Il Foglietto dei Canossiani

48
FOGLIETTO il dell’Istituto dei Canossiani Anno 82 n. 4 Ottobre - Dicembre 2013 PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 82 - N. 4 - Ottobre - Dicembre 2013 Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona “Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore: il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti, la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti, la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano, ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata" (preghiera all'Immacolata di Papa Francesco) Buon Natale! Sereno Anno Nuovo!

description

Trimestrale della Congregazione dei Padri Canossiani, nato 82 anni fa come strumento di comunicazione per i tanti amici dell’Istituto e i sostenitori delle opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.

Transcript of Il Foglietto dei Canossiani

Page 1: Il Foglietto dei Canossiani

FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani

Anno 82 — n. 4 Ottobre - Dicembre 2013

PU

BB

L. T

RIM

ES

TR

ALE

AN

NO

82

- N

. 4 -

Ott

ob

re -

Dic

emb

re 2

013

Pos

te It

alia

ne s

pa

- S

ped

. in

Ab

b. P

ost.

- D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46)

art

. 1, c

omm

a 2,

DC

B V

eron

a

“Aiutaci a rimanere in ascolto attento della voce del Signore:il grido dei poveri non ci lasci mai indifferenti,

la sofferenza dei malati e di chi è nel bisogno non ci trovi distratti,la solitudine degli anziani e la fragilità dei bambini ci commuovano,

ogni vita umana sia da tutti noi sempre amata e venerata"

(preghiera all'Immacolata di Papa Francesco)

Buon Natale!Sereno Anno Nuovo!

Page 2: Il Foglietto dei Canossiani

Sommario

AVVISO AL LETTOREL’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo) saranno utilizzati solo per l’invio del bollettino e non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”:

P. Antonio PapaVia Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA

Direttore resp.: Padre Antonio PapaCon approvazione ecclesiastica

Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962In redazione: Francesca MauliStampa: Stimmgraf – Verona

Tel. 045 8731282

FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani Anno 82 — n. 4 Ottobre - Dicembre 2013

La famiglia che prega custodisce la fede, diffonde la gioia! – Omelia del Santo Padre pag. 1Una famiglia... allargata! » 3Preghiera del Papa alla Santa Famiglia » 4“Qui c’è il dito di Dio!” – La nostra storia è per noi Regola di Vita » 5Riflessione del Padre Generale » 6“Cristo mi ha amato e ha consegnato se stesso per me!” – Figli della Carità Canossiani, per sempre » 9Una fiaccolata ‘internazionale’ – Dalla chiesa di Faller a Cima Loreto, nella sera dell’Assunta » 11Feltre in festa! – 2^ edizione della Festa della Famiglia - Padre Lucio, da 60 anni canossiano » 12Happening degli oratori – Anche il “gruppo canossiano” tra i 200 partecipanti » 13“La Croce è luce, gioia e salvezza” – 14 settembre, festa del Crocifisso Patrono di Favignana » 14Un incontro per “far vedere le missioni” – Secondo incontro del Gruppo Missionario di S. Giorgio di Acilia » 16Stare sotto la croce… ma sempre in movimento! – Un’esperienza di volontariato con i profughi siriani » 18“Magnificate con me il Signore!” » 19Un tripudio di Angeli in onore dell’Immacolata – Inaugurati i lavori di restauro nell’Oratorio dell’Ist. di Fonzaso » 20“Una comunità che cammina, edifica, costruisce...” – Ottavia - 25° della Parrocchia S. Maria Maddalena » 22“Tu sai tutto, tu sai che ti amo!” – Ordinazione Sacerdotale di p. Paulo Martins » 25Tiago e Jonathan canossianos para sempre – Profissão perpétua – Piabetá, 5 ottobre 2013 » 26Progetti e iniziative della nuova missione a Presidente Dutra » 27

“Non di solo pane vive l’uomo…” – Raccolta fondi per la Chiesa San Pablo Apostol a Tondo - Manila » 31Hayan, il tifone che ha colpito le Filippine – Testimonianze e riflessioni sull’attuale situazione del Paese » 33Progetto “Shule msingi Mt. Magdalena” – Una scuola elementare nella missione di Igoma, Mwanza » 36

Gli auguri natalizi dalla missione di Vasai » 39

I Canossiani sbarcano a Timor-Est – 9 luglio 2013, inizia la missione sull’isola del Pacifico » 29

La storia di Agatha – Un’adozione a distanza… a lieto fine! » 40

“Verranno dall’Egitto, l’Etiopia stenderà le mani” – P. Angelo Bettelli dalla missione di Nairobi (Kenya) » 38

“La Provvidenza ha voluto…” – Liturgia esequiale di P. Stefano Arnone » 42In ricordo di Fra Arturo Seno – Burano (VE) 8 gennaio 1940 - † Fonzaso (BL) 27 novembre 2013 » 44

In c

oper

tina:

Bar

rio B

utig

, una

com

unità

isol

ana

colp

ita d

al ti

fone

Yol

anda

Page 3: Il Foglietto dei Canossiani

1N. 4 - 2013 FOGLIETTOil

GIO

RN

ATA

DEL

LA F

AMIG

LIA

La famiglia che prega custodisce la fede, diffonde la gioia!

Le Letture di questa domenica ci invi-tano a meditare su alcune caratteristi-

che fondamentali della famiglia cristiana.1. La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubbli-cano. Il fariseo incarna un atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie

a Dio per i suoi benefici e la sua miseri-cordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di questo e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblica-no, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile, sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria inde-gnità, delle proprie miserie: quest’uomo

Giornata della Famiglia nell’Anno della FedeOmelia del Santo Padre Francesco - 27 ottobre 2013

In occasione dell’Anno della fede, domenica 27 ottobre, il Santo Padre Francesco ha ce-lebrato, sul Sagrato della Basilica Vaticana, la Santa Messa per la Giornata della Fami-

glia. Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa ha pronunciato. Il Papa trac-cia il progetto per una famiglia che vuole dirsi e costruirsi come cristiana. È anche una fotografia della Santa Famiglia di Nazareth che contempliamo nel mistero del Natale. È la testimonianza che molte famiglie ci offrono, pur tra le inevitabili difficoltà e prove che la famiglia oggi incontra.

Page 4: Il Foglietto dei Canossiani

2 N. 4 - 2013FOGLIETTO

davvero si riconosce bisognoso del per-dono di Dio, della misericordia di Dio.Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir 35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della vanità.Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche vol-ta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, da-vanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bon-tà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo biso-gno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua for-za, della sua benedizione, della sua mise-ricordia, del suo perdono. E ci vuole sem-plicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il “Padre no-stro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera.2. La seconda Lettura ci suggerisce un al-tro spunto: la famiglia custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilancio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassa-forte! Non l’ha nascosta sottoterra, come quel servo un po’ pigro. San Paolo para-gona la sua vita a una battaglia e a una

corsa. Ha conservato la fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annun-ciata, irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti volevano conservare, “imbalsamare” il messaggio di Cristo nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è anda-to in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente senza paura. San Paolo ha conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni di-fensive.Anche qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, custodiamo la no-stra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle gio-vani, sono spesso “di corsa”, molto affac-cendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni.3. E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Pa-rola di Dio: la famiglia che vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si ral-legrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo ralle-grarsi? È questo: il Signore è vicino, ascol-ta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sem-pre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Eh… a me piacerebbe fare una doman-

ilG

IOR

NAT

A D

ELLA

FAM

IGLI

A

Page 5: Il Foglietto dei Canossiani

3N. 4 - 2013 FOGLIETTOil

da, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh, date voi la risposta.Care famiglie, voi lo sapete bene: la gio-ia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia profon-da tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nel-la famiglia, c’è il suo amore accogliente,

misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pa-zienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore pazien-te, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’a-more di Dio, anche la famiglia perde l’ar-monia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spon-taneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Na-zareth. La gioia e la pace del Signore sia-no sempre con voi!

GIO

RN

ATA

DEL

LA F

AMIG

LIA

Grazie a voi per lo spazio, troppo buoni, non ho ancora ricevuto il Foglietto, altrimen-ti vi avrei ringraziati prima! Questa mia testimonianza è ormai vecchia di un anno…

l’adozione l’abbiamo fatta, Silvia, che ormai ha 12 anni, ha una “sorella” a Tondo: è una bambina di 10 anni, Rowella, con cui Silvia si scrive, si scambia pagelle e foto… La mia speranza è di portare, un giorno, Silvia a Tondo per conoscere Rowella, padre Giovanni e i padri canossiani e per farle conoscere la vera povertà che noi occidentali, sebbene in recessione, non immaginiamo neanche… Grazie per il vostro lavoro e a presto.

Marina Lomunno – giornalista La Voce del Popolo, settimanale diocesi di Torino

Una famiglia... allargata!

Page 6: Il Foglietto dei Canossiani

4 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Gesù, Maria e Giuseppea voi, Santa Famiglia di Nazareth,

oggi, volgiamo lo sguardocon ammirazione e confidenza;in voi contempliamola bellezza della comunione nell’amore vero;a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.Santa Famiglia di Nazareth,scuola attraente del santo Vangelo:insegnaci a imitare le tue virtùcon una saggia disciplina spirituale,donaci lo sguardo limpidoche sa riconoscere l’opera della Provvidenzanelle realtà quotidiane della vita.Santa Famiglia di Nazareth,custode fedele del mistero della salvezza:fa’ rinascere in noi la stima del silenzio,rendi le nostre famiglie cenacoli di preghierae trasformale in piccole Chiese domestiche,rinnova il desiderio della santità,sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono.Santa Famiglia di Nazareth,ridesta nella nostra società la consapevolezzadel carattere sacro e inviolabile della famiglia,bene inestimabile e insostituibile.Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di paceper i bambini e per gli anziani,per chi è malato e solo,per chi è povero e bisognoso.Gesù, Maria e Giuseppevoi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.Amen.

GIO

RN

ATA

DEL

LA F

AMIG

LIA

Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana per la Gior-nata della Famiglia in occasione dell’Anno della fede, dopo l’indirizzo di saluto di S.E.

Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontifico Consiglio per la Famiglia, Papa France-sco ha recitato la seguente preghiera davanti all’icona della Santa Famiglia:

Preghiera del Papa alla Santa Famiglia

Page 7: Il Foglietto dei Canossiani

5FOGLIETTOilN. 4 - 2013

“Qui c’è il dito di Dio!”

1 gennaio 1923: Fra Giuseppe Tellero risponde al patriarca La Fontaine che

non se la sente di essere superiore e il patriarca nomina per la prima volta Fra Giovanni Zuccolo; questi aveva allora 48

anni e da 27 anni era all’Oratorio di San Giobbe come canossiano.

19 maggio 1923: Muore Fra Giuseppe Tellero in ospedale a Venezia. Costerna-zione generale, dall’oratorio, al cardina-le, a Mons. Longhin di Treviso, al vicario di S. Giobbe, Mons. Silvestrini: “questo è un disastro per l’Oratorio e per la parroc-chia...”. P. Modesto scrive nel suo libro: a S. Giobbe mai s’era verificata una situa-zione simile: “non aveva resistito nean-che il n. 3”. Fra Giovanni rimane solo con il giovane Fra Luigi Marchiori che aveva appena fatto la vestizione.

Ultimi giorni di maggio 1923: Fra Gio-vanni si reca dal patriarca La Fontaine per rimettere nelle sue mani il suo man-dato e il destino dell’Oratorio di San Giobbe.

Vigilia della festa del Redentore (19 lu-glio quindi): Il card. La Fontaine scrive a Don Calabria di venire a vedere “…i locali e conoscere quell’anima pia che è il supe-riore (e il giovane che è come un pulcino). Il Signore e la Madonna Addolorata, che mentre vi scrivo, vi parla, mi dicono che a Voi è riservato il compito di salvare l’Ope-ra, che potrà essere principio di un’opera più vasta e da voi in Domino vagheggia-ta”.

La nostra storia è per noi Regola di Vita

È ricorso quest’anno il 90° anniversario della storica visita di don Giovanni Calabria, ora iscritto nell’albo dei santi, al nostro Oratorio di San Giobbe a Venezia, su invito del

Patriarca La Fontaine. Era un momento drammatico per la storia dell’Istituto. Ma vissuto nella fede contro ogni speranza ed evidenza umane, segnò un passaggio alla fase di un insperato sviluppo. Il Padre Generale ci ha aiutati a rileggere questo evento - e quindi tut-ta la storia - come “regola di vita”, insegnamento sempre valido per attraversare il guado della difficile situazione odierna.

FAM

IGLI

A C

ANO

SS

IAN

A

Page 8: Il Foglietto dei Canossiani

6 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Estate 1924: Don Calabria, in forma di-screta, visita l’Oratorio di San Giobbe: non sappiamo la data ma possiamo sup-porre tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.

Seconda domenica di agosto 1923: Mons. Giovanni Pasa visita Fra Giovanni per perorare la causa del fratello Pietro Pasa di ritornare tra i Canossiani e per saggiare la propensione di Fra Giovanni ad accettare una sua eventuale doman-da di entrare in Congregazione. Entra Tarcisio Postogna.

16 dicembre 1924: Fra Giovanni presenta la richiesta che la Congregazione da lai-cale passi ad essere clericale. Entra Pietro

Danieli.

7 gennaio 1925: rientra tra i Canossiani Pietro Pasa.

31 ottobre 1925: all’età di 44 anni, la-sciando una brillante carriera in diocesi di Padova, entra a S. Giobbe, mons. Gio-vanni Pasa.

6 dicembre 1925: Mons. Pasa fa la vesti-zione come semplice novizio prendendo il nome di p. Angelo. La comunità che lo riceve è composta da Fra Giovanni Zuc-colo (superiore), Fra Luigi Marchiori, Fra Benedetto Pasa, Fra Tarcisio Postogna, Fra Pietro Danieli.

