Il Foglietto dell'Istituto dei Canossiani - n. 3 - 2015

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FOGLIETTO il dell’Istituto dei Canossiani Anno 84 n. 3 Luglio - Settembre 2015 PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 84 - N. 3 - Luglio - Settembre 2015 Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona Siamo consacrati “in uscita”, disponibili “ad andare in tutto il mondo”, anche a “farci polvere per andare in ogni angolo della terra” per far sì che Gesù sia conosciuto ed amato, attenti a cercare e ad andare incontro a chi è fuori, a chi è lontano, a chi non viene nelle nostre opere, per annunciare con la nostra testimonianza gioiosa che Gesù ama tutti e ciascuno. La nostra persona è la missione! Le nostre comunità sono la missione oggi! MESSAGGIO della CONSULTA 2015

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Trimestrale della Congregazione dei Padri Canossiani, nato 82 anni fa come strumento di comunicazione per i tanti amici dell’Istituto e i sostenitori delle opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti

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FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani

Anno 84 — n. 3 Luglio - Settembre 2015

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Siamo consacrati “in uscita”, disponibili “ad andare in tutto il mondo”, anche a “farci polvere per andare in ogni angolo della terra” per far sì che Gesù sia conosciuto ed amato, attenti a cercare e ad andare incontro a chi è fuori, a chi è lontano, a chi non viene nelle nostre opere, per annunciare con la nostra testimonianza gioiosa che Gesù ama tutti e ciascuno. La nostra persona è la missione! Le nostre comunità sono la missione oggi!

MESSAGGIO della CONSULTA 2015

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Sommario

AVVISO AL LETTOREL’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo) saranno utilizzati solo per l’invio del bollettino e non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”:

P. Antonio PapaVia Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA

Direttore resp.: Padre Antonio PapaCon approvazione ecclesiastica

Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962In redazione: Francesca Mauli

Stampa: Edizioni Stimmgraf – Verona Tel. 045 8731282

FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani Anno 84 — n. 3 Luglio - Settembre 2015

“IL VINo MIgLIoRE STa PER aRRIVaRE!” – Papa Francesco e il Sinodo sulla famiglia pag. 1DaL VaNgELo CoSE NUoVE E CoSE aNTICHE – Nell’Anno della Vita Consacrata » 3gIUBILEI 2015 – I giubilei di Professione Religiosa » 5“gESù CRoCIFISSo E La MaMMa aDDoLoRaTa” – Dal Diario di un’Anima del papa S. Giovanni XXIII » 6RICoRDaNDo P. VENaNzIo MENEgoL / UNa PaRoLa E UN SoRRISo PER TUTTI » 8“UN BaCINo DI gESù” – Padre Venanzio, uomo libero » 11IL CIBo CHE NUTRE La VITa - Incontro dei Grest canossiani a Cima Loreto » 12“È MERaVIgLIoSo !” - I Novizi Canossiani al Grest di Feltre 2015 » 13“TUTTI a TaVoLa: NoN DI SoLo PaNE VIVRà L’UoMo” – Il Grest delle parrocchie di Castelli e Monfumo » 14RINNoVo DEL CoNSIgLIo DIRETTIVo – Patronato di Conselve – “Polisportiva Canossa” » 15“KaLEIDoS – oLTREMaRE, CIURMa!” – Grest 2015 – Favignana » 16L’aVVENTURa NoN È FINITa... – Da “Le voci del Grest”, Giornalino del Grest di Fasano (BR) » 17gRaTIS E PER aMoRE – L’estate 2015 all’Oratorio di Lavis » 18La “STELLa DI S. LoRENzo” SPEgNE 10 CaNDELINE! – Festeggiato a Feltre il gruppo di Fede e Luce » 20NUoVI gIoVaNI FRaTELLI PER La CoMUNITà CaNoSSIaNa – Prime professioni a Manila e a Feltre » 22“aMoRE E CoMUNIoNE: RISPoSTa DELLE FaMIgLIE aLLa PoVERTà” – Celebrato a Manila il Family Day » 23IN MISSIoNE “CON I gIoVaNI E PeR I gIoVaNI” – esperienze missionarie dei nostri chierici di Manila » 24IL PRIMo “CaTECHIST FaMILy Day” – Timor Leste – missione di aituto-Rina » 26

“DEIxaI VIR a MIM oS PEqUENINoS” – Nova Odessa - 60° di Ordinazione Sacerdotale di P. Vittore Facchin » 30“Là DoVE C’ERa L’ERBa… oRa C’È UNa CITTà!” – Relazione sui progetti realizzati nella missione di Igoma » 33“CoNDUCIMI, SIgNoRE, SU VIE… PoLVERoSE!” – esperienza missionaria nella diocesi di Maralal (Kenya) » 35

“JUVENTUDE CaNoSSIaNa” - aLéM Do HoRIzoNTE ExISTE UM LUgaR? – A Nova Odessa il 18° e.C.O.A. » 28

ELIa PRoFETa PRoTagoNISTa DEL gREST DI oNgaTa RoNgaI – esperienza di oratorio a Nairobi » 37HaVINg aLL SWEETNESS WITHIN IT– L’esperienza di Shyam alle soglie dell’ordinazione presbiterale » 38

VoLoNTaRIaTo MISSIoNaRIo – Agostinho Porto - RJ (Brasile) » 42RICoRDo DI P. DINo gIaNoLa » 43IN RICoRDo DI MaRIa zaTTaRa E DI aNToNIa DE LUCCHI » 44

LET’S LooK FoR THE CHILDREN, LET’S LoVE THE CHILDREN, LET’S EDUCaTE THE CHILDREN! » 40

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V iviamo con tutta la Chiesa la celebrazione del Sinodo sulla Famiglia. Lo facciamo attraverso la preghiera, così come ci è stato chiesto più volte da Papa Francesco, e attraverso la riflessione, ascoltando – tra i molteplici interventi del Santo Padre

- questi brani tratti dalla bellissima omelia tenuta a Guayaquil (Ecuador) lo scorso 6 lu-glio da Papa Francesco, di fronte a quasi un milione di persone. Emerge tutto lo sguardo evangelico di speranza sulla famiglia. Il Papa non ha il problema di “difenderla”, né di ri-affermare dottrine. La descrive a partire dal Vangelo delle nozze di Cana, a partire dalla figura di Maria, per dire che c’è speranza e misericordia anche nelle situazioni più difficili e compromesse. Ancora una volta, il cuore di un pastore.

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FOGLIETTOil

L a famiglia è l’ospedale più vicino: quando uno è malato lo curano lì, finché si può. La famiglia è la prima

scuola dei bambini, è il punto di riferimen-to imprescindibile per i giovani, è il miglior asilo per gli anziani. La famiglia costituisce la grande ricchezza sociale, che altre istitu-zioni non possono sostituire, che dev’essere aiutata e potenziata, per non perdere mai il giusto senso dei servizi che la società presta ai suoi cittadini. In effetti, questi servizi che la

società presta ai suoi cittadini non sono una forma di elemosina, ma un autentico “debito sociale” nei confronti dell’istituzione familia-re, che è la base e che tanto apporta al bene comune (…).Nella famiglia – di questo siamo tutti testi-moni – i miracoli si fanno con quello che c’è, con quello che siamo, con quello che uno ha a disposizione; e molte volte non è l’ideale, non è quello che sogniamo e neppure quello che “dovrebbe essere”. C’è un particolare che

"il vino migliore Sta per arrivare!"

papa francesco e il sinodo sulla famiglia

editoriale

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ci deve far pensare: il vino nuovo, quel vino così buono come dice il maestro di tavola alle nozze di Cana, nasce dalle giare del-la purificazione, vale a dire, dal luogo dove tutti avevano lasciato il loro peccato; nasce dal peggio: «dove abbondò il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20). In cia-scuna delle nostre famiglie e nella famiglia comune che formiamo tutti, nulla si scarta, niente è inutile. Poco prima di cominciare l’Anno Giubilare della Misericordia, la Chie-sa celebrerà il Sinodo Ordinario dedicato alle famiglie, per maturare un vero discer-nimento spirituale e trovare soluzioni e aiuti concreti alle molte difficoltà e importanti sfide che la famiglia oggi deve affrontare. Vi invito ad intensificare le vostre preghiere per questa intenzione, perché persino quello che a noi sembra impuro – come l’acqua delle giare –, che ci scandalizza o ci spaventa, Dio – facendolo passare attraverso la sua “ora” – lo possa trasformare in miracolo. La famiglia oggi ha bisogno di questo miracolo.Tutta questa storia ebbe inizio perché “non avevano più vino”, e tutto si è potuto compie-re perché una donna – la Vergine – è stata attenta, ha saputo porre nelle mani di Dio le sue preoccupazioni, ed ha agito saggiamen-te e con coraggio. Però c’è un particolare, non è da meno il dato finale: hanno gustato il vino migliore. E questa è la buona notizia: il vino migliore è quello che sta per essere be-vuto, la realtà più amabile, la più profonda e la più bella per la famiglia deve ancora arri-vare. Viene il tempo in cui gustiamo l’amore quotidiano, in cui i nostri figli riscoprono lo spazio che condividiamo e gli anziani sono presenti nella letizia di ogni giorno. Il vino migliore è ‘in speranza’, sta per venire per ogni persona che accetta il rischio di ama-re. E nella famiglia bisogna correre il rischio dell’amore, bisogna arrischiarsi ad amare. E il migliore dei vini sta per venire, anche se tutte le possibili variabili e le statistiche di-cessero il contrario. Il vino migliore sta per venire per quelli che oggi vedono crollare tutto. Sussurratevelo fino a crederci: il vino migliore sta per arriva-

re. Sussurratevelo ciascuno nel suo cuore: il vino migliore sta per venire. E sussurratelo ai disperati e a quelli con poco amore: abbia-te pazienza, abbiate speranza, fate come Maria, pregate, agite, aprite il cuore, perché il migliore dei vini sta per venire. Dio si avvi-cina sempre alle periferie di coloro che sono rimasti senza vino, di quelli che hanno da bere solo lo scoraggiamento; Gesù ha una preferenza per versare il migliore dei vini a quelli che per una ragione o per l’altra ormai sentono di avere rotto tutte le anfore.

PAPA FRANCESCO

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PREghiERA AllA SANtA FAmigliA

Gesù, Maria e Giuseppe,in voi contempliamolo splendore dell'amore vero,a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth,rendi anche le nostre famiglieluoghi di comunione e cenacoli di preghiera,autentiche scuole del Vangeloe piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth,mai più nelle famiglie si faccia esperienzadi violenza, chiusura e divisione:chiunque è stato ferito o scandalizzatoconosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth,il prossimo Sinodo dei Vescovipossa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia,la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,ascoltate, esaudite la nostra supplica.

Amen.

*Angelus, 29 dicembre 2013

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Dal vangelo CoSe nUove e CoSe antiCHe

nell’anno della Vita consacrata

S. Maddalena di Canossa ha fatto proprio così: dal suo tesoro, dal suo cuore, ha tirato fuori cose

nuove e cose antiche (Mt 13, 52). Ha ti-rato fuori un testo della Parola di Dio che ha segnato la sua storia sacra: “Inspice et fac secundum exemplar” (Es 25, 40), “Guarda e fai secondo il modello” che ti è stato mostrato sul monte. Quella vol-ta Mosè contemplò la Gloria di Dio sul Monte Sinai. Quella volta il Signore gli disse di costruire l’abitazione della sua presenza, La Dimora, secondo le istru-

zioni contemplate sul monte. Così Mosè fece. È infatti interessante leggere i capi-toli dell’Esodo che descrivono la costru-zione della Dimora di Dio in mezzo al suo popolo esattamente secondo le istruzio-ni che il Signore aveva dato a Mosè.S. Maddalena di Canossa, mossa dallo Spirito Santo, ha rivissuto quella Parola, “Inspice et fac”, contemplando Gesù ap-peso in croce e la sua Madre Addolorata lì ai piedi della croce. Erano sul Monte appena fuori dalle mura di Gerusalem-me, la Città Santa. Gesù e la sua Madre

La comunità di Conselve attorno all'ultracentenario Fra Gabriele

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Addolorata sono diventati il suo model-lo di generosità, pazienza, gratuità se-condo cui Maddalena ha donato total-mente la sua vita ai piccoli, ai poveri … e anzitutto a Dio.È un dono dello Spirito, un “carisma”, che si manifesta nel sentirsi attratti da Gesù Crocifisso e dall’Addolorata. Pro-prio come ha detto Gesù stesso: “Quan-do sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32). È un carisma che viene donato a persone consacrate e a laici secondo la fantasia divina. È una fan-tasia divina che qui a Conselve ha fat-to crescere schiere di ragazze e ragazzi dal lontano 1901 quando sono arrivate le Religiose Canossiane e poi i Religiosi Canossiani. Tanti laici hanno vissuto e vivono lo stesso dono spirituale nella loro famiglia, sul posto di lavoro, nella vita parrocchiale, accanto a Madri e Pa-dri Canossiani e collaborando con loro

nella missione.Stiamo vivendo l’an-no che il Santo Padre ha voluto dedicato alla Vita Consacrata. Nella lettera invia-ta agli Istituti di Vita Consacrata parla di “Famiglia Carisma-tica”. Papa France-sco incoraggia an-che i laici “a vivere quest’Anno della Vita Consacrata come una grazia che può ren-dervi più consapevoli del dono ricevuto. Ce-lebratelo con tutta la "famiglia", per cresce-re e rispondere insie-me alle chiamate del-lo Spirito nella società odierna”.Chi trova nel tesoro del suo cuore il dono del Carisma Canos-siano, trae da esso

cose antiche e cose nuove. La stessa Parola “inspice et fac” lo spingerà a ri-spondere alle chiamate dello Spirito ai nostri giorni. Così avviene per ogni istituto religioso. Custodiamo nel cuore la stessa certezza di Papa Francesco ha espresso con le parole della Lumen Gen-tium (n. 44): «La vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nel-la Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa». Per questo, in quanto dono alla Chiesa, non è una realtà isolata o marginale, ma appartiene intimamente ad essa, sta al cuore stesso della Chiesa come elemen-to decisivo della sua missione, in quanto esprime l'intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa verso l'unione con l'unico Sposo; dunque «appartiene... irremovibilmente alla sua vita e alla sua santità»”.

