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La generazione di freddo in impianti a recupero di calore Paolo Colaiemma [email protected] Come è noto la generazione di freddo per climatizzazione ambientale, per applicazioni industriali od altro può essere effettuata con particolari apparecchiature, denominate assorbitori, in cui l’effetto utile è ottenuto a spese di energia termica fornita ad un opportuno livello di temperatura. La sorgente termica può essere costituita da acqua, olio diatermico, vapore o fumi caldi, disponibili in processi industriali. L’energia termica fruibile, il più delle volte altrimenti persa, viene recuperata con appositi scambiatori e trasferita all’assorbitore per mezzo di idonei fluidi termovettori, normalmente acqua calda o pressurizzata oppure vapore. Di seguito vengono considerati assorbitori di piccola taglia alimentati ad acqua calda, compresa tra i 70 °C e 95 °C. L’acqua refrigerata è prodotta ad una temperatura minima di 5,5 °C. La dissipazione del calore dal circuito è ottenuta normalmente con torri evaporative. La serie delle macchine proposte comprende cinque modelli di potenza frigorifera nominale rispettivamente di 17,6 kW, 35 kW, 70 kW, 105 kW e 176 kW. Essendo macchine modulari compatibili tra di loro possono essere installate in più unità combinate per coprire diversi livelli di potenza. La presente memoria è articolata sull’analisi dei vari aspetti tecnici riguardanti questa particolare serie di apparecchiature. Sono dapprima richiamati i principi del processo termodinamico, denominato ad assorbimento; indi elencati i dati peculiari delle macchine ed illustrate le loro caratteristiche di funzionamento; si forniscono poi utili suggerimenti sulla loro più idonea utilizzazione per la produzione di acqua refrigerata in impianti a recupero di calore. Principio di funzionamento dei gruppi ad assorbimento Il principio di funzionamento dei gruppi analizzati è illustrato nella figura 1), in cui vengono schematizzati i componenti principali della macchina e le varie fasi del processo.

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La generazione di freddo in impianti a recupero di

calore

Paolo Colaiemma

[email protected]

Come è noto la generazione di freddo

per climatizzazione ambientale, per

applicazioni industriali od altro può

essere effettuata con particolari

apparecchiature, denominate assorbitori,

in cui l’effetto utile è ottenuto a spese di

energia termica fornita ad un opportuno

livello di temperatura.

La sorgente termica può essere

costituita da acqua, olio diatermico,

vapore o fumi caldi, disponibili in

processi industriali.

L’energia termica fruibile, il più delle

volte altrimenti persa, viene recuperata

con appositi scambiatori e trasferita

all’assorbitore per mezzo di idonei

fluidi termovettori, normalmente acqua

calda o pressurizzata oppure vapore.

Di seguito vengono considerati

assorbitori di piccola taglia alimentati ad acqua calda, compresa tra i 70 °C e 95 °C. L’acqua

refrigerata è prodotta ad una temperatura minima di 5,5 °C. La dissipazione del calore dal circuito è

ottenuta normalmente con torri evaporative.

La serie delle macchine proposte comprende cinque modelli di potenza frigorifera nominale

rispettivamente di 17,6 kW, 35 kW, 70 kW, 105 kW e 176 kW. Essendo macchine modulari

compatibili tra di loro possono essere installate in più unità combinate per coprire diversi livelli di

potenza.

La presente memoria è articolata sull’analisi dei vari aspetti tecnici riguardanti questa particolare

serie di apparecchiature. Sono dapprima richiamati i principi del processo termodinamico,

denominato ad assorbimento; indi elencati i dati peculiari delle macchine ed illustrate le loro

caratteristiche di funzionamento; si forniscono poi utili suggerimenti sulla loro più idonea

utilizzazione per la produzione di acqua refrigerata in impianti a recupero di calore.

Principio di funzionamento dei gruppi ad assorbimento

Il principio di funzionamento dei gruppi analizzati è illustrato nella figura 1), in cui vengono

schematizzati i componenti principali della macchina e le varie fasi del processo.

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Generatore

L’acqua di alimentazione riscalda, portandola all’ebollizione, la soluzione diluita di acqua e

bromuro di litio contenuta nel generatore. L’ebollizione libera vapore acqueo (refrigerante) e

concentra la soluzione di bromuro di litio. Questa viene raccolta e pre-raffreddata, passando

attraverso uno scambiatore di calore, prima di venire immessa nell’assorbitore.

Condensatore

Il vapore refrigerante perviene al condensatore dove condensa sulla superficie delle serpentine del

circuito di raffreddamento.

Il calore di condensazione è rimosso dall’acqua di raffreddamento ed espulso, normalmente

attraverso una torre evaporativa. Il liquido refrigerante, raccolto nel condensatore, passa quindi

nell’evaporatore attraverso un apposito orifizio.

Evaporatore

La pressione esistente nell’evaporatore è assai più bassa di quella del generatore e del condensatore

per l’influenza esercitata dall’assorbitore. Per questo motivo il liquido refrigerante, una volta entrato

nell’evaporatore, bolle ed assorbe calore evaporando sulla superficie delle serpentine del circuito

dell’acqua da refrigerare. Il vapore refrigerante ottenuto fluisce quindi nell’assorbitore.

