La Luce prende forma · 2021. 1. 10. · Emanuela Menabue Cecilia Sala Valentina Colombo ... non...

Associazione LibroGiocando Officina Educativa

Via San Giuseppe Cottolengo 5, 20143 Milano - Codice Fiscale: 97821790157 - P.IVA 10892670968

https://officinaeducativa.com - [email protected]

La Luce prende forma Quaderno Operativo N° 1

LOE - LibroGiocando Officina Educativa

con Asilo Nido Mavalà

A cura di

Emanuela Menabue Cecilia Sala

Valentina Colombo

Copyright © 2021 LibroGiocando Officina Educativa

Tutti i diritti riservati.

https://officinaeducativa.com/https://officinaeducativa.com/




A TUTTE LE FIGURE EDUCATIVE CHE S’INNALZANO ALL’ ALTEZZA DEI BAMBINI





CONTENUTI

1 LibroGiocando Officina Educativa la breve storia di un’associazione Pag. 5

2 L’Asilo Nido e la Scuola dell’Infanzia Mavalà Pag. 7

3 Luce che prende forma, il racconto di un progetto Pag. 9

4 Ambienti/ Environments Pag. 12

5 Riguardiamoci in ambienti di luce Pag. 19

6 Luci al wood in un allestimento fosforescente Pag. 22

7 Tempera fosforescente e torce wood Pag. 26

8 Forme di luce Pag. 29

9 Buio e colore Pag. 34

10 Bosco fosforescente Pag. 36

11 Ombre colorate Pag. 39

12 Ombre…di sole Pag. 44

13 Rosso come il fuoco Pag. 47

14 Riflessi d’azzurro Pag. 53

15 Luce nei quadri Pag. 59

16 Dipingere la luce Pag. 65

17 Mostra colore Pag. 66

18 Ombre Pag. 71

19 Teatro delle ombre Pag. 73

20 Tessera più, tessera meno Pag. 76

21 Bibliografia Pag. 78





RINGRAZIAMO CON AFFETTO TUTTI I BAMBINI E LE FAMIGLIE CHE CI HANNO

ACCOMPAGNATO, E CONTINUANO AD ACCOMPAGNARCI, NEL NOSTRO PROGETTO EDUCATIVO.





1 LIBROGIOCANDO OFFICINA EDUCATIVA LA BREVE STORIA DI UN’ASSOCIAZIONE

LibroGiocando Officina Educativa è un’Associazione costituita nel mese di giugno 2018 per volontà di 8 soci fondatori con differenti profili professionali: pedagogici, educativi, digitali e legati al linguaggio Yoga.

L’Associazione ha finalità educative e formative rivolte sia ai bambini che agli educatori che si occupano, a vario titolo, del mondo dell’infanzia.

L’intento è quello di avviare sperimentazioni didattiche e percorsi formativi innovativi e non stereotipati, scambiare ed elaborare idee educative con i docenti affinché si possano trovare nuove formule per lavorare con i bambini e rinnovare i contesti scolastici.

Nello specifico, LibroGiocando Officina Educativa trova il suo punto di forza nella contaminazione tra Alfabeti differenti che permettono, ai bambini, di arrivare ad apprendimenti autentici e creativi; agli insegnanti, di formarsi in modo pratico, esperienziale e alternativo rispetto a quanto proposto oggi dalle maggiori agenzie di formazione.

L’Associazione si occupa infatti di:

■ progettare percorsi di formazione a favore dei docenti della scuola pubblica, educatori di asilo nido, di scuola dell’infanzia e primaria nella convinzione che dal confronto costante e costruttivo tra i partecipanti possano nascere le migliori iniziative di rinnovamento educativo.

■ Diffondere le nuove tecnologie e il linguaggio digitale, intesi come esperienza di sensorialità modificata e dalle percezioni inaspettate, nelle scuole. Una conoscenza, quella del mondo digitale, contaminata da altri Alfabeti e strumenti, quali, ad esempio, l’Albo Illustrato, l’Atelier, lo Yoga e il metodo LEGO® SERIUOS PLAY® con l’obiettivo di dare origine a modalità di apprendimento insolite e creative.

La Foresta Ombrosa, in particolare, è un progetto, rivolto sia ai bambini della scuola dell’infanzia e della primaria che ai docenti, che unisce il piacere della lettura, del disegno e della scrittura creativa con il mondo digitale. La lettura dell’albo illustrato o di carte inventa-favole sono il punto di partenza della Foresta Ombrosa, strumenti imprescindibili e spunti per rielaborare poi il racconto attraverso sequenze narrative grafico- pittoriche. Una piattaforma digitale permette, infine, di riscrivere e reinventare la storia e visualizzarla on-line. In questo modo si è creata una community di bambini e docenti appassionati di racconti e creazione di storie.

La Foresta Ombrosa è dunque il luogo virtuale all’interno del quale i bambini, supportati dagli insegnanti, pubblicano le loro piccole storie di fantasia acquisendo competenze digitali in un contesto di gioco e socializzazione.

