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GIORNALINO SQUOLASTICO 2017/2018 C ANNO MMXVIII ISTITUTO COMPRENSIVO VILLANOVA d’ASTI Numero 1

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GIORNALINO SQUOLASTICO 2017/2018

C

ANNO

MMXVIII

ISTITUTO COMPRENSIVO

VILLANOVA d’ASTI

Nu

mero

1

Due

INDICE lo sapevate che…. pag 2

Studenti... dentro e fuori le mura scolastiche pag 3

La giornata tipo... di un alunno pag 4

La giornata tipo... di un insegnante pag 5

Un nuovo laboratorio a scuola pag 6

Our American friend Angela pag 6

Io leggo perchè pag 7

Piantiamo il nostro futuro pag 8

Il Concerto degli Auguri pag 8

Bosco urbano pag 9

Il 5 novembre pag 9

Effetti speciali pag 10

Harry Potter lo sapevi che… pag 11

Potrebbero esistere pag 12

Un drago blu è tra di noi… pag 13

Curiosità sulla Terra pag 14

Nord vs Sud pag 14

Le fake news pag 15

Una guerra tra civiltà scoppiata per colpa dei Chimera, p.1 pag 16

Cosa c’è dentro un IPhone? pag 17

LO SAPEVATE CHE….

...Altre si esibiscono nei

movimenti virtuosi dell’

AEROSALSA!

Ci sono professoresse

che hanno più di

TRENTA GATTI...

Tre

Tempo fa, abbiamo ascoltato in tv l’intervista di un giovane ragazzo condannato per rapina. Raccontava che quando era bam-

bino ed arrivava a casa dicendo alla madre che aveva rubato una penna al compagno di classe, la mamma non sembrava in-

teressata. La situazione era continuata così per molti anni finché, una volta diventato più grande, aveva deciso di rubare in

una banca.

Il ragazzo raccontava di come avesse incolpato la madre di avergliele date tutte vinte, dicendole che se non fosse stato per il

suo scarso interesse, non sarebbe arrivato a tanto.

Questa storia ci insegna che i ragazzi hanno bisogno di regole da seguire per fare scelte più giuste.

Facendo un sondaggio tra gli adolescenti della nostra scuola, è emerso che alcuni

studenti hanno un atteggiamento educato sia dentro che fuori le mura scolastiche,

altri invece sono disciplinati soltanto davanti al rigido controllo dei professori, mentre

fuori, lontani da ogni sorveglianza fumano o, addirittura, fanno uso di droghe. Una

piccola percentuale sceglie di non rispettare le regole, le persone e gli oggetti

indistintamente.

Le domande che tutti si dovrebbero fare e alle quali dovrebbero rispondere con

sincerità sono: “Siamo davvero sempre corretti e attenti?” …… “Sappiamo che cosa

significa portare rispetto a noi stessi e agli altri?”….

Giorgia Caprioli e Federica Muratore

Studenti... dentro e fuori le mura scolastiche

Come si comportano gli studenti a scuola? E fuori dalla scuola?

A farci riflettere su questo tema è stato un articolo di giornale letto qualche

settimana fa.

Il contenuto spiegava che un ragazzo di un Istituto scolastico di Modena,

stanco di sentire la lezione, ha scagliato contro la sua prof. il cestino della

spazzatura. Un suo compagno di classe ha immortalato la scena con il cellu-

lare e lo ha postato su Facebook, rendendolo pubblico a tutti.

Perciò ci siamo chiesti: il nostro comportamento è sempre corretto?

Spesso ragazze e ragazzi a casa fanno tutto ciò che vogliono: dicono

parolacce, non ascoltano i genitori e mancano loro di rispetto; talvolta sono i

genitori stessi a permetterglielo perché sono molto protettivi nei loro con-

fronti e sempre pronti a difenderli.

Gli stessi ragazzi e ragazze arrivano a scuola e pensano di poter fare ciò che

vogliono.

Quattro

La giornata tipo...

di un alunno

Il lunedì…

Il lunedì è un giorno che non ci piace affatto!!!!!

Comincia un’altra settimana di scuola! Come ogni giorno ci dobbiamo svegliare verso le sette... per poi arrivare sempre in

ritardo per colpa di un fratello che pensa solo a dormire!

Alle 8:10 inizia la nostra giornata.

Dopo le corse per riuscire ad entrare al suono della campanella, eccoci in classe.

Iniziamo le lezioni con tre ore di italiano….tra battute e sgridate le ore passano in fretta.

Poi suona la campanella e la nostra classe si trasforma in una mandria di tori impazziti che corrono in corridoio.

Dopo aver fatto merenda, aver parlato tra di noi e, forse forse, essere andati in bagno, ricominciano le lezioni...con passo

lento e faccia triste ritorniamo ai nostri posti.

Ma ecco che giunge una bella notizia alle nostre orecchie: la prof. di matematica è in ritardo, bisogna allora passare il

tempo, ma come????

Con un lavoretto molto tranquillo (o almeno, cosi pensano i nostri compagni), cioè lanciarsi bigliettini di tutte le forme e

colori. Tutto parte da un bigliettino che poi si trasforma in un foglio e poi in un poema epico! Perché studiare Omero?

Abbiamo degli scrittori come compagni!!!!!

Poi arriva la professoressa ed ecco che... comincia a volare qualche nota....

Dopo altre tre ore di lezione, tutti in mensa.

Voi penserete che sia una cosa semplice sedersi a mangiare, ma non per noi.

In mensa è una corsa contro il tempo per prendere il posto che ci piace, le posate e il pane.

Arriva il primo, poi il secondo...c’è sempre qualcuno che non ha fame.

Infine arriva il dolce...mmm... cosa ci sarà?

Budino, gelato o torta al cioccolato...niente di tutto questo, anzi una gustosa, nutriente e succulenta pera! Ed ecco qui che

la felicità dei nostri compagni svanisce.

Ora dobbiamo tornare in classe, ma ci saremo tutti?

Ovviamente “no” perché ci ritroviamo insieme con altre classi a volte per parlare, a volte per discutere o altre volte ancora

non sappiamo neanche come ci siamo finiti: nonostante questo ci ricomponiamo ed ognuno torna nella propria aula.

