Il Foglietto dell'Istituto dei Canossiani - n. 2/3 2013

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FOGLIETTO il dell’Istituto dei Canossiani Anno 82 n. 2/3 Aprile - Settembre 2013 Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non “guardate dal balcone” la vita, mettetevi in essa, Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso; non “guardate dal balcone” la vita, immergetevi in essa come ha fatto Gesù. Papa Francesco - Veglia di preghiera con i giovani (Rio de Janeiro, 27 luglio 2013) PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 82 - N. 2/3 - Aprile - Settembre 2013 Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona

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Trimestrale della Congregazione dei Padri Canossiani, nato 82 anni fa come strumento di comunicazione per i tanti amici dell’Istituto e i sostenitori delle opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.

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FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani

Anno 82 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2013

Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non “guardate dal balcone” la vita, mettetevi in essa, Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso; non “guardate dal balcone” la vita, immergetevi in essa come ha fatto Gesù.

Papa Francesco - Veglia di preghiera con i giovani (Rio de Janeiro, 27 luglio 2013)P

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Sommario

AVVISO AL LETTOREL’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte dell’archivio elettronico del nostro Istituto allo scopo di poterle spedire il nostro periodico. Nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 675/1996 sulla tutela dei dati personali (privacy) la informiamo che i suoi dati (indirizzo) saranno utilizzati solo per l’invio del bollettino e non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. Per essi lei potrà richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamenti, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Direttore Responsabile de “Il Foglietto”:

P. Antonio PapaVia Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA

Direttore resp.: Padre Antonio PapaCon approvazione ecclesiastica

Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962In redazione: Francesca MauliStampa: Stimmgraf – Verona

Tel. 045 8731282

FOGLIETTOildell’Istituto dei Canossiani Anno 82 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2013

La Chiesa che Papa Francesco sogna… – Discorso del Santo Padre durante l’incontro con i Vescovi pag. 1Sempre in… gamba, come alla prima edizione! – La “Cicloverde” di Cavarzere è giunta alla 34° edizione » 8Ragguardevoli traguardi di Padre Giuseppe Baccin – Festeggiato nella parrocchia e nell’oratorio di Lavis » 930° di presenza canossiana a Riposto - 25° della parrocchia dei Santi Apostoli » 10Una felice rimpatriata a Ca’ Zen di Asolo – La giornata di fraternità delle Comunità del Nord-Est » 13Giubilei di Professione religiosa e di ordinazione sacerdotale 2013 » 14Grazie, Marina! – In pensione dopo 41 anni di servizio al Patronato di Conselve » 16Un «laboratorio di talenti» – Grest all’Oratorio di Lavis » 17“FantaSì” e la storia infinita – Al Grest 2013 dell’Oratorio di Fasano (BR) » 18Alle sorgenti dell’arcobaleno! – Grest a Conselve » 19Megalì – il segreto della città sospesa – A Favignana, un mese per creare legami di gioia insieme » 21Tre settimane a FantàSì – Oratorio Estivo a S. Maddalena di Canossa – RM Ottavia » 22“Gimme five… ho trovato un senso!” – Grest a Castelli di Monfumo » 23“Everybody: un corpo mi hai preparato!” – Grest all’Oratorio dei SS. Giacomo e Giovanni - Milano » 24In cammino… con la Caritas diocesana di Padova – Aperto il Centro di Ascolto Vicariale » 25“Come se vedesse l’invisibile...” – 18-22 luglio, Esercizi spirituali per i Laici Canossiani a Moccone » 27Primo incontro del coordinamento nazionale ALC – Roma, Don Orione, 25 - 26 maggio 2013 » 28“O Senhor Jesus nos envia ao mundo todo!” – Nova missão canossiana em Presidente Dutra, Maranhão » 30

Attività estive in parrocchia e in oratorio a Tondo – Parrocchia San Pablo Apostol – Tondo, Manila » 33Special events in the journey of the Philippine Delegation » 37Nozze nel Signore e nella solidarietà per Sara e Fabrizio – Un modo solidale per celebrare le feste della vita » 38

La solidarietà... fa festa! – Cena solidale a favore delle missioni di Brasile e Filippine » 41

Celebrazioni per il 25° del Seminario Canossiano – Il messaggio del p. Vicario Generale » 32

Il Gruppo Missionario si incontra – S. Giorgio di Acilia - Roma, 7 giugno 2013 » 42

Dalla GMG di Manila un contatto di amicizia e un’adozione a distanza per Tondo » 40

In memoria di p. Marcello Gianola » 43“Vi volete bene?” – Ricordo di M. Renata Colombo » 44In

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La Chiesa che Papa Francesco sogna…

Cari fratelli, com’è buono e bello trovarmi qui con

voi, Vescovi del Brasile! (…)Siamo riuniti un po’ in disparte (…) per ri-manere da soli e poter parlare da cuore a cuore, come Pastori ai quali Dio ha affida-to il suo Gregge. Nelle strade di Rio, gio-vani di tutto il mondo e tante altre mol-titudini ci aspettano, bisognosi di essere raggiunti dello sguardo misericordioso di Cristo Buon Pastore, che siamo chiamati a rendere presente. Godiamo, quindi, di questo momento di riposo, di condivisio-ne, di vera fraternità. Cominciando dalla Presidenza della Conferenza Episcopale e dall’Arcivescovo di Rio de Janeiro, voglio

abbracciare tutti e ciascuno, specialmen-te i Vescovi emeriti. Più che un discorso formale, voglio condi-videre con voi alcune riflessioni. La prima mi è venuta in mente quando ho visitato il santuario di Aparecida. Lì, ai piedi della statua dell’Immacolata Concezione, ho pregato per voi, per le vostre Chiese, per i vostri presbiteri, religiosi e religiose, per i vostri seminaristi, per i laici e le loro fami-glie e, in modo particolare, per i giovani e per gli anziani, entrambi sono la speranza di un popolo; i giovani, perché portano la forza, l’illusione, la speranza del futuro; gli anziani, perché sono la memoria, la sag-gezza di un popolo1.

Discorso del Santo Padre durante l’incontro con i Vescovi del Brasile - Rio de Janeiro – Episcopio, 27 luglio 2013

1 Il Documento di Aparecida sottolinea come i bambini, i giovani e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli (cfr n. 447).

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1. Aparecida: chiave di lettura per la mis-sione della Chiesa In Aparecida, Dio ha offerto al Brasile la sua propria Madre. Ma, in Aparecida, Dio ha dato anche una lezione su Se stesso, circa il suo modo di essere e di agire. Una lezione sull’umiltà che appartiene a Dio come tratto essen-ziale, è nel DNA di Dio. C’è qualcosa di pe-renne da imparare su Dio e sulla Chiesa in Aparecida; un insegnamento che né la Chiesa in Brasile, né il Brasile stesso devo-no dimenticare. All’inizio dell’evento di Aparecida c’è la ricerca dei poveri pescatori. Tanta fame e poche risorse. La gente ha sempre biso-gno di pane. Gli uomini partono sempre dei loro bisogni, anche oggi. Hanno una barca fragile, inadatta; hanno reti scaden-ti, forse anche danneggiate, insufficienti. Prima c’è la fatica, forse la stanchezza, per la pesca, e tuttavia il risultato è scarso: un fallimento, un insuccesso. Nonostante gli sforzi, le reti sono vuote. Poi, quando vuole Dio, Egli stesso subentra nel suo Mi-stero. Le acque sono profonde e tuttavia nascondono sempre la possibilità di Dio;

e Lui è arrivato di sorpresa, forse quando non era più atteso. La pazienza di coloro che lo attendono è sempre messa alla prova. E Dio è arrivato in modo nuovo, perché può sempre reinventarsi: un’im-magine di fragile argilla, oscurata dalle acque del fiume, anche invecchiata dal tempo. Dio entra sempre nelle vesti della pochezza. Ecco allora l’immagine dell’Immacolata Concezione. Prima il corpo, poi la testa, poi il ricongiungimento di corpo e testa: unità. Quello che era spezzato riprende l’unità. Il Brasile coloniale era diviso dal muro vergognoso della schiavitù. La Ma-donna Aparecida si presenta con il volto negro, prima divisa, poi unita nelle mani dei pescatori. C’è un insegnamento perenne che Dio vuole offrire. La sua bellezza riflessa nel-la Madre, concepita senza peccato ori-ginale, emerge dall’oscurità del fiume. In Aparecida, sin dall’inizio, Dio dona un messaggio di ricomposizione di ciò che è fratturato, di compattazione di ciò che è diviso. Muri, abissi, distanze presenti an-

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Tanti i discorsi e gli interventi, soprattutto molti i segni eloquenti e rinnovatori, offer-ti dal Papa Francesco durante la sua visita in Brasile in occasione della GMG. Offerti

con quella semplicità e immediatezza evangelica che si stanno rivelando come suo carisma personale, suo stile pastorale. Ogni Papa, nell’offrire alla Chiesa il suo ministe-ro di unità e di guida, offre anche il suo dono personale, il suo modo di vivere e di incar-nare la fede, il servizio, la presidenza nella carità. Abbiamo scelto di pubblicare parte del suo discorso, meglio della sua conversazione, con i Vescovi del Brasile. Rilegge in profondità il messaggio dell’apparizione della Vergine in Aparecida. Rivela di cono-scere a fondo non solo il testo del documento di Aparecida (al quale aveva lavorato in prima persona da cardinale), ma anche la realtà del Brasile e della Chiesa brasiliana, le sue povertà e le sfide che la attendono. Ma rivela anche il volto di Chiesa che Papa Francesco sogna e propone alla Chiesa universale: una Chiesa madre, che agli incroci dell’umanità, incontra Dio e incontra le attese dell’uomo. Una Chiesa in permanente conversione spirituale e pastorale; una Chiesa attenta soprattutto alle periferie, come lo è l’Amazzonia per il Brasile.

Visita apostolica del Papa in Brasile per la GMG 2013

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che oggi sono destinati a scomparire. La Chiesa non può trascurare questa lezio-ne: essere strumento di riconciliazione. I pescatori non disprezzano il mistero in-contrato nel fiume, anche se è un mistero che appare incompleto. Non buttano via i pezzi del mistero. Attendono la pienezza. E questa non tarda ad arrivare. C’è qual-cosa di saggio che dobbiamo imparare. Ci sono pezzi di un mistero, come tessere di un mosaico, che incontriamo e vediamo. Noi vogliamo vedere troppo in fretta il tutto e Dio invece si fa vedere pian piano. Anche la Chiesa deve imparare questa at-tesa. Poi, i pescatori portano a casa il mistero. La gente semplice ha sempre spazio per far albergare il mistero. Forse abbiamo ri-dotto il nostro parlare del mistero ad una spiegazione razionale; nella gente, inve-ce, il mistero entra dal cuore. Nella casa dei poveri Dio trova sempre posto. I pescatori “agasalham”: rivestono il mi-stero della Vergine pescata, come se lei avesse freddo e avesse bisogno di essere riscaldata. Dio chiede di essere messo al riparo nella parte più calda di noi stessi: il cuore. Poi è Dio a sprigionare il calore di cui abbiamo bisogno, ma prima entra con l’astuzia di colui che mendica. I pescatori coprono quel mistero della Vergine con il manto povero della loro fede. Chiamano i vicini per vedere la bellezza trovata; si ri-uniscono intorno ad essa; raccontano le loro pene in sua presenza e le affidano le loro cause. Consentono così che le inten-zioni di Dio si possano attuare: una grazia, poi l’altra; una grazia che apre ad un’altra; una grazia che prepara un’altra. Dio va gradualmente dispiegando l’umiltà mi-steriosa della sua forza. C’è da imparare tanto da questo atteggia-mento dei pescatori. Una Chiesa che fa spazio al mistero di Dio; una Chiesa che alberga in se stessa tale mistero, in modo che esso possa incantare la gente, attirar-

la. Solo la bellezza di Dio può attrarre. La via di Dio è l’incanto, il fascino. Dio si fa portare a casa. Egli risveglia nell’uomo il desiderio di custodirlo nella propria vita, nella propria casa, nel proprio cuore. Egli risveglia in noi il desiderio di chiamare i vicini per far conoscere la sua bellezza. La missione nasce proprio da questo fascino divino, da questo stupore dell’incontro. Parliamo di missione, di Chiesa missiona-ria. Penso ai pescatori che chiamano i loro vicini per vedere il mistero della Vergine. Senza la semplicità del loro atteggiamen-to, la nostra missione è destinata al falli-mento. La Chiesa ha sempre l’urgente bisogno di non disimparare la lezione di Apareci-da, non la può dimenticare. Le reti della Chiesa sono fragili, forse rammendate; la barca della Chiesa non ha la potenza dei grandi transatlantici che varcano gli oceani. E tuttavia Dio vuole manifestarsi proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi poveri, perché è sempre Lui che agisce. Cari Fratelli, il risultato del lavoro pasto-rale non si appoggia sulla ricchezza del-le risorse, ma sulla creatività dell’amore. Servono certamente la tenacia, la fatica, il lavoro, la programmazione, l’organizzazione, ma prima di tutto biso-gna sapere che la forza della Chiesa non abita in se stessa, bensì si nasconde nelle acque profonde di Dio, nelle quali essa è chiamata a gettare le reti.

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Un’altra lezione che la Chiesa deve ricor-dare sempre è che non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e non solo resta fuori dalla porta del Mistero, ma non rie-sce neppure ad entrare in coloro che dalla Chiesa pretendono quello che non pos-sono darsi da sé, cioè Dio stesso. A volte, perdiamo coloro che non ci capiscono perché abbiamo disimparato la sempli-cità, importando dal di fuori anche una razionalità aliena alla nostra gente. Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pe-scare” Dio nelle acque profonde del suo Mistero. Un ultimo ricordo: Aparecida è compar-sa in un luogo di incrocio. La strada che univa Rio, la capitale, con San Paolo, la provincia intraprendente che stava na-scendo, e Minas Gerais, le miniere molto ambite dalle Corti europee: un crocevia del Brasile Coloniale. Dio appare negli in-croci. La Chiesa in Brasile non può dimen-ticare tale vocazione inscritta in sé fin dal suo primo respiro: essere capace di sisto-le e diastole, di raccogliere e diffondere.

