LA POPOLAZIONE DELL’ITALIA MERIDIONALE A …...La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia...

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COMUNE DI BRESCIA Unità di Staff Statistica LA POPOLAZIONE DELL’ITALIA MERIDIONALE A BRESCIA Documenti di lavoro 7/2005 Brescia, 1 dicembre 2005

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COMUNE DI BRESCIA Unità di Staff Statistica

LA POPOLAZIONE DELL’ITALIA MERIDIONALE A BRESCIA

Documenti di lavoro 7/2005

Brescia, 1 dicembre 2005

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Intervento presentato al convegno “Il tempo dell’accoglienza, il tempo dell’integrazione nella città del lavoro” organizzato da Associazione Polymathes con il patrocinio del Comune di Brescia.

Il gruppo di lavoro è composto da Marco Palamenghi e Marco Trentini

La nota è stata stesa da Marco Trentini. NOTE E AVVERTENZE SEGNI CONVENZIONALI Trattino, -, quando il fenomeno non esiste, oppure esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono verificati. COMPOSIZIONE PERCENTUALE E RAPPORTO Le composizioni percentuali ed i rapporti sono arrotondati automaticamente alla prima o seconda cifra decimale. Il totale dei valori percentuali così calcolati può risultare diverso da 100.

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1. INTRODUZIONE L’occasione del convegno di Polymathes permette di focalizzare alcuni aspetti della storia recente della città di Brescia, in particolare quella caratteristica tutta bresciana, vero elemento della brescianità, dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso la via dell’etica del lavoro. Ciò è vero con gli stranieri extracomunitari, cresciuti da livelli minimi ai 25mila di oggi, ma è vero anche per gli italiani che nel corso dei decenni si sono spostati dal Sud alla ricerca di opportunità di lavoro. La nascita di Polymathes ci ricorda che tanta strada è stata fatta. Il fatto che persone appartenenti alle comunità del sud ritengano utile riprendere le fila della propria identità, è un fattore indicativo del superamento dell’accoglienza e del viaggio verso la costruzione di una identità, che oggi è al plurale. Mentre in passato le comunità si strutturavano, e sviluppavano e resistevano nel tempo, grazie alla coincidenza con un territorio ben delimitato (Venezia è forse l’esempio maggiore), oggi assistiamo ad un progressivo allentarsi del legame territoriale che viene sostituito da una pluralità di legami costruiti, naturalmente, intorno al soddisfacimento dei più vari bisogni1. L’identità bresciana, la brescianità, si costruisce così nella pluralità delle appartenenze. Polymathes ci indica il raggiungimento di una tappa del percorso dell’integrazione con la rivendicazione, al positivo, della pluralità dell’identità, dell’essere non più campani, calabresi, siciliani a Brescia, ma campani, calabresi, siciliani bresciani. Senso di appartenenza e comunità (al plurale) La specifica connotazione che definisce una comunità svolge non solo la funzione di descrivere le caratteristiche della comunità stessa, ma la definisce rispetto alle altre comunità. Anzi lo sviluppo del senso di appartenenza avviene proprio attraverso il confronto, e al limite lo scontro, con altre comunità: ci si può definire bresciani solo perché c’è qualche bergamasco. Nessuno si sente terrestre. Accanto a questo primo aspetto occorre rilevare che il senso di appartenenza non è concetto statico proprio perché essendo legato alla popolazione continuamente cambia e si evolve con essa. Se esaminiamo l’evoluzione nel tempo di una comunità possiamo riconoscere tre fasi in cui essa si può trovare. • La prima fase è rappresentata dalla semplice identificazione delle persone

con la comunità. E’ la fase che connota l’integrazione dello straniero o dell’emigrato in un altro contesto: si comincia col perdere l’identità precedente e col definirsi cittadini della nuova comunità. Le chiese, la sede della circoscrizione, le piazze, i bar e i negozi, per

1 E’ il caso, per usare un esempio, delle persone che decidono di prestare la propria opera di volontario non nell’organizzazione di volontariato con la sede più vicina alla propria residenza, ma nell’organizzazione più vicina al proprio modo di sentire i problemi, che magari, è unica in tutta la provincia e magari anche lontana dal luogo di residenza.

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

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semplificare rifacendoci alle funzioni di cui si diceva, sono realizzati e costituiscono i primi punti di riferimento essendo legati alle esigenze quotidiane delle famiglie. La comunità di S. Polo si trova presumibilmente in questa prima fase: nessuno si definisce ancora un “sanpolino”. A riprova di tale atteggiamento basti notare quanto sia massiccia l’evasione dal quartiere per la frequenza alla scuola, o gli acquisti.

• All’identificazione segue la fase della differenziazione, che porta a cogliere e sottolineare la propria specificità rispetto alle altre comunità. I quartieri Marcolini vivono, forse, in questa fase in cui ci si sente abitanti del Sereno o del Violino, e lo si sottolinea, ad esempio, nel nome dell’associazione di volontariato cui si partecipa.

• La terza fase, infine, è rappresentata dall’antagonismo che si esprime, a volte, attraverso una pretesa superiorità rispetto agli altri. L’esempio delle contrade di Siena che “combattono” per contendersi il Palio è emblematico; così come l’esempio, meno colorito a dire il vero, del Carmine.

