IL CAPIT ALISIO AROENTINO -...

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1 --- 111HIN6DE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx, a Lenin, a faorno 1921, alla lutta della sinistra contra la degenerazione di ·Mma, al rifiuto dei blocchi partigiani, la dura opera dpi restaura , dalla dettrina e dell' organo rivoluzionario, a contatto con la classe :aperaia, fuori dal politicantismo personale ad elettoralesco. orsano del partito . comunista internazionalista 23 sett. - 7 ott. 1955 - Anno IV - N. 17 IL PROGRAMMA. COMUNlf.T A - Cas. Post. 96:i MILANO Una copia L. 25 Sped. in Abbonamento postale Gruppo Il Coesistenza f ra carte Ili internazionali ~i mercanti Chi stia al metro dei gazzet- tieri, che cosa volete che capisca del viaggio di Adenauer a Mo- sca? Visto da Occidente: ,, I so- viet ici hanno riconosciuto il ca- rattere fallimentare dell a loro Palitica di guerra fr edda ,,. Visto da Oriente: « Gli accordi di Mo- sca segnana il fall imento dell a polit ica atl antica "· Per Occiden- te ed Oriente, s'intende uno qua- lunque dei più noti giornali filo- arnericani o filo-russi. Guardiama dunque al di là dei « servizi » che i pennivendoli ci ammanniscono. Ai tempi dell a casiddetta guerra fr edda, la po- sizione uffi ciale ( diciamo uffl cia- le, perchè quell a vera non ha nulla a che vedere con la fac- ciata I ivolta al pubbli co) era, da una parte e dall 'alt ra, I'incon. cil iabilità fra i due blocchi, anz i fr a i due « sistemi ,, sociali ed economict: ognun o dei due fi prefiggeva di « Ii berare ,, i popoli soggetti all' alt ro, ognuno dei due Proclamava che fr a i due regimi, l' uno battezzato giustamente ca- pitalista e l' alt ro battezzato fal- samente comun ista, sarebbe stata guerra, e gli operai dei rispettivi quartieri erano chiamati a corn- battere, o con armi pacifiche, o con armi convenzionaH ed atomi- che, contro gli eserciti dell 'alt ra Part e dell a barricata. Era una finzione, perchè i due .sistemi non erano antitetici: se mai, il contrasta si sarebbe veri. ficato sul terrena dell e competi. .zioni imperialistiche, e si verificô Il gioco delle parti Com"è piacevole, in regime de- mocratico, il gioco delle parti; con quale lievità gli uomini politici cambiano le carte cosi accurata- mente presentate agli elettori, a destra i « reazionari », a sinistra i « progressisti », al centra gli « equi- libratori »! La pattuglia democristiana degli « iniziativisti » (un nome impegna- tivo, non c'è che dire). oggi alla direzione del partita di governo, Passava per « progressista », almeno in senso relativo: proponeva r ii or- me sociali, condannava l'« immobW- smo », era insomma « a sinistra >~. A. üestra del partita c'erano i rap- Presentanti del conservatorismo, i freni ai voli audaci di questa ini- mitabile repubblica italiana. Ed ora, guarda caso, la pattuglin dei « progressisti », lo stesso pro- gressivissimo presidente del consi- glio autore di una delle tante « ri- forme di struttura », schierarsi, nel- la faccenda della competenza della magistratura militare, su un fronte en«, se mai volessimo usare i ter- mini d'uso nella cucina parlarnen- tare, è chiaramente « di destra », e, Per conversa Gonella il fiera anti- iniziativista, ~ropugndre - se ~tia- "no aile informazioni di stampa - fo soluzione più « progressista », QUella dell'abolizione di disposizioni fasciste del tempo di guerra e del 7 1torno ad un'applicazione piena dez principio (ahirnè, poveri prin- cipii) della « giustizici eguale per tutti ». E' azzardato pensare ch.e, al [u- turo congresso dernocristiano, le ri- forme sociali e l'« apertura a sini- stra » saranno propugnate dalla de- stra contra l'irnrno bilismo della si- n_istra? E' tutta questione di « sen- 81Dilità politica », ,di fiut o eleitorale e clientistico; destra e sinistra si scambiano le parti, e non è detto f he, dàmani, i teorici staliniani del- a Politica del giorno per il giorno non salutino corne una vittoria la Càduta di un ministero Segni già Pr~clamato come un passa avanti, ; l ascesa al potere di Gonella o di _ogni, già proclarnati come un or- ribile eventuale passa indietro. Cos! 81 avvicendano gli uornini si mi- Sch · ' l iœ il mazzo, e la barca sta a gal- a, sulla linea retta -- non oscillante nè a destra nè a sinistra - della conservazione del reqime borghese. infatti in tutta una catena di guerre e guerrigli e a raggio lo- cale (non finite, d'alt ronde, nep- pur oggi). Ma la facciata ave va il sua valore propagandistico, e mabilitava masse, e, se occor re, le mandava al macell o. Fu la Russia la prima a smantellarc l'edificio di cartapesta, e a vara- re, prima sul piano ideologico, poi su quell o ecanomico e pro- pagandisti co generale, la teor ia dell a coesistenza pacifica. Non si trattava più di cambattersi e di « liberarsi » a vicenda: si tratta- va di riconoscere la status quo c all acci are pacifici, regolari rap- porti commerciali e · poli ti ci. Lo Occidente r inunciô all a finzione con ritardo: ancora prima dell a Conferenza di Ginevra, Dull es poneva al verti ce dell a pol itica americana ( che è come dire oc- sciranno a far fare all e masse irretite e smarr ite esatt amente l' opposto di quell o che avevano fatta fare loro l'alt ro giorno: gli operai suderanna avendo davanti agli occhi non più il miraggio dell a Iiberazione dei popoli op- . . . . . . · . pressi o l'instaurazione del co- cidentale ) la "hberaz10ne dei Ica cosa irrteressa loro. la rraper- . 1 lt' d 11 1 . · · di 1 d 1· murusmo, ma a rea a e a 1- popcli oppressi ,, dal blocco co- tura dell a rete man ra e eg I b . d 11 · d 11 · · · t lit · bi 1 · 1 · · eraz10ne e e merci a e pa- siddetto cornunista o to a I ar io; scam 1, a piena rea izzazione t . di , d di .. , ,. . s 01e I un assur a 1v1s10ne e analogamente, Adenauer parlo, dell impero dell e merci,. del_ de- incamunicabil ità fr a i mercati fino al momento di metter~ Je naro e del pr?fit to. Agli um m: unitari del mondo. Lavoreranno carte m tavola, dell a unificaz iono teressa perche sono m fase Ul per i mercati per i realizzatori tedesca ( cioè_ dell ~ libera zione sotto~roduzion~, agli alt ri p~rc~~ di profit t?. Non import a: gli s~ dell e terre onentah) e del recu- sono m fase d i sovraprcduzionc: raccontera ad accidente che sr pero dei prigianieri di _ guerra ~o- nessuno dei due ha _vint<?; ha l lavora per la democrazia, ad me della premessa invalicabiie vmto la logica del regimc inter- ariente ner il sacialismo. ad agni ripresa di trattative. E' nazionale borghese, cosicchè la F'inchà fr a i ra ppacificati car- chiaro: non si poteva di punto in « li bera concorrenza ", che fu al- tell i internazionali non avverrà bianco capovolgere anni di _PrC!- le arigini d~l capitalismo la gra1~- came è sempre avvenuto e co1:1~ pagarida « hberatnce ». Ma 11 r i- de parola d ordme dei produtt on, non c'è ragione che non avvenga sult ato di Ginevra corne quell o torna ?ggi in a~~e, anche se fr a in proporzioni anche super ior i di Mosca dimostra che la realtà cartelli e non piu fr a produttor i domani il solito cozzo, e i è più forte dell e finzioni, e che isolati - si chiama " pacifica lupi non si prenderanno all a i due cartell i internazianali di emulazione ,,. E i russi ce la ba- gola, E' attraversa questa pur- mercanti sono ben decisi a Iasciar . rattano corne la quintessenza trappo tragica, lenta e faticosa si a vicenda il regime che hann» del.. . marxismo! gestazione che matureranno le - esattamente corne fanno tutti Le gigantesche macchine di fil e del proletariata rivoluziona- i cartell i industriali e finan~ia~i pr<?paganda che avvolgono in u_na j rio, il « becchino " del regime di questo monda - e che un uni. umca e fitta rete 11 mondo, nu- dell a merce. DA NANTES A BIDONVILLE Si riparla della "democrazia francese,, su] Parigi. 21 settembre Caro Programma. Come avevi previsto. la soluzione sul piano dell a sovrastruttura po- litica del « problema » marocchino sta lentamente avviandosi, In real- tà, le correnti più agguerrite dell a nascente borghesia marocchina so- no le prime a desiderare un accordo con il governo fr ancese, esse hanno bisogno dei capitali e dell a prote- zione poli tica metropoli tani, e la sola resistenza viene ancora da set- tori feudali all eati al meno intel- ligente conservatorismo fr ancese. E' cosi chiaro che esiste un vuoto fra le caste dominanti locali e le plc- bi - contadine o operaie - ma- rocchine, e le « riforme » poli tiche e sociali e gli investimenti nuovi non faranno che deprimere ancor più le condizioni già spaventose dell e popolazioni Iocal i. E' cosi an- cora p iù chiaro che la rivolta del- l' agosto-sett embre era l' esplosione elementare di plebi sfr utt ate, non il moto organizzato di indipendenza coloniale dirett o dietro le quinte dai dirigenti nazionali sti. Quando si avrà l' accorda. e il governo Faure avrà cambiato sultano e governan- ti, il quadro sarà chiaro: più bi- donvill e. più contadini aff amati, il Marocco divenuto libera arena dei giocolieri dell a finanza e dell 'in- dustria non solt anto fr ancese ma internazionale. Gli aiuti ail e « aree depresse » si riveleranno per quel che sono: l'apertura incontrastata dell e stesse aree al supersfr utta- mento capitali stico, accompagnato dall a necessaria demagogia umani- taria e cristiana. Le plebi marocchi; ne entreranno in pieno nel girone infernale dell 'industriali zzazione ca- p it al ist ica, sott o il giogo parall elo dell e borghesie locale e transma- rina. E lascia che aggiunga qualcosa a quanta hai già dett o a proposito di quell 'alt ra esplosione incontrol- lata, questa volta di proletari puri, che ha avuto per teatro Nantes, Leggi que llo che scriveva il gior- nale padronale Les Echos: « I fatt i di Nantes hanno messo il padronato e i poteri pubbli ci in una situazio- ne senza precedenti, in cui ogni legali tà si rivela improvvisamente impotente ... Più ancora che a Saint- Nazaire, dove i leaders (sindacali ) erano riusciti abbastanza r apida- mente a riprendere in mana i loro uomini, l' aff are di Nantes sott oli nea la crisi di autorità che i sindacati fr ancesi attraversano. Tutt o il no- stro apparato legislativo... è fon- dato sull 'ipotesi di un interlocutore operaio rappresentativo. A Nan- tes, la spinta delle masse non ha lasciato ai dirigenti nessun margine di negoziazione. Dave si va in que- ste condizioni? ». E uno dei ,.dirigenti sindacali - accusato di tendenze anarco-sinda- cali ste e trotzkiste, il che non gli impedisce di essere segretario del- l'Unione dipartimentale « Force ou- vrière» (socialdemocratica) - , am- mett e in un'intervista a Le Monde che « le federazioni di industrie, la cui miss. ne essenziale dovrebbe essere di coordinare l' azione riven- dicativa, non hanno voluto o sapu- to giocare il loro ruolo », e concl u- de col constatare l'esistenza di un « incontestabile scarto fr a le preoc- cupazioni dei milit anti di base e quell e dei mili tanti del vertice ». Dunque, gli operai si sono mossi scava:cando i loro dirigenti sirida- cali . pilastro del!'« appara to legi- slati vo » nazionale, e questi , per ~a- gliar loro le gambe. hanno impedit o il coordinamento dell 'azione. Ci so- no riusciti, naturalmente: ma il fat- to resta, ed è di buon auspicio. In entrambi i casi, padronato e « riformisti » scatenano con mezzi diversi la loro reazione contra gli sfr uttati. In Francia e in tutto il mondo. Come volevasi dirnostr aro Il corrispondente volante IL CAPIT ALISIO AROENTINO RINNOVA Il regime peronista - ufficial- mente denominatosi « Justit iali smo » - è croll ato. Oseremmo dire che valeva la pena durasse ancora, non fosse che per risparmiare le ipo- crite manifestazioni di giubil o del- la stampa democratica. Ma la abu- sata manovra di inserire il « pro- nunciamento » dell 'alt o uffi cia!ato contro Peron nel rancido e nau- seante quadro ideologico dell a lotta dell a « libertà » contra il dispotismo dell a democrazia (quale? quell a de- gli « estancieros » e dei co!onnelli ., J contro la dittatura, è non meno bugiarda dell a interpretazione pseu- do marxista che la stampa social- comunista dà all 'accaduto. Per quanti sforzi acrobatici si' possano compiere, il capitali smo ar- gentino, che non ha avuto alcun antefa tt o feudale da liquidare, er a] un fatt o compiuto quali tati vamente il e quantitativamente, fin dall a dit- tatura di Rosas. Gli ultimi decenni del secolo scorso videra si il rapido sviluppo economico del paese e il suo aff acciarsi sui mercato mondia- le, ma i rapporti di produzione ca- pitali sta erano ormai da tempo sal- damente introdotti nell 'agricoltura, base dell a economia argentina. Ciô signifi ca che i « confli tt i di interes- si » tra i ricchi piantatori dell e « estancias » e gli all evatori di be- stiame naturalmente legati all 'in- dustria di trasformazione dell a car- ne, « confli tt i di interessi » su cui un marxismo di comodo pretende di spiegare le ragioni dell a rivolta contro Peron, non poterono mai assumere la violenza e la nett ezza di posizionEc che si osser var ono nei movimenti di assestamento dell e rivoluzioni borghesi in Europa, ove le non eli minate sopravvivenze feu- dali inevitabil mente si infil travano nell e divergenze dell a nascente classe borghese. In Argentina non si è affatt o avu- to la scissione dell a cl asse domi- nante borghese, che solidamente unisce lo sfr uttatore dei « gauchos » dell e « estancias » al padrone dei macell i e dei fr igorif eri che recl uta nell e ci tt à i «saladeros». Lo « ju- stitiali smo » ha rappresentato certa- mente il primo serio tentativo del capit alismo argentino di rinserrare le masse salariate in una or g arriz- zazione corpora tiva suscetti bile di rispondere doci!mente agli ordini imparti ti da! governo. Sbagli a di grosso pe ro la stampa socialcomu- nista che pretende di spiegare la peronizzazione dell a Confederazio- ne gerier a le del lavoro corne atto poli tico dirett o a creare una « mas- sa di manovra » da impiegare nel « confli tto di interessi » tra la bor- ghesia industriale urbana e le « forze latifondiste » all eate al ca- pitale finanziario stra niero », alias agli Stati Uniti . Se veramente fos- se esistito tale « confli tt o », che la IL Unità è portata a postulare, perchè incapace di li berarsi dal pregiudi- zio ideologico che accomuna il « la- tifondismo » a for'me prenatali del capit alismo, la ri volt a contro Pe- ron non si sarebbe risolt a nel clas- sico patera cchio. All a stretta dei conti, governativi e insorti, si sono preoccupati anzitutto di tenere fuo- ri dall a contesa le masse operaie, i sei mili oni di « descamisados » ar- ruolati nell a « Confederazione ge- nerale del lavoro ». Anzi, la ecces- siva fr ett a con cui il segretario confederale De Pietro ordinava ai suoi organizzati di desistere da ogni resistenza, lascia credere che la minaccia dei cannoni dell a flott a ribell e, paurosamente puntati su Buenos Ayres e su La Plata, roc- caforti del proletariato argentino, sia servita al governo legale, più che agli insorti. per immobili zzare le masse. La caduta del peronismo, corne dimostrà pure il rovesciamento del regime di Arbenz nel Guatemala, è un avvenimento che sta a pro- vare che nel conti nente sud-ame- ricano non esistono condizioni sto- riche simili a quell e che determin:i- rono, per fare qualche esempio, le rivoluzi oni parigine del 1830 e del 1848. Il li vell o· raggiunto dal capi- tali smo sud-americano che, quali ta- ti vamente parlanda si puà dire che sia nato adulto, non consente che il proletariato possa prendere par\e ai confli tt i politici, sia pure armati, SERVITORAME che sono tipici dell a storia del con- tinente. schierandosi per l'una o per l' altra dell e parti in lott a, corne purtrappo avvenne ne) caso dell a insurrezione del partita di La Paz Estensoro in Bo!ivia. Il regime peronista non fu espres- sione poli tica degli interessi di una fr azione dell a classe borghese, an- che se è vero che i cervell otic1 piani di industrializzazione che lo « justiti ali smo » pretendeva di f;- nanziare a spese del commerci<i estero del grano e dell a carne, han- no suscitato. nell e provincie agri- cole e conservatrici dell 'interno, inesorabili inimicizie contro il go- verno. In pochi paesi. corne l'Argen- tina, si vede fisicamente la stretta ineli minabile interdipendenza tra il capitale agrario e il capitale indu- striale e finanziario, tra importa- tori (imprenditori industriali ) ea esportatori (piantatori e all evatori di bestiame ). Eff ett iva materia di contrasta puà essere costituita, ne) seno dell a unitaria borghesia ar- genti na, soltanto dall a scelt a dell a politi ca estera, poichè l'econom1a argenti na è duramente soggett a al- le tluttuazioni del mercato mon- diale. Il peronismo ha rappresenta- to appunto un tentativo in grande stil e di correggere gli squili bri eco- nomici che pongono l'Argenti na, nei periodi di crisi del mercato mon- diale, all a merdell a p'olitica eco- nomica degli Stati esteri, soprat- tutt o degli Stati Uniti e dell 'In- ghilt erra. Esaminato da tale punto di vista, lo « justit iaPsmo » di Peron rien, tra nel quadro dell a lot ta contro 1 a soff ocante infl uenza economica e poli tica che gli Stati Uniti eserci- tano sui continente americano. Con- dotta dal campo borghese, tale latt a non puà mirare che a soluzioni nazionalistiche e protezionistiche. Ma tali orientamenti. per i gravi rischi che comportano. incontrano aspre resistenze ,nel seno stesso dell e borghesie nazionali. il cui in- teresse fondamentale di classe è la conservazione dell a dominazione ca- pitalista sull e masse lavora trici. Perci à nell e ore critiche che il ra- dicali smo nazionali sta atti ra singoli percipienti. Dai criteri P. dall'iniziativa di costoro dipende, invece, un aumento del rendimento alirnentare della quota di quel con- tenuto che va spesa per l'acquisto di derrate e vivande ». (I tondi so- no nostri; ma non abbiarno fatto che dar forza nella scrittura alla voce ammonitrice Catoni industriali). e virtuosa dei suo capo, le borghesie sud-america- ne - corne è successo in Guatemala e Argentina - si buttano nell e braccia dell 'imperialismo america- no, preoccupandosi innanzi tutt o di salvare gli isti tuti sociali dell a do- minazione borghese. Oggi, dopo la caduta di Peron, la stampa democratica atl antica, per bruciare incenso davanti al sor- dido idolo dell a li bertà e blandfr e i padroni d'ait re Atl antico, si ac- canisce contra la persona di Peron, att ribuendo all e sue inizi ative per- sonali la responsabili tà del caos che regna in Argentina. Troppo facil e' Ad onta dell e pose demiurgiche, di cui tutti i dittatori borghesi si di- (Continuaz. a pag. 2) SPIGOlATURI Denutriti , il 11ostro problema è risolto La Fiera di Bari ha, pare, dimo- strato fra le aitre case che « è pos- sibile nutrirsi meglio senza rnangiar di più » (24 Ore, 16-9 ). Siarno dur1.- que avanti di un passa: i denutriti (cioè la grande maggioranza del « popolo » italiano) non hanno che da comprare l'Artusi o il libro di Hauser, razionalizzare la cucina in- vece di arnrnannire « intingoli ... per non spender troppo i> o peggio per « soddisfare certi sfizii ... , soprattut- to ai barnbini, spendendo in fasulli surrogati locali nella piena convin- zione di risparrniare », e il proble- rna è risolto. Rivendicazioni sala- Socialismo bancari o Si legge nell 'Unità edizione geno- vese del 6-9 che tre esperti sovietici sono giunti ad Oxford per parteci- pare ad un corso estiva internazio- nale di affari bancari ( International Banking Surnmer School) che si tiene annualrnente dal 1948 e al riali o, peggio, rovesciarnento ri- voluzionario dei rapporti di classe? qule parteciperanno 240 delegati di Macchè, cucinare rneglio con poco: 43 paesi. ecco il segreto. Non Marx, ma Bril- Il « Paese del socialismo », sem- lat Savarin! pre più avviandosi verso ... il comu- « La busta paga è quell a che è. nisrno, ha evidenternente bisogno e l'aumento del potere d'acquisto l di irnparare tecnica bancaria, e puà del suo contenuto non dipende dai apprederla solo nei grandi centri tradizionali della finanza interna- zionale, in Inghilterra. Non si tratta forse di far fruttare i « capitali in possesso del popolo »? E non è l'In- ghilterra per rnetà « socialista »? I proletari di tutto il monda su- dina perchè le banche sovietiche ed antisovietiche funzionino a do- vere. E' la legge della « coesi- stenza ». i\iuti aile... industrie depresse « L'appendice econornica rnensi!e della New York Herald Tribune ( 12 settembre) dà notizia del prestito di 2.080.000 rnilioni di dollari accor- dato dalla Export-Import Bank alla Montecatini, indipendenternente dal prestito di 20 rnilioni di dollari ac- cordato all'Istituto Mobiliare Italia- no il 21 aprile scorso. Il prestito, garantito dalla Stato italiano, è de- stinato a sovvenire la disoccupazio- ne italiana, attraverso .nuovi im- pianti dell'irnpresa in Milano, con acquisti di rnacchinario negli Stati Uniti ». (24 Ore, 15-9). Questa pavera Montecatini, an- siosa di rendersi benemerita della nazione e distributrice di lavoro a1 disoccupati, proprio non ce la fa- ceva più. Era ora che le si dess~ u.n po' di ossigeno. Adesso, res.piriamo t11tti.