All’interno del generatore

la soluzione diluita di

LiBr al 52% è portata

all’ebollizione. Il vapor

d’acqua prodotto fluisce al

condensatore ed il

separatore convoglia la

restante soluzione

concentrata al 56%

all’assorbitore, attraverso

lo scambiatore di calore.

Il processo è endotermico

(79-88°C)

Il vapore prodotto viene

assorbito dalla soluzione

concentrata di LiBr, con

processo esotermico

(29-35°C)

L’acqua depressurizzata

evapora a contatto con le

serpentine dell’acqua da

refrigerare. Ciò crea

l’effetto frigorifero (5-7°C)

Il vapore caldo viene raffreddato

e condensato (29-35°C)

Vapore

Vapore

Acqua

di raffreddamento

Acqua

refrigerata

8 kPa

0.7 kPa

Condensatore

Acqua

calda

Acqua

Assorbitore Evaporatore

Generatore

Separatore

52% LiBr

Orifizio

56% LiBr

Scambiatore

di calore

Acqua

di raffr.

WFC SC 30 Bilancio terrmico

Calore kW kW

Generatore in 150,6

Condensatore out 122,2 Evaporatore in 105,0

Assorbitore out 133,4

255,6 255,6

Pompa di

soluzione

Figura 1. Ciclo frigorifero ad assorbimento e bilancio termico

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Assorbitore

La bassa pressione nell’assorbitore è dovuta all’affinità chimica fra la soluzione concentrata di

bromuro di litio proveniente dal generatore ed il vapore acqueo che si forma nell’evaporatore. Il

vapore refrigerante viene assorbito dalla soluzione concentrata di bromuro di litio, mentre

quest’ultima lambisce la superficie delle serpentine dell’assorbitore.

Il calore di condensazione e di diluizione è rimosso dall’acqua di raffreddamento. La soluzione

diluita di bromuro di litio è poi pre-riscaldata nello scambiatore di calore prima di ritornare nel

generatore.

Bilancio termico

Allo scopo di quantificare le varie potenze in gioco, nel riquadro di figura 1) vengono riportati i

valori caratteristici del bilancio termico del ciclo riferiti al modello da 105 kW frigoriferi nominali.

E’ opportuno tener presente che la quantità di calore da smaltire in ambiente esterno risulterà,

ovviamente, la somma di quella di alimentazione, pari a 150,6 kW, più quella assorbita

dall’ambiente da refrigerare pari a 105 kW, in totale quindi 255,6 kW.

Il rapporto tra la potenza dissipata e quella frigorifera prodotta è pari a 2,43. Ciò significa che per

ogni kW frigorifero prodotto si dovranno smaltire nell’ambiente 2,43 kW termici.

Il rapporto tra la potenza frigorifera erogata dalla macchina, pari a 105 kW, e quella termica fornita

alla stessa, pari a 150,6 kW, quantifica le sue prestazioni. Il valore di efficienza del gruppo,

denominato COP (Coefficient Of Performance) è, nel caso in esame, pari a 0,7. In altri termini per

produrre 1 kW frigorifero saranno necessari 1,43 kW termici.

Specifiche tecniche

Nella tabella 1 vengono riportate le specifiche tecniche degli assorbitori presi in esame.

Le potenze frigorifere nominali per le cinque unità proposte sono rispettivamente di 17,6 kW, 35

kW, 70 kW, 105 kW e 176 kW.

L’acqua refrigerata è prodotta a 7°C e con ritorno alla macchina a 12,5°C. È possibile variare la

temperatura di erogazione tra un minimo di 5,5°C ed un massimo di 15,5°C, fermo restando il

valore di salto termico fra la temperatura di mandata e quella di ritorno di 5,5°C.

La potenza da dissipare è rispettivamente di 42,7 kW, 85,4 kW, 171 kW, 256 kW e 428 kW con

temperature dell’acqua di raffreddamento in uscita di 35°C e di ingresso alla macchina di 31°C.

La potenza assorbita è nell’ordine pari a 25,1 kW, 50,2 kW, 100,4 kW, 150,6 kW e 252 kW con

temperature di lavoro di 88°C in entrata e di 83°C in uscita.

L’intervallo delle temperature dell’acqua di alimentazione utilizzabile è compreso tra i 70°C ed i

95°C. Le prestazioni delle macchine risulteranno ovviamente influenzate dal livello di temperatura

utilizzato, come appare evidente dall’analisi delle curve di funzionamento appresso riportate.

Da notare la ridottissima potenza elettrica assorbita per l’azionamento delle unità rispettivamente

pari a 48 W, 210 W, 260 W, 310 W e ...W . Questi valori, ovviamente, non tengono conto della

potenza elettrica richiesta per il funzionamento delle apparecchiature di circolazione dei fluidi di

lavoro (acqua di alimentazione ed acqua refrigerata) e per lo smaltimento del calore (acqua di

raffreddamento).