■ Applicare tecniche e strumenti alternativi alla didattica tradizionale, quali lo Yoga, l’albo illustrato, la materialoteca e il metodo Montessori. Negli ultimi anni, ad esempio, sta





prendendo piede, all’interno degli spazi dedicati all’attività motoria, la sperimentazione Yoga.

Lo Yoga per i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, è un training che lavora non solo in profondità, ma è anche, e soprattutto, un’attività che parte dalla mente proponendo delle piccole sfide da superare con il lavoro, il silenzio e la ripetizione. Riuscire ad eseguire una posizione o a completare correttamente un saluto al sole, inserisce nella mente del bambino un’informazione positiva che egli richiamerà per affrontare in futuro prove ancora più importanti.

■ Progettare laboratori e workshop ispirati a metodi innovativi e riconosciuti, quali ad esempio i 100 linguaggi di Loris Malaguzzi e il metodo LEGO® SERIOUS PLAY®, quest’ultimo volto soprattutto a riflettere insieme ai docenti rispetto allo spirito di appartenenza al gruppo, la fiducia nei colleghi, la condivisione del progetto educativo e la ricerca di uno stile comune di fare e stare con i bambini.

■ Progettare corsi volti a formare i docenti rispetto alla ideazione e conduzione di Atelier per bambini che prevedono un’attenzione particolare alla scelta dei materiali e alla possibilità di utilizzo, oltre che di apprendimento, da parte dei bambini stessi. La ricerca e sperimentazione di materiali insoliti, poveri, di recupero e naturali rientra nella visione green e sociale dell’Associazione.





2 L’ASILO NIDO E LA SCUOLA DELL’INFANZIA MAVALA’

LibroGiocando Officina Educativa sperimenta la propria metodologia, le attività di formazione e di consulenza pedagogica direttamente nei servizi educativi che si occupano di infanzia.

Tra tutte, la collaborazione con l’Asilo Nido e la Scuola dell’Infanzia Mavalà è particolarmente proficua, non solo perché la coordinatrice Valentina Colombo e l’educatrice Cecilia Sala sono socie fondatrici dell’Associazione, ma anche perché l’approccio metodologico di Malaguzzi e la contaminazione tra differenti linguaggi sono le fondamenta dei servizi Mavalà così come dell’Associazione LibroGiocando Officina Educativa.

Il bio-nido Mavalà apre sul territorio di Macherio nel mese di Settembre 2011. Il servizio è privato, fondato da due socie con competenze differenti: una si occupa di contesti educativi e l’altra di gestione contabile ed amministrativa. La struttura dell’asilo nido è molto accogliente e famigliare, si tratta di una villetta su due piani con un ampio giardino, situata in una via principale e di passaggio del paese. All’inizio la società acquista solo il piano inferiore della villa; l’idea è quella di creare uno spazio che ricordi il più possibile le mura domestiche e in grado di accogliere un piccolo numero di 13 bambini compresenti. Con il passare del tempo, il Mavalà si afferma in modo deciso sul territorio di Macherio e la richiesta degli utenti aumenta significativamente. L’asilo decide, quindi, di rispondere a questa domanda ampliando la struttura con l’acquisto anche del piano superiore dell’abitazione: a Settembre 2016 l’Asilo nido Mavalà è pronto ad accogliere 25 bambini da 0 a 3 anni.

Nello stesso anno il comune di Sovico contatta le due socie per proporre loro una collaborazione e dare un nuovo impulso pedagogico e laboratoriale all’ex asilo nido comunale. Questo progetto ha, tra la cittadinanza, una risonanza positiva tale per cui a Settembre 2017, nel Comune di Sovico, nasce l’Asilo nido Mavalà in Fiaba. La struttura è molto ampia e prevede una zona dedicata ai lattanti e una dedicata ai semi divezzi e divezzi, i bambini iscritti per l’anno scolastico 2017-2018 sono 13. Fiore all’occhiello del nido è l’ampio giardino sul quale si affaccia ogni stanza. L’edificio si trova tra due scuole e una biblioteca, in un contesto ricco di vegetazione e lontano dalle macchine.

Nello stesso anno, nella struttura di Macherio, la dirigenza e l’équipe educativa, avvallate dal consenso dei genitori, decidono di ampliare l’offerta formativa creando anche un servizio di scuola dell’infanzia. L’obiettivo è quello di offrire agli utenti già frequentanti il nido Mavalà una continuità educativa anche per l’età prescolare (3-6 anni) e di rispondere al bisogno crescente del territorio di servizi educativi dedicati all’infanzia.





Così, nel mese di Settembre 2017, apre una sezione di scuola dell’infanzia composta da 11 bambini di età eterogenea compresa tra i 3 e i 6 anni. Nel 2018 è stata istituita anche una sezione primavera (24-36 mesi) che si pone come ponte e congiunzione tra il servizio nido e quello dell’infanzia. Attualmente, visto il continuo aumento delle iscrizioni, la struttura di Macherio è interamente occupata dai bambini della scuola dell’infanzia e della sezione primavera, mentre quella di Sovico è dedicata esclusivamente ai piccoli del nido. L’équipe educativa che lavora nei due servizi, scuola dell’infanzia e nido, condivide lo stesso pensiero pedagogico, la stessa metodologia e stile educativo. Il coordinamento, svolto da una delle due socie, e la supervisione pedagogica, gestita da una pedagogista formata nella metodologia dei 100 linguaggi, sono comuni ad entrambi i servizi in modo da garantire una continuità educativa di qualità e un punto di riferimento stabile, sia per le educatrici che per gli utenti, bambini e famiglie.