Le tre fasi rappresentano la scansione temporale e sociale della comunità e portano a considerazione meno banali e teoriche di quello che si potrebbe pensare. In effetti non si può pensare di cementare il senso di appartenenza di una comunità attraverso gli strumenti che fanno leva sull’antagonismo (gli incontri sportivi, ad esempio) quando mancano perfino i riferimenti che permettono l’identificazione, la chiesa le piazze e così via. Per altro verso il rinnovamento attraverso il ricambio della popolazione che necessariamente subiranno alcune realtà di quartiere, come i villaggi Marcolini, agirà in profondità sul senso di appartenenza. Alla fase attuale di antagonismo o differenziazione potrebbe seguire una fase di debole identificazione in cui all’Ente pubblico sarà richiesto di ripensare i punti di riferimento, le scuole ad esempio, in un contesto, tra l’altro, nettamente diverso per quanto riguarda la popolazione ma anche le risorse disponibili. Questo schema semplificato consente di valutare appieno anche comportamenti particolari come, ad esempio, quelli delle comunità straniere di Brescia. Da Comune di Brescia, Unità di Staff Statistica, Comune e Comunità, Analisi&Proposte, n. 1/1997. Quantificare la presenza della gente del Sud a Brescia non è semplice, dal momento che grandi movimenti di popolazione interni al nostro Paese si sono succeduti negli anni a partire dall’unificazione d’Italia. Qualsiasi criterio si utilizzi comporta un certo grado di approssimazione. Utilizziamo, in questa nota, il criterio del luogo di nascita, in particolare della regione di nascita, come elemento distintivo. Coglieremo, in questo modo, solo la prima generazione migratoria, recente o antica che sia, vale a dire coloro che nati al Sud hanno trasferito definitivamente la residenza a Brescia, e a Brescia sono rimasti. Si tratta delle persone che hanno stabilizzato la presenza e che sono approdate a Brescia con un progetto di vita più stabile, lontano dai luoghi natali. Infine non avendo a disposizione le storie individuali e familiari consideriamo il fenomeno in termini statici, confrontando le istantanee della popolazione nel tempo. Le nostre fonti di dati sono rappresentate dai censimenti più recenti, dal 1981 al 2001, e dall’anagrafe al 2004.

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2. LA POPOLAZIONE Sono oltre 15mila i residenti a Brescia nel 2004 che erano nati in una delle sei regioni del Sud; erano quasi 12mila nel 1981. Notiamo, per altro, la scarsa incidenza dei nati in altre regioni esclusa la Lombardia, a segnalarci una migrazione molto più selettiva, nei termini delle caratteristiche sociali e professionali dei migranti, dal centro-nord rispetto a quella proveniente del Sud. In effetti sono appena 10mila, pari al 5%, i nati in regioni non del Sud, ovviamente esclusa la Lombardia. Pochi, quindi, e che si sono spostati con obiettivi più selettivi in termini di lavoro. Tabella 1 Popolazione residente nata nelle regioni del Sud

Censimenti Anagrafe 2004 Regione di nascita 1981 1991 2001 v.a. %

Basilicata 484 466 491 491 3,3Calabria 1455 1777 1543 1887 12,6Campania 3066 3583 4247 4343 28,9Puglia 2477 2705 3047 3115 20,8Sardegna 840 832 852 866 5,8Sicilia 3531 4104 4290 4308 28,7Totale 11853 13467 14470 15010 100,0% sui residenti 5,8 7,0 7,9 7,7 -Totale 203017 191300 184318 195554 -Di cui Brescia 114192 107421 106275 102140Lombardia 57583 50727 39543 39801Altre regioni 14367 12873 10673 10631Estero 4383 6197 12846 20594 È una crescita lenta, ma costante, quella delle genti del Sud verso Brescia: l’incremento, che in percentuale raggiunge il 27%, porta ad un aumento dell’incidenza sulla popolazione residente in complesso dal 6 all’8%. Questo dati è in controtendenza rispetto alle altre Regioni del centro, con esclusione del Lazio, e del Nord, per le quali si assiste ad una riduzione dei residente consistente sia in termini assoluti che relativi.

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

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Figura 1 Variazione dei residenti dal 1981 al 2004 per regione di nascita.

-50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50

VENETOFRIULI VENEZIA

LOMBARDIAPIEMONTETOSCANA

MARCHEVALLE D'AOSTA

EMILIAALTO ADIGE

LIGURIAABRUZZO

UMBRIAMOLISE

BASILICATASARDEGNA

LAZIOSICILIAPUGLIA

CALABRIACAMPANIA

Riduzione Aumento

All’interno dell’area del Sud le provenienze sono concentrate sulle tre grandi regioni Campania, Sicilia e Puglia, e all’interno di queste Regioni sette province comprendono, da sole oltre il 50% dei residenti. Un peso particolare hanno le province di Napoli, che da sola conta per il 15,2% dei residenti, di Bari (7,5%), Salerno (6,6%), Palermo (6%), Catania (5,6%), Foggia (5,2%). Quanto ai Comuni, Napoli precede tutti con ben 1234 persone (pari all’8% del totale dei residenti del Sud) ed è seguita a distanza da Palermo (che con 618 persone rappresenta il 4%) e via a scalare rapidamente. La presenza dei grandi comuni, capoluogo di Regione o di Provincia, è prevedibile, mentre meno prevedibile è la presenza di alcune città medio-grandi come Marsala,Cerignola e Trani. Figura 2 Residenti nati nel Sud: principali comuni di nascita.

0 200 400 600 800 1000 1200 1400

TraniCosenza

CerignolaCatanzaro

MarsalaLecce

CagliariSiracusa

AgrigentoSalernoTarantoFoggia

Reggio di CalabriaMessina

BariCataniaPalermo

Napoli

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Tabella 2 Popolazione residente nata nelle regioni del Sud. Principali comuni di nascita

