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“La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.” ANTHELME BRILLAT-SAVARIN, FISIOLOGIA DEL GUSTO, 1825

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“La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.”

ANTHELME BRILLAT-SAVARIN, FISIOLOGIA DEL GUSTO, 1825

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Buongiorno a tutti,

quello che tenete tra le mani è il KIT DIDATTICO PER LE SCUOLE dell’Associazione Xmas Project, uno strumento pensato e realizzato per accompagnare le scuole o le classi che decidono di aderire al progetto. Quest’anno siamo in Ecuador, per portare “Acqua, cucina e calore alle donne di Apahua”, un piccolo villaggio sulla Cordigliera delle Ande.

Per poter essere presenti sulle pagine del prossimo Librosolidale, vi chiediamo di realizzare il laboratorio descritto alle pagine 11 e 12, seguendo tutte le indicazioni riportate.

Tutti gli altri laboratori proposti sono invece suggerimenti e stimoli che potrete liberamente seguire, approfondire e fare vostri, nei tempi e modi a voi più consoni.

Troverete spunti di lavoro sotto forma di oggetti o suggerimenti in questa pentola, come fossero degli ingredienti da utilizzare per sfornare la vostra ricetta migliore. Potrete scegliere quali stimoli accogliere e fare vostri, quali percorsi sviluppare, quali sono le rif lessioni proposte su cui ragionare insieme ai vostri ragazzi… Nella pentola potrete far custodire i lavori dei bambini, i loro pensieri scritti, oppure eleggerla a simbolo del lavoro svolto insieme. Qualunque sia la scelta, riempitela un po’ di voi!

Crediamo fermamente che la scuola sia la casa dove fare esperienze di vita e dove si possa imparare ad aprire gli occhi su realtà vicine e lontane e a essere cittadini del mondo. Per questo motivo, vi ringraziamo per la partecipazione e... buon lavoro!

Ecco cosa ci trovate dentro:• Il Kit didattico che state leggendo con la presentazione del Xmas Project 2014• Il Poster formato 70x100 da realizzare per entrare nelle pagine del Librosolidale• Le ”Cartoline del rispetto”• I semi e le spezie della diversità

Nelle prossime pagine vi spiegheremo come potrete usare questo materiale.

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SIAMO COME INGREDIENTI IN CUCINA nella pentola del

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Che cos’è il Xmas Project?

C’erano una volta, e ci sono ancora, degli amici che ogni tanto si ritrovano intorno a un tavolo per chiacchierare e stare insieme. Un giorno parlando del Natale si domandarono:

PERCHÉ NON TROVIAMO UN MODO PER AIUTARE CHI È MENO FORTUNATO DI NOI?

Fu come un pensiero felice che entusiasmò tutti. Ognuno fece delle proposte...

… e l’idea cominciò a farsi strada: un’associazione che avrebbe potuto cercare fondi per finanziare piccoli progetti di solidarietà nel mondo. Così è nata Xmas Project. Poi l’idea crebbe:

PERCHÉ NON INVENTARE UN REGALO DIVERSO CHE AVREBBE RESO PIÙ VERO IL NATALE E DATO UN NUOVO SENSO AL LORO STARE INSIEME?

Così è nato il Librosolidale: un libro che racconta storie appassionanti e coinvolgenti di uomini, donne e bambini che vivono in situazioni difficili, un libro da comprare e poi regalare!

L’IDEA ADESSO HA BISOGNO DI TE!

Se prometti di regalarlo puoi anche tu scrivere, disegnare e raccontare fra le pagine del libro. Così chi lo riceve in regalo vi trova dentro qualcosa di te. Che meraviglia pensare di regalarlo alle persone con cui lavoriamo, giochiamo, passiamo le nostre giornate!

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Carissimi bambini,

se sentite qualcuno pronunciare le parole “diversità” e “genere”, sapete a che cosa si riferisce? Sembrano dei paroloni, vero? In effetti lo sono: si riferiscono a concetti quasi filosofici, anche se in pratica, senza saperlo, li si vedono applicati nel quotidiano, in moltissime occasioni. Per esempio, se un vostro compagno di classe sta aspettando un fratellino, quando nasce, cosa vi aspettate di vedere sul portone d’ingresso? Un bel fiocco azzurro! E se qualcuno vi chiedesse: “Perché azzurro?” Voi senza esitare rispondereste: “Perché è un maschietto!”. E se fosse femmina? Di che colore sarebbe? Rosa! Ma certo, esattamente. Ecco, questo è un esempio di diversità di genere.

Una volta stabilito se maschio o femmina, ci aspettiamo determinati atteggiamenti e costumi. Per esempio, se vedessimo un bambino con la gonna o con due codini, ci sembrerebbe strano, e ci scapperebbe qualche risatina. Però non ci pare strano che sia bambini sia bambine vadano a scuola, perché sappiamo che imparare è un diritto di tutti. Ma quello che diamo per scontato qui (andare a scuola sia se maschio o femmina) non lo è in altre parti del mondo.

Più categorie di atteggiamenti imponiamo a un genere, meno possibilità avremo di fare o non fare certe cose. E quando non si possono fare determinate cose e le si fanno ugualmente, veniamo rimproverati. E allora, o non le facciamo più, o rischiamo che genitori, insegnanti ecc. si arrabbino molto.

Il progetto 2014 in Ecuador

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In Apahua, ci sono dei villaggi dove le bambine non vanno a scuola perché ci si aspetta che aiutino in casa piuttosto che studiare. Una signora del posto, che si chiama Fabiola, un giorno ci ha pensato e le è sembrato ingiusto che le bambine non potessero andare a scuola come i loro coetanei maschietti. Allora ha deciso di formare un’associazione, che si chiama Organización de mujeres “Pakarimuy”, e tramite questa creare un luogo dove i bambini (sia maschi sia femmine) e le donne adulte potessero recuperare gli studi durante i fine settimana. Ma a Apahua fa freddo, molto freddo, perché si trova sulle cime delle Ande, che sono più alte del Monte Bianco, e la scuola ha bisogno sia di riparazioni sia di alcune aggiunte. Così Fabiola ha chiesto il nostro aiuto: più siamo, più facile sarà per lei portare a termine il progetto. La vogliamo aiutare?

Ci sono un sacco di cose da sistemare: il pavimento, per esempio, così i piedi non si raffreddano troppo visto che finora poggiano sulla nuda terra. Poi bisogna creare i servizi igienici, così i bambini non devono uscire nel campo. Inoltre, non c’è acqua corrente e serve canalizzare l’acqua da una fonte che si trova a 2.000 metri. Costruire una cucina sarebbe il massimo, affinché i bambini e le loro mamme abbiano come noi una mensa dove mangiare e fare una pausa: arrivando da villaggi diversi, spesso raggiungono il centro a piedi, dopo molte ore di viaggio. Rifocillarsi diventa quindi essenziale, come restare caldi, per poter studiare, giocare e stare insieme!

