La Settimana n. 4 del 29 gennaio 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 29 gennaio 2012 Una parabola cinese dice: Angelo, Dammi ti prego una lampada affinché con passo sicuro pos- sa andare incontro all’ignoto”. Ma l’angelo risponde: “Va pure nell’o- scurità e metti la tua mano nella mano di Dio. Questa meglio di una lampada farà sicuri i tuoi passi” P er due sposi sentirsi per mano a Dio è la garanzia più grande di soste- gno al loro amore. Può capitare a tutti di essere pecore smarrite, drac- me perdute, figlioli prodighi, ma solo l’amore autentico che viene da Dio renderà l’unione matrimoniale più solida, più forte la comunione di vita, più grande la gioia di essersi incontrati, conosciuti e amati. La famiglia costo o risorsa? DI CHIARA DOMENICI a famiglia nel bilancio dello Stato è stata messa nella colonna sbagliata: invece che nello spazio riservato alle risorse è stata inserita in quello dei costi da sostenere. È questo il grande errore fatto dalla politica degli ultimi anni: non ci si è resi conto che senza le famiglie il paese non potrebbe andare avanti. È sintetico e diretto il professor Francesco Belletti presentando il quadro della situazione attuale delle famiglie italiane. Nell’aula del Consiglio Comunale, davanti ai consiglieri, al sindaco Alessandro Cosimi, e a numerosi partecipanti, ha ricordato quanto la famiglia sia un tesoro prezioso, non solo per gli individui che la compongono, ma per lo stesso bene comune. Così, dopo l’incontro dell’ottobre scorso con Dino Boffo, sul tema del calo demografico, grazie alle iniziative promosse dal Progetto Culturale diocesano, ancora una volta si è tornati a parlare della società e dei cambiamenti che sta vivendo, ma soprattutto L lo si è fatto in un incontro pubblico, perché certe verità non vengano dimenticate e siano patrimonio dell’opinione pubblica. La famiglia di oggi si trova ad affrontare innumerevoli difficoltà e ad essa vengono destinate sempre meno attenzioni, economiche e mediatiche, eppure essa continua ad essere fondamento basilare della nostra società: se non ci fossero state le famiglie, che si sono unite, che hanno sfoderato tutta la loro naturale tendenza alla solidarietà, che si sono impegnate senza indugi nell’aiuto reciproco, la crisi che stiamo vivendo avrebbe portato alla rivoluzione. Occorre restituire alle famiglie il loro ruolo di custodi della società. Anche nelle politiche locali l’attenzione alla famiglia deve tornare alta, lo ha affermato il sindaco Cosimi, anche lui invitato a parlare sull’argomento. Ed in particolare ha posto l’accento sui giovani, motore del futuro. Le risorse economiche a disposizione dei Comuni sono poche e lo saranno sempre di più, ma occorrerà trovare strade nuove per sostenere le famiglie e tutto l’universo che gravita intorno ad esse, dal lavoro in primis, alla cultura e alla scuola, ai servizi, alla vivibilità della città. Nel prossimo numero uno speciale sulla conferenza. VERSO LA GIORNATA MONDIALE dedicato ai giovani il messaggio di quest’anno per la Giornata Mondiale della Vita: «La vera giovinezza – inizia così la riflessione - risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo. Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso». Come da qualche tempo è consuetudine in occasione della Giornata per la Vita, la Diocesi, in collaborazione con altre realtà come le Aggregazioni Laicali e il Tavolo dell’oggettività (il luogo di confronto tra il Vescovo ed i Primari ospedalieri), promuove una serie di iniziative per approfondire il tema. Questo il calendario quasi definitivo degli appuntamenti in programma. SABATO 4 FEBBRAIO Alle 18.00 nella chiesa S. Lucia (Antignano Via U. Sarti) S. Messa per i bambini mai nati DOMENICA 5 FEBBRAIO Alle 16.30 in cattedrale Premiazione Concorso disegni dei bambini delle scuole e esibizione del- le Corali S. Jacopo e Rockettari di Cri- sto Alle 18.00 S. Messa per la vita pre- sieduta da monsignor Giusti Animazione Canti a cura del gruppo Parrocchiale “S. Rosa”. Letture, inten- zioni, processione offertoriale e que- stua a cura delle Aggregazioni Laicali e delle Nuove Comunità della Dioce- si LUNEDÌ 6 FEBBRAIO alle 17.30 chiesa S. Rosa Tavola rotonda sul tema “Un nuovo consultorio per la promozione della maternità e della famiglia”. Intervengono il dottor Edoardo Mi- cheletti, la dottoressa Rosa Maranto, suor Raffaella Spiezio, presidente Fondazione Caritas, i responsabili della Consulta diocesana per la Fami- glia, padre Maurizio De Sanctis. Mo- dera il dibattito Sandra Cavallini, se- gretaria Consulta Aggregazioni Laica- li. MARTEDÌ 7 FEBBRAIO alle 16 nella cappella dell’Ospeda- le S. Messa con segue Adorazione e S. Rosario meditato, animato dalle Ag- gregazioni laicali. A seguire visita nel reparto maternità con alcuni membri delle aggregazioni. VENERDÌ 17 FEBBRAIO Alle 17,30 nella sala consiliare della Provincia Conferenza del professor Stefano Semplici, ordinario di Filosofia mo- rale presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e Presidente del Comitato Internazionale di Bioetica dell’Une- sco, sul tema “Chi è l’uomo che tu te ne ricordi? L’uomo: dalla biologia lu- ce sul suo mistero”. Per leggere il messaggio nella ver- sione integrale: http://www.chiesacattolica.it/famigli a/siti_di_uffici_e_servizi/ufficio_nazi onale_pastorale_della_famiglia/000 24046_Messaggio_per_la_vita_2012. html È ella giornata dedicata alla vita consacrata quest’anno non ci sarà la tradizionale processione dalla chiesa della Purificazione alla cattedrale, essendo la prima chiusa per lavori di restauro. Per questo la celebrazione si svolgerà integralmente all’interno della cattedrale. L’orario previsto per la celebrazione intitolata quest’anno «Educarsi alla vita santa di Gesù» è così scandito: alle 17.30 benedizione delle candele, per la festa della Candelora e alle 18.00 S. Messa presieduta dal Vescovo. N Giovani aperti alla vita Il 5 febbraio 2012 sarà la 34ª giornata mondiale per la vita. Come ogni anno la Diocesi ha in programma una serie di iniziative di preghiera e approfondimento sul tema, realizzate in collaborazione con le Aggregazioni Laicali Alcuni flash sulla conferenza con il professor Francesco Belletti, presidente del Forum Nazionale delle Famiglie, promossa dal Progetto Culturale diocesano. Nel prossimo numero uno speciale sull’evento 2 febbraio: Giornata della vita consacrata Educarsi alla vita santa di Gesù IL GRANELLO di senape per gli sposi di monsignor Ezio Morosi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana n. 4 del 29 gennaio 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

29 gennaio 2012

Una parabola cinese dice:

“Angelo, Dammi ti prego una lampada affinché con passo sicuro pos-sa andare incontro all’ignoto”. Ma l’angelo risponde: “Va pure nell’o-scurità e metti la tua mano nella mano di Dio. Questa meglio di unalampada farà sicuri i tuoi passi”

Per due sposi sentirsi per mano a Dio è la garanzia più grande di soste-gno al loro amore. Può capitare a tutti di essere pecore smarrite, drac-

me perdute, figlioli prodighi, ma solo l’amore autentico che viene da Diorenderà l’unione matrimoniale più solida, più forte la comunione di vita,più grande la gioia di essersi incontrati, conosciuti e amati.

La famigliacosto o risorsa?

DI CHIARA DOMENICI

a famiglia nelbilancio delloStato è stata messanella colonna

sbagliata: invece chenello spazio riservatoalle risorse è statainserita in quello deicosti da sostenere. Èquesto il grande errorefatto dalla politica degliultimi anni: non ci si èresi conto che senza lefamiglie il paese nonpotrebbe andare avanti.È sintetico e diretto ilprofessor FrancescoBelletti presentando ilquadro della situazioneattuale delle famiglieitaliane. Nell’aula delConsiglio Comunale,davanti ai consiglieri, alsindaco AlessandroCosimi, e a numerosipartecipanti, haricordato quanto lafamiglia sia un tesoroprezioso, non solo pergli individui che lacompongono, ma perlo stesso bene comune.Così, dopo l’incontrodell’ottobre scorso conDino Boffo, sul temadel calo demografico,grazie alle iniziativepromosse dal ProgettoCulturale diocesano,ancora una volta si ètornati a parlare dellasocietà e deicambiamenti che stavivendo, ma soprattutto

Llo si è fatto in unincontro pubblico,perché certe verità nonvengano dimenticate esiano patrimoniodell’opinione pubblica.La famiglia di oggi sitrova ad affrontareinnumerevoli difficoltàe ad essa vengonodestinate sempre menoattenzioni, economichee mediatiche, eppureessa continua ad esserefondamento basilaredella nostra società: senon ci fossero state lefamiglie, che si sonounite, che hanno

sfoderato tutta la loronaturale tendenza allasolidarietà, che si sonoimpegnate senza induginell’aiuto reciproco, lacrisi che stiamovivendo avrebbeportato allarivoluzione. Occorrerestituire alle famiglie illoro ruolo di custodidella società. Anche nelle politichelocali l’attenzione allafamiglia deve tornarealta, lo ha affermato ilsindaco Cosimi, anchelui invitato a parlaresull’argomento. Ed in

particolare ha postol’accento sui giovani,motore del futuro. Lerisorse economiche adisposizione deiComuni sono poche elo saranno sempre dipiù, ma occorreràtrovare strade nuove persostenere le famiglie etutto l’universo chegravita intorno ad esse,dal lavoro in primis,alla cultura e allascuola, ai servizi, allavivibilità della città.Nel prossimo numerouno speciale sullaconferenza.

