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ramma comun1s1a IISTINSUE IL N8STRI PAftTITO: La linea da Marx, a Lenin, a timne 1921, alla latta della sinistra mira la da11naraziona di 11111, al rifiut1 d1i ~lecchi parti~ani, la dura Djlara del mtaura ,,na dellrina I d1II' ar1ano ri11luzianaria, a c11talle can la classa eperaia, _ f uori dal polilicaalis111a parsonal1 ad alattoralasca.
orsano del partito comunlsta internazionalista
18 die. 1958 - Anno VII - n. 23
IL PROGRAMMA COMUNU';TA - Cas. Post. 961 MI LANO
Una copia L. 30 Sped. in Abbonamento postale Gruppo ll
Universalità ~ella menzogna boru~ese Se mai il regime capitalista si è di
:svelato jn tutta la sua ripugnante ipocrisia, è stato appunto in que :sti giorni in cui ha creduto doveroso celebrare - perfino nelle aule in cui si erudiscono i pup i - il deci mo anniversario.del lancio della Di chiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, partorita e covata dal l'assemblea delle Nazioni Unite. Esse è veramente, ne! preambolo corne negli articoli, la più spudorata ma nifestazione di cinismo che potesse uscire dagli alambicchi dei lugubri beccai della « famiglia umana » di eut si erigono a trepidi ed altruisti protettori. , Essa è, d'altronde, una nuova edi
zione della 'Cart a con la quale una parte dei belligeranti intese, men tre durava il macello - anzi, men tre l'universale tregenda di sangue umano stava per entrare .nel più spaventoso girone, - tingere di ma gniloquenti idealt la sua lotta per la divisione imperialistica del mon do, anche per non essere da meno della parte avversa, proclamatrice con altrettanto cinismo di ideali di pace con giustizia. Essi, i grandi pirati, gli autopro-,
elamatisi big divoratori di carne u mana e di terra e di acciaio, senti rono allora il bisogno di versare sui popoli che, in loro nome e pro cura, andavano scannandosi su tut ti I fronti, l'incenso e la mirra della libertà, dell'eguaglianza, della fra ternità umana. E, a guerra conclu sa, in piena « pace » irta di canno ni e bombe ultimo modello, rican tarono agli stessi popoli la stessa melodia: « tutti gli esseri umani na scono liberi ed eguali » (salvo che alcuni sono pîù liberi ed eguali de- - gli altril; ad ognuno, « spettano tut ti i diritti e tutte le libertà eriun ciate nella presente dichiarazione, senza distinzione àlcuna per ragioni 4i razza, colore, sesso, lingu.a, reli aione, opinione politica o di altro genere, origine nazionale o socie le », i privilegi comuni consistendo - figurarsi - ne! « diritto alla vi ta (per informazioni rivolgersi , in pieno per iodo di « pace » e a pre :scindere dalla II carneficina mon diale, ai coreani, indocinesi, algeri ni, magiari e via allegramente di scorrendo), alla libertà ed alla sicu rezza della propria persona ». Tutti, dissero, « sono eguali di fronte alla legge », la legge, naturalniente, di una società di diseguali: nessuno « potrà essere sottoposto ad inter ferenze arbitrarie nella sua vita pr i, vata, neÜa sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza » (ri volgersi a tutti i popoli di tutti i Paesi, aitre che, in particolare, ~ i suddetti), ognuno ha diritto « alla libertà di movimento », « ad un a crt. tadrnanza », « ad una proprietà sna personale o in comune con altri ;:. « alla sicu.rezza sociale», « al 1.1vo-
ro, alla libera scelta dell'impieyo, a ' gni individuo ha dei doveri verso giuste e soddi&facenti condizioni di la comu.nità nella quale soltanto " vita », « a eguale retribuzione per possibile il libero e pieno spiluppo egu.ale laPoro », « ad una remune ra- della sua personalità » ed essendo zione equa e soddisfacente che assi- pacifico che una tale « comunità » è curi a lui stesso e alla sua farni g.ra quella nrganizzata da lor signori è una esistenza conforme alla dignità solo essa, la « comunità » di cui i umana » (rivolgersi, per quanto ri- lavoratori, in tuta e in uniforme, co guarda la persona umana e la sua noscono per Iunga esperienza Je de dignità, ai cimiteri di guerra), « al lizie: una comunità perfetta, rat riposo ed allo svago » (per il ripa- forzata da quella specie di Croce so, chiedere ai suddetti cimiteri; Rossa Internazionale, fraterna e be per lo svago, aile caserme, aile fab- neficienie, che sono le Naziom Di· briche ed eventualmente alla TV), sunite. « a un tenore di vita sufficiente a Non saremo certo noi a riven•li, garantire la salute e il benessere care nei confronti dei governauu proprio e della sua famiglia, con dell'Internazionalé capitalistica, tia particolare riguardo all'alimenta- e little che siano, il rispetto di que zione, al vestiario, all'abitazione », ste clauso le, forcaiole corne tutte ecc. (rivolgersi aile aree depresse quelle sulle quali eresse fin dall'mi ed anche a quelle che non lo sono ) , zio il suo dominio la borghesia dt « all'istruzione » (vedasi Basilicata), tutti i Paesi. Se citiamo questi a r « ad un ordine sociale ed interna- ticoli è solo per sbugiardare i falsi zionale ne! quale i diritti e Je li- profeti, per rispondere loro , - ncl bertà ecc. possano essere piena- la supina acquiescenza del demo mente realizzati » ecc. ecc., ferrno craticume - che il giardino ûorito perè> restando, soprattutto, che « o col cui miraggio hanno, da oltre un
secolo e fin dalle loro rivoluzioni (britannica, americana e fronces.?) turlupinato, mobilitato, sfruttaw e preso in giro le grandi masse aei « liberi ed eguali » è un fioritissimo camposanto o, nella rnig liure de.Ie ipotesi, una galera perpétua. Ci credono essi? No davvero: non
credono neppure e non hanno mai creduto - anche se ci credono an cora troppi « liberi » proletari - alla democrazia parlamentare di cui si riempiono la bocca. La Carta, giovane antenata della Dichiarazio ne Umversale, fu sottoscritta da De Gaulle (per tacere di Stalin e degli al tri due): il generale non ha certo pensato più che tanto allo « storico documento » quando, pochi giorni fa user con un gesto sirrrile alla non mena storica pernacchia dall'aula dell'assemblea « rappresentativa » da lui voluta e fatta eleggere - unico gesto che noi non oseremo mai r infacciar gli. Egli ha, in questo modo e certo involontariamente, ri cordato ai vinti delle due guerre mondiali - i proletari di tutti i Paesi - che trionfa solo la forza, che il resto è bugia. Gliene siano rese solennemente grazie - in at tesa di-rendere, a lui e commilitoni, la troppo a lungo do~uta pariglia.
legge le uscite non debbono supera re le entrate ». Allo stesso modo, si era sempre
ritenuto che il funzionamento di un'.economia socialista avrebbe im plicato, insieme con la fine del sala-
Chi ci capisce più nulla nella ter- rio monetario, la fine del circolo minologia dell'opportunismo? An- chiuso aziendale. Ebbene, è « socia dando di questo passo, bisognerà lista» uno Stato corne la Cecoslo compilare un apposito dizionario vacchia in cui l'operaio riceve un per intendersi su quello che un tem- salario, questo è solo in parie ftsso - PO si. considerava !'ABC del lin- "e per l'altra parte varia bile, e que guaggro operaio. sta variabilità dipende, oltre che dal Leggiamo per esempio d'Avanti!» ren~imento delle_ sue braccia (il
del 10 dicembre. Uno dei caratteri fam1gerato « cothmo » capitalista) d~ll'e~onomia socialista, ne! Iinguag- dall'andamento ?-el bilancio_ azi~n g10 di un secolo di movi.mento ope- d_ale: « Mentre ~mo ad ora _il crtte raie, era che in essa la società non n~ della formazwne degli stipendi e avrebbe più conosciuto la contabili- dei salari era basato su certe pro tà a partita doppia, i registri del porzioni (circa metà costituiva il sa dare e dell'avere, il calcolo botte- lario o stipendio base ed era fissa, gaio delle entrate e delle uscite mentre la seconda metà e--a varia Ebbene, leggiamo ara in una corri: bile, e oscillava in funzione é'r:lla spondenza da Vienna sulla Cecoslo- produttività dell'impresa e de! la vacchia: « I Paesi appartenenti al voratore), la riforma si propone di Consiglio per i reciproci aiuti eco- accrescere la quota fissa -!elle sti nomici - Comecon - hanno pre- ~endio fino a un liv~llo . di circa sentato in questi giorni i propr i l 80_ % , lasciando la parte rrmanente bilanci di previsione per I'esercizio all'mflu.enza de! reddito aziendale e 1959. Secondo la prassi in vigore delle attività del lavoratore ». nei Paesi del blocco socialista. i bi- Si . era sempre ritenuto che la lanci debbono esser pareggiati a vendita a rate, con pagamento ai presentare u.n attivo, in quanto per interessi da parte . dell'acquireme
sulle quote successive, fosse uno dei più strozzineschi metodi di spo liazione capitalistici: ebbene, mïor ma I'Avanti! - e ne gioisce corne di una misura di « provvidenza cocva le » e corne di una prova che l'eco nomia cécoslovacca è in grado di soddisfare i bisogni di tutti i enta dini -: « le nuove disposizioni pre vedono che chiunqué abbia un la voro o disponga di una pensione possa 'acquistare qualsiasj oggetto sulla base del pagamento dilaziona to del 75 % del prezzo dello stesso. In aitre parole, versando il 25 %- del valore di un oggetto ogni cittadino cecoslovacco puè ottenere, dalla Cassa di risparmio statale, un credi to eqmvalente al rimanente 75 %, del valore dell'oggetto. n credito viene concesso per un czfl,no al 5 % d'interesse ». A questa stregua, Foster Dulles
puè dire che la socrètà americana è socialista ...
Bllanol ••• soolallstl
Lo stalinismo di fronte ail' Algeria Continu.iamo nella documentazio
ne dell'atteggiamento del PCF in merito alla lotta di liberazione na zionale algerina, trattata dalla rivi sta dei compagn( [rancesi « Pro gramme Communiste ». Dopo il bombardamento del vil
laggio tunisino di Sakhiet da parte dellaviazione francese, la cr isi pren de >1n ,ca-r.i.Ua....._ - piA- -acu10s ma.- il P:è.F. si attiene sempre al criterio delle • proposte ai partiti di sirii stra in vista di un compromesso che permetta di giungere a una soluzio ne pacifica del problema algerino » (Intervento di J. Duclos all'Assem blea nazionale il 25-9-57). « L'atteg giamento del nostro part ito - pre cisa Waldeck Rocher, - consiste nel non porre alcuna condizione che non possa essere accettata dalle for mazioni di sinistra ». 'l'erribile no stalgia del « Fronte popolare »! Frattanto, si accrescono le prote
ste della base e si reclamano prese di- posizione più efflcaci contra la guerra d'Algeria. E' cosi che, fra i 1800 delegati riuniti a Pleyel il 30 agosto 1958 al momento della « Con ferenza per la pace in Algeria » al cuni oratori usano un linguaggio più radicale: per esempio, Barrat evoca la prospettiva di uno sciope ro generale illimitato in caso di putch o di colpo di Stato dei mi litari. Di fronte a queste prese di posizione, tuttavia limitate, l'inter-
Benzin~, che passlnnul
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L'adore (o, secondo i casi, il pro ju.mo) di benzina sembra destinato a divenire caratteristico della Sti vale: molto più caratteristico del romantico aroma del lrergamotto. Invero, si sussurra che la « voca
zione mediterranea » del ncstro Mi nistero degli Esieri sia soprattutto vocazione per i giacimenti petroli jeri dell'Africa del Nord, e che la possibilità di investimenti in quest:J settore sia quel!a che comanda le strizzatine d'occhio a rotazione ora a De Gaulle-Sahara, ora a Maomet to V-Atlante, ora a Nasser-Sinaï. Il « Giorno », quotidiano di cu.i è nota Z'affeliazione, è arrivato fino ad an nunziare su otto colonne di prima pagina che « l'America scopre Nas ser» e servirsi delle dichiarazioni del sottosegretario di Stato Ameri cano a Beiru.t (« L'America non de sidera nu.lia di meglio che miglio Tare i SU.oi rapporti col presidente egiziano ») e del direttore dell'isti tuto culturale tedesco al Cairo ( « i Zegami fra la Germania e la RAU non sono solamente politici ed eco nomici, ma, particolarmente cu.ltu.- 1'ali ») per trarne qu.esta co~lu.sio ne di uso intetno: « Perchè ciè> che puà jare la venerata Germania di Adenauer e di Erhard non puà fare L'Italia? Perchè ciè> che puè> fare la Fiat (e fa bene) non puè> farlo l'ENI? ». Poichè l'argomentazione è diretta contro « chi attacca la nuo-
va direzione della politica estera ita liana, ii « gruppo Gronchi-Fanfani » (came dicono) ecc. », se ne dedu.ce - se la logica .è logica - che poli tica estera italiana è eguale a poli tica economica dell'Ente Nazionale Idrocarburi ,- corne appunto Pole vasi dimostrare. Ma, se per il g"verno la benzina
ha profumo, per l'opposizione ha odore, talchè, unite in un solo fron te, destre e sini'lltre, con l'aiu.to di alcuni democristiani insoddisfatti, per poco non hanno mandato all'a ria Fanfani nella sacra campagna a difesa della soppressione del so-, vraprezzo su.lla benzina. Fra le molte categorie che Z'elet
torato « comunista » e « socialista li corteggia, ci mancJ1va solo questa: non soltanto i commercianti e traf ficanti di alto bordo pilotanti chilo~ metriche a'utomobili ma anche i gagà che fine a quaÎche giorno ad dietro, poverini, erano costretti a· spendere qu.alche lira in più per le J,_oro nobili gite di piaceTe e... di studio. Voti l'ercan.si, preferibilmen te con dote: al centro dei « grandi problemi » nazionali pas:ra qu.indi la difesa degli immarcescibili diritti dei figli di papà di rotoZare a bu.on mercato su.He patrie stra~ e, se possibile, di tirar sotto il proleta rio-pedone. Come il governo, cosi l'opporizio
ne ha bisogno di carburante.