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faorno 1921, alla lutta della sinistra contra la degenerazione di ·Mma, al rifiuto dei blocchi partigiani, la dura opera dpi restaura ,dalla dettrina e dell' organo rivoluzionario, a contatto con la classe :aperaia, fuori dal politicantismo personale ad elettoralesco.

orsano del partito . comunista internazionalista

23 sett. - 7 ott. 1955 - Anno IV - N. 17 IL PROGRAMMA. COMUNlf.T A - Cas. Post. 96:i

MILANO Una copia L. 25

Sped. in Abbonamento postale Gruppo Il

Coesistenza f ra carte Ili internazionali ~i mercanti Chi stia al metro dei gazzet­

tieri, che cosa volete che capisca del viaggio di Adenauer a Mo­ sca? Visto da Occidente: ,, I so­ viet ici hanno riconosciuto il ca­ rattere fallimentare della loro Palitica di guerra fredda ,,. Visto da Oriente: « Gli accordi di Mo­ sca segnana il fallimento della polit ica atlantica "· Per Occiden­ te ed Oriente, s'intende uno qua­ lunque dei più noti giornali filo­ arnericani o filo-russi.

Guardiama dunque al di là dei « servizi » che i pennivendoli ci ammanniscono. Ai tempi della casiddetta guerra fredda, la po­ sizione ufficiale ( diciamo ufflcia­ le, perchè quella vera non ha nulla a che vedere con la fac­ ciata I ivolta al pubblico) era, da una parte e dall'altra, I'incon. ciliabilità fra i due blocchi, anz i fra i due « sistemi ,, sociali ed economict: ognuno dei due fi prefiggeva di « Iiberare ,, i popoli soggetti all'altro, ognuno dei due Proclamava che fra i due regimi, l'uno battezzato giustamente ca­ pitalista e l'altro battezzato fal­ samente comunista, sarebbe stata guerra, e gli operai dei rispettivi quartieri erano chiamati a corn­ battere, o con armi pacifiche, o con armi convenzionaH ed atomi­ che, contro gli eserciti dell'altra Parte della barricata. Era una finzione, perchè i due

.sistemi non erano antitetici: se mai, il contrasta si sarebbe veri. ficato sul terrena delle competi. .zioni imperialistiche, e si verificô

Il gioco delle parti Com"è piacevole, in regime de­

mocratico, il gioco delle parti; con quale lievità gli uomini politici cambiano le carte cosi accurata­ mente presentate agli elettori, a destra i « reazionari », a sinistra i « progressisti », al centra gli « equi­ libratori »! La pattuglia democristiana degli

« iniziativisti » (un nome impegna­ tivo, non c'è che dire). oggi alla direzione del partita· di governo, Passava per « progressista », almeno in senso relativo: proponeva r ii or­ me sociali, condannava l'« immobW­ smo », era insomma « a sinistra >~. A. üestra del partita c'erano i rap­ Presentanti del conservatorismo, i freni ai voli audaci di questa ini­ mitabile repubblica italiana.

Ed ora, guarda caso, la pattuglin dei « progressisti », lo stesso pro­ gressivissimo presidente del consi­ glio autore di una delle tante « ri­ forme di struttura », schierarsi, nel­ la faccenda della competenza della magistratura militare, su un fronte en«, se mai volessimo usare i ter­ mini d'uso nella cucina parlarnen­ tare, è chiaramente « di destra », e, Per conversa Gonella il fiera anti­ iniziativista, ~ropugndre - se ~tia­ "no aile informazioni di stampa - · fo soluzione più « progressista », QUella dell'abolizione di disposizioni fasciste del tempo di guerra e del 71torno ad un'applicazione piena dez principio (ahirnè, poveri prin­ cipii) della « giustizici eguale per tutti ».

E' azzardato pensare ch.e, al [u­ turo congresso dernocristiano, le ri­ forme sociali e l'« apertura a sini­ stra » saranno propugnate dalla de­ stra contra l'irnrno bilismo della si­ n_istra? E' tutta questione di « sen- 81Dilità politica », ,di fiut o eleitorale e clientistico; destra e sinistra si scambiano le parti, e non è detto f he, dàmani, i teorici staliniani del­ a Politica del giorno per il giorno non salutino corne una vittoria la Càduta di un ministero Segni già Pr~clamato come un passa avanti, ; l ascesa al potere di Gonella o di

_ogni, già proclarnati come un or­ ribile eventuale passa indietro. Cos! 81

avvicendano gli uornini si mi- Sch · ' l iœ il mazzo, e la barca sta a gal- a, sulla linea retta -- non oscillante nè a destra nè a sinistra - della conservazione del reqime borghese.

infatti in tutta una catena di guerre e guerriglie a raggio lo­ cale (non finite, d'altronde, nep­ pur oggi). Ma la facciata ave va il sua valore propagandistico, e mabilitava masse, e, se occor re, le mandava al macello. Fu la Russia la prima a smantellarc l'edificio di cartapesta, e a vara­ re, prima sul piano ideologico, poi su quello ecanomico e pro­ pagandistico generale, la teor ia della coesistenza pacifica. Non si trattava più di cambattersi e di « liberarsi » a vicenda: si tratta­ va di riconoscere la status quo c allacciare pacifici, regolari rap­ porti commerciali e · politici. Lo Occidente r inunciô alla finzione con ritardo: ancora prima della Conferenza di Ginevra, Dulles poneva al vertice della pol itica americana ( che è come dire oc-

sciranno a far fare alle masse irretite e smarrite esattamente l'opposto di quello che avevano fatta fare loro l'altro giorno: gli operai suderanna avendo davanti agli occhi non più il miraggio della Iiberazione dei popoli op-

. . . . . . · . pressi o l'instaurazione del co- cidentale ) la "hberaz10ne dei Ica cosa irrteressa loro. la rraper- . 1

lt' d 11 1

. · · di 1 d 1· murusmo, ma a rea a e a 1- popcli oppressi ,, dal blocco co- tura della rete man ra e eg I b . d

11 · d

11 · · · t lit · bi 1 · 1· · eraz10ne e e merci a e pa- siddetto cornunista o to a I ar io; scam 1, a piena rea izzazione t . di , d di .. , ,. . s 01e I un assur a 1v1s10ne e analogamente, Adenauer parlo, dell impero delle merci,. del_ de- incamunicabilità fra i mercati

fino al momento di metter~ Je naro e del pr?fitto. Agli um m: unitari del mondo. Lavoreranno carte m tavola, della unificaz iono teressa perche sono m fase Ul per i mercati per i realizzatori tedesca ( cioè_ dell~ liberazione sotto~roduzion~, agli altri p~rc~~ di profitt?. Non importa: gli s~ delle terre onentah) e del recu- sono m fase d i sovraprcduzionc: raccontera ad accidente che sr pero dei prigianieri di_ guerra ~o- nessuno dei due ha _vint<?; ha l lavora per la democrazia, ad me della premessa invalicabiie vmto la logica del regimc inter- ariente ner il sacialismo. ad agni ripresa di trattative. E' nazionale borghese, cosicchè la F'inchà fra i rappacificati car­ chiaro: non si poteva di punto in « libera concorrenza ", che fu al- telli internazionali non avverrà bianco capovolgere anni di _PrC!- le arigini d~l capitalismo la gra1~- came è sempre avvenuto e co1:1~ pagarida « hberatnce ». Ma 11 r i- de parola d ordme dei produtton, non c'è ragione che non avvenga sultato di Ginevra corne quello torna ?ggi in a~~e, anche se fra in proporzioni anche super ior i di Mosca dimostra che la realtà cartelli e non piu fra produttor i domani il solito cozzo, e i è più forte delle finzioni, e che isolati - si chiama " pacifica lupi non si prenderanno alla i due cartelli internazianali di emulazione ,,. E i russi ce la ba- gola, E' attraversa questa pur­ mercanti sono ben decisi a Iasciar . rattano corne la quintessenza trappo tragica, lenta e faticosa si a vicenda il regime che hann» del... marxismo! gestazione che matureranno le - esattamente corne fanno tutti Le gigantesche macchine di file del proletariata rivoluziona­ i cartelli industriali e finan~ia~i pr<?paganda che avvolgono in u_na j rio, il « becchino " del regime di questo monda - e che un uni. umca e fitta rete 11 mondo, nu- della merce.

DA NANTES A BIDONVILLE Si riparla della

"democrazia francese,,

su]

Parigi. 21 settembre Caro Programma. Come avevi previsto. la soluzione

sul piano della sovrastruttura po­ litica del « problema » marocchino sta lentamente avviandosi, In real­ tà, le correnti più agguerrite della nascente borghesia marocchina so­ no le prime a desiderare un accordo con il governo francese, esse hanno bisogno dei capitali e della prote­ zione politica metropolitani, e la sola resistenza viene ancora da set­ tori feudali alleati al meno intel­ ligente conservatorismo francese. E' cosi chiaro che esiste un vuoto fra le caste dominanti locali e le plc­ bi - contadine o operaie - ma­ rocchine, e le « riforme » politiche e sociali e gli investimenti nuovi non faranno che deprimere ancor più le condizioni già spaventose delle popolazioni Iocal i. E' cosi an­ cora p iù chiaro che la rivolta del­ l'agosto-settembre era l'esplosione elementare di plebi sfruttate, non il moto organizzato di indipendenza coloniale diretto dietro le quinte dai dirigenti nazionalisti. Quando si avrà l'accorda. e il governo Faure avrà cambiato sultano e governan­ ti, il quadro sarà chiaro: più bi­ donville. più contadini affamati, il Marocco divenuto libera arena dei giocolieri della finanza e dell'in­ dustria non soltanto francese ma internazionale. Gli aiuti aile « aree depresse » si riveleranno per quel che sono: l'apertura incontrastata delle stesse aree al supersfrutta­ mento capitalistico, accompagnato dalla necessaria demagogia umani­ taria e cristiana. Le plebi marocchi; ne entreranno in pieno nel girone infernale dell'industrializzazione ca­ p it al ist ica, sotto il giogo parallelo delle borghesie locale e transma­ rina.