2. L’apprezzamento per il percorso della Chiesa in Brasile. I Vescovi di Roma hanno avuto sempre il Brasile e la sua Chiesa nel loro cuore. Un meraviglioso percorso è stato compiuto. Dalle 12 diocesi durante il Concilio Vati-cano I alle attuali 275 circoscrizioni. Non si è avviata l’espansione di un apparato o di un’impresa, ma piuttosto il dinamismo dei “cinque pani e due pesci” evangelici, che, messi a contatto con la bontà del Padre, in mani callose sono diventati fe-condi. (… il Papa ripercorre come gli ultimi Pon-tefici hanno accompagnato il cammino

della Chiesa brasiliana, ma anche il lavo-ro senza risparmio di molti pastori) Oggi siamo in un momento nuovo. Come si è bene espresso il Documento di Apareci-da: non è un’epoca di cambiamento, ma è un cambiamento d’epoca. Allora, oggi è sempre urgente domandarci: che cosa chiede Dio a noi? A questa domanda vor-rei tentare di offrire qualche linea di rispo-sta. 3. L’icona di Emmaus come chiave di let-tura del presente e del futuro. Anzitutto non bisogna cedere alla paura di cui parlava il beato John Henry New-man: «Il mondo cristiano sta gradualmen-te diventando sterile, e si esaurisce come una terra sfruttata a fondo che diviene sabbia»2. Non bisogna cedere al disin-canto, allo scoraggiamento, alle lamente-le. Abbiamo lavorato molto e, a volte, ci sembra di essere degli sconfitti, come chi deve fare il bilancio di una stagione ormai persa, guardando a coloro che ci lasciano o non ci ritengono più credibili, rilevanti. Rileggiamo in questa luce, ancora una volta, l’episodio di Emmaus (cfr Lc 24, 13-15). I due discepoli scappano da Ge-rusalemme. Si allontano dalla “nudità” di Dio. Sono scandalizzati dal fallimento del Messia nel quale avevano sperato e che ora appare irrimediabilmente sconfitto,

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2 Letter of 26 January 1833, in: The Letters and Diaries of John Henry Newman, vol. III, Oxford 1979, p. 204.

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umiliato, anche dopo il terzo giorno (vv. 17-21). Il mistero difficile della gente che lascia la Chiesa; di persone che, dopo es-sersi lasciate illudere da altre proposte, ritengono che ormai la Chiesa - la loro Ge-rusalemme - non possa offrire più qual-cosa di significativo e importante. E allora vanno per la strada da soli, con la loro de-lusione. Forse la Chiesa è apparsa troppo debole, forse troppo lontana dai loro bi-sogni, forse troppo povera per rispondere alle loro inquietudini, forse troppo fredda nei loro confronti, forse troppo autore-ferenziale, forse prigioniera dei propri rigidi linguaggi, forse il mondo sembra aver reso la Chiesa un relitto del passato, insufficiente per le nuove domande; for-se la Chiesa aveva risposte per l’infanzia dell’uomo ma non per la sua età adulta3. Il fatto è che oggi ci sono molti che sono come i due discepoli di Emmaus; non solo coloro che cercano risposte nei nuovi e diffusi gruppi religiosi, ma anche coloro che sembrano ormai senza Dio sia nella teoria che nella pratica. Di fronte a questa situazione che cosa fare? Serve una Chiesa che non abbia paura di uscire nella loro notte. Serve una Chiesa capace di intercettare la loro strada. Ser-ve una Chiesa in grado di inserirsi nella loro conversazione. Serve una Chiesa che sappia dialogare con quei discepoli, i quali, scappando da Gerusalemme, va-gano senza meta, da soli, con il proprio disincanto, con la delusione di un Cristia-nesimo ritenuto ormai terreno sterile, in-fecondo, incapace di generare senso. La globalizzazione implacabile, l’urbaniz-zazione spesso selvaggia, hanno promes-so molto. Tanti sono innamorati dalla po-tenzialità della globalizzazione e in essa c’è qualcosa di veramente positivo. Ma a tanti sfugge il lato oscuro: lo smarrimen-

to del senso della vita, la disintegrazione personale, la perdita dell’esperienza di appartenenza a un qualsivoglia “nido”, la violenza sottile ma implacabile, la rottura interiore e la frattura nelle famiglie, la so-litudine e l’abbandono, le divisioni e l’in-capacità di amare, di perdonare, di com-prendere, il veleno interiore che rende la vita un inferno, il bisogno della tenerezza perché ci si sente così inadeguati e infeli-ci, i tentativi falliti di trovare risposte nella droga, nell’alcool, nel sesso diventati ulteriori prigioni. E tanti hanno cercato scorciatoie, perché appare troppo alta la “misura” della Gran-de Chiesa. Molti hanno pensato: l’idea di uomo è troppo grande per me, l’ideale di vita che propone è fuori delle mie possi-bilità, la meta a cui tendere è irraggiun-gibile, lontana della mia portata. Tuttavia – hanno continuato – non posso vivere senza avere almeno qualcosa, sia pure una caricatura, di quello che è troppo alto per me, di quello che non mi posso per-mettere. Con la delusione nel cuore, sono andati alla ricerca di qualcuno che illuda ancora una volta. Il grande senso di abbandono e di soli-tudine, di non appartenenza neanche a se stessi che spesso emerge da questa situazione, è troppo doloroso per essere messo a tacere. C’è bisogno di uno sfogo e allora resta la via del lamento: come mai siamo arrivati a questo punto? Ma anche il lamento diventa a sua volta come un boomerang che torna indietro e finisce per aumentare l’infelicità. Poca gente è ancora capace di ascoltare il dolore; biso-gna almeno anestetizzarlo. Oggi, serve una Chiesa in grado di far compagnia, di andare al di là del sempli-ce ascolto; una Chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente; una Chiesa capace di decifrare la

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3 Nel Documento di Aparecida vengono presentate sinteticamente le ragioni di fondo di questo fenomeno (cfr n. 225).

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notte contenuta nella fuga di tanti fratel-li e sorelle da Gerusalemme; una Chiesa che si renda conto di come le ragioni per le quali c’è chi si allontana contengono già in se stesse anche le ragioni per un possibile ritorno, ma è necessario saper leggere il tutto con coraggio. Vorrei che ci domandassimo tutti, oggi: siamo ancora una Chiesa capace di ri-scaldare il cuore? Una Chiesa capace di ri-condurre a Gerusalemme? Di riaccompa-gnare a casa? In Gerusalemme abitano le nostre sorgenti: Scrittura, Catechesi, Sa-cramenti, Comunità, amicizia del Signo-re, Maria e gli Apostoli... Siamo ancora in grado di raccontare queste fonti così da risvegliare l’incanto per la loro bellezza? Tanti se ne sono andati poiché è stato loro promesso qualcosa di più alto, qual-cosa di più forte, qualcosa di più veloce. Ma c’è qualcosa di più alto dell’amore ri-velato a Gerusalemme? Nulla è più alto dell’abbassamento della Croce, poiché lì si raggiunge veramente l’altezza dell’amore! Siamo ancora in gra-do di mostrare questa verità a coloro che pensano che la vera altezza della vita sia altrove? Si conosce qualcosa di più forte della po-tenza nascosta nella fragilità dell’amore, del bene, della verità, della bellezza? La ricerca di ciò che è sempre più velo-ce attira l’uomo d’oggi: Internet veloce, auto veloci, aerei veloci, rapporti veloci... E tuttavia si avverte una disperata neces-sità di calma, vorrei dire di lentezza. La Chiesa, sa ancora essere lenta: nel tempo, per ascoltare, nella pazienza, per ricucire e ricomporre? O anche la Chiesa è ormai travolta della frenesia dell’efficienza? Re-cuperiamo, cari Fratelli, la calma di saper accordare il passo con le possibilità dei pellegrini, con i loro ritmi di cammino,

la capacità di essere sempre vicini per consentire loro di aprire un varco nel di-sincanto che c’è nei cuori, così da potervi entrare. Essi vogliono dimenticare Geru-salemme nella quale abitano le loro sor-genti, ma allora finiranno per sentire sete. Serve una Chiesa capace ancora di ac-compagnare il ritorno a Gerusalemme! Una Chiesa che sia in grado di far riscopri-re le cose gloriose e gioiose che si dicono di Gerusalemme, di far capire che essa è mia Madre, nostra Madre e non siano orfani! In essa siamo nati. Dov’è la no-stra Gerusalemme, dove siamo nati? Nel Battesimo, nel primo incontro di amore, nella chiamata, nella vocazione!4 Serve una Chiesa capace ancora di ridare citta-dinanza a tanti dei suoi figli che cammi-nano come in un esodo.

4. Le sfide della Chiesa in Brasile. Alla luce di quanto ho detto, vorrei sotto-lineare alcune sfide dell’amata Chiesa che è in Brasile. (…)La priorità della formazione: …è impor-tante promuovere e curare una formazio-ne qualificata che crei persone capaci di scendere nella notte senza essere invase dal buio e perdersi; di ascoltare l’illusione di tanti, senza lasciarsi sedurre; di acco-gliere le delusioni, senza disperarsi e pre-cipitare nell’amarezza; di toccare la disin-tegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità. Serve una solidità umana, culturale, affettiva, spirituale, dottrinale5. Cari Fratelli nell’Epi-scopato, bisogna avere il coraggio di una revisione profonda delle strutture di for-mazione e di preparazione del clero e del laicato della Chiesa che è in Brasile. (…)Collegialità e solidarietà della Conferen-za Episcopale. Alla Chiesa in Brasile non basta un leader nazionale, serve una rete

4 Cfr anche i quattro punti indicati da Aparecida (n. 226). 5 Nel Documento di Aparecida grande attenzione è riservata alla formazione del Clero, come pure dei laici (cfr nn. 316-325; 212).

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di “testimonianze” regionali, che, parlan-do lo stesso linguaggio, assicurino dap-pertutto non l’unanimità, ma la vera unità nella ricchezza della diversità. La comu-nione è una tela da tessere con pazien-za e perseveranza che va gradualmente “avvicinando i punti” per consentire una copertura sempre più estesa e densa. Una coperta con pochi fili di lana non riscalda. È importante ricordare Aparecida, il me-todo di raccogliere la diversità. (…) biso-gna far crescere la collegialità e la solida-rietà, sarà una vera ricchezza per tutti6.Stato permanente di missione e conver-sione pastorale. Aparecida ha parlato di stato permanente di missione7 e della ne-cessità di una conversione pastorale8. (…)Sulla missione è da ricordare che l’urgen-za deriva dalla sua motivazione interna, si tratta cioè di trasmettere un’eredità, e sul metodo è decisivo ricordare che un’eredi-tà. È come il testimone, il bastone, nella corsa a staffetta: non si butta per aria e chi riesce a prenderlo, bene, e chi non ci riesce rimane senza. Per trasmettere l’ere-dità bisogna consegnarla personalmente, toccare colui al quale si vuole donare, tra-smettere, tale eredità. Sulla conversione pastorale vorrei ricor-dare che “pastorale” non è altra cosa che l’esercizio della maternità della Chiesa. Essa genera, allatta, fa crescere, correg-ge, alimenta, conduce per mano ... Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza la misericordia c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore. (…) Il compito della Chiesa nella società. Nell’ambito della società c’è una sola cosa che la Chiesa chiede con particolare chia-rezza: la libertà di annunciare il Vangelo

in modo integrale, anche quando si pone in contrasto con il mondo, anche quando va controcorrente, difendendo il tesoro di cui è solo custode, e i valori dei quali non dispone, ma che ha ricevuto e ai quali deve essere fedele. (…)Educazione, salute, pace sociale sono le urgenze brasiliane. La Chiesa ha una pa-rola da dire sui questi temi, perché per ri-spondere adeguatamente a tali sfide non sono sufficienti soluzioni meramente tec-niche, ma bisogna avere una sottostante visione dell’uomo, della sua libertà, del suo valore, della sua apertura al trascen-dente. L’Amazzonia come cartina di tornasole, banco di prova per la Chiesa e la società brasiliane. (…) La Chiesa è in Amazzonia non come chi ha le valigie in mano per partire dopo aver sfruttato tutto ciò che ha potuto. La Chiesa è presente in Amaz-zonia sin dall’inizio con missionari, con-gregazioni religiose, e tuttora è presente e determinante per il futuro dell’area. (…)

Cari Confratelli, ho cercato di offrivi in modo fraterno delle riflessioni e delle li-nee di lavoro in una Chiesa come quella in Brasile che è un grande mosaico di tes-sere, di immagini, di forme, di problemi, di sfide, ma che proprio per questo è una enorme ricchezza. La Chiesa non è mai uniformità, ma diversità che si armonizzano nell’unità e questo vale in ogni realtà ecclesiale. La Vergine Immacolata di Aparecida sia la stella che illumina il vostro impegno e il vostro cammino per portare, come Lei ha fatto, il Cristo ad ogni uomo e ad ogni donna del vostro immenso Paese. Sarà Lui, come ha fatto con i due discepoli smarriti e delusi di Emmaus, a scaldare il cuore e donare nuova e sicura speranza.

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6 Anche su questo il Documento di Aparecida offre linee di cammino importanti (cfr nn. 181-183; 189). 7 Cfr n. 216. 8 Cfr nn. 365-372.

