La Valle del Sacco_a cura di ReTuVaSa

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La Valle del Sacco tra passato, presente e futuro. San Vito Romano, 29 maggio 2014

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Presentazione delle problematiche inerenti la Valle del Sacco. A cura di ReTuVaSa, www.retuvasa.org

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La Valle del Sacco tra passato, presente e futuro.

San Vito Romano, 29 maggio 2014

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La nostra valle ha

una storia antica e

importante:

per la sua

conformazione fisica,

da tempo

immemorabile,

è un crocevia di

transiti.

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Lo dimostra il passaggio, in età romana, di importanti

vie di comunicazione come la via Latina e la via

Labicana-Casilina.

---- Via Prenestina antica

---- Via Labicana (Casilina) antica

---- Via Latina antica

Le vie Prenestina, Casilina e Latina in una carta geografica medievale

copia di una carta di età romana

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La via Latina antica a

Roma, nel Parco delle

Tombe della via Latina.

Una traversa della via Latina antica all’altezza di Colleferro, in località Ponte delle Pagnotte.

Una traversa della via

Latina antica nei pressi di

Cassino.

Da Roma a Cassino fino a Capua:

le tracce archeologiche della via Latina antica nel nostro territorio.

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L’importanza di dominare la valle è

testimoniata dai tanti edifici

di epoca medievale che costellano in

posizione strategica le alture lungo il

fiume Sacco.

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Queste strade sono state utilizzate ininterrottamente

nel corso dei secoli fino ai nostri giorni.

---- Via Prenestina antica

---- Via Labicana (Casilina) antica

---- Via Latina antica

Le vie Casilina e Latina oggi, all’altezza di Colleferro

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Lungo le stesse direttrici, in anni

recenti, si sono impiantate le nostre

strade, autostrade e ferrovie.

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Proprio queste caratteristiche rendono la Valle del Sacco il luogo ideale per l’impianto di industrie belliche.

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All’inizio del secolo scorso la valle, in particolare la zona che poi diventerà Colleferro, fu scelta per insediarvi un’importante industria bellica.

Tra i fattori determinanti: il corso d’acqua, sistemi montuosi che la proteggono da eventuali incursioni via mare, vie di collegamento, conformazione geologica e petrografica, vicinanza ad una grande città come Roma.

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Questo tipo di insediamento portò in gran

parte della valle un

cambiamento notevole nel tipo

di attività dominante

esercitato dagli abitanti: da

agricolo-pastorale a industriale.

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Con l’attività degli

stabilimenti BPD, fondati nel 1912, la

futura Colleferro si

afferma come grande polo industriale.

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Le armi sono tuttora prodotte a Colleferro. L’elenco che segue racconta quanto esse abbiano avuto un ruolo “predominante”

in tutte le guerre dall’inizio del XX secolo.

Libia 1911

Turchia 1912

Prima guerra mondiale 1915

Operazioni in Libia 1923

Etiopia 1936

Spagna 1937

Seconda guerra mondiale 1940

Egitto 1967

Angola 1970

Iran-Iraq 1981

Falklands 1982

Kuwait 1990

Iraq 1991

Somalia 1993

Iraq 2003

Afghanistan 2005

Libia 2011

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Le armi di Colleferro nella guerra libica del 2011

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Industrie chimiche ma non solo. La vocazione industriale è ormai segnata per tutta la bassa valle.

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- Attività meccaniche per il mercato civile (dalla costruzione e riparazione dei veicoli ferroviari alla fabbricazione di laminati, barre e profilati, recipienti metallici e bombole per aerosol); - Produzioni chimiche per l’industria (dall’anidride ftalica e maleica alle resine poliestere), per l’agricoltura (antiparassitari in varie formulazioni) e uso domestico (insetticidi, detersivi e deodoranti);

L’industria bellica si diversifica espandendosi in altri settori:

Infine nel 1956 in località Castellaccio

decolla la fabbrica dei filati: nylon, rayon, lana, ecc.

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Da qui il passaggio al “Nucleo di industrializzazione della Valle del

Sacco” è cosa fatta.

Nel 1969 si contano 17 nuovi insediamenti industriali.

Nel 1976 ben 138.

Numeri che rendono l’idea di come le

Amministrazioni provinciali, in particolar modo quella

di Frosinone, abbiano avuto un ruolo fondamentale

per l’occupazione del suolo nella nostra area a fine

produttivo-industriale, in sostituzione di una

vocazione agricola fino ad allora predominante.

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La Cassa del Mezzogiorno

e la nuova idea di sviluppo.

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Molte aziende chiudono, tante cittadine della valle trasformano il loro tessuto

sociale diventando città-dormitorio in cui tornare la sera dopo il lavoro, mentre i figli dei vecchi lavoratori

emigrano.

Inizia la crisi economica.

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Deindustrializzazione: rimangono solo i danni.

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L’industrializzazione porta lavoro ma c’è il rovescio della medaglia…

Si registrano danni alla salute dei lavoratori e partono i primi processi per crimini ambientali. Ad oggi ce ne sono 4 in corso.

