La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

5
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 30 maggio 2010 ella celebrazione della festa di Santa Giulia, monsignor Giusti ha svolto una riflessione su come il martirio sia un frutto maturo di una vita vissuta con gioia.Ed ha accostato la figura di Santa Giulia, patrona di Livorno, a quella di un martire dei nostri tempi, il vescovo Oscar Romero, per entrambi il martirio è arrivato al termine di una vita vissuta nella serenità che viene dalla fede. Al termine della celebrazione i fedeli hanno condotto le reliquie della Santa Martire in processione fino alla Fortezza Vecchia dove il Vescovo ha benedetto tutta la città e in particolare gli equipaggi e le barche che danno vita alle tradizionali gare remiere cittadine. Riportiamo qui di seguito i tre brani principali dell’omelia che il Vescovo ha tenuto in cattedrale, nella festa di Santa Giulia, alla presenza delle autorità cittadine. LA GIOIA È FRUTTO DELL’ESSERE PROTESI VERSO L’ALTRO Per la gioia, come per l’amicizia, l’uomo che vuole acquistarla mediante una ricerca affannosa, la perde e non la troverà proprio perché è tanto ripiegato su se stesso e preoccupato dei suoi interessi, che non pensa più al bene altrui, cioè non si indirizza più a un altro per renderlo felice. In altre parole, non considera l’altro come una persona, ma in qualche modo come uno strumento che gli può servire per i N propri scopi più o meno elevati. D’altra parte, l’uomo - l’esperienza ce lo insegna - non può sentirsi a lungo felice da solo, perché la gioia tende ad una felicità-con- gli-altri, ad un essere-felici-insieme. L’uomo infatti è strutturalmente relazione, è per la sua stessa essenza un essere-indirizzato-verso- l’ altro: questo dato fondamentale fa sì che sarà un uomo gioioso solo l’uomo che in tutte le sue relazioni cerca di rendere felici gli altri. Evidentemente, la gioia raggiungerà il suo culmine, dove si rivela come il frutto d’un reciproco amare disinteressato. È quindi una regola fondamentale che non si può essere sereni e gioiosi interiormente, se non si aiutano gli altri ad esserlo; ciò in pratica significa che bisogna essere più attenti a rendere sereni gli altri che a procurare gioia a noi stessi. LA GIOIA È UNA PRESENZA La gioia, dono del Cristo risorto, non è una «cosa» data ai discepoli, ma una presenza, cioè la presenza del Signore risorto grazie allo Spirito Santo. La gioia cristiana scaturisce dal trovarsi alla presenza del Signore, dal sapere che Dio ci ama ed è vicino. Quando il salmista esclama: «Una luce si è levata per il giusto, gioia per i retti di cuore» (Sal97, 11), ciò significa che soltanto colui il quale ha il cuore limpido e puro, si accorge della presenza del Signore e se ne rallegra. Così gioirono i discepoli alla vista del Signore risorto (cf. Gv 20,20); la sorgente della gioia cristiana sta nell’incontrarsi con Dio, col Signore Gesù. Si intende allora che anche la gioia, come frutto dello Spirito, è il risultato della sua presenza nel cuore del credente. Il nostro cuore è lieto e sereno quando ha in sé lo Spirito di Dio, il dono del Cristo risorto. E anche dopo l’ascensione, notano gli Atti, nei riguardi dei nuovi convertiti, che: «i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo» (At 13,52). La serena gioia del cuore, dono e grazia di Dio, non significa l’assenza della sofferenza o delle tribolazioni. Ce ne avverte Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi: «E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo, anche in mezzo a grande tribolazione» (1 Ts 1,6). Si tratta d’una gioia anche in mezzo alle difficoltà e alla lotta. Non è facile la serenità interiore quando le disgrazie ci colpiscono, quando le amicizie e le persecuzioni si moltiplicano lungo la nostra vita; solo l’umile fede nella presenza del Signore, del suo amore paterno e provvidente, permette allora di mantenere nel fondo del cuore la serenità, pur nelle pesanti condizioni dell’esistenza. Nell’ora della prova il Signore non ci abbandona ma sta accanto a noi, affinché non solo siamo in grado di affrontarla con coraggio, ma anche di pregare attraverso le misteriose vie della sofferenza come egli pregò al Getsemani, : «Sia fatta la tua volontà». IL MARTIRIO, TESTIMONIANZA DI UNA PRESENZA Il martirio, la testimonianza, è possibile solo a chi è nella gioia di Dio .Oggi veneriamo la nostra patrona, S. Giulia martire, testimone, di che cosa? Di una filosofia religiosa cristiana, no certamente, è testimone di una presenza nel suo cuore: quella di Dio, quella dell’Amore, quella della gioia. E’ stata la volontà di non tradire, di non perdere quanto ella aveva trovato a renderle addirittura preferibile il supplizio alla perdita del Signore. Comprendete quanto forte doveva essere in lei questa presenza d’amore, talmente radicata nella sua carne da diventarne motivo d’esistenza, con la Scrittura potremmo dire: soffio vitale . Solo chi ha provato e gustato questa Presenza del Risorto può capire, agli altri è precluso come la libertà ai carcerati, la vita ai morti, la luce ai ciechi. Una nuova evangelizzazione, una rinnovata carità pastorale, una passione civile per una nuova cittadinanza, come una fedeltà alla propria famiglia, sono generate solo nella gioia di una Presenza che rende capaci di dono .Senza vita nello Spirito non c’è alcuna riforma nè della Chiesa nè della società ma solo chiacchiere salottiere e potere. Solo chi conosce la gioia può condurre alla gioia una Chiesa o un popolo. Il martirio di S.Giulia ieri come quella del Vescovo Oscar Romero, nei nostri giorni, ce lo ricordano con la forza del sangue. S S o o l l o o c c h h i i a a m m a a s s a a d d a a r r e e l l a a v v i i t t a a S S a a n n t t a a G G i i u u l l i i a a , , i i l l m m a a r r t t i i r r i i o o f f r r u u t t t t o o d d e e l l l l a a g g i i o o i i a a «Nell’ora della prova il Signore non ci abbandona ma sta accanto a noi, affinché non solo siamo in grado di affrontarla con coraggio, ma anche di pregare attraverso le misteriose vie della sofferenza come egli pregò al Getsemani: "Sia fatta la tua volontà"» La a r r i i f f l l e e s s s s i i o o n n e e d d e e l l V Ve e s s c c o ov v o o n n e e l l l l a a f f e e s s t t a a d d e e l l l l a a P Pa a t t r r o o n n a a d d e e l l l l a a d d i i o o c c e e s s i i GIOVEDI’ 3 GIUGNO a Santa Caterina SOLENNITA’DEL CORPUS DOMINI ore 18.30 nella chiesa di Santa Caterina: S. Messa, esposizione eucaristica e adorazione personale 21.00 canto del Vespro con il Vescovo e processione fino alla Cattedrale fotografie Giusy D’Agostino

description

Settimanale della Diocesi di Livorno

Transcript of La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

Page 1: La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

30 maggio 2010

ella celebrazione della festa diSanta Giulia, monsignor Giustiha svolto una riflessione su come ilmartirio sia un frutto maturo di

una vita vissuta con gioia.Ed ha accostato lafigura di Santa Giulia, patrona di Livorno,a quella di un martire dei nostri tempi, ilvescovo Oscar Romero, per entrambi ilmartirio è arrivato al termine di una vitavissuta nella serenità che viene dalla fede. Altermine della celebrazione i fedeli hannocondotto le reliquie della Santa Martire inprocessione fino alla Fortezza Vecchia dove ilVescovo ha benedetto tutta la città e inparticolare gli equipaggi e le barche chedanno vita alle tradizionali gare remierecittadine. Riportiamo qui di seguito i trebrani principali dell’omelia che il Vescovo hatenuto in cattedrale, nella festa di SantaGiulia, alla presenza delle autoritàcittadine.

