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UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTÀ DI ECONOMIA “GIORGIO FUÀ” _______________________________________________________________ Corso di Laurea Specialistica in Economia e Impresa L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO UNO STUDIO SULL’ANDAMENTO DEMOGRAFICO E DEI SETTORI PRODUTTIVI Relatore: Chiar.mo Tesi di Laurea di: Prof. Franco Sotte Simona Barbaresi Anno Accademico 2006 - 2007

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UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTÀ DI ECONOMIA “GIORGIO FUÀ”

_______________________________________________________________ Corso di Laurea Specialistica in Economia e Impresa

L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO UNO STUDIO SULL’ANDAMENTO

DEMOGRAFICO E DEI SETTORI PRODUTTIVI

Relatore: Chiar.mo Tesi di Laurea di:

Prof. Franco Sotte Simona Barbaresi

Anno Accademico 2006 - 2007

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Dedico questo studio alla mia

famiglia ed in particolar modo ai

miei genitori i quali appoggiando

e sostenendo le mie scelte mi

hanno permesso di raggiungere

questo importante traguardo.

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La stesura del presente lavoro è stata per me un momento particolarmente

formativo e ricco di stimoli in quanto accompagnata da numerose occasioni di

contatto con autorità locali, rappresentanti di associazioni di categoria e tutti

coloro che, a vario titolo, possono dirsi protagonisti della realtà esaminata. Tengo

quindi a ringraziare, uno ad uno, quanti mi hanno permesso di cogliere opinioni

ed esperienze dirette nonché di arricchire il mio lavoro.

Un ringraziamento particolarmente sentito va al Dott. Giovanni Dini, direttore

del Centro Studi SISTEMA della Cna delle Marche e al suo collaboratore

Gabriele di Ferdinando, a Luigi Colombaretti, Responsabile provinciale

formazione della Cna di Marotta, alla Dott.ssa Stefania Baldassarri, dirigente del

Servizio Sistema Informativo Statistico della Regione Marche e alle sue

collaboratrici Cristina Carletti e Cristiana Mori, al Sig. Sauro Leonardi

dell’Unione Comuni Valcesano, alla Dott.ssa Ilva Sartini, Segretaria della

Confesercenti di Fano, a Raffaella Santolini, dottoranda in Economia Politica

della Facoltà di Economia “G. Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche e al

Prof. Nicola Manes.

Ringrazio, inoltre, l’Ing. David Guanciarossa, Presidente dell’Associazione

Monte Porzio cultura, Mario Bergami, Responsabile settore urbanistico del

Comune di Mondolfo, Sergio Sgammini, Assessore alle attività produttive del

Comune di Mondolfo e Sauro Esposti, gestore della Biblioteca comunale di

Monte Porzio.

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INDICE

INDICE.................................................................................................................16

INTRODUZIONE................................................................................................21

- Capitolo 1 - .........................................................................................................29

LA STRUTTURA DEL TERRITORIO E DELLA POPOLAZIONE NELLA

VALCESANO ......................................................................................................29

1.1 Cenni storici ...........................................................................................29

1.2 Il territorio..............................................................................................33

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat..........................................................37

1.2.1 Il fiume Cesano.....................................................................................37

1.2.2 L’organizzazione amministrativa .........................................................39

1.3 La dinamica demografica.............................................................................42

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat..........................................................43

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat..........................................................44

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat..........................................................47

1.3.2 Tendenze recenti ................................................................................54

1.4 Una dinamica demografica squilibrata ........................................................64

- Capitolo 2 - .........................................................................................................69

LA STRUTTURA PRODUTTIVA ....................................................................69

2.1 Evoluzione della situazione economica della Valcesano dal 1951 al

2001 71

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L’analisi della dinamica economica di lungo periodo nella Valcesano si fonda

sui dati Istat relativi ai Censimenti dal 1951 al 2001, per i quali si è tuttavia resa

necessaria una elaborazione degli stessi, data la discordanza nei raggruppamenti

dei rami di attività economica in ciascun settore nei diversi Censimenti

considerati. Sono stati pertanto individuati tre macrosettori: Industria,

Commercio, Servizi. ...........................................................................................71

2.1.1 Andamento delle imprese ..............................................................72

0

100

200

300

400

500

600

700

800

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

...............................................................................................................................74

2.1.2 Andamento delle unità locali e degli addetti .................................77

2.2 La situazione economica della Valcesano: un’analisi di breve periodo

84

2.2.1 Andamento di imprese e unità locali dal 2002 al 2006................84

2.2.2 La struttura economica della Valcesano al 2006 ..........................91

2.2.3 Le attuali dinamiche di sviluppo economico nella bassa Valle

del Cesano: il settore nautico .......................................................................101

2.3 Aree a valenza distrettuale e specializzazione produttiva ...................104

2.4 Una realtà produttiva da potenziare ....................................................113

- Capitolo 3 - .......................................................................................................123

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L’ARTIGIANATO ............................................................................................123

3.1 Andamento delle unità locali artigiane e degli addetti dal 1981 al 2001

124

3.2 Andamento delle imprese artigiane dal 2002 al 2006......................137

3.2.1 La situazione dell’artigianato al 2006..........................................140

3.3 L’artigianato: un settore su cui puntare ..........................................145

- Capitolo 4 - .......................................................................................................151

4.1 Andamento delle aziende agricole dal 1982 al 2000 .............................155

4.1.1 La dimensione delle aziende agricole e l’indice di

dispersione ...................................................................................................157

4.1.2 La forma di conduzione ...............................................................160

4.2 Le aziende con allevamenti..............................................................166

4.3 Dinamica della superficie agricola totale (SAT) e della

superficie agricola utilizzata (SAU) ............................................................170

4.4 La composizione della SAU e la sua dinamica................................173

4.4.1 I seminativi ..................................................................................173

4.4.2 Le coltivazioni legnose agrarie ....................................................175

4.4.3 I prati permanenti e pascoli..........................................................177

4.5 La composizione della SAU al 2000 ..............................................178

4.6 Il biologico......................................................................................182

4.7 Il settore agricolo: alla ricerca di una nuova identità per uno

sviluppo più equilibrato ed ecosostenibile...................................................186

- Capitolo 5 - .......................................................................................................191

5.1 Dinamica del movimento turistico dal 2001 al 2006.......................198

5.2 L’offerta ricettiva...................................................................................208

5.2.1 Tipologia di strutture ricettive ............................................................209

5.2.2 La qualità dell’offerta ricettiva ....................................................212

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5.3 L’attrattività turistica della Valcesano...................................................214

5.3.1 Il movimento turistico.........................................................................214

5.3.2 La permanenza media dei turisti ..................................................215

5.4 L’agriturismo ...................................................................................217

5.5 Un settore turistico da migliorare attraverso una formula più

integrata e di qualità.....................................................................................220

- Capitolo 6 - .......................................................................................................225

6.1 Le relazioni tra tessuto produttivo e territorio .......................................228

6.2 Il ruolo degli ambiti territoriali nella programmazione .........................230

6.3 Il contesto programmatico .....................................................................232

6.3.1 La programmazione regionale ............................................................232

6.4 La programmazione nella Valle.............................................................237

6.4.1 Le iniziative e i progetti ......................................................................239

APPENDICE STATISTICA.............................................................................275

Elenco tabelle...................................................................................................275

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................291

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................292

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................293

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................294

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................295

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat........................................................296

APPENDICE STATISTICA.............................................................................267

APPENDICE GRAFICA ..................................................................................403

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INTRODUZIONE

La nuova consapevolezza del ruolo del territorio nello sviluppo economico e

sociale trae origine oltre che dal contributo decisivo alla crescita che si riconosce

ormai unanimemente ai sistemi economici locali, anche dal processo di

globalizzazione che ha condotto a ricercare nel territorio il riferimento per

mantenere peculiarità, caratterizzazioni, senso di identità. L’analisi dello sviluppo

locale si è imposta perciò da qualche anno come un riferimento necessario per le

politiche economiche e produttive.

In particolare, realtà territoriali ridotte come quella della Valcesano che è

oggetto di questo lavoro, che ad una prima lettura potrebbero risultare secondarie

e ai margini delle direttrici più evidenti dello sviluppo produttivo e urbano delle

regioni centrali del Paese nonché sostanzialmente periferiche rispetto all’area

provinciale cui appartengono, si configurano tuttavia come riferimenti territoriali

dove si verificano fenomeni significativi del processo di globalizzazione in atto, il

quale non può essere inteso solo come un fenomeno che procede dal locale verso

il globale. Il globale infatti modifica il locale sia nella sostanza sia nelle valenze

che tradizionalmente si attribuiscono alle relazioni produttive nei sistemi

territorialmente più circoscritti.

Nella società e nell’economia dell’informazione si assiste a mutamenti in

termini di ampliamento dei riferimenti territoriali delle imprese (mercati di

approvvigionamento e sbocco, del lavoro, delle informazioni e delle conoscenze)

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e ad una crescente interdipendenza dei mercati dei prodotti intermedi. Questo

conduce i soggetti del governo dell’economia ad assumere punti di vista sistemici

in luogo di quelli legati a singole industrie o a singoli luoghi.

La variabile territorio si propone quindi come strategica anche perché il

rapporto con l’ambiente è una determinante della capacità delle imprese di

partecipare attivamente ai processi di innovazione a scala globale. Tuttavia,

affinché ciò abbia luogo, oltre alle note economie di scala tipiche delle

agglomerazioni distrettuali, il rapporto tra contesti locali e globali trae linfa in

misura crescente anche da altre condizioni, definibili in termini di economie

esterne, vale a dire le componenti della sfera territoriale intesa in senso ampio

(p.e. presenza di capitale umano, di infrastrutture tecnologiche, istituzioni, luoghi

della cultura, ecc.) ovvero tutti quegli elementi che pur non rientrando nella

struttura dei costi dell’impresa, influiscono sulle sue performance.

È, in sostanza, il dinamismo dell’ambiente locale che determina la maggiore o

minore capacità innovativa delle imprese che vi sono presenti, che, a loro volta,

influenzano le esternalità dell’ambiente attraverso i loro comportamenti.

Non va tuttavia dimenticato che il processo di globalizzazione può rivelarsi

utile allo sviluppo ma culturalmente pericoloso se comporta la perdita delle

identità locali. Occorre quindi che la tutela del patrimonio culturale ed ambientale

si traduca in salvaguardia attiva del "milieu locale" la cui rilevanza è senza

discussione per il mantenimento delle specificità culturali. Per "milieu locale" si

intende infatti l'insieme delle potenzialità endogene, dei caratteri, del patrimonio

culturale ed ambientale che caratterizza l'unicità di una struttura territoriale, ossia

il complesso delle risorse materiali e spirituali che una comunità ha maturato nel

corso dei secoli e che rappresentano la sua identità.

In tale ottica il "milieu" espresso da un dato sistema locale acquista un valore

dinamico, propositivo, fortemente propulsivo per la crescita del territorio e della

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comunità di cui è espressione: pur radicandosi nel passato diventa “pietra

angolare”, chiave di svolta per possibili scenari e trasformazioni future, substrato

locale dei processi di sviluppo nella prospettiva della sostenibilità e del

coinvolgimento attivo dei soggetti locali.

Le potenzialità espresse da un determinato territorio, infatti, per realizzarsi e

porsi come risorse per lo sviluppo territoriale devono essere prima riconosciute e

colte dall’organizzazione dei soggetti locali. Occorre cioè la collaborazione di tutti

per far sì che un territorio sviluppi e mantenga una propria identità configurandosi

però anche come sistema sociale ed economico capace di inserirsi nei processi di

globalizzazione, internazionalizzazione e qualificazione produttiva. Per

raggiungere questo obiettivo non ci si può affidare a processi spontanei di

evoluzione ma occorre attuare politiche efficaci, con un rapporto sistematico tra

istituzioni e tessuto produttivo, promuovendo progettualità che partano dal

“basso”, affinché si possa innescare un processo di crescita sedimentato nella

coscienza collettiva della comunità locale.

Con il presente lavoro, ci si pone quindi l’obiettivo di tentare una riflessione

sul medio-lungo periodo nonché di offrire una quadro recente circa le condizioni

di crescita economica e demografica di una realtà locale, quale è la Valcesano,

forse ancora lontana dal configurarsi come un sistema locale forte nelle relazioni

sociali ed economiche, ma certo non povera e sicuramente suscettibile di ampio

sviluppo, nella consapevolezza che l’analisi delle trasformazioni del passato possa

servire a riflettere sulla situazione attuale e a individuare una opportuna strategia

di sviluppo presente e futura.

In altri termini, l’obiettivo è quello di cogliere l’evoluzione economica della

zona nonché di considerare alcuni aspetti di problematicità che caratterizzano la

sua economia, nella convinzione che i fattori dello sviluppo dell’area siano

almeno in parte da rintracciare nella relazione fra sistema produttivo e territorio.

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Proprio il territorio, inteso come insieme di relazioni, cultura e storia, diventa così

una delle principali chiavi di lettura attraverso cui vanno letti i possibili scenari

socio-economici di una determinata area.

L’analisi condotta interessa 13 comuni1 per un totale di 46.387 abitanti (censiti

al 2006) situati tra la provincia di Pesaro e Urbino e la provincia di Ancona:

Mondavio, Mondolfo , Monte Porzio, San Costanzo, Castel Colonna, Corinaldo,

Monterado, Fratte Rosa, Pergola, San Lorenzo in Campo, Castelleone di Suasa,

Frontone e Serra Sant’Abbondio. Si è tenuto conto della loro collocazione per

zone altimetriche distinte in collina litoranea, collina interna e montagna interna

sulla base delle classificazioni fornite dall’Istat in modo da poter evidenziare

eventuali squilibri tra le suddette aree all’interno del territorio; le elaborazioni

effettuate consentono inoltre di operare sempre un confronto con la dimensione

provinciale e regionale.

Tutte le analisi effettuate prendono quindi in considerazione la dimensione

spaziale e quella temporale: per avere un quadro quanto più completo

sull’andamento dell’economia di un determinato territorio, infatti, è fondamentale

basarsi su una pluralità di fonti e su un confronto spazio-temporale di una certa

ampiezza.

Le principali fonti utilizzate vanno dal Sistema Statistico Regionale (Sistar

Marche), che fornisce una serie di dati disaggregati a livello comunale rielaborati

dalle banche dati Istat, alle rilevazioni censuarie ufficiali ed alle altre banche dati

Istat (fonte non sostituibile per gran parte degli indicatori socio-economici).

1L’individuazione dei comuni è stata mutuata dallo studio condotto nei primi anni 2000 dal Centro Studi Sistema della Cna delle Marche e scaturito nel 2003 in una pubblicazione dal titolo “Valcesano. Le vie dello sviluppo”.

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Nello specifico, il Primo Capitolo consente di tracciare un primo quadro di

riferimento in termini di morfologia territoriale e sociale2: ne scaturisce una serie

di indicazioni che pongono in luce la rilevanza del patrimonio ambientale della

valle, una rilevanza non solo legata al paesaggio ma anche alla storia e all’eredità

culturale, così come quelle relative alle dinamiche demografiche, che evidenziano

il permanere di fenomeni di abbandono delle aree più interne, specie montane,

oltre che di invecchiamento della popolazione. Si tratta di fenomeni che non

possono non destare particolare attenzione tra coloro che si pongono per questo

territorio obiettivi di sviluppo di medio-lungo respiro.

Nel Secondo Capitolo viene esaminata la struttura produttiva della Valcesano

(imprese, unità locali, addetti alle unità locali) sia attraverso un’analisi

dell’andamento generale dell’economia locale nel lungo periodo sia rielaborando

dati riferiti al breve-periodo, per poi puntare l’attenzione sulla situazione

economica della valle al 2006. Viene effettuata un’analisi per macro-settori

(industria, commercio, servizi) per poi scendere nel dettaglio delle sezioni e sotto-

sezioni di attività economica (in questo ultimo caso, limitatamente al comparto

manifatturiero).

Il confronto con gli altri contesti territoriali di riferimento fa emergere un

quadro con luci ed ombre: un sistema locale che si caratterizza, da un lato, per una

propensione all’imprenditoria diffusa, per un habitat favorevole in termini di

cultura imprenditoriale e del lavoro, di conoscenze e competenze professionali,

per la presenza diffusa di servizi di trasporto, di distribuzione commerciale,

nonché di servizi sociali e alla persona; dall’altro, ancora carente nella dotazione

di servizi avanzati, il ché si configura oggi come un freno all’ammodernamento e

2 Si intende la struttura di relazioni tra caratteri sociali, economici, demografici ed abitativi di una popolazione insediata in un determinato contesto territoriale (Vettoretto, 1995).

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allo sviluppo dell’intera economia. Ciò concorre evidentemente a delineare i limiti

nel grado di evoluzione di un tessuto produttivo che, pur dotato di un buon

sistema di piccole e medie imprese inserite in molteplici settori con significativi

livelli di specializzazione produttiva, deve ancora soddisfare esigenze “primarie”

o non particolarmente evolute. La forte competizione impone invece un

cambiamento ad un’economia locale in prevalenza manifatturiera, realizzabile

proprio attraverso un terziario sviluppato: l’industria va innovata anche grazie ad

un sistema di servizi pubblici e privati adeguati e ad alto valore aggiunto.

La Valcesano evidenzia così un ritmo di crescita economica che nel medio-

lungo periodo, pur seguendone il trend, non riesce comunque ad eguagliare le

performance provinciali (specie dell’area pesarese) e regionali. Si viene a

delineare inoltre uno sviluppo che non interessando in maniera omogenea tutto il

territorio e tendendo a concentrarsi in modo particolare nelle aree prossime alla

costa, rischia – in mancanza di opportuni interventi – di marginalizzare aree

interne il cui contributo alla crescita risulta invece imprescindibile nel

perseguimento di uno sviluppo locale a 360 gradi.

Il Terzo Capitolo si concentra sul comparto artigiano, analizzando

l’evoluzione di unità locali e addetti dal 1981 al 2001 e facendo poi un focus sugli

anni più recenti. Ne emerge un quadro abbastanza positivo che vede la Valcesano

crescere più dei contesti provinciali e regionale andando a rafforzare ulteriormente

negli ultimi anni una vocazione artigiana peraltro già ben radicata nel territorio.

La nota negativa riguarda invece le imprese del commercio che sono in netta e

sistematica diminuzione, mentre risultano in crescita l’industria e soprattutto i

servizi. Non va dimenticato che proprio il grado di evoluzione dell’artigianato dei

servizi, la sua diffusione e le potenzialità di crescita, sono fortemente legate alla

qualità della vita dei centri urbani e la loro presenza è strettamente legata alla

ricchezza e alla dinamicità del territorio. La dinamica delle manifatture

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tradizionali, degli insediamenti e dei laboratori artigiani non può tuttavia essere

improntata alla spontaneità, ma va guidata seguendo le linee di un coerente

progetto di sviluppo e di valorizzazione del territorio. Così, la forte presenza

artigiana riscontrata in talune aree interne della Valcesano va considerata come

un’opportunità da cogliere per promuoverne il rilancio e lo sviluppo.

Il Quarto Capitolo, analizza l’evoluzione del settore agricolo dal 1982 al 2000,

data dell’ultimo censimento, prendendo in considerazione i caratteri strutturali

dell’azienda agricola, in particolare, la sua dimensione, la forma di conduzione, la

dinamica della superficie agricola totale e della superficie agricola utilizzata, la

tipologia di coltivazioni, gli allevamenti e il settore biologico. Nella Valcesano,

l’agricoltura, nonostante un peso ancora oggi di tutto rispetto sull’economia del

territorio, mostra evidenti segnali di debolezza e fattori di criticità quali riduzione

del numero di aziende agricolo-zootecniche, contrazione della SAU, forte

specializzazione produttiva, ecc. in parte, certamente indotti anche da una sorta di

discriminazione culturale venuta maturandosi nei suoi confronti rispetto ad altri

settori ritenuti più produttivi e quindi maggiormente meritevoli di sostegno. Oggi,

tuttavia, nella crescente consapevolezza della necessità di un’integrazione

dell’agricoltura nello sviluppo rurale (industriale, terziario, turistico) essa si

prepara ad uscire dal “ghetto” ponendosi al pari con gli altri settori e facendo sì

che le aree rurali si trasformino da handicap ad asset competitivo del futuro.

Il Quinto Capitolo analizza l’andamento del settore turistico dal 2001 al 2006,

focalizzando l’attenzione sulla dinamica del flusso turistico (arrivi e presenze)

totale nonché relativo alle principali categorie ricettive distinte in alberghi ed

esercizi complementari, la tipologia e la qualità delle strutture ricettive,

l’attrattività turistica e l’agriturismo. Ne emerge un settore che, visti gli andamenti

non proprio positivi riscontrabili nel periodo considerato, necessita evidentemente

di una maggior integrazione sia a livello territoriale, al fine di sfruttare al meglio

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le varie vocazioni dei comuni, sia dal punto di vista politico-strategico nella

consapevolezza che soltanto attraverso una fattiva collaborazione fra i vari attori

(pubblici e privati) sia possibile sfruttare appieno, valorizzandole, le ricchezze del

territorio.

Nel Sesto ed ultimo Capitolo viene fatto un quadro recente della

Programmazione nella valle, in particolare, delle modalità attraverso cui si è

svolta l’azione dei protagonisti economici, istituzionali e sociali del sistema locale

in termini di iniziative e progetti concreti. Poiché la capacità di un sistema

economico locale di produrre benessere per la propria comunità non è un fatto

scontato e neanche un processo spontaneo occorrono strumenti adeguati, politiche

in grado di ristabilire il nesso fra sviluppo e coesione sociale, trasformazione del

territorio e tutela del patrimonio ambientale e culturale. Occorre, quindi, una

buona “governance”: gli attori locali – pubblici e privati – e tutti coloro che

influiscono sull’economia di un territorio devono cooperare, sviluppare buone reti

di relazioni da cui far scaturire azioni e politiche efficaci per sostenere il progresso

di una comunità.

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- Capitolo 1 -

LA STRUTTURA DEL TERRITORIO E DELLA

POPOLAZIONE NELLA VALCESANO

1.1 Cenni storici

Situata nel cuore delle Marche, al confine tra la provincia di Pesaro e Urbino e

quella di Ancona, la Valcesano è un’ampia zona territoriale che si estende dagli

Appennini umbro-marchigiani fino al mare Adriatico in un raggio di appena

quaranta chilometri; è attraversata dal Fiume Cesano – dal quale prende il nome -,

e circondata da dolci colline spesso sormontate da centri abitati che si sono

sviluppati attorno ai castelli medioevali. In ogni Comune sono presenti le tracce di

una storia densissima: palazzi, chiese, conventi, scavi archeologici, rocche,

fortificazioni, musei, pinacoteche, che fanno della Valcesano uno dei territori più

ricchi e attraenti della Regione Marche.

La presenza dell’uomo nella Valle viene fatta risalire al paleolitico grazie ai

ritrovamenti di fondamenta di capanne, utensili in selce e tombe. In seguito la

Valle fu abitata dagli Umbri prima e, successivamente da Etruschi, Galli Senoni e

Romani. Le lussuose case patrizie e l’anfiteatro di Suasa sono sicuramente il

maggior esempio dell’insediamento romano nell’area. Secondo alcuni storici è

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appunto dall’antica Suasa che deriva il nome Cesano, da se-suasanus = che taglia

Suasa.

Ben testimoniato è il fenomeno dell’incastellamento3 medievale, tipico dei

paesi più vecchi ricchi di mura, torri e castelli; all’aprirsi del medioevo infatti, la

Valle aveva già alle spalle una lunga vicenda di stanziamenti di gruppi umani e di

colonizzazione del suolo e anche l’insediamento fortificato vantava una sua

tradizione. Malgrado ciò, la transizione dall’antichità al medioevo (secoli IV-VII)

fu un’epoca di profonde trasformazioni delle strutture insediative. In questo

periodo divenne acuta la crisi dell’urbanesimo antico, un fenomeno iniziato alcuni

secoli prima nel mondo greco-romano. Nel medio Cesano scomparve così la città

di Suasa: il fatto, unito all’assenza di un approdo marittimo allo sbocco vallivo,

ebbe notevoli ripercussioni sui futuri assetti dell’insediamento nella vallata4.

Con l’ingresso, alla fine del VI secolo, dei Longobardi spoletini nella Valle,

seguiti dai loro alleati Protobulgari e Sclaveni, le trasformazioni dell’assetto

insediativo e fondiario subirono, in particolare, una forte accelerazione, finendo

per assumere i caratteri tipici dell’Italia longobarda, con la presenza di centri

rurali ed organizzativi come villaggi, castelli e centri curtensi5; ciò in netto

contrasto con l’Italia bizantina, dove prevaleva l’insediamento sparso nelle

campagne, mentre la città rimaneva l’unico centro organizzatore del territorio.

Il fenomeno dell’incastellamento che caratterizzò la vallata, rispettò di fatto

tutti i connotati del cosiddetto “modello marchigiano”, il quale, in

3 Il verbo medievale incastellare significa “andare ad abitare nel castello”, “entrare nel castello con le proprie cose”. Oggi viene usato in sede storiografica per indicare il complesso delle operazioni atte ad organizzare un centro abitato che, oltre ad essere fortificato, assuma compiti economico-agricoli e quindi politico amministrativi. L’incastellamento è perciò una fase distinta e più tarda (secoli X-XIII) rispetto ai processi fortificatori della tarda antichità e del primo medioevo. 4 In genere si assiste ora all’abbandono dei siti di fondovalle, non adeguatamente difesi e investiti con facilità dagli eserciti invasori e da bande di razziatori che percorrevano le principali arterie di collegamento. 5 Da curtis, azienda agricola divisa nei due settori della riserva padronale o dominicum e dei poderi affidati ai coloni o massaricium.

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contrapposizione a quello del Sud Italia, non sembra rappresentare una rottura col

passato e quindi anche con la precedente tradizione dell’insediamento fortificato.

Si incasellarono infatti piccoli nuclei già esistenti (centri curtensi, villaggi chiese,

vecchi castelli strategici), senza che ciò si traducesse automaticamente

nell’accentramento della popolazione e continuarono a funzionare piccole città

quali centri coordinatori del proprio territorio.

Per quanto riguarda la cronologia del fenomeno, viene individuata una prima

fase “curtense” (secoli X-XI) in cui il castello svolgeva funzioni limitate

all’aspetto economico-fondiario; dal secolo XII il termine curtis passerà poi ad

indicare il distretto castellano. Attorno al 1050 iniziarono infatti le trasformazioni

che portarono quasi ovunque al superamento del castello-azienda, le cui

pertinenze erano piuttosto modeste: un nucleo centrale e poderi o altri aggregati di

terre sparsi all’intorno; il tutto territorialmente non compatto, bensì frazionato.

Nel momento in cui questo organismo cominciò ad ampliare le sue funzioni alla

sfera politico-amministrativa, potenziò nel contempo anche il suo ruolo

economico, attirando nuova popolazione non più dipendente economicamente dai

titolari del castello-azienda. Emerse così un castello principale che finì per

assorbire i vicini più deboli, mentre la concentrazione della popolazione, non

avvenuta prima in maniera coatta, cominciò a svolgersi spontaneamente.

Col passaggio alla seconda fase (secoli XII-XIII), ossia al castello evolutosi

verso forme più vicine a quelle delle città, le fonti aprono maggiori spiragli sugli

uomini e sulle comunità castellane, sulle loro condizioni sociali e sulle attività

economiche. Certo è che il grande possesso fondiario, come base

dell’incastellamento, da solo non poteva bastare: altrettanto importante era

l’elemento umano, ossia una popolazione che abitava e lavorava nel castello. Si

trattava in sostanza di comunità di contadini liberi e di piccoli proprietari, uniti da

comuni interessi e da antiche usanze riguardanti gli incolti. Nonostante i frequenti

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interventi da parte della signoria rurale, volti ad usurpare le terre comuni o a

limitarne i diritti collettivi, di fatto l’incastellamento ottenne come risultato quello

di rafforzare il senso comunitario di uomini che vivevano in uno spazio ristretto

esercitando gli stessi diritti e svolgendo gli stessi servizi.

Quando la signoria, che nelle Marche era fondata su una ristretta base

economica, entrò in crisi e, con essa, la grande proprietà insieme con la struttura

curtense, la risposta dell’aristocrazia per far fronte ad una società in così rapida

trasformazione, fu il comune. In altre parole, la scelta di molti signori marchigiani

del tempo fu quella di agire all’interno dei comuni di città e dei comuni di

castello, cercando di controllare i primi e organizzando in qualche caso i secondi.

La nuova fase dei castelli evoluti portò così alla stabilizzazione della carta di

popolamento, anche se si riscontrano nuove fondazioni, spesso votate al

fallimento, e casi di abbandono. I centri attualmente esistenti nella Valle del

Cesano corrispondono così ai castelli principali emersi dopo la metà del secolo

XI; nel Duecento, poi, invece che nuove fondazioni o abbandoni “secchi” si

ebbero solo piccoli aggiustamenti, ossia spostamenti di sito, unioni di nuclei

vicini, ampliamenti dell’area castrense e trasferimenti al suo interno di pievi e di

chiese6.

Le famiglie signorili che per secoli dominarono le terre della Valle, ne

influenzarono quindi fortemente le vicende storiche ed artistiche: dagli inizi del

1300 furono i Malatesta di Rimini ad esercitare il diretto controllo finché, nel

1462, in una storica battaglia svoltasi alle foci del Cesano, i Malatesta persero

definitivamente il controllo del territorio e iniziò il dominio della famiglia dei

Montefeltro7.

6 Cfr. il SITO WEB –www.lavalledelcesano.it-. 7 Cfr. il SITO WEB –www.unionevalcesano.pu.it-.

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1.2 Il territorio

L’area oggetto di analisi è costituita dal territorio di 13 comuni situati tra la

provincia di Pesaro e Urbino e la provincia di Ancona, che ricoprono una

superficie pari 425,5 kmq, il 4,4% dell’intera superficie regionale e l’8,8% di

quella relativa alle due province interessate. La popolazione residente censita al

2001 è di 44.345 abitanti - il 5,6% dei residenti nelle province di Pesaro e Urbino

e di Ancona - con una densità demografica di 104,14 abitanti per km2.

Osservando nel dettaglio i singoli comuni si riscontra che nonostante la

presenza di molti centri di piccole dimensioni, più della metà di questi presenti

comunque una densità demografica superiore ai 100 abitanti per kmq, con un

valore massimo pari a 488,14 relativo al comune di Mondolfo, situato nella fascia

costiera; livelli di densità più bassi si registrano invece nei due comuni di

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Frontone e Serra Sant’Abbondio ricadenti entrambi nella fascia montana (36,15

ab/kmq).

Sotto il profilo altimetrico, sulla base della classificazione fornita dall’Istat, la

Valcesano si articola in tre zone:

- montagna interna, alla quale appartiene il 15% dei comuni (compresa fra i

1701 metri del massiccio del Catria e i 600 metri s.l.m.). In particolare, situata

nella parte meridionale della provincia di Pesaro e Urbino, si trova la

Comunità Montana del Catria e Cesano, comprendente i comuni di Fratte

Rosa, San Lorenzo in Campo, Pergola, Serra Sant’Abbondio e Frontone.

Pressoché privo di insediamenti industriali il paesaggio è rimasto intatto; la

gente vi abita in armonia contribuendo a dar vita ad un parco naturale di fatto.

In questo finale di valle è infatti possibile evidenziare rilevanti e originali

potenzialità turistiche legate non solo alle bellezze paesaggistiche e

naturalistiche ma anche a tutto ciò che “umanamente” vive e sopravvive e che

può considerarsi un’eredità preziosissima della storia del tardo Medioevo e

dell’età del Rinascimento. Percorrendo le pendici del monte Catria ricoperto

da boschi di faggio, carpino e avellano è possibile ammirare strutture ed

edifici di pregevole interesse architettonico come l’Eremo di Fonte Avellana,

considerato uno dei monasteri più celebri d’Italia, i castelli di Serra Sant’

Abbondio e di Frontone, la Cripta di San Biagio, la cui costruzione risale

all’epoca della diffusione del Cristianesimo lungo la vallata del Cesano (secoli

VII-VIII)8.

- collina interna, alla quale appartiene il 31% dei comuni (compresa fra i 720 e i

271 metri s.l.m.) e che si estende più in là della provincia di Pesaro e Urbino

in quanto oltre a comprendere i comuni di Fratte Rosa, Pergola e San Lorenzo

in Campo include il Comune di Castelleone di Suasa ricadente nella provincia

8 Cfr. il SITO WEB -www.cm-pergola.ps.it-.

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di Ancona. Si tratta di un’area situata al centro della Valcesano , immersa in

uno dei paesaggi agricolo-collinare più tipico delle Marche e gravitante

prevalentemente attorno al nucleo storico di Pergola9.

- collina litoranea, alla quale appartiene il 54% dei comuni, inserita in una realtà

territoriale complessa e ricca di situazioni utilizzabili a fini produttivi, con

Mondolfo-Marotta che fa da porta d’ingresso privilegiata per l’intera valle

poiché sede dello svincolo autostradale. Oltre all’appena citato comune questa

parte del territorio Valcesano, costituito prevalentemente da alcune colline che

digradano verso il mare, comprende i comuni di San Costanzo, Mondavio e

Monte Porzio ricadenti nel territorio provinciale pesarese, oltre ai comuni di

Castel Colonna, Corinaldo e Monterado della provincia di Ancona10.

Alla luce di quanto detto finora, si può certamente affermare che il territorio

della Valcesano ha una morfologia tale da non rappresentare un vincolo

insuperabile, o comunque, determinante per la distribuzione degli insediamenti

umani, per le possibilità di collegamento e per lo sviluppo delle attività

produttive: gran parte dei comuni dell’area infatti non presenta le caratteristiche

dei comuni montani, essendo la loro altitudine modesta e quasi sempre inferiore ai

500 metri sul livello del mare.

Inoltre, in considerazione della fornitura efficiente di molte tipologie di

servizi, un aspetto da non trascurare assieme alla collocazione altimetrica dei

comuni è quello della “frammentarietà” degli stessi sul territorio. A tal proposito, i

13 comuni che costituiscono l’area si suddividono in 43 centri abitati,

corrispondenti, secondo la definizione dell’Istat, ad “aggregati di case contigue o

vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi soluzioni di

continuità per la cui determinazione si assume un valore variabile intorno ai 70

9 Dini (cur., 2003), pagg. 61-62 10 Ibidem.

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metri, caratterizzato dall’esistenza di servizi od esercizi pubblici (scuola, ufficio

pubblico, farmacia, negozio o simili) costituenti la condizione di una forma

autonoma di vita sociale, e generalmente determinanti un luogo di raccolta ove

sono soliti concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di culto,

istruzione, affari, approvvigionamento e simili, in modo da manifestare l’esistenza

di una forma di vita sociale coordinata dai centri stessi”.

Non si può certo prescindere dal considerare il fatto che il territorio della

Valcesano si presenta anche con un paesaggio dotato di una certa

caratterizzazione rurale – peraltro tipica dell’intero territorio regionale -, la quale

può essere meglio valutata facendo riferimento ai parametri che sono stati usati

per delimitare il territorio delle zone ammissibili ai benefici del FESR11: in questo

modo i comuni rurali sono caratterizzati da <<una densità di popolazione di gran

lunga inferiore a 100 abitanti per kmq, una consistente diminuzione della

popolazione negli ultimi dieci anni e problemi socio-economici conseguenti ad

una forte riduzione della popolazione attiva nel settore agricolo>>.

11 Il FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, nasce con un regolamento del 1975 ed è il più importante perchè impiega la maggior parte delle risorse destinate dal bilancio comunitario ai fondi Strutturali. Il fondo, a norma del Reg.CE n.1783/99 del Parlamento e del Consiglio del 12 luglio 99, ha come compito principale la rimozione degli squilibri regionali esistenti nella Comunità. Esso contribuisce allo sviluppo e all’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, nonché alla riconversione economica delle regioni industriali in declino. Gli obiettivi perseguiti dal Fondo riguardano due dei 3 obiettivi prioritari: l’obiettivo 1 e 2 ed è attivo in tutte le regioni che hanno zone ammissibili rientranti nei parametri definiti dai 2 obiettivi.

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Tab. 1.1- Alcune caratteristiche dei comuni della Valcesano – anno 2001

Comuni Resid. Densità

ab./kmq Sup. kmq

Livello altim. min

Livello altim. max

Abitaz. Densità abitativa ab/kmq

Centri abitati

Mondavio 3.849 130,5 29,4 65 282 1.748 59,3 4 Mondolfo 11.076 488,1 22,6 0 157 5.761 253,9 3 Monte Porzio 2.239 121,9 18,3 40 231 963 52,5 3 San Costanzo 4.131 101,5 40,7 15 204 1.871 46,0 4 Castel Colonna 967 72,6 13,3 24 236 486 36,5 2 Corinaldo 5.147 106,5 48,3 50 271 2.056 42,5 1 Monterado 1.563 151,6 10,3 25 211 703 68,2 2 Collina litoranea 28.972 158,1 183,1 0 282 13.588 74,2 19 Fratte Rosa 1.033 66,2 15,6 139 447 551 35,3 2 Pergola 6.807 59,9 113,4 169 720 3.966 35,0 11 S.Lorenzo in Campo 3.354 116,9 28,6 101 501 1.629 56,8 2 Castelleone di S. 1.692 106,8 15,8 106 271 743 46,9 1 Collina interna 12.886 74,2 173,5 101 720 6.889 39,7 16 Frontone 1.304 36,2 36,0 269 1701 1.007 28,0 4 Serra S. Abbondio 1.183 36,0 32,7 340 1300 748 22,8 4 Montagna interna 2.487 36,1 68,7 269 1701 1.755 25,5 8 Valcesano 44.345 104,1 425,5 22.232 52,2 43 Pesaro e Urbino 351.216 121,4 2892,4 166.875 57,7 255 Ancona 448.627 231,2 1940,1 203.700 105,0 210 Marche 1.471.123 151,7 9693,5 672.785 69,4 809

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

1.2.1 Il fiume Cesano

Il fiume Cesano, che dà il nome all’omonima valle e scorre al confine tra la

provincia di Pesaro e Urbino e la provincia di Ancona, deriva il suo nome dal

latino Suasanus perché attraversava la città romana di Suasa. Nasce nel monte

Catria a 1.701 metri di altezza, ha come affluenti principali il Cinisco e il torrente

Nevola e sfocia nel mare Adriatico nella località Cesano di Senigallia, dopo un

percorso di circa 55 km. Il suo bacino imbrifero, complessivamente di 412 kmq, è

allungato in direzione SO-NE, ha sezione trasversale piuttosto regolare e si

estende su terreni prevalentemente impermeabili. Dell’intera estensione del

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bacino, l’80% (330,15 kmq) ricade nella provincia di Pesaro-Urbino; il rimanente

20% (82,53 kmq) in quella di Ancona.

Data la natura carsica del suolo, ha una portata piuttosto scarsa, nonostante la

notevole piovosità dell’alta valle. Da ciò consegue che l’acqua penetrata in

profondità fuoriesce poi da falde in sorgenti di portata interessante, tanto che nel

1973 fu condotto uno studio specifico di utilizzabilità delle acque. Il fiume

Cesano viene utilizzato prevalentemente a scopo irriguo12 e, in misura minore,

dall’industria. A tal proposito, va sottolineato che la prevalenza dell’uso agricolo,

non comportando alcuna restituzione al corpo idrico, finisce per incidere più

pesantemente sulle risorse idriche di quanto non possa fare un utilizzo

prevalentemente idroelettrico. Inoltre, il problema si aggrava ulteriormente nel

momento in cui il maggior numero di attingimenti si concentra in un periodo

(maggio-ottobre) in cui la portata media mensile del fiume risulta bassa e

caratterizzata da un valore di minimo assoluto (luglio-agosto)13.

Il corso del fiume è riuscito a mantenere pressoché intatto sino ad oggi un

aspetto piuttosto selvaggio, grazie all’assenza di opere umane di notevole impatto

lungo il suo corso, se si fa eccezione per le piccole chiuse, spesso vecchie e

inutilizzate da decenni, che comunque non influiscono in misura determinante.

Recentemente il Genio Civile vi ha costruito dei muri trasversali per frenare

l’erosione, rallentando la velocità dell’acqua, senza, tuttavia, creare grossi bacini.

L’attività estrattiva di ghiaia, un tempo fiorente e vietata nel letto del fiume dagli

anni ’70, si è trasferita nei giacimenti della pianura alluvionale e, attualmente, se

ne contano una decina sulle due sponde.

12 In particolare, il 39% è ad uso agricolo e zootecnico, il 32% ad uso potabile ed il 6% ad uso idroelettrico. Cfr. Piano regionale di tutela delle acque, Cap. 3. Download dal SITO WEB –www.regione.marche.it-. 13 Ambiente Italia (cur., 2000), pag. 20. Download dal SITO WEB –www.provincia.ancona.it-.

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Anche la foce del fiume Cesano, così come gran parte del suo corso, è situata

al confine tra le due province di Pesaro e Urbino e di Ancona. Fortemente

caratterizzata dal carattere torrentizio del fiume, impietoso ed invadente nei

periodi autunnali e a volte primaverili, in magra nel periodo estivo, è un

bell’esempio di oasi naturale, dove l’opera dell’uomo è stata quella di non

intervenire.

Degna di nota è la recente scoperta, fatta sotto il letto del fiume dai ricercatori

del gruppo NOSE (Nord-Ovest-Sud-Est) dell’Università di Urbino, di una foresta

fossile risalente a 50.000 anni fa, la quale testimonia che all' alba della civiltà

dove ora s' incontrano i centri abitati di Monte Porzio, San Michele al Fiume, San

Lorenzo in Campo e Pergola, la Valle del Cesano era una sterminata distesa di

pini, e nei boschi di conifere pascolavano alci e bisonti, cibo di caccia per gli

uomini preistorici. Il sito è stato segnalato alla Soprintendenza archeologica delle

Marche, che con l’Università di Urbino realizzerà le prossime campagne di scavo.

Certo è che la Foresta Fossile della Valcesano, oltre a costituire un ulteriore

esempio e uno stimolo alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio

paleontologico del nostro Paese, potrà essere una opportunità in più per far

conoscere l’intera valle, attirare turisti e di conseguenza portare più ricchezza14.

1.2.2 L’organizzazione amministrativa

Nella Valcesano fra le diverse forme di organizzazione amministrativa del

territorio, vi è la Comunità Montana del Catria e Cesano15. Ultima ad essere stata

istituita tra quelle Marchigiane, è collocata nella parte meridionale della provincia

di Pesaro e Urbino e comprende i 5 comuni di Fratte Rosa, San Lorenzo in

14 Cfr. il SITO WEB –www.lavalledelcesano.it- 15 A livello regionale la C.M. è stata costituita in ente locale a norma dell’art. 4 della L.R. n. 12 del 16.01.1995 in B.U.R. – Marche n. 74 del 7.9.1995.

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Campo, Pergola, Serra Sant’Abbondio e Frontone, ricadenti nella zona omogenea

"D", così come delimitata dall'art. 2 della legge regionale n. 12 del 16/1/199516.

La superficie è di 226,55 kmq, di cui 208,39 classificati montani. La popolazione

è di 13.788 abitanti di cui 11.764 residenti in territorio montano.

Pressoché privo di insediamenti industriali, il territorio della Comunità

Montana è rimasto intatto, con le sue tradizioni, bellezze artistiche e

paesaggistiche; la gente vi abita in armonia contribuendo a dar vita ad un parco

naturale di fatto.

La Comunità Montana ispira la propria azione al raggiungimento delle

seguenti finalità17:

a) promuovere, in attuazione dei principi generali delle leggi 3/12/1971 n. 1102,

8/6/1990 n. 142 art. 28 e 29, 31/1/1994 n. 97 nonché delle leggi e dello Statuto

regionale, la salvaguardia e la valorizzazione delle zone montane, l'esercizio

associato delle funzioni comunali, nonché la fusione di tutti o parte dei comuni

associati, anche allo scopo di eliminare gli squilibri di natura economica, sociale e

civile fra le zone montane e il resto del territorio;

b) favorire la crescita civile e professionale delle popolazioni montane e la loro

partecipazione alla predisposizione ed attuazione del Piano pluriennale di

sviluppo socio-economico del rispettivo territorio, nel quadro degli obiettivi

stabiliti dall'Unione Europea e dallo Stato, nonché dei piani della Regione e della

provincia;

c) attuare gli interventi speciali per la montagna di cui all'art. 1 della legge

31/1/1994, n. 97.

La Comunità Montana concorre inoltre nell'ambito della legislazione vigente,

alla difesa del suolo e alla tutela ambientale.

16 Art. 1, Titolo I – Disposizioni generali, Statuto Comunità Montana del Catria e Cesano. 17 Art. 4, Titolo I – Disposizioni generali, Statuto Comunità Montana del Catria e Cesano.

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La Comunità Montana infine tutela e valorizza la cultura locale e favorisce

l'elevazione culturale e professionale delle popolazioni montane anche attraverso

un'adeguata formazione professionale che terrà conto, nei suoi moduli

organizzativi, delle peculiarità della realtà montana.

Nel territorio della Valcesano emerge una realtà alquanto frammentata nel

momento in cui, oltre alla Comunità Montana suddetta, si considerano le Unioni

di Comuni18 che vi operano:

- l’Unione Comuni Valcesano (provincia di Pesaro e Urbino) che, costituitasi in

data 15 luglio 2002, comprendeva originariamente i soli 3 comuni di

Mondolfo, Monte Porzio e San Costanzo, per poi inglobare successivamente,

in data 18 novembre 2003, anche il comune di Mondavio. Il suo territorio ha

una superficie di 111,23 kmq e una popolazione di 21.288 abitanti al 2001.

- l’Unione dei Comuni di Castel Colonna e Monterado (provincia di Ancona),

costituitasi in data 29 settembre 2001, con un territorio di 23,62 kmq e 2.530

abitanti al 2001.

- l’Unione dei Comuni di Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo e Ostra

Vetere (provincia di Ancona), della quale però solo due comuni - Castelleone

di Suasa e Corinaldo -, rientrano nel territorio della Valcesano. Costituitasi in

data 24 settembre 2001, comprendeva originariamente solo i primi 3 comuni

sopra citati per poi inglobare successivamente anche il comune di Ostra

Vetere.

In generale, i comuni aderenti alle singole Unioni si presentano con una sola

ed unica voce sulle questioni di politica locale, per sostenere un’idea di

autogoverno allargata, al fine di meglio gestire con efficienza, efficacia ed

18 Il riconoscimento delle Unioni di Comuni è avvenuto a norma dell’art. 32 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 28 settembre 2000.

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economicità le funzioni ed i servizi ai cittadini e alle imprese del proprio territorio

di pertinenza, promuovendo lo sviluppo economico, sociale, culturale delle

comunità comunali che le costituiscono. L’Unione dei comuni rappresenta infatti

una valida organizzazione amministrativa per dare forza agli aggregati urbani di

piccole dimensioni, per promuovere progetti di sviluppo e di coesione al fine di

ridurre la marginalità dei piccoli centri.

1.3 La dinamica demografica

Lo studio delle dinamiche demografiche di un determinato territorio, oltre a

dare una fotografia della popolazione residente e della sua evoluzione nel tempo, è

considerato un aspetto rilevante della stessa ricerca economica. Se da un lato,

infatti, la demografia non ha influenze immediate sulle scelte economico-aziendali

dell’ambito di osservazione e, quindi, sulle strategie da adottare nel breve termine,

le scelte di medio-lungo periodo vanno effettuate anche tenendo in considerazione

i mutamenti demografici intercorsi nel tessuto sociale di un territorio.

1.3.1 Un’analisi di lungo periodo: popolazione residente e indici strutturali

Analizzando l’andamento della popolazione residente dal 1951 al 2001 (Tab.

1.2 e Fig. 1.3) emerge anzitutto come nell’intero periodo considerato soltanto la

Valcesano abbia subito una variazione complessiva negativa pari a ben 18 punti

percentuali a fronte di valori che, invece, per province e regione evidenziano una

crescita; in particolare, per il territorio della valle è possibile riscontrare un calo di

popolazione piuttosto forte fra gli anni ’50 e ’70, pari al 23%, seguito poi da una

lieve ripresa.

Sempre con riferimento al periodo ’51-’71, lo spopolamento è più intenso nei

comuni di Fratte Rosa, Frontone, Castel Colonna, Serra Sant’Abbondio e Pergola

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(37% in media) mentre, in netta controtendenza è il comune di Mondolfo in cui si

registra un incremento di popolazione del 23%.

Le ragioni di questo esodo che interessò la quasi totalità dei comuni della

valle, vanno probabilmente inserite nel più ampio contesto del fenomeno della

cosiddetta “emigrazione fordista” - che riguardò a partire dal secondo dopoguerra

molte regioni italiane - caratterizzato dalla polarizzazione attorno alle fabbriche e

dalle forme di organizzazione del lavoro di tipo taylorista.

Tab. 1.2 – Popolazione residente nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Mondavio 4.459 4.051 3.708 3.846 3.803 3.849 Mondolfo 5.617 5.985 6.928 9.443 10.374 11.076 Monte Porzio 2.637 2.376 1.864 2.153 2.198 2.239 San Costanzo 5.251 4.526 3.977 3.916 3.980 4.131 Castel Colonna 1.544 1.286 969 856 950 967 Corinaldo 7.217 6.066 5.362 5.360 5.236 5.147 Monterado 1.650 1.566 1.286 1.414 1.471 1.563 Collina litoranea 28.375 25.856 24.094 26.988 28.012 28.972 Fratte Rosa 2.200 1.837 1.341 1.158 1.092 1.033 Pergola 12.686 10.034 8.299 7.821 7.169 6.807 San Lorenzo in Campo 4.138 3.519 3.301 3.371 3.354 3.354 Castelleone di Suasa 2.149 1.850 1.480 1.541 1.641 1.692 Collina interna 21.173 17.240 14.421 13.891 13.256 12.886 Frontone 2.103 1.602 1.303 1.340 1.300 1.304 Serra Sant'Abbondio 2.183 1.616 1.394 1.322 1.307 1.183 Montagna interna 4.286 3.218 2.697 2.662 2.607 2.487 Valcesano 53.834 46.314 41.212 43.541 43.875 44.345 Pesaro e Urbino 334.834 314.741 316.383 333.488 335.979 351.216 Ancona 399.143 405.709 416.611 433.417 437.263 448.627 Marche 1.364.030 1.347.489 1.359.907 1.412.404 1.429.205 1.471.123

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Fig. 1.3 – Andamento della popolazione residente nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001)

0

20

40

60

80

100

120

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il boom economico degli anni ’50-’60 ha evidentemente indotto parte degli

abitanti della valle, all’epoca ancora prevalentemente rurale, a ricercare migliori

condizioni di vita altrove, all’interno di nuove realtà di tipo industriale scegliendo,

in particolare, destinazioni europee quali Svizzera, Francia, Belgio, Lussemburgo

e Germania; rilevante è stata anche l’emigrazione interna al paese, specialmente

verso le regioni settentrionali.

Sulla base della suddivisione del territorio in zone altimetriche (Fig. 1.4), si

può notare come in tutte, dal ’51 al ’71, l’andamento della popolazione residente

sia stato decrescente, anche se il calo risulta maggiormente accentuato in quella

collinare e, soprattutto, montana; dal ’71 in poi, si registra invece un andamento

divergente tra queste e la fascia costiera in quanto mentre le prime, sia pur

stabilizzandosi, continuano a mostrare un andamento lievemente decrescente

mentre la seconda tende a crescere facendo così aumentare sempre di più il

divario almeno fino al ’91, per poi tendere pressoché a stabilizzarsi nel decennio

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45

successivo (Tab. A.1.1, A.1.2, A.1.3). Nel 2001 la popolazione si attesta così a

44.345 abitanti registrando un calo del 18% rispetto al 1951 dato, questo, in

controtendenza sia rispetto alle due province – specie quella di Ancona che

registra il maggior aumento, pari al 12% -sia rispetto alla Regione Marche con un

incremento dell’8% (Fig. 1.2, Tab. A.1.3).

Va inoltre rilevato come, nell’intero periodo considerato, al calo di

popolazione abbia contribuito soprattutto la fascia montana (- 42%) e, in misura

leggermente inferiore, la fascia collinare (-39%); per quanto riguarda invece i

comuni situati in prossimità della costa, si registra un calo di popolazione fino agli

anni ’70 per poi risalire sino ai giorni nostri di circa il 7%, attestandosi nel 2001 a

28.972 abitanti. Tuttavia, va sottolineato che il complessivo incremento di

popolazione pari al 2% relativo all’intero cinquantennio, è esclusivamente da

attribuirsi al notevole contributo positivo (+ 97%) dato in tal senso del comune di

Mondolfo (Fig. 1.3, Tab. A.1.3).

Fig. 1.4 – Andamento della popolazione residente per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano (1951-2001)

0

20

40

60

80

100

120

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Un aspetto demografico particolarmente rilevante, per le sue implicazioni

sociali ed economiche, è la distribuzione della popolazione per classi di età: è noto

infatti che, secondo una tendenza generalizzata a livello nazionale, negli anni più

recenti si è assistito al progressivo invecchiamento della popolazione.

Un aspetto che emerge con evidenza è rappresentato dal maggior peso relativo

della popolazione convenzionalmente indicata come anziana (oltre i 64 anni)

rispetto alla popolazione giovane (fino a 14 anni).

Considerando nello specifico i valori relativi all’area oggetto di analisi, è

possibile subito notare come, dal dopoguerra ad oggi, vi sia stato un consistente

invecchiamento della popolazione comunale: si è passati infatti da un’incidenza di

anziani pari a circa l’8% nel 1951, a circa il 23% nel 2001. Tali valori risultano

sostanzialmente allineati a quelli che si registrano nelle due province e nella

regione Marche anche se, con riferimento alla data dell’ultimo censimento, nella

Valcesano si registra un peso leggermente superiore della componente anziana,

specie in rapporto alla provincia di Pesaro e Urbino.

Uno dei principali indicatori della struttura demografica che rimarca in modo

esplicito quanto appena affermato, cioè il maggior peso della popolazione anziana

rispetto a quella giovane, è rappresentato dall’indice di vecchiaia. Infatti tale

indice esprime il rapporto tra la popolazione con oltre 64 anni di età e quella al di

sotto dei 15 anni (indica quindi il rapporto tra le generazioni “estreme”) e mostra

una struttura per età sbilanciata verso le fasce più anziane, sia nell’area oggetto di

analisi sia nei territori provinciale e regionale.

Analizzando in particolare la Fig. 1.5, che mostra l’andamento del suddetto

indice dagli anni ’50 ai giorni nostri, risulta evidente come fino all’81, nella

Valcesano, esso assuma valori ancora ben al di sotto di 100, per poi subire

un’accelerazione piuttosto rilevante fino a giungere ad un valore pari al 184%, il

ché significa che al 2001 nell’area risultano circa 18 anziani ogni 10 giovani.

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Fig. 1.5 – Andamento indice di vecchiaia nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1951-2001)

0

50

100

150

200

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Nell’intero periodo considerato quindi l’indice di vecchiaia relativo alla

Valcesano rivela un andamento costantemente crescente, peraltro quasi

perfettamente in linea con il trend provinciale e regionale, sia pur registrando un

leggero incremento rispetto a quest’ultimo dalla metà degli anni ’9019.

Estendendo l’analisi all’andamento dell’indice di vecchiaia per sezioni

altimetriche, dalla Fig. 1.6 risulta evidente come pur partendo da valori pressoché

simili nell’anno 1951, questi tendano rapidamente a divergere mantenendo, in

ogni caso, un andamento crescente in tutte e tre le aree considerate.

Emerge in particolare che la maggior accelerazione dell’indice di vecchiaia

nell’intero periodo riguarda i comuni della fascia montana e, a seguire, quella

collinare, anche se in quest’ultima la crescita sembra lievemente rallentare

nell’ultimo decennio.

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Fig. 1.6 – Andamento indice di vecchiaia per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

0

50

100

150

200

250

300

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Per quanto riguarda la fascia costiera, sebbene anche in tal caso il trend sia

in costante crescita durante l’intero cinquantennio, notiamo come questo si

mantenga relativamente stabile almeno fino agli anni ’70, per poi subire una

maggior accelerazione a partire dall’80 mantenendo comunque un certo

scostamento soprattutto rispetto alla fascia montana dove, al 2001 si registrano

infatti ben 25 anziani ogni 10 giovani, a fronte dei 16 nella fascia costiera.

Confrontando i valori relativi ad ogni singolo comune, si nota come il dato più

negativo appartenga a Serra Sant’Abbondio con circa 27 anziani ogni 10 giovani;

mentre il comune in cui l’incidenza della componente anziana risulta minore è

quello di Mondolfo, con un indice di poco inferiore al 143% (Tab. A.1.4).

19 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tab. A.1.4.

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Fig. 1.7 – Andamento indice dipendenza nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1951-2001)

0

15

30

45

60

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il suddetto indice, se letto contestualmente a quello “di dipendenza”20 (o

carico sociale), delinea con maggior chiarezza la composizione della popolazione

residente sul territorio. L’indice di dipendenza esprime, in termini percentuali, la

parte di popolazione che in linea teorica dipende, perché giovanissima o anziana,

da coloro che sono in età lavorativa.

Dalla Fig. 1.7 si può osservare come in generale l’indice di dipendenza

relativo alla Valcesano abbia avuto un andamento leggermente altalenante

nell’intero periodo di riferimento, mantenendosi comunque pressoché in linea con

i valori registrati nei due territori provinciali e in quello regionale sebbene, dagli

20 Esso è dato dal rapporto tra la somma degli individui ultrasessantaquattrenni con quelli al di sotto dei 15 anni, divisa per il numero degli individui di età compresa tra i 15 e i 64 anni; in tal modo, tanto più tale indice si avvicina a 100 tanto più è consistente il carico sociale sopportato dalla popolazione in età lavorativa.

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anni ’70 in poi, tenda ad assumere valori superiori rispetto alle altre aree21. La

causa di questo trend è certamente il risultato dell’aumento nella Valcesano della

popolazione con 65 anni e più che infatti, nel trentennio ’71-2001, è quasi

raddoppiata portando così l’indice di dipendenza ad assumere un valore pari al

56%, il ché significa che al 2001 su ogni 100 individui in età lavorativa ricade

l’onere del mantenimento di 56 individui improduttivi (o perché troppo giovani o

perché troppo vecchi).

Osservando l’andamento dell’indice per zona altimetrica (Fig. 1.8) notiamo

come, pur essendo pressoché in linea con quello della Valcesano nel suo

complesso, l’incremento registratosi già a partire dagli anni ’60 sia stato

inizialmente più marcato nella fascia costiera, come conseguenza della riduzione

della popolazione attiva tra 15-64 anni.

Dal ’71 in poi il maggior contributo all’incremento dell’indice di dipendenza

nella valle è derivato invece soprattutto dai comuni appartenenti alla fascia

montana – raggiungendo nel 2001 un valore massimo di 64 individui improduttivi

su 100 - nonché, anche se in misura minore, da quella collinare. È evidente lo

scarto rispetto alla fascia costiera dove, peraltro, dall’81 l’indice si è

ridimensionato, mostrando solo nel decennio successivo una lieve ripresa con un

dato che, per il 2001, si attesta attorno al 52% (Tab. A.1.5).

Nel corso dell’intero periodo considerato, tra i comuni situati in prossimità

della costa, sono in particolare quelli di Mondolfo e Monte Porzio a registrare il

minor incremento dell’indice di dipendenza (1%); tra i comuni della fascia

collinare - che peraltro nell’intero cinquantennio ha registrato il maggior

incremento in assoluto -, è Pergola a detenere il primato negativo con ben 18 punti

percentuali. Analogamente, nella fascia montana il comune di Serra

Sant’Abbondio ha registrato un aumento del 19% (Tab A.1.5).

21 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tab. A.1.5.

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Fig. 1.8 – Andamento indice di dipendenza per zone altimetriche nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

0

10

20

30

40

50

60

70

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Per completare l’analisi strutturale della popolazione non si può prescindere

dal considerare l’indice di ricambio (Fig. 1.9), il quale esprime il numero di

persone che stanno per uscire dalla popolazione in età attiva (60-64 anni) ogni 100

persone che vi sono appena entrate (15-19 anni22).

Nell’intero cinquantennio l’andamento dei valori relativi alla Valcesano si

mantiene quasi perfettamente in linea con quello delle due province e della

regione sino ad attestarsi ad un valore inferiore a quelli registrati per le altre aree

e, in particolare, rispetto alla provincia di Ancona: al 2001 infatti il dato per la

Valcesano è circa pari al 128%, vale a dire che 100 nuove entrate sul mercato del

lavoro, sostituiscono i 128 individui prossimi al pensionamento, a fronte di un

valore del 139% per la suddetta provincia (Tab. A.1.6 ).

22 Per il calcolo degli indici di ricambio relativi agli anni ’51 e ’61 è stata considerata la classe di età 14-21 (anziché 15-19), per mancanza di dati censuari.

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Fig. 1.9 – Andamento indici di ricambio nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1951-2001)

0

20

40

60

80

100

120

140

160

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

L’impennata dell’indice di ricambio a partire dal 1981, dopo il calo

sperimentato nel decennio precedente, è da attribuirsi prevalentemente ad una

notevole diminuzione della popolazione tra 15-19 anni rispetto ad un incremento

in proporzione meno marcato di quella di età 60-64. Fa eccezione tuttavia la

regione Marche in cui, nel complesso, è stato maggiore il contributo in termini di

aumento della componente anziana.

Considerando ora la suddivisione per fasce (Fig. 1.10), notiamo che in tutto il

periodo di riferimento i valori relativi ai comuni situati in prossimità della costa

restano al di sotto di quelli dei comuni appartenenti alle altre due sezioni, sino a

raggiungere nel 2001 un valore pari a 115 punti percentuali inferiore a quello della

Valcesano nel suo complesso.

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Fig. 1.10 – Andamento indice di ricambio per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il maggior contributo all’incremento dell’indice di ricambio registratosi in

particolare dagli anni ’80 è quindi derivato soprattutto dai comuni facenti parte

delle altre due fasce; tuttavia, fino a metà anni ’90 l’apporto prevalente è quello

della fascia montana, dopodichè si registra un balzo nei valori relativi ai comuni

della fascia collinare. Tra di essi, in particolare, Castelleone di Suasa registra nel

2001 il valore più alto (189%), anche rispetto ai comuni delle altre fasce.

Questo trend crescente è da imputare prevalentemente ad un forte calo della

popolazione in età 15-19 piuttosto che ad un - sia pur importante - incremento

della componente in età 60-64. Spetta invece al comune di Monterado - rientrante

nella fascia costiera - il dato più basso in assoluto, pari al 96% (Tab. A.1.6).

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1.3.2 Tendenze recenti

Tab. 1.13 Variazione della popolazione residente nella Valcesano (2001-2006)

Comuni 1991 2001 2006 Var % '91-'06 Mondavio 3.803 3.849 3.952 3,9 Mondolfo 10.374 11.076 11.666 12,5 Monte Porzio 2.198 2.239 2.565 16,7 San Costanzo 3.980 4.131 4.589 15,3 Castel Colonna 950 967 1.032 8,6 Corinaldo 5.236 5.147 5.191 -0,9 Monterado 1.471 1.563 1.956 33,0 Collina litoranea 28.012 28.972 30.951 10,5 Fratte Rosa 1.092 1.033 1.008 -7,7 Pergola 7.169 6.807 6.793 -5,2 San Lorenzo in Campo 3.354 3.354 3.440 2,6 Castelleone di Suasa 1.641 1.692 1.700 3,6 Collina interna 13.256 12.886 12.941 -2,4 Frontone 1.300 1.304 1.349 3,8 Serra Sant'Abbondio 1.307 1.183 1.146 -12,3 Montagna interna 2.607 2.487 2.495 -4,3 Valcesano 43.875 44.345 46.387 5,7 Pesaro e Urbino 335.979 351.216 370.374 10,2 Ancona 437.263 448.627 466.789 6,8 Marche 1.429.205 1.471.123 1.536.098 7,5

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Al 2006 la Valcesano conta una popolazione pari a 46.387 abitanti, il 4% dei

residenti nelle province di Pesaro e Urbino e di Ancona, aumentata nell’intervallo

temporale 1991-2006, di 2.512 residenti facendo registrare un incremento pari al

5,7% (Tab. 1.13).

In un’ottica dinamica (Fig. 1.14), l’andamento della popolazione residente

nella Valcesano dal 1991 al 2006 risulta pressoché in linea con quello dei territori

provinciali e regionale, sebbene di minore intensità (specialmente rispetto alla

provincia di Pesaro e Urbino). In tutte le aree infatti l’incremento dei residenti è

costante e maggiormente accentuato a partire dal 2001.

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Fig. 1.14 – Andamento della popolazione residente nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1991-2006)

94

96

98

100

102

104

106

108

110

112

1991 2001 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il confronto tra le fasce territoriali (Fig. 1.15) evidenzia invece che la

variazione positiva di abitanti nell’arco temporale di riferimento non si registra in

modo indifferenziato sul territorio ed è sicuramente influenzata dalle

caratteristiche morfologiche, dalla differente organizzazione della rete

infrastrutturale nonché dalla opportunità occupazionali. Infatti, soltanto la fascia

costiera, con un incremento complessivo pari al 10%, contribuisce alla crescita

della popolazione residente dell’area, collocandosi peraltro anche al di sopra dei

livelli provinciali e regionale (Tab. 1.13).

La popolazione delle fasce interne, si caratterizza invece per un trend

decrescente fino al 2001, per poi registrare in seguito una lieve ripresa;

quest’ultima non è però tale da compensare una variazione che,

complessivamente, si attesta così su valori negativi, specialmente per quanto

riguarda la montagna interna (Tab.1.13).

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Fig. 1.15 – Andamento della popolazione residente per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano (2001-2006)

85

90

95

100

105

110

115

1991 2001 2006

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Guardando alla situazione delle singole realtà comunali, è particolarmente

vitale la crescita demografica registratasi nel comune di Monterado (33%) seguito

dai comuni di Monte Porzio (17%) e San Costanzo (15%), tutti facenti parte della

fascia costiera. Caratterizzati da fenomeni di spopolamento risultano essere invece

i comuni di Serra Sant’Abbondio (-12%), Fratte Rosa (- 8%), e Pergola (-5%),

appartenenti alla fascia montana e collinare (Tab. 1.13).

Per interpretare correttamente l’andamento della popolazione nel tempo è

necessario anche tenere presente che la sua dinamica è la risultante di un

complesso di fenomeni naturali come le nascite e le morti, oltre che di fenomeni

sociali di mobilità della popolazione definibili come flussi migratori di iscrizione

e di cancellazione anagrafica. Il rapporto tra queste variabili e la popolazione

residente permette così di costruire degli indicatori demografici in grado di

spiegare il contributo di ogni fattore alla dinamica demografica.

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Tab. 1.8 - I movimenti demografici nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1991 -2005)

Valcesano

Anno Nati Morti Saldo naturale

Tasso di incr.

naturale Iscritti Cancellati Saldo

migratorio

Tasso di incr.

migratorio

Tasso di incr.

totale

1991 375 457 -82 -1,9 809 625 184 4,2 2,3 2006 368 457 -89 -1,9 1.649 1.177 472 10,2 8,3 91-'06 5.623 7.956 -2.333 -3,3 18.359 13.221 5.138 7,2 3,9

Pesaro-Urbino 1991 2.801 3.462 -661 -2,0 5.818 4.542 1.276 3,8 1,8 2006 3.481 3.622 -141 -0,4 12.516 10.670 1.846 5,0 4,6 91-'06 47.547 57.029 -9.482 -1,7 150.900 107.480 43.420 7,8 6,1

Ancona 1991 3.569 4.568 -999 -2,3 7.252 6.371 881 2,0 -0,3 2006 4.229 4.876 -647 -1,4 14.179 11.170 3.009 6,5 5,1 91-'06 59.526 75.678 -16.152 -2,3 177.569 131.986 45.583 6,4 4,1

Marche 1991 12.085 14.593 -2.508 -1,8 24.052 20.080 3.972 2,8 1,0 2006 13.757 15.809 -2.052 -1,3 47.660 38.319 9.341 6,1 4,8 91-'06 197.633 243.742 -46.109 -2,0 588.551 428.159 160.392 6,8 4,9

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

A tal proposito, osservando la Tab. 1.8 si nota anzitutto come dal ’91 al 2006

il più alto valore negativo assunto dal tasso di incremento naturale23 sia proprio

quello relativo alla valle ( –3,3 per mille); inoltre, l’apporto decisivo

all’andamento demografico positivo dell’intero periodo proviene dai movimenti

migratori: il tasso di incremento migratorio24 dell’area Valcesano, infatti,

attestandosi al 7,2 per mille, supera i valori relativi sia alla provincia di Ancona

sia alla regione Marche ed è di poco inferiore a quello della provincia di Pesaro-

Urbino (7,8 per mille).

23 Si ottiene facendo il rapporto tra la differenza fra le nascite e le morti in un determinato periodo (saldo naturale) e la popolazione media del periodo (x 1000). 24 Si ottiene facendo il rapporto tra la differenza fra iscritti e cancellati in un determinato periodo (saldo migratorio) e la popolazione media del periodo (x 1000).

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Come emerge dal Graf. 1.9 inoltre, la dinamica del tasso di incremento

migratorio si caratterizza in particolare per la notevole crescita fatta segnare a

partire dal 2001 sino a raggiungere un valore massimo del 15,6 per mille nel

2003; nell’ultimo anno di osservazione si attesta infine al 10,2 per mille, valore

più che raddoppiato rispetto al 1991. Ciò significa, in altri termini, che per il solo

effetto dei movimenti migratori (spostamenti da e verso altri comuni della

provincia, d’Italia o Estero), la popolazione dell’area al 2006 cresce mediamente

di 10 persone ogni 1000 residenti (Tab. A.1.6).

In definitiva quindi, il fatto che per la Valcesano l’apporto decisivo

all’andamento demografico positivo provenga, molto più che per province e

regione25, dai movimenti migratori, denota evidentemente una certa capacità

attrattiva dell’area.

Graf. 1.9 – Serie storica – movimento anagrafico nella Valcesano (1991-2006)

-10

-5

0

5

10

15

20

19911992

19931994

19951996

19971998

19992000

20012002

20032004

20052006

Tasso di incr. naturale Tasso di incr. migratorio Tasso di incr. Totale

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

25 Per province e regione infatti il tasso di incremento migratorio al 2006 si attesta, in media, attorno al 6 per mille (per un confronto dei dati si rimanda alla Tab. A.1.6).

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Può essere interessante a questo punto entrare nel dettaglio dei singoli comuni:

con riferimento al 2006 (Tab.A.1.6), emerge che sono i comuni della collina

litoranea ad esercitare la maggior forza di attrazione, in particolare Monte Porzio,

San Costanzo, Castel Colonna e Monterado; la situazione è però ben diversa se si

considerano i comuni della collina interna e, soprattutto, della montagna interna

dove infatti il tasso di incremento migratorio fa segnare un valore addirittura

negativo (-2 per mille) al quale, peraltro, contribuisce in maniera decisiva il solo

comune di Serra Sant’Abbondio (-14,7 per mille).

A fronte di un’area costiera sempre più congestionata, non sembra quindi

volersi arrestare il fenomeno di abbandono delle aree interne, specie montane,

cioè di alcune località che per via della particolare caratterizzazione morfologica

del territorio hanno inevitabili vincoli di sviluppo e di crescita non solo

urbanistico-residenziale, ma anche di infrastrutturazione e di localizzazione delle

imprese.

Analizzando ora i dati relativi alla popolazione straniera residente nella

Valcesano, si può notare anzitutto come nel periodo 1991-200526 il tasso di

variazione medio annuo, pari al 21%, sia di poco superiore ai valori riscontrabili

nelle altre aree; inoltre, la popolazione straniera è aumentata maggiormente nei

comuni appartenenti alla collina interna per la quale si registra una variazione

particolarmente significativa nel comune di San Lorenzo in Campo (Tab.1.10).

26 In mancanza dei dati relativi alla popolazione straniera per l’anno 2006, si fa riferimento al 31 dicembre 2005.

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Tab. 1.10 – Consistenza e dinamica degli stranieri residenti (1991-2005) 1991 2001 2005

Comuni Stranieri residenti

% su pop.

resid.Stranieri residenti

% su pop.

resid.Stranieri residenti

% su pop.

resid.

Distrib. sul

territorio

Tasso di var. medio

annuo '91 -'05

Mondavio 7 0,2 67 1,7 110 2,8 4,7 22

Mondolfo 55 0,5 293 2,6 698 6,1 30,1 20 Monte Porzio 22 1,0 46 2,1 144 6,0 6,2 14 San Costanzo 12 0,3 92 2,2 234 5,4 10,1 24 Castel Colonna 1 0,1 17 1,8 44 4,4 2,0 31 Corinaldo 9 0,2 112 2,2 186 3,6 8,0 24 Monterado 8 0,5 42 2,7 130 7,2 5,6 22 Collina litoranea 114 0,4 669 2,3 1.546 5,1 34,1 20 Fratte Rosa 2 0,2 26 2,5 61 6,0 2,6 28 Pergola 27 0,4 170 2,5 363 5,3 15,7 20 San Lorenzo in Campo 2 0,1 92 2,7 197 5,7 8,5 39 Castelleone di Suasa 7 0,4 27 1,6 51 3,0 2,20 15 Collina interna 38 0,3 315 2,4 672 5,2 14,8 23 Frontone 6 0,5 24 1,8 74 5,5 3,2 20 Serra Sant'Abbondio 3 0,2 8 0,7 24 2,0 1,0 16 Montagna interna 9 0,3 32 1,3 98 3,9 2,2 19 Valcesano 313 0,7 2.000 4,5 4.534 9,9 100,0 21 Pesaro-Urbino 1.814 0,5 10.997 3,1 22.158 6,1 20 Ancona 2.214 0,5 13.668 3,0 27.095 5,9 20 Marche 7.485 0,5 45.668 3,1 91.325 6,0 20

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

La Fig. 1.11 conferma l’aumento esponenziale della percentuale di stranieri

sulla popolazione residente nella Valcesano, passata infatti dallo 0,7% del 1991 a

quasi il 10% del 2005 (Tab.1.10); anche nelle altre aree l’incremento è stato

importante mantenendosi tuttavia sempre al di sotto dei valori riscontrati per la

valle con un divario che, anzi, a partire dal 2001 tende ad approfondirsi

ulteriormente.