L’ambiente viene stravolto: si interrano tonnellate e tonnellate di scarti industriali

dentro fusti, creando collinette velenose.

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Scoppia la bomba innescata dall’interramento per decenni di moltissime sostanze nocive che, con il passare del tempo, rilasciano il loro velenoso contenuto nel terreno e nelle falde acquifere superficiali.

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Una vasta area della valle viene dichiarata Sito di Interesse Nazionale (SIN).

Verrà declassata a Sito di Competenza Regionale nel 2013.

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Nei primi anni ’90 viene inaugurato un altro filone industriale molto redditizio: la gestione dei rifiuti.

Nasce così la nuova occupazione del territorio, quella che ancora oggi rende il nostro territorio una pattumiera.

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Cosa ha generato

nel tempo

questa nuova tipologia

di insediamenti

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Anche l’aria risulta inquinata da polveri sottili emesse da inceneritori e cementificio.

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Il disastro continua…

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Viene costruita una turbogas e si progetta un impianto TMB (Trattamento Meccanico Biologico), impianti di incenerimento pneumatici.

Si presenta anche un progetto per la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali nazionale, fortunatamente non attuato.

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La salute delle persone e dell’ambiente diventa merce di scambio: il ristoro ambientale.

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I comuni che ospitano impianti dannosi alla salute hanno diritto a un compenso

economico.

500.000 euro

4.000.000 euro

5.000.000 euro

QUAL E’ IL PREZZO GIUSTO PER LA SALUTE ?

Mentre per ogni tonnellata conferita in discarica viene versato al Comune…

Per il Comune di Colleferro presenza degli inceneritori frutta all’anno circa…

Per un TOTALE di…

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Recenti studi epidemiologici confermano che l’esposizione all’inquinamento atmosferico verificata nei Comuni della valle è associata a un incremento delle patologie cardiovascolari e respiratorie.

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Conclusioni L’area della Valle del Sacco è stata per lunghi anni sede di una importante attività industriale per la produzione di sostanze chimiche, esplosivi, carrozze ferroviarie, motori di lancio. Nel 2005 è stato messo in evidenza una estesa contaminazione del fiume e dei terreni limitrofi da sostanze chimiche provenienti da discariche di rifiuti tossici. Il complesso industriale ha causato nel tempo inquinamento dell’aria, i lavoratori sono stati esposti a sostanze tossiche in ambiente di lavoro, in particolare prodotti chimici ed amianto. Le persone che hanno risieduto lungo il fiume hanno assorbito ed accumulato nel tempo pesticidi organo clorurati soprattutto tramite la via alimentare. L’estesa indagine di biomonitoraggio ha dimostrato una contaminazione umana di carattere cronico da beta-esaclorocicloesano (β-HCH), sostanza organica persistente derivante da rifiuti tossici industriali.

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L’area dei tre comuni di Colleferro, Segni e Gavignano presenta nel suo complesso un quadro di mortalità e morbosità peggiore del resto del Lazio. Il quadro di mortalità e di morbosità dei residenti nell’area di Colleferro, quando paragonato a quello delle aree dei comuni vicini, mostra valori più elevati per le patologie respiratorie in possibile rapporto con la contaminazione cronica ambientale. Si conferma un eccesso di tumori della pleura per la pregressa esposizione lavorativa ad amianto. Il quadro di mortalità e morbosità degli abitanti lungo il fiume non è particolarmente diverso rispetto ai comuni di riferimento, ma si segnala la presenza di alcune patologie (tumore del fegato, diabete) in possibile rapporto con la contaminazione chimica. I lavoratori che hanno prestato servizio agli impianti chimici e alle carrozze ferroviarie presentano un aumento della frequenza di alcune forme tumorali (tumore della vescica e della pleura) in presumibile rapporto con l’attività lavorativa svolta.

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La nostra valle va salvata!

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Le nostre attività…

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Occorre valorizzare le cose belle che ci sono…

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La Valle del Sacco, chiusa tra i monti

Lepini a ovest ed

Ernici a est, offre

panorami molto

suggestivi, sia naturali che paesaggistici

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Segni

Ferentino

Colleferro

Anagni Paliano

Monti Lepini

Ma anche borghi dalla lunga storia…

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Agrifoglio

Ginepro

Tasso

Diverse aree di questi monti sono Siti di Interesse Comunitario (SIC) perché ospitano specie considerate fondamentali per la salvaguardia delle biodiversità.

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Piste ciclabili Pedibus

Cosa possiamo fare? Mobilità alternativa…

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Distributori di cibi sfusi Detersivi alla spina

Riduzione dei rifiuti…

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Una passeggiata sui Monti Lepini I vigneti del Cesanese

Passeggiate in montagna, in campagna…

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La Selva di Paliano Torre della Mola dei Piscoli

…nei parchi come la Selva-Mola dei Piscoli…

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Il centro storico di Carpineto La festa del Palio a Paliano

…nei centri storici…

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Prendere consapevolezza delle nostre radici, della storia della terra che abitiamo, ci permette di difenderla e di renderla vivibile e accogliente.