Dopo altre tre ore di lezione ecco che si torna a casa, saltando, cantando e ballando.

Attenzione a non dimenticare di studiare per la verifica del giorno dopo!

Giulia Vellucci, Giulia Bosio e Alessia Muzzin

Cinque

La giornata tipo...

di un insegnante

Dalla scienza: il professore Cesarino Zollo…

Incuriosite dalla vita privata dei nostri professori, abbiamo deciso

di intervistarli per capire come trascorrono le loro

giornate...saranno anche loro esseri viventi normali??

“Professore ci descrive la sua giornata tipo?”

“Io di solito mi alzo verso le 6.30 del mattino, o meglio cerco di

alzarmi, con tutte quelle sveglie ...DRINN DRIINN!!!

Per dindirindina...dovrò passare un’altra giornata con quei

“diavoletti!”.

3….2….1….GO!!

Mi precipito in cucina per il caffè di prima mattina, vai con la

doccina e via con la macchinina!!

BRUMM!! BRUMM!!

Mentre vado a scuola penso: oggi chi dovrò rimproverare? Ripasso

mentalmente la lezione e intanto canticchio musichette di Coez e

Clementino...<<E balla senza musica con te, sei bella che la mu-

sica non c’è>>, mi accorgo di quanto sia tardi, davanti a me

un’interminabile coda di camion, con un sorpasso felino…

GNIIIIII...arrivo a scuola in orario.

DRIIIIINNNN!!!!!

BUONGIORNO RAGAZZI (o forse meglio dire asinelli) chi è che

non ha fatto i compiti per oggi? (Convincente come quando mia

madre diceva a me bambino: vieni che non ti faccio niente!).

E qui partono le fantastiche scuse:

<<Mi è morto il lombrico!>>

<<È esploso il criceto di mia nonna>>

<<È resuscitato il mio trisnonno morto nella guerra del 20150>>

Poi arriva sempre qualcuno in ritardo, poi c’è chi ha un’urgenza

assoluta di andare in bagno e così perdo metà della lezione.

Mentre spiego, faccio il conto alla rovescia di quanti minuti

manchino per uscire da questa gabbia di “mattacchioni”.

Suonata la campanella, come se fossi tornato ragazzino, mi fiondo

giù per le scale verso la sala professori, appena varco la porta mi

sento chiamare da dietro….<< Professor Zollo, sono qui per il

colloquio che le avevo chiesto!>>, ovviamente me n’ero scordato.

Risolvo tutto con una semplice frase:

<<Suo figlio deve migliorare!>>.

Finalmente è arrivata l’ora di pranzo…una super pausa di 45

minuti prima di precipitarmi ad un corso di tre ore: di questo c’è

poco da dire, inizio a parlare con le altre prof. e a lamentarmi

della durata eccessiva del corso.

Appena finito schizzo via con la macchina… DIREZIONE CASA.

Alla sera penso: finalmente è passata un’altra giornata, il conto

alla rovescia continua…quando saranno le prossime vacanze?

Giulia Lentini e Sabrina Sancio

…alla letteratura: la professoressa Anna Musso

“Prof. ci potrebbe spiegare come trascorre le sue giornate?”

“La mattina è dura...Mi sveglio tuttavia con il sorriso pensan-

do che a breve incontrerò i miei ragazzi…delle vere

“macchiette”. Sono giovane, non ho ancora un figlio, tuttavia

è come se ne avessi molti…curioso!!!

Dicevamo, al mattino mi alzo...e menomale…nonostante sve-

glie, svegliette, rulli di tamburo, trombe, propositi di Capo-

danno, il mio orologio biologico è impostato sul RITARDO

CRONICO…uno sguardo veloce all’ora e subentra la triste

consapevolezza che arriverò in ritardo all’appuntamento con i

colleghi.

Tutti hanno un momento di relax, il mio è al mattino durante

il viaggio Asti-Villascuola...salgo in macchina, accendo il mo-

tore e BOOM…inizia la discoteca: canto a squarciagola e bal-

lo...si accetta ogni genere musicale, se raggaeton ancora me-

glio.

Arrivata a scuola, inizia il turbinio del NON STOP: correzione

compiti, giustificazioni improbabili, spiegazioni, approfondi-

menti, filmati, suona la campanella…ecco, lo sapevo, ho di-

menticato di ritirare i quaderni, quattro dovevano recuperare

la prova, nooo…avrei anche dovuto ritirare le autorizzazioni,

le quote per l’uscita didattica, i soldini dei testi INVALSI. E

così, nella corsa dei cento metri per arrivare in un’altra clas-

se, la lista delle dimenticanze si allunga. Talvolta mi sento

dire: “Prof. posso parlarLe?” Allora la classe assume l’aspetto

di una lunga processione di penitenti.

Terminata la mattinata avrò del tempo per un po’ di sport o

per vedere quel film che mi aspetta da tanto?? Speranzosa

mi precipito a casa ma, varcata la soglia della mia cameret-

ta...la sorpresa!!!! Pile e pile di prove da correggere, lezioni

da preparare...colpo di scena..una vocina molto familiare

dice: “Zia giocammo” il mio nipotino Marco di soli due anni.

Per non deluderlo improvviso un gioco ed esclamo: “Certo

Marco, facciamo i professori!” Seduti sul lettone iniziamo ad

usare la tremenda biro rossa sulle verifiche, ogni tanto escla-

ma “Tutto brutto!”, sorrido, ritrovo coraggio e buon umore.

E degli amici...PPFFF...non ne parliamo, quelli sono un caso a

parte, ma voi alunni siete il loro argomento preferito..risate a

crepapelle!

Il weekend??? Le curiosità verranno svelate nel prossimo

numero!

Giulia Lentini e Sabrina Sancio

Sei

I B: Tell us something about your personal life.

I B: Dicci qualcosa della tua vita personale.

Angela: I have got two older brothers, my dad has got house in the Bahamas and I play volleyball and softball.

Angela: Ho due fratelli più grandi, mio papà ha una casa nelle Bahamas e gioco a pallavolo e nel basket femminile.

I B: What is the strangest thing you've done in your life?

I B: Qual è la cosa più strana che hai fatto nella vita?

A: Coming in Italy is the strangest thing I've done.