vento del P.C.F. non appare che più scialbo. L. Feix, suo portavoce, si limita a ripetere le solite tesi: « Interesse della Francia», « legami con la metropoli », « ricerca di forme di cooperazione politiéa, eco nomica e culturale », « azione pres so i poteri pubblici, messaggi al Presidente della Repubblica », ecc .. , · Se non'vi e-ra nuihrd1Hiltteddë:re da quest'assemblea eteroclita, essa ebbe almeno il merito di mettere a nudo le vere posizioni del P.C.F. Con gli avvenimenti d'Algeri (30
marzo 1957) il P.C.F. si vede co stretto a condurre la campagna per la pace non più soltanto sui terre no platonico dell'interesse naziona ,le, ma anche su quello della strut tura e della politica .interna:. Ma ciè> gli fornirà l'occasione di mettere u na volta di più in evidenza il con tenuto parlamentarista piccolo-bor ghese della sua politica. Divenuto l'ardente difensore della Repubbli ca, il P.C.F. lancia calorosi appelli ai partiti di sinistra, spingendo il ser vilismo fino ad assicurarli solenne mente della propria buona bede: « I c;omunisti rispetteranno corne sempre la legalità e il program ma adottato in comune. Il P. C. F. riafferma solennemente che non vi saranno, nella battaglia ingaggiata, altri scopi per la classe operaia che la difesa d'ella legalità re pubblicana e la salvaguardia del le istituzioni democratiche co stituzionali. Tutto lo sforzo del P.C.F., ciascuno dei suoi atti, sono dominati da questa unica preoccu pazione. Coloro che gli attribuiscono altri fini ingannano i, democratici, dividono i loro ranghi e impedisco no la risposta repubblicana ». (Hu manité - Dimanche, 7-9-68), E' evidente che, incanalata verso
tali obiettivi e legata da tali parole d'ordine, la classe operaia non ha potuto finora intraprendére la mi nima azione di classe e assiste im potente all'estensione del « terrori smo nella metropoli » e all'amplia mento delle misure repressive. Davanti all'accresciuta ampiezza
della lotta, in .Algeria, gli stalinisti, non polèndo più. condanilare · aper tal!lente g_li « atti individuali » dei fellaghas, ma incapaci di una inter pretazione proletaria degli avveni menti, piagnucolano ed eludono le questioni di fondo: « Sarebbe inuti le, e anche,pregiudizievole alla cau sa della pace, discutere sulla scelta dei metodi' utilizzati dai combatten ti algerini ». (La Provence Nouvelle, Jean Espana), Bell'ipocrisia, non c'è che dire! Intanto, il «- grande partita » non
arretra di fronte ad alcuno ostaco lo ... nemm.eno a quello del voto dei pieni poteri a Pflimlin, presentato corne un mezzo per facili{are l'a pertura di un negoziato. Scrive Pro vence Nouvelle del 7-9-1958: k Non .è ancora troppo tardi per salva guardare le fortune della Francia, per stabilire fra il nostro paese e i territori d'Oltre-Mare (Algeria com presa) rapporti d'associazione dure voli e reciprocamente vantaggiosi. Perciè>, eonviene che la Francia ri conosca a tutti questi paesi il di ritto all'indipendenza, e su questa base inizi negoziati da eguale ad eguale per determinare i nuovi rap porti con essi ». Infine, con la « battaglia » per il
referendum, lo stalinismo ha tradi to due volte gli interessi sia del proletariato metropolitano, sia del moto anticoloniale algerino: 1) mo bilitando il proletariato per obiet tivi non suoi (la conservazfone del-
1 Quadrante 1 Concorrenza in opportnniamo
Difendendo il suo operato corne segretario del PSI, Nenni ha dichia rato ( Avanti! del 24-11) che le « te si » del suo partita non sono « una improvvisazione passionale o senti mentale e meno che mai una conces sione all'avversario di classe o uno scivolamento nell' opportunismo, campo ne! qU.tJ.!e i socialisti non riu sciranno mai a battere i comu.nisti». Pacifica concorrenza nell'opportu
nismo, con vittoria di don Palmi,o, e con don Pietro che si morde le mani per non essere all'alteaa del rivale.
Capitali•mo rifarmasi Al convegno tenuto da politici ed
economisti a Roma eirca il modo di raccogliere la c sfida dell'URSS "· il
professore belga Wauters ha invo cato « una effettiva modifica dr-lla struttura capitalistica da conseguir si mediante la sostituzione al pt·;n cipio del profitto personale, di al tri ispirati dalla solidarietà intf'!r nazionale ». Evidentemente, si tratta di s~stf
tuire al « profitto persona le» una stanza di compensazione dei 1,r .. fll ti, un regime di... compartecipazw ne agli utili fra società anonime na zionali ...
Pinltl bene Gli ex riuniti a Roma si sono ri
velati per quelli che erano, ncm cie gli ex-comunisti, ma dei mai-stati-e mài-destinati-ad-essere-comunisti. li nocciolo della « risoluzione » parto rita dal convegno è infatti il solt:n ne articolo 2, che riafferma la • va Zidità della democrcuia corne fine, ca me metodo e come costu.me ». Non solo corne metodo, al mo::lo di
Saragat-Nenni-Togliatti, ma come fine e come costume! Bernstein al l'ennesima potenza: socialismo e co.. munismo possono andare a .farsi be nedire.
la repubblica borghese) invece di scatenarlo in lotta aperta contro il regime, 2) accreditando l'illusione che la scheda potesse in qualche moào servire di argine alle forze della conservazione e dell'imperia lismo.
• • • Quanto abbiamo esposto dimostra
che tutta 'la politica stalinlsta net riguardi dell'Algeria è consistita ne! minimizzare e appianaré i contra sti sociali che sono alla base dei moti di indipendenza. Si è quindi isolato il fatto dell 'oppressione e del lo sfruttamento dal suo contesta e conomico e imperialista. Laurent Casanova esprime bene questa po sizione quando dice: « il nostro par tito tiene conto della presenza sui suolo africano d'una popolazione al gerina , d'origine francèse ed euro pea i cui interessi non hanno nien te a che vedere col colonialismo ». Ciè> che è, fra l'altro, interamente Quando ci fecero credere che il falso. Esistono due modi di abbor- primo razzo americano Pioneer era dare il fenomeno delle rivolte na- giunto alla distanza dalla 'Terra che zionali: "gli consentiva di non più ritornare, l. il modo piccolo-borghese, idea- affermammo che poteva essere ve
lista democratico umanitario di pré- rosimile che si perdesse nello spazio sentarli corne il risultato del pro- ultralunare ma era incredlbile
, gresso delle « idee » moderne di li- che si mett~sse a girate corne satel bertà, giustizia, eguaglianza; lite della luna per poi, dopo averla
- 2. quello che consiste ne! ritenerli guardata dal di dietro, ritornare ·suL espressione dei contrasti economico- la terra. · · · _ sociali legati allo stabilirsi di rap- Sono oggi ben tre i tentativi _ame porti mercantili-capitalisti nei pae- ricani falliti, e di quello russo non si coloniali. In quest'ultimo caso si si sa nulla. ' - possono - considerare due tipi di Il Von Braun ebbe a dire, dopo 'il' contrasti ancora mal definiti: il con- primo fallimento, che bisognava trasto fra imperialismo monopolista tutto al più - ripromettersi di for e fattori economici e sociali nazio- mare un satellite non della luna, ma nali, e il contrasto fra classi « na- del sole; e cosi il moderno pubb!ici,, zionali » privilegiate e prolétaria-to tarismo rimpiazzava una frottola e sotto-proletariato indigeno. , c;rn _ -sventata con una più g;ande. staiinisti non harino affrontato il Teoricamente sarebbe forse possi problema coloniale che sotto il pri- bile lancial'.e similé « -pianèta artifi mo aspetto - piccolo-box:ghese e -uto- ciale », se gli si 'facesse raggiunge pistico (iritesa fraterna dei popoli, re la velocità della Ter·ra, ossia 30 legami culturali, ecc.), e hanno fat- chilometri al secondo, mentre perla to del moto algerino il risultato del- perdita nello spazio (o caduta sul l'evoluzione di un 'ide a accettabile sole) bastano undici. Si potrebbe « dalla Francia del 1789 ». « Tale è con undici km/sec. spararlo « in a la posizione del nostro partito - vanti » sull'orbita terrestre. proclama Casanova il 20-3-57 -, Ma dopo gli ammessi grossolani poichè abbiamo coscienza di man- sbagli degli angoli di lancio, della tenerci cosi nella tradizione di Jau- velocità di Jancio, e dell'istante di rès e di Guesde e in quella del partenza (si domina quello dalla grande movimento emancipatore terra, ma non quello degli « scatti » che debutto con la grande rivolu- ulteriori) e senza far qui luogo a zione francese ». critiche teoriche, si deve asserire Infatti: pura tradizione borghese, che è stato fatto un passo indietro,
totale abbandono di ogni posizione e che (fino a prova contraria) non di classe a favore della pirateria si riesce a mandare un oggetto }Dar ;mperialista. Non per nulla Casano- tito dalla Terra fuori da!l'effetto va si riallaccia non ,a Lenin, ma della attrazione della stessa, in mo alla « tradizione francese » social- do che cada sulla Luna o sui Sole, democratica e pacifista. Praticall}en. Solo quando questa possibilità del te, gli stalinisti si sono offerti co- l'uomo risulti teoricamente e prat'i me intermediari in un compromesso camente dimostrata, si potrà parlare . fra i movimenti coloniali e lo Stato di dare a corpi astrali aitre rotte francese, in vista di una politica di da quella di un proietto viaggiante « coesistenza pacifica ». per effetto di velocità impressa e Per far accettare questo piano, della attrazione terrestre. I satelliti
non hanno rinunciato ad alcu.na bas- ftnora lanciati altro non sono che sezza, perfino speculando sulle ve~- proiettili balistic1, che non è nem leità di lucro 'dei capitalisti frances1. mena possibile a rigore definire L'argomentazione di Garaudy su extra atmosferici, ossia staccati dal Suez ne offre il miglior esempio: la sfera di materia che forma il
(c<inti,1140 '" li.a pag,) pianeta Terra.
Pionieri da
vicolo chiuso
2 IL :-'ROGRAMMA COMUNISTA
Lo (cot1,tinuazione dalla l.a pag.)
« A Suez, provocando la partenza dei nostri tecnici, voi create le con dizioni di un declino della nostra industria ... La Francia era la secon da fornitrice dell'Egitto ... Noi sia mo sempre pronti a favorire I'espan sione pacifica dell'economia e della civiltà francese ». (Roger Garaudy, intervento all'Assemblea nazionale del 16-10-56). Divenuti gli apologisti dell'affa
rismo mercantile gli stalinisti non hanno esitato ad abbandonare ogni solidarietà internazionale anche nei confronti dei partiti «fratelli». «Nel le relazioni internazionali, - pro clamava R. Garaudy, in risposta a chi gli chiedeva perchè lo stalini smo applaudisse Nasser sebbene questi imprigionasse i comunisti - i regimi interni non devono essere un elemento di giudizio sugli atti esterni ». 1E più tardi: « E' una dot trina costante ... del nostro partito ... di ammettere che, in virtù dei prin cipii della coesistenza pacifica, non si facciano intervenire preferenze soggettive ( ! !!) nei rapporti inter nazionali ». (16-10-58). La solidarietà con i comunisti de
gli altri paesi sostituita da « prefe renze subiettive ». I comunisti di· Lenin avrebbero proclamato la lo ro solidarietà col movimento rivo luzionario arabo, salutato la sua vittoria sull'imperialismo inglese, e spietatamente denunciato in Nas ser un ... rivoluzionario solo all' ... e stero! In conclusione, i nostrt « eomuni
sti » hanno snaturato il problema delle rivoluzioni nazionali sui suoi due piani primordiali:
1. Nel moviinento del paese che si rivolta, essi non hanno fatto valere ta solîdarietà internazionale coi pro letari del mondo intero, ma i lega mi culturali, economici, politici, con la nazione che lo opprime. Ora, ecco che cosa diceva Lenin a questo proposito: « Nella causa nazion-!o. ogni borghesia vuole sia dei pr iv ile gi, sia dei vantaggi eccezionali per la sua nazione: ecco ciô che s'in tende per « pratica 11. Il proletariato è contro ogni privilegio, ogrri esclu sivismo. Esigere che esso sia « pra tico » è cadere nell'opportunismo 11. (Lenin: Del diritto dei popoli a di sporre di se stessi), G!i stalinisti sono talmente affo
gati nell'opportunismo, che non hall no mai messo avanti il minimo della rivendicazione proletaria," e cioè: iZ diritto alla separazione e alla for mazione della Stato nazion«le. Se sotto la pressione degli avvenimen ti, hanno avanzato la parola d'ordi ne dell'indipendenza, è solo dopo averla evirata di agni energia rivo luzionaria. Curiosa indipendenza in fatti, quella che è completata da « rapporti d'associazione » o di « coo perazione politica 11 con la potenza coloniale e imperialista! Lenin era esplicito su questo pun
to: « Per libera disposizione delle nazioni si intende la loro separa zione in quanto Stato dalle colletti vità nazionali estere, s'intende la formazione di stati nazionali indi pendenti.
