La serie di Anita Blake
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La serie di Anita Blake du Laurell K. HamiltonLaurell K. Hamilton
E' da poco che ho avvicinato questo genere, ma mi è stato chiaro dopo
qualche peregrinazione in rete che avrei dovuto assolutamente leggere
questa serie. Grazia alla cara Martina (grazie! Grazie!) che mi presta i libri la
sto leggendo...ed ecco i miei soliti giudizi.
Nodo di sangue.
Il primo dei libri dedicati ad Anita Blake. E’ vero che ha già la sua età, è stato
scritto ben 15 anni fa, e che ormai avevo tanto letto (in rete) di Anita Blake da
avere aspettative sovradimensionate, ma il libro mi ha deluso. Ha un intreccio
poco coinvolgente e personaggi tutt’altro che affascinanti (in primis Jean
Claude…ma insomma, deve indossare pizzo?! E poi, diamine, ma si fa
mettere in bara all’inizio del libro e ci rimane pure per tutta quanta la vicenda!
E questi junkie, e i ratti mannari…bleah). L’eroina solo a volte ha sprazzi
riflessivi decenti e spesso agisce non si sa bene in base a quale logica (torna
in un locale che più equivoco e pericoloso non si può, si allontana da sola in
giardino di notte nel corso di una festa che lei per prima giudica
negativamente, e dato che c’è aiuta a resuscitare un cadavere tanto per fare).
L’intreccio stesso non è così scorrevole. Insomma, Anita Blake non mi ha
favorevolmente colpita, né per il momento le capacità letterarie dell’autrice mi
sembrano elevate. Ma è il primo libro, per cui vedremo. Di certo non li
comprerò questi libri, per fortuna ho trovato chi me li presta. Voto: 6
Il circo dei dannati.
Continuo a non capire dove stia il fascino di Jean-Claude. Richard mi sembra
più interessante. Qualche sprazzo di motivazione rende più sensate le azioni
della protagonista. L’intreccio è un po’ macchinoso. 6,5
Luna nera.
Libro migliore dei precedenti per la trama, i dialoghi e i personaggi. E meno
male che c’è Edward (anche ai fini del salvataggio). Inizio a capire che cosa ci
trovi Anita in Jean-Claude (a parte, a suo dire, la bellezza): è spietato e senza
remore come lei. Che ha davvero una “regione recondita, tenebrosa e
perversa del cuore”. Comunque considero più affascinante Richard, anche se
lui pure non fa delle gran figure in questo libro. Però la scena della proposta è
bella, intima e intrigante, e l’autrice sa scrivere qualche chicca: “Fra noi due,
semmai, ero io la più incline al massacro” (riferendosi a Richard, p.160). “Se
si ama qualcuno, non bisogna avvilirlo o deprimerlo. E’ una regola, o
dovrebbe esserlo.” (p. 258). “Mi avvolse con le braccia, e io gli cinsi la vita,
premendo il viso sul suo petto. Sentivo le sue pulsazioni rapide e vigorose, lo
stringevo, ascoltavo il battito del suo cuore, respiravo il suo calore. Per un
attimo mi sentii al sicuro, come mi ero sentita prima che morisse mia madre.
Era quella convinzione infantile di essere immuni da qualunque sofferenza
quando si è stretti nelle braccia di mamma e papà, quella fede assoluta che
loro siano capaci di sistemare tutto. Proprio fra le braccia di Richard, talvolta,
per qualche istante fugace, rivivevo quella sensazione, anche se sapevo che
era falsa, ingannevole. Dopotutto era sempre stata falsa, anche la prima
volta, come aveva dimostrato la morte di mia madre.” (pp. 259-260). “Siete
diventati una coppia sotto i miei occhi” (p. 306). 8
Polvere alla polvere.