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Fig. 1.11 – Andamento percentuale stranieri su popolazione residente nella Valcesano, Provincia

di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1991-2005)

0

2

4

6

8

10

12

1991 2001 2005

%

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Analizzando lo stesso fenomeno per sezioni altimetriche, emerge con

chiarezza come anche in questo caso, dal 1991 al 2005, vi sia un trend crescente

generalizzato, sebbene il maggior incremento si registri nelle fasce costiera e

collinare, peraltro quasi sovrapposte. Per quanto riguarda invece la fascia montana

- nonostante anche qui la percentuale di stranieri residenti sia notevolmente

cresciuta a partire dal 1991 -, si nota un ampliamento della divergenza rispetto ai

valori più elevati segnati nelle altre aree (Fig. 1.12).

La distribuzione di cittadini stranieri sul territorio considerato (Graf. 1.13) è

comunque oltre che differenziata anche disomogeneamente diffusa, poiché circa

un terzo dell’aggregato in esame risiede nel comune di Mondolfo, mentre un

ulteriore 26% compete ai comuni di Pergola e San Costanzo; da notare infine

anche la concentrazione nei comuni di San Lorenzo in Campo e Corinaldo che

insieme fanno circa il 16%.

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Fig. 1.12 – Andamento percentuale stranieri su popolazione residente per sezioni altimetriche nei

comuni della Valcesano (1991-2005)

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

1991 2001 2005

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Graf. 1.13 – Distribuzione degli stranieri residenti nei comuni della Valcesano (2005) – Valori

percentuali

5%

29%

6%

10%2%8%

6%

3%

16%

9%

2% 3% 1%Mondavio

Mondolfo

Monte Porzio

San Costanzo

Castel Colonna

Corinaldo

Monterado

Fratte Rosa

Pergola

San Lorenzo in Campo

Castelleone di Suasa

Frontone

Serra Sant'Abbondio

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Come si può vedere dal Graf. 1.14, nel complesso, la maggior parte dei

cittadini stranieri provengono dai Paesi africani ed europei, tendenzialmente in

linea con i dati provinciali e regionali – anche se in quest’ultimo caso, rispetto alla

componente europea, prevale quella asiatica (Tab. A.1.8). Tra gli immigrati dai

paesi europei predominano i cittadini dei paesi appartenenti all’Unione europea.

Per quanto riguarda infine la distribuzione dei cittadini stranieri tra maschi e

femmine, tra gli stranieri provenienti dai continenti africano ed asiatico prevale la

componente maschile, viceversa, tra coloro che provengono dall’UE e

dall’America (Tab. A.1.8).

Graf. 1.14 – I continenti d’origine della popolazione straniera residente nella Valcesano (2005)

Unione Europea25%

Altri Paesi europei1%

Africa48%

America8%

Asia18%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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1.4 Una dinamica demografica squilibrata

Dall’analisi effettuata, emerge con chiarezza che nel lungo periodo

l’evoluzione demografica è stata tale da condurre anche la Valcesano – in linea

con una tendenza ormai da tempo generalizzata anche a livello nazionale -, ad una

struttura per età sbilanciata verso le fasce più anziane. Questo fenomeno, pur

presentandosi leggermente inferiore nei comuni della fascia costiera, assume

valori notevolmente più accentuati nella fascia collinare e in quella montana

rispetto alla stessa media provinciale e regionale: infatti, al 2001, l’indice di

vecchiaia che è del 169% per la regione Marche, raggiunge il 226% nell’insieme

dei comuni appartenenti alla collina interna e addirittura il 257% nei comuni

montani (Tab.A.1.4).

La composizione della popolazione sul territorio viene poi a delinearsi con

maggior chiarezza nel momento in cui l’indice di vecchiaia è letto

contestualmente a quello “di dipendenza” (o carico sociale): al 2001, mediamente

nei territori provinciali e regionale e nei comuni della fascia costiera, su ogni 100

individui in età lavorativa ricade l’onere del mantenimento di 52 individui

improduttivi, mentre nella collina e nella montagna interna la quota sale,

rispettivamente a 62 e 64 mettendole di fronte ad un preoccupante restringimento

della base della “piramide” demografica-produttiva (Tab.A.1.5). Proseguendo il

medesimo trend la conseguenza è che un numero sempre più piccolo di individui

appartenenti alle classi centrali d’età si troverà a provvedere dal punto di vista del

sostentamento ad un numero sempre più grande di anziani.

Una ulteriore conseguenza dell’innalzamento dell’età media della popolazione

di queste aree può inoltre essere letta nei valori ampiamente superiori a 100

assunti dall’indice di ricambio della popolazione attiva, anche se in questo caso la

Valcesano nel suo complesso registra un valore inferiore (128) rispetto sia alle

due province sia alla regione Marche. Restano tuttavia piuttosto elevati anche in

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questo caso i valori relativi a collina e montagna interna: rispettivamente 161 e

149 (Tab.A.1.6).

I dati sin qui esaminati confermano in definitiva l’esistenza di dinamiche di

sviluppo differenziate: infatti le maggiori opportunità occupazionali e il diverso

livello di organizzazione infrastrutturale della fascia costiera sviluppano flussi

migratori da altri comuni che sicuramente contribuiscono a far registrare in

quest’area un indice di vecchiaia inferiore rispetto sia agli altri comuni considerati

sia ai valori medi provinciali e regionali, così come accade per l’indice di

dipendenza che per i comuni di questa fascia è all’incirca di 10 punti percentuali

inferiore rispetto a quelli rilevati per le fasce più interne.

Non si può prescindere inoltre dal considerare il contributo offerto in tal senso

anche dal peso crescente della componente straniera nel territorio della valle,

specialmente negli ultimi anni, fenomeno questo peraltro più accentuato rispetto a

quanto riscontrabile negli altri contesti esaminati. Di nuovo, sono però i comuni

delle fasce costiera e collinare a costituire mete privilegiate per i cittadini stranieri,

che evidentemente trovano qui maggiori opportunità occupazionali.

Il tema dell’immigrazione merita però un approfondimento. Se infatti la

tendenza che sembra delinearsi nel territorio della valle – così come, d’altra parte,

in tutta Italia – è quella di sostituire sempre più i lavoratori anziani con gli

immigrati, occorre anche riconoscerli come popolazione a tutti i livelli, con diritti

di cittadinanza come tutti gli altri e per fare questo bisogna cercare di impiegare

bene le popolazioni che arrivano. Bisogna considerare anche i problemi diversi di

questa nuova componente della popolazione, che non ha certo le caratteristiche di

quella autoctona: la socializzazione, le relazioni interculturali, le relazioni di

fiducia che sviluppandosi nelle comunità, nei rapporti di vicinato si può dire siano

alla base della fortuna delle Marche, ebbene, questi processi rischiano di non

funzionare più o di interrompersi nel momento in cui vengono a crearsi conflitti

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con le nuove popolazioni. È quindi auspicabile che certi aspetti di criticità

vengano affrontati sul nascere ad esempio attraverso servizi di integrazione

effettuati con lungimiranza e senso di responsabilità.

C’è un problema di identità nuove che si possono andare a creare e che

occorrerebbe cercare di governare, tentando anche di ritrovare – e qui andiamo

anche sul piano delle problematiche produttive – i percorsi per rigenerare quello

sviluppo delle competenze che prima avveniva in forma “naturale”. Forse, già

adesso questi percorsi non sono più possibili: lo vediamo sotto il profilo del

difficile ricambio generazionale. È soprattutto nelle aree interne che i dati

evidenziano uno scarso radicamento sul territorio delle generazioni più giovani;

evidentemente tali aree non hanno sufficienti capacità per trattenerli e rischiano in

tal modo di saltare il processo di ricambio generazionale, funzionale ai

meccanismi di sviluppo. Le aree prossime alla costa evidenziano invece una

discreta capacità attrattiva che, tuttavia, se non adeguatamente gestita rischia in

un’ottica di lungo periodo, di impedire uno sviluppo equilibrato del territorio

compromettendo il ciclo evolutivo della crescita locale e indirizzando così l’area

verso uno stadio di declino.

Anche dal Piano Regionale per un sistema integrato di interventi e servizi

sociali 2000-200627, che ha effettuato un’analisi socio-economica multivariata

estesa a tutte le realtà comunali delle Marche, emerge che i comuni considerati

ricadono in cinque tipologie differenti rispetto alle sei tipologie individuate dal

piano e che caratterizzano i comuni marchigiani. Nel dettaglio, l’analisi regionale

conferma le due realtà socio-economiche della Valcesano:

- una interna e di alta collina i cui territori comunali vengono definiti periferici

(Frontone) o svantaggiati (Serra S.Abbondio, Pergola e Fratte Rosa) in quanto

27 Pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche, supplemento n° 15 al B.U. n. 35 del 30 marzo 2000, Ancona.

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sia la situazione demografica sia quella socio-economica appaiono piuttosto

preoccupanti, con un saldo negativo della popolazione nel decennio ‘81-’91

confermato da una minor intensità ma pur sempre negativo nell’arco

temporale ’91-’99, alte percentuali di popolazione ultrasettantacinquenne che

innalzano vertiginosamente i valori degli indici di vecchiaia, dipendenza e

ricambio. A questa situazione demografica fa da contorno una situazione

socio-economica tutt’altro che rassicurante e caratterizzata da basse

percentuali di laureati e diplomati che denotano una marginalità culturale

accompagnata da situazioni occupazionali non sempre in equilibrio e, quindi,

da bassi livelli di reddito;

- una costiera e collinare i cui territori sono stati definiti industrializzati (San

Lorenzo in Campo, Castelleone di Suasa, Castelcolonna e Monterado),

emergenti (Mondavio, Monte Porzio, Mondolfo e San Costanzo) e rurale

(Corinaldo) dove i fenomeni in grado di caratterizzarli maggiormente sono

una discreta posizione geografica, il livello di crescita della popolazione ed

alte percentuali di addetti al settore secondario.

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- Capitolo 2 -

LA STRUTTURA PRODUTTIVA

I fattori di sviluppo di un sistema locale, sono da ricondurre al profondo

legame fra territorio e sistema produttivo. Il territorio, inteso sia come

popolazione (genere, classi d’età, istruzione, nazionalità) e disponibilità di forza

lavoro, sia come relazioni, sinergie, infrastrutture ed ambiente competitivo,

influenza il complesso produttivo. Ma è anche lo stesso modo di produrre, la

maggiore o minore capacità innovativa dei sistemi di imprese che, a loro volta,

influenzano le esternalità dell’ambiente in cui operano.

L’andamento generale di una determinata area risulta inoltre strettamente

legato agli andamenti economico-produttivi più complessivi. Le Marche sono

state fino a tempi recenti una regione caratterizzata da un forte sviluppo

economico; negli ultimi anni invece, sull’onda di una recessione e di crisi

settoriali diffuse anche a livello nazionale, si è registrata una preoccupante

inversione di tendenza, con la chiusura di numerose imprese. Ad oggi vi sono

tuttavia i segnali di una ripresa che va certamente sostenuta lavorando su più leve

strategiche: in una regione come le Marche, dalla spiccata connotazione

manifatturiera e caratterizzata dalla presenza della piccola e media impresa,

diviene fondamentale, ad esempio, non disperdere il know-how derivante da una

tradizione artigiana consolidata, puntando in maniera decisa sulla qualità e

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sull’innovazione, unici antidoti alla forte concorrenza dei paesi emergenti (la Cina

ed il più vicino Est Europa).

La possibilità che le Marche consolidino il proprio ruolo nello scenario

internazionale appare quindi vincolata alla capacità di ripresa delle piccole e

medie imprese che costituiscono il vero tessuto dell’economia regionale.

L’erosione dei vantaggi competitivi nelle produzioni di beni di largo consumo

della parte tradizionale del made in Italy e la presenza ancora limitata nei settori

high-tech e nelle nicchie di mercato a più elevato valore aggiunto rischiano

tuttavia di ostacolare la ripresa.

Tali questioni sembrano riproporsi anche nella Valcesano sebbene in una

forma in qualche modo “attutita” grazie alla presenza di significativi livelli di

specializzazione produttiva in svariati settori e, quindi, al fatto di non dipendere

da un’ economia legata alle sorti di un unico settore produttivo. Va detto tuttavia

che un comparto come il tessile-abbigliamento, per il quale molti comuni della

valle sono stati inseriti dall’Istat nelle “aree a valenza distrettuale”, non è stato

certamente risparmiato ed ha risentito più di altri della crisi recente del made in

Italy.

In una realtà economica complessa che vede l’industria molto spesso

delocalizzare i suoi insediamenti produttivi, la valle ha però dimostrato negli

ultimi anni di saper cogliere anche nuove opportunità di sviluppo mostrandosi

terreno favorevole all’insediamento di nuove attività produttive legate in

particolare al settore nautico la cui espansione, oltre alle ovvie ricadute positive in

termini di occupazione, pone le basi per un rilancio economico del territorio anche

a livello internazionale considerando che le imprese operanti in questo settore

sono tra i principali leader mondiali.

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2.1 Evoluzione della situazione economica della Valcesano dal 1951 al

2001

L’analisi della dinamica economica di lungo periodo nella Valcesano si fonda

sui dati Istat relativi ai Censimenti dal 1951 al 2001, per i quali si è tuttavia resa

necessaria una elaborazione degli stessi, data la discordanza nei raggruppamenti

dei rami di attività economica in ciascun settore nei diversi Censimenti

considerati28. Sono stati pertanto individuati tre macrosettori: Industria,

Commercio, Servizi.

28 Per il Censimento del 1951 i dati disponibili sono molto sintetici; l’Istat non ha rilevato tutte le attività del ramo agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca. Nel settore dell’industria si è ritenuto quindi opportuno includere i seguenti rami di attività economica: industrie estrattive, Attività manifatturiere, Costruzioni di impianti, Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. Per il settore del commercio, i rami di attività economica considerati sono stati quelli del Commercio; infine per il settore dei servizi i rami di attività economica sono stati: Trasporti e comunicazioni, Credito e assicurazioni, Attività e servizi vari e Pubblica Amministrazione. Per il Censimento del 1961 nel settore industria, a differenza di quello del 1951, l’Istat ha rilevato anche i dati riferiti al ramo Agricoltura, foreste, caccia e pesca. Gli altri rami inclusi sono stati gli stessi considerati per il Censimento del 1951. Per quanto riguarda il settore del Commercio non vi sono difformità rispetto alle rilevazioni del 1951, mentre per i servizi i rami considerati sono stati: Trasporti e comunicazioni, Credito e assicurazioni e Servizi e attività sociali varie. Per il censimento del 1971, per i rami inclusi sia nel settore dell’industria che in quello del commercio, valgono le stesse considerazioni fatte per il Censimento del 1961. Per il settore dei servizi invece i rami inclusi sono stati: Trasporti e Comunicazioni, Credito e Assicurazione, Imprese finanziarie di controllo e di gestione esattoriale, Servizi. Per il Censimento del 1981, nel settore dell’Industria, le due voci industrie manifatturiere per lavorazione e trasformazione metalli; meccanica di precisione e Industrie manifatturiere alimentari, tessili, pelli, cuoio, abbigliamento, legno, mobilio e altre, sono state racchiuse, entrambe, nella voce Attività manifatturiere. Nel settore del Commercio si è ritenuto opportuno includere i seguenti rami: Commercio, pubblici esercizi e alberghi; riparazioni beni di consumo e veicoli. Il settore dei Servizi contiene le seguenti attività: Trasporti e comunicazioni, Credito e assicurazione, servizi imprese, noleggio, Pubblica amministrazione; servizi pubblici e privati. Per i Censimenti del 1991 e 2001 valgono considerazioni analoghe. Nel settore industria, è stato incluso anche il ramo Pesca, piscicoltura e servizi connessi mentre gli altri sono gli stessi considerati per gli altri Censimenti. Nel settore del Commercio sono stati inclusi sia il ramo del Commercio ingrosso e dettaglio; riparazioni di auto, moto e beni personali, sia quello degli alberghi e ristoranti. Infine nei Servizi, i rami considerati sono stati diversi nel calcolo del numero delle imprese rispetto al calcolo delle unità locali. Nel primo caso i rami considerati sono stati diversi nel calcolo del numero delle imprese rispetto al calcolo delle unità locali. Nel primo caso i rami considerati sono stati: Trasporti e comunicazioni,

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72

2.1.1 Andamento delle imprese

Nella Valcesano le imprese29 censite al 2001 ammontano a 3.503 unità e

rispetto al 1951, in cui la consistenza è pari a 1.480 unità, si registra una

variazione complessiva di 2.023 nuove imprese, il ché significa in altri termini che

il numero di imprese è più che raddoppiato (Tab. B.2.1). Nell’intero periodo

considerato la valle registra infatti una crescita continua, particolarmente

sostenuta nel ventennio ’71-‘91 in cui si ha un incremento del 78%, pari a 1.501

nuove imprese.

Rispetto agli altri contesti territoriali, il trend relativo alla Valcesano,

rispecchia perfettamente quello della provincia di Ancona fino agli anni ’80;

performance migliori si registrano nel corso dell’intero periodo per la regione

Marche e soprattutto per la provincia di Pesaro e Urbino che, rispetto al ’51, vede

addirittura più che triplicare il numero di imprese, passando da 8.803 a 31.432

unità (Fig. 2.1).

Infine, è interessante notare come nell’ultimo decennio la crescita delle

imprese nella valle, pari al 2%, sia particolarmente ridotta se confrontata con

quella relativa alle altre aree, la quale oscilla infatti dal 17 al 23%30.

Intermediazione monetaria e finanziaria, Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca professionale e imprenditoriale, Istruzione, Sanità e altri servizi sociali, Altri servizi sociali e personali. Per quanto riguarda le unità locali, l’Istat ha incluso anche il ramo della Pubblica amministrazione, difesa e assicurazioni sociale e obbligatoria, oltre che a quelli appena menzionati. 29 L’Istat definisce l’impresa come: <<unità giuridico-economica che produce beni e servizi destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, ha facoltà di distribuire i profitti realizzati ai soggetti proprietari, siano essi privati o pubblici. Tra le imprese sono comprese: le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative, le aziende speciali di comuni o province o regioni. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti>>. Istat, Censimento dell’Industria e dei Servizi 2001, Glossario. 30 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tabella B.2.1.

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Fig. 2.1 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951=100

0

50

100

150

200

250

300

350

400

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

La Fig. 2.2 mette in evidenza la dinamica che ha interessato la Valcesano nella

consistenza delle imprese nei tre settori economici individuati.

Per quanto riguarda l’industria, il trend relativo alla Valcesano risulta

pressoché stabile fino al ’71 per poi registrare un incremento moderato nel

ventennio successivo, pari a 573 nuove imprese; l’ultimo decennio vede invece un

incremento di appena 1 punto percentuale. In definitiva, rispetto al 1951 il numero

di imprese del settore è quasi raddoppiato attestandosi, nel 2001, a 1.375 unità.

Analizzando il settore del commercio, si nota che fino al 1981 l’andamento è

pressoché in linea con quello del settore secondario, sebbene con valori più

consistenti e, nonostante il calo del 21% registrato nell’ultimo ventennio, i dati al

2001, con una crescita complessiva di 77 punti percentuali, mostrano comunque

un numero di imprese quasi raddoppiato rispetto al 1951.

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Fig. 2.2 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nei comuni della Valcesano,

(1951-2001) – Indice 1951=100

0

100

200

300

400

500

600

700

800

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il settore dei servizi è indubbiamente quello che nell’intero periodo

considerato registra la maggior crescita in termini di imprese; infatti, se fino al

1981 il trend si mantiene quasi perfettamente in linea, anche in termini di valori,

con quello del commercio, registra in seguito una vera e propria impennata,

raggiungendo nel 2001 un numero di imprese che, attestandosi a 1.142 unità, è

aumentato quasi di sette volte rispetto al 195131.

Per avere un quadro ancora più esauriente circa l’andamento delle imprese per

settore di attività economica nella Valcesano, focalizziamo l’attenzione sulla

distribuzione per quote percentuali (Tab. B.2.5). Si nota anzitutto come la

percentuale di imprese operanti nel settore industriale diminuisca

31 Facendo un raffronto con i dati relativi alle due Province e alla Regione Marche, è interessante notare come l’aumento delle imprese nel settore servizi per la Valcesano, sebbene consistente, sia stato in realtà inferiore rispetto alle suddette aree e, in particolare, se confrontato con quello relativo alla provincia di Pesaro e Urbino dove, dal ’51 al 2001, il numero di imprese è aumentato di ben 13 volte (Tabelle B.2.3, B.2.4).

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progressivamente, passando dal 51% nel 1951 al 39% nel 2001, sebbene nel ’91 si

registri un lieve incremento pari all’1%.

Il trend relativo al settore del commercio invece, non è costante: il numero

delle imprese cresce infatti di circa il 10% fino al 1981, dopodichè si registra

un’inversione di tendenza giungendo nel 2001, con un calo di ben 19 punti

percentuali, ad una quota addirittura inferiore a quella osservata nel 1951.

Infine, le quote relative al settore dei servizi confermano, dopo un ventennio di

debole crescita, il balzo registratosi dagli anni ’80, arrivando così, nel 2001, quasi

ad eguagliare il peso del settore secondario con una quota pari al 33%. Sebbene

nello stesso periodo di riferimento, la dinamica relativa ai territori provinciali e

regionale sia analoga, è interessante rilevare come per la Valcesano, al 2001, la

quota delle imprese nel settore dei servizi sia inferiore, in media, di 6 punti

percentuali rispetto alle suddette aree; inoltre se nella Valcesano si osserva, alla

stessa data, un maggior peso del settore secondario, nelle altre aree, è il settore dei

servizi a prevalere (Tab. B.2.5).

Analizzando l’andamento delle imprese per sezioni altimetriche (Fig. 2.2), a

fronte di un andamento che, nel primo decennio, risulta pressoché identico anche

in termini di valori, e in lieve crescita in tutte e le aree considerate, si delinea in

seguito un divario crescente tra i comuni della collina e della montagna interna

rispetto a quelli della costa.

Infatti, se da un lato i comuni situati nelle aree interne continuano a mantenere

lo stesso trend, con una crescita che in particolare tende ad accentuarsi a partire

dagli anni ’70, dall’altro, per i comuni della collina litoranea, l’ascesa diviene

decisamente maggiore facendo registrare valori nettamente superiori a quelli delle

altre aree.

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Fig. 2.2 – Andamento delle imprese per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano, (1951-

2001) – Indice 1951=100

0

50

100

150

200

250

300

350

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Nel complesso, con riferimento all’intero periodo, i comuni della collina

interna mostrano così un incremento pari al 66% (392 unità), crescita peraltro

inferiore a quella fatta registrare dai comuni montani, pari al 73% (Tab. B.2.1,

B.2.2).

Per quanto riguarda invece i comuni della collina litoranea, complessivamente

il numero delle imprese, con 1.569 unità in più, è quasi triplicato e, di nuovo, è il

settore terziario a contribuire maggiormente a tale crescita facendo registrare, nel

corso dell’intero periodo, un incremento pari a 686 nuove imprese, ben 8 volte il

dato del ’51. Degno di nota è in particolare il comune di Mondolfo che segna

infatti il maggior incremento in assoluto, con un numero di imprese del terziario

di ben 12 volte superiore al dato del 1951 (Tab. B.2.3, B.2.4).

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2.1.2 Andamento delle unità locali e degli addetti

L’evoluzione di lungo periodo nel numero delle unità locali32 nella Valcesano

così come negli altri contesti territoriali, ricalca quasi perfettamente quella relativa

alle imprese (Fig. A.2.1).

Anche l’andamento per settore di attività economica (Fig. A.2.2) si presenta

sostanzialmente analogo, sebbene l’evoluzione delle unità locali nel settore dei

servizi cominci prima la sua fase ascendente, già a partire dagli anni ’70,

giungendo nel 2001 a 1.428 unità locali, valore questo ben sei volte superiore al

dato del ’51.

Infine, con riferimento alle sezioni altimetriche (Fig. B.2.2), il trend che

emerge rispecchia nuovamente quello delle imprese, con un divario determinatosi

già a partire dagli anni ‘60 tra i comuni ricadenti nelle aree interne e quelli

appartenenti alla collina litoranea i quali, infatti, dotati di una maggior vitalità dal

punto di vista economico-imprenditoriale, segnano un incremento nell’intero

cinquantennio pari a 1.931 nuove unità locali, ovvero un valore più che triplicato

rispetto al 1951.

I comuni appartenenti alle restanti due sezioni evidenziano invece un

andamento pressoché identico almeno fino alla metà degli anni ’80, dopodiché la

crescita delle unità locali nei comuni montani supera di ben 17 punti percentuali

quella dei comuni collinari, per poi però ridimensionarsi nell’ultimo decennio

registrando un calo pari al 16%, a fronte di un dato anch’esso negativo, ma meno

32 L’Istat definisce l’unità locale come: <<il luogo fisico nel quale un’unità giuridico-economica (impresa, istituzione) esercita una o più attività economiche. L’unità locale corrisponde ad un’unità giuridico-economica o ad una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. In tale località, o a partire da tale località, si esercitano delle attività economiche per le quali una o più persone lavorano (eventualmente a tempo parziale) per conto della stessa unità giuridico-economica. Costituiscono esempi di unità locale le seguenti tipologie: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, domicilio, garage, laboratorio, magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante, scuola, stabilimento, studio professionale, ufficio, ecc.>>. Istat, Censimento dell’Industria e dei Servizi 2001, Glossario.

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preoccupante, per la collina interna (- 4%). Nel complesso comunque, dal ’51 al

2001 i comuni della collina e della montagna interna, vedono quasi raddoppiare la

consistenza delle unità locali (Tab. B.2.18, B.2.19).

Entrando nel dettaglio dei singoli comuni, è interessante notare come il

maggior contributo, in assoluto, in termini di incremento di unità locali provenga

dal comune di Mondolfo, il quale, nel corso dell’intero cinquantennio fa registrare

ben 953 nuove unità, valore circa sei volte superiore rispetto alla prima

osservazione. In crescita, con specifico riferimento all’ultimo decennio, sono

inoltre le unità locali nei comuni di San Costanzo e Monte Porzio, con una media

del 19%. Infine, sempre nello stesso periodo, tra i comuni delle aree interne,

soltanto Pergola fa registrare un dato positivo segnando una crescita del 3%; il

calo è invece particolarmente forte per il comune montano di Serra

Sant’Abbondio (-24%) (Tab. B.2.18, B.2.19).

Fig. 2.3 – Andamento degli addetti alle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951=100

0

100

200

300

400

500

600

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Focalizzando ora l’attenzione sull’andamento degli addetti (Fig. 2.3), per il

territorio della Valcesano emerge un trend sostanzialmente in linea con quello

relativo alle unità locali (Fig. A.2.1) e cioè un incremento costante nell’intero

periodo, sebbene più marcato già a partire dagli anni ’60 e tale da condurre nel

2001 ad un bilancio complessivo di 10.862 nuovi addetti, valore più che

quadruplicato rispetto al 1951 (Tab. B.2.28, B.2.29).

Per le altre aree esaminate l’andamento è analogo, tuttavia, si nota come

rispetto al territorio della valle, solo la provincia di Pesaro e Urbino faccia segnare

nel corso dell’intero cinquantennio valori costantemente al di sopra - con un

distacco che va peraltro amplificandosi ulteriormente nell’ultimo decennio -,

portando nel complesso ad un incremento nel numero degli addetti di più di

cinque volte. La provincia di Ancona e, sia pure in misura minore, la regione

Marche a partire dagli anni ‘60 registrano invece una performance peggiore

rispetto alla Valcesano33.

Anche a livello settoriale, la Fig. 2.4 evidenzia un andamento in larga misura

simile a quello delle unità locali; soltanto nel settore dell’industria infatti,

l’evoluzione del numero di addetti risulta leggermente differenziata in quanto

caratterizzata da un incremento più sostenuto e tale da triplicarne il numero

nell’arco di un ventennio (dal 1961 al 1981 ).

Degno di nota è, infine, il balzo registrato nel settore dei servizi: basti pensare

infatti che nel solo decennio ’71-’81, il numero di addetti è più che quadruplicato

con un trend che, sebbene lievemente rallentato, si mantiene anche in seguito

giungendo, nel 2001, con 3.970 unità, ad un valore di ben nove volte superiore

rispetto al 195134.

33 Per un confronto dei dati sulla dinamica che ha coinvolto la Valcesano e i contesti provinciali e regionale, si rimanda alle Tabelle B.2.20, B.2.21. 34 Gli stessi dati relativi ai territori provinciali e regionale denunciano, per tutti i settori considerati, un trend analogo a quello della Valcesano nel corso dell’intero periodo considerato tuttavia, è

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Fig. 2.4 – Andamento degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nei comuni

della Valcesano, (1951-2001) – Indice 1951=100

0

100

200300

400

500

600

700800

900

1000

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Esaminando ora l’andamento del rapporto degli addetti sulle unità locali per

settore di attività economica (Fig. 2.5), si nota come nell’industria il trend sia in

forte ascesa nel primo trentennio per poi subire un’inversione di tendenza, con un

calo piuttosto accentuato, tra gli anni ’80 e ’90, riuscendo tuttavia a recuperare

posizioni nell’ultimo decennio. Dagli anni ’50 agli anni ’80 infatti, si registra un

costante incremento nel numero degli addetti a fronte di un andamento pressoché

stazionario delle unità locali. Il cambio di rotta che si delinea in seguito è invece

dovuto ad un andamento stabile degli addetti, rispetto ad un incremento delle

unità locali, soprattutto nel decennio ’80-’90.

opportuno sottolineare come dal ’61 all’81 vi sia nei comuni della valle un maggiore slancio nel settore dell’industria con un numero di addetti che si è triplicato; nel settore dei servizi invece, nel ventennio ’81- 2001, l’incremento è stato maggiore nelle altre aree, con una media del 45% a fronte del 37% per la Valcesano (Tabelle B.2.14, B.2.17, B.2.20, B.2.23).

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Fig. 2.5 – Andamento del rapporto degli addetti sulle unità locali per settore di attività economica

nei comuni della Valcesano, (1951-2001) – Valori assoluti

0

100

200

300

400

500

600

700

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Per quanto riguarda il settore del commercio, l’andamento si mantiene

piuttosto stabile nel corso dell’intero periodo considerato anche se, dagli anni ’70,

si nota una lieve crescita, frutto di un contestuale incremento nel numero di

addetti e di unità locali.

Il settore dei servizi invece, a fronte di un andamento pressoché stazionario

fino al ’71, evidenzia una forte crescita nel decennio successivo, per poi

ridimensionarsi come conseguenza di un trend nel numero degli addetti che,

sebbene in costante aumento, non è tale da superare quello delle unità locali.

Analizzando l’evoluzione del rapporto tra addetti e unità locali, è possibile

anche focalizzare l’attenzione su quello che è stato nel tempo l’andamento della

dimensione media aziendale nella Valcesano (Tab. 2.6). Dal confronto dei dati

complessivi dei tre settori considerati, si evince infatti che quest’ultima, passando

da 1,9 addetti per unità locale nel 1951 a 3,3 nel 2001, si è quasi raddoppiata; gli

stessi dati a livello provinciale e regionale, mostrano invece incrementi inferiori.

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Tab. 2.6 – Dimensione media aziendale (add ul / ul) nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) Ambiti territoriali 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Valcesano 1,9 2,3 3,4 3,8 3,2 3,3 Provincia di Pesaro e Urbino 2,7 3,0 3,3 4,1 3,8 3,8 Provincia di Ancona 3,7 4,0 4,6 4,8 4,9 4,6 Regione Marche 2,9 3,3 3,8 4,2 4,1 4,0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Nel complesso, tuttavia, confrontando i dati al 2001, emerge che la Valcesano,

con i suoi 3,3 addetti per unità locale, ha una dimensione media aziendale

inferiore rispetto a tutte le altre aree considerate e, in particolare, se rapportata alla

provincia di Ancona, dove la media è di 4,6 addetti per unità locale35.

Analizzando la Fig. 2.7 è possibile valutare infine l’andamento degli addetti

alle unità locali nelle tre sezioni altimetriche in cui è stata suddivisa la

Valcesano36.

Di nuovo, l’andamento ricalca quello relativo alle unità locali, con un forte

scostamento tra i dati relativi alla collina litoranea e quelli relativi a collina e

montagna interna. Se, infatti, la crescita nel numero degli addetti continua a

caratterizzare tutte le sezioni, è tuttavia la collina litoranea a far registrare il

maggior incremento, con una variazione complessiva che è quasi di sei volte

superiore al dato degli anni ’50. Per i comuni delle altre aree invece il balzo, più

tardivo, si registra a partire dagli anni ’70, giungendo nel complesso a triplicare i

valori rispetto a cinquant’anni prima.

35 Per quanto riguarda gli stessi dati a livello settoriale, emerge che per la Valcesano l’aumento più consistente della dimensione media aziendale si è avuto nel settore dell’industria passando, nel periodo ’51-2001, da 2,1 a 5 addetti per unità locale (Tab. B.2.22) 36 Per un confronto dei dati relativi alla dinamica degli addetti per zone altimetriche, si rimanda alle tabelle B.2.20, B.2.21.

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Fig. 2.7 – Andamento degli addetti alle unità locali per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (1951-2001) – Indice 1951=100

0

100

200

300

400

500

600

700

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Da notare, tuttavia, che nell’ultimo decennio, a fronte di un trend positivo

nella collina litoranea e in quella interna, con un’ulteriore crescita,

rispettivamente, pari al 9 e al 6%, si registra invece un calo del 14% nei comuni

della montagna interna, vale a dire 108 addetti in meno.

Nel dettaglio, il comune con la più forte crescita in assoluto nel numero degli

addetti è ancora una volta quello di Mondolfo in quanto, attestandosi al 2001 ad

un valore pari a 3.551 unità, segna un incremento di ben otto volte rispetto al dato

del ’51. Tra i comuni della collina interna invece, è il comune di San Lorenzo in

Campo che, con 983 addetti in più, registra la miglior performance, segnando un

incremento di circa quattro volte rispetto alla prima osservazione.

Infine, la flessione che si registra nell’ultimo decennio tra i comuni della

montagna interna è da attribuirsi in modo particolare al comune di Frontone che

perde infatti 86 addetti, a fronte dei 22 del comune di Serra Sant’Abbondio.

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2.2 La situazione economica della Valcesano: un’analisi di breve

periodo

L’analisi di breve periodo della realtà produttiva della Valcesano, che prende

in considerazione le imprese e le unità locali attive, si propone anzitutto di

studiare la loro evoluzione dal 2002 al 2006, per poi fare un focus specifico

sull’ultimo anno di osservazione. A tal fine, sono stati considerati i dati

Infocamere (Telemaco) delle CCIAA di Pesaro e Urbino e di Ancona, forniti dal

Servizio Informativo Statistico (Sis) della Regione Marche i quali sono stati poi

classificati in tre settori economici: Industria, Commercio e Servizi; quelli per i

quali non è stato possibile trovare una collocazione sono stati racchiusi nel gruppo

“non classificato”37.

2.2.1 Andamento di imprese e unità locali dal 2002 al 2006

Per quanto riguarda l’andamento delle imprese attive38 (Fig. 2.9) si nota

anzitutto come nella Valcesano, per tutto il periodo in esame, vi sia una

37 Il settore dell’industria comprende i seguenti rami di attività economica: A. Agricoltura, caccia e silvicoltura, B. Pesca, piscicoltura e servizi connessi, C. Estrazione di minerali, D. Attività manifatturiere, E. Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, F. Costruzioni. Il settore del Commercio comprende i seguenti rami di attività economica: G. Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazioni beni personali e per la casa, H. Alberghi e ristoranti. Infine il settore dei Servizi comprende i seguenti rami di attività economica: I. Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni, J. Intermediazione monetaria e finanziaria, K. Attività immobiliare, noleggio, informatica, ricerca, M. Istruzione, N. Sanità e altri servizi sociali, O. altri servizi pubblici sociali e personali, P. Servizi domestici presso famiglie e conviventi. 38 La definizione utilizzata è quella Infocamere, la quale definisce “impresa l'attività economica svolta da un soggetto (individuale o collettivo) - l'imprenditore - che l'esercita in maniera professionale e organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi. Nel Registro delle Imprese, un'impresa, anche se ha sedi secondarie e/o unità locali, viene iscritta solamente nel Registro tenuto dalla Camera di Commercio in cui è situata la sede principale dell'impresa stessa. Nel vecchio Registro Ditte, in casi analoghi, si sarebbe avuta l'iscrizione di una ditta nella Camera di Commercio di ogni provincia in cui l'impresa avesse aperto sedi secondarie e/o unità locali. Per impresa attiva si intende “impresa iscritta al Registro delle imprese che esercita l’attività e non risulta avere procedure concorsuali in atto”. Da rilevare inoltre che nei dati forniti dal Sis si fa riferimento alla Sede d’impresa, ovvero “il luogo dove l'impresa ha la sede

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consistenza inferiore rispetto ai valori riscontrabili nelle altre aree, con uno scarto

che va ulteriormente amplificandosi dal 2005 in poi rispetto alla Provincia di

Pesaro e Urbino.

Inoltre, sebbene il fenomeno nel suo complesso evidenzi un trend molto simile

per tutte le aree considerate, la valle registra comunque una performance peggiore,

segnando dal 2002 al 2003 un calo dello 0,8%, pari a 43 imprese e, nonostante a

ciò segua una ripresa, l’incremento relativo all’intero periodo, attestandosi attorno

all’1%, si colloca in media di 2 punti percentuali al di sotto dei livelli provinciali e

regionale (Tab. B.2.23).

Fig. 2.9 - Andamento delle imprese attive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

90

92

94

96

98

100

102

104

106

2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

legale. A tal proposito, nel contesto del Registro Imprese si possono avere: sede in provincia (la sede legale è ubicata nella provincia di competenza della CCIAA - Registro imprese - consultata); sede fuori provincia (nel R.I. della CCIAA consultata è iscritta una unità locale di Impresa la cui sede legale è ubicata in provincia diversa)”. Glossario da SITO WEB – www.infocamere.it -.

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86

Estendendo ora la nostra analisi a quella che è l’evoluzione del fenomeno in

termini di settori economici (Fig. 2.10) risulta evidente, con riferimento all’intero

periodo, il calo del numero di imprese nel settore dell’industria che, con una

perdita di 66 unità, si attesta attorno al 2%. In netta controtendenza risulta invece

il settore del commercio, che con 85 nuove imprese registra una crescita del 7% e,

ancor più, il settore dei servizi il quale, con 70 nuove imprese, segna un

incremento di quasi 10 punti percentuali.

Va tuttavia sottolineato che a partire dal 2004, se i settori dell’industria e dei

servizi tendono ad assumere un trend relativamente stabile, quello del commercio

segna invece una crescita piuttosto sostenuta, pari al 5% (Tab. B.2.24, B.2.25,

B.2.26)39.

Fig. 2.10 - Andamento delle imprese attive per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

80

85

90

95

100

105

110

115

2002 2003 2004 2005 2006

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

39 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle B.2.27, B.2.30, B.2.33.

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Entrando più nel dettaglio, le sezioni di attività economica che nell’ambito

dell’industria contribuiscono al calo registratosi nel periodo in esame, sono quelle

dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (-10%) e dell’estrazione di minerali (-33%);

un incremento, sebbene non sufficiente a compensare le suddette perdite, riguarda

invece le attività manifatturiere (2%) e, ancor più, le costruzioni (19%) (Tab.

B.2.36).

Per quanto attiene al settore del commercio, il trend positivo risulta trainato

soprattutto dalla crescita di alberghi e ristoranti (12%) e, in misura inferiore, da

quella del commercio all’ingrosso e al dettaglio (6%) (Tab. B.2.36).

Nei Servizi infine, la crescita del periodo è connessa in prima battuta

all’espansione della sanità e altri servizi sociali cui fanno seguito l’istruzione, le

attività immobiliari e altre attività professionali e altri servizi pubblici, sociali e

personali; da sottolineare invece la perdita che si registra nell’ambito

dell’intermediazione monetaria e finanziaria (Tab.B.2.36)40.

Il trend che caratterizza l’evoluzione del numero di imprese per zone

altimetriche (Fig. 2.11), risulta assai altalenante nei comuni della montagna

interna che complessivamente, dal 2002 al 2006, segnando un calo del 3%,

perdono 8 imprese; andamento analogo, sebbene meno accentuato, per i comuni

della collina interna, dove però il bilancio, pari allo 0,6%, risulta positivo. La

miglior performance si registra tuttavia nei comuni della collina litoranea, in cui la

crescita, peraltro supportata da un andamento più costante rispetto alle altre aree,

si attesta quasi al 2% (Tab. B.2.50, B.2.51).

40 Si rimanda alla Tab. B.2.36 anche per un confronto con i dati relativi ai territori provinciali e regionale.

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88

Fig. 2.11 - Andamento delle imprese attive per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano,

(2002-2006) – Indice 2002=100

80

85

90

95

100

105

2002 2003 2004 2005 2006

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Osservando la tendenza nell’ultimo anno, è interessante notare come in tal

caso, paradossalmente, siano i comuni situati nell’entroterra a registrare un

incremento nel numero di imprese, a fronte di un calo di 5 unità nei comuni

costieri. Resta tuttavia ampio lo scarto in termini di numerosità delle imprese, con

una netta prevalenza delle stesse nei comuni della collina litoranea, nei quali

infatti al 2006, si contano ben 3.574 unità rispetto alle 260 rilevate nei comuni

montani (Tab. B.2.23).

L’andamento delle unità locali attive41 dal 2002 al 2006 (Fig.A.2.4, A.2.5),

anche con riferimento ai singoli settori economici, rispecchia quasi perfettamente

41 In tal caso Infocamere utilizza la stessa definizione dell’Istat (ai fini del Censimento), per cui unità locale “è l'impianto (o corpo di impianti) situato in un dato luogo e variamente denominato (stabilimento, laboratorio, negozio, ristorante, albergo, bar, ufficio, studio professionale, ecc.) in cui viene effettuata la produzione o la distribuzione di beni o la prestazione di servizi”. L'Istat distingue poi fra unità locale operativa ed amministrativa. Secondo il Codice Civile un'unità locale può essere considerata "sede secondaria" della ditta, soltanto se è organizzata con una

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quello relativo alle imprese; va tuttavia rilevata la miglior performance segnata

dalle unità locali nel settore dell’industria, con una variazione complessiva

positiva dell’1%. (Tab. B.2.37, B.2.38).

Considerando le sezioni di attività economica, nel settore dell’industria, oltre a

costruzioni e attività manifatturiere, anche la produzione e distribuzione di energia

elettrica, gas e acqua incrementa, con un raddoppio delle unità locali, mentre sono

in perdita il settore primario e le attività estrattive (Tab. B.2.50).

Il commercio cresce ancora una volta soprattutto grazie all’espansione di

alberghi e ristoranti (21%); nel terziario, istruzione e sanità e altri servizi sociali

vedono raddoppiare le rispettive unità locali, ma crescono anche attività

immobiliari e altre attività professionali, trasporti, magazzinaggio e

comunicazioni, altri servizi pubblici sociali e personali nonché intermediazione

monetaria e finanziaria, quest’ultima peraltro in controtendenza rispetto a quanto

riscontrato nel caso delle imprese (Tab. B.2.50).

Di nuovo, analogo a quello delle imprese è invece l’andamento delle unità

locali per zone altimetriche (Fig. A.2.6)42, con una crescita piuttosto sostenuta e

continua per i comuni della collina litoranea che attestandosi, al 2006, al 4%

conduce ad avere 4.094 unità locali, 157 in più rispetto al 2002; per contro, un

andamento assai altalenante si registra sia nei comuni della collina interna sia –

soprattutto - in quelli montani e tale da determinare, rispettivamente, un

incremento poco al di sopra del 2% e un calo dello 0,7%.

La tendenza che viene a delinearsi nell’ultimo anno di osservazione è

comunque quella di una crescita in tutte le zone, sebbene più marcata nella collina

interna dove dal 2005 si registra un incremento sopra l’1%, pari a 23 nuove unità

"rappresentanza stabile" e prevista dall'atto costitutivo o da una sua modificazione. Nel Registro delle Imprese l'unità locale potrà essere ubicata nella provincia della CCIAA (unità locale in provincia) oppure in altra provincia (unità locale fuori provincia). Glossario da SITO WEB – www.infocamere.it -.

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locali; una crescita – contrariamente al caso delle imprese -, pari allo 0,5% si

registra infine anche nei comuni della collina litoranea.

Da sottolineare anche in questo caso la netta prevalenza di unità locali nei

comuni costieri, soprattutto rispetto a quelli montani: come visto per le imprese

infatti, il 65% opera nei comuni della collina litoranea, il 30% in quelli della

collina interna e soltanto il 5% in quelli montani.

La Fig. 2.12, che consente di focalizzare l’attenzione sui singoli comuni della

valle, mette in evidenza quella che è la variazione percentuale relativa a imprese,

imprese artigiane e unità locali nel periodo 2002-2006.

Guardando alle imprese in generale, è il comune di Monte Porzio, con un

incremento del 13%, a far registrare la miglior performance, mentre il calo

maggiore, pari al 6%, interessa il comune di Corinaldo.

Fig. 2.12 – Variazione % imprese, imprese artigiane e unità locali nei comuni della Valcesano

(2002–2006)

-10,0-5,0

0,05,0

10,0

15,020,025,0

30,035,0

Mon

davio

M

ondo

lfo

Mon

te P

orzio

Sa

n Co

stanz

o Ca

stel

Colo

nna

Corin

aldo

M

onte

rado

Fr

atte

Ros

a Pe

rgol

a

S. L

oren

zo in

Cam

po

Cast

elleo

ne d

i Sua

sa

Fron

tone

Serra

San

t'Abb

ondio

%

Imprese Imprese artigiane Unità locali

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

42 Per un confronto dei dati si rimanda alle Tabelle B.2.58, B.2.59.

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Nel caso delle imprese artigiane spicca invece la crescita segnata dal comune

di Serra Sant’Abbondio che, con 7 nuove unità, si attesta al 29%; particolarmente

positiva è anche la performance dei comuni di San Costanzo, con il 19% e

Monterado, con il 14%. In perdita è - anche in questo caso - il comune di

Corinaldo e il comune di Pergola, entrambi a quasi - 4%.

Infine, per quanto riguarda le unità locali la maggior crescita, pari al 15%,

risulta di nuovo nel comune di Monte Porzio, seguito da Monterado con l’11%;

mentre il primato negativo spetta ancora al comune di Corinaldo, con una perdita

di quasi 4 punti percentuali.

2.2.2 La struttura economica della Valcesano al 2006

Nel 2006 il numero delle imprese attive presenti nella Valcesano ammonta a

5.505 unità, con una densità imprenditoriale43 di 119 imprese per 1.000 abitanti a

fronte di valori che per le province di Pesaro-Urbino e di Ancona e per la regione

Marche ammontano, rispettivamente, a 105, 90 e 104 imprese per 1.000 abitanti. I

dati al 2006 sulla consistenza delle imprese nella valle ci forniscono quindi una

prima indicazione positiva sulla sua situazione economica44.

Dando inoltre uno sguardo all’incidenza delle imprese per settore di attività

economica della Valcesano (Graf. 2.13), è interessante notare come quest’ultima

copra quasi il 9% del settore industriale delle due province; un valore questo, che

se confrontato con l’incidenza in termini di popolazione , pari al 5,5%, giustifica

anche la rilevanza del dato relativo alla densità imprenditoriale. I settori del

commercio e dei servizi coprono invece una quota assai modesta sul totale

provinciale e, rispettivamente attorno al 5%.

43 È data dal rapporto fra il numero di imprese registrate e la popolazione residente in una data area.

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Graf. 2.13 – Incidenza percentuale in termini di popolazione, territorio e imprese per settore di

attività economica della Valcesano sul totale provinciale (Provincia di Pesaro e Urbino e Provincia

di Ancona) (2006)

5,5

8,8 8,7

5,44,6

4,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

Popolazione Sup. kmq Industria Commercio Servizi Imp. nonclassif icate

%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat e Infocamere

Il Graf. 2.14, che mette in evidenza la distribuzione percentuale delle imprese

per settore di attività economica, mostra come la Valcesano, con il 62% delle

imprese attive operanti nell’industria, si collochi al di sopra dei dati relativi ai

territori provinciali e regionale, i quali infatti si aggirano in media attorno al 50%;

il 24% opera nel settore del commercio ed il restante 15% nei servizi, stavolta,

entrambi inferiori ai valori di province e regione (Tab. B.2.53). Considerando i

singoli comuni, in tutti i settori quello di Mondolfo manifesta la maggior vitalità

imprenditoriale, confermando così le tendenze già riscontrate dall’analisi di breve

periodo; seguono Pergola e Corinaldo, sebbene entrambi abbiano fatto registrare

negli ultimi anni performance non particolarmente positive (Tab. B.2.53).

44 Per un confronto dei dati al 2006 sulle imprese nella Valcesano, nelle province di Pesaro e Urbino e di Ancona e nella regione Marche, si rimanda alla Tab. B.2.60.

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Graf. 2.14 – Imprese attive per settore di attività economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – valori percentuali

6250 47 52

2428 32 29

15 21 22 19

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Osservando nel dettaglio la distribuzione percentuale delle imprese nel settore

industriale, si può notare come per la Valcesano il 53% delle 3.386 imprese che vi

operano, svolgano la propria attività nel ramo dell’Agricoltura, caccia e

silvicoltura a fronte di quote inferiori per le due province e per la regione Marche,

rispettivamente, pari al 36% e al 43%. Le quote relative alle Attività

manifatturiere e alle Costruzioni, pari al 23% e al 24%, si collocano invece al di

sotto dei valori riscontrati nei territori provinciali e regionale45.

Dal Graf. 2.15, che mostra la distribuzione percentuale delle imprese attive

operanti nei tre settori economici sulla base della ripartizione del territorio per

zone altimetriche, si evince anzitutto che la quota relativa al settore industriale, in

tutte le aree considerate, copre più della metà del totale delle imprese attive

tendendo, tuttavia, ad aumentare procedendo dalla costa verso l’interno. Accade

45 Si rimanda alle Tabelle B.2.52 e B.2.53 anche per un confronto con i dati provinciali e regionali.

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94

invece il contrario considerando le quote di commercio e servizi che risultano più

elevate nei comuni situati in prossimità della costa (Tab. B.2.60).

Con riferimento infine alla distribuzione percentuale delle imprese nel settore

industriale, è interessante notare come – in linea con quanto già riscontrato per la

Valcesano nel suo complesso - nei comuni della collina interna ed in quelli

montani la maggior parte delle imprese operi nel settore primario, con una quota

pari al 60% e, a seguire, Costruzioni e Attività manifatturiere rispettivamente

prevalenti nella montagna interna e nella collina interna; nei comuni litoranei

invece, la quota di imprese operanti nel settore primario, pari al 48%, non è tale

da superare quelle relative a Costruzioni e Attività manifatturiere, rispettivamente

pari al 27% e 24% (Tab. B.2.63)

Graf. 2.15 – Imprese attive per settore di attività economica e sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano (2006) – valori percentuali

59 66 70

2521

21

16 13 8

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Confrontiamo ora la consistenza delle imprese attive nella Valcesano per

sezioni di attività economica - così come previste dal codice ATECO46 - con

quella relativa ai territori provinciali e regionale (Tab. B.2.61).

Osservando il Graf. 2.16 si conferma ulteriormente la rilevanza del settore

primario nella valle: attestandosi al 32%, la relativa quota supera infatti di gran

lunga quelle riscontrabili negli altri contesti territoriali. Procedendo in ordine

decrescente, segue poi il 20% di imprese nel Commercio ingrosso e dettaglio e

riparazioni di beni personali e per la casa, valore che però resta al di sotto delle

quote provinciali e regionale; nelle Costruzioni, con il 15% di imprese attive, la

valle è seconda solo alla provincia di Pesaro e Urbino mentre nelle Attività

manifatturiere, con il 14%, è preceduta anche dalla regione Marche. Il 6%, è la

quota che si osserva nel ramo Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,

piuttosto bassa specie se rapportata alle altre aree che si collocano attorno al 10%.

Altrettanto ridotte - circa il 4% - risultano infine le quote di Alberghi e

ristoranti, Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e Altri servizi pubblici,

sociali e personali. Va tuttavia rilevato come nel caso delle attività di trasporto,

magazzinaggio e comunicazioni la valle non sia inferiore agli altri ambiti

territoriali, in quanto preceduta solo dalla provincia di Pesaro e Urbino.

46 Un’impresa può svolgere più attività distinte, a ciascuna delle quali è associato un codice attività. Il codice attività economica ATECO81 è composto da un minimo di una ad un massimo di otto cifre: le prime quattro cifre si riferiscono alla codifica Istat ATECO81 (in ordine: ramo, classe, sottoclasse e categoria –qualora prevista-); le ultime quattro cifre si riferiscono ad un’ulteriore codifica Unioncamere. A partire dal 1993 tuttavia, il Registro delle imprese adotta ufficialmente la classificazione ATECORD91, a sei cifre. Tale classificazione è coerente con la classificazione statistica ATECO91, a cinque cifre, adottata dall’Istat e con quella del Ministero delle Finanze. Il codice di attività economica è di tipo alfanumerico e si ripartisce in sezioni (1 lettera), sottosezioni (2 lettere), divisioni (due cifre), gruppi (tre cifre), classi (quattro cifre), categorie (cinque cifre) e sottocategorie (sei cifre). La voce “non classificate” comprende le imprese prive del codice importanza.

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Graf. 2.16 – Imprese attive per sezioni di attività economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori percentuali

0 5 10 15 20 25 30 35

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Pesca,piscicoltura e servizi connessi

Estrazione di minerali

Attivita' manifatturiere

Prod.e distrib.energ.elettr.,gas eacqua

Costruzioni

Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e perla casa

Alberghi e ristoranti

Trasporti,magazzinaggio ecomunicaz.

Intermediaz.monetaria e f inanziaria

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali

Altri servizi pubblici,sociali e personali

Imprese non classificate

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Facendo riferimento alle sezioni di attività economica più significative per la

Valcesano, risulta particolarmente interessante approfondire l’analisi scendendo

anche nel dettaglio delle relative sotto-sezioni. Così, ad esempio, delle 1.092

imprese operanti nel Commercio, il 58% si occupa di Commercio al dettaglio

esclusi autoveicoli – riparazione beni personali, il 28% di Commercio ingrosso e

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intermediari del commercio esclusi autoveicoli, il 15% di Commercio,

manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli.

Graf. 2.17 – Imprese manifatturiere attive per sotto-sezioni di attività economica nella Valcesano

(2006) – Valori percentuali

13

6

15

4

8

1

2

0,4

1

2

17

6

1

3

0,3

4

8

8

1

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

Industrie alimentari e delle bevande

Industrie tessili

Conf. articoli vestiario-prep. pellicce

Prep e concia cuoio-fabbric. artic. viaggio

Ind. legno, esclusi mobili-fabbr. in paglia

Fabbric. pasta-carta, carta e prod. di carta

Editoria, stampa e riprod. supp. registrati

Fabbric. prodotti chimici e f ibre sintetiche

Fabbric. artic. in gomma e mat. plastiche

Fabbric. prodotti lavoraz. min non metallif .

Fabbricaz. e lav. prod. metallo, escl. macchine

Fabbric. macchine ed appar. mecc., install.

Fabbric. macchine per uff., elaboratori

Fabbric. di macchine ed appar. elettr. n.c.a.

Fabbric. appar. radiotel. e app. per comunic.

Fabbric. appar. medicali, precis., strum. ottici

Fabbric. di altri mezzi di trasporto

Fabbric. mobili-altre industrie manifatturiere

Recupero e preparaz. per il riciclaggio

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Come emerge dal Graf. 2.17, nell’ambito delle Attività manifatturiere, in cui è

concentrato il 14% di imprese pari a 772 unità, la maggior parte di esse si occupa

di Fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo, escluse macchine (17%), a

seguire, di Confezione articoli di vestiario – preparazione pellicce (15%),

Industrie alimentari e delle bevande (13%). Con la stessa quota, pari all’8%,

troviamo inoltre l’Industria del legno, esclusi mobili – fabbricazioni in paglia,

Fabbricazione mobili – altre industrie manifatturiere, Fabbricazione di altri mezzi

di trasporto mentre, con il 6%, Industrie tessili e Fabbricazione macchine e

apparecchiature meccaniche, installazione. Le restanti sotto-sezioni infine, si

collocano al di sotto del 4% (Tab. B.2.64).

L’analisi della distribuzione per settore di attività economica delle unità locali

attive - che nella Valcesano, al 2006, ammontano a 6.229 unità – (Graf. A.2.7),

mostra un quadro sostanzialmente analogo a quanto visto nel caso delle imprese,

con uno sbilanciamento verso il settore industriale. Per la Valcesano infatti, la

relativa quota, pari al 58%, risulta di gran lunga più elevata rispetto a quanto

riscontrato nelle altre aree, dove questa oscilla tra il 43 e il 48%. Situazione

opposta si rileva invece nei settori del commercio e dei servizi dove la valle, con

quote rispettivamente pari al 26% e al 15%, si colloca al di sotto dei valori

provinciali e regionali, in media, di 6 o 7 punti percentuali (Tab. B.2.65).

Osservando nel dettaglio la distribuzione percentuale delle unità locali nel

settore industriale, si può notare come per la Valcesano il 49% delle 3.629 unità

locali che vi operano, svolgano la propria attività nel ramo dell’Agricoltura, caccia

e silvicoltura a fronte di quote inferiori sia per le province di Pesaro-Urbino e di

Ancona, rispettivamente pari al 33% e al 39% sia per la regione Marche,

anch’essa con il 39%. Le quote relative alle Attività manifatturiere e alle

Costruzioni, rispettivamente pari al 26% e al 24%, si collocano invece al di sotto

dei valori riscontrati nei territori provinciali e regionale (Tab. B.2.66).

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Tra le unità locali attive nel commercio, poco più dell’80% opera nel

Commercio ingrosso e dettaglio, riparazione beni personali e per la casa, in linea

con i dati relativi alle altre aree (Tab. B.2.66).

Nei servizi troviamo invece una più equa distribuzione tra i vari rami che

compongono il settore, sebbene la quota prevalente di unità locali, pari al 37%, si

concentri nelle Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca, dove tuttavia

la valle resta indietro rispetto ai dati provinciali e regionali i quali oscillano tra il

45% e al 47%; discorso analogo per l’attività di Intermediazione monetaria e

finanziaria (11%), sebbene lo scarto sia inferiore. Viceversa, si colloca al di sopra

nei rami Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e Altri servizi pubblici sociali

e personali con, rispettivamente il 25% e 24%. la quota relativa che per la (Tab.

B.2.66).

La distribuzione delle unità locali operanti nei vari settori economici per zone

altimetriche (Graf. A.2.8), ci mostra una situazione leggermente diversa rispetto al

caso delle imprese (Graf. B.2.6): tutte le sezioni territoriali sono infatti

caratterizzate da una minor quota di unità locali operanti nell’industria a fronte di

percentuali più elevate sia nel commercio che nei servizi (Tab. B.2.65).

A livello di singolo settore47, l’industria vede in generale nuovamente una

prevalenza del ramo Agricoltura, caccia e silvicoltura, con più della metà di unità

locali attive, ad eccezione però della collina litoranea dove la stessa quota viene

superata da Attività manifatturiere e Costruzioni, rispettivamente pari al 28 e

27%; inoltre, come visto per le imprese, nei comuni di collina e montagna interna

prevalgono, rispettivamente, Attività manifatturiere e Costruzioni.

Il commercio, con una quota superiore all’80%, evidenzia una forte

concentrazione di unità locali nel ramo Commercio ingrosso e dettaglio,

riparazione beni personali e per la casa, sebbene nei comuni montani la stessa

47 Per un confronto dei dati si rimanda alla Tab. B.2.60.

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100

quota sia inferiore (63%), a fronte di una percentuale più elevata nel ramo

Alberghi e ristoranti (37%).

Nei servizi, infine, pur registrandosi in generale una più equa distribuzione tra

i vari rami, collina litoranea e collina interna vedono una prevalenza di unità locali

nelle Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca, rispettivamente con il

39% e il 34%, mentre nei comuni montani con una quota pari al 39%, prevalgono

i Servizi pubblici sociali e personali.

Facendo sempre riferimento alle sezioni di attività economica e operando ora

un confronto con province e regione (Graf. A.2.9), balza subito all’evidenza come

nella Valcesano la quota di unità locali operanti nel settore primario, pari al 29%,

sia quasi il doppio rispetto ai dati delle altre aree, specie se rapportata a quelli

provinciali; a seguire, con il 21% troviamo il ramo Commercio ingrosso e

dettaglio, riparazione beni personali e per la casa dove però la valle non supera i

valori provinciali e regionali, mentre si colloca bene nelle Attività manifatturiere e

nelle Costruzioni con quote rispettivamente pari al 15% e al 14%. Da rilevare

invece il divario – peraltro già riscontrato nel caso delle imprese -, nelle Attività

immobiliari, noleggio, informatica e ricerca, in cui la valle, con una quota pari al

6%, si colloca ben al di sotto degli standard provinciali e regionali.

Meno rilevanti e in linea con le altre aree, sono le quote relative a Trasporti,

magazzinaggio e comunicazioni, Alberghi e ristoranti, Altri servizi pubblici

sociali e personali, tutte attorno al 4%, mentre nell’Intermediazione monetaria e

finanziaria, con il 2%, la valle non raggiunge i valori di province e regione48.

48 Percentuali nulle si registrano nei restanti rami. Per un confronto dei dati si rimanda alla Tab. B.2.59.

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2.2.3 Le attuali dinamiche di sviluppo economico nella bassa Valle del

Cesano: il settore nautico

La nautica49 italiana è divenuta, nell’arco di pochi anni, prima in Europa per

fatturato, e terza, dopo Francia e Germania, per produzione. La maggioranza delle

aziende italiane del settore è rappresentata da PMI ed imprese artigiane (75% di

aziende nella classe 1-15 addetti). Le aziende più grandi sono presenti in numero

limitato, anche se si tratta di aziende leader a livello internazionale50.

Le caratteristiche dello sviluppo del comparto della nautica hanno già da

tempo catturato anche l’attenzione degli amministratori pubblici locali, provinciali

e regionali. Nelle Marche sono infatti operanti i produttori tra i primi al mondo di

megayacht e produzioni e servizi legati alla nautica sono diffusi non solo lungo

gran parte dell’area costiera della regione, ma si caratterizzano anche con

importanti insediamenti localizzati in aree interne51.

Tab. 2.18 – Andamento imprese e imprese artigiane del settore nautico nella Valcesano, Provincia

di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1991- 2001) – Valori assoluti

Imprese Imprese artigiane 1991 2001 N Addetti N Addetti Ambiti

territoriali

1991 2001 1991 2001 1991 2001 1991 2001

Peso % IA

Peso %

Add IA

Peso % IA

Peso %

Add IA

Valcesano 7 10 66 172 4 9 19 58 57 29 90 34 Pesaro e Urbino 44 61 698 610 24 43 120 168 55 17 70 28 Ancona 22 28 520 505 11 17 33 56 50 6 61 11 Marche 100 121 1.405 1.225 53 78 216 280 53 15 64 23

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

49 La classificazione delle attività economiche ATECO 2002 individua per la filiera della nautica le seguenti lavorazioni/attività, raggruppate in 3 comparti: - nautica da diporto (costruzione, riparazione manutenzione; costruzione porticcioli; intermediari commercio; ingrosso; noleggio con equipaggio (navigazione marittima e interna); corsi con patente; controllo qualità e certificazione) - accessori (fabbricazione di eliche; fabbricazione di strumenti di navigazione; dettaglio) - motori (fabbricazione parti e accessori). 50 Pasini F., (2005), pag. 74. 51 Centro Studi SISTEMA -CNA delle Marche, (2005).

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A tal proposito, proprio la Valcesano, a partire dai primi anni 2000, ha visto

sorgere in alcuni comuni situati in prossimità della costa, quali Monte Porzio,

Monterado e Mondolfo, aree artigianali e industriali deputate ad accogliere nuovi

insediamenti produttivi, candidandosi così a divenire un vero e proprio “polo

nautico”, quale parte di un più ampio “Distretto del mare”, specializzato su

produzioni di eccellenza, tecnologia ad elevatissima qualità, organizzato secondo

gli stili dei tipici distretti del “made in Italy” della nostra economia regionale. A

fare da traino è stata sicuramente la vivace crescita del settore a livello provinciale

e in particolare nel territorio pesarese che vantava peraltro già da tempo una

notevole esperienza in tale comparto.

Nella fattispecie, l’opportunità del nuovo insediamento per gli artigiani della

vallata è arrivata nel 2001 con il Piano Insediamenti produttivi (Pip) predisposto

dall’amministrazione comunale di Monte Porzio, il quale si è avvalso peraltro dei

benefici dell’Obiettivo 252 per il periodo 2000-2006.

Il Pip si è da subito rivelato uno strumento fondamentale per le aziende del

territorio in quanto nell’arco di circa tre anni – superando le solite lungaggini

burocratiche – gli artigiani hanno potuto contare su un’area edificabile di 5.000

mq, con la possibilità di poter incentivare la produzione e offrire nuova

occupazione, con ricadute economiche positive per tutto il territorio.

Con la realizzazione dell’ultimo laboratorio, l’area artigianale di Monte Porzio

può dirsi oggi finalmente ultimata il ché consentirà l’entrata a regime della

produzione e dei servizi. Si tratta complessivamente di ben 35.000 mq destinati

alla nautica ma anche alla meccanica, ai servizi, al manifatturiero.

52 L'Obiettivo 2 è uno dei tre obiettivi fondamentali che l'Unione Europea si è posta nel periodo 2000/2006 nell'attuazione delle sue politiche regionali di riequilibrio e coesione. In particolare il programma obiettivo 2 (2000-2006) è diretto a migliorare le condizioni di svantaggio strutturale nelle aree rurali di montagna, attraverso azioni di valorizzazione del patrimonio naturale e storico, di miglioramento delle infrastrutture a servizio della popolazione e delle imprese locali, di sostegno alla diversificazione economica.

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In un periodo che vede l’esodo di aziende importanti della zona (specie della

nautica), verso altri territori e province, quella realizzata a Monte Porzio

rappresenta così un’area di insediamento artigianale strategica per lo sviluppo

della Valcesano, che ospitando imprese importanti che hanno investito in

innovazione e tecnologia e che producono lavoro e occupazione, contribuisce non

solo alla crescita di un territorio ma a vincere la battaglia contro l’isolamento53.

Ad oggi, vi è quindi la presenza di numerose imprese, soprattutto

contoterziste, le quali ruotano principalmente attorno a due o tre imprese leader

nel settore, anch’esse insediatesi nella stessa area. Si tratta, in buona sostanza, di

grandi aziende dotate di autonomia progettuale, in grado di trarre vantaggio dalle

“economie da esternalità”54 date dalla loro localizzazione nel sistema produttivo

territoriale osservato, dotate di un marchio e di una capacità strutturata di

relazione con i mercati, che utilizzano ed “organizzano” la divisione del lavoro.55

In altri termini, il comparto è caratterizzato da un sistema di divisione del lavoro

tra le imprese che può essere definito il suo principale punto di forza.

Inoltre, analogamente a quanto accade nel territorio provinciale, caratterizzato

dalla presenza di grandi gruppi provenienti dall’esterno della provincia, anche

molte delle nuove unità produttive insediatesi nella Valcesano non nascono

propriamente nel territorio, ma in esso trovano evidentemente modo di esprimersi

al meglio grazie probabilmente alla presenza di specializzazioni legate alle filiere

del mobile e dell’arredamento, della moda e della metalmeccanica di produzione.

Va infatti rilevato che parte saliente del sapere distintivo che caratterizza il

comparto viene prodotto attraverso una riconfigurazione creativa di saperi già in

53 Cfr.il SITO WEB – www.cnapesaro.com -. 54 Si tratta di quelle particolari integrazioni che avvengono non solo tra produzioni industriali complementari, ma anche tra queste e vari altri servizi di tipo amministrativo, culturale, sanitario, commerciale e soprattutto di trasporto. La presenza di tali servizi contribuisce ad attrarre emigrazione dalle zone rurali e l’incremento demografico contribuirà a sua volta a favorire la specializzazione e la concentrazione delle industrie (Marshall, 1977).

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essere, un “reusing” di competenze tecniche, ad esempio, dal distretto del mobile

o comunque da una pluralità di altre attività non necessariamente legate allo

specifico nautico56.

2.3 Aree a valenza distrettuale e specializzazione produttiva

L’analisi della specializzazione produttiva si lega strettamente alla definizione

e all’individuazione delle aree eleggibili come “distrettuali”.

La prima definizione di “distretto” si riferisce ai distretti industriali ed è stata

elaborata dall’economista Alfred Marshall, per il quale il “distretto industriale fa

riferimento ad un’entità socioeconomica costituita da un insieme di imprese,

facenti generalmente parte di uno stesso settore produttivo, localizzato in un’area

circoscritta, tra le quali vi è collaborazione ma anche concorrenza”.

La definizione di distretti industriali fu elaborata a seguito dello studio,

realizzato a fine ‘800, di alcune regioni inglesi caratterizzate da una notevole

concentrazione di piccole e medie imprese, le quali riuscivano ad ottenere risultati

economici paragonabili a quelli dei grandi stabilimenti industriali dell’epoca,

sfruttando le sinergie derivanti dalla loro vicinanza fisica.

I distretti industriali, così come concepiti, sono stati oggetto di studio anche in

Italia, in quanto rappresentano una realtà economica che ha contribuito e continua

a contribuire in modo rilevante alla crescita ed alla competitività dell’economia

nazionale. In particolare, essi hanno costituito un’area privilegiata di indagine

dell’economia e della politica industriale, non solo sul piano analitico, ma anche

nella formulazione di politiche locali di sviluppo, finalizzate a rendere

maggiormente efficace l’intervento pubblico nei confronti delle imprese di

55 Fondartigianato, pagg. 62, 65. 56Fondartigianato, cit., pag. 71.

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specifici settori e territori, in grado di generare un elevato valore aggiunto ed

un’elevata occupazione.

A livello normativo, i distretti industriali furono disciplinati per la prima volta

con l’articolo 36 della legge 317/1991, dove emerge peraltro il concetto di

specializzazione produttiva: essi venivano definiti infatti come “un’area

territoriale locale caratterizzata da una elevata concentrazione di piccole imprese

con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese e la

popolazione residente, nonché alla specializzazione produttiva dell’insieme delle

stesse imprese”.

Per le aree così definite la legge prevedeva specifiche politiche di intervento,

mentre demandava alle Regioni i compiti relativi alla delimitazione territoriale dei

distretti e successivamente all’attuazione di una politica di sviluppo nell’ambito

delle politiche di intervento prestabilite. L’intenzione del legislatore era infatti

quella di fornire un incentivo non alle singole imprese, bensì a quelle che, unendo

sinergicamente le loro iniziative in un progetto innovativo e di sviluppo

economico di interesse comune, erano in grado di perseguire degli obiettivi che

potessero assicurare loro un solido vantaggio competitivo. Ciò fu accolto come un

segno di apertura nella direzione di una politica industriale modulata sul territorio

e sulle specificità dello sviluppo economico locale.

In seguito, con Decreto del Ministero dell’Industria del 21 aprile 1993

(Decreto Guarino) venivano formulati indirizzi e parametri di riferimento per la

delimitazione dei distretti industriali, assumendo come punto di partenza della

procedura di individuazione i flussi di lavoro intercorrenti tra un insieme contiguo

di Comuni, costituenti sistemi locali del lavoro.

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Tra i cinque criteri57 vincolanti ai fini dell’individuazione di un’area come

“distretto industriale”, anche il suddetto Decreto contemplava l’indice di

“specializzazione produttiva”, costituito dal rapporto tra il numero di addetti

occupati in una determinata attività manifatturiera e il totale degli addetti

dell’industria manifatturiera dell’area. L’indice doveva superare l’analoga media

nazionale di almeno il 30%. L’attività manifatturiera rientrante in questo

parametro costituiva la cosiddetta classe di specializzazione, determinata secondo

il codice di classificazione ufficiale delle attività (ATECO).

In virtù del cambiamento frattanto intervenuto nella struttura dell’economia

italiana e di alcune rigidità emerse in fase di applicazione delle normative vigenti,

nel 1999 fu emanata la legge 140, con la quale veniva riformulata la definizione di

distretti industriali, partendo dalla introduzione di un nuovo concetto: i sistemi

produttivi locali. Questi ultimi sono definiti dalla legge 140/99 come i “contesti

produttivi omogenei, caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese,

prevalentemente di piccole e medie dimensioni, e da una peculiare organizzazione

interna”.

Sulla scorta di questa nuova nozione, i distretti industriali furono definiti come

“sistemi produttivi locali caratterizzati da una elevata concentrazione di imprese

industriali, nonché dalla specializzazione produttiva di sistemi di imprese”. La

legge fa quindi nuovamente riferimento alla specializzazione produttiva di sistemi

di imprese, focalizzando in tal modo l’attenzione sulle relazioni che si instaurano

tra un insieme di imprese che costituiscono il sistema.

In pratica, nella definizione di sistemi produttivi locali viene abbandonata la

delimitazione precisa di un territorio dalle cui caratteristiche produttive scaturisce

il distretto e viene introdotto il riferimento al contesto produttivo omogeneo,

57 In particolare, i cinque criteri erano: 1) indice di industrializzazione manifatturiera; 2) densità imprenditoriale; 3) specializzazione produttiva; 4) peso occupazionale; 5) incidenza della piccola

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anch’esso caratterizzato da una elevata concentrazione di imprese, non

necessariamente industriali, prevalentemente di piccole dimensioni. Inoltre, viene

meno anche il riferimento al rapporto tra la presenza di imprese e la popolazione

residente previsto dalla 317/91, sostituito dal criterio di una peculiare, ma non

meglio precisata, organizzazione interna tra le imprese del contesto produttivo

omogeneo.

Nel periodo di tempo che intercorre tra la legge 317/91 e la legge 140/99 si

sono avuti altri interventi legislativi che hanno contribuito ad una sovrapposizione

di disposizioni, causa di non poca confusione nel percorso attuativo del sostegno

alle imprese appartenenti a distretti.

Con la nuova Legge finanziaria il Parlamento nazionale ha innovato il

concetto di distretto, individuando nei distretti produttivi tutte le "libere

aggregazioni di imprese articolate sul piano territoriale e sul piano funzionale, con

l’obiettivo di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori di riferimento, di

migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione, secondo princìpi di

sussidiarietà verticale ed orizzontale, anche individuando modalità di

collaborazione con le associazioni imprenditoriali"58.

Il concetto di distretto ha quindi subito negli anni numerosi arricchimenti ed

evoluzioni, sia nelle teorie economiche che negli interventi legislativi che lo

hanno disciplinato, nei quali tuttavia resta fermo il riferimento alla

specializzazione produttiva quale elemento imprescindibile per addivenire ad una

corretta definizione.