All’apertura dell’asilo nido Mavalà, lo staff educativo era composto dalla coordinatrice e tre educatrici, due delle quali sono ancora presenti nelle strutture.

Attualmente, il personale educativo è composto dalla coordinatrice, 5 educatrici, una pedagogista, una musicista, una psicomotricista relazionale, un’Atelierista e una madrelingua inglese.





3 LUCE CHE PRENDE FORMA IL RACCONTO DI UN PROGETTO

Ogni anno, l’équipe educativa del Mavalà propone ai suoi utenti un progetto educativo ispirato ad un tema specifico e ideato dopo un’attenta fase di osservazione dei bisogni dei bambini.

I progetti, in base all’argomento affrontato e alle esigenze dei piccoli, possono avere una durata annuale oppure essere più brevi. Questo modo di lavorare, per progetti appunto, ha lo scopo di approfondire determinati temi (ad es. colori, emozioni, stagioni, mondo animale, arte e artisti, elementi naturali, mondo delle fiabe, personaggi e storie di albi illustrati…) proponendo una molteplicità di attività e di linguaggi pensati in base all’età dei bambini e che vanno ad ampliare, qualitativamente, l’offerta formativa e le possibilità di apprendimento.

Quello che segue è un Quaderno Operativo, ovvero il racconto di un progetto dal titolo “Luce che prende forma”, ideato dall’educatrice Cecilia Sala e svolto nell’ a.s. 2017-2018.

Il percorso ha coinvolto i bambini mezzani e grandi del Nido Mavalà, spesso con qualche piacevole incursione da parte dei bambini della Scuola dell’Infanzia.

L’obiettivo principale di questo progetto è stato quello di porsi, da parte delle educatrici, in un atteggiamento di ascolto attivo dei bambini, offrendo loro il tempo necessario per scoprire il mondo della luce e le sue trasformazioni, dell’ombra, dei colori e delle forme. Il progetto è partito da una visita alla mostra “ambienti/environments” di Lucio Fontana presso l’HangarBicocca di Milano. La mostra proponeva un insieme di opere immersive, di “ambienti spaziali” e di luce dell’autore, installazioni che hanno richiesto la partecipazione attiva dei bambini spettatori. Nel corso della sua carriera, Fontana ha investigato i concetti di spazio e luce; tutte le opere esposte, infatti, avevano come comune denominatore la presenza della luce che tanto ha affascinato i bambini del nido Mavalà: neon, luce nera con lampade di Wood e vernici fluorescenti hanno catturato totalmente la loro attenzione e suscitato grande stupore e meraviglia. Gli “ambienti” erano polimaterici, la componente luce si mescolava in modo armonioso con altri materiali utilizzati in modo misterioso e teatrale.

www.pirellihangarbicocca.org





Dopo questa felice esperienza immersiva dentro le “opere di luce”, il progetto si è spostato all’interno dell’asilo; punto di partenza è stata l’esplorazione delle luci artificiali.

La lettura dell’albo illustrato “Giochi di luce” di Lizy Boyd, Terre di mezzo editore, ci ha stimolati ad impugnare le torce per scoprire, da protagonisti, cosa c’è nel buio.

I bambini hanno giocato con i fasci di luce, li hanno direzionati, modificati e sovrapposti.

In una fase successiva, il nostro studio si è spostato nel giardino esterno dell’asilo dove la luce naturale è stata la nuova protagonista delle nostre riflessioni.

I bambini hanno seguito la direzione del sole per creare giochi di luce, riflessi e ombre. Il movimento del sole, il mutare della luce nell’arco della giornata e durante le stagioni, sono stati, infatti, l’oggetto affascinante della loro ricerca.

Per affrontare una tematica così complessa, ci siamo avvalsi della lettura del libro “Apri bene gli occhi” di Ramadier e Bourgeau, Babalibri editore; un albo illustrato che aiuta ad osservare i colori della natura e a capire come questi cambiano durante la giornata fino al calare della notte.

Abbiamo poi scoperto che le luci della natura si possono anche dipingere così come ha fatto il pittore Monet imprimendole su tela nella serie “I covoni”.

“Le ombre” sono state un’altra tappa del nostro progetto.

Durante una passeggiata abbiamo notato che le ombre si muovono con noi, se ci fermiamo loro si fermano, se poi proviamo ad alzare una gamba ecco che anche loro seguono il nostro movimento: sono forse attaccate ai nostri piedi?

L’albo illustrato “Bucefalo” di Pénélope Jossen, Babalibri editore, ci è stato utile per capire che cos’è l’ombra, quando si presenta e quando invece sparisce.