E lascia che aggiunga qualcosa a quanta hai già detto a proposito di quell 'alt ra esplosione incontrol­ lata, questa volta di proletari puri, che ha avuto per teatro Nantes, Leggi que llo che scriveva il gior­ nale padronale Les Echos: « I fatti di Nantes hanno messo il padronato e i poteri pubblici in una situazio­ ne senza precedenti, in cui ogni legalità si rivela improvvisamente impotente ... Più ancora che a Saint­ Nazaire, dove i leaders (sindacali) erano riusciti abbastanza r apida­ mente a riprendere in mana i loro uomini, l'affare di Nantes sottolinea la crisi di autorità che i sindacati francesi attraversano. Tutto il no­ stro apparato legislativo... è fon­ dato sull'ipotesi di un interlocutore operaio rappresentativo. A Nan­ tes, la spinta delle masse non ha lasciato ai dirigenti nessun margine di negoziazione. Dave si va in que­ ste condizioni? ».

E uno dei ,.dirigenti sindacali - accusato di tendenze anarco-sinda­ caliste e trotzkiste, il che non gli impedisce di essere segretario del­ l'Unione dipartimentale « Force ou­ vrière» (socialdemocratica) -, am­ mette in un'intervista a Le Monde che « le federazioni di industrie, la cui miss. ne essenziale dovrebbe essere di coordinare l'azione riven­ dicativa, non hanno voluto o sapu­ to giocare il loro ruolo », e conclu­ de col constatare l'esistenza di un « incontestabile scarto fra le preoc­ cupazioni dei militanti di base e quelle dei militanti del vertice ». Dunque, gli operai si sono mossi

scava:cando i loro dirigenti sirida­ cali. pilastro del!'« apparato legi­ slati vo » nazionale, e questi , per ~a­ gliar loro le gambe. hanno impedito il coordinamento dell'azione. Ci so­ no riusciti, naturalmente: ma il fat­ to resta, ed è di buon auspicio. In entrambi i casi, padronato e

« riformisti » scatenano con mezzi diversi la loro reazione contra gli sfruttati. In Francia e in tutto il mondo. Come volevasi dirnostr aro

Il corrispondente volante

IL CAPIT ALISIO AROENTINO RINNOVA

Il regime peronista - ufficial­ mente denominatosi « Justitialismo » - è crollato. Oseremmo dire che valeva la pena durasse ancora, non fosse che per risparmiare le ipo­ crite manifestazioni di giubilo del­ la stampa democratica. Ma la abu­ sata manovra di inserire il « pro­ nunciamento » dell'alto ufficia!ato contro Peron nel rancido e nau­ seante quadro ideologico della lotta della « libertà » contra il dispotismo della democrazia (quale? quella de­ gli « estancieros » e dei co!onnelli ., J contro la dittatura, è non meno bugiarda della interpretazione pseu­ do marxista che la stampa social­ comunista dà all'accaduto. Per quanti sforzi acrobatici si'

possano compiere, il capitalismo ar­ gentino, che non ha avuto alcun antefatto feudale da liquidare, er a] un fatto compiuto qualitativamente il e quantitativamente, fin dalla dit­ tatura di Rosas. Gli ultimi decenni del secolo scorso videra si il rapido sviluppo economico del paese e il suo affacciarsi sui mercato mondia­ le, ma i rapporti di produzione ca­ pitalista erano ormai da tempo sal­ damente introdotti nell'agricoltura, base della economia argentina. Ciô significa che i « conflitti di interes­ si » tra i ricchi piantatori delle « estancias » e gli allevatori di be­ stiame naturalmente legati all'in­ dustria di trasformazione della car­ ne, « conflitti di interessi » su cui un marxismo di comodo pretende di spiegare le ragioni della rivolta contro Peron, non poterono mai assumere la violenza e la nettezza di posizionEc che si osser var ono nei movimenti di assestamento delle rivoluzioni borghesi in Europa, ove le non eliminate sopravvivenze feu­ dali inevitabilmente si infiltravano nelle divergenze della nascente classe borghese.

In Argentina non si è affatto avu­ to la scissione della classe domi­ nante borghese, che solidamente unisce lo sfruttatore dei « gauchos » delle « estancias » al padrone dei macelli e dei frigoriferi che recluta nelle città i «saladeros». Lo « ju­ stitialismo » ha rappresentato certa­ mente il primo serio tentativo del capitalismo argentino di rinserrare le masse salariate in una or g arriz­ zazione corporativa suscettibile di rispondere doci!mente agli ordini impartiti da! governo. Sbaglia di grosso pe ro la stampa socialcomu­ nista che pretende di spiegare la peronizzazione della Confederazio­ ne gerier a le del lavoro corne atto politico diretto a creare una « mas­ sa di manovra » da impiegare nel « conflitto di interessi » tra la bor­ ghesia industriale urbana e le « forze latifondiste » alleate al ca­ pitale finanziario straniero », alias agli Stati Uniti. Se veramente fos­ se esistito tale « conflitto », che la

IL Unità è portata a postulare, perchè incapace di liberarsi dal pregiudi­ zio ideologico che accomuna il « la­ tifondismo » a for'me prenatali del capitalismo, la rivolta contro Pe­ ron non si sarebbe risolta nel clas­ sico pateracchio. Alla stretta dei conti, governativi e insorti, si sono preoccupati anzitutto di tenere fuo­ ri dalla contesa le masse operaie, i sei milioni di « descamisados » ar­ ruolati nella « Confederazione ge­ nerale del lavoro ». Anzi, la ecces­ siva fretta con cui il segretario confederale De Pietro ordinava ai suoi organizzati di desistere da ogni resistenza, lascia credere che la minaccia dei cannoni della flotta ribelle, paurosamente puntati su Buenos Ayres e su La Plata, roc­ caforti del proletariato argentino, sia servita al governo legale, più che agli insorti. per immobilizzare le masse.

La caduta del peronismo, corne dimostrà pure il rovesciamento del regime di Arbenz nel Guatemala, è un avvenimento che sta a pro­ vare che nel continente sud-ame­ ricano non esistono condizioni sto­ riche simili a quelle che determin:i­ rono, per fare qualche esempio, le rivoluzioni parigine del 1830 e del 1848. Il livello· raggiunto dal capi­ talismo sud-americano che, qualita­ tivamente parlanda si puà dire che sia nato adulto, non consente che il proletariato possa prendere par\e ai conflitti politici, sia pure armati,

SERVITORAME che sono tipici della storia del con­ tinente. schierandosi per l'una o per l'altra delle parti in lotta, corne purtrappo avvenne ne) caso della insurrezione del partita di La Paz Estensoro in Bo!ivia. Il regime peronista non fu espres­

sione politica degli interessi di una frazione della classe borghese, an­ che se è vero che i cervellotic1 piani di industrializzazione che lo « justitialismo » pretendeva di f;­ nanziare a spese del commerci<i estero del grano e della carne, han­ no suscitato. nelle provincie agri­ cole e conservatrici dell'interno, inesorabili inimicizie contro il go­ verno. In pochi paesi. corne l'Argen­ tina, si vede fisicamente la stretta ineliminabile interdipendenza tra il capitale agrario e il capitale indu­ striale e finanziario, tra importa­ tori (imprenditori industriali) ea esportatori (piantatori e allevatori di bestiame ). Effettiva materia di contrasta puà essere costituita, ne) seno della unitaria borghesia ar­ gentina, soltanto dalla scelta della politica estera, poichè l'econom1a argentina è duramente soggetta al­ le tluttuazioni del mercato mon­ diale. Il peronismo ha rappresenta­ to appunto un tentativo in grande stile di correggere gli squilibri eco­ nomici che pongono l'Argentina, nei periodi di crisi del mercato mon­ diale, alla mercè della p'olitica eco­ nomica degli Stati esteri, soprat-

tutto degli Stati Uniti e dell'In­ ghilterra. Esaminato da tale punto di vista,

lo « justitiaPsmo » di Peron rien, tra nel quadro della lot ta contro 1 a soffocante influenza economica e politica che gli Stati Uniti eserci­ tano sui continente americano. Con­ dotta dal campo borghese, tale latta non puà mirare che a soluzioni nazionalistiche e protezionistiche. Ma tali orientamenti. per i gravi rischi che comportano. incontrano aspre resistenze ,nel seno stesso delle borghesie nazionali. il cui in­ teresse fondamentale di classe è la conservazione della dominazione ca­ pitalista sulle masse lavoratrici. Percià nelle ore critiche che il ra- dicalismo nazionalista attira

singoli percipienti. Dai criteri P. dall'iniziativa di costoro dipende, invece, un aumento del rendimento alirnentare della quota di quel con­ tenuto che va spesa per l'acquisto di derrate e vivande ». (I tondi so­ no nostri; ma non abbiarno fatto che dar forza nella scrittura alla voce ammonitrice Catoni industriali).

e virtuosa dei

suo capo, le borghesie sud-america­ ne - corne è successo in Guatemala e Argentina - si buttano nelle braccia dell 'imperialismo america­ no, preoccupandosi innanzi tutto di salvare gli istituti sociali della do­ minazione borghese. Oggi, dopo la caduta di Peron,

la stampa democratica atlantica, per bruciare incenso davanti al sor­ dido idolo della li bertà e blandfre i padroni d'aitre Atlantico, si ac­ canisce contra la persona di Peron, attribuendo alle sue iniziative per­ sonali la responsabilità del caos che regna in Argentina. Troppo facile' Ad onta delle pose demiurgiche, di cui tutti i dittatori borghesi si di-

(Continuaz. a pag. 2)

• SPIGOlATURI • Denutriti, il 11ostro problema è risolto

La Fiera di Bari ha, pare, dimo­ strato fra le aitre case che « è pos­ sibile nutrirsi meglio senza rnangiar di più » (24 Ore, 16-9 ). Siarno dur1.­ que avanti di un passa: i denutriti (cioè la grande maggioranza del « popolo » italiano) non hanno che da comprare l'Artusi o il libro di Hauser, razionalizzare la cucina in­ vece di arnrnannire « intingoli ... per non spender troppo i> o peggio per « soddisfare certi sfizii ... , soprattut­ to ai barnbini, spendendo in fasulli surrogati locali nella piena convin­ zione di risparrniare », e il proble­ rna è risolto. Rivendicazioni sala-

Socialismo bancario Si legge nell'Unità edizione geno­

vese del 6-9 che tre esperti sovietici sono giunti ad Oxford per parteci­ pare ad un corso estiva internazio­ nale di affari bancari ( International Banking Surnmer School) che si tiene annualrnente dal 1948 e al riali o, peggio, rovesciarnento ri­

voluzionario dei rapporti di classe? qule parteciperanno 240 delegati di Macchè, cucinare rneglio con poco: 43 paesi. ecco il segreto. Non Marx, ma Bril- Il « Paese del socialismo », sem- lat Savarin! pre più avviandosi verso ... il comu-

« La busta paga è quella che è. nisrno, ha evidenternente bisogno e l'aumento del potere d'acquisto l di irnparare tecnica bancaria, e puà del suo contenuto non dipende dai apprederla solo nei grandi centri

tradizionali della finanza interna­ zionale, in Inghilterra. Non si tratta forse di far fruttare i « capitali in possesso del popolo »? E non è l'In­ ghilterra per rnetà « socialista »? I proletari di tutto il monda su­

dina perchè le banche sovietiche ed antisovietiche funzionino a do­ vere. E' la legge della « coesi­ stenza ».

i\iuti aile... industrie depresse

« L'appendice econornica rnensi!e della New York Herald Tribune ( 12 settembre) dà notizia del prestito di 2.080.000 rnilioni di dollari accor­ dato dalla Export-Import Bank alla Montecatini, indipendenternente dal prestito di 20 rnilioni di dollari ac­ cordato all'Istituto Mobiliare· Italia­ no il 21 aprile scorso. Il prestito, garantito dalla Stato italiano, è de­ stinato a sovvenire la disoccupazio­ ne italiana, attraverso .nuovi im­ pianti dell'irnpresa in Milano, con

acquisti di rnacchinario negli Stati Uniti ». (24 Ore, 15-9). Questa pavera Montecatini, an­

siosa di rendersi benemerita della nazione e distributrice di lavoro a1 disoccupati, proprio non ce la fa­ ceva più. Era ora che le si dess~ u.n po' di ossigeno. Adesso, res.piriamo t11tti.

Page 2: IL CAPIT ALISIO AROENTINO - archivesautonomies.orgarchivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · sca segnana il fallimento della ... cale (non finite, d'altronde,

!L PROGRAMMA COMUNIS"l '1

II capitalismo argentino rinnova il servitorame lettano, Peron ed il suo regime f'u­ rono un prodotto necessario del do­ poguerra, un tentativo - a cui I'in­ .er a classe dominante era interes­ sat a ~~ di prevenire la crisi post­ oel lica che, ritardata con mille espedienti dirigistici e demagogici. puntualmente è scoppiata osc u r a n­ do il periodo bellico delle « vacche grasse ». Tutta la stampa in cor o, pur di

personalizzare le cause degli scon­ vo!gimenti sociali argentini, si é sbizza rr ita ripetendo in mille toni che Peron ha lasciato sull'orlo del fa!limento una economia che, al momento della sua ascesa al potere, er a ricca e florida. Infatti, gli in­ r ensi traffici del periodo bellico, durante il quale l' Argentina a ve va approvvigionato i belligeranti. spe­ cialmente la Gran Bretagna, ùi grano e di carne, avevano promos­ so una situazione economica inv i­ dia bile, ne! generale dissesto che co lp i l'economia dei paesi per cossi dalla guerra. Ne! 1947, anno del lancio del piano quinquennale, la Argentina godeva di una so!ida moneta (il «pesos» aveva una co­ pertura oro di 1.44), vantava in­ genti crediti all'estero (8 miliardi di pesos verso i paesi anglosasso­ ni). La bilancia commerciale se­ gnava un saldo attivo in aumento (1607 milioni di pesos ne! 1946 con­ tro 1343 ne! 1945). Ma la dipendenza

· dell'industria dalle forniture estere minacciava di annullare la « pro­ sperity » post bel lica. L'Argentina che é obbligata ad importare dal­ l'estero la quasi totalità degli ar­ t icoli industriali (macchinario, vei­ coli, ferro e suoi manufatti, cornbu­ stibili, prodotti chimici e farmaceu­ -t ic i, tessili, ecc.) era messa brutal­ mente davanti al generale dissesto dell'economia mondiale, con enor­ me danno per il suo cornmercio estero. Infatti, mentre i prezzi al­ l'interno erano aumentati del 150 per cento, quelli all'estero si erano accresciuti del 600 per cento. D. conseguenza. il governo di

Peron, per salvaguardarsi dalla in­ flazione, comportata dagli alti prezzi degli articoli industriali irn­ portati, che necessariamente si sa­ rebbero ripercossi sui costi di pro­ duzione della carne e, in genere, delle voci dell'esportazione, adottè una serie di misure protezionistiche che rassomigliavano corne gocce d'acqua alle analoghe restrizioni imposte al commercio estero dai paesi liberali e democratici di Eu­ ropa e di America: regolà dallal­ to, nazionalizzando il sistema ban­ cario, i traffici da e per l'estero, ridusse le importazioni r isparrnian­ do solo le voci di effettiva utilità per il rafforzamento dell'economia argentina. Una volta imboccata la strada delt'autarchia che l'ipocrisia britannica aveva già provveduto a camuffare sotto l'etichetta dell '« au­ sterity », lo « justitialismo » non po­ teva fare altro che percorrerla fino in fondo. Il tentativo di sottrarre I'Argentina dalla dipendenza indu­ striale dall'estero, diede Juogo al Piano quinquennale, in gran parte gonfiato di eccessi demagogici e di utopistiche anticipazioni, ne! quale era bandita una politica economica volta ad incrementare l'industria­ lizzazione all 'interno e a modificare il regime doganale verso l'estero, in vista di unioni economiche regio­ nali con gli Stati del continente. In ambo le direttrici era evidente l'ambizioso progetto di sottrarre l'economia argentina al dispotico controllo del mercato mondiale, procurando la creazione di un'area economico-finanziaria, capace di agire da « terza forza » tra I'impe­ rialismo del dollaro e della sterlina, tradizionali sfruttatori del continen­ te americano. E scusate se è poco!. ..