LA GIOIA È FRUTTO DELL’ESSEREPROTESI VERSO L’ALTRO

Per la gioia, come per l’amicizia, l’uomoche vuole acquistarla mediante unaricerca affannosa, la perde e non latroverà proprio perché è tanto ripiegatosu se stesso e preoccupato dei suoiinteressi, che non pensa più al benealtrui, cioè non si indirizza più a unaltro per renderlo felice. In altre parole,non considera l’altro come una persona,ma in qualche modo come unostrumento che gli può servire per i

Npropri scopi più o meno elevati. D’altraparte, l’uomo - l’esperienza ce lo insegna- non può sentirsi a lungo felice da solo,perché la gioia tende ad una felicità-con-gli-altri, ad un essere-felici-insieme.L’uomo infatti è strutturalmenterelazione, è per la sua stessa essenza unessere-indirizzato-verso- l’ altro: questodato fondamentale fa sì che sarà unuomo gioioso solo l’uomo che in tutte lesue relazioni cerca di rendere felici glialtri. Evidentemente, la gioiaraggiungerà il suo culmine, dove si rivelacome il frutto d’un reciproco amaredisinteressato. È quindi una regolafondamentale che non si può esseresereni e gioiosi interiormente, se non siaiutano gli altri ad esserlo; ciò in praticasignifica che bisogna essere più attenti arendere sereni gli altri che a procuraregioia a noi stessi.

LA GIOIA È UNA PRESENZA

La gioia, dono del Cristo risorto, non èuna «cosa» data ai discepoli, ma unapresenza, cioè la presenza del Signorerisorto grazie allo Spirito Santo. La gioiacristiana scaturisce dal trovarsi allapresenza del Signore, dal sapere che Dioci ama ed è vicino. Quando il salmistaesclama: «Una luce si è levata per ilgiusto, gioia per i retti di cuore» (Sal97,11), ciò significa che soltanto colui ilquale ha il cuore limpido e puro, siaccorge della presenza del Signore e se

ne rallegra.Cosìgioirono idiscepoli allavista delSignorerisorto (cf.Gv 20,20); lasorgentedella gioiacristiana sta

nell’incontrarsi con Dio, col SignoreGesù. Si intende allora che anche lagioia, come frutto dello Spirito, è ilrisultato della sua presenza nel cuore delcredente. Il nostro cuore è lieto e serenoquando ha in sé lo Spirito di Dio, ildono del Cristo risorto. E anche dopol’ascensione, notano gli Atti, nei riguardidei nuovi convertiti, che: «i discepolierano pieni di gioia e di Spirito Santo»(At 13,52). La serena gioia del cuore,dono e grazia di Dio, non significal’assenza della sofferenza o delletribolazioni. Ce ne avverte Paolo nellaprima lettera ai Tessalonicesi: «E voi sietediventati imitatori nostri e del Signore,avendo accolto la parola con la gioiadello Spirito Santo, anche in mezzo agrande tribolazione» (1 Ts 1,6). Si trattad’una gioia anche in mezzo alledifficoltà e alla lotta. Non è facile laserenità interiore quando le disgrazie cicolpiscono, quando le amicizie e lepersecuzioni si moltiplicano lungo lanostra vita; solo l’umile fede nellapresenza del Signore, del suo amorepaterno e provvidente, permette alloradi mantenere nel fondo del cuore laserenità, pur nelle pesanti condizionidell’esistenza. Nell’ora della prova ilSignore non ci abbandona ma staaccanto a noi, affinché non solo siamoin grado di affrontarla con coraggio, maanche di pregare attraverso le misteriosevie della sofferenza come egli pregò alGetsemani, : «Sia fatta la tua volontà».

IL MARTIRIO, TESTIMONIANZA DI UNAPRESENZA

Il martirio, la testimonianza, è possibilesolo a chi è nella gioia di Dio .Oggiveneriamo la nostra patrona, S. Giuliamartire, testimone, di che cosa? Di unafilosofia religiosa cristiana, no certamente, ètestimone di una presenza nel suo cuore:quella di Dio, quella dell’Amore, quelladella gioia. E’ stata la volontà di non tradire,di non perdere quanto ella aveva trovato arenderle addirittura preferibile il supplizioalla perdita del Signore. Comprendetequanto forte doveva essere in lei questapresenza d’amore, talmente radicata nellasua carne da diventarne motivo d’esistenza,con la Scrittura potremmo dire: soffio vitale. Solo chi ha provato e gustato questaPresenza del Risorto può capire, agli altri èprecluso come la libertà ai carcerati, la vitaai morti, la luce ai ciechi. Una nuovaevangelizzazione, una rinnovata caritàpastorale, una passione civile per una nuovacittadinanza, come una fedeltà alla propriafamiglia, sono generate solo nella gioia diuna Presenza che rende capaci di dono.Senza vita nello Spirito non c’è alcunariforma nè della Chiesa nè della società masolo chiacchiere salottiere e potere. Solo chiconosce la gioia può condurre alla gioia unaChiesa o un popolo. Il martirio di S.Giuliaieri come quella del Vescovo Oscar Romero,nei nostri giorni, ce lo ricordano con laforza del sangue.

SSSSoooolllloooo cccchhhhiiii aaaammmmaaaa ssssaaaa ddddaaaarrrreeee llllaaaa vvvviiiittttaaaaSSSSaaaannnnttttaaaa GGGGiiiiuuuullll iiiiaaaa,,,, iiii llll mmmmaaaarrrrtttt iiii rrrr iiiioooo ffffrrrruuuutttt ttttoooo ddddeeeellll llllaaaa ggggiiiiooooiiiiaaaa

«Nell’ora della prova ilSignore non ciabbandona ma staaccanto a noi, affinchénon solo siamo ingrado di affrontarlacon coraggio, maanche di pregareattraverso le misteriosevie della sofferenzacome egli pregò alGetsemani: "Sia fatta la tuavolontà"»

Laaaa rrrriiiifffflllleeeessssssssiiiioooonnnneeee ddddeeeellll VVVVeeeessssccccoooovvvvoooo nnnneeeellllllllaaaa ffffeeeessssttttaaaa ddddeeeellllllllaaaaPPPPaaaattttrrrroooonnnnaaaa ddddeeeellllllllaaaa ddddiiiioooocccceeeessssiiii

GIOVEDI’3 GIUGNO a Santa Caterina

SOLENNITA’ DEL CORPUS DOMINI

ore 18.30 nella chiesa di Santa Caterina: S. Messa,esposizione eucaristica e adorazione personale

21.00 canto del Vespro con il Vescovo e processione finoalla Cattedrale

fotografie Giusy D’Agostino

Page 2: La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 maggio 2010IV

Venerdì 28 maggio18.30 il Vescovo partecipaall’incontro del CPP del 3° Vicariatonella parrocchia dei Sette Santi21.15 il Vescovo partecipaall’assemblea della consulta dei laiciin vescovado21.15 in vescovado Consiglio AffariEconomici