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Collaboriamo con... L’ASSOCIAZIONE PAKARIMUY: chi sono? cosa fanno?

L’ASSOCIAZIONE PAKARIMUY nasce, pochi anni fa, grazie alla grande determinazione di Fabiola Quishpe, insieme a un gruppo di mamme e donne della comunità di Apahua, in Ecuador, con lo scopo di creare migliori condizioni di vita, studio e salute per le bambine e le donne della comunità, cercando gli strumenti adatti a eliminare le gravi discriminazioni di genere, sociali e culturali, di cui sono vittime.

L’Associazione ha preso vita per dare una risposta concreta e autonoma, non “calata dall’alto”, alle necessità delle persone che vivono in questo territorio, in particolar modo delle donne, misconosciuto motore di sviluppo per tutta la comunità. Ogni domenica le socie si incontrano per discutere i progetti avviati o da sviluppare, per confrontarsi e trovare soluzioni pragmatiche ai problemi che vivono.

Hanno avviato e gestiscono una piccola attività di produzione agricola e artigianale, promuovono attivamente l’alfabetizzazione delle donne e delle bambine, poiché considerano l’istruzione un elemento fondamentale, base di ogni autonomia e libertà; sostengono le donne vittime di abusi nella ricerca e richiesta di giustizia.

Scarica inoltre da questo link un po’ di fotografie sul progetto, il villaggio di Apahua e le protagoniste dell'Associazione. Durante il mese di ottobre, aggiungeremo altre foto!https://beeblob.blob.core.windows.net/xmasprojectit/download/kit_ecuador.zip

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Qualche informazione in più sull’Ecuador...

Nome completo del paese: República del EcuadorSuperficie: 283.561 kmqPopolazione: 15,5 milioni di abitantiEtà media: 25,7 anniCapitale: Quito (2.500.000 abitanti). Si trova a un’altitudine di 2.850 m sul livello del mare, il che ne fa la seconda capitale amministrativa più alta del mondo. La capitale è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità nel 1970 per avere il centro storico meglio conservato e meno alterato dell’America LatinaLingua: Spagnolo (ufficiale), lingue tradizionali (specialmente Quechua)Religione: Maggiormente praticata è quella cattolica, arricchita da culti e credenze popolari tramandate dalla cultura indigena e africanaOrdinamento dello stato: Repubblica presidenzialePresidente: Rafael CorreaPIL: 84,5 miliardi di $

Situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica, l’Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e a sud con il Perù e a ovest si affaccia sull’Oceano Pacifico; inoltre il paese possiede la caratteristica di essere attraversato dall’equatore, da cui prende il nome. La capitale è Quito, ma la città più popolosa è Guayaquil, mentre Cuenca, la terza città più popolosa, è Patrimonio dell’umanità, per essere un ottimo esempio di città pianificata in stile coloniale spagnolo.

Il paese può essere suddiviso in quattro regioni: le pianure costiere a ovest, gli altipiani andini al centro, le giungle del Bacino del Rio delle Amazzoni a est e, circa 1.000 km a ovest della terraferma, le Isole Galapagos. L’Ecuador è sede di una notevole biodiversità, e fa parte dei 17 paesi cosiddetti “megadiversi” e ha la più alta concentrazione di biodiversità per kmq. Infatti il bioma della foresta pluviale e della foresta tropicale si estende su gran parte del suo territorio, mentre a ovest, vicino alla costa, è presente la foresta di mangrovie, le più alte del mondo. Le isole Galápagos hanno una grande varietà di specie endemiche, un tempo oggetto di studio del celebre naturalista inglese Charles Darwin, studio che gli ha permesso di sviluppare la nota teoria dell’evoluzione. Negli altipiani si trova anche la montagna più alta del paese, il Chimborazo, la cui cima di 6.310 m rappresenta, grazie alla curvatura equatoriale della terra, il punto più distante dal centro del pianeta.

L’Ecuador, indipendente dal 1830, è una repubblica dal 1832, dopo essere stata colonia spagnola per lungo tempo e dopo aver fatto parte, per alcuni anni, della Grande Colombia, uno stato che comprendeva anche Colombia Venezuela e Panama e fondato da Simón Bolívar, il liberatore delle americhe (Libertador) dal dominio spagnolo.

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La bandiera dell’Ecuador

La bandiera dell’Ecuador è stata adottata il 26 settembre 1860. Il giallo rappresenta l’abbondanza e la fertilità delle terre, il blu rappresenta i colori del mare e del cielo, il rosso rappresenta il sangue versato dai soldati e martiri durante la guerra di indipendenza.

Lo scudo ovale al centro è stato creato dal congresso nell’anno 1900, durante la presidenza del generale Eloy Alfaro. Nella parte interna superiore appare una rappresentazione del sole, in mezzo ad alcuni segni zodiacali. Nella parte inferiore, si erge il Chimborazo, la montagna più alta delle Ande ecuadoriane, sotto il cielo blu. Dalle nevi del Chimborazo nasce il fiume Guayas che simboleggia la fratellanza di tutti gli ecuadoriani. Un battello a vapore solca la parte larga del fiume. È un’allusione alla prima nave a vapore costruita nella costa pacifica. Lo scudo è adagiato su un fascio di verghe, emblema dell’autorità repubblicana. Quattro bandiere nazionali circondano lo scudo, e in mezzo a loro, spuntano due rami: uno è di palma e simboleggia la gloria, e l’altro è di alloro che rappresenta il trionfo. Infine, sopra lo scudo si erge il condor, con le sue ali aperte pronto a scagliarsi sul nemico, che simboleggia il dominio, la grandezza e il valore degli ecuadoriani.

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Colora la bandiera ecuadoriana e appendila nella tua classe!

