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LA NEWSLETTER DEL TERZO SETTORE Marzo 2019

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LA NEWSLETTER DEL TERZO SETTORE

Marzo 2019

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LA NEWSLETTER DEL TERZO SETTORE (marzo 2019)

RADAR #1LA NEWSLETTER DEL TERZO SETTORE

Care amiche ed amici, con questa prima newsletter vogliamo dedicare uno spazio informativo ri-servato alle molteplici iniziative del “terzo settore”. Ci auguriamo di poter offrire uno strumento che periodicamente riassuma e racconti gli eventi sindacali dell’ultimo mese ai nostri associati e perché no ai simpatizzanti affinché si aggreghino presto alla nostra organizzazione. È questo un settore frammentato, distribuito nel territorio, con orari che spesso non rendono facile l’incontro. La newsletter vuole diventare uno strumento di relazione che aiuta a ricomporre le distan-ze ed a sentirci parte di un progetto che vuole valorizzare le persone che lavorano in questo settore alle quali la nostra organizzazione ha scelto di dedicare maggiori attenzioni.Con questa proposta vi vogliamo offrire spunti di riflessione, una nostra lettura, a volte critica, di un mondo del lavoro in continuo cambiamento sempre più orientato al depauperamento del lavoro più che alla sua valorizzazione.Dare dignità al terzo settore è dare dignità alle persone che vi lavorano con dedizione e competenza, lavorano bene e tanto ma sono pagate poco!Nei rinnovi contrattuali ci siamo dati l’obbiettivo di recuperare la distanza dagli altri contratti, ecco perché i contratti sottoscritti sono tutti con aumenti superiori al 5% ed in questa direzione sono orientati anche i prossimi rinnovi.Iniziamo questa esperienza della newsletter con una piccola redazione che ha le stesse caratteristiche di tutta la nostra attività sindacale, attende la disponibilità di ognuno di voi, rimaniamo infatti in atte-sa che ci inviate anche i vostri contributi. Infine, ci auguriamo che qualcuno si renda disponibile per affiancare Massimiliano e Silvia che con me hanno accettato questa sfida.

Buon lavoro a tutti!Un caro saluto

SEGRETARIO NAZIONALE CISL FP

FRANCO BERARDI

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INDICE DELLE NEWS

INFO CONTRATTICooperative Sociali verso il rinnovo: Il punto sulla trattativa

CCNL UNEBA: passi avanti su tempo determinato, part-time e somministrazione

CCNL Misericordie: finalmente parte il tavolo!

CCNL Opere Valdesi: riparte il tavolo ma sugli aumenti ancora non ci siamo

ANFFAS e ANPAS: sul nostro sito il testo completo dei nuovi CCNL

Il Coordinamento Cisl FP Terzo settore tiene la sua prima assemblea

APPROFONDIMENTIRiforma del Terzo Settore: dagli effetti sul lavoro alle scelte strategiche degli Enti

L’Istat fotografa la crescita del Terzo settore

Dalla stampa: Tiziano Treu (Cnel) sulle prospettive del Terzo settore

NEWSLavoratori Medihospes a rischio per effetto del Decreto sicurezza

Decreto Salvini: l’unica “sicurezza” è la perdita di posti di lavoro

Note: I testi delle principali news e dei documenti sono sul nostro sito internet www.cislfp.it dove possono essere letti e scaricati sul proprio pc. Il servizio delle news è interamente gratuito, laddove le notizie vengono riprese da altre fonti, queste vengono citate.

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COOPERATIVE SOCIALI VERSO IL RINNOVO Il punto sulla trattativa

I l percorso verso il rinnovo del contratto delle Cooperative sociali è complesso, i punti da risolvere sono tanti e li stiamo affrontando tappa dopo tappa, con pazienza e decisione. Possiamo dire però che il mese appena concluso ci ha portati finalmente a uno snodo cruciale, e al cambio di passo

necessario per concludere la trattativa.

Negli ultimi incontri con le centrali cooperative, in particolare, siamo riusciti a fissare alcuni impor-tanti punti fermi. Abbiamo scongiurato l’introduzione di deroghe alla percentuale unica del 30% per il ricorso al lavoro a termine e in somministrazione; spostato al livello territoriale la possibilità di definire tipologie ulteriori di servizio a cui applicare le norme di garanzia dei servizi essenziali, lasciando a livello aziendale la determinazione dei contingenti; abbiamo ottenuto l’introduzione di nuovi istituti, come il permesso per le donne vittime di violenza, l’indennità di funzione ad hoc per il personale delle cooperative di tipo B temporaneamente coinvolto nei progetti di inserimento di lavoratori svantaggiati.