A: La cosa più strana che ho fatto nella vita è venire qui in Italia.

I B: When are you happy?

I B: In quale momento ti senti felice?

Un nuovo laboratorio a scuola Laboratori a scuola? Proprio così! Oltre alla biblioteca e ai laboratori di informatica e arte, da quest'anno abbiamo una NEW

ENTRY...il laboratorio di musica.

Inizialmente il laboratorio di arte, posto al piano superiore della scuola,

aveva due grandi tavoli su cui si realizzavano le varie opere scolastiche;

grazie alla tenacia della nostra insegnante Chiara Ruffinengo, anche la

musica ha avuto uno spazio a lei dedicato. Un tavolo “artistico” è diventato

“musicale” e, nell'ampio spazio restante, le sedie disposte a cerchio

rappresentano il palcoscenico di noi giovani cantanti e flautisti. E i

tastieristi? Non preoccupatevi, c'è spazio anche per loro: avete già

dimenticato il tavolo musicale?

Abbiamo tralasciato la nostra direttrice d’orchestra…ops...insegnante: al

centro della stanza, con il suo leggio, ci coordina e ci aiuta ad armonizzare i

nostri suoni.

Adesso che vi abbiamo presentato il nuovo spazio, diamo il via alle NOTE IN

LIBERTÀ!!

Cristina Lai, Giorgia Caprioli, Federica Muratore

Alina Pelassa

Sette

Io leggo perché L'idea è partita dalle professoresse di italiano e musica che ci hanno informati di un progetto che consisteva nella

promozione della lettura attraverso l'acquisto di libri per riempire un po’ gli scaffali impoveriti della nostra biblioteca

scolastica. Il progetto, chiamato “Io leggo perché”, è alla sua terza edizione e ogni anno coinvolge le scuole di tutto

il territorio nazionale, librerie e case editrici. Subito Dalila Cantarella, Corinne Napolitano, Nadejda Balan e Celeste Di

Stefano della III B si sono proposte per realizzare un video dedicato alla lettura e ai motivi che spingono ad appassionarsi a

un libro, con l'obiettivo di invitare le famiglie degli studenti della scuola ad acquistare dei libri per la biblioteca.

Il video è stato diffuso tramite il sito della scuola e si trova su Facebook e su YouTube. Sono stati inoltre realizzati alcuni

volantini da noi ragazzi, distribuiti nelle librerie gemellate con la nostra scuola, Mondadori a Moncalieri e Chieri, Alberi d'ac-

qua ad Asti.

(Link: http://www.icvillanovasti.gov.it/)

Club del libro... work in progress

L’iniziativa di creare un “club della lettura” è nata dall’idea di due studentesse della III B, Dalila

Cantarella e Corinne Napolitano, desiderose di coinvolgere tutti gli studenti della scuola che hanno la passione per la lettura,

invitandoli a proporre il titolo di un libro letto. Tutti i membri del club, in base ad una votazione collettiva, sceglieranno il

libro più votato tra quelli proposti.

L'idea sta progredendo grazie alla III B. Questo club del libro si svolgerà in orario extrascolastico nella nuova biblioteca

scolastica arricchita e aggiornata grazie all'arrivo di nuovi libri acquistati da noi studenti e professori nelle librerie gemellate.

Sarebbe bello se ogni gruppo di alunni, che hanno letto uno stesso libro, realizzasse una video recensione da mettere nella

pagina della biblioteca. Si chiederà il consenso al dirigente scolastico e la partecipazione di un adulto agli incontri del club

del libro. To be continued....

Alessio Miatello, Dalila Cantarella

VIDEO IO LEGGO PERCHE’

A: I am always happy when it is sunny and when I go to the beach.

A: Sono sempre felice quando c'è il sole o quando vado in spiaggia.

I B: What’s the saddest moment in your life?

I B: In quale momento delle tua vita sei stata molto triste?

A: When my grandmother died.

A: Quando è mancata mia nonna.

I B: Do you find yourself at ease in Italy? Or do you prefer America?

I B: Ti trovi meglio in Italia o preferisci l'America?

A: I prefer Italy but only from a certain point of view.

A: Preferisco l'Italia, ma solo sotto alcuni punti di vista.

I B: Thanks Angela for your kindness!

I B: Grazie Angela per la tua disponibilità!

Otto

Giovedì 30 Novembre

Quest’anno, durante la festa di Santa Caterina, per la prima volta, la Scuola Media di Villanova d’Asti ha partecipato alla fiera

allestendo un banchetto presso il quale alcuni alunni hanno venduto delle piante e dei semi donati dal dottor Felice Celestino,

promotore della Festa della Terra.

L’obiettivo era quello di sensibilizzare la popolazione villanovese al tema del riscaldamento globale, un problema che si sta

aggravando negli ultimi anni.

È un fenomeno climatico causato dall’effetto serra: i gas serra contenuti nell’atmosfera catturano gran parte dell’energia

ricevuta dal sole e la trattengono contribuendo così a mantenere più alta la temperatura della Terra.

In questi ultimi anni, a causa delle nostre attività diventate ormai abitudini (industria, deforestazione, utilizzo di automobili),

la temperatura della Terra è aumentata più del dovuto.

L’incremento dell’anidride carbonica in atmosfera ha numerose conseguenze: siccità, eventi atmosferici estremi (uragani,

inondazioni, incendi), alterazione degli ecosistemi, scioglimento dei ghiacciai, effetti gravi sulla salute e desertificazione.

Per contribuire alla riduzione del riscaldamento globale possiamo compiere alcune azioni, anche se piccole, molto importanti:

piantare degli alberi, utilizzare il meno possibile la macchina, risparmiare energia elettrica e usare le energie rinnovabili

(eolica, geotermica, solare, biomasse).

Piantando alberi possiamo ridurre l’anidride carbonica presente nell’atmosfera perché contribuiscono ad eliminarla. Durante il

giorno, infatti, le piante assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno grazie alla luce solare e alle foglie. Ovviamente

più la pianta è grande, più anidride carbonica assorbe ed è per questo che al banchetto abbiamo venduto querce, rovere,

faggio e gelso nero.