... Nel programma dei marxisti, la libera disposizione delle nazioni non puà avere, dal punto di vista stori co-politico, altro significato che la libera disposizione politica, l'indi pendenza in quanto Stato, la for mazione d'uno Stato nazionale ».
« Ci si dice, - continua Lenin - sostenendo il diritto alla separa zione voi sostenete il nazionalismo borghese delle nazioni oppresse. Noi rispondiamo: no, è alla borghesia che importa ottenere qui una solu zione « pratica 1>, mentre agli ope rai importa mettere a nudo due ten denze: nella misura che la bo rghe sia della nazione oppressa lotta con tra la nazione che la opprime, noi siamo sempre, in ogni caso e più
risolutamente con tutti gli altri, a favore, poichè siamo il nemico più ardito e conseguente dell 'oppressio ne; nella misura in cui la borghesia della nazione oppressa è per il pro prio nazionalismo borghese, noi sia mo CONTRO. Lotta contro i privi legi e le violenze della nazione che opprime, nessuna tolleranza per la ricerca di privilegi dalla parte della nazione oppressa ».
2. NELLA METROPOLI dove la « rivendicazione della pace » si é sempre combirrata con la difesa de gli « interessi superiori dellà naz io ne ,,, agli stalinisti Lenin ha già ri sposto da molto tempo: « II minimo appoggio dato da! proletariato di u na nazione qualunque ai privilegi della sua borghesia nazionale pro vocherà inevitabilmente la sfiducia del proletariato dell'altra nazione; indebolirà la solidarietà internazio nale degli operai ».
Ma ciô non impedirà ai super campion] dell'opportunismo stalini sta di usare queste parole inequi vocabili per giustificare la loro po litica di tradimento. Sentite che co sa scrive Pierre Courtade (Huma nité-Dimanche 7-9-58) a proposito dell'alleanza del P.C.F. coi partiti di sinistra per la difesa della Re-
fronte che questi « comunisti » di nuovo stile pongono al proletariato. Nien te guerra solo perchè ci siano più br acci a al « Iavoro » in Francia. Non ha detto St al in che « l'uomo é il capitale più prezioso? » Per Lenin, la « garanzia » per il socia lismo, rrel l a questione nazionale era la lotta di classe nella metropoli:. Io stalinismo uccide questa e pre tende di risolvere quella.
Scopo di quest'articolo er a dime strare -- sulla base delle stesse di chiarazioni dei dirigenti - la posi zione piccolo-borghese, riformista e cont.rortvo luzionania, seguita dallo st a lirnsmo, in tutto il ·suo corso, sul la questione algerina. Non si tr atta di erràri tattici, ma dell'abbandono totale di cgni visione storica di clas se e di ogni fiamma rivoluzionaria. Il suo risultato è che, anche sulla
questione coloniale, non esistè oggi possibilità di riportare il pro letarta to sulle sue posizioni stor iche e ri voluzionarie prima che l'insieme del movimento ritrovi il suo · program ma generale di classe e butti nella fossa comune dei servi dèlla borghe-· sia il riformismo vecchio e antico, soci aldemocr a+ico ,. stalinist.a, re sponsabili dei disastro mondiale in cui la classe oper aia versa nelle metropoli corne riel le colonie ed ex colonie dell'imperialismo. Ritrovâre questa via é il cornpi
to dei rivcluzionan di tutti i Paesi,
comunista vincesse innanzitutto nel le metroP.oli borghesi di Europa e di America. G!i avvenimenti hanno confermato in pieno tale previsione scientifica. La mancata rivoluzione anhcapitalista nell'Occidente bor ghese non ha impedito, è vero, l'e splodere delle gigantesche energie produttive che lo zarismo teneva imprigionate, ma alla base del su perbo idustrialismo russo di oggi non operano forme di produzione
Nazionalismo e federalismo nel movimento afroasiatico
socialiste, cioè antimercantili, anti salariali, antiaziendali. La stampa stalinista esalta quoti
dianamente la rivoluzione naziona le nelle colonie corne un effetto del la rivoluzione russa. E di ciô non è lecito dubitare. Se l'immenso spazio asiat ico si va industrializzando, ciô avviene anche per le profonde ri percussiôni della rivoluzione prole tarra russa. Nella notte buia della arretratezza asiatica l'Otto bre risuo-
SITUJlZIOl\ll OPEHllIE Ancora Spezia Abbiamo segnalato ne! n. 20 la si- 1 e
tuazione che va determinandosi a Spezia in seguito alla gragnuola di licenziamenti da cui gli oper ai di diversi comp!essi sono colpiti. La gragnuola, prima limitata alle
piccole aziende, di!aga ora nelle grandi. E' la volta del cantiere na vale INMA, e il suo caso merita di essere illustrato. Verso la fine di ottobre, la dire
zione annunzia che, in seguito alla tiduzione delle commesse, dovrà pro. cedere al licenziamento di un'ot tantina di dipendenti. Gli operai si mettono in moto sfilando per la città e, ahinoi, rivolgendost al buon cuore delle autorrtà cittadine: il 31-10 ha luogo un incontro fra sin dacalisti e dirigenti, e i « rappresen, tanti degli operai » propongono che, invece di licenziare operai, si prov veda a ridurre le ore di lavoro met tendo tutto il personale in cassa in tegrazione. Se non è zuppa - a vrà pensato la direzione - è pan bagnato e, forte della debolezza al trui. ribatte: insisto perchè si Iicen zino almeno gli operai assunti con contratto a termine. I sindacalisti si riservano di ri
pensarci e, alla rmnione del 5-11, accettano il licenziamento di 55 o perai con contratto a termine che hanuo raggiunto il limite d'età. L'U nità, per l'occasione, chiede « una azione delle autorità per evitare che la crisi delle nostre industrie si aggravi ancor di più e siano tro vatc nuove fonti di lavoro »; in al tre parole, cede l'iniziativa ai pa droni. Risultato: 1'8-11 i giorna!i an nunziano che, dopa i 55 Iicenzia ti, la direzione dell'INMA ha deciso di mettere sulla strada, a far tem po dal 10 novembre, altri 150 di pendenti. La CI risponde chieden do, ancora una volta, la riduzione dell'orario di lavoro: e la ruota ri comincia a girare corne prima. La conclusione è che rimangono
all'INMA 650 operai che lavorano 24 ore alla settimana: lo Stato paga al 70 % le ore di ... riposo; e ci si chiede se qualcosa di simile nor. accadrà alla Termo Meccanica coi suoi 1000 11ipendenti e al Cantiere Navale Ansaldo di Muggiano coi suoi 3500.
Il corrispondente.
I Sindacati
stalinismo di ail' Algeria
pubblica: « Si tratta d 'una applica zione dei pr incipî di Marx sult'al leanza necessaria fino in fo ndo del la classe operaia e delle classi me diel!» Ci si dimentica volontariamen te che tale alleanza b necessaria finchè la bo rghesi a lotta per di struggere rapporti economici e so ciali pre-capitalistici, e che questa fase si é definitivamente chiusa in Europa occidentale nel 1870. üpponiamo ancnra a questi signo
ri qualche riga. di Len i n : <, La poli tica del proletariato nella questione nazionale non sostiene la borghesia che in una certa direzione, ma non coincide mai con la sua ·politica ... La classe oper aia sostiene la bor ghesia.; al fine di assicurare alla lotta di classe l'ambiente più favo revole 1>. Ma che casa significa « lot .ta di classe » per i nostri stalinisti, che, nella Ioro demagogica Campa gna per la pace, hanno completa mente dimenticato g!i insegnamenti di .Lenin e di Marx e la cu i mag gior preoccupazione è ancora e sern pre l'interesse della Francia? Ascol tiamo ancora R. Garaudy: « I 500.000 g iovani che utilizzate per la guerra, mancano terrrbilmenrs al Iavoro in Francia ,,. 0 carne da cannone o carne da profitto: ecco l'alternativa
nô come uno squillo di tromba, e bene lo si vide nel 1920, quando de legati di tutti i popoli asiatici op pressi dall'imperialismo accorsero a Mosca abbracciando la causa della Internazionale Comunista. Poi il mo- vimento prese aitre vie per la de generaziorie dell"Internazionale, ma resta il fatto incontrovertibile che gli avvenimenti rinnovatori verifi catisi in Asia e in Africa negli ul- timi quattro decenni sono lo sboc- . . . co del gigantesco processo stor ico Quando, due anrn !a, 11 partrto avviato dalla classe operaia russa. « cornunist a 11 assunse 11 pot_ere nel Pur consapevoli di tutto ciô, i mar- lo Stato (aderente alla Umone In: xisti debbono tuttavia guarda rsi da! diana) di Kerala, gnda d i gmb1!~ S1 pericolo - legato al perdurare del- levarono nella_ stampa post-stahm lo stalinismo nel movimento opera- sta e, anche d i rec_ente, sr e potuto io - · di snaturare le classiche posi- leggere nell'« Umta » il roseo. qua-· zi6ni ]eniniste circa la questione na- dro delle p rovv idenze socrnl! m_tr<J zionale. Movimento pluriclassista, la dotte dai « cornp agrn » rmrn str-i m rivoluzione antifeudale attraversa quella provincia. . . sempre un periodo (in Russia fu di Ma,. ahimè, è una sec~lare venta breve durata dal febbraio a!l'otto- marxrsta che chi ammirnstr a una bre) in cui 1~ forze politiche della rotella dell'ingranaggio p~litico ed piccola borghesia radicale e le forze econo~ico bor ghese, amm1nrnt1:3 11 del proletartato si controbilanciano, capi talismo, serve 11 reg1me di strut e che dura finche é in atto la latta lamento del lavoro. armata contro la reazione feudale- Ecco infatti che, il 3 maggio scor imperialistica; ma, svanita la mi- so, il governo <l,i. Kerala, a~_sioso naccia di un r it orno offensivo del- che il capitale s mvesta nell indu l'antico regime, la lotta di classe fra stria e nel commercio, f!rma con la borghesia e pro letar iato riprende i- Rayon Silk _M~nufacturmg Compa neluttabilmente. Come l'esperienza ny, di propneta dei grandi monopo russa dimostra, il proletariato puo Iist i fratelli Bir la, un piccolo accor scalzare la bo rghesi a e irnpossessar- do de_stinato a '?ermetterle _di lavo- si delle leve di comando dello Stato rare m pace, di cui ripor tiamo al a condizione di esser.e organizzato cuni paragrafi: in un potente partito rivoluzionario « 1 J Appartiene ai diritti e aile marxista che appoggj - altra c~m- responsabilità della Compagnia di dizione ineluttabile - la propria mantenere la disciplina e l'efficien azione al movimento rivoluzionario za nella fabbrica, e di assumere e del proletariato dei paesi di svilup- licenziare operai per qualunque mo pato capitalismo. Mancando queste tivo che ad essa sembri giusto, co due premesse, il rinnovameq.to so- me pure di sospenderli per impro ciale determinato dalla rivolta anti- duttività, mancanza di lavoro od al coloniale puo compiersi solo a van- tra ragione valida, con la sola ri taggio delle forze borghesi e a spe- serva delle clausole contenute negli se del pro]etariato. Utopistica e di- Ordini della Compagnia e colliman sfattista é quindi ogni illusione di ti con gli statuti in vigore; 2) l'in regime interclassista, di cui il « co- troduzione dei tempi di lavoro, e la munismo » cinese, al quale non si selezione e distribuzione del perso possono negare grandi successi ne! nale, rientrano nelle responsabilità campo dell'industrializzazione, si è , della Compagnia, che ha pure '1 fatto autore e d1ffusore. Mancando I diritto di pianificare, dirigere e con la dittatura politica del proietariato, trollare corne meglio crede le ope màncando ,l'attacco rivoluzionario razioni del suo stabilimento ... ; 3) aile metropoli imperialiste, il prole- la Compagnia ha il diritto di ema tariato afro-asiatico, man mano che nare le disposizioni e gli ordini ne procedono le forme prc,prie del ea- cessari, di tempo in tempo, per man pHalismo (n•ercartilizzazione dei I tenere la disciplina, la sicurezza o prodotti agricoli, separazione. dP.i I il funzionamento normale del lavo produttori dai mezz1 di produz10ne, ro, ed esigere il loro rispetto da salariato, aziendjsmo industriale, 1 parte degli operai ... ; 5) i premi non ecc.) assume le caratteristiche di saranno riferiti agli utili o ai pro classe sfruttata. 1 fitti della Compagnia ma, ove que- Ma cià non significa che il movi- sta lo ritenga necessario, solo in