Riflessione del Padre GeneraleNella vita attraversiamo momenti di

cui dobbiamo fare una “lectio divi-na” altrimenti perdiamo il contatto con l’agire di Dio nella nostra storia. Le date sopracitate sono segno di un percorso provvidenziale, di qualcosa di divino av-venuto nella nostra Congregazione. Divi-no perché siamo nati nel posto “più di-vino” che possa esserci nel piano di Dio: sotto la croce. Divino perché la morte di Cristo era necessaria per far nascere la salvezza. Divino perché anche la “quasi-morte” della Congregazione ha mostra-to che “il dito di Dio era sopra la nostra Congregazione”. Se lo è stato nel passato, questo è un memoriale per il presente e il futuro! Dio non toglie il suo “dito” da dove lo ha messo. Per quasi cento anni pochi religiosi fedeli e attenti ai segni di Dio, hanno risposto con fedeltà, ogni giorno, a quanto il Signore chiedeva loro. Come Gesù a Nazareth per 30 anni, hanno vis-suto nel silenzio e nel nascondimento in

FAM

IGLI

A C

ANO

SS

IAN

A

Page 9: Il Foglietto dei Canossiani

7FOGLIETTOilN. 4 - 2013

un servizio umile e ge-neroso. Questa fedeltà è piaciuta a Dio e quan-do sono stati vicini alla morte, poiché hanno creduto, il Signore ha messo il suo dito su San Giobbe. Se lo ha messo allora, non lo toglie e non lo toglierà!Siamo in un tempo che anche noi dobbiamo saper leggere come “segno per il futuro”. Anche noi possiamo dire di essere fedeli sul fronte apostolico; ma so-prattutto in Italia, si avverte il segno del calo numerico dei religiosi e delle con-seguenti “morti”, come la chiusura di co-munità apostoliche. In questo 2013 ab-biamo lasciato Milano e Caltagirone. Nel futuro si prevedono altre chiusure. Chia-miamo questo: “ridimensionamento… ridisegno”; ma realisticamente significa-no diminuzione di religiosi, di vocazio-ni, abbandoni, età dei religiosi che sale. Rimangono forti interrogativi riguardo al futuro. In questo contesto abbiamo celebrato un Capitolo che ci ha richia-mato alla “fedeltà fino alla fine”, e quindi ad una coerenza, a una testimonianza di vita canossiana piena, e alla perseveran-za nella risposta fino alla fine. Tutto questo rende ancor più urgente il nostro impegno nell’educazione dei ra-gazzi, giovani, genitori, nonni, società. La nostra fedeltà deve realizzarsi non sol-tanto nella nostra fedeltà alla “vocazione canossiana”, ma anche nella fedeltà apo-stolica, la si deve vedere nell’efficacia del nostro apostolato. Fedeltà significa por-re attenzione a come stiamo educando i nostri giovani nel fare scelte per il futu-ro; a come stiamo educando i genitori a scoprire il futuro dei figli ascoltando la

voce di Dio anzitutto, e non soltanto sogni e progetti puramente ma-teriali senza Dio. Dobbiamo essere fedeli nell’osservare i meccanismi che mettia-mo in moto con la nostra “educazione”: se fa emergere quello che il Signore ha seminato nel cuore di ogni ragazzo e gio-vane che ci ha affidato. Tutto questo lo chiameremo “cultura vocazionale”. Nell’azione pastorale noi siamo eredi di una “cultura sacramenta-le”. Dobbiamo renderci conto che cultura sacramentale produce una catechesi che privilegia la spiegazione del sacramento, ma non il suo tesoro più profondo che è Cristo vivo cuore di ogni sacramen-to. L’osservazione e la cura educativa devono accorgersi di queste carenze. Dobbiamo ammettere che spesso l’im-mane sforzo catechetico non intacca il profondo della persona. Papa Francesco a Rio de Janeiro diceva ai giovani: “MET-TETE CRISTO NEI VOSTRI CUORI!”. Noi possiamo aggiungere: vivete di Cristo, mostrate Cristo, abbiate gli stessi senti-menti di Cristo, abbiate la stessa fedeltà di Cristo, la stessa donazione, risposta! Se mancano le risposte a Cristo, manca il cristianesimo. Potremo avere dei fedeli

FAM

IGLI

A C

ANO

SS

IAN

A

Page 10: Il Foglietto dei Canossiani

8 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

“sacramentalizzati”, ma non dei giova-ni con Cristo nel cuore. Concentrare le energie sulla “cultura vocazionale” vorrà dire riscattare la cultura sacramentale per darle il suo valore; vorrà dire porre cura perché il Cristo che i fedeli ricevono nei Sacramenti produca delle “risposte cristiane” di fedeltà al vangelo, di do-nazione, di solidarietà, di sacrificio di se stessi, generosità; e soprattutto produca risposte alla vocazione sia che si tratti del Matrimonio (e quindi riavremo famiglie cristiane, e non soltanto “sposati in chie-sa”!); o alla vocazione ministeriale (che può esprimersi nel diaconato e sacerdo-zio, o nella vita consacrata).

Celebrando i 90 di storia da quel giorno in cui Don Giovanni Calabria ci ha ricor-dato che il dito di Dio è qui … a S. Giobbe, a Pachino, a Presidente Dutra, a Mwanza, a Vasai, a Tondo, a Timor…, dobbiamo essere fedeli all’educazione alla fede che si svolgeva novant’anni fa a S. Giobbe. Dobbiamo accorgerci che il dito di Dio c’è anche su tutta la FAMIGLIA CANOS-SIANA. Chi ama il carisma canossiano ama le sfide che oggi interpellano il cari-sma, sa di essere debitore verso chi gli ha

fatto conoscere e gli ha trasmesso il carisma; è a sua volta impegnato a condividerlo e a trasmetterlo. Molti di noi sono debitori verso le Sorelle Canossia-ne che ci hanno seminato nel cuore la voca-zione e l’hanno coltivata, cre-dendo nell’ope-ra di Dio in noi.

Se amiamo il carisma dobbiamo essere educatori del carisma nella vita dei nostri destinatari, e non te-nercelo per noi con il rischio di lasciarlo appassire e spegnere; dobbiamo accor-gerci che ci sono laici che sono chiamati con noi a vivere e trasmettere il carisma canossiano. Cultura vocazionale signi-fica ascoltare questa chiamata dei laici. Siamo nella chiesa per arricchirla con il nostro carisma e far sorgere vocazioni consacrate e laicali per questo carisma. Apriamo gli occhi e vediamo dove il Si-gnore ha messo il suo dito. Accorgiamo-ci che questo dito crea e chiama ancora, e come il dito dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina dona vita ad Ada-mo, lo stesso dito di Dio dona vita canos-siana a giovani e adulti e li chiama a vive-re del carisma di S. Maddalena. Apriamo la mente per essere educatori e scoprito-ri dei segni di questo Dio che agisce nel cuore delle persone. Nella chiesa siamo educatori: non stanchiamoci di educare tutti ad avere Cristo nel cuore per rispon-dere a Gesù quando chiama. Che questo sia il nostro futuro compito educativo per far crescere la “cultura vocazionale”!

P. Giorgio Valente

FAM

IGLI

A C

ANO

SS

IAN

A

Page 11: Il Foglietto dei Canossiani

9FOGLIETTOil

FAM

IGLI

A C

ANO

SS

IAN

A

N. 4 - 2013

San Paolo, nel descrivere la sua vocazio-ne, afferma: «quando Dio, che mi scelse

fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il suo Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti …» (Gal 1,15-16). All’i-nizio della chiamata di Paolo non vi è una persona umana, ma Dio che sceglie per mezzo di Gesù Cristo; Paolo ha piena co-scienza della totale gratuità della chiama-ta. Infatti, non ne precisa il momento, ma la qualifica per il modo in cui è avvenuta: «con la sua grazia». La sua vocazione non è dovuta ai suoi meriti. Come potrebbe un persecutore pretendere di essersi merita-to una vocazione di apostolo?! Paolo rico-nosce di essere stato beneficiato dall’a-more generosissimo di Dio. L’incontro con il Kyrios, lo ha reso «creatura nuova» (2Cor 5,17), determinando la svolta della sua vita, tanto che il passato gli sembra «spazzatura» (Fil 3,8), perché Gesù gli è ap-parso come l’amore incarnato di Dio. Un amore, quello di Gesù, che lo sconvolge, e insieme lo affascina e trasforma tanto da spingerlo a dedicargli tutta la sua vita: «…mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20); ha inondato il suo cuo-re di questo amore tanto da spingerlo ad

“Cristo mi ha amato e ha consegnato se stesso per me!”Stefano, Vincenzo, Jonathan, Tiago, Zaldy e Emmanuel,

Figli della Carità Canossiani, per sempre

Fr. Stefano e fr. Vincenzo hanno fatto la professione perpetua a Poiano il 14 settembre scorso. Abbiamo chiesto a loro di dirci pensieri e sentimenti che passano per la mente e

nel cuore nel momento in cui ci si consacra a Dio facendo i voti di povertà, castità e obbe-dienza per tutta la vita. Crediamo sia l’esperienza anche di fr. Tiago Nascimento e fr. Jona-than Gonçalves che hanno fatto la professione perpetua in Brasile il 4 ottobre a Piabetà; di fr. Zaldy Camposo che l’ha potuta celebrare con il p. Generale a Manila il 9 novembre, e di fr. Emmanuel Lyanga che emetterà i suoi voti prossimamente in Tanzania.

Page 12: Il Foglietto dei Canossiani

10 FOGLIETTOilFA

MIG

LIA

CAN

OS

SIA

NA

N. 4 - 2013

affermare: «non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). L’esperienza che io e Vincenzo abbiamo sperimentato in questi anni è molto simi-le a quella di Paolo. Credo sia anche l’espe-rienza dei nostri compagni di viaggio che, seppur in contesti diversi, come noi han-no fatto questo cammino vocazionale, e con noi si sono prepararti alla Professione Perpetua la scorsa estate. Catturati dall’a-more del Crocifisso, non abbiamo potuto dire di no alla sua chiamata. Come Paolo, siamo stati afferrati da Gesù e chiamati a servizio del Vangelo e della Chiesa. Una chiamata, la nostra, ad essere Figli della Carità in una famiglia ben precisa: quella canossiana, il cui fine è conformare tutta la vita al Crocifisso per farlo conoscere con la concretezza della vita. Per questo, dopo un intenso cammino di formazione, il 14 settembre scorso, per me e Vincenzo la chiamata si è con-cretizzata nella consacrazione perpetua. In una celebrazione semplice, ma carica di gioia, circondati dai fratelli Canossiani, dalle nostre famiglie e da tanti amici, ci siamo lasciati consacrare per sempre dal Padre, assumendo il nome nuovo di “Fi-gli della Carità”. I voti di Povertà, Castità e Obbedienza sono la via per realizzare il nostro desiderio di abbandonarci a Dio e conformarci al Crocifisso per tutta la vita, tra i Figli della Carità Canossiani. Le paure, le distrazioni, non sono mancate e non mancheranno, ma fidandoci di Dio e piantando nel nostro cuore il Crocifisso, nulla potrà separarci dalla sua fedeltà e dal suo amore. Qualcuno ci chiede alla volte: “Cosa vi aspettate da una scelta così?”. Non ci aspettiamo di ricevere né oro, né argento, ma soltanto di scorgere la presenza di Gesù Redentore nella quo-tidianità, fino alla fine.Concludere affidandoci alla vostra pre-ghiera - non c’è regalo più bello che po-tete farci! – e condividendo la nostra pre-

ghiera:Signore, fa che ogni attimo della vita pos-siamo dire: “Sono stato crocifisso con Cri-sto, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”.Maria, Madre della Carità: continua ad ac-compagnaci con la tua presenza materna; aiutaci a stare ai piedi della croce, per pre-gare con e come Lui, per diffondere il suo amore generosissimo. Maddalena di Canossa, mantieni i nostri occhi fissi al Crocifisso affinché non ci stan-chiamo mai di diventare come Lui: figli ob-bedienti, servi operosi e gioiosi.Bakhita e voi tutti Santi nostri patroni, che godete dell’amore pieno del Padre: soste-nete i nostri passi, affinché siano sempre orientati al Regno e alla sua diffusione.Voi fratelli accompagnateci in questo cam-mino, perché la consacrazione offerta e ri-cevuta in piena libertà, per sempre, possa rinnovarsi ogni giorno, fino alla fine.

fr. Stefano e fr. Vincenzo

Sabato 5 ottobre, a Quezon City, la professione perpetua di fratel Zaldy Camposo nelle mani del Padre Generale p. Giorgio Valente

Page 13: Il Foglietto dei Canossiani

11FOGLIETTOil

ITAL

IA

N. 4 - 2013

Come è ormai tradizione – dal 2008 quando si è ricordato il 50° anniver-

sario della costruzione della grotta e il 150° della Apparizioni di Lourdes - , il 15 agosto scorso, la sera dell’Assunta si è svolta la Fiaccolata dalla chiesa parroc-chiale di Faller fino alla grotta di Cima Loreto. Il tempo ha permesso e favori-to la partecipazione di un bel gruppo di pellegrini; il signor Paolo Slongo di Faller ha animato con riflessioni e can-ti la fiaccolata che ha percorso in clima di preghiera e devozioni i circa tre chi-lometri di strada, nell’oscurità notturna, fino ad arrivare alla grotta davanti alla candida immagine della Vergine di Lou-rdes. Da notare quest’anno la presenza e partecipazione di don Marino Giazzon, parroco di Faller, che ha in occasione del suo 50° di sacerdozio ha reso omaggio alla Madonna della Grotta di Cima Lore-to con un inno da lui composto. Anche il Padre generale dei Padri Canossiani, P. Giorgio Valente, ha voluto partecipare

e conoscere questa iniziativa, offrendo anche un breve pensiero di meditazione davanti alla Grotta e ha invitato i giovani confratelli, che durante il mese di luglio e agosto sono stati a Cima con p. Amedeo per la preparazione prossima alla Pro-fessione perpetua, a recitare l’Ave Maria nella loro lingua: inglese, swahili, por-toghese, italiano. Un richiamo per tutti alla mondialità e alla maternità univer-sale di Maria, simbolo della Chiesa che accoglie tutti i suoi figli di ogni popolo e nazione. La serata era splendida ed ha permesso una buona partecipazione di fedeli di Faller ma anche dei paesi vicini. Il tutto accompagnato da un bellissimo tramonto. Gli amici del Gruppo Famiglie di Roma – Acilia con p. Bruno loro parro-co – ospiti abituali e affezionati di Cima Loreto - hanno garantito l’accoglienza e preparato come al solito, un familiare rinfresco di conclusione. A tutti l’arrive-derci alla prossima edizione della Fiacco-lata 2014!

Una fiaccolata ‘internazionale’Dalla chiesa di Faller a Cima Loreto, nella sera dell’Assunta

Page 14: Il Foglietto dei Canossiani

12 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

ITAL

IA

2^ edizione della Festa della Famiglia

Dal pollice al mignolo: ossia partire dallo sguardo verso gli altri e dalla

preghiera per gli altri per giungere a ve-dere nella giusta ottica i propri bisogni. Questo bell’invito di papa Francesco (la preghiera delle cinque dita) è stato il felice motto che ha spinto tanti volon-tari a riproporre la festa di condivisione in Patronato, nota da tanti anni in par-rocchia al S. Cuore come la festa della famiglia.Le tre parrocchie della Unità Pastorale di Duomo, Santa Maria degli Angeli e Sacro Cuore, si sono ritrovate domenica 1 settembre per celebrare l’Eucaristia e per il successivo pranzo comunitario, al-lietato da giochi all’aperto, lotteria, alle-gra musica e intrattenimento danzante.