P. Fabio Franchini

Padri, Sorelle, laici canossiani e simpatizzanti incontrano

il P. Generale nel suo 40° anniversario di ordinazione sacerdotale

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giUBilei 2015i giubilei di professione religiosa

100 anni90o compleanno e 70 anni di professione

martissa p. filippo - 04/10/1945 griggio p. mariano - 03/10/1955

100 anni 90 anni50 anni

andolfo p. gianluigi - 16/09/1965

cencini p. amedeo -16/09/1965

giacomin p. giacomo -16/09/1965

gianola p. pietro - 16/09/1965

100 anni 90 anni25 anni

comoretto f. fabio -16/09/1990 Vesentini p. stefano - 16/09/1990

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60 anni

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L' incontro con Rosmini e colla bea-ta Maddalena di Canossa mi offre questi due punti di pietà e di devo-

zione per la mia vecchiaia, e voglio tener-mici fedele.Questo mio ritiro vuol dunque riuscire e

SaBato 27 agoSto 1961:

“geSù CroCifiSSo e la mamma aDDolorata”

dal diario di un'anima del papa s. gioVanni XXiii

R iportiamo qui una pagina del DIARIO DI UN’ANIMA del Papa Buono, San Giovanni XXIII. Mentre l’Istituto riscopre continuamente e approfondisce i "Riflessi", uno dei testi carismatici più significativi di S. Maddalena di Canossa, da lei appositamente

composto per delineare al beato Rosmini quello che secondo lei era il vero spirito del so-gnato Istituto dei Figli della Carità, abbiamo fatto anche noi la bella scoperta di trovare che tale testo spirituale è stato nelle mani del santo papa Giovanni XXIII. E ancor più bello è stato leggere nelle righe del “Diario di un’anima” che papa Roncalli si sentiva in profonda sintonia spirituale con tale spirito, al punto da farne proposito di vita. Una ulteriore confer-ma per noi – se ce ne fosse stato ancora bisogno – della ricchezza, originalità, preziosità di questo testo dei "Riflessi" e soprattutto del carisma in esso tratteggiato, per la nostra vita spirituale e per la Chiesa intera.

Venezia 1952 - L'allora Patriarca Roncalli in visita all'oratorio di San Giobbe

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segnare un progresso nello studio della mia santificazione personale: non solo come cristiano, sacerdote e vescovo, ma come papa, come "bonus pater omnium christianorum" come "bonus pastor", quale il Signore mi ha voluto, nonostante la mia piccolezza ed indegnità.Altre volte e sovente ripenso al mistero del prezioso Sangue di Gesù, la cui de-vozione mi sentii subito di dover ispirare, come Sommo Pontefice, a completamen-to di quelle del Nome e del Cuore di Gesù, abbastanza note e diffuse, come dissi.Lo confesso: fu una improvvisa ispirazio-ne per me. La devozione privata al prezio-sissimo Sangue di Gesù io la osservai da ragazzo, poco più che bambino, nel mio vecchio prozio Zaverio - il primogenito di cinque fratelli Roncalli - e di fatto il mio primo formatore alla pratica religiosa da cui sbocciò prestissimo e direi sponta-neamente la mia vocazione sacerdotale. Ricordo i libri di devozione del suo ge-nuflessorio, e fra questi il "Preziosissimo Sangue" che gli serviva durante il mese di luglio. Oh, ricordi sacri e benedetti della mia puerizia! Come mi tornate prezio-si nella luce di questo vespero della mia vita, a precisazione di punti fondamentali della mia santificazione e a visione con-solante di cio che mi attende - come con-fido umilmente - nella mia eternità. Croci-fisso ed eternità: passione di Cristo nella luce della interminabile eternità. Oh, che dolcezza! oh, che pace!Così, e sempre pur così, deve essere vivi-ficata la vita che ancora mi resta a vive-re quaggiù, ai piedi della croce di Gesù crocifisso, innaffiata dal suo preziosissi-mo Sangue e dalle lacrime amarissime dell'Addolorata, madre di Gesù e madre mia.Questo impulso interiore che in questi giorni mi ha sorpreso, me lo sento in cuo-re come un palpito ed uno spirito nuo-vo, una voce che mi infonde generosità e gran fervore, che amo esprimere in tre manifestazioni caratteristiche:

1) distacco totale da ogni cosa e perfetta indifferenza così ai biasimi che alle lodi, e per tutto ciò che si trova e che potrebbe di grave accadere nel mondo, a mio ri-guardo;

2) davanti al Signore io sono peccatore e polvere; vivo per la misericordia di Gesù, a cui tutto debbo e dalla quale tutto aspet-to, a lui mi sottometto anche nel lasciarmi tutto trasformare dai suoi dolori e dalle sue sofferenze. ln pienissimo abbando-no di assoluta obbedienza e di confor-mità alla sua volontà. Ora più che mai, e "usquedum vivam, et in omnibus, oboe-dientia et pax";

3) disposizione completa a vivere ed a morire, come San Pietro e come san Pao-lo, e a tutto incontrare, anche catene, sof-ferenze, anatema e martirio, per la santa Chiesa e per tutte le anime redente da Cristo. Sento la gravità del mio impegno e tremo, conoscendomi, conoscendomi debole e labile. Ma confido in Cristo cro-cifisso e nella Madre sua, e guardo all'e-ternità.

immagine di sfondo: biglietto autografo di Papa Roncalli ai Figli della Carità di San giobbe

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riCorDanDop. venanzio menegol

L a partenza di padre Venanzio ha colto tutti di sorpresa. Il numero precedente de "Il Foglietto" era già redatto e in stampa, ma abbiamo voluto dedicargli almeno la copertina. In questo numero, doverosamente e di cuore, gli dedichiamo più

spazio, dando voce alla cronaca locale, ai ricordi di un Confratello e ai sentimenti di una mamma che frequenta la chiesa del Sacro Cuore e il patronato di Feltre dove p. Ve-nanzio ha speso le sue ultime energie. Spazio dovutogli anche perché padre Venanzio per qualche tempo fu anche responsabile dell’edizione de "Il Foglietto", e finché risedet-te in Casa generalizia a Verona, è stato il correttore esattissimo delle bozze. Formato alla scuola dei primi Padri ad una spiritualità semplice e solida, ma di grande intelli-genza e vasta cultura, umile e disponibile, con una spiccata capacità di negoziare an-che nelle situazioni più tese e difficili, si avvicinava a tutti, piccoli e grandi, con la stessa affabilità e dolcezza, sapeva calmare gli animi, infondere speranza e fiducia. Del resto, era stato definito fin da giovane dallo stesso Servo di Dio p. Angelo Pasa - con un modo di dire dialettale e contadino, ma che rende assai bene l’idea - “Menegol el se el meio bò che gavemo in stala” (il miglior bue che abbiamo nella stalla)! Lasciamo la parola a tre testimonianze che tratteggiano bene la persona di padre Venanzio, ricordando i numerosi e importanti incarichi ricoperti in Congregazione.

Una parola e Un SorriSo per tUtti

I l 15 maggio 2015 all'ospedale di Feltre si è spento p. Venanzio Menegol. Da 9 anni si trovava nella comunità religiosa

dei Padri Canossiani presso la Parrocchia

del Sacro Cuore in Feltre ed era “la paro-la e il sorriso” che tutti accoglieva. Nato a Pederobba (TV) il 13 Gennaio 1921, fino a poche settimane prima della morte, è

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stato sempre attivo sia per le confessioni, che per la celebrazione della s. Messa e la visita agli ammalati. Della sua terra nativa portava il carattere semplice, cordiale e indomito. A 10 anni entra nel seminario di Feltre (BL) accolto da P. Angelo Pasa. Fa la sua professione religiosa il 16 Settembre 1937 ed è ordinato Sacerdote a Venezia il 2l Maggio 1944.P. Venanzio ha ricoperto molti e delicati incarichi nella Congregazione dei "Figli della Carità". Da autentico Canossiano si è sempre distinto per la prontezza nel ministero fra i piccoli, i giovani, gli anzia-ni e nei servizi anche più umili. Così pure, come superiore di comunità, Economo e Vicario Generale dell'Istituto, ha sempre manifestato doti di prudenza e saggia comunicazione e abilità di grande nego-ziatore. Una parte significativa della sua vita la dedicò alla formazione dei giova-ni allievi canossiani come insegnante di teologia morale e Direttore nel Semi-nario canossiano.Profondo conosci-tore della storia e del carisma canos-siano, ha partecipa-to a numerosi capi-toli generali e alla stesura della nuova 'Regola di Vita' ap-provata dalla Santa Sede nel 1985. Fece diversi viaggi all'e-stero per visitare le missioni canossia-ne; fu il primo ad ar-rivare fino ad Hong Kong per predicare gli Esercizi Spirituali alle Comunità delle Sorelle Canossiane.Dotato di una ferrea memoria, portava sempre nel cuore

quanti aveva incontrato nel suo lungo cammino di vita: immancabili gli auguri che faceva arrivare a moltissimi in occa-sione di anniversari o compleanni. Una attenzione specialissima aveva per i suoi familiari e nipoti, sempre ricambiato da tanto affetto. Diversi di loro hanno dovu-to emigrare all'estero in tempi tanto diffi-cili per la mancanza di lavoro (un fratello e una sorella vivono in Canada). Li andò anche a trovare, in certe circostanze do-vute. Conosceva il disagio di abbandona-re la propria casa, la nostalgia delle tra-dizioni, dei profumi della sua terra. Non dimenticò mai la sua natia Pederobba e, quando poteva, tornava volentieri a cele-brare i suoi anniversari vicino ai suoi Cari defunti, accolto sempre con cordialità dal Parroco don Paolo.Ora riposa nel cimitero di Fonzaso (BL), accolto nella tomba di famiglia dell’amico

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FOGLIETTOilfamiglia canossiana famiglia canossiana

Venezia, 1960 - P. Venanzio saluta il Card. Ottaviani

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FOGLIETTOil famiglia canossianacarissimo Antonio Ceccato, poco di-stante dalla chiesetta del Seminario dove è sepolto p. Angelo Pasa, che tanto stimava e amava, e dove sono sepolti tanti altri Confratelli con i quali ha condiviso la fatica e la gioia di una Carità umile e generosa per tutti e sempre; lo accompagnerà sempre la preghiera e la riconoscen-za di tanti religiosi, ora sparsi nel mondo, che lo hanno avuto come insegnante, amico e padre e di tanti fedeli che continueranno a sentirlo come intercessore in cielo. Lo circonda già da ora il profumo e la fama di quella “santità pastorale” che Papa Francesco vorrebbe essere di tutti i sacerdoti, e che le persone che lo hanno incontrato in vita sen-tono più forte e potente ora che ci ha lasciati per la Dimora definitiva.