mento operaio, nel!a ~oc~età sorta j rapporto all'efficienza e alla produt dalla rovina del colomahsmo, non I tività delle maestranze, in base a passa influire decisamente sull'evo- schemi da essa di tempo in tempo luzione sociale, pur non disponendo formulati. .. ; 6 a) il governo interver della direzione dello Stato. Non v'è rà in qualunque momento per stabi in questo alcuna concess1one al ri- lire rapporti cordiali fra direzione e formismo. Se ne1 paesi in cui il ca- manodopera; 6 b) riconosce inoltre pitalismo ha totalmente conquistato che la Compagnia troverebbe diffi il campo, è utopismo e disfattism.J coltà a svolgere la sua attività se controrivoluzionario ogni teoria che le condizioni vigenti all'epoca della propugni lo scalzamento graduale e sua entrata in funzione fossero ma leg<11itario del potere borghese, nei terialmente modificate e se nuovi paesi afro-asiatici che da poco han- oneri le fossero imposti per l'anno no conquistato l'indipendenza poli- successivo. Farà dunque tutto il pos tica e solo ora rinnovano le logore sibile per assicurare che le leggi e strutture produttive Si ripete inve- i regolamenti che riguardano i rap ce il quadro storico che Marx ed porti fra la Compagnia e i lavora Engels trovarono nel tipo di socie- tori, e Je tasse e imposte a cui essa tà uscito dalla rivoluzione antifeu- è tenuta, siano amministrati in mo dale, in cui la reazione è sconfitta do da non alterare mate1'ialmente le ma non annientata, le forme sociali condizioni nelle quali la Compa nuove trovano ostacolo al loro svi- gnia inizia la sua attività 11. L'arti luppo nelle sopravvivenze reazio- colo 7 stabilisce che, in caso di di narie, il pericolo di una restaura- vergenze sorte nell'app!icazione di zione feudale non è svanito, e il questo gentlemen agreement, esse movimento operaio è costretto, pur siano sottoposte all'arbitrato della mantenendo intatte le posizioni di segreteria del governo dell'India, critica e di lotta aperta contro la che, natùralmente, non è un gover borghesia, ad appoggiare i movi- no « comunista 11. menti politici che si oppongono a Aveva quindi perfettamente ra- un ritorno della reazione. . gione il Primo Ministro di Kerala di Prendiamo un aspetto parhcol.are chiedere al corrispondente dello
del problema: la lotta fr.a ~ar~ico- Statesman, nel corso di una sua in larismo nazionale e ass~ciazi_omsmo tervista: « Che cos'ha fatto il no-
1 · · 1 tra naz10nahsmo e t M' . p unnaz1ona e, !l'I s ro 101stero che un Partito del federalismo, ora in corso ne raq Congresso o ~n Partito Socialista e nella Guinea. . ) non avrebbe potuto O dovuto fare?» (Cont. nel prossimo numero Infatti, proprio nulla: « comunisti »
o socialisti sono una pasta sola, a oriente o ad occidente, all'ombra del Cremlino o della Casa Bianca; il loro compito é di impedire che il « normale funzionamento 1> della economia borghese sia turbato. Dor mite tranquilli ,fratelli Birla) C'è chi vi protegge ...
Gli amministratori del
capitalismo
Non sarà mai superfluo, quando trattiamo di case che avvengono nei paesi ex-coloniali e di recente organizzatisi in stati indipendenti, ribadire la nostra posizione circa la questione nazionale. La rivoluzione nazionale, di cui la rivolta dei popo li extra-europei contra il coloniali smo è l'aspetto più moderno, è in ogni epoca e luogo un fenomeno storico a base pluri-classista. Prove nendo da una struttura sociale per petuante le condizioni arretrate del l'economia agraria semifeudale, il moto rivoluzionario - democratico non puo che essere una coalizione transitoria delle classi che sorgono, entro la società arretrata, da nuove e antagonistiche forme di produ zione. Nè la piccola borghesia che si va formando entro la vecchia so cietà dalla · disgregazione dei rap porti semi-feudali ha abbastanza forza per condurre da sola il movi mento rivoluzionario; nè il proleta riato puà mettersene alla testa e sca valcare la borghesia, a meno che si verifichino le circostanze storiche proprie della rivoluzione d'Ottobre in Russia. La direz1one proletaria e sociali
sta della rivoluzione anti-feudale puo attuarsi e durare alla sola con dizione che quest'ultima perda il suo carattere nazionale, eioè a patto che la rivoluzione contra il semifeu dalismo locale si intrecci alla rivo luzione anticapitalistica del proleta riato internazionale. A questo gran de incontro storico mirava la Terza Internazionale leninista. Tutti i mar xisti che avevano appoggiato con entusiasmo la dittatura proletaria sorta dall'Ottobre sapevano che H suo programma: !iquidazione dell'ar retratezza zarista e instaurazione del socialismo, si sarebbe attuato al la sola condizione che la rivoluzione
DIZIONARIIIlO Dittatura proletaria e partito co
munista. « La dottrina della lotta di classe, api:>licata da Marx allo Stato e alla rivoluzione socialista, porta inevitabilmente a riconoscere il do minio politico del proletariato, la sua. dittatura, il potere cioè ch'esso non divide con nessuno e che si ap poggia direttamente sulla forza ar mata delle masse. L'abbattimento della borghesia non è realizzabile se non attraverso la trasformazione del proletariato in classe dominante, capace di reprimere la resistenza i nevitabile, disperata della borghesia, di organizzare per un nuovo regime economico tutte le masse lavoratrici e sfruttate. II potere politico, l'or ganizzazione centralizzata della for za, l'organizzazione della violenza, sono necessari al proletariato sia per Tepnmere la resistenza degli sfrut tatori, sia per dirigere l'immensa massa della popolazione - contadi 'ni, piccola borghesia, semiproleta riato - nell'opera di « avviamento » dell'economia socialista.
« Educando il partito operaio, 11 marxismo educa un'avanguardia del
proletariato capace di prendere il potere e condurre tutto il popolo al socialismo, capace di dirigere e di organizzare il nuovo regime, d'esse re ii maestro, il dirigente, il capo di tutti i lavoratori, di tutti gli sfrut tati, nell'organizzazione della lpro vita sociale senza la borghesia e con tro la borghesia ».
(L.enin, Stato e rivoluzione, 1917). Dedichiamo questa voce del Di
zionarietto a coloro che pretendono di trovare in « Stato e rivoluzione ,, di Lenln la negazione della tesi chE dittatura del Proletariato é sinonimo di dittatura del partito di classe, rappresentante gli interessi gene rali e, storici dei lavoratori e ad essi vitalmente legato: tesi che ·si legge in chiare note in tutta !'opera di Lenin e che la sinistra italiana ha solo il merito di aver messo più chiaramente in luce sempre, Ai « s1- nlstri andati a male », o di corta me moria, basti ricordare le Te~i della Frazione Comunista Astensionista (8 maggio 1920): « La dittatura del proletariato sarà la dittatura del partito comunista )).
l'acqua santa Firenze, dicembre.
I salariati sono stati sospinti, do po lustri d1 fetido opportunismo, a questo risultato: difendere sino al lo spasimo per un misera salario di 38.000 al mese il diritto a farsi sfruL tare da! capitalü;mo. E' l'attuale condizione del proletariato italiano ln tutti i settori si sta lottando per 1.000 lire di aumento del salario; e il capitale contrattacca minaccian do licenziamenti. E' un momento buono, per gli alti profitti: i prez zi delle ma-terie prime sono dimi nuiti più dei prodotti industriali, soprattutto nel settore minerario; d'altro lato, il costo della vita è au mentato - sta:ndo agli indici ISTAT - di punti 3,11. La crisi è venuta dall'ovest, e
l'assorbono in maggior misura i proletari europei: salari costanti - aumento del costo della vita. Rap. porto di decisa fregatura: il magro salario si è svalutato nel breve tra gitto dalla fabbrica al bottegaio. In queste condizioni ci si aspet
terebbe un deciso assalto al volu me dei profitti eccumulati dalle a ziende in un meraviglioso periodo di crisi, durante il quale il Padre terno ha concesso anche il contenti no di qualche fruttuoso disastro « na"turale » nella soli ta Bassa: Pa· dana .. Invece, hanno marciato solo le sbiadite colonne dei giornali di opposizione. I salariati hanno premuto ne! sen
so della lotta, ma gli « organizzato ri » ne hanno sbriciolato l'azione in mille episodi sconnessi, nei solit1 scioperi per azienda, per settore, di un'ora, di un giorno, di un minuta; hanno sparato ad acqua nel cratere del capitalismo. La batosta è, corne sempre il frut
to di una direzione opportunista. che chiude le rivendicazioni ope raie entro il cerchio ristretto di una operazione mercantile, <ji un affare da negoziare fra due parti, la do manda e l'offerta. corne fra due bot tegai che tirano il prezzo ma sono sempre disposti ad accordarsi. Re stare in questo ambito è portarc acqua_ al_mqhno della conserv;izio~. ne del regimë ·capitalista. L'oppo• tunismo incarna alla perfezione il
RIMMOVATE FIM DA ORA Gll
ABBONAMENTI mantenimento deglt operai nei l,. miti di questa struttura, consideran doli alla stessa stregua di una clas se « popolare » qualsiasi: i bottegai, gli artigiani, i piccoli e medi im prenditori e commercianti. Essi so no soltanto per una più equa ripar tizione dei prodotti, non chiedono di più, non aspirano a mutare lo stata di fatto, non si preoccupano dei loro compagni, non vedono oi tre i limiti della propria azienda. A Firenze se ne è avuto un enne
simo ebempio con la agitazione dd lavoratori delle Officine Galileo cnr tro una richiesta di licenziamemo di un terzo delle maestranze. Si s· · no messi tutti a « pregare » le Au torità costituite di evitare la « de g'tadazione » dell'economia c:'.tadi na, magari con l'assegnazionc di p1ù cospicue « commesse militari »i An che il Cardinale ha invitato « 1 :!i rigenti industriali ed economici.. .. a riconoscerè ed osservare le proprie obbligazioni sociali », scongiurando « coloro che tl1spongono di autorita e d1 potere economico .... a prènden. definizioni dettate dalla verità e· da!-
la giustizia ». Col licenziamento di un migliaio di lavoratori spariscono altrettanti clienti; mer.:anti e bot tegai ne soffrirebbero. La risposta aile leggi dell'economia capitalisti ca, alla concentrazione del capitale, all'affamamento dei salariati e alla proletarizzazione delle classi piccolo borghesi, è la richiesta piagnuco losa di una prece cardinalizia per Ir, intervento della Stato, un invita al la bassa borghesia a fare i conti. Il risultato è noto: il governo pro
mette d'intervenire per assicurare· alla « più larga parte dei lavoratu ri » la continuità di occupazione al·, la Galileo o altrove; della « più pic cola parte,, ci si puà dimenticare; le maestranze tornano al lavoro. L'« o peraziou~ economica » fra bottega: si è conclusa; l'ordine regna 3 E'i renze.
.f,cc_o corne sono « guida te» le lot .te operaie al 1958: chi prega Amin- tore, chi prega Iddio, chi !'America, chi la Russia. Al bastone è alla carota si aggiun
gouo i'acqua santa ·e l'~ avanguar dia 11 di pappa frolla.
IL PROGRAMMA COMUNISTA s
Putrescente degenerazione. della forma capitalista ad Occidente, corso sciagurato della sua controf igura di Oriente
Certine fumouene (Intermezzo per la ripresa del tema eaonomiao) All'orizzonte segni premonitori
per noi evidentissimi annunziano che nei tempi prossimi il cielo si coprirà di gas oscuranti la lu ce e protettori di una ennesima ondata di inganno, le cui vittime sono corne negli ultimi decenni le masse dei lavoratori del mon do. Nel disagio in cui esse vivo no ha sempre gioco favorevole la solita seminagione di illusioni su nuove svolte, su prospettive inat tese, e. su benefici miracolosi che sr p~ofllerebbero in un vicino av ventre.