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Sempre in… gamba, come alla prima edizione!La “Cicloverde” di Cavarzere è giunta alla 34° edizione

Avere 34 primavere e dimostrare sem-pre la freschezza della prima edi-

zione! Non è un traguardo da poco per una manifestazione; ma quando prota-gonista è la Cicloverde, si spiega tutto. Erano davvero tanti, circa 700, i parte-cipanti che, domenica 5 maggio scorso, hanno pedalato insieme attraversando la campagna cavarzerana. Sarà stata la voglia di uscire ad un primo pallido sole dopo una primavera piovosa, ma anche la voglia di stare insieme... Certamente il colpo d’occhio era unico: una briosa fiu-mana di ragazzi, giovani, anziani, intere famiglie, che ha raggiunto i lembi estre-mi del Comune di Cavarzere in biciclet-ta, sfidando le nuvole e il vento. La giornata è iniziata con la celebrazio-ne eucaristica nel Patronato San Pio X. “È sempre un’esperienza toccante pre-gare insieme a voi prima della Ciclover-de”, ha affermato padre Pietro Bettelli. Significa che nella vita si deve sempre partire, o ripartire, e insieme, verso una meta. Durante la Messa sono stati ri-cordati padre Marcello Gianola e padre Riccardo D’Avanzo che della bici aveva

fatto – letteralmente! – il suo cavallo di battaglia. Alle 9 in punto la Cicloverde ha preso il via, per concludersi felicemente nella piazza del Municipio intorno a mezzo-giorno. Numerosi i gruppi che hanno partecipato: da quello dei chierichetti a quelli dei bar. Non sono mancare le biciclette folcloristiche e i partecipanti da altri Comuni. Una festa che porta la firma del Patronato e che indossa sem-pre di più i colori dell’Africa. Sì, perché la Cicloverde è anche occasione di so-lidarietà: parte del ricavato viene dona-to alla missione canossiana di Nairobi, dove opera padre Tadeo Timada che è stato a Cavarzere prima di partire anche lui – non in bicicletta! – per quella mis-sione. Il segreto della freschezza sta nel-la semplicità della proposta, ma anche nella dedizione dei numerosi volontari che, ogni anno, curano l’evento e tutta l’organizzazione perché si possa svol-gere nel massimo della serenità e della sicurezza. Arrivederci alla 35° edizione!

Filippo Greggio

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Nella parrocchia di S. Udalrico di Lavis festa grande il 21 aprile scorso per

i numeri 50 e 30, dalla mattina alla sera, dalla chiesa parrocchiale all’oratorio. 50 sono gli anni di sacerdozio del nostro be-namato padre canossiano Giuseppe Bac-cin e 30 sono gli anni della sua presenza a Lavis. Una vita piena ed umile, che p. Giu-seppe ha trascorso all’insegna del carisma canossiano: “amare il prossimo come il Crocifisso ama ognuno di noi”.Molti sono i ricordi che passano nella mente delle persone quando si parla di lui, naturalmente distinti per fascia d’età: perché in questi 30 anni ha incontrato e conosciuto davvero tutti. I “diversamente giovani” se lo ricordano per i campeggi, le attività in oratorio, le passeggiate e le gite in montagna; i giovani se lo ricorda-no dietro la cattedra della scuola elemen-

tare, dove per molti anni ha insegnato religione, tra cornicette, poesie, disegni e l’intramontabile “LAUDATO SII”. Come non dimenticare i suoi Gr. Est., all’oratorio del-le Madri Canossiane, dove quatto quatto ti si avvicinava e ti sussurrava: “Non è che puoi cambiare squadra? Perché la squadra dei viola avrebbe bisogno di un ragazzo bello e forte come te!”. Altri lo ricordano come responsabile, attento e paziente dei chierichetti di qualche anno fa. Infine, è conosciuto anche tra i bambini e gli ado-lescenti, che segue ed educa, soprattut-to quando fa assistenza nella sala giochi dell’oratorio: se serve, la sgridata è pronta, ma subito la consolazione arriva con una carezza e l’esclamazione “anima bella!”.La proposta del Consiglio pastorale di fe-steggiare padre Giuseppe è stata subito accolta dal Consiglio direttivo dell’Ora-

Ragguardevoli traguardi di Padre Giuseppe Baccin

Festeggiato nella parrocchia e nell’oratorio di Lavis

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torio, e molte persone, insieme a fratel Stefano, si sono date da fare per rendere indimenticabile questa giornata; le oltre 200 persone presenti nel pomeriggio possono confermarne il pieno successo!La giornata è iniziata con la S. Messa delle ore 10.00, animata dal Piccolo Coro e dal Coro Giovani, alla quale hanno partecipa-to anche p. Umberto e p. Guido, altri due benemeriti e noti Padri canossiani passati all’oratorio di Lavis, che come p. Giusep-pe festeggiavano il 50° di sacerdozio. Nel pomeriggio la giornata è proseguita nel salone dell’oratorio con diverse attività che hanno animato la festa. Tanti e godi-bili i canti proposti dai cori, che nominia-mo per non far torto a nessuno: il Piccolo coro, il Coro Giovani, il Coro S. Cecilia e un piccolo Coretto dei Chierichetti diretto da p. Stefano. Un grande grazie va anche ad Eletta, che con pazienza e fantasia ha elaborato una presentazione di fotografie con un com-

mento in rima, che ha davvero esilarato tutti! Mario, Alessandro e Giacomo si sono cimentati a cantare alcune canzoni di Co-chi e Renato. Mario e Alessandro, hanno portato in scena uno sketch dei comici Ale e Franz, dal titolo “La panchina”, con l’accompagnamento musicale di France-sco e la sua fisarmonica. E per concludere in gloria, tutti nel cortile dell’oratorio per una buona ed abbondante merenda!Tante sono le cose che bisognerebbe raccontare, ma non c’è spazio per tutte. L’unica cosa che c’è da dire è un grande GRAZIE a padre Giuseppe per il servizio che ha saputo compiere in questi 50 anni di sacerdozio, 30 dei quali spesi per la no-stra comunità di Lavis. E come ha augu-rato il parroco don Vittorio nel suo saluto alla Messa, “arrivederci alla festa per i 100 anni di sacerdozio!” Ancora auguri, p. Giu-seppe!

L’Oratorio di Lavis

30° di presenza canossiana a Riposto 25° della parrocchia dei Santi ApostoliAnniversari celebrati il 13 maggio durante la festa patronale

Asettembre di quest’anno, sa-ranno 30 anni che i Padri Ca-

nossiani sono nella città di Ripo-sto. Adagiata sulle ultime pendici dell’Etna prospicienti il mare, que-sta cittadina ha varie parrocchie. In quella di S. Giuseppe arrivavano i Canossiani, trent’anni or sono, a sostituire i Giuseppini del Murial-do. Lasciata sei anni fa al clero dio-cesano la parrocchia di S. Giusep-pe, i Canossiani sono rimasti ai SS. Apostoli, parrocchia nata con loro in un quartiere periferico e popola-

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Forse sono il testimone più indicato (non per merito, ma, di fatto, per la

presenza più prolungata a Riposto, dal 1983 al 2007) per dire la consistenza - ed è questo che vale nel ricordare - che la vita parrocchiale è stata in Quartirel-lo.Si dovrebbe doverosamente tornare più indietro, prima del 1988, quando il parroco responsabile di questa zona, don Giovanni Paturso, pensò di dover essere presente per le persone che vi-vevano lì. Non solo le più antiche, ma soprattutto quelle persone che dall’al-trettanto povero e malsano quartiere Pagliaro furono… buttate lì, dentro le isolate case popolari.Difatti la struttura, inaugurata nel di-cembre del 2000, risulta essere costru-zione sociale a supporto delle case popolari. Solo così, per questa ricono-sciuta necessità, fu possibile avere il ne-cessario finanziamento regionale. Ma parrocchia significa persone che la abitano, dirette da chi riceve e prende questa responsabilità. Quindi, a tutti, nella loro particolarità, la riconoscenza dovuta!A partire da padre Paturso per la sua ostinazione (in questo caso è stata una virtù!) pastorale; dalla non indifferente accettazione dell’ormai settantenne pa-dre Ferdinando Finotto: con la sua 500 riprese a guidare (dopo quasi venticin-que anni di sosta) per potersi spostare autonomamente da san Giuseppe dove viveva la comunità dei Padri Canossia-

ni e raggiungere la parrocchia; con la sua decisa volontà di censire tutte le persone allora residenti, cosa che riuscì a fare. Per capire questa sua preziosa fatica, pensiamo solo al dover salire e scendere, alla sua età, le scale degli alti condomini delle case popolari; pensia-mo anche al suo dover riprendere, co-noscendo la sua mite indole, il contatto coi ragazzi poco disciplinati e poco miti di Quartirello. Si avvalse anche delle persone di San Giuseppe e di noi suoi attenti Confratelli. Quando dopo un certo tempo, in cui gli era succeduto padre Adriano Miotto, ritornò per fe-steggiare anche qui il suo 50° di sacer-dozio, fu contentissimo tanto da dire che quello, nel complesso, fu il periodo più bello della sua vita sacerdotale.Padre Adriano, molto più presente nella sua meticolosità, forma un clima comu-nitario non indifferente. La consistenza, più radicata nel proseguo avvenuto, si può notare anche oggi. Dopo il periodo di attività in oratorio e poi in parrocchia, di padre Santo Cammisuli, facendo me-moria anche dei collaboratori come p. Lucio Perretta, della figura austera e quasi burbera di p. Roberto Vettorel, non si può che ringraziare padre Cele-stino Mori per la sua disponibilità, per il suo zelo, per la sua capacità di mante-nere e coltivare un ‘discorso’ principal-mente interiore! Salute e serenità a lui e a padre Pietro! Sentitemi tutti, presente!

p. Lorenzo

re in espansione, dal 2000 dotata di un bel complesso parrocchiale e soprattutto di spazi per l’oratorio. Dedicata ai SS. Apostoli, forse per la difficoltà di trovare una data che li ri-cordi tutti insieme, o forse per la radicata devozione alla Vergine di Fatima, la parrocchia continua a celebrare la sua festa patronale il 13 maggio, avendo ricordato quest’anno il 25° della sua istituzione. Lasciamo a P. Lorenzo, che vi fu parroco, fare memoria di que-sta storia e del bene che si è realizzato, con riconoscenza al Signore e a tutte le persone che nella loro responsabilità sono state presenti.

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Signore, nel 25° Anniversario dell’istituzione

della Parrocchia Santi Apostoli, ti ringraziamo per i doni che ci hai fatto per mezzo di essa: in questa comunità abbiamo ricevuto tante volte l’Eucaristia, la Parola, il dono dello Spirito e il perdono dei peccati! Qui siamo stati educati nella vita di fede; qui proviamo a maturare la capacità di amare; qui siamo aiutati a vivere la nostra vocazione. Dona, o Signore, alla nostra parrocchia la grazia di rinnovarsi per svolgere, anche oggi, la sua missione nella fedeltà a Te e all’Uomo. Oh Maria, Tu che hai reso santa questa terra con lo splendore della tua gloria e santitàprega per questa comunità parrocchiale da te scelta e da te tanto amata, affinché diventi quella piccola culla dove Gesù possa nascere e crescere in ciascuno di noi tuoi figli;sì, proprio qui tra noi, Gesù possa trovare cuori accoglienti, sinceri, vogliosi di conoscerlo e imitarlo; cuori capaci di amarlo e riscaldarlo dal tanto “freddo” e dall’indifferenza che lo circonda. Guidaci, o Madre, ad essere assidui all’ascolto della Parola, perseveranti nella preghiera, uniti nell’Assemblea Eucaristica,ferventi nella comunione e nella carità verso il prossimo, gioiosi testimoni di Cristo nel mondo e coraggiosi annunciatori dei valori del Vangelo.

Preghiera

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Lo scorso giovedì 16 maggio, i Padri delle Comunità del Nord Est si sono

incontrati per il loro ultimo giorno di ritiro annuale e per una giornata di fra-ternità . Hanno celebrato l’anniversario di 50 anni di vita sacerdotale di P. Giu-seppe Baccin e di P. Umberto Lissandrin.Si sono incontrati in un luogo che è me-moria storica per il nostro caro Istituto: la villa Ca’ Zen ad Asolo (TV). Questa casa è stata sede dello studentato mag-giore negli anni 1959 – ’72. P. Umberto ha chiesto gentilmente alla proprietaria di poter celebrare la Santa Messa nella Chiesetta a cui si accede dall’esterno. I Padri hanno poi potuto visitare i luoghi della loro formazione nella ormai lonta-na giovinezza. I volti si sono riempiti di entusiasmo e di gioia, ricordando episo-di e fatti di quegli anni.La celebrazione eucaristica è stata pre-sieduta da p. Venanzio Menegol che all’inizio ha ricordato anche i nostri pa-dri defunti P. Alberto Casotto, P. Franco Scagnoli (di cui abbiamo usato il calice durante la celebrazione), P. Marcello Gianola (era presente il fratello P. Pietro),

P. Modesto Giacon (insigne educatore e direttore dei chierici proprio a Ca’ Zen) e P. Leone Spinello.Tutti siamo cresciuti in età - e forse an-che in sapienza e grazia! -, tanti ci han-no lasciato. P. Venanzio ci ha ricordato che in quel luogo sono stati celebrati quattro Capitoli Generali della Congre-gazione (1958, 1964 1968-‘69 e 1970). E l’unico che ha partecipato a tutti quei Capitoli, ancora vivo e presente oggi, è proprio lui stesso! Ha ringraziato la Si-gnora che ci ha accolto e ospitato ren-dendo possibile questa bella rimpatria-ta… nonostante la pioggia a dirotto!Gesù ha pregato anche per noi quando il Vangelo del giorno ha affermato: “Pre-go anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola”. Ha pregato per la nostra unità. In questo luogo che cu-stodisce il ricordo della nostra vita fra-terna vissuta tanti anni fa; vita fraterna che continua oggi anche in questi bei incontri di formazione delle nostre co-munità.

Grazie al Signore e a Maria Addolorata!

Una felice rimpatriata a Ca’ Zen di Asolo

La giornata di fraternità delle Comunità del Nord-Est

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Giubilei di Professione religiosa e di Ordinazione sacerdotale 2013

Gli anniversari di professione...