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LA CUCINA IN ECUADOR

Nonostante non sia un paese vasto, la cucina ecuadoriana è piuttosto varia per via dei diversi climi del paese. Il pesce è consumato maggiormente nella costa: Picudo, Dorado, Trota, Corvina sono tra i più diffusi. I piatti tipici e conosciuti sono: il ceviche, la zuppa di mare, l’encocado (stufato di pesce con cocco), l’encebollado, i bollos e lo stufato di pesce con arachidi. Il platano è quasi onnipresente nei piatti ecuadoriani. Il “platano verde" viene consumato fritto, bollito o alla griglia, così come il “maduro", dolce e di color giallo simile alla banana, che viene consumata cruda come frutta. Il platano verde è spesso mescolato con pesce o carne in alcune ricette tipiche.La carne è consumata in tutto il paese, soprattutto quella di manzo, di maiale e di pollo, mentre agnello e capra sono maggiormente cucinati sulla sierra. Viene cotta alla griglia, al forno o, come un piatto tipico con carne di maiale, la fritada, fritta in padella.Vegetali e legumi sono molto diffusi nella cucina ecuadoriana, così come il platano e il riso che accompagna quasi sempre piatti di carne o pesce. La yuca è un’alternativa molto usata alle patate e al platano, e con essa viene prodotto anche un pane. Il mais è cucinato in forme diverse, dalla panocchia bollita ai tortini di mais. Molto popolari sono anche le zuppe di vario tipo, dove pollo, carne e pesce sono abbinati a verdure e talvolta al formaggio.

LA RICETTA DEL MOTE PILLO (dose per 4 persone)

750 gr circa di mote50 gr di burro1/4 di cucchiaino di achiote (annatto, un colorante naturale che ricorda il nostro zafferano)6 uovacipollotto (o porro)3 teste d'agliomezzo bicchiere di latteprezzemolo ed erba cipollina tritatisale e pepe a piacereprimosale (o altro formaggio fresco)

Dopo aver bollito il mote, fate rosolare in una padella l’aglio schiacciato e il cipollotto, o il porro, ridotto in rondelle sottili con il burro e l'annatto sciolto in un po' d'acqua. Quando il cipollotto sarà dorato, aggiungete il mote e lasciate cuocere per 5 minuti, mescolando di tanto in tanto. Successivamente sbattete le uova con il latte, aggiungetele al mote e lasciate cuocere a fuoco lento fin quando il latte non si sarà assorbito. A questo punto aggiustate il sale e il pepe a piacere. Infine, disponete il mote su un piatto da portata, guarnite con il prezzemolo e l'erba cipollina tritati, e completate con foglie di lattuga, pomodoro e avocado. Servite il vostro Mote pillo accompagnato dal primosale tagliato a fette e da una tazza di caffè bollente americano.

http://www.youtube.com/watch?v=eu-mOCNHU1Ehttp://www.youtube.com/watch?v=X9nAfF80WsIhttp://youtu.be/wsWA6Pd9zWw

LABORATORIOCULINARIO

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Il tema del Librosolidale 2014/15

Siamo come gli ingredienti che compongono il Mote Pillo*: meravigliosamente diversi. Ma se il mote, sentendosi più importante della cipolla rossa, la discriminasse e la rifiutasse, ecco che impoverirebbe l’intero piatto; e con ciò anche se stesso. Non esistono ingredienti o generi superiori e inferiori. La diversità è una ricchezza e chi la rispetta migliora tutti. Allo stesso modo, nella costruzione di un’identità, ogni tratto aiuta a determinare la propria specificità. Scegliete gli ”ingredienti” per formare il vostro ”tipo” ideale. Cosa forma un’identità? Riuscite ad andare oltre agli stereotipi di genere? Provate a formare un genere tutto vostro, che non sia solo o maschio o femmina, con la gonna o i pantaloni, con i codini o i capelli corti... Come ingredienti in cucina, i tratti che darete alla vostra sagoma renderanno unica e inimitabile la sua identità. Sceglieteli accuratamente e sbizzarritevi nella creazione: il personaggio che inventerete diventerà così il vostro nuovo amico e la vostra preziosa “ricetta di genere“.

* Il Mote Pillo è un piatto tipico dell’Ecuador, condiviso in tutto il Sudamerica. I suoi ingredienti sono: il mote, cioè una varietà di mais bianco gigante, il burro, l'annatto (un colorante naturale che ricorda il nostro zafferano), il cipollotto, l’aglio, le uova, il latte, il prezzemolo, l'erba cipollina e il primosale.

Il lavoro che realizzerete verrà immortalato nella pagine del prossimo Librosolidale. Dovrà essere pronto nella settimana dal 10 al 14 novembre perché durante quella settimana (previo appuntamento) verremo nella vostra classe per fotografarlo o ritirarlo!

COME INGREDIENTI IN CUCINA

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LABORATORIOCREATIVO

IL POSTER DA REALIZZARE PER IL LIBROSOLIDALE

Che tipi siete? Riempite questa sagoma, incollate, attaccate, create il personaggio che più vi rappresenta, che contiene un po’ di ognuno di voi, un po’ di tutto, usate i materiali che preferite, associateli a parole, forme o colori… Provate a pensare a ciò che vi unisce, che vi completa, e non a ciò che vi separa o divide. Trovate l’insieme dei caratteri essenziali e distintivi che secondo voi dovrebbero avere tutti, maschio o femmina che siano. Usate anche tutto lo spazio bianco intorno, se volete, e liberate la vostra fantasia. Inf ine, date un nome al vostro nuovo amico!

Durante il vostro lavoro, fotografatevi insieme al vostro poster e inviate al massimo 3 foto a: [email protected], nominando il file con il nome della vostra scuola e della vostra classe. Queste foto verranno pubblicate sul sito internet dell’Associazione Xmas Project, insieme ai lavori di tutti i ragazzi che hanno partecipato come voi al progetto!

100

cm

70 cm

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LABORATORIOCREATIVO

... PER ESERCITARSI...

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LA CARTOLINA DEL RISPETTO

Questa non è una cartolina qualunque, con paesaggi incantevoli o città incredibili, ma una cartolina preziosa, come prezioso il messaggio che dovrà contenere… È la cartolina del rispetto: a chi vuoi chiedere scusa?

Per mandarla ci

vuole coraggio

ma non serve il

francobollo.

Scusa se ti ho

mancato di rispetto

quella volta che...

A

CLASSE

LA CARTOLINA DEL RISPETTO: Rende felice

chi la manda e rende felice chi la riceve.

VOGLIOSCUSARMICON TE.

LABORATORIOEMOTIVO

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LE PAROLE CHIAVE

Un elenco di parole, alcune nuove, altre più comuni e già conosciute, da approfondire e conoscere. Sono le parole importanti che abbiamo associato al progetto di quest’anno... Cercatele nel vocabolario, create frasi, discutetene in classe.

LABORATORIOLINGUISTICO

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CONNETTIAMOCI CON I BIMBI DI APAHUA VIA SKYPE

Ad Apahua non esiste una connessione fissa a Internet come in quasi tutte le nostre case, ma è comunque possibile connettersi tramite una chiavetta portatile che i bambini del villaggio potranno usare se vorremo parlare con loro.

Certo, i bambini e le donne di Apahua parlano spagnolo e noi italiano, ma non abbiate timori, esistono altri modi per comunicare: le nostre e le loro espressioni facciali, un canto, spedendo le emoticons (quelle faccine gialle che fanno di tutto un po’). Ci connettiamo?

