori che fanno parte dell’as-sociazione. Signifi cativa è anche la presa di co-scienza da parte degli animatori dell’impor-tante ruolo educativo che essi ricoprono, e quindi il loro impe-gno nella formazione. Abbiamo il supporto del nostro vescovo che ben conosce il valore delle attività oratoria-li, collaboriamo con la Pastorale Giovanile e si è aperto il confronto con l’Azione Cattolica. All’inizio eravamo in pochi a portare avanti le attività del coordina-mento, adesso ci siamo moltiplicati. C’è la pre-senza dei seminaristi e dei giovani sacerdoti che in oratorio si sono formati. Il nostro è stato un percorso lungo più di dieci anni, ma ades-so i bambini aspettano

con entusiasmo il raduno, tra gli animatori dei diversi gruppi è nato il confronto e si è instaurato un forte giro di relazioni. In-somma è un sogno che si realizza. Noi continuiamo a lavorare ma è bello vedere questa collaborazione e dare a questi ragazzi una piazza su cui esprimersi”.

Nei Grest d’impronta ecclesiale si prende spunto dai temi dell’”Expo 2015”e ci si confronta sull’alimentazione

(continua dalla prima pagina)tanti sacerdoti che credono in questa attività, non solo come un

semplice servizio alla comunità, ma come una vera scommessa edu-cativa, e considerano le attività ricreative l’occasione per far sì che i giovani possano davvero vivere la parrocchia. Essenziale anche l’a-iuto dei tanti animatori volontari che dedicano tempo e attenzio-ne ai più piccoli, rendendo di fatto possibile l’organizzazione e la gestione dei gruppi estivi e sposando la causa della testimonianza e della gratuità. Considerando quanto la tradizione oratoriale sia particolarmente sentita sul territorio diocesano, abbiamo cercato di conoscere meglio queste realtà, ascoltando le parole di chi si spende per riuscire a dare ai ragazzi un luogo in cui ricevere attenzioni e uno spazio in cui esprimersi. Decine infatti le parrocchie e le strut-ture ecclesiastiche che organizzano attività e laboratori in occasio-ne della stagione estiva, e che, com’ è consuetudine da tredici anni a questa parte, si sono riunite in occasione del Raduno degli oratori organizzato dal Co.or.d.a.- Coordinamento Oratori Diocesi di Aci-reale.

I Grest della comunità ecclesiale si sono confrontati quest’anno sul tema del cibo, sce-gliendo come guida e riferi-mento un sus-sidio dal titolo Tutti a tavola, che ha voluto richiamare il grande evento Expo e usare la metafora dell ’oratorio come tavola i m b a n d i t a , ovviamente di un nutrimento cristiano e spirituale e di buone rela-zioni. Relazioni di amicizia e comunione che sono state ancora una volta l’obiettivo di un’esperienza diocesana di condivisione, un’inte-ra giornata di gioco e rifl essione, che ha confermando la collabora-zione e l’interscambio tra le diverse realtà oratoriali, e l’impegno del Co.or.d.a. nella guida e nella formazione degli animatori, volontari che ricoprono un ruolo di grande responsabilità e svolgono un’im-portante funzione educativa.

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PARROCI Le testimonianze di don Stefano e don Santo “Valide esperienze di comunità”

In certi casi sono giovanissimi e alla prima esperienza, in altri hanno alle spalle anni di attività nel mondo del volontariato e dell’as-sociazionismo. Dedicano con entusiasmo il loro tempo libero ai più piccoli e rappresen-tano i pilastri dell’oratorio. Sono i numero-sissimi volontari senza il cui supporto sareb-be impossibile gestire le attività di un Grest e seguire decine di bambini. Vivono spesso quest’esperienza come una missione e sono pronti ad accogliere tutti e a fare della parroc-chia un vero luogo di integrazione, un contesto in cui ciò che davvero conta è lo stare insieme.

“Faccio l’anima-trice da ben 12 anni - ci racconta Angela Strano della parroc-chia Maria Santis-sima Immacolata di Fiumefreddo – Ho iniziato come aiuto-animatore e adesso sono responsabile dell’oratorio. L’organizzazione delle attività ricreative e dei momenti di pre-ghiera è molto cambiata nel tempo. Inizial-mente ci riunivamo nelle diverse chiesette del paese, ma adesso abbiamo costituito un unico grande gruppo. Siamo più di cento, così numerosi da dover organizzare la serata conclusiva alla villa comunale. Gli animatori sono una trentina, con un’età compresa tra i 16 e i 40 anni. Cerchiamo di essere un punto di riferimento nel territorio e accogliamo tutti indistintamente, anche i bambini evangelici e musulmani che fanno parte della comunità. Siamo felici del nostro lavoro e del riscontro che abbiamo avuto, non solo tra i ragazzi ma anche nelle famiglie che partecipano alle atti-vità e condividono lo spirito del nostro lavo-ro. E’ importante che i genitori capiscano che

un Grest parrocchiale non funziona come un baby parking”.