Regione Descrizione V.a % sui residenti nati nella stessa

regione

% sui residenti nati in una

regione del Sud

Calabria Reggio di Calabria 306 16,2 2,0 Calabria Catanzaro 114 6,0 0,8 Calabria Cosenza 105 5,6 0,7 Calabria Primi tre comuni 525 27,8 3,5 Campania Napoli 1234 28,4 8,2 Campania Salerno 227 5,2 1,5 Campania Primi due comuni 1461 33,6 9,7 Puglia Bari 373 12,0 2,5 Puglia Foggia 278 8,9 1,9 Puglia Taranto 274 8,8 1,8 Puglia Lecce 119 3,8 0,8 Puglia Cerignola 112 3,6 0,7 Puglia Trani 100 3,2 0,7 Puglia Primi sei comuni 1256 40,3 8,4 Sardegna Cagliari 129 14,6 0,9 Sicilia Palermo 618 14,3 4,1 Sicilia Catania 450 10,4 3,0 Sicilia Messina 366 8,5 2,4 Sicilia Agrigento 177 4,1 1,2 Sicilia Siracusa 135 3,1 0,9 Sicilia Marsala 114 2,6 0,8 Sicilia Primi sei comuni 1860 43,0 12,4 Questi dati segnalano un aspetto significativo delle migrazioni di ieri, che troviamo, a volte, anche nelle migrazioni di oggi. Non è certamente accidentale la presenza di nuclei provenienti da realtà anche medio piccole, anzi è l’effetto evidente della natura non casuale dei percorsi migratori (nel qual caso ci aspetteremmo maggiori arrivi dai comuni maggiori). La mobilità è l’effetto di processi che coinvolgono gli individui, ma anche le reti parentali e comunitarie. I primi arrivati, i “pionieri”, coloro che esplorano le “nuove terre”, chiamano presso di sé altri della famiglia e della comunità d’origine, a volte addirittura garantendo un inserimento lavorativo nel settore di attività in cui sono riusciti ad inserirsi. La crescita quantitativa crea le condizioni per la formazione della comunità, e la formazione della comunità crea le condizioni per l’accoglienza, per la costruzione della rete di sostegno a favore dei nuovi arrivati, e questo favorisce i nuovi arrivi.

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

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Non stupisce, allora, alla luce di quanto appena visto la presenza di piccole comunità altamente omogenee, non solo per provenienza geografica, ma spesso anche per la carriera lavorativa. La composizione per sesso e regione di nascita mette in evidenza una maggiore presenza di maschi più marcata per i nati in Campania (solo il 46,2% è composto da femmine) e meno per i siciliani e i lucani che sono quasi equamente ripartiti tra maschi e femmine. Tabella 3 Popolazione residente nati in Italia, ma non a Brescia, per regione di nascita e sesso. Anagrafe 2004

Valori assoluti % di colonna Regione

F M T F M T %

femmine Basilicata 245 246 491 3,4 3,1 3,3 49,9Calabria 891 996 1887 12,5 12,6 12,6 47,2Campania 2009 2334 4343 28,2 29,6 28,9 46,3Puglia 1468 1647 3115 20,6 20,9 20,8 47,1Sardegna 405 461 866 5,7 5,9 5,8 46,8Sicilia 2118 2190 4308 29,7 27,8 28,7 49,2Totale 7136 7874 15010 100,0 100,0 100,0 47,5

Il confronto con le altre regioni mette in evidenza, invece, differenze molto significative, che possono essere legate sia alla selezione in relazione all’età, per le comunità di più vecchia immigrazione, sia per la rilevanza della componente maschile nell’immigrazione interna all’Italia per ragioni di lavoro. Figura 3 Tasso di femminilizzazione per regione di nascita

0 10 20 30 40 50 60 70

LombardiaTrentino-Alto Adige

Friuli Venezia GiuliaVeneto

Emilia romagnaPiemonteToscana

LiguriaUmbriaMolise

BasilicataMarche

SiciliaAbruzzoCalabria

PugliaSardegnaCampania

LazioValle d'Aosta

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In effetti i residenti nati nel Nord Italia hanno una durata media di immigrazione nettamente superiore ai nati nel Sud; ad esempio i nati in Lombardia risultavano immigrati 33 anni fa circa, in media; mentre i nati in Veneto erano immigrati, in media, da oltre 30 anni. Vice versa la popolazione di origine campana ha una durata di immigrazione, in media, molto inferiore, pari a 17 anni circa. Oltre la metà dei nati nelle regioni del Sud è immigrata negli ultimi 15 anni, quindi, per converso, l’altra metà risulta residente a Brescia da più di 15 anni, a segnalare una presenza non temporanea ed episodica. Ci sono, ovviamente, differenze tra i comportamenti delle varie regioni di provenienza. In particolare i residenti nati in Campania risultano i più giovani, sia come età media di immigrazione, circa 28 anni, rispetto al 29/30 dei nati nelle altre Regioni, sia come durata della permanenza a Brescia, 17 anni circa contro i 19/20 dei nati nelle altre regioni del Sud. Questi dati confermano quanto già visto. Le comunità del Sud crescono per arrivi continui, costanti, non particolarmente consistenti, di persone, presumibilmente alla ricerca di lavoro o di opportunità di vita. 3. SCUOLA E LAVORO Che le migrazioni interne abbiano avuto, ed abbiano, una motivazione economica di fondo è un dato acquisito. Di maggiore interesse cercare di capire quali sono i percorsi dell’inserimento lavorativo. Partiamo dalla qualità del capitale umano. I dati sulla composizione dei residenti, questa volta al censimento 2001, per titolo di studio e regione mostrano una variabilità regionale marcata, per giunta assai differenziata secondo il titolo di studio. Questi elementi fanno pensare che esista, e sia consistente, quella sorta di “affinità lavorativa” tra comunità e tipologia di lavoro, che per certi aspetti “ingessa” le comunità su stereotipi: quello del pizzaiolo napoletano è forse il più emblematico. Affinità che è il frutto di fattori casuali, in origine, i pionieri trovano lavoro più facilmente in certi settori, e si alimenta sia per l’azione delle reti familiari e comunitarie, che rilanciano la possibilità di inserirsi con queste qualificazioni, sia per l’azione della domanda, del mercato del lavoro, che seleziona le persone sulla base delle, presunte, abilità e competenze della comunità di appartenenza. Guardando alle fasce alte della formazione la percentuale di laureati tra i residenti nati nel Sud è bassa rispetto ai residenti immigrati da altre regioni del centro nord, ma in linea con quella dei nati a Brescia ed in Lombardia. Nell’ambito dei diplomi la situazione è parzialmente diversa con presenze significative di diplomati tra calabresi, campani, pugliesi e lucani, e molto meno significativa tra siciliani e sardi.