È stato inoltre implementato il sistema di classificazione introducendo nuove profili professionali e rafforzando le verifiche e il monitoraggio anche di carattare nazionale rispetto alla definizione di nuo-ve figure sul secondo livello di contrattazione. Un argomento particolarmente delicato è il part time, poiché se da un lato viene incontro alle esigen-ze di flessibilità e conciliazione vita-lavoro, dall’altro viene utilizzato da alcune cooperative in maniera

INFO CONTRATTI

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distorta e strumentale. Il nuovo testo abbassa la soglia massima di utilizzo del lavoro supplementare, recepisce diritti e priorità di trasformazione da full-time a part-time e viceversa, come previsto dalla normativa vigente, e prevede un sistema di verifiche a livello aziendale. Anche grazie a momenti di duro confronto, nei mesi scorsi è stata completata la rivisitazione dell’ar-ticolo 1 sugli ambiti di applicazione del contratto, inserendo il riferimento alle imprese sociali e prevedendo in maniera chiara l’applicazione ai soci-lavoratori della parte normativa del contratto. L’articolo sulla struttura della contrattazione stabilisce nuovi termini per le procedure di rinnovo, il potenziamento della contrattazione di secondo livello e l’ampliamento delle materie da trattare a livello territoriale, ad esempio alla definizione di forme di orario flessibile e di linee guida per la “banca ore”. Sempre al secondo livello si definiranno ulteriori attività in materia di lavoro stagionale e il Premio Territoriale di risultato che sostituirà l’ERT, attraverso indicatori economici e di qualità, potendo così applicare la detassazione prevista dalla norma. Un ulteriore importante risultato è sta-to l’inserimento del confronto in luogo dell’informazione sul livello aziendale sull’organizzazione del lavoro. Riguardo al tempo determinato è stata fissata la durata massima a 36 mesi, a fronte però dell’obbligo di stabilizzare il 20% del personale precario e di introdurre percentuali unificate per tem-pi determinati e lavoratori somministrati (fatta comunque salva l’applicazione delle disposizioni del Decreto dignità). E abbiamo posto la necessità di formulare in maniera più chiara la previsione della retribuzione mensilizzata, al fine di superare gli usi distorti del pagamento a ore.L’assistenza sanitaria integrativa è stata definita quale diritto soggettivo del lavoratore andando a de-finire con apposite linee guida le prestazioni minime da garantire al fine di superare l’attuale disomo-geneità. Gli ultimi incontri del 5 e 6 marzo sono stati utili per sciogliere gli ultimi nodi di carattere normativo e allo stesso tempo di avviare il confronto sulla parte economica. Nell’articolo 51 sull’orario di lavoro si è condiviso di affermare il principio del diritto alle 11 ore di riposo giornaliero continuativo restringendo il campo della deroga, che resta a 8 ore, solo per i lavo-ratori turnisti h24, superando le preesistenti e generiche “esigenze di organizzazione del servizio” che di fatto permettevano di programmare turnazioni utilizzando una deroga aperta. Nella nuova formu-lazione sono stati elencati i casi nei quali è possibile derogare alle 11 ore di riposo inserendo di fatto una precisa perimetrazione.

Per quanto concerne l’art. 57 relativo all’obbligo di residenza in struttura si è stabilito di demandare alla definizione delle parti a livello aziendale l’individuazione dei servizi, delle figure professionali nonché il numero dei servizi negli ambiti di occasionalità. Nell’articolo 85 abiti di servizio sono stati inseriti i tempi di vestizione rinviando alla contrattazione di secondo livello le modalità di fruizione. Durante l’ultima parte del confronto, protrattosi fino a tarda notte, è stata avviata la discussione sulla parte economica. Le OO.SS. hanno ribadito che gli aumenti tabellari dovranno essere in linea con gli

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aumenti già concordati e sottoscritti negli altri CCNL di settore, comunque ritenendo non accetta-bili proposte economiche inferiori alla soglia minima di 75 euro, così come per la vigenza che dovrà essere 2017-19. È stata affiancata a questa proposta di aumento tabellare la possibilità di introdurre la quattordicesima mensilità quale risposta economica complessiva di aumento della retribuzione annua lorda. Le Centrali hanno comunicato che avvieranno i dovuti approfondimenti con le proprie delegazioni, sottolineando le diverse criticità che permangono sul territorio nazionale. È stata infine individuata la data del 20 marzo per proseguire ad oltranza il confronto e tentare di giungere al rinnovo del CCNL.