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Tabella 1. Specifiche tecniche degli assorbitori considerati

Modello WFC

SC 5

WFC

SC 10

WFC

SC 20

WFC

SC 30

WFC

SC 50

Potenza frigorifera kW 17,6 35 70 105 176

Acq

ua

refr

iger

ata Temperatura

Ingresso °C 12,5

Uscita °C 7

Perdite di carico kPa 52,6 56,1 65,8 70,1 40,2

Pressione massima di

lavoro kPa 588

Portata nominale l/s 0,77 1,53 3,06 4,58 7,65

Volume serpentine l 8 17 47 73

Acq

ua

raff

redd

amen

to

Potenza dissipata kW 42,7 85,5 171 256 428

Temperatura Ingresso °C 31

Uscita °C 35

Perdita di carico kPa 38,3 85,3 45,3 46,4 41,2

Fattore sporcamento

M2hr°K/kW 0,086

Pressione massima di

lavoro kPa 588

Portata nominale l/s 2,55 5,1 10,2 15,3 25,5

Volume serpentine l 37 66 125 194

Acq

ua

cald

a

Potenza assorbita kW 25,1 50,2 100,4 150,6 252

Temperatura

Ingresso °C 88

Uscita °C 83

Range °C Minimo 70 – Massimo 95

Perdita di carico kPa 95,8 90,4 46,4 60,4 85,2

Pressione massima di

lavoro kPa 588

Portata nominale l/s 1,2 2,4 4,8 7,2 12

Volume serpentine l 10 21 54 84 170

Alimentazione

elettrica

Alimentazione elettrica

220V

1 fase

50Hz

400V 3 fasi 50Hz

Potenza assorbita W 48 210 260 310 590

Intensità di corrente A 0,22 0,43 0,92 1,25 2,6

Controllo Refrigerazione ON - OFF

Dimensioni

Larghezza mm 594 760 1.060 1.380 1.785

Profondità mm 744 970 1.300 1.545 2,060

Altezza (compresa piastra

di fissaggio) mm 1786 1.920 2.030 2.065 2.223

Peso A vuoto kg 365 500 930 1.450 2.100

In esercizio kg 420 604 1.156 1.801 2,725

Rumorosità Livello sonoro dB(A) a 1 metro 46 46 49 46 57

Diametro

tubazioni (A)

Circuito acqua refrigerata mm 32 40 50 50 80

Circuito acqua di

raffreddamento mm 40 50 50 65 80

Circuito acqua calda mm 40 40 50 65 80

Armadio

Impermeabile idoneo ad installazione all’aperto,

dotato di pannellature di acciaio zincato verniciato

color alluminio

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Curve caratteristiche di prestazione

a)

b)

c)

Figura 2. Curve caratteristiche di prestazione dell’assorbitore di potenza frigorifera nominale pari a 105 kW

0

20

40

60

80

100

120

140

160

65 70 75 80 85 90 95 100

Temperatura di alimentazione acqua calda °C

Temperatura di ingresso acqua di raffreddamento

27°C

29.5°C

31°C

32°C Standard point Uscita acqua refrigerata 7°C

Po

ten

za f

rig

ori

fera

ero

gata

kW

0

50

100

150

200

250

65 70 75 80 85 90 95 100

Temperatura di alimentazione acqua calda °C

Temperatura di ingresso acqua di raffreddamento

27°C 29.5°C

31°C 32°C

Standard point Uscita acqua refrigerata 7°C

Po

en

za t

erm

ica

as

so

rbit

a k

W

0,6

0,7

0,8

0,9

1

1,1

0 20 40 60 80 100 120

Variazione portata acqua calda %

Fatt

po

te

ero

gata

Standard point. Uscita acqua refrigerata 7°C

Fatt

ore

di p

en

alizza

zio

ne d

ella

po

ten

za

ero

gata

P

ote

nza t

erm

ica a

ss

orb

ita k

W

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Le prestazioni di ogni singola macchina vengono evidenziate dalle relative curve caratteristiche.

Nella figura 2 sono illustrate quelle dell’unità WFC-SC 30. Per le stesse varranno le seguenti

considerazioni, valide peraltro per tutta la gamma delle apparecchiature.

Tenendo fissa la temperatura dell’acqua refrigerata prodotta, pari a 7°C, la potenza frigorifera

erogata è fortemente influenzata dalle temperature dell’acqua di raffreddamento o meglio di

dissipazione e dalla temperatura dell’acqua di alimentazione. Si otterranno valori di potenza più

elevati, infatti, diminuendo la temperatura dell’acqua di raffreddamento oppure aumentando quella

di alimentazione. La temperatura dell’acqua di raffreddamento, che comunque non può scendere

sotto il valore di 24°C per evitare fenomeni di cristallizzazione della soluzione di lavoro, è dettata,

nel caso di utilizzo di torri evaporative, dalla temperatura a bulbo umido dell’aria esterna,

caratteristica della località d’installazione.

La temperatura dell’acqua di alimentazione non può eccedere, sulle unità considerate, i 95°C, per

motivi di sicurezza operativa, risultando la temperatura limite di progetto della macchina pari a

100°C. Essa, peraltro, può scendere a valori molto bassi, scontando per contro forti flessioni di

potenza.