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

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Tabella 4 Popolazione residente per titolo di studio e regione di nascita. Percentuali di colonna. Censimento 2001.

Regione di nascita Titolo di studio Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Brescia Estero

Nessun titolo, non sa leggere 0,6 0,8 0,4 0,6 0,6 0,5 0,2 2,2

Nessun titolo, sa leggere 5,6 5,0 3,9 3,7 3,1 5,1 6,8 7,8

Licenza scuola elementare 21,4 17,5 16,9 20,0 23,8 21,2 20,7 13,8

Licenza scuola media inferiore 25,9 24,7 31,2 29,5 38,4 29,0 30,1 35,3

Diploma 30,9 34,9 32,9 31,2 24,5 27,8 30,9 29,3

Diploma non universitario 0,8 0,4 0,6 0,9 0,1 0,4 0,4 1,1

Diploma universitario 1,6 0,9 1,2 1,2 1,3 1,0 0,9 1,4

Laurea 13,2 15,7 12,8 12,9 8,3 15,1 10,0 9,1

Totale 486 1864 4182 3007 846 4231 97887 12534 Figura 4 Percentuale di laureati per regione di nascita. Censimento 2001

0 5 10 15 20 25 30

VALLE D'AOSTASARDEGNA

ESTEROLOMBARDIA

BRESCIACAMPANIA

PUGLIABASILICATA

SICILIAVENETO

CALABRIATOSCANA

TRENTINO-ALTO ADIGEFRIULI VENEZIA GIULIA

EMILIA ROMAGNAPIEMONTEABRUZZO

LAZIOUMBRIAMOLISE

MARCHELIGURIA

% laureati

Troviamo del tutto coerente con quanto appena visto il fatto che i tassi di occupazione siano maggiori tra i nati nelle regioni del Sud rispetto ai nati in altre regioni. La percentuale di occupati dei nati nel Sud non scende sotto il 55% dei residenti con più di 15 anni, con punte del 60% per i campani e del 58% dei calabresi. I tassi di attività (ottenuti sommando anche disoccupati, in cerca di 1^ occupazione ed in attesa di lavoro) raggiungono poi valori eccezionalmente alti, oltre il 65% per i campani.

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Tabella 5 Popolazione residente per condizione professionale e regione di nascita. Percentuali di colonna. Censimento 2001.

Regione di nascita Condizione professionale Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Brescia Estero

Occupata 56,9 58,0 60,1 57,5 56,3 55,3 51,6 60,3

In cerca I occ. 0,8 1,1 1,3 0,9 0,7 0,5 0,9 2,0

Disoccupata 1,7 2,9 3,4 2,6 4,3 3,0 2,3 6,4

In attesa lavoro 0,0 0,4 0,3 0,2 0,5 0,1 0,3 0,3

Studente 0,6 3,5 2,1 2,6 2,1 3,1 9,9 4,9

Casalinga 14,4 13,0 13,6 15,6 14,7 15,3 13,8 17,6

Ritirata dal lavoro 23,1 18,3 16,9 18,8 19,2 20,2 18,9 6,8

Servizio di leva 0,0 0,2 0,1 0,0 0,1 0,1 0,2 0,0

Inabile 1,3 1,0 1,1 0,6 0,9 1,1 0,8 0,5

Altra condizione 1,1 1,6 1,4 1,2 1,2 1,0 1,4 1,3

Totale 471 1789 3991 2898 822 4040 86890 11619

Figura 5 Percentuale di occupati sui residenti per regione di nascita. Censimento 2001

0 10 20 30 40 50 60 70

VALLE D'AOSTAFRIULI VENEZIA

LOMBARDIAVENETO

EMILIA ROMAGNATOSCANAMARCHE

TRENTINO-ALTOUMBRIALIGURIA

PIEMONTEABRUZZOBRESCIA

MOLISESICILIA

LAZIOSARDEGNABASILICATA

PUGLIACALABRIACAMPANIA

ESTERO

% occupati

Significativi anche i tassi di disoccupazione che sono decisamente bassi, non superando il 4% per gli italiani, anche se maggiormente alti per i nati nelle regioni del Sud. Analogamente per i tassi di ricerca di prima occupazione.

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Figura 6 Percentuale di disoccupati sui residenti per regione di nascita. Censimento 2001

0 1 2 3 4 5 6 7

UMBRIAMOLISE

TRENTINO-ALTO ADIGELOMBARDIA

MARCHEVENETO

LAZIOABRUZZOTOSCANA

LIGURIAEMILIA ROMAGNA

BASILICATAFRIULI VENEZIA GIULIA

PIEMONTEBRESCIA

PUGLIACALABRIA

SICILIAVALLE D'AOSTA

CAMPANIASARDEGNA

ESTERO

% disoccupati

Quanto all’attività lavorativa notiamo oltre a fatti noti, come la maggiore incidenza dei residenti nelle regioni del sud come occupati nelle forze armate, alcune conferme a quanto già evidenziato.

Tabella 6 Popolazione residente per attività lavorativa e regione di nascita. Percentuali di colonna. Censimento 2001.