Inviateci la vostra adesione al Laboratorio Skype entro il 30 Settembre a [email protected], indicando il titolo: “Conference call con APAHUA” e specificando scuola, classe ed eventuali preferenze di orario. Oppure, se avete un referente del progetto Xmas Project, comunicate direttamente a lui/lei la vostra adesione.

Cercheremo di organizzare l’incontro via Skype, tenendo conto del fuso orario (che in inverno è di 6 ore in meno rispetto a noi: per esempio, le 9 del mattino ad Apahua corrispondono alle 3 del pomeriggio in Italia).

LABORATORIOINTERNET

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GUARDATE E COMMENTATE INSIEME IL VIDEO VIRALE #LIKEAGIRL!

Vi presentiamo un video che affronta in modo molto intelligente il tema della differenza di genere. Si intitola #likeagirl che, tradotto in italiano, significa “come una femmina". Segue una serie di spunti di riflessione per guidare la vostra discussione in classe. Potete decidere di scambiarvi qualche opinione prima di vederlo e anche di riprendere poi l’argomento una volta guardato... Buona visione!

• Vi è mai capitato di sentirvi dire di fare qualcosa “come una femmina”oppure – se siete maschi – di averlo detto a qualcuno? Che cosa avete provato? Che cosa intendevate dire?

• Perché secondo voi quando un bambino piange dicono che è una femminuccia? E quando una femmina picchia è un maschiaccio?

• Che compiti ha il papà in casa? Che compiti ha invece la mamma?

• Perché se mamma non lavora è normale e se invece a stare a casa è papà è strano?

• Perché le ragazze possono camminare mano nella mano e i ragazzi no?

• Quali sono le cose che maschi e femmine fanno in modo diverso?

• Dimmi 10 cose che piacciono ai maschi. Dimmi 10 cose che piacciono alle femmine. Ci sono 10 cose che piacciono a entrambi?

• Io ti dico 15 verbi, tu rispondimi se sono maschio o femmina: correre, colpire, curare, lavorare, baciare, cucinare, proteggere, giocare, pulire, ascoltare, comandare, consigliare, guadagnare, suonare, leggere.

• Io ti dico 15 cose, tu rispondimi se sono maschio o femmina: pantaloni, terra, peluche, trofeo, denaro, f igurine, pentola, cielo, fantasia, acqua, desiderio, amore, fuoco, casa.

• Qual è la prima sensazione che vi ha provocato questo video?

LABORATORIOVIDEO

http://youtu.be/anPcPI0mrWE

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SEMI E SPEZIE DAL MONDO: diversità, varietà e unicità.

Aprite i sacchetti, chiudete gli occhi e annusate… che cosa vi evoca quello specifico odore? Lo riconoscete? È un odore completamente nuovo? Sfiorate con le vostre mani polveri e semi, foglie e bacche, alla ricerca del sapore più squisito. Mischiate i semi per creare giochi da fare insieme. Utilizzateli per riempire la vostra sagoma del Laboratorio Creativo. Approfondite le origini di ciascuna spezia, classificatele, create un vostro “Speziario degli odori e dei colori".

LABORATORIOSCIENTIFICO

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LABORATORIODI STORIA DELL’ART

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IL CIBO NELL'ARTE

Anche quest'anno proponiamo nelle pagine seguenti (pagg. 20-27) uno splendido e completo percorso di educazione all'immagine curato da Tiziana Marino, esperta di storia dell'arte e di didattica museale, intitolato “Gustare con gli occhi".

L’arte, magico specchio in cui la società si riflette, ci aiuta a cogliere il nesso vitale esistente tra l’uomo e il cibo. Non si tratta di assolvere solo un’esigenza fisiologica; l’uomo, attraverso la scelta di determinati cibi, nel modo come li consuma e con chi li condivide, esprime il suo “modus vivendi”.

In “Fisiologia del gusto” (1825), Anthelme Brillat-Savarin scriveva: “Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei”. Nelle abitudini alimentari non è solo il singolo a riflettere uno stile di vita, ma la società intera. Il cibo diventa quindi veicolo comunicativo, ci trasmette informazioni, talora velate con simboli che, una volta interpretati, ci aiutano a comprendere e a meglio individuare una determinata categoria sociale o un determinato popolo.

Ma il rapporto arte-cibo non si esaurisce solo in questo aspetto documentario. L’immagine artistica, attraverso la sensibilità dell’autore, ci insegna anche che il cibo è meraviglia da mangiare con gli occhi, prima ancora che nutrimento da gustare con il palato. Le imbandigioni alimentari nei dipinti di nature morte, con l’esaltazione di forme, colori, sapori e aromi, coinvolgono l’osservatore in un’esperienza multisensoriale, così che, attraverso lo sguardo, tutto il corpo ne gode.

“Gustare con gli occhi” vi invita a tavola con uomini di epoche e gusti diversi: si tratta solo di qualche assaggio di quel vastissimo e variegato menu che ARTE e CIBO hanno nel tempo allestito per la gioia dei nostri occhi…

Buon appetito!

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LABORATORIODI STORIA DELL’ART

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 1

A TAVOLA con... GRECI, ETRUSCHI e ROMANI

Nel mondo antico, gli avvenimenti importanti della vita pubblica e privata erano sempre accompagnati dal consumo di pasti comuni in gruppi familiari o di persone unite da interessi simili. Del resto la parola italiana “convivio” deriva dal latino “cum vivere”, “vivere insieme”, espressione di come la condivisione del cibo sia un atto basilare del vivere in società. Durante i banchetti non viene nutrito solo il corpo, ma anche lo spirito. Sono infatti occasioni per ascoltare bella musica e bel canto, per dotte conversazioni e intrattenimenti letterari.

In età imperiale, il convivio romano si propone di suscitare con il lusso degli arredi e la stranezza dei cibi, la meraviglia e l’ammirazione dei commensali. I banchetti diventano così anche un mezzo di espressione del potere sociale, sempre più fastosi e abbondanti, divennero una moda per la quale si andava in rovina.

Come nell’ Antico Egitto, così per Greci, Etruschi e Romani, il cibo accompagna l’uomo anche nel suo viaggio verso l’aldilà. Questo spiega le provviste deposte intorno al defunto, o la raffigurazione sul coperchio dei sarcofagi del defunto banchettante o le scene di convivio dipinte nelle camere sepolcrali. In tal modo i defunti, nella loro esistenza ultraterrena, potranno essere confortati dalla rappresentazione di ciò che era per loro più caro e usuale.