. Queste promesse queste vante r~e e queste attese non fanno il groco che della conservazione del sisterna capitalistico, che tiene ne~ saldo suo pugno i poteri sta tali e tutte le esose macchine di deformazione delle opinioni. Da quando si è taciuto alle masse sfruttate che la sola via da cui attendere salvezza era quella del la guerra civile e della lotta di chiarata nel seno di ogni paese contro l'ordine costituito e il po tere legale, è trascorsa la menda ce fase di Stalin in cui l'attesa si è indirizzata verso una grande guerra, in cui corne la Germania, America, Inghilterra e il loro co dazzo di governi sarebbero state fatte saltare dalle armate sovie tiche. Poi anche questo miraggio è
risultato troppo audace ed è sta to fatto cadere ipocritamente, so stituendolo con quello della emu lazione, della gara pacifica in cui le moltitudini - borghesi inclu si! - avrebbero visto prevalere la struttura sociale che falsifica va la natura proletaria e sociali sta, e la avrebbero abbracciata da tutte le parti del mondo con le zione della produzione più inten forze della platonica pacifica a- · sa di quella borghese . - ma des10!1e ed adozione. ' quando noi abbiamo (dialogan . Chiavs centrale di questo con- do) spiegato che la velocità di fr<;n~to da basse « barnum » pub- crescita è forte all'inizio e poi di- bhc1tar10, prima del tenore di vi- rnmuisce, si rrsponde (natural ta. medio, della coltura, della mente non noi siamo degnati di scienza, della progredita tecnica tanto onore ... ) che non solo la - tutto vecchio armamentario fi- forma di produzione dell'est in Iisteo della forma borghese _ è s1:~so :issoluto e rel~tivo aumen~ lo sviluppo della industria il suo pru di quella dell ovest, ma di salire di potenziale in Rt'.tssia e anno in annt? fa il miracolo che il paesi di contorno· la chimera del- suo stesso rrtmo di aumento di la « rincorsa » p~r cui i suai in- venta più forte; viene presentata dici statistici dovrebbero negli fatale e calcolabile la data del anni a venire raggiungero e poi superamento dell'America; corne lasciare indietro quelli di agni al- massa totale di produzione, corne tro paese, e sopratutto della ri- grado di industrializzaziona à pa gonfla - e per noi davvero odio- rità di popolazione, e corne con sa - America Statunitense. sumi dei beni di agni genere a La verità è che questo adegua- pari popolazione. . .
mento non è che una illusione, Mostrand~ la_ ~olgari~à di que perchè anche se tendenzialmente s~o falso scientifico, nor non tE;n pensabile esso non sarebbe che dia1!1-o ce~o a pr?lur_igare la v1~a una tappa ulteriore della conqui- dell A!11eric~ capitalista. Proprio sta del mondo· abitato da parte perche vediamo solo _nella . sua della infame civiltà capitalistica morte _ la vita della rrvoluzione ebbra di falsa tecnica e di modi cornumsta, urge mostrare che la disumani di vita. Non vi sarà mai GARA: non la uccide, e sarebbe vantato sorpasso ma solo un af- ~eno msensato progettare che la fiancamento, e 1; possibile esplo- distruggesse ~a guerr~ di s!ati. sione della rivalità tra gli eguali; Tale prospettiva non,': p~ro la ma non il mendace procedere ol- nostra marxrsta, perche il distrut, tre nella serenità di una palma di tore non saprebbs ~ssere altra pace in cui il sorpassato si inchi- forza che 11 proletar1at? armato nerebbe alla superiorità del vin- del ~ondo e della America stessa , citore.. m primo luogo, Gli_ i!1dici, _le cifre, le quote, le
velocità che 1 due contendenti sa rebbero a confrontare non saran- no che la comune misura del loro immergerai nei caratteri della forma capitalista; non vi è la pro spettiva dello scontro tra due ci viltà, antica illusione, ma il pro lungarsi della forma mercantile la più gravosa che la specie vma~ na abbia mai conosciuta, che per altre vie si scava il vuoto sotto Je sue ascensioni vertiginose. Da noi fu trattato a fonda· 10
svolto messo in iscena al XX con gresso del partita russo, e convin, to fu il contradittore che esso a veva segnato rispetto al classico stalinismo un passa indietro ulte. riore nel discostarsi da quel mar, xismo leninismo, in agni frase ri vendicato. Ma la facile certezza che la e
saltazione della tecnica produtti va e del suo mostruoso eruttare merci ha forza infallibile agli oc chi dei diseredati, è troppo radi cata, e tra pochi mesi assisteremo al XXI congresso in cui è già no to che, con altre « tesi " si pre tenderà che la velocità di rincor sa è aumentata, per volitivi colpi di acceleratore, e il punto di in contro tra il cacciatore e la sel vaggina è più vicino. Menzogna su menzogna, falso su falso, in ganno su inganno; N ello stesso tempo in forma
forse meno répugnante un altro gareggiante annnuzia successi della stèssa natura; la nuova Ci na. Non solo si vanta che si è tro vata la ricetta di una rnaggiora-
durremo da 86 a 91 milioni di tonrrella te! Il pubblico grosso beve, e non
vede il passo indietro! A noi dunque. Anzitutto siamo
nel 1958 e sarebbero passati tre anni del VI piano ringoiato. Co me è andato Mister acciaio, il Bellissimo della follia capitalisti ca? Nel 1956 sono state 48 milio, ni di tonnellate contro le 45,3 del 1955. Dunque l'aumento è caduto al 6 per cento contra il 9 atteso. Nel 1957 la cifra è stata (Unità
del 15 novembre) 51,2, e I'aumen to del 6, 7. Se il piano Bulganin si fosse attuato dovremmo essere nel 1957 a 54 milioni, difettano dunque quasi tre milioni di ton nellate. Ne! 19.58 pare che vi sarà un
rallentamento ulteriore. Lo pos siamo trarre solo da una fonte americana; l'U. S. ·commerce De partment fornisce cifre per i pr i mi tre mesi del 1957 e 1958 che danno il rapporto in aumento del 7,1 per cento. In tal caso il 1958 darebbe 54,8 mentre col piano Bulganin doveva dare circa 58. Che valore hanno le cifre di
86 e 91 mil. tonnellate nel 1965? Sarebbe giusto, in base a quella realtà di fatto di cui il falso leni nismo ci ha gonfiato le scatole in trent'anni, preferire la più bassa, Allora o partiamo dal dato 1955 o da quello 1957. Nel primo caso si va da 45,3 a 86 in dieci anni. Aumento totale 89,5 per cento, an nuo 7 per cento. Basso, basso, basso. . Ne! seconde casa si va da 51,2
a 86 in otto anni (proprio le cifre del diagramma a fumetti del quo- tidiano italiano). Aumento 68 per cento in tutto. Annuo sempre sul 7 per cento, contra il 9 promesso nel 1955. Dove è andata la gran de pestata di acceleratore nella produzione di acciaio?
Ma vadano pure le 91 tonnel late messe al posto delle 86 sulla testa dello stesso grafico (non c;i poteva dire 88,5?). In tutto si va in otto anni da 51,2 a 91. L'au mento totale è 78 per cento, quel- lo annuo media 7,6 per cento; e sarebbe circa lo stesso riferendo ci al 1955. In sostanza, se mettiamo le pro
messe da parte, il fatto è che da un ritmo di 10,6 per cento ante riore a 1955 si passa ad un ritmo di 7 per cento, al massimo, po steriore al 1955 (infatti non è sta to raggiunto nel 1956 e 1957, e la norma è che in seguito sarà an cora più basso, Resta cosi smentita ogni affer
mazione di nuovi slanci dati al l'industria, e per ora non occor re commenta alle aitre cifre-pri mizia di Krusciov. Anche quan do le spinge al raddoppiamento in 8 anni non si vede superato il 9 per cento annuo e quindi si è sempre ad un rrtmo scaduto da quello del V piano quinquennale. Questo dette per l'industria gene, rale 1'85 per cento, ossia l'annuo 13,2 per cento, che oggi si guarda 'ben da lontano. -
Che l'umanità più rimbecillisca più scuole fondano ad est e ad ovest lo sappiamo bene. Ma che basti a farla scema passare due annate sotto banco e ooi usare la risorsa eccezionale di parlare di sette anni invece che di cinque, è da sbalordire! Pensavamo che il mestiere di imbonitore fosse un poco più arduo.
CC>LLEC3.AIVIENTC> N ei numeri recenti del giornale sono apparsi i resoconti delle
riunioni ~nterfederali di Torino (dell'I e 2 giugno 1958) e di Parma (del 20 e 21 settembre) e tra essi i « Corollari » alla riunione di To rino. I temi sono stati, come è noto ai compagni e lettori, di natura mista, e nel resoconto la prevalenza è stata per gli argomenti po litici e « filosofici ", mentre solo brevemente si è fatto riferimento alle quistioni economiche detto ciô al soiïto nei limiti in cui tali diversi settori si possano trattare o considèrare separati; nella so stanza non esseruiolo mai.
Poichè tuttavia anche a Torino e a Parma si è trattato in tempi separati della-economia descrittiva del capitalismo, è bene riordi nare le file del lavoro svolto fin qui al riguardo, ricordando anche che la prima seduta della riunione a Parma (vedi il n. 17 del 1958) ha trattato della scienza economica marxista in generale, colle gandosi alla nota serie di Prometeo ( anni addietro) e di Programma Comunista (di oggi) sugli « Elementi della Economia Marxista >>.
La trattazione sullo svolgimento d'el capitalismo occidentale, che abbiamo intrecciata a quella della struttura russa (vedi le so lite ricapitolaziani tra l'altro nell'ora citato N. 18) è stata svolta nelle seguenti riunioni, per ognuna delle quali indichiamo i numeri relativi del giornale.
Cosenza, 8 e 9 settembre 1956. Resoconto nel N. 19 del 1956. Vedi anche N. 20.
Ravenna, 19 e 20 uennaio del 1957. Resoconto nei nn. 3 e 4 del 1957.
Piombino, 21 e 22 settembre 1957. Resoconto nei nn. 19 e 20 del 1957. .
Torino, 1 e 2 giugno 1958, II seduta, n. 12-13 del 1958. Parmd,' 20 e 29 settembre 1958, n. 18 del 1958 (Seconda seduta). Di tutto il tema si sta pubblicando da tempo il resoëonro detta-
gliato, in cui la materia è meglio ordinata. Ne sono state finora pubblicate dodici puntate in queste pagine, e precisamente nei nu meri 16, 17, 18, 22, 23 e 24 del 1957, e nei numeri 1, 2, 7, 8, 9 e 10 del 1958.
Rimandiamo ad essi -il lettore, alla ripresa, di cui è giunto il momento, della trattazione, perchè siano tenuti présente specie nel le riunioni dei gruppi, e con stretto riferimento al comunicato dato nel numero scorso, circa i grafici che a cura del partita sono in
Matra dell'acciaia Le inaudite leggende messe in
circolazione vertona oggi soprat tutto sulla produzione di acciaio che in Russia e in Cina prende. rebbe un impulsa inusitato e su periore a tutte le precedenti pia nificazioni, in modo che in pochi anni la prima, nelle« Olimpiadi " della statistica industriale, morti ficherà Uncle Sam, e la seconda John Bull. Quei due signori son_o borghesi, si sa, ma buoni sporti vi, e dopo letti i cartellini cale ranno le braghe; passa, sociali smo, hai vinto! ~uale onta per la « disperata
res1stenza " di cui Lenin · accredi tè, con Marx, la borghesia di tut ti i paesi! La emulazione nelle fesserie è
libera-nel mondo e non scendere mo mai in simile agone civile; la nostra latta attende una confes sione di un f~turo congresso; an diamo avanti nelle prospettive nuovi~sime, ma a tal fine gettia mo via Marx e Lenin corne mortals zavorra! Il giorn~ verrà (ma non quello in cui i diagram mi dei dipartimenti della stati stica si incrocerannot) Comunque accettiamo la . di
scussione sull'acciaio, e non solo sulla base dei dati delle produ zioni fin qui ottenute (dati ufû. ciali cui vogliamo- credere corne base' di calcolo) ma perfino sulla base delle cifre dichiarate per il futuro, esse bastano a mostrare
distribuzione e che rappresentano i varii prospetti precedentemente apparsi nel giornale, ed anche queUi più grandi mostrati nelle riu nioni di Torino e Parma.
La parte del resoconto dettagliato, sotto il titolo: « Il corso del capitalismo mondiale nella esperienza storica e nella dottrina di Marx», fin qui pubblicata, si compone delle seguenti suddivisioni. Premessa, che si riporta aUa discussione, sorta nella trattazione del tetna russo, della pretesa che quella economia presenti alti incre menti produttivi ignoti alla storia del capitalismo, e che tale assunta caratteristica la dimostri socialista: due grandi falsi dottrinali . Parte Prima: La espansione storica del volume della produzione in dustriale; che sviluppa il criterio della decrescenza temporale de gli incrementi, per la produzione industriale dei principali paesi capitalisti, con riferimento anche al commercio mondiale, al totale della produzione mondiale, a quella delle materie basi e delle mate rie prime minerali e vegetali. Viene q•tindî trattato in modo parti colare l'acciaio, per l'America e per l'Italia. Successivamente viene discusso tutto il complesso della presente economia statunitense e viene a fondo discussa Zn natura della recessione cominciata alla fine del 1957, e tutto il bilancio economico nazionale americano. Nell'u.ltima 'PUntata si è iniziata la Parte Seconda: la insuperabile crisi della agricoltura nella economia capitalista, riferendosi alla complessa situazione della economia americana; e a tal punto si deve ara riattaccarsi.