VERSO LA GIORNATA MONDIALE

dedicato ai giovani ilmessaggio di quest’anno

per la Giornata Mondialedella Vita: «La veragiovinezza – inizia così lariflessione - risiede efiorisce in chi non sichiude alla vita. Essa ètestimoniata da chi nonrifiuta il suo dono – avolte misterioso edelicato – e da chi sidispone a esserneservitore e non padronein se stesso e negli altri.Del resto, nel Vangelo,Cristo stesso si presentacome “servo” (cfr Lc22,27), secondo laprofezia dell’AnticoTestamento. Chi vuolfarsi padrone dellavita, invecchia ilmondo.Educare i giovani acercare la veragiovinezza, acompierne i desideri,i sogni, le esigenze inmodo profondo, èuna sfida oggicentrale. Se non sieducano i giovani alsenso e dunque alrispetto e alla valorizzazione dellavita, si finisce per impoverirel’esistenza di tutti, si espone alladeriva la convivenza sociale e sifacilita l’emarginazione di chi fa piùfatica. L’aborto e l’eutanasia sono leconseguenze estreme e tremende diuna mentalità che, svilendo la vita,finisce per farli apparire come il maleminore: in realtà, la vita è un benenon negoziabile, perché qualsiasicompromesso apre la strada allaprevaricazione su chi è debole eindifeso».Come da qualche tempo èconsuetudine in occasione dellaGiornata per la Vita, la Diocesi, incollaborazione con altre realtà comele Aggregazioni Laicali e il Tavolodell’oggettività (il luogo di confrontotra il Vescovo ed i Primariospedalieri), promuove una serie diiniziative per approfondire il tema.Questo il calendario quasi definitivodegli appuntamenti in programma.

SABATO 4 FEBBRAIOAlle 18.00 nella chiesa S. Lucia(Antignano Via U. Sarti)S. Messa per i bambini mai nati

DOMENICA 5 FEBBRAIOAlle 16.30 in cattedrale Premiazione Concorso disegni deibambini delle scuole e esibizione del-le Corali S. Jacopo e Rockettari di Cri-stoAlle 18.00 S. Messa per la vita pre-sieduta da monsignor GiustiAnimazione Canti a cura del gruppoParrocchiale “S. Rosa”. Letture, inten-zioni, processione offertoriale e que-stua a cura delle Aggregazioni Laicalie delle Nuove Comunità della Dioce-si

LUNEDÌ 6 FEBBRAIOalle 17.30 chiesa S. Rosa Tavola rotonda sul tema “Un nuovoconsultorio per la promozione dellamaternità e della famiglia”.Intervengono il dottor Edoardo Mi-cheletti, la dottoressa Rosa Maranto,suor Raffaella Spiezio, presidenteFondazione Caritas, i responsabilidella Consulta diocesana per la Fami-glia, padre Maurizio De Sanctis. Mo-dera il dibattito Sandra Cavallini, se-gretaria Consulta Aggregazioni Laica-li.

MARTEDÌ 7 FEBBRAIOalle 16 nella cappella dell’Ospeda-leS. Messa con segue Adorazione e S.Rosario meditato, animato dalle Ag-gregazioni laicali. A seguire visitanel reparto maternità con alcunimembri delle aggregazioni.

VENERDÌ 17 FEBBRAIOAlle 17,30 nella sala consiliaredella ProvinciaConferenza del professor StefanoSemplici, ordinario di Filosofia mo-rale presso l’Università di Roma “TorVergata” e Presidente del ComitatoInternazionale di Bioetica dell’Une-sco, sul tema “Chi è l’uomo che tu tene ricordi? L’uomo: dalla biologia lu-ce sul suo mistero”.

Per leggere il messaggio nella ver-sione integrale:http://www.chiesacattolica.it/famiglia/siti_di_uffici_e_servizi/ufficio_nazionale_pastorale_della_famiglia/00024046_Messaggio_per_la_vita_2012.html

È

ella giornata dedicata alla vitaconsacrata quest’anno non ci sarà

la tradizionale processione dallachiesa della Purificazione allacattedrale, essendo la prima chiusaper lavori di restauro. Per questo lacelebrazione si svolgerà integralmenteall’interno della cattedrale.L’orario previsto per la celebrazioneintitolata quest’anno «Educarsi allavita santa di Gesù» è così scandito: alle 17.30 benedizione delle candele,per la festa della Candelora e alle18.00 S. Messa presieduta dalVescovo.

N

Giovani aperti alla vitaIl 5 febbraio 2012 sarà la 34ª giornatamondiale per la vita. Come ogni anno la Diocesi ha in programma una serie diiniziative di preghiera e approfondimentosul tema, realizzate in collaborazione con le Aggregazioni Laicali

Alcuni flash sulla conferenza con il professor FrancescoBelletti, presidentedel Forum Nazionaledelle Famiglie, promossadal Progetto Culturalediocesano.Nel prossimo numero uno speciale sull’evento

2 febbraio: Giornata della vita consacrataEducarsi alla vita santa di Gesù

IL GRANELLOdi senape per gli sposi

di monsignor Ezio Morosi

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 gennaio 2012II

La parola alla CARITAS DIOCESANA

Una valigiada portare insieme

sercizi della carità».Ammetto che quando me losono sentita proporre hostorto un po’ il naso.

Esercizi? Ma siamo a scuola? E poimagari alla fine c’è anche il voto! No,no, lasciamo perdere.Poi, vuoi la capacità di convincimentodi chi li aveva già vissuti, vuoi che sottosotto, a parte il nome che mi lasciavaperplessa, l’idea mi attirava, ho decisodi partecipare. E così, in un pomeriggiodi dicembre che si era mascherato dapomeriggio di marzo, siamo arrivati aQuercianella.Quando mi trovo alle prese conqualcosa di nuovo, sono sempre pienadi aspettative e domande, ma la realtàle supera di gran lunga tutte. Mi sonotrovata alle prese con qualcosa che nonmi sarei mai nemmeno lontanamenteimmaginata.La giornata era ben scandita: almattino, tutti alla Caritas di Livorno aprestare servizio; al pomeriggio,formazione, confronto, preghiera eMessa. La sera era bello stare tuttiinsieme, condividere le impressionidella giornata, anche la stanchezza, euna bella camomilla bollente!Nel servizio alla Caritas tutti abbiamomesso del nostro, come si dice: ognunoha potuto dare il proprio contributonei diversi servizi offerti dalla Caritas, epoi all’ora di pranzo, infilavamo ungrembiulone colorato e ci trovavamotutti alla mensa: chi cucinava, chiserviva, chi lavava i piatti. Dopo,pranzavamo tutti insieme, anche con lepersone che normalmente lavorano ofanno volontariato alla Caritas. Erasempre un bel momento, in cui ognunosi sentiva importante, parte di qualcosa,semplicemente tra amici. La cosa bella di questi giorni, o megliouna delle innumerevoli cose belle, èstato il perfetto equilibrio tra il"pratico" e il "teorico". Con il ricordofresco dell’esperienza della mattina, delservizio, dell’aiuto, della condivisione,parlare nel pomeriggio della paraboladel samaritano, del prossimo, avevatutto un altro sapore; era ilconcretizzarsi di tanti discorsi astratti,un prendere coscienza di tante cosementre le si viveva con un’intensitàsconvolgente. E tutto un altro sapore haavuto anche andare a trovare le suorecarmelitane. Io non avevo mai avutooccasione di entrare in un convento diclausura, e devo ammettere che mi hafatto un certo effetto: la ruota, la grata,il racconto della loro vita quotidiana...Però, ascoltandole parlare, e

soprattutto respirandola loro serenità, la lorosicurezza, la loro fermaconvinzione della loroscelta, ho imparatoqualcosa di nuovo, senon altro che la caritànon ha nessun senso senon è pensata, sentita,se non scaturisce dadentro.Il momento peròsicuramente più bello ditutta la settimana è statala conclusione: la festadi capodanno allaCaritas, organizzata danoi. Una serata in cui in poche ore sisono sublimate tutte le esperienze dellasettimana: il servizio, una cena con ifiocchi, resa possibile grazie allacollaborazione di tutti e all’arrivo dinuovi amici, conosciuti tra un piatto euna posata; il divertimento, con giochi,balli e un veloce sketch in cui alcuni dinoi hanno simpaticamente perso lafaccia; la preghiera, un momentointenso e bellissimo, in cui ognuno,con la sua lingua e il suo credo hapregato per la pace nel mondo. Per meè stato il momento più bello. Unmomento in cui, invitati a scambiarci lapace con un abbraccio , ho potutostringere e ringraziare le persone chehanno vissuto cinque giorni con me, epersone che non avevo mai visto, dallequali molti benpensanti miraccomanderebbero di stare lontana,ma che mi hanno abbracciata conl’affetto e il calore di vecchi amici.Il ritorno a casa ha avuto lo stessodecorso di una sbornia da smaltire… ein effetti mi sentivo un po’ ubriaca! Perun po’ ho avuto bisogno di nonparlarne troppo, di metabolizzare: èstato davvero troppo tutto insieme. Poi,però, quando si comincia a realizzare