Anche il Gruppo Estivo di Acitrezza, come ci spiega un’animatrice della parrocchia di San Giovanni Battista, Giorgia Scapellato, è portato avanti dal lavoro di venti volontari, alcuni davvero giovanissimi, che ogni giorno seguono le attività e i laboratori che coinvol-gono bambini e adolescenti: “Spesso i ragazzi li prendiamo con noi da piccolini, li vediamo crescere, e continuano a fare parte del grup-

po anche successiva-mente, dedicandosi all’animazione. Per noi è una vocazio-ne aiutare i ragazzi, cerchiamo di farlo sempre, non solo nei mesi estivi. Ogni domenica apriamo l’oratorio e ci occu-piamo dei più picco-li, anche dei bambini

di nazionalità e religioni diverse”.Un’ attività di volontariato vissuta come

una missione educativa per Morena Patti, giovane mamma che assieme alle catechiste, agli educatori di Azione Cattolica e ad alcuni animatori volontari ha quest’anno organiz-zato a San Giovanni Montebello l’oratorio estivo: “Scopriremo strada facendo dove ci porterà questa nuova avventura. E’ la nostra prima esperienza nell’organizzazione di un Grest, ma non volevano lasciare i ragazzi sen-za un punto di riferimento e un luogo in cui trascorrere parte di queste vacanze. Voleva-mo organizzare delle attività che unissero il gioco al messaggio cristiano. Per me inoltre è stata una grande emozione dedicare tempo ai bambini e portare con me mio fi glio, vederlo crescere lì dove io sono cresciuta, imparare gli stessi valori”.

ANIMATORI Cosa dicono Angela, Giorgia e Morena

“Un’attività che ci fa felici”

Pagina a cura di Monica Trovato

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6 26 luglio 2015 Chiesa e Società JonioJoniodell’

INTERVISTA A pochi giorni dal 70° di sacerdozio parla a cuore aperto il prete che fu per oltre 40 anni arciprete di Riposto

Don Stefano Pavone: “San Pietro sempre con me”

RIPOSTO La terza edizione della “Festa del mare” diocesana Vescovo e imam “Migranti ospiti, non stranieri”

“L’Approdo della carità”. Questo il tema che ha caratterizzato la terza edizione della “Festa del mare” svoltasi il 15 luglio scorso nel porto tu-ristico dell’Etna di Riposto. L’evento è stato pro-mosso dall’Uffi cio diocesano Migrantes (settore Stella Maris), retto da don Marcello Zappalà, e quest’anno ha visto coinvolti per la prima volta gli Uffi ci diocesani per la Pastorale Giovanile, Ecu-menismo e Caritas. I lunghi viaggi aff rontati dai migranti, le loro soff erenze e i pericoli cui vanno incontro: anche il tema proposto per la terza edi-zione segue quelli proposti dalle scorse edizioni “Sulla barca della fede” e “Sbarchiamo la speran-za”. Fede, Speranza, Carità, sono state ampiamen-te citate da mons. Domenico Mogavero nel suo

intervento rivolto ai presenti a attraverso il quale i presenti sono stati sollecitati a rifl ettere sulla parabola del buon samaritano: “Un uomo attento non solo all’aiuto immediato del mal capitato ma pronto a prendersene cura anche dopo”, ha detto il vescovo di Mazara del Vallo, delegato C.E.Si per le Migrazioni e per la Carità. Alle sue parole ha fatto eco l’intervento dell’imam di Catania Kheit Adelhafi d che ha ricordato all’assemblea una realtà presente tra le popolazioni etiope di lingua Tigre: non esiste la parola “straniero” ma semplicemente “ospite”. “Questa iniziativa è servita anche per promuovere il dialogo interreligioso ascoltando l’altra faccia della medaglia. Oggi l’Isis fa paura e noi la vogliamo aff rontare entrando in dialogo con la parte buona dell’Islam”, ha aff ermato don Marcello Zappalà. Momento culminante della serata è stato l’arrivo sul palco della Madonna di Loreto portata a spalla dai giovani della Diocesi. Si tratta della stessa effi gie che sarà portata dagli italiani insie-me alla croce di San Damiano alla prossima GMG 2016 di Cracovia.

Pina Maccherone

Seduto dinanzi a un televisore con un paio di cuffi e mentre è attento a seguire “Quel che pas-sa il convento”, un noto programma di Tv2000. È l’immagine che ho al mio arrivo di mons. Stefano Pavone, uno dei “sacerdo-ti secolari” che abbiamo intervistato alla vigilia di un evento eccezionale: i settant’anni di vita sacer-dotale. Nonostante i suoi novantasei anni, che ne fanno uno dei preti più longevi della nostra dio-cesi, padre Stefano non esita a rispondere alle no-stre domande e lo fa spri-gionando dalle sue labbra un timido sorriso. Inizia la nostra conversazione e ci avverte subito di parla-re forte e adagio. Prima di risponderci si soff erma a pensare e dopo un attimo ecco che si liberano dalla sua bocca pensieri cor-ti ma profondi. Poggiata sul suo tavolino troviamo l’immagine di San Pietro a cui egli è sempre sta-to devoto. Padre Stefano Pavone nasce a Riposto l’8 aprile 1919. Dopo l’or-dinazione sacerdotale, avvenuta il 29 luglio 1945 sotto il vescovo mons. Salvatore Russo, è stato vice parroco a Riposto e Mascali, parroco per 13 anni a Fondachello e poi parroco della basilica matrice di San Pietro in Riposto per oltre 40 anni. Ora padre Stefano dimora a Villa delle Rose, un ele-gante dimora per anziani

della cittadina marina. Padre Stefano, quello

dei settantenni è un bel traguardo non crede?