Abbiamo imparato che le ombre cambiano, possono essere molto piccole oppure lunghissime, abbiamo giocato con le nostre ombre, abbiamo danzato con loro, le abbiamo travestite e ci siamo accorti che… non sorridono mai!

Passare dalle ombre agli oggetti è stato un attimo e la storia di sagome che prendono forma contenute nel libro di Suzy Lee, “Ombre”, Corriani editore, ce lo ha dimostrato.

L’autrice e le sue illustrazioni hanno talmente entusiasmato i bambini che non potevamo non leggere anche un altro suo libro, “Mirror”, sempre edito da Corraini.

Nell’albo, la protagonista incontra per la prima volta la propria immagine riflessa nello specchio e, dopo un iniziale timore, prende il via un gioco di scherzi e boccacce che sfocerà poi in una danza in cui reale e non-reale sembrano quasi unirsi, come ad incontrarsi oltre lo specchio. Così abbiamo fatto anche noi: ci siamo incontrati e abbiamo giocato con la nostra immagine riflessa come la protagonista della storia.

L’ultima fase del percorso ha riguardato l’organo di senso che ci ha guidato lungo questo percorso: l’occhio.

Come una macchina fotografica gli occhi catturano le immagini e le inviano al nostro cervello.





Ma una domanda è sorta spontanea: vediamo tutti nello stesso modo?

Ogni animale ha una vista adatta al suo modo di vivere e al suo habitat, per esempio

“Sapevate che una rana potrebbe scambiare una patatina fritta per un lombrico […] e che le civette sentono con gli occhi?”

“Zoottica” Guillaume Duprat, L’Ippocampo editore, ci ha guidati, con illustrazioni davvero affascinanti, alla scoperta della visione nel mondo animale.

A conclusione di questo percorso i bambini e i loro genitori hanno partecipato alla mostra “Colore, giocare con la luce alla scoperta del colore”, presso il Muba, Museo dei Bambini di Milano. Una mostra-gioco interattiva che aveva come tema la luce e il colore, installazioni suggestive grazie alle quali i bambini hanno fatto emergere le conoscenze apprese durante il progetto.

Obiettivi del percorso (bambini dai 21 ai 35 mesi)

• Sperimentare la relazione tra la luce e il colore • Sperimentare la relazione tra la luce e la forma • Stimolare la capacità di discernere tra ciò che è reale e ciò che è proiettato • Sviluppare il riconoscimento di sè attraverso la comprensione della propria ombra • Stimolare il pensiero scientifico e la produzione di ipotesi.

Ruolo delle educatrici

• Individuare la modalità di proposta delle attività del progetto • Ricercare e selezionare i materiali utili alla realizzazione dei laboratori • Preparare spazi e allestimenti in cui verranno svolte le attività • Accompagnare e sostenere i bambini nell’esplorazione dei materiali proposti e

nelle loro scoperte • Rielaborare verbalmente con i bambini le esperienze fatte per aiutarli a

focalizzare l’attenzione sugli obiettivi di apprendimento del progetto e sulle sensazioni provate.





4 AMBIENTI/ENVIRONMENTS





Le installazioni di “Ambienti di luce” hanno costituito l’inizio del nostro percorso. Una mostra che esibiva in ambienti creati ad hoc delle specifiche tipologie di luce.





I bambini hanno osservato incantati e affascinati, commentando e interpretando liberamente il significato delle installazioni luminose…

Leonardo, 24 mesi: “Sono dei

fili?”

Filippo, 28 mesi: “Noo, sono

nuvole!”





I bambini seguono il percorso tracciato dalle luci con le dita…

Francesco, 34 mesi: “Sembra

un ramo!”





… ma anche con i piedi!

Tommaso, 23 mesi: “Edde!”

(verde)





Arianna, 36 mesi, guarda incuriosita i compagni: “Ma siamo tutti rosa!”

Ma anche rossi…





Arianna, 36 mesi: “Venite di qua, c’è un posto piccolo!” Leonardo, 24 mesi: “Hai visto, è piccolo!” Riccardo, 22 mesi: “Eh siii”.





5 RIGUARDIAMOCI IN AMBIENTI DI LUCE

Nella sala motoria, i bambini guardano un video che mostra le foto della gita fatta nei giorni precedenti. Hanno, così, l’opportunità di ripercorrere l’esperienza fatta e per le educatrici diventa un’occasione per capire dove l’interesse del gruppo si focalizza maggiormente.

Arianna, 37 mesi: “Fili tu avevi detto che è una nuvola?” Filippo, 29 mesi: “E’ vero, l’ho detto io!” Arianna: “Perchè?” Filippo: “Perchè si!” Riccardo M., 5 anni: “A me sembrano delle nuvole attorcigliate!”





Francesco, 35 mesi: “Qua era tutto viola e c’era il ramo alluminoso!”

Arianna, 37 mesi: “Qui c’erano le luci sul muro!” Pietro, 5 anni: “No, non erano luci, non c’era il buco!” Educatrice: “E cos’era allora? Da dove viene la luce?” Arianna: “E bhooo!”