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CCNL UNEBAPassi avanti su tempo determinato, part-time e somministrazione

I l percorso verso il rinnovo del CCNL Uneba prosegue per tavoli ri-stretti e tavoli tecnici, viste le difficoltà riscontrate durante gli ultimi incontri nei quali, sostanzialmente, non c’erano state aperture da parte datoriale sul nodo delle

risorse economiche. Il tavolo in modalità ristretta sarà utile a sbloccare la stasi, soprattutto sul punto chiave delle risorse destinate agli aumenti tabellari. Intanto il tavolo tecnico avviato a novembre sta producendo dei passi avanti dal punto di vista dell’aggiornamento normativo dell’articolato, in par-ticolare con il recepimento delle nuove norme in materia di mercato del lavoro e relativi rinvii alla contrattazione collettiva.

Negli ultimi due incontri abbiamo fatto sostanziali passi avanti con la riformulazione degli articoli relativi al tempo determinato, al part-time e alla somministrazione. Abbiamo condiviso una parziale riscrittura di tali articoli in base a quanto stabilito dalla nuova normativa, lasciando per il momento aperte le definizioni delle percentuali relative ai contratti a termine, la durata massima e la percentuale unica di ammissibilità, le percentuali del lavoro supplementare, le clausole elastiche con le rispetti-ve maggiorazioni da definire in seguito, nel quadro di una valutazione complessiva dell’impianto. Rispetto alle maggiori flessibilità richieste da Uneba, abbiamo ribadito che devono andare di pari passo con una maggiore stabilità dei rapporti di lavoro e l’implementazione dei relativi diritti e tutele. Abbiamo consegnato a Uneba un documento unitario contenente una completa riformulazione degli articoli, in linea con la normativa vigente. Un particolare focus è stato dedicato al lavoro frazionato, che compare sia nell’articolo sul tempo parziale, sia in quello relativo all’orario di lavoro. Per quanto l’attuale formulazione sia volta a contenere tale modalità organizzativa, a livello territoriale ne sono

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stati riscontrati vari casi di utilizzo penalizzante per le lavoratrici e i lavoratori. Per questo come CISL FP abbiamo proposto di rivisitare completamente le parti che citano il lavoro frazionato e di vie-tarne l’uso per le prestazioni socio-assistenziali-sanitarie, anche alla luce dell’attuale normativa, più stringente in materie di riposi e relative deroghe. Continueremo su questi temi al prossimo incontro tecnico il 18 marzo.

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CCNL MISERICORDIEFinalmente parte il tavolo!

C on notevole ritardo rispetto alla presentazione della piattaforma, è partito nei giorni scorsi il tavolo per il rinnovo del contratto nazionale delle Misericordie. In apertura di confronto l’associazione ci ha rappresentato le

situazioni di difficoltà in cui versano diverse strutture distribuite nelle regioni. Difficoltà che come organizzazioni sindacali ci siamo resi disponibili ad affrontare, mettendo allo stesso tempo bene in chiaro che consideriamo non più rinviabile la sottoscrizione del CCNL, e che questo dovrà necessa-riamente allinearsi agli altri contratti già sottoscritti nel terzo settore.

Ci siamo impegnati inoltre a provvedere all’aggiornamento del testo contrattuale alle nuove norma-tive e ad inoltrarlo alle controparti in tempi brevi, in modo che già al prossimo incontro – fissato per il 28 marzo prossimo – si possa entrare nel vivo del confronto e procedere a passi spediti verso il rinnovo.

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CCNL OPERE VALDESI Riparte il tavolo ma sugli aumenti ancora non ci siamo

S i è riaperto in questi giorni dopo una lunga sospensione il con-fronto sul rinnovo del CCNL Opere Valdesi, che si era arenato quando la riformulazione della parte normativa era quasi conclusa e si stava tentando di

definire la parte economica. Siamo ripartiti da quanto già condiviso, rivedendo le materie sulle quali incidono le nuove disposizioni introdotte nel frattempo dal Decreto Dignità, oltre ad alcuni argo-menti rimasti in sospeso.