davvero, il sentimento fondamentale èla gratitudine. Innanzitutto gratitudineverso chi ha condiviso questo camminocon me, perché in ogni momento, inogni situazione mi sono trovata difianco qualcuno che si preoccupava perme, che era contento di essere lì conme, che voleva condividerequell’attimo con me: a casa, in Caritas,dappertutto.E manca ancora qualcuno daringraziare. O meglio Qualcuno. Che,con la discrezione e la delicatezza cheGli sono propri, non si è fatto pregare (passatemi la battuta) e ci è venutoincontro, in ogni persona, in ognisituazione, in ogni momento, facendocisentire la Sua calda presenza cheimpregnava ogni cosa. E certo senzanon sarebbe stato lo stesso.Ammetto di avere fatto un po’ fatica avivere questa esperienza. Ho un po’accusato il sovraccarico di emozioni,ma ho trovato intorno a me sempreaffetto, gentilezza, sollecitudine. Inquesta settimana, in cui abbiamoparlato del samaritano, in molteoccasioni sono stata come l’uomo cheveniva derubato. E’ stato importanterendermene conto, perché il rischio èsempre quello di sentirsi i salvatori delmondo, e di dimenticarsi che i primi adover essere salvati siamo noi. Il primo giorno, quando ci siamoconosciuti e ci siamo scambiati lenostre aspettative, qualcuno ha dettoche l’anno precedente, questaesperienza gli aveva lasciato moltedomande, e non per tutte aveva trovatouna risposta. Io sono arrivata con unavaligia piccola, nemmeno troppopesante, ma un’altra invisibile,pesantissima, piena di domande, dipensieri, di esperienze, di sentimenticontrastanti. E forse il bello è statoproprio questo, che ognuno di noiaveva la sua valigia invisibile, e havissuto questa esperienza guardandolaattraverso gli occhiali della sua vita.Non dico che tornando la mia valigiafosse più leggera, ma sicuramentec’erano dentro cose diverse, perché hoavuto la possibilità di svuotarla, dimostrare almeno qualcosa del suocontenuto, e gli altri l’hanno fatto conme. Questo forse è il vero senso dellacarità… come direbbe Ligabue,mostrare il peso della valigia e non averpaura a portarla insieme.

Arianna

ei giorni scorsi l’affondamento delpeschereccio Santa Lucia ha com-

mosso la città: Silverio e Davide Curcio,molto conosciuti a Livorno che con il lo-ro lavoro sostenevano tutto il nucleo fa-miliare, hanno perso la vita.Il peschereccio Santa Lucia II è affonda-to a 16 miglia circa a largo di Livorno,davanti alle secche di Vada. A bordo, ol-tre a Silverio e Davide, c’era un terzomembro dell’equipaggio che è stato re-cuperato in vita da un altro pescherec-cio. I motivi dell’affondamento sonoancora al vaglio delle autorità ma proba-bilmente la causa è stata la rete da pescache si è agganciata al fondo ribaltandol’imbarcazione. Il tutto pare si sia svoltoin una frazione di secondi senza dare iltempo di percepire quanto stava succe-dendo. Unico superstite è il marinaio RobertoCaddeo, originario della Sardegna, che èriuscito a nuotare ad aggrapparsi al relit-to. Lui stesso ha recuperato il corpo diSilverio, immaginando che fosse ancorain vita. Sostanziale è stato il soccorso delpeschereccio Erpiù che si trovava nellevicinanze. La Stella Maris di Livorno è intervenutaper prestare assistenza al marinaio su-perstite, che viveva a bordo del Santa Lu-cia e che nel naufragio ha perso ogni co-sa. Nell’episodio, portando lenti a con-tatto, ha contratto un’ infiammazioneagli occhi e per lui è stato necessario un

periodo di cu-re e riposo. Ivolontari dellaStella Maris sisono preoccu-pati di recupe-rare del vestia-rio, un telefo-no cellulare edi trovare unalloggio suffi-cientementeprotetto. Ne-cessario è l’ap-porto di soli-darietà chequotidiana-

mente i volontari della Stella Maris of-frono ai marittimi di passaggio dal por-to di Livorno nel sostenerli nelle piccolenecessità per chi si trova a vivere la estra-neità in ogni porto. Sostanziale è l’azio-ne del volontariato in caso di ecceziona-lità, come questo, perché si ritrova solopossa avere accanto volti amici.I volontari hanno poi accompagnato ilmarinaio al Traghetto per Olbia, con luisulla banchina Antonio Cusumano,don Luciano Cantini, alcuni aspirantivolontari della Stella Maris e le suoreche lo avevano ospitato e curato in que-sti giorni. Roberto è tornato in Sardegnaper rifare i documenti e riprendere il la-voro. Al suo ritorno dovrà affrontare an-che un piccolo intervento chirurgico,ma sa di poter contare sull’affetto di tan-ti nuovi amici che Roberto si è saputoconquistare con la sua semplicità eschiettezza, con un atteggiamento schi-vo e riconoscente.Nei giorni scorsi si sono svolti i funeralidi Silverio nella chiesa di San Benedettoche lui e la sua famiglia erano soliti fre-quentare. La chiesa era gremitissima e lacomunità parrocchiale presente con unapartecipazione intensa. Si è pregato perSilverio, ma anche per Davide, suo fi-glio, ancora intrappolato nel pescherec-cio in fondo al mare, ma anche per tuttii marittimi, i dispersi in mare, i migrantiche non hanno raggiunto l’altra sponda.Al bel gesto della comunità parrocchialedi fare una raccolta per la famiglia che sitrova adesso in evidente stato di neces-sità, la Famiglia Curcio ha risposto de-volvendo la raccolta alla missione nelCamerun con cui la parrocchia ha rela-zione. Il Parroco, don Tomasz Zureck ha avutoparole affettuose che bene hanno inter-pretato lo stupore umano e l’angoscia difronte al mistero della vita e dei suoi ac-cadimenti, ci sono domande a cui è inu-tile cercare risposte. La Fede ci permettedi guardare in avanti e l’amore di Dio cidà la forza ed il coraggio di affrontare lafatica della vita che si fa difficile. La Gen-te di Mare ha mani forti e segnate dal la-voro, sono il segno di una fortezza d’a-nimo che la vita di mare ha temprato. IlSignore è nostro amico, ci sta vicino sul-le vie del mare come su quelle della terraferma, o in quelle del Cielo a cui noi tut-ti siamo chiamati.

Don Luciano Cantini

N

Il peschereccioSanta Lucia

ASSOCIAZIONEStella Maris

di Livorno

Arianna, una giovane che ha partecipato agli esercizi della carità promossi dalla Pastorale GiovanileVincenziana in collaborazionecon Caritas, racconta la sua esperienza

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 gennaio 2012 III

CONOSCIAMO MEGLIOsuor Emilia Jitaru

Centravanti del Signore

DI GIULIA SARTI

iiiii!il fischio richiama iragazzi che palleggianonel campo tra di loro. Sifanno le squadre. Si dice

un’Ave Maria e via, il primotorneo della squadra di calcio“I tre arcangeli” contro gliscout del Livorno 9 puòiniziare. Anzi no, mancaancora l’ultimaraccomandazionedell’allenatore: «Il primo chedà un calcio a qualcuno esce,qui vinciamo tutti!».L’allenatore a dire la verità nonè un allenatore, èun’allenatrice. Ha 42 anni, ènata in Romania, è arrivata inItalia 17 anni fa e sichiama EmiliaJitaru.E di calcio se neintende: nel suoPaese era unpiccolo fenomeno.Emilia ha iniziato agiocare quandoaveva 10 anni, èstata in unasquadra di serie Aed è anche stataselezionata per farparte dellanazionale. A 21anni però ha decisodi smettere: «Erouna ragazzanormale, ero bravaa giocare, avevo unfidanzato, la miafamiglia stava beneeconomicamentema…» Ma c’era unma che non leriempiva quelvuoto che sentivadentro. «Sotto ilregime del mio Paese erapericoloso professarsi cristiani,ma per me non era mai statoun grande problema, erotendenzialmente atea. Ma perla festa del nome di Maria,particolarmente sentita da noi,il 12 settembre del ’94, dopouna partita, andai a messa einiziai a sentire qualcosasimile alla serenità». Comecapita tante volte, in quel“ma” ci era entrato Lui,stavolta tramite lacongregazione delle MaestrePie Venerini che Enrica avevaconosciuto nell’occasione.E così torniamo alla nostraallenatrice che ha 42 anni, ènata in Romania, è arrivata inItalia 17 anni fa e si chiamaEmilia Jitaru. Suor Emilia. 4lettere in più nel suo nome chefanno la differenza. Che sonoriuscite ad unire due mondiche sono diventati cosìlontani: quello del calcio equello della fede.«Quando sono arrivata aSalviano, nella casa della mia