Sabato 29 maggio8.45 il Vescovo saluta alla «Maratonadi solidarietà» in piazza dellaRepubblica10.00 il Vescovo partecipa ad unincontro a Camaiore allo StudioTeologico Interdiocesano 18.00 il Vescovo celebra la Messa econferisce le cresime alla chiesa di S.M. del Soccorso

Domenica 30 maggio11.00 il Vescovo presiede la Messaalla parrocchia della SS. Trinità eincontra i genitori dei ragazzi delcatechismo17.00 il vescovo presiede la Messa aCerretti- Santa Maria a Monte inoccasione della conclusione dellapresenza dell’immagine dellaMadonna pellegrina di Fatima

Lunedì 31 maggio9.00 il Vescovo partecipa al Convegno dei Beni culturali«Conservare per conoscere.Conoscere per conservare» invescovado

Martedì 1° giugno11.00 il Vescovo presiede la Messa aCascina per la festa patronale21.00 il Vescovo partecipaall’adorazione eucaristica organizzatadalla comunità S. Spirito alla chiesadi Santa Lucia

Mercoledì 2 giugno9.00 il Vescovo conclude gli esercizispirituali nella chiesa di S.Ilario aRosignano Marittimo e a seguirecelebra la Messa11.00 il Vescovo celebra la Messa econferisce le cresime nella chiesa diS.Lucia19.00 il Vescovo partecipa inprefettura ai festeggiamenti dellaFesta della Repubblica

Giovedì 3 giugno10.00 il Vescovo incontra i direttoridei centri pastorali in vescovado16.00 il Vescovo partecipa al Simposio Ecumenico alla chiesa delSacro Cuore (Salesiani)SOLENNITA’ DEL CORPUSDOMINI (vedi box. a pag I)18.30 chiesa di Santa Caterina: S.Messa, esposizione eucaristica eadorazione personale 21.00 canto del Vespro con il Vescovoe processione fino alla Cattedrale

Venerdì 4 giugnoIl Vescovo partecipa al SimposioEcumenico, nella mattina inVescovado e nel pomeriggio nellachiesa di Santa Lucia- Antignano

Sabato 5 giugno19.00 il Vescovo incontra l’équipedella pastorale studentesca invescovado

Domenica 6 giugnoIl Vescovo interviene all’Assemblea diZona dell’Agesci11.00 il Vescovo presiede la Messa econferisce le cresime nella chiesa diSant’Andrea (Castiglioncello).

AGENDAdel Vescovo

Page 3: La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI30 maggio 2010 ?

BREVI DALLA DIOCESI

SABATO 29 MAGGIO16.30 nel salone parrocchiale della parrocchia diSanta Croce a Rosignano Solvay, mons. MarioMeini,Vescovo di Fiesole, in occasione del ciclo didincontri per i diaconi permanenti, interviene su:«Il diacono: uomo della Parola di Dio comunicataall’uomo»

LUNEDÌ 31 MAGGIO9.00 presso la Sala Fagioli del Vescovado,Convegno «Conoscere per conservare. Conservareper conoscere» 10.00 Pellegrinaggio Regionale dell’Apostolatodella Preghiera a Montenero

GIOVEDÌ 3 GIUGNO E VENERDÌ 4 GIUGNOConvegno Ecumenico «Messianismo. Cammino disperanza nella storia dell’umanità» (vedi pag. IV)

Viaggio nelle parrocchie

A colloquio conpadre AndreaConti, il parrocofrancescano che,tra qualchemese,lascerà la guidaa don MatteoGioia

SSSSaaaannnntttt’’’’AAAAggggoooossssttttiiiinnnnoooo

DI GIULIASARTI

uestasettimana aparlarci unpo’ della sua

comunità è PadreAndrea Conti, parrocodi Sant’Agostino da dueanni e mezzo, che asettembre lascerà ilposto a don MatteoGioia.QUANDO È ARRIVATOQUI QUALE È STATO ILPROBLEMA PIÙ GRANDECHE SI È TROVATO ADAFFRONTARE?«La cosa che mi ha finda subito messo allaprova, e su cui ancoradevo lavorare, è ilriuscire a costruire unacomunità nel verosenso della parola. Quic’è sempre stato unlavoro per“compartimenti”,ognuno chiuso allealtre realtà parrocchialiche non fossero lapropria. Questo forse èun problema dovutonon tanto allaparrocchia in sé, maalla società che semprepiù impone unindividualismo chechiude la persona su sestessa. E’ difficile inqueste condizioniriuscire a farecomunione».CATECHESI E FAMIGLIE.COME DEFINIREBBE LASITUAZIONE?«C’è un gruppetto diadulti che purtropponell’ultimo periodo si èun po’ ridotto, ilgruppo della terza etàche si ritrova perpregare o anche soloper stare insieme. Poi ci

Qsarebbero le giovanicoppie con figli ma ilproblema di questomomento è che tralavoro e impegni, iltempo da poter

dedicare alla comunitàè notevolmenteridotto».PER QUANTO RIGUARDALA CARITÀ COSA CIDICE?«Al mio arrivo sonostate necessarie alcunemodifiche perquestioni strutturali. La carità è essenziale inuna comunità cristianama prima del mioarrivo si trattava a mioavviso solo diassistenzialismo.Quello che invece devedistinguerla da unasemplice comunità divolontariato che facciale stesse opere di aiutodeve essere che questacarità si fa in nome diCristo. Perciò prima c’èbisogno di comunicarela fede. In ogni caso inparrocchia ci sono

molte persone generoseche praticano la caritàin modo silenzioso. Enon solo in sensoeconomico: molti sidedicano agli anziani,

alle persone sole, chenella nostra comunitàsono parecchie.A questo si aggiunge unservizio per trovareagganci lavorativisoprattutto alle badantie professoresse inpensione cheinsegnano l’italianoagli stranieri».

QUALE È IL RAPPORTOCOL QUARTIERE?«Come dicevo il nostroquartiere è compostoda un gran numero dipersone anziane. La nostra parrocchiaconta circa 6400abitanti e di questi

quelli che frequentanola messa raggiungonoapprossimativamente il15%. Pensi che labenedizione delle caseè stata rifiutata o presacon superficialità daquasi la metà dellefamiglie visitate».IL SUO ESSEREFRANCESCANO HAINFLUITO IN QUALCHEMODO SULLACOMUNITÀ E SUL SUOOPERATO INPARROCCHIA?«Di San Francesco hocercato di trasmetteresoprattutto laspiritualità che forse erauna aspetto un po’trascurato in passato.Bisogna partiredall’essenziale perriuscire a cogliere i donidi Dio. Per fare questola prima cosa èdedicarsi alla preghierae partecipareall’eucarestia. Invecetroppo spesso lepersone tendono alegare la fedeall’emotività: se hovoglia di farlo lo faccio,vado a messa,altrimenti no. Anchequesto ci riporta in

qualche modo alladifficoltà di fareesperienzacomunitaria».E PROPRIO QUESTO SUOAPPARTENERE A UNORDINE FRANCESCANOCHE HA TRA I SUOICARISMI LA COMUNITÀ