1937 – 1944: a San Giobbe, Venezia: studente

1944 – 1952: a Fonzaso in Seminario, prefetto e padre spirituale

1952 – 1958: allo Studentato di Monselice, superiore

1958 – 1964: Economo generale1961 – 1963: allo studentato di Asolo,

insegnante1963 – 1964: a Roma Acilia, studente

1964 – 1970: Procuratore generale1964 – 1967: a Roma Acilia - superiore

1967 – 1970: ad Asolo, superiore e direttore dei chierici

1970 – 1972: ad Asolo, solo superiore

1972 – 1974 a Quinto Studentato, superiore

1974 – 1976 all’oratorio di Rovereto, superiore

1976 – 1982 a Quinto, e poi a Poiano, superiore

1982 – 2000 Economo generale

1984 – 1987 nel noviziato di Castelli, assistente

1987 – 1988 a Milano Via Meda, collaboratore pastorale

1988 – 1996 a Poiano, assistente

1996 – 2000 a Verona, in Casa generalizia

2000 – 2002 a Fonzaso, delegato superiore

2002 – 2003 a Fonzaso, assistente

2003 – 2003 a Castelli, assistente

2003 – 2004 a Seminara, vicario parrocchiale

2004 – 2006 a Castelli, assistente

2006 – 2015 a Feltre, Cappellano della Casa di Riposo e Confessore

biografia

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"Un BaCino Di geSù"padre Venanzio, uomo libero

Ci sono uomini che vivono la loro vita alla ricerca della libertà e uomini che nascono liberi, vivono liberi e ci

lasciano liberi: padre Venanzio era uno di questi. E da uomo libero ci ha lasciato il venerdì che precede la festa dell'Ascensione di Cri-sto, dopo 40 giorni di salute inferma: trop-pe coincidenze per non vedere un paral-lelo con la vita di quel Gesù che tanto ha amato e servito.Una vita spesa in mezzo alla gente e al ser-vizio della gente, vivendo la sua umanità per il prossimo, camminando su questa terra da pellegrino coi sandali pieni di pol-vere, ma il cuore ben fisso al cielo.P. Venanzio era un uomo libero.Libero di mettere la sua straordinaria intel-ligenza non al servizio di sterili studi fine a se stessi, ma al servizio delle persone che

incontrava come insegnan-te, come educatore, come pastore.Libero di dare del "Tu" a Cristo: nella cappella dell'A-dorazione Perpetua l'ho vi-sto intrattenersi davanti al Santissimo in preghiera si-lenziosa, in sguardi intensi o in dialoghi simili a quelli di un figlio davanti al pro-prio Padre. P. Venanzio era un uomo e un prete di pre-ghiera: intensa, praticata, vissuta.Libero di inventare nuovi linguaggi per annuncia-re il Vangelo: quando con mio figlio di pochi anni per mano andavo da lui a fare la comunione, prima di dare a me la Particola, la appoggiava sulla guancia

del piccolo dicendo "un bacino di Gesù". Quanta teologia e quanta efficacia comu-nicativa in quel gesto semplice, immedia-to che è arrivato al cuore mio e del mio bimbo.Libero di essere uomo fino in fondo, rico-noscendo appieno la sua umanità fragile sapendo che la misericordia di Dio andava al di la delle sue debolezze: p. Venanzio la misericordia di Dio l'ha sperimentata tante volte nel confessionale, donandola e co-municandola a tanti di noi che amavano incontrarlo in que l luogo.P. Venanzio è stato un testimone di fede e sono certa che ora si trova a tu per tu con quel Dio che tanto ha amato e servito nel-la vita: libero finalmente di vederlo "così come Egli è".

Una mamma

famiglia canossiana famiglia canossiana

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FOGLIETTOil

C ome ormai è tradizione, lo scorso martedì 24 giugno 2015, un nugo-lo di circa 300 ragazzi si sono iner-

picati per la strada appena asfaltata che porta da Faller (BL) a Cima Loreto. Accom-pagnati dai Padri e dagli Animatori dei Grest di Conselve, Cavarzere, Lavis, Feltre e Venezia, si sono ritrovati tutti a Cima Loreto, per trascorrere insieme una gior-nata di amicizia. Il tema della giornata – in sintonia con l’evento di Milano Expo 2015! - è stato “Il cibo che nutre la vita”. Dal paese di Faller, i vari gruppi dovevano salire a piedi verso Cima Loreto e lungo la strada fermarsi alle diverse postazioni dove, superata una breve prova o con una breve attività, raccoglievano un in-grediente necessario alla realizzazione di un pane (olio, acqua, farina, lievito, sale). Una volta arrivati alla meta, con tutti gli

ingredienti raccolti per strada i ragazzi hanno sfornato il pane da condividere alla fine della giornata. Il messaggio era chiaro e lampante: anche noi, come l'olio, l'acqua e il resto, siamo stati invitati a es-sere “ingredienti” buoni che mescolati tra loro hanno contribuito alla riuscita di una bella giornata. Ma non solo. L’insegna-mento vale per tutta la vita! Centro di tut-ta la giornata è stata infine la celebrazio-ne della S. Messa, dove ci siamo raccolti attorno a quel vero Pane che ci unisce e nutre le nostre vite. Terminata la concele-brazione, e salutati i vecchi e nuovi amici, con il sottofondo di musiche e bans ogni gruppo ha iniziato lentamente a scende-re, tutti in attesa di ritrovarci il prossimo anno!

Christian

grest

il CiBo CHe nUtre la vitaincontro dei grest canossiani a cima loreto

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FOGLIETTOil

“È meraviglioSo!”i noVizi canossiani al grest di feltre 2015

P er 6 settimane il nostro patro-nato di Feltre è stato il luogo dell’attività del Grest. Un Grest

un po’ speciale quest’anno perché tra gli animatori spuntavano anche due giovani canossiani: Simone e Christian, i novizi. L’insegna che ha accompagnato queste settimane è stata: “È meraviglioso!” e forse questa parola ha funzionato incon-sapevolmente, anche per Simone e Christian come òl fra l’esperienza del Noviziato e quella del Grest. Meraviglioso è il dono della vocazio-ne alla vita consacrata canossiana, che si traduce, quasi si sbriciola nel gesto quotidiano di un sorriso do-nato ai bambini e ragazzi del Grest, nelle danze divertenti, negli urli che ormai siamo abituati a riconoscere come parte integrante delle nostre attività estive; eppure qui a Feltre l’aria del Grest che si mescola a quel-la del Noviziato ha un profumo tutto suo. Il Grest non è solo giochi, canti, laboratori e pure tanta confusione; è soprattutto occasione di incontro con Gesù presente negli sguardi dei bambini, nei gesti dei volontari, nella cappella il cui silenzio è cer-cato come l’acqua in questa torrida estate. È ricerca del bello, è consape-volezza che alla fine di tutto questo non saranno i balli, i canti e le paro-le a rimanere nel cuore dei bambi-ni che abbiamo servito, ma i nostri sguardi e quella parte del cuore di Dio che avremo saputo donare ogni giorno, spesso in silenzio.

Simone e Christian

grest

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FOGLIETTOil

I niziato il 28 Giugno e terminato felice-mente il 18 Luglio, il Grest di quest’an-no ci ha portato al luogo dove ogni

giorno ciascuno si siede per mangiare, dove non si mangia da soli, ma insieme con gli altri: ci ha portato alla “tAVOlA”, sì, perché è lì che avvengono le cose miglio-ri, dove le relazioni si intrecciano e i ricordi si fissano nella memoria. Una esperienza che ha seguito il tema dell’Expo milano 2015 -“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, basato sull’alimentazione. I ragazzi sono stati invitati a riflettere sull’impor-tanza del cibo, nutrimento per il corpo; ma anche dell’importanza di quel cibo che è nutrimento per l’anima. Nonostan-te la fatica e il caldo eccezionale, è stata una splendida avventura, vissuta da una settantina di bambini e ragazzi che, con il loro sorriso hanno ripagato tutti i “pati-menti” degli animatori. Oltre ai momen-ti di preghiera e di formazione, i ragazzi hanno potuto frequentare dei laboratori creativi, come traforo, cucina , “ti invito e ti accolgo con gioia” e cucito.

Le giornate sono trascorse in fretta, ani-mate da una varietà di giochi. Molto in-teressanti anche le uscite: la prima presso l’“Agriturismo Didattico” al Col Maòr, dove i ragazzi si sono improvvisati panettieri, mettendo le “mani in pasta” per creare la loro pagnotta di pane, come era tradizio-ne fare in tutte le case dei colli asolani; e l’altra uscita più divertente, a Cavallino - Treporti dove i ragazzi hanno potuto scorrazzare nel Parco della “Casa per ferie Opera B. Nascimbeni” e rilassarsi facendo anche un bel bagno in mare.Un grazie particolare va alle mamme e alle nonne (una quindicina) che ci hanno aiutato ad organizzare e seguire i vari la-boratori, e ai miei colleghi giovani – ani-matori (una ventina) che sono sempre stati all’altezza del loro compito, capaci di intrattenere i ragazzi senza mai annoiarli. Al termine di questo viaggio, non mi resta che invitarvi tutti al prossimo grest. Buo-na Estate!!!

marta Z. , un’animatrice

“tUtti a tavola: non Di Solo pane vivrà l’Uomo”

il grest delle parrocchie di s. giorgio di castelli e di s. nicola di monfumo

grest

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FOGLIETTOil

rinnovo Del ConSiglio Direttivopatronato di conselVe – “polisportiVa canossa”

La Polisportiva Canossa è una libera associazione di cittadini. Essi condi-vidono i valori cristiani. Scelgono lo

strumento dell’attività sportiva dilettanti-stica come mezzo per conseguire gli sco-pi della formazione di persone e cittadini liberi, solidali, accoglienti degli altri nella loro specificità, capaci di comunità e co-munione. È tenendo sempre presente questo scopo che è stato eletto il nuovo Consiglio Diret-tivo dell’Associazione. È stata una bella se-rata. Abbiamo cenato insieme con molte famiglie di tutte e tre le discipline: calcio, pallacanestro e pallavolo. Nel frattempo

è stato pubblicamente dichiarato aperto il seggio per le votazioni e i presenti, con calma, hanno potuto dare il loro libero voto. Tutti i soci aventi diritto di voto già sapevano che quella sera sarebbe rimasto aperto il seggio. Ogni disciplina aveva già spiegato l’importanza di questo “passag-gio associativo” e sondato la disponibilità di persone disponibili ad essere votate e a prendersi la responsabilità di servire vo-lontariamente il Canossa.Sono risultati eletti i seguenti soci che elenco in ordine sparso: Bontà Michela, Bottaro Loretta, Bovo Marco, Bulgarini An-

tonio, Buson Fabrizio, Calandrin Raffaella, Favaro Paolo, Oletto Iosè, Vanin Eleonora. Resta la generosa disponibilità di Marinel-lo Orietta.Penso che dal cuore di tutti i soci salga un sentito ringraziamento al Consiglio Diret-tivo uscente per il senso di compattezza associativa che ha dato a tutte e tre le di-scipline, per l’impegno nel tenere in ordine i vari aspetti della vita associativa, compre-so quello finanziario.Un sentito ringraziamento viene anche da tutta la comunità parrocchiale, special-mente attraverso il patronato, per l’impe-gno educativo e la vicinanza ai piccoli e ai

poveri che l’associazione continua a testi-moniare attraverso le scelte di volontari, allenatori e simpatizzanti.La serata seguente, girando per le famiglie, ho incontrato un altro giovane atleta di un paese vicino. Gli ho chiesto chi erano gli avversari della partita che aveva appena terminato. Risposta: il Canossa! Domanda: Chi ha vinto? …Mi è dispiaciuto vedere gli occhi abbassarsi per la sconfitta, ma il mio cuore ha esultato perché la risposta è sta-ta: il Canossa! …Forza Canossa!

P. Fabio Franchini

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FOGLIETTOil

“KaleiDoS – oltremare, CiUrma!”

U n’altra esperienza insieme vissuta tutta d’un fiato! Giorni passati, in fretta, troppo in

fretta… ma tutti nella gioia e nell’allegria insieme ai personaggi della nostra storia che quest’anno ci ha portato a scoprire il tesoro di Galileus: Kaleidos. Kaleidos! È stato proprio questo il titolo del Grest di quest’anno. Questo titolo ci vuole suggerire che nella vita c’è per tut-ti qualcosa o qualcuno di “buono” e di “bello”, “dalla forma bella” o “dall’aspetto bello”, e questo messaggio è stato non soltanto accolto, ma vissuto in pieno da tutti: bambini, ragazzi e animatori. Come in ogni estate c’è stato il tempo per una giusta miscellanea di attività che hanno coinvolto tutti dal mattino fino a sera nella splendida cornice della nostra isola e del nostro mare, e soprattutto del nostro Oratorio.Kaleidos significa crescere e affrontare la vita con coraggio e gioia, e questo, giorno

dopo giorno, grazie all’aiuto delle anima-trici e degli animatori, e l’entusiasmo dei nostri bambini e ragazzi l’abbiamo rea-lizzato: preghiera, gioco, laboratori, la S. Messa insieme la domenica e tante altre attività sono stati i momenti colorati della nostra vita insieme.Volevamo trasmettere fiducia, educare, aiutare a guardare la vita in profondità con trasparenza e sincerità e vivere rela-zioni autentiche: non siamo stati perfetti, ma ce l’abbiamo messa tutta e dal risulta-to finale, dal desiderio di volere aggiun-gere ancora giorni a quelli vissuti, sicura-mente qualcosa siamo riusciti a portare e donare.Un grazie al Signore che ci ha dato questa opportunità di vita insieme che ci ha fat-to crescere come uomini e come cristiani desiderosi di scoprire sempre di più il Te-soro più grande e più bello: Gesù!