Fcongregazione lo scorsoagosto, mi sono accorta cheper i ragazzi non c’erano molteproposte di attività che lifacessero stare insieme».Detto fatto, con il permessodel parroco Don Raffaello, delVescovo e dei suoi superiori aRoma, Suor Emilia ha appesoun cartello per invitare iragazzi dai 7 ai 20 anni agiocare nella scuola-calcio “Itre arcangeli”. Per informazionichiamare Suor Emilia. E il suocellulare ha iniziato a squillare.«Ho pensato che dove c’è unapanchina, ci sono giovani chesi incontrano». Poi lamisteriosa forza del palloneche sempre attira a sé il genere

maschile ha fatto ilresto. O forsequalcuno un po’più in alto che inquesta cosa ci avevavisto del bene…«Volevo chevenissero tuttiquelli a cui piacegiocare per il solofatto di stareinsieme e divertirsi,o tutti quelli chearrivati a una certaetà, se nonvengonoselezionati da unasquadra, smettonodi giocare».Per adesso la suasquadra è formatada una quindicinadi ragazzi, anche 3ragazze, la maggiorparte di loro delleparrocchiedell’UnitàPastorale, matramite il

passaparola è arrivatoqualcuno che in chiesa non ciha mai messo piede.«Abbiamo iniziato a ottobre edopo circa un mese mi sonorotta un piede facendo vedere

ai ragazzi come si tira. Ilgiorno in cui dovevo essereoperata doveva venire aintervistarmi la RAI. Hopensato che il Signore mistesse dicendo di nonmontarmi troppo la testa. Maadesso ripartiamo ognimercoledì e giovedì dalle 15alle 17 ai campi della chiesa diCollinaia e Salviano, grazieall’aiuto di Silvia, la miaspalla».Silvia è la mamma di unpiccolo giocatore un po’timido «Per farlo parteciparemi sono messa in giocoinsieme a lui, affiancando SuorEmilia in questa bella cosa».I genitori sono entusiasti dellasquadra: la mamma di Filippoce lo porta volentieri perchévede che qui gioca e si diverte:«Non volevo mandarlo in unascuola calcio perché non mipiace quell’ambiente dove gliallenatori vogliono tirare sucampioni e non ragazzi. Nonvolevo che Filippo tornasse acasa triste per una sconfitta,non certo per il risultato, maperché non aveva neanchepartecipato a quella sconfitta».Quello che invece Suor Emilia

voleva fare, era usare il calciocome mezzo per insegnarevalori che si sono persi inquesto sport, educando ibambini anche alla sconfitta.Senza dimenticarsi, nel farlo,dei loro genitori: «In tantefamiglie non si parla più, nonci si ascolta e non si sgrida perpaura di perdere i figli. Qui siprova a crescere insieme condelle regole, senza spiritocompetitivo, creando ungruppo che si diverte».E basta?certo che no: «Questaper me è la nuovaevangelizzazione, che esce daimuri e cerca fuori le pecoresmarrite per raggiungere loscopo che è l’incontro di Gesùnella messa. Il calcio è solouno dei tanti modi possibiliper fare il primo passo, il piùdifficile, attirare i ragazzi e farsiconoscere per iniziare insiemeun cammino». Dal punto divista sportivo, il prossimoobiettivo di suor Emiliasarebbe quello di organizzaretornei con le altreparrocchie.«Con i miei ragazziperò vorrei andare oltre eriuscire a fare con loro uncammino anche al di fuori che

li porti aconoscere adesempio realtàsociali della nostracittà in cui ungiorno potrebberoimpegnarsi e che lifarebbe davverocrescere insieme».La prima partita èfinita, c’è daorganizzare laseconda, abbiamogià rubato troppotempo al coachEmilia.E ai genitori cheportano i figliSuor Emiliaricorda: «Tornatealle 19: giochiamoa pallone e alle 18andiamo tuttiinsieme a messa».

«In tantefamiglie non si parla più, non ci si ascolta e non si sgridaper paura di perdere i figli. Qui siprova a crescereinsieme condelle regole,senza spiritocompetitivo,creando ungruppo che sidiverte»

Arrivata nella parrocchia dei Tre Arcangeli dapochi mesi, suor Emilia ha «creato» unasquadra speciale di calcio aperta a tuttii bambini

l Serra Club, nel proseguo del per-corso degli incontri che hanno co-

me tema il sacerdote sotto tutti isuoi aspetti, ha invitato padre Cosi-mo Bleve, dell’Ordine dei Trinitari,cappellano per oltre vent’anni allecarceri di Livorno. Nel 1984 fu l’al-lora Vescovo di Livorno, monsignorAblondi che avendolo conosciutonella comunità dei Padri Trinitari diLivorno e sapendo che per diversianni si era occupato di minorati psi-chici, decise di affidargli questo pre-zioso e delicatissimo incarico in oc-casione dell’inaugurazione dellecarceri delle Sughere. Fu questa scel-ta innovativa anche per la città di Li-vorno, in quanto fino ad allora nonera mai stata istituzionalizzata la fi-gura del Cappellano per cui il suoimpegno nei primi anni fu veramen-te arduo.Il carcere – ha raccontato padre Ble-ve - di per sé è un ambiente diffici-lissimo per tutti; da molti vien defi-nito “pattumiera” e viene visto co-me la soluzione di tutti i problemi.Per questo padre Cosimo nel rap-

portarsi a que-sta difficilerealtà ha sem-pre usato unatteggiamentoche vedeva dauna parte unaseverità legataal fatto che l’er-rore commessonon deve maiessere sottova-lutato e mini-mizzato; dal-l’altra parteperò è fonda-mentale usarela carità perchépur avendocontatti conpersone che

talvolta sono profondamente mal-vagie, sono pur sempre persone lacui dignità va salvaguardata. Il cap-pellano inoltre, non è colui che di-fende i carcerati, ma è il cappellanodi tutti, delle guardie, del personaledi servizio e di coloro che gravitanonel carcere.Purtroppo uno degli aspetti che èassai carente sia riguardo il persona-le che i carcerati è quello culturale,infatti l’ignoranza è molto alta. Perquesto motivo padre Cosimo, si èadoperato fin dall’inizio perché cifosse all’interno della struttura unascuola. In seguito a ciò, diversi dete-nuti si sono diplomati, alcuni addi-rittura laureati e nel presente vi è undistaccamento dell’Istituto tecnicoCommerciale Amerigo Vespucci chepermette di conseguire il diploma diragioniere.Dal punto di vista religioso si con-stata una presenza molto varia; in-fatti i cattolici in proporzione sonopochi, a fronte di una forte presenzamusulmana; vi sono anche mino-ranze protestanti e ortodosse. No-nostante queste varie presenze, sonomolti coloro che chiedono il collo-quio al cappellano e trovano in luiascolto e conforto. In questi ultimianni vi è stato anche un intensificar-si di richieste di sacramenti dell’ini-ziazione cristiana e grazie alla pre-senza di volontari della Caritas, del-le suore e di catechisti, quando èpossibile viene effettuato un percor-so di catechesi.Coloro che hanno preso parte all’in-contro, hanno rivolto molte doman-de al cappellano: purtroppo il mon-do carcerario viene visto a debita di-stanza anche dai cristiani; c’è biso-gno invece di rivolgere una costantepreghiera anche durante la Messa, asostegno di chi opera in questo am-biente di dolore e di sofferenza af-finché si attuino quei percorsi di re-cupero volti a far riacquistare la di-gnità a coloro che hanno sbagliato.

Mo.C.