Sulla base dei suddetti riferimenti normativi, anche la Regione Marche, con

Atto Amministrativo n. 259 del 29 luglio 1999 del Consiglio Regionale, ha

individuato le sue aree territoriali locali a valenza distrettuale. I comuni della

impresa. 58 Cfr. il SITO WEB –www.moliseinfiliere.it-.

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Valcesano vengono così fatti rientrare nelle seguenti aree (in cui ricadono però

anche altri comuni esterni alla valle):

- 7 Tessile e abbigliamento – Pergola: Fratte Rosa, Frontone, Pergola, San

Lorenzo in Campo, Serra Sant'Abbondio;

- 8 Tessile e abbigliamento – Mondolfo: Mondavio, Mondolfo, Monterado,

Monte Porzio, San Costanzo, Barchi, Orciano di Pesaro, San Giorgio di

Pesaro;

- 9 Pelli e cuoio - Serra de' Conti: Castelleone di Suasa, Serra de' Conti,

Arcevia, Barbara, Montecarotto, Poggio San Marcello;

- 10 Tessile e abbigliamento – Ostra: Castel Colonna, Corinaldo, Morro

d'Alba, Ostra, Ostra Vetere, Ripe, San Marcello, Belvedere Ostrense.

L’individuazione di eventuali forme di specializzazione produttiva nel

territorio della valle si baserà sul calcolo dell’ “indice di specializzazione

produttiva”, così come definito dal Decreto del 1993, prendendo in considerazione

i dati relativi agli addetti alle imprese forniti dal Censimento Istat dell’industria e

dei servizi del 2001, in quanto non disponibili dati più aggiornati59.

L’indice di specializzazione confronta l’intensità della quota locale con

l’intensità della quota provinciale degli addetti ad una generica attività

manifatturiera, mettendo in luce la maggiore o minore predisposizione dell’area in

particolari attività rispetto al contesto provinciale. Una maggiore predisposizione

produttiva (in termini di addetti) ci viene indicata quando l’indice supera il valore

1. Un indice di specializzazione prossimo a 1 indica invece una struttura

occupazionale simile a quella provinciale e la mancanza di una specifica

specializzazione produttiva.

59 Per i dati relativi alla consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche, si rimanda alla Tab. B.2.60.

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Sulla base di quanto stabilito nel Decreto del 1993 e cioè che <<l’indice deve

superare l’analoga media nazionale di almeno il 30%>>, anche con riferimento

alla valle saranno considerate forme di specializzazione produttiva tutte quelle

riferite ad attività manifatturiere i cui valori dell’indice isp superino la soglia di

1,3.

Nello specifico, l’ isp riferito alla Valcesano viene ottenuto facendo il rapporto

tra la consistenza degli addetti alle imprese nel settore manifatturiero “x” ed il

totale degli addetti nelle attività manifatturiere della stessa area; a denominatore,

troviamo lo stesso rapporto ma riferito al territorio provinciale il quale viene

ovviamente rapportato alla regione Marche.

Dalla Tab. 2.20, nella quale sono evidenziati in grassetto i valori dell’ isp che

superano la soglia di 1,3, emerge come la Valcesano60, in rapporto al territorio

provinciale di riferimento, non presenti una specifica “vocazione” produttiva,

bensì molteplici forme di specializzazione:

- confezione di articoli di vestiario, preparazione e tintura di pellicce;

- preparazione e concia cuoio, fabbricazione art. da viaggio, borse,

calzature;

- industria del legno e prodotti in legno, sughero, paglia, esclusi i mobili;

- fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e

impianti;

- fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici;

- fabbricazione apparecchi medicali, precisione, strumenti ottici e orologi;

- fabbricazione di altri mezzi di trasporto;

- recupero e preparazione per il riciclaggio.

60 Per i dati relativi all’indice di specializzazione a livello di singolo comune si rimanda alla Tab. B.2.61.

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Tab. 2.20 – Indice di specializzazione produttiva nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino e

Provincia di Ancona (2001) – Valori assoluti

Indice di specializzazione (Isp) Sezioni altimetriche Divisioni di attività economica

Valcesano Collina litoranea

Collina interna

Montagna interna

Territorio provinciale

15 - industrie alimentari e delle bevande 0,89 0,99 0,71 0,44 0,99

17 - industrie tessili 1,03 1,28 0,51 0,26 1,03

18 - confezione di articoli di vestiario; preparazione e tintura di pellicce

2,63 2,41 3,04 3,63 1,20

19 - preparazione e concia cuoio; fabbricazione art. da viaggio, borse, calzature

2,25 2,61 1,46 1,46 0,10

20 - industria del legno e prodotti in legno, sughero, paglia, esclusi i mobili

1,47 1,76 0,70 2,04 1,19

21 - fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta

0,82 1,20 0,00 0,00 1,09

22 - editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati 0,31 0,28 0,33 0,91 1,11

23 - fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento combust. nucleari

0,00 0,00 0,00 0,00 1,56

24 - fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali

0,14 0,13 0,20 0,00 1,33

25 - fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 0,40 0,57 0,03 0,00 0,98

26 - fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

0,13 0,14 0,11 0,00 1,15

27 - produzione di metalli e loro leghe 0,17 0,25 0,00 0,00 1,04

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. 2.20 (Segue) – Indice di specializzazione produttiva nella Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino e Provincia di Ancona (2001) – Valori assoluti

Indice di specializzazione (Isp) Sezioni altimetriche Divisioni di attività economica

Valcesano Collina litoranea

Collina interna

Montagna interna

Territorio provinciale

28 - fabbricazione e lavoraz. dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti

1,65 1,29 2,60 0,66 1,18

29 - fabbricazione macchine ed apparecchi meccanici; installazione e riparazione

0,72 0,52 1,27 0,00 1,54

30 - fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici

3,96 0,00 13,89 0,00 0,34

31 - fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici n.c.a. 0,60 0,16 1,72 0,00 1,15

32 - fabbricazione apparecchi radiotelevisivi e per le comunicazioni

0,05 0,07 0,00 0,00 1,47

33 - fabbricazione apparecchi medicali, precisione, strumenti ottici e orologi

2,98 4,20 0,25 1,13 1,00

34 - fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 0,00 0,00 0,00 0,00 1,57

35 - fabbricazione di altri mezzi di trasporto 2,93 3,71 1,40 0,00 1,53

36 - fabbricazione di mobili; altre industrie manifatturiere 0,63 0,74 0,43 0,00 1,33

37 - recupero e preparazione per il riciclaggio 3,81 5,01 1,37 0,00 0,86

Totale: 1 1 1 1 1

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tra questi, la maggior specializzazione, con un isp pari a 3,96 si rileva nella

“fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici” alla

quale contribuisce esclusivamente la collina interna. A seguire, troviamo

“recupero e preparazione per il riciclaggio” con 3,81, che coinvolge collina

litoranea e in misura minore quella interna; piuttosto rilevanti sono poi anche gli

isp relativi a “fabbricazione apparecchi medicali, precisione, strumenti ottici e

orologi” (2,98) e “fabbricazione di altri mezzi di trasporto” (2,93) dove a

prevalere è, in entrambi i casi, la collina litoranea.

Da notare che i valori relativi a “confezione di articoli di vestiario,

preparazione e tintura di pellicce” (2,63) e “preparazione e concia cuoio,

fabbricazione art. da viaggio, borse, calzature” (2,25), oltre a non scostarsi di

molto dai precedenti, coinvolgono indistintamente tutte le sezioni altimetriche.

Con isp rispettivamente pari a 1,65 e 1,47 troviamo infine “fabbricazione e

lavorazione dei prodotti in metallo, escluse macchine e impianti” e “industria del

legno e prodotti in legno, sughero, paglia, esclusi i mobili”: il primo coinvolge

solo la collina interna, il secondo vede l’apporto sia della collina litoranea sia,

soprattutto, della montagna interna.

Va infine sottolineato come soltanto in un caso, e cioè “fabbricazione di altri

mezzi di trasporto”, la forma di specializzazione trovi riscontro anche nel

territorio provinciale. Scendendo ulteriormente nel dettaglio della suddetta

attività61, è interessante notare che nel territorio della valle tale forma di

specializzazione è dovuta quasi totalmente all’ “Industria cantieristica: costruzioni

61 In base al codice ATECO 2002, la divisione economica “Fabbricazione di altri mezzi di trasporto” comprende a sua volta i seguenti “gruppi di attività economica”: 351-Industria cantieristica: costruzioni navali e riparazioni di navi e imbarcazioni; 353-Costruzione di aeromobili e di veicoli spaziali; 354-Fabbricazione di motocicli e biciclette e 355-Fabbricazione di altri mezzi di trasporto n.c.a.

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navali e riparazioni di navi e imbarcazioni”, con un isp pari a 1,39, che supera

peraltro anche il relativo dato provinciale (1,05).

2.4 Una realtà produttiva da potenziare

Come evidenziato dall’analisi di lungo periodo, la Valcesano giunge al 2001

con un numero di imprese più che raddoppiato rispetto a cinquant’anni prima; tale

dato – certamente positivo - se confrontato tuttavia con quelli relativi ai contesti

provinciali e regionale, risulta inferiore. Ad eccezione della provincia di Ancona,

pressoché allineata all’andamento della valle, le altre aree (in particolare la

provincia di Pesaro e Urbino) vedono infatti più che triplicare il numero delle

imprese (Tab. B.2.1).

In effetti, a fronte di un incremento molto sostenuto fino al 1991, la Valcesano

sconta un forte rallentamento nel decennio successivo crescendo di soli 2 punti

percentuali, mantenendosi quindi ben lontana dai ritmi di crescita provinciali e

regionali del periodo i quali oscillano dal 17% al 23%. Il trend non migliora nei

primi anni 2000, segnando un calo di quasi un punto percentuale e, nonostante la

ripresa registratasi a partire dal 2003, non vengono comunque raggiunte le

performance riferibili agli altri contesti territoriali (Tab. B.2.23).

Le analisi fatte evidenziano inoltre come il contributo alla crescita economica

della valle derivi in larga misura dai comuni situati nella collina litoranea: la

crescita continua dell’area conduce, nel periodo ’51-2001, a triplicare il numero di

imprese, andamento che si mantiene tale anche negli anni più recenti, portando ad

un incremento del 2% a fronte di una crescita inferiore nei comuni della collina

interna (0,6%) e addirittura un calo in quelli montani (-3%).

L’evoluzione di lungo periodo in termini di settori di attività economica vede

quasi raddoppiare il numero di imprese sia nell’industria che nel commercio, ma a

impressionare maggiormente è senza dubbio la forte crescita del terziario a partire

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dagli anni ’80, tale da triplicare il peso percentuale delle imprese a fronte di un

ridimensionamento delle quote relative agli altri settori (Tab. B.2.3).

Considerando inoltre le imprese operanti nella Valcesano al 2006 si osserva

immediatamente come rispetto alla struttura per attività delle province interessate

e della regione Marche, l’economia della valle sia ancora caratterizzata dalla

presenza di imprese del settore primario (agricoltura caccia e silvicoltura). Nella

Valcesano, infatti, il settore primario rappresenta da solo, il 32% delle imprese

contro una media provinciale e regionale oscillante tra il 18% e il 22% (Tab.

B.2.54).

La forte presenza di imprese del settore primario, dovuta probabilmente anche

all’obbligatorietà di registrazione alla Camera di Commercio di tali attività

intervenuta nel 1995, ridimensiona i pesi di tutti gli altri rami di attività:

ciononostante, si osserva come il peso delle attività manifatturiere così come

delle costruzioni sull’economia dell’intera valle, pari rispettivamente al 14% e al

15%, risulti superiore in entrambi i casi a quello dell’economia della provincia di

Ancona (13%), ma inferiore rispetto a quelli registrati per la provincia di Pesaro e

Urbino, pari al 16%. Nel caso specifico delle attività manifatturiere, se si

considera che la provincia di Ancona è fortemente caratterizzata dalla presenza di

tale settore, il dato di sostanziale allineamento della valle al complesso provinciale

assume una valenza di assoluto rilievo. Inoltre, è interessante notare come dal

2002 al 2006 il comparto manifatturiero della valle registri una crescita di imprese

attive (2%) a fronte di variazioni che nelle altre aree si attestano su valori negativi

o nulli.

In generale si può dire che nonostante una collocazione geografica ed

infrastrutturale sfavorevole dei comuni appartenenti all’area considerata, la

Valcesano presenta una connotazione produttiva non meno forte di quella che

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caratterizza la provincia di Ancona, ma ancora debole rispetto allo scenario

produttivo pesarese e in parte a quello regionale.

Importante risulta, inoltre, la presenza delle imprese del settore commerciale

sebbene al di sotto dei livelli riscontrabili nelle altre aree. Si osserva invece come

il peso delle attività di trasporto, magazzinaggio e comunicazione, cioè delle

attività più funzionali all’operare di un sistema locale lontano dalle principali

direttrici viarie della provincia, risulti per la Valcesano pressoché allineato a

quello degli altri contesti territoriali. La presenza nella Valcesano di un diffuso

tessuto di imprese di trasporto esprime certamente la lontananza rispetto alle

direttrici viarie e alle aree di agglomerazione residenziale e produttiva ma anche

l’apertura all’esterno del sistema locale. Indica un settore da potenziare ed

evolvere, in direzione, ad esempio della intermodalità, della logistica, delle reti

informative. La valle risulta infine ben dotata anche nei servizi pubblici, sociali e

personali riuscendo quasi a raggiungere i valori provinciali e regionali.

In generale quindi, quello esistente si configura come un sistema di servizi62

abbastanza favorevole alla diffusione delle imprese di produzione, sul quale

puntare decisamente per un ulteriore sviluppo delle attività economiche.

Occorre tuttavia rilevare come nell’economia della Valcesano risulti ancora

marginale e sottodimensionato, il ruolo giocato dai servizi non tradizionali63 alle

imprese: attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca costituiscono solo il

5,5% delle imprese contro circa il 10% dei totali provinciali e regionale,

nonostante dal 2002 al 2006 le imprese operanti in tale ambito siano cresciute del

23%. Discorso analogo va fatto per le attività di intermediazione monetaria e

62 Si fa riferimento ai servizi cosiddetti “tradizionali” rappresentati dalle attività commerciali, dai servizi ricettivi e della ristorazione, dai trasporti terrestri e per via d’acqua, dalle poste e comunicazioni, dall’istruzione, dalla sanità e dagli altri servizi sociali. 63 Detti anche “servizi avanzati”, comprendono nello specifico: trasporti aerei e attività ausiliarie dei trasporti, agenzie di viaggio, intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliare, informatica e attività di ricerca, information technology.

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finanziaria che, pur registrando uno scarto inferiore rispetto a province e regione,

hanno visto tuttavia diminuire la consistenza delle imprese del 14%. Ciò ha in

definitiva contribuito certamente a frenare lo sviluppo economico della valle

impedendole di allinearsi al percorso di crescita dei contesti territoriali di

riferimento.

D’altra parte i servizi più avanzati, a elevato contenuto innovativo, in virtù

delle loro funzioni trasversali a supporto dell’ammodernamento e dello sviluppo

dell’intera economia, sono oggi cruciali per poter competere sui mercati nazionali

ed internazionali nonché per la capacità degli stessi di essere portatori e centri di

diffusione della conoscenza. Le imprese ricorrono infatti all’acquisizione di

servizi in base alla molteplicità di fattori che ne caratterizzano l’operato, quali una

maggiore flessibilità, una maggiore specializzazione, la differenziazione del

prodotto a seconda delle specifiche necessità del cliente, la concentrazione sulle

attività principali, la modifica dell’organizzazione interna, la riduzione dei costi,

una maggiore qualità, un migliore accesso alle conoscenze, alle capacità,

all’esperienza e alle nuove tecnologie, la ricerca di nuovi mercati

(internazionalizzazione), ecc. Così, è l’azione di questo insieme di fattori che

conduce ad un aumento della produttività, della competitività e dell’occupazione,

tre elementi fondamentali per la crescita economica64.

Le carenze riscontrate per la Valcesano in tale ambito, scontato il maggior

grado di terziarizzazione che solitamente contraddistingue i capoluoghi di

provincia e i centri maggiori, segnalano quindi un preciso campo di intervento per

le politiche di sviluppo.

Ad ogni modo, volendo ricercare le cause di un tale ritardo, l’analisi della

specializzazione produttiva dell’area può offrire ulteriori elementi di giudizio in

64Annichiarico C., Conti E., (2007), Statistica per la città. I servizi alle imprese a Firenze, pagg. 5-6. Download dal SITO WEB –www.statistica.comune.fi.it-.

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tal senso. Generalmente, è dato di riscontrare come nelle agglomerazioni

distrettuali sia forte il ruolo dei momenti esterni all’impresa nello stimolare i

processi innovativi, e questo non solo attraverso impulsi relazionali (rapporti con i

fornitori) o di mercato (attenzione ai concorrenti) ma anche di servizio (p.e.

disponibilità di consulenti). Il contesto del sistema di relazioni sembrerebbe

invece giocare, in questo caso, un ruolo non determinante nel fornire stimoli

innovativi.

D’altra parte, si è potuto verificare come il sistema produttivo della Valcesano

non presenti di fatto connotazioni distrettuali di particolare rilievo, bensì

molteplici forme di specializzazione (Tab. B.2.61). La valle è infatti dotata di un

buon sistema di piccole e medie imprese inserite in molteplici settori dove sono

stati rilevati significativi livelli di specializzazione produttiva ma il cui fabbisogno

di servizi e infrastrutture avanzate deve ancora soddisfare esigenze “primarie” o

non particolarmente evolute.

A tal proposito risulta emblematica, ad esempio, - così come emerso peraltro

dall’analisi delle “aree a valenza distrettuale” - la presenza di molte imprese

operanti nel settore tessile e dell’abbigliamento e in quello dei prodotti in cuoio e

pelle: settori “tradizionali” di piccola e media impresa caratterizzati dall’assenza

di economie di scala, da un tasso di innovazione tecnologica estremamente ridotto

e facilmente predisposti a subire i contraccolpi della crescente concorrenza

internazionale, specie delle economie dei paesi emergenti o in ritardo di sviluppo,

i quali basano la propria competitività su una compressione dei salari che risulta

difficilmente praticabile in un paese avanzato65.

Il fatto, tuttavia, che l’economia della Valcesano non sia in realtà ancorata alle

vicende di un solo settore economico grazie alla diversificazione produttiva che

65 R. Azzolini, (2003), Una politica industriale contro il declino. Alcune considerazioni sui distretti industriali del Made in Italy negli anni ’90, pag. 2. Download dal SITO WEB –www.rassegna.it.

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caratterizza il suo tessuto di imprese, l’ha sostanzialmente messa al riparo dai

rischi di una potenziale crisi generalizzata. La presenza non marginale di imprese

di produzione, di una diffusa propensione a fare impresa, di un’ampia serie di

peculiarità in termini di produzione, professionalità, conoscenze e culture

produttive rappresenta quindi un punto di forza, una potenzialità da valorizzare

attraverso adeguate politiche di intervento.

Il rischio che corrono sistemi locali periferici quale è la Valcesano, privi di

evidenti specificità produttive, è infatti quello di venire marginalizzati se non

totalmente esclusi, da strategie di sviluppo che tendono generalmente a

contemplare tra i propri obiettivi soprattutto la valorizzazione e/o il rilancio di

sistemi maggiormente strutturati, identificabili ad esempio nei distretti produttivi.

Dinanzi all’accelerazione dei processi di globalizzazione e di

internazionalizzazione che ha ridefinito il rapporto tra imprese e quello tra i

territori e che sta sempre più facendo emergere l’importanza della dotazione di

nuove risorse strategiche per la competizione globale, i territori che non saranno

capaci di offrire alle imprese adeguate opportunità di crescita e di innovazione

rischiano l’emarginazione. In particolare emerge come cruciale la capacità dei

territori di dotarsi di intense capacità di ricerca ed innovazione tecnologica in

grado di tessere adeguate forme di collaborazione con il sistema delle imprese ed

alimentare processi di cambiamento tanto dei comparti tradizionali quanto di

nuove attività imprenditoriali nei settori a più elevata intensità di ricerca ed

innovazione.

La Valcesano non sembra comunque uscire spiazzata dinanzi alle nuove sfide

della globalizzazione, dimostrando al contrario di saper cogliere nuove

opportunità di sviluppo del tutto impensabili sino a qualche decennio fa. Il

riferimento è ad esempio alla rapida e altrettanto inaspettata espansione del settore

nautico a partire dai primi anni 2000 e che sta a tutt’oggi proseguendo con il

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sorgere di nuovi insediamenti produttivi in alcuni comuni della bassa valle del

Cesano.

Se una realtà territorialmente limitata come quella della Valcesano ha saputo

esercitare una tale capacità di attrazione, favorendo l’instaurarsi di nuove attività

produttive, è evidente che vi sono in questo territorio condizioni particolarmente

favorevoli66 come la particolare struttura della sua economia, incentrata su

produzioni di piccola dimensione che benché imperniata su orientamenti

produttivi di fondo maturi e tradizionali (il settore tessile-abbigliamento, il settore

della meccanica, il settore legno-arredo), sono però assai articolate, differenziate

sia sotto il profilo delle tecnologie e della dimensione, sia sotto quello delle

capacità imprenditoriali e delle esperienze e conoscenze professionali.

Inoltre, lo sviluppo di un settore come quello della nautica, le cui produzioni

dominanti sono ormai rivolte ad una domanda di élite, mette certamente le

imprese che vi operano – anche le meno strutturate – al riparo dalla concorrenza a

basso costo delle economie emergenti ed è auspicabile che valorizzando la

compresenza di tante esperienze imprenditoriali e conoscenze professionali, si

configuri anche una risposta efficace a talune problematiche connesse alla

frammentazione e specializzazione produttiva legate ad esempio al fatto che le

elevate capacità specialistiche mancano però spesso di strategie orientate al

prodotto e sono quindi incapaci di trattenere una più elevata porzione della catena

del valore di cui fanno parte67. La pluralità di specializzazioni territoriali, dei

percorsi di successo dei nostri sistemi di PMI costituisce infatti un valore da

66 Gli elementi che generalmente vengono indicati come rilevanti nella formazione di un terreno adatto e di un humus favorevole alle nuove imprese possono essere così riassunti: attitudini sociali verso l’imprenditorialità, esempi di azione imprenditoriale, disponibilità di capitale di rischio, disponibilità di fabbricati a basso costo, disponibilità di servizi di consulenza aziendale e finanziaria, disponibilità di personale specializzato (specialmente per le imprese ad alta tecnologia), condizioni economiche generali (Ciciotti, 2000). 67 Cfr. la relazione di Moreno Bordoni, responsabile CNA Nautica di Pesaro e Urbino, (2005).

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preservare ma anche da proiettare verso obiettivi di competitività a livello

globale68.

Non va tuttavia dimenticato come dinanzi a un tale processo di sviluppo che

va concretizzandosi in sistemi sempre più complessi, uscendo così dagli schemi

dell’economia basata sui settori “tradizionali”, sempre più centrale diventa il tema

della formazione per adeguare la manodopera occupata o in cerca di occupazione

ai continui mutamenti del mercato del lavoro sull’onda di una sempre più dura

selezione imposta dal mercato interno e dai mercati internazionali.

In un territorio come quello della Valcesano, dove le strutture dedicate alla

formazione professionale sono molto carenti e dove gli istituti scolastici presenti

sono inadeguati a coprire il fabbisogno di professionalità che la realtà socio-

economica attuale richiede69, diventa quindi cruciale intervenire con opportune

politiche affinché questo possa rappresentare anche uno spazio per lo sviluppo di

conoscenze e per la valorizzazione di competenze, rafforzando in tal modo i

benefici ad esse ascrivibili come ad esempio l’innovazione tecnologica in ambito

di prodotti, processi e servizi70.

Altro aspetto da non sottovalutare riguarda inoltre le conseguenze legate alle

scelte localizzative delle imprese. Lo spazio, in quanto caratterizzato da specifici

fattori ambientali, risulta in grado di influenzare i processi imprenditoriali, i

modelli organizzativi delle imprese, la loro capacità innovativa e, più in generale,

l’intera capacità di sviluppo e competizione dei singoli sistemi economico-sociali-

territoriali. I fattori di localizzazione possono dirsi il risultato dell’azione delle

imprese e, nello stesso tempo, la causa della loro localizzazione, a seconda che si

68 Favaretto I., (2000), pag. 14. 69 Regione Marche, Giunta Regionale, Servizio Formazione Professionale e Problemi del Lavoro, (2000), cit., pag. 30. 70 Pasini F., (2005), cit., pag. 19.

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analizzino dal punto di vista di due diverse categorie di attori: le imprese

industriali e di servizio oppure il territorio71.

A tal proposito, lo scenario poc’anzi delineato coinvolge essenzialmente i

comuni situati in prossimità della costa ed il rischio è evidentemente che questi

imbocchino un sentiero di sviluppo solitario rispetto al resto del territorio

contribuendo altresì ad accentuare gli squilibri già esistenti. Da sempre la fascia

litoranea presenta un forte potenziale attrattivo: oggi si giustappongono attività di

vario genere (attrezzature da diporto, cantieri navali, impianti industriali, seconde

residenze per il turismo balneare di massa, ecc.) spesso in contrasto netto fra loro.

Le caratteristiche morfologiche di tale area, la vicinanza ai centri maggiori e la

migliore rete infrastrutturale possono considerarsi le cause principali di una

progressiva urbanizzazione del territorio che ha alterato notevolmente l'antica

morfologia paesaggistica.

Le aree collinari e montane hanno ovviamente risentito dei processi verificatisi

sulla costa la cui capacità di attrazione ha determinato lo spopolamento di molti

contesti interni, dove si è registrato un forte calo demografico, con conseguente

perdita di forza-lavoro. Alcuni centri minori dell’entroterra, rimasti al margine del

processo di modernizzazione, hanno conservato nel loro complesso i caratteri

originari: la crescita urbana è stata contenuta o è risultata addirittura nulla, le

tracce e i segni del passato testimoniano ancora la funzione originaria e le matrici

culturali che le hanno prodotte.

In queste aree marginali le generazioni attuali stentano tuttavia ad imprimere

segni, a riappropriarsi delle strutture passate, rifunzionalizzandole e restituendo ad

esse un ruolo nella società moderna. Se, infatti, è deleterio che un paesaggio

venga fortemente compromesso da interventi privi di qualsiasi rispetto per le

71 Il riferimento è in particolare ai “modelli” di localizzazione e sviluppo, intesi come schemi logici in grado di rendere evidenti i comportamenti dei soggetti economici e i percorsi

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forme delineate dalla storia e dalla natura, è altrettanto deleterio che una

generazione non imprima nuovi segni portatori della propria cultura. Se tale

processo di modificazione viene ad interrompersi, è quindi necessario

comprenderne le ragioni e operare affinché quel sistema territoriale si riconnetta

alle altre aree più vitali con ricadute economiche (e non solo) positive per tutto il

territorio.

Questa dimensione dello sviluppo, tuttavia, esiste se esistono in primo luogo i

soggetti e la loro capacità di esprimere una progettualità di sistema. Se esiste la

capacità di esprimere bisogni collettivi e di individuare strumenti competitivi di

sistema. Due sono quindi gli elementi qualificanti di un processo di sviluppo

locale equilibrato: i soggetti e una capacità progettuale che sappia tradursi nella

predisposizione concreta di un Programma di sviluppo del sistema locale nel suo

complesso.

“prevedibili” di crescita delle regioni (Ciciotti, 2000).

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123

- Capitolo 3 -

L’ARTIGIANATO

Uno dei punti di forza della struttura produttiva locale e del sistema

marchigiano è da sempre la capillarità di presenza imprenditoriale sul territorio72;

il tessuto locale di piccola impresa spiega infatti gran parte del successo del

modello industriale della “dorsale adriatica”, ma anche del processo di

ristrutturazione complessiva dell’industria italiana.

Nelle Marche, il modello artigiano è stato così fino a tempi recenti un modello

vincente, caratterizzato da una spiccata connotazione manifatturiera e dalla

presenza della piccola e micro-impresa i cui fattori di successo sono individuabili

nelle idee, nei progetti innovativi, nel coinvolgimento dell’imprenditore

nell’attività, nella cultura del lavoro diffusa, nella condivisione dei valori e nella

fidelizzazione del lavoratore.

Ora viene tuttavia messo a dura prova da alcuni cambiamenti radicali avvenuti

a livello mondiale: la perdita della centralità del ruolo attribuito al lavoro anche a

causa della diffusa precarietà, i ridotti investimenti in innovazione e ricerca da

parte di pubblico e privato, la fortissima concorrenza internazionale low cost, il

72 Le Marche sono, infatti, una delle regioni più artigiane d’Italia per incidenza sul totale delle imprese, superate solo dall’Emilia Romagna. Cfr. Osservatorio Mercato del Lavoro, Regione Marche (2005).

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difficile passaggio intergenerazionale nella conduzione d’impresa, il mutamento

sociale ed ambientale.

Per la sopravvivenza di questo tessuto imprenditoriale è quindi indispensabile

che i fattori del suo successo tornino ad assumere un ruolo primario; fra questi la

centralità dell’ambiente nel produrre “risorse invisibili” ha favorito lo sviluppo

della PMI anche grazie al bene “fiducia”, risorsa rilevante in tutti gli ambiti, ma in

particolare in quello artigiano73.

Nella Valcesano, l’artigianato, che da sempre occupa un posto di rilievo nella

sua economia, è stato certamente messo in difficoltà dalle tendenze emerse negli

ultimi anni: basti pensare alla netta e sistematica diminuzione delle imprese

artigiane operanti nel commercio. Tuttavia esso ha dimostrato anche di saper

mantenere una certa vitalità imprenditoriale la quale si è tradotta, di fatto, in un

ulteriore rafforzamento della vocazione artigiana nella valle.

3.1 Andamento delle unità locali artigiane e degli addetti dal 1981 al

2001

Focalizziamo anzitutto l’attenzione su quella che è stata la consistenza e la

dinamica delle unità locali artigiane74 nell’arco di tempo che va dal 1981 al 2001

tenendo ben presenti, come termine di paragone, le unità locali in generale (Tab.

3.1).

73 L’insieme delle relazioni che riguardano le imprese artigiane si basano sulla fiducia, che si manifesta nel rapporto con i fornitori, il sistema creditizio, i clienti, la Pubblica Amministrazione ed i lavoratori. 74 Per mancanza di dati a livello disaggregato relativi alle imprese artigiane per l’anno 1981 , sono state considera soltanto le unità locali.

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Tab. 3.1 – Consistenza e dinamica delle unità locali artigiane rispetto alle unità locali (1981-2001)

1981 1991 2001 1981 - 2001

Comuni UL ART UL Peso

% UL

ART UL Peso %

UL ART UL Peso

%

Var % UL

ART

Var % UL

Mondavio 117 255 46 146 341 43 150 337 45 28 32 Mondolfo 304 750 41 405 1.041 39 437 1.127 39 44 50 Monte Porzio 95 216 44 81 201 40 108 243 44 14 13 San Costanzo 174 315 55 157 298 53 178 350 51 2 11 Castel Colonna 28 56 50 46 80 58 37 76 49 32 36 Corinaldo 168 376 45 233 506 46 209 496 42 24 32 Monterado 45 114 39 49 120 41 61 142 43 36 25 Collina litoranea 931 2.082 45 1.117 2.587 43 1.180 2.771 43 27 33 Fratte Rosa 46 99 46 36 101 36 41 91 45 -11 -8 Pergola 174 510 34 231 611 38 251 629 40 44 23 San Lorenzo in Campo 125 305 41 163 376 43 156 322 48 25 6 Castelleone di Suasa 46 168 27 66 181 36 75 175 43 63 4 Collina interna 391 1.082 36 496 1.269 39 523 1.217 43 34 12 Frontone 25 91 27 56 140 40 46 126 37 84 38 Serra Sant'Abbondio 9 81 11 36 91 40 25 69 36 178 -15 Montagna interna 34 172 20 92 231 40 71 195 36 109 13 Valcesano 1.356 3.336 41 1.705 4.087 42 1.774 4.183 42 31 25 Pesaro e Urbino 10.925 27.831 39 11.313 31.233 36 12.985 36.882 35 19 33 Ancona 11.246 32.297 35 10.259 33.824 30 11.619 41.114 28 3 27 Marche 48.121 118.418 41 44.428 126.482 35 48.639 145.765 33 1 23

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il peso incisivo dell’artigianato nella Valcesano è confermato dalla

distribuzione delle unità locali artigiane le quali, infatti, coprendo una fetta del

42%, fanno sì che, al 2001, la valle segni un dato superiore a quelli registrati per

tutte le altre aree: in particolare, il maggior scostamento, di ben 15 punti

percentuali, si ha rispetto alla Provincia di Ancona e a seguire, il 10% e il 7%

rispetto alla Provincia di Pesaro e Urbino e alla Regione Marche.

Inoltre, il peso percentuale delle unità locali artigiane nel corso del ventennio

considerato aumenta – sia pure di poco - soltanto per la Valcesano, passando dal

41% nel 1981 al 42% nel 2001 a fronte di diminuzioni in tutti gli altri contesti

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territoriali le quali oscillano dal 4 all’8%; va inoltre rilevato che, nel corso

dell’intero periodo, la valle si colloca sempre al di sopra dei livelli provinciali e

regionali (Tab. 3.1).

In un’ottica dinamica, l’evoluzione delle unità locali artigiane (Fig. 3.2)

nell’intero periodo di riferimento conduce la Valcesano, con un incremento pari al

31%, a segnare la miglior performance specialmente rispetto alla Provincia di

Ancona e alla Regione Marche (Tab. 3.1, Tab C.3.1, C.3.2).

Da sottolineare tuttavia che, se nel primo decennio ad una crescita sostenuta

(26%) nel territorio della valle si contrappongono performance non proprio

positive nelle altre aree, con addirittura un calo nella Provincia di Ancona e nella

Regione Marche rispettivamente, del 9% e 8%, nell’ultimo decennio considerato

invece, la crescita delle unità locali artigiane nella Valcesano, attestandosi al 4%,

tende a ridimensionarsi a fronte di incrementi maggiori per province e regione, in

particolare, per la Provincia di Pesaro e Urbino (15%) (Tab. C.3.1, C.3.2).

Fig. 3.2 - Andamento delle unità locali artigiane nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro

e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

0

20

40

60

80

100

120

140

1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Focalizzando l’attenzione sull’andamento delle unità locali artigiane per

settore di attività economica (Fig. 3.3), emerge come a fronte di un trend in

costante crescita nei settori dell’industria e dei servizi con un incremento nel corso

dell’intero periodo, rispettivamente, del 32% e 43%, si contrapponga invece un

trend non omogeneo nel settore del commercio, con una crescita molto sostenuta

nel primo decennio (52%) e un calo altrettanto forte nel decennio successivo (-

35%). Nel complesso quindi, dall’81 al 2001, il settore del commercio è l’unico a

registrare una performance negativa, con un calo di unità locali artigiane pari

all’1%.

Fig. 3.3 - Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, (1981-2001) – Indice 1981=100

0

20

40

60

80

100

120

140

160

1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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128

Volendo ricercare le cause che, nel decennio ’91-2001, hanno determinato un

tale declino, è possibile approfondire l’analisi verificando l’andamento delle unità

locali artigiane operanti nel commercio all’ingrosso e al dettaglio75 (Tab C.3.3).

Quasi tutti i comuni della vallata segnano un forte calo nella consistenza delle

unità locali artigiane: per quanto riguarda il commercio all’ingrosso, al 2001,

addirittura non se ne segnala più la presenza mentre quelle del commercio al

dettaglio, pur continuando ad esistere, nella maggior parte dei casi risultano

dimezzate rispetto al 1991; considerando così la Valcesano nel suo complesso, il

calo delle unità locali artigiane al dettaglio è pari al 43%, in quanto si passa dalle

94 unità del 1991 alle 54 del 2001(Tab C.3.3).

Un altro aspetto dal quale non si può prescindere nel tentativo di dare

un’ulteriore giustificazione al suddetto fenomeno è legato al proliferare, proprio a

partire dagli anni ’90, di supermercati, grandi magazzini, centri commerciali che,

localizzandosi in prossimità dei centri minori, hanno indubbiamente contribuito ad

allontanare clientela dai piccoli esercizi inducendoli così inevitabilmente a

soccombere dinanzi al potere della grande distribuzione.

Osservando ora la dinamica che ha interessato i singoli comuni emerge che nel

settore dell’industria, dall’81 al 2001, registrano un’ascesa continua Mondavio,

Mondolfo, Monterado, Pergola, San Lorenzo in Campo, Castelleone di Suasa; in

salita, dopo un primo decennio negativo, sono anche i comuni di Monte Porzio e

San Costanzo mentre, dopo un periodo di crescita, peggiorano la loro performance

proprio nell’ultimo decennio i comuni di Castel Colonna, Corinaldo e Fratte Rosa

e i due comuni montani di Frontone e Serra Sant’Abbondio i quali però fanno

75 Nel settore del commercio sono state considerate due di quelle che l’Istat definisce “divisioni economiche” e, in particolare: “Commercio all’ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e moto esclusi”e “Commercio al dettaglio, escluso auto e moto; riparazioni beni personali e casa”. Cfr. il SITO WEB - www.istat.it -.

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registrare anche il maggior incremento di unità locali artigiane nell’intero periodo.

(Tab.C.3.4 e C.3.6).

Nel commercio si conferma un calo generalizzato di unità locali artigiane in

tutti i comuni a partire dal 1991, ad eccezione di Fratte Rosa e Castel Colonna

dove si registra rispettivamente un incremento di 3 e 1 unità (Tab.C.3.4 e C.3.6).

Nei servizi, dall’81 al 2001, segnano un’ascesa continua Mondavio, Mondolfo,

San Costanzo e Pergola e, dopo un calo nel primo decennio, anche Monte Porzio,

Monterado, Fratte Rosa e Frontone, mentre perdono unità locali Castel Colonna,

Corinaldo, San Lorenzo in Campo, Castelleone di Suasa e Serra Sant’Abbondio

(Tab.C.3.4 e C.3.6).

Graf. 3.4 – Distribuzione delle unità locali artigiane e delle unità locali per settori economici nei

comuni della Valcesano (2001)

Industria35%

Commercio31%

Servizi34%

Industria67%

Commercio9%

Servizi24%

UL ART. UL

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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130

Al 2001, come si può notare dal Graf. 3.4, la situazione delle unità locali

artigiane operanti nella Valcesano vede una netta prevalenza delle stesse nel

settore dell’industria, con ben 1.195 unità, pari al 67% del totale; a seguire il

settore dei servizi, con il 24% e quello del commercio che, con il 9% delle unità

locali artigiane, detiene la quota minoritaria (Tab.C.3.5).

Le unità locali in generale, invece, vedono una più equa distribuzione tra i

settori considerati: servizi e industria sono quasi sullo stesso piano,

rispettivamente, con il 34% e 35%, inoltre un peso altrettanto rilevante - specie se

confrontato con quello relativo alle unità locali artigiane -, spetta al commercio,

con il 31% (Tab C.2.15).

Considerando le zone altimetriche, la Fig. 3.5 evidenzia un trend simile per

collina litoranea e interna, con una crescita che, seppur lieve, si mantiene costante

nel corso dell’intero periodo portando rispettivamente, al 2001, ad incrementi pari

Fig. 3.5 - Andamento delle unità locali artigiane per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (1981-2001) – Indice 1981=100

0

50

100

150

200

250

300

1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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al 27% e al 34% rispetto al 1981. Per i comuni della montagna interna invece,

dopo un primo decennio di crescita sostenuta, la quale porta quasi a triplicare le

unità locali artigiane, si registra una drastica inversione di tendenza con un calo

pari al 23%, ovvero 21 unità in meno rispetto al 1991 (Tab C.3.1 e C.3.2).

Passiamo ora ad esaminare consistenza e dinamica degli addetti alle unità

locali artigiane dal 1981 al 2001, operando un confronto con quelli delle unità

locali in generale (Tab. 3.6).

Tab. 3.6 – Consistenza e dinamica degli addetti alle unità locali artigiane rispetto agli addetti alle

unità locali (1981-2001)

1981 1991 2001 1981 - 2001

Comuni ADD ART ADD Peso

% ADD ART ADD Peso

% ADD ART ADD Peso

%

Var %

ADD ART

Var %

ADD

Mondavio 262 1338 20 398 1079 37 385 1287 30 46,9 -3,8 Mondolfo 753 3.086 24 992 3.177 31 1.204 3.551 34 60 15 Monte Porzio 208 992 21 293 874 34 311 891 35 50 -10 San Costanzo 314 749 42 320 766 42 412 758 54 31 1 Castel Colonna 62 133 47 123 270 46 54 194 28 -13 46 Corinaldo 486 1.600 30 630 1.767 36 558 1.763 32 15 10 Monterado 106 332 32 121 363 33 140 588 24 32 77 Collina litoranea 2.191 8.230 27 2.877 8.296 35 3.064 9.032 34 40 10 Fratte Rosa 84 334 25 113 232 49 107 295 36 27 -12 Pergola 414 2.014 21 654 2.015 32 933 2.186 43 125 9 San Lorenzo in Campo 265 957 28 402 1.230 33 436 1.253 35 65 31 Castelleone di Suasa 136 556 24 219 529 41 317 523 61 133 -6 Collina interna 899 3.861 23 1.388 4.006 35 1.793 4.257 42 99 10 Frontone 45 407 11 147 492 30 86 406 21 91 0 Serra Sant'Abbondio 25 244 10 78 292 27 44 270 16 76 11 Montagna interna 70 651 11 225 784 29 130 676 19 86 4 Valcesano 3.160 12.742 25 4.490 13.086 34 4.987 13.965 36 58 10 Pesaro e Urbino 25.275 112.788 22 31.579 120.225 26 37.581 139.627 27 49 24 Ancona 26.723 154.957 17 29.901 165.785 18 35.753 188.144 19 34 21 Marche 114.352 495.399 23 125.992 522.265 24 144.975 578.273 25 27 17

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Si nota che anche dal punto di vista occupazionale nella Valcesano

l’artigianato esercita un peso incisivo: al 2001, infatti, la quota che si registra, pari

al 36%, è superiore in media del 12% rispetto ai dati provinciali e a quello

regionale.

In un’ottica dinamica emerge come, dal 1981 al 2001, vi sia un incremento del

peso percentuale degli addetti alle unità locali artigiane in tutte le aree oggetto di

analisi, sebbene, il maggior salto si verifichi proprio nel territorio della valle, con

una crescita di quasi 10 punti percentuali a fronte del 3% che si registra, in media,

per le altre aree. Complessivamente, nell’intero periodo, la Valcesano con un

incremento di addetti del 58%, pari a 1.827 unità, si colloca nettamente al di sopra

dei livelli provinciali e regionali (Tab. 3.6).

E’ inoltre interessante sottolineare come nella Valcesano, rispetto ad un

incremento piuttosto sostenuto del peso percentuale in termini di addetti, quello

relativo alle unità locali artigiane, pari all’1%, risulti invece assai inferiore (Tab.

3.1). A tal proposito la Tab. 3.7, evidenziando una crescita dimensionale delle

unità locali artigiane nel periodo considerato – sebbene inferiore a quella

verificatasi nei territori provinciali e regionale -, può spiegare un tale andamento.

Tab. 3.7 - Dimensione media delle unità locali artigiane (add ul art./ ul art.) nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001)

Ambiti territoriali 1981 1991 2001 Valcesano 2,5 2,6 2,8 Pesaro e Urbino 2,3 2,8 2,9 Ancona 2,4 2,9 3,1 Marche 2,4 2,8 3,0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Entrando più nel dettaglio e osservando il peso percentuale degli addetti alle

unità locali artigiane sugli addetti alle unità locali, la Tab. 3.6 ci consente anche di

evidenziare quelli che sono i comuni a maggior caratterizzazione artigiana: al

2001 il primato in tal senso spetta a Castelleone di Suasa con il 61%, cui seguono

San Costanzo con il 54% e Pergola con il 43%. Va inoltre rilevato che Castelleone

di Suasa e Pergola sono anche i comuni che fanno segnare il maggior incremento

di addetti alle unità locali artigiane, con valori più che raddoppiati dal 1981 al

2001.

Focalizzando l’attenzione sulla variazione percentuale degli addetti alle unità

locali artigiane e alle unità locali in generale, è possibile notare che tra l’81 e il

2001 la Valcesano, con 1.827 nuovi addetti, segna un incremento pari al 58%

superando così ampiamente i dati provinciali e regionali (Tab. 3.6). In

controtendenza è invece la variazione percentuale relativa agli addetti alle unità

locali in generale in quanto nel territorio della valle, con appena il 10%, si ha un

incremento di molto inferiore a quello degli altri contesti territoriali che si colloca

infatti fra il 17% e il 24%.

Questo giungerebbe a ulteriore conferma del fatto che la Valcesano abbia

sperimentato, nel corso del ventennio oggetto di analisi, un’ulteriore

settorializzazione, proiettandosi cioè, molto più di quanto non sia accaduto a

livello provinciale e regionale, verso un settore quale è l’artigianato, peraltro, da

sempre presente e ben radicato nella sua realtà produttiva.

L’andamento degli addetti alle unità locali artigiane nel ventennio ’81-2001

(Fig. B.3.1) segue un trend sostanzialmente sovrapponibile a quello visto per le

unità locali (Fig. 3.2): mentre per la Valcesano e per la Provincia di Pesaro e

Urbino la crescita risulta maggiore nel primo decennio, rispettivamente pari al 42

e 25%, per la Provincia di Ancona e la Regione Marche si ha un andamento

opposto (Tab C.3.1, C.3.2).

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L’andamento dello stesso fenomeno per settore di attività economica76 nei

comuni della valle (Fig. 3.8), è tale per cui dopo un primo decennio di crescita in

tutti i settori con in media il 41% di addetti in più, dal ’91 in poi viene invece a

delinearsi un trend divergente.

Da un lato, nel settore dei servizi e dell’industria – sebbene rallenti nel

secondo decennio - si assiste comunque ad un incremento continuo che infatti,

nell’intero periodo conduce ad una crescita rispettivamente, del 90% e 62%;

dall’altro, il settore del commercio – rispecchiando peraltro quanto accaduto

anche a livello di unità locali artigiane (Fig. 3.3) - come conseguenza di una

contrazione di ben 32 punti percentuali nel secondo decennio, subisce una perdita,

dall’81 al 2001, pari al 9% degli addetti.

Fig. 3.8 - Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di attività economica nei

comuni della Valcesano, (1981-2001) – Indice 1981=100

0

20

4060

80

100

120

140160

180

200

1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

76 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle C.3.7, C.3.8, C.3.9.

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Alla luce di quanto detto finora, è possibile quindi ipotizzare che la

diminuzione di addetti alle unità locali artigiane verificatasi nel settore del

commercio sia stata, almeno in parte, riassorbita dall’espansione dell’industria

artigiana e, in misura ancora maggiore, dallo sviluppo dei servizi a carattere

artigianale i quali infatti, nel ventennio in esame, hanno registrato il maggior

incremento sia in termini di unità locali (Fig 3.3) sia in termini di addetti (Fig.

3.9).

Scendendo più in dettaglio, i comuni che nel corso dell’intero periodo segnano

una continua crescita nel settore dell’industria sono Mondolfo, Monte Porzio,

Monterado, Pergola, San Lorenzo in Campo e Castelleone di Suasa; il comune di

San Costanzo, dopo un calo nel primo decennio torna successivamente a crescere

mentre, dopo un’iniziale ascesa perdono addetti i comuni di Mondavio, Castel

Colonna, Corinaldo, Fratte Rosa, Frontone e Serra Sant’Abbondio (Tab C.3.7,

C.3.8, C.3.9).

Per quanto attiene al settore del commercio, gran parte dei comuni – dalla

costa all’entroterra - sperimentano, dopo un primo decennio di crescita, una

contrazione nel numero di addetti: tra di essi spicca in particolare il comune

montano di Serra Sant’Abbondio che passa da 14 a soli 2 addetti, ma anche

Frontone e San Costanzo che vedono entrambi dimezzare i propri dati rispetto al

1991; a seguire, subiscono perdite anche i comuni di Mondavio, Mondolfo, Monte

Porzio, Castel Colonna, Corinaldo, Monterado, Pergola e San Lorenzo in Campo .

I soli comuni che migliorano la loro performance sono Castelleone di Suasa –

almeno nell’ultimo decennio – e Fratte Rosa, che è peraltro l’unico a sperimentare

una crescita continua nell’intero periodo considerato(Tab. C.3.7, C.3.8, C.3.9).

Nel settore dei servizi, infine, tutti i comuni della valle nell’intero ventennio

incrementano il numero di addetti, anche se non per tutti l’ascesa è continua. I

comuni di Castel Colonna, Castelleone di Suasa e Serra Sant’Abbondio passano

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infatti da un incremento nel primo decennio ad un calo nel numero di addetti

compreso tra il 22% e il 48% nel decennio successivo, viceversa, per i comuni di

Monterado, Fratte Rosa e Frontone; una crescita continua interessa invece i

restanti comuni di Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio San Costanzo, Corinaldo,

Pergola e San Lorenzo in Campo.

Da sottolineare infine che il maggior incremento in assoluto, se riferito

all’intero periodo, è segnato dal comune di Fratte Rosa, che vede quintuplicare il

numero di addetti e, a seguire, dai comuni di Monte Porzio e Mondolfo con valori

più che raddoppiati rispetto al 1981 (Tab. C.3.7, C.3.8, C.3.9).

L’andamento degli addetti alle unità locali artigiane per zone altimetriche77

(Fig. B.3.2), rispecchia pienamente quanto verificatosi nello stesso periodo per le

unità locali (Fig. 3.5) e cioè, da un lato, una crescita costante nella collina

litoranea e interna, rispettivamente pari a 873 e 894 nuovi addetti; dall’altro, per i

comuni montani, un primo decennio di crescita molto sostenuta che conduce a

triplicare il numero di addetti, seguito però da un’altrettanto forte inversione di

tendenza nel decennio successivo con un calo del 42%, pari a 95 addetti.

Dando infine uno sguardo alle dinamiche avvenute nei singoli comuni,

performance negative si registrano solo in quelli di Monte Porzio e Castel

Colonna, entrambi appartenenti alla collina litoranea con un calo, rispettivamente,

del 29%, pari a 127 addetti e del 13%, pari a 8 addetti (Tab. 3.7). I maggiori

incrementi si registrano invece in due comuni della collina interna, vale a dire

Pergola e Castelleone di Suasa, con un numero di addetti più che raddoppiato

rispetto al 1981 (Tab. 3.7). Analogamente, anche per i due comuni montani di

Frontone e Serra Sant’Abbondio, nonostante il forte calo dell’ultimo decennio, il

numero di addetti è, nel complesso, quasi raddoppiato(Tab. 3.7) .

77 Per un confronto dei dati si rimanda alle Tabelle C.3.1, C.3.2.

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137

3.2 Andamento delle imprese artigiane dal 2002 al 2006

Passando ora ad analizzare l’andamento delle imprese artigiane attive78 dal

2002 al 2006, la Fig. 3.9 mostra come per la Valcesano il trend sia pressoché in

linea con quello relativo alle altre aree, con una crescita continuativa che

attestandosi attorno al 4% conduce, al 2006, a 1.903 imprese, 75 unità in più

rispetto al 200279.

Fig. 3.9 - Andamento delle imprese artigiane attive nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

97

98

99

100

101

102

103

104

105

2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

78 Ai fini del Registro delle imprese, l’impresa artigiana si definisce, in modo formale, come l’impresa iscritta nell’apposito Albo Provinciale previsto dall’art. 5 della legge 8 agosto 1985, n. 443. Infatti tale legge dà una definizione diversa e più ampia di quella prevista dal codice civile che colloca l’impresa artigiana nell’ambito della piccola impresa. Le imprese che risultino iscritte negli Albi Provinciali previsti dalla legge sono, per definizione, artigiane – anche se possono adottare diverse forme giuridiche, accanto a quella più frequente di impresa individuale: ad esempio, quella abbastanza frequente di società in nome collettivo – e, in base alla legge istitutiva del Registro delle Imprese, vengono “annotate” nell’apposita Sezione speciale. 79 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle C.3.10, C.3.11.

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A livello di settore economico (Fig. 3.10)80, l’industria, con un incremento

dell’8% pari a 106 nuove imprese, è quello che nell’intero periodo registra la

miglior performance; segue, a grande distanza, il settore dei servizi con un

incremento di una sola unità rispetto al 2002. Il settore del commercio vede invece

un calo continuo che conduce complessivamente ad una perdita di ben 21

imprese, pari al 14,2%.

Scendendo nel dettaglio delle sezioni di attività economica, come già visto per

le imprese in generale, dal 2002 al 2006 la crescita dell’industria è trainata dalle

costruzioni (17%) e, sebbene in misura largamente inferiore, anche dalle attività

manifatturiere (0,2%); al trend negativo del commercio contribuiscono soprattutto

alberghi e ristoranti (-50%) ma anche il commercio all’ingrosso e al dettaglio

(-13%). L’incremento nel terziario è invece da attribuirsi essenzialmente alla

crescita dei servizi pubblici, sociali e personali (3%) (Tab. C.3.13).

Fig. 3.10 - Andamento delle imprese artigiane attive per settore di attività economica nei comuni

della Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

0

20

40

60

80

100

120

2002 2003 2004 2005 2006

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

80 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tab. C.3.12.

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Considerando infine la suddivisione del territorio per zone altimetriche, dalla

Fig 3.11 si evince come a fronte di una crescita continua per i comuni della collina

litoranea e della montagna interna, vi sia invece – almeno fino al 2005 - un calo

nei comuni della collina interna.

Da sottolineare in particolare l’ottima performance dei comuni montani che, al

2006, con 8 nuove imprese artigiane, fanno segnare una crescita complessiva pari

all’11%. Come già accennato, nonostante una ripresa nell’ultimo anno, il bilancio

risulta invece negativo per i comuni della collina interna i quali perdono infatti 4

unità rispetto al 2002.

I comuni della collina litoranea vedono infine crescere di anno in anno il

numero di imprese artigiane giungendo così, al 2006, a 1.299 unità, 71 in più

rispetto al 2002 (Tab. C.3.10, C.3.11).

Fig. 3.11 – Andamento delle imprese artigiane attive per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

90

95

100

105

110

115

2002 2003 2004 2005 2006

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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140

3.2.1 La situazione dell’artigianato al 2006

Al 2006, delle 5.505 imprese attive sul territorio della Valcesano, 1.903 sono

artigiane, pari al 35%; quota che, seconda soltanto alla provincia di Pesaro e

Urbino, supera invece la provincia di Ancona e la regione Marche (Graf. 3.12).

Per quanto riguarda la distribuzione percentuale delle imprese artigiane per

settore di attività economica, il Graf. 3.13 mostra come la Valcesano in ciascun

settore sia abbastanza in linea con le quote registrate a livello provinciale e

regionale: nell’industria la quota, pari al 73%, è leggermente superiore, viceversa

nel settore dei servizi con il 20%, mentre pressoché identica è la quota nel settore

del commercio, pari al 7%81.

Graf. 3.12 – Quota percentuale delle imprese artigiane sul totale delle imprese nella Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

35 36

2933

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

%

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

81 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tab.C.3.17.

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Graf. 3.13 – Imprese artigiane attive per settore di attività economica nella Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori percentuali

73 70 68 71

7 7 8 7

20 23 25 22

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Accennando brevemente alla situazione nei singoli comuni, ciò che emerge è

che il comune di Mondolfo si riconferma, anche nel comparto artigiano, il più

vitale in tutti i settori considerati e, a seguire, di nuovo i comuni di Pergola e

Corinaldo; nell’industria artigiana occupa tuttavia una buona posizione anche il

comune di San Costanzo. Considerando tuttavia il peso percentuale delle imprese

artigiane sulle imprese in generale, il comune che al 2006 detiene il primato in

termini di “vocazione artigiana” è quello di Monterado, con una quota pari al

42%; all’opposto, con la più quota più bassa pari al 26%, troviamo il comune di

Fratte Rosa (Tab. C.3.14).

Con riferimento alla suddivisione del territorio per zone altimetriche (Graf. 3.14),

si può affermare che in tutti i settori, se da un lato collina litoranea e collina

interna rispecchiano quasi perfettamente la distribuzione percentuale relativa alla

Valcesano nel suo complesso, dall’altro, la montagna interna, se ne discosta

maggiormente con una quota che nell’ industria, attestandosi all’84%, risulta

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Graf. 3.14 – Imprese artigiane attive per settore di attività economica e sezioni altimetriche nei

comuni della Valcesano (2006) – valori percentuali

73 7284

6 8521 20

11

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

superiore di più di dieci punti percentuali mentre, inferiori sono le quote relative

ai restanti settori, specie quello dei servizi (Tab. C.3.16).

Emerge inoltre che tra le imprese artigiane operanti nell’industria, collina

litoranea e montagna interna vedono prevalere il ramo delle Costruzioni rispetto

alle Attività manifatturiere, viceversa per la collina interna; infine, per quanto

riguarda il settore primario, la quota più elevata, pari al 4%, si registra nei comuni

della montagna interna (Tab. C.3.16).

Sempre con riferimento ai rami di attività economica, dal confronto tra

Valcesano e territori provinciali e regionale (Graf. 3.15) emerge anzitutto che la

presenza artigiana nella valle, con una quota pari al 39%, si registra maggiormente

nel ramo delle Costruzioni, superando anche province e regione; a seguire

troviamo le Attività manifatturiere in cui la valle, con il 33%, risulta seconda solo

alla regione Marche.

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Graf. 3.15 – Imprese artigiane attive per sezione di attività economica nella Valcesano, Provincia

di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – valori percentuali

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Pesca,piscicoltura e servizi connessi

Estrazione di minerali

Attivita' manifatturiere

Prod.e distrib.energ.elettr.,gas eacqua

Costruzioni

Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e perla casa

Alberghi e ristoranti

Trasporti,magazzinaggio ecomunicaz.

Intermediaz.monetaria e f inanziaria

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali

Altri servizi pubblici,sociali e personali

Imprese non classif icate

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Meno rilevante è invece la consistenza delle imprese artigiane negli altri

comparti: il 9% nei Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni, l’8% in altri

servizi pubblici, sociali e personali, il 7% nel Commercio ingrosso e dettaglio,

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riparazioni beni personali e per la casa, il 2% in Attività immobiliari, noleggio,

informatica e ricerca, l’1% in Agricoltura, caccia e silvicoltura82.

Graf. 3.16 – Imprese artigiane manifatturiere attive per sotto-sezione di attività economica nella

Valcesano (2006) – valori percentuali

14

7

14

4

9

0,3

2

0,3

1

2

17

6

1

3

0,3

5

7

8

0,5

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

Industrie alimentari e delle bevande

Industrie tessili

Conf. articoli vestiario-prep. pellicce

Prep e concia cuoio-fabbric. artic. viaggio

Ind. legno, esclusi mobili-fabbr. in paglia

Fabbric. pasta-carta, carta e prod. di carta

Editoria, stampa e riprod. supp. registrati

Fabbric. prodotti chimici e f ibre sintetiche

Fabbric. artic. in gomma e mat. plastiche

Fabbric. prodotti lavoraz. min non metallif .

Fabbricaz. e lav. prod. metallo, escl. macchine

Fabbric. macchine ed appar. mecc., install.

Fabbric. macchine per uff., elaboratori

Fabbric. di macchine ed appar. elettr. n.c.a.

Fabbric. appar. radiotel. e app. per comunic.

Fabbric. appar. medicali, precis., strum. ottici

Fabbric. di altri mezzi di trasporto

Fabbric. mobili-altre industrie manifatturiere

Recupero e preparaz. per il riciclaggio

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

82 Percentuali nulle si registrano nei restanti rami. Per un confronto dei dati si rimanda alla Tabella C.3.18.

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145

Oltre alle Costruzioni, altro settore in cui si concentrano molte imprese

artigiane della valle è quello manifatturiero. A tal proposito, il Graf. 3.16

evidenzia che la distribuzione delle 634 imprese artigiane operanti nella

manifattura, rispecchia quella delle imprese in generale (Graf. 2.17), in quanto la

maggior parte di esse si occupa di Fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo,

escluse macchine (17%), Confezione articoli di vestiario – prep. pellicce e

Industrie alimentari e delle bevande (14%); seguono Industrie del legno, esclusi

mobili –fabbr. in paglia (9%), Fabbricazione mobili – altre industrie

manifatturiere (8%), Fabbricazione altri mezzi di trasporto e Ind. tessili (7%),

Fabbricazione macchine e apparecchiature meccaniche, installazione (6%) e

Fabbricazione apparecchi medicali, di precisione, strumenti ottici (5%). Le

restanti sotto-sezioni sono sotto il 4%83.

3.3 L’artigianato: un settore su cui puntare

Situata in una delle regioni più artigiane d’Italia, la Valcesano non tradisce le

aspettative mostrando, anzi, un peso percentuale di addetti e unità locali artigiane

più elevato rispetto agli altri contesti territoriali, specie se confrontata con la

provincia di Ancona (Tab. 3.1, 3.6).

L’analisi di lungo periodo, condotta dal 1981 al 2001, che ha preso in

considerazione unità locali e addetti, evidenzia inoltre come la vocazione artigiana

della valle tenda ulteriormente a rafforzarsi, molto più di quanto si verifichi nei

territori provinciali e regionale. Ciò risulta evidente in modo particolare da un

raffronto con il dato relativo alla variazione percentuale delle unità locali artigiane

nella regione Marche: nel ventennio considerato la Valcesano vede un incremento

pari al 31% a fronte di un solo punto percentuale per la regione. Il trend positivo

83 Per un confronto dei dati si rimanda alla Tabella C.3.20.

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continua poi anche negli anni più recenti (2002-2006), questa volta però

mantenendosi pressoché in linea con i livelli di crescita registrati nelle altre aree

(attorno al 4%) (Tab. C.3.10, C.3.11)

L’analisi condotta con riferimento ai settori economici (Tab. C.3.12), se da un

lato evidenzia una crescita continua nell’industria e – soprattutto - nei servizi,

dall’altro segnala una situazione negativa per il commercio che a partire dagli anni

’90 subisce infatti una perdita sostenuta sia in termini di unità locali sia di addetti,

sebbene è ipotizzabile che la diminuzione del numero di addetti in tale settore sia

stata, almeno in parte, riassorbita dall’espansione dell’industria e, in misura

ancora maggiore, dallo sviluppo dei servizi a carattere artigianale.

Ad ogni modo, una tale situazione è senz’altro la prova dell'effetto fagocitante

esercitato proprio a partire dagli anni ’90 dalla grande distribuzione e da una

concorrenza che ha via via portato alla marginalità e alla chiusura delle piccole

imprese commerciali con la conseguenza che le citta’ continuano a

“desertificarsi”, i piccoli comuni restano senza negozi e le famiglie, soprattutto gli

anziani, restano senza servizi di vicinato.

Se da un lato infatti la grande distribuzione ha ormai acquisito fette importanti

del mercato locale continuando a crescere in superfici e incassi, il piccolo

commercio continua invece a vedersi ridotta la propria fetta e spesso è

nell’impossibilità di investire e rilanciare perché schiacciato dal crescente peso

della rendita immobiliare (affitti) così come dalla pressione fiscale che si

manifesta in forme diverse e nuove: dalla burocrazia fiscale agli studi di settore,

dalla crescita delle tariffe locali al suolo pubblico, dalla tariffa rifiuti all’IRAP.

Questi dati ripropongono quindi la necessità di sostenere il commercio

tradizionale e in questa azione di sostegno risulta fondamentale il ruolo delle

amministrazioni comunali: la sfida è certamente quella dell’innovazione ma anche

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147

della collaborazione dalla quale far scaturire politiche nuove che sappiano

restituire attenzione e valore al ruolo sociale dei negozi nei piccoli centri.

Al 2006, l’analisi delle imprese artigiane conferma nuovamente il peso

incisivo del comparto nella Valcesano che infatti con una quota pari al 35% risulta

seconda solo alla provincia di Pesaro e Urbino (36%). Nella valle, la distribuzione

percentuale delle imprese artigiane per settore di attività economica evidenzia

tuttavia come, rispetto agli altri contesti territoriali, queste siano maggiormente

concentrate nell’industria a fronte di una quota inferiore nel settore dei servizi

mentre pressoché identica risulta la porzione relativa al commercio.

La presenza artigiana nella Valcesano si deve infatti prevalentemente al ramo

delle costruzioni, il cui peso, pari al 39%, supera anche i dati provinciali e

regionali; va peraltro rilevato che è proprio il settore delle costruzioni a trainare la

crescita dell’industria artigiana registratasi dal 2002 al 2006 (Tab. C.3.16). La

presenza artigiana risulta poi particolarmente rilevante nelle attività manifatturiere

le quali, con una quota del 33%, superano entrambi i valori provinciali. Queste si

concentrano soprattutto nella meccanica, nel tessile-abbigliamento e nelle

industrie alimentari e delle bevande (Tab. C.3.17).

Come visto nel caso delle imprese in generale, anche nel comparto artigiano

spiccano poi le attività di trasporto, magazzinaggio e comunicazione il cui peso è

secondo soltanto a quello riscontrabile per la provincia di Pesaro e Urbino, a

conferma di come probabilmente questo aspetto si leghi all’esigenza funzionale

relativa alla perifericità rispetto ai principali assi viari o di comunicazione. Infine,

con riferimento ai servizi oltre ad evidenziarsi una carenza in quelli “avanzati”,

risultano sottodimensionati, rispetto agli altri contesti territoriali, anche i servizi

“tradizionali” quali, servizi pubblici, sociali e personali.

È interessante notare inoltre come, dopo il calo registratosi nel decennio ’91-

2001, l’evoluzione delle imprese torni a mostrare nel breve periodo una

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particolare vitalità imprenditoriale nei comuni montani della valle: potrebbe essere

proprio questo un elemento chiave sul quale indirizzare opportune politiche di

intervento mirate alla valorizzazione di un’area che altrimenti rischia di essere

marginalizzata rispetto al restante territorio. L’artigianato si compone infatti di

una moltitudine di piccole attività e laboratori che hanno l’importantissima

funzione di ridare vita ai piccoli centri altrimenti destinati al degrado: possono

elevarne la qualità della vita e riattivare fenomeni di attrazione dei residenti che li

hanno abbandonati.

È noto che le produzioni artigiane sono produzioni di qualità realizzate con

modelli organizzativi in larga parte tradizionali, basati su un forte impegno del

capitale umano e sociale, attorno al ruolo chiave dell'imprenditore artigiano, dove

la capacità di "fare prodotto" supera spesso quella di "fare impresa". Ma è

altrettanto noto che la competitività delle imprese si gioca oggi sulla qualità e

sull’innovazione costanti del prodotto e del processo, sulla riduzione dei tempi di

decisione, di produzione e di lancio di nuovi prodotti, sull’adozione di

innovazioni nei processi produttivi. Così, la duplice esigenza di mantenere la

memoria (il patrimonio di esperienza) e al contempo di innovarla (introducendo

nuovi saperi e valori) porta a costi di gestione della conoscenza sempre meno

sostenibili da parte di imprese e lavoratori84. In prospettiva, sono quindi possibili

problemi di tenuta sociale del modello produttivo, tali da porre in discussione la

stessa identità.

È, in definitiva, rispetto a queste dinamiche che andrebbero indirizzate

opportune azioni di adeguamento volte a creare, ad esempio, un effettivo sistema

di formazione continua esercitato dalla bilateralità, coerente con i bisogni e le

84 Si pensi alle difficoltà nel sostenere per esempio la tracciabilità dei prodotti e la etichettatura di origine delle merci.

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caratteristiche organizzative, occupazionali e cognitive della micro-impresa. La

piccola impresa può rappresentare infatti un limite per l’economia non in quanto

“piccola”, ma poiché rimane spesso ancorata ad un profilo tradizionale e ad una

conduzione di tipo familiare: in tal modo il rischio è di non percepire il salto di

qualità realizzabile tramite l’integrazione di un’esperienza acquisita con figure

professionali giovani, intraprendenti e preparate.

Ulteriori interventi potrebbero inoltre essere volti a promuovere la

valorizzazione turistica delle eccellenze artigiane e rurali con misure a favore di

imprese attive nell'artigianato tipico ed artistico, di loro consorzi ed associazioni

temporanee, di imprese agricole. Valorizzare il patrimonio di saperi e mestieri

tradizionali del territorio anche a fini turistici, costituisce d’altra parte un modo

efficace per integrare turismo, cultura, ambiente e ruralità in una nuova forma

trasversale ed integrata di sostegno allo sviluppo.

A tal proposito, va ricordato che un passo in tale direzione è stato fatto nel

2004 con il progetto sperimentale di promozione territoriale finalizzato alla

costruzione di un “Sistema Valcesano”, con il quale si è cercato di promuovere,

rendendole sistema, le peculiarità delle migliori produzioni agricole, ittiche,

artigianali, artistiche, enogastronomiche della valle coinvolgendo operatori

economici, associazioni di categoria, rappresentanti di tutti i comuni.

Gli sforzi, quindi, più che sulla comprensione e sul superamento di un modello

che con opportune modifiche può rivelarsi valido anche in futuro, andrebbero

orientati verso altre direzioni, che consistono principalmente nel superamento

dell’individualità, con un’unità di intenti che consenta di “fare sistema” e, quindi,

di puntare in modo deciso all’internazionalizzazione delle imprese.

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- Capitolo 4 -

L’AGRICOLTURA

Dagli anni Sessanta in avanti, una trasformazione rapidissima nell’ambito

economico, sociale, territoriale, ha investito in pieno la regione Marche. Si è

trattato di una trasformazione i cui caratteri di originalità, fecero scaturire anche

nuova terminologia: “sviluppo diffuso”, “decentramento produttivo”, “economia

di distretto”, “economia sommersa. Altre volte è il riferimento geografico ad

assumere rilievo: “terza Italia”, “NEC”, “via Adriatica dello sviluppo”, “Modello

Marche”85.

Così, una regione come le Marche <<che nell’immediato dopoguerra (1951)

occupava in agricoltura il 60,2% della sua forza-lavoro e considerava la sua

ruralità e perifericità come condizione ineluttabile di ritardo di sviluppo, è stata

protagonista nei decenni passati di un frenetico e spontaneo processo di

industrializzazione prima e terziarizzazione successivamente. Questo processo ha

rapidamente attratto gran parte delle migliori risorse (materiali e immateriali)

fuori dall’agricoltura e dalla società rurale. Per questo si è parlato di ruralità

industriale>> (Sotte, 2004)86.

Per comprendere, tuttavia, a fondo l’origine di una tale trasformazione,

<<qualsiasi analisi condotta sulla evoluzione della struttura produttiva di questa

85 Sotte F. (1996), pag. 19. 86 Associazione “Alessandro Bartola”, Agrimarcheuropa (2004), pag. 19.

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regione non può avere altro punto di riferimento centrale che il rapporto di

produzione mezzadrile>>87 (Bartola, 1979). La società rurale marchigiana, con

l’agricoltura al centro, è stata infatti la protagonista principale dello sviluppo

economico delle Marche. E se l’esperienza marchigiana (con quella delle altre

regioni NEC) non si è realizzata altrove, è perché la società rurale e l’agricoltura

di queste regioni avevano caratteristiche speciali, potenzialità non comuni, frutto,

appunto, della storia mezzadrile e di tutte le istituzioni e della governance che

quella storia aveva sedimentato.

L’economia mezzadrile, incentrata sulla famiglia allargata, nella quale i

rapporti di parentela finiscono per coincidere con i rapporti di produzione, ha

dunque svolto la funzione di plasmare una diffusa attitudine alla microimpresa, di

favorire un’etica del lavoro fondata sulla responsabilità e sul cointeresse del

mezzadro ai risultati economici del proprio lavoro, regolato da un contratto che gli

impone, sia pure in condizione di sudditanza rispetto al “padrone”, un

atteggiamento assimilabile a quello dell’imprenditore.

Entro la dimensione della famiglia produttiva, dunque, si sarebbero tramandate

competenze tecniche e manifatturiere, etica del sacrificio, abitudine al lavoro di

gruppo e al risparmio, quel complesso di ingredienti che, in definitiva, avrebbero

guidato, quando l’agricoltura cessò di essere remunerativa, lo sviluppo diffuso

marchigiano contemporaneo88.

Più che nel dinamismo economico della regione nel dopoguerra quindi, il

“Modello Marche” dovrebbe essere ragionevolmente ricondotto soprattutto a

quelle peculiari condizioni di partenza (in termini di flessibilità, capacità di

87 La mezzadria (da un termine di latino tardo che indica colui che divide a metà) è un contratto agrario d'associazione con il quale un proprietario di terreni (chiamato concedente) e un coltivatore (mezzadro), si dividono (tipicamente a metà) i prodotti e gli utili di un'azienda agricola. La direzione dell'azienda spetta al concedente. Nel contratto di mezzadria, il mezzadro rappresenta anche la sua famiglia. 88 Mangani G., pag. 1. Download dal SITO WEB –www.giorgiomangani.it-.

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153

adattamento e di innovazione, polimorfismo, fluidità sociale) che erano contenute

nella società rurale delle Marche rendendola all’epoca potenzialmente imbattibile

sotto il profilo della competitività.

Paradossalmente però quello stesso processo di industrializzazione che dalla

società rurale aveva tratto linfa, finì anche per indebolirne e consumarne le

peculiarità, snaturandola attraverso un processo di radicale trasformazione che

portò, in definitiva, ad una graduale marginalizzazione dell’agricoltura nonché ad

un consistente rifiuto delle sue tradizioni policolturali e multifunzionali,

all’insegna della standardizzazione e specializzazione produttiva, della

meccanizzazione, della rottura così delle storiche integrazioni dell’agricoltura con

la natura e le culture locali89. Le stesse politiche comunitarie e nazionali sospinte

in questa direzione hanno finito per avere effetti controproducenti: premiando

esclusivamente lo status dell’agricoltore, la sua condizione soggettiva e non

valorizzando affatto i comportamenti positivi e coerenti con le aspettative dei

cittadini riguardo all’agricoltura, si è alimentato un circolo vizioso la cui

conseguenza è stata la perdita delle energie imprenditoriali più dinamiche e

(almeno in parte) anche della vera identità del coltivatore, oggi elemento cruciale

per il riconoscimento collettivo della insostituibilità del suo ruolo nello sviluppo

rurale.

È proprio sulla base di questa consapevolezza e in questa direzione che si

sviluppa il percorso di riforma della PAC, supportato – nonostante alcune

resistenze - dalla definizione di un “nuovo patto sociale” tra agricoltori e società.