Naturalmente le unioni economi­ che regionali caldeggiate da Peron non potevano che incontrare la ri­ provazione degli Stati Uniti, i qua­ li in casa altrui reagiscono perô in maniera del tutto diversa a pro­ getti del genere, quale fu, ad esem­ pio, la Federazione b,alcanica pro­ posta da Tito, in dispregio del vo­ lere di Mosca. E' intuitivo che una effettiva « unione continentale la­ tino-americana » - quale la sogna­ va Peron - porrebbe in serie dif­ ficoltà le influenze del l'irnper-ia lismo del dollaro ne! continente. Il gover­ no peronista fece seri sforzi, men­ tre la crisi avanzava all'interno, per ottenere l'adesione degli Stati del continente, specialmente con il Cile e il Brasile. In una serie di articoli pubb!icati sui quotidiano bonaerense Democracia ne! 1932, Peron, trasparentemente nascosto dietro uno pseudonimo, ebbe a scr'i­ vere che l' Argentina, il Cile e :l Brasile potrebbero formare, ne! quadro di una unione economica e politica, « il più formidabile blocco della civiltà moderna a cavallo del­ l'Atlantico e del Pacifico ». Ma gli Stati Uniti, fautori accaniti della CED in Europa, e avvJ!rsari di checchè vi rassomigli ne! Sud-Ame­ rica, non ebbero bisogno, benchè Truman non dissimula l'ostilità del

(Continuaz. dalla l.a pag.)

suo governo verso il peronismo, di esportazioni argentine. Pe r l'espor­ oatter si direttamente contro tali tazione della carne non fu creato megalomani piani di unificazione un monopolio di Stato, ma, att r a­ continentale. A farli naufragare tu verso il sistema delle quote di cam­ sufficiente il timore ed il sospetto bio differenziali, il governo impian­ delle Repubbliche interessate che to un colossale t r affico di divise scorsero ne! piano di Peron una estere che la Banca Centrale corn­ manovra per imporre l'egemonia prava agli esportatori a una quota dell'Argentina ne! Sud-America. Tl bassa e rivendeva agli importatori Brasile, il Per ù, l'Uruguay oppose ro a quote maggiorate. Con i margini un netto r ifiut o. Il Cile accolse in ricavati con simili operazioni, il vece l'invito, e fir mo 1'8 luglio 1953 governo si illuse di iornirsi di a Buenos Ayres un trattato di uni J- mezzi per mandare avanti la indu­ ne economica con l'Argentina, ape r- strializzazione. In effetti, le bar­ to all'adesione di tutti i paesi cen- dature autarchiche sortirono I'ef­ tro-sud-americani. In seguito sotto- fetto certo di fomentare la corru­ scrissero analoghi documenti il P<1- zione, di cui fu m an i Iest az iorie raguay e l Equador. Ultima della se- estrema lo scandalo finanziario cul­ rie, aderi la Bolivia (9 set ternbr-e minato ne! suicidio del cognato di 1954). Il crollo di Peron lascia il Peron. Esempio della megalomania lavoro in sospeso. Ma già negli ul- « justitialista » dietro la qua le si timi tempi, specialmente dopo 11 mimetizzava sicuramente la specu­ riavvicinamento dell'Argentina agl i lazione affaristica, gloriosamente U.S.A., avvenuto nella seconda me- imperante in ambienti di d ir ig isrn.: tà del 1953, Peron aveva in par te statale capitalista, resta il gigante­ snaturato i suoi antichi piani, at sco aeroporto Pistar ini-Ezei za, il tutendo i motivi antistatunitensi r i- più grande del mondo dopo il La correnti nelle prime presentazioni Guardia di New York, mentre il delle unioni economiche. traffico aereo argentino è assolu- Il fallimento della politica estera. tamente modesto.

della cui riuscita lo « j ust it i a h srno » Alla allegra po!itica finanziaria si attendeva valido appoggio per la del regime dovevano aggiungersi J

politica interna, doveva scrollare le pesant! rovesci subiti ne! cornrner­ basi del regime. Il tentativo di sot- cio della carne, a seguito della so­ trarre l'Argentina all'influenza del- spensione delle importazioni di car­ l'imperialismo anglo-americano met- ne decisa da Londra. La stasi neg n teva capo ad una più stretta sogge- scambi commerciali c.m lLng hi l te r­ zione ad esso. Il sistema di r icava rc ra dur ô a lungo, quasi due arm i i mezzi per il finanziamento dei ma- e a llorchs fu ripreso il t rafftco stodontici piani di industr ializz a- dopo difficili negoziati, I'Ar g en t i na zione doveva rive!arsi rovinoso. dovette subire. per la avvenuta sv a­ L'Istituto Argentino para la Promo- Iut az io ne della sterlina, dure Iaic i­ cion del Intercambio, cui fu aggiu- , die dei prezzi. Aggiungasi che anni dicato il monopolio del grano e di I di crudele siccità si a bbat ter o n : altri prodotti acquistava il g r ano a sull'Argentina approfondendo il prezzi di imperio e lo vendeva ai caos. Successe cosi che l' Argentina mulini a prezzi ancora più bassi, 1 che aveva approvvigionato mezzo allo scopo di assicurare basse quo- mondo del suo grano e della sua tazioni del prezzo del pane. Con- carne. dovette importare grano ne] temporaneamente l'Istituto vendeva 1952 e razionare la carne. Le con­ il grano all'estero ad un prezzo dizioni odierne dell economia a rgen­ quattro volte maggiore di quello tina sono compendiate da! depr ez­ di arnmasso. Necessariamente, I'ac- zamento del «pesos», che pure e ra cresciuta concorrenza statunîtense riuscito a mantenersi in quota, ne! e canadese su! mercato granario dopoguerra. mentre la svalutazione doveva assestare duri colpi al le colpiva le monete del mondo intero.

li «pesos» che ne! 1947 v ale va l°J'l moto il meccanismo de llInflaz ion=. lire. oggi registra quote al di sot.tu Pare incredibile, eppure laccusn delle 15 lire. che più frequentemente si sente Una· crisi economica di tale pr o- rivolgere dai nostri borghesi a Pe­

Io nd it a che investe tutte le branche ron è di avere ceduto al « r icat­ de.lla produzione non puo essere to » delle masse, di avere spalleg­ stata provocata da una politica giato (poteva mai accadere?) i « de­ ispirata alla salvaguardia di parti- scamisados » a danno del l'cconormn co!ari interessi costituiti: non p uo nazionale, cioè degli interessi del­ essere il risultato della presunta la borghesia. lotta che Peron avrebbe condot+o Nessun peso ha avuto la vo lorit à contro gli « estancieros » a favore delle masse nell'avventura pe r o n i­ delle masse urbane piccolo-borghesi sta. I capitalisti argentini. quelli e proletarie, corne pretende la sf ac- delle campagne corne quelli delle ciata stampa borghese italiana, se- città, i ricchi sfondati che posseg­ cond-i la quale alla base della ro- gono «estancias» vaste corne r e­ vina economica dell' Argentina sta- , gi.m i, g li imprenditori dei colossali rebbe la politica degli alti sa lar i e macelli e degli stabilimenti per la lo sviscerato amore di Feron per lavorazione della carne. i banch ie­ le masse salariate. Nè p uo essere ri, i grossi esportatori, insomma tut­ stata causata da! sabotaggio con- ta la classe borghese ha cercato con dotto dai !atifondisti alleati al ca- Peron di conservare i propri p r ivi­ pitale straniero (Iegg i: am er ica nr) legi. Il risultato di dieci anni di contro la politica dei « gruppi ca- esaltazione nazionalista è q ue l l 1 pitalisti » delle citt à, corne pretende che si è vist o. Oggi cerca di usci­ l'Unità. La ver it.à è che nella cr i s: re dai guai, senza Peron e contre argentina, nella quale entrano in Per.m, ma intanto la Giunta mi l i­ gioco i mot iv i di politica interna erl tare. che ha soppiantato il governo estera e le contraddizioni propnc peronista. per prima cosa scende a del la struttura produttiva locale si p a t t i con i r i be ll i , suggellando cosl intrecciano con le tribolazioni JP] l'unità e la so l id a r iet a della classe mercato mondiale e con le asprc dominante. Chi ha f at t.o , dunque. vicende delle contese tra i « bloc- e chi f ar à in seguito, da capro chi». si riflette la putrefazione del espiatorio? Le masse iavoratrici. A capitalismo internazionale che rie- '}Ueste toccherù adossarsi il pes J sce_ a truccare_ le proprie piaghe e I -Iel la ricostruzione ec mornica. Noo a t i rar e ava nti solo p erch» 1] pr o- altro senso hanno le accuse chr­ letariato o sbandato e confuso. da parte borghese si elevano con- Quando Peron porto. nello scorso i tro il proletariato argcntino, cho

giugno, aile estreme conseguenze Li : Peron pagava con moneta sva iutat e lotta contro la Chiesa cattol ic a 1 che non scrviva affatto ad elevare ;; iniziata fin dal novembre 1954, id potere di acquisto del salar io. stampa borghese at Iant ica-i ta li an a I generali ribe!li nori hanno esi­ g r id o al diversivo. E di ve rsivo era. tato ad accordarsi con i colleghi ri­ Il peronismo cercava di scaricare i masti fedeli a Peron, ma non si sui clero cattolico le resporisabi lità 1 lasciarono sfuggire l'occasione, riel­ della crisi che ormai att anag liava la v ig liacca rivolta del 16 grngno, il paese. Ma altrettanto obliqua è di massacrare le folle di operai ac­ la manovra del capita!ismo inter- corsi ingenuamente a difendere Pe­ nazionale che tende a fare apparire ron rinchiuso ne! Ministero de ll a responsabile del disastro il proie- , Guerra. Diecine di aerei da born­ tariato di Buenos Ayres che, s_econ- / bardamento e da reazione piomba­ do_ 1 fe.roc1 a_ffamaton c_he scr ivo no I rono sulle masse di «descamisados» sui g ior nal i borghesi, avrebbe I ammassati nella Plaza de Mayo, e str app ato continui miglioramenu I mitragliarono e spezzonarono gli salariali al governo, mettendo in i inermi dimostranti. Gli insorti che

at t acc av ano dall'aria ebbero n e l l a giorna1a diciassette mo r t i so lt a nt o. Fallita l'azione rivol1osa npararono cornxl ame n te negli aeroporti uru­ guayani. Secondo le cifre ufficiali le perdite sofferte dai « descami sa­ dos » assomman o a quattrocento morti e a millecinquecento feriti. Ma si calcola che gli operai e i cittadini schiacciati d a l la mitraglia e dagli spezzoni assommano a qua•­ t r orni la. Cosi la borghesia sfoga sui proletariato il fuorore e il terrore che l 'assalgono nei mornent r di cr i s i sociale. che essa stessa provoca montando la guardia al modo di produzione capitalista e ai privilegi che da esso le vengono.

Ma la classe dominante argentma non deve sentirsi certamente p ag a del sangue proletario ver sat o. Essa ha sulle braccia una macchina pro­ duttiva scassata che abbisogna di essere rimessa in sest o. G1à Peron. ne! supremo sforzo di salvare il re­ gime. aveva tentato di battere la vecchia via che le borghesie na­ zionali sud-americane imboccano ogni volta che sentono il terreno franare sotto i piedi: quella che conduce nelle braccia protettrici dell'imperia!ismo yan kc o. La r ico n­ ciliazione con Washington aveva fruttato negli anni sco r si qualche pr est ito. E' dello scorso aprile la firma dell'accordo stipulato da! g o­ ver no di Feron con la Compania California Argentina de Petroleo, sussidiaria della statunitense Stan­ dard Oil. per la concessicne d i vasti sfruttamenti petroliferi nei territori meridionali della Repubblica. Per comprendere la portata del! acco r­ do, che è una vera resa a discre­ zione all 'imperialismo american '). occorre tenere p re se nt e che alla « Conipania » vengono riconosciuti a mp i poteri, che vanne da! godi­ mento di esenzioni fisca l i , al d ir i t­ to di costruire aeroporti e basi nella zona delle concessioni che si stende per ben 50.000 kmq. nella provincia di Santa Cruz. a l lest r-e­ mo sud della Repubblica. Lo « justitialismo » rinnegava, pur

di salvarsi, tutta quanta la sua re­ torica nazionalista e anti-imperiali­ st ica. buttandosi ai piedi dei ban­ chrcr i di Wall Street. Il regime che lo sopp iant a avrà meno scr upol i e dividerà con i capitali statuni­ tensi lo sfruttamento del proletaria­ to argentino, al quale verrà rega­ lata, a titolo di compenso, la schi­ fosa li bertà borghese.

IL TEMPO SCORRE IN ORIENTE A varie riprese, abbiamo - corn­

mentando gli avvenimenti asiatici - svolto mot iv at i sviluppi di un tema costante, quel!o cioè della de­ terministica che sp inge gli Stati capitalistici ed imperialistici di Oc­ cidente ad appoggiare, sui piano economico, finanziario e tecnico, le rivoluzioni nazionali asiatiche. nonostante il fatto che il sorgere ed il divenire di queste costituisca­ no una virtuale minaccia alla ege­ monia mondiale degli Stati « bianchi ». Se le rivoluzioni demo-nazionali

asiatiche e africane hanno costituito forse l'unica novità del periodo sto­ rico succeduto alla seconda guerra mondiale, non è certamente nuovo il comportarsi degli Stati imperia­ listici nei confronti dei poteri na­ zionali sorti sulle rovine della rea­ zionaria alleanza tra il colonialismo bianco e le arcaiche sovrastrutture politiche locali, abbarbicate a modi di produzione preborghesi. Tutti gli attuali Stati nazionali si affermaro­ no attraverso una dura lotta con­ tro il circostante ambiente feudale o - quale fu il caso delle rivolu­ zioni borghesi in ritardo - contro gli stessi Stati capitalisti già costi­ tuiti. E se la Francia giacobina e napoleonica dovette sostenere ~·l

ùue fronti una guerra alimentata solidalmente dall'Inghilterra capita­ lista e dall'Austria feudale, non di­ versamente la Prussia, entrata nel­ l'epoca dell'industrialismo capitali­ sta, dovette aprirsi la strada con le armi nella dura guerra franco-pru,­ siana del 1870. Alla stessa legge storica soggiacque la formazione del potere nazionale negli Stati Uniti, in Italia, nei Paesi Bassi, nei Bal­ cani, ecc. Fin da un secolo il mar­ xismo ha vagliato lo importante materiale storico concernente il cruciale periodo delle guerre per la fondazione e la sistemazione degli Stati nazionali borghesi. Discorso a parte merita la genesi

s\orica dello Stato nazionale russ,J, ·e non perché· esso abbia seguito vie diverse. L'originalità dello Sta­ to capitalista russo consiste ne! fat­ to che esso ha preso vita dalla sc:1nfitta di un potere operaio, ma tale originalità si riflette solo este­ riormente sui corso capitalista - quello odierno - dello Stato Lli Mosca. Il quale si é affermato con­ ducendo anch'esso una duplice a­ sperrima lot ta sui fronte interno: contro le sopravvivenze e le resi­ stenze semifeudali all'impianto .del­ l'industrialismo capitalista, e sui fronte estero: contro i rivali poter1 capitalistici gelosamente attaccati alle influenze esercitate tradizional­ mente sul'economia e sulla politica russa. Che il processo formahvo

dello Stato nazionale russo sia del che ancora teneva il campo, tese mo testualmente) è rimas ta ad un tutto esaurito, sta a pro'varlo ;J una mano conciliante agli Stati Jivello bassissimo. fatto che Mosca troneggia ne! mon- Uniti, chiedendo negoziati diretti La spiegazione del fenomeno st?. do, succeduto alla seconda guerra con i governanti di Washi'gton. I ne! fatto, per dirla ne! nostro mod 'J mondiale, in qualità di socia e colloqui, tuttora in corso a Ginevra, di interpretazione, che la siderurgia condomino delle potenze imperia;i- tra gli ambasciatori americano e indiana parte praticamente da un stiche occidentali. cinese, e gli atti di cortesia corn- capitale zero. mentre l'agricoltura