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Abbiamo condiviso anzitutto la decorrenza del CCNL che sarà 2017-2019. Entrando nel merito dei singoli articoli, sarà aggiornato quello relativo al tempo determinato per adeguarlo alle nuove limita-zioni temporali (12 mesi senza causali, 24 mesi con) alla riduzione da 5 a 4 di proroghe e rinnovi, alle causali previste dalla legge e alle percentuali ammissibili del 30% tra contratti a tempo determinato e somministrazione. Su richiesta della parte datoriale si è avviato il confronto in materia di lavoro stagionale, specie per quanto concerne le attività di soggiorno e le strutture ricettive alberghiere. Da parte nostra abbiamo evidenziato la necessità di perimetrare meglio la stagionalità, al fine di evitare utilizzi distorti e penalizzanti per i lavoratori. Altre novità che saranno inserite riguarderanno l’inden-nità di turno di 30 euro per l’obbligo di residenza notturna in struttura, e la specificazione di come calcolare le quote di riserva per i lavoratori svantaggiati.

Un punto critico riguarda invece l’entità dell’aumento: dai 65 euro di cui si era parlato l’anno scorso la parte datoriale è scesa a un’offerta di soli 50 euro, motivandola con le criticità strutturali del sistema dei servizi regionali e in particolare con le tariffe ferme da troppo tempo. Comprendiamo la difficoltà di una situazione comune del resto anche alle altre realtà del Terzo Settore, ma non riteniamo sotto-scrivibile il CCNL a queste condizioni. Abbiamo avviato una riflessione comune per trovare soluzio-ni che tengano insieme le reciproche esigenze.

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ANFFAS E ANPAS Sul nostro sito il testo completo dei nuovi CCNL

N elle scorse settimane abbiamo raggiunto due traguardi impor-tanti con la firma dei contratti collettivi nazionali di ANFFAS e ANPAS. Qui potete trovare il testo di entrambi i ccnl, insieme ai materiali informativi che

abbiamo realizzato per illustrarne i contenuti salienti.

CCNL ANFFAS: https://fp.cisl.it/index.php/component/content/article/37-ultime-news/terzo-settore/223-infocontrat-ti-sottoscritta-ipotesi-di-ccnl-anffas-2017-2019?Itemid=101

CCNL ANPAS: http://fp.cisl.it/pdf/Testo_Siglato_CCNL_2017_2019.pdf

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Il Coordinamento CISL FP Terzo settore tiene la sua prima assemblea

L o scorso 13 febbraio si è riunito per la prima volta il Coordinamen-to nazionale Cisl FP del Terzo settore, al quale hanno partecipato rappresentanti da numerosi territori. Dopo una illustrazione del percorso di riforma che sta

interessando il settore e delle sue possibili implicazioni per l’attività contrattuale, e dopo una ricogni-zione dei lavori in corso ai vari tavoli negoziali con associazioni e centrali cooperative, diversi parte-cipanti sono intervenuti per mettere in evidenza le situazioni dei rispettivi territori e le istanze più importanti, salariali e non, da affrontare nel percorso contrattuale. Istanze che tengono necessaria-mente conto delle diversità esistenti tra le realtà che compongono il settore, nonché dell’evoluzione dei suoi rapporti tanto con i soggetti pubblici quanto con il mercato dei servizi, ma allo stesso tempo dell’obiettivo di ottenere trattamenti adeguati, e armonizzati, per tutte le professionalità.

L’intento della Cisl Fp nell’attivare il coordinamento è rendere sempre più forte e qualificata la sua presenza nei diversi contesti lavorativi del Terzo settore; e a questo scopo l’assemblea ha condiviso, oltre alla consapevolezza delle sfide aperte e degli obiettivi che ci poniamo con questa tornata con-trattuale, anche la designazione di Massimiliano Marzoli quale Coordinatore nazionale. Marzoli sarà il referente per tutte le attività di informazione e formazione oltre a continuare, assieme ad altri colle-ghi, l’attività di supporto ai tavoli contrattuali.

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RIFORMA DEL TERZO SETTORE: Dagli effetti sul lavoro alle scelte strategiche degli Enti

L a Riforma del Terzo Settore, avviata con la Legge 106/2016 e proseguita con l’emanazio-ne dei Decreti Legislativi Servizio Civile (Dlgs.40/17), Cinque per mille (Dlgs. 111/17), Impresa Sociale (Dlgs.112/17), Codice del Terzo Settore (117/2017) ha inteso operare il

riordino normativo di un mondo parcellizzato e sviluppatosi in modo scomposto e disorganico, ma in crescita costante dal punto di vista economico ed occupazionale, nonostante gli anni di crisi eco-nomico-finanziaria.

In questo approfondimento ci occupiamo in particolare di quanto disposto dal D.lgs 112/17 in ma-teria di Impresa Sociale, e dal D.lgs 117/17 riguardante il Codice del Terzo Settore. Per entrambi i Decreti sono stati emanati dei correttivi, che però non hanno modificato la ratio dell’orientamento normativo.