Un esempio di come il rapporto tra vivi e morti fosse sempre presente nel quotidiano, ce lo mostra questo mosaico con “pavimento non spazzato”. L’etichetta conviviale dell’epoca prevedeva che il cibo caduto a terra non fosse raccolto prima della fine del banchetto.

Infatti, prima di destinare definitivamente una sala alla consumazione dei pasti, i romani usavano mangiare nell’atrium ove erano sepolti gli antenati. Per questo tutto ciò che toccava il pavimento diveniva sacro, intoccabile e doveva essere lasciato a terra per poi essere bruciato ai Lari, cioè agli spiriti degli antenati defunti protettori della casa.

Scena di banchetto con offerta di frutta e dolci. Particolare del Cratere a campana, seconda metà del IV sec.a.C. Museo

Archeologico Nazionale, Napoli.

Roberto Bompiani, Festa romana (1875) Los Angeles, The John Paul Getty Museum.

Copia romana da Sosos (?), Asarotos Oikos (Pavimento non spazzato), mosaico, II secolo d.C. (?), Roma, Musei Vaticani.

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LABORATORIODI STORIA DELL’ART

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 2

A TAVOLA con… EBREI e CRISTIANI

Gli Ebrei, usciti dall’Egitto, si trovarono affamati nel deserto e se la presero con Mosè che li aveva trascinati nell’impresa. Il Signore venne in loro aiuto e fece piovere dal cielo la manna che divenne l’unico cibo di cui il popolo ebraico si nutrì fino all’arrivo nella Terra Promessa.

È un convito nuziale a fornire a Gesù l’occasione per la sua prima uscita pubblica. Nella versione di Hieronymus Bosch delle “Nozze di Cana”, la scena è allestita come si conviene in un banchetto rinascimentale e i personaggi vestono abiti contemporanei. Da notare i coltelli che, estratti dal fodero e posti sul tavolo ( da cui il termine posata), segnalano l’abbandono di uno stato difensivo in favore di una disposizione amichevole. Richiamo moraleggiante di Bosch sul comportamento che i fedeli dovevano tenere durante la celebrazione del banchetto eucaristico.

Così come l’artista, attraverso le due simboliche pietanze del cigno (=purezza) e del cinghiale (=peccato), esprimeva il concetto che il vizio e la virtù vengono serviti a quel banchetto evangelico come a quello dell’esistenza umana, dove ogni uomo è chiamato a fare la sua scelta.

Nell’Ultima Cena, è il pane, frutto della natura e del lavoro dell’uomo, il cibo che viene spezzato e distribuito tra tutti i discepoli. Spezzare insieme il pane crea un vincolo tra gli uomini, un legame che si riflette nella parola “compagno”, derivante dal latino “cum panis”, a indicare appunto la condivisione del pane.

Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù mostra di prendersi cura di tutto l’uomo, non ignorando che coloro, che l’avevano seguito e ascoltato, erano affamati e privi di cibo.

Una cena fra viandanti a Emmaus è il luogo scelto da Cristo per apparire risorto ai discepoli, a cui si rivela ripetendo i gesti dell’Ultima Cena. Nell’interpretazione di Pontormo, il pane è il punto focale della composizione, l’elemento che in sé racchiude tutto il significato di una scelta ridotta all’essenziale.

Bernardino Luini, Raccolta della manna (1520-1525) Milano, Pinacoteca di Brera.

Miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cattedra di Massimiano, avorio, (VI sec.), Ravenna, Museo Arcivescovile.

Hieronymus Bosch, Le nozze di Cana (1475-1490) Rotterdam, Museum Boijmans van Beuningen.

Jacopo Pontormo, Cena in Emmaus (1525) Firenze, Uffizi.

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LABORATORIODI STORIA DELL’ART

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 3

A TAVOLA con… i MERCANTI OLANDESI

Nella pittura olandese del Seicento, la vita quotidiana è la grande protagonista: in un contesto di diffuso benessere, la nuova classe dirigente, una borghesia operosa, desidera specchiarsi in ciò che la circonda.

Le tavole imbandite narrano i costumi raffinati dell’Olanda mercantile, come anche i frutti di un’abilità commerciale ben condotta, per cui le sue tavole possono essere apparecchiate con limoni italiani e porcellane cinesi, oltre a sfoggiare piatti, coppe, bicchieri e recipienti, preziosi nel materiale e eleganti nella fattura.

Sulle tavole regna una traboccante abbondanza: cibi crudi e cotti, dolci e salati vengono esposti nel loro aspetto più suggestivo e appetibile; l’abilità del pittore si misurava nella capacità di selezionare gli oggetti, comporli e descriverli con nitida accuratezza, in un’equilibrata disposizione, dove anche ciò che sembra apparentemente casuale, come un coltello appoggiato a un piatto, è frutto di uno studio meticoloso.

L’abilità descrittiva dell’artista, il modo come i cibi vengono messi in scena e illuminati suscita nell’osservatore il piacere di gustare con lo sguardo, di apprezzare le cose per il loro valore estetico e, se vi è qualche significato simbolico, di non farne l’unica ragion d’essere dell’opera.

Nella “Natura morta” di Floris van Dijck, la composizione, vista dall’alto, appare in piena luce, nitida in ogni dettaglio. La tovaglia merlettata mostra le pieghe di un’accurata stiratura, una buccia di mela si allunga sul bordo della tavola, le forme sovrapposte dei formaggi esibiscono i loro differenti gradi di stagionatura e le tracce lasciate dal coltello. Una serie di piccoli assaggi sono distribuiti intorno al formaggio che riveste un ruolo centrale ed è il vero protagonista visivo della tavola. Considerato nella religione protestante un piatto da digiuno, un cibo austero, il formaggio, per le sue qualità digestive, è considerato adatto a preparare corpo e mente alla meditazione e alla preghiera. La sua presenza richiama l’osservatore a godere del piacere gustativo, ma senza eccedere, di vivere nell’agiatezza circondandosi di oggetti belli e preziosi, ma consapevole di doversi controllare.

Floris Van Dijk, Natura morta (1622), Amsterdam, Collezione privata.

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 4

A TAVOLA con… i POTENTI

Nel Medioevo, qualunque avvenimento di rilievo, la conquista di un territorio, come la firma di un’alleanza o di una vittoria, diventava pretesto per feste e conviti, dove la ricchezza delle apparenze giocava anche un ruolo politico.