NON LA FA SENTIRESOLO QUI?«Assolutamente no.Anzi questa miaesperienza mi porta aintessere rapporti contutti. Non è stato facile,ma anche qui hotrovato persone che miaiutano e supportano.Penso al diaconoBartolini ad esempio oal ComitatoParrocchiale».COMITATOPARROCCHIALE?«Esatto. Ho deciso dicostituirlo perché poiconfluisca nelConsiglio Pastorale.Volevo conoscere lasituazione dellaparrocchia prima dicrearlo e fare in modoche il Consiglio fosse laconseguenza di unacomunità attiva dipersone checollaborano tra loro».DA QUESTAPARROCCHIA SONONATE DIVERSEVOCAZIONI DELLANOSTRA DIOCESI.PENSA CHE L’ATTUALEMANCANZA DIVOCAZIONI SIA DOVUTAAL FATTO CHE I GIOVANI

SONO CAMBIATICOME SI SENTE DIRESPESSO, SIA COLPADELLA SOCIETÀ, ODELLA CHIESA CHENON RIESCE ACOINVOLGERLI?«È naturale che igiovani cambinocon la società che licirconda e forse lascarsità di vocazioniè dovuta al lorovoler vivere la vitacogliendo l’attimo,senza prendersiresponsabilità alungo termine.Oltre a questo peròdobbiamoincolpare anche lamancanza dimodelli da seguire».Qui in parrocchia igiovani sono unpiccolo gruppo mail problema èsempre lo stesso:non si riesce a farfare loro gruppo perintraprendere uncammino di fede. Cisono, ma ognunoresta ai margini.PER CONCLUDERESU COSA ANCORADEVE PORREATTENZIONE?«Quello che ancoranon sono riuscito afare è costruire unacomunità nel verosenso della parola:

persone che fannocomunione tra loro evivono insiemeun’esperienza di fede».

I numeri della parrocchia

INDIRIZZO: Piazza Aldo Moro 2 VICARIATO: IIINUMERO TELEFONO: 0586-806791FAX:0586-806081EMAIL: [email protected] WEB: http://www.santagostino.livorno.it/ORARIO CELEBRAZIONI: FerialiS.Rosario,Vespro e S.Messa ore 17.30Festivi e Sabato e prefestivi:S.Messa ore 19.00Domenica e festivi:SS.Messe 8.30; 10.30; 19.00Ogni primo venerdi del mese:ore 17.00 Adorazione Eucaristica.

LA STORIADELL’EDIFICIODalla fine degli anni 50 ad oggi

lla fine della guerra molte chiese cittadineerano state distrutte o danneggiate. La città si

stava espandendo verso nuovi quartieri. C’era bi-sogno di chiese più grandi che accogliessero gliabitanti dei dintorni.Fu così che il vescovo Monsignor Giovanni Pic-cioni decise che era il momento di costruire unanuova parrocchia.Era il 1954. Di lì a tre anni si sarebbe potuta cele-brare la prima messa in una vera chiesa, non co-me quella che veniva usata fino a quel momen-to: un salone in cui ci si riuniva con i bambiniche avevano partecipato al catechismo in via deiPini sotto la guida di Don Betti che per attirarliimitava i programmi che erano appena arrivaticon la televisione. Intorno c’erano ancora molti campi, ma in brevetempo a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 nacque ilquartiere che oggi conosciamo raggiungendouna densità demografica molto alta.

A

LA CONSULTA FEMMINILE

a Consulta femminile Cittadina: trenta an-ni di vita in un libro.

Raccogliendo le testimonianze delle compo-nenti della Consulta, Viviana Accarino, presi-dente della medesima e Fiorella Chiappi, psi-cologa dell’Istituto C.O.R.I. , hanno dato vitaad un libro dal titolo «Trenta anni di parteci-pazione: la Consulta Femminile si racconta»che è stato presentato il 22 aprile u.s. al mu-seo di storia naturale alla presenza delle au-torità e di un folto pubblico che ha seguitocon grande attenzione lo svolgersi della ma-nifestazione. Ospite di onore la pro.ssa Simo-netta Ulivieri docente di scienza della forma-zione all’Università di Firenze nonché livor-nese «doc» molto legata alla realtà del nostroterritorio. Viviana Accarino, Fiorella Chiappie M.Assunta Diacinti, cofondatrice dellaConsulta, hanno illustrato a grandi linee lemotivazioni del loro lavoro.Il volume ripercorre i trenta anni di vita dellaConsulta (1978-2008) evidenziando le ini-ziative svolte, i temi trattati e gli obiettivi chesi posero le donne al momento della costitu-zione. Lo scopo prefisso, e in questi anni rag-giunto, fù quello di offrire una possibilità al-le donne di varia estrazione sociale, culturalee ideologica di incontrarsi e confrontarsi perpoter superare le divisioni molto forti che al-lora le separavano.Il libro, che si chiude con un ricordo dell’a-mica Carla Pini Baroni, cofondatrice anch’el-la della Consulta, verrà dato in omaggio allescuole della città e alle associazioni interessa-te.

L

Trent’anni in un libro

Pensionato«La Provvidenza»

l Pensionato «La Provvidenza» è un centroresidenziale per anziani (uomini e donne)

autosufficienti gestito dal Comitato LivorneseAssistenza ( Ente Morale fondato nel 1961 daMonsignor Roberto Angeli). Si trova a Livorno invia Baciocchi 15, in posizione centralissima. Lastruttura situata in un ampio giardino, godedella vicinanza di moltissimi negozi e importantiservizi come le Poste, la farmacia e autobus dilinea.La struttura è un edificio di 3 piani che puòaccogliere 36 persone in relative camere singoledi varia grandezza con la possibilità di arredoproprio al fine di rendere l’ambiente piùfamiliare agli ospiti. I servizi igienici possonoessere interni alla camera o presenti al pianoma, comunque , comuni a non più di duepersone.Al piano terra dell’edificio si trovano 3 camere,la sala di pranzo, la sala da the e televisione, lasala gioco e la Cappella, dove è possibile, perchi lo desidera, partecipare alla Santa Messa. Aidue piani superiori si trovano le altre cameretutte con affaccio al giardino. «La Provvidenza»,grazie alla presenza di cucina propria al suointerno, offre agli ospiti e, qualora lodesiderassero, ai propri familiari ed amici, menùvari e di qualità.Il Pensionato, infine, eroga il servizio gratuito dilavanderia e stireria della biancheria personale.All’interno della struttura operano:- LaResponsabile- Due Impiegate amministrative-Una Cuoca - Otto Inservienti di cui sette conqualifica OSA/OSS - il Personale notturno disorveglianza fornito dalla Coop «TelefonoBianco».In un clima familiare e sereno si svolgono molteattività organizzate dalla Direzione spesso incollaborazione con volontari esterni fra le quali:tombolate, concerti, corsi di decoupage,proiezioni di films .. la struttura è coinvoltaanche nella pastorale della Parrocchia N.S. delRosario, parroco e viceparroco celebrano laS.Messa per gli ospiti promuovendo momenti dicura spirituale.Evento clou dell’estate è la tradizionale «Cenadi Mezza Estate» che si svolge nell’ ampiogiardino alla quale sono invitati familiari edamici degli ospiti presenti.

Direzione La [email protected]

I

DDDDoooovvvveeee ssssoooonnnnoooo ««««nnnnaaaattttiiii»»»» mmmmoooollllttttiiii pppprrrreeeettttiiii

Page 4: La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI30 maggio 2010?