Da ultimo è stato illustrato sempre nella figura 2) l’andamento del fattore di penalizzazione della

potenza frigorifera per riduzione della portata dell’acqua di alimentazione, fermi restando i

rimanenti parametri caratteristici di funzionamento.

I valori ottenibili dai grafici illustrati nella figura 2) possono essere utilizzati per ipotizzare

differenti condizioni di funzionamento della macchina, anche se i risultati ottenibili debbono essere

considerati solamente indicativi.

Per quanto riguarda le curve caratteristiche di prestazione delle altre unità della serie si rimanda al

sito www.maya-airconditioning.com

Schemi concettuali di impianto

In figura 3) è illustrato uno schema concettuale di impianto, che utilizza un assorbitore alimentato

con calore di recupero.

L’impianto è caratterizzato da due circuiti, quello primario deputato alla rivalorizzazione di calore

di recupero e quello secondario di gestione dell’assorbitore. I due circuiti sono interconnessi da uno

scambiatore. Questo, che è dotato di quattro connessioni, provvede ad una distribuzione all’utenza a

4 tubi.

Ad una temperatura dell’acqua calda disponibile nello scambiatore di almeno 70°C, qualora sia

richiesta acqua refrigerata, verranno azionate le pompe P3, P2 e P1 a servizio dei circuiti idraulici

dell’assorbitore.

L’acqua calda di alimentazione affluirà dallo scambiatore attraverso le valvole deviatrici MV2 e

MV3 sino all’assorbitore e da questo ritornerà allo scambiatore. L’acqua refrigerata spinta dalla

pompa P1 fluirà alle diverse utenze quali ad esempio centrale di trattamento aria, ventilconvettori

od altro.

Se è richiesto contemporaneamente calore, la valvola deviatrice MV1 verrà azionata allo scopo di

convogliare l’acqua calda all’utenza termica.

Nel caso di solo fabbisogno termico per riscaldamento, la valvola MV3 escluderà l’assorbitore.

Allorché l’impianto di recupero di calore venga posto fuori servizio per manutenzione od altro, la

valvola MV2 provvederà a deviare tutto il fluido termovettore verso la caldaia ausiliaria, allo scopo

di soddisfare comunque l’utenza. La stessa, ovviamente, dovrà essere in grado di fornire l’acqua

calda alle temperature e nelle quantità di progetto.

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Nello schema è prevista una torre evaporativa chiusa. Poiché la qualità dell’acqua ed il suo

trattamento richiedono pur sempre una particolare attenzione, le torri chiuse offrono una soluzione

idonea alla salvaguardia dell’assorbitore.

La figura 4) illustra uno schema di impianto, che si differenzia dal precedente per il sistema di

smaltimento del calore operato mediante l’impiego di acqua a perdere.

Per quanto riguarda il raffreddamento con acqua a perdere, anche nel caso di acqua prelevata da

roggia o da fiume, la cui disponibilità in linea teorica, risulta essere illimitata, sussistono problemi

di approvvigionamento e di inquinamento termico, come di seguito precisato. E’ comunque

indispensabile tener presente che gli assorbitori in esame, come già precedentemente segnalato,

impongono temperature di condensazione comprese tra i 24°C ed i 31°C. Per contro la temperatura

di prelievo dell’acqua a perdere è, normalmente compresa, tra i 12°C ed i 18°C. Si dovrà, quindi,

miscelare parte dell’acqua ambiente, a temperatura inferiore, mediamente a 15°C, con acqua

ricircolata dallo scambiatore a temperatura superiore, mediamente a 32°C, mediante azionamento

della valvola MV4 di figura.

Figura 3. Schema concettuale di impianto con condensazione operata mediante torre evaporativa

Alimentazione

da recuperatore

di calore

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Figura 4. Schema concettuale di impianto con condensazione operata mediante acqua a perdere

Il sistema di regolazione

Di seguito, con riferimento agli schemi di figure 3) e 4), viene illustrato il sistema di controllo del

funzionamento delle macchine.

Nella tabella delle specifiche tecniche sono riportate le funzioni di regolazione ON-OFF. Nella

modalità ON un termostato (WT1) posizionato sulla mandata dell’acqua refrigerata comanda, in

funzione della temperatura di questa, la pompa dell’acqua calda di alimentazione.

Le temperature standard di regolazione sono le seguenti:

- avvio della pompa dell’acqua calda alla temperatura dell’acqua refrigerata in uscita dalla

macchina di 10,5°C;

- arresto della stessa pompa alla temperatura dell’acqua refrigerata in uscita di 6,5°C.

Le temperature sopra indicate (set point) possono essere modificate, senza peraltro alcuna

possibilità di cambiamento del differenziale di temperatura delle stesse.

Questa caratteristica permette di impostare sulle unità una regolazione a step control fissando

differentemente in cascata i set point delle singole macchine in installazioni di più unità combinate;

l’utilizzo dei gruppi può così essere modulato in funzione delle variazioni del carico.