“Se il Signore mi darà la grazia e la forza di arri-varci sarò felice di festeg-giarlo. Mi rimetto sem-pre alla volontà di Dio e lo lodo e lo ringrazio per tutto quello che mi ha dato nella mia lunga vita sacerdotale”

Ci racconti com’ è nata la sua vocazione.

“Un po’ come tra due persone che si amano. Frequentavo la chiesa sin da piccolo e poi da gio-

vane l’Azione cattolica. Così mi sono innamora-to di Cristo e ho sentito la chiamata del Signore. Oggi sono felice di esse-re sacerdote nonostante i miei limiti”

Cosa pensa quando si soff erma sull’immagine di San Pietro?

“Ho sempre davanti ai miei occhi questa imma-

ginetta. Ricordo quando venne fatta come se fosse l’altro ieri. La mia devo-zione continua verso que-sto santo eccezionale che fu direttamente accanto al Maestro nostro Signo-re. Ora allo stesso modo lui è accanto a me. Ma non è la stessa cosa”.

Cos’è la fede?“Un sentimento senza

il quale non riusciamo a vivere o viviamo male. A una condizione però: che facciamo sempre la vo-lontà del Padre che è nei cieli. Con il battesimo en-triamo nella fede in Cri-sto: è lì che cominciamo ad avere la fede”

Segue Papa Francesco in televisione?

“Certo. È un grande Papa. Sono meravigliato dalla sua energia che non conosce limiti. Mi ha col-pito il fatto che ha indetto il Giubileo della Miseri-cordia. Il mondo oggi ha tanto bisogno di immer-gersi nella vasca della mi-sericordia di Dio!”.

Il prossimo 29 luglio presso la basilica matrice di San Pietro a Riposto il vescovo mons. Antonino Raspanti alla presenza dei sacerdoti della città pre-siederà la Santa Messa in occasione del settantesi-mo di ordinazione sacer-dotale di mons. Stefano Pavone. A lui rivolgiamo sinceri auguri per questo santo giorno. Domenico Strano

Domenico Strano

Santa Venera: ecco la “Festa barocca”Reale Cappella, una donna vicepresidente

Ricordiamo tutti il siciliano Giorgio La Pira, politico di grande valore, cristiano esemplare, sindaco di Firenze per diversi anni; sua è la defi nizione:” I religiosi di clausura sono parafulmini della società”. Ad Acireale, il monastero di clausura della Visitazione ha novant’anni di vita: la fondazione della congrega-zione religiosa femminile è del XVII secolo, ad opera di santa Giovanna de Chantal e di san Francesco di Sales. Il colloquio con la Madre Superiora, suor Margherita Avola, è improntato a semplicità.- Chi ideò la fondazione di questo monastero? “ Il primo vescovo di Acireale, mons. Gerlando Maria Genuardi, ma per la realizzazione sorsero va-rie diffi coltà. Il Venerabile Giovanbattista Arista, secondo vescovo, continuò a lavorare, scrisse una lettera pastorale per la diocesi, ma morì nel 1920. Con il terzo vescovo, mons. Ferdinando Cento, il 4 maggio 1926, fu posta la prima pietra.”- Da chi fu fi nanziata la costruzione del maestoso monastero? “Terreno e suppellettili furono dati da Pietro Carpinato, padre di due visitandine. La sorella del Venerabile Arista, Giacinta, vendette il suo palazzo, per fi nanziare l’opera. Altre offerte furono date da molte persone.”- Le prime suore da dove e quando vennero? “Dal monastero di Reggio Calabria, il 18 giugno 1925; furono ricevute da mons. Cento; alloggiate nel palazzo di Pietro Carpinato.”- In Sicilia esistevano altri monasteri, dello stesso ordine?“Sì, quello molto antico di Palermo. Il monastero di Rosolini nacque dopo e le prime suore venne-ro mandate da Acireale.”- Nel passato, si dice che erano molte le suore.“E’ vero, raggiunsero il numero di quarantaquattro.”- Oggi quante siete? Qualcuna non è italiana ?“Siamo sette, di cui due ruandesi, una professa e una novizia.”- Come si svolge la giornata di una visitandina?“Alzata, alle 5,45. La giornata è scandita dalla recita delle Ore dell’Uffi cio. Alle 6,30 si va in coro per l’ora-zione, una meditazione di ciascuna per conto proprio. Seguono la santa Messa, la recita di Lodi e Terza dell’Ora media. Dopo la colazione, ogni suora si dedica al proprio compito, che serve per tutta la comu-nità. Dopo l’Ora sesta, alle dodici, il pranzo; poi riordino della cucina, ricreazione fi no all’1,45. Visita al Santissimo, riposo per mezz’ora, esecuzione del compito assegnato. Alle 15,45, lettura spirituale, priva-tamente: vita di Santi, articoli dell’Osservatore Romano. Inoltre, recita di Nona e santo Rosario. Segue la formazione permanente comunitaria, cioé letture che ci interessano. Vespro e orazione personale. E’ rispettato il silenzio. Dopo la cena, ricreazione; nelle feste qualche recita. Alle 21,15, recita di Compieta. Riposo, ciascuna nella propria cella.”- E se non si riesce a dormire, per insonnia?- “Lettura, preghiera...”