Nuovo Ospedale, ma non soloProgetto Culturale: l'intervento del direttore generale dell'Asl, Monica Calamai

DI NICOLA SANGIACOMO

l progetto dicostruzione delnuovo ospedale diLivorno, ma non

solo, è stato al centrodell’attenzione della IVAssemblea del ProgettoCulturale diocesanonella quale èintervenuta ladottoressa Calamai,direttrice generaledell’Azienda SanitariaLocale.Quello che riguarda ilnuovo ospedale è unprogetto di granderespiro, che avrà fortiimplicazioni sul futurosviluppo di tutta la città,e che, come tale, haattirato l’attenzionedelle commissioni delProgetto Culturale chelo hanno volutoapprofondire sulversante dei principietici che lo ispirano.Un primo risultato dellariflessione è statopresentato dal referentediocesano del ProgettoCulturale al direttoregenerale del ASL che hapoi approfonditol’argomento,rispondendo in mododettagliato ad alcunequestioni che le sonostate poste. Tra queste lanecessità di comeriorganizzare ilcomplesso dei servizisocio sanitari nonospedalieri, il modo incui verranno reperite lerisorse per la nuovacostruzione, i tempi direalizzazione previsti ecome verrà riconvertital’area in cui sorgel’attuale ospedale.La nuova strutturaospedaliera che si staprogettando, e che siprevede di ultimareentro il 2017, dovràessere una struttura ad«alta intensità di cure»,come viene definita ingergo tecnico, dove cioèsi attueranno interventisanitari complessi edove i tempi di degenzasaranno ridotti; a questastruttura saranno

Iaffiancati i cosiddettiospedali di comunitàdove sarà possibiletrattare le malattiemeno gravi.Questo spiega ilnumero ridotto di postiletto disponibili nelnuovo ospedale, 440, dicui 74 in day hospital.La struttura che si stapensando – secondoil direttore generale -risponde alle piùmoderne concezionidi ospedale, asviluppoorizzontale, con unavasta area destinataalla ricerca e un’altrain cui troverannoposto attivitàcommerciali. Questeultime serviranno adattirare i capitali privatiche saranno necessari arealizzare l’opera con ilricorso alla finanza diprogetto.«Proprio in questigiorni – ha annunciatola dottoressa Calamai –partirà la gara europeaper l’aggiudicazione deilavori, subito dopo lafirma dell’accordo diprogramma tra leIstituzioni interessate(firmato il 24 maggioscorso)».Dalle risposte allequestioni poste sultappeto sono emerseanche una serie diconsiderazioniinteressanti aproposito dellafuturaorganizzazione deiservizi socio -sanitari.Dall’analisi delladottoressa Calamaisono emerse alcunecattive «abitudini»dei livornesi, chetendono a recarsi alPronto Soccorsoanche per interventinon urgenti, chechiedono semprepiù esamidiagnostici (spessosuperflui) e che, consempre maggiorefrequenza,ottengono ricoveriche poi risultano

inappropriati. Per farfronte a questi problemisi prevede unariorganizzazionecomplessiva dei distrettisocio-sanitari perrispondere, anche conun orario più ampio,alle richieste diinterventi medici sulterritorio, oggi

impropriamente svoltiin ospedale, larealizzazione deicosiddetti ospedali dicomunità e unaricollocazione delleresidenze sanitarieassistite negli edifici cheattualmente ospitano ilquarto e quintopadiglione, con unaumento significativodei posti a disposizione.Tutto questo non saràaffrontato solo almomento dellacostruzione della nuovastruttura ospedaliera,ma comincerà aprendere corpo già neiprossimi mesi, ad

esempio con il nuovodistretto che verràcostituito nel quartieredi Salviano dove, nelleintenzioni del massimodirigente dell’Asl, sidovrebbe cominciare asperimentare questanuova logica diassistenza sanitaria sulterritorio, dove èsempre

più frequenteche i servizisanitari sisvolgano adomicilio e lestrutturedi base abbianoorari di serviziomolto più ampidegli attuali.

«Dobbiamo pensare –ha detto Calamai – cheil servizio sul territorionon è quello prestatoall’interno dellestrutture dei distretti,ma quello che vienerealizzato direttamentenelle case dei cittadinimalati».L’assemblea, che havisto anche una vivacepartecipazione deipresenti, si è chiusa conl’intervento del Vescovoche ha sottolineatocome le questioniaffrontate fosseroparticolarmenterilevanti dal punto divista cristiano perché

riguardavano la curadella salute persone cheabitano nel nostroterritorio. «Alcuni temi– ha sottolineatomonsignor Giusti –toccano l’educazionedei cittadini(dall’eccessivo utilizzodelle medicine fino aun inappropriato uso diaccertamentidiagnostici checonducono ad unospreco di risorsepubbliche sempre piùscarse), un aspetto chela Chiesa, oggi ancorpiù di sempre, pone alcentro della suamissione nel mondo».

La conclusione della Terza Conferenza provinciale del volontariato

Il Maggio della solidarietài è concluso al Museo diStoria naturale delMediterraneo di Livorno«Il maggio della

solidarietà»,titolo della 3°Conferenza provinciale delVolontariato. Quest’anno“Volontariando” si è aperto alterritorio dell’intera provinciatoccando Suvereto, Piombino,Porto Azzurro, CastagnetoCarducci, Cecina, ed èterminato con le due giornatedi Livorno. Il coinvolgimentodelle realtà locali è stato moltopositivo come ha sottolineatoun membro della Consultaprovinciale intervenendo nelcorso di un dibattito delletavole rotonde susseguitesinell’arco dell’intera primagiornata e al mattino dellaseconda. Il Museo ha ancheaccolto per l’occasione ipannelli illustrativi delle varieassociazioni: dall’Auser alleACLI, dalla Comunità diS.Egidio alle Associazioni perl’Handicap, alle Misericordie.Agli incontri livornesi hannopartecipato le istituzioni,naturalmente la Provinciacoinvolta politicamente inprima persona, i Comuni, leASL, le autorità, tra queste

Sl’Ammiraglio Pierluigi Rosati,Comandante dell’AccademiaNavale. “Aprire le menti peraprire i cuori”, con questacitazione del sociologo EdgarMorin, la professoressaRaffaella Biagioli, docente diPedagogia all’Università diFirenze, ha concluso il suointervento sul tema delladisabilità nella scuola, volendocon questo affermare che lacomprensione reale deifenomeni può portare ad unapartecipazione personale piùintensa e sentita. Poco prima ilsindaco, Alessandro Cosimi,aveva sottolineato cheistituzioni e volontariatodevono procedere di pari passoper rispondere alle esigenzedei cittadini in difficoltà e haasserito che la fiducia che lepersone dimostrano verso leAssociazioni del volontariatodovrebbe giungere anche alleistituzioni che, in pratica, inmodo diverso, si propongonole stesse finalità. Nellamattinata conclusiva sono statiproiettati alcuni filmatiproposti dalle Associazioni,molto interessante ci è parsoquello degli «Amici del cuore»in cui il dottor Glauco Maggini

ha illustrato il tema dell’arrestocardiaco e delle tecniche dirianimazione con l’uso deldefibrillatore che possonodiminuire sensibilmente i casidi mortalità. Maria LinaCosimi, Vice Presidente dellaConsulta del volontariato,responsabile dell’AssociazioneAIDO, ha poi invitato tutti abattersi per «i diritti di chi stapeggio di noi». Sonointervenuti anche : MaridaBolognesi, Consiglieradell’Agenzia per le onlus, ilPresidente regionale delCesvot, Patrizio Petrucci, el’assessore comunale per loSviluppo della Persona, CarlaRoncaglia. Il professor GianfrancoBandini, docente di Storia deiProcessi Formatividell’Università di Firenze, hamesso in rilievo che la frase,spesso pronunciata anche dallegiovani generazioni, «il mondodi prima era un mondomigliore» è profondamenteerrata perché la nostra società epiù sicura e solidale rispetto aprima grazie proprio alvolontariato in cui emerge ilfattore della gratuità. Ilpresidente della provincia,