Per la refrigerazione la macchina richiede l’operatività della pompa P1 dell’acqua refrigerata, della

pompa P2 dell’acqua di raffreddamento e della pompa P3 dell’acqua calda di alimentazione. Nel

normale funzionamento la pompa P3 dell’acqua calda di alimentazione e la pompa P2 dell’acqua di

raffreddamento operano comandate dal termostato (WT1), posizionato sull’uscita dell’acqua

refrigerata. Di conseguenza se la temperatura dell’acqua refrigerata si abbassa sino a valori di 6,5°C

Alimentazione

da recuperatore

di calore NOTE

1)MV1-Valvola On-Off deviatrice 2)MV2- Valvola On-Off deviatrice

3)MV3- Valvola On-Off deviatrice

4)MV3-Valvola miscelatrice

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o meno, le pompe P2 e P3 vengono disattivate. La pompa P1 dell’acqua refrigerata, viceversa,

rimane operativa e di conseguenza provvede alla domanda variabile del sistema di climatizzazione.

Se la temperatura dell’acqua refrigerata mossa dalla pompa P1 sale a 10,5°C le pompe P2, P3 si

riavviano automaticamente. L’operatività della macchina verrà così pienamente ristabilita. Può

quindi affermarsi che l’unità in realtà non è mai stata messa fuori servizio dal termostato (WT1);

essa è stata semplicemente esclusa dall’alimentazione, assecondando il carico di refrigerazione

richiesto dal sistema.

Con la macchina fuori servizio OFF, con segnalazione STOP sul pannello di controllo della CPU,

anche la pompa P1 cessa di operare. Tale stato consiste ovviamente nella completa inattività di

funzionamento dell’unità.

Lo smaltimento del calore

Come sopra accennato, per la corretta funzionalità della macchina, è necessario smaltire in

ambiente esterno una quantità di calore somma di quello di alimentazione della macchina stessa, più

quello assorbito nella refrigerazione.

Nel caso dell’unità in esame WFC-SC 30 la potenza da dissipare risulterà pari a 256,6 kW somma

di quella di alimentazione pari a 150,6 kW e di quella assorbita nella refrigerazione pari a 105 kW.

Un sistema comunemente utilizzato per rigettare calore in atmosfera è quello di predisporre ampie

superfici di scambio termico con l’aria ambiente, in modo che questa, sempre che si trovi ad una

temperatura inferiore, lo possa sottrarre alla macchina. Detto sistema di raffreddamento è detto ad

aria od anche a secco.

Quando l’aria ambiente non è sufficientemente fredda, oppure per diminuire le superfici di scambio,

il calore può essere smaltito anche utilizzando acqua, prelevandola relativamente fredda

dall’ambiente esterno (roggia, pozzo, fiume e così via) e restituendola poi più calda allo stesso

Figura 5

Riwag A.G. Turen Arth Svizzera

Assorbitori condotti con calore ricavato da combustione di trucioli legnosi.

L’acqua refrigerata è utilizzata per il raffreddamento degli stampi di

presse. Potenza frigorifera istallata 420kW.

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ambiente esterno. Il raffreddamento ad acqua è più efficiente di quello ad aria, sia perché l’acqua è

di solito a temperatura inferiore di quella dell’aria, sia perché il suo coefficiente di scambio termico

è più elevato. Per contro l’acqua risulta meno conveniente per i suoi alti costi ed il suo impiego è

sempre meno consentito dalle amministrazioni locali per le implicazioni ambientali connesse

all’inquinamento termico delle acque pubbliche.

Torri Evaporative

Per il rigetto del calore generato negli assorbitori, che utilizzano quale fluido di lavoro una miscela

di acqua e bromuro di litio, sono normalmente impiegate torri evaporative. La loro adozione è

dovuta principalmente al basso livello delle temperature di smaltimento imposto dall’assorbitore

(31-35°C).

Il funzionamento delle torri evaporative è basato sull’utilizzazione del calore latente di

evaporazione dell’acqua. Mettendo a contatto nella torre una portata d’acqua, finemente suddivisa,

con una corrente d’aria, una piccola quantità di acqua viene assorbita per evaporazione dalla

corrente d’aria, sottraendo il suo calore latente di evaporazione all’acqua restante.

L’acqua uscente dalla torre sarà appena un po’ meno in quantità, ma sensibilmente più fredda di

quella inizialmente entrante, ed il calore sottratto, come calore latente di evaporazione, risulterà

disperso nell’ambiente, sotto forma di vapore acqueo contenuto nella corrente d’aria uscente, la cui

umidità sarà, pertanto, aumentata rispetto all’aria entrante, normalmente sino alla saturazione.

Il calore sottratto all’acqua non dipende dalla temperatura a bulbo secco dell’aria entrante, ma

solamente da quella a bulbo umido. Ciò risulta importante in quanto, per umidità relativa inferiore

al 100%, la temperatura a bulbo umido è inferiore a quella a bulbo secco (ad esempio con bulbo

secco di 32 °C ed umidità relativa pari al 52%, il bulbo umido è solo a 24 °C) e nei processi di

raffreddamento ci si può avvicinare a temperature sensibilmente inferiori rispetto a quelle ottenibili

utilizzando sistemi a secco.

La caratteristica peculiare delle torri evaporative è che il raffreddamento è ottenuto a spese di un

modesto consumo d’acqua (qualche % della portata in circolo), ma con un consumo di energia

ridotto rispetto ad un equivalente raffreddamento ad aria.