I

Il cappellano delCarcere padre Bleveospite del Serra Club

PER SALVARELA DIGNITÀDELLAPERSONA

«Il carcere di per sé è un ambientedifficilissimoper tutti; da molti viendefinito“pattumiera” e viene vistocome lasoluzione di tutti iproblemi»

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 gennaio 2012IV

VENERDÌ 27 GENNAIONella mattina udienze laici in vescova-do17.30 rosario e S. Messa per la Festadel Voto in cattedrale (vedi lettera inpagina)

SABATO 28 GENNAIO18.00 S. Messa e cresime alla chiesa diS. Croce a Rosignano Solvay

DOMENICA 29 GENNAIO10.30 S. Messa per la festa patronalealla chiesa del Sacro Cuore

Lunedì 30 e Martedì 31 Gennaio aLecceto, Assemblea CET

MARTEDÌ 31 GENNAIO18.00 S. Messa e festa patronale allachiesa di San Giovanni Bosco (Cote-to), a seguire cena con i presbiteri delIV vicariato

MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIONella mattinata udienze preti in ve-scovado18.00 Incontro con i coordinatori del-le commissioni del Progetto Culturale

GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO10.00 Consiglio Fondazione Caritas,in vescovado18.00 in cattedrale, S. Messa per la vitaconsacrata

VENERDÌ 3 FEBBRAIO10.00 a Pietrasanta, festa della Madon-na del sole18.30 in vescovado, incontro con i cre-simandi

SABATO 4 FEBBRAIO9.00 ad Ancona, per l’incontro con igiovani

DOMENICA 5 FEBBRAIO11.30 S. Messa e cresime alla parroc-chia di S. Maria di Montenero 16.30 in cattedrale, celebrazioni per lagiornata della vita consacrata

Agenda del VESCOVO

Festa del VOTO Venerdì 27 Gennaio alle ore 17.30 Piazza Grande e a seguire in Cattedrale

«Un voto per dire grazie»

arissimi, ormai prossima la Festa del Voto a Maria Ss. di Montenero,

che ci ricorda la promessa di fedeltà dei livornesi allaMadonna di Montenero per la protezione ricevuta inoccasione del terremoto del 1742. Nella Festa del Voto affideremo la città alla Madonna diMontenero, perché da Lei possa ricevere rinnovata protezione,per la crescita del territorio e lo sviluppo della qualità di vitadei cittadini nell’ottica della solidarietà e dell’accoglienza dellediversità. In occasione della Festa verrà pubblicato, a cura dell’UfficioDiocesano Comunicazioni Sociali, un fascicolo “Un voto perdire Grazie”, da divulgare nelle Parrocchie e in altre realtà, checi presenta a fumetti, la storia della Festa del Voto, per nondimenticare e per far tornare nel cuore dei livornesi laparticolarità della venerazione alla Madonna di Montenero. Vi aspetto, unitamente alle vostre Comunità Parrocchiali,Comunità Religiose, Aggregazioni laicali, ecc. alleCelebrazioni del 27 Gennaio, che avranno il seguenteprogramma:

ore 17.30 – piazza Grande, recita del Rosario e omaggio florea-le all’immagine della Beata Vergine Maria (con la collabora-zione dei Vigili del Fuoco); accoglienza della Sacra Immaginedi Maria SS. di Montenero

ore 18.00 – processione verso la Cattedrale, CONCELEBRA-ZIONE EUCARISTICA presieduta dal Vescovo e OFFERTA DELLA CERA VOTIVA daparte dell’Arciconfraternita di S. Giulia donata dalla cittadi-nanza livornese.

ore 19.15 - ritorno a Montenero della Sacra Immagine

Vi benedico,+ Simone, Vescovo

La Madonna seguirà il seguente percorso:ore 15.15 Partenza della sacra immagine di Maria SS.ma dalSuo Santuarioore 16.00 La Madonna entra nella chiesa dei Cappuccini perun momento di preghieraore 16.30 Inizio della processione fino al Duomo secondo ilseguente itinerario: Borgo Cappuccini, Corso Mazzini, PiazzaAttias, Via Ricasoli, Piazza Cavour, Via Ciroli, Piazza Grande

C

BREVI DALLA DIOCESIRomanzo FamiliareGIOVEDÌ 26 GENNAIO ALLE 18.30Don Luciano Cantini sarà ospite della trasmissione "RomanzoFamiliare", in diretta su TV 2000 (canale 801 di Sky e 28 del di-gitale terrestre), condotta da Arianna Ciampoli e Antonio So-viero. Romanzo Familiare vuole essere una finestra quotidianasulla famiglia italiana raccontando le gioie, le difficoltà, il vis-suto del nucleo affettivo per eccellenza. Il link della trasmissio-ne è: http://www.romanzofamiliare.tv2000.it

Concerto per la vitaDOMENICA 29 GENNAIO ALLE 18.00Presso la chiesa di San Giovanni Bosco, Concerto parrocchialecon l’organista Clauda Termini

Apologia della TradizioneGIOVEDÌ 2 FEBBRAIOPresso la chiesa di San Simone, presentazione del libro "Apo-logia della tredizione" alla presenza dell’autore prof. RobertoDe Mattei.Apre l’incontro mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno

La scelta del dialogoVENERDÌ 3 FEBBRAIO ALLE 21.15Presso la sala della Chiesa SS. Annunziata dei Greci (Via Olan-da - quartiere "La Scopaia" - Livorno)l’associazione AlbertoAblondi promuove un incontro pubblico sul tema: La sceltadel dialogo "Ragionando sul valore dell’alterità oggi, partendo dal-la testimonianza di mons. Ablondi". Relazione del prof. AdrianoFabris, docente nell’Università di Pisa autore del libro: "La scel-ta del dialogo". Breviario filosofico per comunicare meglio" -Edizioni Messaggero, Padova, 2011.Interviene Claudio Frontera, già Presidente della Provincia diLivorno

Cooperatori PaoliniSABATO 4 FEBBRAIO ALLE 15,45Incontro biblico con don Alessandro Castegnaro, delegato na-zionale presso le Figlie di San PaoloLibri da LEGGERE

di Mo.C.

Centro Diocesano Giovanile Novara – Vorreiilluminarti la mente. Sussidio di preghiera quoti-diana. 13 gennaio-31 marzo.- Ed Paoline, euro6,50.

La Diocesi di Novara propone ai giovani e atutti coloro che vivono la propria fede nellaquotidianità, un itinerario di preghiera a par-tire dal Vangelo quale Parola di Dio che si in-carna negli accadimenti, nelle scelte di cia-scuno, nei dubbi, nelle fatiche e risponde agliinterrogativi che vogliono risposte valide. E’stato scelto infatti il sole, come simbolo peraccompagnare la preghiera in quanto rappre-senta Cristo che illumina, guida, ci chiama, ciprotegge e ci ama. Il sole con i suoi raggi illu-mina rischiarando il senso di tutto quantoavviene attorno all’uomo. Il titolo di questoagile libretto sta ad indicare che il Signore,nel rispetto della libertà dell’uomo offre deipercorsi illuminati dalla sua Parola. Dal pun-to di vista metodologico il sussidio ha la for-ma della lectio: ogni giorno al centro c’è unpasso del Vangelo scelto a partire dai cicli fe-riali e festivi, privilegiando una lettura conti-nuativa del Vangelo; viene proposto quindiun commento meditazione e infine la pre-ghiera orante.

a circoscrizione Italia Centrale,la comunità Salesiana di

Livorno e la famiglia Ciminiannunciano con gioial’ordinazione presbiterale di donMarco Cimini per l’imposizionedelle mani e la preghieraconsacratoria Mons. GiancarloBregantini, arcivescovo diCampobasso Bojano.La celebrazione avrà luogoSABATO 4 FEBBRAIO ALLE 17.00 nella parrocchia del Sacro Cuoredi LivornoDon Marco presiederà la prima S.Messa DOMENICA 5 FEBBRAIOALLE 10.30 nella parrocchia delSacro cuore di Livorno

L

L’ORDINAZIONE PRESBITERALE DIdon Marco Cimini

Diocesiinforma

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 gennaio 2012 V

LINEE PASTORALI ORIENTATIVE

e presenti indicazionicostituiscono unorizzonte entro il qualeprogettare itinerari

educativi parrocchiali ovicariali. Definiscono più unostile comune che ogniComunità dovrà far propriopiù che un percorsoprestabilito a priori.

Essere Comunitàcasa e scuoladi spiritualitàNella parrocchia, presbiteri,diaconi, religiosi e laici,decisamente scelgano diessere comunità di discepolidel Signore GesùOccorre animare, richiamare esuscitare il desiderio dispiritualità in ogni membrodella comunità cristiana. Lavia della santità ècaratterizzata dall’armonia trafede approfondita (annuncioe catechesi), fede celebrata(liturgia) e fede testimoniata(carità). Ogni progettopastorale parrocchiale evicariale deve tenere conto diquesta armonia e permettere aciascun membro dellacomunità di vivereun’esperienza di fedeintegrale.Occorre che i vari gruppi dellaparrocchia si aiutino a vicendaperché a ogni credente siadata la possibilità di viverequeste tre dimensioni. Alcunedomande dovranno guidarcinella progettazione pastorale: - come la catechesi educa afare esperienza di preghiera edi servizio? - come la liturgia educa allaconoscenza del Signore emette gli ultimi al centro? - come il servizio della carità èevangelicamente formato e sariconoscere il Cristocontemplato nella preghieranei poveri?

Ogni Comunità offra a tutti ifedeli e con modalità proprie,"tempi forti" dello Spirito Ormai è percepito il bisognoche nella pastorale ordinariadelle Diocesi e delleparrocchie trovino postoanche i così detti "tempi forti"dello Spirito. Forti non tantoperché lo Spirito opera di più,ma perché noi ci rendiamopiù disponibili alla sua opera.Le forme classiche di questitempi le conosciamo, sonogli esercizi spirituali e i ritirispirituali. È importante cheogni comunità trovi i modi e itempi più adatti a realizzarequeste esperienze

I sacramenti luoghiprivilegiati di spiritualitàSi dovrà favorire la riscopertadel sacramento dellariconciliazione quale ritorno aDio e esperienza del suoamore misericordioso.Incrementare la passione e lapartecipazione per il Giornodel Signore e il bisogno dellapartecipazione all’Eucaristia.Ci si chieda : come si educa alsacramento della

L

Riconciliazione? Come sipreparano e vivono le nostreEucaristie?