P. Antonio Vettorato

grest 2015 – faVignana

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FOGLIETTOil

Dorothy, la protagonista della sto-ria che ha caratterizzato il nostro GREST 2015, ritorna finalmente a

casa dopo le sue avventure nel fantastico mondo di Oz. Ed anche per noi l’avventu-ra del GREST 2015 è arrivata alla sua con-clusione. Ma come Dorothy, così anche tutti noi ci riscopriamo arricchiti e cresciu-ti. Dorothy ha trovato nuovi e veri amici e insieme sono diventati una squadra; hanno percorso una strada, seguendo le “pietre gialle”; hanno scoperto i doni più preziosi che ciascuno di noi possiede: il cervel-lo, il cuore, il coraggio; hanno affrontato diver-si ostacoli, imparando ad affrontarli e a farli diventare occasioni per crescere. Anche noi siamo stati una squadra di tan-ti (veramente tanti quest’anno!) amici, piccoli e grandi, attra-verso l’esperienza di essere insieme, quan-do è bello e quando è difficile. Le nostre “pie-tre gialle” che hanno segnato la strada sono le 16 parole con la lettera “C” che abbiamo scoperto in ciascuna giornata: le principa-li sono “cervello”, “cuore” e “coraggio”, ma ci sono anche “cammino”, “collaborazio-ne”, “comprensione”, “condivisione”… Nel nostro stare insieme abbiamo scoperto e messo a frutto i doni che abbiamo, nel quotidiano metterci in gioco nelle diverse attività. Tutto è andato bene e si è svolto in serenità e in allegria, ma anche i piccoli

ostacoli che abbiamo incontrato, abbia-mo cercato di trasformarli in occasioni per trovare possibilità nuove. Abbiamo scoperto che nella storia di Do-rothy e dei suoi amici stavamo parlando di noi stessi e dell’avventura della nostra vita, dell’impegnativa e meravigliosa av-ventura di crescere, e di crescere insieme. E allora l’avventura non può finire con l’ul-timo giorno di GREST! Siamo pronti per continuare, portando nella mente e nel cuore ciò che abbiamo vissuto. In tante

occasioni potremo ricordare le avventure dei nostri amici e quello che ci hanno in-segnato. Quando sapremo “guardare con occhi diversi chi ci sta attorno per cammi-nare insieme accogliendoci gli uni con gli altri” e saremo capaci di “portare la nostra gioia” a coloro che incontriamo nel nostro cammino.

P. Francesco Vercellone

l’avventUra non È finita...

da “le Voci del grest”, giornalino del grest, anno 5 – n° 4 oratorio del fanciullo di fasano (br)

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FOGLIETTOil

l’estate 2015 all’oratorio di laVis

Dopo mesi di preparazione, incontri di formazione, allestimento degli ambienti, delle scenografie, prove

di bans e scenette, ecco iniziare l’Estate 2015 dell’Oratorio di Lavis.il gRESt. Dall’8 giugno al 3 luglio quattro settimane di amicizia e servizio nell’espe-rienza quotidiana del Grest. Tanti i ragazzi partecipanti e tanti gli animatori a servi-zio dei più piccoli. Ci ha accompagnato la figura del profeta Giona. Attraverso il racconto biblico, scenette, canti e giochi abbiamo cercato di trasmettere i valori dell'amicizia, del rispetto, della solidarie-tà, della responsabilità, del saper rinun-ciare alle proprie idee, saper rispondere ai piccoli impegni, saper perdonare ed essere generosi, ma soprattutto ad amare gratis come Dio aveva fatto con il profeta Giona e gli abitanti di Ninive.il gREStONE. In contemporanea le sera-

te sono state animate dal Grestone: dal-le 20.30 alle 23.30 il cortile si riempiva di giovani adulti che si sfidavano in tornei di calcio, o si cimentavano nella moder-na danza della “zumba”. Non è mancato un momento di preghiera e di riflessione ospitati nella suggestiva chiesetta di san Lazzaro.lA CENA di SANt’UdAlRiCO. Finiti Grest e Grestone, l’oratorio ha proposto la tra-dizionale Cena povera di Sant’Udalrico: il menù era composto dall"orzetto" e da altri prodotti tipici, serviti da oltre trenta volontari/e, accompagnati dalla musica del Gruppo Strumentale Giovanile. Lo staff di servizio e cucina era guardato a vi-sta da p. Stefano e dalle due chef Alessan-dra e Chiara. Il parroco Don Vittorio ha vo-luto ringraziare in particolare i giovani per la loro disponibilità e collaborazione, e ha ricordato la figura del vescovo Sant'Udal-

gratiS e per amore

attività estive

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rico che di ritorno dal suo ultimo pelle-grinaggio a Roma, morì improvvisamen-te proprio sulle sponde dell'Avisio. Tra i commensali anche il novello diacono fra' Francesco Grassi ofm con i suoi familiari.i CAmPEggi. Riordinato l’oratorio, si par-te per i campeggi a Dimaro. Prima quattro giorni di formazione per la cinquantina di Animatori che seguiti da p. Stefano e animatori più stagionati, hanno pensato e programmato le diverse settimane di campeggio, sul tema biblico della regi-na Ester, affiancata dal cartone “Le follie dell’imperatore”; le riflessioni, i laboratori, i giochi, l’avventura del rafting sul Brenta e le passeggiate hanno scatenato l’entu-siasmo dei numerosi partecipanti.PEllEgRiNAggiO Ad ASSiSi. Poiché i ragazzi di prima superiore rimanevano esclusi dai campeggi, è stato pensato per loro un momento di formazione e va-canza. Insieme ai ragazzi dell’Oratorio di Pressano, accompagnati da p. Stefano, fra Francesco ofm, Giovanni e Marta, abbia-mo trascorso tre giorni sui luoghi di Fran-cesco e Chiara d’Assisi. Particolarmente emozionanti i momenti di preghiera nelle basiliche di Assisi e la S. Messa celebrata all’Eremo delle Carceri, come pure il mo-mento di preghiera vissuto alla Verna, dove a ciascuno è stato consegnato il Tau francescano. Lo custodiremo gelosamen-te come memoria di questi tre giorni.VACANZE Al mARE A FASANO. Anche quest’anno p. Stefano ha voluto ripor-tarci a Fasano. Partiti da Lavis, dopo una sosta al Santuario di Loreto, siamo arri-vati a sera all’oratorio di Fasano. Ad accoglierci p. Francesco, mamma Anna e il mitico zio Pino. In questi otto giorni ab-biamo imparato dalle persone incontrate cosa significa mettere a di-sposizione gratuitamen-te qualcosa di proprio: uno spazio al mare, della

frutta, l’allegria, l’ospitalità calorosa. Le cose più belle e importanti si imparano dalla testimonianza concreta di chi incon-triamo sul nostro cammino. Suggestiva la visita alla meravigliosa Lecce, i fuochi pi-rotecnici di San Rocco a Locorotondo; e soprattutto ottima la cucina pugliese. A conclusione, riportiamo le parole che don Vittorio ha rivolto a noi e a quanti of-frono il loro servizio in oratorio, e che noi desideriamo dire ai Padri Canossiani di Lavis e a quanti ci hanno permesso di vi-vere questa meravigliosa estate: «Quante persone sono coinvolte e tutti questi lavora-no Gratis e per Amore: non è una cosa bella e straordinaria, questa? Gratis, per Amore: questo è lo stile nostro, lo stile dell'Oratorio, uno stile a cui teniamo, e per noi questi sono valori! Certo, altri riescono a fare cose più strabilianti: ti insegnano a giocare a golf, a fare vela, a cavalcare, e anche a studiare il cinese mandarino... Questi però sono pa-gati e lo fanno per guadagnarsi da vivere. Gratis e per Amore sono invece i valori da coltivare. Ma non succede solo a Lavis – ha ricordato ancora don Vittorio – ma anche in tante altre parrocchie e Oratori del Tren-tino e dell'Italia». Lo stesso ha riconosciuto anche il nuovo sindaco Andrea Brugnara rivolgendo «un grazie particolare a geni-tori e giovani volontari che si prestano per la buona riuscita delle attività oratoriane e non solamente in quelle...». Grazie a quanti credono a questo “Gratis, per Amore …”!

Sara Bertera e gli animatori

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FOGLIETTOil attività estive

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FOGLIETTOil

I l 10 maggio scorso il gruppo di “Fede e Luce” di Feltre ha festeggiato i suoi primi dieci anni. La spiritualità di Jean

Vanier ha messo radici a Feltre, infatti, nel 2004. È capitato che Teresa, una don-na colta e appassionata di teologia, si sia trovata improvvisamente ad accogliere la sorella down Franca Maria. Se è difficile per i genitori accettare, in anni e anni di vicinanza, un figlio disabile, possiamo im-maginare quale rivoluzione capitò nella vita di Teresa in pochissimo tempo. Teresa fu spinta dal canossiano p. Andrea Berno, che aveva seguito a Conselve un gruppo di Fede e Luce, a fondarne uno anche a Feltre per la formazione religiosa e umana dei disabili, dei loro parenti e de-

gli amici.Ci furono appuntamenti preparatori e si unirono altre persone. Quando si trattò di dare un nome a questo nuovo gruppo si scelse assieme “Stella di S. Lorenzo”. Luisa e Primo Colferai avevano perso la figlia Cristina dopo 22 anni passati su una car-rozzina. E proprio nella notte di S. Loren-zo. Mentre lo sciame di stelle cadeva sulla terra Cristina aveva fatto la strada oppo-sta e dalla terra era volata in Cielo. Cristi-na è la nostra Protettrice. L’anno dopo, il 2004-2005 fummo ufficialmente accettati da Fede e Luce. Il primo pellegrinaggio fu a Venezia, seguirono Loreto, Conselve, Schio, Monte Ortone, Abano, S. Vito di Val-dobbiadene, il santuario di San Vittore e

la “Stella Di S. lorenzo” Spegne 10 CanDeline!

festeggiato a feltre il decimo anno di Vita del gruppo di fede e luce

Italia

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FOGLIETTOil

Santa Corona…Padre Andrea in quell’anno fu inviato in missione in Africa, ma i Canossiani e le Ca-nossiane non ci hanno lasciati soli. Arrivò a Feltre p. Gianluigi Andolfo e poi p. Lu-ciano Facchinello. Le Madri canossiane di Feltre ci hanno regalato l’aiuto delle madri Elda Trevisiol, Lauretta Alverali, Bruna Bat-tilana (adesso tutte in Cielo), Rosina Tesan e Reginetta Nani. Reginetta è la nostra at-tuale guida assieme a p. Luciano. Ognuno dei religiosi ci ha donato il suo carisma e le sue doti, aiutandoci a restare saldamente uniti alla Chiesa.Ogni mese ci incontriamo presso il Patro-nato dei Canossiani, ascoltiamo la Parola, cantiamo, condividiamo, facciamo dei la-voretti e volentieri giochiamo insieme. Il gruppo è coordinato da Antonio Ceccato, Paolo Lorelli che cura la parte musicale, e da Elena Andreazza segretaria. In molte occasioni ci siamo accorti che i ragazzi ci erano guide nel mantenere la pace anche in situazioni difficili. Li abbia-mo visti pregare con fede, capire la Paro-la di Dio, cercare la comunione con tutti, mantenere la speranza, consolare con una carezza e un bacio. Siamo stati fortunati perché abbiamo sentito quanto sia vera la parola di Gesù: “Ti amo Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rive-late ai piccoli”. Abbiamo visto nei loro oc-chi quanto lo Spirito Santo li guida, li ispira e li sostiene. Sono loro i nostri maestri di vita. In un certo senso sono la prova dell’e-sistenza di Dio. Non può essere che Lui a dar loro la gioia. E ne siamo felici!Il 10 maggio si sono uniti a noi il gruppo “Raggi di sole” di Conselve, “S. Lorenzo” di Abano, la coordinatrice della Provincia del Nord “Un fiume di pace”, Angela Grassi, e i coordinatori del Veneto Alessandro e Lucia, oltre a parecchi amici di Feltre. Ab-biamo avuto la gioia di assistere alla Santa Messa concelebrata da p. Andrea (rientra-to dalla missione in Tanzania), p. Gianluigi e p. Luciano. Nell’omelia p. Andrea ci ha fatto capire che anche in Africa c’è biso-

gno di “Fede e Luce”, anzi forse ancora di più perché i disabili vivono in tutto il mon-do e anche se “non sono ricchi, non sanno fare le operazioni matematiche, non sono belli, sono però i doni che Dio fa all’umanità perché si converta all’amore gratuito, pro-prio quello che assomiglia di più a quello di Cristo, e che forse solo loro sono in grado di dare”.Al pranzo che è seguito erano presenti più di 70 persone. È stato veramente un momento di festa, culminato col taglio di una grande torta. In cucina hanno lavora-to a pieno ritmo un gruppo di volontari e tutto è stato organizzato a puntino. Certo è stata una giornata “campale” alla quale però si può applicare molto bene la frase che chiudeva molti dei temi scolastici che scrivevamo da bambini “siamo tornati a casa stanchi, ma felici”. E siamo grati a co-loro che hanno affrontato viaggi, disagi e fatiche per spegnere con noi le dieci can-deline della Stella di S. Lorenzo!