L’arazzo di Bayeux, realizzato nell’XI sec., racconta la storia, iniziata nel 1064, della conquista dell’Inghilterra da parte dei Normanni, in particolare le imprese del duca Guglielmo il Conquistatore. Prima della battaglia decisiva contro l’esercito sassone, venne preparato un abbondante pranzo che doveva portare fortuna

a Guglielmo e animare di entusiasmo le truppe. Considerando il clima nordico, doveva trattarsi di un pasto particolarmente calorico. Carni in abbondanza vennero arrostite su piastre e stufe a legna, mentre la selvaggina veniva cotta allo spiedo. In una grande pentola bolliva del vino speziato da servire caldo, adatto sia come bevanda che come medicina. A quei tempi, alimentarsi con la carne divenne per le classi dominanti il modo per manifestare la loro superiorità. La concezione “fisica” del potere vedeva nel capo soprattutto un valoroso guerriero e cacciatore, il quale non poteva essere altro che un gran mangiatore di carne.

Il banchetto rinascimentale era una complessa macchina conviviale e teatrale, oltre che gastronomica.Dietro le quinte, si svolgeva il lavoro di preparazione e presentazione delle numerose portate, che implicava un vero e proprio piccolo esercito di addetti ai lavori. Nel dipinto di Paolo Veronese, le “Nozze di Cana”, sono raffigurati tutti i personaggi che concorrono alla realizzazione di un banchetto principesco come quello in cui l’artista ambienta l’episodio evangelico. Il compito più delicato tra tutti è sicuramente quello dello “scalco” o maestro di cucina. A lui infatti spetta di predisporre la lista delle vivande e la loro successione, scegliere gli arredi di tavola e credenze, assecondando i gusti della committenza e organizzando gli intrattenimenti per allietare i commensali e concedere loro qualche pausa salutare nel succedersi delle portate.

Arazzo di Bayeux, detto anche della regina Matilde (XI secolo), Museo di Bayeux (Francia), particolari del banchetto di Guglielmo il Conquistatore.

Paolo Veronese, Nozze di Cana (1562-1563), Parigi, Louvre.

Paolo Veronese, Nozze di Cana (1562-1563) Parigi, Louvre (particolare).

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 5

A TAVOLA con… i SEMPLICI

Si narra che Pieter Bruegel s’intrufolasse nelle allegre comitive contadine per partecipare a feste e a nozze rustiche, facendosi anche passare per parente dello sposo e della sposa. Così egli ci illustra il festoso pranzo di nozze di una coppia di giovani contadini. La scena si svolge in un ambiente semplice, forse un granaio. I commensali siedono su panche e rozzi sgabelli di legno intorno a un gran tavolo che attraversa diagonalmente l’intero dipinto. La sposa, individuata da un drappo verde steso alle sue spalle, su cui è stata appesa una simbolica corona di carta colorata, si compiace dell’andamento della festa. Mentre due zampognari allietano i convitati con una musica popolare, i cuochi portano in tavola un tipo di farinata a base di mais e grano saraceno, ancora oggi in uso presso molte popolazioni contadine del nord. Come vassoio viene utilizzata una vecchia porta da cui ciascuno si serve. La scena è organizzata in modo da incentrare l’attenzione sull’abbondanza del

cibo che, appena cucinato e trasportato al tavolo, viene velocemente distribuito e consumato e sull’abbondanza del vino di mele che, a sinistra, dai grandi otri viene versato nelle caraffe. Tutto ciò sembra essere di buon augurio per la felicità degli sposi novelli. L’atmosfera è quella allegra e chiassosa di una festa fra gente semplice: tutti ne godono, anche il bimbo in primo piano che, con un cappello da adulto che gli copre gli occhi, sta leccando il piatto.

Nella spoglia semplicità della scena, il pittore Annibale Carracci concentra l’attenzione sul personaggio del mangiafagioli, il cui isolamento è accentuato da uno sfondo cupo e piatto. L’uomo è colto nell’attimo in cui porta alla bocca una cucchiaiata di fagioli con tanta voracità da sgocciolarne parte della brodaglia. Il cappellaccio

da contadino calcato in capo, gli occhi fissi e sospettosi, la bocca ingordamente spalancata, la mano sinistra che afferra una pagnotta sbocconcellata sono particolari che rimandano a una realtà di miseria. I colori, spenti e terrosi, contribuiscono a rendere un senso di semplice ed umile quotidianità.

In una capanna cinque contadini stanno consumando il loro pasto frugale composto di patate fumanti e di bollente caffè, immersi in un’oscurità appena rischiarata dal lume di una lampada a petrolio. Le mani nodose che hanno vangato il terreno, seminato e raccolto le stesse patate che ora mangiano, i volti segnati dalla fatica e dalla rassegnazione, sono elementi essenziali del dipinto. I colori terrosi e pastosi si limitano all’ocra, al marrone e al verde cupo, cosi simili nelle gradazioni, da dare l’impressione di un dipinto monocromo. Secondo l’artista quest’opera riflette un criterio di bellezza aderente al soggetto trattato. Così infatti Van Gogh scriveva al fratello Theo: “Un contadino è più vero coi suoi abiti di fustagno tra i campi, che quando va a Messa la domenica con una sorta di abito di società. Analogamente ritengo sia errato dare a un quadro di contadini una sorta di superficie liscia e convenzionale: Se un quadro di contadini sa di pancetta, fumo, vapori che si levano dalle patate bollenti – va bene, non è malsano… se un campo sa di grano maturo, patate, guano e concime – va benone, soprattutto per gente di città.”

Pieter Bruegel, Banchetto nuziale, 1568 Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Annibale Carracci, Il mangiatore di fagioli (1584) Roma, Galleria Colonna.

Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate (1885) Amsterdam, Van Gogh Museum.

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 6

A TAVOLA con… i FILOSOFI

Nel Settecento, un ruolo centrale per una sana alimentazione viene attribuito alla verdura. Già nel mondo antico, alcune scuole filosofiche e correnti religiose avevano sostenuto i benefici effetti di una dieta vegetariana, capace di saziare senza appesantire e di rendere più agile la mente.

Nel Medioevo e nel Rinascimento, era stata invece la carne il cibo che dominava e caratterizzava le tavole imbandite di ricchi e potenti. Nell’epoca dell’Illuminismo, tutto ciò che poteva essere di ostacolo alla libera attività del pensiero viene messo al bando, sia che si tratti di pregiudizi, di superstizioni o di una cattiva alimentazione. Così la carne animale viene considerato cibo nocivo alle attività mentali.

“Negli orti dell’estuario” di Pietro Longhi, acuto illustratore delle abitudini e delle mode della Venezia settecentesca, la protagonista è una zuppiera ricolma di insalata. È probabile che nell’opera le tre donne, semplicemente vestite, siano le proprietarie dell’orto, responsabili della coltivazione, della raccolta e della preparazione dell’insalata, cibo “erudito” che il gentiluomo imparruccato mostra di ben gradire.