Regione di nascita Attività lavorativa Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Brescia Estero

Forze armate 2,6 1,2 3,0 3,3 1,3 2,3 0,1 0,1

Gestisce un'impresa 7,8 7,5 8,5 7,2 9,2 7,9 11,8 8,0

Attività tecnica alta spec. 15,2 21,2 14,9 15,6 7,9 19,2 13,7 8,0

Attività tec. media qualif. 24,2 23,6 20,8 21,7 15,8 20,3 21,5 13,4

Attività imp. non tecnica 12,6 8,9 10,6 10,3 8,7 8,9 10,1 5,0

Attività vendita o servizio 11,5 8,8 13,1 11,8 13,4 10,6 14,1 11,5

Coltivatore 0,0 0,2 0,2 0,3 0,9 0,3 0,5 0,5

Operaio qualificato 9,7 8,2 9,4 11,9 17,5 11,1 12,3 19,2

Addetto impianti prod. 2,6 7,5 6,9 6,6 7,9 6,7 6,1 9,9

Lavoro operaio 13,8 12,9 12,7 11,3 17,5 12,9 9,9 24,4

Totale 269 1044 2406 1675 469 2246 45284 7059

Il mercato del lavoro offre una occupazione nel lavoro operaio o di servizio non specializzato, o nel lavoro impiegatizio non tecnico con alcune

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significative differenze: oltre il 44% dei calabresi ha una occupazione medio alta, contro un 22% dei sardi, ed un 35% dei nati a Brescia. Figura 7 Percentuale di persone che svolgono un lavoro operaio o di servizio non specializzato per regione di nascita. Censimento 2001

0 5 10 15 20 25 30

LAZIOTOSCANAMARCHELIGURIA

FRIULI VENEZIA GIULIAEMILIA ROMAGNA

UMBRIATRENTINO-ALTO

MOLISEVENETO

ABRUZZOPIEMONTE

VALLE D'AOSTABRESCIA

LOMBARDIAPUGLIA

CAMPANIASICILIA

CALABRIABASILICATASARDEGNA

ESTERO

% occupati che svolgono un lavoro operaio o di servizio non specializzato

Chiudiamo con alcuni dati sul settore di attività economica segnalando la rilevante quota di persone occupate nel settore dei servizi sociali e alle persone, con la rilevante eccezione dei sardi che risultano maggiormente occupati, rispetto agli altri residenti nati nel Sud, in settori come l’agricoltura, o l’industria e le costruzioni. Bassa è l’occupazione dei nati nelle regioni del Sud nel settore del Credito, assicurazioni e dei servizi alla produzione.

Tabella 7 Popolazione residente per settore di attività economica e regione di nascita. Percentuali di colonna. Censimento 2001.

Regione di nascita Settore di attività economica

Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Brescia Estero

Agricoltura e pesca 1,1 0,7 1,0 0,8 2,1 1,1 1,3 2,0

Industria 16,0 17,1 19,0 22,0 29,2 18,6 25,3 43,7

Costruz. e instal. impianti 4,1 2,6 3,2 3,8 3,8 5,2 5,5 5,6

Commercio, trasporti e com. 17,1 17,8 21,0 17,1 22,2 17,5 24,5 18,6

Credito, e servizi alla prod. 5,9 8,4 10,7 10,5 8,3 8,3 16,5 5,9

Servizi sociali e alle persone 55,8 53,4 45,0 45,7 34,3 49,3 26,9 24,1

Organizzazioni extraterritoriali 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1

Totale 269 1044 2406 1675 469 2246 45284 7059

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

12

Figura 8 Percentuale di occupati nel settore dei servizi sociali e alle persone per regione di nascita. Censimento 2001

0 10 20 30 40 50 60

ESTEROBRESCIA

LOMBARDIASARDEGNA

VALLE D'AOSTAPIEMONTE

FRIULI VENEZIA GIULIALIGURIAVENETO

TRENTINO-ALTOEMILIA ROMAGNA

TOSCANACAMPANIA

PUGLIAMOLISESICILIA

LAZIOMARCHE

ABRUZZOUMBRIA

CALABRIABASILICATA

% occupati nel settore dei servizi sociali e alle persone

4. LE FAMIGLIE La presenza dei figli, la costruzione della famiglia, è nella storia delle migrazioni un indicatore dell’avvio di un progetto di vita che accetta la possibile apertura verso il nuovo. La famiglia, per vivere, deve costruire relazioni che sono sì, primariamente, rivolte all’interno della propria rete familiare e comunitaria, ma non può chiudersi all’esterno. L’analisi statica, le istantanee della popolazione, ci permettono di dire qualcosa circa le caratteristiche familiari dei residenti nati nel Sud. Occorre, in questo caso, una certa attenzione: consideriamo nelle elaborazioni tutte le famiglie che hanno almeno una persona nata in una delle sei regioni del Sud. Il primo elemento che consideriamo è proprio la natura omogenea o eterogenea delle famiglie, in base alla presenza esclusiva di componenti nati nella stessa regione del Sud, o di presenza di componenti nati anche in altre regioni. L’eterogeneità della composizione familiare può essere interpretata, anche, come una misura del grado di apertura delle famiglie alla nuova società. Pensiamo, ad esempio, al valore della scelta di far nascere i figli a Brescia oppure nel proprio paese di origine. Se vale questa chiave interpretativa possiamo solo segnalare la grande apertura, e quindi l’elevata integrazione nel nuovo contesto, degli immigrati dal Sud.

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Documenti di lavoro 7/2005

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Tabella 8 Famiglie con almeno un residente nato nelle regioni del Sud, per tipologia familiare e omogeneità. Anagrafe 2004

Tipologia familiare Famiglie Comp. Dimen-sione media

Famiglie miste

Famiglie omo-genee

% famiglie omo-genee

Femmina sola 1357 1357 1,0 - 1357 100,0 Maschio solo 1537 1537 1,0 - 1537 100,0 Coppia sola 1873 3746 2,0 1190 683 36,5 Coppia con figli 3725 13621 3,7 3296 429 11,5 Madre con figli 645 1577 2,4 456 189 29,3 Padre con figli 188 447 2,4 152 36 19,1 Altro tipo 995 3303 3,3 759 236 23,7 Totale 10320 25588 2,5 5853 4467 43,3 Troviamo conferma di quanto appena visto dall’analisi delle caratteristiche delle coppie, con e senza figli. Le coppie omogame, vale a dire composte da partner nati nella stessa regione, costituiscono una percentuale variabile ma in media non superiore al 40% delle coppie. Anche in questo caso le differenze regionali appaiono marcate: si va da un minimo del 23% di coppie omogame tra quelle che hanno persona di riferimento nata in Sardegna, ad un massimo del 43% d coppie omogame con persona di riferimento nata in Campania. Significativo è, quindi, il dato delle coppie eterogame. La maggior parte di queste coppie (due su tre) sono costituite da un uomo nato nel sud e da una donna non nata nel sud, anche in questo caso con differenze tra le regioni. Tabella 9 Coppie per composizione e per regione di nascita della persona di riferimento. Anagrafe 2004