Italia

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FOGLIETTOil

prime professioni a manila (filippine) e a feltre (italia)

Lo scorso 20 giugno 2015, nella chie-sa di Marikina (Manila, Filippine) tre giovani hanno concluso l’anno cano-

nico del Noviziato ed hanno emesso la loro prima Professione religiosa nella famiglia canossiana. Lo stesso è accaduto a Feltre il 14 settembre, nella chiesa del Sacro Cuore. Anche nella composizione di questo grup-po di nuovi professi si vede la bellez-za e la grandezza della vocazione ca-nossiana che pur dovendo rimanere nell’umiltà e crescere nella piccolez-za della croce, è aperta all’universali-tà, sia nell’accogliere fratelli da tutto il mondo, sia nel suo sentirsi chiama-ta ad una missione universale, sia nel contemplare vocazioni diversificate per i vari ministeri di carità.A Manila hanno professato infatti mARCElO XimENES, originario di Ti-mor Est; dAmOR PRAKAShKUNAR ARAKhABhAi, del Gujarat (India) e FREdiANUS NANA di Timor Ovest

(Indonesia). Hanno ora intrapreso gli studi teologici nel nostro Seminario Maggiore di Quezon City (Manila). A Feltre invece hanno fatto la prima pro-fessione due giovani italiani: ChRiStiAN mANFRiN, di Venezia, nato e cresciuto - si può dire - nell’oratorio canossiano di San Giobbe, in tempo utile per conoscere e la-sciarsi affascinare dalla figura dell’indimen-ticabile Fra Candido; e SimONE FiChERA, di Acireale (CT), anche lui nato e cresciuto nell’ambiente della nostra parrocchia e oratorio di Madonna della Fiducia, valido collaboratore del nostro Fratel Fabio. Accogliamo con fraternità e gratitudine questi nuovi fratelli che vengono a rin-forzare e ringiovanire le nostre file, e so-prattutto siamo grati al buon Dio che ha risvegliato anche in Italia la chiamata del Fratello canossiano. vocazione preziosa non solo per i meriti del passato, ma per le potenzialità carismatiche e ministeriali che porta in sé quando unita al fuoco della carità generato nel cuore dal carisma di S. Maddalena.

nUovi giovani fratelli per la ComUnità CanoSSiana

professioni di fede

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FOGLIETTOil

I due “Family day“, il primo delle ele-mentari e il secondo delle medie e su-periori del 2015, sono la realizzazione

dell’amore, dell’unità e del coinvolgimento di tutti gli “Adottati“ in un’atmosfera di alle-gria e di felicità.Durante i festeggiamenti c’è stata una emo-zionante testimonianza del diciannovenne Allan Joshua Tortosa. Questo giovane ha dovuto interrompere gli studi in quanto si è ammalato gravemente di diabete e di tubercolosi. Il momento culminante della testimonianza è stato quando ha ricordato la sua mamma, mancata 7 anni fa. Era pic-colo quando il papà se n’è andato di casa facendo perdere le sue tracce. La mamma allora s’è presa immediatamente cura di farlo crescere come si deve. Lei è stata di grande supporto, l’ispirazione e la forza della sua vita. Ora dopo un lungo periodo di degenza, è guarito prima di tutto dalla tubercolosi, e anche il suo diabete è sotto controllo e rimane stabile. Grazie a tutto lo staff coordinatore del progetto di “Una mano aiuta l’altra” in collegamento con la clinica “Salus“ che ha dato grande attenzio-ne al caso di Allan. I due progetti sono due punti di riferimento per tutti coloro che stanno per perdere la speranza, per ripren-derla come orientamento nella vita.

Il progetto delle “Adozioni a distanza“ di-venta così scuola per costruire il futuro, per sviluppare i talenti che Dio ha fornito a tanti giovani. Questo progetto è la palestra dove si sviluppa la conoscenza e la realtà della vita umana e cristiana attorno all’alta-re, alla Parola di Dio e all’Eucaristia.Sempre durante lo svolgimento di que-sti due “Family Day“, c’è stata la doverosa memoria di Maddalena di Canossa, di Jo-sephina Bakhita, di Padre Angelo Pasa, di Fratel Giovanni Zuccolo, di tutti i Padri e Confratelli e benefattori che non ci sono più, ma che continuano ad accompagnarci dal Cielo.Così i cinque mesi di preparazione hanno dato i loro frutti. Il coinvolgimento degli studenti con le loro famiglie, con i coor-dinatori, è stato stupefacente. Man mano che il tempo passa, ci rendiamo conto che il Dio della grazia e dell’amore è la Provvi-denza che si manifesta attraverso gli “Adot-tanti” e i benefattori. Problemi, ostacoli ci sono stati durante il lungo cammino dei 26 anni di questa “avventura”, ma con tanto impegno ed entusiasmo si è sempre rima-sti in piedi e si continua a camminare con serietà.

tess Carmelo

celebrato a manila il family day

“amore e ComUnione: riSpoSta Delle famiglie alla povertà”

Filippine

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Il 28 marzo scorso abbiamo concluso l’anno scolastico e formativo 2014-2015. Come vivere l’estate in maniera

più significativa e più formativa? Una ri-sposta che è in sintonia con il messaggio insistente del Papa Francesco è quella di uscire, di andare dove la gente vive. E’ stato uno dei motivi per cui abbiamo fat-to la scelta – per il periodo di apostolato durante le vacanze - di mandare i nostri chierici nelle diverse missioni e parroc-chie dove vivono e lavorano i nostri Pa-dri canossiani.Fratel Brian, Fratel Jonas e Fratel Jave sono stati mandati alla nostra comunità

e parrocchia di Tondo. I tre giovani chie-rici hanno incontrato i nostri padri che con spirito fraterno li hanno accolti, e hanno potuto rendersi conto delle po-tenzialità di tanti giovani di quella par-rocchia nel saper mettere il loro tempo, la loro energia e la loro fantasia al servi-zio dei loro pari più bisognosi.Fratel Antonio e Fratel Julius sono partiti per la comunità di S. Giuseppina Bakhita a Tala – Bataan, Orani; il loro compito era quello di focalizzarsi sulla preparazione degli animatori per le attività estive. An-che se su quelle montagne non hanno avuto l’accesso all’internet, eppure sono

esperienze missionarie dei nostri chierici di manila

in miSSione “con i giovani e per i giovani”

Filippine

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stati felici di camminare e lavorare coi giovani di quella missione. Anche a Tala i nostri chierici hanno potuto constatare la disponibilità generosa dei giovani ad essere animatori per gli altri loro amici.Fratel John e Fratel Ralph sono stati in-vece inviati alla parrocchia “Our Lady of the Most Holy Rosary” a Jipapad, la casa madre dei canossiani nelle Filippine, una missione situata abbastanza lontana dal centro della provincia di Eastern Samar. Nonostante la sua collocazione e le dif-ficoltà per raggiungerla, quella nostra parrocchia è stata scelta per ospitare la 27a Veglia di Pentecoste, un evento an-nuale che coinvolge l’intera diocesi di Borongan. Il tema scelto per la celebra-zione era: “The Gaze of the Crucified Lord: Love, Mercy and Compassion” (Lo sguar-do del Signore Crocefisso: amore, mise-ricordia e compassione). Il vescovo di Borongan, mons. Crispin Barete Varquez, ha presieduto la celebrazione eucaristi-ca che ha concluso la Veglia. Nonostante la distanza e le scomodità, hanno parte-cipato all’evento circa 2000 persone in gran parte giovani ed è stato davvero un successo per la nostra missione. La gente di Jipapad è stata felice di ospitare tanti giovani e anche il Vescovo è stato con-tentissimo. Anch’io lo posso testimonia-re perché ho avuto la gioia e la grazia di esser presente durante la celebrazione. Tre diverse realtà missionarie e pastorali, tre diversi gruppi di chierici, tre scoperte importanti per la missione: la prima è il valore indispensabile della comunità, sia parrocchiale che religiosa. La seconda, l’importanza dell’unità, del lavorare in-sieme per uno stesso obiettivo, pur tra diverse attività. La terza, l’importanza della collaborazione fra i religiosi e tra i religiosi e tutti i parrocchiani, soprattut-to i giovani. Come ha detto l’arcivescovo di Manila Card. Tagle, i giovani non sono solo “il futuro” della chiesa, ma anche “il presente” di essa perché sono capaci di vivere e di condividere la loro fede come

comunità di seguaci di Cristo, hanno la capacità di creare e vivere l’unità che poi li rende piu’ capaci di lavorare e cammi-nare insieme nella stessa missione del Signore. Vorrei ringraziare p. Carlo parro-co di San Pablo Apostol a Tondo, p. Jerry parroco di S. Giuseppina Bakhita a Tala e p. Simplicio parroco di Jipapad, per la loro accoglienza fraterna che ha reso possibile questa esperienza missionaria dei nostri chierici insieme ai loro giovani. Vorrei ringraziare da queste pagine an-che tutti i nostri amici e benefattori che instancabilmente ci aiutano e sostengo-no la vita e la missione delle nostre case di formazione. Che il Signore continui a guidare e benedire tutti noi nella sua missione.

P. Clemente moreira

Filippine

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L o scorso venerdì 17 luglio , mentre i nostri fratelli del mondo musulma-no celebravano la fine del Ramadan,

qui a Dare, una delle cappelle della stazio-ne missionaria di Aiututo-Rina (Timor Est) ne abbiamo approfittato per celebrare il primo “Catechist Family Day”.Abbiamo scelto questo giorno, perché qui è giorno di festa nazionale, anche se la popolazione di Timor è a stragrande mag-gioranza cattolica, e come nelle Filippine, usano dare tempo alla comunità musul-mana per celebrare le proprie festività.

Molti dei nostri catechisti lavorano o sono insegnanti. E inoltre, portarli via dalle loro comunità di base per un giorno intero sa-rebbe un po’ difficile, e le comunità, alme-no diverse di loro, rimarrebbero senza la liturgia festiva che abitualmente è liturgia della Parola guidata dal Catechista.Quasi tutti i nostri catechisti hanno rispo-sto all’invito ed erano presenti con la loro famiglia, moglie e figli, in alcuni casi nu-merosi. Uno di loro, Fernando di Dare, ha quindici figli, e un altro, Louis di Ernaro ne ha dodici più uno in arrivo!

P. Paulo ha facilitato la giornata, proponendo un momento di ri-flessione, condivisione nel lavoro di gruppo: genitori tra loro e figli tra loro. È stato molto bello vedere come stavano insieme. I catechisti si conoscevano tra loro, ma le loro mogli e figli no. Cosi si è tentato di dare non solo un momento di gioia e serenità, ma anche di motivazione

timor leste – missione di aitutu-rina

il primo “CateCHiSt family Day”

Timor Leste

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e di forza. Molti bambini vedevano per la prima volta che non era solo il loro papà a fare questo strano servizio nella chiesa, diverso dal servizio di altri papà. E lo stes-so per le mogli.Verso l’una abbiamo condiviso il pranzo, gentilmente offerto dalla comunità ospi-tante di Dare. Poi è seguito un momento aggregativo con alcuni giochi tradizionali di gruppo. Abbiamo terminato la giorna-ta con la celebrazione Eucaristica offerta in memoria dei catechisti defunti della zona, e per i defunti delle rispettive fa-miglie. Abbiamo cercato di dire loro che anche se non abbiamo denaro per risar-cire il loro prezioso lavoro, possiamo però

offrire quello che per noi sacerdoti è più prezioso: la nostra preghiera.L’esperienza era nuova per tutti loro, e anche per noi. Ma visto il successo della prima volta, ci siamo dati appuntamento alla prossimo anno, perché abbiamo co-statato che attività di questo tipo danno una forza e coraggio a questi laici impe-gnati in un ministero così prezioso per tutta l’attività missionaria e per la vita

delle piccole comunità disperse sulle montagne. In questa realtà di Chiesa, in cui il sacerdote è presente solo raramen-te e ovviamente non può andare sempre dappertutto e prendersi cura di tutto, il Catechista ha un ruolo molto importan-te: vive nella piccola comunità locale, fa un po’ di tutto ed è come il Capo cristiano che si prende cura dei bisogni della co-munità, mantiene il legame tra il missio-nario e la comunità, rappresenta la comu-nità e rappresenta il missionario. Aiuta a preparare ai sacramenti piccoli e adulti, ha cura della chiesa, fa un po’ da sacresta-no e anche da tesoriere. La nostra stazione missionaria raggrup-

pa attualmente dodici cappelle, inclusa quella centrale, e quindi si può facilmen-te immaginare l’importanza di formare i Catechisti e motivare il loro servizio pa-storale. A tutti loro il nostro grazie sentito: il Signore li ricompensi del loro servizio e dei tanti sacrifici.

P. Adriano Carazzolo

Timor Leste

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L' ormai noto evento canossiano dell’ECOA – Incontro Canossiano di Oratorio per Adolescenti – ha rag-

giunto la sua maturità. Se ne è celebrata infatti la 18a edizione lo scorso luglio a Nova Odessa, sotto la luce di S. Bakhita cui è intitolata la nostra parrocchia. Più di 700 adolescenti e giovani animato-ri, con i nostri religiosi, hanno riflettuto, pregato e condiviso cercando una rispo-

sta al tema dell’incontro: esiste un luogo senza un orizzonte? La risposta l’hanno trovata facendosi a loro volta missionari giovani tra gli stessi giovani dei Barrios più poveri della parrocchia. La risposta si trova sempre, mentre si ascoltano le domande e si cerca insieme l’orizzonte che dà senso e significato ad ogni luogo e ogni momento della vita: l’amore smi-surato di Dio per i suoi figli!

esiste un luogo senza un orizzonte? – a noVa odessa il 18° e.c.o.a.