Una spiritualità biblicaLa parola di Dio contenutanella Scrittura è la primasorgente di una spiritualitàcristiana. Primo compito diuna comunità che ascolta èquello di creare un rapportodi familiarità tra il libro dellaBibbia e il singolo credente.Non è sufficiente farconoscere e far usare il librodella Bibbia, è necessarioeducare le nostre comunità a"leggere" la Scrittura . Ci siinterroghi su come si legge laBibbia in Parrocchia.

Coltivare una efficacespiritualità di comunioneLa spiritualità di comunionetrae forza dallaconsapevolezza di ciascuncredente che senza il fratellonon si fa vera esperienza diCristo. Prima che una serie diiniziative la comunione nasceda una decisione di aperturadel cuore al Signore e da unafede completa nel Redentore.La Comunità si interroghi sucome testimonia e fortifica lacomunione nella parrocchia.

La fonte e il culmine dellacomunione nella comunità èl’Eucaristia domenicaleDa essa derivano tutti gli altriluoghi e strumenti dellacomunione, in particolare:l’Assemblea parrocchiale(Sinodo Diocesano del 1984n.176); il Consiglio Pastorale

Parrocchiale (CJC can 511,Sinodo Diocesano del 1984nn 173-175). È necessarioripensarli e rivalorizzarli atutti i livelli, non se ne puòfare a meno, in particolareogni parrocchia non ne puòfare a meno.

Coltivare una reale spiritualitàdel servizioLa spiritualità del servo sirealizza nel vivere il Vangelodella carità, ovvero latestimonianza di vitapersonale e comunitariacapace di mettere gli ultimi alcentro delle proprie scelte edel proprio vivere. La carità è(...) il contenuto centrale enello stesso tempo la viamaestra dell’evangelizzazione.Evangelizzare è far incontraregli uomini con l’amore di Dioe di Cristo, che viene acercarli: per questo èindispensabile latestimonianza vissuta; ènecessario fare la verità nellacarità. Il servizio ai poveri èparte integrantedell’evangelizzazione e nonsolo frutto di essa.(..) L’amore preferenziale per ipoveri si rivela così come unadimensione necessaria dellenostra spiritualità La fedenasce dall’ascolto e vive nellascelta di fare quello che hafatto il Signore. La scelta dimettersi in ascolto dellaParola di Dio e quella dimettersi al servizio della vitadell’uomo sono espressionicomplementari dell’unicomistero. Non sono autentiche

se le manteniamo disgiunte.Si "inverano" a vicendaquando diventano momentidiversi dell’unico cammino difede. La fede opera per mezzodella carità . La carità allaquale ci chiama il Vangelo diGesù prima che descrivere ilnostro agire, descrive il nostroessere. La Chiesa è chiamataad essere carità per il mondo.Una carità fatta non di gestieccezionali, ma di sceltecapaci di informare di sé ilquotidiano. Attraverso lepiccole opzioni di tutti igiorni siamo chiamati a darespessore alla nostra fede equalità alla nostra vita. La Caritas non è quindi ungruppo come gli altri o,peggio ancora, parallelo aglialtri, ma l’anima della vita ditutta la comunità e di ciascunapersona.La Comunità si interroghi:- come viviamo la sceltapreferenziale per gli ultimi,indicata dal Vangelo e datantissimi documentiecclesiali come sceltairrinunciabile per le comunitàcristiane?- come si educa a scelteconcrete e quotidiane diservizio e promozione neiconfronti degli ultimi? - come ci si educa adannunciare il Vangeloattraverso una vitaconcretamente equotidianamente vissuta alservizio degli ultimi? - come ci si educa aannunciare la "buona notizia"ai poveri?

L’educazionead una spiritualitàCristocentrica

IL PRIMO AMBITO DEL PROGETTO EDUCATIVO DIOCESANO/2.........

Con le linee orientative che mettono a disposizione delle comunità idee ed itinerarida poter seguire o da cui prendere spunto,si chiude il primo ambitodel progetto educativo pastorale

EDU

CATI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 gennaio 2012VI

L’intervento di don Valerio Baresi agli incontri di formazione promossi dal Polo scolastico delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Amare: scegliere di vivere feliciell’ambitodegli incontridi formazioneper genitori ed

educatori, promossi dalPolo Scolastico Figlie diMaria Ausiliatrice, hariscosso particolaresuccesso l’intervento didon Valerio Baresi (nellafoto), attualmenteparroco dell’operasalesiana Sacro Cuore diRoma, il quale haaffrontato il tema:«Amare: scegliere divivere e far vivere felici».L’incontro, svoltosipresso il cinema teatrodel salesiani è statoallargato anche ai varigruppi della famigliasalesiana.Il titolo già fornisce ilraccordo con l’operaeducativa di SanGiovanni Bosco, il qualeaveva come scopofondamentale lasalvezza delle anime, inparticolare quelle deigiovani. Questa salvezzasi puòotteneresoltantoincontrandorealmenteGesù, poichésolo il veroincontrocambia la vitain modoradicale.Forte dellasuaesperienzapastorale al Sacro Cuore,don Valerio traccia lelinee guida per condurrei nostri ragazzi versoquesto incontro, lineefondate sul SistemaPreventivo di donBosco.

NTre sono i cardini diquesto sistemaeducativo, tantosemplice quantorivoluzionario:Ragione: èfondamentale forniresempre la motivazioneprofonda delle cose cheindichiamo di fare, perfar sì che il giovane nesia profondamenteconsapevole;Religione: viviamo inuna società post-moderna, che ha messoal centro l’uomo ed haeliminato diconseguenza tutto ciòche può mettere inpericolo tale egemonia,come Dio. Il relativismoche affligge la nostraepoca ha portato acredere che non esistapiù «la» verità. Piuttostoogni persona èportatrice di una propriaverità che ovviamentenon è mai uguale aquella degli altri: unesempio illuminante in

proposito,ce loforniscel’ormaimolteplicitàdiprogrammitv dove tuttisi parlanoaddossosenza direniente. Dalrelativismosi può

sicuramente uscireentrando umilmentenella verità. Ciò significacogliere la verità delVangelo, inginocchiarsie viverla, senza perquesto schiacciare ogiudicare gli altri.

Significa entrare in unastoria d’amore e lasciarsicatturare, consapevolidel fatto che Dio primasi consegna a noi,dicendo «Io sono tuo», esolo dopo il nostrolibero assenso dice «Tusei mio figlio»;Amorevolezza: è unamore solido intriso ditenerezza, un amore cheè contemporaneamentepaterno e materno.Queste due dimensioninon vanno mai scisse,poiché sono semprecomplementari, mai incompetizione.È quindi possibileeducare tenendopresenti questi principi.Educare significa infattiaiutare una persona adiventare sé stesso equindi un essere libero.Per arrivare a questotraguardo è necessarioscardinare i propriatteggiamentifondamentali, cioè queicomportamenti ormaiinsisti nella persona chefanno dire:«Io sonofatto così!». Eliminando

man mano taliatteggiamenti si imparaad ascoltare e ariconoscere i proprilimiti, al fine di aiutaregli altri ad allargare laloro prospettiva di vita.Per far ciò è necessarioanche far percepire aipropri ragazzi di essereamati. Non bastasoltanto affermarlo,bisogna semprechiedersi se loropercepiscono taleamore. Don Valerioindica in proposito untesto a cui fa riferimento: "I cinque linguaggidell’amore con gliadolescenti" di GaryChapman (Ed. Elledici2003).Il libro parte dalpresupposto che dentroognuno di noi esiste unserbatoio che deveriempirsi di amoreemozionale. Questoserbatoio si riempieogni qualvolta troviamouna persona che parla ilnostro linguaggiodell’amore. Questilinguaggi sono appuntocinque:1. Paroled’incoraggiamento: nonbisogna mai sottolinearesoltanto i difetti , maevidenziare anche i pregidell’altro. Queste"carezze verbali"sonofondamentali e vannousate senza schermirsicon la scusa che l’altrosa che lo amiamo;2. Il contatto fisico: noiviviamo per le carezze.Non a caso, i neonatiche ne sono stati privati,a causa di svariati motiviper lungo tempo,sviluppano in seguito

problemi relazionali.Tutti abbiamo bisognodel contatto fisico, gliadolescenti ne hanno unbisogno estremo;3. I momenti speciali:trovare dei momenti incui ci si dedica solo edesclusivamente a chi siha di fronte, nonostantetutte le occupazioni e lepreoccupazioni dellaroutine quotidiana.Questo significa:" sonoqui solo per te, miinteressi";4. Il servizio gratuito: incasa si ama gratis. Ènecessario re imparare afare le pulizie di casaassieme, sopportandomagari un minimo didisordine se i figli sonopiccoli e non riescono afarle bene. Così facendosi rafforza la dimensionedel dono reciproco;5. I doni: il regalo hauna forte valenza. Ilregalo significa che ti hoosservato e ho capitoche cosa ti piace.Per capire qual è illinguaggio dell’amorenostro e di chi ci staaccanto è sufficienteosservare e capire qualisono le cose che fannopiacere e quelle chefanno arrabbiare per laloro mancanza. Amare efar sentire amati, fornireai nostri ragazzi dellemotivazioni profondeper il loro agire, indicareun ideale da seguire:questi sono ipresupposti peraffrontare la vita,superando le difficoltàcon cui ognuno di noi sitrova inevitabilmente afare i conti.