90 anniGambale P. Rodolfo

14/01/1923

80 anni

Pescarolo P. Tarcisio 18/08/1933

70 anni

Valente P. Giuseppe 20/10/1943

Boscardin P. Augusto 03/10/1953

Franzolin P. Guido

03/10/1953

Giazzon P. Lucio

03/10/1953

Mori P. Celestino 03/10/1953

Monti P. Umberto 03/10/1953

Pircalli F. Vittorino 05/03/1963

Lopez F. Mario 16/09/1963

Mingoia P. Saverio 16/09/1963

60 anni

50 anni

Lopez F. Mario 16/09/1963

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...e quelli di sacerdozio

50 anni

Panni P. Diego 16/09/1963

Martissa P. Filippo 04/06/1953

Viola P. Emanuele 04/06/1953

Baccin P. Giuseppe 07/07/1963

Solimano P. Paolo 07/05/1988

Lissandrin P. Umberto 07/07/1963

Santoni P. Sandro

07/07/1963

Finotto P. Guido

22/12/1963

Casotto p. Alberto (defunto)

60 anni

50 anni 25 anni

25 anni

Bongcawil P. Jerry 15/09/1988

Tarì P. Giuseppe 15/09/1988

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Grazie, Marina!In pensione dopo 41 anni di servizio al Patronato di Conselve

Gira a Conselve la leggenda metro-politana che quando Fra Gabriele è

arrivato per la prima volta nel lontano 1937 ha trovato Marina Botton già in servizio nel Patronato. Scherzi a parte, se qualcuno chiede a Marina quanti Padri Canossiani conosce, lei comincia subito a snocciolare un lungo elenco che parte precisamente da P. Stefano Arnone, pro-segue con P. Umberto Monti e si allunga con il nome di tanti altri. Li ha conosciuti quasi tutti e si sente parte della grande Famiglia Canossiana.Marina non può più continuare la sua presenza costante in Patronato per moti-vi familiari. Già altre volte abbiamo dato notizia del suo longevo papà Guerrino che il 15 luglio 2013 compie 106 anni. La-scia il suo impegno lavorativo, ma ci assi-cura la sua presenza gioiosa e laboriosa insieme alle signore che a Conselve qual-cuno chiama “PUliziotte”. Come farebbe-ro senza di lei! Soprattutto per il sorriso e la gran voglia di vivere, e per il gran bene che vuole al Patronato!

Noi, Padri Canossiani, vogliamo esprime-re a Marina il nostro affettuoso GRAZIE. Lo scriviamo qui sul Foglietto perché ar-rivi a Marina anche da parte di tutti quel-li che la conoscono (la trovate anche su “feissbuk”!!) e che hanno goduto e godo-no della sua generosità. Il grazie ufficiale è stato lo scorso lunedì 3 giugno con mo-mento di preghiera e l’inevitabile gioiosa agape cui hanno preso parte il Parroco Don Luciano, il viceparroco Don Davide ed il fratello Luigi Botton. Non potevano mancare le altre Signore che collaborano ed hanno collaborato: Lucia Capuzzo col figlio Alvise, Franca Gazziero, Donatella Quaggia e Maria Pizzo. Ci siamo sentiti in famiglia sapendo che tutti vogliamo es-sere a servizio di Gesù e dei fratelli nella bella realtà del Patronato e nella grande comunità parrocchiale di Conselve. In ri-cordo della circostanza abbiamo donato a Marina una elegante, piccola statua del-la Pietà, chiedendole di consegnarci tutti ai piedi di Gesù e di Maria Addolorata che sono il segreto della nostra gioia.

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Un «laboratorio di talenti»Grest all’Oratorio di Lavis

Grande estate all’Oratorio di Lavis. Come da tradizione, messi da parte

gli zainetti e i libri di scuola, è iniziata per circa 150 ragazzi - dalla prima elementa-re alla seconda media - la festa più attesa dell’anno. Dal 10 giugno al 5 luglio, quat-tro settimane di giochi, sfide a squadre, laboratori manuali e gite. Al Gr.Est. orga-nizzato nell’Oratorio di Lavis non c’è sta-to tempo di annoiarsi!“Pietro non torna indietro – roccia che gal-leggia” è il titolo che riassume il significa-to forte del tema scelto quest’anno per accompagnare i venti pomeriggi; po-meriggi di divertimento sì, ma anche di scoperta del Vangelo. La figura di Pietro, soprattutto in questo anno della fede, è stata un esempio straordinario dell’ami-cizia a cui Gesù chiama ciascuno di noi: un’amicizia che trasforma, trasfigura la vita dell’uomo, chiamato a divenire roc-cia sicura nella fede, sostegno e aiuto per i fratelli. Gli episodi della vita di Pietro, adattati e rappresentati con scenette, hanno dato

ogni giorno il via alle attività del Gr. Est., che si conferma essere una proposta educativa concreta e sempre valida per i giovanissimi partecipanti e i loro anima-tori.A preparare con entusiasmo le giornate, una squadra affiatata di animatori: ses-santa adolescenti dai 14 ai 18 anni, pron-ti a mettersi in gioco con entusiasmo per recitare, ballare e giocare, offrendo volontariamente il loro tempo, ma so-prattutto rivolgendo cuore e mente ai più piccoli.Un percorso non solo di animazione, ma di vera «educazione alla vita buona del vangelo», quello che da aprile ha visto questi aspiranti animatori incontrarsi una volta a settimana, sotto la guida dei Padri canossiani, di alcuni giovani e geni-tori del nostro oratorio, per approfondire il senso della vita cristiana e del partico-lare dono di sé che si è chiamati a speri-mentare nel servizio dell’Oratorio.«Inspice et fac secundum exemplar», è il motto di S. Maddalena di Canossa che

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sintetizza lo spirito di umiltà e attenzio-ne per il prossimo che ispira le numerose attività in programma: “Guarda all’amore di Cristo sulla Croce e agisci secondo il suo esempio”! Anche la preziosa collaborazione di un nutrito gruppo di genitori e adulti, ha arricchito l’esperienza con la proposta di laboratori e attività manuali in cui i ra-gazzi hanno avuto la possibilità di espri-mere la loro creatività, e ha anche con-tribuito a vivere il tempo del Grest non solo come comodo “parcheggio” per le famiglie nelle vacanze estive, ma come spazio di aggregazione e di crescita, for-temente voluto e partecipato dalle fami-glie e dalla comunità.In questa prospettiva educativa e di amicizia, si è inserita la novità dell’esta-te lavisana: il Grest-One. Un programma serale fitto di tornei di calcetto e pallavo-

lo, cineforum, serate musicali, escursioni notturne e molto altro, rivolto soprattut-to agli adolescenti e ai giovani. Una no-vità apprezzata, che ha visto popolarsi il cortile dell’Oratorio fino a tarda serata, confermando la vocazione dell’oratorio a migliorare e adattare sempre le sue proposte di aggregazione e condivisio-ne, pur conservando lo spirito educativo e cristiano.Ma l’estate non è finita così! Terminato il Gr.Est. abbiamo iniziato i campeggi per ragazzi delle elementari e medie presso la casa montana parrocchiale di Dimaro: quattro settimane, una per ogni fascia d’età, che ci ha visti, ancora, impegnati e in cammino sui passi di Pietro alla sco-perta del perdono, dell’amicizia e dell’a-more di Dio.

L’oratorio di Lavis

“FantaSì” e la storia infinitaAl Grest 2013 dell’Oratorio di Fasano (BR)

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Alle sorgenti dell’arcobaleno!Grest a Conselve

C’è un problema a casa GrestEstate: si è rotto il boiler e non si può fare

il bagno, perché l’acqua del mare è an-cora troppo fredda. L’estate dei ragazzi del Grest è a rischio: sarà un tempo no-

ioso, freddo, cattivo. Viene chiamato un idraulico, che dice che il guasto è molto grave, perché riguarda la connessione remota che fa funzionare il condensato-re di calore e di energia che si trova alle

“FantaSì” è il titolo del GREST 2013 dell’Oratorio di Fasano, che abbia-

mo accolto dalla proposta nazionale dell’ANSPI. Il romanzo “La storia infinita” (di Michael Ende) con le sue avventure fantastiche, è il “libro” che ha accompa-gnato la nostra esperienza estiva; ma poi il “libro” del Vangelo con le testimonianze di diverse persone che hanno incontrato Gesù; e infine, il “libro” di questa nostra esperienza di vita in oratorio, libro che abbiamo scritto tutti insieme, ognuno con il suo contributo originale: poco più di cento ragazzi e una cinquantina tra animatori e collaboratori, dal 5 al 28 giu-gno scorso. Una bella novità di quest’anno è stata la presenza di due Madri Canossiane: ma-dre Joana (di Timor Est) e madre Riccarda

(del Togo), venute dalla comunità mis-sionaria di Roma - San Michele. La loro presenza, la loro collaborazione, la loro testimonianza sono state una ricchezza per tutti. Subito è scattata la simpatia e la sintonia fra di noi. È stato un GREST ca-nossiano al 100%, con la presenza dei Pa-dri, delle Madri e dei Laici e collaboratori.Pensiamo, anzi siamo sicuri, che questo GREST possa rimanere come esperienza bella per tutti coloro che vi hanno parte-cipato. Il “SÌ” che abbiamo detto in quel-le giornate di gioco e attività, ciascuno e tutti insieme, ci auguriamo che possa risuonare ed essere sempre pronuncia-to nelle piccole e grandi avventure della vita di ciascuno.

Gli animatori dell’oratorio di Fasano

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sorgenti dell’arcobaleno; la cosa è tanto complicata che lui non ci può fare nien-te. Nessuno lo sa, ma il guasto è opera dell’Ombra Dentata e della sua banda (la banda della Dentiera!). Questi loschissi-mi figuri vogliono sabotare il Grest e tut-ta l’estate, perché tutto diventi nulla e il nulla diventi tutto!Viene fatto un annuncio sui giornali, in internet, su FessBu, alla ricerca di un aggiustatore del boiler alle sorgenti dell’arcobaleno. Si presenta Pietro, con il suo inseparabile gallo AurElio. Passato il casting, Pietro presenta il gallo, e rivela il piano dell’Ombra Dentata. Dice anche

che, con l’aiuto di AurElio e dei suoi amici Giacomo e Giovanni, riuscirà ad arrivare alle sorgenti dell’arcobaleno, sconfig-gendo gli spaventapassi che la banda della Dentiera certamente gli metteran-no sulla strada per ostacolare il cammi-no. Pietro non torna indietro, e riuscirà a riportare calore ed energia al Grest e a tutta l’estate. AurElio (il suo nome è sin-tesi di Aur-Oro ed Elios-Sole) segnifica – lo avevate capito voi? - sia il momento del tradimento che quello della salvezza in Gesù Cristo, il nostro Sole.Ecco l’avventura che abbiamo vissuto nelle 3 settimane di Grest che sono tra-scorse da venerdì 7 a venerdì 28 giugno.

260 i ragazzi iscritti e 90 i nostri animato-ri. Questi ultimi si sono preparati con un corso di formazione in aprile e maggio e sono stati veramente bravi! Biciclet-tate (una di 49 km, per tutto il giorno), Gite (una anche tutti insieme in tre pul-lman all’Oltremare/Acquafan di Rimini!). I genitori e gli adulti hanno fatto la loro parte con le pulizie, i laboratori, l’acco-glienza all’ingresso, la distribuzione di ghiaccioli e granite, la guida dei mezzi di trasporto e di sicurezza, la cucina e altri servizi nascosti.

Grazie, Grazissimissime a tutti!

Gata Carogna e Bisso Gnaggno

Il gruppo della danza

Il Gallo AurElio

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Il Grest! Per qualcuno è l’appuntamento più atteso dell’anno: soprattutto tra i ra-

gazzi, ma non di meno dagli animatori. E così tra la preparazione, il corso di forma-zione per gli animatori, e la progettazio-ne delle settimane da vivere con i ragazzi il tempo è arrivato in fretta. Messa da par-te la questione scuola, è subito iniziata l’esperienza del Grest. Megalì, il segreto della città sospesa: questo il titolo della storia che ha fatto da unione tra i vari momenti di ogni giornata. Si è trattato di un percorso fatto insieme tra animatori e ragazzi tra quatto isole che compongono una città sospesa che avrebbe la possi-bilità di solcare i cieli solo se si scoprisse dove sono nascosti gli smeraldi (Valori) e la ruota dell’ingranaggio per far funzio-nare tutto il meccanismo ideato da Archi-mede. L’isola della scuola, della famiglia, dell’amicizia, della cittadinanza ci hanno aiutato a scoprire quanto nascosto nella parola Megalì: legami! Solo creando lega-mi forti e resistenti nella propria famiglia, nella scuola, con gli amici e nel paese in cui viviamo possiamo metterci in cammi-no e arrivare a traguardi belli e di felicità.Una riscoperta di tante cose semplici, ma non banali, di tutte le possibilità che sono a nostra disposizione per essere fe-lici insieme, ci ha permesso di vivere mo-

menti di gioco, divertimento, creatività, sport, preghiera con entusiasmo e gioia. Giornate mai uguali perché sempre aiu-tati a fare di più e meglio ci hanno visto protagonisti insieme, animatori e ragazzi, al mare, in oratorio, in piazza, all’acqua-park, in chiesa per la S.Messa domenica-le nel segno dell’amicizia e del servizio. Megalì è diventato così un forziere con un grande tesoro a cui attingere forze ed energie per arrivare a mettere di nuovo in moto la città sospesa verso mete dove tutti, in modi diversi, siamo chiamati ad essere protagonisti. Un grazie di cuore a tutti i ragazzi che hanno accettato di vi-vere questa esperienza, ma anche a tutto il gruppo degli animatori, piccoli e gran-di, che hanno saputo dare e trasmettere, ciascuno secondo le proprie capacità, quella forza necessaria perché tutto si potesse svolgere nel migliore dei modi. Domanda: ma quando inizia il prossimo Grest? E come si chiamerà… Risposta: un po’ di pazienza e ci ritroveremo velo-cemente di nuovo insieme per un’altra magnifica avventura. Megalì: legami di gioia, pace e amore che speriamo resti-no sempre obiettivo di ogni ragazzo e animatore per tutta la vita e non solo per una stupenda e meravigliosa avventura di inizio estate.

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Megalì – il segreto della città sospesaA Favignana, un mese per creare legami di gioia insieme

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Tre settimane a FantàSìOratorio Estivo a S. Maddalena di Canossa – RM Ottavia

Pronti?... Via! ... anche quest’anno si è realizzata l’animazione estiva; grest o,

come si preferisce chiamarlo nella dioce-si di Roma, l’Oratorio Estivo, che sempre più parrocchie vicine a noi si cimentano a mettere in atto.“FantaSì” è stato il titolo-slogan scelto quest’anno. FantaSì è stato anzitutto la grande occasione per dare spazio alla fantasia. Prendendo spunto dal libro “La storia infinita”, che fa della fantasia il suo punto di riferimento, con personaggi strani, regole inaspettate, colori e confini in cambiamento continuo, nomi curiosi, fatti imprevisti... il percorso si è snodato in un viaggio attraverso la fantasia dei bambini e dei ragazzi, insieme ai perso-naggi Bastiano, Atreiu, Xayde, Fùcur, Icrio-ne, Isbaldo e Idorno, Eroe Inrico, Quer-quobad, Smarg il drago, la Principessa Oglamàr...A FantàSì accade di tutto, mentre si per-corre un viaggio verso il significato della vita.