“JUventUDe CanoSSiana” - além Do Horizonte exiSte Um lUgar?

F azer aniversário é sempre muito bom, estar cercado por pessoas que nos amam comemorando mais

um ano de vida e tendo a chance de re-começar, se for o 18º aninho então?! Fica melhor ainda! Uma data tão especial e significativa como essa tem que ser co-

memorada em grande estilo e foi nesse clima que celebramos mais uma vez a realização do ECOA (Encontro Canossia-no de Oratório para Adolescentes), que nesse ano teve como tema "Juventude Canossiana" e lema "Além do horizonte existe um lugar?". O evento direcionado

Brasile

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para adolescentes e jovens engajados em nossas comunidades chegou a sua 18ª edição! Nosso “adolescente mais amado” o ECOA apagou nos dias 06 e 07 de junho de 2015 sua 18ª velinha!Esta grande festa canossiana aconteceu na comunidade de Nova Odessa, no ora-tório e na paróquia Sta. Josefina Bakhita, e superou todas as expectativas de par-ticipação, pois foi o ECOA com maior nú-mero de participantes, aproximadamen-te 700. Ao vivermos esse dois dias tão intensos nos questionamos em vários aspectos o que sem dúvida é muito válido e saudável para um cristão, sobretudo para a imensi-dão de jovens e adolescentes que partici-param desse encontro; mas a maior refle-xão feita era se existia um lugar além do horizonte, se havia algo ou alguém que nos desse alguma resposta, uma recei-ta pra felicidade, uma esperança de dias melhores. No sábado à tarde os adoles-centes foram desafiados a ser missioná-rios e prontamente aceitaram o desafio e saíram pelos bairros de Nova Odessa em missão, levando um pouco da Palavra e do infinito amor de Deus para os mora-dores. À noite tivemos momentos essen-ciais e carregados de significado como a abertura oficial, o acendimento da pira com a chama da caridade e o momento vocacional. No domingo, iniciamos com a Santa Missa e seguimos com as apresentações que cada cidade trouxe para enriquecer ainda mais este evento. Os momentos viven-ciados no ECOA nos fizeram entender que cada um de nós é o lu-gar além do horizonte na vida de quem encon-trarmos, pois Deus nos levantou como jovens que levam a Sua Pala-vra a quem mais preci-

sa, jovens que lutam contra o pecado e toda tentação, jovens que evangelizam e fazem Jesus Cristo conhecido e amado, conforme o legado da nossa mãe funda-dora Sta. Madalena de Canossa.Hoje em dia é cada vez mais difícil ir con-tra essa maré do ódio, inveja, egoísmo e violência em que vivemos, mas o ECOA nos possibilitou acreditar que é possível sermos cristãos diferentes, agir diferente.Uma experiência de Deus, cheia de espe-rança, alegria, oração, e significado. ECOA um presente para nossas vidas! Que ben-ção ser canossiano!Aceito o desafio! Agora é hora de cumprir a missão de ser o lugar além do horizonte na vida de quem encontrarmos. Um lugar onde há verdade, amizade e testemunho, seguindo a vontade de Deus que sempre é boa, perfeita e agradável.

ALÉM DO HORIZONTE EXISTE UM LU-GAR, VEM PRO ECOA, VEM ENCONTRAR!

E com muita ousadia de quem é um jo-vem canossiano seguimos nosso cami-nho esperando ansiosamente até 2016! Piabetá, Rio de Janeiro aí vamos nós!

Pamela tássia - Jovem canossianaParóquia Sta. Bakhita – Nova Odessa -

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"lasciate che i piccoli Vengano a me” - lc 18,16

“Deixai vir a mim oS peqUeninoS”

M otivados por esse lema, trecho bíblico escolhido pelo aniversa-riante, vivenciamos neste mês

de junho, em Nova Odessa, o 60º aniver-sário sacerdotal de pe. Victor Facchin fdcc. Uma circunstância tão especial como essa não poderia ser celebrada somente num dia, por isso os festejos se prolongaram ao longo do final de semana do dia 12 ao 14 de junho. No dia 12, dia em que pe. Victor foi orde-nado, tivemos dois momentos celebrati-vos muito marcantes, na parte da manhã, na Basílica de Santo Antonio em America-na, cidade vizinha à nossa, uma celebra-ção eucarística para o clero da diocese, em agradecimentos pelos serviços prestados pelo padre à diocese da qual ainda serve a mais de 30 anos. Pe. Victor foi vigário epis-copal, fez parte do conselho de presbíte-ros e do colégio de consultores, desempe-nhando com ímpeto a missão de pároco em várias paróquias da diocese. Presidida pelo Exmo. Dom Vilson, bispo de Limeira, e concelebrada por vários padres diocesa-no, em particular vários que trabalharam em alguma pastoral junto ao pe. Victor e o qual os ajudou no seu discernimento vocacional. Emocionados estes padres agradeceram o testemunho sacerdotal e a acolhida canossiana sempre tão mar-cante. O bispo de Limeira em nome dos seus antecessores que tanto trabalharam junto ao pe. Victor agradeceu e parabe-nizou o festejado pela sua perseverante garra pastoral que deixou marcas em vá-rias comunidades da diocese. Na sexta-feira a noite o segundo momen-to marcante do dia foi a missa presidida

pelo aniversariante na qual foram convi-dados os coroinhas e ex-coroinhas, traba-lho particular do pe. Victor em todo seu apostolado sacerdotal sempre teve uma atenção especial pelos coroinhas, nos seus longos anos aqui na cidade, encon-tramos muitos jovens e adultos que fize-ram a experiência de serem “coroinhas do pe. Victor” como todos costumam dizer. A nossa matriz Sta. Bakhita ficou repleta de

noVa odessa - p. Vittore facchin festeggia il 60° di ordinazione sacerdotale

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atuais coroinhas ainda coordenados pelo pe. Victor (são quase 200) e de ex-coroi-nhas de várias faixas etárias que vieram celebrar o sacerdócio daquele que foi marcante na infância e na adolescência. Sem dúvida foi uma celebração emo-cionante para quem se viu rodeado dos “seus coroinhas” de todos os tempos e para toda a assembleia que relembrou tantos ensinamentos e acontecimentos cheios da presença de Deus. No sábado pela manhã os festejos con-tinuaram com um encontro vocacional, dinâmico e cativante, os participantes, além de refletirem sobre o chamado vo-cacional que Deus faz a todos, puderam conhecer um pouquinho mais da longa caminhada vocacional do pe. Victor e de como passo a passo em cada desa-fio vivido foi confirmando o sim dado ao Senhor, gesto que ainda hoje se renova e que esperemos faça nascer em alguns desses jovens a vontade de imitar. No domingo 14, com uma dia ensolara-do, lindo e de clima ameno, vimos mais uma vez, a matriz Sta. Bakhita lotada de fieis, agora com todas as comunidades da cidade, e de outras cidades,

para celebrar solenemente agradecen-do a Deus os 60 anos de sacerdócio do nosso amado pe. Victor. A emoção to-mou conta do aniversariante e de to-dos os presentes em cada momento da celebração que preparada com tanto carinho permitiu que todos entrassem na dinâmica daquilo que estava sendo oferecido no altar, a vida, a missão, a de-dicação e, sobretudo o sacerdócio deste filho da caridade que tanto bem espalha por onde passa. Carinho, admiração, gratidão são senti-mentos que se manifestam por todos os cantos da cidade, quando se fala do pe. Victor, ele com seu fusquinha não tem impedimento mesmo com seus quase 90 anos, para visitar o hospital duas ve-zes na semana, os doentes, as famílias carentes, as comunidades urbanas e rurais. Sua presença educadora no ora-tório, na igreja ou em qualquer ambien-te. Seu incansável zelo pastoral deixou uma marca em todas as três paróquias que atualmente existem na cidade e em todas, exatamente em todas as mais de 20 capelas, que foram iniciadas, constru-

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ídas, reformadas ou projetadas por ele e que hoje garantem a presença da Igreja Católica em todos os bairros da cidade. Tudo se encerrou com um grandioso al-moço no nosso oratório. Confraternizan-do com o aniversariante que radiante de alegria em nenhum momento sequer se arrependeu de ser padre e de ter feito as escolhas que fez.

Muita saúde e força para que este ca-nossiano incansável continue semeando o bem, partilhando com os que menos tem a alegria de ser amado por Deus e por isso amando a todos.

Pe. diego humeniuk fdcc Nova Odessa – SP – Brasil

60º di Ordinazione Sacerdotale: “nozze di diamante”. 70 anni “nozze di

bronzo”, e poi? “Nozze di Paradiso” !Con i miei 88 anni e 6 mesi, mi sento ancora giovane e lavoro sempre,

specialmente in oratorio e con i malati. (più di 150 nella mostra parrocchia) e ogni

martedì e venerdì visito gli ammalati ricoverati in ospedale.

La mia vita canossiana e sacerdotale è cosi:- 88 di vita- 68 anni di vita religiosa canossiana- 67 anni di apostolato tra i ragazzi e giovani - 60 anni de sacerdozio- 41 anni di missione in Brasile.

Non mi sono mai pentito di essere canossiano e sacerdote. “Grazie a Gesù perche mi

ha sempre accompagnato, mi ha giudicato degno di essere suo ministro, fedele e per-

severante”.

Grazie ai miei genitori e fratelli, a Don Antonio Slongo (mio parroco), ai Servi di Dio P.

Angelo Pasa e Fra Giovanni Zuccolo e a tanti buoni esempi ricevuti dai Padri canos-

siani. Posso dire che da Mons. Slongo ho imparato “a non perdere tempo”, da P. Angelo “l’a-

more alla Congregazione” e da Fra Giovanni “l’amore all’oratorio”.

Termino con tre frasi che ripeto sempre:C’è più gioia nel dare che nel ricevere.

Chi perde la vita per Gesù in questo mondo, riceve la vita eterna.

Fare della nostra vita un dono a Dio e al prossimo.

Grazie a tutti quelli che pregano per me e mi aiutano nella mia missione.

p. Victor Bortolo Facchin

il grazie del festeggiato

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FOGLIETTOil Kenya

Lo scorso luglio mi sono recato per alcuni giorni nella Missione di lgo-ma (Mwanza, Tanzania) guidata dal

2004 dai Padri Canossiani. Lo scopo della breve visita era principalmente quello di verificare tutti gli impianti e le costruzio-ni realizzati dal 2008, anno di primo in-tervento della Fondazione “San Zeno” di Verona.È impressionante pensare, ma soprat-tutto vedere, che là dove pascolavano le capre e veniva coltivata la mandioca, ora si è strutturato un grande e funzionante centro di attività pastorale a favore della popolazione della parrocchia intitolata a S. Giuseppina Bakhita e dell’intera zona di Igoma. Si era iniziato nel 2008 con la costruzione dell’Ukumbi “San Zeno”, la grande Sala

Polivalente completa di adiacenti ufficio, biblioteca e sala riunioni. Questa sala vie-ne continuamente utilizzata per impor-tanti eventi di formazione e di festa della Comunità potendo accogliere circa 500 persone. Lo stesso anno sono state costruite la Case Famiglia che è tuttora abitata da un nucleo di minori orfani assistiti da Opera-tori – Maria e Edward – sotto la supervi-sione di p. Stefano; le altre due case pre-viste sono state trasformate fin dall’inizio nella Scuola Materna. Tutte le strutture sono attrezzate di Servizi igienici e di ci-sterne per la riserva d'acqua.La Scuola Materna ha svolto fin dall’ini-zio la sua didattica seguendo il moder-no Metodo Montessori. Nel 2011 i Padri Canossiani hanno chiesto al Ministero

“là Dove C’era l’erBa… ora C’È Una Città!”

relazione sui progetti realizzati nella missione di igoma

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FOGLIETTOil

dell'Istruzione il riconoscimento gover-nativo e la parificazione della Scuola; tale riconoscimento è stato concesso anche alla Scuola Primaria, a condizione che venisse completato il ciclo (1, 2 o 3 anni di scuola materna + 7 anni della scuola elementare).Nel 2012 – ’13 sono state realizzate le aule per le prime due classi della Scuo-la Primaria, e così a gennaio 2014 entra in funzione, per le prime classi, la Scuo-la Primaria con ottimi risultati. Lo stesso anno è stato approvato il progetto di “Due nuove Aule per la Scuola Primaria di Igoma” finanziato dalla Fondazione “San Zeno”, in vista di completare il ciclo delle 7 classi della Scuola Primaria. Ora anche questo progetto si è felicemente concluso.Riassumendo si può dire che i risultati conseguiti grazie ai finanziamenti fatti fino al 2015 sono notevoli e pienamente funzionali alla missione educativa che la presenza canossiana si propone:

- La Scuola Materna, frequentata da 150 bambini, divisi in due turni, con la disponibilità di tre spaziose aule, direzione e segreteria, piccola cucina;

- La Scuola Primaria è frequentata da 120 ragazzi, in due turni, affiancata da una classe di recupero destinata sia agli adulti che ai ragazzi (che non hanno potuto frequentare regolar-mente la scuola);

- Doposcuola, organizzato nel pome-riggio, frequentato anche dai ragazzi della scuola pubblica, per un totale di 220 persone che usufruiscono delle aule e della sala polivalente;

- Nella Casa Famiglia sono ospitati e assistiti negli studi 15 ragazzi orfani.