Anche le rivoluzioni asiatiche piuti da Pechino verso Washington si avvantaggia del « lavoro morto », hanno ormai vissuto il loro periodo (vedi la liberazione dei prigionieri cioè del capitale accumulato lentis­ eroico, almeno ne! campo politico. americani già condannati dai cinesi simamente attraverso i secoli. Ma Il fiammeggiante capitolo della lot- sotto l'accusa di spie e sabotatori) ta insurrezionale e della guerra stanno ad indicare che l'aspra con­ santa contro il colonialismo bianco tesa cino-americana volge al pate- é ormai giunto alla paro!a « fine ». racchio. ' Alla Conferenza di Bandung tale Ottenuto il r.iconoscimento da parola doveva essere inequivocabil- parte degli Stati esteri. avendo mente scriUa allorché Ciu En La), conquistato comunque un posto ir­ pnmo mm1stro della Repubbl!ca c1- revocabile nella geografia politica nese, cioé !'ultimo dei grandi « ne- mondiale cioé avendo ottenuto di mici » dell'imperialismo occidentale costringe~e gli' Stati esteri ad am-

----------------- 1 mettere, volenti o nolenti, la loro esistenza, gli Stati di nuova forma- Finora esistono in India tre zione dell'Asia (ne avremo di nuo- grandi imprese siderurgiche: due vi nell'Africa del Nord?) ora han- sono private, una dello Stato ui no da portare avanti il pesantissimo Mysore. La produzione totale /> carico della trasformazione econo- stata nel 1953-54 di 1.600.000 ton­ mica. Ed é qui che si manifesta la nellate di ghisa e 1.100.000 tonnel­ necessaria confluenza dell'espansio- late di acciaio. Sfruttando le gran­ nismo economico degli Stati di a- di risorse di minerali di ferro esi­ dulto capitajismo da una parte, e stenti nel paese, il piano prevede d1 dell'impaziente sforzo industrializ- portare la produzione di queste tre zatore dei governi locali dall'altra imprese per il 1956 à quasi tre mi­ parte. Eloquente il caso dell'India. lioni di tonnellate di ghisa e 1 m:­ La stampa specializzata ha pub- lione 700.000 tonnellate di acciaio;

blicato recentemente dati e cifre ma difficilmente l'obiettivo potrà es­ relativi ail 'andamento del piano sere raggiunto. Quindi le speranze quiquennale indiano, che ora entra di poter gettare le basi della side­ nel suo quarto anno di attuazion~. , rurgia indiana stanno nella costitu­ Il reddito pro-capite, fatto eguale zione di imprese miste, che godono a 100 l'indice 1950-51, ha raggiunto della assistenza tecnica e di capitali ne! 1953, nonostante il continuo au- stranieri. Ne sono esempio la socie­ mento della popolazione l'indice tà indo-tedesca formata tra lo Sta- 112, mentre il piano prev~deva che to indiano e le società Krupp e solo nel 1955-56 fosse raggiunto Demag per la costruzione di stabi- 1 'indice 105. Ciè> é stato possibile limenti con una capacità inizia!e perchè la produzione agricola e annua di 500.000 tonnellate di ac­ molto aumentata, 1a produzione m- ciaio, quella indo-sovietica, che pro­ dustriale ha mantenuto un continuo cederà alla costruzione di una ac­ ritmo crescente, la posizione dell:i ciaieria della capacità di 750.000 bilancia dei pagamenti si é eqmli- tonnellate annue, e quella indo-bri­ bra~a, gran~i migliora~en_t! sono

I tannica anco~a in fase preparatoria.

stah ottenuh negh Stah pm arre- Qualche eS1taz10ne si delineo, nel trati della Federazione e l 'inflazio- · campo marxista, all'epoca della co­ ne è stata ridotta entro limiti m,1- stituzione degli Stati indipendenti desti e controllabili (Relazioni In- asiatici. La dissoluzione degli impe­ ternazionali, n. 35). ri coloniali d'Inghilterra e di Olan­ La produzione agricola ha regi- da fu vista da certi sbandati corne

strato un .forte aumento che é do- una mera proiezione dei contrasti vuto, secondo la fonte citata, alla ' scatenati tra le potenze imperiali­ abolizione del tesseramento dei ce- stiche, per cui si volle negare che reali e, in gran parte, alla ecc~zio- le cause e le finalità del fenomeno nale benignità delle condizioni at- operassero da! di dentro delle de­ mosferiche. Ne! campo industria!e cadenti strutture sociali che il co­ le cose vanno diversamente; infatti, lonialismo e i regimi da protetto­ se le cotonate (3718 mili'oni di yards rato imposto dalle potenze europee nell'annata 1950-51 di fronte ai 490/j avevano fino ad allora contribuito milio?i di yards del 1953-54) hanno a puntellare. In aitre parole, si comp1uto un grosso balzo superando voile scoprire un esteriore muta­ le previsioni del piano (4700 milio- mento di facciata politica laddove ni di yards nel 1955-56), la pro- fermentava invece una ·rivoluzione du~ione s_ide_rurgica, sia ne! settore E tale criterio di interpretazion~ pnvato s1a m quello statale (citia- parve ricevere autorevolezza dalle

Marx « eenseruatn » alla ro11escia

Il marxismo parti dalla çonstata­ zione dell'esistenza di due cla5si fondamnetali antagoniche per con­ cludere all'inevitabilità e perma­ nenza (fino al ·permanere della di­ visione della società in classi) del­ l'urto sociale violento. A maggior ragione, per Lenin, la « constata­ zione » del!'esistenza dopo l'Otto­ bre 1917 di una dittatura proletaria in Russia circondata da un monJo capitalistico significava guerra Ji classe, aspra e mortale.

G!i attuali dirigenti del Cremli­ no partono dalla « constatazione » della divisione del mondo in due regimi, che il marxismo dovrebbe considerare per definizione antag·c>­ nici (naturalmente, noi non siam,) affatto del loro parere che esistano oggi due regimi diversi: ce n'é uno solo, a Oriente corne ad Occidente: ed é capitalista) per concludere ch,! deve essere pace definitiva e totale. E contrabbandano questa roba per ... marxismo.

Leggete (perché é uno spasso) il discorso di Krusfev in occasione della visita dei delegati tedesco­ orientali a Mosca (Le Monde, 20-9): « Si dice che i delegati sovietici sorridono. Questo sorriso è vero, non è artificiale. Noi vogliamo vive­ re tranquillamente in pace, ma se qualcuno crede che i nostri sorrisi implicheranno l'abbandono di Marx, Engels e Lenin, egli s'inganna cru­ delmente (bum! bumD... Noi sia­ mo uomini onesti e diciamo sem­ pre la verità agli amici e ai nemici. Siamo per la coesistenza, ma anche per l'edifl~àzione del comunismo. Siamo per la coesistenza solo per­ chè esistono due sistemi: il capita­ lismo e il socialismo ». E' veramente la facciatosta orga-

nizzata!

la industrializzazione, impaziente­ mente voluta da! governo, non puo segnare il passo, rifacendo pedisse­ quamente il cammino percorso, ne) secolo scorso, dalle economie · nazio­ nali di Occidente, allora ricorre a' portati della evoluzione capitalista, che la fase imperialistica doveva enormemente dilatare, si affida cioè all'esportazione dei capitali delle· ditte straniere.

innegabili condizioni di d1pendenza economica da! super-industrializza­ to Occidente nelle quali vennero a trovarsi I nuovi Stati nazionali. Le imprese miste costituite con lo apporto del capitale straniero che sorgono in India, cosi corne il vasto programma ferroviario ed industria­ le che la Cina sta svolgendo grazie all'intervento del capitale russo, sembrano arrecare conferme a tali tesi.• Ma si tratta di impressioni errate.

Certamente esistono casi in cui l'indipendenza politica di Stati tor­ malmente sovrani è totalmente o­ scurata e soppressa dall'asservimen­ to economico ai centri imperia!isti­ ci. Ad esempio gli Stati del Medio Oriente: l.'Arabia Saudita, l'Irak, l'Iran, nei quali il capitale stranie­ ro ha provocato lo sviluppo di im­ mensi potenziali produttivi, posseg­ gono l'indipendenza politica da mol­ to tempo, ma, per ragioni molto affini a quelle che premono sulle re­ pubbliche sud-americane condanna­ te a fare da appendice economica al co!osso statunitense, sono com­ p!etamente impotenti a svincolars> dalla soggezione economica all'Occi­ dente. Decisivo l'esempio dell'Iran che, dopo l'inane rivolta nazionali· sta suscitata da! partito di Mossa­ deq, dovette consegnare il propri'.> petrolio al cartello internazionale, perché é questi che possiede i mez­ zi di produzione (navi cisterniere. o!eodotti. raffinerie, ecc.) necessari a trasp:irtare e trasformare il greggio.

Ma é chiaro che le grandi unità statali asiatiche di recente forma· zione, soprattutto la Cina e l'India non seguiranno, pur fondando ],, riuscita · dei loro piani di industri;i­ lizzazione sui contributo non disin· teressato del capitale straniero, la­ sorte comune ai deboli e sprovve· duti Stati del Medio Oriente. In· nanzi tutto, Cina e India, alle quali succedono nell'ordine delle grandezze, Indonesia e Pakistan, godono di un'enorme superiorit~ territoriale e demografica. La po­ polazione comp!essiva dei tre Stati del Medio Oriente, che abbiamo ci· tato, non raggiunge i 30 milioni di persone, nonostante il fatto che la superficie territoriale di uno di essi, l'Iran, sia superiore a quella del~ l'Indonesia (kmq. 1.630.000 contra kmq. 1.491.564). Tale massa sociale che vive disseminata in territori, in cui predomina il deserto o la. steppa improduttiva, non supera l:l popolazione di uno Stato di medi8 grandezza dei 27 che formano rU· nione Indiana o quella di una pro· vincia cinese di media importanza. Lo sparpagliamento della popola· zione e la configurazione fisica d~l suolo - che sono fattori interd1: pendenti .:.... impediscono che talJ Stati possano assorbire l'industr1i1~ lismo capitalista che resta limitati,

(continua in 4.a pag.)

Page 3: IL CAPIT ALISIO AROENTINO - archivesautonomies.orgarchivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · sca segnana il fallimento della ... cale (non finite, d'altronde,

IL PROGRAMMA C0MGNIST.A .3·.

STRUTTURA [CONOMICA [ SOCIAl[ O[llA RUSSIA O'OGGI Colla presente puntata ripren­

de il testa comvleto della relazio. ne svolta, sorro il titolo in ep;_ grafe, nelle riunioni interfederali del :r;artito di Na poli ( aprile) e Genova ( agosto 1955). Tale testa era stato data già in cinque nu­ meri di Programma, dal 10 al ;.-1 di quest'anno, nell'ultimo dei quali fu svil1tppata una esposi­ zione completa delle Tesi di Aprile 1917 di Lenin. In questo numero si riprende la prima par­ te storica con il commenta alla successiva Conferenza Bolscevica di Aprile 1917. I due numeri di intervallo so­

no suit: ocçupati, in veste di ren­ diconto della recente e riuscitis­ sima riunione di Genova, da un riaseunto sintetico ma organic,1 del tema, prendendo le masse da quello trattato nella riunione di Balogna (ottobre 1954): Rus. sia e Rivoluzione nella teoria marxista e concludendo colla cri­ tica della attuale struttura russa. Sono i n. 15 e 16 di quest'anno. La trattazione, che oggi ,ripren­

de, parte (ricordando che a Ba­ logna era stata svolta tutta la prospettiva della riroluzione at­ tesa in Russia nelle lotte del Partita bolscevico fino alla prima uuerra mondiale) âa; 1914 e dal­ la crisi àel socialismo mondiale per le deqenerazioni nazionaliste. Svolge la latta tra rivoluzionari e traditori oircortunisti e la sua essenziale teorizzazione ad opera di Lenin, e ne confuta la falsa

Seguito della:

Rapporto alla 8,iunione di l\lapoli e Geno11a

versione cne ne danno qli stali­ nisti colla pretesa di [orulnr-oi la tesi della possibilità ( e peggio della odierna esisterizat ) della società socialista nella sola Rus­ sia. Tratta indi le fasi della ri­ voluzione suscitata in Russia dal­ la querra mondiale, il crollo del 191';, la latta del febbraio, e svolge a fonda la questione del contegno dei bolscevichi davanti alla prima fase della rivoluzione, controllata dai partiti borghesi ed ovportunisti; e lo storico in. teroento di Lenin che ricondu­ ceva sul suo binario la politica del partita e lo rendeva pronto alla grandiosa [tise di ottobre. Fatto, questo , primo della storia di un secolo , che - a dir dei [es: si ·alla moda, che agni mattina evccano, a scusare la storia odier.. aa di una classe borghese, in­ chiodata a letto dalla -caresi, la potenza dei Garibaldi, dei Ntipo­ leone e fin dei Giussano - oggi non interessa più nessuno, men. tre fanno aola le ituliscrezioni sulle orgie di Bulganin nella da­ cia di Orlotî, " Archeologia » dunque, 9iù per Lenin o per Or­ loff? Pochi e non molti, ver buona

fortuna, andiamo innanzi.

PARTE t: Lotta per il potere nelle due rivoluzioni

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47. Verso la conferenza di aprile

sultivo. Di quei 79 mila ben 15 mila erano della capitale, Pietro­ grado. Ecco le vere dimensioni. di un partito rivoluzionario di classe. Altro che sguaiati festi­ vals con conti di greggi, e di ver­ samenti in cassa sollecitati con "attractions" da Luna Park! A conferma delle dichiarazioüi

di Trotzky pare che anche il Kremlino sia del parere che Aprile non è molto interessante. Nelle Onere Scelte di Lenin tra­ dotte in italiano (oggi si starn. pano le Opere cornplete ) del con­ tributo di Lenin alla conferenza di Aprile si riportano solo le brevi tesi sulla questione agraria e sulla -questione nazionale, tut­ tavia espressive ed importanti auanto mai. Manca dunque il rapporto principale di Lenin sul­ la " Situazione attuale ,, che, in modo organico, sviluppè i terni delle 'I'esi di Aprile. Dobbiamo ricorrere dunque a testi r iassun. tivi, tratto uno da una pubbl ica­ zione italiana di tipo popolare, l'altro da un resoconto in tedesco piuttosto saltuario.

I terni della conferenza erano ( dopa il discorso di apertura che fu tenuto da Lenin, sottol inean, do la storica portata di quel la conferenza in quanta « fa parte non solo delle condizioni della rivoluzicne russa, ma anche della rivoluzione internazionale che sta avanzandosi n) i seguenti. 1. La situazione atuale. 2. La confe­ renza della pace. 3. L'atteggia­ mento da tenere nei Soviet. 4. Revisione del programma del Partita. 5. Situazione nell'Inter­ nazionale. 6. Unificazione delle organizzazioni socialdemocrati­ che internazionaliste (avanzo postumo dell'organizzazione del­ la conferenza dopa quella di mar . zo ). 7. La questione agraria. 8. La questione nazionale. 9. ·L'as­ semblea costituente. l'J. Questio­ ne di organizzazione. Il. Rapporti per regioni. 12. Elezioni del Co­ mitato Centrale. La conferenza aveva valore di un congresso ,Ji partita. Lenin dono il sua arrivo fu incaricato di svolgere i punti 1, 7, 8 dell'ordine del giorno. Non seguiremo tutto lo svilup­

po in quanto la costruzione da Lenin sviluppata nei suoi molti interventi è quella stessa delle Tesi di Aprile da noi integral­ mente riportate precedentemente e commentate a fonda. Vi sono tuttavia qui chiarificazioni e for­ mulazioni molto notevoli.

litica sono ancora una volta mes- , cesser! non borghesi. Inoltre la se a nieno fuoco. nazionalizzazione della terra, va-

- le a dire l'abolizione della pro­ pr ietà privata della terra, sareb­ be un colpo cosi patente alla pro­ prietà privata di tutti, in gene­ rale, i mezzi di produzione, che il partita del proletariato devc ccncorrere in tutti i modi a tale trasformazione ». Qui l'impiego della scienza eco­

nomica marxista giunge al massi mo rigore. Statizzare la terra ( in altro testa si dice Staatseigentum, ossia proprietà statale) vale sop. primere dei tre personaggi il pri­ mo, reddituario fondiario, e la­ sciare in gioco nella latta di clas­ se altri due: affittuario capital i­ sta e agricoltore salariato. Questo val meglio che passare il godi­ mento, per definizione borghese, al piccolo contadino coltivatore diretto. Comunque nclla tesi Le­ nin Jo tallera, a condizione che si organizzino a parte i Soviet dei braccianti salariati ( oggi scom­

« La nazionalizzazione della I parsi, ma con qual senso socia. terra, che è una misura bor ghe- le?), e in vista dell'altro vantag­ se, equivale alla massima Iiber tà gio: abolire la proprietà della della lotta di classe possibile e terra è un gran passa per pater concepibile nella società capita- preconizzare l'abolizione di agni lista, e alla liberazione del godi-1 proprietà privata, anche sul ca­ mento della terra da tutti gli ac- , pitale.