Anche quest’anno, oltre ad un centinaio di ragazzi, significativa è stata la presenza collaborativa di un consistente numero di animatori; tra questi un gruppo di scout, ben integrato con i loro coetanei, che han-no animato giochi e attività. Come sareb-be possibile realizzare l’animazione per i più piccoli senza il prezioso aiuto di tanti animatori e collaboratori? Così ogni anno, la loro concreta e fattiva presenza, e ancor prima la loro formazione, la preparazione delle attività... tutto diventa occasione pa-storale di catechesi per pre-adolescenti e adolescenti, nonché occasione vocazio-nale: scegliere il proprio ruolo, il servizio da svolgere, è occasione per riflettere sulle scelte della vita, per cogliere e svi-luppare i propri talenti. Quante energie e quanta fantasia occorre all’inizio di ogni anno pastorale per promuovere qualche attività per i ragazzi del cosidetto “dopo-cresima”, pre-adolescenti e adolescenti. Il servizio loro proposto e da loro poi svolto, diventa e, pur nel suo piccolo, richiede re-

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“Gimme five… ho trovato un senso!”Grest a Castelli di Monfumo (Treviso)

sponsabilità, capacità e impegno a favore di altri, e quindi occasione di crescita.Anche per chi l’Oratorio lo organizza e lo anima, non solo in versione “estiva”, ma quotidianamente in tutte le stagioni dell’anno, l’esperienza del grest diventa occasione di riflessione e di lancio per tutta l’attività del nuovo anno pastorale: se da una parte, per quanta animazio-ne si tenti di fare, si assiste ogni anno ad

una fuga dei pre-adolescenti del “dopo-cresima”, in maniera sorprendente si ha un’ottima risposta da parte degli stessi adolescenti quando viene richiesta la loro collaborazione, il loro impegno. La loro presenza, da veri e fattivi protagonisti, non è stata FantàSì, ma una provviden-ziale realtà!

p. G. T.

Grazie all’impegno di una quindicina di animatori, ormai esperti, anche

quest’anno le parrocchie di Castelli e di Monfumo hanno realizzato l’attesissimo Gr.Est 2013. Dal 1 al 20 luglio, il Gr.Est ha avuto come tema conduttore “GIMME FIVE, HO TROVATO UN SENSO”. I protago-nisti della storia, Tommy e Linda, hanno accompagnato i ragazzi attraverso mille avventure a riscoprire la bellezza del cor-po umano, non solo per ringraziare Colui che lo ha creato, ma anche per apprez-zarne il valore, poiché spesso i cinque sensi (vista - udito - olfatto - gusto - tatto)

vengono intesi come diritti scontati. Noi animatori, aiutati dall’instancabile par-roco P. Antonio, dal chierico canossiano Samuel, con Don Marco di Monfumo, e una ventina di mamme, siamo riusciti a realizzare questo tema con bans, giochi e laboratori (cucina, lana, dash, oggettisti-ca varia), che hanno saziato la creatività di una novantina di partecipanti. Il bel tempo ci ha favorito, permettendo agli animatori di organizzare giochi nuovi e interessanti, grazie ai quali i ragazzi si sono misurati nelle loro capacità agoni-stiche e tecniche, e si sono divertiti tra

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loro e con noi animatori, soprattutto du-rante i giochi con l’acqua. Ogni giorno un momento di riflessione e preghiera, guidato da P. Antonio, per aiu-tare i ragazzi a considerare il valore del proprio corpo. La loro felicità ha raggiun-to l’apice nelle due uscite. La prima alle Terme Euganee, dove, grazie alla dispo-nibilità dei Parroci, i ragazzi hanno gioca-to in oratori diversi, visitando il maestoso Duomo di Abano e ascoltando il suono del suo possente Organo.La seconda, invece, a S. Nazario in Valsu-gana: armati di pagaia, caschetto e sal-vagente, ragazzi e animatori hanno af-frontato le rapide del fiume Brenta in un’entusiasmante rafting. L’esperienza del Gr.Est è stata bella e coinvolgente! Socializzare, conoscere nuovi amici è sempre molto importante, soprattutto in un tempo in cui i ragazzi sono a contatto più con la playstation

che con l’aria aperta. Nel verde delle nostre colline, e con un po’ di fantasia e buona volontà, non è stato difficile far divertire i ragazzi in modo costruttivo e sano.Fare l’animatore è esaltante, ma costa fa-tica: bisogna mettersi in gioco, donare il proprio tempo, e saper ricevere, come ri-compensa, il sorriso e la gioia dei ragazzi. È la gratificazione personale più grande che dona serenità all’anima.La nostra avventura si è conclusa felice-mente, ragazzi e familiari insieme, con la consueta S. Messa di Ringraziamento, la premiazione, e la cena per tutti all’aperto. Grazie a tutti coloro che hanno permesso questa meravigliosa esperienza. Arrive-derci al prossimo anno. Stesse colline, stessa energia e.. GIMME FIVE!

Un’animatrice (Marta Z.)

“Everybody: un corpo mi hai preparato!”Grest all’Oratorio dei SS. Giacomo e Giovanni - Milano

Questo è il tema dell’oratorio estivo 2013; un tema formato da una paro-

la, ma che ha due significati diversi e nel-lo stesso tempo collegati fra loro. “Every

body” significa “ogni corpo”, in quanto Dio ci ha creati uno diverso dall’altro. Ma “Everybody” significa anche essere “tutti insieme”, nella gioia e nella condivisione:

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questa è stata l’esperienza dell’oratorio estivo! Quella che voglio raccontare è la mia esperienza vissuta come animatrice nel mio oratorio.Io e gli altri animatori abbiamo passato un intero mese insieme ai ragazzi, tra gite in montagna (addirittura in Valle d’Aosta!), al lago e, nonostante le scotta-ture, anche in piscina e nei parchi acqua-tici. Le gite sono i giorni più divertenti in assoluto per i bambini, ma anche per noi. Non sono poi mancate le altre giornate trascorse in oratorio, soprattutto quelle condivise insieme ad altri, divertendoci e imparando a rispettarci l’un l’altro. L’esperienza che io ho vissuto non è sta-ta quella di “fare l’animatore”, ma di ES-

SERLO. “L’essere animatore” è un tassello molto importante nella vita di tutti gli adolescenti, non solo perché ti fa diver-tire o riesce a staccarti dalla televisione o dal cellulare: è un’esperienza che ti fa maturare nel momento in cui si entra in relazione con i ragazzi, cercando di avere la loro mentalità e mettersi al loro servizio per farli divertire, e soprattut-to crescere. Questo ciò che ho vissuto per cinque anni come animatrice, e che sono pronta a rivivere ancora il prossimo anno, con i ragazzi e tutti gli altri anima-tori, divertendoci ancora una volta tutti insieme, anzi… Everbody!!!

Giulia Buttarelli, animatrice

In cammino… con la Caritas diocesana di Padova

Aperto il Centro di Ascolto Vicariale delle Povertà e delle Risorse

Il 17 aprile scorso è stato inaugurato e presentato a tutte le comunità parroc-

chiali del Vicariato, il Centro di Ascolto

Vicariale delle povertà e delle risorse del Vicariato di Conselve. La celebrazione di consegna del man-

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dato religioso e legale ai volontari è avvenuta alla presenza del Direttore della Caritas Diocesana don Luca Facco, del Vicario Foraneo don Angelo Tinello, dell’assistente della Caritas vicariale p. Fabio Franchini Canossiano, e dei parro-ci delle parrocchie del vicariato di Con-selve. Il 10 giugno il Centro e le sue li-nee guida sono stati presentati anche ai sindaci e ai Servizi sociali dei comuni del territorio di competenza del Vicariato di Conselve.“Il Centro di Ascolto Vicariale delle Po-vertà e delle Risorse, riassunto nell’acro-nimo CDAVx, delinea un volto di Chie-sa nel territorio“ ci spiega Francesco Longato, coordinatore vicariale Caritas. “Esso è nato per mettere in relazione il bisogno delle persone con le risorse presenti nel territorio. Questa relazione è fondamentale, perché lo scopo della Caritas è di educare le comunità cristia-ne a mettersi in gioco nel sostenere e accompagnare chi si trova in difficoltà. Esso è un osservatorio per attivare ri-sorse in maniera personalizzata al fine di sostenere chi ha bisogno di aiuto e di accompagnamento”.Il Centro di Ascolto vicariale, aperto ad Anguillara in un locale messo a disposi-zione dalla parrocchia, è uno dei primi dieci attivati in altrettanti vicariati della diocesi di Padova; ne seguiranno altri trenta nei prossimi 4 anni. La finalità del CDAVx è di accogliere, ascoltare e orien-tare le persone in difficoltà, collaboran-do con tutti i soggetti istituzionali e non (Comuni, Caritas parrocchiali, Associa-zioni) operanti nel territorio, per trovare le opportune soluzioni alle problemati-che di chi si rivolge al Centro. “Non vo-gliamo sostituirci né ai servizi sociali, né al servizio pubblico - puntualizza Longa-to - vogliamo semplicemente integrarci con le risorse che sono già presenti nel territorio e farlo in punta di piedi, cer-

cando di fare anche noi la nostra parte con lo stile Caritas e l’intento educativo che la contraddistingue. Il nostro sco-po è di fare rete con tutti i soggetti che operano nel sociale, così da garantire il maggior sostegno a chi è nel bisogno”. I volontari impegnati nel Centro di Ascol-to di Anguillara sono 25, provenienti da tutto il vicariato di Conselve, prepara-ti da un percorso di formazione curato dalla Caritas diocesana. “Lo spazio in cui accogliamo le persone è a norma per le direttive sulla privacy - precisa Eleonora Vinante, volontaria - operiamo nella tu-tela dei dati personali di chi si avvicina al Centro. Le persone vengono accolte con un momento di presentazione informa-le, poi si cerca di inquadrare i bisogni e le necessità di chi si ha di fronte, prima di iniziare un cammino insieme”. Le problematiche e le esigenze raccolte dal Volontario vengono condivise con l’equipe del CDAVx, costituita da più fi-gure operanti nel Centro e con gli altri soggetti istituzionali e associativi che ruotano intorno alla persona in diffi-coltà, al fine di valutare il caso, studiare soluzioni personalizzate e dare risposte adeguate. “Nei locali del CDAVx non si distribuiscono alimenti, vestiario o altro - afferma Francesco Longato - questo aspetto è curato dalle Caritas parroc-chiali. Il Centro di ascolto vuole soprat-tutto coglierne il bisogno di fondo della persona in difficoltà, e aiutarla a supera-re una data situazione, sfruttando tutte le potenzialità e le risorse che offre il ter-ritorio e coinvolgendo in questo i servizi sociali, le parrocchie e le associazioni “. La Caritas vicariale intende istituire un secondo centro, probabilmente a Con-selve o a Cartura, subito dopo l’estate. AI momento è alla ricerca della futura sede.

p. Fabio Franchini

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“Come se vedesse l’invisibile...”18-22 luglio, Esercizi spirituali per i Laici Canossiani a Moccone

Quest’anno abbiamo deciso di condi-videre gli Esercizi Spirituali con i Lai-

ci del Sud. Chi vuole venire? Dopo tanto progettare, prevedere tutte le tappe del lungo viaggio, finalmente l’aereo decol-la da Bologna direzione Lamezia Terme con a bordo tre laiche e una M. Canossia-na: il sogno era diventato realtà! Così siamo approdate a Moccone, verde località della Sila, con nella valigia tan-ta attesa di incontrare e condividere la nostra fede e la nostra passione per il carisma canossiano. La calorosa acco-glienza delle madri e degli amici del Sud ci hanno aperto il cuore, la parola calda e sapiente di padre Antonio ha guidato la rilettura del nostro vissuto. “Questa esperienza è calata profonda-mente in tutto il mio essere, ha gettato luce nei pensieri, è diventata sorgente di approfondimento della mia fede , ha allargato orizzonti, ha donato speranza in uno stile di fede non più inconscia ma consapevole e consegnata. Sono stati tre giorni di provocazione e revisione,

una vera chiave di lettura della vita di fede nell’abbandono fiducioso al mio DIO che parla al cuore anche attraverso chiamate inattese a volte sconvolgenti, come fece con i nostri Padri della fede. Posso dire che in questa mia terra, pie-na di sassi, Dio ha liberato un angolino dove ha messo un piccolo seme; ora chiede di averne cura, testimoniando con la vita semplice di ogni giorno l’im-menso DONO di una FEDE aperta all’ini-ziativa di DIO CHE SI RIVELA. Il clima che ha caratterizzato queste giornate è stato di grandissima parteci-pazione di laici provenienti da diverse parti d’Italia; abbiamo vissuto nella gio-ia, nella condivisione e nella fraternità. Insieme abbiamo trovato speranza at-traverso le parole di padre Antonio che ci ha trasmesso uno stile di fede che è fiducia nella presenza reale di Dio che guida ogni passo nel nostro cammino di vita. Per questa esperienza meravigliosa dal profondo del cuore dico il mio GRA-ZIE!”.

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Questi giorni di condivisione ci confer-mano l’importanza di mettersi in cam-mino per incontrarsi: un volto è molto di più che una parola, una parola è molto di più di un sms. Incontrarsi dissipa ti-mori e pregiudizi, rilancia la fiducia che i fili di comunione che ci uniscono sono più profondi di tante incomprensioni e relazioni burocratiche. Il carisma canos-siano nella forma laicale è vivo in tutte le regioni della nostra bella Italia e il corag-

gio di iniziative come quella che abbia-mo vissuto accende il fuoco della carità che ci deve caratterizzare per servire i prossimi che ci sono affidati. Il ritorno in treno ci ha permesso di sperimentare la fatica di un viaggio che i nostri amici del Sud spesso mettono in conto per incon-trare noi. A quando il prossimo appuntamento?