L'intera complesso segue e/o ospita 505 bambini e ragazzi ai fini educativi e di studio.La missione mette a disposizione per gli alunni e per i ragazzi della parrocchia e

della zona, i campi da gioco quali calcio, pallacanestro ecc, e i vari gazebo, per at-tività oratoriane, sportive e ricreative, ma anche per la catechesi o per altri incontri e attività di gruppo quali le corali.Nella mia visita ho constatato con soddi-sfazione che quanto è in stato fatto nel corso di questi anni, gli obiettivi che la Fondazione “San Zeno” si proponeva ap-provando i nostri progetti e concedendo il suo sostegno economico, sono stati ampiamente raggiunti e quanto è stato realizzato ha un futuro certo per I'educa-zione e la formazione dei ragazzi e della popolazione. Tutti gli impianti sono in buone condizio-ni e sono stati costruiti nel rispetto degli standard della zona. Sarà importante ga-rantire la necessaria manutenzione, ma-gari anche attraverso l’opera di volontari provenienti dall'Italia, ma sempre con l’obiettivo di formare operatori locali che sappiano mantenere in buono stato e sviluppare quanto è stato costruito.Davvero possiamo assicurare alla Fon-dazione “San Zeno” che il suo intervento economico a favore dei progetti della missione, è andato a buon fine, soprat-tutto perché non si è costruita una cat-tedrale nel deserto”, ma si è data una “canna da pesca” e si sta insegnando a pescare, soprattutto per lo sviluppo della educazione e della formazione delle nuo-ve generazioni. Da parte mia e dell’amico Giulio De Bor-toli che mi ha accompagnato, un vivo ringraziamento ai padri Kessy, Stefano e Emmanuel, e a tutto il personale e la gente di Igoma, per il loro cordiale “kari-bu” (accoglienza), per la disponibilità ad assisterci in tutto durante la nostra visi-ta, e soprattutto per il loro impegno ve-ramente missionario in quella periferia, per far funzionare le strutture e le opere realizzate. “Asante! Kwaherini”! (Grazie! E arrivederci!).

dott. Carlo Valerio

Kenya

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FOGLIETTOil Kenya

U n grande maestro della vita spi-rituale diceva che si deve stare parecchio attenti a quello che si

chiede nelle preghiere, perché il Signore potrebbe prenderci in parola.Proprio quello che è successo a noi, la comunità della casa di formazione di Nai-robi. Non abbiamo fatto in tempo a de-siderare di fare un’esperienza di missione in una delle zone del Kenya dove l’evan-gelizzazione è ancora all’abicì, che siamo stato accontentati! Ai primi di luglio, per quasi due settimane, siamo stati ospiti della diocesi di Maralal.Maralal è una cittadina del Nord del Ken-ya, capoluogo della Samburu County, una fetta di territorio grande come la Slovenia, solo molto più polverosa, che si estende in una regione fatta di altopiani e savane, tra il monte Kenya, il lago Turkana e la Rift Valley. Strade asfaltate: zero! È la terra di popolazioni dedite alla pastori-zia, di tradizioni e cultura millenarie, fie-re e coloratissime: i Samburu, i Turkana,

i Pokott. Queste tribù provengono dallo stesso ceppo etnico (i ‘Nilotici’), parlano una lingua molto simile, vivono da sem-pre sullo stesso territorio, e da sempre si fanno la guerra. Nelle steppe semi-desertiche di questa fetta di Kenya, ogni vegetale ed arbusto ha le spine, per pro-teggersi. Le acacie, il coriandolo, i vari ce-spugli che proliferano laggiù si difendono come possono da capre e cammelli, che mangiano tutto quello che capita a por-tata di naso. Tutti i maschi adulti dei Sam-buru, Turkana e Pokott portano lancia e spada, per difendersi dal ‘nemico’, ovvero dai guerrieri delle altre tribù. La prova di coraggio che un giovane deve superare per diventare un ‘moran’ (un guerriero) è quella di uccidere un leone, o un nemi-co…Samburu County corrisponde al territorio della diocesi di Maralal. Il vescovo di Mara-lal che ci ha accolto per questa esperien-za, è padre Virgilio Pante, un missionario dei Padri della Consolata, originario di La-

“ConDUCimi, Signore, SU vie… polveroSe!”

esperienza missionaria della comunità formatiVa di nairobi nella diocesi di maralal (Kenya)

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mon (Belluno), da queste parti da quasi 50 anni, ormai più Samburu/Turkana/Pokott che veneto. Nel suo stemma di vescovo, padre Pante, ha messo l’immagine di un leone disteso accanto ad un agnellino (ri-chiamo alla profezia di Isaia 11,6-7: “Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leone pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà”), e l’iscrizione “With the Ministry of Reconciliation” (dalla seconda lettera ai Corinzi 5,18: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”). Il motivo di questa scel-ta, ovviamen-te, ha a che fare con l’im-pegno di tutta la diocesi di Maralal per la riconciliazione e la pace delle comunità dei Samburu/Tur-kana/Pokott.Quando hanno visto lo stemma del Vescovo, all’inizio, gli an-ziani dei Sam-buru/Turkana/

Pokott ridevano e di-cevano: “Quando mai è successo che il leone sia andato d’accordo con le sue prede?”. Poi, il 7 gennaio del 2002, nella Samburu Game Reserve, è accaduto un fatto mai visto prima: una leonessa ha ‘adottato’ un cuc-ciolo di antilope, e se lo è portato a spasso ed accudito per di-versi giorni, sotto gli occhi esterrefatti

di turisti, giornalisti, e degli anziani del posto. Questi ultimi, Samburu/Turkana/Pokott, si sono presentati in delegazione congiunta dal Vescovo, gli hanno chiesto scusa e hanno promesso di collaborare con le sue iniziative di riconciliazione e di pace: “Se leoni e antilopi possono vivere in pace, perché non potremmo farlo anche noi?”.La storia è davvero bella ed istruttiva. Basta cambiare nomi e località, e porsi la stessa domanda finale: “Perché non po-tremmo farci prossimi anche noi?”.

P. Angelo Bettelli

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FOGLIETTOil Kenya

Dopo l’esperienza missionaria nella diocesi di Maralal, e prima della ripresa delle lezioni di filosofia e

teologia, noi due chierici, tre novizi e il postulante della casa di Nairobi, abbia-mo potuto cimentarci in un Grest tutto africano. Per tre settimane, abbiamo ani-mato con la collaborazione di giovani animatori e la supervisione di p. Angelo, uno sciame di oltre 250 bambini e ragazzi che hanno invaso e occupato gli gli spazi interni ed esterni della Cappella St. Moni-ka di Ongata Rongai (periferia di Nairobi) per realizzare l’esperienza oratoriana tut-ta canossiana del Grest. Con la sua solita creatività padre Angelo ha ideato il pro-gramma e preparato colorati cartelloni che illustrano la storia del profeta Elia, presentata ai ragazzi anche attraverso la drammatizzazione degli animatori. Alla presentazione della storia di Elia se-guivano momenti di riflessione, danze e canti, e poi giochi e attività varie. Un vero

successo, questo Grest tradotto in lingua swahili e nella realtà della periferia di Nairobi: sia per la felicità dei ragazzi che vi hanno partecipato, sia per i giovani animatori che hanno sperimentato cosa vuol dire prendersi cura dei più piccoli, sia per noi che cominciamo così ad as-saggiare cosa vuol dire “fare oratorio”. Il tutto quest’anno, sotto lo sguardo foto-grafico di padre Pierantonio Valente che da giugno ad agosto è stato da queste parti e ha lavorato anche come nostro fotoreporter! Ma l’oratorio canossiano continua anche durante il resto dell’anno scolastico, ac-canto allo studio, impegnando noi semi-naristi nella catechesi nelle scuole, con i Ministranti di N. S. di Guadalupe da for-mare e addestrare, e il gruppo giovani di Santa Monika da accompagnare per il canto e la formazione.

Fratel Julius

esperienza di oratorio per i nostri formandi di nairobi

elia profeta protagoniSta Del greSt Di ongata rongai

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FOGLIETTOil

Having all SWeetneSS WitHin it

l’esperienza di shyam alle soglie dell'ordinazione presbiterale

(“che porta in sé ogni dolcezza”)

Q uando i Parsi (gruppo religioso in-diano) arrivarono in India entran-do dallo stato del Gujarat – rac-

conta la storia - incontrarono Jadi Rana, re del Gujarat e chiesero il permesso di vi-vere nel suo regno. Il Re rispose indicando una tazza di latte colma fino all’orlo per dire che il suo regno già saturo non poteva accogliere altri. Per tutta risposta uno dei sacerdoti Parsi aggiunse un pizzico di zuc-chero al latte, per dire che loro non avreb-bero aggiunto nulla, ma solo reso più dolce la vita del regno. Il re Jadi Rana allora offrì rifugio ai Parsi e permise loro di praticare la loro religione e le loro tradizioni. Parten-do da questa storia, p. Shyam racconta la sua esperienza di quasi 9 anni nelle Filippi-ne. Un’esperienza indimenticabile per cui ringraziare Dio e la Delegazione filippina; un’opportunità di comunione, formazione e scambio culturale di ricchezze umane, religiose. È stata esperienza di fede nella

Provvidenza. Non sono mancate difficoltà e gioie, ostacoli e fatiche, ma ogni espe-rienza porta in sé la misericordia di Dio. Tutto è stato DONO: tempo, opportunità, incontri, discernimento, per aprire la sua vita nella vocazione canossiana, nella gra-titudine a Dio. Papa Francesco continua a ricordarci che per tutta la vita noi siamo pellegrini, sempre sulla via. Per Shyam è stato davvero come il viaggio di un pelle-grino che arriva a scoprire il costante amo-re di Dio, che dovunque possiamo vivere lo spirito canossiano di bontà e flessibilità, imparando ad essere felici là dove siamo, e questa gioia è dono di Dio. Senza un po’ di sacrificio, non si raggiunge nulla; nella sof-ferenza siamo più uniti a Gesù. Abbraccia-re la fatica per amore e con gioia, è la via canossiana, proprio come Cristo Crocifisso ci ha mostrato sulla Croce. Così si aggiun-ge dolcezza alla vita, in qualsiasi posto noi ci troviamo, attraverso l’amore.

India

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I have read an interesting ancient sto-ry of Parsi ( Parsi Community – who hails from Persia) of their initial ar-

rival in India. They first arrived in Gujarat state, and they met Jadi Rana, the King of Gujarat. After their arrival in Gujarat, India, they approached king Jadi Rana to seek permission to live in his kingdom. In response to their request, the King Jadi Rana motioned to a vessel of milk filled to the very brim to signify that his kingdom was already full and could not accept re-fugees. In response, to this gesture one of the Zoroastrian priests added a pinch of sugar to the milk, thus indicating that they would not bring the vessel to over-flowing and indeed make the lives of the citizens sweeter. Jadi Rana gave shelter to the emigrants and permitted them to practice their religion and traditions fre-ely.Lessons of this story: - Every country is rich in their own cul-

ture, religious, customs, and traditio-nal practices.

- The gesture of Zoroastriam priests adding a pinch of sugar to the milk is a gesture that signifies we need to respect other cultures and values.

- Adding sugar in the milk gives swe-

etness, in the same way our presence in different culture should add sweet-ness to the way of life.

- Lastly, celebrating the differences, cultures and journeying towards uni-ty and love.

Recalling my life in the Philippines for al-most 9 years has been an unforgettable experience. I thank God for the opportu-nity given to me through the congrega-tion particularly I thank whole Delegation of the Philippines for helping me du-ring my formation years. Wholehearted thanks to all the fathers and brothers in the Philippines. Recalling my past experiences is entering the mystery of my life from the point of view of faith in God's providence. Difficul-ties and joys, up-times and down-times, all of my life's experiences carry the mes-sage of God's mercy. All my formation years in the Philippines, I was given time, opportunities, encounters, discerning to open my life to God in thanksgiving for the gift of Canossian Vocation. Pope Francis reminds us we are lifelong pilgrims, always on the way, never able to really settle in. My journey in the Phi-lippines was like a pilgrim journeying to acknowledge God’s love constantly. I be-lieved that regardless of where we are in the world, we never lose that Canossian spirit of goodness and resilience. Initially I faced lot of difficulties, adjustments but gradually it’s important to find happiness where we are … although there were mi-sunderstandings, obstacles, but among these, my joy was in my heart, this joy is gift of God and I can go on trusting in the one who has called me to this Canossian Vocation. Without some suffering, we cannot achieve anything; it is through suffering we are united with Christ. Em-bracing suffering is a way of Canossian life, just as Christ Crucified shown all of us on the Cross. At the end, to add sweetness to life whe-rever we are, through love.