La Riforma, molto complessa e articolata, affida la propria attuazione a numerosi decreti ministeriali e provvedimenti ex post ed è destinata a mutare il ruolo del non profit italiano nell’ambito del welfare e dei servizi affidati agli Enti di Terzo Settore, ma anche ad allargarne gli ambiti operativi e a definire nuove modalità gestionali. Ad esempio, va ad ampliare le aree di attività nelle quali gli Enti di Terzo Settore e le Imprese Sociali potranno cimentarsi, aprendo di fatto il mondo del non profit a possibilità

APPROFONDIMENTI

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di natura commerciale, a nuove opportunità di finanziamento e anche ad un diverso rapporto con la Pubblica Amministrazione, meno improntato a meccanismi competitivi (gare di appalto) e più a logiche collaborative (convenzionamenti, accreditamenti, co-progettazione, co-programmazione). In materia di lavoro la Riforma ha tentato di introdurre dei principi rilevanti in un settore frammen-tato, nel quale spesso sono state penalizzate in materia di diritti, tutele e retribuzioni centinaia di mi-gliaia di persone che vi operano in assenza di un contratto collettivo nazionale unico di riferimento. Da questo punto di vista, pur introducendo l’obbligo di applicare trattamenti economici e normativi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali mag-giormente rappresentative, essa lascia irrisolto il problema del dumping contrattuale e salariale che penalizza da sempre i lavoratori impegnati nei servizi.

È stata tuttavia prevista una netta distinzione tra rapporto di lavoro dipendente e volontariato. Per i volontari sono stati disposti specifici limiti numerici e tetti ai rimborsi, oltre all’iscrizione in un apposito registro e la stipula di una specifica assicurazione contro infortuni, malattie connesse alle attività e per la responsabilità civile. Inoltre la qualità di volontario diventa incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo con l’ente di cui il volontario è socio o associato. Rispetto al lavoro subordinato sono stati introdotti alcuni limiti specifici nei trattamenti economici: le retribuzioni annue lorde più alte non potranno essere più di 8 volte superiori rispetto a quelle più basse, e i rispettivi trattamenti non potranno essere inferiori né superiori di oltre il 40% rispetto a quelli previsti dai CCNL di riferimento sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rap-presentative.

Per le Imprese Sociali viene stabilito l’obbligo di definire all’interno di statuti e regolamenti le moda-lità di coinvolgimento dei lavoratori, al fine di garantire loro un’influenza sulle decisioni in materia di lavoro e qualità dei servizi resi, tenendo conto di apposite linee guida da parte del Ministero del Lavoro (ad oggi non ancora emanate) e di quanto previsto nei contratti collettivi. Sicuramente inno-vativa è la previsione della nomina da parte dei lavoratori di componenti all’interno degli Organi di controllo e di amministrazione per le imprese sociali che abbiano i requisiti previsti dall’art. 2435 bis del Codice Civile.

Gli attuali Organismi di Terzo Settore dovranno scegliere se diventare Enti di Terzo Settore o Imprese Sociali, optando di fatto per la non commercialità o la commercialità. Le Cooperative Sociali invece assumono di diritto la qualifica di Impresa Sociale, e con questa un nuovo posizionamento nel mer-cato dei servizi, complice anche l’allargamento degli ambiti di attività previsto dalla Riforma tra cui si evidenziano i servizi sanitari LEA e servizi di educazione istruzione.

Tuttavia i provvedimenti normativi non sono applicabili in toto alle Cooperative Sociali, come chia-risce una recente circolare del Ministero del Lavoro, in quanto restano in vigore sia la legge 381/ 91

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sia, soprattutto, la legge 142/2001 in materia di socio-lavoratore. Restano di fatto irrisolte le criticità che penalizzano i lavoratori e le lavoratrici delle Cooperative Sociali che spesso sono obbligati ad in-staurare il rapporto associativo congiuntamente al rapporto di lavoro subordinato, con le deroghe alla parte normativa del CCNL che questo a volte comporta in base a statuti e regolamenti. È evidente quindi che, se da un lato la Riforma è intervenuta in modo apprezzabile nella direzione di ricomporre la frammentazione di un universo di soggetti cresciuto disordinatamente con i relativi effetti negativi sul lavoro, dall’altro presenta diverse lacune che lasciano irrisolti i crescenti problemi di chi opera nel settore, tra cui - oltre alla mancata revisione della norma in materia di socio-lavoratore - l’esclusione delle forme di partecipazione e coinvolgimento per i lavoratori delle Cooperative Sociali e la mancata previsione di un contratto unico di settore.