Pietro Longhi, Negli orti dell’estuario (1759 ca), Venezia, Ca’Rezzonico.

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 7

A TAVOLA con... i BAMBINI

Per un bambino, qualsiasi cibo può diventare occasione di gioco ed è più divertente condividerlo con gli amici in allegria. Bartolomé Murillo, artista sivigliano, s’interessò al mondo dell’infanzia, in particolare di quella priva di risorse. È un tono insieme tenero e spensierato quello che pervade la scena dei “Bambini che mangiano uva e melone”. Nonostante la povertà degli abiti sdruciti e i piedi nudi sporchi di terra, sul volto di questi fanciulli, con l’aria da monelli, traspare il piacere che provano per il festino improvvisato.

Quando si è piccoli, imparare a mangiare a tavola, tra regole, stoviglie e posate, è un vero banco di prova per entrare a far parte del mondo dei grandi.L’artista svizzero Albert Anker è stato un osservatore attento del mondo infantile, da lui indagato in modo affettuoso. In “ Kinderkrippe”(Nido), l’artista si sofferma su come ognuno di questi piccoli, a seconda dell’età, si comporta nel momento della pappa. Quante emozioni si leggono sui loro volti…. C’è chi, più grandicello e autonomo, chiacchiera con il vicino; chi, un po’ goffamente, si arrangia bevendo direttamente dal piatto ed evitando l’impaccio

della posata. I più piccoli attendono impazienti di essere imboccati e c’è chi li guarda un po’ invidioso perché “non ha più l’età” per questo trattamento speciale. Insieme si mangia, insieme si cresce e, con pazienza, ogni difficoltà messa in comune, verrà superata.

Meno spontaneità e più controllo caratterizza invece “Kinderfrühstück (La colazione dei bambini). Il pittore ha voluto rappresentare dei bambini che giocano a fare colazione, imitando il rituale degli adulti.

Si pensa al gioco, perché il servizio riproduce in miniatura, ma con la stessa eleganza, quello usato dai grandi. La scena si svolge in un luminoso interno borghese. Una ragazzina in piedi gira con un cucchiaino lo zucchero in una tazzina; una bambina di circa otto anni, seduta in modo composto, versa il latte da un piccolo bricco, un’altra di spalle, sempre molto compita, regge una tazzina. Un bimbo più piccolo beve dal piattino, mentre di un altro, ancora più piccino, si intravede solo il volto. Diverse le età, diversi i modi di comportarsi. La ragazzina più grande, in piedi, vigila sui fratelli, esercitandosi al ruolo di madre che l’attende in futuro; le altre due fanciulle mostrano di essere ormai in grado di badare a se stesse; il bimbetto è lasciato libero di non seguire le regole, mentre il più piccolino, per ora, può solo limitarsi a guardare. E così, osservando e giocando, rispettando regole e ruoli, rispecchiando i rituali degli adulti, ci si allena a diventare grandi.

Bartolomé Murillo, Bambini che mangiano uva e melone (1650-1655)

Monaco, Alte Pinakothek.

Albert Anker, Die Kinderkrippe I (il nido), 1890 Winterthur (Svizzera), Museum Oskar Reinhart am Stadtgarten.

Albert Anker, La colazione dei bambini (1879) Basilea, Kunstmuseum Basel.

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Il percorso artistico: “GUSTARE CON GLI OCCHI“ / 8

… Fuori tavola

Alcuni artisti, sia nel passato come Arcimboldi, che contemporanei come Daniel Spoerri o il fotografo Carl Warner, hanno scelto di utilizzare il cibo con fantasia, privandolo del significato originario per rivestirlo di uno nuovo. Nascono così le celebri “teste composte” di Arcimboldi, mirabile esempio di come, partendo da semplici elementi naturali (fiori, frutti, ortaggi, animali..), si possa arrivare a composizioni così straordinarie e irreali. L’imperatore Rodolfo II d’Asburgo viene raffigurato come Vertumno, il dio del mutamento e delle stagioni. Il suo ritratto è composto dai frutti dell’intero anno, a significare il dominio universale del sovrano e la sua capacità di rinnovare, attraverso una buona azione di governo, la perduta Età dell’Oro.

Con “Piano Emmenthal” Daniel Spoerri si diverte a creare un oggetto realizzato con un materiale incompatibile col suo utilizzo. Il suo pianoforte sembra infatti ricavato da una forma di formaggio emmenthal e l’osservatore rimane disorientato davanti a qualcosa che non esiste nella realtà, ma diventa reale grazie all’invenzione dell’artista.

Broccoli che diventano alberi, fette di salmone che ricordano il mare al tramonto, grattacieli creati con gli asparagi, strade di prosciutto, nuvole di cavolfiore... Carl Warner è un ingegnoso fotografo inglese che, utilizzando degli alimenti come materia prima, li compone in paesaggi fantasiosi che vengono prima fotografati a strati, dal primo piano allo sfondo, e poi elaborati al computer. Si racconta che abbia iniziato questa sua arte per convincere i propri figli a mangiare più frutta e verdura. I suoi “paesaggi di cibo” (foodscapes) sono infatti un modo creativo per divertirsi con il cibo, considerato come materiale artistico che riesce a ingannare l’occhio dell’osservatore, ma anche a farlo sorridere.

G. Arcimboldi, Vertumno (1591) Stoccolma, Skoklosters Slott, Styrelsen.

Daniel Spoerri, Piano Emmenthal (1990).

Carl Warner, Broccoli Forest (2008).

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BIBLIOGRAFIAA cura di Graziella Casati

Per i più piccoli...

COCCODRILLO INNAMORATO CERCA CASAD. Kulot - ed. Zoolibri

IMMAGINARIOBlexBolex – ed. Orecchio Acerbo

PICCOLO BLU E PICCOLO GIALLOL. Lionni - ed. Babalibri

Sulla differenza di genere...

IL CORAGGIO DI ESSERE IOD. Barrilà - ed. Carthusia

I MASCHI NON MI PIACCIONO PERCHÉ … V. Facchini – ed. Fatatrac

LE FEMMINE NON MI PIACCIONO PERCHÉ …V. Facchini – ed. Fatatrac

IL SOGNO DI ROSSOCILIEGIAS. Y. Bridges – ed. Motta Junior

NEI PANNI DI ZAFFM. Salvi, F. Cavallaro – ed. Giunti

EXTRATERRESTRE ALLA PARIB. Pitzorno – ed. Einaudi Ragazzi

FIABE E FRUTTAG. Quarzo - ed. Fatatrac

Per i più grandi...