Coppie eterogame % coppie eterogame Regione di nascita della persona di riferimento

Coppie omogame lui del sud e

lei non del sud

lei del sud e lui non del

sud

Totale % coppie omogame lui del sud e

lei non del sud

lei del sud e lui non del

sud Basilicata 51 75 47 173 29,5 43,4 27,2Calabria 206 252 163 621 33,2 40,6 26,2Campania 636 534 282 1452 43,8 36,8 19,4Puglia 387 448 270 1105 35,0 40,5 24,4Sardegna 71 144 93 308 23,1 46,8 30,2Sicilia 589 543 335 1467 40,1 37,0 22,8Totale 1940 1996 1190 5126 37,8 39,7 23,3 Quanto alle caratteristiche tipologiche e dimensionali delle famiglie, consideriamo solo quelle che hanno una persona di riferimento nata in una delle regioni del Sud. Notiamo immediatamente alcuni aspetti. La minore incidenza del tipo femmina sola rispetto al dato cittadino, anche per la minore età delle immigrate.

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia

14

Le famiglie di altri tipo costituiscono, invece, una percentuale in linea con il dato cittadino.

Tabella 10 Famiglie per tipologia e regione di nascita della persona di riferimento. Anagrafe 2004

Tipologia familiare Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia Altra regione di

nascita Femmina sola 15,8 14,6 13,7 15,2 18,4 17,3 24,5Maschio solo 14,5 19,3 18,0 18,9 20,2 15,3 17,5Coppia sola 18,0 13,3 16,5 17,9 13,8 17,6 16,1Coppia con figli 34,7 34,9 35,0 32,2 29,4 32,2 23,8Madre con figli 8,0 7,7 7,0 5,9 6,3 7,5 7,8Padre con figli 1,3 2,1 2,0 2,1 1,8 2,2 1,4Altro tipo 7,7 8,1 7,8 7,8 10,1 7,9 9,0Totale 311 1096 2481 1815 544 2494 82436Dimensione media 2,4 2,4 2,4 2,3 2,2 2,4 2,1 L’elevata percentuale di coppie con figli, che raggiungono percentuali di 10% superiori rispetto alla media cittadina in particolare tra calabresi, campani e siciliani. Il numero di figli si colloca intorno al valore di 1,7, assai vicino al dato cittadino che è di 1,6 figli. Tabella 11 Famiglie per regione di nascita della persona di riferimento e numero di figli. Anagrafe 2004

Regione di nascita della persona di riferimento

Numero medio di figli

% di famiglie con 1 figlio

% di famiglie con 2 figli

% di famiglie con 3 e più

figli Basilicata 1,5 50,9 44,4 4,6 Calabria 1,7 45,8 42,9 11,3 Campania 1,7 44,0 43,6 12,4 Puglia 1,7 48,5 40,0 11,5 Sardegna 1,5 56,3 38,1 5,6 Sicilia 1,7 42,4 48,3 9,3 Altra regione di nascita 1,6 52,5 38,7 8,8 I comportamenti tra le differenti comunità sono evidenti non appena guardiamo alla distribuzione delle coppie con figli per numero di figli. Si nota una maggiore rilevanza delle famiglie numerose tra quelle con persona di riferimento nata in Campania, Puglia e Calabria, mentre le famiglie con persona di riferimento nata in Basilicata o Sardegna hanno dimensioni nettamente più piccole. Le famiglie piccole sono, di conseguenza, molto presenti tra le coppie con persona di riferimento nata in Sardegna.

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APPENDICE STATISTICA

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia – Appendice statistica

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Tabella 12 Residenti nelle famiglie per regione di nascita e sesso. Valori assoluti, percentuali di riga e percentuali di colonna Censimento 1981

Valori assoluti Valori percentuali di riga Valori percentuali di colonna

Regione di nascita

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Abruzzo 352 287 639 55,1 44,9 100,0 0,9 0,6 0,8Alto Adige 445 600 1045 42,6 57,4 100,0 1,2 1,3 1,2Basilicata 257 227 484 53,1 46,9 100,0 0,7 0,5 0,6Calabria 780 675 1455 53,6 46,4 100,0 2,1 1,4 1,7Campania 1717 1349 3066 56,0 44,0 100,0 4,6 2,9 3,6Emilia Romagna 1132 1355 2487 45,5 54,5 100,0 3,0 2,9 2,9Friuli Venezia Giulia 368 524 892 41,3 58,7 100,0 1,0 1,1 1,1Lazio 573 501 1074 53,4 46,6 100,0 1,5 1,1 1,3Liguria 395 413 808 48,9 51,1 100,0 1,1 0,9 1,0Lombardia 24056 33527 57583 41,8 58,2 100,0 64,2 71,4 68,2Marche 308 322 630 48,9 51,1 100,0 0,8 0,7 0,7Molise 89 71 160 55,6 44,4 100,0 0,2 0,2 0,2Piemonte 629 880 1509 41,7 58,3 100,0 1,7 1,9 1,8Puglia 1332 1145 2477 53,8 46,2 100,0 3,6 2,4 2,9Sardegna 479 361 840 57,0 43,0 100,0 1,3 0,8 1,0Sicilia 1941 1590 3531 55,0 45,0 100,0 5,2 3,4 4,2Toscana 624 677 1301 48,0 52,0 100,0 1,7 1,4 1,5Umbria 128 108 236 54,2 45,8 100,0 0,3 0,2 0,3Valle d'Aosta 18 23 41 43,9 56,1 100,0 0,0 0,0 0,0Veneto 1856 2328 4184 44,4 55,6 100,0 5,0 5,0 5,0Totale 37479 46963 84442 44,4 55,6 100,0 100,0 100,0 100,0