Inoltre, oltre ad aver venduto le piantine, abbiamo spiegato agli acquirenti gli effetti negativi che le loro azioni giornaliere

possono provocare all’ambiente.

Molti tra i passanti ci hanno ascoltati e hanno contribuito all’iniziativa, riconoscendo nel nostro impegno un piccolo grande

gesto di amore per il nostro pianeta.

Matilde Chiri

Piantiamo il nostro futuro

Mercoledì 20 dicembre 2017, all’interno della Chiesa parrocchiale di San Martino di Vil-

lanova, si è svolto il Concerto degli Auguri di Natale organizzato dalla Professoressa di

musica Chiara Ruffinengo, che ha coinvolto docenti, personale scolastico e tutti gli

alunni della scuola.

E’ stata la prima volta che il nostro Istituto si cimentava in un vero concerto al di fuori

delle mura scolastiche e quindi ci siamo impegnati molto per far sì che tutto si svol-

gesse al meglio. La preparazione del Concerto ha coinvolto in questi mesi non solo gli

alunni, impegnati nello studio dei brani da suonare o cantare, ma tutto il team della scuola “Astesano”: il Dirigente con

il suo staff, i docenti, il personale di segreteria e gli operatori scolastici.

Circa 180 alunni delle classi prime, seconde e terze si sono alternati nell’esecuzione di brani strumentali e canzoni natalizie,

con la partecipazione speciale della Junior Band, la sezione giovanile della Società Filarmonica Comunale diretta dal Maestro

Giovanni Gamba: tutti i brani sono stati introdotti dalla presentazione di alcuni alunni che ne spiegavano il significato.

La serata si è conclusa con un finale a sorpresa: un grande unico coro formato da tutti gli alunni, insegnanti e operatori

scolastici ha eseguito due canzoni natalizie, Happy Day e Happy Xmas.

E’ stata una bella esperienza che ci ha dato la possibilità di far conoscere al numeroso pub-

blico presente in Chiesa le attività di musica che abbiamo iniziato a settembre e che abbia-

mo continuato fino alla preparazione del concerto.

E’ stato molto bello scambiarsi gli auguri e trascorrere una così bella serata in compagnia.

Visto il successo, c’è da sperare che questa bellissima esperienza possa ripetersi ancora negli anni a venire, quindi… a risen-

tirci per il Concerto degli Auguri edizione 2018!

Viviana Zaccone, Francesca Binello, Federica Lagadari, Eleonora Negro e Chiara Lovecchio

IL CONCERTO DEGLI AUGURI

Nove

Il giorno 5 novembre 2017, in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, i ragazzi delle classi terze

della Scuola Media di Villanova, in collaborazione con la Filarmonica comunale di

Villanova d'Asti e con le scuole elementari, hanno partecipato ad una giornata

commemorativa, per ricordare la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale.

I ragazzi hanno dato il loro contributo cantando, diretti dalla professoressa Chiara

Ruffinengo, e leggendo lettere di uomini e donne testimoni della guerra.

Dopo la Messa, i ragazzi si sono riuniti e, per ricordare i nostri concittadini caduti

in guerra, hanno recitato alcune lettere scritte da donne, per rappresentare la

guerra dal punto di vista di coloro che l’hanno “subita” rimanendo a casa ad

aspettare i propri cari.

I ragazzi hanno inoltre cantato accompagnati dalla banda tre canti: “La leggenda

del Piave”, “L’Inno degli Alpini” e “L’Inno di Mameli”. Senza l’accompagnamento

musicale è stata eseguita, invece, la canzone “Soldato” dei Nomadi.

La giornata si è conclusa con il discorso del Sindaco che ha fatto riflettere tutti su

quanto sia importante non dimenticare.

Viviana Zaccone, Eleonora Negro, Francesca Binello, Chiara Lovecchio e Federica Lagadari.

I L 5 N O V E M B R E

L’anno scorso noi studenti dell’IC di Villanova d’Asti, con l’aiuto del personale del Comune, abbiamo aderito al progetto di

realizzare un bosco urbano nella nostra cittadina.

Che cos’è un bosco urbano?

Non si tratta di un bosco vero e proprio, ma di un’area verde aperta a tutti, dove è possibile andare a fare una passeggiata,

rilassarsi o leggere un libro.

Perché realizzarlo?

Il bosco urbano può essere utile per ridurre, grazie alla presenza degli

alberi, l’inquinamento atmosferico e acustico.

Farlo crescere a Villanova è molto utile perché le estati sono molto calde e

il bosco urbano manterrà l’area dove è stato collocato fresca e piacevole.

Dove si trova?

Il bosco urbano è nato nella zona dell’ex “poligono di tiro”, adiacente al circolo degli alpini: un’area da molto tempo

inutilizzata.

Il progetto

Il progetto, realizzato dalle attuali classi 2° B e C e 3° B e C, ha avuto inizio nel mese di aprile.

Con l’aiuto di un agronomo, noi ragazzi delle attuali terze ci siamo occupati di preparare il terreno, prima studiandolo, poi mi-

surandolo e dividendolo in tanti quadrati. I ragazzi delle attuali seconde si sono invece occupati della piantumazione.

Le caratteristiche delle piantine sono state studiate con attenzione per evitare errori o incidenti; ne sono state interrate 150,

quasi tutte sono autoctone.

In una seconda fase del progetto, i ragazzi di seconda si sono occupati di realizzare delle schede botaniche, mentre noi di

terza abbiamo realizzato un “questionario di gradimento” da sottoporre agli abitanti della città e non solo.

Durante il periodo estivo, inoltre, molti alunni della scuola si sono rimboccati le maniche e si sono presi cura del bosco

urbano, irrigando le piante e controllando l’area.

Il progetto, momentaneamente concluso, in realtà è solo un inizio, perché bisognerà aspettare una trentina d’anni prima che

le piantine diventino un vero bosco. Intanto Villanova si è arricchita di un luogo piacevole e salutare che potrà migliorare la

vita di tutti i Villanovesi, a due e a quattro zampe!

Armando Bregaji, Gabriele Franzese, Bruno Maci

Bosco Urbano

Dieci

Voi sapete cosa c'è dietro a quel film che state guardando?