Il consumo d’acqua in una torre evaporativa è dato dalla somma di quello per evaporazione, di

quello per trascinamento delle gocce d’acqua nell’aria uscente (di solito nell’ordine dello 0,002%

della portata d’acqua circolante) e di quello di spurgo, variabile in funzione della qualità dell’acqua

utilizzata, con valori compresi fra il 30 ed il 100% del consumo d’acqua per evaporazione.

Per quanto riguarda lo spurgo va precisato quanto segue. La continua evaporazione dell’acqua

provoca un progressivo aumento, nell’acqua rimasta, della concentrazione di sali ed altre impurità,

anche di quelle assorbite dall’aria ambiente. Se non controllata, la concentrazione nell’acqua di

ricircolo di sali ed altri solidi disciolti aumenta molto rapidamente provocando incrostazioni

depositi e corrosioni, che pregiudicano il corretto funzionamento e la durata delle apparecchiature

utilizzate. Per limitare l’aumento di dette concentrazioni occorre effettuare uno spurgo, vale a dire

uno spillamento continuo realizzato a mezzo di una saracinesca posta possibilmente sulla tubazione

di entrata dell’acqua nella torre.

Nella tabella 2) sono riportate le specifiche tecniche delle torri evaporative da utilizzare in

accoppiamento agli assorbitori considerati nel presente lavoro.

Allo scopo di fornire un’idea dei valori in gioco, varrà segnalare che per l’assorbitore WFC-SC 30,

preso in esame, i valori massimi relativi ai consumi d’acqua risultano i seguenti: per evaporazione:

402 l/h; per trascinamento: 1,1 l/h; per spillamento: 402 l/h (valore massimo); per un totale

massimo quindi di 805 l/h.

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Sistema di acqua a perdere

Come sopra accennato, soprattutto se le potenze in gioco sono limitate, può essere presa in

considerazione per lo smaltimento del calore anche acqua a perdere. Nel caso quindi di cospicue

disponibilità di acqua ambiente, prelevata ad esempio da roggia, da pozzo, da lago, da fiume,

eccetera, con l’interposizione di uno scambiatore per ragioni di sicurezza operativa, può essere

adottato uno schema quale quello illustrato nella figura 4).

Lo scambiatore lavorerà in controcorrente con temperature atte all’ottenimento di quella dettata

dalla condensazione, nel nostro caso 31°C (valore di targa), e la quantità d’acqua ambiente richiesta

sarà facilmente calcolabile con la formula 1) riportata di seguito.

Nel caso di utilizzo dell’assorbitore WFC SC 30, supponendo ad esempio che la temperatura

dell’acqua disponibile sia di 15°C, nota la quantità di calore da smaltire pari a 256,6 kW, risultando

il salto termico dell’acqua utilizzata di 16°C (31°C-15°C), si otterrà un impiego d’acqua pari a

13789 l/h.

Dal confronto dei valori sopra riportati appare evidente la notevolissima differenza dei fabbisogni di

acqua fra la soluzione con acqua a perdere 13789 l/h e quella con torre evaporativa 805 l/h.

Figura 6

Impregnatex Compositi - Castano Primo Milano.

Impianto da 105 kW frigoriferi alimentato con acqua calda a 90 °C

prodotta mediante recupero di calore da post combustione di solventi

utilizzati nel ciclo di impregnazione.

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Scelta dei parametri operativi

Le varie considerazioni fatte finora presuppongono che l’impianto sia stato ben studiato per la

specifica applicazione; in particolare per quanto riguarda le singole apparecchiature sia stata

verificata l’idoneità degli intervalli di temperatura e delle portate dell’acqua calda utilizzata.

Tabella 2. Specifiche tecniche delle torri evaporative considerate

Un’ attenta progettazione dell’impianto deve mirare ad un sostanziale recupero del calore

disponibile; ciò è particolarmente necessario allorché questo viene per la massima parte impiegato

Modello TY 45 ICT 3-63 ICT 4-54 ICT 4-66 ICT 4-59

Potenza resa kW 42,7 85,4 (51,2) 171 256 428

Acqua

Temperatura Ingresso °C 35

Uscita °C 31

Portata nominale l/s 2,55 5,12 10,2 15,3 25,5

Perdita di carico kPa 30 2,1 17,9 17,9 22.1

Bulbo umido °C 26 26 26 26 26

Acqua evaporata max l/m 1,11 2,12 4,5 6,7 11,2

Aria

Ventilatori n° 1 1 1 1 2

Potenza assorbita kW 0,47 0,7 (0,15) 1,5 2,2 2 x 1,5

Portata aria (max) mc/s 0,14 2,32 4,3 6,3 9,3

Alimentazi

one Elettrica 400V 3 fasi 50Hz

Motore 4 poli 4/8 poli 4 poli 4 poli 4 poli

Dimensioni

Larghezza mm 870 ø 914 1216 1826 2731

Profondità mm 921 1226 1226 1226

Altezza mm 1320 1880 2312 (2414) 2617 (2719) 2616

Peso A vuoto kg 45 235 320 (365) 575 (620) 853

In esercizio kg 130 400 685 (730) 1085 (1130) 1592

Rumorosità

Livello sonoro dB(A) a 3 metri in

campo libero rilevato sulla sommità 46 a 10 m 69 (62) 76 (60) 79 (68) 84 (72)a 1,5 m