Ada, Lidia, Ketty, M. Daniela

Primo incontro del coordinamento nazionale ALC

Roma, Don Orione, 25 - 26 maggio 2013

Le Sorelle Canossiane, attraverso M. Adriana Sicilia, Referente Nazionale

per i Laici Canossiani, hanno ospitato con molta premura i membri del Coordi-namento Nazionale dell’ALC. Con sedute ad oltranza, il Coordinamento ha iniziato il suo servizio dopo l’assemblea elettiva di febbraio. È stata una grande gioia in-contrarsi a “metà strada”. Clorinda e Ma-ria Grazia sono arrivate rispettivamente

dalla Sicilia e dalla Calabria. P. Fabio e Ce-sarina sono arrivati da Padova. Paolo, ro-mano non di Roma!, con i potenti mezzi della capitale è arrivato con tempi molto più prolungati degli altri!Conoscersi e scambiarsi i propri pensieri aiuta a servire meglio tutta l’Associazio-ne.Il coordinamento ha messo mano anche al Regolamento nazionale che attendeva

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di essere rivisto per diversi aspetti e di cui sarà portata a conoscenza tutta l’Associa-zione dopo l’esame del Coordinamento Internazionale.Il Coordinamento ha concluso la sua at-tività andando in piazza San Pietro per celebrare l’Angelus domenicale con Papa Francesco, proprio la domenica in cui papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di convertirsi! È stato momento memora-bile con una piazza S. Pietro gremita di gente. Ci sentivamo in un fiume umano sia nell’afflusso che nel deflusso dal-la piazza. Lì a S. Pietro ci siamo salutati sapendo che i contatti continueranno attraverso gli attuali mezzi di comuni-cazione. E speriamo di incontrarci in no-vembre per il programmato seminario di formazione a s. Fidenzio (VR).

P. Fabio Franchini

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1° SEMINARIO DI FORMAZIONE 2013

“Educare alla vita buona del Vangelo”

LA COMMISSIONE INTERNAZIONALEDELLA FAMIGLIA LAICALE CANOSSIANA

con “il compito di progettare cammini formativi” promuove il

Destinatari di questo Seminario sono:- Laici dei gruppi laicali canossiani

- Madri animatrici e Padri animatori dei gruppi laicali canossiani

Dal 15 SETTEMBRE 2013 sul sito www.laicican.org si troveranno le indicazioni sulle letture consigliate in preparazione al seminario

Per le iscrizioni entro il 15 ottobre 2013 ed eventuali informazioni rivolgersi a:Adele Cremonesi – ASSOCIAZIONE LAICI CANOSSIANI – [email protected]

E+ugenio Bertolotti - FRATELLI E SORELLE LAICI CANOSSIANI – [email protected]

9 – 10 novembre 2013Casa diocesana di Spiritualità “S. Fidenzio” Loc. Novaglie (Verona)

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“O Senhor Jesus nos envia ao mundo todo!”Nova missão canossiana em Presidente Dutra, Maranhão (Brasil)

Passados 5 meses da chegada (no dia 17 de fevereiro de 2013), o clima

festivo do primeiro dia arrefeceu, é cla-ro, mas o ar de novidade trazido pelos 3 missionários ainda perdura. O povo pobre da cidade, localizada na região central do estado mais pobre do Brasil, ainda reverencia os religiosos pelas ruas, ainda visita sua casa e convida insisten-temente para almoços dominicais os “padres novos”. Da parte dos religiosos, a curiosidade e insegurança inicial tam-bém já foram vencidas, embora o volu-me de trabalho cresça a cada dia.Da Paróquia de São Sebastião, nasceu a Quase-paróquia São Francisco de Assis e São José Operário, na área mais pobre da já pobre cidade. Sua Igreja Matriz está sendo construída, trazendo grande pre-ocupação, já que os custos sobem mais

rapidamente que as paredes. O esforço do povo é grande, mas a pobreza da ci-dade, economicamente baseada no co-mércio e na agricultura de subsistência, não permite que a obra avance com a necessária rapidez. Cada saco de cimen-to, cada caminhão de areia que ganha-mos ou conseguimos comprar é uma vitória festejada!Ao chegar à cidade, os canossianos rece-beram uma Escola para cuidar. A impor-tância de se manter uma escola particu-lar na cidade foi imediatamente notada, pois 2 meses depois do início oficial das aulas no Brasil, as escolas municipais e estaduais ainda mantinham suas portas fechadas. Nossos 300 pequenos alunos são divididos em dois turnos, fazem uma refeição na escola, recebem, além da educação básica exigida por lei, assis-

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Il Vescovo di Grajaù Dom Franco Cutter insieme al Delegato p. Sergio Gallina presenta alla comunità i tre confratelli inviati per la nuova missione: P. Jair (al centro dei tre), diacono Ir. Paulo e Ir. Gilson

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tência social e religiosa. Mais de um terço dos alunos são recebidos gratuitamente, outra parte paga uma pequena mensa-lidade, que juntamente com o resultado de promoções sociais ajudam a pagar o salário dos 21 profissionais que traba-lham no projeto. As condições do prédio não são adequadas, pois não há dinheiro suficiente para reformas e muitas vezes nem mesmo para uma satisfatória ma-nutenção. No que diz respeito à vida da Igreja, em Presidente Dutra há muita fé, mas pou-ca instrução. Ainda que nossas celebra-ções sejam geralmente bem frequenta-das, percebemos que falta catequese. A maioria das pessoas não consegue ao menos dizer corretamente as respostas da missa. Cada celebração exige paciên-cia e boa vontade para rezar e explicar ao mesmo tempo o essencial da litur-gia. Tudo isso, pensamos, é resultado do longo tempo que as comunidades pas-saram sem a presença do padre, que só conseguia rezar uma missa por ano em cada localidade. Agora, com a criação da nova paróquia, nós canossianos conse-guimos estar presentes ao menos duas vezes por mês em cada uma das quator-ze comunidade rural, e semanalmente nas comunidades urbanas.Em Presidente Dutra há uma imensa po-pulação que está distante dos sacramen-tos. Mesmo muitas pessoas da Igreja não são ainda batizadas, outras são casadas apenas no civil (ou apenas convivem ma-ritalmente sem nenhum vínculo oficial).Muitos jovens não comungam e não são crismados. A catequese deverá ser rees-truturada, pois ainda reflete a primazia do saber sobre a vivência com a pessoa de Jesus. Ainda encontramos comuni-dades que usam o antigo Catecismo da Doutrina Cristã, com suas perguntas e respostas...Um projeto canossiano para a juventu-

de começa a ser implantado em nível de cidade, num trabalho conjunto da Igreja matriz com a nova paróquia. Chamado Aviva Jovem, quer ajudar a sociedade lo-cal a olhar com carinho especial para a juventude e seus problemas, bem como orientar os jovens a se organizarem e lu-tarem por vida em abundância, em con-sonância com o Evangelho.O oratório ainda parece um sonho dis-tante. Sem um local com condições mí-nimas, sem recursos financeiros e até de pessoal, pensamos em organizar um evento para adolescentes, dando início a pequenos grupos, que futuramente se-riam a base do oratório. As irmãs canos-sianas de Imperatriz, mesmo consideran-do a distância de 300 km entre as duas cidades, colocaram-se à disposição para trabalhar em conjunto, esporadicamen-te, em atividades do oratório ou alguma outra missão da Paróquia.No início de julho, com alegria, conse-guimos preparar, na nossa pequena casa, uma capela para rezarmos diante do Santíssimo Sacramento. Até então, nossas orações comunitárias eram feitas na sala que usamos para as refeições. A simplicidade da capela não diminui, ab-solutamente, a dignidade que é devida a Jesus Sacramentado. Pelo contrário, sem obstáculos a nos distrair, voltamos nos-sa atenção ao Sacrário, de onde tiramos nossas forças e em quem depositamos nossa esperança de uma fecunda mis-são.

A todos que nos acompanham com sua amizade e oração, nosso sincero abraço. Nosso e-mail para contato [email protected], nosso telefone (55) 99 3663 3683.

pela comunidade Canossiana de Presidente Dutra - MA,

Diácono Paulo Junior

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Celebrazioni per il 25° del Seminario Canossiano

Il messaggio del P. Vicario Generale a nome del P. Generale

Carissimi Confratelli della Delegazione, Padri e seminaristi del nostro Semina-

rio di Quezon City. Sono molto onorato del vostro invito a partecipare alla composizione di un sou-venir book che possa celebrare i 25 anni di vita e attività del nostro Seminario di Quezon City. Nel lontano 1991, da mag-gio a settembre ho potuto vivere a Que-zon e dare il mio piccolo contributo per l’inizio del Noviziato Canonico stabilito dall’allora p. Generale p. Augusto Boscar-din proprio negli ambienti di Quezon, essendo stato nominato p. Maestro il ca-rissimo p. Adriano. Ho potuto in quell’oc-casione conoscere un poco la nostra real-tà missionaria filippina e la città di Manila. successivamente abbiamo avuto l’incon-tro internazionale dei formatori. Dal 2000 al 2012, come Padre Generale ho potuto visitare più volte la Delegazione e le co-munità, avendo sempre per base la casa

e la comunità del Seminario di Quezon, e come la nostra Regola di Vita chiede, avendo sempre un occhio di riguardo e una disponibilità particolare a conoscere e aiutare il cammino e la programmazio-ne della formazione del Seminario, ma soprattutto trovando sempre una grande familiare accoglienza da parte di tutta la comunità del Seminario, e da parte mia, cercando sempre di riservare tempi di ascolto e di dialogo e convivenza con i seminaristi di filosofia e di teologia.Quando si arriva a 25 anni di età, in Italia si può votare anche per l’elezione dei Se-natori... è quindi l’età della maturità. Così dovrebbe essere per il nostro Seminario. in questi anni vari confratelli si sono sus-seguiti come formatori e come membri della comunità, e un gran numero di candidati è passato per uno o più anni in questa comunità di formazione. Alcu-ni hanno continuato e sono ora fratelli

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L’arcivescovo emerito di Manila, Card. Gaudencio Rosales, presidede la celebrazione, con accanto p. Adriano Carazzolo e il Delegato, p. Rey Daguitera

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impegnati nella stessa missione e nello stesso ideale Canossiano. Molti altri sono passati ricevendo formazione umana e cristiana, e anche un aiuto concreto per i loro studi. Il bilancio di tutto questo la-voro, delle energie investite, dei risultati raggiunti, lo può fare solo il Signore.Resta per la Congregazione e per la Dele-gazione il compito di maturare e cresce-re nell’offerta formativa, sentendosi tutti responsabili e interessati alla formazione che avviene nella vita concreta e quoti-diana del Seminario. Come ho detto in altre occasioni, è vivissima in me la gra-titudine per quei confratelli che hanno generosamente sacrificato i loro anni e le

loro energie migliori per mettersi a dispo-sizione della formazione. Come pure per tutti quei benefattori noti o anonimi che si sono fatti strumento della Provvidenza per aiutarci a mantenere e migliorare la vita e le strutture del Seminario e conti-nuano a sostenerlo tutt’oggi.Ecco il mio augurio e la mia preghiera: che il nostro Seminario continui la sua missione formativa preparando genero-si figli di S. Maddalena, Pastori autentici, missionari pronti ad andare nelle perife-rie del mondo e della città per comunica-re Gesù e il vangelo ai più piccoli.

P. Antonio Papa

Attività estive in parrocchia e in oratorio a Tondo

Parrocchia San Pablo Apostol – Tondo, Manila

Mentre in Italia i bambini contano i giorni che rimangono per arrivare

alla fine dell’anno scolastico e per goder-si le vacanze, qui nelle Filippine i nostri

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ragazzi e giovani si avviano ad iniziare il nuovo anno scolastico. Secondo il mi-nistero dell’Educazione filippino, sono quasi 24 milioni i bambini/e e ragazzi/e iscritti alle scuole elementari e medie, pubbliche e private, nel paese senza contare i milioni che frequenteranno le scuole superiori ed università! Sappiamo che nelle Filippine il 50% della popola-zione (quasi 50 milioni) sono sotto i 25 anni! È un paese giovane e con tante po-tenzialità per il suo futuro, ma anche con tante carenze presenti e povertà. Il no-stro programma delle adozioni a distan-za “Una mano aiuta l’altra” che esiste ed opera da quasi 25 anni è un grande aiuto per la gioventù povera di Tondo, seguendo e sostenendo circa 1500 adot-tati; importante è anche il lavoro svolto dai nostri catechisti, quasi una ventina, e per la maggioranza volontari, che ser-vono circa 16.000 ragazzi/e delle scuole elementari e medie nelle quattro scuole pubbliche presenti nel territorio della parrocchia di San Pablo Apostol a Tondo. Allo stesso tempo sta diventando sem-pre più importante il servizio del no-stro Centro Giovanile “Youth formation and social center”, che non solo ospita la scuola materna parrocchiale per i bambini, ma sta gradualmente diven-tando un importante strumento e luo-go di aggregazione e formazione per i ragazzi/e e giovani. Durante i due mesi

delle vacanze, aprile e maggio, i nostri padri Ricky e Joseph assieme a un bel gruppo di animatori (entusiasti, anche se in maggioranza molto giovani!) han-no organizzato tre settimane di “SYA” (Summer Youth Activities) - quello che in Italia chiamate GR.EST. - per circa 300-400 bambini e ragazzi delle elementari e medie, con proposta di attività ricreative, catechesi, laboratori, dopo-scuola, ecc . Le attività erano fatte sia al Centro che nelle varie aree, specialmente tra le ba-racche di Katuparan, Happy Land, Tam-bakan e Aroma, tra i bambini e ragazzi di alcuni agglomerati di Temporary Hou-sing e Aroma - una delle aree più pove-re ed abbandonate della parrocchia. Ha dato un prezioso servizio a queste attivi-tà anche un gruppo di giovani del “CVP” (Canossian youth Volunteers) organiz-zato dalle Sorelle Canossiane. Grazie al loro impegno e con l’aiuto dei catechisti, abbiamo potuto seguire e preparare al-tri 30 ragazzi dell’area di Aroma, che così hanno ricevuto i sacramenti delle prima Confessione e Comunione.Si è purtroppo quasi arrestato invece il Progetto della costruzione della nuo-va Chiesa parrocchiale di San Pablo… perché non solo abbiamo terminato la prima fase dei lavori (le fondamenta) ma anche abbiamo finito i soldi messi a parte lo scorso anno! Comunque non è

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finito l’impegno, anzi! Il 28 Aprile scorso abbiamo avuto tra noi il Cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, per la S. Messa e la benedizione delle colonne, la cerimonia del “Launching” ufficiale della fase dei lavori; un modo anche questo per rilanciare l’impegno a continuare nella realizzazione di que-sto importante progetto. Si tratta ora di portare al coperto il corpo centrale del-la chiesa, al grezzo, e poterla così usare.