Finalmente si sa qualcosa del passato di Anita e di quello di Jean-Claude. E
inizio a capire perché siano così attratti l’uno dall’altra. E anche che non è il
completo deficiente che mi sembrava all’inzio: “Lo guardai. Aveva un aspetto
amabile e divertito, però era sltanto una maschera, l’espressione che
assumeva quando voleva nascondere quello che stava pensando senza che
gli altri se ne rendessero conto.” (p. 212). Ah, ecco: non era semplicemente
sciocco e fatuo! Ora ho capito anche perché ad Anita piace Richard: perché,
a differenza di lei, è “un boy scout perfetto e insuperabile”. Certo gli altri
personaggi sono parecchio piatti. “Fece un lungo sospiro, espellendo la
rabbia. Non ero mai arrivata a capire come ci riuscisse. Poteva essere furioso
un momento e calmo l’attimo dopo, sembrando sempre sincero. Io invece
quando sono arrabbiata sono arrabbiata. E’ forse un difetto?” (p. 24). 7,5
Il ballo della morte
Grande miglioramento, nella trama e nella capacità di descrivere le azioni, le
motivazioni, i pensieri dei protagonisti, che si fanno sempre più affascinanti. 8
Dono di cenere
Continua l'opera di miglioramento, lo stile si è fatto personale e fluido, la
caratterizzazione dei personaggi molto buona e anche gli antagonisti hanno
uno spessore e un senso. 8
Blue Moon
Siccome preferisco Richard a Jean-Claude, e Asher a Richard, questo libro
mi è piaciuto proprio. L'unica cosa che non sopporto è quando Anita deve fare
la salvatrice universale, e continua a dire di tutti: "E' mio". Ma per
favore...perché deve essere sempre lei la risolutrice di ogni faccenda?
Elementi religiosi
A parte i riferimenti relativi ai modi di dire, come per esempio “scagliare la
prima pietra”, “…girarmi di nuovo, come la moglie di Lot che aveva rischiato
tutto per quell’ultima occhiata proibita” (PaP, 284), ci sono altri riferimenti. Nei
primi libri Anita è molto esplicita nel dire che i crocifissi che indossa
funzionano contro i vampiri perché lei ha fede, altrimenti sarebbero inutili.
“Richard sedette di fronte a me, poi chinò la testa e ringraziò per il cibo. Ho
già accennato al fatto che era episcopale? A parte il lato mannaro, era
davvero perfetto per me.” (Luna nera, p. 260).
“Nel continuare la salita pregai, recuperando la calma almeno in parte. Niente
visioni, nessun coro d’angeli, semplicemente una sensazione di pace.
Respirai profondamente finché la morsa che mi stringeva il cuore non si
allentò. Mi sembrò un buon segno, quasi mi convinsi che sarei arrivata in
tempo a salvare Jeff. Però non riuscivo a togliermi di dosso lo scetticismo,
perché sapevo che Dio in genere non salva le vittime, aiuta solo i superstiti a
sopravvivere alla perdita. A dire la verità, non credo di avere completa fiducia
in Dio. Non dubito di Lui, ma le Sue motivazioni mi risultano incomprensibili.
Tutte quelle storie sulle vie del Signore, sul Poiché ora vediamo come in uno
specchio, in modo oscuro. Be’, per una volta mi sarebbe piaciuto vedere
limpidamente in quello specchio!” (Polvere alla polvere, p. 176)
«Ha proiettili d'argento?»
«Posso procurarmene un po'.»
«Lo faccia. E mi trovi anche un fucile a canne mozze con munizioni d'argento.
C'è una chiesa cattolica o episcopale da queste parti?»
«Naturalmente», disse.
«Ci servono acqua benedetta e ostie consacrate.»
«So che si può spruzzare l'acqua benedetta addosso a un vampiro, ma non
sapevo che si potessero lanciare le ostie.»
Sorrisi. «Non sono come granate in miniatura. Servono ai Quinlan, da mettere
sul davanzale di tutte le finestre e sulla soglia di tutte le porte.» (PaP, p. 83)
«Dobbiamo salvare la sua anima. Ha perso la vita, ma non l'anima. Dobbiamo
salvare almeno quella.»
Un tempo lo avevo creduto anch'io, con tutta me stessa. Ero stata
assolutamente convinta che tutti i vampiri fossero malvagi. Adesso, però, non
ne ero più tanto certa. Ne conoscevo troppi che non erano poi tanto cattivi.
Sapevo riconoscere il male quando lo percepivo, quindi sapevo che non lo
erano. Non sapevo cosa fossero, ma erano davvero dannati? Secondo la
Chiesa cattolica sì, quindi anche la ragazza al piano di sopra lo era. Tuttavia,
sempre secondo la Chiesa cattolica, lo ero anch'io. Ero diventata episcopale
quando tutti i risveglianti erano stati scomunicati. (PaP, p. 86)
"Il crocifisso avvampò, bianco come una stella, e io distolsi lo sguardo. Arse
come magnesio, quasi dolorosamente luminoso. I crocifissi brillano sempre
quando ci sono vamp in giro, ma ardono come supernove in miniatura
soltanto se ci sono guai molto seri. Non ne avevo mai visto nessuno
sfolgorare così prima ancora che io mi spaventassi. Avevo sempre pensato
che il crocifisso reagisse al mio grado di paura, ma quella notte, per la prima
volta, capii che non era soltanto la mia fede a farlo brillare. Se la fede era
sincera, interveniva qualcos'altro. Non la mia volontà, ma la Sua." (Blue
Moon, pag. 187).