I quasi 300 partecipanti hanno potuto godere di un buon pranzo sapiente-mente preparato dal collaudato staff della cucina e dai giovani del CPG. A ser-vire ai tavoli, ragazzi e bambini muniti di grembiule, simbolo concreto di servizio agli altri. Ben si addiceva allora il Vange-lo della domenica che ci ha fatto medi-tare la parabola degli invitati alle nozze.L’occasione è stata propizia per dare il benvenuto a padre Piero Gianola, da pochi giorni arrivato presso la comuni-tà canossiana del S. Cuore a coadiuvare p. Luciano, p. Venanzio e p. Lucio: a lui auguriamo il più mite dei famosi inverni feltrini!

Micol

Con una semplice ma toccante cerimo-nia, domenica 20 ottobre nella chiesa

del Sacro Cuore a Feltre (BL) sono stati ri-cordati i 60 anni di professione religiosa p. Lucio Giazzon, canossiano.Nel corso della celebrazione della Messa da lui presieduta e concelebrata con sei suoi confratelli, Padre Lucio che pur so-

stenendosi con le stampelle per i suoi do-lorosi acciacchi, ha rinnovato la formula di professione religiosa, che sessanta anni fa fece presso il Noviziato dei Canossiani a Castelli di Monfumo (TV). Con la stessa determinazione, la stessa sua proverbiale allegria.Rino, questo il nome di battesimo, del gruppo dei ragazzini della parrocchia di Santa Giustina, prima dei Fanciulli catto-lici e poi Aspiranti (chi scrive è suo coeta-neo) era sicuramente il più vivace.La missione di Padre Lucio si è svolta in tante zone d’Italia come a Pachino in Sici-lia, poi nelle zone ‘calde’ della Calabria, nei sobborghi di Roma e in altre parrocchie.

Dino Dal PanL’Amico del Popolo, 14 novembre 2013 – N. 45

Feltre in festa!

Padre Lucio, da 60 anni canossiano

Page 15: Il Foglietto dei Canossiani

13FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Come può un oratorio essere

“ON/OFF“? Quando e come può essere “generativo”? Sono le domande che hanno guidato lo stage sull’Oratorio organizzato dal 5 all’8 settembre, a Lo-reto, dal Forum degli Oratori Italiani, di cui il nostro Istituto fa parte. Tra i circa duecento sacerdoti, responsabili, collaboratori e animatori provenienti da tutta Italia, c’era anche il “gruppo canossiano”.L’incontro è stato battezzato da don Marco Mori, presidente del FOI, come l’edizione 1,5 dell’Happening degli Ora-tori che precede quella che si terrà il prossimo anno a Perugia-Assisi (4-7 settembre), dal titolo “H2O”. L’edizione 2013 è stata un ponte e una verifica tra l’Happening del 2012 a Brescia, partito in modo sperimentale, e quello che verrà, più definito nei contenuti e nelle propo-ste. L’evento 2014 sarà caratterizzato da due lettere, H (happening) e O (oratorio): sono anche simboli chimici dell’idroge-no e dell’ossigeno; quando si combinano formano l’acqua, essenziale per la vita, e la reazione libera energia. È quanto ci si aspetta dalla prossima edizione: acqua come fonte di vita e come energia che si sprigiona; e l’Oratorio dovrebbe esserne una sorgente per le future generazioni. L’acronimo definisce anche la struttura dell’evento, un “happening”; termine co-niato dal pittore americano Allan Kaprow negli anni ’60-‘70, per indicare, nell’ar-

te, qualcosa che avviene in una trama strutturale a comparti, in ognuno dei quali accade un evento, au-tonomo o c o l l e g a t o o contem-

poraneo ad altri, e che prevede la partecipazione attiva de-gli spettatori, in assenza dei quali tutta l’opera non avrebbe senso. Approprian-dosi del termine dal punto di vista strut-turale, l’evento vuole collocarsi come punto di incontro tra varie realtà orato-riane, tra responsabili e coordinatori, tra fruitori giovani e adulti.La quattro giorni è stata aperta da don Marco Mori, affiancato da Ivo Lizzola, do-cente di pedagogia sociale all’Università di Bergamo che ha avviato una serie di laboratori e gruppi di lavoro; ha visto anche la presenza di mons. Claudio Giu-liodori, uno degli estensori della nota “Il laboratorio dei talenti”, e il saluto conclu-sivo del presidente del Senato, On. Pie-tro Grasso. L’ex magistrato ha ricordato le sue radici “oratoriane” fra i Salesiani di Palermo e, facendo un parallelo fra eti-ca e cultura dell’antimafia, ha aggiunto: «Penso sia necessario rifondare la socie-tà, e l’oratorio è modo per ripartire. Il mio compito è far rispettare le leggi, tuttavia se in famiglia c’è un serio lavoro educativo, di molte leggi non avremmo più bisogno».

p. Giuseppe Tarì

Happening degli oratoriAnche il “gruppo canossiano” tra i 200 partecipanti

ITAL

IA

Page 16: Il Foglietto dei Canossiani

14 N. 4 - 2013FOGLIETTOil

“La Croce è luce, gioia e salvezza”

14 settembre, festa del Crocifisso Patrono di Favignana

ITAL

IA

Lunga è la storia del Crocifisso Patrono di Favignana, e trae le sue origini dal

prodigioso ritrovamento, nel 1402, di un Crocifisso dipinto sul fondo di una grotta da parte di un sordomuto che miracolo-samente riebbe parola ed udito. Ma fer-vida rimane la devozione della comunità cristiana e di tutta la popolazione favi-gnanese, che si esprime ogni anno il 14 settembre festa della Esaltazione della Croce, con una solenne lunga processio-ne, partecipata anche dalle Autorità civili e militari, quasi a voler portare la Croce in ogni angolo dell’abitato, ad ogni abitante e realtà dell’isola.La festa da alcuni anni, è preceduta nel giorno di venerdì, da un simbolico pel-

legrinaggio al monte di S. Caterina ver-so la cima di destra sulla quale svetta la grande Croce d’acciaio, collocata lassù il 14 settembre 1989 dall’allora parroco p. Marcello Gianola. “La Croce è luce, gioia e salvezza” è la scritta incisa sulla targa che ricorda l’evento. E da lassù, potendo esse-re vista da entrambi i lati dell’isola, dalla città e dalla campagna, la Croce irraggia la sua luce, richiama tutti alla salvezza che Gesù ci ha donato, porta gioia e serenità a quanti innalzano lo sguardo e si affida-no nella fede al segno della salvezza. Il pellegrinaggio di quest’anno ha voluto ricordare il parroco p. Marcello Gianola, che volle con tutte le sue energie quel monumento alla Croce, a quattro mesi

Page 17: Il Foglietto dei Canossiani

15N. 4 - 2013 FOGLIETTOil

ITAL

IA

dalla sua scomparsa. Lo ricordiamo di nuovo qui attraverso la testimonianza di una Favignanese.“Ho conosciuto meglio p. Marcello, la sua persona meravigliosa, in occasione della Canonizzazione di S. Maddalena (Roma, 1988) quando egli volle che anche noi favi-gnanesi partecipassimo ad un così grande evento, e ci portò a Roma e per l’occasione anche in altre città. Al rientro da quel pel-legrinaggio mi invitò a impegnarmi come catechista. Non potei rifiutarmi, perché in lui riconobbi Gesù che mi chiamava a quell’impegno di evangeliz-zazione nella mia comunità. Potei così conoscerlo anco-ra di più come sacerdote e canossiano innamorato di Gesù Crocifisso e Risorto. Ri-cordo la sua dedizione alla parrocchia. Si alzava molto presto al mattino per prepa-rare tutto, la sua creatività nell’allestire il presepe, per or-ganizzare con le catechiste le novene dell’Immacolata e del S. Natale, per la celebrazione solenne del Corpus Domini e della festa del Crocifisso. ricordo come mi affidò una classe numerosa e un po’ dif-

ficile, ma non si dimenticò mai di sostenermi e incoraggiarmi. Era un “buon pastore” che stava in mezzo al suo gregge, che “por-tava l’odore delle pecore”, come direbbe papa Francesco; si in-teressava dei poveri trovando il modo di aiutare tutti i bisognosi. P. Marcello, con il suo carattere forte e insieme dolce, ha saputo incarnare il carisma canossia-no. Non dimenticherò le Messe domenicali da lui celebrate con grande devozione, quando la chiesa Matrice si riempiva di fe-

deli per ascoltare la sua predicazione chia-ra e incisiva. Non ringrazieremo mai abba-stanza p. Marcello per tutto quello che ha fatto per la nostra parrocchia e per la no-stra isola, ma soprattutto perché è stato tra noi annunciatore fedele del Vangelo, guida ed educatore della fede in Gesù Cristo, in-namorato dell’Oratorio. Ora vive in Dio e lo sentiamo più vicino; ce lo ricorda la grande Croce che lui per noi collocò come un faro sopra la nostra montagna”.

B. F.

P. Marcello Gianola (al centro) tra i confratelli p. Fernando e p. Alfonso e le Madri Canossiane allora presenti nella comunità di Favignana

Page 18: Il Foglietto dei Canossiani

16 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

ITAL

IA

Un incontro per “far vedere le missioni”

Secondo incontro del Gruppo Missionario di S. Giorgio di Acilia

Carissimi amici,anche al nostro secondo in-

contro del 28 settembre u.s. ave-te voluto essere numerosi! Grazie per la vostra presenza e parteci-pazione attiva, ma anche grazie a tutti coloro che, pur volendo es-sere presenti, non hanno potuto.Il nostro impegno nel rafforzare sempre più i legami con le missio-ni canossiane nel mondo e rende-re più semplice la comunicazione con tutti loro, religiosi, volontari, adottati, si rinnova con sempre maggiore vigore grazie alle vostre testimonianze di apprezzamento per il nostro lavoro.Nel fare il programma per questo incon-tro ci siamo riproposti una domanda che ci ponevamo da tempo: che idea si ha in generale di una missione? Quanti riesco-no a immaginare cosa sia realmente una missione in quelle parti remote del mon-do, come sia organizzata, quali facce si celino dietro nomi che a volte possono anche risultare familiari, quali sono le difficoltà che i missionari incontrano nel quotidiano? Ci siamo chiesti cosa pote-vamo fare per rendere meno “astratto” il concetto di missione e non lasciarlo all’immaginazione di ciascuno. La risposta non poteva che essere: ten-tare di FAR VEDERE. Da qui l’idea di orga-nizzare una MOSTRA FOTOGRAFICA che presentasse le realtà delle varie missioni nel mondo con immagini dei luoghi e, soprattutto, dei volti: i religiosi, i volon-tari e… i nostri ragazzi!La mostra si è concretizzata con in nove

grandi pannelli, ciascuno con oltre 20 fotografie (grande formato, alta defini-zione) che presentano le varie missioni in Brasile, Filippine, India e Tanzania.Ogni partecipante ha potuto prima visi-tare la mostra, commentando e chieden-do informazioni. P. Bruno ci ha quindi in-vitati al raccoglimento e ha proposto la “Preghiera di un Missionario anonimo”, giusta introduzione alla seconda parte dell’incontro che prevedeva il momento clou: il collegamento via Skype e l’incon-tro in diretta con le varie missioni viste nelle foto. Siamo partiti con la missione di Vasai in India (ore 23:00 locali) ove ci attende-va P. Pierantonio e un gruppo di ragaz-zi della casa di accoglienza. Toccante è stato il colloquio tra p. Pierantonio e la coppia di padrini presenti, “adottanti” di un seminarista e, subito dopo, la bella sorpresa del coro dei ragazzi a noi dedi-cato. Il Padre Generale P. Giorgio, già in

Page 19: Il Foglietto dei Canossiani

17FOGLIETTOilN. 4 - 2013

collegamento da Araras (Brasi-le) ha potuto anche lui ascol-tare il canto dei piccoli ospiti di Vasai. «Grazie a voi per aver ideato la cosa. Anche i ragazzi sono stati molto contenti. Spe-riamo di ripeterlo in futuro» (p. Pierantonio Valente).Dall’India al Brasile: ci siamo collegati simultaneamente con p. Sergio a Ribeirão Preto, con Adhemar (Responsabile del CEPROAVI) e due volonta-rie ancora in Ribeirão e con p. Giorgio in Araras. Dopo il suo breve saluto, p. Giorgio ci ha informati sull’apertura del-la nuova missione nel Maranhão (Nor-dest del Brasile) e p. Sergio sulle attività dell’associazione “Abraço Amigo”. Alcuni dei padrini presenti hanno poi potuto fare delle domande ad Adhemar e alle due volontarie in merito ai loro adotta-ti. «...Grazie di quanto avete fatto. Avevate dubbi e difficoltà e li avete superati tutti perché quello che viene dal Signore sem-pre trova risposta e quindi è benedetto dall´alto. Il Signore ha salvato il mondo mettendoci la sua pelle. Grazie ancora una volta» (p. Giorgio).E infine, nonostante l’ora locale nelle Fi-lippine (03:00 di domenica mattina), p. Giovanni Gentilin non ha voluto manca-re all’appuntamento preso con noi. Con la sua consueta simpatia e disponibilità, ha ricordato la sua lunga esperienza a S. Giorgio di Acilia negli anni ‘70-’80, e ci ha aggiornato sulla situazione della mis-sione nelle Filippine, sulle difficoltà che incontra e sui successi ottenuti. Il suo entusiasmo, dopo tanti anni di vita in missione ha dell’incredibile ed ha coin-volto tutti i presenti. «… La mia memoria è corsa più veloce della luce ai 13 anni di vita spesi dal settembre 1970 al settem-bre 1983… non ci sono confini, questa è

la giusta globalizzazione, questo è inco-raggiamento per noi Canossiani lontani a darci da fare per costruire con voi il “Regno di Dio” nelle anime… Mi congratulo con un grande e doveroso GRAZIE! È mio do-vere assieme ai miei confratelli di “sostitu-irvi”, comportandoci bene. A presto!...» (p. Giovanni Gentilin).L’incontro è poi terminato con un mo-mento conviviale di condivisione di vari manicaretti e “stuzzichini” portati dai partecipanti, permettendo così di conti-nuare a scambiarsi opinioni e proporre nuove iniziative, e conoscerci ancora un po’ di più. Con la vostra presenza e par-tecipazione attiva all’incontro, ci avete confermato che il nostro lavoro ha un valore significativo per noi tutti e per le missioni. Continueremo su questa stra-da, gli obbiettivi sono ambiziosi e ce la metteremo tutta per raggiungerli, insie-me ce la faremo.Anche la prossima riunione sarà ricca di sorprese. Ci sentiremo sempre più vicini alle missioni. Ancora una volta, sempli-cemente GRAZIE!