Francesco, 35 mesi, ha una innegabile passione per i rami…

Francesco: “Anche questo qui è un ramo!”





6 LUCI AL WOOD IN UN ALLESTIMENTO FOSFORESCENTE

Con l’utilizzo del cartone, carta da pacco e tempera acrilica fluorescente, le educatrici hanno ricreato, all’interno della stanza motoria, un allestimento da scoprire tramite torce al wood.





Prima di entrare nella stanza, leggiamo l’albo illustrato di Lizy Boyd “Giochi di luce”, Terre di Mezzo edizioni. Un libro senza parole che parla dei colori della luce all’interno di un bosco sommerso dalla notte e dal buio più profondo. Il libro è nero, è grigio, è bianco e poi c’è la luce che è piena di colori e che illumina fiorellini, pipistrelli, puzzole, ramoscelli… E così, come il protagonista del libro, armati di torce, ci avventuriamo alla scoperta del bosco buio.

Mya, 31 mesi: “Sono delle

fragoline queste qui?”

Filippo, 29 mesi: “Dove?”

Mya; “Qui!”

Filippo: “Appetta, ti allumino!”





Riccardo, 23 mesi: “E’ u pote?” (è un

ponte?)

Riccardo: “Wooow, guadda è

un lupo quetto!”





7 TEMPERA FOSFORESCENTE E TORCE WOOD

Dopo aver scoperto e utilizzato le torce al wood nel precedente allestimento, i bambini hanno modo di scoprire la tempera fluorescente. Durante l’attività vengono utilizzati due supporti differenti, prima il legno scuro e poi il plexiglass, così da comparare l’effetto della tempera sopra i due supporti.

Mya, 31 mesi: “Pitturo anche le manine, sono colorate!”

Leonardo, 25 mesi: “Io faccio dei

puntini piccoli!”





Cristian, 29 mesi, fa delle prove con la torcia, prima la appoggia alla maglietta poi sul supporto di legno.





Dopo varie sperimentazioni del “colore che si allumina” e dopo diversi assaggi della tempera, Margherita, 34 mesi, si accorge che il colore si illumina anche sul suo corpo.





8 FORME DI LUCE

Dopo aver dipinto e giocato con torce che “alluminano”, ci dedichiamo alle forme che la luce può assumere. Le educatrici allestiscono la stanza morbida con grandi cartoni sopra ai quali sono state ritagliate forme note ai bambini: cerchi, rettangoli, quadrati, triangoli.





Filippo, 29 mesi, vuole proiettare sul muro la forma del cartone e, dopo diversi tentativi, la soddisfazione per la riuscita è enorme.





Anche Francesco, 34 mesi, e Arianna, 37 mesi, fanno dei tentativi per proiettare le figure sulla parete…

Il gioco della televisione prosegue con grande divertimento fino a quando l’educatrice, accendendo il tavolo luminoso, sposta l’attenzione dei bambini su un’altra attività.

Francesco: “Facciamo che

questa è la tele?”

Arianna: “Sììì, dai, seduti!!!”





Tommaso appoggia sulla lavagna un foglio di cartone forato e osserva la luce uscire dal foro, poi Margherita nota la proiezione sulla parete…

Margherita: “Guadda, Tommi, è un sole!”





Dopo “disquisizioni filosofiche” su luna e sole, i bambini decidono di afferrare le strisce e le forme di luce sia sul muro che sul pavimento…





9 BUIO E COLORE

Il progetto “La luce prende forma” ha talmente destato l’interesse dei bambini e delle famiglie che Riccardo porta in asilo dei braccialetti fosforescenti per festeggiare il suo compleanno assieme ai compagni. Un regalo inaspettato che diviene, per le educatrici, un nuovo stimolo sul quale lavorare.

Maggie, 30 mesi: “Sono tanti e

colorati!”

Mya, 31 mesi: “Li prendiamo?”

Arianna, 38 mesi: “Io ho tre

cerchi, due grandi e uno

piccolo!”





Christian, 37 mesi: “Noi orriamo veoci…fanno a uce vedde…bellaaa!!!”

La giornata si conclude con danze di serpenti che potrebbero anche… mordere!!!





10 BOSCO FOSFORESCENTE

Una stanza dell’asilo viene allestita in modo tale da riprodurre, il più fedelmente possibile, l’ambientazione dell’albo illustrato di Lizy Boyd “Giochi di luce” letto dalle educatrici nelle giornate precedenti. I bambini sono letteralmente immersi nell’allestimento fluorescente e scoprono pesci, uccelli, cani, cerbiatti… così come hanno visto nel libro.





Diego, 35 mesi: “Onte!” (impronte)

Riccardo, 24 mesi: “Cane, è

andato!”





Arianna, 38 mesi: “Ma ci sono delle

bestioline!”

Francesco, 36 mesi: “E’ una farfalla!”

Educatrice: “Sono lucciole!”

Francesco: “Aiannaaa, cappiaaamo

nella tenda!”





