La vita di ognuno di noi è intessuta di attese. 734 ns pubblicazioni/foglietto... · del...

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La vita di ognuno di noi è intessuta di attese. Si tratta di una esperienza importante e di grande valore educativo. Consapevole di ciò, la Chiesa ha fissato un tempo per ravvivare questo “stato” fondamentale nella vita del cristiano: il tempo dell'Avvento. C' era una volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno sentì la voce di Dio che le diceva: “Oggi verrò a farti visita”. Figura- tevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. Co- minciò a pulire e lucidare, impastare e infor- nare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: “Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!”. E sbattè la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva botto- ni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: “Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!”. E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vec- chio cencioso e male in arnese. “Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa”, implorò il pove- ro. “Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspet- tando Dio! E stia lontano dai miei scalini!” disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e comin- ciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: “Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto”. U na volta il semaforo che sta a Mila- no, in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. “Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?” Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il se- maforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappa- mento e i pedoni più grassi gridavano: “Lei non sa chi sono io!” Gli spiritosi lanciavano frizzi: “Il verde se lo sarà mangiato il com- mendatore, per farci una villetta in campa- gna. Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini. Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva.” Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incro- cio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera - per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.” Gli uomini sono abituati, come gli automobi- listi, a vivere con la testa china sul volante, badando alla strada, ciascuno chiuso nella sua scatola di ferro, preoccupati del lavoro, del denaro, delle mille " grane" quotidiane. L'Avvento è come il semaforo blu. E' qualco- sa che ti dice: “Fermati! Stai buttando via un tesoro! Non c'è solo la terra! Guarda su! C’è anche il cielo!” Ma è una voce esile e molti, spesso, la ignoranoIn questa seconda domenica del tempo d’Avvento, dell’anno A, siamo aiutati ad avvicinarci alla celebrazione del mistero del Natale dal salmo 72(71); il titolo dice semplicemente “di Salo- mone”, e il suo incipit ci dà immediatamente la tonalità del testo: è un salmo regale. Con esso si chiude il “secondo libro del salterio”; questo, costituito da 150 salmi, è strutturato al suo interno in cinque sezioni detti “libri”, che formano una sorta di pentateuco innico. È plausibile che il salmo odierno fosse un inno, o un’ invocazione, utilizzato durante le liturgie di consacrazione dei nuovi re; è anche probabile che i protagonisti immediati siano Davide ed il suo figlio Salomone, anche se i contenuti e le aspettative che il testo suscita superano le possibilità di un re “ordinario” per lasciare invece intravvedere la figura del Messia, l’unto del Signore. I temi sono quelli pre- senti in tanti testi profetici, soprattutto di Isaia, che ha più volte descritto i segni della venuta del Messia; ad essa si connettono la giustizia, la pace, libertà ed il ristabilimento dell’armonia originaria. Le caratteristiche sovrumane del Re-Messia sono indicate dapprima con immagini cosmiche: il “suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna per tutti i secoli”; si tratta ov- viamente di immagini allegoriche. Anche gli astri citati, infatti, hanno un ciclo vitale limitato ma esso è immensamente più lungo dell’arco vitale dell’uomo, dunque ben si presta ad indi- care l’eternità del regno messianico. Si dice inoltre che al Re-Messia “tutti porteranno offer- te, offriranno tributi, si pregherà per lui ogni giorno”. Come non vedere una chiara profezia del tributo dei popoli pagani che celebriamo nella solennità dell’Epifania, con la chiamata universale di tutti i popoli, simboleggiati dai misteriosi Magi, a mettersi in cammino verso la grotta di Betlemme, dove nasce il Salvatore del mondo, per prostrarsi in adorazione dinanzi a Lui? Ma come non ricordare anche le parole di Gesù nell’imminenza della sua passione quan- do afferma: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32)? Betlemme ed il Calvario “si guardano” e sono l’ una la preparazione dell’altro. Il salmo afferma anche la delicatezza con cui si estenderà il regno del Messia: come “l’acqua che irrora la terra e come la pioggia sull’erba”, cioè non in maniera eclatante. Gesù a questo proposito dirà che il regno di Dio “non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: eccolo qui o eccolo là. Per- ché il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17, 21). Anche S. Paolo ricorda che “il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14, 17). A questo proposito S. Bernardo ci ricorda la triplice venuta ci Cristo: “Nella prima dun- que egli venne nella debolezza della carne, nell’ultima verrà nella maestà della gloria, in que- sta intermedia viene nella potenza dello Spirito. Questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si ma- nifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione”. Un caro saluto. Don Ferdinando 734 IL IL IL BRUTTO BRUTTO BRUTTO ANATROCCOLO ANATROCCOLO ANATROCCOLO

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La vita di ognuno di noi è intessuta di attese.

Si tratta di una esperienza importante e di

grande valore educativo. Consapevole di ciò,

la Chiesa ha fissato un tempo per ravvivare

questo “stato” fondamentale nella vita del

cristiano: il tempo dell'Avvento.