Titanic: La scena nella quale il Titanic affonda, è stata girata in

un’enorme piscina costruita apposta per le riprese. Girato il film,

tutto il set fu smontato e le rimanenti parti della nave furono

vendute come metallo.

Una delle scene più belle e toccanti è sicuramente quella della

Grande Scalinata: quella scena poteva essere girata

solamente una volta, perché dopo l’acqua avrebbe distrutto ogni

cosa. Per fortuna andò bene al primo tentativo e, come previsto,

la scalinata fu letteralmente spazzata via dalla forza dell’acqua,

nonostante fosse stata rinforzata.

Dopo l’affondamento, alcune scene sono state girate in un serbatoio da 350 mila litri. I cadaveri congelati erano attori veri,

opportunamente truccati con una polvere speciale che si cristallizzava con l’acqua. Della cera è stata applicata sui capelli e sui

vestiti per creare un effetto bagnato.

Il film è stato girato in un enorme studio cinematografico (ancora oggi il più grande mai costruito) che si trova a Playa de Ro-

sarito in Messico.

E' stato costruito un modello in scala reale del Titanic lungo 250 m in grado di inclinarsi (il Titanic in realtà era lungo 270 ma

la prua non è stata ricostruita).

King Kong: è stato utilizzato, come ambientazione, un modellino in scala della città

di New York e il gorilla era un modellino di altezza di circa 50 cm.

Per girare la scena in cui il gorilla tiene nel palmo della mano la ragazza è stata usata una

enorme zampa meccanica.

The Avengers: In questo film si può vedere l ’incredibile lavoro di

ricostruzione digitale effettuato dalla più grande azienda di effetti speciali del

mondo: la Industrial Light & Magic di George Lucas.

Mark Ruffalo, l’attore che interpreta Hulk, viene ricostruito in una versione

digitale 3D per permettere una trasformazione perfettamente fluida tra l’attore

in carne e ossa e il suo mostruoso alter-ego verde. Ogni minimo dettaglio viene

curato con precisione maniacale, con l’obiettivo di superare qualsiasi effetto

speciale mai realizzato prima.

Da questo momento in poi è tutto un susseguirsi di scene digitali, riprese in blue o green screen e inserite con qualche attore

reale nella complicata scenografia. È particolarmente difficile far combaciare la prospettiva delle riprese reali con quelle

realizzate in computer grafica, ma non c’è una sola virgola fuori posto.

Il Signore degli Anelli: I l personaggio Gollum viene realizzato con l'effetto

“Capture Motion”, che consiste nel vestire l'attore con un abito pieno di pallini, che verrà

successivamente sostituita con l'immagine al computer.

Diego Rossotto e Alessio Aiassa

Effetti speciali

Undici

Quasi tutti conoscono la celebre saga di Harry Potter scritta da Joanne K. Rowling.

La saga cinematografica però nasconde molti segreti. Tra i tanti ne abbiamo scelti 10.

1. Nel film Harry Potter e la Pietra Filosofale le lettere che arrivano a Harry in un primo momento

erano state scritte a mano ma, siccome erano troppo pesanti per i gufi, vennero riscritte con l’utilizzo

della stampante. Questa però non fu l’unica problematica della scena, infatti fu anche difficile

insegnare ai gufi come consegnare le lettere, ci vollero sei mesi.

2. Tutte le porte della Grigott sono reali e funzionanti, non sono infatti state modificate al computer.

Per costruire solo quella della camera blindata di Bellatrix si impiegarono oltre tre mesi.

3.Tutte le merci vendute o esposte a Diagon Alley sono vere e sono state realizzate totalmente a mano.

4.Tutti i recipienti nella classe di pozioni contengono

qualcosa di diverso (ossa fornite da un macellaio locale,

foglie…) e sono più di mille.

5.Il Calice di Fuoco in legno è stato intagliato a mano

da un vero e proprio olmo inglese.

6.Ogni pedina della scacchiera magica presente nella Pietra Filosofale fu realizzata in dimensioni naturali. Ognuna infatti pesa

circa 250 Kg.

7.Per le scene che contengono “schiantesimi”, cadaveri o corpi pietrificati vennero fatti circa duecentocinquanta calchi degli

attori.

8. Le candele che fluttuano nella Sala Grande, nel film La Pietra Filosofale, erano vere poi vennero ritenute pericolose e

sostituite con candele aggiunte nel montaggio.

9. Ogni bacchetta misura dai tredici ai quindici centimetri, nessun personaggio ne ha una uguale a quella

degli altri. Tra tutte, quella più difficile da realizzare fu la Bacchetta di Sambuco.

10. Il vero nome della locomotiva a vapore è Hogwarts Castle, Hogwarts Express è infatti il nome della

linea ferroviaria che conduce dalla stazione King’s Cross alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Sara Di Rocco, Rebecca Pitrelli, Victoria Manara

HARRY POTTER LO SAPEVI CHE….

Francesca Benchea

Dodici

Draghi, zombie…ne sentiamo spesso parlare alla tv. Sono esseri immaginari, inventati, ma potrebbero

esistere davvero? Alcuni scienziati hanno voluto rispondere a questa domanda approfondendo la questione.

Gli scienziati americani Verstynen e Voytek si sono chiesti quali parti del cervello ed, eventualmente, quali

sue malformazioni avessero potuto dare vita agli zombie.

Per cominciare, il malfunzionamento del cervelletto provocherebbe

movimenti rigidi e scoordinati, invece la difficoltà nell’esprimersi e

nel comprendere sarebbero dovute al danneggiamento dell’emisfero sinistro del

cervello. L’aggressività sarebbe causata dal deterioramento della corteccia

prefrontale, dove hanno origine l’espressione della personalità, la presa delle deci-

sioni e la condotta sociale. Non si è riuscito a spiegare, dal punto di vista

neurologico, l’irrefrenabile voglia di carne umana (cannibalismo). Se mai una

persona dovesse essere infettata da uno zombie, bisognerebbe mandarla in

quarantena finché non si trova una cura. Per fermare l’epidemia tutti gli zombie,

anche se parenti o amici, dovrebbero essere uccisi.

Invece i draghi, ancora più fantastici degli zombie, sono creature che popolano i libri e

i film fantasy, come Eragon o il Trono di Spade. Ancora una volta, però, gli studiosi

hanno cercato una spiegazione per la loro esistenza. Sarebbero in grado di volare?