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Documenti di lavoro 7/2005

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Tabella 13 Residenti nelle famiglie per regione di nascita e sesso. Valori assoluti, percentuali di riga e percentuali di colonna Censimento 1991

Valori assoluti Valori percentuali di riga Valori percentuali di colonna

Regione di nascita

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Abruzzo 334 281 615 54,3 45,7 100,0 1,0 0,6 0,8Alto adige 405 573 978 41,4 58,6 100,0 1,2 1,3 1,3Basilicata 246 220 466 52,8 47,2 100,0 0,7 0,5 0,6Calabria 977 800 1777 55,0 45,0 100,0 2,9 1,8 2,3Campania 1931 1652 3583 53,9 46,1 100,0 5,7 3,8 4,6Emilia Romagna 1026 1237 2263 45,3 54,7 100,0 3,0 2,8 2,9Friuli Venezia Giulia 329 462 791 41,6 58,4 100,0 1,0 1,1 1,0Lazio 613 536 1149 53,4 46,6 100,0 1,8 1,2 1,5Liguria 340 402 742 45,8 54,2 100,0 1,0 0,9 1,0Lombardia 20611 30116 50727 40,6 59,4 100,0 60,7 68,9 65,3Marche 273 295 568 48,1 51,9 100,0 0,8 0,7 0,7Molise 84 72 156 53,8 46,2 100,0 0,2 0,2 0,2Piemonte 550 668 1218 45,2 54,8 100,0 1,6 1,5 1,6Puglia 1408 1297 2705 52,1 47,9 100,0 4,1 3,0 3,5Sardegna 466 366 832 56,0 44,0 100,0 1,4 0,8 1,1Sicilia 2149 1955 4104 52,4 47,6 100,0 6,3 4,5 5,3Toscana 540 626 1166 46,3 53,7 100,0 1,6 1,4 1,5Umbria 124 108 232 53,4 46,6 100,0 0,4 0,2 0,3Valle d'Aosta 21 15 36 58,3 41,7 100,0 0,1 0,0 0,0Veneto 1554 2020 3574 43,5 56,5 100,0 4,6 4,6 4,6Totale 33981 43701 77682 43,7 56,3 100,0 100,0 100,0 100,0

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia – Appendice statistica

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Tabella 14 Residenti nelle famiglie per regione di nascita e sesso. Valori assoluti, percentuali di riga e percentuali di colonna Censimento 2001

Regione di nascita

Valori assoluti Valori percentuali di riga Valori percentuali di colonna

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

Abruzzo 276 235 511 54,0 46,0 100,0 1,0 0,6 0,8Alto Adige 331 492 823 40,2 59,8 100,0 1,1 1,4 1,3Basilicata 247 244 491 50,3 49,7 100,0 0,9 0,7 0,8Calabria 810 733 1543 52,5 47,5 100,0 2,8 2,0 2,4Campania 2277 1970 4247 53,6 46,4 100,0 7,9 5,4 6,5Emilia Romagna 799 993 1792 44,6 55,4 100,0 2,8 2,7 2,7Friuli Venezia Giulia 261 353 614 42,5 57,5 100,0 0,9 1,0 0,9Lazio 609 544 1153 52,8 47,2 100,0 2,1 1,5 1,8Liguria 285 339 624 45,7 54,3 100,0 1,0 0,9 1,0Lombardia 16137 23406 39543 40,8 59,2 100,0 56,0 64,4 60,7Marche 236 249 485 48,7 51,3 100,0 0,8 0,7 0,7Molise 72 77 149 48,3 51,7 100,0 0,2 0,2 0,2Piemonte 421 551 972 43,3 56,7 100,0 1,5 1,5 1,5Puglia 1599 1448 3047 52,5 47,5 100,0 5,5 4,0 4,7Sardegna 455 397 852 53,4 46,6 100,0 1,6 1,1 1,3Sicilia 2221 2069 4290 51,8 48,2 100,0 7,7 5,7 6,6Toscana 431 519 950 45,4 54,6 100,0 1,5 1,4 1,5Umbria 109 106 215 50,7 49,3 100,0 0,4 0,3 0,3Valle d'Aosta 20 13 33 60,6 39,4 100,0 0,1 0,0 0,1Veneto 1245 1618 2863 43,5 56,5 100,0 4,3 4,5 4,4Totale 28841 36356 65197 44,2 55,8 100,0 100,0 100,0 100,0

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Documenti di lavoro 7/2005

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Tabella 15 Popolazione residente per regione di nascita ordinata sulla frequenza 2004

Censimenti Anagrafe 2004 Regione di nascita

1981 1991 2001 v.a %

Lombardia 57583 50727 39543 39801 61,1

Campania 3066 3583 4247 4343 6,7

Sicilia 3531 4104 4290 4308 6,6

Puglia 2477 2705 3047 3115 4,8

Veneto 4184 3574 2863 2822 4,3

Calabria 1455 1777 1543 1887 2,9

Emilia Romagna 2487 2263 1792 1826 2,8

Lazio 1074 1149 1153 1148 1,8

Piemonte 1509 1218 972 1056 1,6

Toscana 1301 1166 950 930 1,4

Sardegna 840 832 852 866 1,3

Alto Adige 1045 978 823 774 1,2

Liguria 808 742 624 623 1,0

Friuli Venezia Giulia 892 791 614 604 0,9

Abruzzo 639 615 511 516 0,8

Basilicata 484 466 491 491 0,8

Marche 630 568 485 458 0,7

Umbria 236 232 215 205 0,3

Molise 160 156 149 155 0,2

Valle d’Aosta 41 36 33 30 0,0

Totale 84442 77682 65197 65958 100,0

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Tabella 16 Popolazione residente nati in Italia ma non a Brescia per regione di nascita e sesso. Anagrafe 2004