Benedetta Agretti

LA CONSULTA DEI LAICI

I poverie la settimanaper la vita

i è riunita nei locali del vescovado laConsulta delle Aggregazioni Laicali con

la presenza del Vescovo, monsignor Si-mone Giusti. L’incontro, che si propone-va di dare concreta attuazione alla prossi-ma "Settimana per la vita", è stato intro-dotto dal Vescovo che ha subito affronta-to la drammatica situazione della povertàa Livorno: È necessario -ha detto monsi-gnor Giusti- sviluppare una attenzionesempre maggiore verso le problematichesociali della città, come Chiesa dobbiamoanche indebitarci pur di andare incontroalle necessità dei più poveri, con la certez-za che la Provvidenza ci aiuterà.La presidente della Consulta, Sandra Ca-vallini, ha annunciato che per l’animazio-ne dei pellegrinaggi mensili a Montenerosi sono resi disponibili alcune aggregazio-ni secondo questo calendario: a gennaioil Rinnovamento dello Spirito, a febbraiola Comunità di S. Egidio, a marzo Comu-nione e Liberazione, a aprile il Movimen-to dei Focolari, a maggio la Misericordia ea giugno i Cooperatori Paolini unitamen-te ai Maestri Cattolici e al CIF.

La settimana per la vitaVenendo al programma che si sta organiz-zando per la «Settimana per la vita», lapresidente ha reso noto che nelle parroc-chie sarà diffuso del materiale illustrativoper la conoscenza delle problematiche re-lative al sostegno alla vita, inoltre un Ban-do di concorso su questo tema è già statoinviato alle Scuole statali e religiose per lapartecipazione dei ragazzi che si impe-gneranno nella realizzazione di elaboratiin qualsiasi forma e materiale, quelli ri-sultati migliori saranno premiati ed espo-sti in Cattedrale per la «Giornata per la Vi-ta» e in seguito saranno pubblicati su «LaSettimana».Ma quali saranno gli appuntamenti diquesta settimana dedicata alla vita? Il 4febbraio nella Chiesa di S. Lucia ad Anti-gnano, don Gustavo officerà una S. Messaalle 18 per i "bambini non nati"; domeni-ca 5 febbraio alle 16.30 in Cattedrale S.Messa presieduta dal Vescovo, animatadalle Corali dei bambini e dal GruppoRockettari di Cristo.Il 6 febbraio alle 17.30 incontro alla par-rocchia S. Rosa sul tema «Un nuovo con-sultorio per la promozione della mater-nità e della famiglia» con una tavola ro-tonda in cui interverranno i responsabilidella Società della salute, dei Consultori,del mondo della scuola e dell’ufficio fa-miglia. Scopo dell’incontro sarà quello diaprire «una fase progettuale» secondo i bi-sogni emersi dal dibattito.Il giorno 7 febbraio alle 16 S. Messa nellaCappella dell’Ospedale e alle 17 visita al-le neo mamme al reparto maternità. Ilgiorno 9 alle 18 presso la Comunità di S.Egidio si avrà una testimonianza sull’ac-coglienza alla vita nascente. Le manifesta-zioni si concluderanno il 17 febbraio alle17.30 nella Sala Consiliare della Provin-cia con un incontro sul tema: «Che cos’èl’uomo?», con la partecipazione del pro-fessor Semplici.Tutte le proposte della Consulta regiona-le delle Aggregazioni Laicali saranno pub-blicate di volta in volta sulle pagine di"Toscana Oggi".

Insieme per l’EuropaAl termine della riunione il Movimentodei Focolari ha mostrato agli intervenutiun filmato in cui veniva illustrato il pro-getto «Insieme per l’Europa» che vedrà co-

me punto focaledi realizzazioneil prossimo 12maggio a Bruxel-les . L’iniziativacoinvolge comu-nità e movimenticristiani dell’in-tera Europa, nonsolo cattolici maanche ortodossi,carismatici, pen-tacostali, evange-lici. Lo scopo èquello di dare ilproprio contri-buto ad una Eu-

ropa capace di rispondere alle sfide delnostro tempo, ad una Europa non soloeconomica ma spirituale, una Europa, co-me è stato detto nel filmato, che costitui-sca «una rete di fraternità dall’Atlanticoagli Urali». Anche a Livorno il 12 maggiosarà possibile stabilire un collegamentocon Bruxelles e rendere così tangibile que-sto rapporto di comunione e di solida-rietà, proprio perché i valori dell’espe-rienza cristiana diventino risorse per l’in-tera società.

Gianni Giovangiacomo

S

Educare al canto per educare alla fedeoma 18-19Novembre. Inqueste date si èsvolto il primo

seminario di formazioneliturgico spirituale, daltitolo «Giovani,Canto edEducazione alla Fede».Erano presenti moltigruppi e corali provenientida tutta Italia. La nostradiocesi è stata degnamenterappresentata dagli RDC.Gli RDC (Rockettari diCristo), sono un gruppo digiovani della nostradiocesi, nato dopol’esperienza della GMG diMadrid,che ha deciso dimettersi a servizio dellaChiesa, animando lecelebrazioni in un modonuovo con il chiaroobiettivo di raggiungerecoloro che dalla chiesasono più lontani.Durante il convegno ci sonostate molte occasioni diconfronto sui temi musicali esu temi di motivazione delcanto in chiesa.È emerso da più voci che ilcanto Assembleare non è uncanto come gli altri e chequindi non va cantato consemplicità ma con un minimodi consapevolezza che lefinalità ultime sono lapreghiera e la riflessione.Ai partecipanti al convegno èstato regalato il «Repertorionazionale», una raccolta dicanti considerati adatti allacelebrazione. Qui il primomomento di «scontro» fra ilrelatore e la maggior parte deipartecipanti: i canti, seppurbelli, sono un po’ datati e

sempre più raramente vengonoeseguiti nelle celebrazionidelle parrocchie.Questa critica ha trovatoampio successo fra ipartecipanti al convegno, inmodo particolare fra i piùgiovani, dato che a questo si èaggiunto il fatto che è statodichiarato consono allacelebrazione solo il canto conorgano...Questa affermazioneha lasciato basiti un po tutti,Rockettari o no, dato che algiorno d’oggi la chitarra faparte della celebrazione inogni realtà parrocchiale.Dopo un iniziale momento disconforto, le parole di Mons.Marco Frisina (notocompositore di musica sacra,nella foto insieme ai RDC)hanno riportato il sorriso sui

volti dei più giovani. Egliinfatti ha riportato una suaconvinzione relativa ai giovani:«dobbiamo rispettare le lorovolontà, in ambito musicale enon». Questo è un chiaroriferimento all’utilizzo distrumenti «moderni»all’interno delle celebrazioni.Frisina ha poi sottolineato ilfatto di non stancarsi mai diprovare, cercando sempre dimigliorarsi.Nel primo pomeriggio si èsvolta la prova del coro dellacappella sistina e noi tuttipartecipanti al seminariosiamo stai loro ospiti. È statoun momento molto bello,formativo e stimolante perognuno dei partecipanti.Dopo altri due interventi, forseil momento più bello e

emozionante dei duegiorni: Una visita guidataalla Cappella Sistina,riservata per il nostroarrivo.Una volta lì uno degliorganizzatori ha espostoin maniera dettagliatatutta la storia e i varimessaggi dei due affreschidi Michelangelo. Prima dirincasare per la cena,toccante è stato ilmomento in cui è statocantato il «salve regina»,sempre all’interno dellacappella.Il giorno seguente è statodedicato principalmentealle domande deipartecipanti.Con grande gioia ci siamoresi conto che i nostridubbi erano i dubbi dimolti altri, e che le nostre

convinzioni erano moltovicine alle loro.In modo particolare letestimonianze di giovanigruppi con il nostro stessoentusiasmo ci hanno spinti afare meglio e motivato acontinuare su questa strada,senza dimenticarsi qual’è ilmessaggio che vogliamotrasmettere e quali sono lenostre finalità.Certi che queste esperienzenon possano che giovare alnostro modo di fare liturgia ealla crescita spiritualepersonale di ognuno di noi cene ritorniamo a Livorno, doveil nostro spirito di Rockettarisicuramente contagerà le realtàparrocchiale di noipartecipanti.