EVA ERA AFRICANAR. L. Montalcini – ed. Gallucci

UN’EREDITIERA RIBELLE. VITA E AVVENTURE DI PEGGY GUGGENHEIMS. Collaredo – ed. Einaudi Ragazzi

SULLE ORME DI GANDHI – STORIA E STORIE DI VANDANA SHIVAE. Nava – ed. Editoriale Scienza

BILLY ELLIOTM. Burgess – ed. Fabbri

PERSEPOLIS I e II M. Satrapi – ed. Sperling & Kupfer

IL VIAGGIO DI PAVANAD. Ellis – ed. Fabbri

QUANTE TANTE DONNEA. Sarfatti – ed. Mondadori

LABORATORIOMULTIMEDIA

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BREVE (o MINI) FILMOGRAFIAA cura di Giancarlo Zappoli, Direttore Responsabile MyMovies

... per tutti(Usa 2007) di Brad Bird e Jan PinkavaRATATUILLE

(Usa 2009) di Phil Lord e Chris MillerPIOVONO POLPETTE 1

(Usa 2013) di Cody Cameron e Kris PearnPIOVONO POLPETTE 2 - LA RIVINCITA DEGLI AVANZI

Scuola primaria(Francia/Belgio 2012) di Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin RennerERNEST & CELESTINE

(Usa 2005) di Chris Wedge, Carlos SaldanhaROBOTS

(Francia 2003) di Jacques-Rémy GirerdLA PROFEZIA DELLE RANOCCHIE

(Nuova Zelanda, Germania 2002) di Niki CaroLA RAGAZZA DELLE BALENE

(Arabia Saudita 2012) di Haifaa Al-MansourLA BICICLETTA VERDE

(Francia 2013) di Pascal Plisson VADO A SCUOLA

Scuola secondaria di primo grado(Gran Bretagna, Francia 2000) di Stephen DaldryBILLY ELLIOT

(Regno Unito, Germania, USA 2002) di Gurinder ChadhaSOGNANDO BECKAM

Scuola secondaria di secondo grado(Francia, Usa 2007) di Marjane Satrapi, Vincent ParonnaudPERSEPOLIS

LABORATORIOMULTIMEDIA

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Liberatoria fotograf ica per soggetti minorenni

Io sottoscritto/a:

(NOME E COGNOME DEL TUTORE)_______________________________________________________

Nato/a il _____ / _____ / _______ , a __________________________, in provincia di ( ___ ),

Residente a _______________________________________________, in provincia di ( ___ ),

In qualità di tutore/tutrice legale del/della minorenne:

(NOME E COGNOME DEL MINORE)_______________________________________________________

Nato/a il _____ / _____ / _______ , a __________________________, in provincia di ( ___ ),

Residente a ________________________________________________ in provincia di ( ___ ),

AUTORIZZO la pubblicazione delle immagini del suddetto/a minorenne nell’ambito della realizzazione dell’iniziativa “XMAS PROJECT – Librosolidale 2014” nel rispetto della tutela della privacy, sancita dalla legge 675/96.

SOLLEVO i responsabili della produzione da ogni richiesta economica, legata alla realizzazione delle immagini e al loro utilizzo nel progetto sopraindicato. La produzione si fa garante del massimo rispetto e della massima tutela verso i minori durante il servizio fotografico necessario per la realizzazione del progetto sopraindicato. La produzione si fa garante della totale assenza di scopi economici legati alla realizzazione del progetto sopraindicato.

VIETO altresì l’uso in contesti che ne pregiudichino la dignità personale e il decoro.

Presa visione delle informazioni sopra elencate, le ritengo rispondenti alle mie esigenze.

__________________________________ (FIRMA TUTORE LEGALE)

__________________________________ (FIRMA MINORENNE TUTELATO/A)

Data:_____________________

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Modulo di adesione per le classiProgetto 2014: Ecuador, “Acqua, cucina e calore per le donne di Apahua“ in collaborazione con l’Associazione Pakarimuy

Questo Modulo di adesione è utilizzabile dall’insegnante o dal rappresentante di classe per preparare un ordine collettivo di acquisto di Librisolidali. I libri saranno consegnati presso la scuola entro il 17 dicembre 2014. Ogni Librosolidale “adottato” dalle classi diventerà uno strumento di raccolta fondi: i ragazzi – oltre a essere coinvolti in un progetto didattico e formativo – potranno essere stimolati insieme alle loro famiglie a divulgare e distribuire il Librosolidale 2014/15. Avranno infatti la possibilità di acquistarne delle copie e di utilizzarlo come loro regalo di Natale ad amici e parenti (un bellissimo oggetto, carico di contenuti e in particolare arricchito dal loro personale contributo creativo). Della somma raccolta, un terzo resterà alla scuola per contribuire ai progetti d’istituto.

SCUOLA: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………

CLASSE: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………

INDIRIZZO: ……………………………………………………………………………………………………………….. n°………………….

CITTÀ, PROVINCIA: …………………………………………………………………………………………… cap ………………………

PERSONA DI RIFERIMENTO (insegnante, rappresentante di classe)

NOME: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………….

COGNOME: ……………………………………………………………………………………………………………………………………….

TELEFONO: ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

E-MAIL: ……………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Siamo stati informati delle finalità dell’Associazione Xmas Project, in particolare del Progetto 2014:

Ecuador, “Acqua, cucina e calore per le donne di Apahua”. Chiediamo di poter aderire al progetto.

Riceveremo n. __________ copie del Librosolidale 2014/15, donando un’offerta minima a volume di

Euro 15,00 e versando la somma totale di Euro ___________ alla consegna del libro*.

__________________________________________________________________________________________

Ai sensi del D.lgs 196/03, autorizzo il trattamento dei miei dati personali. FIRMA: ______________________________________________Si prega di inviare il presente modulo via fax al n° 0270030857, oppure di consegnarlo personalmente a chi vi ha contattato per il progetto, o ancora di inviarlo via e-mail all’Associazione ([email protected]). Prima di inviare i libri richiesti verrà data conferma via e-mail, via fax o telefonicamente.

* Chi effettua donazioni a favore dell’Associazione Xmas Project ONLUS può godere dei benefici fiscali previsti dal D.Lgs. 460/97. Le donazioni in contanti non sono detraibili. A titolo di giustificativo della donazione verrà inviata una ricevuta da parte dell’Associazione.

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Associazione Xmas Project ONLUSC.F. 97297830156

Fax +39 0270030857 – [email protected]

www.xmasproject.it

ContattiPer qualsiasi ulteriore informazione, visitate il nostro sito www.xmasproject.it

o mettevi in contatto con la nostra responsabile dei progetti scolastici:

Responsabile progetto Xmas Project per le Scuole: FEDERICA CAPUZZO

[email protected] / [email protected]

cell. 388.4819165

Grazie per la partecipazione e buon lavoro!