Giorgio Kutufà, ha evidenziatola «concertazione di impegni edi sforzi» tra istituzioni evolontariato in quanto sidevono dare risposte «insieme»ai problemi che emergono dalterritorio. Kutufà haringraziato tutti coloro che siimpegnano al servizio deglialtri e vedendo la presenza dimolti studenti ha ricordato chele nuove generazioni sidimostrano «generose eattente» su questi temi.L’assessore provinciale allaQualità Sociale e alVolontariato, MonicaMannucci, ha aggiunto che daquesti incontri nascono le ideeconcrete per il futuro e lenuove iniziative dacondividere insieme, questa dioggi è dunque «la conclusionedi un’ iniziativa ma anchel’inizio di un nuovo percorso».

Gianni Giovangiacomo

IL VESCOVO E LA LITURGIA

n tema che stava particolarmente acuore a monsignor Guano e cheaveva già trattato fin dalla sua primalettera pastorale era la Sacra

Liturgia che definisce l’espressione più bellae completa della vita comunitaria dellaChiesa livornese inserita nella Chiesa una,santa ,cattolica, apostolica. Era il tempo delrinnovamento della Liturgia voluto dalConcilio .Le date dei suoi scritti fanno sempreriferimento, oltre che al calendario civile,anche al calendario liturgico. Attuò, perstudiare l’argomento del rinnovamentoliturgico, tutta una serie di conferenze,articoli, tre giorni, rivolti al suo clero sultema specifico. Ai sacerdoti: la Liturgia non è cosa soltantonostra è di tutti i fedeli. Ma noi siamo iliturgici: quelli cui spetta raccogliere e tenereuniti i fedeli nell’azione sacra.Ai fedeli: So che voi amate la sacra liturgia.Lacureremotuttiinsiemeperrinnovarela vitacristianapertrovarci inessasemprepiù unitifra noi econ Cristonelricevere idoni diDio.

Cercheremo di capire sempre meglio comel’azione liturgica sia una fondamentaleazione pastorale , come l’azione pastoraledebba essere ordinata a condurreall’incontro con Dio (1962)Bisogna che ci rendiamo conto come ilrinnovamento della liturgia non significarinnovamento di un settore isolato dellachiesa, ma implica invece un rinnovamentodell’azione pastorale dell’annuncio dellaParola di Dio, del senso della comunitàcristiana e della vita personale di ciascuno.E ancora: Dobbiamo essere noi a creareun’atmosfera adatta con la nostra stessamaniera di comportarci durante il sacro rito;deve sprigionarsi da tutto il nostro essere,decoro, riverenza. Per questo bisogna chesiamo pieni del senso di Dio, rispettosi dellasua presenza, rispettosi dei fratelli edinsieme in dimestichezza con Dio e con glialtri.Il cardinal Pellegrino affermò alle sueesequie: monsignor Guano promosse ilmovimento liturgico anticipando temi delConcilio, specialmente nello sforzo dicondurre l’assemblea alla partecipazioneliturgica. .. Ricordo i suoi interventi alConcilio: le sue osservazioni per la riformaliturgica erano frutto di profondameditazione teologica e di concretaattuazione pastorale.

A cura di Maria Luisa Fogolari

U

L’anniversario dimonsignor Guano (5)

SABATO 29 MAGGIO

«MARATONA DELLASOLIDARIETÀ»PER RENDERE LIVORNO E BETLEMMEPIÙ VICINE CON LA NOSTRASOLIDARIETÀ

9.00 Cerimonia di Partenza fino alle12.30

«Tutti possono partecipare, tutti sonoprotagonisti!»

Monsignor Giusti: «La sanità è’ anche unaquestione di educazione»

VENERDÌ 11 GIUGNO

CHIUSURA DELL’ANNOSACERDOTALE

ore 21.00 il Cattedrale, celebrazione euca-ristica presieduta dal Vescovo in occasio-ne della quale si pregherà per i sacerdotiche celebrano in questo anno il 25° o 50°di Ordinazione presbiterale

Page 5: La Settimana - n. 20 del 30 maggio 2010

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI30 maggio 2010 ?

Livorno per la paceTra memoria e futuro per le strade della città

n itinerario dimemoria e disperanza» è iltitolo della

Giornata cittadina per la pace,promossa dalla Comunità diSant’Egidio, che si tiene aLivorno il 28 maggio di ognianno, nell’anniversario deibombardamenti che nel 1943distrussero la città.Istituita nel 2004 la celebrazionedella Giornata per la pace èdiventata, negli anni, una dellemanifestazioni più attese edun’occasione felice perpromuovere una cultura di pace.

LO SVOLGIMENTO DELLAGIORNATA PER LA PACEL’edizione di quest’anno sisvolge venerdì 28 maggio e siarticola, come di consueto, intre momenti: - l’Itinerario della Memoria,ore 17,30 - attraverso unpercorso a tappe che partedalla piazza del Municipio, lamanifestazione sosterà pressoi luoghi colpiti daibombardamenti nel ‘43. - la Memoria delle vittime ditutte le guerre 19,30 – lachiesa di San GiovanniBattista, risparmiata daibombardamenti del centrocittadino, oggi ospita ilmemoriale delle vittime dellaguerra a Livorno; le lorostorie, raccolte ogni annodalla Comunità diSant’Egidio, verranno deposte,insieme alle testimonianze deiconflitti di altri Paesi,sull’altare del Crocifisso inricordo del dolore di tutte leguerre e nella speranza dellapace. - la festa “W la pace” ore 21,00– La Giornata per la Pace hacoinvolto, negli anni,centinaia di bambini e diragazzi nella vasta attività disensibilizzazione svolta, incollaborazione con numerosescuole, sui grandi temi dellapace, della solidarietà, dellaconvivenza. L’esito di taliattività viene presentatonell’ambito di questo attesoappuntamento in cui canti,racconti, proposte di bambinie ragazzi sulla pace e la guerrasi alterneranno per tutta laserata;