Diametro

tubazioni

Ingresso mm 40 80 100 100 100

Uscita mm 40 80 100 100 100

Reintegro mm 15 25 25 25 25

Troppo pieno mm 25 50 50 50 50

Scarico mm 25 50 50 50 50

Finiture

Pacco di scambio PVC

Rampa distribuzione acqua PVC

Ugelli spruzzatori acqua PVC ABS ABS ABS ABS

Separatori di gocce PVC

Bacino Vetroresina Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Pannelli di rivestimento Vetroresina Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Acciaio

zincato Z725

Ventilatore assiale Alluminio

Nota In parentesi valori in bassa velocità del ventilatore per unità ICT 3- 63

In parentesi valori con l’adozione di ventilatore a bassa rumorosità per unità ICT 4-54, ICT 4-66 e ICT 4-59

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nell’assorbitore, la cui alimentazione e le cui prestazioni sono ad esso strettamente correlate. Una

disattenta valutazione delle portate e della compatibilità delle temperature possono rendere il

sistema parzialmente inefficiente.

Si ipotizzi ad esempio che nel circuito primario, quello di recupero, sia disponibile acqua a

temperature di mandata e di ritorno prefissate. Ne consegue che anche nel circuito secondario,

quello di alimentazione dell’assorbitore, siano teoricamente disponibili le stesse temperature.

Qualora l’assorbitore fosse in grado di sfruttare tutto il salto termico previsto dal primario, ne

risulterebbe un pieno utilizzo della potenza termica disponibile.

Va tenuto presente, per contro, che gli assorbitori, qualora operino con temperature di alimentazione

inferiori a quelle nominali, vengono sostanzialmente penalizzati. Tutto ciò si traduce praticamente

in un parziale utilizzo della potenza disponibile sul primario. L’energia termica inutilizzata può

naturalmente essere impiegata altrove. Tuttavia il calore a disposizione potrebbe essere stato

considerato completamente convertibile nel progetto e, come sopra accennato, se lo stesso non è

totalmente fruibile ne risulterà una cospicua riduzione della potenza frigorifera ottenibile.

La massima potenza ricavabile si registra in ogni caso allorché la portata del circuito secondario

risulta la stessa del circuito primario.

Le valutazioni necessarie al dimensionamento del sistema dovranno basarsi sui valori rilevabili

dalle curve caratteristiche di prestazione del singolo modello di assorbitore considerato. In figura 2)

sono riportate quelle relative al WFC SC 30, di potenza frigorifera pari a 105 kW. Servirà in

aggiunta l’ausilio della formula 1) sotto riportata, che regola i rapporti fra i vari parametri in gioco

in un circuito idraulico.

P = C ∆T Q (1)

dove:

P = potenza termica scambiata (kW)

C = calore specifico dell’acqua, pari a 4,187 (kWs/°C l)

∆T= differenziale di temperatura dell’acqua (°C)

Q = portata volumetrica dell’acqua (l/s)

La procedura da seguire risulterà la seguente.

Fissata la temperatura dell’acqua di alimentazione e la temperatura dell’acqua di raffreddamento,

per valori di portata di targa dell’acqua di alimentazione, dalle curve a) e b) della figura 2) si

potranno ricavare le potenze frigorifera erogata e quella termica assorbita.

Dalla formula 1), note la potenza assorbita e la portata utilizzata si potrà calcolare il salto termico

dell’acqua nel circuito di alimentazione, valore questo eventualmente necessario al

dimensionamento dello scambiatore di interfaccia fra circuito primario e secondario.

Qualora si adotti, a parità di temperatura dell’acqua di alimentazione, una portata ridotta rispetto a

quella di targa si potrà utilizzando la curva c) di figura 2), ricavare il fattore di penalizzazione della

potenza erogata e di quella assorbita. Nota quest’ultima, dalla formula 1) si potrà, determinare il

differenziale di temperatura dell’acqua nel circuito di alimentazione.

Per l’ottenimento dei vari valori in gioco, in luogo delle procedure sopra indicate, piuttosto

laboriose, è possibile utilizzare un programma di calcolo computerizzato appositamente elaborato.

Gli esempi sotto riportati chiariranno meglio quanto sopra asserito.

Esempi di valutazione delle prestazioni

Per un confronto dei risultati è risultato opportuno servirsi della stessa macchina per ogni singola

valutazione. Quella presa in esame è stata la WFC SC 30.

I valori ottenuti sono stati opportunamente arrotondati.

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Primo esempio

Il primo esempio è costituito dalla macchina operante secondo i valori di targa, che come riportato

nella tabella 1) sono;

temperatura acqua calda di alimentazione 88 °C

portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s

temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C

A fronte di tali parametri, dalle curve di prestazione si otterrà:

Pf potenza frigorifera erogata 105 kW

Pt potenza termica assorbita 150 kW

temperatura acqua calda in uscita 83 °C

La temperatura dell’acqua calda in uscita è stata ricavata utilizzando la formula 1), che ha

evidenziato un ∆T di 5°C.

