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Enrico Strobino
LA GUERRA CANTATAPiccola Antologia
Una piccola selezione di dieci canti, tratti da un’opera in due volumi fondamentale per conoscere le canzoni nate nel corso della Prima Guerra Mondiale: A.V. Savona, Canti della Grande Guerra, Vol.1 e Vol.2, Garzanti, Milano, 19811.
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1 La Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino di Venezia sta per pubblicare, a cura di Cesare Bermani e Antonella De Palma, il sesto volume della sua collana editoriale “Temporale”, un libro con CD audio contenente canti e racconti della grande guerra, dal titolo provvisorio Prendi il fucile e gettalo giù per terra. La guerra 1915-1918 nelle canzoni, libro CD (titolo provvisorio). Si tratta di materiali, molti dei quali inediti, provenienti dagli archivi sonori della S.m.s. de Martino e di Bermani. Tutte registrazioni su campo effettuate da vari ricercatori (tra cui lo stesso Bermani, GianLuigi Arcari, Gualtiero Bertelli, Gianni Bosio e Clara Longhini, Luisa Ronchini, Piero Sartori) tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta.
Ninna nanna della guerraTesto di TrilussaMusica: Anonimo
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1. Ninna nanna, ninna nanna,er pupetto vò la zinna,
dormi dormi, cocco bello,se no chiamo Farfarello,Farfarello e GujermoneChe se mette a pecoroneGujermone e Cecco PeppeChe s’aregge co’ le zeppe
2. …co’ le zeppe de un imperomezzo giallo e mezzo nero;ninna nanna, pija sonnoche se dormi nun vedraitante infamie e tanti guaiche succedeno ner monno,fra le spade e li fucilide li popoli civili
3. Ninna nanna, tu non sentiLi sospiri e li lamenti
De la gente che se scannaPer un matto che comanna,
che se scanna e che s’ammazzaa vantaggio de la razza
per un Dio che nun se vede…
4. …ma che serva da riparoar sovrano macellaro;
che quer covo d’assassiniche s’insanguina la terasa benone che la gueraè un gran giro de quatriniche prepara le risorsepe ‘ li ladri de le borse
5. Fa la ninna, cocco belloFinché dura ‘sto macelloFa la ninna, che domaniRivedremo li sovrani
Che se scambiano la stima,boni amichi come prima;so’ cugini, e fra parenti
nun se fanno complimenti!
6. Torneranno più cordialiLi rapporti personaliE, riuniti infra de loro,
senza l’ombra de un rimorsoce faranno un ber discorsosu la pace e sur lavorope’ quer popolo cojone
Discografia: Le canzoni del no, Maria Monti, a cura di Roberto Leydi, I Dischi del Sole, DS 24.
Il testo fu scritto da Trilussa, poeta appartenente al cilone romanesco, nell’ottobre 1914, quando la guerra già era scoppiata in Europa ma l’Italia rimaneva ancora neutrale.Il canto è presente nel disco Le canzoni del no, di Maria Monti (a cura di Roberto Leydi), Dischi del Sole, DS 24, risalente agli anni 1964-‐65 insieme ad altri tre brani sul tema della guerra, disco per il quale l’anno successivo venne richiesto il sequestro da parte della Procura di Milano, a seguito di un’interrogazione parlamentare in cui si sosteneva che simili canzoni contenessero un “cinico incitamento a disprezzare in pace e in guerra il dovere militare”.
Addio mia bella addio
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Addio mia bella addioChe l’armata se ne vaE se non partissi anch’io
Sarebbe una viltàE se non partissi anch’io
Sarebbe una viltà
Il sacco è preparatoIl fucile ce l’ho con meEd allo spuntar del sole
Io partirò con te
Io non ti lascio solaMa ti lascio un ciglio ancorSarà quel che ti consolaIl ciglio dell’amor.
Addio mia bella addio è un canto del Risorgimento, ripreso poi durante la Grande Guerra. Il titolo del canto originario era Addio del volontario all’innamorata, scritto da Carlo Bosi nel 1848. Fu cantato soprattutto durante le manifestazioni interventiste e in occasione della partenza delle truppe per il fronte.