Michele Martella

R

Il relativismoche affligge la nostraepoca ha portato a credere che non esistapiù «la» verità

Roma I ROCKETTARI DI CRISTO

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI29 gennaio 2012 VII

l tema della Settimana,tratto dalla Prima Lettera aiCorinzi (15,51-58), èscelto dalle chiese cristiane

polacche che quest’annohanno preparato le liturgiedegli incontri. Le Confessionicristiane presenti a Livorno, sisono date appuntamento perl’apertura della Settimana,nella Chiesa di San Giovanniche da secoli, per la suavicinanza al porto, ha visto lapresenza di cristiani e non,riuniti in preghiera durante laloro permanenza per poiriprendere i viaggi oltremare.Una chiesa che ospita laComunità di Sant’Egidio, cheinsieme ai fratelli cristiani,esprime un ecumenismo il cuidialogo si fonda soprattuttosull’attenzione e l’incontronella fraternità.Monsignor Giusti, durante lariflessione, ha sottolineatocome l’ecumenismo in questiultimi anni abbia impostato ildialogo sul vivere insieme lacarità. Quando siamo unitinella carità, facciamorisplendere il vero volto diCristo: Dio è amore e soltantonella carità possiamocamminare insieme ediventare una cosa sola.

I Vespri insiemeI vespri ortodossi, presiedutidal parroco romeno PadreCiprian, presso la Chiesa dellaMisericordia di via Verdi,hanno segnato il secondomomento delle celebrazioni.Anche questa Chiesa ricordacome Livorno abbia avutoorigine dall’incontro diimmigrati (gli inglesi infattifin dal 1600 erano venuti peri commerci) e ora a distanzadi secoli, ospita la comunitàortodossa romena.Il Pastore Battista ThomasHagen durante la riflessionericordando come nell’AnticoTestamento coloro cheimploravano l’aiuto di Dio,

I

attendevanopazientementeche sicompissero lepromesse, hafattoriferimentoall’attualesituazione conle numeroserealtà diimmigratidalla Romania,Moldavia,Africa: ebbene,anche lorovivono qui inattesa di poterlavorare perguadagnare epoter aiutare lepropriefamiglie d’origine. Unacondizione di attesa cheriguarda anche i nonimmigrati: giovanidisoccupati, pensionati,lavoratori, che attendono chequalcosa accada permigliorare le propriecondizioni.Le Scritture offrono la chiaveper trasformare l’attesa in un

evento salvifico. Cristo infatti,pur nella sofferenza delGetsèmani, chiede aiuto alPadre per non aver paura eottiene da Lui la pace peraffrontare la prova, la croce.La Risurrezione dimostra chela fiducia nel Padre è stata benriposta. Ogni cristiano nellaprova deve avere Cristo comemodello; se il dolore è

trasformato in gioianel contestodell’attesa, ecco chedall’attesa siamotrasformati e Cristoha l’ultima parola.

La riflessioneteologicaIl Pastore ValdeseKlaus Langeneck,nell’incontro con loSFOP in vescovado,ha presentato ladiversa sensibilitàteologica dellaChiesa protestantecircal’interpretazionedel passo paolinoche è stato sceltoper la Settimana diPreghiera. Infatti

mentre la Chiesa Cattolicapone maggiormente l’accentosull’azione trasformatrice diCristo nell’uomo credentefino a diventare santo; laChiesa protestante, cogliendol’aspetto escatologico-apocalittico nel quale è Dioche opera la trasformazione,tiene presente la tensione trail “già” e il “non ancora”, checaratterizza l’esistenza delcredente in questo mondo eche dovrebbe caratterizzareanche l’esistenza della Chiesanel mondo. Latrasformazione che Dio hacompiuto in Gesù Cristo e dicui aspettiamo ilcompimento, sul “già e nonancora” che crea la tensioneescatologica della nostra fede

e del nostroessere Chiese,è ilfondamentodell’impegnoecumenico: “ IlCristo comeunico Signoredi cui tuttiaspettiamo ilritorno, mi hatrasformato dadifensore dellamia posizioneconfessionalein persona checerca il dialogoecumenico,perché nonposso esserefedele a Cristocontro glialtri”.

Il dono della paceAl culto ecumenico allaChiesa Valdese, il diaconoAndrea Zargani,commentando il Vangelo diGiovanni (20, 19-23) doveCristo risorto appare agliApostoli impauriti nelCenacolo, ha ricordato comeil saluto di pace rivolto a loroda Gesù è il compimentodelle attese messianiche. Lapace infatti, non è unsentimento, ma è Cristostesso e la pace che donasignifica salute, salvezza,giustizia e riconciliazione. Ilcristiano che accoglie questodono e vive la propria fedenel Vangelo si impegna per glialtri e trasforma la propriavita come gli apostoli delCenacolo: “Dal Cenacolo,luogo di nascondimento e ditrasformazione interiore, almondo, nella storia degliuomini, dove il Risorto ciparla attraverso l’oggi, nelquotidiano, per guardare lecose e gli uomini con gli occhidi Dio, perché solo così si puòguardare Dio con gli occhidegli uomini”.

Monica Cuzzocrea

La preghieraDavanti alla Sinagoga di fronte al candelabrotipico della tradizione ebraica, ebrei e cristiani sisono riuniti intonando la preghiera, partendo da“Hine ma tov ...”e finendo con il canto “Evenushalom”e l’accensione di uno dei bracci delcandelabro, alla presenza del Vescovomonsignor Giusti, del Rabbino Capo Yair Didi edei rappresentanti delle altre Chiese Cristiane.Al termine della cerimonia il Presidente dellaComunità Ebraica, Samuel Zarugh, ha ricordatoche l’incontro si svolgeva una settimana primadella celebrazione del giorno della Memoriadella Shoah, lo sterminio degli ebrei perpetratodal nazismo.Vogliamo anche ricordare -hacontinuato Zarugh- i fratelli cristiani copti uccisiin Egitto e i cristiani perseguitati in Iran e inNigeria,“ciò che si ripete in questi paesi è figliodel negazionismo”, soffriamo con loro edesprimiamo la nostra solidarietà e la nostratristezza, noi che abbiamo sofferto prima di loroperché siamo dovuti scappare da quei paesi.Anche il vescovo Simone Giusti ha preso laparola ripetendo il concetto che l’Iran negandola Shoah e con una politica sbagliata rinnova ilrischio di una nuova guerra, dobbiamo perciòvegliare e testimoniare la vicinanza delle nostrecomunità.

La conferenzaDopo la preghiera, l’incontro nell’amicizia traebrei e cristiani è proseguito con la conferenzasul tema: “Dio allora pronunciò tutte questeparole: non uccidere”. L’approfondimento èstato coordinato da don Piotr Kownacki,direttore dell’ufficio diocesano perl’ecumenismo e il dialogo interreligioso, che hainvitato a riflettere su alcuni concettifondamentali della vita umana allo scopo dicreare una maggiore conoscenza fra le diversereligioni.Il Presidente della Comunità Ebraica, Zarugh,ha ricordato che “non dobbiamo permettere checi si accanisca contro le minoranze”e,riferendosi agli atti intimidatori e violenti controi cristiani, ha aggiunto che bisogna condannareogni sopraffazione,“soffriamo con loro perchénoi sappiamo cosa vuol dire vivere nellapaura”.Il Rabbino Yair Didi ha illustrato il tema facendocontinui e dotti riferimenti al Talmud e allaesegesi biblica della Mishnah,“uccidere unapersona è come uccidere tutto il mondo”, solo ilSignore può togliere la vita.Don Piergiorgio Paolini ha sviluppatol’argomento presentandolo secondo la Torah ele Scritture apostoliche. Secondo la Torah il “nonuccidere”ha tre caratteristiche: è una normativaassoluta, è un comando in negativo, non hanessuna attenuante perché si vuole colpirel’intenzione omicida. Nella Torah si spiega poiche non si deve uccidere, perché l’uomo è statofatto ad immagine di Dio, e le cause dellaviolenza omicida si trovano nell’arroganza,nell’inimicizia che genera odio, nel cercare ilmale dell’altro. Ma come si può superare questoimpulso? È ancora la stessa Torah a dirlo: conatteggiamenti relazionali positivi: temere Dio eamare il prossimo come se stessi.A questo proposito quali sono i suggerimentiche ci possono dare le Scritture apostoliche?Don Paolini ha ricordato la Lettera di S. Paolo aiRomani, dove si evidenzia l’amore per ilprossimo, l’amore vicendevole, perché “lapienezza della legge è la carità”. Nel Vangelo diS. Matteo si evidenzia come Gesù nei suoiincontri con le persone predichi “lariconciliazione con l’altro”; l’amore verso l’altroscaturisce dunque dal suo esempio.Il giovane Marco Fornerone della ChiesaValdese, in attesa di divenire Pastore, hasottolineato come l’idea generale del nonuccidere sia quella di non violare il prossimo, inparticolare se più debole. Il significato non èsolo un comando ma un modo con cui Diorivela se stesso.Don Piotr ha concluso dicendo che il temaspinge a reprimere anche tutte quelle piccoleguerre quotidiane e invita ad ascoltare econdividere per capire meglio la realtà in cuiviviamo.

Gianni Giovangiacomo

La giornatadell’Amicizia Ebraico Cristiana

Un comandoa tutti gli uomini:non uccidere

Trasformati dalla vittoriadi Gesù Cristo

Da quarantacinqueanni le chiese

cristiane si riuniscono

insieme nel mese di Gennaio per dar

vita ad unasettimana dedicata

al dialogoe al confronto

ma soprattuttoalla preghiera

ALCUNI MOMENTI DELLASettimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI29 gennaio 2012VIII