Anna Bella

SUOR MARGHERITA: “INNANZITUTTO LA PREGHIERA”

Si è svolta nella sala giunta del Palazzo del Turismo di Acireale la conferenza di presentazione dell’imminente “Festa barocca” in onore della santa patrona del-la città e della diocesi.

Erano presenti il sindaco ing. Roberto Barbagallo, il presiden-te del consiglio comunale dott. Rosario Raneri, il sac. can. Ro-berto Strano, parroco della Basi-lica Cattedrale, cappellano della Reale Cappella Santa Venera, nonché assistente spirituale del circolo Santa Venera, il presi-dente dello stesso Circolo dott. Maurizio Massimino e il presi-dente della Reale Cappella Fabio Grippaldi.

Il sindaco Barbagallo ha sot-tolineato come, nonostante le diffi coltà economiche che ren-dono improbo il compito di provvedere all’organizzazione, occorra creare ottimismo. La festa, infatti, momento religioso

incastonato nel cartellone delle manifestazioni estive cittadine, costituisce un momento che la lunga tradizione ha reso ir-rinunciabile. A tal proposito, il can. Roberto Strano evidenziava come la festa debba costituire espressione di una indispensa-bile completa sinergia nell’orga-nizzazione, e si propone come profonda esperienza di fede nella memoria di un martirio che, pur risalente ai primi secoli dell’era cristiana e nonostante la assoluta carenza di documenta-zione che possa attestare la cer-ta esistenza della Santa in vita, continua ancor oggi ad essere pienamente signifi cativo alla luce delle attuali forme di ‘marti-rio’ che, pur diverse dal sacrifi cio fi sico, continuano a caratterizza-re la vita umana.

Fabio Grippaldi, presidente della Deputazione della Reale Cappella, nel cui direttivo è pre-sente per la prima volta dopo quattrocento anni una donna, con la carica di vice presidente, Paola Bonaccorsi, evidenziava come le diffi coltà economiche non possano cancellare una tradizione ormai consolidata, che vede la città e Santa Venera unite in un binomio inscindi-bile. E’ innegabile che, oggi più che nel passato, le feste cittadine assumano un aspetto turistico,

inserite come sono nei ‘pacchetti’ off erti ai visitatori che scel-gono quale meta la nostra città. Investire al fi ne di creare eventi che possano attirare gente non è aspetto trascurabile, in quan-to la città necessita di

eventi sociali e turistici di stacco dalla quotidianità. La festa as-sume l’appellativo di ‘barocca’, in quanto a tale periodo stori-co risalgono molteplici aspetti, quali il fercolo e la tradizione delle ‘corse’ lungo le vie citta-dine, le candelore, ecc….. Nel programma dei festeggiamenti non è stato inserito, in quanto se ne è avuta conferma solo ‘in ex-tremis’, il momento dedicato al culto delle comunità ortodosse, presso cui la nostra Santa gode di particolare diff usione. Nel tar-do pomeriggio della giornata vi-giliare (il 25 luglio), gli ortodossi celebreranno il ‘Vespro’ secondo il proprio rito.

Il dott. Maurizio Massimino, interveniva sulle novità che il Circolo presenta nell’ambito del programma dei festeggiamenti: oltre al ritorno della sfi lata del Cereo dei Pescivendoli che, fre-sco di restauro,accompagnerà le processioni delle reliquie di do-menica 19 e del venerato busto reliquiario nei giorni 25 e 26, il Circolo propone quale momen-to inedito lo spettacolo pirotec-nico delle ‘fontane danzanti’, che si svolgerà in piazza Duomo nella tarda serata di sabato 25, al rientro della processione del simulacro dal ‘giro popolare’ lungo le vie cittadine.

Nando Costarelli

ACIREALE Cerimonia di commiato e ringraziamento per 4 insegnanti ”Paolo Vasta”: in congedo De Maria, Fichera, Spina e Colomba

L’Istituto Comprensivo “Paolo Va-sta” di Acireale ha salutato i docenti che con l’inizio del prossimo anno scolastico andranno in pensione. Si tratta di quattro professori di scuo-la media: due di lettere, Antonio De Maria e Maria Fichera; una di soste-gno, Grazia Spina; ed una di mate-matica, Giuseppina Colomba, che però negli ultimi anni ha eff ettuato attività di sostegno (quest’ultima as-sente perché fuori sede). A conclu-sione dell’ultima riunione del Col-legio docenti si è tenuta infatti una breve ma signifi cativa cerimonia, nel corso della quale la dirigente scolastica Tina Di Vincenzo, dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, ha sot-

tolineato l’importanza della funzione docente e l’impegno con cui i sud-detti insegnanti hanno saputo por-tare avanti ed esaltare tale funzione, durante la loro carriera. Anche l’ex preside Rosario Musmeci ha ribadito la professionalità e la dedizione per il loro lavoro dei quattro pensionandi, tracciando anche – com’egli è solito fare in queste occasioni – un breve profi lo per ognuno di loro, a mo’ di “panegirico”. Dopo gli applausi e la commozione, è seguito un momento

di convivialità nella palestra della stessa scuola, a cui hanno partecipato pure i parenti e gli ex colleghi dei neo-pensio-nati.