C' era una volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno sentì la voce di Dio che

le diceva: “Oggi verrò a farti visita”. Figura-tevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. Co-minciò a pulire e lucidare, impastare e infor-nare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio. Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: “Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!”. E sbattè la porta in faccia alla mortificata vicina. Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva botto-ni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: “Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!”. E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo. Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta aprì e si trovò davanti un vec-chio cencioso e male in arnese. “Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa”, implorò il pove-ro. “Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspet-tando Dio! E stia lontano dai miei scalini!” disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente

delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e comin-ciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: “Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto”.

U na volta il semaforo che sta a Mila-no, in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un

tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. “Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?” Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il se-maforo diffondeva l'insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappa-mento e i pedoni più grassi gridavano: “Lei non sa chi sono io!” Gli spiritosi lanciavano frizzi: “Il verde se lo sarà mangiato il com-mendatore, per farci una villetta in campa-gna. Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini. Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva.” Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incro-cio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera - per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.” Gli uomini sono abituati, come gli automobi-

listi, a vivere con la testa china sul volante,

badando alla strada, ciascuno chiuso nella

sua scatola di ferro, preoccupati del lavoro,

del denaro, delle mille " grane" quotidiane.

L'Avvento è come il semaforo blu. E' qualco-

sa che ti dice: “Fermati! Stai buttando via

un tesoro! Non c'è solo la terra! Guarda su!

C’è anche il cielo!” Ma è una voce esile e

molti, spesso, la ignorano…

In questa seconda domenica del tempo d’Avvento, dell’anno A, siamo aiutati ad avvicinarci alla celebrazione del mistero del Natale dal salmo 72(71); il titolo dice semplicemente “di Salo-

mone”, e il suo incipit ci dà immediatamente la tonalità del testo: è un salmo regale. Con esso si chiude il “secondo libro

del salterio”; questo, costituito da 150 salmi, è strutturato al suo interno in cinque sezioni detti “libri”, che formano una sorta di pentateuco innico. È plausibile che il salmo odierno fosse un inno, o un’ invocazione, utilizzato durante le liturgie di consacrazione dei nuovi re; è anche probabile che i protagonisti immediati siano Davide ed il suo figlio Salomone, anche se i contenuti e le aspettative che il testo suscita superano le possibilità di un re “ordinario” per lasciare invece intravvedere la figura del Messia, l’unto del Signore. I temi sono quelli pre-senti in tanti testi profetici, soprattutto di Isaia, che ha più volte descritto i segni della venuta del Messia; ad essa si connettono la giustizia, la pace, libertà ed il ristabilimento dell’armonia originaria. Le caratteristiche sovrumane del Re-Messia sono indicate dapprima con immagini cosmiche: il “suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna per tutti i secoli”; si tratta ov-viamente di immagini allegoriche. Anche gli astri citati, infatti, hanno un ciclo vitale limitato ma esso è immensamente più lungo dell’arco vitale dell’uomo, dunque ben si presta ad indi-care l’eternità del regno messianico. Si dice inoltre che al Re-Messia “tutti porteranno offer-

te, offriranno tributi, si pregherà per lui ogni giorno”. Come non vedere una chiara profezia del tributo dei popoli pagani che celebriamo nella solennità dell’Epifania, con la chiamata universale di tutti i popoli, simboleggiati dai misteriosi Magi, a mettersi in cammino verso la grotta di Betlemme, dove nasce il Salvatore del mondo, per prostrarsi in adorazione dinanzi a Lui? Ma come non ricordare anche le parole di Gesù nell’imminenza della sua passione quan-do afferma: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32)? Betlemme ed il Calvario “si guardano” e sono l’ una la preparazione dell’altro. Il salmo afferma anche la delicatezza con cui si estenderà il regno del Messia: come “l’acqua che irrora la terra e come

la pioggia sull’erba”, cioè non in maniera eclatante. Gesù a questo proposito dirà che il regno di Dio “non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: eccolo qui o eccolo là. Per-ché il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17, 21). Anche S. Paolo ricorda che “il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14, 17). A questo proposito S. Bernardo ci ricorda la triplice venuta ci Cristo: “Nella prima dun-que egli venne nella debolezza della carne, nell’ultima verrà nella maestà della gloria, in que-sta intermedia viene nella potenza dello Spirito. Questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si ma-nifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione”. Un caro saluto. Don Ferdinando