U« IL PROGRAMMA Quest’anno il tema dellaGiornata per la Pace sarà: Unacittà per tutti. L’intenzione è quella diproporre all’attenzionel’urgenza attuale di ricostruirela convivenza nella città. Lamemoria del passato inquesto senso,diventa un aiutoper il presente esperanza per ilfuturo.Il secondodopoguerrainfatti, fu unmomentoparticolarmentedifficile: il lascitodel conflitto, intermini dipovertà,disoccupazione,fu gravissimo;particolarmenterilevante, ancheper Livorno, ilproblema dellapacificazione diuna società cheusciva distrutta elacerata da treanni di guerracivile e daalmeno dieci dipredicazione dell’odio e deldisprezzo, con migliaia diprofughi e di sfollati, e poi,dopo, con gli immigrati, inparticolare dal Sud dell’Italia.Dalla distruzione tuttavia,nacque la Ricostruzione,grazie al concorso virtuoso discelte politiche, economiche eumane tutte orientate allaricostruzione appunto, nonsolo materiale del paese maanche di una convivenzapacifica, tra persone conprovenienze, culture edesigenze diverse. Tema digrande attualità anche oggi:più di 15 le nazionalitàpresenti in città, circa il7,85%, secondo i dati fornitidal Ufficio scolasticoprovinciale, la percentuale dipresenza di bambini stranierinel ciclo primario, conconcentrazioniparticolarmente elevate nellascuole Benci (28,64%) e Borsi(19,20%), di cui almeno il

3,4% nati in Italia o migraticon i genitori nei primi annidi vita. La loro presenzadurante la giornata per la Pacesarà occasione per ribadire ilruolo determinante che lascuola già ha e può avere nellaformazione di un culturanuova, che fa dell’integrazionefin da bambini la parola

d’ordine. La Comunità diSant’Egidio promuove datempo questa cultura, nonsolo attraverso le sue attivitàlocali - come la Scuola dellaPace (per i bambini) e lascuola di italiano L.Massignon (per gli adulti) -,ma anche attraverso unaproposta di legge perconsentire l’acquisizione dellacittadinanza ai bambini chenascono in Italia o che quivivono la propria formazionescolastica. Infatti questibambini e ragazzi parlanol’italiano meglio della linguadel paese di origine, che inmolti casi nemmenoconoscono, e rappresentano,indubbiamente, una grandepossibilità di sviluppo per ilnostro Paese e la nostra città,che a tutt’oggi attraversa unafase molto pronunciata diinvecchiamento. Proprio glianziani saranno, tra gli altri,protagonisti della giornata,

non solo per il loropatrimonio di memorie sullaguerra, sulla ricostruzionedella città e sullariconciliazione, ma ancheperché attori quotidiani espesso inconsapevoli diquell’incontro e di queldialogo tra culture che resta

spesso nascosto dietro airumorosi rovesci diintolleranza e ostilità. Moltianziani livornesi oggi, graziealle cure degli stranieri,possono restare a casapropria, tra i ricordi e irapporti di una vita, anzichéspengersi nella solitudine deiricoveri. Molti stranieri delresto, trovano negli anzianil’affetto che manca quando siè lontani dalla propriafamiglia. "Ho bisogno di te" èla parola più ricorrente tra lemura di molte case livornesi.Ed è più di uno slogan, è la viaconcreta di una vitamigliore.Una Giornata per laPace, allora, per dire, oggicome allora, che non c’èfuturo nel conflitto enell’intolleranza, mentremolto, molto di buono ci saràin una città per tutti, capace dicontrastare ogni violenza,ogni razzismo, l’abbandonodi chi non ce la fa.

I conflitti ancoraaperti nel mondo

a lista che segue mette in evidenza che il continente più toccatodalla guerra è l’Africa.In questo continente la situazione è ancor

più complicata a causa dell’elevato numero di gruppi armati cheprendono parte ai conflitti,rendendo la situazione ancor piùincontrollata.Anche in Asia ed in Medio oriente è presente unelevato numero di paesi coinvolti in guerra e particolarmentedrammatica appare la situazione per la presenza di numerosigruppi militari in Terra Santa,ma anche in Afghanistan,Pakistan edIndia.AFRICA:(12 Stati e 29 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)Algeria: scontri tra esercito regolare e il gruppo islamico Al Qaidanel Maghreb islamico (AQMI) dal 2005 -Angola: scontri tra esercito regolare e Fronte di Liberazione diCabinda,movimento secessionista dal 1975 e Fronte per laLiberazione dell’Enclave di Cabinda -Ciad: scontri tra esercito regolare e Union of Resistance Forces(URF)-Eritrea: scontri tra esercito regolare e Democratic Movement forthe Liberation of the Eritrean Kunama (DMLEK),EritreanSalvation Front (ESF),Red Sea Afar Democratic Organisation(RSADO) e continue tensioni per questioni di confine con l’Etiopiae Gibuti -Etiopia: scontri tra esercito regolare e ONLF (Ogaden NationalLiberation Front),OLF (Oromo Liberation Front) per l’Indipendenzadi Oromo dal Governo Etiope dal 1973,United Western SomaliLiberation Front (UWSLF) dal 1970 (ha accettato di deporre learmi ad Aprile 2010) -Nigeria: esercito nigeriano contro il Mend (Movimento perl’emancipazione del delta del Niger)-Repubblica Centrafricana: scontri tra esercito regolare e CPJP(Convention of Patriots for Justice and Peace),FDPC (DemocraticForces for the People of Central Africa) -Repubblica Democratica del Congo: scontri tra esercito regolare eLord’s Resistance Army (LRA),Popular Front for Justice in Congo,Independent Liberation Movement of the Allies, Milizia pro-governativa chiamata Mai Mai Yakutumba -Ruanda: esercito ruandese contro la milizia Hutu ruandese-Somalia: scontri tra esercito regolare e forze dell’Unione Africana(UA) e vari gruppi islamici -Sudan: lotta tra il Governo del Sudan del Nord islamico contro ilSudan del Sud cristiano dal 2005.Il Governo è in lotta anche conle popolazioni del Darfur dal 2003.Si segnalano anche continuiscontri con diverse organizzazioni di ribelli: -Uganda: scontri tra esercito regolare e Lord’s Resistance Army(LRA)ASIA:(9 Stati e 21 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)Afghanistan: guerra tra esercito regolare afghano e forze Onucontro talebani dal Dicembre 2001,Hezb-e-Islami Gulbuddin(HIG) dal 1977,Hezb-e Islami Khalis (HIK) dal 1979 Birmania-Myanmar: scontri tra esercito regolare e milizie etnichedei Kokang (Myanmar National Democratic Alliance Army(MNDAA) dal 1989,milizie etniche dei Karen del Karen NationalUnion (KNU) dal 1949,Shan del Myanmar Peace and DemocracyFront (MPDF),United Wa State Army (UWSP) dal 1989 Coree: Schermaglie al confine tra Corea del Nord e Corea del SudFilippine: scontri tra esercito regolare e gruppo separatista islamicoAbu Sayyaf dal 1990,gruppo separatista islamico Moro IslamicLiberation Front dal 1981 India: scontri tra esercito regolare ed i seguenti gruppi,separatistiislamici del Kashmir il Fronte per la Liberazione del Jammu (JKLF)dal 1977,Mujahedeen Hezb-ul (HuM) dal 1989,Lashkar-e-Toibadal 1989,maoisti di Orissa dal 2004,maoisti Naxaliti delloJharkhand dal 1967,separatisti di Nagaland dal 1980,UnitedLiberation Front of Asom (di Assam) dal 1979 e sporadicamente sisegnalano scontri al confine tra esercito indiano e pakistano Indonesia: scontri tra esercito regolare e Free Papua MovementRebels,piccoli gruppi separatisti ad Aceh Pakistan: milizia di Lashkar- e-Taiba Al Alami (LeT-international),Movimento dei talebani del Pakistan (TTP) o Tehreek-e-TalibanPakistan (TTP),scontri tra esercito regolare e gruppi talebani nelSud Waziristan dal 2008,Beluchistan con il Balochistan LiberationArmy dal 2000 e sporadicamente si segnalano scontri al confinetra esercito pakistano ed indiano,la prima guerra risale al 1949 Thailandia: scontri tra esercito regolare e il gruppo separatistaPatani Malay National Revolutionary Front Coordinate o (BRN-C)EUROPA:(4 Stati e 5 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)Georgia: Dopo la guerra tra Georgia e Russia/Abkazia/Ossezia delSud nel 2008,si segnalano tensioni confineRussia: Scontri tra esercito russo e militanti islamici indipendentisticeceni Caucasus Mujahideens o i Mujahideen of Idel Ural edEmirato del Caucaso in Cecenia,Inguscezia e Daghestan dal 1991e scontri contro il comando delle Province Kabarda,Balkaria eKarachai Spagna: scontri tra esercito regolare e gli indipendentisti Baschidell’Eta dal 1968Irlanda del Nord: dal 1973 l’Ulster Defense Association (UDA)rivendica le sue azioni nell’Irlanda del Nord sotto il nome di UlsterFreedom FightersMEDIO ORIENTE:(5 Stati e 15 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti)Arabia Saudita: scontri tra esercito regolare e ribelli al-Houthi dal2009Iran: scontri tra esercito regolare e gruppo sunnita Jundallah oPeople’s Resistance Movement of Iran (PRMI) dal 2003Iraq: scontri tra esercito regolare e Americano/inglese contro milizieislamiche (wahhabiti,salafisti islamici e milizie Shi’a) dal 2003Terra Santa: continue tensioni tra esercito israeliano ed il Fdlp(Fronte democratico per la liberazione della Palestina) dal 1969,Hamas,Hezbollah,Brigate dei martiri di Al-Aqsa,Brigate EzzedinAl-Qassam,Brigate Ansar al-Sunna,Islamic Jihad e JaljalatTurchia: scontri tra esercito regolare ed i ribelli del PKK (Partito deiLavoratori del Kurdistan) dal 1978Yemen: scontri tra esercito regolare e ribelli Al-Houthis dal 2004AMERICHE:(5 Stati e 3 gruppi guerriglieri coinvolti)Colombia: scontri tra esercito regolare e guerriglieri delle FARC(Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) dal 1964Messico: scontri contro l’esercito Zapatista di Liberazione Nazionalee scontri tra Perù: scontri tra esercito regolare e guerriglieri di SenderoLuminoso (Partido Comunista del Perú - Sendero Luminoso,PCP-SL) dal 1969Venezuela-Colombia: Venti di guerra dall’Ottobre 2009 con lospostamento di migliaia di soldati al confine