Se infatti, nei primi anni ‘50, l’obiettivo principale della politica agricola era

quello di un rapido aumento della produttività, già a partire dagli anni ’70,

l’intervento della stessa è stato invocato per gestire le eccedenze produttive di

taluni settori; questa impostazione ha poi rappresentato la base della riforma MC

89 Associazione “Alessandro Bartola”, Agrimarcheuropa, (2004), cit., pag. 20.

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Sharry del 1992 che oltre ad ottenere un notevole successo sia in termini di

equilibrio di mercato che per quanto riguarda la stabilizzazione dei redditi

agricoli, ha poi rappresentato il punto di partenza di ulteriori adeguamenti della

PAC.

Obiettivo primario è diventato così lo “sviluppo rurale” sul quale, peraltro, in

passato il dibattito è sempre stato carente mancando di riconoscere soprattutto

l’intreccio tra settori economici e tra questi e il territorio. Oggi invece, la

maggiore riflessione sul ruolo delle politiche per il settore primario ed in genere

per le aree rurali ha avuto origine da una serie di mutamenti (nuovo patto sociale),

in particolare:

- aspetto centrale è la qualità, non solo con riferimento ai prodotti alimentari ma

anche all’ambiente, al mantenimento delle risorse naturali e della biodiversità,

alla buona gestione del patrimonio culturale e delle attrattive rurali,

all’educazione e formazione degli agricoltori per incentivare pratiche agricole

sostenibili;

- occorre ri-territorializzare lo sviluppo e de-settorializzare la politica per le aree

rurali, la quale infatti non deve più necessariamente coincidere con la politica

agricola ma deve favorire lo sviluppo locale promuovendo le interrelazioni tra

i diversi settori, i rapporti di complementarità con industria e terziario

finalizzati allo scambio di fattori a seconda delle fasi del ciclo economico;

- non esistono più un “vantaggio urbano” a priori ed uno “svantaggio rurale” a

priori, in quanto si è ormai esaurita la stagione del riequilibrio nella

destinazione delle risorse tra settori, dell’esodo dalle campagne e dello

sviluppo industriale; vantaggi e svantaggi sono così più equamente distribuiti

e l’integrazione urbano-rurale è pressoché indispensabile oltre che più facile90.

90 Sotte F. (1997), pag. 11.

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Ciò che occorre è quindi un approccio integrato, una logica delle politiche che

sia più rurale che agricola: in una parola, si afferma con forza quel concetto di

“multifunzionalità”91 - quale motore del mondo rurale – che, secondo l’UE,

illustra “il nesso fondamentale tra agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare,

equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, nonché

garanzia dell’approvvigionamento alimentare”.

4.1 Andamento delle aziende agricole dal 1982 al 2000

Dal 1982 al 2000 la consistenza delle aziende agricole92 nella Valcesano (Fig.

4.1) passando da 4.325 a 3.610 unità, subisce una contrazione pari al 17%, a

fronte di un calo inferiore per le province di Pesaro e Urbino e di Ancona,

rispettivamente pari al 14% e al 10% e di una diminuzione più consistente per la

Regione Marche pari al 23%; da sottolineare, comunque, come nell’intero periodo

l’andamento del fenomeno in tutte le aree considerate sia sostanzialmente

omogeneo, ovvero caratterizzato da un primo decennio di crescita seguito da una

contrazione. Infine, da notare anche come il peso percentuale delle aziende

agricole nella Valcesano, rispetto al totale provinciale, resti del tutto immutato,

attestandosi al 12%93.

91 Il ruolo multifunzionale dell’agricoltura ha trovato riscontro, in Italia, nell’emanazione del decreto legislativo n. 228 del 18 maggio 2001 che, in attuazione della cosiddetta “legge di orientamento” dà una nuova configurazione giuridica e funzionale all’impresa agraria e definisce, per la prima volta sul piano normativo, il distretto rurale e il distretto agroalimentare: in sostanza, amplia lo spettro delle attività che possono definirsi agricole. 92 Nel V Censimento dell’agricoltura del 2000, l’Istat definisce l’azienda agricola, forestale e zootecnica come <<l’unità tecnico-economica costituita da terreni, anche in appezzamenti non contigui, ed eventualmente da impianti e attrezzature varie, in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, cioè persona fisica, società od ente che ne sopporta il rischio sia da solo (conduttore coltivatore e conduttore con salariati e/o compartecipanti), sia in associazione ad un mezzadro o colono parziario>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, Glossario, in SITO WEB –www.istat.it-. 93 Per un confronto dei dati sulla dinamica delle aziende agricole con province e regione si rimanda alla Tab. D.4.1.

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Fig. 4.1 – Dinamica delle aziende agricole nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) - Indice 1982=100

83

103

86

105

90

112

77

93

60

70

80

90

100

110

120

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Considerando ora i tassi di variazione medi annui (Tab. D.4.1), notiamo come

soltanto nel periodo 1982-1990, la Valcesano si scosti maggiormente dai dati

provinciali e regionali con un calo che, attestandosi allo 0,4%, risulta inferiore

rispetto agli altri contesti considerati. In entrambi gli altri due periodi considerati,

invece, il tasso di variazione medio annuo risulta analogo in tutte le aree

attestandosi al 2% tra 1990 e 2000 e all’1% nell’intero periodo di riferimento.

Con riferimento alle sezioni altimetriche (Fig. 4.2) si può notare come

nell’intero periodo sia la montagna interna a far registrare il calo più consistente,

giungendo infatti al 2000 con un numero di aziende agricole più che dimezzato

rispetto alla prima osservazione; collina litoranea e interna vedono invece

aumentare le proprie unità nel primo decennio per poi subire anch’esse un calo,

rispettivamente pari al 13% e al 24% (Tab. D.4.1).

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Fig. 4.2 – Dinamica delle aziende agricole per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano

(1982-2000) - Indice 1982=100

9380

88

48

104

106

0

20

40

60

80

100

120

1982 1990 2000

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Va segnalato infine che nell’intero periodo considerato gli unici comuni a far

registrare un incremento sono quelli di Mondolfo e Monte Porzio - entrambi

appartenenti alla collina litoranea – con, rispettivamente l’11% e l’8% (Tab.

D.4.1).

4.1.1 La dimensione delle aziende agricole e l’indice di dispersione

Al 2000 nella Valcesano ben l’82% delle aziende agricole, pari a 2.938 unità,

è di piccola dimensione in quanto dotate di una SAU94 che non supera i 10 ettari e

di queste la maggior parte, pari al 31%, rientra nella classe di ampiezza compresa

94 L’Istat definisce la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) come <<l’insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. E’ esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, Glossario, in SITO WEB – www.istat.it -.

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158

tra i 2 e i 5 ettari di SAU sebbene, altrettanto rilevante, è la quota delle cosiddette

“micro-aziende” con meno di 1 ettaro di SAU (27%)95.

Piuttosto modesta è la quota di aziende di medio-grande dimensione, pari al

17%, tra cui il 63% si colloca tra i 10-20 ettari mentre il restante 37% tra i 20-50

ettari. Solo l’1% rientra infine nella fascia della grande dimensione, ovvero oltre i

50 ettari (Graf. 4.3)

Da sottolineare che i valori riscontrati per la Valcesano sono quasi

perfettamente in linea con i dati provinciali e regionali, soltanto la provincia di

Ancona si scosta maggiormente con una quota di aziende agricole di piccola

dimensione leggermente superiore, pari all’85%.

Analizzando il fenomeno in un’ottica dinamica, dal 1982 al 2000 la

distribuzione percentuale tra grandi e piccole aziende vede diminuire - in tutte le

aree considerate - le aziende di piccola dimensione a fronte di un incremento delle

restanti due fasce dimensionali e, sebbene i suddetti cambiamenti non siano

radicali, va comunque sottolineato che il territorio della valle è quello in cui il

calo di aziende con SAU fino a 10 ettari - pari al 5% - risulta maggiore96.

95 Per un confronto dei dati sulla consistenza delle aziende agricole per singole classi di SAU per Valcesano, Provincia di Pesaro-Urbino, Provincia di Ancona, Regione Marche e sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.2, D.4.3, D.4.4. 96 Per un confronto dei dati sulla dinamica delle aziende agricole per classi di SAU (fino a 10 ettari, fra 10-50 ettari ed oltre 50 ettari), per Valcesano, Provincia di Pesaro-Urbino, Provincia di Ancona, Regione Marche e sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.8 - 4.11.

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159

Graf. 4.3 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari) nella Valcesano

(anno 2000) – Valori percentuali

82%

17%1%

Fino a 10 ettari

Tra 10 e 50 ettari

Oltre 50 ettari

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Per quanto riguarda l’indice di dispersione, calcolato dividendo il numero

delle aziende agricole con la superficie in kmq dei contesti territoriali considerati

(Tab. D.4.12), si nota in generale un trend contrastante con un moderato

incremento dal 1982 al 1990 e un calo piuttosto sostenuto nel periodo successivo,

pari mediamente al 20%.

In particolare per la Valcesano, nell’intero periodo, l’indice di dispersione si

colloca sempre al di sopra dei livelli provinciali e regionale: nel 1982 a fronte di

10,2 aziende per kmq nella Valcesano, le province di Pesaro-Urbino e di Ancona

segnano, rispettivamente 6,2 e 8,7 mentre per le Marche il valore è pari a 8,9. Al

2000, con 8,5 aziende per kmq, la valle conferma il suo primato, nonostante la

diminuzione relativa all’intero periodo (-1,7) risulti più marcata rispetto a quanto

riscontrabile nelle due province.

Con riferimento ai singoli comuni, al 2000 Frontone segna il valore più basso,

pari a 2,4 aziende per kmq mentre all’opposto si colloca il comune di Mondolfo

con 16,8 aziende per kmq; inoltre il comune di Mondolfo insieme a quello di

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160

Monte Porzio - in controtendenza con quanto riscontrato per la valle nel suo

complesso -, sono gli unici a sperimentare nell’arco dei 18 anni considerati un

incremento dell’indice di dispersione, rispettivamente pari a 1,7 e 0,4.

Con riferimento alle tre sezioni altimetriche, l’andamento dell’indice di

dispersione ricalca perfettamente quanto già riscontrato a proposito della dinamica

vista per le aziende agricole (Fig. 4.2); nell’intero periodo infatti solo la montagna

interna segna un calo costante e sostenuto passando dalle 6,9 aziende per kmq del

1982, alle 3,3 del 2000 mentre collina litoranea e interna con un incremento,

prima, e un calo successivamente, passano rispettivamente da 12,5 a 11,6 e da 9 a

7,2 aziende per kmq (Tab. D.4.12).

4.1.2 La forma di conduzione

La Fig. 4.4, che evidenzia l’ andamento della SAT97 per conduzione diretta del

coltivatore dal 1982 al 199098, mostra un trend omogeneo in tutte le aree

considerate, caratterizzato da un iniziale incremento - tra il 16% e il 7% - cui fa

poi seguito una diminuzione99.

Al 1982 in particolare, nella Valcesano su un totale di 39.522 ettari, la SAT

per conduzione diretta del coltivatore è pari al 67% mentre per le province di

Pesaro-Urbino, di Ancona e per la regione Marche le quote si attestano,

rispettivamente, al 72% e al 65% (Tab. D.4.16). Nonostante il rallentamento

osservabile nell’ultimo decennio, per la Valcesano al 2000 si registra comunque

97 L’Istat definisce la SAT come <<area complessiva dei terreni dell’azienda formata dalla superficie agricola utilizzata, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non utilizzata, nonché dall’area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, cortili situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l’azienda>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, Glossario, in SITO WEB – www.istat.it -. 98 Per i dati relativi all’andamento della SAT per conduzione con salariati e/o compartecipanti e per conduzione a colonia parziaria appoderata nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche, si rimanda ai Grafici D.4.2, D.4.3.

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161

Fig. 4.4 – Andamento della superficie agricola totale per conduzione diretta del coltivatore nella

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) –

Indice 1982=100

109

103

99

107

113116

107

112

80

85

90

95

100

105

110

115

120

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

una variazione complessiva positiva del 3%, pari a 799 ettari di SAT in più

rispetto all’82 sottoposta a conduzione diretta, a fronte di incrementi maggiori per

gli altri contesti territoriali, se si eccettua quello della provincia di Pesaro-Urbino

in cui si registra invece un calo pari all’1%. Per quanto riguarda la conduzione

con salariati e/o compartecipanti (Fig. 4.5) la Valcesano evidenzia una dinamica

che, almeno dal ’90 al 2000, si contrappone a quella delle altre aree: ad un calo

moderato, pari all’8%, segue infatti una ripresa di 5 punti percentuali, pari a 471

ettari di SAT. Se si eccettua la provincia di Pesaro e Urbino, in cui il calo è

costante ma moderato, nelle altre aree considerate e, specialmente nella provincia

di Ancona, la diminuzione risulta molto sostenuta nel corso dell’intero periodo

portando ad una variazione complessiva negativa che oscilla dal 25% al 34%.

99 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tab. D.4.19.

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162

Fig. 4.5 – Andamento della SAT per conduzione con salariati e/o compartecipanti nella Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice

1982=100

75

9792

95

98

80

66

90

50

60

70

80

90

100

110

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. 4.6 – Andamento della SAT per conduzione a colonia parziaria appoderata nella Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice

1982=100

1

2319

2

2827

0102030405060708090

100110

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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163

Particolarmente intenso è stato infine il processo di riduzione della SAT per

conduzione a colonia parziaria appoderata (Fig. 4.6) che infatti in tutte le aree è

giunta quasi a scomparire.

Passando ora ad analizzare le diverse categorie di manodopera che supportano

l’attività del conduttore (Graf. 4.7), osserviamo come nella Valcesano la forma

prevalente sia sempre stata quella con solo manodopera familiare; in un’ottica

dinamica, dal 1982 al 1990 si registra in particolare una crescita continua che,

complessivamente, determina una variazione positiva pari al 18% in quanto si

passa da un peso del 74% nel 1982, ad un peso del 92% nel 2000.

Tra le altre due forme - entrambe contratte - a subire il calo più consistente è

tuttavia quella con manodopera extrafamiliare prevalente la quale passa infatti dal

15% dell’82 a solo l’1% del 2000.

Graf. 4.7 – Dinamica della composizione percentuale delle diverse categorie che compongono la

superficie agricola totale per conduzione diretta del coltivatore nella Valcesano (1982-2000)

7486 92

11715 77

1

0%

20%

40%

60%

80%

100%

1982 1990 2000

Con solo manodopera familiare Con manodopera familiare prevalente

Con manodopera extrafamiliare prevalente

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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164

La dinamica osservata per la Valcesano è analoga a quella provinciale e

regionale, è tuttavia degno di nota il fatto che dal ’90 in poi il peso percentuale

della forma con solo manodopera familiare nella valle si colloca sempre sopra i

livelli relativi agli altri contesti territoriali100.

Osservando il Graf. 4.8 si evince che al 2000 la forma di conduzione101

prevalente nella Valcesano è quella diretta del coltivatore: su un totale di 3.610

aziende agricole ben 3.345, pari al 93% ricadono in tale categoria e la relativa

superficie copre il 74% della SAT (Graf. 4.9), pari a 27.131 ettari.

100 Per un confronto dei dati sulla dinamica della composizione percentuale delle diverse categorie che compongono la SAT per conduzione diretta del coltivatore nella Valcesano, Provincia di Pesaro-Urbino, Provincia di Ancona, Regione Marche e sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.16, D.4.17, D.4.18. 101 L’Istat definisce così le diverse forme di conduzione: <<1) Conduzione diretta del coltivatore, quando il conduttore presta egli stesso lavoro manuale nell’azienda da solo o con l’aiuto di familiari, indipendentemente dall’entità del lavoro fornito da eventuale manodopera salariale, che può anche risultare prevalente rispetto a quella prestata dal conduttore e dai suoi familiari. La conduzione diretta del coltivatore si suddivide ulteriormente nelle seguenti forme: a)con solo manodopera familiare, quando le giornate lavorative impiegate nell’azienda sono dovute esclusivamente al conduttore, ai suoi familiari o agli altri parenti; b) con manodopera familiare prevalente, se le giornate di lavoro prestate dal conduttore e dai suoi familiari o dagli altri parenti sono in numero uguale o maggiore di quelle prestate dall’altra manodopera aziendale (salariati fissi, braccianti, ecc.); c) con manodopera extrafamiliare prevalente, se le giornate di lavoro prestate dal conduttore, e dagli altri parenti, risultano inferiori a quelle dell’altra manodopera aziendale (salariati fissi, braccianti, ecc.). 2) Conduzione con salariati e/o compartecipanti (in economia), quando il conduttore impiega per i lavori manuali dell’azienda esclusivamente manodopera fornita da operai a tempo indeterminato o a tempo determinato (salariati fissi ed assimilati, braccianti, giornalieri e simili) e/o compartecipanti, mentre la sua opera e quella dei familiari e rivolta, in generale, alla direzione dell’azienda nei riguardi dei vari aspetti tecnico-organizzativi. 3) Conduzione a colonia parziaria appoderata (mezzadria), quando una persona fisica o giuridica (concedente) affida un podere ad un capo famiglia il quale si impegna ad eseguire, con l’aiuto dei familiari (famiglia colonica), tutti i lavori che il podere richiede, sostenendo parte delle spese necessarie. 4) Altra forma di conduzione, comprende tutte le forme di conduzione non classificabili tra quelle sopraindicate tra le quali: - conduzione parziaria non appoderata, con questa forma di conduzione il concedente non conferisce un podere come si riscontra nelle aziende a colonia parziaria appoderata (mezzadria) ma soltanto uno o più appezzamenti di terreno. Inoltre, il rapporto associativo non si estende ai familiari del colono, sebbene questi di norma si avvalga di familiari per i lavori richiesti dal fondo. – Soccida, contratto di natura associativa tra chi dispone di bestiame e di terreni a pascolo (soccidante) ed allevatore (soccidario) che presta lavoro manuale, anche se talvolta può conferire parte del bestiame e di altre scorte. I due contraenti si associano per l’allevamento e per l’esercizio delle attività connesse al

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Graf. 4.8 – Ripartizione delle aziende per forma di conduzione nella Valcesano (anno 2000) –

Valori percentuali

93%

7% 0%0%

Conduzione diretta del coltivatore Coduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduzione a colonia parziaria appoderata Altre forme di conduzione

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Graf. 4.9 – Ripartizione della SAT per forma di conduzione nella Valcesano (anno 2000) – Valori

percentuali

74%

26%

0%0%

Conduzione diretta del coltivatore Coduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduzione a colonia parziaria appoderata Altre forme di conduzione

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

fine di ripartire i prodotti e gli utili che ne derivano>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000,

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166

Risulta invece marginale la quota di aziende sottoposte alla conduzione con

salariati e/o compartecipanti, pari al 7% e corrispondente a 263 unità, con una

superficie che raggiunge il 26% sul totale mentre una fetta ancora più esigua di

sole 20 aziende, pari allo 0,1%, rientra nella colonia parziaria appoderata, con una

superficie anch’essa dello 0,1%. Non vi sono aziende ricadenti nella tipologia

“altra forma di conduzione”. Pressoché identici sono infine i dati osservabili per le

province e la regione (Tab. D.4.18).

4.2 Le aziende con allevamenti

Dal 1982 al 2000 il numero di aziende con allevamenti (Fig. 4.10) si è

drasticamente ridotto in tutte le aree considerate, risultando particolarmente

accentuato a partire dagli anni ’90. La Valcesano registra complessivamente una

variazione negativa del 41%, pari a 1.407 unità, restando pressoché in linea con i

dati di province e regione102.

Considerando le tre sezioni altimetriche (Fig. 4.11), l’andamento del

fenomeno tende a rispecchiare la dinamica vista per la Valcesano nel suo

complesso, con un calo che in tutte le aree conduce ad un numero di aziende quasi

dimezzato rispetto al 1982. La diminuzione risulta comunque più sensibile nella

montagna interna (- 48%) mentre a perdere il minor numero di aziende è la collina

interna, con il 33%.

Glossario, in SITO WEB – www.istat.it -. 102 Per un confronto dei dati relativi alla dinamica delle aziende con allevamenti nella Valcesano, Provincia di Pesaro-Urbino, Provincia di Ancona, Regione Marche e sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.20, D.4.21.

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167

Fig. 4.10 – Dinamica delle aziende con allevamenti nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

95

59

88

61

58

89

64

50

60

70

80

90

100

110

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. 4.11 – Dinamica delle aziende con allevamenti per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (1982-2000) - Indice 1982=100

94

55

67

97

52

89

40

50

60

70

80

90

100

110

1982 1990 2000

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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168

Al 2000, delle 3.610 aziende agricole presenti nella Valcesano, il 55% pari a

2.003 unità, sono aziende con allevamenti103, mentre nel 1982 la stessa quota

ammontava al 79%. La variazione complessiva negativa per la Valcesano, pari al

23%, non si scosta di molto da quelle riscontrabili per province e regione, va

tuttavia sottolineato il calo più consistente per la provincia di Ancona del 32%104.

Nella valle si contano, al 2000, 1.843 aziende con allevamenti avicoli105 (Graf.

4.12) pari al 59% delle aziende con allevamenti, a fronte del 58% nella provincia

di Pesaro-Urbino e nella regione Marche e del 65% nella provincia di Ancona.

A seguire, una quota del 37% è ricoperta dalle aziende con allevamenti di

bovini, ovini e suini tra le quali il peso più significativo, pari al 25%, è riferito

alle aziende con allevamenti di suini dato questo, superiore anche ai livelli

provinciali e regionale. Quote marginali (2%) si registrano infine per le aziende

con allevamenti di caprini ed equini che peraltro, anche negli altri contesti

territoriali, non superano il 4%. Non si ravvisa invece la presenza di aziende con

allevamenti di bufalini.

103 Secondo l’Istat: <<i dati sulla consistenza degli allevamenti fanno riferimento a tutti i capi di bestiame che alla data del censimento si trovavano presso l’azienda sia che si trattasse di bestiame in dotazione dell’azienda stessa, sia che si trattasse di bestiame affidato o da essa allevato. Sono inclusi i capi temporaneamente assenti per transumanza, pascolo, ecc. sono esclusi gli animali di passaggio (es: femmine presenti per la monta)>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, Glossario, in SITO WEB – www.istat.it -. 104 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle D.4.22, D.4.23. 105 L’Istat definisce gli allevamenti avicoli come: <<polli da carne – compresi i giovani capi destinati alla produzione di carne -; galline da uova – galline che hanno già cominciato a deporre uova e giovani capi destinati alla produzione di uova>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, in SITO WEB – www.istat.it -.

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169

Graf. 4.12 – Aziende con bovini, suini, ovini, bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli nella

Valcesano (anno 2000) – Valori percentuali

Bovini9%

Suini25%

All. avicoli59%

Ovini3%

Equini2%

Bufalini0%

Caprini2%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Graf. 4.13 – Numero di capi nelle aziende con allevamenti di bovini, suini, ovini, bufalini, caprini,

equini e allevamenti avicoli nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2000) – Valori assoluti

Numero di capi Aree territoriali

Bovini Suini Ovini Bufalini Caprini Equini All. avicoli

Totale

Valcesano 2.503 7.640 4.054 0 409 171 128.993 143.770 Pesaro e Urbino 25.444 19.663 37.829 2 2.238 2.085 1.120.458 1.207.719Ancona 10.392 34.196 18.529 18 1.430 640 2.348.610 2.413.815Marche 77.331 147.750 162.774 493 6.929 5.064 7.693.275 8.093.616

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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170

4.3 Dinamica della superficie agricola totale (SAT) e della superficie

agricola utilizzata (SAU)

Al 2000, le aziende agricole censite nella Valcesano ammontano a 3.610 unità,

pari al 12% del totale provinciale con una superficie agricola totale di 36.753

ettari (il 10% del totale provinciale); di questa, 28.081 ettari costituiscono la

SAU106 con una relativa incidenza sulla SAT del 76%.

Fig. 4.14 – Andamento della SAT nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

93

89

98

100

92

87

96

99

85

87

89

91

93

95

97

99

101

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

106 L’Istat definisce la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) come:<<insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati premanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni

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171

Dalla Fig. 4.14 si evince come dal 1982 al 2000 la dinamica relativa alla SAT

sia simile in tutte le aree oggetto di studio con un primo periodo caratterizzato da

un calo moderato che tende però poi ad approfondirsi ulteriormente facendo così

registrare al 2000 una perdita complessiva che oscilla da un massimo di 13 punti

percentuali, nel caso della provincia di Ancona, a un minimo di 7 punti

percentuali, per la Valcesano, pari a circa 2.769 ettari di SAT107.

Per la SAU (Fig. 4.15) la dinamica è simile a quella riscontrata per la SAT

(Fig. 4.14) con una contrazione in tutto il periodo considerato e, anche in tal caso,

per la Valcesano quest’ultima risulta più contenuta rispetto a province e regione

giungendo, al 2000, con una variazione complessiva negativa del 6%, pari a 1.755

ettari di SAU.

Fig. 4.15 – Andamento della SAU nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

94

92

100

99

90

97

96

89

85

87

89

91

93

95

97

99

101

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

propriamente agricole. E’ esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei, ed appositi edifici>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, in SITO WEB – www.istat.it -. 107 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle D.4.24, D.4.25.

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172

Per quanto riguarda la composizione della SAT nella Valcesano (Graf. 4.16),

si può notare che al 2000 la quota maggiore, pari al 76%, viene destinata alla SAU

mentre per le province di Pesaro-Urbino, di Ancona e per la regione Marche le

quote sono, rispettivamente del 64 % e 71%108

La superficie boschiva109 rappresenta il 16% della SAT (5.874 ettari) a fronte

di valori in generale superiori per i territori provinciali e regionale, se si eccettua

la provincia di Ancona, con solo il 9%; percentualmente assente è invece

l’arboricoltura da legno. La restante superficie agricola non è utilizzata e ammonta

al 4% per la Valcesano, valore pressoché in linea con province e regione.

Graf. 4.16 – Ripartizione della superficie agricola totale secondo l’utilizzazione dei terreni nella

Valcesano (anno 2000) – Valori percentuali

SAU76%

Boschi16%

Altra superf icie4%

Superf icie agraria non utilizzata

4%

Arboricoltura da legno0%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

108 Per un confronto dei dati si rimanda alle Tabelle D.4.26, D.4.27. 109 L’Istat la definisce come:<<superfici coperte da alberi e/o arbusti forestali, il cui prodotto principale è il legno. Sono considerati boschi anche i terreni il cui suolo occupato dalle piante forestali viene parzialmente utilizzato per coltivazioni erbacee aventi carattere accessorio o marginale. Sono compresi i vivai forestali destinati al fabbisogno aziendale. Sono esclusi i castagneti da frutto e le pioppete>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, in SITO WEB – www.istat.it -.

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173

4.4 La composizione della SAU e la sua dinamica

Nella Valcesano, dal 1982 al 2000, la SAU subisce una contrazione del 6%,

pari a 1.755 ettari. È interessante a questo punto approfondire la nostra analisi

scendendo nel dettaglio delle tre destinazioni della SAU (seminativi, coltivazioni

legnose agrarie, prati e pascoli permanenti) affermando, sin da ora, che rispetto al

1982 tutte le suddette componenti si sono ridotte110.

4.4.1 I seminativi

La contrazione della superficie agricola coltivata a seminativi (Fig. 4.17)

caratterizza tutti i contesti territoriali, in modo particolare a partire dagli anni

’90111 in quanto il primo decennio vede una sostanziale stabilità, specie per la

Valcesano e per la Provincia di Pesaro e Urbino. La Valcesano, in particolare,

subisce complessivamente una variazione negativa del 4%, pari a 965 ettari di

SAU investita a seminativi, non scostandosi di molto dai valori rilevati per

province e regione.

Considerando le sezioni altimetriche (Fig. 4.18) è interessante notare

l’andamento anomalo che caratterizza la montagna interna dove, nell’intero

periodo di riferimento, si assiste ad una crescita costante e particolarmente

sostenuta soprattutto a partire dagli anni ’90; complessivamente, nella suddetta

area, si ha una variazione positiva di ben 18 punti percentuali, pari a 285 ettari.

110 Per la dinamica della composizione della SAU nella Valcesano, Provincia di Pesaro-Urbino, Provincia di Ancona, Regione Marche e sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.28, D.4.29. 111 Per un confronto con i dati provinciali e regionali e per i valori relativi alle sezioni altimetriche si rimanda alle Tabelle D.4.30, D.4.31.

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Fig. 4.17 – Andamento della superficie a seminativi nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

100

96

101

98

94

92

97

86

88

90

92

94

96

98

100

102

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. 4.18 – Andamento della superficie a seminativi per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (1982-2000) - Indice 1982=100

99

89

118

10296

104

70

80

90

100

110

120

130

1982 1990 2000

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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4.4.2 Le coltivazioni legnose agrarie

La superficie investita in coltivazioni legnose agrarie112 (Fig. 4.19) presenta

ovunque una dinamica costantemente decrescente nell’intero periodo considerato

subendo in generale una variazione negativa complessiva molto più consistente di

quella vista per i seminativi; in particolare, la Valcesano – i cui valori sono

peraltro sovrapponibili a quelli della provincia di Pesaro-Urbino -, con il 38%,

registra la perdita maggiore, pari a 711 ettari (Tab. D.5.32, D.5.33).

Fig. 4.19 – Andamento della superficie a coltivazioni legnose agrarie nella Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) - Indice

1982=100

78

62

808584

90

50

60

70

80

90

100

110

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

112 Secondo l’Istat vi rientrano le seguenti categorie:<<vite, olivo, agrumi, vivai, canne, gelso (foglie), giunco, manna, salice da vimini, sommacco>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, in SITO WEB – www.istat.it -.

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Il maggior contributo in tal senso deriva dai comuni della montagna interna

(Fig. 4.20) che infatti, nel corso dei 18 anni, subiscono una perdita del 73%

giungendo così ad avere nel 2000 una superficie investita in coltivazioni legnose

agrarie di soli 24 ettari, circa un terzo di quella censita nel 1982. A subire il minor

calo, pari al 30%, sono invece i comuni situati nella collina litoranea (Tab. D.4.32,

D.4.33).

Fig. 4.20 – Andamento della superficie a coltivazioni legnose agrarie per sezioni altimetriche

nei comuni della Valcesano, (1982-2000) - Indice 1982=100

70

5461

27

84

72

0

20

40

60

80

100

120

1982 1990 2000

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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4.4.3 I prati permanenti e pascoli

Anche la superficie investita a prati permanenti e pascoli113 (Fig. 4.21) subisce

una diminuzione, sebbene sia la Valcesano sia la provincia di Ancona segnino,

limitatamente al periodo ’82-’90, una crescita pari rispettivamente al 14% e al 2%.

Nel complesso, per la Valcesano la diminuzione del 2%, pari a 80 ettari è

comunque nettamente inferiore a quanto riscontrabile a livello provinciale e

regionale dove i valori oscillano dal 32% al 17%.

Fig. 4.21 – Andamento della superficie a prati permanenti e pascoli nella Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) - Indice

1982=100

114

9892

68

102

8376

50

60

70

80

90

100

110

120

1982 1990 2000

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

113 Secondo l’Istat si tratta di: <<coltivazioni foraggere erbacee fuori avvicendamento che occupano il terreno per un periodo superiore a cinque anni. Prato permanente quando il foraggio viene, di norma, raccolto mediante la falciatura. Pascolo quando il foraggio viene utilizzato, di regla, soltanto dal bestiame pascolante.>>. Istat, Censimento dell’agricoltura del 2000, in SITO WEB – www.istat.it -.

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Considerando infine le sezioni altimetriche (Fig. 4.22) è possibile notare un

andamento piuttosto disomogeneo: soltanto la dinamica relativa alla montagna

interna rispecchia infatti quella della valle nel suo complesso, con una crescita nel

primo periodo pari al 22% che tende però poi a ridimensionarsi; la collina interna

segna invece un calo costante, perdendo complessivamente il 37% delle aree a

Fig. 4.22 – Andamento della superficie a prati permanenti e pascoli per sezioni altimetriche nei

comuni della Valcesano, (1982-2000) - Indice 1982=100

132

63

10495

74

122

20

40

60

80

100

120

140

1982 1990 2000

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

prati permanenti e pascoli mentre anomalo è il trend della collina litoranea, in

quanto a fronte di un iniziale e moderato calo, del 5%, segue poi una crescita

sostenuta del 37%, pari a 10 ettari.

4.5 La composizione della SAU al 2000

Facendo un focus alla data dell’ultimo censimento dell’agricoltura, notiamo

che la composizione della SAU nella Valcesano (Graf. 4.23) è prevalentemente

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caratterizzata dai seminativi, con una quota dell’83%, pari a 23.408 ettari. La

quota destinata ai prati permanenti e pascoli ricopre invece una superficie di 3.520

ettari, pari al 13% della SAU mentre la restante porzione, del 4% (1.153 ettari) è

destinata alle coltivazioni legnose agrarie114.

La composizione della SAU osservata nelle tre sezioni altimetriche (Graf.

4.24) mostra una distribuzione delle quote percentuali simile tra collina litoranea e

collina interna, con una netta prevalenza della porzione investita a seminativi, pari

a circa il 93%, una quota marginale – in media, del 5% - relativa a coltivazioni

legnose agrarie e, solo per la collina interna, il 3% a prati permanenti e pascoli.

Nel caso della montagna interna invece, la quota più consistente della SAU, pari

al 63%, risulta investita a prati permanenti e pascoli mentre la restante porzione,

pari al 37%, è interamente destinata ai seminativi.

Graf. 4.23 – Ripartizione della superficie agricola utilizzata secondo l’utilizzazione dei terreni

nella Valcesano (anno 2000) – Valori percentuali

Seminativi83%

Coltivazioni legnose agrarie

4%

Prati permanenti e pascoli13%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

114 I dati a livello provinciale e regionale non si scostano molto da quelli relativi alla Valcesano. Per un confronto, anche con i valori relativi alle sezioni altimetriche, si rimanda alle Tabelle D.4.26, D.4.27.

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Graf. 4.24 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni per sezioni altimetriche nella

Valcesano (anno 2000) – Valori percentuali

Collina lito ranea

6% 0%

94%SeminativiColtivazioni legnose agrariePrati permanenti e pasco li

Collina interna

4%

93%

3%

SeminativiColtivazioni legnose agrariePrati permanenti e pascoli

M ontagna interna

37%

63%0%

SeminativiColtivazioni legnose agrariePrati permanenti e pascoli

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Considerando il rilevante peso percentuale della superficie investita a

seminativi nella Valcesano, scendiamo nel dettaglio dell’ulteriore ripartizione dei

terreni destinati a tali coltivazioni115 (Graf. 4.25).

Graf. 4.25 – Ripartizione della superficie con seminativi per principali coltivazioni praticate nella

Valcesano (superficie in ettari, anno 2000) – Valori percentuali

84%

1%

15%

Superf icie a cereali

Superf icie acoltivazioni ortive

Superf icie a foraggereavvicendate

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

115 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle D.4.30, D.4.31.

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Dell’83% di SAU investita a seminativi, l’84%, pari a 14.316 ettari, è

destinato alla coltivazioni di cereali inoltre tale comparto, con 2.825 unità,

assorbe il 65% di aziende agricole; in tal modo la valle si colloca al di sopra dei

valori riscontrabili per province e regione e, soltanto la provincia di Ancona,

limitatamente alla SAU, la eguaglia.

Riguardo la destinazione dei terreni investiti in coltivazioni legnose agrarie

(Graf. 4.26), la Valcesano con una quota del 67%, pari a 726 ettari, evidenzia una

marcata specializzazione nelle colture a vite; a seguire, con il 25% troviamo le

colture ad olivo (268 ettari) e con l’8% quelle a fruttiferi (86 ettari).

Percentualmente assente è invece la superficie ad agrumi. Rispetto alle altre aree,

si può notare in generale una corrispondenza con i valori relativi alla provincia di

Ancona, mentre risultano maggiori gli scostamenti con i dati della provincia di

Pesaro-Urbino e della regione Marche, dove infatti la minor quota destinata alla

vite viene compensata da maggiori porzioni ad olivo e, soprattutto, a fruttiferi116.

Graf. 4.26 – Ripartizione della superficie con coltivazioni legnose agrarie per principali

coltivazioni praticate nella Valcesano (superficie in ettari, anno 2000) – Valori percentuali

Superficie ad olivo25%

Superficie a vite 67%

Superficie ad agrumi

0%

Superficie a fruttiferi

8%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

116 Si rimanda alle Tabelle D.4.32. D.4.33.

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4.6 Il biologico

Il biologico è una filosofia produttiva che esprime uno stile di vita: naturalità,

qualità organolettiche, identità territoriale e rispetto della salute e dell´ambiente.

Biologico non è solo la produzione e la vendita di prodotti certificati senza

conservanti e additivi ma proprio un modo diverso di intendere l’alimentazione ed

i consumi”. Dietro ogni prodotto biologico c'è tutta una storia, che va dalla

selezione del seme alla coltivazione della pianta, dalla sua trasformazione alla

successiva distribuzione nei negozi.

Il bisogno di un'alimentazione più sana e la maggiore presa di coscienza da

parte dei consumatori fanno sì che il biologico rappresenti una voce in espansione

e che le aziende che producono secondo i canoni del biologico rivestano un ruolo

sempre più importante. I dati raccolti nelle statistiche nazionali ed internazionali

dimostrano come ormai da diversi anni che i consumatori sono sempre più

orientali all'acquisto di prodotti di qualità con conseguente incremento del settore

del biologico.

Gli ultimi dati ufficiali messi a disposizione dal Sistema Informativo

Nazionale Agricoltura Biologica (SINAB) del Mi.P.A.A.F. riportano che ad inizio

2006 in Italia circa 50.000 imprese adottavano per tutte o parte delle loro attività

di produzione agricola, allevamento, trasformazione, distribuzione e importazione

le norme in materia di produzione biologica (Reg. CEE n. 2092/91). La superficie

coltivata è di oltre 1 milione di ettari, pari all’8% del totale nazionale, incidenza

che ci pone al quarto posto al mondo, preceduti da Liechtenstein (24.6%), Austria

(13.53%), Svizzera (11.33%) e prima di Finlandia (7.31%) e Svezia (6.80%).

Dopo due anni di sensibile calo, il numero di imprese notificate alle Autorità

competenti regionali è dunque tornato a crescere in maniera significativa (+

21,7% su base annua). La ripresa più consistente riguarda le aziende agricole e di

allevamento che arrivano a rappresentare il 2,8% del totale delle aziende agricole

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censite in Italia e che hanno determinato un incremento significativo anche delle

superfici (+11% su base annua).

In larga parte la ripresa del trend di sviluppo del settore è motivata dagli ultimi

bandi regionali relativi alla programmazione 2000-2006 dello sviluppo rurale,

aperti proprio nel 2005, nei quali in molti casi le misure relative all’introduzione e

al mantenimento del metodo biologico hanno avuto uno spazio considerevole. In

relazione a questo fatto e al prossimo avvio della nuova programmazione 2007-

2013, che l’Unione Europea ha inteso caratterizzare in maniera ancora più spinta

sul fronte agroambientale, ci si può attendere che il trend di sviluppo del settore si

manterrà positivo almeno per il prossimo biennio. L’entità della crescita sarà

dunque certamente influenzata in maniera preponderante dalle scelte che il Piano

Strategico Nazionale dello sviluppo rurale e, soprattutto, i nuovi Piani di Sviluppo

Rurale regionali concretizzeranno rispetto alle notevoli opportunità che il nuovo

Regolamento sullo sviluppo rurale mette a disposizione per il sostegno

all’agricoltura biologica117.

La Regione Marche si è mossa da tempo su più fronti al fine di tutelare e

valorizzare le produzioni agricole e agro-alimentari tipiche, di qualità e biologiche

delle realtà locali marchigiane. In proposito si ricordano i provvedimenti presi per

la “valorizzazione dei prodotti vitivinicoli e agroalimentari tipici marchigiani”

attraverso la L.R. 5/95118, gli interventi per il “sostegno per i sistemi di

certificazione della qualità e della tracciabilità delle produzioni agricole, tipiche,

di qualità e biologiche” della più recente L.R. 5/2004119.

Anche a livello provinciale particolare attenzione viene data al sostegno e al

rafforzamento dell’agricoltura biologica quale modello di sviluppo ecosostenibile,

117 Cfr. il SITO WEB –www.saporbio.com -. 118 L.R. n. 5 del 3 gennaio 1995 in B.U.R. – Marche n. 2 del 5 gennaio 1995. 119 L.R. n. 23 del 10 dicembre 2003 in B.U.R. – Marche n. 119 del 18 dicembre 2003.

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in grado di salvaguardare e valorizzare gli aspetti ambientali del territorio, ma al

contempo essere anche una importante fonte di reddito alternativa per i numerosi

agricoltori che sempre più decidono di adottarla nelle aziende.

D’altra parte, il settore biologico si va sempre più affermando come una realtà

positiva e dinamica, rappresentando una delle punte di diamante della produzione

agricola e del patrimonio enogastronomico. Inoltre il biologico è funzionale anche

al mantenimento dell’agricoltura nelle aree più sensibili ai fenomeni di dissesto

ambientale, offrendo un possibile contributo alla permanenza della popolazione

rurale nelle aree collinari interne e montane, maggiormente svantaggiate.

Al 2000, delle 3.610 aziende agricole rilevate nella Valcesano, soltanto l’1,4%

praticano il biologico, pari a 52 unità con una superficie agricola del 3% (1.141

ha). Tali aziende risultano diffuse in quasi tutti comuni della valle, tranne

Mondolfo e Serra Sant’Abbondio. Tuttavia il comune che evidenzia la maggior

vocazione nel settore è quello di Pergola in quanto con 26 unità assorbe

esattamente la metà delle aziende che complessivamente vi operano. Quest’ultimo

rientra peraltro nella collina interna che con 32 aziende biologiche fa registrare la

maggior concentrazione coprendo circa il 60% del totale, a seguire la collina

litoranea con 18 unità mentre la montagna interna ne conta soltanto 2.

Dal confronto con i dati provinciali e regionali è possibile riscontrare in tutte

le aree una certa marginalità del comparto biologico rispetto alle colture

tradizionali e in particolare ai seminativi (soprattutto cereali), la cui coltivazione

negli ultimi vent’anni è ovunque rimasta quasi invariata subendo solo una lieve

contrazione. Più in dettaglio, soltanto la provincia di Pesaro e Urbino mostra una

maggior concentrazione di aziende, con un dato pari al 4% mentre nelle altre aree

i valori oscillano dall’1% al 2%.

Nel settore zootecnico si riscontra invece un peso del biologico pressoché

nullo. In particolare, la Valcesano rileva solo 9 aziende il cui peso percentuale

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185

rispetto agli allevamenti tradizionali risulta quindi irrilevante. Di tutti i comuni

della valle, soltanto Mondavio, Pergola e Frontone operano in tale comparto e tra

di essi è Mondavio, con 5 aziende, ad occupare il primo posto. Di conseguenza, è

la collina litoranea a risultare maggiormente coinvolta in tale attività.

Anche i dati provinciali e regionali, infine, si allineano a quelli della

Valcesano: soltanto la provincia di Pesaro e Urbino, raggiungendo quasi l’1%, fa

registrare una maggior concentrazione di aziende zootecniche biologiche.

Tab. 4.27 – Produzioni biologiche vegetali e zootecniche nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000) - Valori assoluti e percentuali

Comuni N. az. SAT (ha)

N. az. con biol.

SAT con biol. (ha)

Az. con biol. (%)

SAT con biol. (%)

N. az. con

allev.

N. az. con

allev. per

produz. biol.

Az. con allev. per

produz. biol. (%)

Mondavio 382 2.503 1 37 0 1,5 247 5 2 Mondolfo 382 1.478 0 0 0 0,0 234 0 0 Monte Porzio 104 1.216 1 0 1 0,0 68 0 0 San Costanzo 373 3.075 6 193 2 6,3 155 0 0 Castel Colonna 138 1.139 4 25 3 2,2 101 0 0 Corinaldo 633 3.955 5 55 1 1,4 208 0 0 Monterado 115 991 1 29 1 2,9 45 0 0 Collina litoranea 2.127 14.356 18 340 1 2,4 1.058 5 0 Fratte Rosa 147 1.410 3 41 2 2,9 55 0 0 Pergola 625 8.384 26 549 4 6,6 342 3 1 San Lorenzo in Campo 304 1.899 2 47 1 2,5 225 0 0 Castelleone di Suasa 180 1.432 1 22 1 1,6 131 0 0 Collina interna 1.256 13.126 32 660 3 5,0 753 3 0 Frontone 86 7.090 2 142 2 2,0 63 1 1 Serra Sant'Abbondio 141 2.180 0 0 0 0,0 129 0 0 Montagna interna 227 9.270 2 142 1 1,5 192 1 0 Valcesano 3.610 36.753 52 1.141 1 3,1 2.003 9 0 Pesaro e Urbino 15.318 217.423 602 17.944 4 8,3 8.360 65 1 Ancona 15.354 145.864 111 9.022 1 6,2 8.789 17 0 Marche 66.480 712.030 1.294 47.094 2 6,6 39.567 155 0

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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186

4.7 Il settore agricolo: alla ricerca di una nuova identità per uno

sviluppo più equilibrato ed ecosostenibile

Negli ultimi vent’anni la Valcesano evidenzia una decisa flessione del numero

di aziende agricole (-17%), anche se ciò rispecchia quanto si è verificato sia nei

territori provinciali sia nell’intera regione dove peraltro la diminuzione è stata

ancora più consistente (-23%) (Tab.D.4.1). Il declino di lunga durata

dell’economia del settore agricolo nel territorio della valle, che riduce la sua

capacità di generare reddito, non va assolutamente trascurato o comunque posto in

secondo piano rispetto ad altri comparti anche perché - come si è potuto verificare

dall’analisi della struttura produttiva - l’agricoltura nella Valcesano ha un peso

decisamente maggiore rispetto ai contesti provinciali e regionale il ché spinge a

considerare ancora più attentamente i suoi caratteri di criticità.

Sotto il profilo territoriale sono le aree interne, specie quelle di montagna, a

riportare le perdite più consistenti, a cui consegue una bassa concentrazione di

aziende agricole sul territorio: i comuni montani giungono al 2000 con un numero

di aziende agricole più che dimezzato rispetto alla prima osservazione, passando

da 6,9 a solo 3,3 aziende per chilometro quadrato (Tab.D.4.12).

La riduzione ha riguardato le aziende di più piccola dimensione a favore di un

incremento di quelle medio-grandi, in particolare di quelle con SAU compresa tra

20 e 50 ettari, che aumentano del 17%. Tuttavia, l’azienda agricola della

Valcesano rimane di piccole dimensioni in quanto la maggior parte (82%) ha

meno di 10 ettari di SAU (Tabb.D.4.8 - 4.11)

Appare significativo il calo delle aziende con allevamenti, che si sono quasi

dimezzate (-41%) nel corso degli ultimi vent’anni, dato questo riscontrabile anche

per la provincia di Pesaro e Urbino mentre risultano leggermente inferiori le

diminuzioni relative alla provincia di Ancona e alla regione Marche. (Tab.D.4.20,

D.4.21).

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Impressiona soprattutto il dato che vede passare la quota di aziende agricole

con allevamenti, dal 79% nel 1982 al 55% nel 2000 e, sebbene sotto il profilo

territoriale la suddetta dinamica caratterizzi tutte le aree della Valcesano, quelle

interne (in particolare di montagna) risultano però di nuovo maggiormente

svantaggiate.

È opportuno che il peso delle aziende zootecniche nel territorio della valle non

subisca ulteriori ridimensionamenti vista l’importanza che esse rivestono, specie

sotto il profilo socio-economico, in quanto l’attività zootecnica rappresenta ancora

oggi una delle principali fonti di reddito per gli agricoltori di montagna,

contribuendo ad arrestare l’esodo verso le più promettenti aree collinari e costiere,

mentre sotto il profilo ambientale contribuisce, in alcune occasioni, alla

preservazione del territorio, dell’ambiente e del paesaggio120.

Le aree interne della Valcesano meritano peraltro una qualche considerazione

aggiuntiva, in quanto si accentuano i fenomeni demografici dello spopolamento,

invecchiamento della popolazione oltre a quelli economici dovuti alla contrazione

delle aziende agricolo-zootecniche e alla riduzione della superficie agricola

utilizzata. Specializzata in colture permanenti, prati e pascoli, la fascia montana e

pedemontana è quindi quella che soffre maggiormente della marginalizzazione e

della mancanza di ricambio.

Il quadro che emerge appare infatti piuttosto critico e come tale necessiterebbe

di un intervento programmato e coordinato fra le istituzioni pubbliche referenti e i

soggetti privati al fine di ripensare l’agricoltura di queste aree in chiave di

sviluppo multifunzionale attraverso la diversificazione dell’attività agricola, ad

esempio con il turismo rurale e l’agriturismo promossi anche a livello regionale

dalla L.R. 3/2002. Ciò permetterebbe di attrarre turisti verso le aree montane e

marginali e al tempo stesso di trattenere produttori agricoli in esse, garantendo un

120 Associazione “Alessandro Bartola”, Laboratorio Agricoltura (2004), pag. 131.

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sostegno al reddito magari attraverso forme di ricettività turistica che consentano

di riscoprire il paesaggio montano oltre che agricolo.

Tuttavia, anche il resto del territorio vallivo non deve restare avulso da

interventi volti a promuovere un riequilibrio ambientale, paesaggistico nonché

uno sviluppo nel rispetto delle caratteristiche locali e delle risorse presenti in ogni

contesto territoriale. Processi rapidi e talvolta caotici non cessano tuttavia di

mutare il volto delle aree situate più in prossimità della costa, la cui identità

agricola è stata ormai completamente stravolta dalle dinamiche produttive ed

insediative degli ultimi decenni: <<le aree coltivate sono considerate un territorio

neutro, privo di valori propri, solo un vago e indistinto sfondo>> e <<ogni anno

centinaia di ettari delle poche aree agricole di fondovalle vengono con noncuranza

e irreversibilmente destinate ad aree industriali, artigianali, urbane (..)>>

(Taffetani)121.

D’altra parte, lo stesso processo di industrializzazione e meccanizzazione

dell’agricoltura ha fortemente inciso sui paesaggi agricoli: anche gli elementi

naturali dei sistemi territoriali sono spesso il frutto di selezioni e scelte operate

dall'uomo per rispondere alle sue esigenze.

L' assenza di strumenti pianificatori nelle aree rurali, la fine della mezzadria e

le ottimizzazioni colturali imposte dalla meccanizzazione, dalla tecnologia, dalla

concorrenza e dalla mancanza o scarsità della presenza degli agricoltori, hanno

quindi ulteriormente modificato negli ultimi decenni il paesaggio agrario-

vegetale, nelle aree montane così come in quelle collinari e costiere. Esso oggi

appare quasi come un tutt'uno di una grande azienda con il succedersi di

coltivazioni, prevalentemente seminativi, interrotto qua e là da siepi, strade e

fossi.

121 Associazione “Alessandro Bartola”, Agrimarcheuropa (2004), cit., pag. 232.

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Crollata la tradizionale integrazione cerealicola-zootecnica dell’epoca

mezzadrile, si assiste infatti alla forte specializzazione produttiva verso le

commodities ovvero i seminativi come i cereali, le industriali, le oleaginose. Le

tendenze alla semplificazione delle procedure di gestione agricola

(semplificazioni della vegetazione marginale, dell’idrografia minore e della

morfologia del terreno) legate sempre più alle regole di mercato e sempre meno

alle regole di un equilibrato utilizzo del territorio, rischiano però di tradursi in

fenomeni di degrado ambientale che preludono a gravi danni, ad esempio, in casi

particolari di maltempo.

La forza attrattiva e condizionante dell’industrializzazione ha in sostanza

prodotto una spinta a trascurare per qualche decennio l’agricoltura e, allo stesso

tempo, a “industrializzarla” ponendola per di più in concorrenza con gli altri

settori: l’agricoltura è spesso vista come un settore da cui permeabilizzare risorse

per altre attività che non è detto vadano di fatto ad integrarsi con l’agricoltura

stessa. Oggi si tratta invece, per certi aspetti (multifunzionalità, paesaggio,

diversificazione, qualità), di recuperare alcune delle caratteristiche dell’agricoltura

del passato, coniugandole con i mercati e le politiche presenti, nel campo delle

produzioni tipiche e di qualità, delle produzioni biologiche, dell’allevamento

tipico, dell’ospitalità e dell’agriturismo, vale a dire attività complementari in

grado di sostenere l’agricoltura nel conseguimento dello sviluppo rurale, di cui

essa rimane pur sempre l’attrice principale.

Occorre quindi una grande attenzione alla programmazione locale perché poi

effettivamente si costruisca un sistema coerente in cui ci sia un vantaggio per il

settore agricolo. La Regione si presenta, con gli strumenti di cui dispone, come un

organismo, un’autorità di gestione che effettivamente è capace di coordinare tutta

una serie di interventi che ricadono sul mondo agricolo, a cominciare dal Piano di

Sviluppo Rurale; per non parlare dell’apporto che può essere dato a riguardo

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anche da iniziative comunitarie come lo strumento Leader (Leader II, Leader

Plus) in grado di indirizzare peraltro lo stesso PSR all’interno di un’ottica che

contempli sempre più l’interazione tra agricoltura e altri settori.

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- Capitolo 5 -

IL TURISMO

Il turismo è un settore difficile da analizzare per via dell’intreccio di numerose

componenti fra loro saldamente correlate. La stessa definizione di turista, l’agente

principale in questo sistema, ha in sé caratteri che si prestano a molteplici

considerazioni ed interpretazioni122.

L’Istat, rilevando il movimento annuale dei flussi, definisce turista <<colui

che si reca in un luogo diverso da quelli solitamente frequentati (ambiente

abituale) e trascorre almeno una notte nel luogo visitato>>123: è questa la

definizione su cui si basano le analisi a seguire.

La stessa composizione dell’industria turistica è estremamente eterogenea,

essendo costituita da un complesso di attività imprenditoriali di varia natura fra

loro correlate: agenzie di viaggio, strutture ricettive, punti di ristorazione,

esercenti vari sistema dei trasporti124.

Molti segnali sembrano indicare che la competizione nel mondo turistico ha

avuto dei cambiamenti rilevanti che ne hanno modificato la sua stessa concezione.

Il turismo nella storia recente ha attraversato alcune fasi principali:

- la fase elitaria (fino agli anni Quaranta-Cinquanta);

122 Goffi G. (2006), pag. 125. 123 Glossario dal SITO WEB – www.istat.it -. 124 Goffi G. (2006), cit..

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- la fase di massa (dagli anni Cinquanta-Sessanta ai primi anni Novanta);

- la fase attuale (l’ultimo decennio).

La prima fase è stata caratterizzata da un rapporto molto personalizzato fra

territorio e fruitori, relativamente pochi in numero ed estremamente benestanti.

Nella fase di massa il territorio si presenta come una risorsa scarsamente

valorizzata, con una standardizzazione delle attrattive ed una competizione basata

soprattutto sui prezzi.

La fase attuale invece è molto più difficile da definire, in alcuni casi la

standardizzazione è continuata, ma è stata affiancata da una domanda sempre più

evoluta che richiede una fruizione personalizzata.

Il “mercato di massa”, che si riconosceva in pochi modelli di vacanza, si è

ormai frammentato in “mille vacanze diverse tra loro”, ma questa è anche – e

soprattutto – l’epoca della diffusione di una sempre maggiore sensibilità verso le

tematiche dell’ambiente e dell’ecologia, che presenta forti ricadute sulle scelte dei

consumatori a favore del “Turismo Verde”125.

A fronte di questo scenario crescono i paesi, le località, gli enti e gli stessi

operatori che tentano di accrescere le loro offerte quali-quantitative, con la

conseguenza che sarà sempre più complicato acquisire o confermare una

posizione di leadership nel settore.

A tal proposito, proprio per consentire al turismo nazionale e, soprattutto, ai

vari turismi locali di fronteggiare al meglio queste nuove sfide, con Legge 29

marzo 2001, n. 135 il Parlamento Italiano ha approvato la “Riforma della

legislazione nazionale del turismo”. Tra gli aspetti maggiormente innovativi e

qualificanti di tale riforma figura l’introduzione di un nuovo modello

organizzativo dell’offerta turistica, imperniato sui “Sistemi Turistici Locali”,

125 Ghirardelli G., Manes N. (cur.,1999), pag. 70.

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nell’ambito dei quali è assegnato un ruolo di primi attori agli enti locali ed agli

operatori del settore.

L’art. 2 prevede, infatti, che lo Stato e le Regioni riconoscono, sulla base del

principio di sussidiarietà, il ruolo dei territori con particolare riguardo

all'attuazione delle politiche intersettoriali ed infrastrutturali necessarie alla

qualificazione dell'offerta turistica e, nel contempo, valorizzano l’apporto dei

soggetti privati per la promozione e lo sviluppo dell'offerta turistica. Il primo

comma dell’art. 5 della L. 135/2001, definisce Sistemi Turistici Locali: “… i

contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali

appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall'offerta integrata di beni

culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici

dell'agricoltura e dell'artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese

turistiche singole o associate…”.

Tale modello organizzativo si caratterizza dunque per due aspetti

fondamentali: l’esaltazione della dimensione territoriale dell’offerta turistica;

l’integrazione necessaria tra le diverse componenti del sistema, e in particolare fra

gli attori pubblici e privati, non solo nella fase di gestione, ma anche in quella

della elaborazione progettuale.

Il Sistema Turistico non rappresenta quindi l’ennesimo “Ente” di promozione

turistica, bensì uno strumento di governance che vede gli Enti Locali, gli operatori

privati, singoli o associati e gli altri soggetti pubblici, protagonisti dello sviluppo

turistico dei propri territori. L’idea di fondo, infatti, è che tutti i soggetti

partecipino alla pianificazione e alla programmazione turistica del territorio con

l’obiettivo di garantire uno sviluppo equilibrato126.

A svolgere un ruolo di pianificazione delle scelte sarà poi la singola Regione

la quale provvederà a riconoscere i STL quali strumenti di integrazione tra

126 Cfr. il SITO WEB – it.wikipedia.org -.

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pubblico e privato per lo sviluppo e la valorizzazione coordinata del complesso

delle risorse locali.

La regione Marche127, con delibera della Giunta n. 578 del 19 marzo 2002, ha

fornito le indicazioni generali ed i seguenti requisiti per il riconoscimento dei

STL:

a) significatività turistica dell’area territoriale coinvolta (dimensione

territoriale, tipologia del prodotto, omogeneità, integrazione);

b) presenza di un “sistema di rete” tra soggetti pubblici e privati;

c) presenza (o possibilità di sviluppo) di più tipologie di offerte (mare,

montagna, città d’arte, turismo d’affari, sportivo, enogastronomia,

termale, religioso);

d) dimensione dei flussi turistici verso l’area interessata, imprese

turistiche esistenti, offerta ricettiva, risorse turistiche esistenti,

opportunità culturali ricreative.

Attualmente nel territorio marchigiano hanno ottenuto il riconoscimento della

regione dieci Sistemi Turistici Locali i quali avranno un ruolo rilevante nella

valorizzazione delle risorse e nell’accrescere l’offerta turistica dell’area128.

La maggior parte dei comuni della Valcesano rientra nel STL “Marcabella”: si

tratta in sostanza di tutti i comuni della provincia di Pesaro e Urbino ovvero

Fratterosa, Frontone, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Pergola, San Costanzo,

127 Va ricordato che prima della definizione dei STL, l’organizzazione turistica della Regione Marche si avvaleva delle cosiddette APT comprensoriali (Aziende di promozione turistica), istituite ai sensi della l.r. 10/1988, in seguito soppresse con l.r. 53/1997 e sostituite da un’unica APTR (Azienda di promozione turistica regionale), in B.U.R. – Marche n. 56 del 14 agosto 1997. Successivamente, con l.r. 35/2005, anche l’APTR è stata soppressa e le sue funzioni di competenza esercitate dalla Regione mediante il servizio regionale competente in materia di turismo, in B.U.R. – Marche n. 114 del 19 dicembre 2005. 128 I STL riconosciuti sono quelli di “Urbino e Montefeltro”, “Altamarina”, “Marcabella”, “Misa Esino, Frasassi”, “Riviera del Conero”, “Terre dell’infinito”, “Il mare Adriatico delle grandi firme”, “Monti Sibillini - Terre di Parche e di Incanti”, “Marca Fermana dal mare ai monti azzurri”, “Piceno Maremonti”.

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San Lorenzo in Campo e Serra Sant’Abbondio; i restanti quattro comuni di Castel

Colonna, Corinaldo, Monterado e Castelleone di Suasa, in quanto appartenenti

alla provincia di Ancona, rientrano invece nel STL “Misa Esino/Frasassi” –

peraltro, il primo STL riconosciuto in Italia -129.

Al di là della inevitabile suddivisione dovuta alla presenza di comuni

appartenenti a due province diverse, la costituzione dei suddetti STL ha

indubbiamente consentito agli Enti locali della valle <<…di coordinarsi, di

superare i campanilismi, di uscire dai propri confini per decidere, insieme, una

comune strategia di crescita>>130 nel settore turistico (e non solo). In altri termini,

è stato possibile fare fronte comune contro una certa “carenza di notorietà” di cui

la Valcesano soffriva e la cui principale conseguenza era un turismo mordi e fuggi

e quindi scarsi contributi all’economia locale.

Oltre ai STL sopra citati, la promozione del turismo rurale in ambito locale

passa anche attraverso i cosiddetti Gruppi di Azione Locale (GAL), nati

nell’ambito dell’iniziativa comunitaria LEADER II131; tale sigla che, tradotta dal

francese, sta per “collegamento fra azioni di sviluppo dell’economia rurale”

sottende infatti ad un’iniziativa comunitaria applicata alle zone rurali di tutta

Europa avente come obiettivo il loro sviluppo. Per perseguire questo scopo si

cerca, tra le altre cose, di introdurre nuove modalità di programmazione del

territorio, di incentivare forme di collaborazione tra enti locali e soggetti privati,

129 Al STL “Marcabella” appartengono altri 12 comuni della provincia di Pesaro e Urbino ovvero: Fano, Barchi, Isola del Piano, Montefelcino, Montemaggiore, Orciano, Piagge, Saltara, San Giorgio, Sant’Ippolito e Serrungarina. Al STL “Misa Esino/Frasassi appartengono altri 23 comuni: Arcevia, Barbara, Castelbellino, Castelplanio, Cupramontana, Fabriano, Falconara Marittima, Genga, Jesi, Maiolati Spontini, Mergo, Montecarotto, Monteroberto, Ostra, Ostra Vetere, Ripe, Rosora, San Paolo di Jesi, Senigallia, Serra de’ Conti, Serra San Quirico, Sassoferrato, Staffolo. 130 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., prefazione. 131 Tra i soggetti beneficiari dell’Iniziativa Comunitaria “Leader II” vi sono sia i GAL (formazione professionale, turismo locale, piccole imprese-artigianato e servizi locali, prodotti tipici, tutela ambiente, miglioramento condizioni di vita), sia gli Operatori Collettivi (OC) i quali sono tenuti a

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196

insomma di stimolare la capacità produttiva del sistema locale. I territori

interessati dal programma LEADER hanno generalmente dimensioni ridotte, ma

sono dotati di una forte identità.

In tutto ciò il ruolo esercitato dai GAL, a cui partecipano soggetti sia pubblici

che privati (enti locali, imprese, associazioni), è fondamentale in quanto sono

proprio questi ultimi a concepire le iniziative mobilitando la popolazione nella

realizzazione dei progetti132.

La loro azione si estrinseca infatti nell’elaborare congiuntamente un Piano di

Azione Locale (PAL) multisettoriale finalizzato alla (ri)vitalizzazione delle aree

rurali attraverso un insieme integrato di interventi sia di carattere economico

(piccoli interventi a sostegno del settore agricolo, turistico, artigianale,

agroalimentare, ambientale) che socio-culturale (azioni per sensibilizzare,

informare, e formare le popolazioni locali)133.

Nella valle – limitatamente alla porzione di territorio corrispondente alla

Comunità Montana del Catria e Cesano -134, opera il Gal Flaminia-Cesano il quale

riveste il ruolo di soggetto responsabile dell’attuazione del Piano di Sviluppo

Locale Leader plus135, costruito attorno all'idea del Parco storico-culturale

dell'Alta marca.

sviluppare un Piano di Azione Locale Tematico limitatamente a protezione dell’ambiente e prodotti tipici. 132 Cfr. il SITO WEB –www.coopfirenze.it-. 133 Cfr. il SITO WEB –www.inea.it-. 134 Il territorio complessivo in cui opera il Gal Flaminia-Cesano, caratterizzato da un paesaggio collinare, con fiumi e boschi, consta di 17 comuni: ai 5 ricadenti nella CM del Catria e Cesano si aggiungono infatti anche i 12 comuni facenti parte della Comunità Montana del Metauro. Esso rappresenta la fascia meridionale della Provincia di Pesaro, confinando a sud con l’asta fluviale del Cesano, ad ovest con i massicci del Catria e dell’Acuto (Comuni di Cagli e Cantiano della C.M. di Cagli), a nord con i Comuni di Cartoceto, Mombaroccio e Petriano posti in destra orografica del basso Foglia, e ad est con le aree vallive del Cesano e del Metauro (comuni di Mondolfo, Monteporzio, S.Costanzo e Fano). 135 Obiettivo generale del Leader + è lo sviluppo rurale, attraverso la promozione di strategie di sviluppo innovative, integrate, di alta qualità, sostenibili e a carattere sperimentale/pilota. Cfr. il SITO WEB –www.europa.marche.it-.

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197

La creazione del Parco storico-culturale Alta Marca è infatti l'obiettivo

emblematico del nuovo approccio di sviluppo, da realizzarsi attraverso: 1) la

sensibilità degli attori locali alle tematiche dello sviluppo sostenibile; 2) la

valorizzazione delle risorse naturali e ambientali; 3) il ripristino della centralità

culturale, economica e sociale dei centri storici; 4) la diffusione di una cultura

eco-sostenibile. Il Piano propone quindi un nuovo approccio di sviluppo che

superi la concezione del parco naturale, inteso come delimitazione dall'alto di aree

supervincolate, verso la costruzione del parco culturale-sostenibile, come luogo di

concertazione secondo le regole del bottom-up136.

La filosofia del PSL è inoltre in linea con il nuovo modello di cultura

ambientale e rurale configurato nelle prescrizioni di base della conferenza di Cork

(sullo sviluppo rurale Irlanda 1996) “si tratta di politiche volte a rafforzare la

coesione sociale delle aree rurali integrandole ai connotati della nuova ruralità

legata al territorio e all’ambiente, ad una agricoltura sostenibile e all’agribusiness,

al turismo e all’agriturismo. Ciò implica promuovere forme di lavoro e di

autoimprenditorialità nelle attività terziarie ambientali di riqualificazione del

territorio, di valorizzazione delle vocazioni locali di tutela delle risorse locali, di

controllo e di monitoraggio della qualità dell’ambiente, di smaltimento dei rifiuti

ecc., si tratta perciò di moltiplicare i lavori per fronteggiare il deficit

occupazionale e al tempo stesso di espandere la variabile ambiente in gran parte

delle attività economiche e sociali, trasformando i vincoli in opportunità”137.

Tra le azioni concretamente poste in essere dal Gal Flaminia-Cesano in ambito

turistico, vi è la costituzione di un centro servizi per la qualificazione e la

promozione dell’offerta turistica locale, denominato Call Center turistico del

Parco Alta Marca, intendendo così affidare agli enti pubblici del territorio una

136 Cfr. il SITO WEB –www.leaderplus.cec.eu.int-. 137 Piano di Sviluppo Locale, parte I, download dal SITO WEB –www.gal.flaminiacesano.it-.

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funzione di programmazione e di coordinamento degli interventi in questo

ambito138.

Scopo e obiettivo della struttura è infatti quello di attivare un piano di politiche

di sviluppo sostenibile - previsto nel Programma Leader + - attraverso un'offerta

diversificata e personalizzata, presentando al meglio tutte le eccellenze del

territorio, favorendo l’integrazione delle proposte tra amministrazioni pubbliche e

strutture private, al fine di incrementare l’incoming turistico e garantendo, al

contempo, il miglior rapporto tra logistica e qualità. Così, in qualunque periodo

dell’anno, gratuitamente, il Call Center, costruisce e promuove itinerari e

soggiorni personalizzati, tour per gruppi, fly & drive, incentivi ed eventi speciali,

tour eno-gastronomici e culturali, ma anche viaggi a tema, vacanze sportive, visite

guidate, in concomitanza con le manifestazioni storiche e folcloristiche

programmate sul territorio139.

5.1 Dinamica del movimento turistico dal 2001 al 2006

Ai fini di un’adeguata comprensione delle analisi che seguono, le quali si

basano sui dati forniti dal Servizio Sistema Informativo Statistico della Regione

Marche (SISTAR), va premesso che il flusso turistico (arrivi e presenze) riferito al

totale delle strutture ricettive non è stato ottenuto come somma dei valori relativi

ad esercizi alberghieri e complementari, bensì si è preferito considerare

direttamente il dato aggregato fornito dal SISTAR. Ciò si è ritenuto opportuno

affinché le risultanze dell’analisi – con specifico e unico riferimento alla

Valcesano140 -, fossero il più possibile vicine alla realtà, considerando che i dati

138 Piano turistico triennale del Parco storico-culturale dell’Alta Marca in Provincia di Pesaro e Urbino, download dal SITO WEB –www.callcenterparcoaltamarca.it-. 139 Cfr. il SITO WEB –www.callcenterparcoaltamarca.it-. 140 Per i dati provinciali e regionali il problema non si pone in quanto comprendono anche i valori non pubblicabili.

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199

comunali relativi alle singole categorie ricettive (alberghi ed esercizi

complementari), ai sensi della normativa sul segreto statistico e nel rispetto della

privacy, scontano la presenza di dati non pubblicabili laddove vi siano meno di 3

esercizi in una data categoria ricettiva.

Con riferimento al totale delle strutture ricettive141, il flusso turistico nella

Valcesano al 2006 ammonta a 23.511 arrivi142 e 152.797 presenze143 (Tab. E.5.1).

Fig. 5.1 – Dinamica degli arrivi nel totale degli esercizi ricettivi nei comuni della Valcesano,

provincia di Pesaro e Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base

2001=100

0

20

40

60

80

100

120

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

141 Comprendono <<…le strutture di ogni tipo: alberghi, motel, villaggi-alberghi, residenze turistico-alberghiere, campeggi, villaggi turistici, alloggi agro-turistici, esercizi di affittacamere, case ed appartamenti per vacanze, case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi alpini>>. CCIAA di Pesaro e Urbino, Compendio Statistico Provinciale Edizione 2005, Glossario. 142 L’indicatore “arrivi” fornisce il numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi. Glossario, cfr. il SITO WEB –www.sistar.marche.it-. 143 L’indicatore “presenze” fornisce il numero di notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi. Glossario, cfr. il SITO WEB –www.sistar.marche.it-.

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200

Da un punto di vista dinamico, il trend relativo al periodo 2001-2006 è

tutt’altro che positivo per la vallata: caratterizzato da un andamento fortemente

altalenante degli arrivi (Fig. 5.1), con un alternarsi di incrementi e diminuzioni, il

flusso turistico giunge infatti ad una variazione complessiva negativa, rispetto al

2001, del 13% pari a 3.573 turisti.

Altrettanto negativo è anche l’andamento delle presenze (Fig. 5.2) che, se si

eccettua il solo periodo 2001-2002 in cui si registra un incremento di 13 punti

percentuali, dal 2002 al 2005 fanno segnare un vero e proprio crollo pari al 27%

(55.297 turisti), per poi mantenersi stabili soltanto nell’ultimo anno considerato.

Complessivamente la variazione negativa è del 17%, pari a 32.161 turisti (Tab.

E.5.3).

Fig. 5.2 – Dinamica delle presenze nel totale degli esercizi ricettivi nei comuni della Valcesano,

provincia di Pesaro e Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base

2001=100

0

20

40

60

80

100

120

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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201

Il contributo all’andamento di arrivi e presenze nella Valcesano è differenziato

se riferito ai turisti italiani e stranieri: infatti sebbene in entrambi i casi, nell’arco

temporale di riferimento, si registrino diminuzioni, è soprattutto la componente

straniera ad incidere fortemente sull’andamento negativo del flusso turistico.

Così, se da un lato per i turisti italiani si evidenzia un calo complessivo di

arrivi e presenze, rispettivamente pari al 4% e al 6%, dall’altro, per i turisti

stranieri le diminuzioni ben più sostenute si attestano al 37% e 47%. Emerge

inoltre, che per questi ultimi, il calo di arrivi e presenze è particolarmente forte nel

periodo 2003-2004, in cui si attesta rispettivamente al 60% e al 67%,

corrispondenti ad una perdita di turisti pari a 4.376 e 33.479 unità (Tab. E.6.2).

Prestando ora attenzione anche ai dati provinciali e regionali, si nota come sia

per gli arrivi che per le presenze la situazione evolva generalmente in modo più

favorevole rispetto al caso della Valcesano144.

La dinamica relativa al flusso degli arrivi (Fig. 5.1) non evidenzia balzi

particolarmente significativi e, se si eccettua la provincia di Pesaro e Urbino,

presenta nel corso dell’intero periodo un andamento moderatamente crescente o

tuttalpiù stabile.

Le presenze (Fig. 5.2) evidenziano invece un andamento che sembra allinearsi

in misura maggiore a quello della Valcesano, sebbene la consistenza delle

variazioni intercorse nel periodo di riferimento sia, per province e regione,

notevolmente inferiore. Così, dopo una moderata crescita, fa seguito un calo che

si protrae dal 2002 al 2005 e, soltanto nell’ultimo anno di osservazione si può

notare una lieve ripresa.

Ad ogni modo, in entrambi i casi analizzati – e soprattutto per gli arrivi -, ciò

emerge con chiarezza è il fatto che i dati relativi ai contesti provinciali e regionale

144 Anche per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alle Tabelle F.5.1, F.5.2, F.5.3.

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sono nettamente più confortanti di quelli riscontrabili per la Valcesano; come

visto in precedenza infatti, nonostante la ripresa segnata a partire dal 2005,

particolarmente critica risulta, par la valle, la perdita di turisti stranieri.

La conquista di quote di turisti internazionali potrebbe rivelarsi strategica per

lo sviluppo del turismo rurale in molte aree rurali italiane. È da segnalare, però,

che se da una lato i turisti internazionali sono generalmente alla ricerca di

ambienti salubri e tranquilli, con una particolare attenzione prestata alla presenza

di risorse culturali e storiche locali, essi manifestano altresì una preferenza per

strutture ricettive di livello superiore145.