« Non possiamo dire che vo­ gliamo " introdurre » il social.­ smo. Sarebbe la più grande scioc­ chezza. Dobbiamo propagandare (propagieren: altra volta trovam­ mo tradotto preconizzare) il so­ cialismo. La maggioranza della popolazione in Russia è compo­ sta di contadini, piccoli propr ie­ tari, che non possono nemmeno pensare al socialismo. Dobbiamo quindi proporr e misure con­ crete "· Abbiamo detto molto su queste

misure concrete economico-socia, li nei vari campi, ed è assodato con le parole di Lenin che esse non hanno carattere tale, da usci­ re dal quadro capitalistico. Non ci ripetiamo sul controllo della produzione, sulla banca di Stato, ma diamo ancora una definizione del postulato della nazionaüzza. zione della terra.

50. La nuova forma del potere lin ma Kamenef. Potrebbe esse­ re

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l'opposto, l'analisi delle forze storiche resterebbe. . Trotzky non puo essere segui­

to quando vuole rivendicare q_u · un sua giudizio del 1909 sul d is-

L'arrivo di Lenin, Zinovief, So- senso tra le " due tattiche » se­ coJnikov, Krupskaia ed altri condo cui vi erano elem.enti an­ compagni avvenne il 16 aprile tirivoluzionari nella tesi merisce- 1917, nuovo stile (calendario eu- vica e in quella bolscevica, i pri­ ropeo gregoriano) e 3 aprile vec- mi tali che già allora affioravano, chio stile (russo). Le note tesi i secondi tali che sarebbero affio­ furono lette da Lenin alla con- rati solo nel casa di vittoria ri­ ferenza del partito, già indetta voluzionaria. Questo sarebbe ac­ a. Pietrogrado dalle organizza- caduto di Aprile. e sarebbe stato z1oni locali, il 4-17 aprile. Questa dovuto a Lenin il " riarmo » del conferenza era in preparazione a partito, espressione usata da Leo­ queIJa nazionale (settima) del ne nel 1922 che scatenè poi le ire 24 a 29 aprile (7-12 maggio). degli stalinisti. Trotzky vi inrie­ Conviene seguire la vecchia cro- sta la sua teoria del capo geniale nologia per non <lover chiamare che esprime le masse più rivo­ conferenza di maggio quella or- luzionarie del partita, e il partita mai nota corne di aprile, e ri- pru r ivoluzionar io della sua Voluzione di novembre la classica "macchina n organizzativa, In Rivoluzione di ottobre-. Lo scar- queste idee è la prova del tardi­ to tra le due date è di 13 giorni. vo avvicinarsi di Trotzky a Le Abbiamo già detto che la con- nin di una parte di verità nella

fer~mza era già in corso e vi si

I controcritica staliniana, sebbene

~tava varando la risoluzione di i due campi abbiano torto nel intesa con i menscevichi, ed anzi far credere che colla bomba di vl era la proposta di unificazione aprile Lenin operava una revi­ deUe frazioni del vecchio partita sione delle vecchie tesi. socialdemocratico russo. A detta Noi ribadiamo il peso rivolu. di Trotzky: "il contrasta era zionario della funzione del par­ troppo stridente. Per raddolcir- tito colla prova che la teoria lo Lenin, contrariamente alla sua aveva tutto preveduto in modo a_b~tudine, non sottopose all'ana- ortodosso quanta sicuro. Se Le­ hs1 la risoluzione accettata (già nin « riarmô » il partita, il ter­ Prima, in sua assenza), ma sem- mine cuoce a quelli che stavano Plicemente le voltà le spalle "· « disarmando "• ma prova appun- Abbiamo esposto Io smarr i- t<;>, corne nella. nostra_ ~resenta­

rnento che provocà in tutti 11 z10~e! c~e Lenm lo _nmise sulle discorso inatteso con le tesi che posizioru del vecchio contrasta lo ricapitolaron~. La dimostra- tra le " due tattiche » che zione di Trotzky che Stalin era Tro~zky non garbava. Non ~ett totalmente, con quasi tutti del Lenm al. par_tito n1;1ove ar1!11 se resta sconfessato è tanto incon- grete o inedite: gl i fece rrpren­ futabile, quanta' la storia dei dere quelle che stava lasciando trucchi incredibili grazie ai qua- cadere. li la storiografia posteriore uffi­ ciale ha in seguito, a poco a 148 Poco, falsato tutto il periodo e il contrasta: prima aprile . dopa ' aprile; lasciando si capisce nelle Peste Kameneff e gli altri futuri "trotzkisti ». Nel 1924 Stalin arnmise di avere condivisa I'erro­ nea posizione di compromesso col governo provvisorio, che « porta­ va acqua al molino del difesi­ srno" e confessà: « l'ho ripudiata solo alla metà di aprile, dopo :ere aderito alla tesi di Lenin ». a nel 1926 <lice che « sono crnac­

chiere » e si trattà solo di " ten­ tennamenti passeggeri: chi non ne ha avuti? "· Nel 1930 viene P?rseguitato Io storiografo J ara­ s avsky per aver ïatte cenno a quei tentennamenti. La frase di L~one è felice: l'idolo del presti­ s,io è un mostro vorace! 1 F~nalmente nella Storia ufficia­ e s1. bollano per quella posizione kern1-menscevica Kamenef, Ry­ oy, Bubnof, Nogin e si attri­

bu1sce la reazione a Stalin ap­ fena tornato dal1'esilio, a Molo­ ov (questo è esatto) e ad altri. ~oi non diamo a questa pole­

mica eccessivo peso. Stalin = ~amenef, nel tempo antiaprile, e eguaglianza dimostrata. Ma da­ v~nti alla storia rivoluzionaria è

r1abi1itato a conti fatti non Sta-

Quindi tutte queste misure con­ crete, necessarie a far muovere la maggioranza contadina nel no­ stro senso, e a farle appoggiare il passaggio del potere dal Go­ verno provvisorio (parlamento, assemblea costituente) ai Consi­ gli, non significano affatto " met­ tere un piede economico nel so. cialismo ». Ma quanto al trapas­ so del potere integrale ai Soviet, questo si significa metere « un pieèe nel socialismo ", quello po­ litico. In relazione a queste consi. derazioni abbiamo scartata la de­ finizione dell'Ottobre corne rivo, luzione borghese, condotta dal proletariato. L'Ottobre deve dirsi rivoluzione socialista, non solo perchè il proletariato è la classe pilota e dominante, ma per la sua forma politica e statale ori­ ginale, che trascende ogni repub­ blica borghese, che è quella pro. pria della rivoluzione socialiste internazionale, mentre tuttavia la trasformazione socialista della struttura economica questa nuo­ va forma e forza non la potrà cominciare dalla Russia, bensi dall'Europa. Vediamo corne va questo svi

luppo nelle parole di Lenin, o meglio nei resoconti che ne pos­ sediamo.

. . . « Quali sono i compiti del pro- Lem!1 ~hiansca. B;ncora che nel Ietariato rivoluzionario? II difet­

f'ebbraio 11 potere e caduto dal!e to e la lacuna fondamentale di mam del dispotismo feu~ale_ m tutte le trattazioni dei socialisti quelle della_ borghesia ~apita~1st~ sta nel fatto che · il problema è e dei grandi. propnetan fondiar i, posto in un modo troppo gene­ rappresentati dal. Gove~n? prov- raie: passaggio al socialismo; v1sono. e da1 s~o1 1:1omm~ parla- mentre si deve parlare dei passi me~tan. cafieth .e hl;>erah, ~os.te- e delle misure concrete'. Alcune nut_1 <:1all~ _banda dei .P~puhsh e sono mature, altre no. Stiamo at­ socu_1hst01d1 opportumsh: Ma l_a traversando un periodo di tra­ stona pane alla .~orghesia dom1_- passa. Abbiamo chiaramente pro­ n_ante tre comp1tJ_ che non puo dotto forme che non sono simili nsolvere: far _fimre 1~ . guerra, alle forme statali borghesi: i ?are le terre a1 co!1!adm1, tra_rre consigli degli operai. e dei sol- 11 paese dalla cns1 econom1ca. dati una forma di Stato che fi. La borghesia è solidale con gli nor~ non è mai esistita. E' quc­ impe:riali~mi stranieri nella guer- , sta una forma che rappresenta ra <:11 rapma, c?_me_ lo era l_o zar, i primi passi verso il socialismo, a_nz1 soltanto pm .d1 esso. Al mas- e all'inizio storico della società s1mo i:otreb?e. gmngere ad una socialista, è un fatto decisivo. La pace imperialtsta, che prepa11 rivoluzione russa ha creato i n~ov_e guerre. La _borghesia ca- c.onsigli operai. In nessun paese p1ta_hsta. non_ ha mteresse alla borghese del mondo esistono isti-

Vi fu la resistenza a Lenin. nazIO~ahzzazw_ne della t~rra, non tuzioni di questo genere, nè pos­ Non da parte di Stalin, che si p_e~che tale m_isu~a · sia mcompa: sono esservi: nessuna rivoluzione mise da un canto a guardare, hbile _col capita_hsi:no, ·ma_ p~r .1 socialista potrà operare con una ma dai più ingenui Kamenef, legai:ni tr~ !~ndian ~ capitahsh, forma di potere diversa da Rikov, Nogin, Dzerinsky, Angar- per 1 cred1ti 1potecan _sulla terra questa,. ski ed altri. « La rivoluzione de- delle b~nche bor&hesi. In~ne la « La rivoluzione è borghese, mocratica non era finita n. "L'im- borghesia _non p~o _concepire ed quindi non si deve parlare di so­ peto per una rivoluzione sociale at~uare misure <:11 npresa, econo- cialismo, dicono gli avversari. doveva venire dall'Occidente "· mica,. che non 5!ano a tutte S,le- Noi in'f'ece diciamo: poichè la Prima di passare alle risposte se dei lavora!ori delle campagne borghesia non puà uscire dalla

di Lenin, decisive, bisogna qui e del!e f_a~bnche. situazione creatasi, proprio per­ dare una formulazione felice nel Qumdi Il poterf: deve essere ciô la rivoluzione continua. Non racconto di Trotzky, dopo que- tolto alla bo_rghesi~ ed ~ssun_to dobbiamo ridurci ad una fraseo­ st'ultimo riferimento all'Occiden- dal pr?letan-:ito nv?l1:1z10nann, logia democratica, ma spiegare te: " questo era vero. Tuttavia lo appoggiato dai contadmi.. chiaramente la situazione alle scopo del Governo Provvisorio Qui abbiamo una formulazione masse e indicar loro la serie di non era di completare la rivolu- suggestiva. Dinanzi alla solita misure pratiche: prendere nelle zione democratica, ma di· rove- obiezione che manèano le candi- loro mani i sindacati (leggi di sciare il suo corso. Donde risul- zioni per il passaggio da",1.ma ri- produzione: nota esempio de~li tava che la rivoluzione democra- voluzione sociale borgbese ad zuccherieri), controllarli median­ tica poteva essere completata so- una socialista, Lenin rispondP.: te i cohsigli degli operai e dei lo con la classe proletaria al « I consigli dei deputati operai contadini ,ecc. E tutte queste mi .. potere ». Qui era in linea. contadini e soldati devono pren- sure avranno per effetta, se rea- La conferenza generale delle dere il potere non per creare una lizzate, che la Russia si troverà

organizzazioni bolsceviche di tut- repubblica borghese, e nemmeno con un piede nel socialismo ». ta la Russia vedeva rappresen- per passare immediatamente al E in un passo della risoluzione: tati ben 79 mila membri del par- socialismo ». « II proletariato della Russia, tito da 133 delegati con voto de-1 Nella esposizione di Lenin, la che agisce in uno dei paesi più liberativo più 18 con voto con- questione economica e quella po-- arretrati di Europa, in mezzo ad

Dissenso alla Conferenza

49. Ancora la questione del potere

una gigantesca popolazione pic­ colo-contadina, non puà parsi immediatamente corne scopo la realizzazione della trasformazio­ ne (Umgestaltung) socialista. Sa­ rebbe poi il massimo errore e, in pratica, il completo passaggio dalla parte della borghesia, se si volesse da tanto dedurre la ne­ cessità di un appoggio politico della classe operaia alla borghe­ sia stessa, o limitare la nostra attività al quadro di cià che la piccola borghesia puà accettare, o la rinunzia al ruolo dirigente del proletariato nell'illuminare il popolo sulla indilazionabilità di una serie di misure praticamente già maturate verso il socialismo (nella direzione che conduce al socialismo) ,,.

51. La chiara alternativa Prendere dunque il potere, ro­

vesciare il governo provvisorio, abolire il dualismo, fare dei Con­ sigli la esclusiva base dello Sta­ to politico rivoluzionario, è la tesi inesorabile, che non è con­ traddetta dal fatto che Je misure in se stesse non sono socialiste, ma, costituendo una decisiva avanzata dal cessante feudalismo al capitalismo, vanno verso di esso. L'incitamento ricorre ad agni

passo. Abbiamo già riferito: la rivoluzione continua. Altre e­ spressioni: « Se i Consigli devo­ no prendere il potere Io devono solo a questo scopo (in fine delle altre misure, statizzazione del trust degli zuccheri). Altrimenti non ha nessun senso prenderlo. La questione si pane cosi: 0 i Consigli si sviluppano, o cadran­ no come la Comune di Parigi. Se si ha bisogno di una repubblica borghese, possono darcela anche i cadetti. II successo pieno di questi piani è possibile solo in caso di rivoluzione mondiale, solo se gli operai di tutti i paesi so­ stengono la rivoluzione ed es:,;a strangola la guerra. Percià la presa del potere è l'unica misura concreta; l'unica via di uscita ,,.

" Che cosa debbono fare i Con­ sigli, se il potere passa nelle lorn mani? Devono mettersi forse dalla parte della borghesia? La risposta è: per la classe operaia continua la battaglia di classe,,.

« E' impossibile passare diret­ tamente al socialismo. A che sco­ po dunque devono i Consigli prendere il potere? Proprio per fare i primi passi concreti versa questo trapasso, che si possono e devono fare. Sotto questo aspet­ ta il peggior nemico è la paura. Bisogna predicare alle masse che questi passi concreti vanno fatti subito, altrimenti il potere dei Consigli degli Operai e dei sol­ dati non avrà più senso, non da­ rà nulla al popolo ». Traduciamo questo discorso ri­

badito venti volte in parole sem­ plici. In un ambiente arretrato, feudale, le piene misure capita. listiche hanno il valore di passi dati verso il socialismo. Nella specifica situazione russa e per quella di guerra imperialista

mondiale, la borghesia non farà mai questi passi di deciso, to­ tale capitalismo, di eversione feu­ dale radicale. Occorre lasciar vivere una repubblica mezzo­ borghese, esporsi alla controri­ voluzione feudale perfino? Mai più. Il proletariato e il partita comunista devono prendere il potere e tagliarne fuori la bor­ ghesia, per attuare quelle misu­ re di capitalismo integrale, to­ tale: con tali drastici passi la Russia mette un piede - quello politico diciamo noi - e non quello economico, nel socialismo.