Gruppo MissionarioParrocchia di S. Giorgio – Acilia

ITAL

IA

Page 20: Il Foglietto dei Canossiani

18 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Stare sotto la croce… ma sempre in movimento!Un’esperienza di volontariato in Sicilia con i profughi siriani

Quest’ultimo periodo è stato sicura-mente un periodo un po’ faticoso, ma

pieno di novità...Ho vissuto la bellissima esperienza della professione di Vincenzo e Stefano; sono stata felice di esserci e di pregare con loro e per loro, e in modo particolare sono rimasta colpita dall’ab-braccio del Padre Generale ai due neo professi durante la celebrazione... sem-brava di vedere questo Dio che ci è Padre e che si consacra Lui a noi prima ancora che noi facciamo il nostro passo! Bello,mi sono commossa! E poi ho avuto modo di fare un giro a Verona, visitare i luoghi ca-nossiani che pure avevo già visto, vedere la vostra bella casa e ascoltare qualche predica di p. Adolfo; il giorno dell’Addo-lorata diceva che bisogna STARE sotto la croce, ma sempre in MOVIMENTO... Ecco, io forse l’ho preso troppo in parola - magari quando tornerò a Verona chie-

do spiegazioni dettagliate su queste due parole... - perché ho avuto la possibilità di fare servizio con dei ragazzi siriani, tut-ti minorenni, che sono sbarcati proprio sulle nostre coste. Ho imparato che non si può fare la carità ragionando, perché si rischia di non cominciare affatto… Tut-to è partito da una telefonata, un sabato sera in cui uno degli Operatori del Cen-tro di accoglienza mi chiedeva di dare una mano per pulire alcune camere; ho detto di sì, senza sapere il perché e da lì è nato tutto: l’incontro con i ragazzi, con le loro storie, la loro sofferenza e il loro unico desiderio di chiamare i genitori per fare sapere di essere ancora vivi… il tut-to raccolto in un’unica cosa che avevano in mano: un pezzetto di carta consuma-to dall’acqua con su annotato il numero di casa! È stato un po’ faticoso perché le istituzioni sono state assenti, nessuno ci

ITAL

IA

Page 21: Il Foglietto dei Canossiani

19FOGLIETTOilN. 4 - 2013

diceva nulla, nessuno ci dava niente, ma in questo caso Facebook è stato un mez-zo provvidenziale e tanti si sono avvicinati per dare una mano, dalle schede telefoni-che, al cibo, ai vestiti; purtroppo a distan-za di un mese dei 24 ragazzi ne sono rima-sti solo una decina, molti sono scappati, alcuni hanno raggiunto i parenti altrove e in questi ultimi giorni, tra denuncie e ri-cerche per recuperarli, abbiamo scoperto che, nel nostro Paese che accoglie, esiste una realtà molto più atroce di quella che lasciano: molti di questi ragazzi finiscono nel traffico illegale di organi o in mani non molto pulite; questo è oggi il dolore che mi porto dentro... Ho imparato la gratui-tà del servizio quando la sera prima li ab-bracciavo per tranquillizzarli e l’indomani non li trovavo più e non mi restava che affidarli a Dio; e così adesso non mi resta che ringraziare quello stesso Dio per aver-

mi fatto partecipe di un piccolo pezzetto della croce, non mi resta che lodarlo per avermi fatto il dono di incontrare la sua carne nella loro carne. Ogni giorno Gli chiedo la Grazia di curare con il suo amore quelle piccole ferite che il male di questo mondo va ad aprire bene! Molte occasioni per santificarsi, ma ce la posso fare. Tutto sta nel capire esattamen-te quel MOVIMENTO, pur tenendo fede a quello STARE! Vado avanti perché vedo che non mancano mai le “benedizioni” in questo percorso, soprattutto man mano sperimento come è possibile viverlo con-cretamente, pur tra alti e bassi. Mi accor-go che mi avevi chiesto UNA parola e ne sono uscite tante, ma tutto quello che ho scritto viene dal cuore e lo condivido con gioia!

A. F.

ITAL

IA

Domenica 22 settembre la comunità della Madonna della Fiducia si è stretta attorno a padre Saverio Mingoia che ha ricordato il 50° di professione religiosa tra i Figli della

Carità Canossiani. Un dono per la sua vita, un dono per la Chiesa e per la Congregazione! Auguri padre Saverio!

“Magnificate con me il Signore!”

Page 22: Il Foglietto dei Canossiani

20 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Un tripudio di Angeli in onore dell’Immacolata

Inaugurati i lavori di restauro nell’Oratorio dell’Istituto di Fonzaso

Gentili Ospiti e Amici, buona sera! Anzitutto un saluto cordiale a chi

ha organizzato questa serata e a chi ci intratterrà con interessanti contributi: il Maestro Bortolo Susin, appassiona-to cultore della storia e del patrimonio culturale di Fonzaso, e i Relatori che in-terverranno: l’arch. Pelizzari, l’arch. Luigi Vieceli, e il neo laureato arch. Matteo Vieceli.Il saluto grato alle Maestranze che han-no progettato, diretto ed eseguito il restauro: l’Arch. Alessandro Moretto di

Feltre, che ha diretto i lavori insieme alla Sovrintendenza dei Beni architettonici e Monumentali di Venezia; la Ditta Mas-similiano, Giuseppe e Gabriele Fabris di Cornuda; la Ditta Moretton di Faller, che con la sua solita disponibilità ha fornito il supporto e le assistenze. Un saluto cor-diale particolare all’amico Dott. Valerio Carlo che collabora con noi nel cercare aiuti e finanziamenti per i nostri proget-ti.Siamo qui a inaugurare il “Restauro conservativo degli intonaci interni ed

Il saluto rivolto dal Vicario generale in apertura della

serata inaugurale, lo scorso 5 ottobre, riassume i dati e il senso di questo progetto che ha visto impegnata la Con-gregazione e le Maestranze per salvaguardare un bene artistico e affettivo caro a tut-ti i Canossiani: la chiesa che custodisce i resti mortali del servo di Dio P. Angelo Pasa, di suo fratello Fra Benedetto, dello zio Mons. Pietro Corso e del nostro grande benefattore il Cav. Pasquale Sebben. Hanno aderito all’evento, oltre agli esperti relatori, anche il Sindaco di Fonzaso, l’arcipre-te, insieme a un folto gruppo di amici, persone interessate alla riscoperta e rivalutazione dei piccoli e grandi tesori na-scosti in questa vallata.

ITAL

IA

Page 23: Il Foglietto dei Canossiani

esterni” di questo Oratorio dedicato alla B. Vergine Maria Immacolata, nel com-plesso del Palazzo Angeli, dal 1944 sede dell’Istituto canossiano.Da quando questa chiesa, nei bei tem-pi in cui era aperto il “Collegino degli Aspiranti Canossiani”, negli anni ‘50 e poi 1973 aveva subito le ultime tinteg-giature realizzate in economia e senza la supervisione della Sovrintendenza, ci eravamo abituati a vederla intristita e quasi muta, mentre il logorio degli anni andava aprendo alcune crepe. Nono-stante questo, abbiamo sempre cercato di celebrarvi ricorrenze ed eventi cari a tutti i Canossiani passati dal Seminario e non. Nel 2008, anno del 50° anniversario della morte di p. Angelo Pasa, era nata l’idea di un restauro di questo Oratorio che conserva le spoglie mortali del Servo di Dio e illustre concittadino di Fonzaso, e degli altri nostri benefattori. Allora, con i fondi a disposizione, si diede però pre-cedenza alla tinteggiatura degli esterni dell’Istituto, bisognosi di un intervento conservativo, ma il pensiero di recupera-re questo patrimonio non ci ha mai ab-bandonati. Ecco che nel 2011, completa-ti i lavori di adeguamento della casa, si è ripreso il progetto di questo intervento.E così ci siamo avventurati in questa im-presa, e questa sera – pur rammaricati di doverci sobbarcare tutto l’onere di questo lavoro – siamo contenti di aver restituito alla sua bellezza originaria questo gioiello. È giusto aspettarsi, che compatibilmente con le possibilità della comunità che custodisce questa chie-sa e con l’interesse che susciterà, que-sto bene – che per noi Canossiani è un santuario! - sia offerto ad una più ampia fruizione, pur mantenendo la sua finalità principale di luogo culto al Sommo Dio e alla Beata Vergine Maria, e di venerazio-ne delle spoglie mortali del Servo di Dio

P. Angelo e degli altri nostri Benefattori.Di questi tempi verrebbe da chieder-si: perché spendere tanti soldi per una chiesa, per un restauro di stucchi anti-chi? Ho letto nella presentazione del restua-ro di un grande e prezioso organo, che Carlo Marx - un personaggio che non sembra essere proprio un padre della Chiesa! - sognava un tempo in cui tutti avrebbero avuto pane e rose. Il pane è la lotta per il costo della vita, e in tanti momenti della storia umana rischiamo di entrare ancora in un nuovo tempo di lotta per il pane. Ma da poeta e da filoso-fo, Marx diceva che il pane, da solo, non basta. Occorre il pane, ma anche le rose. Il restauro di questa Cappella che con questa serata inauguriamo, rientra tra le rose, cioè, tra ciò che certo non ti sazia fisicamente, ma forse, dopo una visita, una sosta di preghiera e di contempla-zione, ti fa tornare a casa col cuore gra-vido di bellezza. Questa cappella è addi-rittura un mazzo di rose, che ci è stato consegnato dalla storia di una nobile fa-miglia, di un paese, di questa vallata; ha avuto una lunga storia (quasi quattro se-coli); e, ce lo auguriamo, avrà ancora una lunga storia, andrà ben oltre noi, sfiderà il tempo a venire, come tante altre ope-re d’arte; è un roseto, meglio, un prato celeste popolato di angeli – si contano ben 77 teste di angeli e angioletti! Senza contare i due che nel passato sono “vo-lati” a S. Anna! – insieme a due figure del dragone simbolo del male che sempre incombe e attenta (riscoperte con sor-presa, appoggiate sull’arco disegnato da una cornice sulla facciata esterna): qual-cosa che non potremo mangiare, ma che continuerà ad abbellire questa città ter-restre, a testimoniare l’amore per il bello che gli antichi coltivavano, qualcosa che sazierà l’anima dell’orante devoto o del visitatore attento.

21FOGLIETTOilN. 4 - 2013

ITAL

IA

Page 24: Il Foglietto dei Canossiani

22 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

“Una comunità che cammina, edifica, costruisce, confessa Gesù Cristo Crocifisso!”

Ottavia - 25° della Parrocchia dedicata a Santa Maddalena

Lo scorso 17 novembre si è celebrato a Roma, nella popolosa borgata di Otta-

via, il 25° della istituzione della Parrocchia dedicata a Santa Maddalena di Canos-sa. La celebrazione, solenne e familiare al tempo stesso, anche per la presenza chiassosa dei ragazzi della catechesi, è stata presieduta dal Padre generale p. Giorgio Valente. Accanto a lui, il parroco p. Giorgio Spinello e p. Giuseppe Tarì che ricordava il 25° di professione religiosa, assistiti dal diacono fratel Mario Lopez che invece celebrava il suo 50° di pro-fessione. Nella chiesa gremita di fedeli, erano presenti anche la Madre generale delle Canossiane, M. Margaret, con il suo Consiglio. Nel pomeriggio ha completato la festa il pregevole Oratorio Sacro “Dio solo” ispi-rato alla vita di S. Maddalena di Canossa

composto dal maestro Marcello Brozetti ed eseguito dal Coro di S. Silvia di Roma con l’orchestra, i solisti e la danzatrice Ste-fania Fuss. Un momento di alta ispirazio-ne spirituale e di grande livello artistico. Abbiamo potuto riascoltare, nelle note e nei testi, come nella danza, il cammino interiore, l’ispirazione carismatica, la not-te oscura di S. Maddalena. Ma la storia di questa comunità cristiana si confonde con quella della sua chiesa e centro parrocchiale. Quando nel 1988, in occasione della Canonizzazione di S. Maddalena le Canossiane offrirono in dono di gratitudine al Santo Padre Gio-vanni Paolo II la costruzione e realizzazio-ne della chiesa da dedicarsi in Roma alla nuova Santa, il card. Vicario di allora Sua Em.za il cardinal Poletti, rispose che il re-galo sarebbe stato completo se insieme

ITAL

IA

Page 25: Il Foglietto dei Canossiani

23FOGLIETTOilN. 4- 2013

alla chiesa per la nuova par-rocchia, la famiglia Canossiana avesse fornito anche i religiosi per la sua cura pastorale! E così, fu proprio il Capitolo Ge-nerale del 1988 ad accogliere la richiesta e approvare l’aper-tura della nuova comunità per il servizio pastorale nella zona popolare di Ottavia che an-dava via via urbanizzandosi e aumentando di abitanti.Da allora fu compito dei su-periori reperire il personale da inviare nel nuovo campo di missione: forse è il caso qui di nominarli: dapprima almeno un nome da mettere come parroco… e toccò a p. Graziano Contiero che da Acilia si spo-stò alcune volte per celebrare nelle feste e solennità, spostandosi da un garage all’altro. Poco dopo toccò a p. Antonio Gentilin, che subito si buttò a capofitto nella nuova realtà conquistando il cuore di tutti con la sua espansività e bonomia, dedicandosi fin dall’inizio al reperimento del terreno, della prima struttura per la vita della parrocchia, e subito lavorando al progetto della Chiesa. Lo aiutò in quel primo periodo p. Angelo Bettelli, a Roma per studi, caro a tutti per la sua vitalità. Dal 1992 al ’96 tutte le energie furono per la costruzione della Chiesa e degli altri ambienti parrocchiali. Nel marzo 1996 il Card. Vicario Camillo Ruini dedicò e consacrò la Chiesa, subito seguito dalla memorabile visita del Santo Padre Gio-vanni Paolo II che volle così ringraziare le madri canossiane per il loro cospicuo dono alla diocesi del Papa. Da settembre la comunità religiosa poté stabilirsi nel-la canonica nuova di zecca; a comporla, con il parroco p. Antonio, erano arrivati il giovane viceparroco p. Pierantonio Zago e l’anziano, ma arzillo, p. Gioacchino Fa-san. Tutto faceva pensare ad un percorso

in discesa, fatto di mille iniziative che mi-ravano a riunire la gente della borgata e a far loro sentire la presenza amica della Chiesa. Ma la consacrazione della chie-sa, la visita di Giovanni Paolo II, e l’arrivo del due Confratelli furono le ultime gio-ie di p. Antonio che tra quelle mura per cui si era tanto speso, perse anche la sua vita morendo tragicamente il 10 gennaio 1997. Una tragedia per i suoi cari, per la Congregazione e per tutta la parrocchia shoccata e smarrita di fronte alla fatalità di quella morte del suo amabile pastore.La Provvidenza dispose che altri pren-dessero il posto di p. Antonio e il timo-ne della barca sconvolta da quell’onda di morte, e la vita riprese. Sono passati nella comunità un altro p. Antonio, poi il giovane e vivace p. Fabio, poi p. Gian-carlo, p. Giuseppe, come viceparroci, ed altri collaboratori e confessori: p. Lucio e p. Marcello che è già tornato alla casa del Padre. L’ultimo arrivato è p. Sergio Pinato, arrivato quasi a fine novembre dal freddo Nord, ma con un cuore caldo e accoglien-te, soprattutto per il ministero della Con-fessione. Chissà perché la Provvidenza lo ha portato qui, alla sua bella età e dopo lunga carriera! Forse perché per questa per questa Parrocchia ha fatto tanto nel