Abbiamo tuttavia trovato conveniente, prima di riprendere pu ramente e semplicemente il filo interrotto già da diversi mesi, di inserire una trattazione intermedïa sulle vicende della strutture economiche contemporanee. Specie in Russia ed in Cina si sono negli ultimi due anni avuti fatti importanti, la cui critica non ab biamo certo mai omessa, ma che si collegano strettamente al tema economico generale, e si collegheranno certamente alle future di scussioni sulla struttura sociale dei pretesi paesi socialisti. Ci è sembrato non rimandabile un excursus su queste case importanti; e quanto segue ne dà ragione. Ancora una volta; noi non costruiamo testi per biblioteca secondo piani soggettivi, ma seguiamo un lavoro oggettivo condotto nella realtà vivente da un partito, sia pure oggi contingentemente rappresentato da piccole schiere. Di qui la forma peculiare del lavoro nostro.
che il rallentamento è in atto e si va accentuando, oggi e do mani. Ma l'acciaio interessa, perchè è
il vero elemento fondamentale della produzione industriale capi talistica, e non lo sarà di quella comunista futura. Questa è opi nione di noi soli marxisti orto dossi; ma è chiaro per tutti che l'acciaio interessa perchè con es so non si fanno solo le gare e mulative ma anche e soprattutto le guerre guerreggiate. S:i tratta quindi di un termometro che va bene per tutti i contendenti. Se si tratta della guerra degli stati (a parte la nostra convinzione che non prenderà mai tale forma generale la guerra della classi) puà interessare il calcolo della massa bruta di produzione dei due gruppi che si affronterebbe-
. ro. Se si trattasse del confronta tra la efficienza dei due sistemi, formola quanta mai insensata, bi sognerebbe se mai accedere al l'impi.ego delle cifre « pro capi te ». Tanto varrà a sbugiardare le falsità oggi lanciate chiassosa mente in giro; seconda la giusta posizione il benessere in una for ma sociale sta in ragione inver sa all'acciaio che consuma e pro duce. La norma da noi presentata e
da ognuno constatabile perla for ma industriale è semplice. Per un momento misuriamola con l'ac ciaio prodotto; all'inizio storico dell'industria capitalistica esso è molto poco; e la cifra che indica la produzione di acciaio in uno stato divisa per il numero degli abitanti .sarà molto bassa, tanto che converrà indicarla non in tonnellate ma in chilogrammi. Col passare del tempo la massa prodotta aumenta; aumenta an che la popolazione, ma in misura assai minore, sicchè i chili di ac ciaio per abitante aumentano ra pidamente. Ma se invece di fare la divisione dei chili di acciaio (o tonnellate) per gli abitanti, vediamo quanti chili di acciaio si producono in un anno in più del precedente, avremo una nuo va serie che chiameremo degli in crementi assoluti. In generale an che questa sarà una serie cre scente. Abbiamo tutte serie cre scenti (salvo crisi di congiuntu ra): popolazione, produzione, pro duzione per ogni abitante, aumen to di produzione in un anno. Formiamo una nuova serie, os
sia quella degli aumenti relativi. Anno per anno operiamo ancora una divisione; l'aumento annuo in tonnellate, per la produzione dell'anno prima in tonnellate, ed esprimiamo questa quantità, que sto numero, in percento: è l'in cremento relativo. La regola è questa:· l'industria dell'acciaio vi goreggi quanta vuole, ma l'in cremento relativo decresce sem pre. -. Nel Prospetto Undicesimo
(N. 1 del 1958) si vede ad esem pio che nel 1901 in ltalia si pro dussero 129 mila tonnellate, nel 1913, 934. Oltre sette volte in do dici anni. La popolazione crebbe da 32,6 a 35,2 milioni di abitanti, ossia ben più lentamente. La pro duzione pro capite crebbe meno di -quella assoluta, ma crebbe semp,re: da 4 chili per abitante (ma corne si campava bene, di cono i vecchioni, nel 1901!) a 26,8 - e dunque un po' meno di sette volte tanto. Quanto agli incre menti assoluti e relativi non li possiamo dare anno per anno, ma per dati periodi si tratta di con sultare anche il prospetto dodice simo del N. 2, e applicare il me todo tante volte spiegato: in 32 anni (che finiscono al 1917) ritmo di 12,6 per cento, nei successivi 39 anni ritmo di solo 4,0 per cen to annuo. In generale ritmi alti. E' quest'altra norma che ci preme anticipare: quando è bassa la produzione pro capite, è alto il ritmo annuo di incremento - e naturalmente viceversa. In Italia nel 1956 la produzione pro capite era 122 chilogrammi: ancora scarsa. Ove tanto verificheremo ivi è
capitalismo; accidenti a lui.
La 1raduJione russa Ci siamo largamente serviti de
gli indici della produzione indu striale1russa traendoli dai discor si ufficiali ai congressi corne oro colato, e con essi abbiamo pari menti dimostrato per il corso dal 1913 al 1956 la validità, pure nel l'enorme accrescimento indu striale russo, della legge del ral- fentamento storico. · Oggi è il caso di dire che quei
dati, inclusi ne} nostro Prospetto Terzo, N. 18 del 1957, sono rela tivi non alla produzione indu striale totale, corne detto sulla fe de dei discorsi e dei congressi, ma solo alla produzione della indu stria di base, industria pesante; e ciè> mentre per i paesi capitalistici (confessi) si prendevano a fron te gli indici di tutta l'industria. Cià oggi risulta dall'annuario uf ficiale che pubblica lo Stato rus so. Ora la vera serie, della indu stria generale, cresce assai meno rapidamente, corne dal relativo prospetto non ancora da noi ri prodotto. Cià collima con varie ri cerche critiche tra cui una di pro fessori inglesi di economia che citamma a Piombino: Questi ri calcolavano gli indici appunto e laborando le cifre in quantità fi sica della materia di base. Rinviando ad una nuova ana
lisi russa ( dopa che sapremo me glio le ci.fre del prossimo con gresso) questa quistione, è utile oggi servirci dell'acciaio e delle cifre in tonnellate della sua pro duzione in Russia, per dimostrare che non si accelera ma si rallen-
ta, corne da che monda (borghe se) è monda. La cifra di acciaio prodotto in
tonnellate era prima della guer ra in Russia di soli 4,3 milioni. Dopo guerra e rivoluzione, nel 1929 si era di nuovo li: 4,9. Nel 1955, data del nostro ulti
mo esame, si era a 45,3 milioni. In tutto il periodo dal 1913 os
sia in 42 anni il ritmo annuo me dio non è enorme: 5,8 per cento, col nota retto sistema di calcolo sempre applicato. Siamo nell'or dine dei ritmi italiani citati. Ma per vedere che se la pro
duzione è bassa il ritmo è forte, e viceversa, esaminiamo i perio di dei piani quinquennali russi. Nel seconda, 1933 a 1937, si va
da 5,9 a 17,7 milioni. In cinque anni incremento del 204 per cen to; annuo medio, altissimo: 25,2 per cento. Terza piano: interrotto dalla
guerra. Quarto piano, 1945 a 19';19 inclusi. Da 12,3 a 27,3. Incremen to quinquennio 122 per cento, incremento annuo 12,2 per cento .. Quinto pfano: anni 1951 a 1955
inclusi. Da 27,3 a 45,3. Incremen to quinquennale 66- · per cento, annuo medio 10,6 per cento. La legge di decrescenza è dra
sticamente evidente. Siamo arri vati al tempo del XX congresso. Vediamo che si promise; vediamo che si promette oggi; ed il grosso triviale bluff che va preparando si lo mostreremo senza bisogno di alzare le carte. Bulganin nel suo rapporto dis
se che nel 1960 la produzione di acciaio sàrebbe stata di 68,3 ton nellate di acciaio contro le 45,3 ora dette del 1955. Bulganin ri spettava la legge di decrescenza dell'incremento. Quello del quin quennio sarebbe stato del 51 per cento (contra 66 del V piano) e quello annuo 9 per cento, contro 10,6. La serie dei considerati sei piani sarebbe cosi schierata, quanto a ritmi annui: 25,2; 15,2; 10,6 e 9. Qualunque ricerca matematica
che tentasse di estrapolare ll quarto termine dai primi tre an drebbe ad una cifra più bassa di nove, è certo. Il grosso Bulganin fece dunque del suo meglio.
Quando gli U. S. A. sarebbero raaaiunti ?
La grande f anfaronata
Sarebbe stato meglio per i rus si fare il congresso lungo il 1957 quando la industria statunitense dell'accia10 lavorava appena al 50 per cento del1a capacità che si aggira sulle 120 tonnellate an nue, mentre la produzione mas sima si è avuta nel 1955 con 105, 7 milioni di tonnellate metri che (da 1000 kg.). Già oggi l'in dustria lavora al 75 per cento, e sebbene nel totale del 1958 si pre vede un decremento di oltre il 20 per cento rispetto al 1957 in cui si ebbe stazionarietà (in tre .anni 105,7-104,5-102,2) all'incirca, tra non molto la ripre:,a sarà totale. Deve notarsi che discese fo:tti - la industria dell'acciaio in America ne ha già accusate: dal '48 al '49 il 18,7 %, dal '53 al '54 il 19,2. Gli anni successivi segnarono riprese sbalorditive: 23 per cento e 32,5 per cento. Pensiamo quindi, noi fautori dello smantellamento per metà dell'industria di acciaio nel mondo, che nel 1959 si avrà un altro massimo.