52. Un piede e l'altro piede Anche un Lenin nelle sue im­

magini di propaganda puà tal­ volta esere pedestre. Noi saremo addirittura nella nostra modestia pedissequi, e di questi due piedi ci occuperemo per un tratto. Anzitutto, ripetendo che dispos

niamo di resoconti a frammenti e non ordinati e abbiamo data un nostro ordine progressivo al­ le questioni, rileveremo che le " dispense " di marca stalinista cui talvolta attingiamo conclu­ dono il passa che abbiamo citato togliendo di mezzo la storia del piede e sostituendola con queste sfrontate parole: E queste misu­ re, una volta attuate, trasporte­ ranno di calva la Russia sul ter­ reno del soèialismo! Naturalmente per quanti sfor­

zi facciamo non potremo mai v,,_ nire in possesso di quei verbali del 1917. Ma non ci sono neces­ sari per dare ancora una volta alla divulgazione di fonte stali­ nista la taccia di menzogna. Vediamo un altro passa di Le­

nin a base di piede. « Questa mi­ sura (seconda: la prima è corne nota la nazionalizzazione del suo­ lo agrario) ossia il controllo dei Soviet sulla grande produzione, sui sindacati degli zuccherieri, carbone, metalli, ecc., sulle ban­ che, la tassazione più giusta e progressiva dei redditi e dei pa­ trimoni, permanendo il grande capitale, insieme con la esisten­ za dei consigli degli operai e dei soldati, farà si che la Russia r:<i trovi con un piede nel socialismo; con uno solo, perchè l'altra par­ te della vita econom,ica del pae­ se è dominata dalla maggiorarz­ za contadina ». Il primo dei due piedi si ri­

ferisce dunque a] proletariato dell'industria, il seconda ai pic­ coli contadini coltivatori diretti. II primo sta nel socialismo, il seconda fuori. Il primo vi sta in senso politico perchè vi è giunto grazie a due condizioni: la presa del potere da parte dei Soviet, e il controllo dello Stato proletario sulla grande industria, l'industria pesante. Ora questa, corne am­ piamente vedremo ne! corso ul­ teriore della presente trattazione, è anche una condizione politica; si tratti di controllo su quanta rimane di grande capitale pri­ vato, si tratti di statizzazione delle grandi fabbriche, di Staat­ seigentum di esse. E' condizione politica socialista perchè l'indu­ stria pesante assicura a chi l'ha in potere le armi della guerra di classe e della guerra civile da. vanti alla controrivoluzione in­ terna ed esterna. Non è invece condizione economica socialista, poichè -economicammte si tratta ancora d.i azienda privata sog­ getta al controllo di Stato, ovve­ ro più oltre di azienda in pro­ prietà della Stato. E' una con­ dizione economica di « capitali­ smo di Stato )), in cui il sistema aziendale, salariale, mercantile, monetario restano in piedi: sa­ rebbe condizione, oltre che po­ litica, anche economica sociali­ sta, dal momento che il mercan­ tilismo e le redditibilità dell'a­ zienda singola fossero superati e con essi il sistema del salario. ' Dunque il piede messo con la

frase di Lenin, anche ammesso che non sia tra le sue la più elevata, nel socialismo dalla Rus­ sia è dovuto ad un passa fatto dal solo settore urbano-industria­ le-proletario: questo passa con­ i;4ste nel potere assunto dagli operai contra la borghesia e nel ruolo dirigente rispetto al " po­ polo » minuta e contadino, e con­ siste nell'avere adottato la mi­ sura di togliere ai borghesi il controllo di banche, assicurazia­ ni, trusts industriali e cosi via. Il piede rimasto nel capitali­

smo è quello rurale-agrario, dove non si puô porre nel 1917 (nè si è posta nel 1955) una cansegna di misure di integrale capitali­ smo di Stato. La nazionalizzazio­ ne o statizzazione· della te-rra non è nemmeno capitalismo di Stato, perchè si puô associare al capita­ lismo privato grande e minuto. La Terra in Marx non è Capi-

(Continua in 4.a pag.)

Page 4: IL CAPIT ALISIO AROENTINO - archivesautonomies.orgarchivesautonomies.org/IMG/pdf/gauchecommuniste/gauchescommunistes... · sca segnana il fallimento della ... cale (non finite, d'altronde,

4 IL PROGRAMMA COMUNISTA

j STRUTIURA ECONOMICA E SOCIALE DHLA RUSSIA

(Continuazione della terza pagina) tale nè in campo economico nè in campo storico: rimandiamo per questo basilare assunto al­ la serie sulla questione agraria nel marxismo, per la quale Le­ nin è l'Ortodosso degli ortodossi, Capitale sono gli strumenti pro­ dutti vi dell'esercizio agricolo, le scorte vive e morte, fisse e cir. colanti. Un capitalismo pieno nella terra sarebbe l'aver tra­ sformato tutti i contadini in sa­ lariati di grandi aziende, e da privato diverrebbe di Stato quando questo esprapriasse e confiscasse tutte le aziende agra-

• rie, il capitale di esercizio agra­ rio, le scorte tutte. Perciè nazianalizzanda la ter­

ra ci si assicura « l'appoggio del­ la maggioranza contadina », ma non si crea nessuna base ad un socialismo dell'agricoltura. Si espleta semplicemente un lato della rivoluziane agraria bor. ghese, liberando il piccolo con­ tadino dalla servitù feudale e da una parte della rendita dovuta al proprietario fondiario; una par­ te perchè lo Stato, borghese o proletario che sia, dovrà neces. sariamente imporgli tasse alrne­ no pari a quelle che il propr ie; tario titalare del suolo pagava, se non a tutta la rendita di cui esso godeva.

Passiamo alla grande azienda capitalista: i piccoli contadini sono espropriati di terra e capi­ tale: resta la terza figura di la­ voratori a salario nelle imprese concentrate in grosse unità. Passiamo al colcos russo. Il

piccolo cantadino è divenuto, per metà circa del sua tempo (forza) lavoro, salariato e capitalista collettivo (gli si versa una quota salaria e una quota utili in un sistema complicato che vedre­ mo) e per metà è ridivenuto produttare parcellare: ha la casa,

il capitale scorte, e vi impiega l'altra sua parte di tempo (for­ za) lavoro. Lasciando le due parti minori­

tarie di grandi aziende di Stato, e di piccole famiglie contadine non colcosiane ancora, resta il fatto che la maggioranza dei la­ voratori della terra in Russia aderisce ancora alle forme della minima produzione, con tutu, le conseguenze eèonomiche sociali e politiche. Il seconda piede è rimasto in terra non socialista, e è perfino precapitalista.

54. Cattive mosse del primo piede lndubbiamente dopo le violen­

te crisi di cui ci occuperema: lot­ ta per la conquista del potere, per lo strangolamenta della guer­ ra, per l'uccisiane delle controri­ voluzioni, l'industria ha preso da un lato a divenire tutta o quasi statale e dall'altro ad assumere un peso quantitative molto più forte nell'economia sociale Rus­ sa. Ove un tale fatto fosse rima­ sto associato al potere pol itico nelle mani del praletariato russo, e legato al moto generale del proletariato rivoluzionario mon­ diale, il piede di cui diceva Le­ nin starebbe ancora più forte­ mente nel socialismo, pure es­ sendone il corpo ancora fuori, in 1 ambiente mercantile e di capita­ lismo di Stata.

. . . Purtroppo è l'altra condizione U?a , costante aspirazione di politica base che si è allentata.

Lei:im e la prevalei:ii-:a del p~ole- Lo Stato russo ha partecipato i-i tanato rurale _sul p1cc<?la agr icol, pieno ad una guerra tra Stati t?re esercent~. e questi r~s!:i ta~e imperialisti, come alleato di uno sia che. a1?bia l:3 propn~ta, sia (qualunque) dei due gruppi di che _abbia Il godimento, ~ivenen- essi. Il proletariato russo non ha do m fon?~ un affituario . della più ruolo dirigente rispetto alla St~to. Anticipando quanta m se: classe contadina, sia pure colco. gm~o si dirà, e chiaro che non <'; siana, cui è reso pari nella co­ fac1l~ _1pun~ere, i:iemmeno n<;1 stituzione politica del 1936 e nel paesi pru sviluppati, a_d 1;1na agrr- diritto. II suo movimento politico coltura tutta a s'.1la_natI, c~e si non è più legato al programma ha quando le _famighe rur~h non internazionale della rivoluzione consumano direttamente 1_1 pro- armata e della dittatura, I'Inter; dotto del proprio lavoro 1~ na: nazionale. Comunista è stata tura. Solo da questo pradmo si smontata. Quella condizione è potrebbe pens_are. a sahre a quel- stata demolita pezzo per pezzo, lo di un _ca~1tahs~o agrarro di e l'.espressione fisica di tale fatto Sta.to,. e dire. non ~iamo certo ~l sono state le persecuzioni all'op­ s~c1ahsmo, ma '.1bb1amo ~esso il posizione di sinistra e le " pur­ piede s1;1llo _scalmo ~he vi co1;1du- ghe ,, che ne hanno sterminato le ce. L~nm nprendera questa 1d:a file. nel discorso 1921 sulla imposta in In queste condizioni il capita­ .natura. . . . . . lismo di Stato resta, il dominio

~UPJ?Oman:io che! sparrtt ~ della grande industria resta, ma bo1a~d1. ~ 1. grandi proprretari il carattere socialista della rea. fondiart ~1 tipo ~orgh:sE: (land- lizzazione di queste « misure » è l'!rds: latif~nd1stI), gli 1mpr:n- stato perduto: siamo al livello ditori agrarr (~u~aks ~n. R~ssta~ di un capitalismo di Stato come avesse~o. spogliati tutti 1 piccoli quello tedesco e di al tri paesi c,ont~d1m e conduce~se~o tutta (che Lenin illustra nel citato di- 1 agricoltura _con salan?t1. Sareb- scorso del 1921). b~ s~ato sal!ta lo. scalino al ca- La rivoluzione che Lenin vo­ p_itahsmo priv?to. m campagna, e leva, e l'Ottobre ci dette, fu sa pot!ebbe_ dire: ~e stat1~z1amo dunque socialista. perchè mise tutto 11 capitale <:3-e1 kul'.1k1, e al- solidamente il piede polrtico-pro. me~o ?e1 gr~nd1, entnamo nel letaria nel socialismo. c,ap1tahs~o di ~tato e mettiamo Vi avrebbe messo il seconda l altro Pi~de (fermo re~tand<?. piede economica-rurale se fosse che ~ut~o 11 ~?tere l<_> abbiano I venuta in soccorso la rivoluzione salariati dell !n~ustna e della proletaria internazionale. Forse terra) nel socialisme. . solo dopo questa perfino paesi Ch_e ?cos~ e mvec~, avvenuto m avanzati come Germania e Stati

R~ss~a ·. Si_ SO?~ PIU che _espro- Uniti vedranno came forma di prtati Iiquidati 1 kulaks_. sia pu- passaggio il grande. capitalismo re. Il loro capitale non e .P'.1ssa~o agrario di Stato. E vi sarebbe allo Stat?. ~a e s,tato diviso 1~ ~D:t~ata con tutto il suo corpo du_e parti. 1 una. 1 hanno grandi mizîando lo sradicamento della az1~n~e cool?erative m:3 non sta- autonomia aziendale del salaria­ t?h,. 1 altr~ ~n tante _P~cco!e por- to e della distribuzione mercan. z1C?m tutti I contadm_1 ~1 dett<: tile monetaria, in città e in cam­ az1en_de: che s_ono qumd1_ n:ezz1 pagna in parallelo. s'.1lana~1, mezzr prod~tton diret. Ma ha vinto nel monda la con­ ti, e Il prodotto direëto parte trarivaluzione capitalista pure consuma~o, parte vendo~o. Que- essendo stata battu ta in 'Russia sta sol~z10i:ie ha preso ~l posta quella feudale, spalleggiata dai della diffusions quantitativa del- borghesi del tempo le vere aziende di Stato, che col- · tivano relativamente poca terra. -----------------------------­ Questo non è stato un passaggio dal capitalismo privata a quello statale, ma un permanere in una forma che per metà è pic­ cola produzione parcellare, ossia sta sotto l'agricoltura capitalista, Fervono le elezioni aile C.I. del padroni... per l'altra non vi sta sopra, in Cantiere Navale Ansaldo. Abbiamo Del resta, i manifestini si vanta­ quanto una « cooperativa di la- sott'occhio il materiale di propa- no di aver fatto approvare la legge voro » ruraJe con le _sue entrate ganda che i diversi raggruppamen- Tambroni per le assegnazioni ai e spese, puo essere divenuta una ti sindacali fanno circolare in mez- cantieri navali, e citano, nienteme­ grande a~ien?a non più parcel- zo agli operai. Tutti hanno di che no, il parere dell'organo magna de­ l~re, ma e azienda pnvata e nan vantarsi: dopo quello che è suc- gli industriali lombardi, « 24 Ore», dt Stato. cessa all'Ansaldo, dopo la pioggia di elogiante l'opera di Roveda e delle In altre parole ripetiamo il sospensioni e di Iicenz iament.i, dopa C.I. dell'Ansaldo e della Sac. Italia

concetto. Il piccolo contadirio in le agitazioni concluse dai dirigenti a Iavo re di provvedimenti « assi­ regime borghese differisce dal nella capitolazione. tutti difendono stenziali » dello Stato all'industria 'serve feudale nerchè è libero da la « dignità del lavoratore »... armatoriale e per maggiori assegna­ servitù personali di lavoro e pr'o- Non meritano commenti i mani- zioni di miliardi alla stessa - non dotto. Egli sintetizza in sè (Marx, festini della C.I.S.L. o dell'U.I.L.: 5, corne previsto dalla Jegge Tam­ Lenin) tre figure: è proprietario sono le solite rifritture. e d'altron- broni, ma « 15-20 ». L'inno della fondiario, perchè tutta la poca de rispecchiano la funzione e i me- F.I.O.M. è alla patna: « compito dei terra su cui lavora è sua· è capi- todi di lotta di organizzazioni sin- cantieri è quello di rinnovare la talista perchè tutto il pîecolo ca- , dacali legate direttamente al go- nostra flotta, per dare ail 'Ita!ia il pitale di esercizio è suo; è lavo- verno. Ma la F.1.0.M.-C.G.I.L.? RI- poste che le compete nei traffici ratore perchè tutto il· lavoro sul fritture anche qui, ma da parte di marittimi mondiali », e, quindi, agli campo è dato da lui e dai fami- hi si proclama « rappresentante dei operai le briciole che dal rinnovato liari. lavoratori » e gli altri definiscono banchett o degli armatori cadranno Nazionalizziamo la terra senza « marxista ». Ebbene, interesse dei al suolo.

passare da piccala a grande a- lavoratori è qui tutt'uno con inte- Gli operai voteranno, è chiaro: zienda: sparisce la figura di pro- ressi dela patria: « Viva il diritto non hanno altra scelta, di fronte prietario, e restano nel produtto- di sciopero esercitato ~er salvaguar- alla pressione della . crisi ed aile re parcellare le due di piccolo dare gli interessi dei lavor ator i e concordi promesse di lavoro. E la capitalista e di lavoratàre (ana- de'.l'economia na~ionale! _». D'ora in eco_no1:1!a nazioriale, sinonimo d,i logia: l'artigiano, il piccolo affit- por, si scioperer a per diferidere la « dignit à del lavoratore ». sara tuario lavoratore, o colono). 1 macchina produt t rice di pr ofitt i a, salva.

Non solo quindi non è stato portato il secondo piede sul ter­ reno del socialismo, ma il primo ne è stato ritratto. Tutti e due oggi, e da non pochi anni, quasi trenta, ne stanna fuari.

Nan solo la Russia non è una società socialista, ma nemmeno una repubblica socialista. Socia. lista resta, alla luce della staria rivaluzionaria, la Rivoluziane di Ottobre, e la coerente monolitica lungimirante costruzione di Le­ nin del cammino della Russia.