ITAL

IA

Page 26: Il Foglietto dei Canossiani

24 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

momento della sua costituzione, e so-prattutto quando insieme alla indimen-ticabile canossiana M. Renata Colombo, seguì il cantiere per la costruzione del complesso parrocchiale.Ma la storia di una parrocchia non la fan-no solo i nomi dei preti che vi si sono suc-ceduti negli anni. Sarebbe grave dimenti-canza non ricordare tutte le Religiose – di tutte le quattro Congregazioni: canossia-ne, Ancelle dell’incarnazione, Maestre Pie, Suore del Sacro Costato - che fin dall’ini-zio hanno prestato il loro servizio per la liturgia e la cura degli arredi e della sacre-stia, per l’amministrazione, e soprattutto per l’oratorio, per la catechesi e il ministe-ro degli Ammalati. Con loro, i numerosis-simi laici, generosi volontari, che in tutte le svariate attività parrocchiali – dallo sto-rico Palio, alla catechesi, ai Cori, al teatro, allo sport, alla Caritas, alla pulizia della chiesa e degli ambienti… - hanno dato il loro tempo, la loro creatività e anche i loro denari. Come non ricordare il grande impegno profuso nella esperienza trien-nale del grande Giubileo del 2000! In chiesa, domenica 17, era presente anche Luisa, la cara sacrestana ora costretta alla carrozzella, orfana delle sue prime com-pagne M. Rosa e l’indimenticabile Maria Guidarelli, fin dagli inizi, custodi esperte

e gelose della sacrestia!Qualcuno che vorrà spulciare nell’archivio e rivedersi la raccol-ta degli avvisi parrocchiali setti-manali, potrà facilmente fare la storia di tutte le iniziative e degli eventi. Potrà farsi un’idea dei pro-getti, dei sogni, delle realizzazio-ni, delle energie messe in atto per raggiungere i 25 anni… sen-za dimenticare quel flusso nasco-sto di presenze umili e silenziose, di quelli che non si fanno notare, che soprattutto pregano e offro-no i loro sacrifici, delle famiglie

che semplicemente hanno partecipato alla messa contente di poter portare a S. Maddalena anche i loro bambini. Biso-gnerà fare uno sforzo per intravvedere le tante testimonianze di fede e di perdono, di sacrificio, il pianto di molti confidato a Dio, nella penombra, davanti alla Madon-nina così ricca di grazie per tutti. Venticinque anni sono il tempo giovinez-za, l’età della maturità, la stagione per portar frutti. Grazie Signore per il bene operato in questi anni, in questa borgata, attraverso tutta la realtà della parrocchia di Maddalena. Grazie perché il suo cari-sma di carità continua a attirare e a ge-nerare donazione, servizio, solidarietà. Grazie per i semi di vocazione che stai facendo maturare anche su questa zolla della tua vigna. Perdona i protagonismi, le desistenze, la mancanza di speranza. Riporta tra noi quei volti amici che non si sono visti alla festa, perché non si sen-tono più a casa loro. Continua a plasma-re questa famiglia di famiglie come casa accogliente per tutti, soprattutto per i piccoli e per i poveri, per quelli che non contano. Sprigiona dentro e fuori di essa la Luce del vangelo e della tua presenza viva, come ci ricorderà sempre il nuovo Tabernacolo ispirato al roveto ardente dell’Esodo.

ITAL

IA

Page 27: Il Foglietto dei Canossiani

25FOGLIETTOilN. 4 - 2013

“Tu sai tutto, tu sai che ti amo!”Ordinazione Sacerdotale di p. Paulo Martins

Il 29 settembre 2013, la bella aula della chiesa parrocchiale della Sagrada Fami-

lia in Ribeirão Preto (SP, Brasile), ha visto un evento di grazia per la Delegazione del Brasile e per tutta la Congregazio-ne. Al termine di un lungo cammino di formazione umana, di vita religiosa, e di studi teologici, il diacono Paulo Martins Junior è stato ordinato presbitero. Cir-condato da confratelli e amici, dai par-rocchiani della Sagrada Familia in mezzo ai quali ha esercitato il suo servizio pa-

storale durante gli anni della formazio-ne in seminario, per l’imposizione delle mani di Dom Moacyr Silva, arcivescovo di Ribeirão, Paulo da discepolo è stato trasformato in apostolo, pescatore di uomini. La Congregazione era tutta pre-sente nella persona del Padre generale p. Giorgio che in quei giorni si trovava in Brasile per la Visita Canonica alla Delega-zione. La nota confessione di fede e di umile resa da parte di Pietro all’amore di Gesù – stampata sul biglietto di invito alla cele-brazione – dà il senso dell’avvenimento per la vita di Paulo e illumina tutto il suo cammino di cristiano e il suo ministero di prete nella famiglia canossiana: più che un attore, un protagonista, un impren-ditore delle attività pastorali… Paulo è stato consacrato per essere e diventa-re sempre più confessore dell’amore di Gesù, unico vero “Pastore grande delle pecore”. E questo a cominciare dalla co-munità religiosa canossiana nella quale e con la quale ha scelto di vivere il suo sacerdozio, e con e per la comunità cri-stiana alla quale è già stato inviato come apostolo nella nuova missione canossia-na di Presidente Dutra (MA, Nordest del Brasile). Padre Paulo sa che il Risorto con-tinuerà a chiedergli di amarlo sopra tutto e più di tutti, che solo per questo amore lo manda tra i ragazzi e i giovani, tra gli ultimi, perché anche a loro egli insegni, con l’esempio e l’amicizia più che con le lezioni, che la fede nell’amore salvatore di Gesù è l’unica sicurezza della vita, e il senso che riscatta ogni esistenza, è la sorgente di ogni vera rivoluzione che cambia il mondo.

Auguri, padre Paulo!

BR

ASIL

E

Page 28: Il Foglietto dei Canossiani

26 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Tiago e Jonathan canossianos para sempre

Profissão perpétua – Piabetá, 5 ottobre 2013

No dia 5 de outubro, na cidade de Piabetá-Magé, Ir. Tiago Nascimento

Nigro e eu, Ir. Jonathan Gonçalves, pela graça de Deus que nos chama e nos ama, com a presença do Superior Ge-ral, Padre Giorgio Valente, dos religiosos das comunidades brasileiras, das irmãs canossianas e da comunidade paro-quial, emitimos, para sempre, os votos dos conselhos evangélicos: pobreza, castidade e obediência. Um sentimento de alegria imensa, mis-turada ao de agradecimento por todo o período de formação tomou conta de nossos corações. Tiago e eu entramos no mesmo ano, 2002, no seminário me-nor, em Araras. Ao longo dos anos for-

mamos uma bela amizade e concluir esta etapa inicial de nossa formação juntos foi algo bem significativo para nós.Que Santa Madalena de Canossa, nos-sa fundadora, possa sempre interceder por nós junto ao Pai para que, a cada momento de nossas vidas, a lembrança desta solene celebração de aliança de amor esteja presente em nossas mentes e corações. Que o para sempre se reno-ve constantemente no ordinário de nos-sas vidas: nas orações, no serviço desa-pegado, no apostolado ou ministérios assumidos, nas relações com as pessoas que encontraremos ao longo de nossa vida como consagrados canossianos.

BR

ASIL

E

Page 29: Il Foglietto dei Canossiani

27FOGLIETTOilN. 4 - 2013

Progetti e iniziative della nuova missione a Presidente Dutra

Entre as nossas atividades em Presiden-te Dutra, está o cuidado do Complexo

Educacional Nossa Senhora de Fátima, que atende cerca de 300 crianças em ida-de de 04 a 12 anos, em situação de vulne-rabilidade social.Essa obra foi iniciada pelos frades capu-chinhos, que deixaram a cidade já há mais de 10 anos. Fazia parte de um complexo com marcenaria, computação, horta co-munitária e outros cursos que visavam a

promoção humana. Com a saída dos fra-des, os cursos foram interrompidos, mas a Paróquia assumiu a Escola, principalmen-te pela necessidade de uma educação de qualidade com ideais católicos. A realidade de nossa Escola é muito de-licada neste momento. Aqui as crianças, além da educação e dos valores morais, recebem alimentação equivalente a uma boa refeição diária, que nem sempre têm em suas casas. Nossas finanças permi-

BR

ASIL

E

Di seguito la relazione e i progetti, con alcuni dati e cifre, così come ce li hanno inviati i confratelli della nuova missione canossiana di Presidente Dutra, nel Nordest del Bra-

sile. Ci descrivono della situazione della Scuola gestita dalla parrocchia e del progetto del Centro Sociale per Adolescenti e Giovani. Anche la visita del Padre Generale a settembre scorso ha verificato la vitalità della nuova missione in un ambiente veramente canossiano, constatando la gioia della popolazione che gode del ministero e della presenza pastorale dei nostri religiosi.

“Scuola N. S. de Fatima” e “Centro Sociale”

Page 30: Il Foglietto dei Canossiani

28 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

tem o estrito pagamento dos funcioná-rios e dos impostos relativos a eles. Não há dinheiro para investir em reformas (te-lhado, banheiros e quadra são as mais ur-gentes), melhorias e adaptação do prédio às necessidades das nossas crianças.A situação da educação no município de Presidente Dutra e no estado do Ma-ranhão é muito precária. As salas são su-perlotadas, com mais de 50 crianças, os professores, mal pagos, estão constan-temente em greve, prejudicando o ano letivo, e muitas vezes as crianças são alo-cadas distante de suas residências. Isso sem falar nos casos de violência e uso de drogas, que cada vez mais presentes no ambiente escolar da cidade, que é consi-derada, proporcionalmente à sua popu-lação, a mais violenta do estado do

Maranhão.Diante desta realidade, constatamos a necessidade de se criar um Centro So-cial de Promoção Humana para crianças, adolescentes e jovens, oferecendo cursos diversos. No espaço anexo ao prédio da escola há um conjunto de salas abando-nadas que, com uma boa reforma, pode-riam abrigar os cursos e atividades que, em parceria com outras instituições, que-remos oferecer. Para isso necessitamos restaurar o telhado, comprar carteiras e móveis, refazer toda a instalação elétrica e construir uma quadra para atividades

esportivas. Por todo o exposto, pensamos que o pro-jeto de Adoções a Distância poderia aju-dar muito a melhorar a situação da nossa escola. Também pensamos que grupos ou até mesmo indivíduos poderiam nos ajudar com valores em dinheiro para a reforma da escola ou abertura do Centro Social.Anexas enviamos algumas fotos. Desde já agradecemos, em nome das crianças, adolescentes e jovens de Presidente Du-tra, a atenção a nós dispensada.

Gilson e Paulo - Comunidade Canossiana de Presidente Dutra - MA

BR

ASIL

E

Page 31: Il Foglietto dei Canossiani

29FOGLIETTOilN. 4 - 2013

TIM

OR

ES

T

I Canossiani sbarcano a Timor-Est9 luglio 2013, inizia la missione sull’isola del Pacifico

Il 9 luglio 2013 rimarrà una data storica per la Congregazione! Quel giorno i Ca-

nossiani sono sbarcati a Timor Est. Dopo anni di attesa, discernimento, preparazio-ne, finalmente la Delegazione delle Filip-pine ha fatto il salto decisivo, appoggiata dal Consiglio generale e da un esplicito incoraggiamento dell’ultimo Capitolo.La repubblica democratica di Timor-Est. con circa 1.225.000 abitanti, è un piccolo, giovane Paese, con capitale Dili, situato sulla parte orientale dell’omonima isola nell’arcipelago indonesiano. La sua storia è molto travagliata. Timor fu colonizzata nel XVI secolo da Portoghesi e Olande-si, che dopo contese, se la spartirono a metà, e la parte orientale toccò ai Porto-ghesi. Dopo secoli di colonialismo porto-ghese, il 28 novembre 1975, durante la rivoluzione dei garofani, Timor Est dichia-rò la sua indipendenza dal Portogallo, ma nove giorni dopo l’esercito indonesiano ne prese il controllo facendo una grande

strage di civili. Il 30 agosto 1999, in se-guito a forti pressioni internazionali, fu indetto un nuovo referendum: vinse il sì all’indipendenza dall’Indonesia, ma nel Paese si scatenò un’ondata di violenza che si fermò solo con un intervento di forze peacekeeping coordinate dall’ONU. Timor Est divenne a tutti gli effetti Stato indipendente il 20 maggio 2002. Il Paese è poverissimo, prevalentemen-te dedito all’agricoltura e alla pesca di sussistenza, con una disoccupazione che sfiora il 70%. Gli unici redditi nazio-nali derivano dalla vendita di legname e caffè, commercio che però è gestito con inefficienza. Fondi iniziano a perve-nire dallo sfruttamento dai giacimenti di petrolio e gas naturale presenti nelle acque territoriali. Ma in gran parte la po-polazione è mantenuta con gli aiuti della comunità internazionale. Nella piccola impresa, sono molto diffusi l’artigianato e la tessitura delle tradizionali sciarpe det-