"Richard si girò a guardare Linus. Anche lui aveva la pelle d'oca. Scrutando lo
stregone dritto negli occhi, recitò: "Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero,
figlio dell'aurora?" Al risuonare del versetto di Isaia, il terribile potere si ritirò e
il formicolio della mia pelle diminuì, mentre il viso di Linus sembrava molto
meno compiaciuto. "Come sei stato steso a terra, signore dei popoli?"
continuò Richard. "Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio
innalzerò il trono". Allora il fetore del male si attenuò, indugiando come un
profumo vago e quasi completamente dissolto in una sala vuota.
"Impressionante, Mr Zeeman", commentò Niley. "Dunque è un vero credente."
Richard si alzò lentamente dalla sedia, posò una mano aperta sul tavolo e vi
si appoggiò. Sentii la sua energia come un rivolo caldo e vibrante sulla pelle.
Quando abbassò gli occhiali da sole, quel tanto che bastava perché Niley
potesse guardarlo negli occhi, capii cosa stava facendo. Compresi che Niley
stava assistendo alla trasformazione dei castani occhi umani in occhi di lupo.
A bassa voce, Richard scandì: "La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre
non l'hanno accolta." Poi sollevò gli occhiali a nascondere di nuovo gli occhi,
si scostò dal tavolo e mi offrì una mano. La presi e lasciai che mi conducesse
fuori dal ristorante." (Blue Moon, p. 375)
"Arrivata al bordo del cerchio, vidi che Charlotte aveva chiuso gli occhi e capii
che stava pregando. (...) "E' pura, Linus. E' pura di cuore e di anima. Non è
adatta come sacrificio per questo mostro". (...) Sarebbe stato ragionevole
pregare, ma la mente mi si svuotò. Riuscii a ricordare soltanto un canto di
Natale. "C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte
facendo la guardia al loro gregge." Varcai il cerchio, che per me non
significava nulla, perché il suo scopo era quello di impedire al male di entrare
o uscire. E io non ero malvagia. "Un angelo del Signore si presentò davanti a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da gran
spavento." Il demone cercò di straziarmi col becco e di squarciarmi con gli
artigli, sottili e affilati come rasoi, ma non riuscì neanche a sfiorarmi. "Ma
l'angelo disse loro: Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà
di tutto il popolo". M'inginocchiai e cominciai a slegare Charlotte, che iniziò a
recitare con me non appena le ebbi tolto il bavaglio. "Oggi vi è nato nella città
di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore." Presi Charlotte (...) e seppi
che dovevo uscire subito dal cerchio perché ricordavo soltanto altri tre versi.
(...) Mentre il demone assaliva i federali e cominciava a massacrarli, gridai:
"Le pistole non servono! pregate! Pregate!" Nel tentativo di dare l'esempio,
riuscii finalmente a ricordare il Padre Nostro. Allora una voce maschile si unì a
me, seguita da un'altra. Altri ancora iniziarono a recitare: "Benedicimi,
Signore, perché ho peccato". Udii anche una preghiera non cristiana, forse
indù. D'altronde, ogni religione ha i suoi demoni e le sue preghiere. Quello
che conta è la fede. (...) Il coro delle preghiere s'innalzò nell'oscurità, e
scommetto che nessuno dei federali aveva mai pregato con altrettanto
fervore, né in chiesa né altrove. il demone camminò verso di me sulle sue
gambe deformi. Allora Charlotte, sotto di me, intonò un'altra preghiera, forse il
Cantico dei Cantici. Strano quello che si ricorda quando si è sotto stress."
(Blue Moon, pp. 456-458).
"Ti saresti sacrificata per lei?" Ci pensai un momento. "Non ci ho riflettuto
tanto, ma non potevo lasciarla morire, se potevo tentare di fare qualcosa per
salvarla". Trasalì, chiuse gli occhi, poi mi guardò. "a prescindere da quello che
ti sarebbe potuto succedere?" "Credo di sì". (pag. 460)
"Era strano pregare per una cosa del genere, però valeva la pena tentare.
Giunsi a quello stato di calma che talvolta ottengo quando prego. Non
significa che si ottiene ciò che si chiede, ma almeno che qualcuno è in
ascolto." (Blue Moon, p. 462).
"Ho affrontato un demone, col potere della fede e delle preghiera. Significa forse che Dio ha perdonato i miei peccati? Non lo so. Se mi ha perdonata, è più generoso di me." (Blue Moon, p. 468)