Molti hanno detto che sarebbe impossibile sostenere un peso simile in volo, ma lo

studioso Witton sostiene che lo pterodattilo pesava 250 kg e volava tranquillamente

con un’apertura alare di appena 10 m grazie ad ossa cave e sacche d’aria distribuite

in tutto il corpo. Si pensa che lo stesso apparato possa sostenere il volo dei draghi.

Per quanto riguarda la capacità di sputare fuoco, cosa alquanto bizzarra, in

natura c’è un coleottero che produce una sostanza caldissima, creata da due

sacche contenenti una l’idrogeno e l’altra un acido, che reagiscono

chimicamente in uscita dal corpo. Questa tecnica potrebbe essere anche

stata usata dai draghi che avrebbero potuto incendiare il metano prodotto

naturalmente nella digestione.

Ovviamente non esistono né zombie né draghi, sono semplicemente creature nate dalla fantasia di persone con molta

immaginazione. Visto che molte persone non credono alle cose astratte, gli scienziati hanno voluto mantenere vivo il detto

“mai smettere di credere nelle cose che non si possono vedere”.

Elisa Ronco

POTREBBERO ESISTERE?

RIDIAMOCI SU

A mezzanotte due zombie escono dalla tomba e barcollando si avviano

al cancello del cimitero.

Improvvisamente uno torna indietro, prende la lapide e se la infila

sottobraccio.

L'altro gli chiede: "Che fai ?".

E lui: "Di questi tempi è meglio girare con i documenti..."

Tredici

Chi tra di voi sa qual è l'animale sottomarino che si illumina al buio, che

mangia Caravelle Portoghesi e Lumache viola?

Vi diamo un altro indizio: assomiglia ad una lumaca e vive nelle profondità

degli oceani.

Se non avete indovinato, vi sveliamo il suo nome: è il “Drago blu”, in termini

scientifici chiamato “Glacus Atlanticus”.

Non è frutto della nostra fantasia, ma esiste davvero! È un mollusco con strani

segni sul dorso, scoperto nel 2017.

Pensate un po': il suo habitat è il

Mar Mediterraneo, ma anche

l'Oceano Atlantico e l'Oceano

Indiano. Vive circa uno o due an-

ni, e in una sola volta riesce a

deporre 9.000 uova... chissà come farà? Sfortunatamente alcune uova vengono

mangiate, altre muoiono alla nascita, perciò ne sopravvivono un terzo, circa

3.000 “draghetti”. Appena nati misurano circa un centimetro scarso, ma

raggiunta l'età adulta arrivano fino ai dieci centimetri di lunghezza. Nelle profondità dei mari e degli oceani il nostro Drago

blu vive in compagnia dei suoi simili e quando va a caccia di cibo punge le prede con la sua coda, emettendo del veleno che le

stordisce.

Vi abbiamo già detto che si nutre di Caravelle Portoghesi: queste Caravelle non

sono mica le imbarcazioni utilizzate da Cristoforo Colombo, ma si tratta di

molluschi simili alle meduse, con il corpo che però si illumina. Invece le Lumache

Viola non sono lumache diventate viola per lo spavento, ma animaletti con

tante zampine. Con questo tipo di menù, il nostro Drago non poteva che

diventare blu.

Le acque del nostro pianeta

contengono altri misteriosi animali... La prossima volta che andate al

mare, state bene attenti al fondale... potreste incontrarne qualcuno!

Cristina Lai, Flawia Durando

Un Drago BLU

è tra di noi ...

Quattordici

1.Dal cielo cade polvere di stelle.

Ogni anno, cadono più di 40000 tonnellate di polvere di stelle sulla Terra, come se una fatina le facesse cadere dal cielo.

Ovviamente il fenomeno è impercettibile alla vista umana.

2.Una giostra chiamata Mondo.

Anche se ognuno di noi ha la sensazione di essere ben ancorato a terra, in realtà

nessuno lo è; in questo preciso istante stiamo tutti roteando e volando

velocemente nello spazio. Stiamo girando in tondo insieme alla Terra ad una

velocità di 1600 km/h e intanto ruotiamo intorno al Sole ad una velocità di

100 000 km/h. Non vi gira un po’ la testa?

3.Temperature... Estreme!

A poche centinaia di chilometri dall'Artico si trova il villaggio russo di Oymyakon, che è considerato il posto più freddo sulla

Terra. Le temperature precipitano oltre i -60 gradi centigradi. Ad Oymyakon gli abitanti sono costretti a tenere accese le loro

auto per non far gelare la benzina.

Al contrario, nella Death Valley le temperature nel 2013 hanno raggiunto i 50 gradi centigradi. Come il nome della valle

suggerisce, durante l'estate, è severamente sconsigliato andare in giro da queste parti!

4.Rocce con le zampe?

Esistono rocce con le zampe? In una parte remota della Death Valley, esattamente nel lago asciutto Racetrak Playa, le rocce

per colpa del ghiaccio e del vento “passeggiano” compiendo lunghi percorsi. Quindi no... non esistono le rocce con le zampe.

5. Le dune canterine

In circa trenta posti sparsi per il Mondo si è registrato un fenomeno molto curioso: du-

ne di sabbia che cantano e suonano come un'orchestra. Il canto delle dune, un suono

basso simile ad un ronzio, ha affascinato Marco Polo durante i suoi viaggi e ha

incuriosito Charles Darwin. Solo a partire dalla fine del XIX secolo sono state realizzate

osservazioni scientifiche che hanno spiegato il fenomeno: sono i granelli di sabbia in

movimento ad emettere i suoni; le diverse dimensioni dei granelli producono suoni con

frequenze diverse. Insomma... le dune cantano, e cantano in coro!

Giuliano Ambarut

Curiosità sulla Terra

NORD vs SUD Lo sapevate che l'Italia ha più di 156 anni?

Nonostante sia un Paese unito da tutti questi anni, ha molte differenze fra le parti che lo compongono. Proprio per questo i

diretti interessati si prendono in giro fra di loro. Avete mai sentito le discussioni tra un abitante del nord e uno del sud che,

tra mille improperi, si danno vicendevolmente del “terrone” o del “polentone”? Quale diffidenza, poi! Pensate che il nonno di

una nostra compagna ha rinunciato a mangiare una squisita pizza perché è un piatto tipico di Napoli. Non sa cosa si perde!