Page 32: Il Foglietto dei Canossiani

30 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

TIM

OR

ES

T

te tais. La cultura timorese è fortemente influenzata dalle leggende austronesia-ne, sebbene l’influenza della religione cattolica risulti importante. Proprio una leggenda, narra che l’isola di Timor, per la sua conformazione geografica, sarebbe nata dalla trasformazione di un gigante-sco coccodrillo. L’analfabetismo è ancora molto diffuso, ma c’è una forte tradizione di poesie popolari.P. Adriano Carazzolo è il superiore della nuova comunità missionaria composta da lui, da p. Yosef Moensaku e da fratel Antonio Germano. Così scriveva dando le prime notizie il 2 settembre scorso: “noi stiamo bene; le Sorelle Canossiane ci hanno accolto e ci stanno assicuran-do tutta la loro assistenza in questi pri-mi tempi di inserimento. il Vescovo di Dili Mons. Ricardo, ci ha assegnato una zona di missione che chiama AITUTURI-NA; è una bella zona in montagna a circa 1700 metri di altitudine, a circa 3/4 ore di strada dalla capitale Dili. Fa parte per il momento del territorio della parrocchia di Maubisse. La casa era già stata pre-parata dalla gente, così come la chiesa, la scuola e pure l’abitazione per le suo-re. Grazie a Dio sarà presto finita; manca però l’energia elettrica per la nostra casa e la scuola. C’è infatti una scuola media

parrocchiale. Per questo potrebbe essere molto utili i pannelli solari fotovoltaici. Un altro problema sono i mezzi di trasporto: qui sarebbe proprio necessario un buon fuoristrada, perché le strade sono disa-strate, e un motociclo un po’ robusto per raggiungere i barrio distanti dal centro della missione. I ragazzi e i giovani hanno una gran voglia di imparare e forse con dei pannelli fotovoltaici si potrebbero far funzionare dei computer per miglio-rare l’insegnamento della scuola. Al mo-mento pensiamo siano le necessità più urgenti, ma siamo sicuri che per questo e per tutto il necessario per noi e per la missione, la Provvidenza non ci farà man-care il suo aiuto. Il Signore è qui con noi e ci accompagnerà!”.La seconda metà di ottobre, la nuova missione ha avuto la visita del Padre Ge-nerale P. Giorgio. Crediamo sia stato uno dei momenti più esaltanti della sua car-riera, almeno a vedere le foto e soprattut-to il video dell’accoglienza regale che gli è stata riservata al suo arrivo! Davvero la gente semplice e buona di Timor non si è risparmiata per dimostrare tutta la sua gioia e la sua gratitudine a Dio e alla Con-gregazione per aver fatto arrivare lassù, tra i monti di Aituturina, i missionari ca-nossiani.

Page 33: Il Foglietto dei Canossiani

31FOGLIETTOilN. 4 - 2013

“Non di solo pane vive l’uomo…”Continua la raccolta fondi per la realizzazione della chiesa

parrocchiale di San Pablo Apostol a Tondo - Manila

Carissimi Giorgio e Melita e amici tutti del Gruppo missionario di S. Corrado

- Pachino, greetings in the Lord!Grazie di cuore anche a nome degli altri padri e delle gente di Tondo per il vostro aiuto generoso in sostegno al nostro pro-getto della nuova chiesa di San Pablo Apostol qui a Tondo. Il vostro parroco, p. Damiano, che è stato qui l’anno scorso per l’ordinazione sacer-dotale dei tre padri Canossiani filippini - Ramil, Joseph e Matteo - può parlarvi della nostra situazione e del nostro pro-getto avendo visto tutto di persona. Co-

munque vi do alcune notizie.Da 27 anni sono missionario nelle Filip-pine e da sei sono parroco qui a Tondo, in una parrocchia di circa 100.000 abitan-ti, per la grande maggioranza poveri. In parrocchia si trovano quattro colonie di baraccati che superano i 30.000. Con me ci sono tre padri Canossiani filippini (Del-fin, Joseph e Roland) e in modo sempli-ce, coi mezzi che abbiamo e gli aiuti che riceviamo, cerchiamo di aiutare la gente non solo nell’area spirituale, liturgica, sa-cramentale e catechetica. Nel territorio della parrocchia vivono circa 16.000 stu-

FILI

PPIN

E

Page 34: Il Foglietto dei Canossiani

32 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

denti che frequentano le 4 scuole pub-bliche (2 elementari e 2 medie). Grazie a un gruppo di catechisti (alcuni a tempo pieno sovvenzionati dalla diocesi e al-cune mamme volontarie seguite da una suora Canossiana) si cerca insegnare un po’ di catechesi e preparare i ragazzi ai sacramenti. Un altro bel gruppo di volon-tari fa funzionare la Caritas parrocchiale che cerca di aiutare la gente con mini-progetti, “feeding program” (programmi di alimentazione) per bambini malnutriti. Ne abbiamo appena terminato uno di 6 mesi per più di 80 bambini). La parroc-chia gestisce anche una piccola clinica e anche le Suore Canossiane sono presenti con una loro clinica per tubercolotici e un centro sociale. Il nostro programma di “scholarship” (adozioni a Distanza), iniziato 25 anni fa da p. Giovanni, aiuta circa 1400 bambi-ni/ragazzi e giovani, dall’asilo alle scuole superiori. Una piccola cooperativa di cre-

dito e un programma per casette popo-lari va avanti da anni; sono iniziative che certamente non cambieranno subito e del tutto la situazione di povertà di tan-ta gente, ma sono gocce d’acqua (come diceva Madre Teresa) che sono segno d’a-more e danno un po’ di aiuto e speranza a tanta gente; tutto questo è possibile gra-zie alla generosità di tante persone in Ita-lia e qui nelle Filippine. Nel 2010, grazie al consistente finanziamento di una Fon-dazione veronese, siamo riusciti a realiz-zare un Centro Sociale per giovani, con scuola materna, sale incontri e laboratori, biblioteca e un grande spazio coperto polivalente che serve come luogo di gio-co, aggregazione, attività e celebrazioni, per tanti ragazzi e giovani, ma anche per gli adulti.Nel terreno donato all’arcidiocesi di Mani-la da una ditta immobiliare Filippina (Aya-la L.C.) dove sorge questo Centro, da due anni ci siamo imbarcati in un progetto ambizioso: costruire la nuova chiesa par-rocchiale (per 600-700 persone) perché l’attuale chiesa e le altre cappelle sono spesso allagate, soprattutto durante il tempo delle piogge. Anche la gente si sta dando da fare per raccogliere fondi, ma fino adesso siamo arrivati solo alle fonda-menta e abbiamo già speso circa 330.000 euro perché, a causa del terreno sabbio-so dell’area situata vicino al mare, è stato necessario rinforzare le fondamenta con 200 piloni lunghi dai 20-24 metri, costati quasi 1000 euro l’uno. Stiamo ora racco-gliendo altri fondi per ripartire. Per que-sto il vostro contributo sarà molto utile per lo scopo ed è un segno concreto che non siamo soli in questa impresa. Grazie tante, e vi assicuro la preghiera della nostra gente!

P. Carlo Bittante e comunità Padri canossiani di Tondo

FILI

PPIN

E

Page 35: Il Foglietto dei Canossiani

33FOGLIETTOilN. 4 - 2013

FILI

PPIN

E

Hayan, il tifone che ha colpito le Filippine

Testimonianze e riflessioni sull’attuale situazione del Paese

Cari Amici, la catastrofe avvenuta nelle Filippine, a causa del tifone Haiyan, è una provo-cazione che bussa al cuore di ciascuno. Diamo voce ai Padri missionari che sono impe-

gnati nelle Filippine.

“Giovedì 21 novembre. Oggi p. Delfin con due Sorelle Canossiane dovrebbe partire per andare a Samar per valutare la situazione perché fino ad ora p.

Simplicio non è riuscito a mettersi in contatto con noi. Stiamo cercando di colla-borare per questo progetto con le Suore Canossiane e con la Diocesi di Borongan. Incontrerà P. Simplicio parroco a Jipapad, discuterà delle necessità delle vittime del tifone e chiederà al Vescovo come possiamo contribuire al meglio alla situazione attuale della Diocesi. Abbiamo già avuto un incontro tra noi confratelli e abbiamo concordato di pianificare un aiuto a lungo termine a favore della missione che ab-biamo adottato. Il Cardinale di Manila ha invitato tutte le parrocchie ad adottarne un’altra disastrata. Per il momento abbiamo deciso che sarà la nostra “Canossa-Bakhita Foundation” a portare avanti questo progetto. P. Delfin porterà intanto qualche alimento di emergenza per Jipapad perché lì ne hanno una grande ne-cessità. La Fondazione manterrà la contabilità per dare poi il resoconto economico che sarà inviato a voi per i nostri benefattori, non appena cominceremo il progetto di ricostruzione. Grazie del ricordo nelle vostre preghiere”.

P. Rey Daguitera, Delegato per le Filippine

Page 36: Il Foglietto dei Canossiani

34 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

FILI

PPIN

E

“Qualche riflessione, dopo l’arrivo del super-tifone Haiyan o Yolan-

da, che ha portato devastazione, morti, gente che aspettava aiuti, confusione. Ha spazzato via non solo più di 5000 persone, ma migliaia di abitazioni, di ettari di risaie, piantagioni di noce di cocco, tutto quello che ha trovato sulla sua strada. Giornali, TV locali e interna-zionali ne hanno mostrato le immagini sconvolgenti.Certamente si sono visti subito limiti e impreparazione del governo Filippino, l’incompetenza dei leader e la mancan-za di mezzi e coordinamento nel gesti-re un’emergenza senza precedenti. Ciò ha comportato ritardi nell’arrivo di aiuti e soccorsi. Ma sin dalle prime ore si è vi-sto pure il meglio dell’animo Filippino: non solo l’impegno della Chiesa che si è mossa con varie iniziative promosse dalla Caritas Manila, dalle diocesi e con-gregazioni religiose; ma anche il cuore grande, la solidarietà, la collaborazione (bayanihan) e generosità di tanti Filip-pini, giovani e anziani, ricchi e poveri, che hanno donato soldi, viveri, vestiti, o hanno lavorato per giorni nei centri di raccolta per preparare pacchi da por-tare sui luoghi colpiti dal tifone; alcune Compagnie hanno rinunciato a cele-brazioni e regali di Natale devolvendo alla solidarietà con la popolazione sof-ferente. Anche la nostra povera gen-te di Tondo non è rimasta a guardare! Gruppi e società stanno già program-mando col governo per la ricostruzio-ne.È triste vedere gente che ne approfitta; ci sono stati casi di sciacallaggio e gen-te che ha saccheggiato case e negozi compreso i depositi di riso del governo (NFA); ma è pure vero che tanti Osser-vatori stranieri sono stati colpiti dalla

fede, pazienza e capacità di sopporta-zione delle popolazioni colpite. Ander-son Cooper, un giornalista di CNN che all’arrivo del tifone si trovava a Tacloban e ha visitato le aree devastate di Leyte, Samar e Cebu, ha scritto “Quando tutto il resto è tolto, rotto e malconcio, intriso di crudo, spogliato nudo, si vede la verità. Si vede la gente come realmente è. Questa settimana a Tacloban, Samar e Cebu, in mezzo alla fame e sete, il caos e confu-sione, abbiamo visto il meglio del popolo filippino. La loro forza, il loro coraggio, io non riesco a levarmelo dalla mente. Im-maginate la forza che ci vuole per una madre a cercare da sola i suoi bambini scomparsi, la forza di dormire sulla stra-da vicino al corpo del vostro bambino”.Questa tragedia è stata una grande le-zione per il popolo Filippino. Speriamo non sia solo una reazione emotiva, che passata la bufera, si rischia di dimenti-care; ma sia una lezione che ha toccato il cuore e aiuta a crescere come creden-ti e come cittadini responsabili, ad af-fermare e vivere certi valori! Senza dub-bio le Filippine, e specialmente le zone colpite di Samar, Leyte, Cebu, avranno bisogno di tanto aiuto per rimettersi in piedi e ricostruire. Ma la sfida vera per noi è quella di non dimenticarli quan-

Page 37: Il Foglietto dei Canossiani

35FOGLIETTOilN. 4 - 2013

FILI

PPIN

E“Tifone, monsone, ora è iniziato il

tempo della fame per completa-re il trio della morte. Senza infine tener conto delle sicure malattie infettive e virali. Moltissimi villaggi sparsi nelle giungle, ancora non raggiunti dagli aiuti, non hanno più cibo. Pure i tre Padri della nostra missione di Jipapad, sono riusciti a farci giungere il messaggio che la po-polazione e loro stessi hanno finito ogni scorta di cibo. Molte persone, soprattut-to i bambini, gli ammalati rischiano di morire di fame, di sete e delle loro con-seguenze… E i sopravvissuti ora si aggi-rano in cerca di cibo come degli zombi…È sconcertante, ma molti leader locali del governo, sindaci, governatori, respon-sabili della vita civile si sono dimostrati

irresponsabili nell’organizzare i primi, urgentissimi soccorsi alla popolazione. Alcuni sono fuggiti, altri hanno pensato esclusivamente ai propri familiari ed in-teressi. Solo dopo una settimana è stato dato il permesso di seppellire le vittime, ricevendo ogni famiglia 250 pesos, circa 7 euro!... Fino a 4 giorni dopo il superti-fone, molti cadaveri di bambini, donne, uomini giacevano ancora sulle strade. Poi sono sbucate bande di gangster, di banditi, che si sono costituite per sac-cheggiare, rubare, armi in pugno. In alcuni villaggi e municipalità, molti ca-pifamiglia non hanno chiesto cibo, ma pallottole per poter difendere le loro fa-miglie. A queste bande si sono aggiunti centinaia di prigionieri che sono riusciti evadere dalle prigioni. Ancora, soprat-tutto nelle giungle di Samar, molti villag-gi non sono ancora stati raggiunti. Purtroppo, anche una nostra ex-adottata di Concepcion, figlia di un collaboratore di Padre Edoardo, di nome Geneviéve, è tra le numerosissime vittime. Non ab-biamo invece notizie di alcuni nostri studenti “adottati” che si trovano a stu-diare in Tacloban perché frequentano la scuola superiore. Una mamma disperata e piangente, alla TV ha gridato: ”Non ci resta che pregare, pregare e pregare!” e noi vogliamo “aiutare e condividere” per poter salvare!