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M i è piaciuto molto, nella passeggiata al quar-tiere di Villanova, quel momento di “riposo” davanti al Santissimo esposto. Ho

trovato altre due chiese che ci offrono questo straor-dinario servizio e ho pensato che inserire nella nostra passeggiata una breve sosta per godere della compa-gnia del Signore possa far piacere a tutti. Dunque, si parte! Oggi andiamo in visita al quartiere di Castello! Ci conviene prendere il n°20 che ci porta fin su a Buon Cammino, perché la strada è quasi tutta in sali-ta. Scendiamo a metà del viale, poco più avanti dell’ex carcere e ci spostiamo al limite della passeg-giata alberata per goderci la magnifica vista della città fino al porto. Può capitare che ci sia all’ancora qualche nave da crociera e penso che anche noi, in fondo, stiamo facendo i turisti … nella nostra stessa

città. Il panorama è superbo. Dovremmo ricordarci, di tanto in tanto, di ringraziare Dio per la bellezza: camminare quassù, con lo sguardo che spazia lontano sul mare, rallegra il cuore. Quasi all’inizio di via La Marmora, sulla nostra destra, una cancellata introduce al piccolo portico sul quale si apre la porta gotica della chiesa della Purissima, uno dei nostri più preziosi gioielli architettonici. Se non vi era mai capitato di entrarvi prima d’ora, resterete gradevol-mente sorpresi. Costruita a metà del Cinquecento, a ridosso del convento al quale è annessa, in stile gotico catalano secondo il gusto del tempo, mostra una sobria raffinata eleganza, certo rispondente alla sensibilità della nobildonna Gerolama Rams Dessena, che la fece erigere con il convento nel quale si ritirò in clausura insieme a cinque compagne. Entrando, colpisce la luminosità dell’ambiente. Le strade di Castello, compresa la principale via La Marmora, sono strette e quindi poco luminose, per questo sorprende la luce diffusa all’interno della chiesa. E poi il silenzio. Non so se è frutto di suggestione ma, come già a S. Cesello, sembra che il ru-more della strada, delle macchine, qui non possa entrare, eppure nonostante siamo in zona a traffico limitato, ora la strada è aperta al traffico. C’è sempre qualcuno, suore o anche laici, che pregano guardando verso l’ostensorio, per questo siamo costretti a frenare la nostra curio-sità di “turisti” e muoverci con discrezione se vogliamo dare uno sguardo oltre che alle belle forme della struttura, (campate voltate a crociera con gemma pendula al centro; volte stellari, con nervature e gemme pendule e peducci istoriati) alle pre-gevoli opere pittoriche e scultoree che vi si trovano, alcune del XVI sec. Uscendo dalla chiesa possiamo percorrere via La Marmora per poi salire verso la cattedrale e da lì, prenden-do via Martini in direzione di S. Pancrazio, facciamo una sosta nella terrazzata che si affaccia sulla città dal lato degli stagni di Molentargius con una vista davvero mozzafiato. E ora via, a riprendere il n°20.. Mariella

Salt. II sett.

Domenica 4 Dicembre DOMENICA II DI AVVENTO (1) Messa propria, Credo, prefazio I di Avvento

Lez. Fest.: Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12 VIOLA

08,00 10,00

19,00

Messa di ringraziamento Def. Edgardo Deff. Gianluca e Tonino

Lunedì 5 Dicembre FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO (6) Messa propria, prefazio I di Avvento

Lez. Fer.: Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26 VIOLA

08,00 18,00

Pro populo Def. Pietro Farina

Martedì 6 Dicembre FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO (6) Messa propria, prefazio I di Avvento

Lez. Fer.: Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14 VIOLA

08,00 18,00

Deff. Assunta, Costantino e Carlo Def. Giovanni Congera

Mercoledì 7 Dicembre S. AMBROGIO, vescovo e dottore, memoria (5) Messa propria, prefazio I di Avvento

Lez. Fer.: Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

Lez. Santi: Sir 44,16-17.19-20.23; 45,1-4.15-16; Sal 88;

Gv 10,11-16 BIANCO

08,00 18,00

Deff. Peppino e Maddalena Isu

Giovedì 8 Dicembre IMMACOLATA CONC. DELLA B.V.M., solennità (1) Messa propria, Gloria, Credo, prefazio proprio

Lez. Fer.: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

BIANCO

08,00 10,00 18,00

Pro populo Alla Madonna Deff. Mario Adamo e Marina

Venerdì 9 Dicembre FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO (6) Messa propria, prefazio I di Avvento

Lez. Fer.: Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19 VIOLA

08,00 16,00

18,00 20,00

ADORAZIONE

Def. Bonaria Labieni (1° annivers.) PROVE DI CANTO

Sabato 10 Dicembre FERIA DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO (6) Messa propria, prefazio I di Avvento

Lez. Fer.: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13 VIOLA

08,00 18,00

Def. Angelo Berio

Salt. III sett.

Domenica 11 Dicembre DOMENICA III DI AVVENTO (1) Messa propria, Credo, prefazio I di Avvento

Lez. Fest.: Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

VIOLA

08,00 10,00

19,00

Pro populo Def. Antonio Boi Def. Angelo

Animo, fratelli, questo è davvero il tempo di preparare la strada al Signore che viene, questo

è davvero il tempo di schierarsi, di accogliere questo Dio sempre inatteso, sempre diverso.