In altri termini non bisogna dimenticare che <<il prodotto turistico, per le sue

caratteristiche di trasversalità, è qualcosa che comprende tutto… tutta la realtà: è

composto dai servizi che offrono le imprese (da quelle ricettive, a quelle della

ristorazione, del commercio, ecc.) e dalla complessiva qualità della città e del

territorio. Ecco perché il turismo dovrebbe puntare a sostenere l’identità –

l’autenticità – di ciascuna comunità, regione, paese… perché rende in qualche

modo unico il “prodotto” che si punta ad offrire: “rimanere se stessi è, in fondo,

quello che la gente, i turisti, si aspettano da ogni realtà>>146.

<<Il “chi siamo” di un’area, di un territorio, di una località, coincide con il

tema delle risorse, a partire dalle quali si individuano le possibilità turistiche e il

potenziale di occupazione>>147.

Un territorio come quello della Valcesano, ben conservato, ricco di

testimonianze di storia e d’arte, di tipicità, ha - come si suol dire -, tutte le carte in

regola, tutte le potenzialità per poter decollare a livello turistico; tuttavia <<le

“risorse turistiche” per trasformarsi in “prodotto turistico” richiedono

145 CE, INEA, MiRAA, a cura di Carlo Hausmann, (2001). Download dal SITO WEB – www.inea.it -. 146 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., pag. 28. 147 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., pag. 30.

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203

preliminarmente l’intervento pubblico, ma successivamente devono trovare la via

della commercializzazione: non basta avere un prodotto, bisogna essere in grado

di proporlo. Certo è che <<questa fase non può essere affrontata soltanto dai

singoli operatori (pochi e dispersi nella vallata), ma da una struttura, da

un’aggregazione fra tutti loro, in grado di raggiungere i vari segmenti della

domanda, capace di offrire complessivamente un’ospitalità alternativa a quella

tradizionale (un’offerta composta da agriturismi, bed and breakfast, eremi,

country houses…)>>148.

Approfondiamo ora la nostra analisi osservando la dinamica degli arrivi e delle

presenze distinta per tipologia di struttura alberghiera149 ed extralberghiera al fine

di valutare se la preponderanza nella valle di strutture complementari150 trovi

riscontro anche nel relativo movimento turistico151.

Per quanto riguarda il flusso degli arrivi negli alberghi, dalla Fig. 5.3 emerge

come, a fronte di un andamento pressoché stabile per province e regione, per la

Valcesano faccia invece riscontro – se si eccettua il primo anno -, un trend

caratterizzato da una repentina caduta tra il 2002 e il 2004, pari al 32% (4.825

turisti), cui segue una moderata ripresa fino al 2005 e, di nuovo, un calo -

anch’esso moderato - nell’ultimo anno. Nel complesso la variazione negativa

risulta pari al 30%.

148 Ivi, pag. 103. 149 Si intendono con questa terminologia <<gli esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in camere ubicate in uno o più stabili o in parti di stabili. Si distinguono in esercizi alberghieri, da 1 a 5 stelle lusso, e residenze turistico alberghiere>>. CCIAA di Pesaro e Urbino, Compendio Statistico Provinciale Edizione 2005, Glossario. 150 <<Tale categoria include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i villaggi turistici, gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini e gli “Altri esercizi ricettivi” non altrove classificati>>. Glossario, cfr. il SITO WEB –www.istat.it-.

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204

Fig. 5.3 – Dinamica degli arrivi negli alberghi nei comuni della Valcesano, provincia di Pesaro e

Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base 2001=100

0

20

40

60

80

100

120

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

La dinamica osservata nella Fig. 5.4, in riferimento al flusso degli arrivi negli

esercizi complementari, evidenzia invece dati più confortanti per il territorio della

valle, sebbene anche in questo caso si giunga ad una variazione complessiva

negativa pari al 6%. Da notare tuttavia il balzo registratosi dal 2002 al 2003, con

un incremento di ben 41 punti percentuali, pari a 8.718 turisti. Altra nota positiva

riguarda inoltre l’ultimo anno di osservazione che vede una ripresa del flusso pari

al 10 %. I dati provinciali e regionali presentano ancora una volta un andamento

molto più stabile e tendenzialmente crescente nell’intero periodo considerato,

mantenendosi inoltre su valori quasi costantemente (periodo 2002-2003 escluso)

al di sopra di quelli riscontrabili per la Valcesano152.

151 Occorre ricordare come nella Valcesano prevalgano nettamente gli esercizi complementari, con una quota pari al 72% e, sebbene anche per province e regione le stesse quote siano preponderanti, la distribuzione tra alberghi ed esercizi complementari risulta molto più equilibrata. 152 I dati relativi al flusso degli arrivi per singola categoria ricettiva possono essere confrontati con le Tabelle E.5.4 -5.10.

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Fig. 5.4 – Dinamica degli arrivi negli esercizi complementari nei comuni della Valcesano,

provincia di Pesaro e Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base

2001=100

0

20

40

60

80

100

120

140

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

La dinamica relativa alle presenze negli alberghi (Fig. 5.5) mostra come per la

Valcesano, dopo una flessione particolarmente marcata a partire dal 2003 e una

lieve ripresa solo nell’ultimo anno di osservazione, si giunga ad una variazione

complessiva negativa pari a ben 48 punti percentuali corrispondente ad una

perdita di 52.005 turisti, il ché sta a significare, in altri termini, un flusso

dimezzato rispetto al 2001.

Per province e regione l’andamento ricalca in gran parte quello della valle,

registrando però variazioni molto meno marcate e mantenendosi, specie a partire

dal 2003, su valori nettamente superiori.

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Fig. 5.5 – Dinamica delle presenze negli alberghi nei comuni della Valcesano, provincia di Pesaro

e Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base 2001=100

0

20

40

60

80

100

120

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

Con riferimento agli esercizi complementari (Fig. 5.6), così come visto per gli

arrivi, anche nel caso delle presenze i dati per la Valcesano sono più confortanti.

Dal 2001 al 2003 la valle segna infatti un balzo di ben 41 punti percentuali,

corrispondente a 24.516 turisti in più facendo inoltre registrare, nello stesso

periodo, una performance migliore rispetto a province e regione.

Successivamente il trend si fa più altalenante segnando un calo piuttosto

sensibile dal 2003 al 2004, pari al 31%, per poi tornare a crescere fino al 2006 con

una ripresa pari al 9%153.

Da un confronto con le dinamiche relative agli altri flussi turistici esaminati,

non si può certo fare a meno di riscontrare come nella Valcesano il flusso delle

presenze negli esercizi complementari sia l’unico per il quale si registra un

incremento nel periodo considerato pari complessivamente al 19% (10.989 turisti)

153 Anche per un confronto dei dati relativi al flusso delle presenze per singola categoria ricettiva si rimanda alle Tabelle E.5.4 - 5.10.

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Fig. 5.6 – Dinamica delle presenze negli esercizi complementari nei comuni della Valcesano,

provincia di Pesaro e Urbino, provincia di Ancona e regione Marche (2001-2006) – Base

2001=100

0

20

40

60

80

100

120

140

160

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

sebbene anche in questo caso il trend evidenzi in sensibile calo a partire dal 2003.

Ad ogni modo, la valle riesce ad allinearsi, tenendo testa – è il caso di dirlo - ai

dati provinciali e regionali, con valori che per consistenza (a partire dal 2004)

risultano secondi solo a quelli della provincia di Ancona.

Ad ogni modo, giustificare l’andamento tendenzialmente negativo dei flussi

turistici riscontrato nella valle nel periodo di riferimento – nonostante gli

encomiabili sforzi sin qui compiuti, specie sul piano del coordinamento -, risulta

assai difficile; volendo comunque avanzare qualche ipotesi, è forse plausibile

pensare alla presenza di strutture ricettive nel territorio ancora non del tutto

adeguate (qualità dei posti letto, varietà dei servizi offerti, ecc.), ad un’offerta

turistica forse ancora troppo tradizionale, non in grado di promuovere e

valorizzare appieno la sua immagine ma, probabilmente, anche alla mancanza di

un’identità del territorio tale di generare un positivo sentimento di appartenenza e

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di produrre un utile effetto di trascinamento. Il turismo infatti <<..non riguarda

solo gli Operatori…al turismo ci devono credere tutti; non solo gli albergatori o i

gestori di campeggi… al turismo, ai vantaggi economici e culturali dell’ospitalità,

ci deve credere l’intero paese, la città… per arrivare a questo è necessario

promuovere il turismo anche laddove lo si fa, anche tra i residenti>>154.

5.2 L’offerta ricettiva

I dati riferiti alle strutture ricettive sono estremamente importanti nell’ottica di

una corretta pianificazione dei sistemi locali: una componente essenziale per la

crescita dei sistemi turistici di ambiti territoriali determinati risiede nel continuo

monitoraggio delle strutture, per un loro sviluppo quantitativo e qualitativo.

Delle 72 aziende turistiche che al 2006 rappresentano l’offerta ricettiva della

Valcesano (Graf. 5.7), la quota preponderante pari al 72%, corrispondente a 52

unità, è costituita dagli esercizi complementari155; a seguire, il 28% (20 esercizi)

sono alberghi.

Sia nelle due province che nella regione Marche invece, la quota relativa agli

esercizi complementari, sebbene prevalente, risulta inferiore evidenziando così

una più equa distribuzione tra le due categorie ricettive. In particolare, per le due

province essa si aggira attorno al 60% mentre per la regione è pari al 66%.

Di fatto, quindi, nella Valcesano le strutture alternative di soggiorno

rappresentano le principali forme di offerta turistica e la loro presenza nel

territorio è più marcata di quanto si possa riscontrare a livello provinciale e

regionale156.

154 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., pag. 36. 155 Va specificato che nel valore attribuibile agli esercizi complementari è stata fatta rientrare anche la quota relativa agli “Alloggi privati in affitto”, che il SISTAR fornisce separatamente e che comprende, a sua volta, Bed & Breakfast e Altri alloggi privati. 156 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tabelle E.5.11, E.5.12.

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209

Graf. 5.7 – Consistenza degli esercizi alberghieri e complementari nella Valcesano (anno 2006) –

Valori percentuali

Esercizi complementari

72%

Esercizi alberghieri28%

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

A livello di singolo comune, inoltre, la dotazione di strutture ricettive risulta

abbastanza omogenea per quanto riguarda le strutture alberghiere (la maggior

parte dei comuni al 2006 ha meno di tre alberghi) mentre tende a differenziarsi per

quanto riguarda le strutture extra-alberghiere: queste si addensano soprattutto

nell’area di Pergola, con 13 unità.

5.2.1 Tipologia di strutture ricettive

Per quanto riguarda le diverse tipologie di strutture che compongono l’offerta

ricettiva della Valcesano, dal Graf. 5.8 emerge come la quota più consistente, pari

al 33%, sia quella relativa agli alloggi agro-turistici157 e ai country houses158

157 Si tratta di <<locali, situati in fabbricati rurali, nei quali viene dato alloggio a turisti da imprenditori agricoli singoli o associati>>. CCIAA di Pesaro e Urbino, Compendio Statistico Provinciale Edizione 2005, Glossario.

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210

costituiti, nell’insieme, da 24 esercizi. Seguono con la stessa quota, pari al 17%, i

Bed & Breakfast159 e gli alberghi a 3 stelle (12 esercizi).

Rispetto a quanto riscontrato per la Valcesano, i dati a livello provinciale e

regionale mostrano quote inferiori – sebbene, anche in tali contesti, preponderanti

– di agriturismi e country houses; discorso analogo per i B&B, se si eccettua la

regione Marche, dove la quota ad essi relativa, pari al 20%, risulta superiore. Gli

alberghi a 3 stelle sono invece presenti in quantità maggiore a livello provinciale e

regionale. Nel complesso, sul totale provinciale, gli agriturismi e country houses e

i B&B della Valcesano coprono quote, rispettivamente, pari al 7% e al 6%.

Degne di nota sono inoltre le quote relative ai campeggi e agli alberghi a 2

stelle, pari al 10% e all’8%. In particolare, va rilevata la forte presenza di

campeggi rispetto a province e regione, dove le quote oscillano soltanto fra il

3% e 4% (sul totale provinciale i campeggi della valle coprono infatti una quota

tutt’altro che marginale, pari al 14%)160.

158 <<Sono country houses i fabbricati, siti in campagna o nei borghi rurali, trasformati, a seguito di lavori di ammodernamento che non comportino comunque alterazioni degli aspetti architettonici originali, in strutture ricettive dotate di camere o di appartamenti con servizio autonomo di cucina ed eventualmente dotati di servizio di ristorazione e di attrezzature sportive e ricreative>>. B.U.R. Marche n. 19 del 24/2/00 – l.r. 14 febbraio 2000, n. 8. Modifiche ed integrazioni alle l.r. 12 agosto 1994, n. 31 sulle strutture extralberghiere e 14 luglio 1997, n. 41 sull’attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e turismo, art.1. 159 Bed and breakfast è un'espressione di origine inglese (traducibile come letto e colazione) indicante una forma di alloggio turistico informale, comunemente abbreviata come B&B. È praticato dalle famiglie con una o più stanze per gli ospiti libere, con o senza bagno privato, e include il pernottamento e la prima colazione. È considerato generalmente più economico delle altre forme di alloggio turistico come hotel o residence, e più caro rispetto agli ostelli o campeggi. Spesso il B&B rappresenta una fonte economica importante per le famiglie, ed allo stesso tempo un'occasione di compagnia e conoscenza per persone sole o famiglie (spesso anziane), felici di ospitare ed accogliere i viaggiatori. Cfr. il SITO WEB -it.wikipedia.org-. 160 Per un confronto con i dati provinciali e regionali si rimanda alla Tab. E.5.12.

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Graf. 5.8 – Consistenza delle strutture ricettive per tipologia della struttura nella Valcesano (anno

2006) – Valori percentuali

178

11

10

36

33

1

173

0 5 10 15 20 25 30 35

5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella

Resid. tur. alberghiereCampeggi

Villaggi turistici Campeggi-villaggi turistici (forma mista)

Alloggi in aff itto gestiti in forma imprenditorialeAlloggi Agro-Turistici e country house

Ostelli per la gioventùCase per ferie

Rifugi alpiniAltri esercizi ricettiviBead and breakfast

Altri alloggi privati

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

Approfondiamo ora la nostra analisi considerando le quote riferite ai posti letto

negli esercizi alberghieri e complementari (Tab. E.6.12).

Per la Valcesano si osserva che le 20 strutture componenti l’offerta di esercizi

alberghieri (pari al 28% del totale), coprono il 29% dei 3.453 posti letto

complessivamente rilevati; la restante quota del 71%, si evidenzia quindi negli

esercizi complementari. La prevalenza nella Valcesano di questa categoria di

strutture ricettive trova quindi riscontro anche nella consistenza dei posti letto.

I dati provinciali e regionali sono pressoché in linea con quelli riscontrati per

la valle, se non inferiori: le quote relative ai posti letto detenuti dagli esercizi

alberghieri oscillano infatti dal 22% al 29% nonostante in tali contesti, la presenza

di alberghi – pur minoritaria rispetto agli esercizi complementari- sia comunque

più forte che nella Valcesano.

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5.2.2 La qualità dell’offerta ricettiva

Ai fini di una valutazione qualitativa dell’offerta ricettiva, è possibile fare

riferimento alla consistenza degli esercizi e alla disponibilità di posti letto negli

alberghi a 4 e 5 stelle.

I dati per la Valcesano non evidenziano tuttavia la presenza delle suddette

strutture, mentre a livello provinciale e regionale, se da un lato non si registra la

presenza di alberghi a 5 stelle, dall’altro gli alberghi a 4 stelle coprono quote che

oscillano dal 6% al 10% rispetto al totale degli esercizi alberghieri e, dal 3% al

4%, rispetto al totale degli esercizi ricettivi presenti sui rispettivi territori.

La porzione più consistente dell’offerta ricettiva alberghiera è quindi

rappresentata da alberghi a 3 stelle i quali coprono per la Valcesano una

percentuale che, attestandosi al 60%, si colloca al di sopra dei valori riscontrabili

per province e regione (53% per la provincia di Pesaro-Urbino e per la regione

Marche, 57% per la provincia di Ancona); analogamente, la quota di alberghi a 2

stelle presenti nella valle, pari al 30%, supera le porzioni relative agli altri contesti

territoriali (25% per la provincia di Pesaro-Urbino, 21% per la provincia di

Ancona e la regione Marche).

Infine, il numero di posti letto forniti dagli alberghi a 3 e 2 stelle presenti nella

Valcesano, copre ben il 90% del totale riferibile a tutti gli esercizi alberghieri

rilevati. Anche in tal caso i dati provinciali e regionali risultano inferiori –

sebbene anch’essi abbastanza consistenti –, attestandosi attorno all’80%.

Da quanto sin qui esposto, si evince chiaramente come la qualità delle strutture

alberghiere non possa certo considerarsi un punto di forza del sistema turistico

della Valcesano. Non va comunque dimenticato che un’analisi qualitativa

completa dovrebbe essere realizzata sia con riferimento alla qualità complessiva

del sistema locale di offerta turistica, valutando i due elementi cardine

dell’offerta: infrastrutture (viabilità, traffico, parcheggi, sicurezza, ecc.) e

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accoglienza (ospitalità, ristorazione, spiaggia, ecc.); sia con riferimento ai servizi

offerti dal sistema al turista presente sul territorio.

Associare infatti la qualità esclusivamente al numero di stelle può risultare

eccessivamente riduttivo. D’altra parte la qualità è oggi sempre più un concetto

relativo (la sua percezione è diversa da turista a turista), trasversale (interessa

diversi aspetti delle varie fasi del soggiorno turistico) e dinamico, in quanto

mutano continuamente le preferenze dei consumatori, il quadro competitivo e

l’ambiente. La qualità è un termine il cui uso è “inflazionato”, ma non va

considerato un concetto esclusivamente teorico, né va visto come un

atteggiamento burocratico che si fonda sul rispetto di procedure standardizzate.

È infatti molto importante contestualizzare le regole alle situazioni specifiche,

con una flessibilità di base che permetta di adeguarle alle identità locali ed ai

cambiamenti che si verificano nel corso del tempo161.

In particolare, per chi si occupa di ospitalità la qualità rappresenta il passaggio

dal prodotto che si ha al prodotto che viene chiesto ed al bisogno che viene

espresso, con un cambiamento di prospettiva e con la necessità di una formazione

continua, di specifiche professionalità e, soprattutto, di innovazioni ed

investimenti.

161 H. Mintzberg (1991).

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5.3 L’attrattività turistica della Valcesano

5.3.1 Il movimento turistico162

La Tab. 5.9 evidenzia che al 2006 nella Valcesano gli arrivi ammontano

complessivamente a 17.299 turisti, di cui l’81% rappresentati da turisti italiani; le

presenze sono invece pari a 125.405 turisti, di cui l’85% sono italiani. Il flusso di

arrivi e presenze da parte di turisti italiani riscontrabile nello stesso anno a livello

provinciale e regionale è pressoché analogo a quello della Valcesano, in quanto si

attesta attorno all’80%.

La quota prevalente del flusso di arrivi nella Valcesano, pari al 61%, ha

preferito alloggiare negli esercizi alberghieri mentre, situazione opposta si registra

nel caso delle presenze, con il 56% di turisti che ha scelto gli esercizi

complementari.

Da un confronto con gli altri contesti territoriali163, emerge anzitutto come

soltanto i dati relativi alla regione Marche si allineino a quelli della Valcesano,

con una quota di arrivi pari al 75% presso gli esercizi alberghieri e una quota di

presenze pari al 54% che ha optato per quelli complementari. Nelle due province

invece, sia per gli arrivi che per le presenze emerge una preferenza per gli

alberghi, con quote rispettivamente pari al 75% e al 54%

Ad ogni modo, si può rilevare come nel caso delle presenze in tutte le realtà

esaminate la scelta tra le due tipologie di strutture ricettive si distribuisca molto

più equamente rispetto al flusso di arrivi che risulta invece maggiormente

sbilanciato verso la scelta degli esercizi alberghieri.

162 In questo caso, al fine di rendere l’analisi più omogenea, si è ritenuto opportuno ottenere i dati relativi al flusso turistico totale attraverso la somma dei valori attribuibili alle singole categorie ricettive (esercizi alberghieri e complementari), non prendendo quindi il dato già aggregato. Va tuttavia ricordato che l’omissione di alcuni dati a livello comunale, in quanto “non pubblicabili”, produce inevitabilmente risultati non perfettamente in linea con la realtà. 163 Per un confronto dei dati si rimanda alla Tab. E.5.9.

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Tab. 5.9 – Movimento turistico nella Valcesano (anno 2006) – Valori assoluti

Italiani Stranieri Totale Tipologia di esercizio

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

Indice di permanenza

media

Esercizi alberghieri 8.128 41.999 2.372 13.324 10.500 55.323 5,3 Esercizi complementari 5.804 64.607 995 5.475 6.799 70.082 10,3 Totale 13.932 106.606 3.367 18.799 17.299 125.405 7,2

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

5.3.2 La permanenza media dei turisti164

Dal numero di arrivi e di presenze è possibile calcolare l'indice di permanenza

media (presenze/arrivi ovvero il valore medio delle notti trascorse dai turisti in

una data località), importante in quanto soggiorni più o meno lunghi hanno

ricaduta diversa, sia in termini socioeconomici sia in termini di rapporto

domanda/offerta sulle infrastrutture territoriali165.

Dalla Tab. 5.10, che evidenzia i valori del suddetto indice riferiti alle diverse

tipologie di strutture, distinti tra turisti italiani e stranieri, si evince come la

permanenza media dei turisti, riferita al 2006, risulti pari a poco più di una

settimana per la Valcesano mentre i valori provinciali e regionali si attestano a

quote inferiori, oscillando da 6 a 4 giorni (circa)166.

Lo stesso indice, calcolato distinguendo tra turisti italiani e stranieri, mostra

come sia tendenzialmente il turista italiano e permanere di più, il ché si riscontra

in particolare proprio nel territorio della valle (7,7 giorni); la permanenza media

del turista straniero oscilla invece tra 5 e 6 giorni – sebbene il dato relativo alla

provincia di Ancona sia inferiore.

164 Vedi nota 162. 165 Cfr. il SITO WEB –www.svilupposostenibile.it-. 166 Per un confronto dei valori – anche riferiti agli anni precedenti il 2006 – si rimanda alla Tab. E.5.13.

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216

Con riferimento alle diverse tipologie di strutture, i dati relativi a tutti i

contesti territoriali esaminati risultano piuttosto omogenei: ovunque si evidenzia

infatti una netta preferenza da parte dei turisti – sia italiani che stranieri -, per gli

esercizi complementari.

Da quanto sin qui esposto, è possibile anzitutto constatare il buon livello di

sfruttamento delle potenzialità turistiche presenti nella Valcesano, considerando il

carattere non propriamente “di transito” del suo turismo. Inoltre, la forte presenza

di strutture ricettive complementari, quali agriturismi, contry houses e B&B,

trovando anche riscontro in un consistente indice di permanenza da parte dei

turisti, fa sì che la valle possa puntare su questa tipologia ricettiva facendo nascere

nei suoi piccoli centri una sorta di “albergo diffuso” anche perché <<non è

pensabile realizzare alberghi dovunque, anche nei borghi e nei paesi più piccoli (e

nelle Marche sono tantissimi), è possibile invece che si aprano le porte di molte

case: storiche, rurali, nei centri storici, in luoghi letterari o paesaggistici…>>167.

Tab. 5.10 – Indice di permanenza media nelle strutture alberghiere e negli esercizi complementari

nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (anno

2006) – Valori assoluti

Alberghi Esercizi complementari Totale generale Ambiti territoriali

Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri TotaleValcesano 5,2 5,6 5,3 11,1 5,5 10,3 7,7 5,6 7,2 Pesaro e Urbino 4,1 4,7 4,2 10,8 9,6 10,6 5,8 5,9 5,8 Ancona 3,2 2,7 3,1 7,8 7,0 7,7 4,4 3,7 4,3 Marche 3,8 4,4 3,9 12,2 11,2 12,1 6,1 6,1 6,1

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

167 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., pag 26. Commento dell’ Assessore regionale al turismo, Giulio Silenzi.

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5.4 L’agriturismo

L’azienda agrituristica è stata definita agli inizi degli anni Ottanta come

importante strumento per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente; l’Unione

Europea, con la nuova Politica Agricola Comunitaria (P.A.C.), ha dato risalto alle

attività agricole integrate con altre non eminentemente produttive. Infatti, dopo

che l’agricoltura intensiva (largamente diffusa in Europa), aveva raggiunto limiti

consistenti nelle produzioni in eccesso e un notevole impatto ambientale per l’uso

massivo di fertilizzanti e fitofarmaci, si è voluta privilegiare e premiare un’attività

svolta nel rispetto dell’ambiente e spesso a tutela delle tradizioni e degli usi

agricoli.

Anche le più recenti indicazioni dell’Unione Europea ribadiscono la volontà di

mantenere e sviluppare l’attività agricola nelle zone rurali marginali, dove

sarebbero auspicabili la nascita e la permanenza di pluriattività in grado di

integrare i redditi agricoli: la produzione di prodotti tipici, l’utilizzo oculato delle

risorse ambientali, lo sfruttamento della vocazione turistica di molte zone

dovrebbero frenare lo spopolamento delle aree rurali. Il piano di sviluppo rurale,

strumento di programmazione della politica agricola regionale per il periodo

2000-2006 – previsto dal regolamento comunitario 1257/99 che descrive i

sostegni comunitari allo sviluppo rurale – contiene tra le sue misure incentivi alle

attività agrituristiche.

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L’agriturismo in Italia è stato regolamentato168 con la legge quadro n. 730 del

1985; con essa l’agricoltura viene sostenuta qualora siano previste forme di

turismo nelle campagne al fine di migliorare il reddito degli imprenditori agricoli,

favorire la permanenza nelle zone rurali, promuovere la conservazione

dell’ambiente, valorizzare i prodotti tipici e le tradizioni culturali delle zone rurali.

Tali attività possono essere svolte dall’imprenditore e dai suoi familiari; la

ricezione e l’ospitalità prevedono l’offerta di alloggio, la presenza di luoghi aperti

per i campeggiatori ecc. L’attività agrituristica deve essere però complementare

alle altre attività propriamente agricole, quali la coltivazione del fondo e

l’allevamento di bestiame. Gli edifici utilizzati per scopi agrituristici devono

essere interni al fondo, non più utilizzati per scopi specificatamente agricoli, e

restaurati nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e ambientali specifiche

della zona in cui si trova l’azienda. Le regioni italiane hanno il compito di

determinare i criteri, i limiti e la disciplina amministrativa relativi alle attività

agrituristiche; le regioni stesse possono concedere incentivi agli imprenditori che

decidono di cimentarsi in tali attività. Diversi enti locali, quali le comunità

montane e le associazioni di comuni, compresi nelle zone d’interesse agrituristico,

168 Le principali novità via via introdotte nel settore agrituristico provengono dal D.L. del 18 maggio 2001 n. 228 che, in attuazione della Legge di orientamento, dà una nuova configurazione giuridica e funzionale all’impresa agraria precisando che “rientrano tra le attività agrituristiche, ….ancorché svolte all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa, l’organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, escursionistica e di ippoturismo finalizzate ad una maggiore fruizione e conoscenza del territorio, nonché la degustazione dei prodotti aziendali, incluso la mescita del vino”; il decreto inoltre include fra le attività principali dell’impresa agraria anche le “attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e di ospitalità”. Altre novità derivano dal D.L. del 18 maggio 2001 n. 226, con cui viene poi parificato all’agriturismo anche l’itturismo, l’attività che prevede ospitalità, ristorazione e servizi presso strutture gestite da pescatori professionisti. Inoltre, la Legge del 27 marzo 2001 n. 122, art. 23, include fra le attività agrituristiche anche l’attività relativa al servizio di alloggio e di prima colazione nella propria abitazione (formula del Bed & Breakfast) solo nel caso in cui abbia carattere professionale e continuativo, sia esercitata da imprenditori agricoli e venga rispettato il requisito della prevalenza nei pasti somministrati dei prodotti propri e di prodotti di aziende agricole operanti nella zona.

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possono determinare degli interventi straordinari tramite appositi piani, riferiti alle

attività agrituristiche169.

Dal 31 marzo 2006 è in vigore la nuova disciplina dell'agriturismo (legge 20

febbraio 2006, n. 96,), che sostituisce la precedente legge approvata nel 1985 e

contiene alcune novità significative. Tra queste si evidenzia la costituzione di un

Osservatorio nazionale per monitorare lo sviluppo del settore, un più stretto

collegamento della ristorazione ai prodotti agricoli del territorio (in particolare

quelli riconosciuti DOP e IGP), il rilascio più rapido delle autorizzazioni.

A livello regionale, il riferimento normativo per il settore è la legge regionale

del 3 aprile 2002, n. 3 la quale all’art.2 recita testualmente che: <<per attività

agrituristiche si intendono quelle di ricezione e ospitalità esercitate stagionalmente

dagli imprenditori agricoli, singoli o associati, attraverso l'utilizzazione delle

strutture, così come individuate dall'articolo 7, e dei fondi dell'azienda agricola a

qualsiasi titolo condotta. Le suddette attività devono risultare in rapporto di

connessione e complementarità rispetto a quelle agricole e non costituiscono

esercizi pubblici commerciali di ristorazione, albergo o affittacamere>>170.

Ad oggi, il “fantasma” dell’agriturismo evocato per decenni è finalmente

diventato una realtà, è divenuto pratica turistica largamente diffusa e in un tale

scenario la Valcesano non fa eccezione. Anzi, si tratta di una realtà ormai

affermata ma al tempo stesso anche suscettibile di ulteriori e rapidi sviluppi, vista

la crescita di agriturismi, B&B e simili.

Dati alla mano, nella valle le aziende agrituristiche e i country houses171 al

2006 ammontano a 24 unità, pressoché equamente distribuite tra i comuni della

collina litoranea e della collina interna. Agriturismo quindi, ma non solo. Una

169 Cfr. Microsoft® Encarta® 2007 [DVD]. Microsoft Corporation, 2006 170 L.R. n. 3 del 3.04.2002 in B.U.R. – Marche n. 52 del 11.04.2002. 171 Si fa riferimento alla somma di agriturismi e country houses in quanto il Sistema informativo statistico della Regione non fornisce separatamente i dati per tali tipologie ricettive.

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ricettività e un’ospitalità in campagna, in montagna, nell’entroterra non solo

legata all’agriturismo, bensì collocabile all’interno di “un’idea-vacanza”, quella –

in altri termini – del turismo verde e rurale che, peraltro, non riguarda più soltanto

la schiera dei “pionieri del turismo”, ma investe un pubblico ben più ampio172.

5.5 Un settore turistico da migliorare attraverso una formula più

integrata e di qualità

Il quadro emerso dall’analisi del settore turistico nel periodo 2001-2006 ha

evidenziato per la Valcesano dati non proprio confortanti, anche rispetto alla

dinamica provinciale e regionale: con riferimento al totale degli esercizi ricettivi,

infatti, si riducono sia arrivi che presenze e il problema si pone in modo

particolare per gli stranieri che registrano un calo del flusso turistico che andrebbe

contrastato con la costruzione di un modello maggiormente competitivo da

affermare anche all’estero (Tab. E.5.1, E.5.2).

Anche considerando le principali categorie ricettive, prese singolarmente,

l’unica dinamica positiva che è possibile riscontrare riguarda esclusivamente il

flusso delle presenze (di italiani e stranieri) negli esercizi complementari che

vede, nell’intero periodo considerato, un incremento pari al 19% (Tab. E.5.10).

Dato questo, da non sottovalutare sia per la forte presenza di questa tipologia di

strutture ricettive nel territorio della valle (72%) sia per la tendenza dei turisti

italiani e stranieri a prediligerle come alloggio per i loro soggiorni (Tab.E.5.12).

Altra nota positiva è inoltre il dato relativo alla permanenza media che nella

Valcesano, specie nel caso dei turisti italiani, risulta più elevata di quanto

riscontrabile nei contesti provinciali e regionale, mostrando peraltro di non aver

subìto alcuna diminuzione dal 2001 ad oggi (Tab.E.5.13).

172 Ghirardelli G., Manes N. (cur., 1999), cit., pag. 66.

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Ad ogni modo, tornando ai dati negativi del movimento turistico, si segnala

indubbiamente la necessità di innovare in modo significativo il sistema turistico

locale. D’altro canto, le potenzialità turistiche della Valcesano sono di tutto

rispetto ma probabilmente solo in parte sfruttate; sebbene infatti il territorio offra

una notevole varietà di attrattive, percorsi inediti fra mare e natura, artigianato,

cucina, storia e tradizioni, di fatto resta il mare (e la spiaggia) l’unico fattore

competitivo pienamente utilizzato ma è anche quello che forse meno connota il

territorio rispetto alle altre località balneari italiane ed estere.

Questa zona offre prodotti tipici appartenenti al patrimonio della migliore

civiltà contadina, conserva mestieri e laboratori artigiani altrove scomparsi e, per

giunta, nell’intero panorama nazionale sono ben poche le zone che possono

contare su un litorale turisticamente sviluppato a distanza così contenuta da tanti

luoghi di interesse storico e artistico. Si configura, quindi, una sorta di

incongruenza fra quello che si ha – i punti di forza locali quali spiaggia, cucina,

artigianato, storia e tradizioni – e quello che viene offerto (principalmente

spiaggia e mare).

Ciò che andrebbe promosso è invece una formula sempre più integrata e di

qualità nei servizi presentati, nelle tipologie di strutture, nelle offerte di sport,

eventi e spettacolo, nelle occasioni di svago, ecc. Andando oltre un turismo

esclusivamente balneare e puntando maggiormente su un saldo legame litorale-

entroterra e su una qualità a 360 gradi, la stagione turistica potrebbe essere

notevolmente allungata. Proporre un modello integrato risulta poi altrettanto

importante al fine di intercettare turisti di ogni fascia d’età: accanto al turismo

“anziano” – peraltro in aumento visto il progressivo invecchiamento della

popolazione - che viaggiando spesso in periodi di media e bassa stagione può

consentire un allungamento della stagione turistica, occorre rivolgersi anche ad un

turismo giovanile il quale non va necessariamente ed esclusivamente collegato

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con il binomio vita notturna-divertimento, ma si sta evolvendo risultando sempre

più interessato a vedere, conoscere, apprendere ed arricchire la propria vacanza

con un insieme di esperienze che vanno oltre il mare e la vita notturna.

La Valcesano soffre tuttavia di una certa “carenza di notorietà” che per poter

essere superata richiede in primis di puntare quanto più sia possibile sulla

variabile comunicativa attraverso una strategia specifica di promozione del

territorio comprendente una serie di attività volte ad influenzare la scelta del

potenziale turista, svolta a più livelli ed a più dimensioni e in grado quindi di

esportare questo nuovo modello di turismo integrato e di qualità non solo in Italia

ma anche nei paesi esteri. D’altra parte, sono proprio i turisti stranieri residenti in

nazioni con culture e storie diverse a presentare una domanda spesso latente che,

oltre al turismo balneare, comprende appunto un insieme di esperienze e attrattive

diverse.

Tutti quei fattori competitivi di cui si è detto in precedenza e dei quali la valle

è ben dotata, vanno tuttavia integrati con l’offerta di modelli ad elevato valore

aggiunto, ottimizzando gli sforzi e sfruttando al meglio le potenzialità del

territorio. Per fare questo è però indispensabile disporre di adeguati mezzi

finanziari: se non si investono i profitti e non si innovano strutture ed offerte

vengono inevitabilmente a mancare le basi per l’economia turistica.

La staticità, la scarsa propensione ad investire ed innovare e le divisioni fra

imprenditori, fra categorie e fra pubblico e privato possono difatti costituire i

principali vincoli allo sviluppo. L’integrazione, la qualità dei servizi,

l’innovazione, la specializzazione e la comunicazione mirata sono quindi i capitoli

principali su cui investire, coordinando l’azione pubblica con quella degli

operatori privati.

Vero è che in questa direzione la Valcesano si è già mossa con la nascita del

Sistema Turistico Locale nonché con le azioni promosse dal Gal Flaminia-Cesano

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in ambito turistico; inoltre, anche a livello comunale, con il “Sistema Valcesano”

l’obiettivo risiede proprio nel promuovere il territorio aumentando il grado di

intreccio delle vocazioni dei diversi comuni arricchendole e completandole.

Per assicurare il buon esito di una programmazione in ambito turistico questa

va fatta però nella consapevolezza che il turismo va caratterizzato, oggi più che

mai, dalla sostenibilità dello sviluppo per garantire il rispetto dell’ambiente e la

durata nel tempo della progettazione. Occorre evitare ad esempio che la risorsa

paesaggio venga compromessa da un turismo consumistico e speculativo che mira

ad “appropriarsi” di un territorio depauperandolo di specificità e significatività.

Il turismo dovrebbe invece essere considerato come utile strumento per

rivalutare e valorizzare risorse culturali e ambientali, da cui partire per ipotizzare

un recupero di sistemi territoriali ed insediativi posti al di fuori di circuiti

economici e produttivi consolidati. In tal modo si innescano processi di

trasformazione del paesaggio e della struttura socio-economica che esaltano le

valenze locali, le specificità culturali e si inseriscono positivamente nel mercato

per l'alta qualità delle produzioni ottenute.

A tal proposito è importante puntare ad esempio sul turismo rurale, che nella

Valcesano registra peraltro trend positivi vista la prevalenza di strutture ricettive

quali agriturismi e country-houses. Si tratta però di una imprenditorialità che deve

essere supportata da una politica turistica adeguata, se non si vuole che molte

attività siano destinate a cessare nei prossimi anni.

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- Capitolo 6 -

LA PROGRAMMAZIONE DEL TERRITORIO

A livello europeo la regolazione delle traiettorie di sviluppo locale – le

traiettorie di sviluppo dei sistemi locali – sembra ormai avviata a diventare uno

dei campi fondamentali dell’azione pubblica173. Soprattutto per i caratteri della

sua organizzazione territoriale – per il peculiare intreccio di traiettorie di sviluppo

e di declino che ha caratterizzato la sua storia territoriale -, l’Italia è proprio uno

dei paesi europei in cui le politiche di sviluppo locale hanno assunto – e, in

prospettiva, assumeranno ancora di più – un ruolo critico per contrastare i dis-

equilibri economici.

I sistemi locali - città (compatte e disperse), aree metropolitane, reti di città,

luoghi – ritornano così ad essere concettualizzati come ambiti di auto-

organizzazione e, di conseguenza, tornano ad essere considerati salienti livelli di

regolazione economica174. Ne deriva che i molteplici soggetti della società locale

dovrebbero diventare artefici e protagonisti dello sviluppo del proprio territorio,

173 L’impostazione assunta dalla politica economica dell’Unione Europea contempla istituzioni e azioni di concertazione a livello locale (come i “patti territoriali” o le politiche per i distretti) che devono definire le strategie entro cui far convergere e dare coerenza ai singoli progetti, promuovendo e coordinando l’iniziativa privata entro un quadro di scelte condivise. Lo scopo è, in sostanza, quello di innescare un processo di crescita “dal basso” (bottom-up), sedimentato nella coscienza collettiva delle singole comunità locali in ottemperanza al principio di sussidiarietà. 174 Calafati A. G. (cur., 2004), pagg. 5-6.

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individuare le vocazioni fondamentali di un’area ed esprimere soluzioni

alternative, sentendosi responsabili del raggiungimento degli obiettivi auspicati.

Certamente, uno dei problemi più complessi che tale cambiamento solleva è

costituito dagli effetti sulla relazione tra conoscenza e decisioni collettive. <<Le

politiche di governance del territorio hanno bisogno di strumenti di conoscenza

articolati, complessi, multidisciplinari e dinamici che consentano ai tecnici di

capire e aiutare i decisori a gestire le risorse territoriali ed a governare le

innumerevoli relazioni funzionali>>175.

Di conseguenza, dinanzi a territori che diventano sempre più difficili da

governare - poiché si fanno più articolate e complesse le relazioni fra le diverse

funzioni amministrative176 -, al fine di ottenere una più efficace azione di governo

locale <<…indipendentemente dal settore in cui l’attore economico, politico,

sociale opera e dagli obiettivi che esso si pone, la raccolta e l’analisi dei dati

esterni, legati alla struttura del territorio è di primaria importanza per orientarne le

scelte strategiche>>177.

Tuttavia, la complessità di cui si è detto, deve scontrarsi anche –

inevitabilmente – con la razionalità limitata che caratterizza qualsiasi decisore

collettivo portandolo molto spesso ad una vera e propria miopia, a percezioni

falsate circa gli effetti di taluni interventi. Si apre così la fondamentale e

complessa questione delle configurazioni organizzative che assicurano decisioni

razionali – ovvero, che assicurano nel campo delle decisioni collettive una saliente

175 Dini (cur., 2003), cit., pag. 77. 176Il sistema locale non corrisponde più necessariamente con una specifica articolazione amministrativa e le relazioni produttive e di servizio così come le attiguità tra settori e sistemi territoriali, oltrepassano le “perimetrazioni amministrative” e suggeriscono l’esigenza di una visione ampia e articolata del sistema locale (Di Ferdinando, 2003). 177 Dini (cur., 2003), cit., pag. 78.

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rappresentazione dei dis-equilibri e l’utilizzazione di adeguati modelli di effetti da

cui derivare logicamente gli interventi di regolazione178.

In questa sede però non ci preme tanto approfondire le condizioni

(metodologiche, organizzative, logiche) che dovrebbero condurre a politiche di

regolazione dei sistemi locali razionali, quanto verificare se il cambiamento di

prospettiva che vede l’aumento di importanza delle politiche di sviluppo locale

nel sistema delle politiche pubbliche, abbia trovato terreno fertile anche in una

realtà territoriale quale è la Valcesano. Se, in un tale contesto, si punti o meno al

rafforzamento delle reti esistenti tra i diversi attori in un’ottica di promozione e

incentivazione dei comportamenti collettivi tale da produrre un sistema coeso,

integrato e quindi, competitivo. Se esista o meno un’identità di “valle” che renda

legittimo considerare questo territorio come un insieme unitario in grado di

rispondere alle istanze dei singoli attori locali con “un’unica voce”, superando

campanilismi ed interessi particolaristici.

Andare al di là dell’ “indeterminatezza del locale”, riconoscere un territorio

quale ambito di auto-organizzazione (e quindi saliente livello di regolazione

economica), individuando la messa a dimora di risorse autoctone, proprie (sociali

ed economiche) come meccanismi di formazione della ricchezza179 è, d’altra

parte, il primo fondamentale passo da compiere nell’intraprendere e nel portare

avanti un’azione pubblica coerente.

Una volta individuato in modo sistematico un elenco di materie sulle quali

impostare una strategia di politica economica per lo sviluppo e la competitività del

territorio, è poi importante che le singole materie non vadano assunte come spazi

indifferenziati da presidiare tramite risorse e interventi pubblici: una intelligente

strategia di sviluppo deve cercare, innanzitutto, di individuare i fattori utili

178 Calafati A. G. (cur., 2004), cit., pag. 6. 179 Si fa riferimento allo “sviluppo endogeno”, basato sulla valorizzazione delle risorse locali.

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all’evoluzione del sistema produttivo locale (imprenditorialità e occupazione)

nonché all’innovazione sociale ed istituzionale che i meccanismi spontanei del

mercato e della società in generale non riescono ad assicurare. E per ogni fattore

cercare di capire dove risieda lo spazio specifico dell’azione pubblica. In tal

modo, un elenco di materie di politica economica può diventare qualcosa di più

dell’ennesima lista di progetti sospesi per assumere il ruolo di quadro di iniziative

sulle quali indirizzare selettivamente regole, consenso e risorse collettive180.

6.1 Le relazioni tra tessuto produttivo e territorio

<<Il contesto sociale e istituzionale di un territorio esprime anche il livello di

governo del territorio stesso; del pari quest’ultimo si configura oltre che in

termini di struttura e articolazione istituzionale, anche con la presenza di una rete

forte di organizzazioni sociali, di una diffusa articolazione di modalità di

organizzare i servizi alle imprese e alla comunità>>181. In questo senso le

caratteristiche non economiche di un sistema produttivo a carattere diffuso

divengono elemento di specifica azione; si tratta, in altri termini, delle esternalità

in senso lato (istituzioni, luoghi della cultura, ecc.) necessarie al consolidamento

dell’infrastrutturazione socio-economica, attraverso le quali oltre a produrre lo

sviluppo del territorio è possibile anche ri-produrne le condizioni e quindi

renderlo sostenibile nel tempo.

Parametro di riferimento per l’azione dei protagonisti economici istituzionali e

sociali del sistema locale diviene allora non solo la dotazione tradizionalmente

intesa di fattori della produzione (terra, capitale, lavoro) ma anche l’ambiente

socio-culturale nel quale questi vengono combinati, in una fitta rete di relazioni e

180 Di Ferdinando G., Dini G., Palmieri R., (cur., 2004), pag. 18. 181 Dini G. (cur., 2003), cit., pag. 11.

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scambi che, talvolta, individuano vere e proprie infrastrutture comunicative capaci

di supportare le sfide della competizione fra le stesse imprese.

Risulta così importante definire il grado e le modalità di integrazione tra gli

operatori istituzionali (Comuni, Province, Camere di Commercio, Asl, Università

e Scuole, ecc.) individuare e attivare sinergie tra essi e le associazioni di categoria

e le rappresentanze sindacali; risulta poi strategico definire progetti di

investimento per infrastrutture e servizi, stabilire quali strategie e quali risorse

stiano dietro a tali investimenti182.

Con specifico riferimento al sistema produttivo, inoltre, l’interazione tra agenti

locali e partner pubblici e privati agisce sinergicamente sulla capacità innovativa

locale183. Ovviamente questo non significa che l’innovazione derivi solo da

decisioni locali: le innovazioni possono derivare da decisioni anche esterne, ma

l’ambiente è un attore fondamentale nel determinare la capacità delle imprese

locali di adattarsi ai mutamenti esterni e quindi di rendere competitiva l’economia

locale184.

Un’ultima considerazione merita infine il ruolo degli attori. In primo luogo

troviamo le imprese, ma anche le università, i laboratori di ricerca, i servizi alla

produzione, le varie agenzie pubbliche, le associazioni di categoria, la pubblica

amministrazione.

I rapporti tra gli attori saranno dunque di natura non solo privata, ma anche

pubblico-privata: si potranno avere ad esempio forme di partnership di tipo

182 Dini G. (cur., 2003), cit., pag. 77-79. 183 Nella letteratura francese, particolarmente ricca su questo tema, si parla di “ambiente innovativo” (milieu innovateur”), ovvero quell’insieme di relazioni che all’interno di un certo spazio geografico unificano un sistema di produzione, diversi attori, una cultura industriale e un comune sistema di rappresentazioni, generando appunto un processo di apprendimento collettivo e una riduzione del livello di incertezza dinamica dei processi innovativi. Cfr. al riguardo i lavori del GREMI, Groupe de recherche européen sur les milieux innovateurs, in particolare Aydalot (1985); Camagni (1991). 184 Ciciotti E. (2000), cit., pag. 196.

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organizzativo e forme di partnership di tipo istituzionale. Certo è che si tratta di

un aspetto rilevante, che modifica il modo di interagire tra operatore pubblico e

operatore privato e ha conseguenze significative sulle politiche di intervento185.

6.2 Il ruolo degli ambiti territoriali nella programmazione

Il filo conduttore dei ragionamenti fatti sin ora riguarda essenzialmente il ruolo

da attribuire al territorio: non più e non solo per le risorse di cui è dotato (materie

prime, energia, lavoro, conoscenze), ma anche come luogo dell’attività

imprenditoriale e innovativa della popolazione locale. In quest’ottica pertanto

viene attribuito un ruolo particolare alla capacità innovativa dei sistemi locali e, di

conseguenza, ad alcuni elementi, sia materiali che immateriali, quali l’ambiente,

le reti di relazioni fra gli attori, i servizi e le infrastrutture. Si tratta quindi sia di

stock che di flussi di risorse, la cui combinazione a scala locale determina la

possibilità e l’intensità dei processi innovativi e quindi la crescita e la

competitività dei sistemi economico-sociali- territoriali186.

Le ridotte dimensioni comunali in cui risulta suddiviso il territorio della

Valcesano se da un lato hanno evitato fenomeni di degrado e di abbandono

contribuendo, altresì, a mantenere un buon livello di coesione sociale, dall’altro

impongono l’attivazione di modalità sempre più estese di collaborazione-

associazione per adottare forme di progettazione, organizzazione e gestione

coerenti in ambito sociale (servizi) così come in tutti gli altri settori del welfare,

quali politiche del lavoro e della formazione, dell’istruzione e della casa, della

tutela dell’ambiente e dell’integrazione sociale degli immigrati.

185 Ciciotti E. (2000), cit., pag. 200. 186 Ciciotti E. (2000), cit., pag. 188.

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Tutto ciò tende ad enfatizzare il ruolo dei singoli Comuni i quali,

rappresentando i nodi fondamentali di progettazione e regia degli interventi

pubblici, dovrebbero operare congiuntamente tra loro perseguendo il

raggiungimento di livelli ottimali di efficienza, favorire e promuovere la crescita

dell’intera comunità locale rispondendo a tutti i soggetti in essa presenti (pubblici

e privati), e quindi all’afflusso di immigrati, alle dinamiche di cambiamento

culturale, alla modernizzazione e sviluppo degli apparati industriali, alla

diffusione di attività legate al terziario e, più in generale, alla complessiva crescita

socio-economica.

L’operato dei singoli Comuni si inserisce quindi all’interno di un più vasto

“ambito territoriale” che si configura come un vero e proprio strumento di

governo partecipato le cui funzioni amministrative vengono presiedute dai Sindaci

e da tutti i rappresentanti istituzionali e non della società civile (istituzioni,

fondazioni, volontariato, sindacati e cittadini utenti) effettivamente capaci di

esprimere sul tavolo istituzionale i reali bisogni della collettività.

Se l’individuazione di un ambito territoriale è orientata a raccordare l’azione

di Regione e Comuni nella programmazione territoriale degli interventi, allora

deve tener conto delle caratteristiche del territorio in termini di ambiente, risorse

umane, infrastrutture logistiche e sociali e delle relazioni culturali operanti fra i

cittadini dei Comuni interessati. Ciò è ad esempio particolarmente importante per

realizzare una “rete di servizi essenziali” che consenta ad ogni persona uguali

opportunità di accesso ai servizi e la stessa qualità delle prestazioni a prescindere

dal luogo di residenza, ma caratteristiche e peculiarità territoriali sono anche

preliminari alla necessità di istituire un raccordo fra l’ambito sociale e gli altri

settori del welfare.

L’organizzazione di queste prestazioni richiede però che siano disponibili

competenze professionali, risorse finanziarie, spazi fisici, servizi pubblici (p.e.

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scolastici, formativi, ecc.), ma anche risorse di mercato. Dunque, una presenza

sufficientemente diffusa ma, comunque, messa in relazione alle esigenze del

territorio onde garantire livelli ottimali di accessibilità e funzionalità. In altre

parole, oltre ai classici servizi della componente assistenziale (sociale e sanitaria)

occorre coinvolgere nella rete il più vasto sistema socio-economico e quindi tutte

le istituzioni ed agenzie educative, formative e ricreative, il sistema dei trasporti e

quello urbanistico-territoriale, le componenti del mercato del lavoro e così via187.

6.3 Il contesto programmatico

6.3.1 La programmazione regionale

Le scelte strategiche della programmazione della Regione Marche a partire dal

2001, vengono delineate nell’ambito dei Documenti di Programmazione

economico e Finanziaria Regionale (DPFR) approvati dal Consiglio Regionale,

secondo quanto previsto dall’articolo 3 della Legge Regionale 31/2001.

Gli indirizzi della programmazione regionale, trovano espressione, nell’ultimo

sessennio, sia nell’ampia articolazione dei Piani di indirizzo settoriale, sia negli

strumenti operativi di programmazione intersettoriale delineati a livello

comunitario (Docup ob.2; POR ob. 3; Programmi di iniziativa comunitaria; ecc.),

e nazionale (programmazione negoziata, Intesa Istituzionale di Programma

Governo-Regione Marche). Mentre, per quanto riguarda gli aspetti

dell’integrazione ambientale con lo sviluppo economico e la coesione sociale, si è

in attesa dell’approvazione della Strategia Regionale d’Azione Ambientale per lo

Sviluppo Sostenibile 2005-2010, finalizzata a indirizzare l’azione regionale ai fini

della sostenibilità ambientale.

187 Dini G. (cur., 2003), cit., pagg. 82-83.

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Gli strumenti di attuazione della strategia economica, sociale e finanziaria

delineata a livello regionale operano in coerenza con le scelte strategiche

territoriali individuate nell’ambito del Piano di Inquadramento Territoriale (PIT)

delle Marche188.

Attraverso il DOCUP ( Documento Unico di Programmazione) - lo strumento

di Programmazione delle Regioni finalizzato all’utilizzazione dei fondi strutturali

comunitari nell’ambito dei Programmi di iniziativa nazionale (PIN) -, nel periodo

di programmazione 2000-2006 la regione Marche ha potuto destinare fondi

provenienti in parte dall’Unione Europea, in parte da fondi nazionali in

applicazione del principio di addizionalità alle aree in obiettivo 2, per sostenere e

favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali

(zone industriali in fase di riconversione, zone rurali in declino, aree urbane in

difficoltà, zone depresse dipendenti dalla pesca)189. Le aree di applicazione degli

interventi venivano definite con la zonizzazione, cioè l'elenco dei comuni

interessati.

Nella zonizzazione risultavano anche dei comuni in "phasing out", cioè luoghi

in uscita dall'obiettivo 2 perché avevano raggiunto dei parametri di sviluppo tali

da non farli più includere nelle zone con difficoltà strutturali. Si trattava quindi di

zone in fase transitoria che non avrebbero usufruito in futuro di ulteriori sostegni.

Per il periodo 2000-2006, era comunque previsto un sostegno parziale al fine di

consentire un'uscita ''non traumatica" dai benefici dei fondi strutturali190.

188 Regione Marche, (2005), Proposta di documento strategico regionale preliminare. Download dal SITO WEB –www.provincia.ap.it-. 189 Più precisamente, il Docup obiettivo2 2000-2006 delle Marche persegue l’obiettivo strategico di “ridurre la perifericità economica e sociale e di frenare lo spopolamento delle aree regionali obiettivo 2 valorizzandone le potenzialità storico-culturali e ambientali, e favorendo, nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, la nascita e il rafforzamento di iniziative imprenditoriali, specie di natura innovativa, capaci di generare nuove opportunità occupazionali”. 190 Cfr. il SITO WEB –www.provincia.ps.it-.

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Tra i comuni della Valcesano ammessi ai benefici dell’obiettivo 2 vi erano

Monte Porzio, Fratte Rosa, Pergola, Frontone e Serra Sant’Abbondio, tutti

appartenenti alla provincia di Pesaro e Urbino; mentre tra i comuni ammessi ai

benefici del phasing out vi erano Mondavio, San Lorenzo in Campo e Castelleone

di Suasa.

Dalla sintesi del nuovo documento strategico regionale emerge che la nuova

programmazione comunitaria di coesione 2007-2013 relativa ai Fondi strutturali

(FESR e FSE) e ai Fondi per lo sviluppo delle aree rurali191 (FEASR) e per la

Pesca (FEP) presenta numerosi e rilevanti cambiamenti rispetto alla precedente

programmazione 2000-2006.

La prima macroscopica novità è relativa all’abolizione della zonizzazione che

suddivideva il territorio comunitario in tre zone (Obiettivo1, obiettivo 2, Obiettivo

3).

Nella nuova impostazione, il territorio dell’Unione è stato suddiviso in

funzione del raggiungimento di 3 obiettivi prioritari di sviluppo:

- Obiettivo convergenza, destinato agli Stati Membri e alle Regioni in ritardo di

sviluppo;

- Obiettivo competitività regionale ed occupazione, destinato a tutti i territori

che non rientrano nell’obiettivo “Convergenza”;

- Obiettivo cooperazione territoriale europea, destinato alle Regioni Europee

che hanno frontiere marittime e alle zone di cooperazione transnazionale.

La Regione Marche rientra integralmente nell’obiettivo “competitività

regionale ed occupazione” e nell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”.

191 In particolare gli elementi strategici specifici allo sviluppo rurale attivati dal POR 2007- 2013 possono essere individuati nella tematica dell’accessibilità, in particolar modo di quella legata all’ITC (diffusione della banda larga), tipologia di intervento che riguarderà principalmente le sole aree interne e dove quindi saranno concentrate tutte le risorse assegnate alla relativa categoria di spesa.

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Inoltre, pur non esistendo più il concetto di “zonizzazione”, permane, per

l’obiettivo competitività ed occupazione”, il fine di uno sviluppo equilibrato

territorialmente: ne consegue la necessità di prevedere misure di sostegno e

qualificazione a favore dei due settori portanti del sistema produttivo regionale:

- aree produttive soggette a rilevanti ristrutturazioni;

- aree interne dove si deve incentivare l’integrazione tra politiche per le PMI, le

dotazioni infrastrutturali, lo sviluppo rurale e il sostegno all’occupazione.

Inoltre, per una demarcazione territoriale convenzionale, il territorio regionale

sarà considerato sotto i seguenti profili:

- mappa delle aree urbane funzionali e dei Comuni “centroidi” in cui si registra

un aumento demografico e occupazionale in relazione ai sistemi produttivi;

- mappa dei distretti industriali (ridefinizione);

- mappa del territorio rurale;

- aree protette e rete Natura 2000 (Siti di interesse Comunitario e Zone di

Protezione Speciale della Regione).

La strategia del POR FESR 2007-2013, anche sulla base dell’esperienza

maturata nei precedenti cicli di programmazione, può sintetizzarsi in due principi

guida: “fare sistema” e “promuovere la diffusione dell’innovazione”.

Rispetto al primo principio guida, "fare sistema", saranno privilegiate le

politiche che rafforzano la capacità dei soggetti coinvolti di operare in modo

integrato. Esse troveranno attuazione mediante linee di intervento che siano in

grado di rafforzare le relazioni tra i sistemi locali e i diversi settori produttivi.

Per contro l'attuazione del principio guida "promuovere la diffusione

dell’innovazione” è volto a incrementare la competitività delle produzioni

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regionali. Si tratta di perseguire un’innovazione di sistema192, che presuppone,

anzitutto, uno sforzo di coerenza nella progettazione e nella messa in atto delle

politiche in grado di garantire elevati livelli di efficacia ed efficienza193.

Per un reale cambiamento, occorrerà quindi puntare su fattori quali:

- evoluzione qualitativa del sistema;

- connessione tra ricerca e sistema delle imprese:

- riduzione del deficit infrastrutturale;

- valorizzazione dei sistemi urbani;

- qualità dei servizi;

- qualificazione delle risorse umane;

- integrazione progettuale e finanziaria tra risorse comunitarie e BEI;

- creazione di un sistema di finanza innovativa.

Per il raggiungimento degli obiettivi, due sono le leve strategiche da

considerare: il partenariato istituzionale e sociale e la governance del sistema194.

Conformemente a quanto previsto dall’art. 11 del Regolamento CE 1083/2006,

la Regione Marche ha infatti promosso la partecipazione degli attori locali,

istituzionali e socio-economici, nella fase di programmazione, al fine di acquisire

il necessario consenso alle scelte strategiche effettuate.

Così, adottando l’approccio operativo della “concertazione” non soltanto come

momento consultivo ma come metodo per definire in concreto le priorità

programmatiche di azione a tutti i livelli di governo, la Regione ha promosso, per

mezzo della P.F. Politiche Comunitarie195 incaricata della redazione del POR

192 Scelta trainante è, in altri termini, quella di un’innovazione declinata in tutte le sue accezioni e trasversale a tutti gli strumenti di programmazione: innovazione del sistema produttivo, innovazione sociale, territoriale e amministrativa e dello sviluppo sostenibile. 193 Cfr. Bozza POR – FESR, Regione Marche 2007-2013. 194 Cfr. Sintesi del nuovo documento strategico regionale. 195 Con delibera di Giunta regionale n. 1341 del 3 novembre 2005 è stata istituita, nell’ambito del Servizio 3 “Programmazione, Bilancio e Politiche Comunitarie”, la struttura denominata Posizione di Funzione (PF) “Politiche Comunitarie” a cui sono affidati, in particolare, i compiti di:1)

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FESR, molteplici incontri i quali hanno avuto una forte valenza in termini di

condivisione degli obiettivi e sono stati dei momenti di sintesi sia delle politiche e

delle strategie messe a punto in differenti sedi programmatiche sia degli interessi

espressi dal territorio, consentendo così di definire in modo coerente e condiviso

le priorità di sviluppo regionale196.

Altra direzione inequivocabile è quella della concentrazione degli interventi,

quindi a favore di raggruppamenti di beneficiari pubblici e privati che opti per un

approccio eminentemente operativo e per una modalità di governance

complementare ed integrativa del sistema, attraverso:

- integrazione tra Turismo, Cultura e Ambiente;

- politiche per l’inserimento lavorativo di giovani laureati;

- sistema aeroportuale regionale.

Si evidenzia quindi la centralità della dimensione locale dello sviluppo in

quanto diventa essenziale chiarire le modalità operative e le relative attribuzioni di

responsabilità197.

6.4 La programmazione nella Valle

Affrontare il tema della programmazione nella Valcesano richiede in prima

battuta di porre l’accento sulle principali caratteristiche della sua morfologia

territoriale e sociale: si tratta anzitutto di una realtà geograficamente marginale

che risente della divisione tra due province, caratterizzata dalla presenza di tante

piccole realtà comunali dove forte è ancora l’identità municipale, il senso di

coordinamento dei rapporti funzionali tra le Autorità di gestione dei Fondi strutturali; 2) coordinamento delle attività svolte dai servizi e dai soggetti regionali competenti per l’utilizzo dei bandi comunitari, compresi il 7° Programma quadro e Life +; 3) Autorità di gestione del FESR, per il supporto alle strutture incaricate dell’attuazione delle diverse misure e per il monitoraggio e la rendicontazione delle misure suddette. 196 Cfr. Bozza POR – FESR, Regione Marche 2007-2013.

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appartenenza alla propria comunità, che talvolta rischia però di tradursi in

anacronistici e paralizzanti campanilismi; è una realtà non particolarmente forte

politicamente forse anche per il modesto numero di abitanti (e quindi di elettori)

ed è di fatto priva di una città-guida che funga da “polo di attrazione” per

investimenti pubblici e privati. Che sia, in altri termini, forte politicamente,

magari anche egemone, però capace di innescare un “effetto di trascinamento” per

l’intero territorio.

Come è noto invece, la programmazione delle risorse e degli interventi

richiede, per poter essere efficace ed efficiente, “unità di intenti”: solo così infatti

è possibile tradurre in programmi concreti le denunce, le analisi, le proposte

evitando inutili sprechi di risorse.

Ora, il rischio, in una realtà territoriale come quella della Valcesano, è appunto

che il municipalismo, sedimentatosi in secoli di storia e ancora oggi presente in

molte delle nostre Amministrazioni locali, conduca ciascuna a coltivare il proprio

“orticello”, investendo denaro pubblico per servizi alla popolazione e per

migliorare la “macchina” comunale. Un tale atteggiamento si traduce però

inevitabilmente nella realizzazione di interventi frammentati ed isolati che, oltre a

produrre un’allocazione non ottimale delle risorse, difficilmente possono avviare

una fase di rilancio e di sviluppo ad ampio respiro, favorendo così il perpetuarsi di

squilibri e ritardi.

Certo è che il primo passo per invertire una tale tendenza deve

necessariamente partire da una presa di coscienza delle istituzioni e delle forze

politiche e sociali ma anche degli stessi cittadini utenti i quali, tutti, dovrebbero

farsi promotori e sostenitori di iniziative che esaminassero la situazione

complessiva del territorio, abbandonando atteggiamenti fatalisti, di chi crede che

prima o poi, anche dinanzi a forti ritardi e criticità, qualcosa dovrà pur succedere.

197 Cfr. Sintesi del nuovo documento strategico regionale.

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Grazie all’approvazione di leggi che favoriscono la cooperazione fra Enti, per

la realizzazione di infrastrutture e di servizi, oltreché per la loro gestione, si può

dire che un “salto culturale” vi è già stato. La Valcesano tuttavia, in quanto terra

di confine tra due province, incontra probabilmente maggiori difficoltà in tal

senso. Basti pensare che sul suo territorio, oltre alla Comunità Montana del Catria

e Cesano, insistono ben tre Unioni di Comuni198.

6.4.1 Le iniziative e i progetti

Da una disamina di alcune iniziative e progetti concreti che hanno coinvolto la

valle, emerge come vi siano già, in questo territorio, i semi di quella presa di

coscienza di cui si parlava poc’anzi, che esiste negli attori locali una certa

lungimiranza la quale si traduce nella consapevolezza di dover agire in modo

unitario per far sì che la Valcesano non resti una cornice vuota, ma possa trovare

il modo di esprimere al meglio tutte le sue potenzialità; sebbene, dietro l’angolo vi

sia pur sempre il rischio che nonostante i buoni propositi e la buona volontà, i

frutti di tanto impegno non siano altrettanto buoni.

Nel 1999 la CNA promosse un’iniziativa che potesse aiutare la realtà

imprenditoriale della Valcesano a “fare sistema”, ad essere competitiva nel

mercato globale, nella consapevolezza che allora la valle scontasse una certa

arretratezza, sia nelle infrastrutture (in ispecie la strada provinciale pergolese) sia

nell’attenzione delle istituzioni sovracomunali.

Il progetto, che coinvolse attori istituzionali e non, operatori economici,

associazioni presenti nel territorio199, aveva principalmente lo scopo di

“fotografare” il tessuto economico, demografico e socio-culturale della valle per

198 Per un approfondimento sull’organizzazione amministrativa della Valcesano si rimanda al paragrafo 1.2.2. 199 Nello specifico, furono coinvolti – oltre alla CNA - l’Università di Urbino, i comuni di Mondolfo, San Lorenzo in Campo, Monte Porzio, la CM del Catria e Cesano nonché la Banca di Credito Cooperativo di Sant’Andrea di Suasa.

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poi però tradursi anche in progetti imprenditoriali, in infrastrutture, in strumenti di

sviluppo economico200.

Nella fattispecie, l’analisi si proponeva i seguenti obiettivi:

- disegnare i ruoli delle piccole imprese, artigiane e industriali, nel

cambiamento dell’economia territoriale e nel configurarsi di nuovi scenari

competitivi;

- delineare politiche per il consolidamento delle componenti strategiche

individuate e, contemporaneamente, per l’evoluzione di quelle arretrate ma

suscettibili di valorizzazione (non solo economica ma sociale, ambientale,

storica, culturale, ecc.) raccogliendo in pieno lo spirito delle indicazioni

nazionali e regionali sui patti territoriali201;

- definire le esigenze del territorio secondo il complesso delle sue articolazioni

organizzative e produttive e quindi gli aspetti dell’innovazione e della

formazione del fattore umano;

- predisporre un sistema di monitoraggio sistematico sull’evoluzione del

sistema socio-economico del territorio e, in particolare, per la verifica nel

tempo della competitività nonché dell’influenza e dell’efficacia delle politiche

industriali regionali e nazionali.

200 Il Resto del Carlino, (4 dicembre 1999), Anche per la <<Valcesano>> un progetto di rilancio. 201 Si tratta di strumenti della contrattazione programmata ed espressione del partenariato sociale, basati sull'accordo tra più soggetti pubblici e privati (enti locali, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, banche, camere di commercio, soggetti privati) per l'attuazione di un programma di interventi caratterizzato da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambito subregionale, compatibile con uno sviluppo ecosostenibile. I settori interessati sono: industria, agroindustria, agricoltura, pesca e acquacoltura, servizi, turismo e l'apparato infrastrutturale, tra loro integrati. I patti territoriali possono essere attivati su tutto il territorio nazionale, fermo restando che le specifiche risorse destinate dal CIPE sono riservate esclusivamente ai patti attivabili nelle aree depresse. (Legge n.662/96 art.2, comma 203, lett. d). Cfr. il SITO WEB –www.ipi.it-.

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Il lavoro si concretizzò così nella ricerca “Sviluppo, territorio, ambiente. La

Valcesano tra vincoli ed opportunità”, presentata e discussa esattamente un anno

dopo in un convegno pubblico organizzato dalla CNA in collaborazione con

l’Università di Urbino, dove emerse un quadro che vedeva anzitutto la valle

fortemente sbilanciata verso la costa viste le maggiori opportunità occupazionali e

la presenza più capillare di infrastrutture e istituti di credito; un territorio dove

l’ambiente è sano e la qualità della vita alta, dove si lavora ma si investe poco,

dove si invecchia più a lungo ma dove calano anche le nascite a fronte però di un

boom degli immigrati extracomunitari.

In quella sede, particolare risalto ebbe la proposta di far nascere un

osservatorio permanente, un centro di monitoraggio che avrebbe dovuto

coinvolgere tutti i comuni della valle e gli altri esponenti locali, innescando così

un percorso di collaborazione che unisse progetti, politiche e strumenti finalizzati

allo sviluppo dell’intera valle; emerse cioè la necessità di rafforzare la

concertazione tra comuni e il coinvolgimento nella programmazione del territorio

assieme alle imprese.

Più in concreto, la CNA propose di puntare soprattutto sulla qualificazione dei

servizi per i cittadini e le imprese, sulle politiche di sostegno alle aree collinari e

montane, sul sostegno della specializzazione e dell’integrazione tra imprese202.

Di fatto, le indicazioni emerse dalla suddetta analisi, si rivelarono molto utili

ai fini di esplicitare le motivazioni che andarono poi a supportare e valorizzare la

proposta di un progetto di formazione territoriale: il Piano Formativo “Sviluppo ed

integrazione della Valcesano”203 reso peraltro possibile anche grazie

202 Corriere Adriatico, (22 dicembre 2000), Convegno itinerante della Cna sullo sviluppo del territorio. <<Valcesano, una ricchezza ancora tutta da valorizzare>>. 203 La proposta del Piano Formativo, oltre alla gestione tramite costituzione di una A.T.I., prevedeva il coinvolgimento di 72 dipendenti di 12 imprese localizzate nei vari comuni della Valcesano e operanti in diversi settori per un importo (co-finanziamento privato) pari a Lit.216.510.000.

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all’opportunità offerta dalla Legge 236/93 (annualità 2000)204. Si poté constatare

infatti che i processi innovativi avevano condotto al manifestarsi di forti esigenze

di formazione, non tanto scolastica di base quanto tecnico-professionale, ed in

alcuni casi di riqualificazione, rivolta in particolare ai quadri tecnici, agli

amministrativi ed in misura minore ai ricercatori e alle maestranze operaie.

D’altra parte va sottolineato come il tema dell’aggiornamento del capitale

umano sia fortemente presente tra le esigenze delle imprese in un territorio nel

quale le strutture dedicate alla formazione professionale sono molto carenti e dove

gli istituti scolastici presenti sono inadeguati a coprire il fabbisogno di

professionalità che la realtà socio-economica richiede205.

Il Piano Formativo si proponeva quindi di conseguire alcuni obiettivi ritenuti

strategici per lo sviluppo delle aziende del territorio: in particolare sul piano del

marketing e della comunicazione, sulla gestione delle risorse umane, sulla

gestione della produzione e sicurezza nei posti di lavoro, sull’automazione

industriale, sulla qualità dell’ambiente. Si mirava inoltre a favorire la capacità di

fare “rete” e sistema tra imprese e territorio attraverso la promozione delle nuove

tecnologie e della comunicazione anche ai fini di una maggiore integrazione tra le

diverse aree della valle206.

La proposta del Piano Formativo si sviluppò peraltro non solo sulla base delle

motivazioni indicate dalla ricerca, ma anche mediante il confronto continuo con le

imprese, le istituzioni, le associazioni e le parti sociali (furono fatti al riguardo 3

incontri ufficiali). L’accordo con le parti sociali testimoniava quindi da un lato, il

compimento di un percorso di condivisione e di coinvolgimento, dall’altro

204 La Legge 19 luglio 1993 n. 236 recante “Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione”, all’art. 9 “interventi di formazione professionale” dispone in merito alla promozione ed al sostegno di interventi di formazione continua. 205 Il Messaggero, (2 marzo 2002), Cna e Comuni alleati per la formazione. 206 Il Resto del Carlino, (2 marzo 2002), Cna progetto di sviluppo. Nuove tecnologie: milioni alle imprese.

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affermava con forza come la formazione continua dovesse puntare alla

valorizzazione dei punti di forza e alla riduzione delle lacune del sistema

territoriale nella consapevolezza che essa non è solo un’esigenza delle imprese ma

anche e soprattutto un diritto dei lavoratori per rafforzare e sviluppare le proprie

competenze, potenzialmente spendibili anche al di fuori dello specifico settore di

appartenenza207.

Il Progetto di sviluppo e di integrazione della Valcesano fu poi approvato nel

2002 dalla Regione Marche con un finanziamento di 219.000 euro, classificandosi

al secondo posto nella graduatoria finale regionale: <<un risultato ancor più

apprezzabile se si considera che nella nostra realtà un progetto territoriale così

articolato e ambizioso non era mai stato presentato>>208. <<Grazie ad una forte

integrazione tra tutti i soggetti attori del territorio siamo riusciti ad ottenere un

risultato importante anche sul piano culturale dando il via ad un nuovo metodo di

confronto. L’approvazione del progetto dimostra infatti che quando più soggetti

del territorio concorrono allo stesso obiettivo, si possono ottenere grandi

risultati>>209.

Nel 2000 anche la Provincia di Pesaro e Urbino, con il contributo delle

strutture dei Servizi Urbanistica, Ambiente, Uso del Suolo, LL.PP., Trasporti,

Formazione e Politiche Sociali, pubblicò un documento dal titolo “Appunti per

una politica di sviluppo e valorizzazione della Val Cesano”, nel quale veniva fatto

un inquadramento socio-economico del territorio nonché un quadro dello stato

delle strategie programmatiche maturate o in fase di definizione.

207 Regione Marche, Giunta Regionale, Servizio Formazione Professionale e Problemi del Lavoro (2000), Formulario per la presentazione dei progetti relativi alle attività formative. 208 Colombaretti L. (2002), “Piano voluto da Cna, Mondolfo, San Lorenzo e CM. Un progetto per la valle. Commento del Responsabile Territoriale della Cna”, Corriere Adriatico, 2 marzo. 209 Marchetti L. (2002) "Piano voluto da Cna, Mondolfo, San Lorenzo e CM. Un progetto per la valle. Commento del Presidente della Cna di Marotta", Corriere Adriatico, 2 marzo.