P. Giovanni Gentilin – Alfonso, Manila

do i riflettori delle TV saranno spenti e la loro storia non farà più notizia.Come Delegazione, stiamo valutando come rispondere all’emergenza, ma so-prattutto come impiegare bene gli aiuti che arriveranno dai benefattori, attra-verso progetti mirati alla ricostruzione,

anzitutto là dove sono operano i nostri Confratelli in Samar, in coordinamento con le Canossiane e con le diocesi. An-cora grazie a tutti coloro che ci seguono e ci aiutano.

Fr. Carlo Bittante – Tondo, Manila

Page 38: Il Foglietto dei Canossiani

36 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

AFR

ICA

Progetto “Shule msingi Mt. Magdalena”Una scuola elementare nella missione di Igoma, Mwanza

Non ci resta molto da aggiungere. Ma viene spontaneo proporvi di rinun-

ciare ai consueti regali natalizi, sostituen-doli con un gesto di solidarietà verso i bambini che sono sopravvissuti alla furia del tifone nelle Filippine e che ora rischia-no la vita per la fame e le malattie; oppure verso altri bambini bisognosi per i quali il mangiare quotidiano non è un fatto scon-tato. In allegato manifesto e biglietto au-gurale che promuovono il “regalo solida-le”. Celebreremo il Natale con un senso di sobrietà, ma con tanta gioia per Gesù che

nasce da un cuore che vive il mistero del dono, per far giungere al mondo i segni della Sua bontà!Grazie ancora e sempre per la generosità che dimostrate nelle opere di carità pro-poste dai nostri religiosi missionari. Dio di infinita bontà ve ne renderà merito.Augurandovi un Natale solidale, vi salu-tiamo con affetto.

P. Giorgio Valente, P. Antonio, P. Gianluigi, con Maria Luisa, Emanuela

e tanti volontari!

Vivere a Igoma vuol dire scoprire il dono di una vita che ha il sapore

dell’Infinito in ogni cosa e in ogni incon-tro, ma anche constatare tutti i giorni una affermazione tragicamente vera: educa-zione e salute sono i due pilastri perché un popolo possa crescere.Quanto è tristemente vero tutto ciò qui!

Per questo che abbiamo deciso, malgra-do le nostre poche forze e le scarse risor-se economiche, di progettare una scuola “msingi” (elementare). Una scuola che sia per e con i ragazzi, tutti, assolutamente tutti! Partendo dai più poveri che entre-ranno gratuitamente, fino ad arrivare a chi potrà permettersi una retta che copra

Page 39: Il Foglietto dei Canossiani

37FOGLIETTOilN. 4 - 2013

AFR

ICA

i costi di gestione. La scuola a pieno re-gime sarà composta da sette classi, con due turni, mattino e pomeriggio, per un totale di 90 studenti per classe, ossia 630 “wanafunzi” (studenti). Questa scuola ha la pretesa, meglio, i nostri cuori hanno la pretesa, di dare un giorno a questo splendido paese delle “voci” che si possa-no alzare libere, chiare e forti e dire: “ba-sta”! Basta ad una politica della tangente, basta ad una sanità fatta di indifferenza, pressapochismo e tante morti, tantissi-me, che con pochissimo si potrebbero evitare. Voci di uomini e donne che pos-sano dire “ora tocca a noi! Voi che pensate alla Tanzania come merce di scambio con i cinesi o gli americani di turno, fatevi da parte”… è questo il desiderio che ci ha spinti ad iniziare questa avventura.

Per farlo abbiamo però bisogno di amici, come Daniela e Riccardo, come molti al-tri, che ad esempio, nella scelta di come organizzare e vivere il loro matrimonio hanno deciso di far posto ad altre vite piuttosto che a… televisori, frullatori, servizi di piatti; e di amici come i loro, che hanno accolto la loro “speciale” lista noz-ze! Grazie a questi Sposi che hanno scelto di vivere così il loro Matrimonio e grazie agli amici che hanno regalato a loro e a questi ragazzi di Igoma, una cosa ben più preziosa di qualunque aiuto: la speranza di una educazione e quindi di una vita dignitosa! Un grazie, con tutto il cuore, da noi tre religiosi canossiani, - Andrea, Kessy e Stefano - ma anche dagli scolari della nostra scuola di Igoma!

Ecco qui un riepilogo delle spese preventivate per la costruzione e l’avvio della scuola: • costruzione di 1 aula scolastica: circa € 13.000• costruzione di sala insegnati, servizi igienici… € 15.000 • per arredamento, attrezzature (banchi, testi scolastici) circa € 2.500 per classe• e tanto altro ancora che occorre per andare avanti giorno dopo giorno...

Carissimi amici che sostenete il nostro piccolo grande “sogno”: la Scuola Ele-

mentare “Mt. Magdalena” a Igoma. Mi par giusto aggiornarvi sul progresso del progetto. Anzitutto è importate chia-rire la questione delle aule che stiamo co-struendo. Dovremmo avere, a regime, set-te aule per gli alunni più le strutture che lo stato ci chiede per essere in regola (ad es., la sala professori, i bagni, cucina…). Ad oggi, un’aula nuova, secondo i parametri richiesti, c’è già. Infatti, ne avevamo già dovuto costruire due per ottenere il per-messo governativo di far partire la scuola. Un’aula l’anno prossimo continuerà ad ospitare la classe di alfabetizzazione dei ragazzi più grandi, e l’altra sarà a disposi-zione per i bambini della prima classe.

Poi c’è tutto l’altro aspetto dell’organiz-zazione della scuola. Con il team che si è reso disponibile ad aiutarci, ci trovia-mo regolarmente per pianificare ogni cosa. Abbiamo già scelto la divisa, (che ogni scuola deve avere); una divisa un po’ originale: camicia bianca e “kaptula” (bermuda) con una fantasia detta “wasai” ovvero una sorta di scacco (come la stof-fa a scacchi di cui si vedono vestiti i “ma-sai”, alti e magri, con gli orecchini e tanto di lancia!). Abbiamo trovato il falegname che costruirà banchi, sedie, cattedre, lava-gne, e quanto servirà per arredare le aule. Abbiamo fatto la lista dei sussidi che ci oc-corrono per le varie materie, e cominciato a fare le spese, perché gennaio è oramai alle porte.

Page 40: Il Foglietto dei Canossiani

38 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

AFR

ICA

Oltre a queste decisioni pratiche, si ag-giunge il problema degli insegnanti. Mol-ti si chiedono se vale la pena di cercare maestri giovani, che non sono molto pre-parati e che lasciano il lavoro quando tro-vano un posto statale, o se non sia meglio cercare insegnanti in pensione con espe-rienza e che certamente hanno cuore e passione, e forse anche più preparati (ma che non sempre hanno il diploma richie-sto dallo Stato). Così stiamo provando tutte le strade. Per l’anno 2014 abbiamo trovato metà e metà: un insegnante gio-vane e uno in pensione, ma con “le carte in regola” per insegnare.

Ecco carissimi quanto stiamo facendo per portare avanti il progetto scuola. Non vi nascondiamo che insieme all’entusiasmo c’è anche un po’ di timore: ce la faremo?, sapremo far fronte alle spese?, e soprat-tutto riusciremo a garantire lo spirito di Maddalena? Tanti interrogativi che con-segniamo al Signore, e alle vostre pre-ghiere. A voi che ci seguite con affetto il grazie sincero per quanto potrete fare per aiutarci, ma soprattutto per continuare a farci sentire che se pur lontani siamo dav-vero una famiglia di fratelli.

padre Kessy, Mwanza - Igoma

“Verranno dall’Egitto, l’Etiopia stenderà le mani”P. Angelo Bettelli dalla missione di Nairobi (Kenya)

“ V e r r a n n o d a l l ’ E g i t -to, l’Etiopia stenderà le mani”, reci-tava il salmo 68 (v. 31), al tempo in cui ancora non si sapeva che dopo Egitto ed Etiopia c’è ancora terra, e che parte di questa terra si chiama Kenya e Nairobi. Per me il salmo si è avverato, all’incontrario: sono io che stendo brac-cia e testa e cuore verso la terra che sta oltre i passi dove mi sono avventurato fino ad ora. Qui a Nairobi, ad accogliermi, ho trova-to altre terre ed altre genti: padre Tadeo, che viene dalle Filippine, e i nostri tre seminaristi: Bernard, che viene dal Con-

go, Daudi, che è tanzaniano di Mwanza, Abdu-lay, che viene dall’isola di San Tomè. Qui nella comunità della nostra casa di formazione sia-mo in 5, per ora, e veniamo da 5 paesi e lingue e culture diver-se. Una piccola Babele, insom-

ma… O un inizio di Pentecoste, com’è stato fino ad ora, e come preghiamo continui ad essere.A tutti gli amici e sostenitori della nostra casa di formazione, il grazie sincero, in tutte le nostre lingue, e insieme l’augu-rio di Santo Natale e di un sereno anno nuovo!

p. Angelo Bettelli

Page 41: Il Foglietto dei Canossiani

39FOGLIETTOilN. 4 - 2013

IND

IA

Cari amici, benefattori, confratelli e consorelle, «Questo nostro mondo nel

cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’ar-monia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. (…) Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro» (Papa Francesco, 7/09/2013).Sono illuminanti le parole che il Papa ha pronunciato in occasione della Veglia di Preghiera per la Pace lo scorso 7 settem-bre. Ci richiamano a un forte e serio im-pegno affinché questo mondo diventi e si trasformi secondo la volontà di Dio, il suo Creatore.È anche l’impegno a cui noi, Padri Ca-nossiani della missione di Vasai (India), ci rifacciamo ogni giorno nel nostro lavoro con i bambini e i ragazzi che sono nostri ospiti nella casa di accoglienza di Raja-vali-Vasai. Prendersi cura di loro, amarli, sostenerli nelle fatiche, assicurargli il ne-cessario è nostro compito quotidiano e speriamo sia anche di stimolo a loro per diventare intessitori di relazioni fraterne nella loro vita.

Grazie a Dio, il nostro lavoro è sostenuto da tante persone, come voi, che ci aiuta-no economicamente e ci accompagnano con la loro preghiera. Noi siamo molto ri-conoscenti verso tutti e ogni giorno li af-fidiamo al Signore e Lo ringraziamo della bontà che Lui ci mostra attraverso di loro.Con noi Padri, qui nella casa di Rajavali-Vasai, quest’anno ci sono 50 ospiti: i più piccoli hanno 7 anni e il più grande 19. Inoltre ci sono 10 seminaristi e altri 14 sono nella casa di Arpora (nella regione di Goa). Anche l’Ostello di Nandigam sta continuando regolarmente la sua attivi-tà. Lì sono ospiti 20 tra bambini e ragazzi. Alcuni tra i più grandi hanno già comple-tato gli studi e hanno trovato lavoro. Li mettiamo tutti nelle mani del buon Dio perché li sostenga e possano realizzare i loro buoni progetti.A tutti voi giungano i nostri auguri, ani-mati dalla speranza che le parole del Papa, ricordate sopra, possano realizzarsi cominciando da noi.Buon Natale e Felice Anno 2014!

P. Pierantonio, Fr. Vitthal e Fr. Robert

Gli auguri natalizi dalla missione di Vasai

Page 42: Il Foglietto dei Canossiani

40 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

UFF

ICIO

MIS

SIO

NI

Alla fine del 2003, Luca ed io lavorava-mo entrambi e abbiamo pensato che

una quota mensile da destinare ad un’a-dozione a distanza non avrebbe molto gravato sulle finanze. Su mia richiesta, p. Thomas ci inviò dalla Tanzania un lettera con una foto. Era di Agatha, una ragaz-za di 15 anni, rimasta orfana da piccola. Frequentava la scuola secondaria, stando presso una signora che però non aveva intenzione di mantenerla agli studi.Inizialmente pensavamo a una “adozione a distanza” di un bambino piccolo, ma il fatto che Agatha non avesse nessuno ci ha fatto accettare. Agatha ha continuato la scuola, sempre con buoni risultati che incoraggiavano anche noi nell’esperien-za. Nel frattempo la sua “tutrice” l’aveva mandata via e aveva trovato accoglienza presso delle suore. Quando ci comunicò che le era stato pro-posto di farsi suora, le risposi che poteva fare ciò che voleva nella sua vita, ma era importante che seguisse il suo vero de-siderio e si sentisse libera. Quelle poche righe le hanno cambiato “la testa”, si è sentita più motivata e sicura di poter dare alla sua vita la svolta che desiderava. Studiò anche con maggiore impegno e superò molto bene l’esame delle Superio-

ri. Aveva così la possibilità di proseguire per ulteriori due anni di “scuola superio-re avanzata”, alla fine dei quali, superato l’esame nazionale, avrebbe potuto acce-dere all’Università. Cosa non facile nelle Università pubbliche dove i posti sono a numero chiuso. In Tanzania, se non si su-perano gli esami non si possono ripetere. Se si superano con una votazione non buona, non si può proseguire.Le scuole non si possono scegliere e Agatha fu assegnata a un College molto lontano nella regione isolata di Dodoma. Quei due anni sono stati difficili e alla vi-gilia dell’Esame Nazionale è stata anche ricoverata per malaria, rischiando di non fare l’esame e vanificare tutti i sacrifici. Alla fine, ha superato l’esame, ma con una votazione più bassa nelle materie scien-tifiche. Le sarebbe piaciuto iscriversi alla facoltà di Farmacia, ma per un soffio non è stato possibile. Ha optato per Scienze Infermieristiche ed è stata ammessa all’U-niversità di Dar Es Salaam.In quella grande città rivide, dopo molti anni, alcuni suoi fratelli, tra cui la sorel-la più grande, ormai quarantenne, che tanti anni prima l’aveva abbandonata a Shinyanga, dicendo che sarebbe tornata presto a riprenderla. Un giorno la stanza che aveva in un ostello andò a fuoco, e lei perse tutto, anche i ricordi… Le abbiamo inviato noi le foto che negli anni lei ci ave-va mandato... Fu davvero un duro colpo per lei, ma la sua voglia di diplomarsi ha avuto la meglio anche su questo. A fine agosto ha sostenuto l’ultimo difficile esame di Università. Fra qualche tempo ci sarà la pubblicazione dei risultati e la cerimonia di diploma, e ci dispiace non essere presenti.Questa è la storia di dieci anni con Agatha,

La storia di AgathaUn’adozione a distanza… a lieto fine!