11 OMBRE COLORATE

Il progetto procede con un allestimento speciale: le pareti della stanza, completamente al buio, vengono ricoperte di carta da pacco bianca e compaiono delle composizioni di plastica colorata con le quali, grazie all’utilizzo delle torce, i bambini potranno produrre delle ombre colorate.





Margherita, 36 mesi, sovrappone diversi fogli di plastica trasparente colorata…

…mentre Francesco, 37 mesi, e Arianna, 39 mesi, preferisco colorarsi faccia e lingua…

Francesco: “Aianna, siamo blu!”

Arianna: “Sì, sei tutto blu sulla faccia, e

io?”

Francesco: “Ahah, sìì, anche la lingua!”

Francesco: “Sono il dottore, api la

bocca e fai AAAAAH!”

Arianna: “AAAAAH!”

Francesco: “Hai la bocca blu, devi

prendere le medicine!”





Ad Arianna, però, piace anche colorare la carta…

In seguito, raccoglie diversi ritagli di plastica colorata e li infila dentro la bottiglia, poi punta la torcia…

Arianna: “Io adesso metto un

po’ di giallo!”

Arianna: “Ho fatto l’arcobaleno, ha tantissimi colori!”





Leonardo, 27 mesi, e Diego, 36 mesi, proseguono l’esplorazione della luce colorata …

Leonardo: “Ma cosa c’è qui? Una toccia?” Diego: “Eh sì, uce ossa fa!”

Leonardo: “Se metto la toccia qui, poi fa così e giù sul bianco vedo!”





12 OMBRE… DI SOLE

Le composizioni di plastica usate nelle giornate precedenti, vengono appese al soffitto dell’asilo durante una bellissima mattinata di sole.

I bambini iniziano ad esplorare liberamente le forme di luce che si proiettano sul pavimento e inizia un interessante scambio di osservazioni, idée e opinioni “scientifiche” sulla provenienza e origine delle ombre…

Matteo, 4 anni: “Eh sì, perchè è la luce di quello lì che scende, sembra una macchia che colora la mano!” Francesco, 37 mesi: “Guadda Diego, così coloro a mia mano; vieni a vedere!” Diego, 36 mesi: “A mano ossa!” Francesco: “Oh noo, adesso no c’è più!”





Filippo, 31 mesi: “Sono quelle lì

che colorano il pavimento!”

Filippo: “Adesso è sulla tua gamba

Fanci (intende l’ombra), provo a

prenderla…presa!”

Francesco: “No, non è velo, è

ancora lì!”





La settimana successiva, Francesco continua autonomamente il gioco di catturare i riflessi colorati…

Francesco: “Aspetta che è sulla tua mano!”

Filippo: “Lo prendi?”

Francesco: “Ci sono quasi!”





13 ROSSO COME… IL FUOCO

L’Atelier viene allestito con materiali differenti di colore rosso: plastica, carta, stoffa, frutta e verdura. I bambini, con l’ausilio di strumentazioni specifiche come il tavolo specchiato e il tavolo luminoso, si dedicano all’esplorazione del colore. All’interno della stanza viene predisposta anche una postazione grafico-pittorica per testare l’inchiostro rosso su differenti tipi di carta.

(allestimento della stanza)

Arianna, 39 mesi: “Guadda, la

vedi sul muro? Devi usare la

torcia!”





La sperimentazione delle ombre rosse,

stimola i bambini ad apprendimenti

raggiunti attraverso prove ed errori.





Diventa motivo di ricerca e condivisione anche l’esplorazione del cibo…

Arianna, 39 mesi, prende dal tavolo della carta e spreme il pomodoro facendo uscire il succo e i semi…

…poi decide di sperimentare la proiezione dei cartoncini: ne prende uno nero e lo mette sulla lavagna luminosa, ma…

Francesco, 37 mesi: “Adesso lo

taglio e vediamo i semi!”

Margherita, 36 mesi: “Ti aiuto?”

Francesco: “Appetta, faccio io!”

Arianna: “Ma non si vede proprio niente di

niente così!”





Per fortuna arriva Francesco, 37 mesi, a dare una mano per risolvere il problema…

Filippo, 31 mesi, prende dimestichezza con la lavagna luminosa per ottenere la proiezione colorata desiderata…

Francesco: “Io provo a mettere la catta

rossa sul rosso, scriviamo poi?”

Arianna: “Va bene, tu vedi?”

Francesco: “Qui sì!”

Arianna: “Qui ho scritto io!”





Tommaso, invece, si accorge della bottiglia proiettata sul muro, prova a prenderla e ad avvicinarla alla parete per poi rimetterla sulla lavagna luminosa.





14 RIFLESSI D’AZZURRO

Con l’aiuto dei bambini della scuola dell’infanzia, allestiamo una parte del giardino con tanti materiali di diverse consistenze e forme. Obiettivo? Stimolare i piccoli del nido alla conoscenza approfondita del colore blu. Anche in questa occasione, i bambini scrutano e osservano con attenzione le ombre, questa volte create dal sole.

Allestimento del giardino





Christian, 38 mesi, guarda attraverso la carta crespa blu, poi si accorge del telo velato e ripete l’azione.