I prossimi mesi vedranno il completamento della Riforma, per cui tutte le organizzazioni senza scopo di lucro dovranno compiere delle scelte strategiche e organizzative e cambieranno profondamente i parametri di riferimento e di giudizio del non profit italiano.

In attesa dell’emanazione del Decreto chiave di istituzione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, che segnerà la conclusione dell’attuale periodo di transizione e costituirà lo spartiacque tra un prima e un dopo per tutti i soggetti oggi iscritti ai registri del Volontariato, dell’Associazionismo e delle ONLUS, vi è già una prima importante data simbolo. Il 3 agosto 2019 è il termine stabilito per gli adeguamenti statutari necessari a far sì che chi oggi è iscritto ai Registri possa allinearsi alle nuove prescrizioni e acquisire la nuova qualifica giuridica di ETS. La Riforma però non ha modificato il Co-dice Civile, lasciando la possibilità di scegliere se acquisirla o meno. Ad ogni modo gli Enti hanno già avviato un ripensamento complessivo dal punto di vista organizzativo e gestionale, con una riflessio-ne ad ampio raggio rispetto alle scelte e ai percorsi da intraprendere che in ogni caso dovranno essere votati alla trasparenza e alla legalità, pena la perdita dello status acquisito e dei benefici fiscali.

PER SAPERNE DI PIÙ:• L. n.106 3/7/2016 - Delega al Governo per la riforma del Terzo settore

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/06/18/16G00118/sg

• DLGS n.112 del 3/7/2017 - Revisione della disciplina delle Imprese sociali http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/07/19/17G00124/sg

• DLGS 117/2017 - CODICE DEL TERZO SETTORE http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/08/2/17G00128/sg

• DLGS n.105 del 3/8/2018 - Decreto correttivo al Codice del Terzo Settore http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/09/10/18G00131/sg

• DLGS n.95 del 20/7/2018 - Decreto correttivo alla disciplina delle Imprese sociali http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/08/10/18G00120/sg

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L’Istat fotografa la crescita del Terzo settore

L’ economia arranca ma il terzo settore non smette di espandersi. Lo rivela l’ultimo censimento dell’Istat, che elabora dati del 2016, ma di fatto conferma una tendenza di lungo periodo che

nemmeno la crisi di inizio decennio ha potuto invertire.

Nel 2016 gli enti non profit attivi in Italia sono 343.432 (+2,1% rispetto all’anno precedente) e com-plessivamente impiegano 812.706 dipendenti (+3,1%). Per quanto riguarda le attività, tolto l’asso-ciazionismo sportivo e culturale, l’ambito più importante per numero di organizzazioni attive è l’as-sistenza sociale (9,3%) che però assorbe ben il 36,4% dei lavoratori; insieme al 22,6% della sanità, dunque, sono più della metà gli addetti ai servizi di cura e assistenza alla persona. Il 52,7% degli addetti, in particolare, è impiegato nelle cooperative sociali.

Tra questi prevalgono nettamente le donne (71,9%), che secondo Job4Good, portale italiano di in-contro domanda-offerta specifico per il terzo settore, sono anche il 73% di chi ha cercato lavoro nel 2018. Ll’età media è significativamente più bassa rispetto agli altri comparti del sistema pubblico, con oltre il 57,3% dei dipendenti nella fascia tra i 30 e i 49 anni. Sia le organizzazioni attive che i dipenden-ti si concentrano soprattutto nelle regioni del Nord; tuttavia, nel biennio 2015-2016, è stato il Sud a far registrare la crescita più significativa dell’occupazione (+5,8%).

Un quadro simile lo fornisce il rapporto che sempre Istat, in collaborazione con Euricse, ha recen-temente dedicato al settore cooperativo italiano. Per il 2015 spicca il 24,2% del totale rappresentato dalla cooperazione sociale che è anche, dopo quella di lavoro, la seconda per valore aggiunto generato con 8,1 miliardi di euro. Guardando al peso delle cooperative sul totale delle imprese nei singoli setto-ri economici, il settore Sanità e assistenza sociale incide poco in termini di imprese (2,9%) ma genera il 21,6% del valore aggiunto e impiega il 34,4% degli occupati complessivi.

L’occupazione nelle cooperative, come si diceva, tra il 2008 e il 2015 ha avuto un andamento netta-mente anticiclico facendo segnare un incremento del 17,7%, con un clamoroso +40,9% proprio nella sanità e assistenza sociale (+40,9%). Al 2015, poco meno dell’84% dei lavoratori è a tempo indeter-minato; ma una quota alquanto importante, quasi il 45%, è in part-time.