Intervista alla superiora del monastero delle Visitandine di Acireale

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26 luglio 2015 7Chiesa e SocietàJonioJoniodell’

DIOCESI 85 catechisti di 20 parrocchie hanno partecipato al corso formativo di Milo

Una catechesi più consapevole

PARROCCHIE Una mostra fotografica la novità della festa patronale a Santa Maria Ammalati

Il racconto di un cammino d’intensa fede lungo150 anni I festeggiamenti in onore di Maria SS.

Salute degli Infermi, patrona di Santa Maria degli Ammalati, quest’anno, sono caratterizzati da un evento particolare e nuovo, che vede la realizzazione di un at-tento lavoro svolto da un gruppo di gio-vani che vivono la parrocchia.

Il sentimento che ha guidato la nascita di questo evento è quello di far memoria di un pezzo di storia e di arte sacra locale lungo 150 anni, quella che i nostri padri e noi, abbiamo continuato ad “edifi care” nel tempo.

Il racconto storico che accompagnerà la mostra fotografi ca nei 9 giorni dei fe-steggiamenti, verrà presentato sabato 1 agosto presso la parrocchia alle ore 19, con l’intervento di Mons. Salvatore Con-soli e del prof. Salvatore Licciardello.

Ripercorrere le vie del passato attraver-so i racconti e gli incontri con gli anzia-ni, riguardando quelle immagini, mentre scorrevano tra le ruvide mani, emozioni e ricordi attraversavano la mente e il cuore di chi narrava, dentro la silenziosa tene-rezza di chi ascoltava.

Una storia che andando a ritroso rac-conta la bellezza di un dono consegnato al paese.

Dopo il terremoto del 1864 che distrusse la piccola cap-pelletta adibita al culto, il sac. don Giovanni Pennisi Platania donò parte della sua proprietà per l’edifi cazione della nuo-va chiesa che sorse nel 1865 grazie alla fatica e alla devo-zione degli stessi abitanti. Il 5 agosto 1877, Mons. Gerlando Maria Genuardi, primo Ve-scovo di Acireale, annunciò in Vaticano la costruzione e la consacrazione della nuova chiesa. Nel 1910 il venerabile Mons. Giovan Battista Arista, vescovo di Acireale, dava l’im-primatur ecclesiastico ad un libretto di preghiere dedicate alla SS. Vergine della salute, off erto alla devozione dei fe-deli dall’allora cappellano-cu-rato sac. Rosario Caltabiano, al fi ne di ravvivare l’autentica fede in Maria ed essere da Lei liberati e protetti da ogni male fi sico e spirituale. Di alcune preghiere di questo prezioso strumento ne benefi ciamo an-cora oggi, lette in occasione della festa patronale.

La chiesa fu elevata a par-rocchia il 19 dicembre 1921 dal Vescovo Salvatore Bella nominando come primo par-roco il sac. Rosario Vecchio.

Non molte sono le informa-

zioni riguardanti la vita della parrocchia, ciò che si possiede sono delle notizie trat-te da un diario in cui il sac. don Mariano Vasta trascriveva con costanza la sua vita quotidiana ed eventi parrocchiali.

Un racconto iniziato a ritroso sfoglian-do quelle immagini di un passato che si consegna al presente ci conduce a per-correre l’oggi: un presente ricco di cam-biamenti architettonici e culturali che ri-velano il volto nuovo della nostra chiesa. Cambiamenti e modifi che che non hanno intaccato la fervida devozione a Maria così come traspare dall’intenso program-ma della festa.

Difatti, anche quest’anno, il paese vi-vrà la solenne settimana di preparazione al pontifi cale del 9 agosto presieduto da Mons. Giuseppe Malandrino e concele-brato dal nostro parroco don Marcello Pulvirenti, domenica in cui il simulacro della Vergine ripercorrerà le vie del pae-se, quelle stesse antiche vie percorse dai nostri padri e consegnate ai passi del no-stro oggi.