Francesco, 37 mesi, guarda attraverso il bottiglione di plastica, mentre Ginevra, 27 mesi, si concentra sull’ombra dell’oggetto.





(Maggie, 31 mesi)

Arianna, 39 mesi: “Ma cos’è?” (si riferisce all’ombra azzurra proiettata sul telo) Educatrice: “Prova a guardarti attorno!” Arianna: “Aaah, è questo sopra!”





Arianna: “Ma cosa c’è qui dentro? C’è una luce in fondo; no, forse no!”

Francesco, 37 mesi, vuole proiettare le ombre delle bottiglie. Si accorge, però, che, su sfondo blu, il risultato è poco visibile.

Francesco: “Non si vede nulla!”





Educatrice: “Prova a cambiare la cassetta!”

Francesco: “Eccola qui!!!” (intende l’ombra)





Non solo azzurro, ma anche…





15 LUCE NEI QUADRI

Dal mese di maggio circa, gli orizzonti del nostro progetto si allargano fino ad indagare la luce dipinta da grandi artisti come Van Gogh e Monet. L’obiettivo è quello di studiare il sole in vari momenti della giornata e dell’anno. In una stanza del nido, infatti, le educatrici hanno allestito, con lenzuola bianche, un piccolo teatro in cui vengono proiettate immagini di opere di questi pittori raffiguranti il giorno e la notte.

(I covoni 1890- Claude Monet)

Educatrice: “Dov’è il

sole?”

Arianna, 36 mesi: “E’ lì

dietro, dove c’è giallo!

Qua invece c’è l’ebba!”





Arianna: “Qui il sole è

grandissimo e va via dietro alla

montagna!”

Educatrice: “Quello è sempre un

covone!”

Arianna: “allora va dietro al

covone!”





Diego, 37 mesi: “Addate, ole ande,

alla di ocooo!!!” (Guardate, sole

grande, palla di fuoco!!!)

Maggie, 32 mesi: “Scotta!”

Margherita, 37 mesi: “E’ tutto

luminato di arancione. E’ gigante!”





(Impressione, Levar del Sole 1872- Claude Monet)

Leonardo, 28 mesi: “C’è una palla rossa, è qui!” Educatrice: “Cos’è?” Leonardo: “Non so! E’ il sole!”

E dopo la luce del sole con le sue ombre, abbiamo conosciuto la luce della notte attraverso le opere di Vincent Van Gogh…

(Notte stellata 1889- Vincent Van Gogh)

Arianna: “Quello è il sole gigante e un po’ di altri soli…”





Leonardo, 28 mesi: “Noo, è il vero sole che

rotola, rotola, rotola via e poi rotola, rotola,

rotola e c’è la luna!”

(Notte stellata sul Rodano 1888- Van Gogh)





Margherita, 37 mesi: “Amici, guaddate, è pieno di luci; deve arrivare Babbo Natale!”

Educatrice: “Forse sono le stelle!”

Margherita: “Ahhh, okkey, però ci sono anche le lucine. Le vedi?”





16 DIPINGERE LA LUCE L’esperienza con i quadri di Monet e Van Gogh ha entusiasmato i bambini a tal punto che essi chiedono alle educatrici di continuare il percorso alla ricerca della luce nei quadri famosi.

Margherita, 36 mesi, disegna, prestando molta attenzione all’originale, “i signori che camminano al buio”, mentre Arianna, 36 mesi, si cimenta con il sole.

Arianna: “Un sole chiaro la

mattina…poi un tramonto di

quando va dietro le montagne”

Francesco, 39 mesi: “Un sole e poi tutti i

raggi, fiusssssh!”





17 MOSTRA COLORE

Assieme ai genitori andiamo in gita al MUBA, Museo dei Bambini di Milano, dove è allestita la mostra “Colore”. Le installazioni nascono con l’obiettivo di avvicinare i bambini al mondo dei colori e della luce attraverso un percorso ludico, attivo e sensoriale.

La mostra - gioco si articola su quattro diversi allestimenti che hanno come tema un particolare aspetto del colore e della luce e che permetteranno ai piccoli di sperimentare i fenomeni scientifici che regolano, appunto, il rapporto luce- colore (www.muba.it)





Filippo, 33 mesi: “Qui è così, però qui no! C’è

il rosa, il viola…anche la tenda è rosa, è il

circo?”





Docce di colore…





Francesco, 36 mesi: “Prima a metto qui, poi aiva il rosso, ma no c’è il giallo…ah no, è qui!”





Anche i nostri corpi disegnano ombre colorate…





18 OMBRE L’Atelier è stato totalmente svuotato, al suo interno c’è solo il proiettore: i bambini incominciano a sperimentare e a giocare con le loro ombre.

Margherita, 36 mesi: “O sai cosa sta facendo la mia ombra? I balli, muove le braccia!”





Filippo, 34 mesi: “Ti faccio vedere una cosa, guadda cosa fa la mia ombra!” “Ma quello sono io? No, ma chi è? Grandissimaaa!”