Completano il quadro gli ultimi dati raccolti da Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, che per il 2018 confermano le cooperative sociali e di servizi fra i principali creatori di posti di lavoro in Italia, con una crescita del 28% nell’ultimo anno. L’assistenza ad anziani, disabili, donne e bambini impiega oltre 355mila addetti per 7 milioni di persone assistite, ed è il settore che sta tenendo meglio rispetto

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alla frenata complessiva dell’occupazione. L’84% delle realtà interrogate ha dichiarato di avere au-mentato gli addetti o di aver mantenuto i livelli occupazionali rispetto a un anno fa. La sfida del futuro, sottolinea Uecoop, è “potenziare l’assistenza creando un sistema che integri risorse pubbliche e priva-te, formando personale altamente professionalizzato in grado di rispondere al meglio alle richieste”.

PER SAPERNE DI PIÙ:

• Report Istat-Euricse Cooperative: https://www.istat.it/it/files//2019/01/Rapporto_cooperative.pdf

• Censimento Istat Terzo settore: https://www.istat.it/it/files//2018/10/non-profit.pdf

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DALLA STAMPA Tiziano Treu (Cnel) sulle prospettive del Terzo settore

I n una recente intervista al supplemento settimanale del Corsera ‘Buo-ne notizie’, il presidente del Cnel Tiziano Treu ha parlato dell’evolu-zione del Terzo settore – nelle sue molteplici forme, dal volontariato all’impresa sociale - con uno

sguardo nel complesso ottimista sulle sue potenzialità come portatore di innovazione all’insegna del-la responsabilità condivisa: nel welfare, ma anche più in generale nel tessuto sociale italiano. La sfida, avverte Treu, è prendere coscienza di questo ruolo e di ciò che comporta: “Al non profit si richiedono oggi maggiore capacità imprenditoriale, meno dipendenza dagli assessori e un allargamento della base di consenso e di finanziamento”. Ridefinire cioè i rapporti con gli altri soggetti sociali, sia pub-blici che privati - e, aggiungiamo, con le grandi comunità di stakeholder rappresentate dai cittadini utenti e dai loro stessi operatori.

• “Corriere della Sera, Intervista a Tiziano Treu”

http://fp.cisl.it/pdf/BUONE_NOTIZIE.pdf

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LA NEWSLETTER DEL TERZO SETTORE (marzo 2019)

LAVORATORI MEDIHOSPES A rischio per effetto del Decreto sicurezza

A vviate le procedure di licenziamento collettivo per 351 operatori della cooperativa Me-dihospes, distribuiti in 12 regioni. Una vicenda esemplare per un settore che, per effetto del Decreto Salvini, mette a rischio in tutto il Paese la metà del personale dei servizi per

l’immigrazione, cioè fino a 18 mila lavoratrici e lavoratori.

Lo abbiamo denunciato come Cisl Fp insieme ai colleghi di Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl in una lettera al Ministro del Lavoro Di Maio, al quale abbiamo chiesto un incontro urgente per cercare an-zitutto soluzioni per il personale Medihospes, e più in generale sull’intero settore che dal cosiddetto “Decreto Sicurezza” rischia di subire ricadute occupazionali pesantissime. Come del resto hanno già dimostrato i casi del Cara di Castelnuovo di Porto, con circa 100 lavoratori ora nel fondo di integra-zione salariale, e il Cara di Mineo, dove le cooperative hanno già licenziato e potrebbero continuare a farlo. Quelli colpiti dalla vicenda Medihospes sono professionisti altamente qualificati: psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali, amministrativi, operatori dell’accoglienza, medici, infermieri. Lavoratrici e lavoratori che - come i colleghi delle altre strutture - possono e devono trovare adeguata ricollocazione e valorizzazione, nell’ambito di un rinnovato contesto legato alle politiche dell’acco-glienza.

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DECRETO SALVINI L’unica “sicurezza” è la perdita di posti di lavoro

È entrata in vigore la legge del 1 dicembre n. 132 del 2018 su immi-grazione e pubblica sicurezza, conosciuta all’opinione pubblica come “Decreto Sicurezza” o “Decreto Salvini”. Per quanto concerne “migrazione e sicurezza”, essa ha apportato e appor-

terà mutamenti radicali nel sistema di accoglienza dei migranti con forti ripercussioni sul lavoro di migliaia di persone che lavorano nei diversi Enti, soprattutto di Terzo Settore, che gestiscono attual-mente queste tipologie di servizi.