Giusy Spina e Letizia Franzone

ACIREALE Inaugurata la statua fortemente voluta dal presidente dell’Ipab Santo Primavera

L’”Opus Dei” ha un punto di riferimento al “Santonoceto”“Il cielo e la terra, fi gli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea

dell’orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando vivete santamente la vita ordinaria…”. Sono le parole di Josemarìa Escrivà de Balaguer, tratte da una sua omelia, riportate nel piedistallo che sorregge il busto del santo sacerdote spagnolo, fondatore dell’“Opus Dei”, che è stato collocato nel cortile dell’ex collegio “Santonoceto” di Acireale. È il primo se-gno visibile e tangibile del culto di questo santo nella città di Acireale, dove peraltro è già molto diff uso da tempo, fi n da quando, nel 1990, il Santo Padre Giovanni Paolo II ne dichiarò l’eroicità delle virtù cristiane. Jo-semarìa Escrivà è stato poi beatifi cato nel 1992 e canonizzato nel 2002, sempre ad opera del Papa Giovanni Paolo II. La sua azione principale è stata la fondazione dell’“Opus Dei” (una “divi-na ispirazione”), la quale prevede per i cristiani, “semplicemente”, la santifi cazione del proprio la-voro e delle proprie attività quotidiane. L’“Opus Dei” non è quindi né una associazione segreta, né tantomeno una setta – come ha immaginato qualche scrittore dotato di fervida fantasia – ma una semplice aggregazione di cristiani che, ispi-randosi ai principi dettati dal santo Josemarìa, tendono alla santifi cazione. E questo vale per tutti – ma proprio tutti – i cristiani, indipenden-temente dalla loro condizione sociale, culturale o lavorativa. L’“Opus Dei”, già diff usa in tutto il mondo mentre era ancora in vita il suo fondatore, nel 1982 è stata eretta a “prelatura personale”, cioè come una grande diocesi internazionale e transnazionale con a capo un pro-prio vescovo (il Prelato), ma i cui membri continuano a far parte della pro-pria chiesa locale. I centri di aggregazione, anch’essi diff usi in tutto il mondo, sono costituiti soprattutto dalle “residenze”, che sono centri di spiritualità, di cultura, di socializzazione, in cui si incontrano periodicamente i membri,

distinti in numerari, soprannumerari e aggregati; ma ci sono anche tantis-simi simpatizzanti. I sacerdoti sono invece riuniti nella “Società Sacerdotale della Santa Croce”, che fa parte integrante dell’“Opus Dei”.

La collocazione del busto di san Josemarìa Escrivà all’interno dell’ex colle-gio “Santonoceto” è stata fortemente voluta dall’avv. Santo Primavera, attua-le presidente dell’Ipab (Istituto di pubblica assistenza e benefi cenza) che fa capo proprio alla storica istituzione acese, nonché simpatizzante dell’“Opus”.

Signifi cativa è stata anche la scelta della data, il 4 luglio, pochi giorni dopo la ricorrenza canonica della festa di san Josemarìa, che si celebra il 26 giugno. All’inaugurazione del busto era presente il vicario dell’“Opus” per la Sicilia don Salvatore Amico Roxas, che ha impartito la benedizione insieme con mons. Salvatore Pappalardo, alla presenza dell’artista autore dell’opera Mauro Gelardi. Ha fatto seguito una conferenza, all’in-terno della cappella del “Santonoceto”, con la partecipazione dell’ing. Nino Ortolani, del prof. Gaetano Lo Castro (esperto di diritto canonico ed ecclesiastico), dell’arch. Ciro Lomonte (presi-dente dell’associazione “Magistri Maragmae”) e dell’avv. Santo Primavera (che ha moderato l’in-contro e fatto gli onori di casa). A conclusione il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha celebrato una santa messa in onore del santo

spagnolo.Questo busto in onore del fondatore dell’“Opus Dei” costituirà quindi,

d’ora in poi, un punto di riferimento per i membri e i simpatizzanti del ter-ritorio acese, che già in passato si incontravano sia presso la residenza di Catania, sia, a livello locale, in residenze e studi professionali privati, per pe-riodici incontri di spiritualità.

Nino De Maria

Il 24 giugno si sono insediati, nel Serra Club, il nuovo governa-tore del Distretto 77, avv. Pasqua-le Cama, che succede al dott. Cherubino Fio-rini, che è stato molto impegna-to nella cresci-ta del Distretto e il presidente

del gruppo di Acireale, dott. Mario Vasta da Aci Catena, dal quale si attendono novità; past-presidente l’attiva prof. Sara Scuderi.

Sul programma da attuare nell’anno so-ciale 2015- 2016, ascoltiamo il dott. Mario Vasta.

-Viviamo una svolta epocale nella Chiesa verso l’abbattimento di secolari barriere..

Pellegrino di pace e di dialo-go, a Sarajevo, in Bosnia, dove è in minoranza la chiesa cattolica, Papa Francesco positivamente si è incon-trato con musulmani, ebrei, cristiani e altre minoranze religiose – cosa che non fu pos-sibile a Giovanni Paolo II nel 1997. Il Papa ha detto che la pace va costruita sulla giu-stizia, sull’uguaglianza di tutti i cittadini, a prescindere dall’appartenenza etnica, reli-giosa e geografi ca. Nel programma è inseri-ta qualche iniziativa interreligiosa?

“In Vaticano, c’è una commissione pon-tifi cia permanente, preposta al dialogo in-terreligioso. So che il Papa ha intenzione di recarsi a Mosca da Cirillo I, per un’intesa tra la Chiesa ortodossa e la cattolica; infatti sono in corso i negoziati. Certo, come ser-rani, c’è impegno per il dialogo interreligio-so. Compatibilmente con il programma del club, potremmo organizzare un incontro con rappresentanti delle tre religioni mo-noteistiche sull’uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge.”