Diego, 36 mesi, e Cristian, 34 mesi, proiettano le ombre dei loro piedi sul muro. I bambini incominciano a capire che se prendono una maggiore distanza dal muro, il gioco con le ombre risulta più efficace.





19 TEATRO DELLE OMBRE Ancora una volta, le ombre sono le protagoniste del nostro percorso, ma, questa volta, allestiamo un “teatro” con costumi e accessori utili per giocare ai travestimenti.

Francesco: “Ci mettiamo i vestiti?”

Margherita: “Io metto il cerchietto

e faccio la ballerina!”

Arianna: “Io uso l’imbuto per

chiamarvi!”

Francesco: “E io metto i occhiali

pecchè dobbiamo andare in

spiagfgia…forza amiciiii!”





Riccardo, 28 mesi: “ALLAMME

OSSSOOO, ALLAMME OSSSOOO!!!”

“Adesso è un cappello, così non mi bagno!”





Francesco, 36 mesi: “Metto i occhiali così vedo bene anche al sole!” Diego, 36 mesi: “Fai tu?” Francesco: “Tataaaa, ti piaccio? Andiamo a fare la gita!”





20 TESSERA PIU’, TESSERA MENO

Il nostro progetto si conclude con la sperimentazione del bellissimo gioco di Bruno Munari “Più e Meno”, edito da Corraini. Si tratta di un gioco composto da diverse immagini su sfondi trasparenti, sovrapponibili e componibili a piacere, aggiungendo o togliendo le carte. Il nostro obiettivo è quello di spostare l’interesse dei bambini su forme e ombre di immagini note, permettendo loro, in un gioco infinito di aggiunta e sottrazione, di immaginare storie e raccontarle ai compagni.

Arianna, 36 mesi: “Io ti racconto una storia, tu guarda! Allora prima c’era il sole che stava per tramontare, poi è arrivata la pioggia…” Jacopo, 34 mesi: “E’ la neve quetta?” Arianna: “Okkey è la neve e c’è anche l’erba che cresce alta!” Jacopo: “Però ci sono anche le nuvole quando nevica!” Arianna: “No così in alto, sennò non si capisce!” Arianna: “E poi è scesa la notte e tutto va via, anche il sole con la neve”





“TUTTA LA VARIETA’, TUTTA LA DELIZIA, TUTTA LA BELLEZZA DELLA VITA E’ COMPOSTA D’OMBRA E DI LUCE”

Lev Tolstoj

Francesco, 36 mesi: “Anche quetto

qui è il sole, però, no, è il tramonto!

Io faccio la barca in mare, è

mattina e sono svegli tutti!”





21 BIBLIOGRAFIA

• Giochi di luce di Lizy Boyd, Edizioni Terre di Mezzo • Apri bene gli occhi di Ramadier e Bourgeau, Edizioni Babalibri • Giardino Blu di Elena Selena, Edizioni L’Ippocampo • Bucefalo di Pénélope Jossen, Edizioni Babalibri • Ombre di Suzy Lee, Edizioni Corriani • Mirror di Suzy Lee, Edizioni Corriani • Ombre di Arnold Roi, Edizioni Franco Cosimo Panini • Zoottica di Guillaume Duprat, Edizioni L’Ippocampo





INFORMAZIONI SULLE AUTRICI

Sono laureata in lettere Moderne con orientamento pedagogico e mi occupo, con particolare riferimento alla teoria dei 100 linguaggi di Malaguzzi, della supervisione pedagogica e della formazione degli insegnanti. Ho approfondito le tematiche relative alla crescita dei piccoli, alle loro emozioni e ai loro apprendimenti attraverso l’utilizzo degli albi illustrati. Fondatrice, formatore e coordinatore pedagogico di LibroGiocando Officina Educativa.

Titolare di un asilo nido e una scuola dell’infanzia, mi occupo del coordinamento amministrativo e pedagogico. Ho unito l’approccio dei 100 linguaggi di Malaguzzi al mio entusiasmo per gli apprendimenti creativi dei bambini con l’obiettivo di realizzare contesti educativi in cui i bisogni e i tempi di piccoli e adulti sono in primo piano.“Life long learning” è il motto che mi contraddistingue: non si smette mai di crescere e di apprendere! Fondatrice e formatore pedagogico di LibroGiocando Officina Educativa.

Emanuela Menabue

Valentina Colombo





Laureata in Scienze dell’Educazione, da diversi anni mi occupo di prima e seconda infanzia. Il lavoro quotidiano con i bambini mi affascina e mi stupisce grazie anche alla sperimentazione diretta dell’approccio metodologico dei 100 linguaggi di Malaguzzi di cui apprezzo l’idea di bambino competente, che sperimenta in modo attivo e costante. Fondatrice e formatore pedagogico di LibroGiocando Officina Educativa.

Cecilia Sala

La Luce prende forma · 2021. 1. 10. · Emanuela Menabue Cecilia Sala Valentina Colombo ... non...

Documents

Transcript of La Luce prende forma · 2021. 1. 10. · Emanuela Menabue Cecilia Sala Valentina Colombo ... non...