Il nuovo modello introdotto dalla legge, infatti, va a ridisegnare il sistema di accoglienza prevedendo forti tagli ai finanziamenti dedicati, cancellazione e riduzione di alcuni servizi erogati ai migranti, nuova perimetrazione degli “aventi diritto” ad essere accolti. La diretta conseguenza sono pesanti perdite di posti di lavoro.

Il modello di accoglienza precedente prevedeva due livelli di servizio. Il primo livello era costituito dagli Hotspot, dai Centri di prima accoglienza (CPSA, CDA, CARA), con il compito di garantire il primo soccorso, provvedere all’identificazione ed avviare le procedure per la domanda di protezione internazionale. Il secondo livello prevedeva l’accoglienza dei richiedenti asilo nei centri denominati SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) con il coinvolgimento dei Comuni. Nel 2015, vista l’esiguità dei posti disponibili nei progetti SPRAR, vengono istituiti i Centri di Ac-coglienza Straordinaria (CAS) di diretta afferenza delle Prefetture. Infine i Centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR ex CIE), in cui venivano inviati gli immigrati con procedimenti di espulsione per essere rimpatriati.

La nuova legge introduce un ibrido, il Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati, escludendo i richiedenti asilo e altre tipologie di beneficiari, ma anche modificando i servizi assistenziali, con una forte riduzione dei rapporti operatore/utente e la cancellazione dei servizi di integrazione, di orientamento/inserimento lavorativo, dei servizi legali, di insegnamento della lingua italiana.

Le nuove disposizioni prevedono altresì tagli alle risorse stanziate: considerando che in questi pro-getti il costo del lavoro è la principale voce di spesa, ecco che si delinea un’importante perdita di posti di lavoro tra operatori dell’accoglienza, mediatori culturali, facilitatori linguistici, psicologi, in-fermieri, assistenti sociali, educatori, operatori legali, insegnati di italiano, addetti alle pulizie e alla

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manutenzione, figure che ad oggi hanno costituito la colonna vertebrale degli organici. Riduzioni già visibili nei bandi che le Prefetture stanno pubblicando in questi mesi, con costi che variano tra i 19 e 26 euro giornalieri pro capite dai 35 euro precedentemente previsti, tanto che in tutta la penisola sono state avviate molte procedure di licenziamento collettivo per riduzione degli organici degli Enti che gestiscono i servizi. Le Organizzazioni Sindacali hanno inviato una richiesta di incontro urgente al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, al fine di avviare azioni di tutela per le professionalità licenziate e in via di licenziamento e per individuare percorsi di ricollocazione.

Ad oggi il personale impiegato nei servizi di accoglienza consta di circa 36000 unità, di cui circa 25000 impiegate nei servizi CAS e 11000 nei servizi SPRAR. Considerando la transizione del siste-ma si prevede una riduzione di circa il 50%. Cifre drammatiche per numeri e per perdita di professio-nalità importanti, di cui il 60% costituito da donne. Nel rimandare alla lettura degli approfondimenti proposti nei link a piè pagina, è opportuno sottolineare che accanto all’emergenza occupazionale ci sarà anche una ridefinizione dei servizi di accoglienza generici (es. servizi per senza fissa dimora) finanziati direttamente dai Comuni. È presumibile che i migranti che non avranno la possibilità di essere accolti nei nuovi centri previsti dalla norma finiranno nella rete assistenziale degli Enti Locali, amplificando le criticità legate a finanziamenti e spazi. Si può prevedere altresì che gli attuali gestori dei servizi per immigrati (Cooperative sociali, associazioni) si riposizioneranno, passando la mano ad holding straniere sempre più interessate ai nuovi servizi per immigrati, che tenteranno di ammortiz-zare i costi attraverso il superamento dei modelli di accoglienza diffusa e la costituzione di centri di grandi dimensioni.

La transizione è in corso, ma ad oggi l’unica cosa “sicura” è la perdita di migliaia di posti di lavoro.

PER SAPERNE DI PIÙ:

• https://www.lenius.it/sistema-di-accoglienza-dei-migranti-in-italia/

• https://www.openpolis.it/parole/che-cosa-sono-i-cas-lo-sprar-e-gli-hotspot/

• https://www.fp.cisl.it/index.php/component/content/article/37-ultime-news/terzo-settore/249-la-voro-cgil-cisl-uil-procedura-licenziamento-per-350-lavoratori-servizi-immigrazione-impiegati-pres-so-medihospes-chiesto-incontro-a-di-maio?Itemid=101

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Roma, marzo 2019