Ma andiamo nel dettaglio.

Avete mai partecipato a un pranzo in una famiglia del Sud? Se la vostra risposta è sì, saprete sicuramente che, quando

pensate che il supplizio stia per finire perché siete al dessert, in realtà, il vostro stomaco deve ancora sopportare altri quattro

dolci sfornati dal nulla dal cuoco. Così, il pasto si prolunga ben oltre il tempo stabilito. Magari la digestione comincia giusto un

quarto d’ora prima del corposo aperitivo, preludio di una faraonica cena.

Al Sud tutto è un po' più economico, il pane al nord te lo fanno pagare 5 euro al chilo e

quando arrivi a casa ti strappi i capelli; invece, nelle regioni meridionali, costa 1 euro e ne

puoi prendere in quantità. Capite perché fanno i pranzi infiniti?

D’altronde riguardo alle feste al Sud non si scherza. Sia d’inverno che d’estate non è mai

troppo tardi per andare a dormire, si fa baldoria tutta la notte. Al Nord, invece, le feste sono

Quindici

Al giorno d'oggi si parla continuamente di fake news, sui giornali, in tv, sui libri, sui social network…ma che cosa sono?

“Fake news” è un'espressione inglese traducibile in italiano con “notizie false”. La si utilizza per indicare quelle fonti che

inventano del tutto o in parte le informazioni, diffondendo contenuti ingannevoli oppure modificando le notizie vere.

Ma i ragazzi di oggi quanto ne sanno su questo argomento?

“Per te cosa significa fake news?” Abbiamo sottoposto ad alcuni studenti della scuola questa domanda.

Vediamo le loro risposte:

Alice, 11 anni: “Secondo me fake news è trovare su Internet una notizia falsa”.

Roberto, 13 anni: “Per me fake news è trovare una pubblicità su Minecraft non vera”.

Andrea, 12 anni: “Per me la fake news è una notizia falsa trovata sui social che inganna tutti”.

Come si fa a riconoscere una fake news (o bufala)?

-evitare estensioni strane;

-controllare altre fonti;

-verificare chi ha scritto la notizia;

-fare attenzione alle foto presenti (per esempio se non sono attinenti con l'argomento che stai affrontando);

-controllare le date;

-fare attenzione alla formattazione, cioè se l'impaginazione è strana e contiene errori di battitura.

Quindi, caro lettore, fai molta attenzione a ciò che gira sul web, non sempre quello che spacciano per vero è la verità.

Viviana Zaccone, Eleonora Negro, Francesca Binello, Chiara Lovecchio e Federica Lagadari

AL NORD AL SUD

più contenute. Prendete la notte di San Silvestro: a Milano due stelline sono più che sufficienti per celebrare l’anno nuovo; a

Palermo si sparano camion di petardi, bombe a mano, candelotti di dinamite.

A proposito di esplosivi, avete mai sentito l’alito di un piemontese che ha mangiato il piatto tipico della sua regione, la bagna

caöda? Vi consigliamo di starne lontani perché nuoce gravemente alla salute. Anche se, probabilmente, la potenza di fuoco di

un calabrese che ha appena finito di gustare la sua amata nduja non deve essere da meno.

Possiamo dire con certezza (o quasi) che i dialetti del Nord sono incomprensibili, a meno che uno non li conosca; quelli del

Sud, invece, sono più capibili. Il premio per il dialetto più simpatico, secondo noi, spetta al napoletano. Siete d’accordo?

Vogliamo parlare del clima?? La differenza è abissale!

Se al Nord ci sono 0 gradi, al Sud ce ne saranno almeno 20. Se al Sud fa freddo, al Nord ci sono i pinguini!

Purtroppo, o per fortuna, noi italiani siamo un popolo imperfetto, indipendentemente dalle terre che abitiamo. Ma non è forse

anche questo che ci rende così fantastici?

Andrea Casalaova, Emanuele Verdi

LE FAKE NEWS

Sedici

IL RACCONTO FANTASY Una guerra tra civiltà scoppiata per colpa dei CHIMERA

Iniziò tutto due anni fa. Io e i miei

genitori eravamo in macchina, pronti

per dirigerci in Puglia.

Ad un certo punto del viaggio,

iniziarono a scendere dal cielo sfere

infuocate ed uscire delle forme di vita

equipaggiate di armi al plasma.

I miei genitori mi dissero di stare

tranquillo ma, poco dopo, una delle

sfere piombò sull’auto.

I miei genitori non sopravvissero allo

schianto, non sapevo cosa fare, mi

rifugiai dietro un albero finché dei

militari mi videro e mi soccorsero.

Mi posero molte domande ma ero

troppo sconvolto per rispondere; senza

conoscere il motivo, seguii il loro invito

a salire su una navicella insieme ad

altre persone.

Qualcuno urlò “Forza, veloci, dobbiamo

portarli su Nataroc”.

Solo dopo capii che Nataroc era un

pianeta e che per arrivarci bisognava

attraversare tutti i pianeti e due

sistemi solari.

La partenza era prevista dopo 15

minuti.

Avevo paura, non riuscivo a credere a

quello che stava succedendo.

Stavamo per decollare, un militare

fece partire il conto alla rovescia: 10-9

-8-7-6, ormai pochi secondi mi

dividevano dalla partenza 5-4-3-2-1.

UN MESE E MEZZO DOPO…

Finalmente atterrammo a Nataroc e i

militari, aiutati da altre persone,

liberarono i droni per cercare forme di

vita.

A sette km di distanza dalla navicella

venne avvistata una base di Morgan

abbandonata, questo voleva dire che

c’erano forme di vita.

Entrammo e, mentre camminavamo, ci

sembrava di essere osservati. In fondo

al corridoio della base era visibile una

luce bianca.

Ci sporgemmo in avanti per osservare

meglio, quando due braccia presero il

mio nuovo amico Byeker.

Iniziammo a correre più veloce

possibile verso la porta, una volta fuori

ci dirigemmo verso la navicella dove

ritrovammo anche i droni.