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Il documento doveva rappresentare, in altri termini, un sintetico pro memoria

dei Programmi, Progetti ed Indirizzi più significativi, in grado, cioè, di svolgere

un ruolo strategico per la valorizzazione e lo sviluppo della Valcesano210.

Il momento era quanto mai opportuno anche alla luce dell’avvio di importanti

strumenti di intervento quali quelli legati alla gestione dei Fondi Strutturali e del

Piano di Sviluppo Rurale, nonché del Patto Territoriale dell’Appennino

Marchigiano, che avrebbero interessato estese e significative parti del territorio

vallivo. Inoltre il documento avrebbe anche potuto contribuire ad arricchire con

interventi ed iniziative concrete i contorni e gli scenari già prefigurati dal Piano

Territoriale di Coordinamento.

Anche in questo caso veniva sottolineata l’importanza di lavorare insieme in

una logica di continuo e costante confronto con il fine ultimo di concertare scelte

ed orientamenti comuni.

Nel concreto, tra gli interventi più urgenti, furono programmati (con la

predisposizione dei relativi finanziamenti) quelli inerenti le infrastrutture di

collegamento, nella consapevolezza che l’isolamento della valle è senza dubbio

una delle questioni ancora non risolte e di non facile risoluzione, tanto dal punto

di vista tecnico quanto da quello finanziario.

Veniva tuttavia contemplata anche la necessità di intervenire su altri fronti

quali:

- l’ambiente e l’assetto idrogeologico, con il recupero delle aree degradate,

specie riguardo le discariche e le cave abbandonate attraverso un Progetto

volto ad attivare risorse dei Fondi Strutturali (e non solo);

- lo sviluppo urbanistico, attraverso il P.T.C.

210 Come è ovvio, i comuni presi in considerazione erano soltanto quelli appartenenti alla provincia di Pesaro e Urbino: elemento questo, tanto scontato quanto significativo per acquisire consapevolezza – una volta di più – circa le difficoltà di attuare una programmazione unitaria in un territorio di confine come quello della Valcesano.

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- i beni storico-culturali-ambientali e il turismo, attraverso un programma di

interventi predisposto dalla Provincia in applicazione del Progetto sui beni

culturali denominato “III Millennio”, per lavori di restauro e recupero;

- le politiche socio-sanitarie, attraverso il progetto di realizzazione di un

Osservatorio Provinciale sulle politiche sociali nonché di Piani Annuali

Territoriali Provinciali di intervento nei settori del sostegno dei diritti degli

immigrati ed in quello della lotta alla droga;

- la formazione professionale ed il collocamento, attraverso la continua

programmazione di corsi di formazione professionale, nonché il

potenziamento e l’adeguamento strutturale in grado di garantire un

collegamento diretto con gli uffici centrali (centri per l’impiego)211;

- gli sportelli unici per le attività produttive, mediante un progetto complessivo

per l’attivazione dei finanziamenti a sostegno della costituzione di strutture

tramite associazione di comuni capaci di operare in rete secondo standard

tecnico-procedurali omogenei.

Nel 2004 il comune di Mondolfo si fece promotore di un protocollo d’intesa,

finalizzato alla costruzione di un “Sistema Valcesano”, un progetto sperimentale

di promozione territoriale, coinvolgendo operatori economici, associazioni di

categoria, rappresentanti di tutti i comuni della vallata per valorizzare, rendendole

sistema, le peculiarità delle migliori produzioni agricole, ittiche, artigianali,

artistiche, enogastronomiche della valle. Il tutto nella volontà di continuare a

promuovere l’economia del territorio a partire dalle linee guida scaturite dalla

ricerca condotta nel 2001, specialmente negli ambiti in cui queste non erano

ancora state applicate appieno.

211 Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino (2000), Appunti per una politica di sviluppo e valorizzazione della Val Cesano. Download dal SITO WEB –www.provincia.ps.it-.

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In tal modo sarebbe stato possibile identificare tutte le potenzialità della valle

in un unico progetto di sviluppo turistico, artigianale, agricolo e commerciale,

evitando di parcellizzare le risorse.

Nel concreto, il progetto scaturì in una Mostra Mercato dell’Artigianato e dei

prodotti tipici, giunta quest’anno alla seconda edizione, a cui hanno preso parte

circa trenta aziende di cui l’80% provenienti dalla regione Marche (il 60% dalla

vallata e dalla provincia di Pesaro – Urbino) ed il restante da fuori regione

(tipicità siciliane e del trentino…); il tutto si è svolto nel corso di una “tre giorni”

completamente dedicata alla dimostrazione delle lavorazioni artistiche del ferro

battuto, legno e ceramica ed alla degustazione di prodotti tipici (vino, olio, miele,

grappa, tartufo...)212.

È di quest’anno anche un’altra iniziativa promossa nell’ambito del Programma

Leader +. Si tratta di un progetto di cooperazione interterritoriale dei Gal della

regione Marche, denominato “Laboratorio dell’ambiente e del paesaggio” che

mira appunto ad attuare un laboratorio progettuale e di ricerca nel territorio

montano delle Marche, per l’aggiornamento della cultura del progetto per il

paesaggio ed in attuazione della convenzione europea del paesaggio.

Obiettivo primario è la sperimentazione di criteri e strumenti di intervento in

grado di coinvolgere i saperi tecnici, storici, ambientali, economici, sociali,

amministrativi per accrescere l’importanza del paesaggio nella programmazione,

gestione e controllo delle azioni di trasformazione del territorio. Il progetto si

articola in tre moduli scientifico- didattici:

- gestione integrata degli aspetti ecologici e paesaggistici degli ecosistemi

montani;

- inserimento delle opere infrastrutturali nei paesaggi protetti;

212 Cfr. il SITO WEB –www.expomarche.it-.

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- valutazione delle interazioni ecologiche e riqualificazione dei paesaggi

compromessi.

Nello spirito dell’approccio Leader, il progetto mira al coinvolgimento della

più ampia rappresentanza di soggetti sia istituzionali che privati. La

partecipazione al laboratorio è infatti a titolo gratuito ed è aperta sia ai

rappresentanti degli enti locali, sia ad altri soggetti (pubblici e privati) a vario

titolo interessati alle tematiche del paesaggio, compresi liberi professionisti,

operatori economici e loro associazioni, associazioni ambientaliste213.

Nell’ambito del settore turistico iniziative e progetti vengono invece coordinati

dal STL “Marcabella”. Nel 2006 ad esempio, nel quadro dei progetti di

Accoglienza turistica degli Enti Locali214, il Comune di Fano in qualità di capofila

dell’aggregazione dei 16 Comuni appartenenti al suddetto STL, presentò il

progetto “Visioni al Museo”, offrendo agli ospiti visite guidate nei musei esistenti

nel territorio di riferimento, trasformati per l’occasione anche in luoghi di

esposizione e degustazione di prodotti tipici locali.

L’attività è stata fortemente voluta per compensare la mancanza di accoglienza

agli ospiti presenti nel territorio di Marcabella, in quanto ciò non rientrava nelle

competenze previste dal precedente ordinamento sul turismo Regionale il quale,

anzi, indirizzava i STL più verso la promo-commercializzazione di prodotti

turistici che verso l’accoglienza, ritenendo invece che quest’ultima – se di qualità

– potesse valorizzare al meglio le risorse presenti nel territorio diventando motivo

di fidelizzazione215.

213 Cfr. il SITO WEB –www.galflaminiacesano.it-. 214 Cfr. al D.D.S. 519 del 1 agosto 2006. 215 Relazione tecnico illustrativa, Progetto di accoglienza turistica Anno 2006 “Visioni al Museo”.

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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

L’analisi del sistema produttivo della Valcesano fa certamente emergere taluni

ambiti di debolezza peraltro riscontrabili in molte altre realtà anche a livello

nazionale: le imprese (prevalentemente di piccola e media dimensione) sono

ancora poco internazionalizzate; chiedono prevalentemente servizi tradizionali; le

capacità di apprendimento sono limitate anche perché esse sembra non trovino

riscontro in un sistema di formazione professionale – specie per mancanza di

strutture a ciò deputate - in grado di adeguare la manodopera occupata o in cerca

di occupazione ai continui mutamenti del mercato del lavoro. A tal proposito, il

pericolo che incombe è quello di uno scivolamento verso una situazione

caratterizzata da una sorta di replicabilità del “saper fare” e dal suo limitato

impatto strategico in quanto basato su competenze uniche ma superate dalle nuove

regole della competizione e mai rinnovate216.

Tuttavia, la presenza non marginale di imprese di produzione indica che vi è

anche una diffusa propensione a fare impresa e che le opportunità di mercato

costituiscono in realtà uno stimolo più forte dei fattori che invece frenano o

vincolano lo sviluppo: la lontananza dalle direttrici di comunicazione e dai centri

216 Occorre ricordare che le imprese di piccola e media dimensione, spesso a conduzione familiare, si aprono con difficoltà alle novità, siano esse innovazioni di processo, di prodotto o di orientamento al mercato. In tal modo, chiunque può imitare prodotti e servizi – il riferimento alla minaccia cinese è esplicito – e la competizione basata sul prezzo toglie al “saper fare” la valenza strategica ed il potenziale differenziante.

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urbani più popolati, l’effetto di attrazione esercitato dai sistemi locali più

strutturati come quelli dell’alta valle dell’Esino e del Metauro.

Del resto, ciò che contribuisce a rendere importante il ruolo dei “sistemi locali

periferici” come quello della Valcesano è soprattutto il fatto che tali sistemi

presentano sempre un’ampia serie di peculiarità in termini di produzioni,

professionalità, conoscenze e culture produttive. Queste peculiarità costituiscono

un “patrimonio” che non solo conviene non perdere ma che conviene utilizzare

per sviluppare, magari, altre produzioni valorizzando la compresenza di tante

esperienze imprenditoriali e conoscenze professionali, come si è verificato nel

caso della nautica, nonché puntando a sinergie tra settori anche assai diversi tra

loro come, ad esempio, nel caso delle produzioni alimentari o artigiane che non

solo esprimono e riflettono la qualità delle produzioni agricole e dell’artigianato

locale ma possono costituire anche momento di rilevante e crescente importanza

per un’offerta turistica diversa da quella incentrata sulle attrazioni balneari.

Ciò detto, non va tuttavia dimenticato che lo sviluppo di un territorio non

passa solo attraverso il consolidamento del tessuto di imprese che vi operano, in

quanto fondamentali risultano, ad esempio, le infrastrutture: strade migliori e

sistemi di comunicazione più efficaci non solo per le imprese ma anche per i

cittadini che debbono poter comunicare con l’esterno senza essere costretti ad

andarsene. Ciò vuol dire anche scuole più efficaci non solo per le esigenze delle

imprese ma anche per dare un’identità locale ai giovani, vuol dire spazi di

aggregazione e socializzazione per i cittadini che devono essere posti in

condizione non solo di scegliere se lavorare nel loro territorio o fuori, ma anche di

scegliere se divertirsi e stare insieme nel loro territorio o altrove.

Si tratta, in altri termini, di tutte quelle esternalità che consentono ai sistemi

locali non solo di produrre meglio, ma anche di ri-produrre le condizioni del

proprio sviluppo. In particolare, creando nel territorio le condizioni per una

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realizzazione sociale e culturale oltre che economica (professionale e

imprenditoriale) degli individui.

Qualunque politica di intervento dovrebbe inoltre basarsi su una visione di

sviluppo che sia equilibrato e sostenibile. Come si è potuto riscontrare dalle

precedenti analisi, infatti, molto spesso i principali fattori di criticità per lo

sviluppo della Valcesano sono emersi con riferimento alle aree interne collinari e

soprattutto montane, come se queste – pur all’interno dello stesso territorio - non

riuscissero a “tenere il passo” con i ritmi di sviluppo ben più frenetici delle aree

costiere.

A tal proposito, occorre tener presente che le variabili strategiche per lo

sviluppo economico e sociale di un territorio non sono mai del tutto uguali a

quelle di un altro territorio e queste differenze (e peculiarità) valgono soprattutto

proprio per le aree interne collinari e montane, stante l’importanza che solo in esse

assumono determinate risorse naturali, paesaggistiche, culturali. In particolare, la

“rinascita” di tali aree è dovuta da un lato ai valori differenziali del territorio (p.e.

prodotti tipici ma anche paesaggio, cultura, assetti relazionali), dall’altro alla

capacità – prevalentemente spontanea, ma non solo – di individuare forme di

valorizzazione per le proprie caratteristiche. Si pensi alla salubrità e all’equilibrio

dell’ambiente che possono risultare decisivi nel conferire a produzioni di vario

tipo una connotazione di peculiare qualità, un’immagine se non vincente diversa e

come tale appetibile217.

A ciò è peraltro strettamente legato il concetto di sostenibilità: eventuali

politiche di intervento non debbono creare sconvolgimenti degli equilibri naturali

o deturpare il paesaggio, specie nelle aree che di tale componente fanno un punto

di forza, un elemento imprescindibile del proprio sviluppo turistico e di immagine

complessiva nonché di identità territoriale.

217 Associazione “Alessandro Bartola”, Agrimarcheuropa (2004), cit., pagg. 232-233.

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Nella Valcesano l’obiettivo principale per il medio periodo andrebbe così

individuato nella promozione di un processo di crescita economica, con riflessi

positivi sull’occupazione, sulla produttività e su uno sviluppo stabile e duraturo

dell’economia. Allo stesso modo andrebbe evitata ad esempio la frammentazione

delle aree produttive con la nascita di aree artigianali e industriali a macchia, bensì

risulta fondamentale pianificare lo sviluppo ed operare scelte con un’ottica di

medio-lungo periodo ponendo attenzione anche all’impatto ambientale delle

soluzioni adottate per uno sviluppo ecosostenibile.

È indubbio che lo sviluppo edilizio può rappresentare il motore anche per altri

settori economici ma ciò non significa che l’urbanizzazione dei territori debba

essere perseguita senza criterio, permettendo da un lato la cementificazione di

ampie e fertili aree, specie lungo la costa, che di conseguenza risulta sempre più

congestionata, dall’altro, lasciando nel totale degrado centri storici ed edifici rurali

che con opportune politiche di recupero potrebbero invece trasformarsi in una

importante risorsa economica, innescando un processo di rivitalizzazione e di

rifunzionalizzazione attraverso cui il bene diventa sede o stimolo all’inserimento

di attività significative per la comunità locale, riuscendo anche ad attrarre flussi di

persone da centri più lontani.

È inoltre auspicabile che eventuali interventi intrapresi da parte del sistema

pubblico siano sempre più orientati ad aumentare la capacità di autocontenimento

del territorio, ovvero di concentrare attività produttive nonché servizi in quantità

tali da offrire opportunità di lavoro e residenziali alla maggior parte della

popolazione che vi è insediata evitando così che molti comuni si riducano ad

essere soltanto dei “quartieri-dormitorio”.

Il territorio considerato potrà così configurarsi davvero come un sistema locale

integrato e sviluppato, un’entità socio-economica che compendia occupazione,

acquisti, relazioni, ed opportunità sociali. D’altra parte, è questa l’unica strada da

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percorrere affinché, in un’epoca come quella attuale dove le relazioni economiche

e commerciali si sviluppano su scala globale, i territori ed i piccoli sistemi locali

come quello della Valcesano, possano svolgere un ruolo importante nell’economia

di un Paese. Questi possono cioè competere, nella misura in cui sono capaci,

anzitutto, di organizzarsi “facendo sistema” e di valorizzare al meglio le proprie

peculiarità, la cultura, le tradizioni, le produzioni tipiche e di qualità che insieme

segnano l’identità di una comunità locale rendendola unica: è con un’unità di

intenti fra pubblico e privato e con una progettualità comune e condivisa fra

settori e imprenditori che il sistema locale diventa integrato e si sviluppa poiché

questo permetterebbe di attuare scelte di lungo respiro tenendo conto di tutte le

variabili rilevanti per un’area.

D’altra parte, nella Valcesano l’aspetto della partecipazione e della coesione

tra amministratori e cittadini, la volontà di lavorare insieme rappresenta, forse

ancor più che in altre realtà territoriali vallive delle Marche, l’elemento cruciale

per il suo sviluppo.

Ciò in quanto, rispetto ad altri sistemi locali pur simili sotto certi aspetti, la

Valcesano ha dovuto e dovrà sempre fare i conti con due caratteristiche, per così

dire, connaturate al suo territorio e per le quali, evidentemente, non può essere

attribuita responsabilità ad alcuno: primo, il fatto di essere terra di confine tra due

province, secondo, di non poter contare su una città che funga da polo di

attrazione e da traino per l’intera vallata. Si tratta di veri e propri “handicap” che

non hanno certo agevolato lo sviluppo della valle ma anzi lo hanno ostacolato

favorendo l’accumularsi di un certo ritardo rispetto ad altri sistemi locali218.

Ma è proprio la consapevolezza di trovarsi in una situazione non favorevole, di

partire – tra virgolette – svantaggiati, che dovrebbe stimolare gli attori locali a

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compiere un maggiore sforzo di collaborazione, poiché se la capacità di qualsiasi

sistema economico locale di produrre benessere per la propria comunità non è un

fatto scontato e neanche un processo spontaneo, tanto meno può esserlo – viste le

premesse - in una realtà territoriale come quella della Valcesano.

Certo è che per arrivare a un tale risultato, per evitare che l’attività di

programmazione sia volta esclusivamente a predisporre soluzioni “tampone” di

problemi contingenti in modo magari caotico e non organizzato o, peggio, per

evitare che essa si traduca in una sterile enunciazione di intenti, è fondamentale

che alla base vi sia anzitutto un’identità di vallata, che non solo gli amministratori

locali ma anche i cittadini maturino un senso di appartenenza al territorio che vada

al di là dei ristretti confini comunali. In altri termini, ciò che occorre è in primo

luogo un cambiamento di mentalità, un “salto” culturale.

Sulla base di quanto emerso dall’analisi dell’attività di programmazione svolta

nella valle, risulta come anche grazie alla recente approvazione di leggi che

favoriscono la cooperazione fra Enti, oggi sia ragionevole parlare –

contrariamente al passato – dell’esistenza di una consapevolezza, almeno nelle

istituzioni e nelle forze politiche e sociali, che dinanzi a forti ritardi e criticità non

è più possibile né conveniente adottare atteggiamenti fatalisti, aspettando che

arrivi la “manna dal cielo” a risolvere certe situazioni, bensì occorre mobilitarsi e

avviarsi ad una comune programmazione delle risorse e degli interventi.

Vero è che se in passato le risorse - pur disponibili – non trovavano spesso

riscontro in una progettualità condivisa in grado di intercettarle, oggi

paradossalmente la volontà di lavorare insieme trova nella scarsità delle risorse un

218 Queste considerazioni si basano anche su quanto emerso dall’intervento del Consigliere regionale Vittoriano Solazzi al Convegno tenutosi a Monte Porzio il 28 settembre 2007 su “Sviluppo, prospettive e tradizioni della vallata del Cesano”.

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vincolo talvolta insuperabile, se le denunce, le analisi, le proposte non sanno

tradursi in programmi validi e concreti219.

Le istituzioni locali debbono quindi “attrezzarsi” sempre più in termini di

competenze e professionalità affinché il locale sia davvero riferimento dello

sviluppo, venendo a contenere in sé gli stessi fattori della competitività. Del resto,

proprio la variabile territoriale assume oggi valenza strategica, se si pensa che è la

competitività del territorio a configurare, attualmente, il principale terreno su cui

si fonda la sfida dei sistemi locali rispetto ai processi di globalizzazione.

Nella Valcesano, nonostante i passi avanti compiuti rispetto al passato, sembra

tuttavia mancare ancora oggi la capacità di addivenire ad una pianificazione

unitaria da parte delle singole amministrazioni comunali le quali probabilmente

temono gli appesantimenti che potrebbero derivarne: solo nei momenti eclatanti,

di emergenza, si riesce a far fronte comune ma più spesso ci si perde in mille

rivoli. D’altronde, non va neppure dimenticato che le istituzioni sono basi per

rendere realizzabile ciò che deve partire anche e soprattutto dai territori, dove però

spesso la mancanza di volontà, di sensibilità da parte degli attori locali fa sì che i

buoni propositi difficilmente trovino riscontro pratico.

In definitiva, sembra proprio che tutto si giochi su un processo di integrazione

sociale tra la gente che fatica a partire, su un’ “identità di vallata” che, pur nella

consapevolezza ormai diffusa della sua importanza, è probabilmente ancora tutta

da costruire, tra gli amministratori così come tra i cittadini.

219 Cfr. Convegno su “Sviluppo, prospettive e tradizioni della vallata del Cesano”.

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Proposte per un governo integrato del territorio:

È auspicabile che le questioni sin qui sollevate, possano anzitutto

rappresentare lo stimolo per un dibattito che gli attori locali (pubblici e privati)

sappiano promuovere su tutto il territorio della Valcesano, affinché si possa

costruire un progetto unitario, sia per invertire eventuali processi negativi in atto

sia per avviare una fase di rilancio e di sviluppo della valle a partire dalle (non

poche) potenzialità di cui essa è dotata.

Occorre però evitare la frammentazione degli interventi con iniziative estranee

a una logica di coesione territoriale: a tal fine vanno individuate forme di

integrazione, tra le risorse e gli interventi destinati alla riduzione degli squilibri

interni del territorio (costa-entroterra), che privilegino strategie di sviluppo

strutturale e valorizzazione di tutte le risorse locali (umane, naturali, culturali,

sociali). Oltre al nodo delle risorse e degli incentivi per lo sviluppo, occorre

dedicare attenzione alle strutture ed ai ruoli per il coordinamento delle azioni dei

singoli attori. I sistemi locali necessitano - come mai prima d’ora - di chiarezza,

regole condivise e concertate, informazioni e monitoraggi costanti

sull’avanzamento dei progetti.

Ad oggi, gli unici mezzi di cui un sistema locale come quello della Valcesano

sembra potersi avvalere per supportare e coordinare gli sforzi compiuti in tal

senso dai singoli attori sono, di fatto, le Unioni di Comuni e la Comunità Montana

i cui interventi, certamente utili, sono però limitati soltanto alla gestione

coordinata di taluni servizi.

L’associazione intercomunale oggi deve però avere un’ambizione più alta: non

soltanto gestire, più e meglio, servizi da dare ai cittadini ma recuperare anche

modelli di governance. D’altra parte, i comuni sono ormai alle prese con un

nuovo ruolo, nel welfare, per esempio: nuove e vecchie povertà, nuovi diritti,

nuovi bisogni; o nella promozione dello sviluppo locale e della competitività

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complessiva. E questo nuovo ruolo comporta inevitabilmente più competenze.

Dove c’è il piccolo c’è un patrimonio straordinario, anche di bellezze, di risorse,

di cultura, di storia, ma la questione che si pone oggi è come dare a questo

patrimonio le forme, i modi, gli strumenti per essere gestito in modo adeguato, per

dare risposte ai cittadini220.

Come più volte sottolineato in precedenza, anche nella Valcesano, la

possibilità di una crescente divaricazione sul piano dei diritti, delle possibilità,

delle opportunità tra i cittadini che vivono nell’entroterra in realtà composte da

piccoli comuni, magari montani, e coloro che invece vivono in una realtà più

strutturata, specie sul piano della dotazione infrastrutturale e di servizi quale è la

costa, rende certamente la forma delle attuali aggregazioni di comuni non

sufficiente alla costruzione socio-economica del territorio nel suo complesso, non

in grado cioè di rispondere adeguatamente alle necessità di una cooperazione

istituzionale dalla quale far scaturire politiche di sviluppo di ampio respiro.

A tal fine, non è forse così utopistico pensare alla costituzione di un unico

“Organismo di Vallata” che si incarichi di realizzare una programmazione unitaria

chiamando a raccolta tutti gli operatori istituzionali (Unioni di Comuni, Comunità

Montana, Province, Camere di Commercio, Asl, Scuole, ecc.), individuando e

attivando sinergie tra essi e le associazioni di categoria e le rappresentanze

sindacali, promuovendo forme di partecipazione dal basso, a partire quindi dagli

stessi cittadini-utenti dai quali raccogliere denunce, istanze, proposte. Ciò

significa che il “modello lineare” secondo il quale le politiche sono adottate e

imposte dall’alto, deve essere sostituito con un vero e proprio circolo virtuoso

220 Forum sull’ “Associazionismo intercomunale” (Ancona 23/24 settembre 2005), Intervento di Mario Guerra, Coordinatore Nazionale ANCI per le Unioni di Comuni. Download dal SITO WEB –www.unioni.anci.it-.

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basato sulle reti e su una partecipazione a tutti i livelli, dalla definizione delle

politiche fino alla loro attuazione221.

Una volta riconosciuto ufficialmente da tutti i protagonisti del sistema locale

come elemento polarizzante dell’intera vallata, risulterà poi strategico che tale

organismo si doti di tutti gli strumenti necessari a definire progetti di investimento

concreti, ad esempio, per infrastrutture e servizi, nonché a stabilire quali strategie

e quali risorse debbano stare dietro a tali investimenti non mancando, ovviamente,

il confronto con l’Ente Regione affinché l’impiego delle risorse sia coerente al

piano regionale di sviluppo, alla governance territoriale.

Non si tratterebbe, quindi, di fagocitare in un unico soggetto i singoli comuni o

le loro aggregazioni o di privarli della propria identità, bensì di offrir loro adeguati

strumenti di coordinamento222 che siano, peraltro, anche da stimolo a dotare il

sistema pubblico di migliori competenze e professionalità. A tal proposito, non è

da sottovalutare l’idea di offrire al sistema dei comuni un’organizzazione di corsi

che si propongano una formazione mirata per i dirigenti degli enti locali, affinché

il salto di qualità auspicabile sul piano della sensibilità politica e istituzionale,

possa trovare una sua realizzazione più fluida nella vita quotidiana delle

istituzioni.

Inoltre, la dicotomia tra titolarità di funzioni e mancanza, a volte, di

competenze e risorse per assolverle, può essere agevolmente superata proprio da

nuove forme di amministrazione concentrata che evidenziano un rinnovato modo

221 Si fa riferimento al principio di sussidiarietà, entrato a far parte dell'ordinamento giuridico italiano attraverso il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 che lo ha qualificato come principio cardine dell'Unione Europea e in virtù del quale si attribuisce la funzione, in via preferenziale, all’istituzione più vicina alle esigenze delle persone e delle comunità. 222 Dentro questo quadro, la forma unione, lo strumento che può assolvere a un ruolo fondamentale, certamente non è esaustivo ed esclusivo. Tutte le forme associative di gestione associata previste oggi dalla legge rispondono a diverse necessità ed esigenze, dagli accordi di programma alle convenzioni, fino alla compartecipazione alla costruzione di aziende.

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di rapportarsi con le comunità, basato sulla parità di reciproche posizioni e

rapporti, sulla celerità e adeguatezza di reazione alle istanze esterne, sulla

necessità, in definitiva, di avere una pubblica amministrazione più efficiente ed

efficace. Tanto più che oggi, la disponibilità delle risorse dipende dalla capacità e

dalla puntualità del legislatore, ma anche (e soprattutto) dall’intelligenza, dalla

cultura, dalla formazione e dalla capacità della classe dirigente locale: competenze

progettuali, capacità di far lavorare insieme persone e istituzioni diverse,

autorevolezza e capacità di guida, attitudine a gestire situazioni anche di conflitto.

Così come già accade in seno alle Unioni di comuni, infatti, una potenziale

fragilità per un sistema locale il cui governo sia basato su un unico organismo è

certamente riconducibile al fatto di dover convivere amministrando un ente locale

al quale fanno riferimento maggioranze politiche diverse. Sarebbe quindi

auspicabile che la componente partitica di questo nuovo soggetto fosse ridotta

all’unicità e animata da un interesse istituzionale che vada al di là delle

maggioranze del momento. L’interesse a tenere insieme, a mandare avanti un

sistema integrato in una logica di competitività e di sostenibilità volta alla

costruzione di una strategia che sia, ad un tempo, unitaria e improntata a modelli

di sussidiarietà, rispetto e valorizzazione delle diversità.

Alcune idee progettuali

Sulla base delle indicazioni scaturite dalle analisi effettuate e, in particolare,

con riferimento agli aspetti problematici dell’economia locale si possono trarre

alcune conclusioni circa le linee di intervento ritenute più efficaci nei confronti di

taluni fattori ambientali per lo sviluppo economico. Di seguito vengono così

evidenziati alcuni ambiti nei quali sarebbe opportuno indirizzare le suddette

politiche, nel quadro di un potenziale progetto di sviluppo per l’intera vallata:

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1) Ammodernamento del sistema produttivo: servizi avanzati e formazione

Constatate le carenze di cui soffre la struttura produttiva della Valcesano,

ravvisabili soprattutto nella scarsa dotazione di servizi innovativi nonché di

strutture dedicate alla formazione professionale, potrebbe essere presa in

considerazione l’idea di costituire un “Centro Servizi” di sviluppo e trasferimento

tecnologico al fine di garantire sostegno alle imprese operanti nel territorio. Tra i

servizi e le attività svolte, potrebbero rientrare, ad esempio: la formazione tecnico-

professionale attraverso l’integrazione tra il centro stesso e le scuole professionali,

le università, i centri di ricerca; la diffusione dell’informazione e delle innovazioni

sia di rilevanza settoriale sia trasversali a più settori; l’attività di ricerca, sia

applicata che rivolta al mercato; l’assistenza tecnica, sia propriamente mirata alla

produzione che alla gestione finanziaria delle imprese; l’assistenza

nell’ottenimento della certificazione di prodotti e processi223. Il poter avere

soggetti pubblici (Comuni, Province, Regione, Università) e privati (associazioni

locali di imprese, singole imprese o loro consorzi) tra i sottoscrittori di capitale

rappresenta inoltre di per sé la legittimazione di una piattaforma di lavoro che

integra e coordina protagonisti diversi a diversi livelli e che quindi ben si confà

alle esigenze di uno sviluppo integrato tra sistema produttivo e territorio.

2) Promozione di un turismo integrato e di qualità, che salvi l’ambiente e ne

valorizzi la storia

Dotata di una molteplicità di attrattive (naturali, artificiali, storiche,

ambientali, artistiche, ecc.), la Valcesano mostra di avere tutte le carte in regola

per soddisfare al meglio una domanda turistica che richiede una fruizione sempre

più evoluta e personalizzata. È possibile pensare allora a prodotti di nicchia

223 Si veda la ricerca dell’IPI (Istituto per la Promozione Industriale –www.ipi.it) svolta nel 2001 sui Centri Servizi Specialistici (CSS).

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(rivolti cioè ad un ristretto gruppo di consumatori con particolari esigenze), a

pacchetti “tematizzati”: vacanze sportive, attive, culturali, di studio, legate ad un

certo hobby o interesse, per bambini, teen agers, single… Così si potrebbero ad

esempio organizzare corsi (per imparare una tecnica nuova, studiare o

approfondire) da sviluppare nel territorio ed abbinare ad eventuali soggiorni. In

altri termini, fatta salva una proposta turistica di tipo tradizionale, che contempli –

certo - mare, sole e gastronomia si prospetta però anche l’esigenza di potenziare il

ventaglio di possibilità di fruizione del tempo libero, arricchendolo sempre più di

spunti ed episodi di carattere culturale, ambientale e folcloristico.

Ciò che va esaltato è infatti anche la dimensione territoriale dell’offerta

turistica che vuol dire turismo come opportunità di sviluppo, ma anche sostegno

alla tutela e alla conservazione di un ambiente naturale e storico unico:

agriturismo, artigianato tipico, rifunzionalizzazione di edifici rurali altrimenti

lasciati nel degrado. Il tutto possibilmente inserito nel quadro di un collegamento

funzionale tra le proposte del mare, della collina, della montagna affinché il

turismo divenga anche strumento per promuovere l’integrazione di aree che, come

quelle dell’entroterra, rischiano altrimenti di essere marginalizzate. L’offerta di

itinerari, tour eno-gastronomici e culturali dal mare alla montagna va in questa

direzione.

Altro turismo su cui puntare, sebbene per alcuni “secondario”, è inoltre il

“turismo itinerante”, attraverso la creazione di aree di accoglienza; quest’ultimo

infatti (assieme al recupero di strutture già esistenti) potrebbe rappresentare una

valida ulteriore alternativa alla scarsa offerta di strutture ricettive in talune aree

dell’entroterra rispetto alla creazione di alberghi o residence che potrebbe risultare

poco redditizia e soprattutto andare a compromettere la qualità dei luoghi. È

importante, in sostanza, promuovere una forma di turismo sostenibile, che non

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favorisca l’urbanizzazione e rispettando l’ambiente, non influisca negativamente

sulle popolazioni locali e sulle loro tradizioni.

Il tutto va però sempre inserito in un quadro di promozione e accoglienza che

sia supportato da un’azione coordinata fra i vari soggetti interessati: Regione,

Province, Comuni, Pro Loco, operatori privati e soprattutto Sistema Turistico

Locale e Gruppo di Azione Locale. Sarebbe opportuno, in particolare, che

l’azione sinergica di tali soggetti fosse volta a potenziare l’attività di

informazione-promozione del territorio a livello sopranazionale offrendo

un’immagine il più possibile coordinata della valle e presentandola come una

“nuova meta”, una “nuova destinazione” che non soffre i problemi di una

“destinazione matura”.

3) Valorizzazione del ruolo dei territori collinari e montani per uno sviluppo

equilibrato ed ecosostenibile

Dinanzi al progressivo impoverimento demografico (sempre meno persone e

sempre più anziani) spesso corrispondente anche a un impoverimento di risorse

economiche e imprenditoriali, ad una presenza rapidamente declinante sia delle

imprese del terziario (commercio, servizi alle persone e alle cose) sia delle

imprese manifatturiere, la valorizzazione dei territori collinari e montani diventa

una condizione imprescindibile se si vuole evitare che le aree interne della valle

non si configurino sempre più in termini marginali, come territori poveri e senza

identità, soggetti a qualsiasi influenza provenga dalle aree gerarchicamente

sovrastanti.

È invece auspicabile che lo sviluppo delle aree costiere funga da leva per

quelle dell’entroterra attraverso una condivisione di progetti rivolti alla

diversificazione dell’offerta di servizi turistici e a forme di cooperazione in

agricoltura, in particolare nel “biologico” e nelle tipicità, supportati dalla

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creazione di itinerari che combinino enogastronomia, cultura, tradizione,

paesaggio e ambiente. In altri termini, ciò che occorre favorire è un intreccio tra

settori diversi ma in grado, assieme, di produrre notevoli esternalità positive per

tutto il territorio: agricoltura, turismo, artigianato dovrebbero essere gli attori

chiamati a recitare ciascuno un suo ruolo in un gioco delle parti che, producendosi

in maniera sinergica, potrà tradursi nella valorizzazione delle peculiarità delle

migliori produzioni agricole, ittiche, artigianali, artistiche, enogastronomiche della

valle.

Un input in tal senso vi è già stato con il progetto “Sistema Valcesano”

sebbene esso non sia riuscito, di fatto, a realizzare tutti gli obiettivi che in

principio si proponeva. Sarebbe perciò auspicabile continuare sulla strada aperta

da questo progetto, cercando però di migliorarlo: l’obiettivo principe, che era

quello di creare un virtuoso e stretto rapporto tra i suddetti settori e quelli della

distribuzione, della ristorazione e della ricettività al fine di trasformare in valore

aggiunto l’alto livello conseguito in ciascuno di essi224, dovrebbe senz’altro essere

mantenuto ma meglio perseguito, mediante:

- l’istituzione di tavoli di prodotti tipici e biologici locali e vetrine di artigianato

artistico, il tutto all’interno di una ben definita rete promozionale affinché i

prodotti di eccellenza possano diventare elemento attivo di miglioramento

della qualità dello sviluppo e della capacità di attrazione del territorio;

- la valorizzazione dei prodotti agroalimentari ed artigianali locali dotandoli di

uno specifico “marchio di vallata”;

- la creazione di itinerari turistici dalla costa all’entroterra, in grado di

accrescere la già notevole offerta turistica integrata definita con il STL, con la

224 Cfr. Protocollo d’intesa per la definizione di un progetto sperimentale di promozione territoriale denominato “Sistema Valcesano”.

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possibilità di rendere mete di visita guidata le stesse aziende agricole ed

artigianali affinché, in linea con le nuove tendenze del mercato turistico, i

visitatori possano verificare il valore aggiunto dei metodi produttivi adottati e

la qualità della filiera produttiva costituita;

- l’individuazione e la promozione delle strategie operative di ogni singolo

soggetto finalizzate al successo dell’iniziativa nonché la creazione di uno

stretto rapporto nel rispetto dei singoli ruoli tra soggetti pubblici e privati.

4) Modernizzazione del sistema infrastrutturale, specie viario

È opinione generalizzata che uno degli elementi più penalizzanti per la

Valcesano sia rappresentato dallo stato di inadeguatezza del sistema viario, che

limita fortemente la mobilità di uomini e merci. Per non parlare poi dei crescenti

costi sociali in termini sia di incidenti sia di inquinamento ambientale connessi ad

un asse viario sempre più congestionato. La recente apertura del nuovo casello a

Marotta-Mondolfo ha certamente migliorato l’accesso all’autostrada ma,

contemporaneamente, ha richiamato mezzi pesanti dall’area industriale del

fabrianese rendendo più problematica la situazione viaria della valle.

Nata 178 anni fa, la Strada Provinciale Pergolese 424 che attraversa numerosi

centri abitati, solo di recente, dopo più di cinquant’anni, è stata oggetto di alcuni

interventi che restano tuttavia sporadici, frutto di soluzioni “tampone” di problemi

contingenti e specifici. Adeguare questa importante arteria di collegamento tra

costa ed entroterra, così come ammodernare la viabilità intervalliva, per collegare

la Valcesano alle realtà produttive di Fabriano, del medio Metauro e del Foglia,

sono divenute oggi condizioni indispensabili per avviare un rilancio complessivo

del territorio. Le risposte di cui si abbisogna vanno però ben oltre qualche

intervento sporadico connesso all’ammodernamento di alcuni tratti e questo sia

per la messa in sicurezza di una viabilità in continuo aumento sia per agevolare lo

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sviluppo delle attività produttive rispetto al quale, ad esempio, un caso

emblematico (e critico al tempo stesso) è oggi rappresentato dalla nautica: la

curiosità che fino a qualche tempo addietro destava il trasporto di grossi natanti, si

va infatti sempre più affievolendo lasciando spazio alle prime proteste, soprattutto

da parte di quegli automobilisti che si imbattono al seguito dell'evento.

Una possibile soluzione - ipotesi, peraltro, da tempo ventilata dalle varie

amministrazioni locali - consiste nella realizzazione di una circonvallazione

“bretella” che correndo parallela alla 424 e bypassando i centri abitati consenta di

deviare il traffico pesante ridando così serenità e vivibilità a zone dove sta

diventando sempre più difficile vivere. Cosa fattibile a livello urbanistico, ma non

altrettanto sembra esserlo sul piano esecutivo: torna così il “fantasma” di una terra

di confine, dove le risorse pubbliche faticano ad arrivare, specie in mancanza di

una volontà politica supportata da strategie di ampio respiro.

Infine, nell’ottica di uno sviluppo equilibrato dell’intero territorio, per quanto

riguarda le aree interne (montane), un rilievo importante va fatto in riferimento

alle infrastrutture ferroviarie; attualmente tale dotazione risulta infatti limitata e

riguarda esclusivamente la tratta Pergola-Fabriano. Sulla base dei documenti di

programmazione regionale e provinciale compare tuttora l’ipotesi di realizzazione

di un “anello” ferroviario interno alla Regione, che possa essere utilizzato per il

trasporto non soltanto delle persone ma anche delle merci. Allo sviluppo

multifunzionale della montagna si deve quindi affiancare, ove necessiti,

l’accessibilità al territorio la quale deve però essere garantita attraverso un

percorso ragionato e adatto allo sviluppo ecosostenibile del territorio. In questo

ambito è bene tener conto dei diversi assetti amministrativi territoriali presenti a

livello provinciale, quali parchi, altre aree protette e sistemi turistici locali.

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Suggerimenti per ulteriori sviluppi della ricerca

Il presente studio non ha certo la pretesa di presentarsi come un quadro

esaustivo di tutti i fattori di sviluppo di un territorio che, come è noto, non

comprendono solo le dinamiche demografiche ed economico-produttive, ma si

estendono anche alla presenza istituzionale, alla dinamicità delle espressioni

culturali e di identità dei luoghi, all’infrastrutturazione e alla disponibilità di

servizi pubblici efficaci, al complesso mercato del lavoro e all’occupazione

(sistemi locali del lavoro).

Ad ogni modo, inserendosi nella linea delle analisi volte ad aggiornare e

arricchire – sebbene solo in parte - le conoscenze necessarie a un più incisivo

governo del territorio, esso si propone certamente di stimolare un dibattito tra gli

attori locali, di produrre un terreno fertile alla nascita di idee e progettualità che

possano potenzialmente avere ricadute concrete nel territorio della Valcesano.

Così è non solo auspicabile, ma necessario che l’analisi delle condizioni di

crescita di una realtà così complessa e suscettibile di ampio sviluppo quale è la

Valcesano, non rimanga fine a se stessa esaurendosi magari in qualche convegno

o trovando, al massimo, astratta applicazione in qualche “libro dei sogni”.

In altri termini, nella consapevolezza della necessità di produrre una cultura di

governo territoriale non basato soltanto sulle occasioni di finanziamento ma,

all’interno della complessità del sistema “territorio” che costituisce una variabile

dinamica, il miglior auspicio è che indagini come questa possano riproporsi,

possibilmente arricchite da una visione ancora più ampia e articolata del sistema

locale. Ciò non significa accumulare nozioni o informazioni ma utilizzare

l’elaborazione della conoscenza per ridefinire obiettivi, problemi e strategie in

modo tempestivo, eleggendo la variabilità (e il suo monitoraggio) a costante

politica di programmazione.

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A tal fine, come a suo tempo fu proposto nell’ambito del progetto “Sviluppo,

territorio, ambiente. La Valcesano tra vincoli ed opportunità”225, sarebbe

opportuno rilanciare l’idea di un centro di monitoraggio, un sistema condiviso e

permanente di analisi e valutazione delle strutture economiche e sociali del

territorio e della loro evoluzione, al fine di fornire conoscenze scientifiche e

creare un ambiente di lavoro e confronto collaborativi per tutti i soggetti attori

della comunità locale. Un esempio su tutti: nel campo dei servizi sociali ci si

potrebbe dotare di un “osservatorio dei bisogni”, finalizzato alla raccolta delle

conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse disponibili da parte dei Comuni e

di altri soggetti istituzionali presenti nel territorio.

Risulta però cruciale che tutto si svolga ricercando la massima partecipazione

e il confronto reale con gli interlocutori, e cioè con i protagonisti dell’attività

produttiva, delle istituzioni, della cultura, ecc. affinché le indagini condotte in

modo sistematico possano realmente servire a supportare politiche e scelte di

gestione del territorio in grado di combinare la crescita economica con quella, più

complessiva, della società e dell’ambiente.

225 Vedi Capitolo 6 sulla “Programmazione”.

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275

APPENDICE STATISTICA

Elenco tabelle

Tab. A.1.1- Andamento della popolazione residente nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1951-2001) – Valori assoluti

Tab. A.1.2- Andamento della popolazione residente nei comuni della

Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

Tab. A.1.3 - Variazione percentuale della popolazione residente nei comuni

della Valcesano (1951-2001)

Tab. A.1.4 – Andamento dell’indice di vecchiaia nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

Tab. A.1.5 - Andamento dell’indice di dipendenza nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

Tab. A.1.6 - Andamento dell’indice di ricambio nei comuni della Valcesano

(1951-2001)

Tab. A.1.7 – Il movimento naturale e migratorio della popolazione nella

Valcesano (2005)

Tab. A.1.8 – La popolazione straniera residente nella Valcesano

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276

Tab. B.2.1 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia

di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Valori

assoluti

Tab. B.2.2 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia

di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice

1951= 100

Tab. B.2.3 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano (1951-2001) – Valori assoluti

Tab. B.2.4 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

Tab. B.2.5 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1951-2001) – Valori percentuali

Tab. B.2.6 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori assoluti

Tab. B.2.7 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori percentuali

Tab. B.2.8 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

Tab. B.2.9 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) –

Valori assoluti

Tab. B.2.10 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) –

Valori percentuali

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277

Tab. B.2.11 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) –

Indice 1951=100

Tab. B.2.12 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Valori

assoluti

Tab. B.2.13 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Valori

percentuali

Tab. B.2.14 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Indice

1951=100

Tab. B.2.15 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Valori assoluti

Tab. B.2.16 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Valori

Percentuali

Tab. B.2.17 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per

settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Indice

1951=100

Tab. B.2.18 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-

2001) – Valori assoluti

Tab. B.2.19 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-

2001) – Indice 1951=100

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278

Tab. B.2.20 – Andamento degli addetti alle unità locali nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1951-2001) – Valori assoluti

Tab. B.2.21 – Andamento degli addetti alle unità locali nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1951-2001) – Indice 1951=100

Tab. B.2.22 – Dimensione media aziendale (add ul / ul) per settore economico

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1951-2001)

Tab. B.2.23 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-

2006) – Valori assoluti e Indice 2002=100

Tab. B.2.24 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.25 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.26 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Valcesano (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.27 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.28 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.29 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.30 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori assoluti

Page 269: L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO · 2008-12-26 · L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO . UNO STUDIO SULL’ANDAMENTO ... (mercati di approvvigionamento e sbocco, del lavoro, delle

279

Tab. B.2.31 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.32 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Provincia di Ancona (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.33 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.34 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Regione Marche (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.35 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella

Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.36 – Variazioni percentuali imprese attive per ramo di attività

economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2002-2006)

Tab. B.2.37 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-

2006) – Valori assoluti e Indice 2002=100

Tab. B.2.38 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.39 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Valcesano (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.40 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Valcesano (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.41 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.42 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori percentuali

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280

Tab. B.2.43 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.44 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.45 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.46 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.47 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti

Tab. B.2.48 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Regione Marche (2002-2006) – Valori percentuali

Tab. B.2.49 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica

nella Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. B.2.50 – Variazioni percentuali unità locali attive per ramo di attività

economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2002-2006)

Tab. B.2.51 – Andamento delle imprese, delle imprese artigiane e delle unità

locali per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2002-2006) – Valori

assoluti

Tab. B.2.52 – Andamento delle imprese, delle imprese artigiane e delle unità

locali per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2002-2006) – Indice

2002=100

Tab. B.2.53 –Imprese per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – Valori assoluti e percentuali

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281

Tab. B.2.54 –Imprese per ramo di attività economica nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.55 – Imprese attive per ramo di attività economica e per sezioni

altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.56 – Imprese manifatturiere attive per sotto-sezioni di attività

economica nella Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.57 – Unità locali per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.58 – Unità locali per ramo di attività economica nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.59 – Unità locali attive per ramo di attività economica e per sezioni

altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. B.2.60 – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni

dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella

Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche

(2001) - Valori assoluti

Tab. B.2.61 – Indice di specializzazione produttiva nei comuni della

Valcesano, nelle sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella

Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Tab. C.3.1 – Andamento delle unità locali artigiane e dei relativi addetti nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1981-2001) – Valori assoluti

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282

Tab. C.3.2 – Andamento delle unità locali artigiane e dei relativi addetti nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

Tab. C.3.3 – Andamento delle unità locali artigiane nel commercio

all’ingrosso e al dettaglio nella Valcesano (1991-2001) – Valori assoluti e

percentuali

Tab. C.3.4 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività

economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori assoluti

Tab. C.3.5 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività

economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori percentuali

Tab. C.3.6 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività

economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia

di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

Tab. C.3.7 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di

attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori assoluti

Tab. C.3.8 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di

attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori percentuali

Tab. C.3.9 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di

attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

Tab. C.3.10 – Andamento delle imprese artigiane attive nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2002-2006) – Valori assoluti

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283

Tab. C.3.11 – Andamento delle imprese artigiane attive nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2002-2006) – Indice 2002=100

Tab. C.3.12 – Andamento delle imprese artigiane attive per settore di attività

economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti, valori percentuali,

indice 2002=100

Tab. C.3.13 – Variazione percentuale imprese artigiane attive per ramo di

attività economica (2002-2006)

Tab. C.3.14 –Imprese artigiane attive per settore di attività economica nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2006) – Valori assoluti

Tab. C.3.15 – Imprese artigiane attive per settore di attività economica nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2006) – Valori percentuali

Tab. C.3.16 – Imprese artigiane attive per ramo di attività economica e per

sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e

percentuali

Tab. C.3.17 –Imprese artigiane attive per ramo di attività economica nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. C.3.18– Imprese artigiane manifatturiere attive per sotto-sezioni di

attività economica nella Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Tab. D.4.1 – Dinamica delle aziende agricole nella Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Valori

assoluti e indice 1982=100

Tab. D.4.2 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (1982) – Valori assoluti

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284

Tab. D.4.3 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (1990) – Valori assoluti

Tab. D.4.4 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.5 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (1982) – Valori assoluti e percentuali

Tab. D.4.6 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (1990) – Valori assoluti e percentuali

Tab. D.4.7 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in

ettari), (2000) – Valori assoluti e percentuali

Tab. D.4.8 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata

nella Valcesano (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.9 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata

nella Provincia di Pesaro e Urbino (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori

assoluti

Tab. D.4.10 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola

utilizzata nella Provincia di Ancona (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori

assoluti

Tab. D.4.11 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola

utilizzata nella Regione Marche (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori

assoluti

Tab. D.4.12 – Dinamica dell’indice di dispersione delle aziende agricole nella

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982-2000) – Valori assoluti e indice 1982=100

Tab. D.4.13 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1982) – Valori assoluti

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285

Tab. D.4.14 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1990) – Valori assoluti

Tab. D.4.15 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.16 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1982) – Valori percentuali

Tab. D.4.17 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (1990) – Valori percentuali

Tab. D.4.18 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione

nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2000) – Valori percentuali

Tab. D.4.19.1 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per

forma di conduzione∗ nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.19.2 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per

forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.19.3 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per

forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.20 – Dinamica delle aziende con allevamenti e relativo peso

percentuale sulle aziende agricole nei comuni della Valcesano, Provincia di

Page 276: L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO · 2008-12-26 · L’ECONOMIA DELLA VALLE DEL CESANO . UNO STUDIO SULL’ANDAMENTO ... (mercati di approvvigionamento e sbocco, del lavoro, delle

286

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Valori

assoluti e percentuali

Tab. D.4.21 – Dinamica delle aziende con allevamenti nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982-2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.22 – Aziende con allevamenti e aziende con bovini, suini, ovini,

bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli e relativo numero di capi nei comuni

della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.23 – Aziende con allevamenti e aziende con bovini, suini, ovini,

bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli e relativo numero di capi nei comuni

della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (2000) – Valori percentuali

Tab. D.4.24 – Andamento della SAU e della SAT nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-

2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.25 – Andamento della SAU e della SAT nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-

2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.26 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.27 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni nei

comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (2000) – Valori percentuali

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287

Tab. D.4.28 – Dinamica della composizione della SAU nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982-2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.29 – Dinamica della composizione della SAU nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982-2000) – Indice 1982=100

Tab. D.4.30 – Aziende con seminativi e relativa superficie per principali

coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori

assoluti

Tab. D.4.31 – Aziende con seminativi e relativa superficie per principali

coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori

percentuali

Tab. D.4.32 – Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie

per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno

2000) – Valori assoluti

Tab. D.4.33 – Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie

per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno

2000) – Valori percentuali

Tab. E.5.1 – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni

della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (2001-2006)

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288

Tab. E.5.2 – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni

della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (2001-2006) – Base 2001=100

Tab. E.5.3 – Movimento turistico e variazioni percentuali nelle strutture

alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2006)

Tab. E.5.4 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2001) – Valori assoluti

Tab. E.5.5 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2002) – Valori assoluti

Tab. E.5.6 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2003) – Valori assoluti

Tab. E.5.7 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2004) – Valori assoluti

Tab. E.5.8 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2005) – Valori assoluti

Tab. E.5.9 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2006) – Valori assoluti

Tab. E.5.10 - Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi

complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2001-2006) – Base 2001=100

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289

Tab. E.5.11 – Strutture alberghiere ed extralberghiere nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(anno 2006) – Valori assoluti

Tab. E.5.12 – Consistenza delle strutture ricettive per tipologia della struttura

nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (anno 2006) – Valori assoluti

Tab. E.5.13 – Permanenza media nelle strutture ricettive (alberghiere ed

extralberghiere) nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (2001-2006) – Valori assoluti

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290

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291

APPENDICE A

Tab. A.1.1- Andamento della popolazione residente nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Valori assoluti

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 4.459 4.051 3.708 3.846 3.803 3.849 Mondolfo 5.617 5.985 6.928 9.443 10.374 11.076 Monte Porzio 2.637 2.376 1.864 2.153 2.198 2.239 San Costanzo 5.251 4.526 3.977 3.916 3.980 4.131 Castel Colonna 1.544 1.286 969 856 950 967 Corinaldo 7.217 6.066 5.362 5.360 5.236 5.147 Monterado 1.650 1.566 1.286 1.414 1.471 1.563 Collina litoranea 28.375 25.856 24.094 26.988 28.012 28.972 Fratte Rosa 2.200 1.837 1.341 1.158 1.092 1.033 Pergola 12.686 10.034 8.299 7.821 7.169 6.807 San Lorenzo in Campo 4.138 3.519 3.301 3.371 3.354 3.354 Castelleone di Suasa 2.149 1.850 1.480 1.541 1.641 1.692 Collina interna 21.173 17.240 14.421 13.891 13.256 12.886 Frontone 2.103 1.602 1.303 1.340 1.300 1.304 Serra Sant'Abbondio 2.183 1.616 1.394 1.322 1.307 1.183 Montagna interna 4.286 3.218 2.697 2.662 2.607 2.487 Valcesano 53.834 46.314 41.212 43.541 43.875 44.345 Pesaro e Urbino 334.834 314.741 316.383 333.488 335.979 351.216 Ancona 399.143 405.709 416.611 433.417 437.263 448.627 Marche 1.364.030 1.347.489 1.359.907 1.412.404 1.429.205 1.471.123

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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292

Tab. A.1.2- Andamento della popolazione residente nei comuni della Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 100 91 83 86 85 86 Mondolfo 100 107 123 168 185 197 Monte Porzio 100 90 71 82 83 85 San Costanzo 100 86 76 75 76 79 Castel Colonna 100 83 63 55 62 63 Corinaldo 100 84 74 74 73 71 Monterado 100 95 78 86 89 95 Collina litoranea 100 91 85 95 99 102 Fratte Rosa 100 84 61 53 50 47 Pergola 100 79 65 62 57 54 San Lorenzo in Campo 100 85 80 81 81 81 Castelleone di Suasa 100 86 69 72 76 79 Collina interna 100 81 68 66 63 61 Frontone 100 76 62 64 62 62 Serra Sant'Abbondio 100 74 64 61 60 54 Montagna interna 100 75 63 62 61 58 Valcesano 100 86 77 81 82 82 Pesaro e Urbino 100 94 94 100 100 105 Ancona 100 102 104 109 110 112 Marche 100 99 100 104 105 108

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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293

Tab. A.1.3 - Variazione percentuale della popolazione residente nei comuni della Valcesano (1951-2001)

Comuni 61/51 71/61 81/71 91/81 2001/91 2001/51 Mondavio -9 -8 4 -1 1 -14 Mondolfo 7 16 36 10 7 97 Monte Porzio -10 -22 16 2 2 -15 San Costanzo -14 -12 -2 2 4 -21 Castel Colonna -17 -25 -12 11 2 -37 Corinaldo -16 -12 0 -2 -2 -29 Monterado -5 -18 10 4 6 -5 Collina litoranea -9 -7 12 4 3 2 Fratte Rosa -17 -27 -14 -6 -5 -53 Pergola -21 -17 -6 -8 -5 -46 San Lorenzo in Campo -15 -6 2 -1 0 -19 Castelleone di Suasa -14 -20 4 6 3 -21 Collina interna -19 -16 -4 -5 -3 -39 Frontone -24 -19 3 -3 0 -38 Serra Sant'Abbondio -26 -14 -5 -1 -9 -46 Montagna interna -25 -16 -1 -2 -5 -42 Valcesano -14 -11 6 1 1 -18 Pesaro e Urbino -6 1 5 1 5 5 Ancona 2 3 4 1 3 12 Marche -1 1 4 1 3 8

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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294

Tab. A.1.4 – Andamento dell’indice di vecchiaia nei comuni della Valcesano (1951-2001)

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 33 46 62 83 120 170 Mondolfo 38 48 48 58 96 143 Monte Porzio 26 57 51 76 126 170 San Costanzo 32 42 50 77 99 158 Castel Colonna 27 33 55 71 100 182 Corinaldo 29 48 59 87 137 198 Monterado 29 41 38 74 129 164 Collina litoranea 31 46 53 72 111 162 Fratte Rosa 34 54 78 137 184 218 Pergola 34 61 90 127 214 262 San Lorenzo in Campo 37 65 81 109 161 213 Castelleone di Suasa 26 43 62 85 126 147 Collina interna 34 59 83 118 185 226 Frontone 34 63 99 121 179 240 Serra Sant' Abbondio 43 69 95 165 207 276 Montagna interna 39 66 97 140 192 257 Valcesano 33 52 64 89 135 184 Pesaro e Urbino 33 48 55 78 131 164 Ancona 35 50 59 83 139 177 Marche 35 53 56 81 131 169

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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295

Tab. A.1.5 - Andamento dell’indice di dipendenza nei comuni della Valcesano (1951-2001)

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 46 44 57 54 50 55 Mondolfo 47 45 52 56 47 48 Monte Porzio 53 50 50 55 51 54 San Costanzo 46 47 56 53 50 53 Castel Colonna 44 44 51 47 51 54 Corinaldo 48 43 52 57 55 59 Monterado 49 44 54 48 51 53 Collina litoranea 47 45 53 54 50 52 Fratte Rosa 46 49 59 59 58 59 Pergola 46 42 50 60 60 64 San Lorenzo in Campo 46 42 55 57 55 61 Castelleone di Suasa 48 46 55 52 49 61 Collina interna 46 43 52 58 57 62 Frontone 46 48 50 65 61 59 Serra Sant'Abbondio 52 48 49 56 63 71 Montagna interna 49 48 50 60 62 64 Valcesano 47 44 53 56 53 56 Pesaro e Urbino 48 45 53 53 48 52 Ancona 44 43 50 52 48 53 Marche 46 41 51 52 46 53

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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296

Tab. A.1.6 - Andamento dell’indice di ricambio nei comuni della Valcesano (1951-2001)

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 30 47 81 56 88 109 Mondolfo 33 39 88 59 62 120 Monte Porzio 25 31 74 66 75 121 San Costanzo 25 50 79 60 90 104 Castel Colonna 19 40 72 77 81 130 Corinaldo 25 41 91 63 89 119 Monterado 20 40 76 40 77 96 Collina litoranea 26 42 83 60 77 115 Fratte Rosa 23 43 80 77 109 136 Pergola 25 46 111 91 104 158 San Lorenzo in Campo 30 53 113 63 95 163 Castelleone di Suasa 23 42 80 56 100 189 Collina interna 26 47 105 78 102 161 Frontone 37 59 125 109 111 140 Serra Sant'Abbondio 34 52 132 84 121 159 Montagna interna 35 56 129 95 116 149 Valcesano 27 45 93 67 87 128 Pesaro e Urbino 30 42 85 62 77 131 Ancona 34 45 90 69 82 139 Marche 31 43 85 70 83 133

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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297

Tab. A.1.7 – Il movimento naturale e migratorio della popolazione nella Valcesano (2005)

Comuni Tasso di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di incremento

naturale

Tasso di incremento migratorio

Tasso di incremento

totale

Mondavio 10,45 10,45 0 -0,76 -0,76 Mondolfo 8,67 7,56 1,12 13,14 14,26 Monte Porzio 6,16 11,50 -5,34 20,13 14,79 San Costanzo 11,94 8,56 3,38 19,37 22,75 Castel Colonna 4,97 9,93 -4,97 0,99 -3,97 Corinaldo 6,55 13,50 -6,94 5,01 -1,93 Monterado 6,38 7,97 -1,59 43,57 41,98 Collina litoranea 8,55 9,50 -0,95 12,91 11,96 Fratte Rosa 6,91 12,83 -5,92 2,96 -2,96 Pergola 6,30 15,97 -9,67 4,10 -5,57 San Lorenzo in Campo 7,56 11,92 -4,36 6,10 1,74 Castelleone di Suasa 9,41 7,05 2,35 -8,82 -6,47 Collina interna 7,09 13,48 -6,39 2,85 -3,54 Frontone 3,73 11,19 -7,46 -0,75 -8,21 Serra Sant'Abbondio 2,57 9,43 -6,86 0,86 -6,00 Montagna interna 3,19 10,37 -7,18 0,00 -7,18 Valcesano 7,85 10,67 -2,83 9,37 6,54 Pesaro e Urbino 9,32 9,87 -0,55 9,82 9,28 Ancona 8,87 10,43 -1,55 8,19 6,64 Marche 8,79 10,17 -1,38 7,94 6,56

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. A.1.8 – La popolazione straniera residente nella Valcesano

Provenienze Maschi % Femmine % Totale % Unione Europea 133 20 170 31 303 25 Altri Paesi europei 5 1 8 1 13 1 Africa 374 56 214 39 588 48 America 32 5 70 13 102 8 Asia 127 19 93 17 220 18 Totale 671 100 555 100 1226 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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298

APPENDICE B

Tab. B.2.1 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Valori assoluti

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 120 121 117 212 283 286 Mondolfo 174 278 393 631 907 966 Monte Porzio 94 111 114 186 179 208 San Costanzo 110 196 211 266 270 309 Castel Colonna 44 19 24 43 71 65 Corinaldo 194 148 238 302 429 433 Monterado 65 57 47 78 88 103 Collina litoranea 801 930 1.144 1.718 2.227 2.370 Fratte Rosa 58 72 49 81 76 73 Pergola 333 356 361 390 504 507 San Lorenzo in Campo 140 165 187 242 299 260 Castelleone di Suasa 63 111 80 117 146 146 Collina interna 594 704 677 830 1.025 986 Frontone 52 66 46 66 103 102 Serra Sant'Abbondio 33 34 51 49 64 45 Montagna interna 85 100 97 115 167 147 Valcesano 1.480 1.734 1.918 2.663 3.419 3.503 Pesaro e Urbino 8.803 12.610 16.824 22.602 26.164 31.432 Ancona 13.520 16.293 18.636 24.906 27.950 34.394 Marche 42.329 55.204 67.686 95.796 105.926 123.607

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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299

Tab. B.2.2 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951= 100

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 100 101 98 177 236 238 Mondolfo 100 160 226 363 521 555 Monte Porzio 100 118 121 198 190 221 San Costanzo 100 178 192 242 245 281 Castel Colonna 100 43 55 98 161 148 Corinaldo 100 76 123 156 221 223 Monterado 100 88 72 120 135 158 Collina litoranea 100 116 143 214 278 296 Fratte Rosa 100 124 84 140 131 126 Pergola 100 107 108 117 151 152 San Lorenzo in Campo 100 118 134 173 214 186 Castelleone di Suasa 100 176 127 186 232 232 Collina interna 100 119 114 140 173 166 Frontone 100 127 88 127 198 196 Serra Sant'Abbondio 100 103 155 148 194 136 Montagna interna 100 118 114 135 196 173 Valcesano 100 117 130 180 231 237 Pesaro e Urbino 100 143 191 257 297 357 Ancona 100 121 138 184 207 254 Marche 100 130 160 226 250 292

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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300

Tab. B.2.3 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori assoluti

1951 1961 1971 Comuni

Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv Mondavio 65 43 12 56 52 13 51 54 12 Mondolfo 78 69 27 81 160 37 165 165 63 Monte Porzio 59 25 10 56 38 17 52 44 18 San Costanzo 43 57 10 88 85 23 90 96 25 Castel Colonna 32 8 4 10 6 3 11 11 2 Corinaldo 98 67 29 71 58 19 106 97 35 Monterado 45 15 5 26 28 3 20 21 6 Collina litoranea 420 284 97 388 427 115 495 488 161 Fratte Rosa 40 13 5 37 29 6 20 25 4 Pergola 144 146 43 154 149 53 139 161 61 San Lorenzo in Campo 60 68 12 74 67 24 77 78 32 Castelleone di Suasa 35 19 9 48 53 10 39 31 10 Collina interna 279 246 69 313 298 93 275 295 107 Frontone 33 15 4 40 23 3 15 28 3 Serra Sant'Abbondio 20 13 0 7 23 4 8 38 5 Montagna interna 53 28 4 47 46 7 23 66 8 Valcesano 752 558 170 748 771 215 793 849 276 Pesaro e Urbino 3.791 4.036 976 4.854 6.152 1.604 6.197 8.060 2.567 Ancona 6.661 5.254 1.605 6.421 8.080 1.792 6.554 9.704 2.378 Marche 21.127 16.578 4.624 22.966 25.904 6.334 26.637 32.076 8.973

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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301

Tab. B.2.3 (Segue) – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori assoluti

1981 1991 2001 Comuni

Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv Mondavio 88 91 33 109 95 79 104 84 98 Mondolfo 229 308 94 301 351 255 318 300 348 Monte Porzio 88 75 23 78 59 42 87 56 65 San Costanzo 136 103 27 126 91 53 153 81 75 Castel Colonna 20 16 7 38 8 25 32 12 21 Corinaldo 122 130 50 196 110 123 178 106 149 Monterado 41 26 11 48 22 18 53 23 27 Collina litoranea 724 749 245 896 736 595 925 662 783 Fratte Rosa 42 34 5 42 25 9 33 22 18 Pergola 122 209 59 184 161 159 186 141 180 San Lorenzo in Campo 82 128 32 112 108 79 104 79 77 Castelleone di Suasa 41 62 14 61 59 26 67 44 35 Collina interna 287 433 110 399 353 273 390 286 310 Frontone 23 34 9 48 26 29 42 24 36 Serra Sant'Abbondio 8 35 6 23 23 18 18 14 13 Montagna interna 31 69 15 71 49 47 60 38 49 Valcesano 1.042 1.251 370 1.366 1.138 915 1.375 986 1.142 Pesaro e Urbino 8.243 8.754 5.605 8.888 9.079 8.197 10.278 8.579 12.575 Ancona 8.735 10.946 5.225 8.528 10.650 8.772 9.383 10.832 14.179 Marche 38.319 37.619 19.858 37.161 37.308 31.457 39.587 35.967 48.053

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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302

Tab. B.2.4 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

1951 1961 1971 Comuni

Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv Mondavio 100 100 100 86 121 108 78 126 100 Mondolfo 100 100 100 104 232 137 212 239 233 Monte Porzio 100 100 100 95 152 170 88 176 180 San Costanzo 100 100 100 205 149 230 209 168 250 Castel Colonna 100 100 100 31 75 75 34 138 50 Corinaldo 100 100 100 72 87 66 108 145 121 Monterado 100 100 100 58 187 60 44 140 120 Collina litoranea 100 100 100 92 150 119 118 172 166 Fratte Rosa 100 100 100 93 223 120 50 192 80 Pergola 100 100 100 107 102 123 97 110 142 San Lorenzo in Campo 100 100 100 123 99 200 128 115 267 Castelleone di Suasa 100 100 100 137 279 111 111 163 111 Collina interna 100 100 100 112 121 135 99 120 155 Frontone 100 100 100 121 153 75 45 187 75 Serra Sant'Abbondio 100 100 100 35 177 400 40 292 500 Montagna interna 100 100 100 89 164 175 43 236 200 Valcesano 100 100 100 99 138 126 105 152 162 Pesaro e Urbino 100 100 100 128 152 164 163 200 263 Ancona 100 100 100 96 154 112 98 185 148 Marche 100 100 100 109 156 137 126 193 194

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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303

Tab. B.2.4 (Segue) – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

1981 1991 2001 Comuni

Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv Mondavio 135 212 275 168 221 658 160 195 817 Mondolfo 294 446 348 386 509 944 408 435 1.289 Monte Porzio 149 300 230 132 236 420 147 224 650 San Costanzo 316 181 270 293 160 530 356 142 750 Castel Colonna 63 200 175 119 100 625 100 150 525 Corinaldo 124 194 172 200 164 424 182 158 514 Monterado 91 173 220 107 147 360 118 153 540 Collina litoranea 172 264 253 213 259 613 220 233 807 Fratte Rosa 105 262 100 105 192 180 83 169 360 Pergola 85 143 137 128 110 370 129 97 419 San Lorenzo in Campo 137 188 267 187 159 658 173 116 642 Castelleone di Suasa 117 326 156 174 311 289 191 232 389 Collina interna 103 176 159 143 143 396 140 116 449 Frontone 70 227 225 145 173 725 127 160 900 Serra Sant'Abbondio 40 269 600 115 177 1.800 90 108 1.300 Montagna interna 58 246 375 134 175 1.175 113 136 1.225 Valcesano 139 224 218 182 204 538 183 177 672 Pesaro e Urbino 217 217 574 234 225 840 271 213 1.288 Ancona 131 208 326 128 203 547 141 206 883 Marche 181 227 429 176 225 680 187 217 1.039

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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304

Tab. B.2.5 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) –

Valori percentuali

Valcesano Settore di attività economica 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria 51 43 41 39 40 39 Commercio 38 44 44 47 33 28 Servizi 11 12 14 14 27 33 Totale 100 100 100 100 100 100

Pesaro e Urbino 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria 43 38 37 36 34 33 Commercio 46 49 48 39 35 27 Servizi 11 13 15 25 31 40 Totale 100 100 100 100 100 100

Ancona 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria 49 39 35 35 31 27 Commercio 39 50 52 44 38 31 Servizi 12 11 13 21 31 41 Totale 100 100 100 100 100 100

Marche 1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria 50 42 39 40 35 32 Commercio 39 47 47 39 35 29 Servizi 11 11 13 21 30 39 Totale 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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305

Tab. B.2.6 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori assoluti

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N AddettiIndustria 789 1.678 776 2.311 842 4.865 1.140 7.195 1.496 7.240 1.460 7.342 Commercio 588 974 791 1.344 883 1.485 1.300 2.639 1.413 2.668 1.295 2.653 Servizi 222 451 275 545 351 659 896 2.908 1.178 3.178 1.428 3.970 Valcesano 1.599 3.103 1.842 4.200 2.076 7.009 3.336 12.742 4.087 13.086 4.183 13.965

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.7 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Valori percentuali

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 49 54 42 55 41 69 34 56 37 55 35 53 Commercio 37 31 43 32 43 21 39 21 35 20 31 19 Servizi 14 15 15 13 17 9 27 23 29 24 34 28 Valcesano 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.8 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (1951-2001) – Indice 1951=100

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 100 100 98 141 107 290 144 425 190 431 185 438 Commercio 100 100 135 139 150 152 221 271 240 274 220 272 Servizi 100 100 124 121 158 146 404 645 531 705 643 880 Valcesano 100 100 115 135 130 226 209 411 256 422 262 450

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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306

Tab. B.2.9 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) – Valori assoluti

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 4.083 14.384 5.357 24.092 6.579 37.506 8.915 53.104 9.782 52.674 10.937 62.904 Commercio 4.332 8.290 6.564 12.550 8.430 15.542 11.182 25.189 11.662 25.746 11.498 27.088 Servizi 1.271 3.528 1.990 5.333 3.085 7.438 7.734 34.495 9.789 41.805 14.447 49.635 Pesaro e Urbino 9.686 26.202 13.911 41.975 18.094 60.486 27.831 112.788 31.233 120.225 36.882 139.627

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.10 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) – Valori percentuali

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 42 55 39 57 36 62 32 47 31 44 30 45 Commercio 45 32 47 30 47 26 40 22 37 21 31 19 Servizi 13 13 14 13 17 12 28 31 31 35 39 36 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.11 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (1951-2001) – Indice 1951=100

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 100 100 131 167 161 261 218 369 240 366 268 437 Commercio 100 100 152 151 195 187 258 304 269 311 265 327 Servizi 100 100 157 151 243 211 608 978 770 1.185 1.137 1.407 Pesaro e Urbino 100 100 144 160 187 231 287 430 322 459 381 533

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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307

Tab. B.2.12 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Valori assoluti

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 7.116 33.801 6.998 41.939 7.165 55.559 9.914 70.688 9.665 68.447 10.119 76.232 Commercio 5.682 11.263 8.604 17.866 10.167 22.358 13.291 32.259 13.184 33.674 13.808 35.544 Servizi 1.949 9.580 2.195 11.563 2.904 14.624 9.092 52.010 10.975 63.664 17.187 76.368 Ancona 14.747 54.644 17.797 71.368 20.236 92.541 32.297 154.957 33.824 165.785 41.114 188.144

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.13 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Valori percentuali

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 48 62 39 59 35 60 31 46 29 41 25 41 Commercio 39 21 48 25 50 24 41 21 39 20 34 19 Servizi 13 18 12 16 14 16 28 34 32 38 42 41 Ancona 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.14 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (1951-2001) – Indice 1951=100

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali Settore di

attività economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 100 100 98 124 101 164 139 209 136 202 142 226 Commercio 100 100 151 159 179 199 234 286 232 299 243 316 Servizi 100 100 113 121 149 153 466 543 563 665 882 797 Ancona 100 100 121 131 137 169 219 284 229 303 279 344

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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308

Tab. B.2.15 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Valori assoluti

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali

Settore di attività

economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 22.526 81.908 24.978 120.758 28.676 174.599 42.008 249.280 41.534 239.687 42.137 256.817Commercio 17.982 33.617 27.728 53.495 33.725 66.722 46.245 101.708 47.189 107.510 47.046 111.643Servizi 5.841 20.447 7.786 26.682 10.843 34.954 30.165 144.411 37.759 175.068 56.582 209.813Marche 46.349 135.972 60.492 200.935 73.244 276.275 118.418 495.399 126.482 522.265 145.765 578.273

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.16 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Valori Percentuali

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali Settore di

attività economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 49 60 41 60 39 63 35 50 33 46 29 44 Commercio 39 25 46 27 46 24 39 21 37 21 32 19 Servizi 13 15 13 13 15 13 25 29 30 34 39 36 Marche 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.17 – Andamento delle unità locali e degli addetti alle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951=100

1951 Unità locali

1961 Unità locali

1971 Unità locali

1981 Unità locali

1991 Unità locali

2001 Unità locali Settore di

attività economica N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti N Addetti