Agatha e Cristina

Page 43: Il Foglietto dei Canossiani

41FOGLIETTOilN. 4 - 2013

UFF

ICIO

MIS

SIO

NI

che è ormai diventata parte della nostra storia familiare. Una storia che continue-rà nel tempo, anche se presto non avrà più bisogno del nostro aiuto. Lei è stata molto brava: caparbia nelle difficoltà, vo-lenterosa nello studio, onesta e respon-sabile dei beni ricevuti. A lei va la nostra riconoscenza per aver saputo valorizzare al massimo i pochi mezzi a disposizione. Come la parabola dei talenti…Non ci sentiamo degli “sponsor” (tanto meno dei “benefattori”!), ma degli amici che hanno avuto la fortuna di nascere “qui”, dove è tutto è un po’ più facile, e hanno pensato di condividere questa for-tuna con lei che è nata “lì”, dove le risorse sono poche e la vita è più aspra.Con questo risultato la sua vita sarà mol-

to diversa da quella che le si prospettava nel 2003 e speriamo, soprattutto, che re-stituisca quanto ricevuto da Dio, donan-do nuova speranza ad altri. Spero che sempre più gente decida di condividere le proprie risorse con chi ha tanta voglia di imparare e migliorarsi, ma poche pos-sibilità per farlo, partecipando a progetti di sviluppo e solidarietà. C’è tanto da fare e tante possibilità per riuscire bene….L’ ”adottato” entra nelle nostre famiglie, ma anche noi entriamo nella sua famiglia, e sarebbe bello farlo non come i bianchi-ricconi che mandano qualche regaletto a Natale, ma come amici che pensano a loro da lontano.

Cristina

Carissima Cristinaè meravigliosa questa storia che avete vissuto e che ci hai raccontato. Ti rin-

grazio, e la pubblichiamo perché anche altri comprendano il senso e il valore di questa esperienza di solidarietà attraverso il vero contatto umano, di cui tanto parla Papa Francesco. Condividere questa esperienza con altri arricchisce voi e loro, e forse stimola qualcuno a essere un po’ più coraggioso e fiducioso. Grazie anche per la sincerità nel far emergere i problemi che purtroppo già conosciamo, ma che ci aiutano a capire come vive queste situazioni chi offre il suo aiuto con generosità e con fede, superando anche certi ostacoli non sempre incoraggianti. Ci tocca molto il tuo stimolo sulle comunicazioni.Saluto cordialmente te e tutta la tua bella famiglia.

P. Gianluigi

FOTO

NO

TIZI

A

MERCATINO DEL LIBRO A GALZIGNANO

“La salute viene leggendo” è lo slogan del Mercatino del Libro, allestito da un gruppo di volontari presso il Centro parrocchiale di Galzignano Terme durante la sagra. Il tutto è nato da un libro su S. Maddalena di Canossa (di p. Modesto Giacon) letto quasi per forza, e che apre un piccolo sentiero, fino a coinvolgere a p. Umberto Lissandrin - oriundo di Galzignano Terme (nella foto con Lucia e i volontari), e il parroco Don Danilo nel mettere a disposizione “l’obolo di S. Valentino” per il progetto “feeding program” e le adozioni a distanza a Tondo.

Page 44: Il Foglietto dei Canossiani

42 FOGLIETTOilN. 4 - 2013

IN R

ICO

RD

O

Alla fine di luglio, in seguito al suo cre-scente malessere, P. Stefano era stato

ricoverato in ospedale. Qualche giorno prima mi aveva confidato la sua gioia di poter essere ancora utile a tante per-sone, anche giovani, nella Confessione; era soddisfatto di vedere l’impegno per l’oratorio. E mi aveva avvertito, parlando della sua salute precaria, che se ci fos-se stato bisogno, lui aveva già un posto pronto per l’ultimo trasferimento a Mus-someli!La Provvidenza ha voluto che quando si è scoperto il male incurabile, p. Ste-fano non abbia dovuto soffrire troppo, almeno fisicamente. Dopo i primi moti di reazione e qualche speranza in una possibile soluzione, abbiamo visto la sua rassegnazione, il suo arrendersi alla dia-

gnosi infausta. Assistito amorevolmente dai familiari, da p. Saverio e da fratel Fa-bio, con l’aiuto di persone generose, non è stato lasciato solo nell’ultimo tratto di strada, difficile e in salita. A chi si fatto presenza amorevole accanto a lui, il mio, nostro e soprattutto, il suo grazie! Partito ragazzo da Mussomeli (CL), si era ritrovato nel freddo di Fonzaso (BL), nel Collegino Canossiano, dove aveva inizia-to la sua formazione, imparando ad ama-re la Congregazione proprio dal Servo di Dio p. Angelo Pasa. Ricevuti gli Ordini sacri, la Provvidenza lo ha portato a la-vorare in molte case dell’Istituto, nei col-legi, ben presto con incarichi di respon-sabilità, superiore, e parroco. Ma è verso i cinquant’anni, che si manifesta in p. Stefano una vocazione forse da sempre coltivata nel cuore, e trova il coraggio di manifestare ai superiori: quella della vita missionaria. Allora per essere certo della verità di questo richiamo – scrive in una lette-ra del 23 luglio 1980 al Padre Generale, aveva chiesto a Dio un segno: “è sempre stato vivo in me il desidero di recarmi in terra di missione ed ho invidiato quei con-fratelli che hanno saputo lasciare il padre, la madre, i fratelli ecc. per seguire la voca-zione missionaria. Nella lotta continua tra il seguire l’invito di Cristo e l’affetto che mi legava ai miei genitori, il giorno di Natale ho chiesto al Signore di darmi una prova certa di questa sua volontà o quantomeno

“La Provvidenza ha voluto…”Liturgia esequiale di P. Stefano Arnone

Mussomeli (CL) 8 luglio 1930 - † Aci S. Antonio (CT) 29 agosto 2013

Il 31 agosto scorso, ad Acireale, nella parrocchia della Madonna della Fiducia si cele-bravano i funerali di p. Stefano. Presenti i confratelli delle comunità siciliane, molti sa-

cerdoti e il Vescovo emerito Mons. Pio Vigo. A segno della stima che p. Stefano in poco tempo si era acquistato ad Acireale. Così è stato ricordato all’omelia dal Celebrante.

Page 45: Il Foglietto dei Canossiani

43N. 4 - 2013 FOGLIETTO

IN R

ICO

RD

O

la forza e il coraggio di fare come hanno fatto gli altri. Ho chiesto con trepidazione “un segno”, e il Signore ha voluto accon-tentarmi in una maniera molto chiara ed energica. Nel giro di cinque mesi ha por-tato con sé in Paradiso sia il papà che la mamma. Sia fatta la sua santa volontà! Quello che maggiormente mi ha convinto della volontà del Signore è stata la morte così repentina e strana della mamma. La mamma è morta il giorno del mio comple-anno, nell’ora esatta in cui io, cinquant’an-ni prima venivo alla luce (ore 6.30), un caso si direbbe. Ma io ci vedo il “dito di Dio”… da lì la sua disponibilità per la missione “nel-la speranza – continuava – di poter essere anche là un po’ utile alla Chiesa e alla Con-gregazione, sempre disposto comunque a fare la volontà dei superiori…”.Questa disponibilità sarebbe stata presa in parola, ma p. Stefano ha dovuto atten-dere altri sei anni prima di vedersi cata-pultato in un’avventura che pochi affron-terebbero a cinquantasei anni suonati: prima pochi mesi a Londra per l’inglese, e poi a Manila, a guidare i primi passi del-

la nuova missione canossiana. Divenuto parroco a Tondo, nel 1991, si dedicò ai diseredati degli slum della parrocchia, secondo lo spirito di S. Maddalena, adat-tandosi alla lingua, agli usi e ai costumi. Mise subito in pratica il consiglio del Car-dinal Sin, che alla preoccupazione di p. Stefano per il fatto di non conoscere la lingua tagalog, gli aveva detto: “non pre-occuparti, basta saper parlare la lingua del cuore!”.Rientrato in Italia nel 1996 per motivi di salute, p. Stefano ha ripreso a vivere qui la sua disponibilità negli incarichi che i superiori gli hanno affidato, pron-to a rinunciarvi quando le forze vennero meno. Allora è iniziata una fase nuova della sua paternità: il servizio alle perso-ne nel confessionale, nel ministero del-la consolazione e della riconciliazione. Proprio dedito a questo servizio, sveglio e pronto all’incontro, lo ha trovato il Si-gnore che è venuto a chiamarlo per in-trodurlo nella festa di nozze.

P. A.

La notizia della scomparsa di P. Stefano è per il nostro “Gruppo Tondo” di Paderno Dugnano, motivo di grande dolore. Lo abbiamo conosciuto nel lontano 1992 quando è iniziata la nostra avventura a fianco dei Canossiani e degli amici di Tondo. È ancora vivo il ricordo delle te-lefonate in diretta tra la nostra comunità S. Maria Nascente e quella di San Pablo Apostol di Tondo durante la Messa di Mezzanotte, i primi fax con le informa-zioni dei ragazzi adottati e con i racconti dell’ambiente di Tondo. Celebre è rimasta una sua frase quando venne ad incontrare il nostro Gruppo e gli adottanti a Paderno: “Molte perso-

ne in occidente si alzano al mattino con il pensiero di cosa dare da mangiare al proprio cagnolino; a Tondo i genitori dei nostri bambini si alzano al mattino con la speranza di poter dare loro da mangiare a sufficienza”. Chi ha avuto la fortuna di andare a Tondo, sa che questa è la dura realtà nella quale P. Stefano ha vissuto e ha lottato per cambiarla. Portiamo tutto questo con noi, custoden-do nei nostri cuori le immagini dell’in-contro con padre Stefano. Affidiamo al Signore la sua anima e il suo operato per la gente di Tondo. Grazie Padre Stefano!

Gruppo Tondo - Paderno Dugnano (MI)

Da Paderno Dugnano (MI),un ricordo

Page 46: Il Foglietto dei Canossiani

44 N. 4 - 2013FOGLIETTOilIN

RIC

OR

DO

All’alba di mercoledì 27 novembre scorso, nella casa religiosa di Fonzaso

(BL), il nostro fratello Fra Arturo, Fratel-lo Canossiano, di anni 73, ci ha lasciato. Mentre si preparava quel giorno a parte-cipare ad un pellegrinaggio parrocchia-le al Santuario della B. Vergine di Monte Berico (si era preparato sulla storia del santuario per poterla presentare durante il viaggio), è stato chiamato dal Signore a compiere il suo ultimo pellegrinaggio verso il santuario del Cielo, meta definiva di tutti noi. Era nato nell’isola di Burano (VE) l’8 gen-naio del 1940. Entrato tra i Canossiani, dopo la formazione e la professione, ave-va prestato la sua opera di assistente ed educatore in molte case dell’Istituto, so-prattutto nella opere assistenziali e negli oratori, prestandosi anche per gli umili servizi di casa nella comunità. Lo contrad-distingueva una sua precisione e amore all’orario e all’ordine. Di buon mattino iniziava la sua giornata in Cappella con

la preghiera del S. Rosario. Dopo le molte peregrinazioni nelle varie case, a settem-bre aveva accolto la nuova obbedienza e da Venezia era tornato a Fonzaso; vo-lentieri, perché lì conosceva e ritrovava come amici i giovani dell’oratorio ormai divenuti papà e nonni. La Congregazione lo piange pensando che con la sua par-tenza si assottiglia la schiera dei nostri re-ligiosi Fratelli, e mentre affida Fra Arturo al Padre ricco di Misericordia perché gli doni pienezza di vita e di gioia, confida anche nella sua intercessione per il dono di nuove vocazioni per la nostra famiglia Canossiana. Le esequie sono state cele-brate venerdì 29 novembre prima nella Parrocchiale di Fonzaso (BL), e poi nella Chiesa parrocchiale di Burano (VE). Lì nel cimitero dove risposano i suoi cari, ripo-sa anche lui in attesa della Risurrezione. Dona a lui, o Signore, e a quanti riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace!

P. A.

In ricordo di Fra Arturo SenoBurano (VE) 8 gennaio 1940 - † Fonzaso (BL) 27 novembre 2013

Page 47: Il Foglietto dei Canossiani

Carissimi amici lettori del Foglietto...“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal Servo di Dio padre Ange-lo Pasa per far conoscere l’Istituto Canossiano e per chiedere aiuto per il sostegno del nascente seminario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare negli ultimi anni dall’indimen-ticabile padre Modesto Giacon.Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possia-mo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Isti-tuto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.

Per ricevere IL FOGLIETTO non c’è bisogno di abbonamento; se non siete ancora iscritti e de-siderate riceverlo o per segnalare un cambio di indirizzo, compilate il modulo e rispeditelo a

IL FOGLIETTO dell’istituto dei CanossianiVia S. Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano VERONA

Nome ………………………………… Cognome …………………………………………

Via ……………………………………………………………………… N° ……………….

CAP ……………… Città ………………………………………… Provincia ……………

Nazione ………………………………

Se si desidera l’invio tramite posta elettronica, barrare la casella sottostante: Desidero ricevere IL FOGLIETTO tramite posta elettronica al seguente indirizzo e-mail:

…………………………………………………………………………………………………

Page 48: Il Foglietto dei Canossiani

IL FOGLIETTODELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI

Pubblicazione trimestrale n. 4— Anno 82 — Ottobre - Dicembre 2013Spedizione in abbonamento postale Art. 2 — Comma 20/c — L. 662/96 — Filiale di Verona

La corrispondenza all’Istituto dei Canossiani:Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA — Tel 045 528857 — Fax 045 534047

Internet: www.canossiani.org — E-mail: [email protected] C.C.P. 18530378 — IBAN IT 16 W 05034 11750 000000153743

intestato a Congregazione Figli della Carità CanossianiPresso Banco Popolare di Verona - sede di Verona - 0001

La corrispondenza per i progetti missionari: Ufficio Missioni “Mano Amica - Canossiani” ONLUS

Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA - Tel e Fax 045 8408891Internet: www.manoamica.canossiani.org — E-mail: [email protected]

C.C.P. 36600518 — CCB IBAN IT91 F 05034 11750 000000163682

Tu sei la Tutta Bella, o Maria!In Te è la gioia piena della vita beata con Dio.

Fa’ che non smarriamo il significato del nostro cammino terreno:

la luce gentile della fede illumini i nostri giorni,

la forza consolante della speranza orienti i nostri passi,

il calore contagioso dell’amoreanimi il nostro cuore,

gli occhi di noi tutti rimangano ben fissi là, in Dio,

dove è la vera gioia....Sia in noi la bellezza dell’amore

misericordioso di Dio in Gesù,sia questa divina bellezza a salvare noi,

la nostra città, il mondo intero.

(preghiera all'Immacolata di Papa Francesco)

Seguici su www.facebook.com/manoamica.onlus twitter.com/ManoAmica_Onlus