Discografia: Il Piave mormorò…, Inni e canti della Grande Guerra, disco Joker LP 3209.
O Gorizia tu sei maledetta
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1. La mattina del cinque d’agostoSi muvevano le truppe itlianePer Gorizia, le terre lontane,e dolente ognun si partì.
2. Sotto l’acqua che cadeva al rovescioGrandinavano le palle nemicheSu quei monti, colline e gran valli
Si moriva dicendo così:
3. “O Gorizia tu sei maledettaper ogni cuore che senta coscienza”
dolorosa ci fu la partenzae il ritorno per molti non fu.
4. O vigliacchi che voi ve ne stateCon le mogli sui letti di lana
Schernitori di noi carne umanaQuesta guerra ci insegna a punir
5. Voi chiamate il campo d’onoreQuesta terra di là dei concini
Qui si muore gridando: “Assassini!”Maledetti sarete un dì.
6. Cara moglie, che tu non mi sentiRaccomando ai compagni viciniDi tenermi da conto i bambini
Che io muoio col suo nome nel cuor.
È uno dei canti di protesta più belli e signicicativi della prima guerra mondiale. Nelle parole del testo vi si trovano la violenza e l’inutilità della guerra, gli affetti lasciati, la discriminazione fra soldati e ufciciali e il non ritorno.
Discografia: Le canzoni di Bella ciao, a cura di Roberto Leydi e Filippo Crivelli, I dischi del Sole, DS 101/3.Maledetta la guerra e i ministri, canti popolari della Prima Guerra Mondiale, a cura di Sergio Boldini, Duo di
Piadena, disco Cetra, serie Fork n.48, LPP416.O Gorizia tu sei maledetta (Antologia di canti contro la guerra), I Dischi del Sole, DS 7.
Per i Dischi del Sole si veda: http://www.alabianca.it/Etichette/i-dishi-del-sole.htmle il catalogo: http://www.alabianca.it/Vedi-‐tutti-‐i-‐prodotti.html?product_type_1_dischi_del_sole=si&product_type_1_dischi_del_sole_comp=texteq&product_type_id=1
Ta Pum
Venti giorni sull’OrtigaraSenza cambio per dismontàTa-‐pum, ta-‐pum, ta-‐pumTa-‐pum, ta-‐pum, ta-‐pum
Se domani si va all’assaltoSoldatino non farti ammazzarTa-‐pum, ta-‐pum, ta-‐pumTa-‐pum, ta-‐pum, ta-‐pum
Quando sei dietro quel murettoSoldatino non puoi più parlà…
Quando poi si discende a valleBattaglione non ha più soldà..
Nella valle c’è un cimiteroCimitero di noi soldà…
Cimitero di noi soldatiForse un giorno ti vengo a trovà…
È uno dei più noti e diffusi canti della Grande Guerra, derivato da un’antico canto di minatori, nato durante i lavori di scavo della galleria ferroviaria del San Gottardo, tra il 1872 e il 1880. L’onomatopea, Ta-pum, imita quindi prima lo scoppio delle mine e poi uno sparo e la sua eco in una valle.
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Discografia: Maledetta la guerra e i ministri, canti popolari della Prima Guerra Mondiale, a cura di Sergio Boldini, Duo di Piadena, disco Cetra, serie Fork n.48, LPP416.
Sul cappello che noi portiamo
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1. Sul cappello, sul cappello che noi portiamoC’è una lunga, c’è una lunga penna nera
Che a noi serve, che a noi serve da bandieraSu pei monti, su pei monti a guerreggiar.
Oilalà.
Evviva evviva il ReggimentoEvviva evviva il Primo Alpin.
2. Su pei monti, su pei monti che noi saremoPianteremo, pianteremo l’accampamentoBrinderemo, brinderemo al reggimentoViva il Corpo, viva il Corpo degli Alpin.
Oilalà.
Evviva evviva…
3. Su pei monti, su pei monti che noi saremoCoglieremo, coglieremo le stelle alpinePer donarle, per donarle alle bambineFarle piangere, farle piangere e sospirar.
Oilalà.