Non abbiamo perso la speranza di an-dare avanti. Per l’occasione era presente anche il nuovo ambasciatore italiano a Manila, il sig. Massimo Roscigno con la sua Signora e la figlia. Alcuni benefattori locali si sono fatti avanti, e soprattutto la gente di Tondo si sta dando da fare con iniziative varie. La bella notizia è che abbiamo già messo da parte € 45.000... quella brutta è che ne servono almeno altri 550.000 Euro! Comunque conti-nuiamo a confidare nella Provvidenza e nella generosità di tanti amici e bene-fattori, e soprattutto nell’impegno della nostra gente. Ancora una volta a nome dei Padri, delle Suore e della gente di Tondo, un grazie di cuore a tutti i confratelli, sorelle Ca-nossiane, parenti, amici e benefattori per il continuo aiuto e sostegno. Assicu-riamo la nostra preghiera.

Fr. Carlo Bittante

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EThe summer has been so busy for the

young people of San Pablo Apostol Parish. It is the time of the year that is most anticipated by the youth because of the activities prepared by the Parish Youth Ministry (SYA of the oratorio). It was also a special year because a number of new faces have been added to the group of the volunteer catechists who served as teachers for the children within those two weeks of fun-filled and fruitful activities. The 14th day of April with a launching parade and a Mass which formally opened the Summer Youth Activities 2013. An estimated number of 300 children from elementary to high school joined the event. The number increased after few days, coming from different areas and barangays of the parish. The daily activities usually start with a Morning Prayer for the catechists/teachers. It is then followed by the assembly of the children with a moment of prayer; then, some animation through singing and dancing, afterwards they were grouped according to

Il nuovo ambasciatore italiano a Manila, Massimo Roscigno, e famiglia

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their grade level. Lessons/classes begin with catechism and some academic subjects which will prepare the children for the upcoming school year. The morning session ends with an assembly where they have a simple sharing and were dismissed for lunch break.Afternoon activities were intended for skills lesson, such as arts, guitar, singing, dancing and acting. As a conclusion of the day, the children pray the rosary and then go home, filled with new experiences and anticipating the next

day for more things to learn. Wednesday was intended for Sports activities, and Sunday for Mass.After two weeks of exciting activities, we had our Educational tour for the children at Children’s Playground at the Rizal Park and the Manila Zoo. The SYA was concluded with a Graduation ceremony which happened on May 1. Grade 1-3 were awarded as the Best Grade Level, following Grade 5.As agreed by the majority, the Oratorio, led by the Parish Youth Council, continued the annual activity called the “Parish Youth Week”, which was basically intended for the youth serving in the parish, but this year was different, as they tried to target youth that are not directly involved in the Parish. The weeklong event includes different activities, such as outreach mission, carnival and the much awaited Sports Feast namely “Canossian Cup”, which was already on its 8th year. The PYW, as it is popularly called by the Oratorians, started with a Launching Parade followed by a Morning Liturgy, then the opening ceremonies. The participants were divided into six teams which included both Oratorians and recruits. These teams battled in different sports such as Football, Volleyball and Basketball, Chess, Games of the General and Table tennis. It was indeed a very exciting moment for everyone. The PYW was concluded with an Awards Night, giving recognition for outstanding players and teams.During the Awards Night, the annual “Oratorian in Service and Action” and “Youth Entertainment Award” was given to those Oratorians who excel in different fields in the oratorio and the parish. But what’s more fulfilling for everyone, is that the Oratorio opened its doors for new recruits as they were encouraged to join different organizations and participate in Oratorio and Parish activities. Truly it was a very fruitful and meaningful Summer for everyone who undoubtedly shared time and effort as we played and prayed with Christ.

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Special events in the journey of the Philippine Delegation

First Religious Profession of Bro. Jonas and Bro. An-dreas at St. Gabriel of Our Lady of Sorrows Parish, Marikina Heights, Marikina City, on May 8, 2013.

A famous writer once said in his writing that “If the only prayer you ever say in your entire life is

thank you, it will be enough.” Yes, we would like to take this opportunity to say our prayers of thanks-giving to all the wonderful people who had been journeying with us.We would like to express our gratitude to our be-loved parents, our Formators, benefactors and Friends. We thank you for your love, knowledge, wisdom, support and prayer at every step of our life. A simple word of thanks would not be enough to show our gratitude, but still we thank you all for eve-rything.

Celebrating Life, Light and Love: a Benefit and Thanksgiving Concert held last June 15, 2013 at ALIW Theater, CCP Complex Pasay City.

This year has been a blessing for our congregation as we celebrate the 25th anniver-sary of our Formation House in New Manila, Quezon City. We started our Formation

House way back in 1988 and in 1999 we have our first priest ordination as our first fruit. Since then we already produce 16 religious priests. Throughout these 25 years we not only grow in number but also in our apostolic and formation communities. The Con-gregation staged a thanksgiving musical concert which was dubbed “Life, Light and Love a Thanksgiving Concert through music and dance” held in Aliw theatre last June 15, 2013. With special host Ms. Boots Anson-Roa and special guest Mr. Jovit Baldivino.

Bro. Andreas Nabu, FdCC

Quezon City, 7 Luglio 2013. S. Messa concelebrata per la “Sendoff Mass” (Messa di in-vio) per i nostri due Confratelli p. Adriano Carazzolo (già delegato delle Filippine e

formatore nel Seminario maggiore) e p. Yosef Moensaku (per alcuni anni missionario in Tanzania e Kenya) che si sono preparati a partire per la nuova missione in Timor Leste. Già da anni la Delegazione, unitamente ai Superiori, stava pensando a questo progetto. Il Capitolo generale del 2012 ha dato il via all’esperimento, e così inizia anche questa nuova avventura verso le periferie del mondo. In effetti, proprio alla periferia della Dio-cesi di Dili sono destinati i nostri religiosi, nella località della Bentano, sulla costa di Ti-mor che guarda verso Darwin e l’Australia. Ai due partenti da Manila si sono aggiunti p. Jordao Madeira e Fratel Antonio Germano già prima arrivati nella loro Patria. Da queste pagine del Foglietto, il nostro augurio per questa impresa di evangelizzazione!

Tre importanti momenti nella vita della Delegazione

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Nozze nel Signore e nella solidarietà per Sara e Fabrizio

Un modo solidale per celebrare le feste della vita

Che posso dire del nostro matrimonio? posso solo raccontare una bella sto-

ria d’amore e non solo fra me e Fabrizio. Sicuramente non volevamo un matrimo-nio ordinario né tantomeno sfavillante: il nostro doveva essere “giusto” nel sen-so che in genere si vede sprecare molto cibo, esagerare con gli addobbi, buttare le bomboniere, e proprio da questo pen-siero siamo partiti. Non volevamo che le nostre fossero dei soprammobili normali e, comunque, avendo già nello spirito la voglia di donare, ecco che le due cose si sono unite: bomboniere “solidali”! Da qui sono iniziate tante belle storie d’amo-

re verso il prossimo, soprattutto verso i bambini, iniziando da quelli del Gaslini di Genova. Si sentono tanti sposi che parlano del “tema” del loro matrimonio: il nostro tema è stato “la solidarietà”. E lo raccon-to un po’ orgogliosa di aver fatto la scel-ta giusta. Perché di bomboniere solidali se ne parla molto, ma nessuno ha mai pensato che ogni dettaglio potrebbe di-ventare segno d’amore. Oggi la festa del matrimonio impone certi riti - e non par-lo del rito religioso! -, come ad esempio il guest book (l’ormai famoso libro degli ospiti immancabile al ricevimento), op-

Tornati dal viaggio di nozze, Sara e Fabrizio hanno raccolto le foto del loro matrimo-nio “solidale” e ci hanno inviato quelle significative della consegna dei quadri (regalo

solidale!) ai loro testimoni. Anche se non possiamo ammirare i quadri, belli, di Lucia Con-tarino, possiamo ammirare la foto degli sposi Sara e Fabrizio, che ci offrono questa bella testimonianza: anche i minimi dettagli, come gli sposini di zucchero o di plastica sulla torta, possono essere importanti e trasformarsi in un gesto di solidarietà che fa felice qualcuno.

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pure il cuscino porta fedi, le bolle di sapone, il cake topper cioè il moderno “sposini sulla torta”. Ecco, anche questi possono tra-sformarsi in gesti d’amore. E poi le grandi ricerche per trovare i regali ai testimoni, alle “comari di fede” (cioè chi regala agli sposi le fedi nuziali), ai genitori; questi sono difficili da trovare, an-che perché dovevano esse-re regali importanti. E dopo tante ricerche (per fortuna il web aiuta), abbiamo incon-trato Lucia Contarino, anzi troviamo i suoi bellissimi quadri che facevano al caso nostro per i testimoni! e per ricam-biare avremmo donato a un bambino un po’ di vita e l’istruzione in una scuola. Ci sembrava uno scambio più che giusto.

E così anche per le nostre “sorelle-comari di fede” ab-biamo regalato il sorriso di due bambine. E poi le far-falle sulle cornici per i nostri genitori. E soprattutto le nostre fedi anch’esse soli-dali che ci faranno ricordare quel giorno per sempre…“Per sempre” dovrebbe essere la fine della storia; ma la storia è continuata anche il giorno dopo nella sala - mensa, di una par-rocchia della nostra città,

dove un gruppo di persone ha banchet-tato come se fossero stati al nostro ma-trimonio. E adesso viviamo felici, sapen-do che il “per sempre” continua, e che possiamo dare ancora molto!

Sara e Fabrizio

Gli auguri dell’Ufficio Missioni

Carissimi Sara e Fabrizio,partecipiamo con gioia alla vostra

festa, con la gratitudine nel cuore per tutte quei bambini bisognosi che han-no ricevuto un aiuto proprio grazie alla vostra decisione. È bello vedere che a questo vostro banchetto i primi invitati sono stati i bambini meno fortunati! E precisamente i bambini della missione canossiana di Igoma e di Jpapad, nelle Filippine. Invochiamo per voi S. Mad-dalena di Canossa e S. Bakhita, perché la vostra famiglia cresca sempre nell’a-more ai piccoli e ai poveri e abbia sem-pre come modello la Santa Famiglia di Nazareth. La Vergine Maria sia sempre il vostro esempio di carità e accoglienza evangelica!

P. Gianluigi, Maria Luisa, Emanuela

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Gentilissimi Padri Canossiani,sono Marina Lomunno, una giorna-

lista di Torino, ho conosciuto la vostra missione di Tondo e il carissimo p. Gio-vanni Gentilin durante la GMG con Gio-vanni Paolo II a Manila.Allora ero a Manila oltre che per il mio giornale e per Avvenire - di cui sono una delle corrispondenti da Torino - an-che per guidare la delegazione ufficiale dell’Agesci, gli scout cattolici italiani. In seguito alla visita a Tondo, con il grup-po di scout che seguivo, per anni abbia-mo sostenuto varie adozioni a distanza di alcuni ragazzi di Tondo segnalateci via via da padre Giovanni. Poi il tempo è passato, i giovani scout sono cresciu-ti e abbiamo perso i contatti con padre Giovanni. Io però continuo a ricevere vo-lentieri il vostro Foglietto (grazie perché me lo mandate) che mi porta notizie di padre Giovanni di cui però, purtroppo, ho perso la mail. Il motivo per cui vi scri-vo è il seguente: con la mia famiglia ho appena terminato l’adozione a distanza di una ragazzo della Guinea Bissau della missione dei Padri Giuseppini del Murial-do (sono i padri della nostra parrocchia),

e mia figlia Silvia, 10 anni, (che io e mio marito abbiamo avuto la fortuna di adot-tare quando era neonata) da tempo mi chiede dei bambini di Tondo di cui spes-so le ho parlato, come del fatto che anni fa con gli Scout sostenevamo un’adozio-ne a distanza. Più volte Silvia mi ha espresso il deside-rio di adottare un fratellino o una sorelli-na a distanza, e poiché ho questo lega-me “antico” con Tondo, mi piacerebbe riprendere i contatti con padre Gentilin e chiedergli di segnalarci un bambino o una bambina di Tondo da aiutare nella sua crescita, possibilmente della scuola materna o elementare (così può comuni-care meglio con Silvia).Durante la scorsa Quaresima Silvia aveva iniziato a mettere da parte i suoi soldini per il fratellino o la sorellina di Tondo… Attendo vostre indicazioni e spero che possiate mettermi in contatto con padre Gentilin che saluto con affetto.

Grazie e a presto!

Marina Lomunno

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Dalla GMG di Manila un contatto di amicizia e un’adozione a distanza per Tondo

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La solidarietà... fa festa!Cena solidale a favore delle missioni di Brasile e Filippine

L’unione, si sa, fa la forza, so-

prattutto quando è ora di organiz-zare un evento a sostegno del-le missioni dei nostri cari Padri Canossiani! Ed è con questo mot-to che una ven-tina di persone, sparse sul terri-torio veronese e legate al mondo canossiano, si sono date da fare per dar vita ad una cena solidale, con lo scopo di raccogliere dei fondi a sostegno delle missioni di Piabetá (Bra-sile) e di Tondo (Filippine). Dopo incon-tri, riunioni, telefonate e appostamenti a “caccia” di sponsor, grazie all’aiuto di molte “mani amiche” e di alcune realtà produttive locali, che hanno creduto in questa proposta, la sera del 14 giugno, presso il Circolo 1° Maggio di Montorio (Verona), immersi nel verde e circondati dal primo accenno di afa di questa estate 2013, i volontari hanno accolto oltre 170 persone, accorse in nome della solidarie-tà a far festa insieme. Coordinati dai cuochi Angelo e Adriana, i volontari della cucina hanno preparato una cena con i fiocchi!Durante la cena P. Gianluigi Andolfo ha illustrato i progetti che sarebbero stati sostenuti grazie alle donazioni di tutti, mostrando video e fotografie e chiaman-do sul palco a testimoniare alcuni dei vo-lontari che si sono recati con lui a Piabetà durante le scorse estati. Sono in molti, a distanza di tempo, a dedicarsi ancora at-tivamente al sostegno dei progetti dei

Padri Canossia-ni, segno tangi-bile che la mis-sione continua anche qui! A lenire la “sau-dade” che ser-peggiava tra i volontari ci ha pensato la mu-sica di Stefania Riva, che ha al-lietato la seconda parte della serata

con la sua bellissima voce, facendo da spalla a P. Gianluigi nel corso dell’estra-zione di alcuni premi messi a disposizio-ne dagli sponsor. Chi non ha vinto, ha po-tuto comunque consolarsi con qualche acquisto presso il mercatino missionario allestito da Annarosa, Gideci e Sonia e rifornito di bellissimi prodotti artigianali provenienti dalle missioni. Alla fine della serata, nonostante la stan-chezza, i visi dei volontari erano tutti segnati dalla soddisfazione: ai compli-menti per l’organizzazione e per la cena (davvero luculliana!) servita, si è ag-giunta la felicità di aver superato, con la raccolta fondi, ogni aspettativa e di aver contribuito, con un po’ del proprio tempo e con un po’ di fatica, certamente, ma anche con tanta gioia, ad aggiunge-re un piccolo tassello ai progetti portati avanti dai Padri Canossiani. Sull’onda di questa gioia, si è già deciso di riproporre una nuova cena solidale nel corso della primavera 2014. Amici di Verona e pro-vincia (e perché no, anche delle città li-mitrofe!), vi aspettiamo numerosi!