Passata una settimana, ci rimettemmo

in viaggio. Ci fermammo su un pianeta

sconosciuto che noi chiamammo

Alfagan.

Io e i miei compagni chiedemmo al

popolo locale di incontrare il capo e,

dopo alcune discussioni, riuscimmo a

firmare il contratto di alleanza.

Ci dovevamo rimettere in viaggio ma

la nostra nave nel frattempo era stata

distrutta dall’attacco di altri pianeti,

così la popolazione di Alfagan si offrì di

prestarci una navicella e alcuni droni.

Raggiunto il pianeta Alfatrinis, fummo

catturati e imprigionati dagli abitanti

per essere entrati nella loro atmosfera.

Volevamo fuggire, per farlo dovevamo

uccidere le guardie! Un mio compagno

riuscì a liberarsi dalle catene, mi aiutò

e tutti riuscimmo a scappare. Ci

precipitammo sulla prima navicella

libera che trovammo e riprendemmo il

viaggio.

Eravamo in volo da ormai due

settimane e i Chimera, una malvagia

popolazione aliena, avevano

schiavizzato Alfatrinis ed ora

volevano invadere la Terra.

ANNI DOPO..

Ormai erano passati anni da quando

mi ero messo in viaggio, ora avevo 30

anni e stavo combattendo con i miei

compagni rimasti contro un virus che

si era diffuso su Azrum, Ziskera e

Nataroc, ora nessun pianeta vicino era

sicuro.

Ero su Nataroc e stavo lavorando alla

costruzione di nuove armi quando il

mio piano di lavoro iniziò a tremare e

con lui anche io. La scossa diventò

sempre più forte fino a farmi cadere.

Subito uscii fuori e lì trovai i miei

compagni che stavano salendo sulla

nave, non sapevo dove stessimo

andando, vedevo solo un portale,

“cosa sta succedendo?”, chiesi,

nessuna risposta, solo dopo vari

minuti il capitano dichiarò: “Stiamo

uscendo dalla galassia”. Questo non mi

aiutò affatto, “Come!...dove

andremo?”.

“In un altro sistema, finalmente

avremo una vita più sicura”.

Arrivati su Xandar, fummo

nuovamente attaccati da parte dei

Chimera, contrattaccammo la nave più

vicina cercando di collegarci alla nave

madre, con questa mossa speravamo

di far estinguere la specie dei Chimera.

Quando la nostra nave atterrò su

quella nemica, uccisero subito i miei

compagni, incredibilmente fui lasciato

vivo.

Mi presero e mi rinchiusero in un

laboratorio segreto.

Fine prima parte

Samuel Lombardo e Rebecca Di Napoli

Diciassette

Cosa c’è dentro un IPhone?

Tutti siamo sempre connessi attraverso il nostro smartphone, ma cosa rende unico un IPhone rispetto ad altri gioiellini

tecnologici?

Potremmo pensare che questo pezzo di tecnologia venga tutto montato e lucidato a Cupertino negli USA, invece diverse

aziende, sparse nei diversi continenti, si occupano della costruzione di uno smartphone che sta nel palmo di una mano.

Oggi vedremo sei pezzi importanti.

La BATTERIA, unica fonte di energia per il nostro piccolo oggettino, lo tiene sveglio per ore

ed ore, ma non dimenticate di ricaricarla; spesso quando è scarica porta tutti noi a vagare

come zombie in cerca di corrente “IO AVERE FAME DI ENERGIA”.

La MEMORIA, tesoro e custode di tutte le cose, serve bella ampia: più ne avete e più ne

consumerete, bramosi come siamo di megabyte alla fine non ci basterà mai.

La FOTOCAMERA, l’occhio del nostro gioiellino. Certamente è fatta con le migliori tecnologie disponibili in commercio, ma a

noi non andrà mai bene… eh sì perché la vorremmo come una reflex pronta ad immortalare alla perfezione volti e paesaggi.

PS. Non dimentichiamo quella frontale! I nostri selfie devono cogliere i nostri bei sorrisi, ma ricordiamo di aggiungere un

vetro rinforzato altrimenti corriamo il rischio di mandarla in frantumi al primo scatto.

Il TOUCHSCREEN, il nostro punto di contatto quotidiano che ci permette di accarezzare e sfiorare il nostro amato

(sbalorditivo). Questo componente non teme la nostra mano unta che ha agguantato le patatine fritte e nemmeno le dita

appena uscite dal naso. Ogni tanto cercate di pulirlo tanto il nostro eroe non teme nemmeno l’acqua!

Il PROCESSORE, questo instancabile centometrista, ha il compito di fare tutte le operazioni chieste dalle app del nostro

smartphone.

Lo SPEAKER sempre pronto a sintonizzarti sulle tue frequenze preferite.

Con dei gadget potrai anche ampliare il suono! Waaaaaaa!

Federico Rapisarda

A cura di:

Armando Bregaji, Gabriele Franzese e Bruno Maci

Diciotto

ISTITUTO COMPRENSIVO

di VILLANOVA d’ASTI

http://www.icvillanovasti.gov.it

via Zabert,14 14019 VILLANOVA d’ASTI

La redazione:

AMBARUT CASALAOVA VERDI SAVINO RAPISARDA VELLUCCI BOSIO MUZZIN CAPRIOLI MURATORE DI NAPOLI DI ROCCO DOGLIOTTI DURANDO LAI

CHIRI PITRELLI AIASSA DE MARIA ROSSOTTO RONCO MIATELLO CANTARELLA NEGRO LENTINI SANCIO MANGANO LAGADARI ZACCONE BINELLO LOVECCHIO MANARA

Illustratori:

BREGAJI FRANZESE MACI TAVELLA BENCHEA PELASSA LAGADARI

I docenti:

Valeria Carretto Claudio Cavalla Anna Musso Daniela Ventura Cesarino Zollo

RINGRAZIAMENTI

Un ringraziamento speciale va a tutti i disegnatori che hanno contribuito ad impreziosire l’impaginazione del

giornale con le loro artistiche illustrazioni, alla professoressa Amoruso per le sue preziose idee e a tutti i docen-

ti per la disponibilità e la pazienza con cui hanno assecondato le nostre richieste,