- In vista dello storico incontro di Papa Francesco con la Chiesa Valdese e della sua prima visita di un Pontefi ce Papa al tempio di Torino, poi eff ettuata, e della ‘gioiosa so-brietà’ dell’accoglienza preannunciata dal pastore Paolo Ribet, poi eff ettivamente di-mostrata, avevamo chiesto al presidente del Serra Club circa un’eventuale visita a chiese ortodosse e protestanti della nostra diocesi; ed anche l’intenzione o meno di appoggiare iniziative del genere, promosse dal Cappel-lano del Serra, il vescovo Raspanti. Va bene?

“Pienamente d’accordo per la crescita dell’ecumenismo. Sono molto favorevole a iniziative in tal senso; anche il gruppo Serra sarà disponibile, qualora il vescovo Antoni-no Raspanti ci inviti”.

Anna Bella

L’Uffi cio Catechistico Diocesano, inter-rogandosi profondamente sull’effi cacia del campo-scuola che si teneva nella nostra dio-cesi che ormai registrava la partecipazione di pochissime parrocchie, ha deciso di dare una signifi cativa svolta al solito tran-tran propo-nendo l’attuazione di un “Percorso formativo estivo per catechisti e aspiranti catechisti”, che si è svolto a Milo, nei giorni 13-14-15 lu-glio.

Il corso “inserendosi nel cammino di pre-parazione al 5° Convegno Ecclesiale di Firen-ze, intende aiutare i catechisti a conoscere i destinatari del loro servizio educativo; abilita-re ad una catechesi in e con la famiglia; favo-rire l’approccio con le persone disabili”, in particolare con la “sordi-tà”.

La risposta dei catechisti ha superato ogni nostra aspettativa: si è protocollata la presenza di ben 85 catechisti, provenienti da 20 par-rocchie.

Il 1° giorno la relazione del prof. Gaspare Ivan Pitarresi su “An-nunciare e testimoniare la fede all’uomo di oggi” ha visto l’uditorio profondamente interessato e coinvolto nella problematica trattata. L’uomo di oggi, sballottato dalle onde di una società liquida, si ritro-va senza identità, senza una base, in una comunità anch’essa desta-bilizzata e, quindi, senza alcun punto di riferimento.

Il laboratorio pomeridiano ha consentito ai corsisti di rielaborare

i contenuti, gestirli e applicarli proponendo piccoli accorgimenti per aiutare l’uomo a re-cuperare la sua identità avvalendosi soprat-tutto della pedagogia divina fondata sulla relazione, e dello stile del Maestro che non cessa mai di prendersi cura di ogni uomo e della sua fragilità.

Il 2° giorno don Carmelo Sciuto, Direttore dell’Uffi cio Catechistico Diocesano, ha re-lazionato su “Narrare e testimoniare la fede in e con la famiglia”. È emersa la necessità di un serio coinvolgimento della famiglia nella catechesi, pena il suo stesso fallimento. La dinamica laboratoriale ha appassionato i ca-techisti, chiamati in causa per esprimere il

proprio giudizio sul comportamento di una catechista coi ragazzi e la relativa componente genitoriale del suo gruppo. Invitati a rie-sprimere la scena, dopo avere modifi cato gli errori di relazione, gli operatori hanno dimostrato buona capacità di cogliere gli sbagli nei rapporti esistenziali e di apportare adeguate modifi che.

Infi ne il 3° giorno i coniugi Chiara e Orazio Romeo ci hanno aper-to l’orizzonte su come favorire l’approccio con i disabili sensoriali, in particolare con la sordità.

A fi ne lavori, don Carmelo Sciuto, sintetizzando i punti essenziali trattati durante il corso, ha ricavato delle prospettive per il prossimo futuro.

Santa Bella

Il neo-presidente Vasta “Dialogo ecumenico”

Serra Club

Page 8: La voce dell'jonio (26 luglio 2015) numero LVIII anno 7

8 26 luglio 2015 Cronaca JonioJoniodell’

Cinquemila chilometri di strade interrotte su ventimi-la, viadotti che crollano, piloni che si accartocciano, svincoli sbarrati, carreggiate provinciali e comunali impercorribili. In questo contesto il crol-lo del Viadotto Himera non poteva che rappre-sentare, agli occhi dei siciliani, anche il “crollo” della credibilità di un’in-tera classe dirigente. Un sistema infrastrutturale pessimo che per man-canza di progettualità e manutenzione si “sbriciola” sotto i nostri occhi ogni giorno, fatto di strade colabrodo, auto-strade inesistenti, manutenzio-ne mai eseguita o, quando ese-guita, con tempistiche bibliche.