Valori assoluti % di colonna Regione

F M T F M T

% femmin

e Abruzzo 253 263 516 0,2 0,3 0,3 49,0

Basilicata 245 246 491 0,2 0,3 0,3 49,9

Calabria 891 996 1887 0,9 1,1 1,0 47,2

Campania 2009 2334 4343 2,0 2,5 2,2 46,3

Emilia romagna 1026 800 1826 1,0 0,9 0,9 56,2

Friuli Venezia Giulia 348 256 604 0,3 0,3 0,3 57,6

Lazio 527 621 1148 0,5 0,7 0,6 45,9

Liguria 338 285 623 0,3 0,3 0,3 54,3

Lombardia 23840 15961 39801 23,2 17,2 20,4 59,9

Marche 227 231 458 0,2 0,2 0,2 49,6

Molise 79 76 155 0,1 0,1 0,1 51,0

Piemonte 589 467 1056 0,6 0,5 0,5 55,8

Puglia 1468 1647 3115 1,4 1,8 1,6 47,1

Sardegna 405 461 866 0,4 0,5 0,4 46,8

Sicilia 2118 2190 4308 2,1 2,4 2,2 49,2

Toscana 512 418 930 0,5 0,4 0,5 55,1

Trentino-Alto Adige 463 311 774 0,5 0,3 0,4 59,8

Umbria 105 100 205 0,1 0,1 0,1 51,2

Valle d'Aosta 13 17 30 0,0 0,0 0,0 43,3

Veneto 1625 1197 2822 1,6 1,3 1,4 57,6

Totale 37081 28877 65958 100,0 100,0 100,0 56,2

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Documenti di lavoro 7/2005

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Figura 9 Percentuale di diplomati (diploma + diploma non universitario + diploma universitario) per regione di nascita. Censimento 2001

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

LOMBARDIASARDEGNA

VENETOSICILIA

TRENTINO-ALTO ADIGEESTERO

BRESCIAFRIULI VENEZIA GIULIA

MOLISEEMILIA ROMAGNA

BASILICATAPUGLIAUMBRIA

TOSCANAMARCHE

CAMPANIAABRUZZOCALABRIA

LIGURIAPIEMONTE

LAZIOVALLE D'AOSTA

% diplomati

Figura 10 Percentuale di persone in possesso di licenza elementare per regione di nascita. Censimento 2001

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

VALLE D'AOSTAMARCHE

MOLISELIGURIA

ABRUZZOLAZIO

EMILIA ROMAGNAVENETO

TOSCANAPIEMONTECALABRIA

UMBRIAFRIULI VENEZIA GIULIA

LOMBARDIABASILICATA

SICILIAPUGLIA

BRESCIATRENTINO-ALTO ADIGE

CAMPANIAESTERO

SARDEGNA

% in possesso di licenza elementare

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia – Appendice statistica

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Figura 11 Percentuale di persone in cerca di prima occupazione sui residenti per regione di nascita. Censimento 2001

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5

UM BRIAM OLISE

FRIULI VENEZIA GIULIALOM BARDIA

VENETOEM ILIA ROM AGNA

TOSCANAM ARCHE

LAZIOTRENTINO-ALTO

SICILIAPIEM ONTE

LIGURIASARDEGNA

ABRUZZOBASILICATA

BRESCIAPUGLIA

CALABRIACAM PANIA

ESTEROVALLE D'AOSTA

% in cerca di I occupazione

Figura 12 Percentuale di persone che svolgono una attività a media o alta specializzazione per regione di nascita. Censimento 2001

0 10 20 30 40 50 60 70

ESTEROSARDEGNA

BRESCIACAM PANIA

LOM BARDIAPUGLIA

BASILICATASICILIA

M OLISECALABRIA

VENETOPIEM ONTE

LAZIOTOSCANAABRUZZO

UM BRIAEM ILIA ROM AGNA

TRENTINO-ALTOFRIULI VENEZIA GIULIA

LIGURIAM ARCHE

VALLE D'AOSTA

% attività a media o alta specializzazione

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Documenti di lavoro 7/2005

23

Figura 13 Percentuale di persone che svolgono una attività ad alta specializzazione per regione di nascita. Censimento 2001

0 5 10 15 20 25 30 35 40

SARDEGNAESTERO

BRESCIACAM PANIA

BASILICATAPUGLIA

LOM BARDIAVALLESICILIA

CALABRIAPIEM ONTETRENTINO-

LAZIOTOSCANA

VENETOFRIULI

UM BRIAM OLISE

ABRUZZOEM ILIA

LIGURIAM ARCHE

% attività ad alta specializzazione

Figura 14 Percentuale di persone che svolgono una attività nelle forze armate per regione di nascita. Censimento 2001

0 1 2 3 4 5 6 7

VALLE D'AOSTAESTERO

BRESCIALOMBARDIA

TRENTINO-ALTO ADIGELIGURIA

EMILIA ROMAGNAVENETO

CALABRIAMOLISE

SARDEGNAPIEMONTETOSCANAMARCHE

ABRUZZOSICILIA

FRIULI VENEZIA GIULIABASILICATACAMPANIA

UMBRIAPUGLIA

LAZIO

% occupati che svolgono un lavoro nelle Forze Armate

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La popolazione dell’Italia meridionale a Brescia – Appendice statistica

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Figura 15 Percentuale di persone che gestiscono un’impresa per regione di nascita. Censimento 2001

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

VALLE D'AOSTAPUGLIA

CALABRIABASILICATA

SICILIAESTERO

CAMPANIASARDEGNA

TRENTINO-ALTO ADIGEPIEMONTE

MOLISEBRESCIALIGURIA

LAZIOUMBRIAVENETO

FRIULI VENEZIA GIULIAEMILIA ROMAGNA

LOMBARDIAMARCHE

ABRUZZOTOSCANA

% occupati che gestiscono un'impresa