Evviva evviva…
4. Farle piangere, farle piangere e sospirareNel pensare, nel pensare ai begli alpini
Che fra i ghiacci, che fra i ghiacci e gli scaliniVan sui monti, van sui monti a guerreggiar.
Oilalà.
Il canto, molto diffuso nel corso della Prima Guerra Mondiale, è di origine antica ed è presente nel repertorio di tutte le corali alpine.
Discografia: Canti degli alpini, Coro dell’ANA di MIlano, disco Ricordi SMRL 6026.
E l’an taglià i suoi biondi capelli
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1. E l’an taglià i suoi biondi capelliLa si veste da militarLè montà sul cavalloVerso il Piave se ne va.
2. Quan’ fu giunta in riva al PiaveD’un tenente si l’ha incontrà:«Rassomigli a una donzellacidanzata d’un mio soldà».
3. «No donzella io non sononé l’amante di un tuo soldàsono un povero coscritto
dal governo son stai richiamà».
4. Il tenente la prese per manoLa condusse in mezzo ai cior«E se lei sarà una donnala mi coglierà i miglior».
5. « I soldati che vanno alla guerranon raccolgono dei cior
ma han soltanto la baionettaper combattere l’imperator».
6. Il tenente la prese per manoLa condusse in riva al mar«E se lei sarà una donnala si laverà le man».
7. «I soldati che vanno alla guerranon si lavano mai le man
ma soltanto una qualche voltacon il sangue dei cristian».
8. Il tenente la prese per manoLa condusse a dormir
«Ma se lei sarà una donnala dirà che non può venir».
9. «I soldati che vanno alla guerralor non vanno mai a dormirma stan sempre sull’attenti
se un qualche attacco l’an vedon venir».
10. Suo papà l’era a la portaE sua mamma l’era al balcon
Per veder la sua cigliaChe ritorna col battaglion.
11. «Verginella ero primaverginella sono ancor
ed ho fatto sett’anni a la guerrasempre a cianco del mio primo amor».
È una versione di un’antica canzone narrativa diffusa in vari paesi europei con il titolo de La guerriera, o La ragazza guerriera.
Discogracia: Servi Baroni e uomini, Gruppo dell’Almanacco Popolare (Sandra Mantovani e Bruno Pianta), disco Albatro VPA 8090/VC 572.
Era una notte che pioveva
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1. Era una notte che piovevaE che tirava un forte vento
Immaginatevi che gran tormentoPer un alpino che deve vegliar.Immaginatevi che gran tormentoPer un alpino che deve vegliar.
2. A mezzanotte arriva il cambioAccompagnato dal capoposto:«O sentinella torna al tuo posto
sotto la tenda a riposar».
3. Appena giunto sotto la tendaSentivo l’acqua giù per la valleSentivo l’acqua giù per le spalle
Sentivo i sassi a rotolar.
4. Appena giunto sotto la tendaSognavo d’esser con la mia bella
E invece ero di sentinellaA fare la guardia allo stranier.
5. Appena giunto in fondo valleArriva l’ordine dal reggimentoArriva l’ordine dal reggimento:tutti in licenza dobbiamo andar.
6. Appena fui giunto in licenzaCredevo d’essere di sentinellaE invece ero con la mia bellaSotto le piante a fare l’amor.
Il canto racconta due fra gli aspetti più dolorosi della vita militare: il disagio e la lontananza da chi si ama.
Discografia: Maledetta la guerra e i ministri, canti popolari della Prima Guerra Mondiale, a cura di Sergio Boldini, Duo di Piadena, disco Cetra, serie Fork n.48, LPP416.
Maledetta la guerra e i ministri
Questa tomba racchiude le spoglieDi mio ciglio che più non vedròQuesta tomba i sospiri raccoglieD’una madre che tanto l’amò.
Lo allevai tra sospiri ed affanniMa il destino lo volle così:
non aveva compiuto i vent’anniche innocente sul campo morì.
Compiangete una povera madrePer il ciglio sul for dell’età
Il dolore del vecchio suo padreAl nemico farebbe pietà.
Maledetta la guerra e i ministriChe tutto il mondo i g’ha rovinàSe tutti fossero d’un solo pensieroAnche la guerra dovrebbe cessar.