Industria 100 100 111 147 127 213 186 304 184 293 187 314 Commercio 100 100 154 159 188 198 257 303 262 320 262 332 Servizi 100 100 133 130 186 171 516 706 646 856 969 1.026 Marche 100 100 131 148 158 203 255 364 273 384 314 425

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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309

Tab. B.2.18 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Valori assoluti

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 127 128 126 255 341 337 Mondolfo 174 289 424 750 1.041 1.127 Monte Porzio 102 115 127 216 201 243 San Costanzo 113 201 220 315 298 350 Castel Colonna 46 20 26 56 80 76 Corinaldo 206 155 246 376 506 496 Monterado 72 68 68 114 120 142 Collina litoranea 840 976 1.237 2.082 2.587 2.771 Fratte Rosa 65 76 55 99 101 91 Pergola 367 375 389 510 611 629 San Lorenzo in Campo 147 174 198 305 376 322 Castelleone di Suasa 70 127 91 168 181 175 Collina interna 649 752 733 1.082 1.269 1.217 Frontone 74 71 51 91 140 126 Serra Sant'Abbondio 36 43 55 81 91 69 Montagna interna 110 114 106 172 231 195 Valcesano 1.599 1.842 2.076 3.336 4.087 4.183 Pesaro e Urbino 9.686 13.911 18.094 27.831 31.233 36.882 Ancona 14.747 17.797 20.236 32.297 33.824 41.114 Marche 46.349 60.492 73.244 118.418 126.482 145.765

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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310

Tab. B.2.19 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951=100

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 100 101 99 201 269 265 Mondolfo 100 166 244 431 598 648 Monte Porzio 100 113 125 212 197 238 San Costanzo 100 178 195 279 264 310 Castel Colonna 100 43 57 122 174 165 Corinaldo 100 75 119 183 246 241 Monterado 100 94 94 158 167 197 Collina litoranea 100 116 147 248 308 330 Fratte Rosa 100 117 85 152 155 140 Pergola 100 102 106 139 166 171 San Lorenzo in Campo 100 118 135 207 256 219 Castelleone di Suasa 100 181 130 240 259 250 Collina interna 100 116 113 167 196 188 Frontone 100 96 69 123 189 170 Serra Sant'Abbondio 100 119 153 225 253 192 Montagna interna 100 104 96 156 210 177 Valcesano 100 115 130 209 256 262 Pesaro e Urbino 100 144 187 287 322 381 Ancona 100 121 137 219 229 279 Marche 100 131 158 255 273 314

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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311

Tab. B.2.20 – Andamento degli addetti alle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) –

Valori assoluti Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 235 391 706 1.338 1.079 1.287 Mondolfo 416 747 1.826 3.086 3.177 3.551 Monte Porzio 161 235 308 992 874 891 San Costanzo 196 341 523 749 766 758 Castel Colonna 63 44 48 133 270 194 Corinaldo 374 347 736 1.600 1.767 1.763 Monterado 122 122 451 332 363 588 Collina litoranea 1.567 2.227 4.598 8.230 8.296 9.032 Fratte Rosa 122 163 133 334 232 295 Pergola 837 952 1.268 2.014 2.015 2.186 San Lorenzo in Campo 270 427 479 957 1.230 1.253 Castelleone di Suasa 126 190 294 556 529 523 Collina interna 1.355 1.732 2.174 3.861 4.006 4.257 Frontone 101 135 83 407 492 406 Serra Sant'Abbondio 80 106 154 244 292 270 Montagna interna 181 241 237 651 784 676 Valcesano 3.103 4.200 7.009 12.742 13.086 13.965 Pesaro e Urbino 26.202 41.975 60.486 112.788 120.225 139.627 Ancona 54.644 71.368 92.541 154.957 165.785 188.144 Marche 135.972 200.935 276.275 495.399 522.265 578.273

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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312

Tab. B.2.21 – Andamento degli addetti alle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) –

Indice 1951=100 Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Mondavio 100 166 300 569 459 548 Mondolfo 100 180 439 742 764 854 Monte Porzio 100 146 191 616 543 553 San Costanzo 100 174 267 382 391 387 Castel Colonna 100 70 76 211 429 308 Corinaldo 100 93 197 428 472 471 Monterado 100 100 370 272 298 482 Collina litoranea 100 142 293 525 529 576 Fratte Rosa 100 134 109 274 190 242 Pergola 100 114 151 241 241 261 San Lorenzo in Campo 100 158 177 354 456 464 Castelleone di Suasa 100 151 233 441 420 415 Collina interna 100 128 160 285 296 314 Frontone 100 134 82 403 487 402 Serra Sant'Abbondio 100 133 193 305 365 338 Montagna interna 100 133 131 360 433 373 Valcesano 100 135 226 411 422 450 Pesaro e Urbino 100 160 231 430 459 533 Ancona 100 131 169 284 303 344 Marche 100 148 203 364 384 425

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.22 – Dimensione media aziendale (add ul / ul) per settore economico nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1951-2001)

Settori di attività economica 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Industria 2,1 3,0 5,8 6,3 4,8 5,0 Commercio 1,6 1,7 1,7 2,0 1,9 2,0 Servizi 2,0 1,9 1,9 3,2 2,7 2,8 Valcesano 1,9 2,3 3,4 3,8 3,2 3,3

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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313

Tab. B.2.23 – Andamento delle imprese nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti e Indice

2002=100

Comuni 2002 2003 2004 2005 2006 2002 2003 2004 2005 2006

Mondavio 434 423 440 450 436 100 97 101 104 100 Mondolfo 1.212 1.216 1.227 1.239 1.248 100 100 101 102 103 Monte Porzio 299 305 310 320 338 100 102 104 107 113 San Costanzo 513 511 532 538 534 100 100 104 105 104 Castel Colonna 119 122 119 119 113 100 103 100 100 95 Corinaldo 778 761 751 741 732 100 98 97 95 94 Monterado 163 166 165 172 173 100 102 101 106 106 Collina litoranea 3.518 3.504 3.544 3.579 3.574 100 100 101 102 102 Fratte Rosa 165 161 165 164 168 100 98 100 99 102 Pergola 837 828 839 833 838 100 99 100 100 100 San Lorenzo in C. 397 393 399 400 405 100 99 101 101 102 Castelleone di Suasa 262 258 259 260 260 100 98 99 99 99 Collina interna 1.661 1.640 1.662 1.657 1.671 100 99 100 100 101 Frontone 161 153 157 155 154 100 95 98 96 96 Serra Sant'Abbondio 107 107 110 104 106 100 100 103 97 99 Montagna interna 268 260 267 259 260 100 97 100 97 97 Valcesano 5.447 5.404 5.473 5.495 5.505 100 99 100 101 101 Pesaro e Urbino 37.489 37.647 38.051 38.608 39.011 100 100 101 103 104 Ancona 40.719 40.855 41.360 41.759 41.917 100 100 102 103 103 Marche 154.655 155.459 156.823 158.393 159.368 100 101 101 102 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.24 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 3.452 3.388 3.413 3.394 3.386 Commercio 1.227 1.233 1.247 1.281 1.312 Servizi 730 751 790 800 800 Imprese non classificate 38 32 23 20 7 Valcesano 5.447 5.404 5.473 5.495 5.505

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.25 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 63 63 62 62 62 Commercio 23 23 23 23 24 Servizi 13 14 14 15 15 Imprese non classificate 1 1 0 0 0 Valcesano 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.26 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 100 98 99 98 98 Commercio 100 100 102 104 107 Servizi 100 103 108 110 110 Imprese non classificate 100 84 61 53 18 Valcesano 100 99 100 101 101

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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315

Tab. B.2.27 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 19.198 19.102 19.186 19.389 19.550 Commercio 10.709 10.749 10.845 10.940 11.083 Servizi 7.215 7.457 7.727 7.999 8.235 Imprese non classificate 367 339 293 280 143 Provincia di Pesaro e Urbino 37.489 37.647 38.051 38.608 39.011

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.28 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 51 51 50 50 50 Commercio 29 29 29 28 28 Servizi 19 20 20 21 21 Imprese non classificate 1 1 1 1 0 Provincia di Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.29 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 100 99 100 101 102 Commercio 100 100 101 102 103 Servizi 100 103 107 111 114 Imprese non classificate 100 92 80 76 39 Provincia di Pesaro e Urbino 100 100 101 103 104

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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316

Tab. B.2.30 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 19.488 19.482 19.627 19.659 19.580 Commercio 12.917 12.953 13.198 13.242 13.228 Servizi 7.954 8.102 8.491 8.830 9.076 Imprese non classificate 360 318 44 28 33 Provincia di Ancona 40.719 40.855 41.360 41.759 41.917

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.31 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 48 48 47 47 47 Commercio 32 32 32 32 32 Servizi 20 20 21 21 22 Imprese non classificate 1 1 0 0 0 Provincia di Ancona 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.32 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 100 100 101 101 100 Commercio 100 100 102 103 102 Servizi 100 102 107 111 114 Imprese non classificate 100 88 12 8 9 Provincia di Ancona 100 100 102 103 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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317

Tab. B.2.33 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 82.233 82.142 82.265 82.555 82.680 Commercio 44.053 44.290 44.868 45.233 45.649 Servizi 26.947 27.789 28.863 29.856 30.790 Imprese non classificate 1.422 1.238 827 749 249 Regione Marche 154.655 155.459 156.823 158.393 159.368

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.34 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 53 53 52 52 52 Commercio 28 28 29 29 29 Servizi 17 18 18 19 19 Imprese non classificate 1 1 1 0 0 Regione Marche 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.35 – Andamento delle imprese per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006

Industria 100 100 100 100 101 Commercio 100 101 102 103 104 Servizi 100 103 107 111 114 Imprese non classificate 100 87 58 53 18 Regione Marche 100 101 101 102 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.36 – Variazioni percentuali imprese attive per ramo di attività economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-

2006)

Ambiti territoriali A B C D E F G H I J K L M N O P Nc TOTValcesano -10 0 -33 2 0 19 6 12 0 -14 23 -100 67 100 8 0 -82 1 Pesaro e Urbino -8 -9 0 -2 5 22 3 8 -1 -6 31 -100 21 31 5 0 -61 4 Ancona -9 -2 13 0 33 20 1 12 -4 -3 32 0 -1 71 5 0 -91 3 Marche -8 -5 -2 -1 64 21 2 12 -1 -1 30 -100 10 42 7 -100 -82 3

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.37 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti e

Indice 2002=100

Comuni 2002 2003 2004 2005 2006 2002 2003 2004 2005 2006Mondavio 478 475 491 502 489 100 99 103 105 102 Mondolfo 1.394 1.414 1.442 1.455 1.465 100 101 103 104 105 Monte Porzio 352 363 366 380 406 100 103 104 108 115 San Costanzo 538 542 568 572 568 100 101 106 106 106 Castel Colonna 125 128 127 127 125 100 102 102 102 100 Corinaldo 857 842 836 830 826 100 98 98 97 96 Monterado 193 198 197 209 215 100 103 102 108 111 Collina litoranea 3.937 3.962 4.027 4.075 4.094 100 101 102 104 104 Fratte Rosa 167 164 168 166 170 100 98 101 99 102 Pergola 915 908 923 919 926 100 99 101 100 101 San Lorenzo in Campo 446 454 467 467 478 100 102 105 105 107 Castelleone di Suasa 279 277 275 276 277 100 99 99 99 99 Collina interna 1.807 1.803 1.833 1.828 1.851 100 100 101 101 102 Frontone 172 167 172 170 170 100 97 100 99 99 Serra Sant'Abbondio 114 116 118 112 114 100 102 104 98 100 Montagna interna 286 283 290 282 284 100 99 101 99 99 Valcesano 6.030 6.048 6.150 6.185 6.229 100 100 102 103 103 Pesaro e Urbino 43.161 43.762 44.336 44.988 45.572 100 101 103 104 106 Ancona 48.385 48.845 49.612 50.243 50.568 100 101 103 104 105 Marche 179.438 181.518 183.660 185.884 187.583 100 101 102 104 105

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.38 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 3.598 3.559 3.610 3.602 3.629 Commercio 1.399 1.431 1.473 1.531 1.590 Servizi 814 864 922 941 957 Imprese non classificate 219 194 145 111 53 Valcesano 6.030 6.048 6.150 6.185 6.229

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.39 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 60 59 59 58 58 Commercio 23 24 24 25 26 Servizi 13 14 15 15 15 Imprese non classificate 4 3 2 2 1 Valcesano 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.40 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 100 99 100 100 101 Commercio 100 102 105 109 114 Servizi 100 106 113 116 118 Imprese non classificate 100 89 66 51 24 Valcesano 100 100 102 103 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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320

Tab. B.2.41 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 20.509 20.600 20.846 21.087 21.473 Commercio 12.567 12.768 13.064 13.273 13.671 Servizi 8.209 8.751 9.186 9.519 9.891 Imprese non classificate 1.876 1.643 1.240 1.109 537 Provincia di Pesaro e Urbino 43.161 43.762 44.336 44.988 45.572

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.42 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 48 47 47 47 47 Commercio 29 29 29 30 30 Servizi 19 20 21 21 22 Imprese non classificate 4 4 3 2 1 Provincia di Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.43 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Pesaro e Urbino (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 100 100 102 103 105 Commercio 100 102 104 106 109 Servizi 100 107 112 116 120 Imprese non classificate 100 88 66 59 29 Provincia di Pesaro e Urbino 100 101 103 104 106

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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321

Tab. B.2.44 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 20.960 21.135 21.543 21.908 21.849 Commercio 15.612 15.877 16.363 16.886 16.972 Servizi 9.603 9.929 10.502 11.092 11.391 Imprese non classificate 2.210 1.904 1.204 357 356 Provincia di Ancona 48.385 48.845 49.612 50.243 50.568

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.45 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 43 43 43 44 43 Commercio 32 33 33 34 34 Servizi 20 20 21 22 23 Imprese non classificate 5 4 2 1 1 Provincia di Ancona 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.46 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Provincia di Ancona (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 100 101 103 105 104 Commercio 100 102 105 108 109 Servizi 100 103 109 116 119 Imprese non classificate 100 86 54 16 16 Provincia di Ancona 100 101 103 104 105

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.47 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Valori assoluti

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 87.765 88.193 88.932 89.707 90.289 Commercio 53.552 54.460 55.687 56.771 58.015 Servizi 31.900 33.441 35.055 36.620 37.944 Imprese non classificate 6.221 5.424 3.986 2.786 1.335 Regione Marche 179.438 181.518 183.660 185.884 187.583

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.48 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Valori percentuali

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 49 49 48 48 48 Commercio 30 30 30 31 31 Servizi 18 18 19 20 20 Imprese non classificate 3 3 2 1 1 Regione Marche 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.49 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nella Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

Settori di attività economica 2002 2003 2004 2005 2006 Industria 100 100 101 102 103 Commercio 100 102 104 106 108 Servizi 100 105 110 115 119 Imprese non classificate 100 87 64 45 21 Regione Marche 100 101 102 104 105

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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323

Tab. B.2.50 – Variazioni percentuali unità locali attive per ramo di attività economica nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2002-2006)

Ambiti territoriali A B C D E F G H I J K L M N O P Nc TOTValcesano -11 0 -10 10 100 23 12 21 11 8 30 -100 100 100 9 0 -76 3 Pesaro e Urbino -8 -8 21 4 10 25 8 13 9 12 35 -100 16 29 9 0 -71 6 Ancona -8 0 18 7 88 24 7 17 5 10 34 0 3 67 6 0 -84 5 Marche -8 -4 16 3 70 24 7 16 9 10 31 -100 10 41 11 -100 -79 5

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.51 – Andamento delle imprese, delle imprese artigiane e delle unità locali per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti

2002 2003 2004 2005 2006

Sezioni altimetriche Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali

Collina litoranea 3.518 1.228 3.937 3.504 1.236 3.962 3.544 1.261 4.027 3.579 1.278 4.075 3.574 1.299 4.094Collina interna 1.661 526 1.807 1.640 522 1.803 1.662 519 1.833 1.657 513 1.828 1.671 522 1.851Montagna interna 268 74 286 260 75 283 267 79 290 259 80 282 260 82 284 Valcesano 5.447 1.828 6.030 5.404 1.833 6.048 5.473 1.859 6.150 5.495 1.871 6.185 5.505 1.903 6.229

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. B.2.52 – Andamento delle imprese, delle imprese artigiane e delle unità locali per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2002-2006) – Indice 2002=100

2002 2003 2004 2005 2006 Sezioni

altimetriche Impr Impr art

Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali Impr Impr

art Unità locali

Collina litoranea 100 100 100 100 101 101 101 103 102 102 104 104 102 106 104 Collina interna 100 100 100 99 99 100 100 99 101 100 98 101 101 99 102 Montagna interna 100 100 100 97 101 99 100 107 101 97 108 99 97 111 99 Valcesano 100 100 100 99 100 100 100 102 102 101 102 103 101 104 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.53 –Imprese per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori

assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Comuni I C S NC TOT I C S NC TOT

Mondavio 258 106 72 0 436 59 24 17 0 100 Mondolfo 597 405 242 4 1.248 48 32 19 0 100 Monte Porzio 173 106 58 1 338 51 31 17 0 100 San Costanzo 382 104 48 0 534 72 19 9 0 100 Castel Colonna 84 18 11 0 113 74 16 10 0 100 Corinaldo 497 125 110 0 732 68 17 15 0 100 Monterado 114 38 21 0 173 66 22 12 0 100 Collina litoranea 2.105 902 562 5 3.574 59 25 16 0 100 Fratte Rosa 127 31 10 0 168 76 18 6 0 100 Pergola 540 182 115 1 838 64 22 14 0 100 San Lorenzo in Campo 251 94 59 1 405 62 23 15 0 100 Castelleone di Suasa 180 48 32 0 260 69 18 12 0 100 Collina interna 1.098 355 216 2 1.671 66 21 13 0 100 Frontone 103 35 16 0 154 67 23 10 0 100 Serra Sant'Abbondio 80 20 6 0 106 75 19 6 0 100 Montagna interna 183 55 22 0 260 70 21 8 0 100 Valcesano 3.386 1.312 800 7 5.505 62 24 15 0 100 Pesaro e Urbino 19.550 11.083 8.235 143 39.011 50 28 21 0 100 Ancona 19.580 13.228 9.076 33 41.917 47 32 22 0 100 Marche 82.680 45.649 30.790 249 159.368 52 29 19 0 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.54 –Imprese per ramo di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori

assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Rami di attività economica

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche Valcesano Pesaro-

Urbino Ancona Marche

Agricoltura, caccia e silvicoltura 1.781 6.980 8343 35.222 32 18 20 22 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 24 201 194 770 0 1 0 0 Estrazione di minerali 4 32 17 122 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 772 6.062 5555 24.173 14 16 13 15 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 1 22 28 105 0 0 0 0 Costruzioni 804 6.253 5443 22.288 15 16 13 14 Totale industria 3.386 19.550 19.580 82.680 62 50 47 52 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 1.092 9.154 11458 38.744 20 23 27 24 Alberghi e ristoranti 220 1.929 1770 6.905 4 5 4 4 Totale commercio 1.312 11.083 13.228 45.649 24 28 32 29 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 206 1.642 1532 5.467 4 4 4 3 Intermediaz.monetaria e finanziaria 61 605 1016 2.981 1 2 2 2 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 304 4.034 4315 14.270 6 10 10 9 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0 0 0 0 0 0 0 0 Istruzione 5 68 123 356 0 0 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 14 143 178 533 0 0 0 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 210 1.743 1912 7.183 4 4 5 5 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale servizi 800 8.235 9.076 30.790 15 21 22 19 Imprese non classificate 7 143 33 249 0 0 0 0 Totale imprese non classificate 7 143 33 249 0 0 0 0 Totale 5.505 39.011 41.917 159.368 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.54 (Segue) – Imprese per ramo di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

– Valori assoluti e percentuali

Rami di attività economica Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Agricoltura, caccia e silvicoltura 53 36 43 43 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 1 1 1 Estrazione di minerali 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 23 31 28 29 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 Costruzioni 24 32 28 27 Totale Industria 100 100 100 100 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 83 83 87 85 Alberghi e ristoranti 17 17 13 15 Totale Commercio 100 100 100 100 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 26 20 17 18 Intermediaz.monetaria e finanziaria 8 7 11 10 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 38 49 48 46 Istruzione 1 1 1 1 Sanita' e altri servizi sociali 2 2 2 2 Altri servizi pubblici,sociali e personali 26 21 21 23 Totale Servizi 100 100 100 100 Imprese non classificate 100 100 100 100 Totale imprese non classificate 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.55 – Imprese attive per ramo di attività economica e per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Rami di attività economica

CL CI MI CL CI MI CL CI MI Agricoltura, caccia e silvicoltura 1.008 663 110 28 40 42 48 60 60 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 24 0 0 1 0 0 1 0 0 Estrazione di minerali 2 2 0 0 0 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 508 235 29 14 14 11 24 21 16 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 1 0 0 0 0 0 0 0 Costruzioni 563 197 44 16 12 17 27 18 24 Totale Industria 2.105 1.098 183 59 66 70 100 100 100Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 754 302 36 21 18 14 84 85 65 Alberghi e ristoranti 148 53 19 4 3 7 16 15 35 Totale Commercio 902 355 55 25 21 21 100 100 100Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 157 46 3 4 3 1 28 21 14 Intermediaz.monetaria e finanziaria 39 20 2 1 1 1 7 9 9 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 225 72 7 6 4 3 40 33 32 Istruzione 4 1 0 0 0 0 1 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 4 10 0 0 1 0 1 5 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 133 67 10 4 4 4 24 31 45 Totale Servizi 562 216 22 16 13 8 100 100 100Imprese non classificate 5 2 0 0 0 0 100 100 100Totale imprese non classificate 5 2 0 0 0 0 100 100 100Totale 3.574 1.671 260 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.56 – Imprese manifatturiere attive per sotto-sezioni di attività economica nella Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Sotto-sezioni di attività economica Valore assoluto Valore percentuale Industrie alimentari e delle bevande 99 13 Industrie tessili 46 6 Conf. articoli vestiario-prep. pellicce 117 15 Prep e concia cuoio-fabbric. artic. viaggio 29 4 Ind. legno, esclusi mobili-fabbr. in paglia 64 8 Fabbric. pasta-carta, carta e prod. di carta 6 1 Editoria, stampa e riprod. supp. registrati 16 2 Fabbric. prodotti chimici e fibre sintetiche 3 0,4 Fabbric. artic. In gomma e mat. plastiche 7 1 Fabbric. prodotti lavoraz. min non metallif. 16 2 Fabbricaz. e lav. prod. metallo, escl. macchine 132 17 Fabbric. macchine ed appar. mecc., install. 50 6 Fabbric. macchine per uff., elaboratori 6 1 Fabbric. di macchine ed appar. elettr. n.c.a. 26 3 Fabbric. appar. radiotel. e app. per comunic. 2 0,3 Fabbric. appar. medicali, precis., strum. ottici 30 4 Fabbric. di altri mezzi di trasporto 58 8 Fabbric. mobili-altre industrie manifatturiere 60 8 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 5 1 Totale 772 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. B.2.57 – Unità locali per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori

assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Comuni I C S NC TOT I C S NC TOT

Mondavio 270 131 84 4 489 55 27 17 1 100 Mondolfo 647 508 289 21 1.465 44 35 20 1 100 Monte Porzio 202 128 72 4 406 50 32 18 1 100 San Costanzo 394 110 60 4 568 69 19 11 1 100 Castel Colonna 86 22 16 1 125 69 18 13 1 100 Corinaldo 535 159 125 7 826 65 19 15 1 100 Monterado 138 49 27 1 215 64 23 13 0 100 Collina litoranea 2.272 1.107 673 42 4.094 55 27 16 1 100 Fratte Rosa 127 31 12 0 170 75 18 7 0 100 Pergola 571 213 135 7 926 62 23 15 1 100 San Lorenzo in Campo 283 119 74 2 478 59 25 15 0 100 Castelleone di Suasa 188 53 35 1 277 68 19 13 0 100 Collina interna 1.169 416 256 10 1.851 63 22 14 1 100 Frontone 107 44 19 0 170 63 26 11 0 100 Serra Sant'Abbondio 81 23 9 1 114 71 20 8 1 100 Montagna interna 188 67 28 1 284 66 24 10 0 100 Valcesano 3.629 1.590 957 53 6.229 58 26 15 1 100 Pesaro e Urbino 21.473 13.671 9.891 537 45.572 47 30 22 1 100 Ancona 21.849 16.972 11.391 356 50.568 43 34 23 1 100 Marche 90.289 58.015 37.944 1.335 187.583 48 31 20 1 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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330

Tab. B.2.58 – Unità locali per ramo di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – Valori

assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Comuni

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche Valcesano Pesaro-

Urbino Ancona Marche

Agricoltura, caccia e silvicoltura 1.791 7.070 8.464 35.630 29 16 17 19 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 24 202 200 786 0 0 0 0 Estrazione di minerali 9 64 40 248 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 945 7.457 7.085 29.484 15 16 14 16 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 4 43 79 239 0 0 0 0 Costruzioni 856 6.637 5.981 23.902 14 15 12 13 Totale industria 3.629 21.473 21.849 90.289 58 47 43 48 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 1.324 11.310 14.660 49.239 21 25 29 26 Alberghi e ristoranti 266 2.361 2.312 8.776 4 5 5 5 Totale commercio 1.590 13.671 16.972 58.015 26 30 34 31 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 241 1.965 1.921 6.692 4 4 4 4 Intermediaz.monetaria e finanziaria 103 1.009 1.614 4.707 2 2 3 3 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 356 4.644 5.204 16.899 6 10 10 9 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0 0 0 0 0 0 0 0 Istruzione 10 107 183 572 0 0 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 14 202 257 765 0 0 1 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 233 1.964 2.212 8.309 4 4 4 4 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale servizi 957 9.891 11.391 37.944 15 22 23 20 Imprese non classificate 53 537 356 1.335 1 1 1 1 Totale imprese non classificate 53 537 356 1.335 1 1 1 1 Totale 6.229 45.572 50.568 187.583 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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331

Tab. B.2.58 (Segue) – Unità locali per ramo di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

– Valori assoluti e percentuali

Rami di attività economica Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche

Agricoltura, caccia e silvicoltura 49 33 39 39 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 1 1 1 1 Estrazione di minerali 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 26 35 32 33 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 Costruzioni 24 31 27 26 Totale Industria 100 100 100 100 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 83 83 86 85 Alberghi e ristoranti 17 17 14 15 Totale Commercio 100 100 100 100 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 25 20 17 18 Intermediaz.monetaria e finanziaria 11 10 14 12 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 37 47 46 45 Istruzione 1 1 2 2 Sanita' e altri servizi sociali 1 2 2 2 Altri servizi pubblici,sociali e personali 24 20 19 22 Totale Servizi 100 100 100 100 Imprese non classificate 100 100 100 100 Totale imprese non classificate 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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332

Tab. B.2.59 – Unità locali attive per ramo di attività economica e per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Rami di attività economica

CL CI MI CL CI MI CL CI MI Agricoltura, caccia e silvicoltura 1.012 668 111 25 36 39 45 57 59 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 24 0 0 1 0 0 1 0 0 Estrazione di minerali 3 5 1 0 0 0 0 0 1 Attivita' manifatturiere 626 287 32 15 16 11 28 25 17 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 3 1 0 0 0 0 0 0 0 Costruzioni 604 208 44 15 11 15 27 18 23 Totale Industria 2.272 1.169 188 55 63 66 100 100 100Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 929 353 42 23 19 15 84 85 63 Alberghi e ristoranti 178 63 25 4 3 9 16 15 37 Totale Commercio 1.107 416 67 27 22 24 100 100 100Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 184 52 5 4 3 2 27 20 18 Intermediaz.monetaria e finanziaria 66 32 5 2 2 2 10 13 18 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 263 86 7 6 5 2 39 34 25 Istruzione 6 4 0 0 0 0 1 2 0 Sanita' e altri servizi sociali 4 10 0 0 1 0 1 4 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 150 72 11 4 4 4 22 28 39 Totale Servizi 673 256 28 16 14 10 100 100 100Imprese non classificate 42 10 1 1 1 0 100 100 100Totale imprese non classificate 42 10 1 1 1 0 100 100 100Totale 4.094 1.851 284 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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333

Tab. B.2.60 – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Ambiti territoriali 15 - industrie alimentari e

delle bevande

17 - industrie

tessili

18 - confez. di articoli di vestiario;

preparaz. e tintura di pellicce

19 - preparaz. e concia cuoio;

fabbric. art. da viaggio,

borse, calzature

20 - industria del legno e prodotti in

legno, sughero, paglia,

esclusi i mobili

Valcesano 198 109 804 197 304 Collina litoranea 59 18 422 46 50 Collina interna 4 1 55 5 16 Montagna interna 261 128 1.281 248 370 Pesaro e Urbino 2.238 1.711 4.690 449 3.575 Ancona 4.425 1.118 6.413 2.062 2.172

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.60 (Segue) – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Ambiti territoriali

21 - fabbric. della pasta-carta, della carta e dei prodotti di

carta

22 - editoria, stampa e

riproduz. di supporti registrati

23 - fabbric. di coke,

raffinerie di petrolio, trattam.

combust. nucleari

24 - fabbric. di prodotti

chimici e di fibre

sintetiche e artificiali

25 - fabbricazione di

articoli in gomma e materie

plastiche

Valcesano 89 20 0 6 88 Collina litoranea 0 10 0 4 2 Collina interna 0 3 0 0 0 Montagna interna 89 33 0 10 90 Pesaro e Urbino 576 836 113 374 1.449 Ancona 1.896 1.571 502 1.220 3.681

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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334

Tab. B.2.60 (Segue) – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Ambiti territoriali

26 - fabbric. di prodotti

della lavoraz. di minerali

non metallif.

27 - produz. di metalli e

loro leghe

28 - fabbric. e lavoraz. dei prodotti in

metallo, escluse

macchine e impianti

29 - fabbric. macchine ed

appar. meccanici; installaz. e

riparaz.

30 - fabbric. di macchine per

ufficio, di elaborat. e

sistemi informat.

Valcesano 16 9 598 368 0 Collina litoranea 5 0 502 375 16 Collina interna 0 0 14 0 0 Montagna interna 21 9 1.114 743 16 Pesaro e Urbino 2.781 561 7.113 6.221 36 Ancona 912 655 8.305 17.351 56

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. B.2.60 (Segue) – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Ambiti territoriali

31 - fabbric. di macchine

ed appar. elettrici n.c.a.

32 - fabbric. appar. radiotelevisivi e per

le comunic.

33 - fabbric.appar. medicali,

precisione, strumenti ottici e

orologi

34 - fabbric. di autov., rimorchi e

semirimorchi

Valcesano 22 7 164 0 Collina litoranea 101 0 4 0 Collina interna 0 0 2 0 Montagna interna 123 7 170 0 Pesaro e Urbino 1.487 216 649 111 Ancona 3.207 3.304 652 559

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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335

Tab. B.2.60 (Segue) – Consistenza degli addetti alle imprese nelle divisioni dell’Attività manifatturiera nella Valcesano, per sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Ambiti territoriali 35 - fabbric. di altri mezzi di

trasp.

36 - fabbric. di mobili; altre

industrie manifatt.

37 - recupero e prepar. per il riciclaggio

Totale

Valcesano 178 375 35 7733 Collina litoranea 28 92 4 3226 Collina interna 0 0 0 352 Montagna interna 206 467 39 11.311 Pesaro e Urbino 1.031 12.523 120 110.955 Ancona 569 4.395 113 146.776

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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336

Tab. B.2.61 – Indice di specializzazione produttiva nei comuni della Valcesano, nelle sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e nella

Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Comuni 15 - industrie alimentari e

delle bevande

17 - industrie

tessili

18 - confez. di articoli di

vestiario; preparaz. e tintura di pellicce

19 - preparaz. e concia cuoio; fabbric. art. da viaggio, borse,

calzature

20 - industria del legno e prodotti in

legno, sughero, paglia,

esclusi i mobili

Mondavio 0,49 1,64 0,60 0,94 0,22 Mondolfo 1,53 0,68 0,55 0,38 0,68 Monte Porzio 1,68 0,22 0,95 2,11 0,50 San Costanzo 0,94 1,65 0,55 3,54 0,81 Castel Colonna - 0,63 0,44 - - Corinaldo 0,63 2,72 2,10 - 3,53 Monterado 1,05 - 0,14 6,52 0,07 Collina litoranea 0,99 1,28 2,41 2,61 1,76 Fratte Rosa - 0,38 1,07 1,19 0,13 Pergola 0,73 0,43 1,27 - 0,44 San Lorenzo in Campo 1,24 0,91 0,81 0,21 0,63 Castelleone di Suasa 0,55 - 1,42 3,49 0,45 Collina interna 0,71 0,51 3,04 1,46 0,70 Frontone 0,33 0,34 1,81 0,69 1,63 Serra Sant'Abbondio 0,97 - 0,10 0,51 0,69 Montagna interna 0,44 0,26 3,63 1,46 2,04 Valcesano 0,89 1,03 2,63 2,25 1,47 Territorio provinciale 0,99 1,03 1,20 0,10 1,19

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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337

Tab. B.2.61 (Segue) – Indice di specializzazione produttiva nei comuni della Valcesano, nelle sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e

nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Comuni

21 – fabbric.

della pasta-carta, della carta e dei prodotti di

carta

22 – editoria, stampa e

riproduz. di supporti registrati

23 – fabbric. di coke,

raffinerie di petrolio,

trattamento combust. nucleari

24 – fabbric. di

prodotti chimici e di fibre

sintetiche e artificiali

25 – fabbric. di articoli in gomma e materie

plastiche

Mondavio - 0,35 - 6,99 -

Mondolfo 0,55 1,03 - - -

Monte Porzio 0,16 3,43 - - 2,52 San Costanzo - - - - 0,20 Castel Colonna - - - - 35,91 Corinaldo 5,54 0,40 - - 2,26 Monterado - - - - - Collina litoranea 1,20 0,28 0,00 0,13 0,57 Fratte Rosa - - - 19,67 - Pergola - 0,21 - - 0,15 San Lorenzo in Campo - 3,14 - - -

Castelleone di Suasa - 0,73 - - -

Collina interna 0,00 0,33 0,00 0,20 0,03 Frontone - - - - -

Serra Sant'Abbondio - 11,55 - - -

Montagna interna 0,00 0,91 0,00 0,00 0,00 Valcesano 0,82 0,31 0,00 0,14 0,40 Territorio provinciale 1,09 1,11 1,56 1,33 0,98

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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338

Tab. B.2.61 (Segue) – Indice di specializzazione produttiva nei comuni della Valcesano, nelle sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e

nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Comuni

26 – fabbric. di

prodotti della

lavoraz. di minerali non

metalliferi

27 - produz.

di metalli e loro leghe

28 - fabbric. e

lavoraz. dei prodotti in

metallo, escluse

macchine e impianti

29 - fabbric.

macchine ed

apparecchi meccanici;

install. e riparaz.

30 - fabbric. di macchine per ufficio,

di elaboratori e sistemi

informatici

31 - fabbric. di macchine

ed apparecchi

elettrici n.c.a.

Mondavio 1,11 - 3,52 0,55 - 0,28 Mondolfo - - 0,43 0,74 - 0,15 Monte Porzio 4,72 - 0,39 1,75 - 0,35 San Costanzo - 17,56 0,46 0,17 - 0,14 Castel Colonna 3,85 - 0,07 0,00 - Corinaldo 1,88 - 0,32 0,64 - 0,48 Monterado - - 0,45 0,57 - 0,20 Collina litoranea 0,14 0,25 1,29 0,52 0,00 0,16 Fratte Rosa 9,37 - 3,09 - - 1,20 Pergola 0,33 - 0,92 2,00 6,42 5,29 San Lorenzo in Campo - - 1,99 2,72 - 0,21 Castelleone di Suasa - - 2,41 0,06 1,50 0,20 Collina interna 0,11 0,00 2,60 1,27 13,89 1,72 Frontone - - 0,46 - - -

Serra Sant'Abbondio - - 0,23 - - -

Montagna interna 0,00 0,00 0,66 0,00 0,00 0,00 Valcesano 0,13 0,17 1,65 0,72 3,96 0,60 Territorio provinciale 1,15 1,04 1,18 1,54 0,34 1,15

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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339

Tab. B.2.61 (Segue) – Indice di specializzazione produttiva nei comuni della Valcesano, nelle sezioni altimetriche, nella Provincia di Pesaro e Urbino, nella Provincia di Ancona e

nella Regione Marche (2001) - Valori assoluti

Comuni

32 - fabbric.

apparecchi radiotel. e

per le comunic.

33 - fabbric.

apparecchi medicali,

precisione, strumenti

ottici e orologi

34 – fabbric.

di autov., rimorchi e semi

rimorchi

35 - fabbric. di altri

mezzi di trasporto

36 – fabbric.

di mobili; altre

industrie manifatt.

37 - recupero

e preparaz.

per il riciclaggio

Totale

Mondavio - 0,34 - 0,45 0,32 6,27 1,00 Mondolfo 0,54 3,10 - 0,71 2,43 0,19 1,00 Monte Porzio - 0,25 - 9,00 0,82 4,36 1,00 San Costanzo - 0,21 - - 0,15 - 1,00 Castel Colonna - - - - 0,87 - 1,00 Corinaldo 0,94 0,35 - - 0,34 - 1,00 Monterado 17,76 0,73 - - 0,05 - 1,00 Collina litoranea 0,07 4,20 0,00 3,71 0,74 5,01 1,00 Fratte Rosa - - - - 1,58 - 1,00 Pergola - 0,08 - - 0,91 0,18 1,00 San Lorenzo in Campo - - - - - 1,00 1,00 Castelleone di Suasa - 0,28 - 3,26 0,77 - 1,00 Collina interna 0,00 0,25 0,00 1,40 0,43 1,37 1,00 Frontone - 0,51 - - - - 1,00 Serra Sant'Abbondio - - - - - - 1,00 Montagna interna 0,00 1,13 0,00 0,00 0,00 0,00 1,00 Valcesano 0,05 2,98 0,00 2,93 0,63 3,81 1,00 Territorio provinciale 1,47 1,00 1,57 1,53 1,33 0,86 1,00

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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340

APPENDICE C

Tab. C.3.1 – Andamento delle unità locali artigiane e dei relativi addetti nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-

2001) – Valori assoluti

1981 1991 2001 Comuni UL ADD UL ADD UL ADD

Mondavio 117 262 146 398 150 385 Mondolfo 304 753 405 992 437 1.204 Monte Porzio 95 438 81 293 108 311 San Costanzo 174 314 157 320 178 412 Castel Colonna 28 62 46 123 37 54 Corinaldo 168 486 233 630 209 558 Monterado 45 106 49 121 61 140 Collina litoranea 931 2.421 1.117 2.877 1.180 3.064 Fratte Rosa 46 84 36 113 41 107 Pergola 174 414 231 654 251 933 San Lorenzo in Campo 125 265 163 402 156 436 Castelleone di Suasa 46 136 66 219 75 317 Collina interna 391 899 496 1.388 523 1.793 Frontone 25 45 56 147 46 86 Serra Sant'Abbondio 9 25 36 78 25 44 Montagna interna 34 70 92 225 71 130 Valcesano 1.356 3.390 1.705 4.490 1.774 4.987 Pesaro e Urbino 10.925 25.275 11.313 31.579 12.985 37.581 Ancona 11.246 26.723 10.259 29.901 11.619 35.753 Marche 48.121 114.352 44.428 125.992 48.639 144.975

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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341

Tab. C.3.2 – Andamento delle unità locali artigiane e dei relativi addetti nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-

2001) – Indice 1981=100

1981 1991 2001 Comuni

UL ADD UL ADD UL ADD Mondavio 100 100 125 152 128 147 Mondolfo 100 100 133 132 144 160 Monte Porzio 100 100 85 67 114 71 San Costanzo 100 100 90 102 102 131 Castel Colonna 100 100 164 198 132 87 Corinaldo 100 100 139 130 124 115 Monterado 100 100 109 114 136 132 Collina litoranea 100 100 120 119 127 127 Fratte Rosa 100 100 78 135 89 127 Pergola 100 100 133 158 144 225 San Lorenzo in Campo 100 100 130 152 125 165 Castelleone di Suasa 100 100 143 161 163 233 Collina interna 100 100 127 154 134 199 Frontone 100 100 224 327 184 191 Serra Sant'Abbondio 100 100 400 312 278 176 Montagna interna 100 100 271 321 209 186 Valcesano 100 100 126 132 131 147 Pesaro e Urbino 100 100 104 125 119 149 Ancona 100 100 91 112 103 134 Marche 100 100 92 110 101 127

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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342

Tab. C.3.3 – Andamento delle unità locali artigiane nel commercio all’ingrosso e al dettaglio nella Valcesano (1991-2001) – Valori assoluti e percentuali

1991 2001 1991-2001

Comuni UL ART ingrosso

UL ART dettaglio

UL ART ingrosso

UL ART dettaglio

Var % UL ART ingrosso

Var % UL ART dettaglio

Mondavio 2 12 0 7 -100 -42 Mondolfo 3 34 0 17 -100 -50 Monte Porzio 4 1 0 1 -100 0 San Costanzo 0 9 0 3 - -67 Castel Colonna 0 0 0 0 - - Corinaldo 1 9 0 5 -100 -44 Monterado 0 2 0 0 - -100 Collina litoranea 10 67 0 33 -100 -51 Fratte Rosa 0 0 0 2 - - Pergola 3 14 0 7 -100 -50 San Lorenzo in Campo 3 9 0 7 -100 -22 Castelleone di Suasa 0 0 0 2 - - Collina interna 6 23 0 18 -100 -22 Frontone 0 4 0 2 - -50 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 1 - - Montagna interna 0 4 0 3 - -25 Valcesano 16 94 0 54 -100 -43

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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343

Tab. C.3.4 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1981-2001) – Valori assoluti

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 75 13 29 86 24 36 92 15 43 Mondolfo 200 30 74 243 60 102 269 39 129 Monte Porzio 68 8 19 52 11 18 73 7 28 San Costanzo 140 10 24 115 18 24 142 10 26 Castel Colonna 20 2 6 32 0 14 25 1 11 Corinaldo 101 26 41 146 28 59 133 21 55 Monterado 36 2 7 39 5 5 48 2 11 Collina litoranea 640 91 200 713 146 258 782 95 303 Fratte Rosa 38 2 6 32 2 2 29 5 7 Pergola 100 31 43 139 39 53 172 21 58 San Lorenzo in Campo 75 21 29 96 30 37 102 19 35 Castelleone di Suasa 30 8 8 47 6 13 58 6 11 Collina interna 243 62 86 314 77 105 361 51 111 Frontone 16 2 7 44 7 5 33 5 8 Serra Sant'Abbondio 5 0 4 23 6 7 19 2 4 Montagna interna 21 2 11 67 13 12 52 7 12 Valcesano 904 155 297 1.094 236 375 1.195 153 426 Pesaro e Urbino 6.947 1.046 2.932 6.917 1.719 2.677 8.160 1.414 3.411 Ancona 7.406 1.194 2.646 6.111 1.655 2.493 7.077 1.431 3.111 Marche 33.297 4.321 10.503 28.942 7.170 8.316 31.348 5.431 11.860

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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344

Tab. C.3.5 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1981-2001) – Valori percentuali

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 64 11 25 59 16 25 61 10 29 Mondolfo 66 10 24 60 15 25 62 9 30 Monte Porzio 72 8 20 64 14 22 68 6 26 San Costanzo 80 6 14 73 11 15 80 6 15 Castel Colonna 71 7 21 70 0 30 68 3 30 Corinaldo 60 15 24 63 12 25 64 10 26 Monterado 80 4 16 80 10 10 79 3 18 Collina litoranea 69 10 21 64 13 23 66 8 26 Fratte Rosa 83 4 13 89 6 6 71 12 17 Pergola 57 18 25 60 17 23 69 8 23 S. Lorenzo in Campo 60 17 23 59 18 23 65 12 22 Castelleone di Suasa 65 17 17 71 9 20 77 8 15 Collina interna 62 16 22 63 16 21 69 10 21 Frontone 64 8 28 79 13 9 72 11 17 Serra Sant'Abbondio 56 0 44 64 17 19 76 8 16 Montagna interna 62 6 32 73 14 13 73 10 17 Valcesano 67 11 22 64 14 22 67 9 24 Pesaro e Urbino 64 10 27 61 15 24 63 11 26 Ancona 66 11 24 60 16 24 61 12 27 Marche 69 9 22 65 16 19 64 11 24

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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345

Tab. C.3.6 – Andamento delle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 100 100 100 115 185 124 123 115 148 Mondolfo 100 100 100 122 200 138 135 130 174 Monte Porzio 100 100 100 76 138 95 107 88 147 San Costanzo 100 100 100 82 180 100 101 100 108 Castel Colonna 100 100 100 160 0 233 125 50 183 Corinaldo 100 100 100 145 108 144 132 81 134 Monterado 100 100 100 108 250 71 133 100 157 Collina litoranea 100 100 100 111 160 129 122 104 152 Fratte Rosa 100 100 100 84 100 33 76 250 117 Pergola 100 100 100 139 126 123 172 68 135 San Lorenzo in Campo 100 100 100 128 143 128 136 90 121 Castelleone di Suasa 100 100 100 157 75 163 193 75 138 Collina interna 100 100 100 129 124 122 149 82 129 Frontone 100 100 100 275 350 71 206 250 114 Serra Sant'Abbondio 100 100 100 460 - 175 380 - 100 Montagna interna 100 100 100 319 650 109 248 350 109 Valcesano 100 100 100 121 152 126 132 99 143 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 164 91 117 135 116 Ancona 100 100 100 83 139 94 96 120 118 Marche 100 100 100 87 166 79 94 126 113

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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346

Tab. C.3.7 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori assoluti

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 192 37 33 306 41 51 301 24 60 Mondolfo 564 73 116 700 124 168 848 99 257 Monte Porzio 158 29 21 226 33 34 235 20 56 San Costanzo 277 11 26 254 37 29 359 17 36 Castel Colonna 46 9 7 100 0 23 41 1 12 Corinaldo 376 58 52 493 64 73 422 42 94 Monterado 91 6 9 107 8 6 124 5 11 Collina litoranea 1.704 223 264 2.186 307 384 2.330 208 526 Fratte Rosa 76 2 6 108 2 3 73 5 29 Pergola 295 58 61 506 60 88 793 46 94 S. Lorenzo in Campo 193 34 38 291 50 61 346 29 61 Castelleone di Suasa 110 18 8 192 7 20 291 12 14 Collina interna 674 112 113 1.097 119 172 1.503 92 198 Frontone 34 3 8 126 14 7 67 7 12 Serra Sant'Abbondio 19 0 6 55 14 9 35 2 7 Montagna interna 53 3 14 181 28 16 102 9 19 Valcesano 2.431 338 391 3.464 454 572 3.935 309 743 Pesaro e Urbino 18.623 2.286 4.366 23.508 3.543 4.528 28.091 3.333 6.157 Ancona 19.805 2.770 4.148 21.483 3.758 4.660 25.887 3.645 6.221 Marche 89.364 9.244 15.744 96.822 15.083 14.087 109.601 12.567 22.807

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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347

Tab. C.3.8 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Valori percentuali

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 73 14 13 77 10 13 78 6 16 Mondolfo 75 10 15 71 13 17 70 8 21 Monte Porzio 76 14 10 77 11 12 76 6 18 San Costanzo 88 4 8 79 12 9 87 4 9 Castel Colonna 74 15 11 81 0 19 76 2 22 Corinaldo 77 12 11 78 10 12 76 8 17 Monterado 86 6 8 88 7 5 89 4 8 Collina litoranea 78 10 12 76 11 13 76 7 17 Fratte Rosa 90 2 7 96 2 3 68 5 27 Pergola 71 14 15 77 9 13 85 5 10 San Lorenzo in Campo 73 13 14 72 12 15 79 7 14 Castelleone di Suasa 81 13 6 88 3 9 92 4 4 Collina interna 75 12 13 79 9 12 84 5 11 Frontone 76 7 18 86 10 5 78 8 14 Serra Sant'Abbondio 76 0 24 71 18 12 80 5 16 Montagna interna 76 4 20 80 12 7 78 7 15 Valcesano 77 11 12 77 10 13 79 6 15 Pesaro e Urbino 74 9 17 74 11 14 75 9 16 Ancona 74 10 16 72 13 16 72 10 17 Marche 78 8 14 77 12 11 76 9 16

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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348

Tab. C.3.9 – Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

1981 1991 2001 Comuni Ind Comm Serv Ind Comm Serv Ind Comm Serv

Mondavio 100 100 100 159 111 155 157 65 182 Mondolfo 100 100 100 124 170 145 150 136 222 Monte Porzio 100 100 100 143 114 162 149 69 267 San Costanzo 100 100 100 92 336 112 130 155 138 Castel Colonna 100 100 100 217 0 329 89 11 171 Corinaldo 100 100 100 131 110 140 112 72 181 Monterado 100 100 100 118 133 67 136 83 122 Collina litoranea 100 100 100 128 138 145 137 93 199 Fratte Rosa 100 100 100 142 100 50 96 250 483 Pergola 100 100 100 172 103 144 269 79 154 San Lorenzo in Campo 100 100 100 151 147 161 179 85 161 Castelleone di Suasa 100 100 100 175 39 250 265 67 175 Collina interna 100 100 100 163 106 152 223 82 175 Frontone 100 100 100 371 467 88 197 233 150 Serra Sant'Abbondio 100 100 100 289 - 150 184 - 117 Montagna interna 100 100 100 342 933 114 192 300 136 Valcesano 100 100 100 142 134 146 162 91 190 Pesaro e Urbino 100 100 100 126 155 104 151 146 141 Ancona 100 100 100 108 136 112 131 132 150 Marche 100 100 100 108 163 89 123 136 145

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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349

Tab. C.3.10 – Andamento delle imprese artigiane attive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) –

Valori assoluti

Comuni 2002 2003 2004 2005 2006

Mondavio 160 158 172 178 170 Mondolfo 463 468 471 474 483 Monte Porzio 115 120 119 120 123 San Costanzo 167 169 187 194 199 Castel Colonna 42 45 43 45 42 Corinaldo 218 215 211 206 210 Monterado 63 61 58 61 72 Collina litoranea 1.228 1.236 1.261 1.278 1.299 Fratte Rosa 43 41 38 39 44 Pergola 263 258 259 251 253 San Lorenzo in Campo 146 144 146 148 150 Castelleone di Suasa 74 79 76 75 75 Collina interna 526 522 519 513 522 Frontone 50 49 50 52 51 Serra Sant'Abbondio 24 26 29 28 31 Montagna interna 74 75 79 80 82 Valcesano 1.828 1.833 1.859 1.871 1.903 Pesaro e Urbino 13.354 13.498 13.569 13.846 13.947 Ancona 11.823 11.958 12.070 12.118 12.241 Marche 49.880 50.501 50.936 51.561 52.038

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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350

Tab. C.3.11 – Andamento delle imprese artigiane attive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) –

Indice 2002=100

Comuni 2002 2003 2004 2005 2006

Mondavio 100 99 108 111 106 Mondolfo 100 101 102 102 104 Monte Porzio 100 104 103 104 107 San Costanzo 100 101 112 116 119 Castel Colonna 100 107 102 107 100 Corinaldo 100 99 97 94 96 Monterado 100 97 92 97 114 Collina litoranea 100 101 103 104 106 Fratte Rosa 100 95 88 91 102 Pergola 100 98 98 95 96 San Lorenzo in Campo 100 99 100 101 103 Castelleone di Suasa 100 107 103 101 101 Collina interna 100 99 99 98 99 Frontone 100 98 100 104 102 Serra Sant'Abbondio 100 108 121 117 129 Montagna interna 100 101 107 108 111 Valcesano 100 100 102 102 104 Pesaro e Urbino 100 101 102 104 104 Ancona 100 101 102 102 104 Marche 100 101 102 103 104

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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351

Tab. C.3.12 – Andamento delle imprese artigiane attive per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti, valori percentuali, indice 2002=100

Valori assoluti

2002 2003 2004 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 1.284 148 384 12 1.828 1.286 143 394 10 1.833 1.319 133 399 8 1.859 Pesaro e Urbino 8.910 1.097 3.241 106 13.354 9.108 1.046 3.251 93 13.498 9.251 1.013 3.223 82 13.569Ancona 7.639 1.086 3.070 28 11.823 7.831 1.037 3.067 23 11.958 8.000 983 3.081 6 12.070Marche 33.884 4.136 11.593 267 49.880 34.639 3.991 11.637 234 50.501 35.240 3.853 11.654 189 50.936

Valori percentuali 2002 2003 2004 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 70 8 21 1 100 70 8 21 1 100 71 7 21 0 100 Pesaro e Urbino 67 8 24 1 100 67 8 24 1 100 68 7 24 1 100 Ancona 65 9 26 0 100 65 9 26 0 100 66 8 26 0 100 Marche 68 8 23 1 100 69 8 23 0 100 69 8 23 0 100

Indice 2002=100 2002 2003 2004 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 100 100 100 100 100 100 97 103 83 100 103 90 104 67 102 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100 102 95 100 88 101 104 92 99 77 102 Ancona 100 100 100 100 100 103 95 100 82 101 105 91 100 21 102 Marche 100 100 100 100 100 102 96 100 88 101 104 93 101 71 102

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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352

Tab. C.3.12 (Segue) – Andamento delle imprese artigiane attive per settore di attività economica nella Valcesano (2002-2006) – Valori assoluti, valori percentuali, indice

2002=100

Valori assoluti 2005 2006 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 1.342 128 395 6 1.871 1.390 127 385 1 1.903 Pesaro e Urbino 9.558 976 3.237 75 13.846 9.814 927 3.180 26 13.947 Ancona 8.106 939 3.066 7 12.118 8.106 939 3.066 7 12.118 Marche 35.980 3.717 11.686 178 51.561 36.727 3.634 11.601 76 52.038

Valori percentuali 2005 2006 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 72 7 21 0 100 73 7 20 0 100 Pesaro e Urbino 69 7 23 1 100 70 7 23 0 100 Ancona 67 8 25 0 100 68 8 25 0 100 Marche 70 7 23 0 100 71 7 22 0 100

Indice 2002=100 2005 2006 Ambiti territoriali

I C S NC TOT I C S NC TOT Valcesano 105 86 103 50 102 108 86 100 8 104 Pesaro e Urbino 107 89 100 71 104 110 85 98 25 104 Ancona 106 86 100 25 102 108 86 99 39 104 Marche 106 90 101 67 103 108 88 100 28 104

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. C.3.13 – Variazione percentuale imprese artigiane attive per ramo di attività economica (2002-2006)

Ambiti territoriali A B C D E F G H I J K L M N O P Nc TOTValcesano -5 0 -33 0 0 17 -13 -50 0 0 -8 0 0 0 3 0 -92 4 Pesaro e Urbino 8 0 -9 -2 -100 24 -14 -39 -5 -50 1 -100 0 -79 2 0 -75 4 Ancona 3 0 25 -2 0 20 -13 -52 -10 -75 13 0 12 -89 2 0 -61 4 Marche 7 0 -4 -2 0 21 -11 -48 -7 -73 8 -100 8 -52 3 -100 -72 4

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Tab. C.3.14 –Imprese artigiane attive per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

– Valori assoluti

Comuni Industria Commercio Servizi Imprese

non classificate

Totale Imprese artigiane

Totale Imprese

Peso % IA su I

Mondavio 114 11 45 0 170 436 39 Mondolfo 351 32 99 1 483 1.248 39 Monte Porzio 84 10 29 0 123 338 36 San Costanzo 169 6 24 0 199 534 37 Castel Colonna 32 1 9 0 42 113 37 Corinaldo 138 17 55 0 210 732 29 Monterado 56 4 12 0 72 173 42 Collina litoranea 944 81 273 1 1.299 3.574 36 Fratte Rosa 38 3 3 0 44 168 26 Pergola 184 18 51 0 253 838 30 S. Lorenzo in C. 98 16 36 0 150 405 37 Castelleone di S. 57 5 13 0 75 260 29 Collina interna 377 42 103 0 522 1.671 31 Frontone 42 3 6 0 51 154 33 Serra S. Abbondio 27 1 3 0 31 106 29 Montagna interna 69 4 9 0 82 260 32 Valcesano 1.390 127 385 1 1.903 5.505 35 Pesaro e Urbino 9.814 927 3.180 26 13.947 39.011 36 Ancona 8.265 932 3.033 11 12.241 41.917 29 Marche 36.727 3.634 11.601 76 52.038 159.368 33

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. C.3.15 – Imprese artigiane attive per settore di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

– Valori percentuali

Comuni Industria Commercio Servizi Imprese

non classificate

Totale

Mondavio 67 6 26 0 100 Mondolfo 73 7 20 0 100 Monte Porzio 68 8 24 0 100 San Costanzo 85 3 12 0 100 Castel Colonna 76 2 21 0 100 Corinaldo 66 8 26 0 100 Monterado 78 6 17 0 100 Collina litoranea 73 6 21 0 100 Fratte Rosa 86 7 7 0 100 Pergola 73 7 20 0 100 San Lorenzo in Campo 65 11 24 0 100 Castelleone di Suasa 76 7 17 0 100 Collina interna 72 8 20 0 100 Frontone 82 6 12 0 100 Serra Sant'Abbondio 87 3 10 0 100 Montagna interna 84 5 11 0 100 Valcesano 73 7 20 0 100 Pesaro e Urbino 70 7 23 0 100 Ancona 68 8 25 0 100 Marche 71 7 22 0 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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355

Tab. C.3.16 – Imprese artigiane attive per ramo di attività economica e per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali

Rami di attività economica Collina litoranea

Collina interna

Montagna interna

Collina litoranea

Collina interna

Montagna interna

Agricoltura, caccia e silvicoltura 10 6 3 1 1 4 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 0 0 0 0 0 Estrazione di minerali 1 1 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 414 194 26 32 37 32 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 0 0 0 Costruzioni 519 176 40 40 34 49 Totale Industria 944 377 69 73 72 84 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 78 42 4 6 8 5 Alberghi e ristoranti 3 0 0 0 0 0 Totale Commercio 81 42 4 6 8 5 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 137 39 3 11 7 4 Intermediaz.monetaria e finanziaria 0 0 0 0 0 0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 32 12 0 2 2 0 Istruzione 1 0 0 0 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 0 0 0 0 0 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 103 52 6 8 10 7 Totale Servizi 273 103 9 21 20 11 Imprese non classificate 1 0 0 0 0 0 Totale imprese non classificate 1 0 0 0 0 0 Totale 1.299 522 82 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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Tab. C.3.17 –Imprese artigiane attive per ramo di attività economica nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006)

– Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali Comuni

Valcesano Pesaro-Urbino Ancona Marche Valcesano Pesaro-

Urbino Ancona Marche

Agricoltura, caccia e silvicoltura 19 138 113 557 1 1 1 1 Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0 1 0 1 0 0 0 0 Estrazione di minerali 2 10 5 46 0 0 0 0 Attivita' manifatturiere 634 4.435 3.873 17.997 33 32 32 35 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0 0 0 1 0 0 0 0 Costruzioni 735 5.230 4.274 18.125 39 37 35 35 Totale industria 1.390 9.814 8.265 36.727 73 70 68 71 Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 124 888 910 3.543 7 6 7 7 Alberghi e ristoranti 3 39 22 91 0 0 0 0 Totale commercio 127 927 932 3.634 7 7 8 7 Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 179 1.371 1.086 4.041 9 10 9 8 Intermediaz.monetaria e finanziaria 0 1 1 3 0 0 0 0 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 44 475 566 2.321 2 3 5 4 Pubbl.amm.e difesa;assic.sociale obbligatoria 0 0 0 0 0 0 0 0 Istruzione 1 4 19 57 0 0 0 0 Sanita' e altri servizi sociali 0 3 1 12 0 0 0 0 Altri servizi pubblici,sociali e personali 161 1.326 1.360 5.167 8 10 11 10 Serv.domestici presso famiglie e conv. 0 0 0 0 0 0 0 0 Totale servizi 385 3.180 3.033 11.601 20 23 25 22 Imprese non classificate 1 26 11 76 0 0 0 0 Totale imprese non classificate 1 26 11 76 0 0 0 0 Totale 1.903 13.947 12.241 52.038 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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357

Tab. C.3.18– Imprese artigiane manifatturiere attive per sotto-sezioni di attività economica nella Valcesano (2006) – Valori assoluti e percentuali

Sotto-sezioni di attività economica Valore assoluto Valore percentuale Industrie alimentari e delle bevande 88 14 Industrie tessili 44 7 Conf. articoli vestiario-prep. pellicce 86 14 Prep e concia cuoio-fabbric. artic. viaggio 24 4 Ind. legno, esclusi mobili-fabbr. in paglia 57 9 Fabbric. pasta-carta, carta e prod. di carta 2 0,3 Editoria, stampa e riprod. supp. registrati 13 2 Fabbric. prodotti chimici e fibre sintetiche 2 0 Fabbric. artic. in gomma e mat. plastiche 4 1 Fabbric. prodotti lavoraz. min non metallif. 13 2 Fabbricaz. e lav. prod. metallo, escl. macchine 110 17 Fabbric. macchine ed appar. mecc., install. 36 6 Fabbric. macchine per uff., elaboratori 6 1 Fabbric. di macchine ed appar. elettr. n.c.a. 21 3 Fabbric. appar. radiotel. e app. per comunic. 2 0,3 Fabbric. appar. medicali, precis., strum. ottici 29 5 Fabbric. di altri mezzi di trasporto 45 7 Fabbric. mobili-altre industrie manifatturiere 49 8 Recupero e preparaz. per il riciclaggio 3 0,5 Totale 634 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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358

APPENDICE D

Tab. D.4.1 – Dinamica delle aziende agricole nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Valori assoluti e indice

1982=100 Tasso di var. medio annuo

Comuni 1982 1990 2000 90/82 00/90 00/82 Mondavio 412 393 382 -0,6 -0,3 -0,4 Mondolfo 343 380 382 1,3 0,1 0,6 Monte Porzio 96 105 104 1,1 -0,1 0,4 San Costanzo 427 456 373 0,8 -2,0 -0,7 Castel Colonna 152 161 138 0,7 -1,5 -0,5 Corinaldo 708 753 633 0,8 -1,7 -0,6 Monterado 153 141 115 -1,0 -2,0 -1,6 Collina litoranea 2.291 2.389 2.127 0,5 -1,2 -0,4 Fratte Rosa 176 206 147 2,0 -3,3 -1,0 Pergola 786 842 625 0,9 -2,9 -1,3 San Lorenzo in Campo 412 408 304 -0,1 -2,9 -1,7 Castelleone di Suasa 188 193 180 0,3 -0,7 -0,2 Collina interna 1.562 1.649 1.256 0,7 -2,7 -1,2 Frontone 194 169 86 -1,7 -6,5 -4,4 Serra Sant'Abbondio 278 248 141 -1,4 -5,5 -3,7 Montagna interna 472 417 227 -1,5 -5,9 -4,0 Valcesano 4.325 4.455 3.610 0,4 -2,1 -1,0 Pesaro e Urbino 17.864 18.709 15.318 0,6 -2,0 -0,9 Ancona 16.972 18.943 15.354 1,4 -2,1 -0,6 Marche 86.529 80.744 66.480 -0,9 -1,9 -1,5

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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359

Tab. D.4.2 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (1982) – Valori assoluti

1982

Classi di SAU Comuni Fino a 1 1 - 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 ed oltre Mondavio 124 87 117 69 32 15 3 Mondolfo 102 74 136 43 19 7 1 Monte Porzio 15 14 22 17 25 14 3 San Costanzo 76 95 144 89 42 20 3 Castel Colonna 44 25 55 27 15 7 2 Corinaldo 143 134 239 172 48 15 6 Monterado 48 32 44 30 9 3 2 Collina litoranea 552 461 757 447 190 81 20 Fratte Rosa 38 33 59 40 29 8 3 Pergola 190 112 186 147 123 66 14 San Lorenzo in Campo 142 101 99 63 40 19 4 Castelleone di Suasa 37 63 64 41 22 14 1 Collina interna 407 309 408 291 214 107 22 Frontone 80 38 36 25 15 5 3 Serra Sant'Abbondio 80 59 84 36 9 3 1 Montagna interna 160 97 120 61 24 8 4 Valcesano 1.119 867 1.285 799 428 196 46 Pesaro e Urbino 4.374 3.164 4.982 3.427 2.078 1.129 427 Ancona 4.590 3.542 6.175 3.498 1.686 720 282 Marche 15.566 13.138 24.996 16.991 9.612 4.175 1.481

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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360

Tab. D.4.3 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (1990) – Valori assoluti

1990

Classi di SAU

Comuni Senza SAU

Meno di 1 1 - 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 -100 100 ed

oltre Mondavio 0 106 79 92 56 38 18 3 0 Mondolfo 2 103 78 124 44 18 10 0 0 Monte Porzio 0 10 12 26 21 21 12 2 0 San Costanzo 0 79 94 130 89 42 19 3 0 Castel Colonna 0 36 31 43 30 11 7 0 0 Corinaldo 0 170 123 216 169 45 22 5 2 Monterado 0 40 22 42 25 6 4 0 0 Collina litoranea 2 544 439 673 434 181 92 13 2 Fratte Rosa 2 54 15 51 41 29 13 0 0 Pergola 66 153 105 171 148 121 68 7 3 San Lorenzo in Campo 2 135 78 84 52 37 14 6 0 Castelleone di Suasa 0 29 34 57 40 19 13 0 0 Collina interna 70 371 232 363 281 206 108 13 3 Frontone 4 68 23 29 15 21 5 0 3 Serra Sant'Abbondio 0 85 47 78 28 7 2 0 0 Montagna interna 4 153 70 107 43 28 7 0 3 Valcesano 76 1.068 741 1.143 758 415 207 26 8 Pesaro e Urbino 405 4.111 2.966 4.654 2.995 2.015 1.126 310 127 Ancona 70 4.562 3.269 5.381 3.113 1.493 753 194 108 Marche 508 15.259 12.518 22.893 15.034 8.795 4.262 1.036 527

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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361

Tab. D.4.4 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (2000) – Valori assoluti

2000

Classi di SAU

Comuni Senza SAU

Meno di 1 1 - 2 2 - 5 5 - 10 10 - 20 20 - 50 50 -100 100 ed

oltre Mondavio 0 114 77 79 48 42 19 1 2 Mondolfo 2 120 75 116 43 20 5 1 0 Monte Porzio 0 13 23 25 12 15 14 1 1 San Costanzo 0 52 67 108 71 42 30 2 1 Castel Colonna 1 50 21 29 19 8 6 2 2 Corinaldo 3 129 102 181 129 66 18 4 1 Monterado 0 30 21 31 18 7 6 1 1 Collina litoranea 6 508 386 569 340 200 98 12 8 Fratte Rosa 0 26 18 38 25 24 13 3 0 Pergola 40 109 80 106 100 101 79 8 2 San Lorenzo in Campo 1 78 61 72 43 31 15 3 0 Castelleone di Suasa 0 35 30 48 34 17 12 4 0 Collina interna 41 248 189 264 202 173 119 18 2 Frontone 0 13 10 14 19 15 10 2 3 Serra Sant'Abbondio 0 14 35 51 29 8 3 0 1 Montagna interna 0 27 45 65 48 23 13 2 4 Valcesano 47 783 620 898 590 396 230 32 14 Pesaro e Urbino 477 3.517 2.437 3.461 2.317 1.602 1.075 292 140 Ancona 186 3.684 2.632 4.154 2.363 1.250 758 198 129 Marche 678 13.591 10.626 17.689 11.239 6.970 4.103 1.088 579

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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362

Tab. D.4.5 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (1982) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali

1982 1982 Classi di SAU Classi di SAU

Comuni

Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Mondavio 397 47 3 447 89 11 1 100 Mondolfo 355 26 1 382 93 7 0 100 Monte Porzio 68 39 3 110 62 35 3 100 San Costanzo 404 62 3 469 86 13 1 100 Castel Colonna 151 22 2 175 86 13 1 100 Corinaldo 688 63 6 757 91 8 1 100 Monterado 154 12 2 168 92 7 1 100 Collina litoranea 2.217 271 20 2.508 88 11 1 100 Fratte Rosa 170 37 3 210 81 18 1 100 Pergola 635 189 14 838 76 23 2 100 San Lorenzo in Campo 405 59 4 468 87 13 1 100 Castelleone di Suasa 205 36 1 242 85 15 0 100 Collina interna 1.415 321 22 1.758 80 18 1 100 Frontone 179 20 3 202 89 10 1 100 Serra Sant'Abbondio 259 12 1 272 95 4 0 100 Montagna interna 438 32 4 474 92 7 1 100 Valcesano 4.070 624 46 4.740 86 13 1 100 Pesaro e Urbino 15.947 3.207 427 19.581 81 16 2 100 Ancona 17.805 2.406 282 20.493 87 12 1 100 Marche 70.691 13.787 1.481 85.959 83 16 0 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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363

Tab. D.4.6 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (1990) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali

1990 1990 Classi di SAU Classi di SAU

Comuni

Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Mondavio 333 56 3 392 85 14 1 100 Mondolfo 351 28 0 379 93 7 0 100 Monte Porzio 69 33 2 104 66 32 2 100 San Costanzo 392 61 3 456 86 13 1 100 Castel Colonna 140 18 0 158 89 11 0 100 Corinaldo 678 67 7 752 90 9 1 100 Monterado 129 10 0 139 93 7 0 100 Collina litoranea 2.092 273 15 2.380 88 11 1 100 Fratte Rosa 163 42 0 205 80 20 0 100 Pergola 643 189 10 842 76 22 1 100 San Lorenzo in Campo 351 51 6 408 86 13 1 100 Castelleone di Suasa 160 32 0 192 83 17 0 100 Collina interna 1.317 314 16 1.647 80 19 1 100 Frontone 139 26 3 168 83 15 2 100 Serra Sant'Abbondio 238 9 0 247 96 4 0 100 Montagna interna 377 35 3 415 91 8 1 100 Valcesano 3.786 622 34 4.442 85 14 1 100 Pesaro e Urbino 15.131 3.141 437 18.709 81 17 2 100 Ancona 16.395 2.246 302 18.943 87 12 2 100 Marche 66.212 13.057 1.563 80.832 82 16 2 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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364

Tab. D.4.7 – Aziende per classe di superficie agricola utilizzata (superficie in ettari), (2000) – Valori assoluti e percentuali

Valori assoluti Valori percentuali

2000 2000 Classi di SAU Classi di SAU

Comuni

Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Fino a 10 10 - 50 Oltre 50 Totale Mondavio 318 61 3 382 83 16 1 100 Mondolfo 356 25 1 382 93 7 0 100 Monte Porzio 73 29 2 104 70 28 2 100 San Costanzo 298 72 3 373 80 19 1 100 Castel Colonna 120 14 4 138 87 10 3 100 Corinaldo 544 84 5 633 86 13 1 100 Monterado 100 13 2 115 87 11 2 100 Collina litoranea 1.809 298 20 2.127 85 14 1 100 Fratte Rosa 107 37 3 147 73 25 2 100 Pergola 435 180 10 625 70 29 2 100 San Lorenzo in Campo 255 46 3 304 84 15 1 100 Castelleone di Suasa 147 29 4 180 82 16 2 100 Collina interna 944 292 20 1.256 75 23 2 100 Frontone 56 25 5 86 65 29 6 100 Serra Sant'Abbondio 129 11 1 141 91 8 1 100 Montagna interna 185 36 6 227 81 16 3 100 Valcesano 2.938 626 46 3.610 81 17 1 100 Pesaro e Urbino 12.209 2.677 432 15.318 80 17 3 100 Ancona 13.019 2.008 327 15.354 85 13 2 100 Marche 53.823 11.073 1.667 66.563 81 17 3 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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365

Tab. D.4.8 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata nella Valcesano (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori assoluti

Tasso di var. medio annuo Classe di SAU 1982 1990 2000

90/82 00/90 00/82 Senza SAU 0 76 47 Meno di 1 ettaro 1.119 1.068 783 -1 -3 -2 1 - 2 ettari 867 741 620 -2 -2 -2 2 - 5 ettari 1.285 1.143 898 -1 -2 -2 5 - 10 ettari 799 758 590 -1 -2 -1 10 - 20 ettari 428 415 396 0 0 0 20 - 50 ettari 196 207 230 1 1 1 Oltre 50 ettari 46 34 46 -3 4 0 Totale 4.740 4.442 3.610 -1 -2 -1

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. D.4.9 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata nella Provincia di Pesaro e Urbino (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori assoluti

Tasso di var. medio annuo Classe di SAU 1982 1990 2000

90/82 00/90 00/82 Senza SAU 405 477 Meno di 1 ettaro 4.374 4.111 3.517 -1 -1 -1 1 - 2 ettari 3.164 2.966 2.437 -1 -2 -1 2 - 5 ettari 4.982 4.654 3.461 -1 -3 -2 5 - 10 ettari 3.427 2.995 2.317 -2 -2 -2 10 - 20 ettari 2.078 2.015 1.602 0 -2 -1 20 - 50 ettari 1.129 1.126 1.075 0 0 0 Oltre 50 ettari 427 437 432 0 0 0 Totale 19.581 18.304 14.841 -1 -2 -1

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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366

Tab. D.4.10 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata nella Provincia di Ancona (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori assoluti

Tasso di var. medio annuo Classe di SAU 1982 1990 2000

90/82 00/90 00/82 Senza SAU 70 186 Meno di 1 ettaro 4.590 4.562 3.684 0 -2 -1 1 - 2 ettari 3.542 3.269 2.632 -1 -2 -1 2 - 5 ettari 6.175 5.381 4.154 -2 -2 -2 5 - 10 ettari 3.498 3.113 2.363 -1 -2 -2 10 - 20 ettari 1.686 1.493 1.250 -1 -2 -1 20 - 50 ettari 720 753 758 1 0 0 Oltre 50 ettari 282 302 327 1 1 1 Totale 20.493 18.943 15.354 -1 -2 -1

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. D.4.11 – Dinamica delle aziende per classe di superficie agricola utilizzata nella Regione Marche (superficie in ettari), (1982-2000) – Valori assoluti

Tasso di var. medio annuo Classe di SAU 1982 1990 2000

90/82 00/90 00/82 Senza SAU 508 678 Meno di 1 ettaro 15.566 15.259 13.591 0 -1 -1 1 - 2 ettari 13.138 12.518 10.626 -1 -2 -1 2 - 5 ettari 24.996 22.893 17.689 -1 -2 -2 5 - 10 ettari 16.991 15.034 11.239 -1 -3 -2 10 - 20 ettari 9.612 8.795 6.970 -1 -2 -2 20 - 50 ettari 4.175 4.262 4.103 0 0 0 Oltre 50 ettari 1.481 1.563 1.667 1 1 1 Totale 85.959 80.832 66.563 -1 -2 -1

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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367

Tab. D.4.12 – Dinamica dell’indice di dispersione delle aziende agricole nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) –

Valori assoluti e indice 1982=100

Aziende agricole Indice di dispersione Comuni 1982 1990 2000

Sup. kmq 1982 1990 2000 1982 1990 2000

Mondavio 412 393 382 29,5 14,0 13,3 13,0 100 95 93 Mondolfo 343 380 382 22,7 15,1 16,7 16,8 100 111 111 Monte Porzio 96 105 104 18,4 5,2 5,7 5,7 100 109 108 San Costanzo 427 456 373 40,7 10,5 11,2 9,2 100 107 87 Castel Colonna 152 161 138 13,3 11,4 12,1 10,4 100 106 91 Corinaldo 708 753 633 48,3 14,7 15,6 13,1 100 106 89 Monterado 153 141 115 10,3 14,8 13,7 11,2 100 92 75 Collina litoranea 2.291 2.389 2.127 183,2 12,5 13,0 11,6 100 104 93 Fratte Rosa 176 206 147 15,6 11,3 13,2 9,4 100 117 84 Pergola 786 842 625 113,5 6,9 7,4 5,5 100 107 80 San Lorenzo in Campo 412 408 304 28,7 14,4 14,2 10,6 100 99 74 Castelleone di Suasa 188 193 180 15,8 11,9 12,2 11,4 100 103 96 Collina interna 1.562 1.649 1.256 173,6 9,0 9,5 7,2 100 106 80 Frontone 194 169 86 36,0 5,4 4,7 2,4 100 87 44 Serra Sant'Abbondio 278 248 141 32,8 8,5 7,6 4,3 100 89 51 Montagna interna 472 417 227 68,8 6,9 6,1 3,3 100 88 48 Valcesano 4.325 4.455 3.610 425,5 10,2 10,5 8,5 100 103 83 Pesaro e Urbino 17.864 18.709 15.318 2892,4 6,2 6,5 5,3 100 105 86 Ancona 16.972 18.943 15.354 1940,2 8,7 9,8 7,9 100 112 90 Marche 72.338 80.832 66.563 9693,5 7,5 8,3 6,9 100 112 92

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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368

Tab. D.4.13 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982) – Valori assoluti

1982 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manodopera

familiare

Con manodopera

familiare prevalente

Con manodopera extrafamiliare

prevalente Totale

Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 368 1.409 30 221 14 390 412 2.020 Mondolfo 333 996 1 13 9 111 343 1.120 Monte Porzio 64 398 15 197 17 537 96 1.133 San Costanzo 409 2.016 10 130 8 144 427 2.290 Castel Colonna 136 567 11 152 5 44 152 762 Corinaldo 627 2.946 65 193 16 262 708 3.400 Monterado 145 475 2 40 6 398 153 913 Collina litoranea 2.082 8.806 134 946 75 1.885 2.291 11.637 Fratte Rosa 162 955 7 121 7 135 176 1.211 Pergola 654 5.459 67 1.158 65 1.560 786 8.177 San Lorenzo in Campo 353 1.315 34 400 25 142 412 1.857 Castelleone di Suasa 163 829 18 112 7 167 188 1.108 Collina interna 1.332 8.558 126 1.791 104 2.004 1.562 12.353 Frontone 190 771 3 265 1 36 194 1.072 Serra Sant’ Abbondio 274 1.242 3 10 1 18 278 1.270 Montagna interna 464 2.013 6 274 2 54 472 2.342 Valcesano 3.878 19.377 266 3.012 181 3.944 4.325 26.332 Pesaro-Urbino 15.531 124.396 1.591 22.553 742 20.219 17.864 167.168 Ancona 14.229 68.764 1.990 16.077 753 12.524 16.972 97.366 Marche 63.144 402.522 6.067 63.372 3.127 55.398 72.338 521.292

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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369

Tab. D.4.13 (Segue) – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1982) – Valori assoluti

1982 Forma di conduzione

Conduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduzione a colonia parziaria appoderata ed

altre forme di conduzione

Totale complessivo Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 13 235 24 208 37 443 Mondolfo 19 343 22 169 41 512 Monte Porzio 9 275 6 73 15 348 San Costanzo 9 233 33 316 42 549 Castel Colonna 9 285 15 76 24 361 Corinaldo 19 634 32 223 51 858 Monterado 4 95 11 86 15 181 Collina litoranea 82 2.101 143 1.150 225 3.251 Fratte Rosa 14 169 20 205 34 374 Pergola 10 273 64 1.211 74 1.484 San Lorenzo in Campo 26 435 32 383 58 818 Castelleone di Suasa 6 176 19 188 25 364 Collina interna 56 1.054 135 1.987 191 3.041 Frontone 3 5.406 5 115 8 5.520 Serra Sant' Abbondio 2 1.353 1 24 3 1.377 Montagna interna 5 6.759 6 139 11 6.897 Valcesano 143 9.913 284 3.276 427 13.190 Pesaro-Urbino 1.075 54.062 1.124 14.567 2.199 68.629 Ancona 1.681 53.848 2.036 15.583 3.717 69.431 Marche 5.273 205.681 9.119 75.780 86.730 802.753

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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370

Tab. D.4.14 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1990) – Valori assoluti

1990 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manodopera

familiare

Con manodopera

familiare prevalente

Con manodopera

extrafam. prevalente

Totale Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 368 1.829 3 138 3 351 374 2.319 Mondolfo 344 1.045 7 119 4 22 355 1.185 Monte Porzio 82 658 3 51 5 90 90 798 San Costanzo 408 2.307 5 171 2 81 415 2.559 Castel Colonna 137 676 7 97 5 106 149 879 Corinaldo 674 3.064 33 429 25 230 732 3.723 Monterado 128 527 4 92 0 0 132 618 Collina litoranea 2.141 10.105 62 1.097 44 880 2.247 12.082 Fratte Rosa 185 1.148 7 168 0 0 193 1.319 Pergola 726 7.554 31 470 15 327 772 8.350 San Lorenzo in Campo 370 1.611 5 200 7 234 382 2.045 Castelleone di Suasa 167 982 14 135 5 188 186 1.305 Collina interna 1.448 11.295 57 973 27 749 1.533 13.019 Frontone 160 883 2 73 2 311 164 1.268 Serra Sant' Abbondio 247 2.438 0 0 0 0 247 2.438 Montagna interna 407 3.321 2 73 2 311 411 3.706 Valcesano 3.996 24.721 121 2.143 73 1.940 4.191 28.807 Pesaro-Urbino 16.039 145.128 493 18.616 345 15.937 16.877 179.682 Ancona 16.059 89.791 732 11.251 532 11.915 17.323 112.957 Marche 67.107 455.788 3.764 70.530 2.054 59.506 72.925 585.824

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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371

Tab. D.4.14 (Segue) – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1990) – Valori assoluti 1990

Forma di conduzione

Conduzione con salariati e/o

compartecip.