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FOGLIETTOil India

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FOGLIETTOil

let's look for the children: “What man among you having a hundred sheep and losing one of them would not

leave the ninety-nine in the desert and go after the lost one until he finds it? And when he does find it, he sets it on his shoulders with great joy and, upon his arrival home, he calls together his friends and neighbors and says to them, ‘Rejoice with me because I have found my lost sheep.’” (Luke 15: 4-6).LOOKING FOR THE LOST is the empha-

sis in the WORD OF GOD. It is a daily ex-perience of our life. It’s indeed our expe-rience about NILESH, a small boy 7 years old; from Talasari. His mother is mentally ill; his father left the family. NILESH has been staying in our Ashram for the past 3 years. After last summer holidays, his mother doesn’t want to send him to our ASHRAM to study. She wants to keep all the children with her. With the Canossian

let'S looK for tHe CHilDren, let'S love tHe CHilDren, let'S eDUCate tHe CHilDren!

(fra gioVanni zuccolo)

I spirandosi alla nota espressione del SdD Fra Giovanni e alla pa-

rabola evangelica della pecorella smarrita, fratel Shyam, giovane diacono indiano che in ottobre sarà ordinato sacerdote, de-scrive con esempi di vita quotidiana accaduti nella casa di Vasai – Nilesh che la madre malata non vo-leva mandare all’ashram; Nikhil sfortunatamente morso da un serpente - come sia sempre attuale la missione canossiana di “andare in cerca”, “pren-dersi cura” ed “educare” i più piccoli, attraverso uno stile di presenza semplice e familiare che offra una casa e una famiglia a chi non ce l’ha.

India

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FOGLIETTOil IndiaSisters we made several visits to his vil-lage to find him. We could not find him and we were so much concerned about the future of Nilesh and his education. So one day, with the Canossian Sisters and Fr. Andrew (Parish Priest and principal of School of Talasari) went to meet Nilesh, to ask him personally if he wished to re-turn to our Ashram. The moment Nilesh saw our vehicle, tears rolled down from his eyes, and he expressed his desire to return to Ashram. However we gave an option that, he can stay with us for few days along with his grandfather, and after few days, if he doesn’t like, he can go back home. Nilesh was crying all through the journey, an emotional detachment from mother, but he likes to stay with us in Va-sai and his struggle has brought to good decision to stay with us. When he arrived in Ashram, all of his friends were so happy and welcomed him. He is happily study-ing now with us, his grandfather stayed with him for 20 days. This is not to sepa-rate mother from the child, but looking ahead for his best and his future. A deci-sion in search of the lost one: after sev-eral attempts, what a joy to share that we have found him!Let’s love the children: S. Magdalene of Canossa came to understand the trag-edy of children who are without love and support. As Canossians we carry the same mission. Once we have taken three 10th class (High school) boys for picnic, after the final exams. We visited an Orphanage run by religious. After returning to our ASHRAM, we asked them: what did you learn this day? One of the boys, Pratik, an-swered “We saw children sitting down on the floor for study, they sit on the floor to eat, they have very few toilets to use, and a very small playground. They have real-ized that, we are blessed to have many facilities and opportunities to study, live decently, play well, eat well and a good home to stay where we are loved”. This is indeed the purpose of our Canossian Mis-

sion in India. let's educate the children: Magdalene of Canossa said “Education is the most de-manding sector of our apostolate, but it is the most effective, since it normally de-termines one’s conduct for life.” On August 3, NIKHIL, a boy 10 years old was bitten by a viper while cleaning the garden. We brought him inside the house, tied his leg with thread to stop blood circulation and mmediately rushed him to the hospital; his leg was infected. We remained with him in the hospital, also feared and prayed so much for him. Our college and high school boys have volunteered to stay with Nikhil in the hos-pital to assist him, wiping him, bringing medicines, food etc. Some of the boys re-mained in the hospital sitting in an open space, full of mosquitoes etc. One of the most important characteristic of Canos-sian life is PRESENCE. These boys have learned this value of presence for one another. We appreciated very much their sacrifice. They have done these things vol-untarily with love and joyfulness. Every-day whenever we return from hospital, all the boys ask “Father, how is Nikhil? There is so much of care and concern for one another in the Ashram. Thanks to God, Nikhil got discharged after one week. This reminds of St. Magdalene words: “To care for Orphans is not sufficient; what matters is their all-round formation or education” This academic year 2015-2016, we have 50 children in our Ashram, 9 of them are new ones. Canossian Mission in In-dia works for providing environment of Home for holistic education, to kindle the light of education in each child. In Nandigaon there are 9 students going to school. We, Indian community, express our gratitude to all the benefactors for their generous help, which brings ray of hope in the lives of underprivileged chil-dren of India.

Fr. Vitthal, Robert and Shyam

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FOGLIETTOil

L o scorso agosto, insieme a due gio-vani volontari veronesi, Alberto e Michela, abbiamo vissuto un'espe-

rienza nelle missioni brasiliane dei Padri Canossiani. È proprio da lì che abbiamo pensato a tanti amici volontari e colla-boratori, inviando loro un grande grazie anche a nome di tutti i Confratelli missio-nari del Brasile e dell’Associazione "MANO AMICA CANOSSIANI" ONLUS.Con il prezioso contributo di tanti volon-tari infatti, lo scorso 20 giugno, abbiamo potuto realizzare presso il Circolo 1° mag-gio di Montorio (VR) la CENA SOLIDALE che insieme alla ricca Lotteria e al MER-CATINO SOLIDALE, ha ottenuto un risul-tato ancor migliore del 2014 superando al netto da spese quota € 6.000.Questo ricavato è stato devoluto a favore dei progetti realizzati nelle nostre missio-ni qui in BRASILE a favore della popolazio-ne più povera, in particolare di Agostinho Porto e Piabetà, nella Baixada Fluminen-se, periferia di Rio de Janeiro, dove anche noi siamo stati ad offrire la nostra colla-borazione.Con i due ragazzi volontari, Alberto e Michela, abbiamo partecipato alle varie attività della Missione, cercando di co-noscerle meglio, valutandone anche la progettualità e l’efficacia; concretamente abbiamo collaborato alla ricostruzione di una casa per una famiglia disagiata; ab-biamo visitato varie famiglie di bambini adottati a distanza, partecipando alle at-tività negli oratori e centri sociali, scuole e doposcuola (progetto del “Piccolo Princi-pe”); dando una mano nel centro ambula-toriale per poveri, all'assistenza dei bam-bini più piccoli. Ancora grazie di cuore a tutti i nostri sostenitori anche nome di tutta l'Associazione Mano Amica. Grazie a

chi ci ha permesso di fare questa espe-rienza. Positiva e da riproporre anche a molti altri giovani delle nostre comunità parrocchiali e oratoriane.

P. gianluigi Andolfo , michela e Alberto

volontariato miSSionarioagostinho porto - rj (brasile)

ufficio missioni

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FOGLIETTOilufficio missioni

Lo scorso 19 giugno si è spento a Padova presso l’Opera

Immacolata, padre Dino Marcello Gia-nola. Nato a Venezia il 10 aprile 1928, e cresciuto nell’Oratorio di san Giobbe, en-trò in Congregazione facendo nell’anno 1955 – ’56 il suo noviziato a Castelli. Era il terzo fratello di una numerosa famiglia che avrebbe dato alla Chiesa ben quat-tro religiosi sacerdoti: tre Canossiani – p. Marcello, lui, e p. Pietro - e p. Emilio della Congregazione dei Padri Cavanis. Ordi-nato sacerdote nella cattedrale di Asolo il 7 luglio 1963 dal vescovo Mons. Mistro-rigo, ha esercitato il suo ministero canos-siano in varie case dell’istituto: nel colle-gio di Salerno, nell’oratorio di Voghera, a Venezia all’Oratorio di san Giobbe, fu direttore dell’oratorio di S. Giorgio di Aci-

lia (RM) e di Caltagirone. Tornò a Venezia e poi fu tra i religiosi che iniziarono la presenza canossia-na nell’Oratorio di Fasano in Pu-glia. Nel 1982 passò alla diocesi di Chioggia e servì le comunità più disagiate del basso Polesi-ne. Creativo e infaticabile nel suo apostolato ha sempre conservato e vissuto quello spirito canossia-no e soprattutto quella passione per l’oratorio che aveva respirato e assimilato nel suo ambiente di origine, l’oratorio di san Giobbe a Venezia. Le sue esequie sono state celebrate il 22 giugno nella Chiesa dei SS. Geremia e Lucia, e ora riposa con i fratelli che lo hanno preceduto, nel Cimitero di Venezia sull’isola di S. Michele.

riCorDo Di p. Dino gianolain memoria

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Lo scorso 7 agosto, dopo lunga malat-tia serenamente accettata e vissuta, amorevolmente assistita dai familia-

ri, è tornata alla casa del Padre Antonia De Lucchi. Le esequie celebrate nella chiesa parrocchiale di Castelli di Monfumo (TV),

hanno visto una folla di parenti, parroc-chiani e conoscenti. Amò la sua famiglia, e vi si dedicò con amore, preoccupata sempre anche della formazione cristiana. Ebbe cura del suo cammino spirituale, partecipando assiduamente alla vita della comunità parrocchiale, alla messa quoti-diana finché le fu possibile, e alle iniziative di formazione. Fece parte anche dell’as-sociazione Volontari della Sofferenza, in-teressandosi sempre e visitando i malati e gli anziani del paese. Antonietta è stata sempre molto vicina ai Padri Canossiani, non solo alla comunità di Castelli, o a quel-li conosciuti durante l’anno di noviziato, ma a tutta la Congregazione, e soprattutto alle sue Missioni. La sua casa e il suo cuore erano sempre aperti per accoglierci. Alla porta del Cielo ha trovato senz’altro Gesù Buon Pastore pronto ad accoglierla.

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FOGLIETTOil

Lo scorso 22 agosto, all’età di 90 anni, ci ha lasciato per raggiungere il Cie-lo, MARIA ZATTARA. Era sorella di P.

Carlo Giuseppe Zattara. Da alcuni anni era ospitata a Villa S. Angela, residenza protet-ta delle suore Orsoline di Breganze dove vive e opera la sorella Suor Domenica, che l’ha amorevolmente assistita fino alla fine. Non era sposata, ma aveva riempito la sua vita di preghiera e carità. Ha assistito i ge-nitori Domenico e Giuditta. Poi è divenuta il punto di riferimento per tutta la grande famiglia. Impegnata in parrocchia come catechista e ministro straordinario dell’Eu-caristia, per alcuni anni accolse in affido un ragazzo, Mauro, che la amò come una mamma. La sua vita semplice risplende della santità evangelica quotidiana, de-scritta nel vangelo di Matteo: “Ogni volta che avete fatto questo a uno dei miei fratelli

più piccoli, l’avete fatto a me!” . Amò l’Isti-tuto Canossiano sostenendo il seminario, interessandosi sempre, pregando per i Ca-nossiani che aveva conosciuto e per tutti, soprattutto per le missioni. Il suo ricordo è in benedizione e in gratitudine. Continui a pregare per noi dal Cielo!

in riCorDo Di maria zattara e Di antonia De lUCCHi

in memoria

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in memoriacarissimi amici lettori del foglietto...“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal Servo di Dio padre Ange-lo Pasa per far conoscere l’Istituto Canossiano e per chiedere aiuto per il sostegno del nascente seminario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare negli ultimi anni dall’indimen-ticabile padre Modesto Giacon.Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possia-mo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Isti-tuto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni Canossiane e dei loro progetti.

Per ricevere il FOgliEttO non c’è bisogno di abbonamento; se non siete ancora iscritti e de-siderate riceverlo o per segnalare un cambio di indirizzo, compilate il modulo e rispeditelo a

il foglietto dell’istituto dei canossianiVia s. giuseppina baKhita, 1 – 37142 - poiano Verona

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se si desidera l’inVio tramite posta elettronica, barrare la casella sottostante:

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IL FOGLIETTODELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI

Pubblicazione trimestrale n. 3— Anno 84 — Luglio - Settembre 2015Spedizione in abbonamento postale Art. 2 — Comma 20/c — L. 662/96 — Filiale di Verona

La corrispondenza all’Istituto dei Canossiani:Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA — Tel 045 528857 — Fax 045 534047

Internet: www.canossiani.org — E-mail: [email protected] C.C.P. 18530378 — IBAN IT 16 W 05034 11750 000000153743

intestato a Congregazione Figli della Carità CanossianiPresso Banco Popolare di Verona - sede di Verona - 0001

La corrispondenza per i progetti missionari: Ufficio Missioni “Mano Amica - Canossiani” ONLUS

Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA - Tel e Fax 045 8408891Internet: www.manoamica.canossiani.org — E-mail: [email protected]

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miSeriCorDia È il SeConDo nome Dell’amore!

“Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi

che fuggono dalla morte per la guerra e la fame, e sono in cammino verso una speranza

di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede, di essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati.

A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire:

‘Coraggio, pazienza!.La speranza cristiana

è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura.

Spesso noi siamo ripiegati e chiusi in noi stessi, e creiamo

tante isole inaccessibili e inospitali; persino i rapporti umani più elementari a volte creano delle realtà incapaci

di apertura reciproca: la coppia chiusa, la famiglia chiusa,

il gruppo chiuso, la parrocchia chiusa, la patria chiusa; questo non è Dio, è il nostro peccato!”

Papa Francesco, Angelus di domenica 6 settembre

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