Un canto contro la guerra che probabilmente deriva dal repertorio tipico dei cantastorie.
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Discografia: Maledetta la guerra e i ministri, canti popolari della Prima Guerra Mondiale, a cura di Sergio Boldini, Duo di Piadina, disco Cetra, serie Fork n.48, LPP416.
Addio padre e madre addio
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1. Addio padre e madre addioChe per la guerra mi tocca di partirMa che fu triste il mio destino
Che per l?italia mi tocca di morir.Ma che fu triste il mio destino
Che per l?italia mi tocca di morir.
2. Lascio la moglie con due bambiniO cara mamma pensaci tu
Quan’ sarò in mezzo a quegli assassiniMi uccideranno e non mi vedrai più.
3. Quando fui stato in terra austriacaSubito l’ordine a me m’arrivò
Mi dan l’assalto la baionetta in cannaAddirittura un macello diventò
4. E fui ferito, ma una palla al pettoI miei compagni li vedo a fuggirEd io per terra rimasi costrettoEntre quel chiodo lo vedo a venir.
5. Fermati o chiodo che sto per morirePensa a una moglie che piange per meMa quel infame con cuore crudeleCol suo pugnale morire mi fé.
6. Voialtre mamme che soffrite così tantoPer allevare la bella gioventù
Nel cuor vi restano lacrime e piantoPer i vostri cigli che muore laggiù.
7. Lassù in quel campo ove regna la morteE i disgraziati che fanno pietà
E mentre a Roma si aprono le porteViva Gorizia, Italia libertà!
8. Sian maledetti quei giovani studentiChe hanno studiato e la guerra han voluto
Hanno gettato Italia nel luttoPer cento anni dolor sentirà.
Un canto nello stile dei cantastorie, sia per quanto riguarda la melodia che per il testo. È uno dei canto contro la guerra più diffusi e popolari.
Discografia: Le canzoni di Bella ciao, a cura di Roberto Leydi e Filippo Crivelli, I dischi del Sole, DS 101/3.Addio Padre, Vittorio Renoldi (Belloccio), I Dischi del Sole, DS 304/6
O Gorizia tu sei maledetta (Antologia di canti contro la guerra), I Dischi del Sole, DS 7.
La leggenda del PiaveVersi e musica di E.A. Mario, 1918
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggioDei primi fanti, il ventiquattro maggio
L’esercito marciava per raggiunger la frontieraPer far contro il nemico una barrieraMuti passaron quella notte i fantiTacere bisognava e andare avantiS’udiva intanto dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar de l’ondeEra un presagio dolce e lusinghiero
Il Piave mormorò: «non passa lo straniero».
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Ma in una notte trista si parlo di tradimentoE il Piave udiva l’ira e lo sgomento
Ahi quanta gente ha vista venire giù, lasciare il tettoPer l’onta consumata a Caporetto
Profughi ovunque! Dai lontani montiVenivano a gremir tutti i suoi ponti.S’udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l’onde:come un singhiozzo, in quell’autunno nero:Il Piave mormorò: «non passa lo straniero».
E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fameVedeva sfogare tutte le sue brame
Vedeva il piano apricodi lassù: voleva ancoraSfamarsi e tripudiare come allora.
«No!» disse il Piave, «No!» dissero i fanti,«Mai più il nemico faccia un passo avanti».
Si vide il Piave rigonciar le spondeE come i fanti combattevan le ondeRosso del sangue del nemico altero
Il Piave comandò: «non passa lo straniero».
Indietreggiò il nemico cino a Trieste, cino a TrentoE la vittoria sciolse le ali al vento
Fu sacro il patto antico: tra le schiere furon vistiRisorgere Oberdan, Sauro, BattistiL’onta cruenta e il secolare erroreInfranse alcin l’italico valoreSicure l’Alpi libere le sponde
E tacque il Piave: si placaron le ondeSul patrio suolo, vinti i torvi Imperi
La pace non trovò né oppressi né stranieri.
E. A Mario (1884-‐1961) era lo pseudonimo dell’autore di canzoni e poesie Giovanni Gaeta.
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Discografia: Canti degli alpini, Coro dell’ANA di MIlano, disco Ricordi SMRL 6026.