E, se percorrere le strade sici-liane è una vera e propria corsa a ostacoli degna dei migliori videogame del genere, l’analisi dei dati relativi ai danni causati dalla malaviabilità siciliana ci raccontano di come le aziende strutturate riescano ad aff ronta-re meglio l’emergenza attraver-so l’utilizzo dell’intermodalità navale e ferroviaria (nonostante anche quella sia da migliorare sotto vari punti di vista), mentre le diffi coltà maggiori vengono riscontrate sui “padroncini” e sulle aziende medio-piccole che eff ettuano prevalentemente il trasporto regionale. Oltre all’au-mento quotidiano dei tempi di guida e di riposo di circa 2-3 ore, dobbiamo aggiungere un

costo legato ai pedaggi auto-stradali di circa 80 euro (oggetto dell’esenzione concessa dal Go-verno), una maggiore usura del mezzo e un aumento dei costi del gasolio, sempre al giorno, di

circa 150 euro in più a mezzo. In alcuni casi la committenza ha tenuto conto dei maggiori costi e delle diffi coltà intervenute, ma nella maggioranza dei casi pur-troppo non abbiamo registrato la stessa sensibilità anzi in qual-che caso abbiamo registrato la perdita delle commesse”.

Una situazione che sta cre-ando forti preoccupazioni fra migliaia di lavoratori del setto-re, in particolare del palermi-tano e del catanese che hanno risentito particolarmente della problematica legata al crol-lo del viadotto Himera che in ogni caso è stato percepito dall’intera popolazione sici-liana come un colpo mortale per l’intera economia siciliana. Preoccupazione che cresce di giorni in giorno, visto che il tempo continua a trascorrere e dal Governo arrivano solo parole. La nostra più grande preoccupazione è legata ai

tempi di realizzazione della “bretella” di collegamento.

Il ministro, intervenuto per-sonalmente sui luoghi dopo il crollo aveva auspicato la co-struzione della via alternativa

in un termine di tre mesi. Il problema però è legato all’affi damento dei lavori e alle autorizzazioni per poter procedere. Sono già trascorsi oltre due mesi dall’evento e i lavori non sono ancora inizia-ti. E stiamo comunque parlando di una soluzio-

ne “tampone”, una “bretella” di collegamento: non osiamo immaginare i tempi e i costi per la soluzione defi nitiva del problema causato dal crol-lo del viadotto Himera”. Che rappresenta solo la punta di un iceberg. In un mare di via-dotti che crollano, piloni che si accartocciano, svincoli sbar-rati, carreggiate provinciali e comunali impercorribili, in-croci che sono diventati un labirinto dove tutti si perdono e si disperano. In Sicilia ci si arrampica sulle montagne, si riscoprono antiche trazzere borboniche, si precipita dalle colline al mare come su un ot-tovolante. Palermo e Catania non sono mai state così di-stanti: il tempo medio per co-prire il tragitto è di quattro ore di macchina. E i siciliani do-vrebbero avere ancora fi ducia in una simile classe dirigente?

Giovanni Rinzivillo

TRA CRONACA E POLITICA Il caso del viadotto Himera sulla “A19” pone una serie di rifl essioni e interrogativi

Giù la credibilità della classe dirigenteINTERVISTAIl neo-sindaco di Milo Alfi o Cosentino“Occorre puntare sui prodotti tipici locali” Alfi o Cosentino, geometra, sposato, due fi gli. Lavora pres-

so la Confederazione italiana agricoltori e si occupa di pa-tronato. Ha iniziato a fare politica nel 1993 come consigliere comunale, in seguito è stato assessore e successivamente ha ricoperto la carica di vicesindaco per sette anni fi no al mag-gio 2012. Si è candidato alla carica di primo cittadino nella competizione elettorale del giugno scorso nella lista “ Uniti per Milo, ottenendo il 55,19 per cento dei consensi elettorali.

- Secondo lei, quali sono le priorità per cittadina di Milo ?

“ La priorità per la cittadina etnea è migliorare la manuten-zione esterna del paese”.

- Qual è la situazione economico - fi nanziaria dell’Ente?“Situazione economica drammatica. Abbiamo molte situa-

zioni debitorie, soprattutto con l’Enel”.- Quali proposte potrebbero essere avanzate per il rilan-

cio economico, sociale e turistico della cittadina di Milo?“Bisogna puntare sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali, sull’enogastronomia, sul

territorio circostante e sui percorsi naturalistici. Inoltre è necessario formare degli operato-ri turistici che possano essere punto di sinergia con il territorio”.

- Qualche anticipazione sul cartellone estivo “Estate a Milo“?“ Sarà un cartellone all’insegna dell’austerità. Riproporremo il Premio “Angelo Musco”

(evento letterario e teatrale ). Il nostro intento è anche quello di creare eventi non solo nell’anfi teatro ma anche nel centro storico. Sarà riconfermata la manifestazione enogastro-nomica “ViniMilo” che si svolgerà le prime due settimane di settembre “.

- Quali opere pubbliche sono previste per Milo ?“Nel comparto delle opere pubbliche completeremo quelle già in fase di esecuzione . Inol-

tre eff ettueremo degli interventi di recupero nel centro storico su strutture già esistenti”.- Nel sistema politico nazionale lei in quale area si colloca ?“Io mi colloco nell’area di sinistra”.- Quali provvedimenti intende adottare la sua amministrazione per risolvere l’annosa

questione dei precari non stabilizzati dalla precedente amministrazione?“Disponibilità massima ad attivare tutte le procedure per ripristinare e inserire gli otto

precari nel bacino regionale”.Giuseppe Russo