Gli amici veronesi

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Carissimi benefattori,

prima di tutto d e s i d e r i a m o ringraziare i partecipanti al nostro primo incontro - dav-vero nume-rosi: quasi 50! - e tutti coloro che, pur desi-derandolo, non hanno potuto essere presenti. La vostra presenza e l’interesse dimostrato ci han-no confermato la necessità di rinvigorire nella Parrocchia la presenza di un Grup-po missionario che possa agire da “pon-te” tra noi e le missioni canossiane nel mondo.Condividere questa vocazione, rafforza-re il legame tra adottanti e adottati, mi-gliorare la comunicazione, risolvere pro-blemi pratici, dare supporto a progetti missionari sono alcuni degli obbiettivi del Gruppo. L’obbiettivo principale del primo incontro era però quello di comin-ciare a conoscerci; ripercorriamo, quindi, anche per i non presenti, i contenuti del-la serata.Abbiamo chiesto di compilare una sche-da anagrafica, per aggiornare la lista di benefattori. Potete immaginare la fatica di contattarvi tutti! Poi P. Bruno ha let-to un toccante messaggio di saluto che P. Giorgio Valente, Padre Generale, ci ha inviato.Dopo il benvenuto di Rosaria, sabbiamo condiviso le ragioni che ci hanno spinti in quest’opera, esprimendo esigenze e interrogativi. P. Bruno ha poi presentato le missioni canossiane nel mondo, con

notizie sulla loro origine e il loro svi-luppo. Nel suo inter-vento, Piero ci ha parlato della missio-ne e degli o b b i e t t i v i del Gruppo missionario e della col-

laborazione con la Onlus “Mano Amica – Canossiani”. Alcune foto ci hanno poi illustrato la missione di Igoma in Tanza-nia, l’esperienza di p. Bruno in India e di Piero in Brasile. Infine, la presentazione dei presenti, le loro storie, testimonianze, desideri e problemi pratici. Il tempo, tiranno, non ci ha consentito di approfondire que-sto momento dell’incontro, che troverà maggiore spazio in futuro, poiché siamo tutti “missionari” e la condivisione resta l’obbiettivo principale del Gruppo.Il prossimo incontro è programmato per settembre. Non mancano argomenti che ci piacerebbe trattare: come riuscire a “contagiare” amici, parenti e conoscenti in questa nostra vocazione missionaria? Come coinvolgere i più giovani? Come stimolare i giovani (e non) a brevi espe-rienze di volontariato missionario? Grazie per la vostra testimonianza di “missionari a distanza”, anche e soprat-tutto a nome di tutte le persone che, per mezzo del sostegno all’educazione, state aiutando a conseguire dignità e diritti.

Gruppo missionario - Parrocchia di S. Giorgio Martire

Il Gruppo Missionario si incontraS. Giorgio di Acilia - Roma, 7 giugno 2013

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In memoria di p. Marcello Gianola

La comunità parrocchiale di Favignana, appresa la notizia, da p. Antonio, della

salita al cielo di p. Marcello, si è stretta in preghiera in suo suffragio.A questa preghiera si è aggiunta la pre-ghiera di lode e di ringraziamento a Dio Padre per il Dono che a noi favignanesi è stato concesso in questi 40 anni di sto-ria per la presenza della Congregazione delle Madri e dei Padri canossiani, e tra questi anche per il passaggio in mezzo a noi di P. Marcello.La nostra comunità deve molto a questa

Famiglia Religiosa che ha scelto le nostre isole di Levanzo e Favignana per vivere ed operare secondo il carisma di S. Mad-dalena.Veri testimoni di fede, vivono tra noi e spendono le loro giornate testimonian-do il Carisma canossiano.Abbiamo voluto dare un ultimo saluto affettuoso a P. Marcello, per gli anni del suo ministero tra noi, perché si è speso in ogni modo per la nostra comunità cri-stiana e civile.P. Marcello sarà sempre ricordato da tutti noi per la realizzazione della casa S. Mad-dalena, residenza delle Madri canossia-ne, per la grande croce che svetta sulla montagna di Favignana, per i misteri del Rosario che dalla chiesa di S. Anna porta al cimitero, per la ristrutturazione della chiesa della Madonna della Piana, e per tante altre opere visibili, ma particolar-mente per la realizzazione dell’oratorio, l’opera che più gli stava a cuore.Grazie P. Marcello!

Il Consiglio Pastorale Parrocchialea nome di tutta la comunità cristiana

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Il 4 maggio scorso lasciava questa vita p. Marcello Gianola. Dopo un breve ricovero a Roma, che ha solo intuito il male che minava la sua forte fibra, il ricovero a Negrar

(verona) ha fatto scoprire la presenza del solito male oscuro, che nonostante l’intervento lo ha portato alla morte. Una liturgia di suffragio è stata celebrata a Verona S. Maria Addolorata, dove pure p. Marcello è stato parroco dal ‘77 all’83, cui è seguito il funerale nella chiesa dei SS. Giobbe e Bernardino nella nostra casa madre di Venezia. Nel cam-posanto di S. Michele in Venezia, nel campo dei Sacerdoti e Religiosi, riposa ora questo infaticabile sacerdote canossiano. Sono molti gli incarichi importanti e le case in cui p. Marcello ha operato con dedizione e vero spirito canossiano, innamorato soprattutto dell’opera dell’oratorio. Finito il tempo delle responsabilità in prima persona, aveva ul-timamente dedicato la sua vita al ministero della riconciliazione e della formazione so-prattutto biblica, nelle due case di Roma. Rimpianto da piccoli e grandi, che trovavano in lui l’accoglienza simpatica, una parola di conforto e di guida nella confessione. La pre-ghiera, cui dedicava lunghe ore fin dal primo mattino, ha impreziosito il gran bene e le molte opere realizzate nel tempo della sua piena attività pastorale. Lo ricordiamo con la testimonianza, giunta da un’altra comunità a lui carissima, Favignana.

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Mettersi davanti alla foto di M. Renata, frugare nei ricordi, lasciar affiorare

il suo volto dai lineamenti miti e deci-si insieme, vuol dire per me risentire la sua domanda di sempre “Vi volete bene? Vuoi bene ai tuoi padri? E loro ti vogliono bene?”. Forse è proprio questo il suo testa-mento e la sua eredità più preziosa. Una donna che ha voluto bene, preoccupata di voler bene e che gli altri – i suoi cari, le sue Madri, i suoi Fratelli canossiani – si volessero bene. Il bene vero, quello del Vangelo, che impreziosisce la nostra sto-ria e a sua volta custodisce grata memoria del bene ricevuto. Madre Renata è stata vera figlia della Carità, custode e coltiva-trice del nostro Bene più grande, l’Amore Crocifisso imparato da Santa Maddalena.Ho conosciuto M. Renata da giovane chie-rico, quando lei era superiora provinciale in Casa Madre a Verona. L’ho incontrata poi da giovane prete nella casa provin-cializia di Bergamo. L’ho ritrovata a Roma superiora della comunità della Casa ge-neralizia, quando ormai era completato il progetto del complesso parrocchiale e della chiesa di S. Maddalena. Fu veramen-te vicina a noi quando dovemmo pagare a caro prezzo quella bella realizzazione e l’impegno di servire pastoralmente la parrocchia, con la tragica morte di padre Gentilin. Presenza consolante e saggia nel richiamare alla fede nei piani divini. Fu vicina a me personalmente nei primi pas-si di parroco in quella comunità provata. Mi fu ancora più vicina, con l’incoraggia-mento e la preghiera, quando nel 2000 lasciai la parrocchia per il sopravvenuto incarico di superiore generale. Nel 2004 anche lei si sarebbe avviata a Caprino per le ultime tappe della sua donazione. Dio sa quanto M. Renata è stata vicina a

noi fratelli Canossiani, con mille attenzio-ni che solo un cuore di madre sa esprime-re, ma soprattutto con l’autentica frater-nità del vangelo, per il sentito convinto legame di fraternità canossiana che ci dovrebbe far sentire fratelli e sorelle. Per questo, non ho potuto mancare all’ul-timo saluto, celebrazione della sua Pa-squa, lo scorso 17 giugno, nella casa della Rocchetta di Bergamo, dove M. Renata ha concluso la sua lunga corsa terrena. Nella chiesa, davanti alla Madonna dei Dolori, il commiato liturgico e il rendimento di grazie, ben illuminato dalla Paola di Dio del giorno. Grazie, Signore, per aver fat-to incrociare il nostro sentiero con la vita questa donna, sorella, madre. Grazie, per averci dato in Madre Renata un segno del tuo paterno, materno, inesausto prender-ti cura di noi e dei nostri cammini. Donaci di volerci sinceramente, gratuitamente, fedelmente, bene!

P. A.

“Vi volete bene?”Ricordo di M. Renata Colombo

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Carissimi amici lettori del Foglietto...Carissimi amici, lettori del Foglietto,questo periodico dell’Istituto dei Canossiani racconta con semplicità brani di vita ed espe-rienza delle nostre comunità e opere sparse in Italia e nel mondo. Viene realizzato con la collaborazione di quanti inviano alla Redazione il racconto di attività e la testimonianza di esperienze realizzate nelle nostre comunità, parrocchie e oratori.Ha l’umile aspettativa di favorire la conoscenza dell’Istituto canossiano, di diffondere la sua opera e lo spirito che lo anima ai sostenitori e benefattori delle nostre Missioni. Speriamo che questa condivisione vi interessi e saremmo felici di poter leggere le vostre impressioni, anche per migliorare la nostra rivista.Non prevediamo un abbonamento, per non limitarne la diffusione, e volentieri lo inviamo a tutti coloro che lo desiderano. Sono comunque notevoli i costi per la sua redazione, stampa e spedizione. Per questo ogni partecipazione a questa spesa è sempre gradita. così come l’aiu-to a precisare gli indirizzi o a limitare la dispersione di copie. È possibile sostenere il Foglietto utilizzando il bollettino accluso precisando nella causale “per il Foglietto”. È inoltre possibile ricevere il Foglietto anche via e-mail, evitando costi di stampa e spedizione; comunicateci il vostro indirizzo di posta elettronica!

Grazie!La Redazione

“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal servo di Dio P. Angelo Pasa per far conoscere l’Istituto Canossiano e per chiedere aiuto per il sostegno del nascente se-minario che avrebbe garantito lo sviluppo della Congregazione. Nel tempo è stato continuato grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare negli ultimi anni dall’indimen-ticabile padre Modesto Giacon.Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possia-mo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Isti-tuto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.Per ricevere IL FOGLIETTO, non c’è bisogno di abbonamento; se non siete ancora iscritti e de-siderate riceverlo o per segnalare un cambio di indirizzo, compilare il modulo e rispeditelo a

IL FOGLIETTO dell’istituto dei CanossianiVia S. Giuseppina Bakhita, 1 – 37131 VERONA Poiano

Nome ………………………………… Cognome …………………………………………

Via ……………………………………………………………………… N° ……………….

CAP ……………… Città ………………………………………… Provincia ……………

Nazione ………………………………

Se si desidera l’invio tramite posta elettronica, barrare la casella sottostante: Desidero ricevere IL FOGLIETTO tramite posta elettronica al seguente indirizzo e-mail:

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Papa Francesco, che cosa c’era nella borsa nera che ha portato come bagaglio a mano?

«Non c’era la chiave della bomba atomica! La portavo perché sempre io ho fatto così, quando viaggio porto la mia borsa... e dentro cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere, ne ho portato uno di Santa Teresina e io sono devoto. Io sempre

sono andato con la borsa nel viaggio,è normale, ma dobbiamo essere normali. È un po’ strano per me quello che tu mi dici, che la foto ha fatto il giro del mondo.

Mah, dobbiamo abituarci ad essere normali, alla normalità della vita».

IL FOGLIETTODELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI

Pubblicazione trimestrale n. 2/3— Anno 82 — Aprile - Settembre 2013Spedizione in abbonamento postale Art. 2 — Comma 20/c — L. 662/96 — Filiale di Verona

La corrispondenza all’Istituto dei Canossiani:Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA — Tel 045 528857 — Fax 045 534047

Internet: www.canossiani.org — E-mail: [email protected] C.C.P. 18530378 — IBAN IT 16 W 05034 11750 000000153743

intestato a Congregazione Figli della Carità CanossianiPresso Banco Popolare di Verona - sede di Verona - 0001

La corrispondenza per i progetti missionari: Ufficio Missioni “Mano Amica - Canossiani” ONLUS

Via S. Giuseppina Bakhita, 1 - 37142 Poiano - VERONA - Tel e Fax 045 8408891Internet: www.canossiani.org/ufficiomissioni — E-mail: [email protected]

C.C.P. 36600518 — CCB IBAN IT91 F 05034 11750 000000163682

Papa Francesco intervistato dai giornalisti sull’aereo

durante il viaggio di ritorno dalla 28° GMG di Rio de Janeiro