(Segue a pag. 4)
Ora molto è mutato e la piani ficazione quinquennale è abban donata, sostituendosene una set tennale, da oggi al 1965. In so stanza si aggiunge il tempo del VII piano al VI di Bulganin. Una bella mischiata nel mazzo! In effetti è mutato ben altro:
il piano centrale è stato buttato nel cestino· e i programmi li fan no le regioni e le aziende. Lô Stato rincula ad 'un registratore statistico, coine ovunque. E si grid-a forte; ne} 1965 pro-
IL PROGRAMMA COMUNISTA
Putrescente degenerazione della forma capitalist~ ad. Occidente sciagurato della sua controfigura · di Oriente
te serie. Purtroppo siamo tanto I m'1lle farn'I cattivi, quando la generalità e la , massa corrono con l'ingenuità di , . , . , . sempre a deliziarsi sugli annunci L_ [!m_ta si e fatta sc~1vere 1!-n,a di « nuovi corsi )), e li riduciamo ve~is1m1le lettera degli operai 1- con assoluta facilità (non dovu- taha~~ . ~elle grandi acc1a1ene1 to a nostro valore, ma alla po- stupiti di leggere che, me:nt~e sr chezza di quelli che si potrebbero mau~rava ~n al~oforno simile a dire i « neofili », pestifera genia) quelli da cm essi estraggono l~ a palesi scimmiottature e rredi- ghisa fusa,. nello stesso tempo si zioni peggiorate di notissimi vec-, errgevano in una. notte con mat: chiumi tom e creta form a Iegna da cui
· . uscivano tonnellate di acciaio, La Co1!1-une cmese (sen_za per poche per forno, ma da migliaia
questo d1s~nor~rla. perc~e tutte di forni, con lavoro delle ore li queste storre cmesi, a differenza bere di contadini, studenti ed irn d~ll~ russ~, destano qualche moto piegati, L'Unità si è .Iimitata a di simpatia) la abbiamo rrporta- confermare le notizie e a riba ta alla. formola borghese, allora dire che per tal modo si è pro cora~g1osa e avanfat~, delle <;o- dotto il doppio dell'acciaio. muru europee del], ultimo medio- Per dare noi la spiegazione a evo. . . . . distanza del rompicapo dobbiamo Adesso occupiamoci dei fornetti richiamarci ad un cenno dei ru per I'acciaio, che sono sorti in dimenti della siderurgia in Italia tutti gli spazii disponibili ed in che abbiamo dato nei numeri 1 brevi ore, corne nei cortili d~lle e 2 di quest'anno. Abbiamo do scuole, e ?he ha~no raddoppiata vuto fare un confronta tra la pri la produzione di acciaio da un mitiva e la moderna tecnologia anno all'altro, raggiungendo quel- del ferro, e siamo partiti dalla la delle grosse acc.1a1ene, e supe- necessità di spiegare un indice rando l'apporto di un altoforno, dell'aumento della produzione di costi:ui!o, anc~e quest'anno, di po- acciaio in Italia in quattro anni, tenzialità pan o supenore a quel- dal 1885 al 1889 che dava il .r i li occidentali. tmo incredibile
1
del 127 per cen- La stessa ragione sta alla ba- to, anche maggiore del presente
se della massa delle Comuni e di cento per cento vantato in Cina. quella dei piccoli forni. La giova. (Prospetto Decimo). Si andô da ne rivoluzione cinese antifeudale 6 mila a 158 mila tonnellate e la ha bisogno di bagni di patriot- popolazione era di 30 milioni di tismo, e quell'immenso popolo, abitanti; dunque 5 o 6 chili per la cui classe dirigente per larga abitante, corne in Cina nel 1956, parte si trova tra gli intellettuali colla differenza che oggi a diffe col solito codazzo vivace e leale renza di allora si possiede a fon degli studenti, si sta montando do la tecnologia dell'altoforno. nel credere imminente una ope- Il lettore che rilegga quel cen razione nazionale che in verità no ricorderà che nell'altoforno si tutti vedrebbero con gioia: la de- tratta il minerale di ferro, bru fenestrazione da Formosa del lu- ciandovi strati alterni di carbon rido traditore di tutte le rivolu- fossile, e si ricava la ghisa. Que zioni, Ciang-kai-Sceck. E' una il- sta, assai fusibile, si converte poi lusione, ma una generosa Illu- in acciaio meno fusibile sotto l'a- sione, che ha il suo modello eu- zione di potenti getti di aria de- . ropeo nella lotta della Francia ri- carburante. E' la siderurgia in- Le bugie hanno le gambe cort~, voluzionaria contro le coalizioni diretta, che fu preceduta dalla e la . concess~one che sian.~ bug:i1; europee, e in quella dei comuni secolare siderurgia diretta che ~?eh~e huo tuito f pi~ farci lombardi contro l'Impero teutone. con modeste fonti di calore rica- ire e anno e a 1 cor e. La imponente forza militare a- vava sopratutto ferro da lavoro Il testo che prec€?-e era appe-
mericana che si schiererebbe a (nelle statistiche recenti assirni- na redatt_o. che abbiamo trovato difesa di Formosa, e che induce lato all'acciaio nei tipi, tra i mol- aitre I?-Otlz~e sulla « Ballata dE;l la Russia sovietica a non impe-1 tissimi, ~olc~) o ferro salda~o, F,erro in Ci~a '1 nella stessa Um- -: ·1 gnare appoggio alla Cina in que- mentre si chiamava ~a poca ghisa ta a.el 10 dlce,mbi:e, che stavolta ~ sta impresa epica, rende neces- ferro colato. I_ cmes~ non stanno le nce~e dall India, . . . . , , ,1 ,. sario per alzare il tono patriotti- faeendo .altr~ che rmc.ulare all_a . L8:sciam_o pure c~e 1 1:>uom in- r: .,. ;' co della gioventù uno sforzo pro- s1derurg1_a diretta (ossia dal mi- ~1an~ abbiano deciso di andare , , , ' duttivo economico gigante, che 1;era~e. direttamente ~l ferro, al- in Cma pe! .1mparare la_ creaz1?- non puè attendere piani quin- 1 acciaiojë'traa -dal mmerale solo n_e «ex. nihilo» della mdustna quennali, ma esige la formazio- la ghisa .e po1 da questa !utte le siderurgica. ne di emergenza di potenti scor- a~t~e infinite. forme e bpi di ac- La notizia stessa trae .da cornu te per I'arrriamento dello esercito c1a10 e_ ferroleghe necessarre al- nicati dell'Agenzia « Nuova Ci e l'approvvigionamento della po- la tecmca attuale_). Un~ .vera f?r- na » l'an;nunzio che il sensazio polazione in tutti i campi. n:i,a, vorremmo. dire, di tmm.edta- nale nuovo corso, appena abbia- La esigenza _ di guerra, che nel tismo tecnologico, . ~o ~atto a tempo a capirlo, già si
caso della Cina è solo potenziale, r Ma <1;uesta forma comporta, di: e chiuso per dar~ lu?g~ ad un al risulta al tempo stesso industria. ebbe Il borghese, alto costo di tro. In ferle: « glI ultimi commen le ed agricola, Questo spiega la produzione (quello che al ~ ti cinesi pongono all'ordine del formola delle Comuni di produ- congr~sso russo vanteranno di rr- giorno il passaggio ad una « nuo zione e il loro apporta di brac- durrel) e b~sso !ra~ta1;1ento degli va fase » ,(virgolette nel testo) cia femminili nella industria dal, opérai, veri schiavi di Vulcano. nella campagna perla produzrone la agricoltura e dal lavor~ do- Se questo si présenta per man- di massa dell'accaio, fase nella mestico , dare a picco portaerei mostruose quale il principale obiettivo è la
·. . . . e ca~or~s~e .~el mare, è ~oeren- riorganizzazione dei forni, .il con- . Sono tipiche misure di
1« chomu- za ai prmcipn, ma se lo si vanta solidamento dei successi rtporta,
msmo di guerra » ana og e . a corne un passa nelle forme di ti e Io sviluppo della tecnica e - quell_e che vemvano pres1: m produzione, è vergogna, dell'efficienza del Iavoro ». Più R_~ssia dal 19~ 7 al 1921. Abbiamo - I cinesi sono andati ancora più oltre è detto che si possono ora piu ".'olte spiegato che S<_Jt~o · la a ritroso, e sono ancora più eroi, ·« riordinare le idee » e riunire, pre~s10ne della _guerra c1vi~e e nella illusione della guerra, che selezionare e concentrare i forni nazionale pas.sa m. second~ lmea non verrà. I loro fornettl. tenuti pet « produrre acciaio e ferro ~ la tras~or:naz10ne sistematica del- a posto con argilla ( ! ) non trat- migliore e maggior quantità e con la _soc1eta stru~tur~lm~nte c~p~- tano neppure minerale di ferro, minore impiego di manodopera ». talista e precapitalista in sociali- ma trattano « rottame » che con L'indi d . smo, ma si stabilisce un comuni- un chimismo primordiale si puô sim i iano va a a fare ~l m~e smo militare da città assediata un poco rettificare con aggiunte i O per ved~r~ co~e s~ ~' rrme che ha per formola: prima esi- di pezzi di acciaio al manganèse, d a alla scars~ta dell ac?Hf10. solo genza è la vittoria e non l'au- cromo etc. Lo spazio ci costringe costr~endo piccole acciaierie >>. mento del benessere nè la dimi- a rinviare ancora il lettore al N01 siamo stati indovini nel di nuzione del malessere economico ciclo del rottame nella CECA re che la fittizia fusione di fer delle classi, povere. Per la dife- trattato riel n, 21 del 1956. Su 53 raccio alla troglodita -era risorsa sa, si con:Cisca qualunque prodot- milioni di tonnellate di acciaio effimera. Parlammo obiettiva to con la forza e senza_ 1;>agare. prodotto nel 1955 il rottame ap- mente di un anno, ora si confes prezzo, Nella nostra analisi de!la porto ben 24 milioni di tonnella, sa che la romantica sborriia è rivoluzione russa mentre abbia- te, mentre 71 milioni di mineràle finita dopodue mesi, mo negato che _la NEP f<?sse u:n erano. trattati (il ferro metallico Imparino i proletarii a diffi- passo mdietro rrspetto a tal_e pri- non vi raggiunge la metà). dare ad agni annunzio di « nuovi ma fase, ~rovvisona per s_ua da- Il lavoro millenario di una so- corsi » e « nuove prospettive »; e tur~, a~b11m? ~uttav\t rrcor a- cietà fitta artigiana ha riempito riconoscano infine la turne fun t~ Î ~uo~ 0}~~fb~~~ele1 sC::.: f~~: la Cina di rottame del vecchio zione dei « disordinatori di idee » sa giabben adi essenza militare e b_uon ferro da fuci?a, battuto e I il èu~ chiarimento è conquista di me, se . 1/ alla struttura del 0_ ribattuto s_ull'.incudme. da cento secoli, n_on_ socia , . . s generaziom di forza di lavoro a c~allsmo s~peno!e e non mer~an- prezzo vilissimo E' lavoro morto ttle, da cm stortcamente venrva- oggettivato ch~ corne dicevam~. no prese a prestito. nel 1956 c'ostitt~isce -una massa La stE;ssa comprensione merit~- enorme di capitale costante; non
no le rrusure cmes~, ,m quanto mi- capitale fi_sso, perchè è materia ranoalla eventuahta d~ una stret. prima che rientra nel ciclo e por ta di uno o due anrn, per fare ta il suo secolare valore al ferro fuori un paio di flotte americane di oggi, e p01 tornare al realismo struttu- Il preteso impulsa alla produ rale per la trasformazione della zione dell'acciaio, che sarebbe un Cina, per cui un capitalismo sta- miracolo dell'economia socialista, tale centralizzato sarebbe un. si riduce ad una sudata rnsrret gran passo avanti. Ma ad una si- . ~at~ra di tutto il fE;rraccio di. cui mile stretta non credono i cen- e piena la v~sta Cma, che v1e:ne t . di . . . . . . . portato a fusiona, Ma la capacità ~1 mgenti politici di Pech~no e produttività della industria side di Mosca, e purtroppo non vi cre- rurgica non è certo accresciuta diamo nemmeno noi. dagli effimeri fornicelli, bensi L'errore imperdonabile è dive- dal s~l? nuov~ altoforno da mez
dere in tali Innovazioni un passe zo milione ~1 tonnellate annue, avanti su basi di principio verso ~he con altri tre avrebbe P?r.tat?
. . . 1 11 programma 1958 a 10,7 milioni, una form~ sociallst:3 1~te~a e, contro la metà del 1957; cifre del degno dell errore de1 fihstei che l'Unità 3 novembre concordi col videro nella già scontata in dot- le nostre di sopra. trina analisi leninista della NEP Non sarà certo possibile repe. una rinunzia al programma SO- rire altro rottame per un'altra cialista e com1-qista. ondata pari a quella enfaticamen-
A tale punto si dovrebbe pas sare dalla· considerazione della produz!one globale l: quella ~ella Il rapporto tra la produzione produz1one per ab1tantE;, . r1?or: globale di acciaio e la popolazio dan~o éhe contro 200 m1~_om: d~ ne di ciascun paese è un indice russ1 .al 1~55 s_tan:no 165 _rmllom d1 assai interessante perchè ben te~ ~men_cam, e 11 r1tmo d1 aumento stimonia da una parte il grado e pari. . , di industrializzazione e dall'altra
Ma c~me abb1amo accennato e quello di potenza militare. Quan benE: pnm~. vedere quale rappor- do. gli abitanti sono pochi la car to s1 sta1?1hsc~,. quant? a massa ne da cannone si recluta bene tra gl?ba~e d1 ac?1~10, tra 1 due bloc: vassalli od alleati, il che vale lo cl;u di_ satelbh che seguono gl1 stesso; nell'epoca capitalistica non ultrabig. è più il numero di uomini che dà Nei nn. 1 e 2 del 1958 e nel pro- la forza guerresca.
spetto dodicesimo accettammo per Fin dal 1956 e sulla base delle il 1957 una cifra americana anti- cifre 1955 dayamo (n. 21) una cipata dalla rivista Iron Age, che graduatoria degli stati esprimen dava 113 milioni d~ ton:n~llate do la produzione in chilogr!\mmi prodotte dagli ~tah Umti ne! 1 per abitante. 1) Stati Uniti, 650; 1957 sul totale d1 322. In effetti - 2) Germani~, 410; 3) Gran Bre si trattava di short tons o ton- tagna, 395; 4) Francia, 293; 5) nellate corte, di 2000 libbre e Russia, 220; 6) Europa orientale, qi.Iindi soli 907 chilogrammi. Og- 154; 7) ltalia 112; 8. Giappone, 93. gi sappiamo che le cifre in ton- Ma orima 'di 'dedurre una nor nellate metriche sono 102,2 per ma importante ossia che la ve gli Stati Uniti e circa 290 per il locità di incren\ento varia inver mo;ndo intero. samente alla produzione pro ca- Nel corrente 1958 una più re- pite (vedi le cifre date poco so
cente pubblicazione annuncia che pra dei ritmi 1952,57), torneremo nel mondo la produzione scende- sulla gara ad inseguimento Rus rà del 10 per cento, a causa so- sia America. prattutto della caduta :hegli Stati Assumendo i dati del 1955 i ri- Uniti, mentre sarà costante per sultati sono i seguenti. la Ceca e nel detto aumento non Russia. Tonnellate milioni 45, grande perla Russia. Coi dati del diviso abitanti 200 milioni; 225 1957 la rivista americana deduce- chilogrammi p, a. va trionfalmente.che il mondo li- USA. Tonnellate milioni 105,7 bero ccmduceva per 3 ad 1 nella --tliviso abitanti 165 milioni! 640 gara dell'acciaio di cui assegna- chilogrammi p. a. va ai rassi sole 80 milioni di short Ci possiamo ora domandare an- Tons ossia 72 milioni metriche. zitutto in quale anno la produ-
Co~e si pone in effetti una ta- zione americana era. ~ari a quel le gara colle_ cifre 1957? La Rus- la russa attuale. Arn:71amo ad u~ sia produce 51,2, le democrazie ann,o, che ~ta _vers~ il 190~, e s1 popolari 15,4, la Cina 5,4 ( che si venf1ca qumd1 un r1tardo di mez- andrebbero raddoppiando). In to- zo seco.lo. · tale si puô giungere a 72 appun- Le c1fre delle tr1; an~ate 1900, to, che stanno contra circa 210 del 1905, 1910 co1:1~ 3:b1tanti_ ~n_o 76 mondo occidentale, ed il rappor- milioni, 84 rmllom,. 92 m1~1om .. ~e to è ancora quasi del triplo. cifre dell~ produz1one d1 accuuo Fatte tutte le possibili riserve sono in mil. tonn. ~~tr. l~,4; 20,3;
sulla formazion"e dei blocchi in- 26,5. I tre rapport! m ch1log. per ternazionali, possiamo generaliz- ab. risultano: 1900, 137; 1~5, 241; zare il fatto che una tonnellata 1910, 298. Dunque la Russ1a s~gu~ orientale in trent'anni l'abbiamo gli USA a mezzo secolo dt di- vista aumentare da 4-5 a 195, os- stanza. . . sia 4 volte e mezza, mentr.e la oc- Quale era a quell'epoca 11 n cidentale andava da 106 a 179, tmo americano ~ .incremento~ dunque 1,7 volte. Prendiamo le Dell'ordine, sens1b1lmente, _di 200 tonnellate contro 72 e nel quello russo odierno. Se prendia- 1985 saranno 340 contro 322, ossia mo il periodo decenna~e 1900-1910 le f<11'Ze belliche non saranno an- infatti, abbiamo un mcremento cora pari (il lettore sa che il no- totale del 158 per cento e annuo
,, corso •Continuazione del/.a 3.a pag.J Vediamo dunque di prevedere
il tot1:1le della produzione statu nitense nel 1965 da comparare, restando alle cifre assolute, colle 86-91 milioni tonnellate russe an nunziate, ma non raggiungibili. Seguendo ia corretta regola di
assUmere, specie nelle produzio ni molto alternanti, due anni di massimo per stabilire i ritmi di incremento, prenderemo per l' A merica il massimo del 1944 di 82 milioni di tonnellate e il periodo di 11 anni fino all'altro massimo di 105,7 nel 1955. Risulta un au mento totale del 29 per cento e il ritmo annuo del 2,3 per cento.