L

Speciale Comunità Sant’Egidio

Le testimonianze, i ricordi, la speranzail 28 maggio ’43 nei ricordi dei livornesiDurante la guerra c’erano le file per prendere ilcarbone, mi ricordo che si andava con le borse perfarsele riempire. Il pane era a tessera, c’erano pochifornai e ne davano due etti a testa al giorno. Non sitrovava né zucchero, né sale, né candele, la genteandava a cercarli fuori Livorno. Anche ad avere soldinon c’era niente da campare! E per paura deibombardamenti la gente cominciava a scappare.Anche la chiesa di Fiorentina fu distrutta da unabomba e ci trovarono sotto le macerie un uomo mortoda qualche giorno.Quando bombardarono io ero a casa e tuttiscappammo in un rifugio alla Guglia, che contenevamolta gente. Sentimmo l’allarme e si vide il fuocodello Stanic bombardato e tutti che scappavano.Finito l’allarme, mia madre disse che non si potevapiù stare a Livorno, per cui sfollammo a Quiesa, inprovincia di Lucca.Piera (80 anni)

Scoppiata la guerra, dopo due mesi noi giovanifummo trasferiti alla Motofides e lì mi misero alreparto scuola e facevo il tornitore.Il 28 maggio 1943 ero in fabbrica: allora si facevanodue turni, uno diurno dalle 6 alle 18 e uno notturnodalle 18 alle 6; eravamo circa 1800 tra operai eimpiegati. Io ero di turno al mattino, verso le 11.30qualcuno disse di aver sentito le sirene, io non lesentii. Si udirono, però, rumori di aerei dal mare ecominciarono a scaricare bombe sulla città e noiscappammo tutti. Io mi rifugiai in un cassone di siluri,che mi permise di salvarmi, perché due bombecaddero proprio sulla fabbrica. Il bombardamentodurò circa un’ora e mezzo, gli aerei venivano a ondateper terrorizzare la città.Verso le due tornammo verso la città e vedevamo lepersone che avevano perso le case che si rifugiavanodai contadini di Salviano. Ci furono anche 300-400

morti. Detti una mano anch’io a portare le masseriziedi questa gente.Quando arrivai a casa dai miei genitori e mia sorella,pensavano che fossi morto, c’era mia madre chepiangeva. Invece quando mi videro tornare, miamadre mi abbracciò. Loro erano scappati al momentodel bombardamento anche perché vicino casa loroc’era un polverificio e si erano rifugiati nelle fossedelle viti.Essendo che il nostro lavoro era militarizzato, il giornodopo dovetti tornare in fabbrica, ma a volte michiamavano i vigili del fuoco a scavare tra le maceriedella città per recuperare le persone morte nei rifugi.Renzo (88 anni)

Una Lettera per i piu’ giovaniMiei cari giovani mi rivolgo a voi, per raccontarvi cosaè la guerra, per dirvi come questa ha cambiato la miavita e quella di tanti, ora anziani, che l’hanno subita. Iricordi di quei terribili giorni sono per molti di noi

ancora vivi, non si possono dimenticare: ladisperazione, il pianto, il dolore e poi la fame, lospavento di chi non capiva il perché di quello sfacelo.Quando s’incominciò a parlare di guerra, i giovani diallora erano entusiasti, perché non sapevano a cosaandavano incontro. Pensavano di conquistare ilmondo, pensavano di essere i più forti, pensavano chesicuramente avrebbero vinto! Ma non è stato così! Entrati in guerra, iniziarono iprimi bombardamenti e incominciarono a mancare iviveri e il vestiario. Quei giovani, prima entusiasti, liricordo, quasi alla fine della guerra, nei carri mercipigiati come sardine in scatola. Scrivevano biglietti esi raccomandavano perché li spedissimo perinformare i loro parenti che venivano portati su altri

fronti di battaglia, verso una mortesicura: quanti di quei ragazzi hannofatto ritorno alle loro case?Non ascoltate mai chi vi raccontastorie per farvi credere che la guerrasia una necessità. Non esistonopopoli cattivi, sono i governanti chescelgono di fare le guerre, tutti glialtri le subiscono, fino a perderetutto, dalle cose materiali, fino agliaffetti, fino alla loro stessa vita. Laguerra è distruzione, non èprogresso. La guerra genera paura,e la paura ti costringe a vederel’altro come un nemico. Succedeanche oggi, come allora, che si hapaura di tutti, specie di chi è diversoda te.Non accettate la logica della guerra.

La parola «guerra» fatela sparire dal vostrovocabolario! Portate nel cuore quello che vi ho detto,ricordate sempre che la pace è il tesoro più prezioso ditutti, l’unico per cui valga la pena di spendere la vita.Gina (95 anni)