53. 55. La difficile manovra dope Aprile

1 ·passi ulteriori dei due piedi

Lenin aveva appena guada­ gnata l'aspra battaglia di scio. gliere il partita balscevico da ogni legame con la tolleranza del governo borghese e del difesismo, che si trovô di fronte l'obiezione cosi detta di sinistra. Avete det­ to che occorre prendere il pote­ re: benissimo; torniamo nella il­ legalità e prepariamo a breve scadenza la insurrezione. Il rapporte di Lenin sugli svi­

luppi tattici, secondo la trama delle Tesi del 4 aprile, fu tanto delicato quanta esauriente. Noi, egli disse, non abbiamo

che una minoranza: occorre esse­ re molto diffidenti. Molti lavo­ ratori sono in buona fede caduti nel difesismo, per euforia rivo. 1 uzionaria, anche nelle città. I contadini, fino alla attuazione delle misure economiche concre­ te, non saranno con noi. Se vo­ gliamo salvare alla rivoluzione internazionale la forma . nuova dei Consigli, non possiamo at­ taccare il Soviet solo perchè in maggioranza non segue noi ma gli amici opportunisti del borghe­ se governo provvisorio. Disse Lenin: « Alcuni si do­

mandano: non ci siamo ritrattati? Avevamo preconizzata la trasfor­ mazione della guerra imperialista in guerra civile ed ecco che ora parliamo di azione pacifica e non armata per il passaggio del po­ tere ai Soviet "· Ma noi sia­ mo, spiegô, in un periado di tran­ sizione in cui Miliukov, Gutchov non hanno ancora impiegata la violenza: e quindi ci occorre una profonda paziente propaganda. Se noi parlassimo ora di guerra civile non saremmo marxisti, ma blanquisti. La nostra politica de­ ve nell'immediato futuro condur­ re il governo borghese a sma­ scherarsi, e ancora più i suoi manutengoli menscevichi ( evi. dentemente a quella data su que­ sto Lenin non insiste nei testi pubblici). Ma nella costruzione di Lenin la futura fase di guerra civile è certa e precisa: ne discu­ teranno a lungo i bolscevichi nei

Elezioni ail' llnsaldo

mesi successivi, e freneranno an­ cora l'azione nel Luglio, dopo il quale saranno assoggettati a per­ secuzioni e provocazioni: alfine in ottobre accetteranno la sfida. Il partito, ben disse Trotzky,

aveva bisogno di un periodo di riarmo, e di chiarificazione del­ l'orientamenta dei militanti e della parte avanzata delle masse, e solo dooo avrebbe al momento segnato dalla storia data batta. glia, per vincerla. Questo poderoso insieme di de­

cisioni venne fuari dagli apporti di Lenin sui programma di la­ voro, predispasto sotto I'efîetto di un indirizzo precedente e non molto felice. Venuta al punto della unificazione dei socialdemo­ cratici internazionalisti (con Ka­ menef e Stalin intendevana in marzo il ripescamento di quasi tutti i menscevichi), la Canferen­ za, seguendo la Iinea di Lenin, condannè ogni intesa coi social­ sciovinisti russi ed esteri e con agni opportunismo e formulà la parola d'ordine della Internazio­ nale Comunista. Abbiamo cosi data ampio svi­

luppo a quanto Lenin sostenne in ordine al compito da svolgere nella situaziane politica di quello svolto fondamentale, ed anche in riguardo al tema sulla questione agraria. Meriterà ulteriore at. tenzione la questione delle nazio . nalità; gravissima nell'impero degli zar, definito mosaico di cento popali. Il successivo congresso (quin­

to) della fine Luglio segnerà il passaggio dalla fase di lotta pa­ cifica alla nuava insurreziane ar­ mata: ma la linea teorica e sto­ rica sarà il chiaro sviluppo della conferenza di aprile, e gli stessi norni faranno parte dei 32 del comitato di ottobre. come dei 14 di aprile. Stalin fu chiamato la prima volta al comitato centra­ le: Trotzky era ancora assente ed estraneo alla organizzazione bal­ scevica. Seconda Trotzky, a par­ te Lenin e Stalin, di tutti gli eletti in questo Comitato Cen­ trale solo Sverdlav mori di mor­ te naturale, tutti gli altri furono o giustiziati a soppressi non uf­ ficialmente, nel seguita. E' forse nella storica conferen­

za di Aprile che i punti cardinali della rivoluzione russa splendono di maggiore Iuce: rottura con la borghesia antizarista a metà, rot­ tura con i socialopportunisti, rot­ tura con la guerra, legame con il movimento rivoluzionario e latta per lo stato della dittatura proletar ia, in tutti i paesi. Punti formidabilmente avan­

zati, pur nella aperta dichiara­ zione che nella sola Russia non siamo allo svolto storico della trasformazione socialista.

FINE PUNTATA

Coda alle glorle del­ l'antlfasclsmo borgbese La polemica Salvatorelli-Sturzo,

alla quale abbiamo accennato nel­ !'ultimo numero,, ha avuto le sue code, essendo intervenuto Frassati a spezzare l'ennesima sua· lancia a dimostrazione delle « magnifiche conseguenze » che avrebbe avuto la costituzione di un ministero Giolit­ ti nell'ottobre 1922, non fosse st ato il veto dei popolari (i democristiani di allora). Don Sturzo ha risposto, (Stampa

del 16-9), e non diremo certo che egli abbia « salvato » se stesso e il suo partita dalla colpa attribuitagli di avere, indirettamente magati e inconsapevolmente. favorito col «veto» l'avvento del fascismo. Ab­ biamo già detto che le correnti bor­ ghesi furono, allora, tutte corre­ sponsabili di quest'avvento. né po­ tevano non esserlo; e l'unico punto che li divid~va da! fascismo era la fetta maggiore o minore della torta che l'« avvento » avrebbe assicurato loro. Ma Don Sturzo ha pienamente

ragione - e nè Salvatorelli nè Frassati hanno creduto bene di smentire, parandosi dietro lo sdegno virtuoso per l'accusa rivolta a Gio­ ii tti di filofascista - di ricordare che, in agosto. lo sciopero generale evoco la « repressione della po!izia unita alle squadre fasciste », che « Giolitti ne! 1920 sostenne le al­ leanze coi fascisti nelle elezioni amministrative; Giolitti ne! 1921 sciolse la Camera per immettere i fascisti in Parlamento; Giolitti ne! 1922 voleva i fascisti ne! governo », e in vista di questo obiettivo le­ neva rapporti con Mussolini - co­ sa arcinota - attraverso il prefetto di Milano Lusignoli essendo « con­ vinto, e non dall'ottobre o da! feb­ braio 1922, che i fascisti dovevano arrivare al governo ».

Il resto non c'interessa, nè v'insi­ steremo, anche se ben altro potre'll­ tno dire intorno a quel periodo, iu cui popolari e liberali. riformisti e socialisti alla Nenni, tutti sono stati mcubatori del fascismo. Ci interessa ricordare agli operai che Giolitti è divenuto per gli staliniani, e p2r il loro « migliore » Togliatti, il faro della vita politica d'oggi. Percorso tutto l'arco da] comunismo al rifo,.

IL TEMPO SCORRE IN ORIENTE

mismo (dopo di aver percorso ,fa giovane l'arco dall'interventismo al comunismo), è logico che Togliatti si ritrovi con Giolitti. e sogni di tornare al governo insieme col par­ tita che già fu di Don Sturzo. Si tratta di saJvare il paese - corne allora! -~ non di fare la rivoluzio­ ne: Togliatti ha scelto. e non ne f;i mistero.

VITA. del partito

(continuaz. dalla 2.a pag.) imperialistici (Stati Uniti. Inghil- ai bacini petroliferi. Nè si puo terra e Francia) dovranno risulta­ motivatamente prevedere che !'in- re isolati e indeboliti âal « paciflco dustria estrattiva petrolifera passa progredire » dei popali emancipati. generare ne! futuro un notevole Tale teoria serve ottimamente gli proletariato indigeno, perché la interessi statali della Russia che tecnica produttiva petrolifera si va non puo che giovarsi della sgreto­ sempre più automatizzando. lamento degli imperi coloniali, po- I grandi Stati asiatici. invece. si tendo cosi penetrare là dove si

giovano di tutte le condizioni st-1- ergevano prima le barriere erette riche e ambientali necessarie ad :rn dalle potenze coloniali attorno ai rapido e travolgente sviluppo dell;i loro possedimenti. Ma anche gli industrializzazione: la densità demo- Stati Uniti sono interessati, e per grafica, l'estensione e la costituzi'>- le stesse ragioni espansionistiche, ne geologica del territorio che ri- dietro le quali si erge una ben più sulta eccezionalmente ricco di mi- agguerrita potenza finanziaria, ~! nerali. Inoltre - - fattore di enormc tramonto del colonialismo. Percio importanza - hanno dietro allc I succede che la stampa social-comu­ spalle una secolare, se non addiri'.- nista. che si autodefinisce proleta­ tura millenaria, esistenza storica. , ria e antiborghese, abbia in comune ne! corso della quale la divisionP c-·m certa stampa dichiaratamente sociale del Iavoro ha compiuto im- borghese atteggiamenti ed orienta­ portanti progressi. Per tutte queste menti anticolonialistici. condizioni obiettive. essi non pos- A noi non sono certamente uscite sono cadere vittime di quelle de- di mente le posizioni dottrinarie formazioni economiche che il colo- e politiche dei rivoluzionari demn­ nialismo e J'espansionismo del capi- cratic-i di Europa, vissuti aimer.a tale finanziario hanno prodotto ne!- due secoli prima di Nehru e di le terre di conquista. la cui fun- Ciu En Lai, non ci lasciamo per­ zione economica-produttiva viene cio incantare dalle fraseologie po­ subordinata aile esigenze dei poten- polari e socialistiche sbandierate ziali industriali metropolitani. Vedi dai regimi insediati a Nuova Delhi ad esempio cià che accade aile re- a Pechino. a Giakarta. a Rangoon. pubbliche sud-americane che i gran- a Karaci, a Colombo. Quei paesi di trusts. primo tra i quali la fa- nav1gano a vele spiegate, sia pure migerata « United Fruit Company». a velocità dh:erse. verso l'industri.1- tendono prepotentemente a piegare lismo capitalista e verso la trasfor­ a branche e tipi obbligati di atti- mazione degli artigiani e dei conta­ vità produttive (minerali greggi e dini poveri in proletariati, cioè in derrate alimentari) atti ad approv- schiavi del salaria ~ della ga]era vigionare il mercato statunitense d1 .aziendale. Su cio nessuna illusione materie prime o ad ·azionare i gi- è permessa. Di cio. eravamo sicuri ganteschi meccanismi commerciali ancora prima che, uno dopo l'altro. di organizzazioni monopolistiche a i nuovi Stati asiatici sorti contro raggio mondiale. I risultati neces- l'odiato oppressore bianco, si alli­ sari di tale politica sono visibili neassero nello schieramento mon­ nell'irreparabile squilibrio delle e- diale della conservazione borghese. conom1e nazionali sud-americane le Lo sapevamo ancora prima della quali possono ovviare aile proprie Conferenza di Bandung. nel corso manchevolezze soltanto attraverso della quale l "Asia neo-borghese 0 l'integrazione con il formidabile aspirante a diventare borghese h~ potenziale industriale statunitense. teso ambo le braccia all'Europa e Di qui la cronica dipendenza eco- all"America. cioè agli Stati di vec­ nomica e politica del continente da! chia e marcio capitalismo. colosso del dollaro. Non ci illudiamo affatto sui con-

Ma il gioco riuscito a danno dei tenuto sociale e sull'orientamento piccoli e miseri Stati del Medio di classe degli Stati che in Asia si Oriente, che del resto furono edifi- stanno oggi facendo le ossa. La ri­ cati ne] primo dopoguerra dall'im- voluzione proletaria se li troverà perialismo occidentale con le mace- di fronte e dovrà passare anche so­ rie dell'Impero Ottomano. non po- pra di essi, incontrando maggiore trà riuscire di fronte ai grandi resistenza dove maggiori progre11i Stati del continente asiatico. Non avrà compiuto. la industrializzaiio­ si puo costringere nazioni assurte ne capitalista ed il conseguente all'indipendenza politica e che con- rafforzamento della Stato nazionale . tano centinaia di milioni di abitanti Si riducono le « terre di nessuno » nella camicia di forza della mono- sociali, le inerti « terze forze » che coltura o della monoproduzione. nelle profondità dei continenti giac­ Elevando anche di poco il Iivello ciono estranei al duello storico tra della produttività agricola (e a ciè> borghesia e proletariato? Il prole­ tendono i programmi di imbriglia- tariato non puo che compiacerse­ mento e di canalizzazione dei gran- ne: più tremenda e grandiosa si fa di fiumi continentali oggi responsa- la lotta, ma ci incoraggia il sapere bili di inondazioni apocalittiche, e c-he cogliendo la vittoria finale, la l'incremento massiccio delle reti di dittatura rossa più agevolmente po• comunicazione su strada e su fer- trà strappll.re al pianeta la camic1a rovia) i goverhi centrali delle gran- di forza del capitalismo. Nella suc­ di repubbliche asiatiche sono in cessione delle epoche storiche, quel­ grado di procacciarsi gli eserciti di la che immediatamente precede il ma1'!-0dopera occorrenti alla indu- socialismo è il capitalismo. Ben strializzazione. Nè mancano le ma- venga questi. dunque, nelle plaghe terie prime e, purtroppo, la secolare sociali rimaste ai margini del flusso abitudine alla fatica e alla denutri- storico. zione dei lavoratori che oggi ven- gono irreggimentati. al ~uono delle dolciastre rapsodie socialisteggianti ed umanitarie che torrentiziamente scaturiscono dalle bocche dei vari Nehru o Ciu En Lai. nelle galere del lavoro salariato. li fatto che Je grandi potenze industriali del com­ piuto capitalismo contribuiscano, a ciè> costrette dalle proprie necessi~iJ produttive, allo sforzo industrializ­ zatore dell'India e della Cina, sta a dimostrare che questi Stati ten­ dono ormai irreversibilmente alla rivaluzione industriale. Al traguar­ do della quale c'è una economia integrata, in cui agricoltura e indu­ stria risultano in equilibrio, benin­ teso nell'equilibrio instabi!e che il capitalismo permette. Qualcuno potrebbe obiettare che

le case che andiamo dicendo si tro­ vano scritte anche sui giornali bor­ ghesi e cdpto-bo~ghesi, cioè pseu­ do-proletar1, . quah sono i giornali social~~omum~t1. In parte è cosi. E con c10? Le acciaierie che sorgon:i m India o le ferrovie che allacciano la ret_e ferroviaria della Cina a !la Trans1benana sono fatti da t 't· registrabili, Quel che conta · 1~-

1 . e m-

terpretaz10ne che ad essi si dà Il falso comunismo moscovita ·, sa­

!uta con p~ogrammatico entusiasmo· 1 prngress1. delle rivoluzioni nazio­ nah_ d1 As1a e di Africa, perché colt1va la fallace e disfattista illu­ s10ne che la fine del colonialismo apra una fase ·storica nuova nell,i lotta contro l'imperialism 1 d 11 o, ne cor- so e a quale i tradizionali Stati

--···-- NOSTRI LUTTI

Il Partita esprime la sua profon­ da e fraterna partecipazione al lui­ to dei compagni Neri Bianco di Forli e Denito di Napoli, che hanno avuto il dolore di perdere rispetti· vamente la figlioletta e la mamma.

Perchè la nostra stampa viva TRIESTE: da un simpatizzante

di Selz (Monfalcone) 500, la Se­ zione ricordando Pietro Bullo 500, idem ricordando Teresa Sustersich 500. contributi straordinari maggio e giugno 1450; TREBBO; la Sezione 1350: ANTRODOCO: Lorenzo pen­ sando ad Amadeo 650; LUINO: la sezione 1300; MILANO: Attilia 500, un anarchico 100, Mariotto 150, il resta di Sergio 100. TOTALE: 7100: TOTALE PRE­

CEDENTE: 459.380; TOTALE GE­ NERALE: 466.480.

Versamenti TRIESTE 6200; LUINO 1800; GE­

NOV A 500; TREBBO 5471; ANTRO· DOCO 1000 \j-- 600; ROMA 1n.ooo; COSENZA 10.000; AQUILINIA <Trieste) 6200; PORTOFERRAIO 300.

Responsabile BP..UNO MAFFl

lnd. Grafiche Bernabei e C. Via Orti. 16 - Milano

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