Secondo esempio

Si ipotizzi di operare con acqua disponibile a 88°C, con ritorno a 78°C.

Alimentando la macchina con acqua a 88°C, con la portata nominale di 7,2 l/s, si otterrà un

differenziale di temperatura dell’acqua, come sopra riportato, di soli 5°C. Allo scopo di

incrementare questo differenziale, si renderà necessario diminuire la portata. Procedendo per

successive riduzioni si individuerà nel valore di 2,8 l/s quello che produce nella macchina un salto

termico di 10 °C. La portata di 2,8 l/s, che corrisponde a circa il 40% di quella nominale, causa

come si può rilevare dalla curva c) di figura 2), un fattore di penalizzazione dello 0,8 delle potenze

di targa. Ne risulterà quindi una potenza erogata di 84 kW ed una corrispondente potenza assorbita

di 120 kW.

I parametri di funzionamento della macchina saranno in questo caso:

temperatura acqua calda di alimentazione 88 °C

portata acqua calda di alimentazione 2,8 l/s

temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C

Con produzione di:

Pf potenza frigorifera erogata 84 kW

Pt potenza termica assorbita 120 kW

temperatura acqua calda in uscita 78 °C

Dal confronto con i dati del primo esempio si può dedurre quanto segue.

L’incremento del differenziale di temperatura dell’acqua da 5°C a 10°C ha causato una riduzione

della potenza erogata di 21 kW (da 105 kW a 84 kW), pari a circa il 20%, con conseguente

riduzione della potenza termica assorbita di 30 kW (da 150 kW a 120 kW), sempre pari al 20%.

Terzo esempio

Si valutino ora le prestazioni dell’assorbitore operante con il valore massimo di temperatura

consentito per l’acqua di alimentazione, pari a 95°C, sempre con portata di targa di 7,2 l/s e

temperatura di condensazione di 31°C.

In questo caso le condizioni operative risulteranno le seguenti:

temperatura acqua calda di alimentazione 95 °C

portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s

temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C

A fronte delle quali si otterrà:

Pf potenza frigorifera erogata 120 kW

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Pt potenza termica assorbita 190 kW

temperatura acqua calda in uscita 88,7 °C

Rispetto ai valori di targa, l’incremento del livello di temperatura di 7°C (da 88°C a 95°C)

dell’acqua utilizzata ha prodotto una maggiore potenza erogata di 15 kW (120 kW meno 105 kW),

pari ad un aumento del 15% circa.

I dati di questo esempio relativi alle prestazioni della macchina, ricavati col programma di calcolo

computerizzato, sono riportati nella scheda sotto illustrata.

Scheda di prestazione WFC SC 30

per

temperatura acqua calda di alimentazione 95 °C

portata acqua calda di alimentazione 7,2 l/s

temperatura di ingresso acqua di raffreddamento 31 °C

Conclusioni

Dagli esempi sopra considerati si possono trarre le seguenti conclusioni.

Le prestazioni conseguibili sono fortemente influenzate dal livello entalpico dell’acqua utilizzata e

dalle variazioni di entalpia che la stessa subisce nel passaggio nella macchina. Il primo dei due

valori è individuato dalla temperatura massima dell’acqua di alimentazione, il secondo dal

differenziale di temperatura prodottosi nel circuito.

La massima prestazione dell’assorbitore, a parità di ogni altra condizione di funzionamento, è

conseguibile adottando, per l’alimentazione, la portata di targa. Ciò in quanto, a portata ridotta

corrisponde un salto termico dell’acqua maggiore e, quindi, una sua maggiore variazione entalpica.

Nel caso si progetti l’utilizzo di cascami di calore per l’azionamento esclusivo di un assorbitore, si

dovrà dimensionare il recuperatore in modo tale che questo lavori ai massimi livelli di temperatura

ottenibili, adottando le portate di targa dell’assorbitore considerato. La potenza termica recuperata

potrà in tal modo essere completamente convertita in freddo.

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Qualora invece si consideri un impianto a recupero termico esistente, si dovrà verificare la

compatibilità delle temperature, delle portate, e delle potenze in gioco, in quanto come evidenziato

dagli esempi sopra illustrati, non è possibile asservire completamente l’assorbitore al sistema di

rivalutazione termica già operante.

I valori di funzionamento, per condizioni diverse da quelle di targa, possono essere ricavati dalle

curve caratteristiche di prestazione, oppure, richiedendo all’indirizzo e-mail maya@maya-

airconditioning.com le schede di prestazione del tipo sopra illustrato.

Va tenuto presente al riguardo che l’effetto moltiplicativo prodotto dalla contemporanea adozione di

differenti parametri operativi può generare risultati non pienamente attendibili. In altri termini, ciò

significa che i valori ottenuti variando più condizioni di esercizio debbono essere considerati solo

indicativi e, come tali quindi utilizzati.

Per ulteriori informazioni contattare:

Maya S.p.A.

Via Enrico Falck, 53

20151 Milano MI

Tel: +39 02 290 60 290 - Fax: +39 02 290 04 036

E-mail: [email protected]

www.maya-airconditioning.com

Milano 08/2017