Ci pare logico supporre per il prossimo decennio solo il due per cento annuo; per l'ulteriore 1'1,75, e per l'ulteriore ·ancora l'l,50 ( che è un minimo assoluto dato che è dell'ordine dell'aumento di po polazione).
Anche con tali modestissime rate le produzioni sarebbero: 1965, 129 milioni di tonnellate di accia io - 1975: 154 - 1985: 179. II raggiungimento non avverrà
dunque per il 1965 anche se la Russia producesse i 91 milioni: sarebbe sempre indietro di 38 mi lioni. Una pubblicazione russa del
1957 (N. 7 di Notizie Sovietiche) assumeva che la data sarebbe sta ta il 1962-63, con la seguente ag giunta sbalorditiva: « E il livello di produzione per abitante nel 1964-65! » Ora non vogliamo ammettere
che nel 1965 si sia a 86 o a 91, co munque nelle stesse cifre russe è chiaro che il 1965 sarà di gran lunga superato. Di quanto? Crediamo essere obiettivi for
mulando questa previsione: dal 1955 al 1965 ritmo del 6 per cen to annuo. Nei decenni successivi seconda la norma ritmi del 5 e del 4 per cento. Si potrebbe pre vedere una discesa anche più dra stica ricordando che coi piani non decennali ma quinquennali si è avuto la caduta della serie 25,15 e 10 per cento! - -Ma colle dette rate annue di 6; 5 e 4, gli aumenti decennali so no del 79, 63 è 48 per cento, e le cifre di produzione sono: 1965, 81 milioni - 1975, 132 milioni (22 meno dell'America) - 1985, 195 milioni (16 più dell' America). Si puô dunque'prevedere che
salvo cataclismi l'epoca del rag giungimento sarebbe verso il 1981-82, venti anni dopo quello che i -russi dicevano.
Praduziane dei blaccbi
stro voto è sempre che l' Ameri ca possa essere militarmente tra volta, se ancora la guerra sarà più viva della rivoluzione). Per restare a dati più positivi
del giro mondiale di orizzonte vediamo nei varii paesi quale svolgimento vi è stato tra il 1952 e il 1957, anni di cui abbiamo i dati certi, sempre per l'acciaio. Nella comunità europea del car
bone ed acciaio la produzione in tale quinquennio è salita del 31,1 per cento, ossia col ritmo annuo del 5,7. Tra i oaesi della Ceca - e del
mondo ...:... è in testa ... l'Italia, con 94 per cento, pari all'annuo for tissimo 14,1 per cento. Segue il Giappone, che ha da
to 1'80 per cento; ossia l'annuo 12,5. La Russia si inserisce solo a
tal punto della graduatoria col 48,8 per cento quinquennale e 1'8,5 per cento annuo. L'Europa o rientale ha anche un buon ritmo, il 7,5. Notevole è stato anche quel lo inglese col 5,9 annuo. La Francia ha dato il discreto
5,2. La Germania solo il 3,2. Gli Stati Uniti hanno dato, nella me-· dia di quei 5 anni, il 4,0. La aggiunta del 1958 cambierà
questa graduatoria forse a danno dei paesi filoamericani e a van taggio di quelli filorussi. Comun que è da notare che i paesi che hanno da recuperare terreno per duto, o sono indietro corne indu strializzazione, seconde la nota tesi da noi spiegata a lungo, pre sentano ritmi molto forti. Mano a mano che tali paesi, ro
vinati industrialmente e militar mente nella ultima guerra, si portano avanti nella graduatoria, potrebbe variare moltissimo lo schieramento nella ancora lonta na guerra mondiale terza. La tesi storica che a noi in
teressa è che corne forza di ri solvenza storica è certo che la gara pacifica dietro i diagrammi in vetrina non sostituirà mai la dinamica dei due agenti decisivi; la Rivoluzione e la Guerra. La sintesi dei due morbi; paci
fismo sociale e pacifismo statale, sta nella terza orribile forma: l' emulazionismo. Nulla risolverà mai il cadave
rico volto di questo, che campeg gerà nel XXI congresso di Rus sia. II dramma di questo secolo è se la risolvente rivoluzionaria potrà prevenire la risolvente bel lica; e tale risposta si dovrà ave re entra la data anche qui dedot ta ,oltre i tre quarti del secolo.
lcciaia pro· capita
medio del 10 % circa, e quindi collimiamo col russo del V piano quinquennale. Nel decennio se guente- 1900-1910 il ritmo scende al 4,8 per cento, e ciô collima con la precedente serie di diminuzio ne dei ritmi russi. Sarebbe legittimo dire che la
parità di produzione di acciaio pro capite sarà raggiunta, se lo sarà, 50 anni dopo il 1955, e quin di oltre la fine del secolo. Le ci fre ottimiste che abbiamo date per il 1985 corne produzione to tale erano per la Russia 195 mi lioni e per gli USA 179. Quali saranno le popolazioni tra tren t'anni? Il ritmo di aumento è lo stesso per i due paesi, ossia l'uno e mezzo per cento. Con tale ritmo, se resterà costante (?) in 30 an ni l'aumento è il 56 per cento. La Russia sarà a 312 milioni, gli Sta ti Uniti a 257. I rapporti risulte rebbero: Russia 195-312 pari a 625 chili p. ab., Stati Uniti 179- 257 pari a 700 chili p. ab. Resta un ulteriore periodo di insegui mento per guadagnare lo scarto, che è del 12 per cento. Per gli Stati Uniti abbiamo ammesso che sia raggiunta la costanza della cifra, e dunque la produzione au menti dell'uno e mezzo annuo, co rne la popolazione. Per la Russia avevamo ammesso ancora il 4 per cento tra il 1975 e il 1985 ma dopo sarà bene fermarsi allo stes so 2,3 degli Stati Uniti, ossia a circa il 0,8 di premio sulla popo lazione crescente. Per guadagna re il 12 per cento necessario di produzione pro capite serviranno circa 15 anni, e- siamo per altra via alla fine del secolo. - Mezzo secolo di corsa all'accia
io vuol dire che la forma capi talistica per mezzo secolo non abbia terremoti. Speriamo su me tà di questo termine per quello che farà saltare la corsa demente all'acciaio, e votiamo perchè non sia la Guerra, ma la Rivoluzione. Non facciamo conto sulla Tecnica, che anche essa in tale periodo ap pare decisa a voltare le -spalle al l'acciaio,vecchio, trogloditico ele mento, ma che è la peggiore for tezza di ogni conformisme.
Nel rasto del manda Possiamo verificare la norma
che a pari produzione pro capite corrisponde nei varii indusriali smi pari ritmo di aumento, con variazione inversa nel tempo, ( ossia ad aumento della produ zione risponde diminuzione del ritmo) per qualche altro paese, rinviando a nuovo tempo una ve rifica sistematica della norma. In Italia abbiamo, nel 1955, 115
chili per abitante, e nel 1957; 136 (6,8 milioni tonn. 49,9 milioni abi tanti). Se ci chiediamo in quale anno americàno avevamo questa ancora più bassa produzione, ri saliamo al 1900, che corne abbia mo visto dette 137 chili appunto. E quale era allora l'incremento americano? Abbiamo anche detto che era del dieci per cento annuo. Quello italiano attuale è forte nel quinquennio 1952-57, ossia il 14 per cento, ma se prendiamo un periodo, più lungo, ossia dal precedente lontano massimo an tebellico, il ritmo risulta ben più basso. La Gran Bretagna ha oggi una
popolazione pari alla nostra circa di 51,7 milioni e produce 22,1 mi lioni di tonnellate; risultano 428 chili per abitante ossia il tripla dell'Italia. Il ritmo è molto più basso; nella ripresa attuale è il 6 per cento, ma . in un periodo lungo, corne l'ultimo ventennio, è andata da 13,l a 22,1 col mode sto 2,3 per cento. Per la Cina, che ha 621 milioni
di abitanti, ammettiamo .che la produzione raddoppiata del 1958 sia 11 milioni di tonnellate (5,4 nel 1957). La produzione pro ca pite, bassissima, risulta saltata da 9 a 17 chilogrammi per abi tante. Non stupisce il ritmo altis simo, Se raddoppiando ancora nel 1959, andrà alla produzione inglese corne è stato stamburato, non sarebbe che a 35 chilogram- mi, ossia la dodicesi_ma parte del l'Inghilterra ! Tale livello l'Italia lo aveva verso il 1885. Il completo confronto consen
tirà di stabilire il valore di una « costante >> economica: il prodot to dei chilogrammi per abitante per il percento annuo medio di aumento è una cifra fissa di cir ca 1500. Se la quantità diviene qualità,
dove la cifra è la stessa è uno stesso modo capitalista, america no corne russo; inglese corne ci- nese,
Il r11,ÎCIJI CÎDISI Una prima ondata di notizie ci
nesi del tipo sensazionale, quelle sulle Comuni, ha ricevuto da noi am"io commento nella preceden-
te ora descritta, e parlare corne fa l'Unità 16 novembre di rag giungimehto nel 1959 della pro duzione inglese (22 milioni), e di anticipo di 15 anni! Non si ve de che senso abbia parlare di capacità aggiunta in dieci mesi del 58 per 18,5 tonnellate di ac ciaio, e 32,8 di ferro (ghisa for se?). Lo stesso scritto ri porta per il 1957 i soliti 5,3 milioni di ac ciaio e 5,9 di « ferro " che deve essere evidentemente la stessa ghisa con cui si è poi fatto quel l'acciaio. Dice che l'aggiunta è il 91 per cento a tutto ottobre. Ma la cifra di prima di 18,5 rispetto a 5,3 darebbe oltre il trecento per cento, di aggiunta. Occorrerebbe un buon pallotto
liere cinese per rimettere a po sto i conti dei corrispondenti del l'Unità, che coi loro « miracoli >> fanno impallidire il MHione di Marco Polo. Quanto avviene, con la fusione
studentesca del ferro nei bidoni vuoti di benzina ( ! ) e forse coi banchi delle scuole, e che presto finirà colla fine del rottame mi nu to (anche questo si sfrutta me glio nell'alto forno e nel conver titore) richiama un altro prece dente della tecnologia guerresca: nelle città assediate, nei secoli in cui i cannoni erano di bronw, per fabbricarne si fondevano le cam- pane. E ricorda quanta in tempo fa
scista abbiamo visto nell'Italia povera di ferro: si strappavano dai muri i cancelli e le recinzio ni per mandarli a fusione. Tutto ciô puo giovare alla guer
ra nazionale, e alla rivoluzione, ma allontana l'avvento della struttura economica socialista, anche se è our vero che l'uomo futuro potrà- lavorare alcune ore sui libri e le aitre a fondere me talli. Del programma comunista in Russia hanno tutto barattato; in Cina, ·e saremo forse senti mentali in questo, salvano anco ra la poesia!
Codicillo
Perchè la nostra stampa viva MILANO: Libero 200, Mariotto
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Le ultime sottoscrizioni 1958 sa ranno pubblicate nel primo nume ro di gennaio 1959.
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Responsabile BBUNO l\4AFFI
lad. Grafiche Bernabei e C. Via OrU.. 16 - Milano
Re1. Trib. Milano N. 2839