Conduzione a colonia parziaria

appoderata

Altre forme di conduz.

Totale complessivo Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 16 188 3 23 0 0 19 211 Mondolfo 20 322 5 59 0 0 25 381 Monte Porzio 15 605 0 0 0 0 15 605 San Costanzo 39 206 2 8 0 0 41 214 Castel Colonna 9 199 3 13 0 0 12 212 Corinaldo 14 610 7 69 0 0 21 679 Monterado 4 454 5 31 0 0 9 485 Collina litoranea 117 2.584 25 202 0 0 142 2.786 Fratte Rosa 10 157 3 23 0 0 13 180 Pergola 57 625 13 395 0 0 70 1.021 San Lorenzo in Campo 16 229 10 106 0 0 26 335 Castelleone di Suasa 4 99 3 38 0 0 7 136 Collina interna 87 1.110 29 562 0 0 116 1.672 Frontone 5 5.423 0 0 0 0 5 5.423 Serra Sant' Abbondio 0 0 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 5 5.423 0 0 0 0 5 5.423 Valcesano 209 9.116 54 765 0 0 263 9.881 Pesaro-Urbino 1.627 52.874 202 2.743 3 108 1.832 55.725 Ancona 1.068 43.111 552 4.330 0 0 1.620 47.441 Marche 5.145 185.835 2.504 20.541 258 1.720 7.907 208.096

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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372

Tab. D.4.15 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2000) – Valori assoluti

2000 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manodopera

familiare

Con manodopera familiare

prevalente

Con manodopera

extrafam. prevalente

Totale Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 374 1.954 2 106 0 0 376 2.060 Mondolfo 359 1.349 1 3 1 5 361 1.358 Monte Porzio 84 721 0 0 1 110 85 832 San Costanzo 361 2.675 9 353 0 0 370 3.028 Castel Colonna 125 784 7 146 1 0 133 929 Corinaldo 617 3.487 5 66 6 101 628 3.654 Monterado 103 446 0 0 1 19 104 464 Collina litoranea 2.023 11.416 24 674 10 236 2.057 12.326 Fratte Rosa 102 1.183 3 77 0 0 105 1.259 Pergola 519 6.550 16 586 8 109 543 7.245 San Lorenzo in Campo 253 1.401 6 168 0 0 259 1.569 Castelleone di Suasa 159 1.227 1 101 0 0 160 1.328 Collina interna 1.033 10.361 26 932 8 109 1.067 11.402 Frontone 79 1.012 2 217 0 0 81 1.229 Serra Sant' Abbondio 140 2.175 0 0 0 0 140 2.175 Montagna interna 219 3.187 2 217 0 0 221 3.404 Valcesano 3.275 24.963 52 1.822 18 345 3.345 27.131 Pesaro-Urbino 13.811 146.214 235 12.150 110 7.338 14.156 165.702 Ancona 13.591 94.003 424 9.152 127 6.886 14.142 110.041 Marche 59.844 475.973 1.558 47.609 589 31.982 61.991 555.563

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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373

Tab. D.4.15 (Segue) – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (2000) – Valori assoluti 2000

Forma di conduzione

Conduzione con salariati e/o compartcip.

Conduzione a colonia parziaria

appoderata

Altre forme di conduz.

Totale complessivo Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Mondavio 6 443 0 0 0 0 6 443 Mondolfo 21 119 0 0 0 0 21 119 Monte Porzio 19 385 0 0 0 0 19 385 San Costanzo 3 47 0 0 0 0 3 47 Castel Colonna 5 209 0 0 0 0 5 209 Corinaldo 4 293 1 8 0 0 5 301 Monterado 11 527 0 0 0 0 11 527 Collina litoranea 69 2.023 1 8 0 0 70 2.031 Fratte Rosa 42 151 0 0 0 0 42 151 Pergola 81 1.112 1 27 0 0 82 1.139 San Lorenzo in Campo 45 330 0 0 0 0 45 330 Castelleone di Suasa 20 104 0 0 0 0 20 104 Collina interna 188 1.697 1 27 0 0 189 1.725 Frontone 5 5.861 0 0 0 0 5 5.861 Serra Sant' Abbondio 1 5 0 0 0 0 1 5 Montagna interna 6 5.866 0 0 0 0 6 5.866 Valcesano 263 9.587 2 35 0 0 265 9.622 Pesaro-Urbino 1.119 51.166 15 264 28 290 1.162 51.720 Ancona 1.193 35.502 14 123 5 199 1.212 35.823 Marche 4.372 154.170 147 1.554 53 743 4.572 156.467

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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374

Tab. D.4.16 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1982) – Valori percentuali

1982 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduzione a colonia parziaria

appoderata ed altre forme di

conduzione

Totale Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup.Valcesano 87 74 6 11 4 15 91 67 3 25 6 8 100 100 Pesaro-Urbino 87 74 9 13 4 12 89 71 5 23 6 6 100 100 Ancona 84 71 12 17 4 13 82 58 8 32 10 9 100 100 Marche 87 77 8 12 4 11 83 65 6 26 11 9 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. D.4.17 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(1990) – Valori percentuali

1990 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduz. a colonia

parz. appod.

Altre forme di conduz.

Totale Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup.Valcesano 95 86 3 7 2 7 94 74 5 24 1 2 0 0 100 100 Pesaro-Urbino 95 81 3 10 2 9 90 76 9 22 1 1 0 0 100 100 Ancona 93 79 4 10 3 11 91 70 6 27 3 3 0 0 100 100 Marche 92 78 5 12 3 10 90 74 6 23 3 3 0 0 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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375

Tab. D.4.18 – Aziende agricole e relativa superficie, per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2000) – Valori percentuali

2000 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o compartecipanti

Conduz. a colonia

parz. appod.

Altre forme di

cond. Totale

Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup.Valcesano 98 92 2 7 1 1 93 74 7 26 0 0 0 0 100 100 Pesaro-Urbino 98 88 2 7 1 4 92 76 7 24 0 0 0 0 100 100 Ancona 96 85 3 8 1 6 92 75 8 24 0 0 0 0 100 100 Marche 97 86 3 9 1 6 93 78 7 22 0 0 0 0 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. D.4.19.1 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per forma di conduzione∗ nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

1982 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o

compartecipanti

Conduz. a colonia

parz. appod. ed altre forme di conduz.

Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Valcesano 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Pesaro-Urbino 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Ancona 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 Marche 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

∗ nella dinamica è stata esclusa la classe di conduzione “per altre forme di conduzione” dato che nel

censimento del 1982 i valori appartenenti a tale classe non sono stati rilevati.

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376

Tab. D.4.19.2 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

1990 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o

compartecipanti

Conduz. a colonia parzi.

appod. ed altre forme di conduz.

Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Valcesano 103 128 45 71 40 49 97 109 146 92 19 23 Pesaro-Urbino 103 117 31 83 46 79 94 107 151 98 18 19 Ancona 113 131 37 70 71 95 102 116 64 80 27 28 Marche 106 113 62 111 66 107 101 112 98 90 27 27

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Tab. D.4.19.3 – Dinamica delle aziende agricole e relativa superficie per forma di conduzione nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice 1982=100

2000 Forma di conduzione

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manod.

familiare

Con manod.

familiare prevalente

Con manod.

extrafam. prevalente

Totale

Conduzione con salariati e/o

compartecipanti

Conduz. a colonia parzi.

appod. ed altre forme di conduz.

Comuni

Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Az. Sup. Valcesano 84 129 20 61 10 9 77 103 184 97 1 1 Pesaro-Urbino 89 118 15 54 15 36 79 99 104 95 1 2 Ancona 96 137 21 57 17 55 83 113 71 66 1 1 Marche 95 118 26 75 19 58 86 107 83 75 2 2

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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377

Tab. D.4.20 – Dinamica delle aziende con allevamenti e relativo peso percentuale sulle aziende agricole nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Valori assoluti e percentuali

1982 1990 2000

Comuni Az. Agricole

Az. con all.

% az. con all

Az. Agricole

Az. con all.

% az. con all

Az. Agricole

Az. con all.

% az. con all

Mondavio 412 326 79 393 301 77 382 247 65 Mondolfo 343 269 78 380 278 73 382 234 61 Monte Porzio 96 68 71 105 70 67 104 68 65 San Costanzo 427 369 86 456 370 81 373 155 42 Castel Colonna 152 126 83 161 111 69 138 101 73 Corinaldo 708 639 90 753 567 75 633 208 33 Monterado 153 115 75 141 108 77 115 45 39 Collina litoranea 2.291 1.912 83 2.389 1.805 76 2.127 1.058 50 Fratte Rosa 176 123 70 206 131 64 147 55 37 Pergola 786 502 64 842 499 59 625 342 55 San Lorenzo in Campo 412 331 80 408 309 76 304 225 74 Castelleone di Suasa 188 172 91 193 152 79 180 131 73 Collina interna 1.562 1.128 72 1.649 1.091 66 1.256 753 60 Frontone 194 156 80 169 130 77 86 63 73 Serra Sant'Abbondio 278 214 77 248 198 80 141 129 91 Montagna interna 472 370 78 417 328 79 227 192 85 Valcesano 4.325 3.410 79 4.455 3.224 72 3.610 2.003 55 Pesaro e Urbino 17.864 13.701 77 18.709 12.093 65 15.318 8.360 55 Ancona 16.972 15.085 89 18.943 13.244 70 15.354 8.789 57 Marche 72.338 62.236 86 80.832 55.359 68 66.563 39.567 59

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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378

Tab. D.4.21 – Dinamica delle aziende con allevamenti nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) –

Indice 1982=100 Comuni 1982 1990 2000 Mondavio 100 92 76 Mondolfo 100 103 87 Monte Porzio 100 103 100 San Costanzo 100 100 42 Castel Colonna 100 88 80 Corinaldo 100 89 33 Monterado 100 94 39 Collina litoranea 100 94 55 Fratte Rosa 100 107 45 Pergola 100 99 68 San Lorenzo in Campo 100 93 68 Castelleone di Suasa 100 88 76 Collina interna 100 97 67 Frontone 100 83 40 Serra Sant'Abbondio 100 93 60 Montagna interna 100 89 52 Valcesano 100 95 59 Pesaro e Urbino 100 88 61 Ancona 100 88 58 Marche 100 89 64

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.22 – Aziende con allevamenti e aziende con bovini, suini, ovini, bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli e relativo numero di capi nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000) – Valori assoluti

Bovini Suini Ovini Bufalini Comuni Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi

Mondavio 31 168 103 177 6 68 0 0 Mondolfo 10 31 39 190 4 17 0 0 Monte Porzio 7 42 18 127 2 3 0 0 San Costanzo 22 50 45 79 1 2 0 0 Castel Colonna 12 53 20 48 6 45 0 0 Corinaldo 49 483 88 998 6 50 0 0 Monterado 2 9 13 32 5 24 0 0 Collina litoranea 133 836 326 1.651 30 209 0 0 Fratte Rosa 16 97 42 75 3 16 0 0 Pergola 67 723 159 386 31 3.519 0 0 San Lorenzo in Campo 29 218 108 196 9 109 0 0 Castelleone di Suasa 11 34 65 105 5 130 0 0 Collina interna 123 1.072 374 762 48 3.774 0 0 Frontone 10 394 17 542 2 35 0 0 Serra Sant'Abbondio 6 201 47 4.685 3 36 0 0 Montagna interna 16 595 64 5.227 5 71 0 0 Valcesano 272 2.503 764 7.640 83 4.054 0 0 Pesaro e Urbino 1.305 25.444 2.573 19.663 587 37.829 2 2 Ancona 893 10.392 2.682 34.196 490 18.529 6 18 Marche 5.309 77.331 14.979 147.750 3.853 162.774 27 493

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.22 (Segue) – Aziende con allevamenti e aziende con bovini, suini, ovini, bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli e relativo numero di capi nei comuni della

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000) – Valori assoluti

Caprini Equini All.avicoli Totale Comuni Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi

Mondavio 9 27 6 8 226 4.834 854 14.993 Mondolfo 8 19 4 6 225 9.111 756 27.627 Monte Porzio 2 4 2 4 65 27.654 232 83.154 San Costanzo 8 48 3 5 146 1.994 531 6.224 Castel Colonna 5 21 3 6 97 2.689 348 8.273 Corinaldo 4 17 0 0 178 24.331 685 74.558 Monterado 1 8 0 0 37 974 133 3.003 Collina litoranea 37 144 18 29 974 71.587 3.539 217.832 Fratte Rosa 4 12 2 2 47 1.167 216 3.719 Pergola 17 178 13 22 300 7.390 1.230 27.220 San Lorenzo in Campo 9 36 8 20 213 5.326 827 16.633 Castelleone di Suasa 3 14 2 2 127 38.327 474 115.284 Collina interna 33 240 25 46 687 52.210 2.747 162.856 Frontone 2 15 5 47 57 1.699 219 6.239 Serra Sant'Abbondio 3 10 5 49 125 3.497 452 15.580 Montagna interna 5 25 10 96 182 5.196 671 21.819 Valcesano 75 409 53 171 1.843 128.993 6.957 402.507 Pesaro e Urbino 370 2.238 516 2.085 7.383 1.120.458 28.904 3.455.043 Ancona 259 1.430 165 640 8.245 2.348.610 29.819 7.113.745 Marche 1.234 6.929 1.332 5.064 36.408 7.693.275 139.856 23.497.223

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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381

Tab. D.4.23 – Aziende con allevamenti e aziende con bovini, suini, ovini, bufalini, caprini, equini, allevamenti avicoli e relativo numero di capi nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000) – Valori percentuali

Bovini Suini Ovini Bufalini Caprini Equini All.avicoli Comuni

Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. CapiMondavio 8 3 27 3 2 1 0 0 2 1 2 0 59 92

Mondolfo 3 0 13 2 1 0 0 0 3 0 1 0 78 97

Monte Porzio 7 0 19 0 2 0 0 0 2 0 2 0 68 99

San Costanzo 10 2 20 4 0 0 0 0 4 2 1 0 65 92

Castel Colonna 8 2 14 2 4 2 0 0 3 1 2 0 68 94

Corinaldo 15 2 27 4 2 0 0 0 1 0 0 0 55 94

Monterado 3 1 22 3 9 2 0 0 2 1 0 0 64 93

Collina litoranea 9 1 21 2 2 0 0 0 2 0 1 0 64 96 Fratte Rosa 14 7 37 5 3 1 0 0 4 1 2 0 41 85

Pergola 11 6 27 3 5 29 0 0 3 1 2 0 51 60

San Lorenzo in C. 8 4 29 3 2 2 0 0 2 1 2 0 57 90

Castelleone di Suasa 5 0 31 0 2 0 0 0 1 0 1 0 60 99

Collina interna 10 2 29 1 4 6 0 0 3 0 2 0 53 90 Frontone 11 14 18 20 2 1 0 0 2 1 5 2 61 62

Serra Sant'Abbondio 3 2 25 55 2 0 0 0 2 0 3 1 66 41

Montagna interna 6 5 23 47 2 1 0 0 2 0 4 1 65 46 Valcesano 9 2 25 5 3 3 0 0 2 0 2 0 60 90 Pesaro e Urbino 10 2 20 2 5 3 0 0 3 0 4 0 58 93 Ancona 7 0 21 1 4 1 0 0 2 0 1 0 65 97 Marche 8 1 24 2 6 2 0 0 2 0 2 0 58 95

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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382

Tab. D.4.24 – Andamento della SAU e della SAT nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Valori assoluti

SAT SAU SAU/SAT Comuni

1982 1990 2000 1982 1990 2000 1982 1990 2000 Mondavio 2.463 2.530 2.503 2.201 2.279 2.259 89,37 90,09 90,24 Mondolfo 1.632 1.566 1.478 1.473 1.432 1.297 90,24 91,42 87,80 Monte Porzio 1.481 1.403 1.216 1.346 1.309 1.106 90,91 93,29 90,97 San Costanzo 2.838 2.773 3.075 2.548 2.492 2.820 89,76 89,87 91,71 Castel Colonna 1.123 1.091 1.139 990 993 997 88,17 91,10 87,54 Corinaldo 4.257 4.403 3.955 3.929 4.035 3.597 92,29 91,65 90,95 Monterado 1.094 1.103 991 961 1.008 914 87,80 91,42 92,24 Collina litoranea 14.889 14.868 14.356 13.448 13.549 12.991 90,32 91,13 90,49 Fratte Rosa 1.585 1.499 1.410 1.339 1.295 1.247 84,50 86,34 88,39 Pergola 9.662 9.371 8.384 6.720 6.289 5.841 69,55 67,11 69,66 San Lorenzo in Campo 2.675 2.380 1.899 2.340 2.091 1.696 87,49 87,87 89,29 Castelleone di Suasa 1.472 1.441 1.432 1.324 1.312 1.310 89,91 91,01 91,45 Collina interna 15.394 14.691 13.126 11.723 10.987 10.093 76,16 74,78 76,89 Frontone 6.592 6.690 7.090 3.268 4.012 3.766 49,57 59,97 53,12 Serra Sant'Abbondio 2.647 2.456 2.180 1.398 1.337 1.231 52,80 54,42 56,47 Montagna interna 9.239 9.147 9.270 4.665 5.349 4.997 50,49 58,48 53,91 Valcesano 39.522 38.706 36.753 29.837 29.884 28.081 75,49 77,21 76,41 Pesaro e Urbino 235.797 235.407 217.423 153.502 151.228 137.833 65,10 64,24 63,39 Ancona 166.797 160.398 145.864 130.255 126.590 119.799 78,09 78,92 82,13 Marche 802.753 793.919 712.030 569.169 549.143 507.181 70,90 69,17 71,23

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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383

Tab. D.4.25 – Andamento della SAU e della SAT nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) – Indice

1982=100

SAT SAU Comuni 1982 1990 2000 1982 1990 2000

Mondavio 100 103 102 100 104 103 Mondolfo 100 96 91 100 97 88 Monte Porzio 100 95 82 100 97 82 San Costanzo 100 98 108 100 98 111 Castel Colonna 100 97 101 100 100 101 Corinaldo 100 103 93 100 103 92 Monterado 100 101 91 100 105 95 Collina litoranea 100 100 96 100 101 97 Fratte Rosa 100 95 89 100 97 93 Pergola 100 97 87 100 94 87 San Lorenzo in Campo 100 89 71 100 89 72 Castelleone di Suasa 100 98 97 100 99 99 Collina interna 100 95 85 100 94 86 Frontone 100 101 108 100 123 115 Serra Sant'Abbondio 100 93 82 100 96 88 Montagna interna 100 99 100 100 115 107 Valcesano 100 98 93 100 100 94 Pesaro e Urbino 100 100 92 100 99 90 Ancona 100 96 87 100 97 92 Marche 100 99 89 101 96 89

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.26 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000)

– Valori assoluti

Superficie agricola utilizzata Sup.agr. non utilizzata

Comuni Seminativi

Colt. legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Totale

Arbori-coltura

da legno

BoschiTot.

Di cui destinata

ad att. ricreative

Altra sup. Totale

Mondavio 2.154 82 22 2.259 12 50 27 0 155 2.503 Mondolfo 1.231 66 0 1.297 6 64 22 4 88 1.478 Monte Porzio 1.070 37 0 1.106 1 8 10 0 91 1.216 San Costanzo 2.707 113 0 2.820 2 33 12 0 209 3.075 Castel Colonna 950 40 7 997 6 48 23 1 65 1.139 Corinaldo 3.240 344 13 3.597 9 8 129 0 212 3.955 Monterado 848 66 0 914 7 12 7 3 50 991 Collina litoranea 12.199 749 42 12.991 42 223 230 8 870 14.356 Fratte Rosa 1.180 61 5 1.247 0 64 52 0 47 1.410 Pergola 5.396 139 305 5.841 8 2.002 330 0 203 8.384 San Lorenzo in Campo 1.595 84 17 1.696 5 57 30 1 112 1.899 Castelleone di Suasa 1.200 97 13 1.310 3 32 8 0 80 1.432 Collina interna 9.371 380 341 10.093 16 2.155 420 1 442 13.126 Frontone 1.258 13 2.495 3.766 1 2.633 643 0 46 7.090 Serra Sant'Abbondio 579 11 641 1.231 0 862 31 0 55 2.180 Montagna interna 1.837 24 3.136 4.997 1 3.496 674 0 102 9.270 Valcesano 23.408 1.153 3.520 28.081 60 5.874 1.325 9 1.414 36.753 Pesaro e Urbino 113.793 4.597 19.443 137.833 579 60.031 10.968 144 8.012 217.423Ancona 104.231 8.555 7.013 119.799 724 13.708 4.335 66 7.299 145.864Marche 403.374 38.448 65.358 507.181 4.159 134.529 37.318 352 28.844 712.030

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.27 – Superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2000)

– Valori percentuali

Superficie agricola utilizzata Sup.agr. non utilizzata

Comuni Seminativi

Colt. legnose agrarie

Prati perm. e pascoli

Tot.

Arbori-coltura

da legnoBoschi

Tot.Di cui

destinata ad att.

ricreative

Altra sup. Tot.

Mondavio 95 4 1 100 0 2 1 0 6 100Mondolfo 95 5 0 100 0 4 1 0 6 100Monte Porzio 97 3 0 100 0 1 1 0 7 100San Costanzo 96 4 0 100 0 1 0 0 7 100Castel Colonna 95 4 1 100 1 4 2 0 6 100Corinaldo 90 10 0 100 0 0 3 0 5 100Monterado 93 7 0 100 1 1 1 0 5 100Collina litoranea 94 6 0 100 0 2 2 0 6 100Fratte Rosa 95 5 0 100 0 5 4 0 3 100Pergola 92 2 5 100 0 24 4 0 2 100San Lorenzo in Campo 94 5 1 100 0 3 2 0 6 100Castelleone di Suasa 92 7 1 100 0 2 1 0 6 100Collina interna 93 4 3 100 0 16 3 0 3 100Frontone 33 0 66 100 0 37 9 0 1 100Serra Sant'Abbondio 47 1 52 100 0 40 1 0 3 100Montagna interna 37 0 63 100 0 38 7 0 1 100Valcesano 83 4 13 100 0 16 4 0 4 100Pesaro e Urbino 83 3 14 100 0 28 5 0 4 100Ancona 87 7 6 100 0 9 3 0 5 100Marche 80 8 13 100 1 19 5 0 4 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.28 – Dinamica della composizione della SAU nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) –

Valori assoluti

1982 1990 Superficie agricola utilizzata Superficie agricola utilizzata

Comuni Seminativi

Colt. Legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Totale SeminativiColt.

Legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Totale

Mondavio 1.986 187 28 2.201 2.132 144 4 2.279 Mondolfo 1.369 101 2 1.473 1.354 78 0 1.432 Monte Porzio 1.262 84 0 1.346 1.222 87 0 1.309 San Costanzo 2.389 159 0 2.548 2.389 102 1 2.492 Castel Colonna 926 63 2 990 932 59 2 993 Corinaldo 3.509 420 0 3.929 3.625 386 24 4.035 Monterado 908 52 0 961 965 43 0 1.008 Collina litoranea 12.349 1.067 32 13.448 12.618 900 31 13.549 Fratte Rosa 1.238 101 0 1.339 1.221 70 3 1.295 Pergola 5.920 275 525 6.720 5.722 190 377 6.289 San Lorenzo in Campo 2.124 207 9 2.340 1.957 122 12 2.091 Castelleone di Suasa 1.191 126 7 1.324 1.179 126 6 1.312 Collina interna 10.473 710 541 11.723 10.080 508 398 10.987 Frontone 881 54 2.333 3.268 991 23 2.998 4.012 Serra Sant'Abbondio 671 33 693 1.398 622 30 685 1.337 Montagna interna 1.552 87 3.026 4.665 1.613 53 3.683 5.349 Valcesano 24.373 1.864 3.600 29.837 24.310 1.462 4.112 29.884 Pesaro e Urbino 117.680 7.393 28.430 153.502 119.191 5.786 26.251 151.228Ancona 111.079 10.731 8.444 130.255 109.027 8.982 8.581 126.590Marche 438.039 45.236 85.892 569.167 429.548 40.744 78.852 549.143

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.28 (Segue) – Dinamica della composizione della SAU nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-

2000) – Valori assoluti

2000 Superficie agricola utilizzata

Comuni Seminativi Colt. Legnose

agrarie Prati perm. e

pascoli Totale

Mondavio 2.154 82 22 2.259 Mondolfo 1.231 66 0 1.297 Monte Porzio 1.070 37 0 1.106 San Costanzo 2.707 113 0 2.820 Castel Colonna 950 40 7 997 Corinaldo 3.240 344 13 3.597 Monterado 848 66 0 914 Collina litoranea 12.199 749 42 12.991 Fratte Rosa 1.180 61 5 1.247 Pergola 5.396 139 305 5.841 San Lorenzo in Campo 1.595 84 17 1.696 Castelleone di Suasa 1.200 97 13 1.310 Collina interna 9.371 380 341 10.093 Frontone 1.258 13 2.495 3.766 Serra Sant'Abbondio 579 11 641 1.231 Montagna interna 1.837 24 3.136 4.997 Valcesano 23.408 1.153 3.520 28.081 Pesaro e Urbino 113.793 4.597 19.443 137.833 Ancona 104.231 8.555 7.013 119.799 Marche 403.374 38.448 65.358 507.181

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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388

Tab. D.4.29 – Dinamica della composizione della SAU nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1982-2000) –

Indice 1982=100

1982 1990 2000 Superficie agricola utilizzata Superficie agricola utilizzata Superficie agricola utilizzata

Comuni Semin.

Colt. legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Tot. Semin.Colt.

legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Tot. Semin. Colt.

legnose agrarie

Prati perm.

e pascoli

Tot.

Mondavio 100 100 100 100 107 77 13 104 108 44 78 103Mondolfo 100 100 100 100 99 77 4 97 90 65 11 88 Monte Porzio 100 100 100 100 97 103 0 97 85 44 0 82 San Costanzo 100 100 100 100 100 64 3500 98 113 71 100 111Castel Colonna 100 100 100 100 101 95 113 100 103 64 351 101Corinaldo 100 100 100 100 103 92 0 103 92 82 0 92 Monterado 100 100 100 100 106 82 0 105 93 126 0 95 Collina litoranea 100 100 100 100 102 84 95 101 99 70 132 97 Fratte Rosa 100 100 100 100 99 70 3900 97 95 60 7814 93 Pergola 100 100 100 100 97 69 72 94 91 50 58 87 San Lorenzo in Campo 100 100 100 100 92 59 141 89 75 41 192 72 Castelleone di Suasa 100 100 100 100 99 100 88 99 101 77 186 99 Collina interna 100 100 100 100 96 72 74 94 89 54 63 86 Frontone 100 100 100 100 112 43 129 123 143 24 107 115Serra Sant'Abbondio 100 100 100 100 93 89 99 96 86 32 93 88 Montagna interna 100 100 100 100 104 61 122 115 118 27 104 107Valcesano 100 100 100 100 100 78 114 100 96 62 98 94 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 101 78 92 99 97 62 68 90 Ancona 100 100 100 100 98 84 102 97 94 80 83 92 Marche 100 100 100 100 98 90 92 95 92 85 76 87

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.30 – Aziende con seminativi e relativa superficie per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona

e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori assoluti

Cereali Coltivaz. ortive Colt. foraggere avvicendate

Totale Di cui frumento Comuni

Az. Sup. a cereali Az. Sup. a

frumentoAz.

Sup. a colt.

ortive Az.

Sup. a foraggere

avv.

Totale aziende

con seminativi

Totale superficie

a seminativi

Mondavio 292 1.506 246 1.314 26 29 137 115 455 1.650 Mondolfo 313 925 281 792 51 43 36 27 400 995 Monte Porzio 98 738 89 597 12 13 35 40 145 791 San Costanzo 320 1.464 294 1.335 33 49 38 120 391 1.633 Castel Colonna 82 546 79 527 1 0 41 32 124 577 Corinaldo 492 1.935 455 1.716 42 28 259 360 793 2.324 Monterado 98 584 83 431 13 26 31 57 142 667 Collina litoranea 1.695 7.699 1.527 6.712 178 187 577 750 2.450 8.636 Fratte Rosa 120 715 115 664 5 0 59 99 184 814 Pergola 430 3.193 375 2.697 11 6 273 919 714 4.118 San Lorenzo in Campo 249 1.059 209 905 18 4 163 185 430 1.248 Castelleone di Suasa 153 755 136 662 12 6 74 183 239 944 Collina interna 952 5.721 835 4.928 46 16 569 1.387 1.567 7.124 Frontone 66 584 52 477 0 0 55 343 121 927 Serra Sant'Abbondio 112 311 88 228 8 0 80 173 200 484 Montagna interna 178 895 140 705 8 0 135 516 321 1.411 Valcesano 2.825 14.316 2.502 12.345 232 204 1.281 2.652 4.338 17.171 Pesaro e Urbino 9.674 55.289 7.940 44.439 1.229 664 6.294 38.298 17.197 94.251 Ancona 10.359 61.302 8.575 51.419 1.323 1.669 5.358 10.663 17.040 73.634 Marche 41.284 215.858 29.483 161.112 6.157 6.389 23.857 81.896 71.298 304.143

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.31 – Aziende con seminativi e relativa superficie per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona

e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori percentuali

Cereali Coltivazioni ortive Colt. foraggere avvicendate

Totale Comuni

Az. Sup. a cereali

Az. Sup. a colt.

ortive Az.

Sup. a foraggere

avv.

Totale aziende

con seminativi

Totale superficie

a seminativi

Mondavio 64 91 6 2 30 7 100 100 Mondolfo 78 93 13 4 9 3 100 100 Monte Porzio 68 93 8 2 24 5 100 100 San Costanzo 82 90 8 3 10 7 100 100 Castel Colonna 66 95 1 0 33 5 100 100 Corinaldo 62 83 5 1 33 15 100 100 Monterado 69 88 9 4 22 9 100 100 Collina litoranea 69 89 7 2 24 9 100 100 Fratte Rosa 65 88 3 0 32 12 100 100 Pergola 60 78 2 0 38 22 100 100 San Lorenzo in Campo 58 85 4 0 38 15 100 100 Castelleone di Suasa 64 80 5 1 31 19 100 100 Collina interna 61 80 3 0 36 19 100 100 Frontone 55 63 0 0 45 37 100 100 Serra Sant'Abbondio 56 64 4 0 40 36 100 100 Montagna interna 55 63 2 0 42 37 100 100 Valcesano 65 83 5 1 30 15 100 100 Pesaro e Urbino 56 59 7 1 37 41 100 100 Ancona 61 83 8 2 31 14 100 100 Marche 58 71 9 2 33 27 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Tab. D.4.32 – Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori assoluti

Vite Olivo Agrumi Fruttiferi

Comuni Az. Sup. a

vite Az. Sup. ad

olivo Az.

Sup. ad

agrumiAz. Sup. a

fruttiferi

Tot. az. con colt.

legnose agrarie

Tot. sup. con colt.

legnose agrarie

Mondavio 209 57 142 20 0 0 32 5 383 81 Mondolfo 161 25 146 27 0 0 17 8 324 60 Monte Porzio 54 20 13 3 0 0 6 13 73 37 San Costanzo 164 57 183 40 0 0 14 12 361 109 Castel Colonna 40 17 107 23 0 0 11 1 158 40 Corinaldo 357 258 269 56 0 0 21 27 647 341 Monterado 46 10 38 39 1 0 10 1 95 50 Collina litoranea 1.031 445 898 208 1 0 111 66 2.041 718 Fratte Rosa 67 44 50 12 0 0 17 5 134 61 Pergola 235 116 26 13 0 0 26 9 287 138 San Lorenzo in Campo 184 58 77 17 1 0 10 4 272 79 Castelleone di Suasa 100 43 118 17 0 0 16 2 234 61 Collina interna 586 260 271 59 1 0 69 19 927 338 Frontone 41 11 2 2 0 0 1 1 44 13 Serra Sant'Abbondio 77 10 1 0 0 0 1 0 79 11 Montagna interna 118 21 3 2 0 0 2 1 123 24 Valcesano 1.735 726 1.172 268 2 0 182 86 3.091 1.080 Pesaro e Urbino 5.641 2.275 3.813 1.399 2 0 1.717 773 11.173 4.447 Ancona 6.725 5.499 6.440 1.982 7 1 1.754 641 14.926 8.123 Marche 27.785 19.719 30.975 10.465 58 12 10.787 6.950 69.605 37.146

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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392

Tab. D.4.33 – Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per principali coltivazioni praticate nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (superficie in ettari, anno 2000) – Valori

percentuali

Vite Olivo Agrumi Fruttiferi

Comuni Az. Sup. a

vite Az. Sup. ad olivo Az. Sup. ad

agrumi Az. Sup. a fruttiferi

Tot. az. con colt.

legnose agrarie

Tot. sup. con colt. legnose agrarie

Mondavio 55 70 37 24 0 0 8 6 100 100 Mondolfo 50 42 45 45 0 0 5 13 100 100 Monte Porzio 74 55 18 9 0 0 8 35 100 100 San Costanzo 45 53 51 37 0 0 4 11 100 100 Castel Colonna 25 42 68 56 0 0 7 2 100 100 Corinaldo 55 76 42 16 0 0 3 8 100 100 Monterado 48 20 40 77 1 0 11 3 100 100 Collina litoranea 51 62 44 29 0 0 5 9 100 100 Fratte Rosa 50 72 37 20 0 0 13 8 100 100 Pergola 82 84 9 9 0 0 9 6 100 100 San Lorenzo in Campo 68 74 28 21 0 0 4 5 100 100 Castelleone di Suasa 43 69 50 28 0 0 7 3 100 100 Collina interna 63 77 29 17 0 0 7 6 100 100 Frontone 93 83 5 12 0 0 2 5 100 100 Serra Sant'Abbondio 97 98 1 1 0 0 1 1 100 100 Montagna interna 96 90 2 7 0 0 2 3 100 100 Valcesano 56 67 38 25 0 0 6 8 100 100 Pesaro e Urbino 50 51 34 31 0 0 15 17 100 100 Ancona 45 68 43 24 0 0 12 8 100 100 Marche 40 53 45 28 0 0 15 19 100 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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393

APPENDICE E

Tab. E.5.1 – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2001-

2006) Comuni 2001 2002 2003 2004 2005 2006

ARRIVI ITALIANI Mondavio 1.667 1.911 1.776 1.820 2.049 1.578 Mondolfo 12.791 10.912 12.789 11.410 10.620 10.717 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. 1.601 1.594 1.471 San Costanzo 627 529 443 1.052 730 776 Castel Colonna 0 n.p. n.p. n.p. 0 0 Corinaldo 3.573 4.091 3.247 3.216 3.406 3.215 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. 0 0 Collina litoranea 18.658 17.443 18.255 19.099 18.399 17.757 Fratte Rosa 0 n.p. n.p. n.p. 0 0 Pergola 528 498 553 511 208 289 San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. 0 0 Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. 0 0 Collina interna 528 498 553 511 208 289 Frontone 614 767 646 770 939 889 Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. 0 0 Montagna interna 614 767 646 770 939 889 Valcesano 19.800 18.708 19.454 20.380 19.546 18.935 Pesaro e Urbino 469.570 463.154 466.789 470.051 474.145 504.035 Ancona 548.429 555.743 580.813 570.331 572.954 575.982 Marche 1.698.215 1.698.780 1.749.677 1.754.940 1.751.092 1.795.649

PRESENZE ITALIANI Mondavio 4.716 5.648 4.122 7.000 5.308 4.295 Mondolfo 109.948 126.849 120.483 107.079 95.598 96.344 Monte Porzio np np np 10.897 7.369 7.164 San Costanzo 3.608 3.129 2.209 7.245 4.756 4.360 Castel Colonna 0 np np np 0 0 Corinaldo 11.314 11.577 10.299 8.305 9.395 10.262 Monterado np np np np 0 0 Collina litoranea 129.586 147.203 137.113 140.526 122.426 122.425 Fratte Rosa 0 np np np 0 0 Pergola 3.288 3.410 2.638 2.926 1.117 956 San Lorenzo in Campo np np np np 0 0 Castelleone di Suasa np np np np 0 0 Collina interna 3.288 3.410 2.638 2.926 1.117 956 Frontone 1.665 1.812 1.959 1.978 2.391 2.880 Serra Sant'Abbondio np np np np 0 0 Montagna interna 1.665 1.812 1.959 1.978 2.391 2.880 Valcesano 134.539 152.425 141.710 145.430 125.934 126.261 Pesaro e Urbino 3.040.626 3.004.209 3.054.354 2.932.337 2.845.377 2.929.177 Ancona 2.474.568 2.627.127 2.743.231 2.586.199 2.516.811 2.554.477 Marche 11.193.090 11.200.661 11.370.255 10.984.926 10.687.786 11.004.891

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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394

Tab. E.5.1 (segue) – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2001-2006) Comuni 2001 2002 2003 2004 2005 2006

ARRIVI STRANIERI Mondavio 408 522 340 279 516 297 Mondolfo 5.153 5.727 6.207 1.613 2.668 2.603 Monte Porzio np n.p. n.p. 64 73 118 San Costanzo 939 553 510 673 586 706 Castel Colonna 0 n.p. n.p. n.p. 0 0 Corinaldo 671 713 792 847 805 764 Monterado np n.p. n.p. n.p. 0 0 Collina litoranea 7.171 7.515 7.849 3.476 4.648 4.488 Fratte Rosa 0 n.p. n.p. n.p. 0 0 Pergola 40 72 87 87 39 San Lorenzo in Campo np n.p. n.p. n.p. 0 0 Castelleone di Suasa np n.p. n.p. n.p. 0 0 Collina interna 40 72 87 87 39 0 Frontone 73 52 65 62 378 88 Serra Sant'Abbondio np n.p. n.p. n.p. 0 0 Montagna interna 73 52 65 62 378 88 Valcesano 7.284 7.639 8.001 3.625 5.065 4.576 Pesaro e Urbino 122.652 128.615 116.684 109.970 105.586 109.654 Ancona 105.922 116.283 109.816 111.525 113.919 115.738 Marche 346.111 368.594 345.657 334.264 325.325 334.125

PRESENZE STRANIERI Mondavio 1.291 1.963 1.148 1.642 1.680 1.488 Mondolfo 42.654 47.414 49.279 13.885 15.208 16.178 Monte Porzio np np np 422 543 536 San Costanzo 3.595 3.785 4.650 5.186 6.215 5.258 Castel Colonna 0 np np np 0 0 Corinaldo 2.505 2.282 2.809 2.877 2.646 2.621 Monterado np np np np 0 0 Collina litoranea 50.045 55.444 57.886 24.012 26.292 26.081 Fratte Rosa 0 np np np 0 0 Pergola 217 400 308 529 323 50 San Lorenzo in Campo np np np np 0 0 Castelleone di Suasa np np np np 0 0 Collina interna 217 400 308 529 323 50 Frontone 157 188 219 393 611 405 Serra Sant'Abbondio np np np np 0 0 Montagna interna 157 188 219 393 611 405 Valcesano 50.419 56.032 58.413 24.934 27.226 26.536 Pesaro e Urbino 756.050 784.577 762.830 676.707 611.975 647.957 Ancona 421.507 441.849 455.430 400.671 418.648 422.614 Marche 2.001.421 2.079.384 2.079.111 1.868.450 1.870.876 2.046.670

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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395

Tab. E.5.1 (segue) – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2001-2006) Comuni 2001 2002 2003 2004 2005 2006

TOTALE GENERALE ARRIVI Mondavio 2.075 2.433 2.116 2.099 2.565 1.875 Mondolfo 17.944 16.639 18.996 13.023 13.288 13.320 Monte Porzio 0 0 0 1.665 1.667 1.589 San Costanzo 1.566 1.082 953 1.725 1.316 1.482 Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 4.244 4.804 4.039 4.063 4.211 3.979 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 25.829 24.958 26.104 22.575 23.047 22.245 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola 568 570 640 598 247 289 San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 568 570 640 598 247 289 Frontone 687 819 711 832 1.317 977 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 687 819 711 832 1.317 977 Valcesano 27.084 26.347 27.455 24.005 24.611 23.511 Pesaro e Urbino 592.222 591.769 583.473 580.021 579.731 613.689 Ancona 654.351 672.026 690.629 681.856 686.873 691.720 Marche 2.044.326 2.067.374 2.095.334 2.089.204 2.076.417 2.129.774

TOTALE GENERALE PRESENZE Mondavio 6.007 7.611 5.270 8.642 6.988 5.783 Mondolfo 152.602 174.263 169.762 120.964 110.806 112.522 Monte Porzio 0 0 0 11.319 7.912 7.700 San Costanzo 7.203 6.914 6.859 12.431 10.971 9.618 Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 13.819 13.859 13.108 11.182 12.041 12.883 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 179.631 202.647 194.999 164.538 148.718 148.506 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola 3.505 3.810 2.946 3.455 1.440 1.006 San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 3.505 3.810 2.946 3.455 1.440 1.006 Frontone 1.822 2.000 2.178 2.371 3.002 3.285 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 1.822 2.000 2.178 2.371 3.002 3.285 Valcesano 184.958 208.457 200.123 170.364 153.160 152.797 Pesaro e Urbino 3.796.676 3.788.786 3.817.184 3.609.044 3.457.352 3.577.134 Ancona 2.896.075 3.068.976 3.198.661 2.986.870 2.935.459 2.977.091 Marche 13.194.511 13.280.045 13.449.366 12.853.376 12.558.662 13.051.561

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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Tab. E.5.2 – Movimento turistico nel totale delle strutture ricettive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2001-

2006) – Base 2001=100

2001 Italiani Stranieri Totale Ambiti territoriali

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Valcesano 100 100 100 100 100 100 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100 100 Ancona 100 100 100 100 100 100 Marche 100 100 100 100 100 100 2002 Valcesano 94 113 105 111 97 113 Pesaro e Urbino 99 99 105 104 100 100 Ancona 101 106 110 105 103 106 Marche 100 100 106 104 101 101 2003 Valcesano 98 105 110 116 101 108 Pesaro e Urbino 99 100 95 101 99 101 Ancona 106 111 104 108 106 110 Marche 103 102 100 104 102 102 2004 Valcesano 103 108 50 49 89 92 Pesaro e Urbino 100 96 90 90 98 95 Ancona 104 105 105 95 104 103 Marche 103 98 97 93 102 97 2005 Valcesano 99 94 70 54 91 83 Pesaro e Urbino 101 94 86 81 98 91 Ancona 104 102 108 99 105 101 Marche 103 95 94 93 102 95 2006 Valcesano 96 94 63 53 87 83 Pesaro e Urbino 107 96 89 86 104 94 Ancona 105 103 109 100 106 103 Marche 106 98 97 102 104 99

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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Tab. E.5.3 – Movimento turistico e variazioni percentuali nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino,

Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2006) Comuni Arrivi '06 Stranieri (%) 02/01 03/02 04/03 05/04 06/05 06/01 Mondavio 1.875 16 -13 -1 -1 22 -27 -10 Mondolfo 13.320 20 -7 14 -31 2 0 -26 Monte Porzio 1.589 7 0 0 0 0 -5 0 San Costanzo 1.482 48 -31 -12 81 -24 13 -5 Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 3.979 19 13 -16 1 4 -6 -6 Monterado 0 0 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 22.245 20 -3 5 -14 2 -3 -14 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 0 0 Pergola 289 0 0 12 -7 -59 17 -49 San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 0 0 Collina interna 289 0 0 12 -7 -59 17 -49 Frontone 977 9 19 -13 17 58 -26 42 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 977 9 19 -13 17 58 -26 42 Valcesano 23.511 19 -3 4 -13 3 -4 -13 Pesaro e Urbino 613.689 18 0 -1 -1 0 6 4 Ancona 691.720 17 3 3 -1 1 1 6 Marche 2.129.774 16 1 1 0 -1 3 4 Comuni Presenze '06 Stranieri (%) 02/01 03/02 04/03 05/04 06/05 06/01 Mondavio 5.783 26 27 -31 64 -19 -17 -4 Mondolfo 112.522 14 14 -3 -29 -8 2 -26 Monte Porzio 7.700 7 0 0 0 -30 -3 0 San Costanzo 9.618 55 -4 -1 81 -12 -12 34 Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 12.883 20 0 -5 -15 8 7 -7 Monterado 0 0 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 148.506 18 13 -4 -16 -10 0 -17 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 0 0 Pergola 1.006 5 9 -23 17 -58 -30 -71 San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 0 0 Collina interna 1.006 5 9 -23 17 -58 -30 -71 Frontone 3.285 12 10 9 9 27 9 80 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 3.285 12 10 9 9 27 9 80 Valcesano 152.797 17 13 -4 -15 -10 0 -17 Pesaro e Urbino 3.577.134 18 0 1 -5 -4 3 -6 Ancona 2.977.091 14 6 4 -7 -2 1 3 Marche 13.051.561 16 1 1 -4 -2 4 -1

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398

Tab. E.5.4 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2001) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 8.482 70.369 2.766 26.181 11.248 96.550 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 3.196 8.923 536 1.855 3.732 10.778 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 11.678 79.292 3.302 28.036 14.980 107.328 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 11.678 79.292 3.303 28.036 14.981 107.328 Pesaro e Urbino 358.782 1.658.711 97.904 519.202 456.686 2.177.913 Ancona 422.260 1.352.313 80.529 243.638 502.789 1.595.951 Marche 1.254.989 4.954.186 268.146 1.233.392 1.523.135 6.187.578 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 4.309 39.579 2.387 16.473 6.696 56.052 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 377 2.391 135 650 512 3.041 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 4.686 41.970 2.522 17.123 7.208 59.093 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 4.686 41.970 2.522 17.123 7.208 59.093 Pesaro e Urbino 110.788 1.381.915 24.748 236.848 135.536 1.618.763 Ancona 126.169 1.122.255 25.393 17.869 151.562 1.140.124 Marche 443.226 6.238.904 77.965 768.029 521.191 7.006.933

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399

Tab. E.5.5 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2002) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 6.693 65.195 4.037 33.972 10.730 99.167 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 3709 9280 505 1441 4.214 10.721 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 10.402 74.475 4.542 35.413 14.944 109.888 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 10.402 74.475 4.542 35.413 14.944 109.888 Pesaro e Urbino 353.688 1.599.276 104.501 540.920 458.189 2.140.196 Ancona 424.340 1.409.433 89.790 255.926 514.130 1.665.359 Marche 1.258.788 4.929.585 287.863 1.270.176 1.546.651 6.199.761 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 4.219 61.654 1.690 13.442 5.909 75.096 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 382 2.297 208 841 590 3.138 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 4.601 63.951 1.898 14.283 6.499 78.234 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 4.601 63.951 1.898 14.283 6.499 78.234 Pesaro e Urbino 109.466 1.404.933 24.114 243.657 133.580 1.648.590 Ancona 131.403 1.217.694 26.493 185.923 157.896 1.403.617 Marche 439.992 6.271.076 80.731 809.208 520.723 7.080.284

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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400

Tab. E.5.6 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2003) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5636 52202 5045 42663 10.681 94.865 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 2878 7557 559 1489 3.437 9.046 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 8.514 59.759 5.604 44.152 14.118 103.911 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 8.514 59.759 5.604 44.152 14.118 103.911 Pesaro e Urbino 353.141 1.608.900 93.358 497.877 446.499 2.106.777 Ancona 432.778 1.476.161 85.166 261.740 517.944 1.737.901 Marche 1.271.324 5.008.119 268.313 1.223.982 1.539.637 6.232.101 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 7.153 68.281 1.162 6.616 8.315 74.897 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. 510 4.650 510 4.650 Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 369 2.742 233 1.320 602 4.062 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 7.522 71.023 1.905 12.586 9.427 83.609 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 7.522 71.023 1.905 12.586 9.427 83.609 Pesaro e Urbino 113.648 1.445.454 23.326 264.953 136.974 1.710.407 Ancona 148.035 1.267.070 24.650 193.690 172.685 1.460.760 Marche 478.353 6.362.136 77.344 855.129 555.697 7.217.265

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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401

Tab. E.5.7 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2004) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5797 50547 864 8843 6.661 59.390 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 2805 5891 653 1892 3.458 7.783 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 8.602 56.438 1.517 10.735 10.119 67.173 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 8.602 56.438 1.517 10.735 10.119 67.173 Pesaro e Urbino 352.526 1.532.977 86.564 432.377 439.090 1.965.354 Ancona 416.645 1.357.963 86.889 246.494 503.534 1.604.457 Marche 1.260.112 4.739.579 255.812 1.076.735 1.515.924 5.816.314 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5.613 56.532 749 5.042 6.362 61.574 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Corinaldo 411 2.414 194 985 605 3.399 Monterado n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina litoranea 6.024 58.946 943 6.027 6.967 64.973 Fratte Rosa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castelleone di Suasa n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 6.024 58.946 943 6.027 6.967 64.973 Pesaro e Urbino 117.525 1.399.360 23.406 244.330 140.931 1.643.690 Ancona 153.686 1.228.236 24.636 154.177 178.322 1.382.413 Marche 494.828 6.245.347 78.452 791.715 573.280 7.037.062

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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402

Tab. E.5.8 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2005) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5.933 34.865 1.599 9.075 7.532 43.940 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 2.931 7.114 640 1.635 3.571 8.749 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 8.864 41.979 2.239 10.710 11.103 52.689 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 8.864 41.979 2.239 10.710 11.103 52.689 Pesaro e Urbino 350.480 1.489.310 78.380 361.509 428.860 1.850.819 Ancona 421.521 1.280.524 88.849 243.044 510.370 1.523.568 Marche 1.253.726 4.587.595 244.172 1.058.199 1.497.898 5.645.794 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 4.687 60.733 1.069 6.133 5.756 66.866 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 475 2.281 165 1.011 640 3.292 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 5.162 63.014 1.234 7.144 6.396 70.158 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 5.162 63.014 1.234 7.144 6.396 70.158 Pesaro e Urbino 123.665 1.356.067 27.206 250.466 150.871 1.606.533 Ancona 151.433 1.236.287 25.070 175.604 176.503 1.411.891 Marche 497.366 6.100.191 81.153 812.677 578.519 6.912.868

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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403

Tab. E.5.9 – Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2006) – Valori assoluti ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Comuni Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5.431 34.189 1.795 11.715 7.226 45.904 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 2.697 7.810 577 1.609 3.274 9.419 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 8.128 41.999 2.372 13.324 10.500 55.323 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 8.128 41.999 2.372 13.324 10.500 55.323 Pesaro e Urbino 377.344 1.557.433 82.026 383.916 459.370 1.941.349 Ancona 422.318 1.352.190 90.394 244.736 512.712 1.596.926 Marche 1.298.762 4.920.279 251.120 1.114.558 1.549.882 6.034.837 ESERCIZI COMPLEMENTARI Mondavio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Mondolfo 5.286 62.155 808 4.463 6.094 66.618 Monte Porzio n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Costanzo n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 Corinaldo 518 2.452 187 1.012 705 3.464 Monterado 0 0 0 0 0 0 Collina litoranea 5.804 64.607 995 5.475 6.799 70.082 Fratte Rosa 0 0 0 0 0 0 Pergola n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. San Lorenzo in Campo 0 0 0 0 0 0 Castelleone di Suasa 0 0 0 0 0 0 Collina interna 0 0 0 0 0 0 Frontone n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 0 0 Montagna interna 0 0 0 0 0 0 Valcesano 5.804 64.607 995 5.475 6.799 70.082 Pesaro e Urbino 126.691 1.371.744 27.628 264.041 154.319 1.635.785 Ancona 153.664 1.202.287 25.344 177.878 179.008 1.380.165 Marche 496.887 6.084.612 83.005 932.052 579.892 7.016.664

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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404

Tab. E.5.10 - Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e

Regione Marche (anno 2001-2006) – Base 2001=100

2001 ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Ambiti territoriali

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Valcesano 100 100 100 100 100 100 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100 100 Ancona 100 100 100 100 100 100 Marche 100 100 100 100 100 100 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 100 100 100 100 100 100 Pesaro e Urbino 100 100 100 100 100 100 Ancona 100 100 100 100 100 100 Marche 100 100 100 100 100 100

2002 ALBERGHI

Valcesano 89 94 138 126 100 102 Pesaro e Urbino 99 96 107 104 100 98 Ancona 100 104 112 105 102 104 Marche 100 100 107 103 102 100 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 98 152 75 83 90 132 Pesaro e Urbino 99 102 97 103 99 102 Ancona 104 109 104 1.040 104 123 Marche 99 101 104 105 100 101

2003 ALBERGHI

Valcesano 73 75 170 157 94 97 Pesaro e Urbino 98 97 95 96 98 97 Ancona 102 109 106 107 103 109 Marche 101 101 100 99 101 101 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 161 169 76 74 131 141 Pesaro e Urbino 103 105 94 112 101 106 Ancona 117 113 97 1.084 114 128 Marche 108 102 99 111 107 103

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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405

Tab. E.5.10 (segue) - Movimento turistico nelle strutture alberghiere ed esercizi complementari nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di

Ancona e Regione Marche (2001-2006) – Base 2001=100

2004 ALBERGHI

Italiani Stranieri Totale Ambiti territoriali

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Valcesano 74 71 46 38 68 63 Pesaro e Urbino 98 92 88 83 96 90 Ancona 99 100 108 101 100 101 Marche 100 96 95 87 100 94 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 129 140 37 35 97 110 Pesaro e Urbino 106 101 95 103 104 102 Ancona 122 109 97 863 118 121 Marche 112 100 101 103 110 100

2005 ALBERGHI

Valcesano 76 53 68 38 74 49 Pesaro e Urbino 98 90 80 70 94 85 Ancona 100 95 110 100 102 95 Marche 100 93 91 86 98 91 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 110 150 49 42 89 119 Pesaro e Urbino 112 98 110 106 111 99 Ancona 120 110 99 983 116 124 Marche 112 98 104 106 111 99

2006 ALBERGHI

Valcesano 70 53 72 48 70 52 Pesaro e Urbino 105 94 84 74 101 89 Ancona 100 100 112 100 102 100 Marche 103 99 94 90 102 98 ESERCIZI COMPLEMENTARI Valcesano 124 154 39 32 94 119 Pesaro e Urbino 114 99 112 111 114 101 Ancona 122 107 100 995 118 121 Marche 112 98 106 121 111 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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406

Tab. E.5.11 – Strutture alberghiere ed extralberghiere nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (anno 2006) –

Valori assoluti

Alberghi Esercizi extralberghieri

Alloggi privati in affitto Totale

Comuni esercizi letti camere bagni esercizi letti esercizi letti esercizi letti camere bagni

Mondavio 2 40 26 23 4 40 2 41 8 121 26 23 Mondolfo 7 572 294 284 5 936 0 0 12 1.508 294 284 Monte Porzio 1 25 13 13 2 32 2 12 5 69 13 13 San Costanzo 0 0 0 0 5 575 1 6 6 581 0 0 Castel Colonna 0 0 0 0 0 0 2 10 2 10 0 0 Corinaldo 4 112 63 63 3 220 1 5 8 337 63 63 Monterado 1 26 14 14 2 19 1 6 4 51 14 14 Collina litoranea 15 775 410 397 21 1.822 9 80 45 2.677 410 397 Fratte Rosa 1 14 7 7 0 0 1 30 2 44 7 7 Pergola 1 94 34 34 13 355 1 6 15 455 34 34 San Lorenzo in Campo 1 36 20 20 1 80 0 0 2 116 20 20 Castelleone di Suasa 1 16 9 9 0 0 0 0 1 16 9 9 Collina interna 4 160 70 70 14 435 2 36 20 631 70 70 Frontone 1 51 24 24 1 12 3 14 5 77 24 24 Serra Sant'Abbondio 0 0 0 0 2 68 0 0 2 68 0 0 Montagna interna 1 51 24 24 3 80 3 14 7 145 24 24 Valcesano 20 986 504 491 38 2.337 14 130 72 3.453 504 491 Pesaro e Urbino 343 21.419 11.219 10.752 386 45.095 134 7.168 863 73.682 11.219 10.752Ancona 234 16.204 7.939 7.915 285 32.677 94 24.941 613 73.822 7.939 7.915 Marche 965 61.064 30.769 29.700 1.243 160.081 645 84.928 2.853 306.073 30.769 29.700

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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407

Tab. E.5.12 – Consistenza delle strutture ricettive per tipologia della struttura nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (anno

2006) – Valori assoluti Tipologia di esercizio esercizi esercizi (%) letti camere bagni

Valcesano 5 stelle - - - - - 4 stelle - - - - - 3 stelle 12 17 614 322 319 2 stelle 6 8 274 133 123 1 stella 1 1 14 7 7 Resid. tur. alberghiere 1 1 84 42 42 Tot. esercizi alberghieri 20 28 986 504 491 Campeggi 7 10 1.820 - - Villaggi turistici - - - - - Campeggi-villaggi turistici (forma mista) 2 3 210 - - Alloggi in affitto gestiti in forma imprend. 4 6 38 - - Alloggi Agro-Turistici e country house 24 33 263 - - Ostelli per la gioventù - - - - - Case per ferie 1 1 6 - - Rifugi alpini - - - - - Altri esercizi ricettivi - - - - - Tot. esercizi complem. 38 53 2.337 - - Bead and breakfast 12 17 65 - - Altri alloggi privati 2 3 65 - - Tot. alloggi privati in affitto 14 19 130 - - Totale generale 72 100 3.453 504 491

Pesaro e Urbino 5 stelle - - - - - 4 stelle 22 3 2.246 1.068 1.085 3 stelle 183 22 13.784 7.291 6.902 2 stelle 85 10 3.868 2.061 2.017 1 stella 41 5 1.083 557 513 Resid. tur. alberghiere 12 1 438 242 235 Tot. esercizi alberghieri 343 41 21.419 11.219 10.752 Campeggi 34 4 9.948 - - Villaggi turistici - - - - - Campeggi-villaggi turistici (forma mista) 1 0 850 - - Alloggi in affitto gestiti in forma imprend. 80 10 27.819 - - Alloggi Agro-Turistici e country house 227 27 3.080 - - Ostelli per la gioventù 11 1 317 - - Case per ferie 16 2 1.221 - - Rifugi alpini 4 0 71 - - Altri esercizi ricettivi 13 2 1.789 - - Tot. esercizi complem. 352 42 35.147 - - Bead and breakfast 127 15 611 - - Altri alloggi privati 7 1 6.557 - - Tot. alloggi privati in affitto 134 16 7.168 - - Totale generale 829 100 63.734 11.219 10.752

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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408

Tab. E.5.12 (segue) – Consistenza delle strutture ricettive per tipologia della struttura nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(anno 2006) – Valori assoluti Tipologia di esercizio esercizi esercizi (%) letti camere bagni

Ancona 5 stelle - - - - - 4 stelle 24 4 2.753 1.481 1.510 3 stelle 133 22 10.361 4.791 4.812 2 stelle 50 8 2.348 1.280 1.254 1 stella 24 4 650 353 301 Resid. tur. alberghiere 3 - - 34 38 Tot. esercizi alberghieri 234 38 16.204 7.939 7.915 Campeggi 17 3 3.101 - - Villaggi turistici 3 - - - - Campeggi-villaggi turistici (forma mista) 19 3 10.194 - - Alloggi in affitto gestiti in forma imprend. 89 15 12.830 - - Alloggi Agro-Turistici e country house 120 20 1.558 - - Ostelli per la gioventù 13 2 677 - - Case per ferie 16 3 1.318 - - Rifugi alpini - - - - - Altri esercizi ricettivi 8 1 883 - - Tot. esercizi complem. 285 46 32.677 - - Bead and breakfast 73 12 389 - - Altri alloggi privati 21 3 24.552 - - Tot. alloggi privati in affitto 94 15 24.941 - - Totale generale 613 100 73.822 7.939 7.915

Marche 5 stelle - - - - - 4 stelle 88 3 8.906 4.539 4.630 3 stelle 516 18 36.548 18.693 17.949 2 stelle 204 7 8.795 4.631 4.530 1 stella 110 4 2.936 1.542 1.331 Resid. tur. alberghiere 47 2 3.879 1.364 1.260 Tot. esercizi alberghieri 965 34 61.064 30.769 29.700 Campeggi 77 3 23.802 - - Villaggi turistici 3 - - - - Campeggi-villaggi turistici (forma mista) 51 2 33.800 - - Alloggi in affitto gestiti in forma imprend. 301 11 78.129 - - Alloggi Agro-Turistici e country house 631 22 8.999 - - Ostelli per la gioventù 37 1 1.963 - - Case per ferie 73 3 5.554 - - Rifugi alpini 13 - - - - Altri esercizi ricettivi 57 2 5.456 - - Tot. esercizi complem. 1.243 44 160.081 - - Bead and breakfast 582 20 4.390 - - Altri alloggi privati 63 2 80.538 - - Tot. alloggi privati in affitto 645 23 84.928 - - Totale generale 2.853 100 306.073 30.769 29.700

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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409

Tab. E.5.13 – Permanenza media nelle strutture ricettive (alberghiere ed extralberghiere) nella Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2001-2006) – Valori assoluti 2001

Alberghi Esercizi complementari Totale generale Ambiti territoriali

Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale Valcesano 5,2 5,6 5,3 11,1 5,5 10,3 7,7 5,6 7,2 Pesaro e Urbino 4,1 4,7 4,2 10,8 9,6 10,6 5,8 5,9 5,8 Ancona 3,2 2,7 3,1 7,8 7,0 7,7 4,4 3,7 4,3 Marche 3,8 4,4 3,9 12,2 11,2 12,1 6,1 6,1 6,1

2002 Valcesano 7,2 7,8 7,4 13,9 7,5 12,0 9,2 7,7 8,8 Pesaro e Urbino 4,5 5,2 4,7 12,8 10,1 12,3 6,5 6,1 6,4 Ancona 3,3 2,9 3,2 9,3 7,0 8,9 4,7 3,8 4,6 Marche 3,9 4,4 4,0 14,3 10,0 13,6 6,6 5,6 6,4

2003 Valcesano 7,0 7,9 7,4 9,4 6,6 8,9 8,2 7,6 8,0 Pesaro e Urbino 4,6 5,3 4,7 12,7 11,4 12,5 6,5 6,5 6,5 Ancona 3,4 3,1 3,4 8,6 7,9 8,5 4,7 4,1 4,6 Marche 3,9 4,6 4,0 13,3 11,1 13,0 6,5 6,0 6,4

2004 Valcesano 6,6 7,1 6,6 9,8 6,4 9,3 7,9 6,8 7,7 Pesaro e Urbino 4,3 5,0 4,5 11,9 10,4 11,7 6,2 6,2 6,2 Ancona 3,3 2,8 3,2 8,0 6,3 7,8 4,5 3,6 4,4 Marche 3,8 4,2 3,8 12,6 10,1 12,3 6,3 5,6 6,2

2005 Valcesano 4,7 4,8 4,7 12,2 5,8 11,0 7,5 5,1 7,0 Pesaro e Urbino 4,2 4,6 4,3 11,0 9,2 10,6 6,0 5,8 6,0 Ancona 3,0 2,7 3,0 8,2 7,0 8,0 4,4 3,7 4,3 Marche 3,7 4,3 3,8 12,3 10,0 11,9 6,1 5,8 6,0

2006 Valcesano 5,2 5,6 5,3 11,1 5,5 10,3 7,7 5,6 7,2 Pesaro e Urbino 4,1 4,7 4,2 10,8 9,6 10,6 5,8 5,9 5,8 Ancona 3,2 2,7 3,1 7,8 7,0 7,7 4,4 3,7 4,3 Marche 3,8 4,4 3,9 12,2 11,2 12,1 6,1 6,1 6,1

Fonte: nostra elaborazione su dati Servizio Sistema Informativo Statistico-Regione Marche

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411

APPENDICE GRAFICA

Fig. A.2.1 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-

2001) – Indice 1951=100

Fig. A.2.2 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nei

comuni della Valcesano, (1951-2001) – Indice 1951=100

Fig. A.2.3 – Andamento delle unità locali per sezioni altimetriche nei comuni

della Valcesano, (1951-2001) – Indice 1951=100

Fig. A.2.4 - Andamento delle unità locali attive nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-

2006) – Indice 2002=100

Fig. A.2.5 - Andamento delle unità locali attive per settore di attività

economica nei comuni della Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

Fig. A.2.6 - Andamento delle unità locali attive per sezioni altimetriche nei

comuni della Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

Graf. A.2.7 – Unità locali attive per settore di attività economica nella

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – valori percentuali

Graf. A.2.8 – Unità locali attive per settore di attività economica e sezioni

altimetriche nei comuni della Valcesano (2006) – valori percentuali

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412

Graf. A.2.9 – Unità locali attive per sezione di attività economica nella

Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche

(2006) – valori percentuali

Fig. B.3.1 - Andamento degli addetti alle unità locali artigiane nei comuni

della Valcesano, Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione

Marche (1981-2001) – Indice 1981=100

Fig. B.3.2 - Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per sezioni

altimetriche nei comuni della Valcesano, (1981-2001) – Indice 1981=100

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413

APPENDICE A Fig. A.2.1 – Andamento delle unità locali nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1951-2001) – Indice 1951=100

0

50

100

150

200

250

300

350

400

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. A.2.2 – Andamento delle unità locali per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, (1951-2001) – Indice 1951=100

0

100

200

300

400

500

600

700

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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414

Fig. A.2.3 – Andamento delle unità locali per sezioni altimetriche nei comuni della Valcesano,

(1951-2001) – Indice 1951=100

0

50

100

150

200

250

300

350

1951 1961 1971 1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. A.2.4 - Andamento delle unità locali attive nei comuni della Valcesano, Provincia di Pesaro e

Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2002-2006) – Indice 2002=100

97

98

99

100

101

102

103

104

105

106

107

2002 2003 2004 2005 2006

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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415

Fig. A.2.5 - Andamento delle unità locali attive per settore di attività economica nei comuni della

Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

85

90

95

100

105

110

115

120

2002 2003 2004 2005 2006

Industria Commercio Servizi

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Fig. A.2.6 - Andamento delle unità locali attive per sezioni altimetriche nei comuni della

Valcesano, (2002-2006) – Indice 2002=100

95

96

9798

99

100

101

102103

104

105

2002 2003 2004 2005 2006

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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416

Graf. A.2.7 – Unità locali attive per settore di attività economica nella Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – valori percentuali

5847 43 48

2630 34

31

15 22 23 20

1 1 1 1

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

Graf. A.2.8 – Unità locali attive per settore di attività economica e sezioni altimetriche nei comuni

della Valcesano (2006) – valori percentuali

5563 66

2722 24

16 14 101 1

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Imprese nonclassif icate

Servizi

Commercio

Industria

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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417

Graf. A.2.9 – Unità locali attive per sezione di attività economica nella Valcesano, Provincia di

Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (2006) – valori percentuali

0 5 10 15 20 25 30

Agricoltura, caccia e silvicoltura

Pesca,piscicoltura e servizi connessi

Estrazione di minerali

Attivita' manifatturiere

Prod.e distrib.energ.elettr.,gas eacqua

Costruzioni

Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e perla casa

Alberghi e ristoranti

Trasporti,magazzinaggio ecomunicaz.

Intermediaz.monetaria e finanziaria

Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca

Istruzione

Sanita' e altri servizi sociali

Altri servizi pubblici,sociali e personali

Imprese non classificate

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Infocamere

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418

APPENDICE B Fig. B.3.1 - Andamento degli addetti alle unità locali artigiane nei comuni della Valcesano,

Provincia di Pesaro e Urbino, Provincia di Ancona e Regione Marche (1981-2001) – Indice

1981=100

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

1981 1991 2001

Valcesano Pesaro e Urbino Ancona Marche

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Fig. B.3.2 - Andamento degli addetti alle unità locali artigiane per sezioni altimetriche nei comuni

della Valcesano, (1981-2001) – Indice 1981=100

0

50

100

150

200

250

300

350

1981 1991 2001

Collina litoranea Collina interna Montagna interna

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat