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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS N°06/2012 FAB! SI PRESENTA 29 giugno 2012 dalle 17.30 in via S. Francesco a Pordenone PRIMO PIANO Empowerment non è una destinazione ma un viaggio GIù LE MANI DALLA 180 Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi www.itaca.coopsoc.it PORDENONE 20 DI ITACA LANCIA IN ORBITA FAB

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La gazzetta della cooperativa sociale Itaca

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06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 1 2 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 12/2011

MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE ITACA ONLUS

N°06/2012

FAB! Si preSentA 29 giugno 2012 dalle 17.30 in via S. Francesco a Pordenone

priMO piAnO Empowerment non è una destinazione ma un viaggio

Giù le MAni dAllA 180 Noi ci teniamo la 180, voi mettete i fondi

www.itaca.coopsoc.it

pOrdenOne 20 di itACAlAnCiA in OrBitAFAB

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Nelle ultime settimane, in vista del Ventennale della Cooperativa Itaca (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), sono andato a rilegge-re minuziosamente tutti i verbali dei Consigli di amministrazione succedutisi dal 1992 ai nostri giorni. È stata un’esperienza utile oltre che, per alcuni versi, piacevole ricordare il susseguirsi degli avvenimenti attraverso il dibattito che avveniva in quei consessi. Pagine e pagine pazientemente scritte (per i primi due anni a pen-na) dai diversi soci verbalizzanti che si sono avvicendati. Dibattiti veri, alcune volte improbabili, divertenti o drammatici. Non senza un qualche conflitto, per la verità, che però il buon senso ha fatto risolvere in tempi ragionevolmente brevi e senza conseguenze negative per Itaca.Da quella lettura ho ricavato un resoconto, una sorta di puzzle del nostro viaggio in vent’anni di impegno sociale a favore delle persone. Desidero condividere con voi alcuni di quei tasselli, si-gnificativi e simbolici per la vita della nostra Cooperativa, ma che rappresentano tappe concrete del nostro viaggio.Nel novembre del 1994, un consigliere di amministrazione di Itaca (non socio-lavoratore, di professione medico e dipendente pubblico), propone di pagare i soci con tre mesi di ritardo per far fronte alla carenza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte degli enti pubblici (!), la proposta viene bocciata. In questi vent’anni possiamo dire con orgoglio di non aver mai ritardato di un giorno la corresponsione delle retribuzioni ed il versamento dei relativi contributi.Sempre nel 1994, la metà del fatturato è in capo a due soli appal-ti, di cui uno di una società privata, e l’allora presidente Gian Lu-igi Bettoli lancia “l’allarme rosso”. Bisogna crescere, aumentare il fatturato, diminuire e differenziare il rischio. A partire dall’anno successivo inizia l’era delle gare d’appalto a tappeto. Fu per lo più e per i primi tempi una grande palestra, ma alla fine del 1995 cominciano ad arrivare i primi risultati. Ed il fatturato cresce note-volmente al punto che, nel 2001, quando quei due appalti non ci vengono più rinnovati, non ne soffriamo. Nel 1998 avevamo già 600 soci-lavoratori ed il fatturato era di 8 milioni di euro (oltre 15 miliardi delle vecchie lire).

Nel 1997 collaboriamo alla stesura del libro Manicomio addio cu-rata dal giornalista Letterio Scopelliti. Il testo ripercorreva la storia dell’ex Opp Sant’Osvaldo di Udine, il manicomio, dando voce alle persone internate che lo avevano abitato, a chi quel lager lo ave-va vissuto personalmente, infermieri compresi. Itaca è ancora lì, impegnata nelle attività di riabilitazione delle persone con soffe-renza mentale e nella battaglia per la tutela delle legge 180, per i diritti delle persone liberate da Franco Basaglia.A marzo, sempre del 1997, dopo mesi di trattative, Finreco deli-bera di diventare socio sovventore di Itaca per 350 milioni di Lire: non se ne pentirà.Nel 2002 si tiene il primo Consiglio di amministrazione non pre-sieduto da Gian Luigi Bettoli (il presidente è Leo Tomarchio, in carica ancora oggi, ndr) con 17 consiglieri di amministrazione. At-tiviamo il prestito sociale, la quota sociale per diventare soci Itaca diventa di 700 euro. Acquistiamo la sede di Calicantus a Pasian di Prato.Nel 2010 il Cda è per la prima volta a maggioranza femminile (9 su 15), i consiglieri vengono scelti da liste scaturite nei vari territori in cui Itaca lavora. Iniziamo a ragionare su servizi rivolti alla conci-liazione. E’ un ulteriore passo che incrementa la nostra mutualità interna.Nel 2011 acquistiamo a Bertiolo un terreno per costruire una nuo-va struttura per la salute mentale, rinnoviamo il sito internet ed apriamo una pagina su Facebook. Ci aggiudichiamo un altro ap-palto in Alto Adige e diventiamo la Coop sociale di riferimento di Legacoopbund Bolzano. Iniziamo a lavorare su progetti innovativi come The Village. Attiviamo il fondo integrativo sanitario per i soli soci. Anticipiamo così di più di un anno quello che da marzo 2013 sarà un obbligo contrattuale. Ovviamente c’è molto di altro in questi venti anni. L’impegno per superare le gare al massimo ribasso ad esempio; nei primi anni di attività questa tipologia di criterio di aggiudicazione era quel-lo che andava per la maggiore, con il risultato della mortificazio-ne dei servizi e dei diritti dei lavoratori che vi operavano. Il tema dell’applicazione del CCNL è stata una costante tensione di Itaca. L’attenzione alla mutualità, con l’introduzione di diversi elementi migliorativi rispetto al Contratto per i soci ed ancora molte altre cose…Dovrò trovare il tempo (e le giuste parole) per raccontarli un po’ più nel dettaglio questi venti belli e intensi anni; da scrivere nella storia restano invece i prossimi di anni, dove ci auguriamo germo-gli quello che abbiamo continuato a seminare.

UN UOMO, UN UOVO... UN LAVORO

FABook:

Opere realizzate da DMAV per FAB

editOriAledi Leo TomArchio PresidenTe

29 GiuGnOBuOn COMpleAnnO itACA

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Nelle ultime settimane, in vista del Ventennale della Cooperativa Itaca (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012), sono andato a rilegge-re minuziosamente tutti i verbali dei Consigli di amministrazione succedutisi dal 1992 ai nostri giorni. È stata un’esperienza utile oltre che, per alcuni versi, piacevole ricordare il susseguirsi degli avvenimenti attraverso il dibattito che avveniva in quei consessi. Pagine e pagine pazientemente scritte (per i primi due anni a pen-na) dai diversi soci verbalizzanti che si sono avvicendati. Dibattiti veri, alcune volte improbabili, divertenti o drammatici. Non senza un qualche conflitto, per la verità, che però il buon senso ha fatto risolvere in tempi ragionevolmente brevi e senza conseguenze negative per Itaca.Da quella lettura ho ricavato un resoconto, una sorta di puzzle del nostro viaggio in vent’anni di impegno sociale a favore delle persone. Desidero condividere con voi alcuni di quei tasselli, si-gnificativi e simbolici per la vita della nostra Cooperativa, ma che rappresentano tappe concrete del nostro viaggio.Nel novembre del 1994, un consigliere di amministrazione di Itaca (non socio-lavoratore, di professione medico e dipendente pubblico), propone di pagare i soci con tre mesi di ritardo per far fronte alla carenza di liquidità dovuta ai ritardati pagamenti da parte degli enti pubblici (!), la proposta viene bocciata. In questi vent’anni possiamo dire con orgoglio di non aver mai ritardato di un giorno la corresponsione delle retribuzioni ed il versamento dei relativi contributi.Sempre nel 1994, la metà del fatturato è in capo a due soli appal-ti, di cui uno di una società privata, e l’allora presidente Gian Lu-igi Bettoli lancia “l’allarme rosso”. Bisogna crescere, aumentare il fatturato, diminuire e differenziare il rischio. A partire dall’anno successivo inizia l’era delle gare d’appalto a tappeto. Fu per lo più e per i primi tempi una grande palestra, ma alla fine del 1995 cominciano ad arrivare i primi risultati. Ed il fatturato cresce note-volmente al punto che, nel 2001, quando quei due appalti non ci vengono più rinnovati, non ne soffriamo. Nel 1998 avevamo già 600 soci-lavoratori ed il fatturato era di 8 milioni di euro (oltre 15 miliardi delle vecchie lire).

Nel 1997 collaboriamo alla stesura del libro Manicomio addio cu-rata dal giornalista Letterio Scopelliti. Il testo ripercorreva la storia dell’ex Opp Sant’Osvaldo di Udine, il manicomio, dando voce alle persone internate che lo avevano abitato, a chi quel lager lo ave-va vissuto personalmente, infermieri compresi. Itaca è ancora lì, impegnata nelle attività di riabilitazione delle persone con soffe-renza mentale e nella battaglia per la tutela delle legge 180, per i diritti delle persone liberate da Franco Basaglia.A marzo, sempre del 1997, dopo mesi di trattative, Finreco deli-bera di diventare socio sovventore di Itaca per 350 milioni di Lire: non se ne pentirà.Nel 2002 si tiene il primo Consiglio di amministrazione non pre-sieduto da Gian Luigi Bettoli (il presidente è Leo Tomarchio, in carica ancora oggi, ndr) con 17 consiglieri di amministrazione. At-tiviamo il prestito sociale, la quota sociale per diventare soci Itaca diventa di 700 euro. Acquistiamo la sede di Calicantus a Pasian di Prato.Nel 2010 il Cda è per la prima volta a maggioranza femminile (9 su 15), i consiglieri vengono scelti da liste scaturite nei vari territori in cui Itaca lavora. Iniziamo a ragionare su servizi rivolti alla conci-liazione. E’ un ulteriore passo che incrementa la nostra mutualità interna.Nel 2011 acquistiamo a Bertiolo un terreno per costruire una nuo-va struttura per la salute mentale, rinnoviamo il sito internet ed apriamo una pagina su Facebook. Ci aggiudichiamo un altro ap-palto in Alto Adige e diventiamo la Coop sociale di riferimento di Legacoopbund Bolzano. Iniziamo a lavorare su progetti innovativi come The Village. Attiviamo il fondo integrativo sanitario per i soli soci. Anticipiamo così di più di un anno quello che da marzo 2013 sarà un obbligo contrattuale. Ovviamente c’è molto di altro in questi venti anni. L’impegno per superare le gare al massimo ribasso ad esempio; nei primi anni di attività questa tipologia di criterio di aggiudicazione era quel-lo che andava per la maggiore, con il risultato della mortificazio-ne dei servizi e dei diritti dei lavoratori che vi operavano. Il tema dell’applicazione del CCNL è stata una costante tensione di Itaca. L’attenzione alla mutualità, con l’introduzione di diversi elementi migliorativi rispetto al Contratto per i soci ed ancora molte altre cose…Dovrò trovare il tempo (e le giuste parole) per raccontarli un po’ più nel dettaglio questi venti belli e intensi anni; da scrivere nella storia restano invece i prossimi di anni, dove ci auguriamo germo-gli quello che abbiamo continuato a seminare.

UN UOMO, UN UOVO... UN LAVORO

FABook:

Opere realizzate da DMAV per FAB

editOriAledi Leo TomArchio PresidenTe

29 GiuGnOBuOn COMpleAnnO itACA

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SOMMAriO

riCerCA e SviluppO26∙INteRVeNtI A fAVORe deL weLfARe dI cOMUNItàCarnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio

e2010∙PALestRA MULtIseNsORIALe ALL’ARIA APeRtAL’Arca di Noé inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo di Latisana

12∙PeNsIeRI ALL’APeRtO A cAsA RIcchIeRIDiscorso intorno all’essere dell’intelligenza

14∙NOttURNI dI_VeRsI 2012Portogruaro 23 giugno – 2 agosto

Culture34∙ULIsse, ItAcA e LA QUestURAPordenone 21 luglio: la festa per i 20 anni di Itaca

IN COPERTINA immagine di Studiocreta

priMO piAnO05∙eMPOweRMeNt NON è UNA destINAzIONe MA UN VIAggIOQuando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze

l’interviStA del MeSe07∙“sIAMO PAzzI che RIescONO A ReALIzzARe beNe I PROPRI sOgNI”Dialogo con Cecilia Strada

AttuAlità16∙NOI cI teNIAMO LA 180, VOI Mettete I fONdIDalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012

17∙VeNtI dI ItAcA A fOLkestIl 22 luglio a Pordenone “Saba Anglana” canta per i diritti

20∙IL sOgNO dI UN ceNtRO estIVO APeRtO tUttA L’estAteGioco, sport, laboratori, divertimento a misura di bambino

24∙IL bOOM deLL’AReA ANzIANI ResIdeNzIALeCresce il fatturato, interventi personalizzati in un approccio globale

nOtiZie dAl CdA23∙ItAcA cONcILIA LAVORO e fAMIgLIAApprovato il nuovo regolamento, domande entro il 31 luglio

18∙

17∙

Pordenone

Qualche giorno fa, sul far della sera, ascoltan-do una trasmissione radiofonica, sento Luca Bonaccorsi - giornalista ecologista, ex diret-tore del mensile Terra - sostenere che le due cose migliori che uno può fare per l’ambiente sono mangiare meno carne e pesce e man-dare una bambina a scuola in un Paese in via di sviluppo, perché le bambine che studiano fanno meno figli, quindi impattano meno sul nostro pianeta e arginano il problema demo-grafico.Benché pensi che abbia ragione - della que-stione demografica si parla poco e male, e il raggiunto traguardo dei 7 miliardi di abitanti sulla terra dovrebbe essere affrontato non

solo con meno celebrazioni, ma anche con riflessioni e misure concrete in materia di pro-mozione dell’uguaglianza -, quell’affermazione mi ha messo a disagio e, anche se non ho figli, sono giorni che ci rimugino. E non sono affat-to convinta della riuscita di un approccio che, in partenza, esclude il genere maschile da un percorso di crescita culturale.Empowerment letteralmente significa dare potere ma, facendo un frullato delle definizioni tratte dal web, il termine restituisce diverse definizioni - mettere in grado, aumento della consapevolezza di sé e del gruppo, respon-sabilizzare… - a volte nemmeno sovrapponi-bili. Forse è per questo che alla complessità semantica racchiusa nel concetto si risponde con la sintesi in inglese.

QUANdO IL fAttORe d è AccRescIMeNtO dI cOMPeteNze e cONOsceNze

Orietta Antonini • Foto di Nicola Artico

eMpOWerMent nOn È unA deStinAZiOne MA un viAGGiO07∙

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SOMMAriO

riCerCA e SviluppO26∙INteRVeNtI A fAVORe deL weLfARe dI cOMUNItàCarnia, Pordenone, Sacile e Budoia implementano azioni sinergiche con il territorio

e2010∙PALestRA MULtIseNsORIALe ALL’ARIA APeRtAL’Arca di Noé inaugura il piccolo “orto dei bambini” a Gorgo di Latisana

12∙PeNsIeRI ALL’APeRtO A cAsA RIcchIeRIDiscorso intorno all’essere dell’intelligenza

14∙NOttURNI dI_VeRsI 2012Portogruaro 23 giugno – 2 agosto

Culture34∙ULIsse, ItAcA e LA QUestURAPordenone 21 luglio: la festa per i 20 anni di Itaca

IN COPERTINA immagine di Studiocreta

priMO piAnO05∙eMPOweRMeNt NON è UNA destINAzIONe MA UN VIAggIOQuando il fattore D è accrescimento di competenze e conoscenze

l’interviStA del MeSe07∙“sIAMO PAzzI che RIescONO A ReALIzzARe beNe I PROPRI sOgNI”Dialogo con Cecilia Strada

AttuAlità16∙NOI cI teNIAMO LA 180, VOI Mettete I fONdIDalla psichiatria alienante del 1904 alla salute mentale da costruire del 2012

17∙VeNtI dI ItAcA A fOLkestIl 22 luglio a Pordenone “Saba Anglana” canta per i diritti

20∙IL sOgNO dI UN ceNtRO estIVO APeRtO tUttA L’estAteGioco, sport, laboratori, divertimento a misura di bambino

24∙IL bOOM deLL’AReA ANzIANI ResIdeNzIALeCresce il fatturato, interventi personalizzati in un approccio globale

nOtiZie dAl CdA23∙ItAcA cONcILIA LAVORO e fAMIgLIAApprovato il nuovo regolamento, domande entro il 31 luglio

18∙

17∙

Pordenone

Qualche giorno fa, sul far della sera, ascoltan-do una trasmissione radiofonica, sento Luca Bonaccorsi - giornalista ecologista, ex diret-tore del mensile Terra - sostenere che le due cose migliori che uno può fare per l’ambiente sono mangiare meno carne e pesce e man-dare una bambina a scuola in un Paese in via di sviluppo, perché le bambine che studiano fanno meno figli, quindi impattano meno sul nostro pianeta e arginano il problema demo-grafico.Benché pensi che abbia ragione - della que-stione demografica si parla poco e male, e il raggiunto traguardo dei 7 miliardi di abitanti sulla terra dovrebbe essere affrontato non

solo con meno celebrazioni, ma anche con riflessioni e misure concrete in materia di pro-mozione dell’uguaglianza -, quell’affermazione mi ha messo a disagio e, anche se non ho figli, sono giorni che ci rimugino. E non sono affat-to convinta della riuscita di un approccio che, in partenza, esclude il genere maschile da un percorso di crescita culturale.Empowerment letteralmente significa dare potere ma, facendo un frullato delle definizioni tratte dal web, il termine restituisce diverse definizioni - mettere in grado, aumento della consapevolezza di sé e del gruppo, respon-sabilizzare… - a volte nemmeno sovrapponi-bili. Forse è per questo che alla complessità semantica racchiusa nel concetto si risponde con la sintesi in inglese.

QUANdO IL fAttORe d è AccRescIMeNtO dI cOMPeteNze e cONOsceNze

Orietta Antonini • Foto di Nicola Artico

eMpOWerMent nOn È unA deStinAZiOne MA un viAGGiO07∙

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priMO piAnO l'interviStA del MeSe

“SiAMO pAZZi Che rieSCOnO A reAliZZAre Bene i prOpri SOGni”

Sacile

Sostenere Emergency e raccogliere fondi per il mantenimento del Centro Salam è stato l’obiet-tivo che l’associazione Sacile Live si è posta con l’organizzazione della manifestazione Il Mondo che vorrei – Incontriamo Cecilia Strada, due settimane di eventi culturali e solidarietà socia-le svoltesi con grande successo di pubblico e critica a Sacile dal 24 marzo al 6 aprile 2012. La kermesse ha avuto il patrocinio della Città di Sacile, la collaborazione di oltre una ventina di enti tra associazioni e scuole del territorio, nonché il prezioso sostegno di Graphistudio e Bcc Pordenonese.Clou della manifestazione la serata del 30 marzo al teatro Zancanaro, ospite d’eccezione Cecilia Strada, presidente di Emergency, che ho avuto il piacere e l’onore di intervistare. Qui di segui-to un estratto di quel colloquio, con tutti i limiti (in primis la sintesi dovuta al passaggio dal par-lato allo scritto). Un ringraziamento a Sara Girol-do che ha messo a disposizione gli appunti di quella sera, permettendo di ricostruire, seppur parzialmente, i preziosi fili di quell’emozione.

Giugno 1994, Italia. Una delle prime sere di giu-gno. E’ una serata calda e sono a casa. E’ tardi, sono davanti al televisore in attesa di sintoniz-zarmi su Canale 5, seconda serata, per quello che è ormai divenuto per me un appuntamento quasi d’obbligo. Un medico milanese, sino a quel momento sconosciuto, dal palco del tea-tro Parioli di Roma denuncia la vergogna delle mine antiuomo. Stupide e criminali come tutte le armi, perché non ‘riconoscono’ i bambini, le donne, gli anziani, i malati.Quel medico, un chirurgo, rompe il silenzio, sen-sibilizza gli italiani al problema, all’epoca scono-sciuto ai più. Seguirà una richiesta al Ministro della Difesa, accolta nel 1997 con la promulga-zione della legge 374 che proibisce in Italia la

fabbricazione, vendita, stoccaggio, esportazione e possesso di mine. Perché l’Italia di quell’artico-lato processo era grande protagonista.Quel medico milanese era Gino Strada, il palco quello del Maurizio Costanzo Show.

Ancora 1994, Ruanda. Alphonsine e la sua fa-miglia scappano nella foresta dalla guerra civile, restano nascoste per quattro mesi (aprile-luglio 1994). Il conflitto finisce, rientrano a casa. Si in-camminano sul sentiero in fila indiana, Alphon-sine per prima, poi la sorellina Ancille di 10 anni, papà, mamma e gli altri. Un’esplosione terrifi-cante, la mina antiuomo abbatte i primi tre della fila. Gino Strada è nell’ospedale di Emergency a meno di 5 Km. Dopo una lunga notte, la picco-la Ancille non si risveglierà dal coma, Alphonsi-ne invece è fuori pericolo (La ragazza bella e la mina, Dimensioni Nuove, aprile 2001).

Hai circa 8 anni e mezzo quando tuo padre de-cide di partire per curare altri bambini. Nei primi anni avete giocato insieme per pomeriggi, sulla moquette, a quattro zampe, nel lettone. Di col-po lui non c’è più, va via per aiutare altri bambi-ni che le mine antiuomo riducono a mucchietti di carne sanguinante. Tu sei triste, tieni una foto di papà Gino sotto il cuscino. Un giorno, duran-te le vacanze di Pasqua, tua madre Teresa ti prende e ti porta da lui, in viaggio sino ai confini dell’Afghanistan…Cecilia: C’era un mondo fuori totalmente diverso da quello cui ero abituata. Sapevo cosa faceva mio padre, che era un medico e che era questo il motivo per cui a casa era spesso assente, ma lì a Quetta ho capito il ruolo di mio padre e che era giusto che fos-se lì; mi mancava a volte, ma nell’ospedale da campo in cui operava ho compreso che molti avevano bisogno di lui più di quanto ne avevo io. Decisi che da grande avrei volu-to fare quello perché quando vedi che puoi agire e dare un aiuto ai tuoi bisogni, nasce l’amore per questo lavoro.

San Marino, 2003, secondo incontro naziona-le di Emergency. Mi sono avvicinato da poco

dIALOgO cON cecILIA stRAdA

Fabio Della Pietra

Il tema empowerment l’avevo suggerito per la comunicazione istituzionale e valoriale - Ita-ca Cooperativa di donne -, nonché come filo conduttore da contestualizzare all’interno di un altro filone, quello delle pari opportunità e politi-che di conciliazione. Tema a noi particolarmente caro che continuiamo a trattare, approfondire e diffondere, come nel corso del nostro interven-to dell’11 maggio scorso alla Confederazione Trentina della Cooperazione (www.ftcoop.it), dove abbiamo illustrato il percorso di Itaca per lo sviluppo delle competenze, dal regolamento per l’elezione del Consiglio di Amministrazione, che ha introdotto le quote di genere, al percor-so di sviluppo delle job description.Il nostro presupposto è semplice. Siamo una Cooperativa sociale di lavoro che produce ser-vizi assistenziali ed educativi con una presenza quasi esclusiva di donne (83%), un sistema che racchiude una complessità organizzativa adattata alla specificità di noi donne. Perché vi sono più del 50% di part time, moltissime maternità, che in alcuni anni hanno sfiorato il 10% del persona-le, moltissime esigenze di conciliazione (l’ultima rilevazione interna indicava che più del 60% delle donne di Itaca ha figli sotto i 12 anni). Perciò il modello e gli strumenti di governo della Coopera-tiva Itaca contengono implicitamente il rafforza-mento della valorizzazione delle donne e, quindi, la crescita professionale, la tutela della salute, gli interventi di mutualità. Tutti percorsi di empower-ment che rappresentano il sistema complessivo di gestione della nostra Cooperativa.A qualcuno forse potrebbe apparire scontato, ma posso assicurare che anche nel variegato universo cooperativo non lo è affatto. Sul piano organizzativo ed economico, affrontare le quasi 100 maternità all’anno senza che sembri un’epi-demia non è un impresa per tutti. Un fatto asso-lutamente naturale in una Cooperativa come la nostra abitata da donne con un’età media sot-to i 40 anni. Altrimenti non si capisce perché, in questi giorni, tra le discussioni sulla riforma del lavoro, vi sia anche la reintroduzione di una procedura cancellata dal governo precedente (chissà perché) utile a combattere la pratica del-le lettere in bianco fatte firmare, soprattutto alle donne, al momento dell’assunzione e poi tirate fuori dai datori di lavoro in caso di maternità.Diversi percorsi progettuali e strumenti di raf-forzamento della nostra mutualità interna (tan-to per citarne alcuni, il progetto Family friendly che prevede sia l’utilizzo della videoconferenza in quattro sedi di lavoro sia un azione di suppor-to per il rientro dalla maternità, i voucher per la conciliazione che sulla base di un regolamento supportano servizi come doposcuola, nidi, la-vanderia, centri diurni, …) non sono disgiunti da ciò che accade comunemente nella società,

dove la politica – quella italiana in modo partico-lare rispetto ad altri Paesi europei - ha mantenu-to fragile e sottosviluppato il lavoro femminile (quando non lo ha palesemente ostacolato), al punto che oggi in piena fase recessiva sarà dif-ficilissimo recuperare il tempo perduto.Tra gli effetti della mancanza di politiche efficaci per la conciliazione lavoro-famiglia (servizi sociali, tutela della maternità e anche introduzione del-la paternità, politiche fiscali di vantaggio sia per l’occupazione sia per l’imprenditoria femminile), vi è l’abbandono del lavoro da parte delle donne che si colloca intorno al 15-20% per il primo fi-glio e raggiunge il 30% se nasce il secondo.In Itaca va molto meglio (dalla rilevazione 2010 il problema della conciliazione riguardava solo il 5% del personale dimesso) ed è per questo che continuiamo ad attivare azioni di sostegno che possano, se non eliminare, almeno allevia-re il problema. Gli strumenti potrebbero essere non sempre centrati e adeguati (a volte hanno il carattere della sperimentazione), ma ci lavo-riamo ancora. L’obiettivo prioritario resta quello di non perdere il lavoro delle socie. Stiamo at-tendendo l’esito di un progetto presentato al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che, se finanziato, consentirà di dare molta più consi-stenza alle nostre intenzioni.Secondo l’osservatorio di Bankitalia, se il tasso di occupazione femminile italiano raggiungesse il target comune (il 60%) indicato dall’Unione Europea il Pil aumenterebbe di 7 punti per-centuali. Ma per incrementare l’occupazione femminile è indispensabile attivare una forte politica di investimenti nel welfare, che è esat-tamente il contrario di ciò che i governi italiani stanno facendo. Servirebbe invece un’azione coraggiosa, capace di trasformare fattori di de-bolezza in punti di forza, un’azione che, vista la situazione attuale di difficoltà e sofferenza non solo economica, assurgerebbe al miracolo.L’insistenza di Itaca sulla formazione professio-nale mi fa dire spesso che le nostre socie fanno le assistenti e le educatrici non per vocazione, ma per mestiere, e che il loro lavoro in Coope-rativa non rientra in un percorso di professio-nalizzazione del lavoro domestico. Che, inten-diamoci, esiste e deve essere affrontato, come ha fatto anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) con provvedimenti che mirano a garantire un impiego dignitoso dei lavori dome-stici e che tocca il tema della condizione fem-minile, visto che il lavoro domestico impiega quasi esclusivamente le donne.Interventi di empowerment femminile sono stati efficacemente realizzati in Itaca grazie all’accrescimento delle competenze e cono-scenze, oppure attraverso la possibilità di ac-cedere e permanere negli organi di governo.

Ma esistono diversi livelli di empowerment femminile, diversi target di donne cui ci si rivol-ge e diversi strumenti utilizzabili. E tra questi la formazione gioca un ruolo rilevante, soprattutto se contestualizzata non solo alle esigenze del lavoro ma finalizzata alla promozione della risor-sa femminile.Non così significative come invece meritereb-bero sono, ad esempio, tutte quelle azioni che accompagnano e sostengono le donne nel per-severare in iniziative che riguardano le altre sfere del convivere sociale, prima tra tutte la politica. Le riflessioni che derivano dalla mia esperienza fuori da Itaca, ma dentro il mondo cooperati-vo, mi restituiscono che la partecipazione delle donne alle diverse sfere della vita associativa è, nel migliore dei casi, considerata normale e auspicabile purché “vogliano partecipare”. Sen-za pensare agli ostacoli che ne impediscono la reale partecipazione (e ma se anche le donne non votano le donne, ... e via dicendo). E senza pensare che l’assenza delle donne dai processi partecipativi è dannosa (per la società e quindi anche per gli uomini) e la loro presenza è quindi necessaria. All’interno del mio recente incarico a coordinatrice della Commissione Pari oppor-tunità della Lega delle Cooperative del Friuli Ve-nezia Giulia, mi adopererò per dare evidenza e oggettività a questa considerazione.Essere consapevoli del proprio ruolo è un per-corso di empowerment, di crescita personale e sociale che non si limita ad analizzare il ruolo delle donne con il contesto lavorativo in quanto madri, figlie, mogli (e vi assicuro che anche non avere nessuno di questi ruoli richiede una spiegazione). Ma che, visto il mestiere proprio di Itaca, chiama in causa i processi sociali che concorrono allo sviluppo di comunità. Processi che investono le donne e gli uomini e che, non potendo sognare politiche miracolose, dovranno concretizzarsi con la sintonia di articolati percorsi partecipativi, che supportino e sviluppino il senso di responsabilità sociale e presuppongano la possibilità di percepi-re nonché acquisire un adeguato livello di potere per contribuire al cambiamento.L’empowerment non è una destinazione ma un viaggio. Lo riporta la copertina della dichiarazione dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms su “L’empowerment dell’utente nella salute menta-le”, tradotto a cura del Coordinamento toscano del-le Associazioni per la Salute mentale. Ma per non restare intrappolata nella complessità dell’em-powerment, rinvio questo ulteriore e complesso tema ad uno dei prossimi approfondimenti.Per finire segnalo l’ultimo film di Nadine Labaki dal titolo E ora dove andiamo, che rappresenta un grandissimo esempio di responsabilità, con-sapevolezza, solidarietà, … per dirla in inglese di empowerment.

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priMO piAnO l'interviStA del MeSe

“SiAMO pAZZi Che rieSCOnO A reAliZZAre Bene i prOpri SOGni”

Sacile

Sostenere Emergency e raccogliere fondi per il mantenimento del Centro Salam è stato l’obiet-tivo che l’associazione Sacile Live si è posta con l’organizzazione della manifestazione Il Mondo che vorrei – Incontriamo Cecilia Strada, due settimane di eventi culturali e solidarietà socia-le svoltesi con grande successo di pubblico e critica a Sacile dal 24 marzo al 6 aprile 2012. La kermesse ha avuto il patrocinio della Città di Sacile, la collaborazione di oltre una ventina di enti tra associazioni e scuole del territorio, nonché il prezioso sostegno di Graphistudio e Bcc Pordenonese.Clou della manifestazione la serata del 30 marzo al teatro Zancanaro, ospite d’eccezione Cecilia Strada, presidente di Emergency, che ho avuto il piacere e l’onore di intervistare. Qui di segui-to un estratto di quel colloquio, con tutti i limiti (in primis la sintesi dovuta al passaggio dal par-lato allo scritto). Un ringraziamento a Sara Girol-do che ha messo a disposizione gli appunti di quella sera, permettendo di ricostruire, seppur parzialmente, i preziosi fili di quell’emozione.

Giugno 1994, Italia. Una delle prime sere di giu-gno. E’ una serata calda e sono a casa. E’ tardi, sono davanti al televisore in attesa di sintoniz-zarmi su Canale 5, seconda serata, per quello che è ormai divenuto per me un appuntamento quasi d’obbligo. Un medico milanese, sino a quel momento sconosciuto, dal palco del tea-tro Parioli di Roma denuncia la vergogna delle mine antiuomo. Stupide e criminali come tutte le armi, perché non ‘riconoscono’ i bambini, le donne, gli anziani, i malati.Quel medico, un chirurgo, rompe il silenzio, sen-sibilizza gli italiani al problema, all’epoca scono-sciuto ai più. Seguirà una richiesta al Ministro della Difesa, accolta nel 1997 con la promulga-zione della legge 374 che proibisce in Italia la

fabbricazione, vendita, stoccaggio, esportazione e possesso di mine. Perché l’Italia di quell’artico-lato processo era grande protagonista.Quel medico milanese era Gino Strada, il palco quello del Maurizio Costanzo Show.

Ancora 1994, Ruanda. Alphonsine e la sua fa-miglia scappano nella foresta dalla guerra civile, restano nascoste per quattro mesi (aprile-luglio 1994). Il conflitto finisce, rientrano a casa. Si in-camminano sul sentiero in fila indiana, Alphon-sine per prima, poi la sorellina Ancille di 10 anni, papà, mamma e gli altri. Un’esplosione terrifi-cante, la mina antiuomo abbatte i primi tre della fila. Gino Strada è nell’ospedale di Emergency a meno di 5 Km. Dopo una lunga notte, la picco-la Ancille non si risveglierà dal coma, Alphonsi-ne invece è fuori pericolo (La ragazza bella e la mina, Dimensioni Nuove, aprile 2001).

Hai circa 8 anni e mezzo quando tuo padre de-cide di partire per curare altri bambini. Nei primi anni avete giocato insieme per pomeriggi, sulla moquette, a quattro zampe, nel lettone. Di col-po lui non c’è più, va via per aiutare altri bambi-ni che le mine antiuomo riducono a mucchietti di carne sanguinante. Tu sei triste, tieni una foto di papà Gino sotto il cuscino. Un giorno, duran-te le vacanze di Pasqua, tua madre Teresa ti prende e ti porta da lui, in viaggio sino ai confini dell’Afghanistan…Cecilia: C’era un mondo fuori totalmente diverso da quello cui ero abituata. Sapevo cosa faceva mio padre, che era un medico e che era questo il motivo per cui a casa era spesso assente, ma lì a Quetta ho capito il ruolo di mio padre e che era giusto che fos-se lì; mi mancava a volte, ma nell’ospedale da campo in cui operava ho compreso che molti avevano bisogno di lui più di quanto ne avevo io. Decisi che da grande avrei volu-to fare quello perché quando vedi che puoi agire e dare un aiuto ai tuoi bisogni, nasce l’amore per questo lavoro.

San Marino, 2003, secondo incontro naziona-le di Emergency. Mi sono avvicinato da poco

dIALOgO cON cecILIA stRAdA

Fabio Della Pietra

Il tema empowerment l’avevo suggerito per la comunicazione istituzionale e valoriale - Ita-ca Cooperativa di donne -, nonché come filo conduttore da contestualizzare all’interno di un altro filone, quello delle pari opportunità e politi-che di conciliazione. Tema a noi particolarmente caro che continuiamo a trattare, approfondire e diffondere, come nel corso del nostro interven-to dell’11 maggio scorso alla Confederazione Trentina della Cooperazione (www.ftcoop.it), dove abbiamo illustrato il percorso di Itaca per lo sviluppo delle competenze, dal regolamento per l’elezione del Consiglio di Amministrazione, che ha introdotto le quote di genere, al percor-so di sviluppo delle job description.Il nostro presupposto è semplice. Siamo una Cooperativa sociale di lavoro che produce ser-vizi assistenziali ed educativi con una presenza quasi esclusiva di donne (83%), un sistema che racchiude una complessità organizzativa adattata alla specificità di noi donne. Perché vi sono più del 50% di part time, moltissime maternità, che in alcuni anni hanno sfiorato il 10% del persona-le, moltissime esigenze di conciliazione (l’ultima rilevazione interna indicava che più del 60% delle donne di Itaca ha figli sotto i 12 anni). Perciò il modello e gli strumenti di governo della Coopera-tiva Itaca contengono implicitamente il rafforza-mento della valorizzazione delle donne e, quindi, la crescita professionale, la tutela della salute, gli interventi di mutualità. Tutti percorsi di empower-ment che rappresentano il sistema complessivo di gestione della nostra Cooperativa.A qualcuno forse potrebbe apparire scontato, ma posso assicurare che anche nel variegato universo cooperativo non lo è affatto. Sul piano organizzativo ed economico, affrontare le quasi 100 maternità all’anno senza che sembri un’epi-demia non è un impresa per tutti. Un fatto asso-lutamente naturale in una Cooperativa come la nostra abitata da donne con un’età media sot-to i 40 anni. Altrimenti non si capisce perché, in questi giorni, tra le discussioni sulla riforma del lavoro, vi sia anche la reintroduzione di una procedura cancellata dal governo precedente (chissà perché) utile a combattere la pratica del-le lettere in bianco fatte firmare, soprattutto alle donne, al momento dell’assunzione e poi tirate fuori dai datori di lavoro in caso di maternità.Diversi percorsi progettuali e strumenti di raf-forzamento della nostra mutualità interna (tan-to per citarne alcuni, il progetto Family friendly che prevede sia l’utilizzo della videoconferenza in quattro sedi di lavoro sia un azione di suppor-to per il rientro dalla maternità, i voucher per la conciliazione che sulla base di un regolamento supportano servizi come doposcuola, nidi, la-vanderia, centri diurni, …) non sono disgiunti da ciò che accade comunemente nella società,

dove la politica – quella italiana in modo partico-lare rispetto ad altri Paesi europei - ha mantenu-to fragile e sottosviluppato il lavoro femminile (quando non lo ha palesemente ostacolato), al punto che oggi in piena fase recessiva sarà dif-ficilissimo recuperare il tempo perduto.Tra gli effetti della mancanza di politiche efficaci per la conciliazione lavoro-famiglia (servizi sociali, tutela della maternità e anche introduzione del-la paternità, politiche fiscali di vantaggio sia per l’occupazione sia per l’imprenditoria femminile), vi è l’abbandono del lavoro da parte delle donne che si colloca intorno al 15-20% per il primo fi-glio e raggiunge il 30% se nasce il secondo.In Itaca va molto meglio (dalla rilevazione 2010 il problema della conciliazione riguardava solo il 5% del personale dimesso) ed è per questo che continuiamo ad attivare azioni di sostegno che possano, se non eliminare, almeno allevia-re il problema. Gli strumenti potrebbero essere non sempre centrati e adeguati (a volte hanno il carattere della sperimentazione), ma ci lavo-riamo ancora. L’obiettivo prioritario resta quello di non perdere il lavoro delle socie. Stiamo at-tendendo l’esito di un progetto presentato al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali che, se finanziato, consentirà di dare molta più consi-stenza alle nostre intenzioni.Secondo l’osservatorio di Bankitalia, se il tasso di occupazione femminile italiano raggiungesse il target comune (il 60%) indicato dall’Unione Europea il Pil aumenterebbe di 7 punti per-centuali. Ma per incrementare l’occupazione femminile è indispensabile attivare una forte politica di investimenti nel welfare, che è esat-tamente il contrario di ciò che i governi italiani stanno facendo. Servirebbe invece un’azione coraggiosa, capace di trasformare fattori di de-bolezza in punti di forza, un’azione che, vista la situazione attuale di difficoltà e sofferenza non solo economica, assurgerebbe al miracolo.L’insistenza di Itaca sulla formazione professio-nale mi fa dire spesso che le nostre socie fanno le assistenti e le educatrici non per vocazione, ma per mestiere, e che il loro lavoro in Coope-rativa non rientra in un percorso di professio-nalizzazione del lavoro domestico. Che, inten-diamoci, esiste e deve essere affrontato, come ha fatto anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) con provvedimenti che mirano a garantire un impiego dignitoso dei lavori dome-stici e che tocca il tema della condizione fem-minile, visto che il lavoro domestico impiega quasi esclusivamente le donne.Interventi di empowerment femminile sono stati efficacemente realizzati in Itaca grazie all’accrescimento delle competenze e cono-scenze, oppure attraverso la possibilità di ac-cedere e permanere negli organi di governo.

Ma esistono diversi livelli di empowerment femminile, diversi target di donne cui ci si rivol-ge e diversi strumenti utilizzabili. E tra questi la formazione gioca un ruolo rilevante, soprattutto se contestualizzata non solo alle esigenze del lavoro ma finalizzata alla promozione della risor-sa femminile.Non così significative come invece meritereb-bero sono, ad esempio, tutte quelle azioni che accompagnano e sostengono le donne nel per-severare in iniziative che riguardano le altre sfere del convivere sociale, prima tra tutte la politica. Le riflessioni che derivano dalla mia esperienza fuori da Itaca, ma dentro il mondo cooperati-vo, mi restituiscono che la partecipazione delle donne alle diverse sfere della vita associativa è, nel migliore dei casi, considerata normale e auspicabile purché “vogliano partecipare”. Sen-za pensare agli ostacoli che ne impediscono la reale partecipazione (e ma se anche le donne non votano le donne, ... e via dicendo). E senza pensare che l’assenza delle donne dai processi partecipativi è dannosa (per la società e quindi anche per gli uomini) e la loro presenza è quindi necessaria. All’interno del mio recente incarico a coordinatrice della Commissione Pari oppor-tunità della Lega delle Cooperative del Friuli Ve-nezia Giulia, mi adopererò per dare evidenza e oggettività a questa considerazione.Essere consapevoli del proprio ruolo è un per-corso di empowerment, di crescita personale e sociale che non si limita ad analizzare il ruolo delle donne con il contesto lavorativo in quanto madri, figlie, mogli (e vi assicuro che anche non avere nessuno di questi ruoli richiede una spiegazione). Ma che, visto il mestiere proprio di Itaca, chiama in causa i processi sociali che concorrono allo sviluppo di comunità. Processi che investono le donne e gli uomini e che, non potendo sognare politiche miracolose, dovranno concretizzarsi con la sintonia di articolati percorsi partecipativi, che supportino e sviluppino il senso di responsabilità sociale e presuppongano la possibilità di percepi-re nonché acquisire un adeguato livello di potere per contribuire al cambiamento.L’empowerment non è una destinazione ma un viaggio. Lo riporta la copertina della dichiarazione dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms su “L’empowerment dell’utente nella salute menta-le”, tradotto a cura del Coordinamento toscano del-le Associazioni per la Salute mentale. Ma per non restare intrappolata nella complessità dell’em-powerment, rinvio questo ulteriore e complesso tema ad uno dei prossimi approfondimenti.Per finire segnalo l’ultimo film di Nadine Labaki dal titolo E ora dove andiamo, che rappresenta un grandissimo esempio di responsabilità, con-sapevolezza, solidarietà, … per dirla in inglese di empowerment.

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all’associazione che, per quel che ne so io, è presieduta da Gino Strada (scoprirò poi che non è così, ndr). Un ricordo ben nitido mi ha sempre accompagnato in questi anni: l’accoglienza a braccia aperte da parte di tutti, ma in particolare di una persona. C’era questa signora, che non conoscevo, come non conoscevo nessuno lì se non le persone con cui ero in viaggio. Ma lei emanava una luce particolare. Dolce negli occhi e nelle movenze, accogliente nel modo di porsi, ti parlava e ti guardava come se ti accarezzas-se. Ti sorrideva come se ti abbracciasse.Durante il viaggio di ritorno ho condiviso quella presenza con gli altri e Mauro, spiazzandomi completamente, mi ha risposto: “Ma quella è Teresa, la moglie di Gino!” (e presidente di Emergency sino alla sua scomparsa, ndr).Moni Ovadia ha fatto riferimento a una tradi-zione ebraica la quale sostiene che, anche nei tempi peggiori, il mondo riesca ad andare avanti grazie alla presenza di trentasei giusti. Uno dei quali era proprio tua madre. Teresa, Gino, Ceci-lia, Maso e ora Leone… la vostra è una famiglia che ci indica la strada da percorrere. Quali valori ti ha trasmesso tua madre Teresa che tu ora stai trasmettendo a tuo figlio, il piccolo Leone?Sono stata cresciuta da mia madre, a causa delle missioni di mio padre lei si è ritrovata a farmi sia da madre che da padre. è lei che mi ha trasmesso tutto quello che so e che voglio trasmettere a mio figlio; da lei quindi ho imparato tutto, ma il messaggio princi-pale è: se ognuno fa il proprio pezzettino ci ritroviamo in un mondo più bello. Noi pos-

siamo fare la differenza in un modo molto semplice.

Bambini, nel Centro di maternità in Afghanistan ne nascono 12 al giorno, ci lavorano principal-mente donne afghane. Costa 700 mila euro l’anno, quello che l’Italia spende per 8 ore di guerra…Siamo lì dal ’99, ma nonostante le ostilità iniziali sono nati oltre 4 mila bambini. Come molte altre volte, in quell’occasione, ci sia-mo sentiti dire che eravamo dei pazzi, for-tunatamente siamo testardi e ce l’abbiamo fatta.Inizialmente abbiamo avuto molti problemi coi capi religiosi e gli uomini del posto; vo-levo toccare le loro donne, i loro bambini, ma non comprendevano che era per il loro bene. L’imam aveva svolto un vero attacco nei nostri confronti e allora l’abbiamo invi-tato a vedere cos’era realmente ciò che ave-vamo realizzato. Gli abbiamo mostrato real-mente l’essenza del posto, essendo uomini, non sono potuti entrare in un luogo dedica-to alle donne, ma per quanto hanno visto hanno capito il nostro intento e cos’era il Centro.L’indomani il successo più grande. Il capo religioso, durante la predica ai fedeli, ha invitato tutti gli uomini a recarsi al nostro Centro per donare il sangue: “andate al Cen-tro! E’ per i nostri figli”. Ora lì lavorano 37 ragazze, la mortalità è passata da un’inci-denza di 1400 a 80.

La vera rivoluzione riguarda le donne, ci sen-tiamo colpevoli di avere dato vita a una vera rivoluzione: il lavoro femminile è diventato un lavoro. Le donne che operano al Centro hanno una formazione, un’occupazione con cui contribuiscono a mantenere la famiglia, il rispetto della comunità, un’istruzione.È bellissimo uscire dal Centro e vedere le bambine della scuola di fronte che, nell’ora del cambio turno, si sporgono dal cancello della scuola e iniziano a salutare: mi piace pensare che nelle donne del Centro vedano il proprio futuro.Il lavoro femminile non è più visto come un disonore, bensì come un valore. Quando co-minci a dare qualcosa la popolazione, anche più lontana da noi, è meno disposta a pren-dere le armi perché la sua condizione è cam-biata: prima non aveva niente da perdere.

Ancora mine antiuomo, purtroppo una costan-te nell’impegno di Emergency. In Iraq avete fondato un Centro protesi per mutilati, ma il dato strabiliante è che avete anche costituito ben 275 Cooperative di lavoro…E’ vero, esistono 275 Cooperative di lavoro fondate in Iraq, il nostro punto di arrivo è dare un lavoro ai mutilati dalle mine antiu-omo, dar loro una formazione professionale con il relativo rilascio di un diploma.La Cooperativa nasce per dare lavoro a que-ste persone che hanno un corpo nuovo, le protesi. La logica criminale delle mine an-tiuomo è distruggere un uomo: un mutila-

l'interviStA del MeSeto è una persona che non può più far nulla, noi siamo in grado di dargli una nuova vita. Gli sforzi sono molti e in più campi, ma il tornaconto è in grado di cancellare ogni pena. Vedere un ragazzo vittima delle mine antiuomo tornare da noi, con le protesi che gli abbiamo donato, e sapere che ora, gra-zie anche alla formazione che gli abbiamo offerto, è in grado di mantenere la propria famiglia o anche di dare lavoro ad altre, è la soddisfazione più grande.Il bello è che ci esprimono la loro gratitudi-ne in diverse forme ed ora, appena posso-no, cercano di darci aiuto a loro volta. Anzi, molto spesso passano da noi, qui dal Cen-tro, chiedendoci se c’è qualcosa di cui ab-biamo bisogno, se possono fare a loro volta qualcosa per noi. Insomma, il messaggio è chiaro: se abbiamo bisogno di loro, loro ci sono, loro sono pronti ad aiutarci. Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni.

Sudan, il Centro Salam, “pace”, si occupa dal 2007 di malattie cardiovascolari, la nuova emer-genza in Africa. Da gennaio a dicembre 2011 le visite ambulatoriali sono state 8.032, quelle cardiologiche specialistiche 8.393, i pazienti ri-coverati 1.207, di cui minori di 14 anni il 33%, minori di 26 anni il 60%.Uno degli obiettivi che ha portato alla sua costruzione è stato quello di favorire i rap-porti dei Paesi coinvolti attraverso la reci-proca collaborazione in campo sanitario in una regione segnata da decenni di conflitti. Anche per questa ragione, il Centro di car-diochirurgia si chiama Salam, "pace”. La cri-tica maggiore che ci hanno mosso è la sua specializzazione: “a cosa serve un Centro di cardiochirurgia in un posto dove la gente muore di fame?”. Basta vedere che i pazienti per il 60% sono al di sotto dei 26 anni.Il Centro Salam, operativo da aprile 2007, offre gratuitamente assistenza sanitaria a bambini e adulti affetti da patologie cardia-che, in particolare malformazioni congenite e patologie valvolari acquisite di interesse chirurgico. E’ l’unica struttura di alto livello e gratuita presente in Sudan e nei nove Pa-esi confinanti, un’area di 11,5 milioni di Km quadrati (più di tre volte l’Europa) abitata da oltre 300 milioni di persone – dove le car-diopatie congenite e quelle reumatiche ac-quisite in età pediatrica, dovute a malattie infettive e a malnutrizione, sono una delle principali cause di mortalità infantile.Salam è un progetto innovativo negli obiet-tivi e nei metodi, intende affermare il diritto a essere curati per tutti gli esseri umani, ren-

l'interviStA del MeSe

eMerGenCy COMpie 18 Anni (1994-2012)(FDP) Dal 1994, anno di nascita, al 2011 Emergency ha curato una persona ogni 2 minuti, oltre 4,5 milioni le persone curate per guerra o povertà, tenuto conto che il 90% delle vittime delle guerre sono civili; 1 letto su 2 è occupato da bambini vittime di guerra, 1 persona curata su 3 è un bambino, il 20% dei pazienti curati da Emergency sono italiani, l’80% delle risorse arriva da privati cittadini; 8000 persone costituiscono la forza lavoro di Emergency, 4000 i volontari in Italia, 170 i grup-pi locali, 16 i Paesi di intervento dalla nascita, 84,7 milioni di euro le spese sostenute nel decennio 1994-2004 con costi di gestione incidenti per il 5,11%.Emergency è un’organizzazione umanitaria indipendente e neutrale che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Tra il 1994 - anno in cui venne fondata da Gino Strada e Teresa Sarti Strada - e il dicembre 2011, negli ospedali, cliniche e centri di riabilitazione di Emergency sono state curate oltre 4 milioni 668 mila persone.Emergency ha iniziato a lavorare in Sudan nel 2004 in due ospedali del Nord Darfur, nel 2005 ha allestito un Centro pediatrico nel campo profughi di Mayo e ha poi iniziato a costruire il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum per offrire assistenza altamente specializzata e gratuita ai malati provenienti dal Sudan e dai Paesi vicini.Visite ambulatoriali 36.359, visite cardiologiche specialistiche 28.092, pazienti ricoverati 4.894, pazienti provenienti dal Sudan 4.179 (715 provenienti da Afghani-stan, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Giordania, Iraq, Italia, Kenya, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe), interventi di cardiochirurgia 4.167. Sono solamente alcuni numeri, numeri di persone, registrati in quattro anni di attività dal Centro Salam aperto nel 2007, la sola struttura cardiochirurgia di eccellenza completamente gratuita e altamente qualificata in Africa, fulcro del Programma di pediatria e cardiochirurgia che Emergency sta realizzando nel continente attraverso una rete di Centri che - oltre all’attività pediatrica - offrono visite di screening e di follow-up di bambini e adulti cardiopatici da operare a Khartoum.

dendo accessibili le stesse cure disponibili nei Paesi ricchi condividendo i risultati della scienza medica.Per gli obiettivi che si prefigge, l’alto livello delle competenze impiegate, l’elevata quali-tà delle cure, l’innovazione della struttura, il Centro cardiochirurgia è un centro di eccel-lenza che produrrà effetti positivi di lungo periodo nel contesto in cui è inserito: mol-tiplicherà le competenze dello staff medico locale, affermerà il diritto alle cure per tutti, influirà sul modello sanitario locale.

Palermo 2006, Marghera 2010. Da qualche anno, è questo non è un buon segno, Emer-gency offre cure gratuite ai migranti senza per-messo di soggiorno anche in Italia. Ciò significa che lo Stato non se ne occupa. Ma c’è di più. Nei poliambulatori di Palermo e Marghera – pe-raltro Emergency ha a disposizione anche 12 ambulatori mobili – sono sempre di più gli italia-ni, nella più parte anziani, che chiedono aiuto.Sì, stiamo operando per l’Italia. Nel 2006 con l’apertura di un poliambulatorio a Paler-mo abbiamo risposto al bisogno di migran-ti, stranieri, poveri che spesso non hanno l’accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficol-tà linguistiche, incapacità a muoversi all'in-terno di un sistema sanitario complesso. Il 2 dicembre 2010 una struttura simile è stata aperta a Marghera.Le nostre strutture sono aperte a tutti, anche

se, ad esempio, per Marghera pensavamo a chi non aveva il permesso di soggiorno. In-vece abbiamo visto che, in quel Centro, i pa-zienti l’anno scorso sono stati per il 20% dei nostri connazionali.Noi non vogliamo affatto sostituirci al servi-zio sanitario, ma vogliamo integrarlo. Anche qui abbiamo ricevuto critiche all’inizio, ma non ci siamo fermati. Abbiamo dato vita a un servizio Polibus, che si rivolge in parti-colar modo all’agricoltura e va a cercare le persone bisognose di cure e che svolgono operazioni di raccolta in Sud Italia.Quello relativo ai nostri connazionali è il ri-sultato che ci ha sconvolto maggiormente. Vengono qui da Emergency, nata per le vit-time di guerra… e ora curiamo gli italiani. Riceviamo costantemente telefonate allar-mate da tutta l’Italia, con le quali le persone, in particolare anziane ma non solo, allarma-te, ci chiedono di intervenire perché nel loro paese o in quello vicino stanno chiudendo l’ospedale, o lo hanno già chiuso. E non san-no dove andare a farsi curare. O non hanno i soldi per accedere alle cure mediche.Vogliamo che nessuno venga da Emergen-cy pieno di vergogna a chiedere cure. Ne “Il mondo che vorrei”, nei nostri progetti c’è l’Italia e il mondo dei nuovi poveri. È un’uto-pia? No, forse era solo un sogno che andava costruito, basta rimboccarsi le maniche.

Centro Salam di Khartoum (Sudan) Fonte: Emergency

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all’associazione che, per quel che ne so io, è presieduta da Gino Strada (scoprirò poi che non è così, ndr). Un ricordo ben nitido mi ha sempre accompagnato in questi anni: l’accoglienza a braccia aperte da parte di tutti, ma in particolare di una persona. C’era questa signora, che non conoscevo, come non conoscevo nessuno lì se non le persone con cui ero in viaggio. Ma lei emanava una luce particolare. Dolce negli occhi e nelle movenze, accogliente nel modo di porsi, ti parlava e ti guardava come se ti accarezzas-se. Ti sorrideva come se ti abbracciasse.Durante il viaggio di ritorno ho condiviso quella presenza con gli altri e Mauro, spiazzandomi completamente, mi ha risposto: “Ma quella è Teresa, la moglie di Gino!” (e presidente di Emergency sino alla sua scomparsa, ndr).Moni Ovadia ha fatto riferimento a una tradi-zione ebraica la quale sostiene che, anche nei tempi peggiori, il mondo riesca ad andare avanti grazie alla presenza di trentasei giusti. Uno dei quali era proprio tua madre. Teresa, Gino, Ceci-lia, Maso e ora Leone… la vostra è una famiglia che ci indica la strada da percorrere. Quali valori ti ha trasmesso tua madre Teresa che tu ora stai trasmettendo a tuo figlio, il piccolo Leone?Sono stata cresciuta da mia madre, a causa delle missioni di mio padre lei si è ritrovata a farmi sia da madre che da padre. è lei che mi ha trasmesso tutto quello che so e che voglio trasmettere a mio figlio; da lei quindi ho imparato tutto, ma il messaggio princi-pale è: se ognuno fa il proprio pezzettino ci ritroviamo in un mondo più bello. Noi pos-

siamo fare la differenza in un modo molto semplice.

Bambini, nel Centro di maternità in Afghanistan ne nascono 12 al giorno, ci lavorano principal-mente donne afghane. Costa 700 mila euro l’anno, quello che l’Italia spende per 8 ore di guerra…Siamo lì dal ’99, ma nonostante le ostilità iniziali sono nati oltre 4 mila bambini. Come molte altre volte, in quell’occasione, ci sia-mo sentiti dire che eravamo dei pazzi, for-tunatamente siamo testardi e ce l’abbiamo fatta.Inizialmente abbiamo avuto molti problemi coi capi religiosi e gli uomini del posto; vo-levo toccare le loro donne, i loro bambini, ma non comprendevano che era per il loro bene. L’imam aveva svolto un vero attacco nei nostri confronti e allora l’abbiamo invi-tato a vedere cos’era realmente ciò che ave-vamo realizzato. Gli abbiamo mostrato real-mente l’essenza del posto, essendo uomini, non sono potuti entrare in un luogo dedica-to alle donne, ma per quanto hanno visto hanno capito il nostro intento e cos’era il Centro.L’indomani il successo più grande. Il capo religioso, durante la predica ai fedeli, ha invitato tutti gli uomini a recarsi al nostro Centro per donare il sangue: “andate al Cen-tro! E’ per i nostri figli”. Ora lì lavorano 37 ragazze, la mortalità è passata da un’inci-denza di 1400 a 80.

La vera rivoluzione riguarda le donne, ci sen-tiamo colpevoli di avere dato vita a una vera rivoluzione: il lavoro femminile è diventato un lavoro. Le donne che operano al Centro hanno una formazione, un’occupazione con cui contribuiscono a mantenere la famiglia, il rispetto della comunità, un’istruzione.È bellissimo uscire dal Centro e vedere le bambine della scuola di fronte che, nell’ora del cambio turno, si sporgono dal cancello della scuola e iniziano a salutare: mi piace pensare che nelle donne del Centro vedano il proprio futuro.Il lavoro femminile non è più visto come un disonore, bensì come un valore. Quando co-minci a dare qualcosa la popolazione, anche più lontana da noi, è meno disposta a pren-dere le armi perché la sua condizione è cam-biata: prima non aveva niente da perdere.

Ancora mine antiuomo, purtroppo una costan-te nell’impegno di Emergency. In Iraq avete fondato un Centro protesi per mutilati, ma il dato strabiliante è che avete anche costituito ben 275 Cooperative di lavoro…E’ vero, esistono 275 Cooperative di lavoro fondate in Iraq, il nostro punto di arrivo è dare un lavoro ai mutilati dalle mine antiu-omo, dar loro una formazione professionale con il relativo rilascio di un diploma.La Cooperativa nasce per dare lavoro a que-ste persone che hanno un corpo nuovo, le protesi. La logica criminale delle mine an-tiuomo è distruggere un uomo: un mutila-

l'interviStA del MeSeto è una persona che non può più far nulla, noi siamo in grado di dargli una nuova vita. Gli sforzi sono molti e in più campi, ma il tornaconto è in grado di cancellare ogni pena. Vedere un ragazzo vittima delle mine antiuomo tornare da noi, con le protesi che gli abbiamo donato, e sapere che ora, gra-zie anche alla formazione che gli abbiamo offerto, è in grado di mantenere la propria famiglia o anche di dare lavoro ad altre, è la soddisfazione più grande.Il bello è che ci esprimono la loro gratitudi-ne in diverse forme ed ora, appena posso-no, cercano di darci aiuto a loro volta. Anzi, molto spesso passano da noi, qui dal Cen-tro, chiedendoci se c’è qualcosa di cui ab-biamo bisogno, se possono fare a loro volta qualcosa per noi. Insomma, il messaggio è chiaro: se abbiamo bisogno di loro, loro ci sono, loro sono pronti ad aiutarci. Siamo pazzi che riescono a realizzare bene i propri sogni.

Sudan, il Centro Salam, “pace”, si occupa dal 2007 di malattie cardiovascolari, la nuova emer-genza in Africa. Da gennaio a dicembre 2011 le visite ambulatoriali sono state 8.032, quelle cardiologiche specialistiche 8.393, i pazienti ri-coverati 1.207, di cui minori di 14 anni il 33%, minori di 26 anni il 60%.Uno degli obiettivi che ha portato alla sua costruzione è stato quello di favorire i rap-porti dei Paesi coinvolti attraverso la reci-proca collaborazione in campo sanitario in una regione segnata da decenni di conflitti. Anche per questa ragione, il Centro di car-diochirurgia si chiama Salam, "pace”. La cri-tica maggiore che ci hanno mosso è la sua specializzazione: “a cosa serve un Centro di cardiochirurgia in un posto dove la gente muore di fame?”. Basta vedere che i pazienti per il 60% sono al di sotto dei 26 anni.Il Centro Salam, operativo da aprile 2007, offre gratuitamente assistenza sanitaria a bambini e adulti affetti da patologie cardia-che, in particolare malformazioni congenite e patologie valvolari acquisite di interesse chirurgico. E’ l’unica struttura di alto livello e gratuita presente in Sudan e nei nove Pa-esi confinanti, un’area di 11,5 milioni di Km quadrati (più di tre volte l’Europa) abitata da oltre 300 milioni di persone – dove le car-diopatie congenite e quelle reumatiche ac-quisite in età pediatrica, dovute a malattie infettive e a malnutrizione, sono una delle principali cause di mortalità infantile.Salam è un progetto innovativo negli obiet-tivi e nei metodi, intende affermare il diritto a essere curati per tutti gli esseri umani, ren-

l'interviStA del MeSe

eMerGenCy COMpie 18 Anni (1994-2012)(FDP) Dal 1994, anno di nascita, al 2011 Emergency ha curato una persona ogni 2 minuti, oltre 4,5 milioni le persone curate per guerra o povertà, tenuto conto che il 90% delle vittime delle guerre sono civili; 1 letto su 2 è occupato da bambini vittime di guerra, 1 persona curata su 3 è un bambino, il 20% dei pazienti curati da Emergency sono italiani, l’80% delle risorse arriva da privati cittadini; 8000 persone costituiscono la forza lavoro di Emergency, 4000 i volontari in Italia, 170 i grup-pi locali, 16 i Paesi di intervento dalla nascita, 84,7 milioni di euro le spese sostenute nel decennio 1994-2004 con costi di gestione incidenti per il 5,11%.Emergency è un’organizzazione umanitaria indipendente e neutrale che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Tra il 1994 - anno in cui venne fondata da Gino Strada e Teresa Sarti Strada - e il dicembre 2011, negli ospedali, cliniche e centri di riabilitazione di Emergency sono state curate oltre 4 milioni 668 mila persone.Emergency ha iniziato a lavorare in Sudan nel 2004 in due ospedali del Nord Darfur, nel 2005 ha allestito un Centro pediatrico nel campo profughi di Mayo e ha poi iniziato a costruire il Centro Salam di cardiochirurgia a Khartoum per offrire assistenza altamente specializzata e gratuita ai malati provenienti dal Sudan e dai Paesi vicini.Visite ambulatoriali 36.359, visite cardiologiche specialistiche 28.092, pazienti ricoverati 4.894, pazienti provenienti dal Sudan 4.179 (715 provenienti da Afghani-stan, Burkina Faso, Burundi, Ciad, Eritrea, Etiopia, Gibuti, Giordania, Iraq, Italia, Kenya, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Tanzania, Uganda, Zambia, Zimbabwe), interventi di cardiochirurgia 4.167. Sono solamente alcuni numeri, numeri di persone, registrati in quattro anni di attività dal Centro Salam aperto nel 2007, la sola struttura cardiochirurgia di eccellenza completamente gratuita e altamente qualificata in Africa, fulcro del Programma di pediatria e cardiochirurgia che Emergency sta realizzando nel continente attraverso una rete di Centri che - oltre all’attività pediatrica - offrono visite di screening e di follow-up di bambini e adulti cardiopatici da operare a Khartoum.

dendo accessibili le stesse cure disponibili nei Paesi ricchi condividendo i risultati della scienza medica.Per gli obiettivi che si prefigge, l’alto livello delle competenze impiegate, l’elevata quali-tà delle cure, l’innovazione della struttura, il Centro cardiochirurgia è un centro di eccel-lenza che produrrà effetti positivi di lungo periodo nel contesto in cui è inserito: mol-tiplicherà le competenze dello staff medico locale, affermerà il diritto alle cure per tutti, influirà sul modello sanitario locale.

Palermo 2006, Marghera 2010. Da qualche anno, è questo non è un buon segno, Emer-gency offre cure gratuite ai migranti senza per-messo di soggiorno anche in Italia. Ciò significa che lo Stato non se ne occupa. Ma c’è di più. Nei poliambulatori di Palermo e Marghera – pe-raltro Emergency ha a disposizione anche 12 ambulatori mobili – sono sempre di più gli italia-ni, nella più parte anziani, che chiedono aiuto.Sì, stiamo operando per l’Italia. Nel 2006 con l’apertura di un poliambulatorio a Paler-mo abbiamo risposto al bisogno di migran-ti, stranieri, poveri che spesso non hanno l’accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficol-tà linguistiche, incapacità a muoversi all'in-terno di un sistema sanitario complesso. Il 2 dicembre 2010 una struttura simile è stata aperta a Marghera.Le nostre strutture sono aperte a tutti, anche

se, ad esempio, per Marghera pensavamo a chi non aveva il permesso di soggiorno. In-vece abbiamo visto che, in quel Centro, i pa-zienti l’anno scorso sono stati per il 20% dei nostri connazionali.Noi non vogliamo affatto sostituirci al servi-zio sanitario, ma vogliamo integrarlo. Anche qui abbiamo ricevuto critiche all’inizio, ma non ci siamo fermati. Abbiamo dato vita a un servizio Polibus, che si rivolge in parti-colar modo all’agricoltura e va a cercare le persone bisognose di cure e che svolgono operazioni di raccolta in Sud Italia.Quello relativo ai nostri connazionali è il ri-sultato che ci ha sconvolto maggiormente. Vengono qui da Emergency, nata per le vit-time di guerra… e ora curiamo gli italiani. Riceviamo costantemente telefonate allar-mate da tutta l’Italia, con le quali le persone, in particolare anziane ma non solo, allarma-te, ci chiedono di intervenire perché nel loro paese o in quello vicino stanno chiudendo l’ospedale, o lo hanno già chiuso. E non san-no dove andare a farsi curare. O non hanno i soldi per accedere alle cure mediche.Vogliamo che nessuno venga da Emergen-cy pieno di vergogna a chiedere cure. Ne “Il mondo che vorrei”, nei nostri progetti c’è l’Italia e il mondo dei nuovi poveri. È un’uto-pia? No, forse era solo un sogno che andava costruito, basta rimboccarsi le maniche.

Centro Salam di Khartoum (Sudan) Fonte: Emergency

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pAleStrA Multi SenSOriAle All’AriA ApertA

Latisana

Inaugurato ufficialmente lo scorso 17 maggio l’orto dell’Arca di Noè, l’asilo nido gestito dalla Cooperativa Itaca. Alla presenza di una rappre-sentanza dell’Amministrazione comunale, di Itaca stessa e di tutte le famiglie frequentanti il nido, è stato presentato alla cittadinanza il pic-colo orto realizzato dai bambini, dalle educatrici e da alcune figure esterne.L’idea è nata traendo spunto dalla programma-zione di quest’anno, uno degli obiettivi era di trasformare, con l’arrivo della bella stagione, una sezione del nostro giardino in un orto, al fine di farlo diventare palestra multi sensoriale all’aria aperta.I bambini vivono immersi nel ciclo delle stagioni, che comporta cambiamenti del paesaggio, del-le condizioni climatiche, della vita delle piante e degli animali; l’ incontro con la natura coinvolge in modo speciale e personale ogni bambino. L’importanza di questi momenti sta nel poter sviluppare nei bimbi la sensibilità verso il mon-do naturale per imparare ad amarlo, rispettarlo e conoscerne gli aspetti fondamentali. Solleci-tare l’interesse per la natura, in particolare per il mondo vegetale, entrando in contatto con le piante attraverso la cura e la sperimentazione, è particolarmente importante nella vita di oggi che, sempre più frenetica, difficilmente offre ai piccoli l’opportunità di vivere pienamente il contatto con la natura.Un ringraziamento speciale è andato al signor Angelo della Cooperativa sociale L’Agorà, che assieme ai suoi collaboratori ci ha aiutato ad arare il pezzo di giardino, a togliere le erbacce e a creare così lo spazio del nostro orto.Poi è arrivata Barbara, un’amica speciale, che con pala, rastrello e tanta buona volontà ha realizzato i “strops” (montagne - le chiamano i bambini - cioè gli appezzamenti di piccolo orto), dove abbiamo potuto trapiantare le no-stre piantine precedentemente coltivate all’in-terno del nido.Durante il periodo invernale, i bambini si sono

avvicinati gradualmente al mondo vegetale, il piano esplorativo si è intrecciato a quello ludi-co-simbolico fino ad arrivare all’aspetto della cura quotidiana di qualcosa che cresce proprio grazie ai gesti e alle attenzioni dei bambini.Il contatto tra natura e bimbi e stato realizzato attraverso azioni articolate come, ad esempio, i semi che sono stati mescolati e poi messi in un grande foglio di carta. Abbiamo chiesto ai piccoli di formulare delle ipotesi su cosa fos-sero (ai più grandi), li abbiamo anche invitati a trovare dei semi uguali, che poi sono stati mes-si a germogliare in un grande contenitore siste-mato con del cotone idrofilo bagnato. I bambini hanno innaffiato giornalmente il semino e già dopo 3-4 giorni hanno potuto ammirare i primi cambiamenti, dopo pochi giorni è spuntata la piantina. A questo punto i bambini sono stati invitati a commentare quello che stava succe-dendo sotto i loro occhi, a individuare differenze e uguaglianze tra le varie piantine, che poi sono state trapiantate nel nostro orto. A questo pun-to i bambini potranno scoprire che le piantine per crescere hanno bisogno di luce, acqua e vanno innaffiate regolarmente.

L’ARcA dI NOè INAUgURA IL PIccOLO “ORtO deI bAMbINI” A gORgO

L’allestimento dell’orto coinvolge un po’ tutti gli attori presenti all’interno e all’esterno del nido per un lavoro di rete territoriale. Le piantine o la semina vanno bagnate regolarmente, vanno tolte le erbacce, facendo attenzione a non cal-pestare o rimuovere le piantine dalla terra, un lavoro costante che impegna i bambini… ma anche una grande soddisfazione nel raccogliere i prodotti dell’orto per gustarli assieme.E’ stato proprio un pomeriggio intenso, dopo la merenda i bambini assieme alle loro famiglie hanno indossato le scarpe e ci siamo diretti tut-ti in giardino. L’assessore alle politiche sociali, Claudio Garbuio, ci ha donato da parte dell’Am-ministrazione comunale le piantine di pomo-dori, cetrioli, peperoni, zucchine dopo di che, tagliato ufficialmente il nastro, via ai giochi in giardino. Palloni, scivolo, bolle di sapone e canti hanno rallegrato la nostra festa dell’orto.

Arca di Noè

il SAd di CAOrle nel teMpiO dei lOnGOBArdi

Cividale del Friuli

Gita fuori porta a Cividale del Friuli per gli utenti del Sad (Servizio di assistenza domiciliare) di Caorle, che il 19 maggio, in collaborazione con il Comune di Caorle, si sono recati nella antica Forum Iulii. Molte le persone che hanno ade-rito all’iniziativa, in numero crescente rispetto all'anno precedente. In quindici hanno accetta-to l'invito, chi accompagnato dai figli chi dall'as-sistente familiare.La coordinatrice del servizio, Giovanna Artico, si è attivata per organizzare la gita nel migliore dei modi. Non è stato facile, soprattutto perché il gruppo richiedeva la presenza di ulteriori ope-ratori, mentre altri presenti sul territorio dove-vano garantire il normale servizio.Il gruppo di operatori del Sad di Caorle è sem-pre stato un ottimo gruppo, molto unito. Gra-zie al loro aiuto e alle proposte costruttive idee dell'assistente sociale, Cristina Braida, la coor-dinatrice si è potuta muovere più facilmente per organizzare la gita. Il risultato è stato un vero successo.Due i furgoni messi a disposizione da Itaca e

uno dal Comune di Caorle. Grazie alla collabo-razione di quattro operatori, Monia, Carla, Silvia e Juana, di due volontari, Bertha e Josuè, della coordinatrice e dell'assistente sociale, abbiamo accompagnato non solo gli utenti autosufficien-ti ma anche due in carrozzina.Meta, la bella Cividale del Friuli. Il gruppo ha pranzato presso l'agriturismo “Bosco Roma-gno”, gestito dalla famiglia Paolini. Un incante-vole posto immerso nel verde e nella natura. Il signor Paolo Paolini ha organizzato, oltre al pranzo, una visita alla città con il supporto di una guida locale.Cividale conserva rilevanti testimonianze mo-numentali, artistiche e culturali della civiltà Lon-gobarda. Il gruppo ha visitato il tempietto Lon-gobardo sito all'interno del Monastero di Santa Maria in Valle, il Duomo di Santa Maria Assunta e il suggestivo Ponte del Diavolo, con la sua curiosa leggenda (il Diavolo avrebbe chiesto, in cambio della facilitazione nella costruzione del ponte, l'anima del primo essere che vi fosse transitato. La furbizia dei Cividalesi avrebbe fatto transitare per primo sul ponte un cane, risparmiando così le anime umane).

gItA fUORI PORtA A cIVIdALe PeR IL seRVIzIO dI AssIsteNzA dOMIcILIARe

La gita si è conclusa piacevolmente a tavola, degustando il famoso “frico”, piatto tipico friula-no composto da formaggio cotto e patate, oltre ad altre pietanze succulente proposti dalla casa. Una giornata trascorsa tra la natura, lo stare in-sieme in armonia e in allegria che ha portato una ventata di benessere a coloro che per vari motivi sono costretti tra le mura domestiche.Un ringraziamento va soprattutto agli anziani che hanno colto l'occasione per stare insieme e agli operatori che hanno reso possibile que-sta giornata meravigliosa. Inoltre un grande ringraziamento va alle operatrici Berta, Dacia e Wendi che hanno gestito gli utenti a Caorle, nonché a Cinzia che è venuta in aiuto dal Sad di Portogruaro.

Monia Bergamo

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Latisana

Inaugurato ufficialmente lo scorso 17 maggio l’orto dell’Arca di Noè, l’asilo nido gestito dalla Cooperativa Itaca. Alla presenza di una rappre-sentanza dell’Amministrazione comunale, di Itaca stessa e di tutte le famiglie frequentanti il nido, è stato presentato alla cittadinanza il pic-colo orto realizzato dai bambini, dalle educatrici e da alcune figure esterne.L’idea è nata traendo spunto dalla programma-zione di quest’anno, uno degli obiettivi era di trasformare, con l’arrivo della bella stagione, una sezione del nostro giardino in un orto, al fine di farlo diventare palestra multi sensoriale all’aria aperta.I bambini vivono immersi nel ciclo delle stagioni, che comporta cambiamenti del paesaggio, del-le condizioni climatiche, della vita delle piante e degli animali; l’ incontro con la natura coinvolge in modo speciale e personale ogni bambino. L’importanza di questi momenti sta nel poter sviluppare nei bimbi la sensibilità verso il mon-do naturale per imparare ad amarlo, rispettarlo e conoscerne gli aspetti fondamentali. Solleci-tare l’interesse per la natura, in particolare per il mondo vegetale, entrando in contatto con le piante attraverso la cura e la sperimentazione, è particolarmente importante nella vita di oggi che, sempre più frenetica, difficilmente offre ai piccoli l’opportunità di vivere pienamente il contatto con la natura.Un ringraziamento speciale è andato al signor Angelo della Cooperativa sociale L’Agorà, che assieme ai suoi collaboratori ci ha aiutato ad arare il pezzo di giardino, a togliere le erbacce e a creare così lo spazio del nostro orto.Poi è arrivata Barbara, un’amica speciale, che con pala, rastrello e tanta buona volontà ha realizzato i “strops” (montagne - le chiamano i bambini - cioè gli appezzamenti di piccolo orto), dove abbiamo potuto trapiantare le no-stre piantine precedentemente coltivate all’in-terno del nido.Durante il periodo invernale, i bambini si sono

avvicinati gradualmente al mondo vegetale, il piano esplorativo si è intrecciato a quello ludi-co-simbolico fino ad arrivare all’aspetto della cura quotidiana di qualcosa che cresce proprio grazie ai gesti e alle attenzioni dei bambini.Il contatto tra natura e bimbi e stato realizzato attraverso azioni articolate come, ad esempio, i semi che sono stati mescolati e poi messi in un grande foglio di carta. Abbiamo chiesto ai piccoli di formulare delle ipotesi su cosa fos-sero (ai più grandi), li abbiamo anche invitati a trovare dei semi uguali, che poi sono stati mes-si a germogliare in un grande contenitore siste-mato con del cotone idrofilo bagnato. I bambini hanno innaffiato giornalmente il semino e già dopo 3-4 giorni hanno potuto ammirare i primi cambiamenti, dopo pochi giorni è spuntata la piantina. A questo punto i bambini sono stati invitati a commentare quello che stava succe-dendo sotto i loro occhi, a individuare differenze e uguaglianze tra le varie piantine, che poi sono state trapiantate nel nostro orto. A questo pun-to i bambini potranno scoprire che le piantine per crescere hanno bisogno di luce, acqua e vanno innaffiate regolarmente.

L’ARcA dI NOè INAUgURA IL PIccOLO “ORtO deI bAMbINI” A gORgO

L’allestimento dell’orto coinvolge un po’ tutti gli attori presenti all’interno e all’esterno del nido per un lavoro di rete territoriale. Le piantine o la semina vanno bagnate regolarmente, vanno tolte le erbacce, facendo attenzione a non cal-pestare o rimuovere le piantine dalla terra, un lavoro costante che impegna i bambini… ma anche una grande soddisfazione nel raccogliere i prodotti dell’orto per gustarli assieme.E’ stato proprio un pomeriggio intenso, dopo la merenda i bambini assieme alle loro famiglie hanno indossato le scarpe e ci siamo diretti tut-ti in giardino. L’assessore alle politiche sociali, Claudio Garbuio, ci ha donato da parte dell’Am-ministrazione comunale le piantine di pomo-dori, cetrioli, peperoni, zucchine dopo di che, tagliato ufficialmente il nastro, via ai giochi in giardino. Palloni, scivolo, bolle di sapone e canti hanno rallegrato la nostra festa dell’orto.

Arca di Noè

il SAd di CAOrle nel teMpiO dei lOnGOBArdi

Cividale del Friuli

Gita fuori porta a Cividale del Friuli per gli utenti del Sad (Servizio di assistenza domiciliare) di Caorle, che il 19 maggio, in collaborazione con il Comune di Caorle, si sono recati nella antica Forum Iulii. Molte le persone che hanno ade-rito all’iniziativa, in numero crescente rispetto all'anno precedente. In quindici hanno accetta-to l'invito, chi accompagnato dai figli chi dall'as-sistente familiare.La coordinatrice del servizio, Giovanna Artico, si è attivata per organizzare la gita nel migliore dei modi. Non è stato facile, soprattutto perché il gruppo richiedeva la presenza di ulteriori ope-ratori, mentre altri presenti sul territorio dove-vano garantire il normale servizio.Il gruppo di operatori del Sad di Caorle è sem-pre stato un ottimo gruppo, molto unito. Gra-zie al loro aiuto e alle proposte costruttive idee dell'assistente sociale, Cristina Braida, la coor-dinatrice si è potuta muovere più facilmente per organizzare la gita. Il risultato è stato un vero successo.Due i furgoni messi a disposizione da Itaca e

uno dal Comune di Caorle. Grazie alla collabo-razione di quattro operatori, Monia, Carla, Silvia e Juana, di due volontari, Bertha e Josuè, della coordinatrice e dell'assistente sociale, abbiamo accompagnato non solo gli utenti autosufficien-ti ma anche due in carrozzina.Meta, la bella Cividale del Friuli. Il gruppo ha pranzato presso l'agriturismo “Bosco Roma-gno”, gestito dalla famiglia Paolini. Un incante-vole posto immerso nel verde e nella natura. Il signor Paolo Paolini ha organizzato, oltre al pranzo, una visita alla città con il supporto di una guida locale.Cividale conserva rilevanti testimonianze mo-numentali, artistiche e culturali della civiltà Lon-gobarda. Il gruppo ha visitato il tempietto Lon-gobardo sito all'interno del Monastero di Santa Maria in Valle, il Duomo di Santa Maria Assunta e il suggestivo Ponte del Diavolo, con la sua curiosa leggenda (il Diavolo avrebbe chiesto, in cambio della facilitazione nella costruzione del ponte, l'anima del primo essere che vi fosse transitato. La furbizia dei Cividalesi avrebbe fatto transitare per primo sul ponte un cane, risparmiando così le anime umane).

gItA fUORI PORtA A cIVIdALe PeR IL seRVIzIO dI AssIsteNzA dOMIcILIARe

La gita si è conclusa piacevolmente a tavola, degustando il famoso “frico”, piatto tipico friula-no composto da formaggio cotto e patate, oltre ad altre pietanze succulente proposti dalla casa. Una giornata trascorsa tra la natura, lo stare in-sieme in armonia e in allegria che ha portato una ventata di benessere a coloro che per vari motivi sono costretti tra le mura domestiche.Un ringraziamento va soprattutto agli anziani che hanno colto l'occasione per stare insieme e agli operatori che hanno reso possibile que-sta giornata meravigliosa. Inoltre un grande ringraziamento va alle operatrici Berta, Dacia e Wendi che hanno gestito gli utenti a Caorle, nonché a Cinzia che è venuta in aiuto dal Sad di Portogruaro.

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“penSieri All'ApertO” A CASA riCChieri

Pordenone

L'esperienza vissuta attraverso il libero fluire dei pensieri, all'aperto, nel giardino esposto sul retro di Casa Ricchieri, svela subito agli occhi della mente uno scenario che permette di destrutturare i preconcetti di quanti vivono ancora il concetto di follia come difetto umano. La scorsa estate le persone che vivono Casa Ricchieri hanno semplicemente espresso intorno ad un tavolo la capacità di mettere insieme una carica esplosiva di passioni ed emozioni, che come in uno scorrere di un fiume in piena straripano in parole che, in breve tempo, diventano discorso e poi discorso intorno all'essere, nel senso più autentico del termine composto da “ontos” (essere) e “logos” (discorso, così come lo intendevano i Greci).Come dimenticare il primo incontro, in cui dopo aver brevemente introdotto i concetti di “intelligenza” e di “dubbio” nella misura in cui sono reciprocamente interconnessi, un ospite della comunità è intervenuto entrando immediatamente nel vivo dell'argomento e sostenendo che il concetto di intelligenza deve avere una sua autonomia, indipendentemente dalla sfera etica (bene, male, coscienza, ecc...).L'intelligenza – continua sempre lo stesso ospite – non ha bisogno di essere affiliata né a Dio né tantomeno all'“Io” e a tutto ciò che ne deriva, essa è svincolata da tutto ed è di per se stessa libera. Questo è il semplice prologo del discorso intorno all'essere dell'intelligenza che abbiamo avuto il piacere di intavolare insieme alle persone che abitano questa Casa. E' chiaro che le connessioni, la messa in discussione degli argomenti e le varie sinapsi provocate dal gruppo sono state molteplici e qui non possiamo citarle tutte, ma già questo esempio rende l'idea di ciò che si è generato. Sul fare iniziale dell'argomento si è messo sul tavolo l'abbozzo di una trattazione infinita (autonomia o eteronomia dell'intelligenza), che ha attraversato tutta la storia del pensiero occidentale e sta ancora impegnando l'orizzonte attuale della

riflessione.Su quest'ultimo proposito ed in particolare sull'attualità “destrutturante” della capacità di giudizio, il gruppo di pensiero ha sperimentato ampiamente la necessità di mettere in campo la decostruzione degli argomenti ritenuti comodi e certi. L'incontro di luglio infatti era stato dedicato alla “nascita dell'errore” e nel dibattito all'aperto sono state sfatate molte verità preconfezionate dal sistema in cui viviamo. Basti pensare alle verità della televisione che, secondo quanto sostiene un ospite della comunità, sono costruite per togliere spazio all'immaginazione, in quanto si limiterebbero a proporre un'immagine prestabilita e valida per tutti.Da qui la necessità di decostruire l'impianto conformista dell'industria televisiva e dare aria e nuova linfa al potere della creazione, in modo che si possa finalmente attuare una produzione artistica scatenata dal nostro intelletto e non da un apparecchio (quello televisivo) che aumenta continuamente di potenza e distrugge in modo direttamente proporzionale la nostra capacità di giudizio, poiché ci sostituisce nel pensare e nell'immaginare. Anche qui siamo solo all'inizio della discussione, che è proseguita attraversando gli argomenti del consumismo legato alla creazione dei falsi bisogni, alle ragioni profonde dell'economia che strutturano l'assetto del potere temporale e spirituale ecc...Ecco da dove deriva la necessità di destrutturare, dalla capacità critica (e dirompente) di scoprire dove sta l'errore e rendere manifesta la falsificazione della realtà. Si potrebbe andare avanti all'infinito citando altri contributi al confronto, come quello squisitamente ermeneutico legato al tema dell'interpretazione e di come, nella fattispecie, diversi autori sono stati strumentalizzati dal potere ma, arrivati a questo punto, nessuno meglio di Nietzsche (che sempre accompagna queste serate), può aiutarci a comprendere l'atmosfera che quella sera abbiamo avuto la fortuna di creare.“Non c'è realtà, non c'è “idealità” che in questo scritto non venga toccata (- toccata: che prudente

dIscORsO INtORNO ALL'esseRe deLL'INteLLIgeNzA

eufemismo!...). Non solo gli idoli eterni, anche i recentissimi, e perciò i più decrepiti. Per esempio le “idee moderne”. Un gran vento soffia fra gli alberi, dappertutto cadono a terra dei frutti - delle verità. Vediamo lo sperpero di un autunno troppo ricco: si inciampa nelle verità, se ne schiacciano persino alcune – ce ne sono troppe... (….1)Tutto questo è successo durante gli incontri che hanno caratterizzato i “pensieri all'aperto” in questo piccolo giardino, e tutto questo succede ogni qualvolta si scatena la “macchina desiderante”2 del nostro pensiero, a patto che sia veramente nostro e non di quello che il più delle volte si vuole far credere, pensare, immaginare, “desiderare” e se è necessario anche “creare”, ad immagine e somiglianza di chi “ci comanda” e detiene il controllo non solo delle nostre “buone” azioni ma anche dei nostri “cattivi” pensieri.Ed ecco allora che anche quest’anno il giardino di Casa Ricchieri si riapre a tutto ciò con la speranza che i pensieri (vedi locandina con eventi in programma, ndr) possano continuare a fluire guidati nel suo cammino da Italo Calvino che con “Le Città invisibili” sarà un faro nella notte per portarci per mano verso riflessioni ed interrogativi.

Casa Ricchieri

1 F. Nietzsche, ecce homo, come si diventa ciò

che si è. Ed. Adelphi, Milano, 2004. Op. cit. p. 115 af. 2.

2 G. Deleuze e F. Guattari, Lanti-edipo, capitali-

smo e schizofrenia, ed. Einaudi, 2002. Op. cit. p. 129.

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i nOnni inSeGnAnO l’OrtiCOlturA Alle eleMentAri

Muggia

Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno proclamato il 2012 “Anno europeo dell’invec-chiamento attivo e della solidarietà tra le ge-nerazioni”. Per questo il Comune di Muggia ha deciso di destinare il cinque per mille del gettito Irpef 2008 alla Casa di riposo (per un totale di 4.319 euro) per la realizzazione di iniziative e eventi per e con gli anziani ospiti.La Casa di riposo intrattiene da anni una signifi-cativa collaborazione con le scuole muggesane, promuovendo incontri e condividendo progetti finalizzati a favorire i rapporti intergenerazionali. Con l’inizio del nuovo anno scolastico la colla-borazione si è arricchita con la programmazio-ne congiunta di un progetto biennale in tema di coltura di erbe aromatiche e medicinal,i consoli-dando così rapporti significativi e importanti tra i nonni e i ragazzi.Il progetto “Orti e giardini” (traendo ispirazione dal pluripremiato Teddybear, progetto europeo intergenerazionale e transnazionale di Itaca che ha fatto scuola in Europa, ndr) coinvolge, quindi, gli anziani ospiti della Casa di riposo e gli alunni delle classi 4A e 4B della scuola primaria E. De Amicis ma ambisce ad allargare nel tempo la sua condivisione a sempre più classi. Fonda-mentale la fase “teorica” di presentazione agli alunni da parte degli anziani delle varie piante aromatiche (una ventina), delle loro caratteristi-che, proprietà, usi, tecniche di coltivazione, ma anche la fase “pratica” di coltivazione dell'orto, nella quale le classi, con la consulenza tecnica di Marco Marinaz, cureranno le scelte di col-tivazione, le semine o i trapianti e lo sviluppo degli ortaggi fino alla raccolta, sempre accom-pagnati dai “nonni”.Non mancheranno anche “lezioni sull’uso e le tradizioni” che si svilupperanno sull’utilizzo di piante, erbe aromatiche ecc. in cucina e nella medicina popolare da parte degli anziani della Casa di riposo, dell’erborista dott. Laura Marzi e del docente di Fitoterapia dott. Nerio Nesla-dek. Particolare attenzione sarà rivolta anche al

recupero e alla pulizia degli spazi attraverso la sistemazione dell’area verde attigua al plesso scolastico, la manutenzione della serra comu-nale e la sistemazione del giardino della Casa di riposo.A conclusione del progetto, le attività svolte, i racconti e gli aneddoti, le curiosità locali, le ri-cette così come la documentazione fotografica, scritta ed il materiale raccolto saranno elabora-ti, organizzati e pubblicati in un opuscolo sulla coltivazione, essicazione e consumo delle erbe aromatiche.L’assessore Giorgio Kosic: «È un’iniziativa parti-colarmente significativa, non solo perché offre

IL PROgettO “ORtI e gIARdINI” ReNde PROtAgONIstA LA cAsA dI RIPOsO

ai ragazzi la possibilità di apprendere nuove co-noscenze in modo interattivo, ma anche perché favorisce la condivisione di progetti e la collabo-razione tra generazioni attraverso la trasmissio-ne di sapere e di ricordi. L’obiettivo è il recupero di quella memoria storica che è il grande patri-monio del nostro territorio. Un ringraziamento va, in particolar modo, ai volontari ed ai colla-boratori, grazie alla passione ed all’impegno dei quali si è potuto attuare questo progetto».

Fonte: Il Piccolo06-04-12, 34 Nazionale

GIO 5 LuGLIO Imprimere all'essere il carattere in divenireGIO 26 LuGLIO Le convinzioni nemiche"Non esistono fatti ma solo interpretazioni"F.N.MAR 11 setteMbRe Il "cattivo" passato"la memoria è ridondante, ripete i segni perchè (...) cominci a esistere" I.C.LuN 17 setteMbRe stazione ZeroLettura scenica su test di I.Calvino a cura del "Teatro della Sabbia" a seguire discussione e conclusione.

tutti gli incontri si terranno alle 20.30 presso il giardino di Casa Ricchieri in via G. Ricchieri 2Moderatore: Domenico Bocale

INGRessO GRAtuItO

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“penSieri All'ApertO” A CASA riCChieri

Pordenone

L'esperienza vissuta attraverso il libero fluire dei pensieri, all'aperto, nel giardino esposto sul retro di Casa Ricchieri, svela subito agli occhi della mente uno scenario che permette di destrutturare i preconcetti di quanti vivono ancora il concetto di follia come difetto umano. La scorsa estate le persone che vivono Casa Ricchieri hanno semplicemente espresso intorno ad un tavolo la capacità di mettere insieme una carica esplosiva di passioni ed emozioni, che come in uno scorrere di un fiume in piena straripano in parole che, in breve tempo, diventano discorso e poi discorso intorno all'essere, nel senso più autentico del termine composto da “ontos” (essere) e “logos” (discorso, così come lo intendevano i Greci).Come dimenticare il primo incontro, in cui dopo aver brevemente introdotto i concetti di “intelligenza” e di “dubbio” nella misura in cui sono reciprocamente interconnessi, un ospite della comunità è intervenuto entrando immediatamente nel vivo dell'argomento e sostenendo che il concetto di intelligenza deve avere una sua autonomia, indipendentemente dalla sfera etica (bene, male, coscienza, ecc...).L'intelligenza – continua sempre lo stesso ospite – non ha bisogno di essere affiliata né a Dio né tantomeno all'“Io” e a tutto ciò che ne deriva, essa è svincolata da tutto ed è di per se stessa libera. Questo è il semplice prologo del discorso intorno all'essere dell'intelligenza che abbiamo avuto il piacere di intavolare insieme alle persone che abitano questa Casa. E' chiaro che le connessioni, la messa in discussione degli argomenti e le varie sinapsi provocate dal gruppo sono state molteplici e qui non possiamo citarle tutte, ma già questo esempio rende l'idea di ciò che si è generato. Sul fare iniziale dell'argomento si è messo sul tavolo l'abbozzo di una trattazione infinita (autonomia o eteronomia dell'intelligenza), che ha attraversato tutta la storia del pensiero occidentale e sta ancora impegnando l'orizzonte attuale della

riflessione.Su quest'ultimo proposito ed in particolare sull'attualità “destrutturante” della capacità di giudizio, il gruppo di pensiero ha sperimentato ampiamente la necessità di mettere in campo la decostruzione degli argomenti ritenuti comodi e certi. L'incontro di luglio infatti era stato dedicato alla “nascita dell'errore” e nel dibattito all'aperto sono state sfatate molte verità preconfezionate dal sistema in cui viviamo. Basti pensare alle verità della televisione che, secondo quanto sostiene un ospite della comunità, sono costruite per togliere spazio all'immaginazione, in quanto si limiterebbero a proporre un'immagine prestabilita e valida per tutti.Da qui la necessità di decostruire l'impianto conformista dell'industria televisiva e dare aria e nuova linfa al potere della creazione, in modo che si possa finalmente attuare una produzione artistica scatenata dal nostro intelletto e non da un apparecchio (quello televisivo) che aumenta continuamente di potenza e distrugge in modo direttamente proporzionale la nostra capacità di giudizio, poiché ci sostituisce nel pensare e nell'immaginare. Anche qui siamo solo all'inizio della discussione, che è proseguita attraversando gli argomenti del consumismo legato alla creazione dei falsi bisogni, alle ragioni profonde dell'economia che strutturano l'assetto del potere temporale e spirituale ecc...Ecco da dove deriva la necessità di destrutturare, dalla capacità critica (e dirompente) di scoprire dove sta l'errore e rendere manifesta la falsificazione della realtà. Si potrebbe andare avanti all'infinito citando altri contributi al confronto, come quello squisitamente ermeneutico legato al tema dell'interpretazione e di come, nella fattispecie, diversi autori sono stati strumentalizzati dal potere ma, arrivati a questo punto, nessuno meglio di Nietzsche (che sempre accompagna queste serate), può aiutarci a comprendere l'atmosfera che quella sera abbiamo avuto la fortuna di creare.“Non c'è realtà, non c'è “idealità” che in questo scritto non venga toccata (- toccata: che prudente

dIscORsO INtORNO ALL'esseRe deLL'INteLLIgeNzA

eufemismo!...). Non solo gli idoli eterni, anche i recentissimi, e perciò i più decrepiti. Per esempio le “idee moderne”. Un gran vento soffia fra gli alberi, dappertutto cadono a terra dei frutti - delle verità. Vediamo lo sperpero di un autunno troppo ricco: si inciampa nelle verità, se ne schiacciano persino alcune – ce ne sono troppe... (….1)Tutto questo è successo durante gli incontri che hanno caratterizzato i “pensieri all'aperto” in questo piccolo giardino, e tutto questo succede ogni qualvolta si scatena la “macchina desiderante”2 del nostro pensiero, a patto che sia veramente nostro e non di quello che il più delle volte si vuole far credere, pensare, immaginare, “desiderare” e se è necessario anche “creare”, ad immagine e somiglianza di chi “ci comanda” e detiene il controllo non solo delle nostre “buone” azioni ma anche dei nostri “cattivi” pensieri.Ed ecco allora che anche quest’anno il giardino di Casa Ricchieri si riapre a tutto ciò con la speranza che i pensieri (vedi locandina con eventi in programma, ndr) possano continuare a fluire guidati nel suo cammino da Italo Calvino che con “Le Città invisibili” sarà un faro nella notte per portarci per mano verso riflessioni ed interrogativi.

Casa Ricchieri

1 F. Nietzsche, ecce homo, come si diventa ciò

che si è. Ed. Adelphi, Milano, 2004. Op. cit. p. 115 af. 2.

2 G. Deleuze e F. Guattari, Lanti-edipo, capitali-

smo e schizofrenia, ed. Einaudi, 2002. Op. cit. p. 129.

e20

i nOnni inSeGnAnO l’OrtiCOlturA Alle eleMentAri

Muggia

Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno proclamato il 2012 “Anno europeo dell’invec-chiamento attivo e della solidarietà tra le ge-nerazioni”. Per questo il Comune di Muggia ha deciso di destinare il cinque per mille del gettito Irpef 2008 alla Casa di riposo (per un totale di 4.319 euro) per la realizzazione di iniziative e eventi per e con gli anziani ospiti.La Casa di riposo intrattiene da anni una signifi-cativa collaborazione con le scuole muggesane, promuovendo incontri e condividendo progetti finalizzati a favorire i rapporti intergenerazionali. Con l’inizio del nuovo anno scolastico la colla-borazione si è arricchita con la programmazio-ne congiunta di un progetto biennale in tema di coltura di erbe aromatiche e medicinal,i consoli-dando così rapporti significativi e importanti tra i nonni e i ragazzi.Il progetto “Orti e giardini” (traendo ispirazione dal pluripremiato Teddybear, progetto europeo intergenerazionale e transnazionale di Itaca che ha fatto scuola in Europa, ndr) coinvolge, quindi, gli anziani ospiti della Casa di riposo e gli alunni delle classi 4A e 4B della scuola primaria E. De Amicis ma ambisce ad allargare nel tempo la sua condivisione a sempre più classi. Fonda-mentale la fase “teorica” di presentazione agli alunni da parte degli anziani delle varie piante aromatiche (una ventina), delle loro caratteristi-che, proprietà, usi, tecniche di coltivazione, ma anche la fase “pratica” di coltivazione dell'orto, nella quale le classi, con la consulenza tecnica di Marco Marinaz, cureranno le scelte di col-tivazione, le semine o i trapianti e lo sviluppo degli ortaggi fino alla raccolta, sempre accom-pagnati dai “nonni”.Non mancheranno anche “lezioni sull’uso e le tradizioni” che si svilupperanno sull’utilizzo di piante, erbe aromatiche ecc. in cucina e nella medicina popolare da parte degli anziani della Casa di riposo, dell’erborista dott. Laura Marzi e del docente di Fitoterapia dott. Nerio Nesla-dek. Particolare attenzione sarà rivolta anche al

recupero e alla pulizia degli spazi attraverso la sistemazione dell’area verde attigua al plesso scolastico, la manutenzione della serra comu-nale e la sistemazione del giardino della Casa di riposo.A conclusione del progetto, le attività svolte, i racconti e gli aneddoti, le curiosità locali, le ri-cette così come la documentazione fotografica, scritta ed il materiale raccolto saranno elabora-ti, organizzati e pubblicati in un opuscolo sulla coltivazione, essicazione e consumo delle erbe aromatiche.L’assessore Giorgio Kosic: «È un’iniziativa parti-colarmente significativa, non solo perché offre

IL PROgettO “ORtI e gIARdINI” ReNde PROtAgONIstA LA cAsA dI RIPOsO

ai ragazzi la possibilità di apprendere nuove co-noscenze in modo interattivo, ma anche perché favorisce la condivisione di progetti e la collabo-razione tra generazioni attraverso la trasmissio-ne di sapere e di ricordi. L’obiettivo è il recupero di quella memoria storica che è il grande patri-monio del nostro territorio. Un ringraziamento va, in particolar modo, ai volontari ed ai colla-boratori, grazie alla passione ed all’impegno dei quali si è potuto attuare questo progetto».

Fonte: Il Piccolo06-04-12, 34 Nazionale

GIO 5 LuGLIO Imprimere all'essere il carattere in divenireGIO 26 LuGLIO Le convinzioni nemiche"Non esistono fatti ma solo interpretazioni"F.N.MAR 11 setteMbRe Il "cattivo" passato"la memoria è ridondante, ripete i segni perchè (...) cominci a esistere" I.C.LuN 17 setteMbRe stazione ZeroLettura scenica su test di I.Calvino a cura del "Teatro della Sabbia" a seguire discussione e conclusione.

tutti gli incontri si terranno alle 20.30 presso il giardino di Casa Ricchieri in via G. Ricchieri 2Moderatore: Domenico Bocale

INGRessO GRAtuItO

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“tuttO per tutti” AllA 2^ ediZiOne

Pordenone

Successo a Villanova di Pordenone per la seconda edizione di “Tutto per tutti”, mercatino dell’usato aperto ad adulti e bambini svoltosi domenica 13 maggio. Una iniziativa nata dalla volontà e dall’en-tusiasmo delle associazioni e dei singoli cittadini del quartiere, partecipanti alle riunioni mensili del progetto Genius Loci.Nonostante i molti concomitanti eventi previsti nel fine settimana in città, la manifestazione ha riscon-trato un buon successo di pubblico. Ben sessanta i banchetti dei venditori, la metà dei quali occupati dai bambini insieme ai loro genitori. Presenti anche diversi cittadini stranieri (africani, sudamericani, turchi) e una rappresentanza dei genitori degli alunni della scuola primaria di Villanova e della scuola dell’infanzia di Borgomeduna.Causa le avverse condizioni climatiche, la mani-festazione si è svolta all’interno del Palatenda del centro sportivo A. Lupieri, comunque garantendo delle ottime condizioni di vivibilità e sicurezza. Nel corso della mattinata si è proceduto con ordine e

cON geNIUs LOcI IL MeRcAtINO deLL’UsAtO sI fA INteRgeNeRAzIONALe

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nOtturni di_verSi 2012

Portogruaro, Fossalta di Portogruaro,

Concordia sagittaria, teglio Veneto23 giugno - 2 agosto 2012

Reteventi

PIccOLO festIVAL deLLA POesIA e deLLe ARtI NOttURNe

PeR sARA ORLANdO

Quanta limpidezza d’aria c’è oggiSe lo sguardo ha spazio siamo tutti viaggiatori

Bastano i filari delle viti come rottaE la scia di aerei a sostenere il cielo

Francesco Tomada

Provincia di Venezia Assessorato alla Cultura

Regione Veneto L’iniziativa viene realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Regione del Veneto – Province del Veneto

prOGrAMMA

sabato 23 giugno 2012 Portogruaro - Vivai Bejaflor - Viale Udine, 34 ore 21.00

ReAdINgAcque di Acqua in collaborazione con Associazione Culturale Cultura Globale di Cormons (GO).

A seguire nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di PramaggioreRinfresco offerto da Vivai Bejaflor

sabato 30 giugno 2012 Teglio Veneto - Villa Dell'Anna-Brezzi - Via Parz, 4 ore 21.00

tegLIO POesIAPremiazione del premio Teglio Poesia Accompagnamento musicale dei jazzisti Danie-le D'Agaro (sassofoni) e Luigi Vitale (vibrafono e marimba). La giuria è presieduta da Gianmario Villalta (direttore artistico del pordenonelegge). Presenta Daniele Chiarotto.rinfresco offerto dal comune di Teglio Veneto

mercoledì 4 luglio 2012 Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRIPerciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta a cura di Piero simon ostan e roberto cescon.in collaborazione con Libreria LAB

venerdì 6 luglio 2012 Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.00

INcONtRILa generazione entrante a cura di matteo Fantuzzi

venerdì 6 luglio 2012 Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.30

teAtRALItàMagari Compagnia teatrale La Luna al Guinzaglio.A seguire nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Mazzolada di Portogruaro

notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne Associazione Culturale Porto dei Benandanti (VE)Amministrazione Comunale di Portogruaro (VE)Amministrazione Comunale di Concordia Sagittaria (VE)Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro (VE)Amministrazione Comunale di Teglio Veneto (VE)Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone (PN)

sabato 7 luglio 2012 Portogruaro – Galleria d’Arte Contemporanea Ai Molini e Piazzetta della Pescheriaore 21.00

esPOzIONe - ReAdINgLibri di_versi#4a seguire nutri_menti a cura del PdBLa mostra sarà aperta fino al 22 luglio Con i seguenti orari: mercoledì 21.00 – 23.00;giovedì 10.00 - 12.00;venerdì, sabato, domenica 17.00 – 19.00

mercoledì 11 luglio 2012 Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRI Il paese dei buoni e dei cattivi di Federica Sgaggio a cura di simone marcuzzi.in collaborazione con Libreria LAB.

venerdì 13 luglio 2012 Concordia Sagittaria - Alchemica Officina delle Arti - Via Casona, 7 - Località Franzonaore 21.00

esPOsIzIONI - ReAdINgPoetico PachtworkA seguire nutri_menti a cura di Alchemica officina delle Arti

sabato 14 luglio 2012 Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Gio-vanni, 10 ore 21.00

esPOsIzIONIPersonale di Ennio MalisanIn collaborazione con L&A di Teglio Veneto e Studio Arkema di Portogruaro

e20

sabato 14 luglio 2012 Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Gio-vanni, 10 ore 21.30

INcONtRIIl riparo che non ho di Giovanni Fierropresentazione a cura di Piero simon ostanin collaborazione con L&A di Teglio Veneto e studio Arkema di Portogruaro

mercoledì 18 luglio 2012Portogruaro – Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRI10 italiani che hanno conquistato il mondo di Simone MarcuzziIl libro di Simone Marcuzzi è una raccolta di dieci racconti su dieci italiani che hanno reso famoso il nostro a cura di roberto cescon.in collaborazione con Libreria LAB.

tranquillità all’allestimento dei banchetti. Dopo la ‘pastasciuttata’, preparata e offerta dall’associa-zione Festa in Piassa, e che ha visto la presenza di circa 130 persone (tra cui anche alcuni anziani del centro sociale Glorialanza), si è ufficialmente aperto il mercatino.Nel corso del pomeriggio diversi sono stati i momenti di animazione: alle 15 con i giochi proposti dal gruppo Assiscout e alle 17 con l’esibizione della scuola di ballo Fantasy. A metà pomeriggio è stata offerta la merenda a tutti i bambini. Non sono poi mancate altre gradite sorprese, tra cui un’inattesa lezione di musica africana che un cittadino del Burkina Faso ha tenuto a diversi bambini, quasi in-creduli di poter utilizzare liberamente (e senza limi-tazioni di tempo) quegli stessi strumenti tradizionali che nel corso della mattinata avevano ammirato in vendita in uno dei banchetti del mercatino.Noi operatori di Genius Loci abbiamo ricevuto l’apprezzamento per la buona organizzazione da parte di molti standisti ma anche da diversi clienti del mercatino stesso. Nonostante qualcuno abbia realizzato guadagni un po’ inferiori rispetto alle

aspettative, nessuno ha mancato di sottolinea-re che ciò è stato ampiamente compensato dal divertimento e dal positivo spirito di aggregazione percepito durante tutto l’arco della giornata. Tanto che parecchi sono stati i cittadini a chiederci di ripetere l’iniziativa.

Gianluca Dal Cin

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14 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 15

“tuttO per tutti” AllA 2^ ediZiOne

Pordenone

Successo a Villanova di Pordenone per la seconda edizione di “Tutto per tutti”, mercatino dell’usato aperto ad adulti e bambini svoltosi domenica 13 maggio. Una iniziativa nata dalla volontà e dall’en-tusiasmo delle associazioni e dei singoli cittadini del quartiere, partecipanti alle riunioni mensili del progetto Genius Loci.Nonostante i molti concomitanti eventi previsti nel fine settimana in città, la manifestazione ha riscon-trato un buon successo di pubblico. Ben sessanta i banchetti dei venditori, la metà dei quali occupati dai bambini insieme ai loro genitori. Presenti anche diversi cittadini stranieri (africani, sudamericani, turchi) e una rappresentanza dei genitori degli alunni della scuola primaria di Villanova e della scuola dell’infanzia di Borgomeduna.Causa le avverse condizioni climatiche, la mani-festazione si è svolta all’interno del Palatenda del centro sportivo A. Lupieri, comunque garantendo delle ottime condizioni di vivibilità e sicurezza. Nel corso della mattinata si è proceduto con ordine e

cON geNIUs LOcI IL MeRcAtINO deLL’UsAtO sI fA INteRgeNeRAzIONALe

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nOtturni di_verSi 2012

Portogruaro, Fossalta di Portogruaro,

Concordia sagittaria, teglio Veneto23 giugno - 2 agosto 2012

Reteventi

PIccOLO festIVAL deLLA POesIA e deLLe ARtI NOttURNe

PeR sARA ORLANdO

Quanta limpidezza d’aria c’è oggiSe lo sguardo ha spazio siamo tutti viaggiatori

Bastano i filari delle viti come rottaE la scia di aerei a sostenere il cielo

Francesco Tomada

Provincia di Venezia Assessorato alla Cultura

Regione Veneto L’iniziativa viene realizzata nell’ambito dell’Accordo di Programma Regione del Veneto – Province del Veneto

prOGrAMMA

sabato 23 giugno 2012 Portogruaro - Vivai Bejaflor - Viale Udine, 34 ore 21.00

ReAdINgAcque di Acqua in collaborazione con Associazione Culturale Cultura Globale di Cormons (GO).

A seguire nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di PramaggioreRinfresco offerto da Vivai Bejaflor

sabato 30 giugno 2012 Teglio Veneto - Villa Dell'Anna-Brezzi - Via Parz, 4 ore 21.00

tegLIO POesIAPremiazione del premio Teglio Poesia Accompagnamento musicale dei jazzisti Danie-le D'Agaro (sassofoni) e Luigi Vitale (vibrafono e marimba). La giuria è presieduta da Gianmario Villalta (direttore artistico del pordenonelegge). Presenta Daniele Chiarotto.rinfresco offerto dal comune di Teglio Veneto

mercoledì 4 luglio 2012 Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRIPerciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta a cura di Piero simon ostan e roberto cescon.in collaborazione con Libreria LAB

venerdì 6 luglio 2012 Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.00

INcONtRILa generazione entrante a cura di matteo Fantuzzi

venerdì 6 luglio 2012 Fossalta di Portogruaro – Cortino del Castello di Fratta ore 21.30

teAtRALItàMagari Compagnia teatrale La Luna al Guinzaglio.A seguire nutri_menti Degustazione vini dell’Azienda Mazzolada di Portogruaro

notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne Associazione Culturale Porto dei Benandanti (VE)Amministrazione Comunale di Portogruaro (VE)Amministrazione Comunale di Concordia Sagittaria (VE)Amministrazione Comunale di Fossalta di Portogruaro (VE)Amministrazione Comunale di Teglio Veneto (VE)Cooperativa Sociale Itaca di Pordenone (PN)

sabato 7 luglio 2012 Portogruaro – Galleria d’Arte Contemporanea Ai Molini e Piazzetta della Pescheriaore 21.00

esPOzIONe - ReAdINgLibri di_versi#4a seguire nutri_menti a cura del PdBLa mostra sarà aperta fino al 22 luglio Con i seguenti orari: mercoledì 21.00 – 23.00;giovedì 10.00 - 12.00;venerdì, sabato, domenica 17.00 – 19.00

mercoledì 11 luglio 2012 Portogruaro - Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRI Il paese dei buoni e dei cattivi di Federica Sgaggio a cura di simone marcuzzi.in collaborazione con Libreria LAB.

venerdì 13 luglio 2012 Concordia Sagittaria - Alchemica Officina delle Arti - Via Casona, 7 - Località Franzonaore 21.00

esPOsIzIONI - ReAdINgPoetico PachtworkA seguire nutri_menti a cura di Alchemica officina delle Arti

sabato 14 luglio 2012 Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Gio-vanni, 10 ore 21.00

esPOsIzIONIPersonale di Ennio MalisanIn collaborazione con L&A di Teglio Veneto e Studio Arkema di Portogruaro

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sabato 14 luglio 2012 Portogruaro - Studio Arkema - Borgo San Gio-vanni, 10 ore 21.30

INcONtRIIl riparo che non ho di Giovanni Fierropresentazione a cura di Piero simon ostanin collaborazione con L&A di Teglio Veneto e studio Arkema di Portogruaro

mercoledì 18 luglio 2012Portogruaro – Libreria LAB - Corso Martiri della Libertà, 19 ore 21.00

INcONtRI10 italiani che hanno conquistato il mondo di Simone MarcuzziIl libro di Simone Marcuzzi è una raccolta di dieci racconti su dieci italiani che hanno reso famoso il nostro a cura di roberto cescon.in collaborazione con Libreria LAB.

tranquillità all’allestimento dei banchetti. Dopo la ‘pastasciuttata’, preparata e offerta dall’associa-zione Festa in Piassa, e che ha visto la presenza di circa 130 persone (tra cui anche alcuni anziani del centro sociale Glorialanza), si è ufficialmente aperto il mercatino.Nel corso del pomeriggio diversi sono stati i momenti di animazione: alle 15 con i giochi proposti dal gruppo Assiscout e alle 17 con l’esibizione della scuola di ballo Fantasy. A metà pomeriggio è stata offerta la merenda a tutti i bambini. Non sono poi mancate altre gradite sorprese, tra cui un’inattesa lezione di musica africana che un cittadino del Burkina Faso ha tenuto a diversi bambini, quasi in-creduli di poter utilizzare liberamente (e senza limi-tazioni di tempo) quegli stessi strumenti tradizionali che nel corso della mattinata avevano ammirato in vendita in uno dei banchetti del mercatino.Noi operatori di Genius Loci abbiamo ricevuto l’apprezzamento per la buona organizzazione da parte di molti standisti ma anche da diversi clienti del mercatino stesso. Nonostante qualcuno abbia realizzato guadagni un po’ inferiori rispetto alle

aspettative, nessuno ha mancato di sottolinea-re che ciò è stato ampiamente compensato dal divertimento e dal positivo spirito di aggregazione percepito durante tutto l’arco della giornata. Tanto che parecchi sono stati i cittadini a chiederci di ripetere l’iniziativa.

Gianluca Dal Cin

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AttuAlità

venti di itACA A FOlkeSt

Pordenone

Itaca festeggia i suoi primi 20 anni di vita in-trecciando musica e diritti assieme a Folkest, il più importante Folk Festival d’Europa, che farà tappa a Pordenone domenica 22 luglio dedi-cando una serata di riflessione ai temi del so-ciale, più precisamente alla sensibilizzazione sulla salute mentale. All’interno di un evento completamente gratuito e dedicato alla città, che si svolgerà sul palcoscenico naturale di piazza XX Settembre, Saba Anglana, nata a Mogadiscio da mamma etiope e padre italia-no, presenterà il suo personalissimo melting pot – prima di tutto interiore e culturale - di parole e suoni, di note ed emozioni, di ricerca e valorizzazione delle proprie radici multi ed inter etniche.All’appuntamento del 22 luglio Itaca vuole dare una connotazione simbolica legata alla salute mentale, tema principe della collabo-razione (dal 2001) con Folkest. Che arriva in concomitanza con il recente atto politico della Commissione Affari sociali che ha adottato – con un blitz di Pdl e Lega – il testo base in ma-teria di assistenza psichiatrica (non condiviso neppure dal Governo) volto alla controriforma della Legge 180.Un tentativo - già fallito più volte in passato - di scardinare l’epocale rivoluzione partita nel 1978 grazie allo psichiatra veneziano Franco Basa-glia, che abolì i manicomi e restituì il diritto ad avere diritti e ad essere persone, prima di tutto, ai “matti” che vi erano stati vergognosamente rinchiusi.Lager, istituzioni totali e totalizzanti che il rela-tore del testo, Carlo Ciccioli (Pdl), vorrebbe ria-prire restaurandone l’orrore e l’infamia. Trasfor-mandoli in “manicomietti” dati in gestione a privati. Un passo indietro improvviso di 40 anni avverso il quale la Cooperativa Itaca da sempre ha fatto sentire la sua voce e che, se approvato, prevede che la persona con sofferenza mentale venga reclusa nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, anche contro la propria volontà.Tornando all’appuntamento pordenonese con “Itaca a Folkest per la salute mentale”, il proget-to vede da ben 8 estati il Comune di Pordenone

partecipare attivamente grazie all’Assessorato alla Cultura. Perché salvaguardia delle persone con sofferenza mentale e delle loro famiglie significa anche accoglienza e rispetto di tutte le individualità. Perché tutela del diritto di cit-tadinanza è sinonimo anche di potenziamento dell'autonomia della persona e valorizzazione di tutte le abilità.L’appuntamento – che rientra nel ricco cartel-lone pordenonese di Estate in Città 2012 e nell’altrettanto fecondo programma di Folkest – è previsto domenica 22 luglio alle 21.15 con un grande concerto (ad ingresso libero) sul pal-coscenico naturale della suggestiva piazza XX Settembre (in caso di maltempo al Deposito Giordani).E’ iniziato nel frattempo il conto alla rovescia per FAB (www.i-fab.it), il grande evento del 29 giugno ore 17.30 previsto sempre a Pordenone tra il chiostro dell’ex convento di San France-sco e la nostra prima e storica sede (nella via omonima). Il 29 giugno del 1992 nacque uffi-cialmente Itaca. Il 29 giugno del 2012 presente-remo in anteprima nazionale il nostro progetto rivolto alla comunità. Una sorta di restituzione

PORdeNONe 22 LUgLIO ORe 21.15 PIAzzA XX setteMbRe

al territorio del nostro impegno sociale in que-sti primi 20 anni. Fondato sulla collaborazione e la condivisione delle esperienze, FAB è dedi-cato a chi sente di avere l’idea buona, e vuole farla crescere assieme agli altri. Perché FAB è un generatore di impresa, ma diverso. E' uno strumento innovativo che funziona grazie alla forza delle persone. È un progetto che rende migliore la qualità della vita, dell’ambiente, del-la comunità.Tornando a Folkest, sono oramai dodici gli anni trascorsi da quel primo incontro. Con il Comu-ne di Pordenone e con Saba Anglana vogliamo continuare a condividere un cammino ed un progetto comune per promuovere il lavoro di rete e di incontri. Per sostenere (e osteggiare le derive della democrazia) diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l'aiuto reciproco al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico, sociale, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere.

Fabio Della Pietra

AttuAlità

nOi Ci teniAMO lA 180, vOi Mettete i FOndi

Pordenone

Mentre nel 1978 la legge 180 fu approvata in Parlamento praticamente all’unanimità, il 17 maggio 2012 la Commissione parlamentare Af-fari sociali adotta un testo base in materia di assistenza psichiatrica non condiviso neppure dal Governo, cha ha però il merito di sollevare tante critiche e rimettere in moto la riflessione sulla salute mentale.Ricordiamo che il 31 marzo è scaduto il termi-ne entro cui Regioni ed enti locali si sarebbero dovuti dotare di piani per l’accoglienza degli in-ternati negli Opg, cosa che non è avvenuta in alcun posto. E che è in atto un confronto Stato – Regioni, dove è in corso di elaborazione un Atto di intesa per definire le linee per l’assisten-za sanitaria e sociale delle persone con disturbi mentali.Dal lavoro della Commissione parlamentare scaturiscono delle “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica”, dal confronto Stato – Regione un “Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale”.Sappiamo che ogni parola ha un significato

che va ben oltre la stessa. Passare dal termine “psichiatria” a quello “salute mentale” è stato per molti un percorso lungo, anche sofferto e contrastato, che ha significato passare da un concetto ed un mondo di chiusura, violazione, negazione ad uno di apertura, rispetto, afferma-zione. Non per niente si chiamano Dipartimenti di Salute Mentale e Ospedali Psichiatrici Giu-diziari.Leggendo la proposta di testo unificato in mate-ria di assistenza psichiatrica, è triste constatare che il legislatore si ponga chiaramente (primo articolo) l’obiettivo di garantire la continuità de-gli interventi psichiatrici per l’intero ciclo di vita, dando l’impressione di ritenere scontato che dalla malattia mentale non si possa “guarire”.Passando ad interpretare un po’ di sigle, ci ac-corgiamo che l’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio, su disposizione medica, avvisato il Sindaco) è un pre - TSO, che può durare al massimo 48 ore, che viene effettuato al di fuori dei reparti di diagnosi e cura qualora il paziente manifesti un rifiuto attivo.Il TSN (Trattamento Sanitario Necessario) è nella pratica il vecchio TSO, infatti si riman-

dALLA PsIchIAtRIA ALIeNANte deL 1904 ALLA sALUte MeNtALe dA cOstRUIRe deL 2012

da all’art. 35 della legge 833/78. Con qualche piccola differenza però: i 7 giorni previsti dalla 833 diventano 15. Tempo comunque limitato probabilmente per non aggravare i costi di de-genza ospedaliera. Infatti l’articolo successivo introduce il TSN sine-die. E’ quello extraospe-daliero che, offrendo la garanzia di un progetto terapeutico personalizzato scritto, verificato dal giudice tutelare trimestralmente, può durare un anno per “vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici”, obbligandolo a stare nelle comunità accreditate o nelle residenze protette. Se non è chiaro cosa succede, se lui vuole andarsene e magari se ne va (ogni tanto accade, a meno che non si mettano le sbarre alle finestre, ma per fortuna anche in questo caso a volte si evade), è chiaro che, come pre-scritto nella legge n. 36 del 1904, il giudice no-mina automaticamente, in caso di trattamento necessario extraospedaliero prolungato, “un tutore e amministratore provvisorio che abbia la rappresentanza legale dell’alienato”, pardon, siamo nel 2012, un “amministratore di soste-gno per la persona sottoposta al trattamento”.È questo che rende “inutile” l’iniziativa di legge e rende vane anche quelle affermazioni condi-visibili, che pur ci sono, ma che nell’agire quo-tidiano già si praticano ogniqualvolta possibile. Le iniziative di prevenzione e lotta allo stigma, il lavoro sulla doppia diagnosi, gli inserimenti lavorativi, i rapporti con le università, le visite a domicilio, l’informazione ai familiari (la forma-zione anche, le tecniche di autodifesa no) sono buone prassi, certo non presenti in tutti i terri-tori. Dipende dalle risorse, umane ed economi-che a disposizione, per cui come dieci anni fa proviamo a pensare quanti soldi vengono spesi in questa vuota discussione invece che in modo utile e condiviso… , ed iniziamo a farlo.

Ardea Moretti

SABA AnGlAnAper i dirittiSul palco naturale della centralissima e suggestiva piazza XX Settembre di Pordenone il 22 luglio alle 21.15 arriva il progetto artistico di Saba Anglana, cantante italo-etiope. Autrice di un disco dalle sonorità afro-occidentali che è un inno al meticciato musicale (Jidtka, The Line con l'etichetta World Music Network), Saba è cresciuta fino a cinque anni a Mogadiscio in Somalia quando, dopo l’arrivo di Siad Barre (1969), suo padre, un dirigente italiano, e sua madre, una somala di sangue etiope, furono costretti a fare le valigie. Troppo pericoloso rimanere lì per una famiglia di sangue misto malvista dalle autorità somale.Una fuga traumatica che si è trasformata oggi, qualche decennio dopo, in un'occasione di riflessione artistica per questa figlia della diaspora che vive a Roma e che nella sua vita ha fatto anche l’attrice teatrale e televisiva, la doppiatrice, l'autrice.Il suo album e la sua ricerca sono soprattutto un tentativo di ritrovare le proprie radici, di parlare attraverso l’arte di un’identità impossibile, plurima e sfaccettata: mezza etiope, mezza somala, mezza italiana, né africana né italiana. Forse solo apolide o come lei dice "straniera in ogni dove", come tutti i figli della diaspora e dell'immigrazione, costretti a uno sdoppiamento identitario che a volte li rende più forti.

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AttuAlità

venti di itACA A FOlkeSt

Pordenone

Itaca festeggia i suoi primi 20 anni di vita in-trecciando musica e diritti assieme a Folkest, il più importante Folk Festival d’Europa, che farà tappa a Pordenone domenica 22 luglio dedi-cando una serata di riflessione ai temi del so-ciale, più precisamente alla sensibilizzazione sulla salute mentale. All’interno di un evento completamente gratuito e dedicato alla città, che si svolgerà sul palcoscenico naturale di piazza XX Settembre, Saba Anglana, nata a Mogadiscio da mamma etiope e padre italia-no, presenterà il suo personalissimo melting pot – prima di tutto interiore e culturale - di parole e suoni, di note ed emozioni, di ricerca e valorizzazione delle proprie radici multi ed inter etniche.All’appuntamento del 22 luglio Itaca vuole dare una connotazione simbolica legata alla salute mentale, tema principe della collabo-razione (dal 2001) con Folkest. Che arriva in concomitanza con il recente atto politico della Commissione Affari sociali che ha adottato – con un blitz di Pdl e Lega – il testo base in ma-teria di assistenza psichiatrica (non condiviso neppure dal Governo) volto alla controriforma della Legge 180.Un tentativo - già fallito più volte in passato - di scardinare l’epocale rivoluzione partita nel 1978 grazie allo psichiatra veneziano Franco Basa-glia, che abolì i manicomi e restituì il diritto ad avere diritti e ad essere persone, prima di tutto, ai “matti” che vi erano stati vergognosamente rinchiusi.Lager, istituzioni totali e totalizzanti che il rela-tore del testo, Carlo Ciccioli (Pdl), vorrebbe ria-prire restaurandone l’orrore e l’infamia. Trasfor-mandoli in “manicomietti” dati in gestione a privati. Un passo indietro improvviso di 40 anni avverso il quale la Cooperativa Itaca da sempre ha fatto sentire la sua voce e che, se approvato, prevede che la persona con sofferenza mentale venga reclusa nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, anche contro la propria volontà.Tornando all’appuntamento pordenonese con “Itaca a Folkest per la salute mentale”, il proget-to vede da ben 8 estati il Comune di Pordenone

partecipare attivamente grazie all’Assessorato alla Cultura. Perché salvaguardia delle persone con sofferenza mentale e delle loro famiglie significa anche accoglienza e rispetto di tutte le individualità. Perché tutela del diritto di cit-tadinanza è sinonimo anche di potenziamento dell'autonomia della persona e valorizzazione di tutte le abilità.L’appuntamento – che rientra nel ricco cartel-lone pordenonese di Estate in Città 2012 e nell’altrettanto fecondo programma di Folkest – è previsto domenica 22 luglio alle 21.15 con un grande concerto (ad ingresso libero) sul pal-coscenico naturale della suggestiva piazza XX Settembre (in caso di maltempo al Deposito Giordani).E’ iniziato nel frattempo il conto alla rovescia per FAB (www.i-fab.it), il grande evento del 29 giugno ore 17.30 previsto sempre a Pordenone tra il chiostro dell’ex convento di San France-sco e la nostra prima e storica sede (nella via omonima). Il 29 giugno del 1992 nacque uffi-cialmente Itaca. Il 29 giugno del 2012 presente-remo in anteprima nazionale il nostro progetto rivolto alla comunità. Una sorta di restituzione

PORdeNONe 22 LUgLIO ORe 21.15 PIAzzA XX setteMbRe

al territorio del nostro impegno sociale in que-sti primi 20 anni. Fondato sulla collaborazione e la condivisione delle esperienze, FAB è dedi-cato a chi sente di avere l’idea buona, e vuole farla crescere assieme agli altri. Perché FAB è un generatore di impresa, ma diverso. E' uno strumento innovativo che funziona grazie alla forza delle persone. È un progetto che rende migliore la qualità della vita, dell’ambiente, del-la comunità.Tornando a Folkest, sono oramai dodici gli anni trascorsi da quel primo incontro. Con il Comu-ne di Pordenone e con Saba Anglana vogliamo continuare a condividere un cammino ed un progetto comune per promuovere il lavoro di rete e di incontri. Per sostenere (e osteggiare le derive della democrazia) diritti e valori come la vicinanza, la fratellanza, l'aiuto reciproco al di là di ogni confine etnico, stigmatico, religioso, fisico, sociale, sessuale, culturale o di qualsiasi altro genere.

Fabio Della Pietra

AttuAlità

nOi Ci teniAMO lA 180, vOi Mettete i FOndi

Pordenone

Mentre nel 1978 la legge 180 fu approvata in Parlamento praticamente all’unanimità, il 17 maggio 2012 la Commissione parlamentare Af-fari sociali adotta un testo base in materia di assistenza psichiatrica non condiviso neppure dal Governo, cha ha però il merito di sollevare tante critiche e rimettere in moto la riflessione sulla salute mentale.Ricordiamo che il 31 marzo è scaduto il termi-ne entro cui Regioni ed enti locali si sarebbero dovuti dotare di piani per l’accoglienza degli in-ternati negli Opg, cosa che non è avvenuta in alcun posto. E che è in atto un confronto Stato – Regioni, dove è in corso di elaborazione un Atto di intesa per definire le linee per l’assisten-za sanitaria e sociale delle persone con disturbi mentali.Dal lavoro della Commissione parlamentare scaturiscono delle “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica”, dal confronto Stato – Regione un “Piano d’Azione Nazionale Salute Mentale”.Sappiamo che ogni parola ha un significato

che va ben oltre la stessa. Passare dal termine “psichiatria” a quello “salute mentale” è stato per molti un percorso lungo, anche sofferto e contrastato, che ha significato passare da un concetto ed un mondo di chiusura, violazione, negazione ad uno di apertura, rispetto, afferma-zione. Non per niente si chiamano Dipartimenti di Salute Mentale e Ospedali Psichiatrici Giu-diziari.Leggendo la proposta di testo unificato in mate-ria di assistenza psichiatrica, è triste constatare che il legislatore si ponga chiaramente (primo articolo) l’obiettivo di garantire la continuità de-gli interventi psichiatrici per l’intero ciclo di vita, dando l’impressione di ritenere scontato che dalla malattia mentale non si possa “guarire”.Passando ad interpretare un po’ di sigle, ci ac-corgiamo che l’ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio, su disposizione medica, avvisato il Sindaco) è un pre - TSO, che può durare al massimo 48 ore, che viene effettuato al di fuori dei reparti di diagnosi e cura qualora il paziente manifesti un rifiuto attivo.Il TSN (Trattamento Sanitario Necessario) è nella pratica il vecchio TSO, infatti si riman-

dALLA PsIchIAtRIA ALIeNANte deL 1904 ALLA sALUte MeNtALe dA cOstRUIRe deL 2012

da all’art. 35 della legge 833/78. Con qualche piccola differenza però: i 7 giorni previsti dalla 833 diventano 15. Tempo comunque limitato probabilmente per non aggravare i costi di de-genza ospedaliera. Infatti l’articolo successivo introduce il TSN sine-die. E’ quello extraospe-daliero che, offrendo la garanzia di un progetto terapeutico personalizzato scritto, verificato dal giudice tutelare trimestralmente, può durare un anno per “vincolare il paziente al rispetto di alcuni principi terapeutici”, obbligandolo a stare nelle comunità accreditate o nelle residenze protette. Se non è chiaro cosa succede, se lui vuole andarsene e magari se ne va (ogni tanto accade, a meno che non si mettano le sbarre alle finestre, ma per fortuna anche in questo caso a volte si evade), è chiaro che, come pre-scritto nella legge n. 36 del 1904, il giudice no-mina automaticamente, in caso di trattamento necessario extraospedaliero prolungato, “un tutore e amministratore provvisorio che abbia la rappresentanza legale dell’alienato”, pardon, siamo nel 2012, un “amministratore di soste-gno per la persona sottoposta al trattamento”.È questo che rende “inutile” l’iniziativa di legge e rende vane anche quelle affermazioni condi-visibili, che pur ci sono, ma che nell’agire quo-tidiano già si praticano ogniqualvolta possibile. Le iniziative di prevenzione e lotta allo stigma, il lavoro sulla doppia diagnosi, gli inserimenti lavorativi, i rapporti con le università, le visite a domicilio, l’informazione ai familiari (la forma-zione anche, le tecniche di autodifesa no) sono buone prassi, certo non presenti in tutti i terri-tori. Dipende dalle risorse, umane ed economi-che a disposizione, per cui come dieci anni fa proviamo a pensare quanti soldi vengono spesi in questa vuota discussione invece che in modo utile e condiviso… , ed iniziamo a farlo.

Ardea Moretti

SABA AnGlAnAper i dirittiSul palco naturale della centralissima e suggestiva piazza XX Settembre di Pordenone il 22 luglio alle 21.15 arriva il progetto artistico di Saba Anglana, cantante italo-etiope. Autrice di un disco dalle sonorità afro-occidentali che è un inno al meticciato musicale (Jidtka, The Line con l'etichetta World Music Network), Saba è cresciuta fino a cinque anni a Mogadiscio in Somalia quando, dopo l’arrivo di Siad Barre (1969), suo padre, un dirigente italiano, e sua madre, una somala di sangue etiope, furono costretti a fare le valigie. Troppo pericoloso rimanere lì per una famiglia di sangue misto malvista dalle autorità somale.Una fuga traumatica che si è trasformata oggi, qualche decennio dopo, in un'occasione di riflessione artistica per questa figlia della diaspora che vive a Roma e che nella sua vita ha fatto anche l’attrice teatrale e televisiva, la doppiatrice, l'autrice.Il suo album e la sua ricerca sono soprattutto un tentativo di ritrovare le proprie radici, di parlare attraverso l’arte di un’identità impossibile, plurima e sfaccettata: mezza etiope, mezza somala, mezza italiana, né africana né italiana. Forse solo apolide o come lei dice "straniera in ogni dove", come tutti i figli della diaspora e dell'immigrazione, costretti a uno sdoppiamento identitario che a volte li rende più forti.

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il SOGnO di un CentrO eStivO ApertO tuttA l’eStAte

Pordenone

All’interno dei servizi rivolti ai minori, i Centri estivi rappresentano per Itaca uno dei deno-minatori comuni delle annate di nostra attività. Costituiscono uno di quei tasselli, oramai roda-ti, che contribuiscono a raccontare la storia e il divenire dell’area Minori, lo stile che connota il nostro modo di intendere l’animazione, l’at-tenzione riposta nel costruire servizi ritagliati a misura sulla specificità di ciascun territorio nel quale operiamo, con in primo piano gli interessi dei bambini e i bisogni dei contesti comunitari.Sì, perché i nostri Centri estivi sono tutt’altro dalla riproposizione, nei diversi Comuni, di uno stesso format. E’ proprio l’accurato lavoro di intaglio calibrato sulle peculiarità dei contesti territoriali, sulla valorizzazione delle risorse in essi presenti, sull’attivazione di sinergie con le realtà associative locali, a rappresentare quel quid distintivo della qualità dei nostri Punti ver-di. Una qualità che non ha bisogno di dispositivi particolarmente sofisticati per essere colta: ba-sta la voce diretta dei bambini e dei loro geni-tori a rivelarla, bastano i numeri relativi ai parte-cipanti intercettati (la scorsa estate si è arrivati a 2 mila minori!), basta farsi catturare per un istante dal clima di leggerezza, di divertimento ma anche di stimolo, di creatività che nei nostri Centri estivi si respira…Ma qual è allora il segreto di queste conduzioni così felici? Indubbio: il valore e la passione di quella fetta del nostro personale che fedelmen-te, anno dopo anno, programma le attività e le gestisce, mettendo a frutto oltre alla propria professionalità anche la fantasia, il piacere di giocare e di sognare insieme ai bambini e fun-gendo così da modello - forse inconsapevole, ma prezioso - per quei lavoratori che ogni esta-te inseriamo nei nostri Centri estivi, attingendo dal bacino esterno.Ma ancora, per cogliere con disincanto ciò che sta dietro alla buona riuscita delle nostre attività estive, va considerata anche la dedizione con la

quale il gruppo di coordinatori dell’area Minori, negli anni, ha lavorato tenacemente per dare struttura, impostazione organizzativa ed iden-tità chiara ai nostri Punti verdi. Contenitori sì di gioco, sport, laboratori manuali, divertimen-to, ma all’interno di una cornice educativa più ampia, che vuol sostenere il bambino nell’in-teriorizzazione delle sane regole di conviven-za civile, nel prendersi cura responsabilmente del pezzo di mondo che ci ospita, provando ad approfondirne l’esperienza e la conoscenza. E che orienta il bambino a mettersi alla prova in libertà, a sperimentarsi il più possibile al fine di poter riconoscere e dare espressione al proprio talento individuale.Se a questi elementi si aggiunge la tensione, sempre viva, ad offrire quel di più, frutto di una lettura sempre aggiornata dei bisogni e degli interessi dei minori, si arriva al motore che ani-ma questo tipo di proposte, garantendone fre-schezza e spirito sempre rinnovato: la ricerca e l’innovazione.

Il quadro fin qui steso suggerisce la mole di lavoro che presuppone la gestione dei Centri estivi - progettazione, partecipazione alle gare indette per l’assegnazione degli appalti, organiz-zazione dei singoli Centri a noi affidati, gestione e chiusura degli stessi, con la raccolta di dati

gIOcO, sPORt, LAbORAtORI, dIVeRtIMeNtO. A MIsURA dI bAMbINO

utili alla lettura delle migliorie apportabili -, che negli anni si sono evoluti da servizi arginati ad una parentesi circoscritta all’interno dell’anno a servizi in continuum e che nei mesi invernali diventano per l’area Minori oggetto di studio, di riflessioni, terreno di ricerca delle ottimizzazio-ni e delle semplificazioni gestionali applicabili, campo d’analisi di nuove collaborazioni attivabili per accrescerne il valore aggiunto.C’è da chiedersi allora: “cos’è che motiva que-sto corposo investimento, in termini di energia e di impegno, che l’area Minori di Itaca dedica per l’appunto a questi servizi-meteora, destinati ogni anno a consumarsi nell’arco di un mese, o poco più, di attività?”. Sono tre i concetti-chiave che orientano a trovare le possibili risposte: con-tinuità lavorativa, conciliazione tempi di lavoro e tempi per la famiglia, appartenenza territoriale.La natura frazionata e discontinua dei servizi caratteristici dell’area, eleva le attività di anima-zione estiva a servizi di sostanziale importanza per un gruppo considerevole di soci afferenti a quest’area produttiva, assicurando loro la possi-bilità di continuità lavorativa, che diversamente sarebbe limitata perlopiù alla durata dell’anno scolastico. E’ questo l’aspetto con il quale la nostra Cooperativa fa i conti anche quando si decide per la partecipazione a gare di appalto le cui basi d’asta non consentono alcun margine

di guadagno, o come accade in taluni casi, che rischiano addirittura di comportare perdite più o meno significative.Dietro alla scelta di continuare nell’erogazione dei Centri estivi vi è anche la volontà di dare concretezza e materia a quello spirito coopera-tivistico con il quale Itaca sceglie di stare all’in-terno dei territori e dei contesti comunitari nei quali opera. Se infatti le attività estive rispondo-no al bisogno di socializzazione, di occupazione del minore, nel tempo non breve della chiusura delle scuole, non si può trascurare la conside-razione di quanto esse siano necessarie per dar risposta ai bisogni di conciliazione tempi lavoro/tempi famiglia dei genitori/lavoratori. Risposte che peraltro, come balza agli occhi di quei ge-nitori che non hanno la fortuna di potersi ap-poggiare alla rete parentale nella gestione dei propri figli, sono ancora fortemente lacunose.Basta mettere in fila questi tre dati: tre mesi di stop delle scuole (ai quali si aggiungono le tre settimane di chiusura natalizia e pasquale, ovviamente), Centri estivi comunali o parroc-chiali perlopiù della durata di un solo mese e genitori che, come tutti i lavoratori, maturano quattro settimane annue di ferie. C’è ancora un bel po’ di strada da fare se si vuol consentire al genitore-lavoratore che queste sue due identità trovino un punto di contatto più sereno, liberan-

dolo dall’attività spesso logorante e fastidiosa della ricerca del tappa-buco (sia la baby sitter o la nonna o la zia di turno) e consentendo a due genitori (che teoricamente dovrebbero anche essere una coppia, con il diritto di condividere tempo, vita e piacere) di poter scegliere le stes-se settimane di ferie, anziché essere costretti ad alternarsi per riuscire appunto a gestire il figlio/a nei periodi di vacanza scolastica.

Questo accenno amaro assume tinte ancor più fosche, se si considera che non solo la dura-ta dei Centri estivi spesso non compensa le complessive necessità di copertura delle fami-glie, ma che da un paio di anni è sempre più presente nell’aria lo spettro della loro drastica riduzione, o quanto meno dell’abbassamento dell’offerta fino ad ora garantita. Il quadro di re-cessione globale che interessa il nostro Paese e le ripercussioni evidenziatesi sulla distribuzio-ne dei finanziamenti pubblici, destinati alle va-rie amministrazioni comunali, sono stati e sono tuttora preludio di ridimensionamenti corposi dei finanziamenti destinati a garantire i servizi rivolti all’agio, che in misura più o meno dra-stica, a seconda dei territori, sono divenuti og-getto di tagli e sfoltimenti dei budget di spesa previsti, anche sostanziali.Intuibili le conseguenze: alcuni dei Comuni più

piccoli ritrovandosi con risorse limitate corrono ai ripari sostenendo la gestione delle attività estive di associazioni locali, sportive, nelle mani di volontari dalla buona volontà, ma non sempre capaci di sostenere il livello qualitativo dell’of-ferta proposta in passato; le basi d’asta delle gare indette sono sempre più magre o magari sono in linea con quelle dell’anno passato, ma richiedono all’aggiudicatario oneri aggiuntivi (raccolta delle iscrizioni, aumento del numero di bambini da accogliere, aumento delle gite, ecc.); la concorrenza tra gli aspiranti gestori si fa sempre più dura, quando non scivola sul pia-no inclinato della scorrettezza.E’ all’interno di questo mare un po’ agitato ed incerto che la nostra Cooperativa da un paio di anni sta provando a cavalcare l’onda del Centro estivo a gestione autonoma. E’ una sperimen-tazione avviata lo scorso anno a Pordenone, in collaborazione con l’associazione sportiva Gymnasium. La proposta, rivolta a bambini e ragazzi in fascia d’età 6-14 anni, coniuga attività ludiche, manuali e di scoperta del territorio con l’attività sportiva, sia di squadra che a carattere individuale. Il risultato raggiuto lo scorso hanno ha lasciato a desiderare sul piano del numero di bambini accolti, ma ottimo è stato il livello di soddisfazione manifestato dai frequentanti e dalle loro famiglie. Questo ha funzionato da spinta primaria a ritentare l’avventura, che nei nostri sogni vorrebbe essere diversa da quello che di fatto è.Ci piacerebbe aprire questo tipo di servizio dal-la chiusura della scuola alla riapertura del nuovo anno scolastico, ci piacerebbe poter proporre delle rette di iscrizione in grado di competere con quelle dei Centri estivi comunali o parroc-chiali. Il fatto è che il nostro Centro estivo a gestione autonoma è un sogno che si è rea-lizzato, ma che inevitabilmente si trova a fare i conti con i limiti imposti dalla realtà delle cose: l’impossibilità di trovare una sede disponibile, a costi limitati, per tutto il periodo estivo, l’impos-sibilità di proporre delle rette più vantaggiose sul piano economico (visto e considerato che quelle prodotte sono frutto del reale costo di gestione e dell’applicazione del Ccnl, in materia di inquadramento contrattuale del personale). Ciò che conta però è non demordere e maga-ri, così facendo, i nostri sogni guadagneranno, ogni anno un po’ di più, spazio e possibilità di contaminazione sulla realtà dintorno. … e noi vogliamo provarci.

Samantha Marcon

Centri eStivi Centri eStivi

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il SOGnO di un CentrO eStivO ApertO tuttA l’eStAte

Pordenone

All’interno dei servizi rivolti ai minori, i Centri estivi rappresentano per Itaca uno dei deno-minatori comuni delle annate di nostra attività. Costituiscono uno di quei tasselli, oramai roda-ti, che contribuiscono a raccontare la storia e il divenire dell’area Minori, lo stile che connota il nostro modo di intendere l’animazione, l’at-tenzione riposta nel costruire servizi ritagliati a misura sulla specificità di ciascun territorio nel quale operiamo, con in primo piano gli interessi dei bambini e i bisogni dei contesti comunitari.Sì, perché i nostri Centri estivi sono tutt’altro dalla riproposizione, nei diversi Comuni, di uno stesso format. E’ proprio l’accurato lavoro di intaglio calibrato sulle peculiarità dei contesti territoriali, sulla valorizzazione delle risorse in essi presenti, sull’attivazione di sinergie con le realtà associative locali, a rappresentare quel quid distintivo della qualità dei nostri Punti ver-di. Una qualità che non ha bisogno di dispositivi particolarmente sofisticati per essere colta: ba-sta la voce diretta dei bambini e dei loro geni-tori a rivelarla, bastano i numeri relativi ai parte-cipanti intercettati (la scorsa estate si è arrivati a 2 mila minori!), basta farsi catturare per un istante dal clima di leggerezza, di divertimento ma anche di stimolo, di creatività che nei nostri Centri estivi si respira…Ma qual è allora il segreto di queste conduzioni così felici? Indubbio: il valore e la passione di quella fetta del nostro personale che fedelmen-te, anno dopo anno, programma le attività e le gestisce, mettendo a frutto oltre alla propria professionalità anche la fantasia, il piacere di giocare e di sognare insieme ai bambini e fun-gendo così da modello - forse inconsapevole, ma prezioso - per quei lavoratori che ogni esta-te inseriamo nei nostri Centri estivi, attingendo dal bacino esterno.Ma ancora, per cogliere con disincanto ciò che sta dietro alla buona riuscita delle nostre attività estive, va considerata anche la dedizione con la

quale il gruppo di coordinatori dell’area Minori, negli anni, ha lavorato tenacemente per dare struttura, impostazione organizzativa ed iden-tità chiara ai nostri Punti verdi. Contenitori sì di gioco, sport, laboratori manuali, divertimen-to, ma all’interno di una cornice educativa più ampia, che vuol sostenere il bambino nell’in-teriorizzazione delle sane regole di conviven-za civile, nel prendersi cura responsabilmente del pezzo di mondo che ci ospita, provando ad approfondirne l’esperienza e la conoscenza. E che orienta il bambino a mettersi alla prova in libertà, a sperimentarsi il più possibile al fine di poter riconoscere e dare espressione al proprio talento individuale.Se a questi elementi si aggiunge la tensione, sempre viva, ad offrire quel di più, frutto di una lettura sempre aggiornata dei bisogni e degli interessi dei minori, si arriva al motore che ani-ma questo tipo di proposte, garantendone fre-schezza e spirito sempre rinnovato: la ricerca e l’innovazione.

Il quadro fin qui steso suggerisce la mole di lavoro che presuppone la gestione dei Centri estivi - progettazione, partecipazione alle gare indette per l’assegnazione degli appalti, organiz-zazione dei singoli Centri a noi affidati, gestione e chiusura degli stessi, con la raccolta di dati

gIOcO, sPORt, LAbORAtORI, dIVeRtIMeNtO. A MIsURA dI bAMbINO

utili alla lettura delle migliorie apportabili -, che negli anni si sono evoluti da servizi arginati ad una parentesi circoscritta all’interno dell’anno a servizi in continuum e che nei mesi invernali diventano per l’area Minori oggetto di studio, di riflessioni, terreno di ricerca delle ottimizzazio-ni e delle semplificazioni gestionali applicabili, campo d’analisi di nuove collaborazioni attivabili per accrescerne il valore aggiunto.C’è da chiedersi allora: “cos’è che motiva que-sto corposo investimento, in termini di energia e di impegno, che l’area Minori di Itaca dedica per l’appunto a questi servizi-meteora, destinati ogni anno a consumarsi nell’arco di un mese, o poco più, di attività?”. Sono tre i concetti-chiave che orientano a trovare le possibili risposte: con-tinuità lavorativa, conciliazione tempi di lavoro e tempi per la famiglia, appartenenza territoriale.La natura frazionata e discontinua dei servizi caratteristici dell’area, eleva le attività di anima-zione estiva a servizi di sostanziale importanza per un gruppo considerevole di soci afferenti a quest’area produttiva, assicurando loro la possi-bilità di continuità lavorativa, che diversamente sarebbe limitata perlopiù alla durata dell’anno scolastico. E’ questo l’aspetto con il quale la nostra Cooperativa fa i conti anche quando si decide per la partecipazione a gare di appalto le cui basi d’asta non consentono alcun margine

di guadagno, o come accade in taluni casi, che rischiano addirittura di comportare perdite più o meno significative.Dietro alla scelta di continuare nell’erogazione dei Centri estivi vi è anche la volontà di dare concretezza e materia a quello spirito coopera-tivistico con il quale Itaca sceglie di stare all’in-terno dei territori e dei contesti comunitari nei quali opera. Se infatti le attività estive rispondo-no al bisogno di socializzazione, di occupazione del minore, nel tempo non breve della chiusura delle scuole, non si può trascurare la conside-razione di quanto esse siano necessarie per dar risposta ai bisogni di conciliazione tempi lavoro/tempi famiglia dei genitori/lavoratori. Risposte che peraltro, come balza agli occhi di quei ge-nitori che non hanno la fortuna di potersi ap-poggiare alla rete parentale nella gestione dei propri figli, sono ancora fortemente lacunose.Basta mettere in fila questi tre dati: tre mesi di stop delle scuole (ai quali si aggiungono le tre settimane di chiusura natalizia e pasquale, ovviamente), Centri estivi comunali o parroc-chiali perlopiù della durata di un solo mese e genitori che, come tutti i lavoratori, maturano quattro settimane annue di ferie. C’è ancora un bel po’ di strada da fare se si vuol consentire al genitore-lavoratore che queste sue due identità trovino un punto di contatto più sereno, liberan-

dolo dall’attività spesso logorante e fastidiosa della ricerca del tappa-buco (sia la baby sitter o la nonna o la zia di turno) e consentendo a due genitori (che teoricamente dovrebbero anche essere una coppia, con il diritto di condividere tempo, vita e piacere) di poter scegliere le stes-se settimane di ferie, anziché essere costretti ad alternarsi per riuscire appunto a gestire il figlio/a nei periodi di vacanza scolastica.

Questo accenno amaro assume tinte ancor più fosche, se si considera che non solo la dura-ta dei Centri estivi spesso non compensa le complessive necessità di copertura delle fami-glie, ma che da un paio di anni è sempre più presente nell’aria lo spettro della loro drastica riduzione, o quanto meno dell’abbassamento dell’offerta fino ad ora garantita. Il quadro di re-cessione globale che interessa il nostro Paese e le ripercussioni evidenziatesi sulla distribuzio-ne dei finanziamenti pubblici, destinati alle va-rie amministrazioni comunali, sono stati e sono tuttora preludio di ridimensionamenti corposi dei finanziamenti destinati a garantire i servizi rivolti all’agio, che in misura più o meno dra-stica, a seconda dei territori, sono divenuti og-getto di tagli e sfoltimenti dei budget di spesa previsti, anche sostanziali.Intuibili le conseguenze: alcuni dei Comuni più

piccoli ritrovandosi con risorse limitate corrono ai ripari sostenendo la gestione delle attività estive di associazioni locali, sportive, nelle mani di volontari dalla buona volontà, ma non sempre capaci di sostenere il livello qualitativo dell’of-ferta proposta in passato; le basi d’asta delle gare indette sono sempre più magre o magari sono in linea con quelle dell’anno passato, ma richiedono all’aggiudicatario oneri aggiuntivi (raccolta delle iscrizioni, aumento del numero di bambini da accogliere, aumento delle gite, ecc.); la concorrenza tra gli aspiranti gestori si fa sempre più dura, quando non scivola sul pia-no inclinato della scorrettezza.E’ all’interno di questo mare un po’ agitato ed incerto che la nostra Cooperativa da un paio di anni sta provando a cavalcare l’onda del Centro estivo a gestione autonoma. E’ una sperimen-tazione avviata lo scorso anno a Pordenone, in collaborazione con l’associazione sportiva Gymnasium. La proposta, rivolta a bambini e ragazzi in fascia d’età 6-14 anni, coniuga attività ludiche, manuali e di scoperta del territorio con l’attività sportiva, sia di squadra che a carattere individuale. Il risultato raggiuto lo scorso hanno ha lasciato a desiderare sul piano del numero di bambini accolti, ma ottimo è stato il livello di soddisfazione manifestato dai frequentanti e dalle loro famiglie. Questo ha funzionato da spinta primaria a ritentare l’avventura, che nei nostri sogni vorrebbe essere diversa da quello che di fatto è.Ci piacerebbe aprire questo tipo di servizio dal-la chiusura della scuola alla riapertura del nuovo anno scolastico, ci piacerebbe poter proporre delle rette di iscrizione in grado di competere con quelle dei Centri estivi comunali o parroc-chiali. Il fatto è che il nostro Centro estivo a gestione autonoma è un sogno che si è rea-lizzato, ma che inevitabilmente si trova a fare i conti con i limiti imposti dalla realtà delle cose: l’impossibilità di trovare una sede disponibile, a costi limitati, per tutto il periodo estivo, l’impos-sibilità di proporre delle rette più vantaggiose sul piano economico (visto e considerato che quelle prodotte sono frutto del reale costo di gestione e dell’applicazione del Ccnl, in materia di inquadramento contrattuale del personale). Ciò che conta però è non demordere e maga-ri, così facendo, i nostri sogni guadagneranno, ogni anno un po’ di più, spazio e possibilità di contaminazione sulla realtà dintorno. … e noi vogliamo provarci.

Samantha Marcon

Centri eStivi Centri eStivi

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videO-reWind dei nOStri priMi 20 Anni

Udine

Perché esserci… Perché l’assemblea di approvazione del bilancio è un momento importante della vita della Cooperativa. E’ il momento in cui il viene relazionato l’andamento organizzativo, amministrativo delle attività ed occasione per presentare i progetti futuri, ma anche per conoscere e riconoscersi.La stessa scelta della giornata e del luogo è sempre frutto di analisi e discussioni da parte del Consiglio di amministrazione, con la precisa indicazione e volontà di dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di soci di parteciparvi. Poi ci sono i dati reali, molti dei nostri servizi sono sulle 24 ore e per 365 giorni all’anno, e anche le più fantasiose alchimie non sempre ci fanno arrivare al risultato sperato.Perché la presenza di oltre 200 soci (e le deleghe) è stato il risultato, oltre che della formula giorno-orario, anche dell’accurato lavoro capillare che i consiglieri hanno fatto nelle rispettive aree territoriali.Perché ancora una volta il bilancio 2011 si è chiuso con un segno positivo. Perché, come ha affermato il presidente Leo Tomarchio in apertura dei lavori, è la prima assemblea

dell’anno in cui Itaca compie 20 anni.Perché il presidente di Legacoop Fvg, Enzo Gasparutti, nel suo intervento di saluto ha sottolineato che il positivo risultato di bilancio di Itaca dimostra come il sistema cooperativo ed un’attenta e accurata gestione riescano ancora a reggere in una situazione di sofferenza lavorativa e sociale.Perché Orietta Antonini, il nostro direttore, ha rappresentato quello che è stato l’andamento della Cooperativa Itaca sul piano occupazionale, della mutualità interna, sull’aumento dei servizi a voucher, ma anche le prospettive future, i nuovi sviluppi e progetti fuori regione, l’orientamento verso servizi che stanno diventando sempre più sanitari.Perché nell’analisi del bilancio fatta da Paolo Castagna, responsabile amministrativo, abbiamo ripercorso questo anno di lavoro che ha portato all’aumento di fatturato e del valore dell’utile (ricordandoci sempre della situazione sociale che stiamo vivendo), comunque mantenendo gli impegni presi da ciascuna delle aree produttive e dalla Cooperativa in generale. Con la dimostrazione che Itaca mantiene salda la capacità di comprendere la realtà che la circonda, adattando e migliorando i servizi che

UNA AffOLLAtA AsseMbLeA deI sOcI hA APPROVAtO IL bILANcIO 2011 dI ItAcA

eroga in una visione precisa e puntuale delle cose. Interessante e puntuale l’analisi delle diverse aree produttive, luogo in cui ogni singolo socio si ritrova e ritrova il proprio servizio.Perché eravamo partiti da un’idea, un momento, che ha visto diverse tipologie di emozioni e letture, come la visione del filmato (realizzato a mo’ di interviste), prima parte di un “film” più lungo sui 20 anni di Itaca. Festeggiare certi numeri significa anche fermarsi a rivedere quello che in questo periodo è successo, è ricordare come eravamo e che cosa facevamo, ma è anche sapere cosa siamo e facciamo oggi. La prima indicazione era stata “cerchiamo un evento per ogni anno”, poi la certosina lettura da parte del nostro presidente di tutti i verbali dei CdA dal 1992 ad oggi, scritti alle volte anche in forma molto prolissa. Insomma gli avvenimenti erano molteplici ed era difficile dire che cos’era più importante, tutti lo erano…Gigi (Fasolino) ha così potuto, avvantaggiato da una visione obiettiva delle cose e delle persone, conoscendole nell’attimo dell’intervista, raccogliere le storie dei nostri soci (i ricordi del momento dell’assunzione, delle prime persone incontrate...) e dei nostri servizi… Per motivi oggettivi non è stato possibile recarsi in ogni luogo, soprattutto per una questione di tempi (sia di registrazione che di durata del video). L’insieme di immagini, storie, avvenimenti politici e musiche si è concretizzato in un video che ha trasmesso passione e rispetto, come pure valorizzazione di quello che è l’elemento principale della Cooperativa, il socio che ha scelto di lavorare per e con le persone.Qualcuno si è ritrovato e visto, qualcun altro no, ma ci impegniamo a proseguire il lavoro di raccolta materiale e, per fine anno, preparare un filmato più completo, da lasciare a chi festeggerà i prossimi 40 anni e magari mandarlo ad un festival del cinema…Perché Massimo Tuzzato, responsabile area ricerca e sviluppo, ha presentato FAB, il progetto-evento che il 29 giugno aprirà i festeggiamenti del Ventennale a Pordenone.Perché ultimo, ma non meno importante, il momento conviviale è stato “autogestito” da Itaca grazie all’apporto delle varie comunità e dei vari uffici periferici. A tutti va un sincero ringraziamento, sia per la quantità che per la qualità delle cibarie.Ed un ringraziamento anche a tutti i soci presenti e non, anche a quelli pur in servizio ci erano vicini con il pensiero.

Enrichetta Zamò

nOtiZie dAl CdAnOtiZie dAl CdA

itACA COnCiliA lAvOrO e FAMiGliAPordenone

Per facilitare la conciliazione dei tempi della famiglia e di lavoro, Itaca ha stanziato 20 mila euro da destinarsi a servizi per le proprie socie e i propri soci da fruirsi nel periodo maggio – dicembre 2012. Lo ha deliberato il Consiglio di amministrazione nella seduta del 5 giugno approvando il Regolamento che disciplina le condizioni e le modalità di accesso a tali agevolazioni.Definita anche la tipologia dei servizi per i quali è possibile fruire delle facilitazioni nonché il nu-mero massimo dei beneficiari aventi diritto. Ogni socio (avente diritto) potrà esprimere in ordine decrescente le proprie priorità. Verrà data risposta alle domande dei richiedenti sulla base della graduatoria di cui ai punti successivi. Ogni socio potrà accedere ad una sola agevolazione.

Servizi per la conciliazione

Punti verdi / Centri estivi

Doposcuola centro gioco ed attività

pomeridiane*

Nido Centro diurno

Scuola infanzia

Scuola primaria (buono mensa)

Badante

Buono singolo 100 € 100 € 500 € 250 € 250 € € 250 250 €

Persone beneficiarie 20 30 10 5 14 11 10

Totale budget 2000 3000 5000 1250 3500 2750 2500

Modalità e tempi di presentazione della domanda Per poter concorrere alla assegnazione dei servizi di conciliazione è necessario far per-venire, entro e non oltre il 31 luglio dell’anno in corso, apposita domanda presso la sede centrale della Cooperativa Itaca (vicolo Selva-tico 16, fax 0434 253266, oppure scrivendo a [email protected]).I moduli potranno essere ritirati anche nel-le sedi decentrate della Cooperativa Itaca o scaricate dal sito www.itaca.coopsoc.it nella sezione “Sportello soci”.La graduatoria degli aventi diritto verrà stila-ta entro il 31 agosto 2012. Gli aventi diritto verranno avvisati tramite comunicazione in busta paga.

Destinatari delle agevolazioniLe agevolazioni sono riservate alle socie ed ai soci della Cooperativa Itaca che si trovino in al-meno una delle seguenti situazioni: familiare sino

APPROVAtO IL NUOVO RegOLAMeNtO A fAVORe deI sOcI. dOMANde eNtRO IL 31 LUgLIO

La determinazione dei punteggi di cui alle lette-re C e D avverrà nei seguenti modi:C) x = (anzianità socio richiedente / anzianità massima tra i richiedenti) moltiplicato 30 D) x = (ISEE minimo tra i richiedenti / ISEE so-cio richiedente ) moltiplicato per 30

Modalità e tempi di erogazione delle agevo-lazioniIn riferimento ai servizi di conciliazione, Ita-ca darà priorità all’erogazione di servizi propri (nido, punti verdi, doposcuola, ecc.). In subordi-ne provvederà ad erogare l’agevolazione sotto forma di voucher.I servizi, per cui si usufruirà dello sconto (se gestiti da Itaca) o del voucher (se gestiti da enti esterni), dovranno essere goduti entro e non oltre la fine di dicembre 2012, previa presenta-zione di fatture o altri documenti giustificativi di spesa uguali o superiori al voucher da erogare. Tali documenti dovranno pervenire all’ufficio amministrazione della Cooperativa Itaca entro e non oltre il 31-01-2013. Comitato di garanziaLa graduatoria degli aventi diritto verrà stilata dalla Referente delle pari opportunità in colla-borazione con l’Ufficio risorse umane e verrà approvata dal Consiglio di amministrazione del-la Cooperativa Itaca.A parità di risultato verrà considerata l’anzianità di servizio.

al 3° grado convivente con invalidità/disabilità; ge-nitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare); figli a carico (fino a 14 anni).

Criteri per la graduatoriaL’accesso alla fruizione delle agevolazioni è ba-sato sui seguenti criteri:

A) Genitore unico affidatario del proprio figlio – 20 punti;B) Socio con familiare a carico con invalidità certificata (anche genitore fuori il nucleo fami-liare) – 20 punti;C) Anzianità di servizio - massimo 15 punti;D) Situazione economica (ISEE = indicatore situazione economica equivalente) – massimo 30 punti;E) Non avere fruito dei servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia a favore delle socie e dei soci della Cooperativa Itaca di cui alle precedenti edizioni – massimo 15 punti.

* Attività pomeridiane: corsi di musica, attività sportive , ricreative, ecc.

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videO-reWind dei nOStri priMi 20 Anni

Udine

Perché esserci… Perché l’assemblea di approvazione del bilancio è un momento importante della vita della Cooperativa. E’ il momento in cui il viene relazionato l’andamento organizzativo, amministrativo delle attività ed occasione per presentare i progetti futuri, ma anche per conoscere e riconoscersi.La stessa scelta della giornata e del luogo è sempre frutto di analisi e discussioni da parte del Consiglio di amministrazione, con la precisa indicazione e volontà di dare la possibilità ad un numero sempre maggiore di soci di parteciparvi. Poi ci sono i dati reali, molti dei nostri servizi sono sulle 24 ore e per 365 giorni all’anno, e anche le più fantasiose alchimie non sempre ci fanno arrivare al risultato sperato.Perché la presenza di oltre 200 soci (e le deleghe) è stato il risultato, oltre che della formula giorno-orario, anche dell’accurato lavoro capillare che i consiglieri hanno fatto nelle rispettive aree territoriali.Perché ancora una volta il bilancio 2011 si è chiuso con un segno positivo. Perché, come ha affermato il presidente Leo Tomarchio in apertura dei lavori, è la prima assemblea

dell’anno in cui Itaca compie 20 anni.Perché il presidente di Legacoop Fvg, Enzo Gasparutti, nel suo intervento di saluto ha sottolineato che il positivo risultato di bilancio di Itaca dimostra come il sistema cooperativo ed un’attenta e accurata gestione riescano ancora a reggere in una situazione di sofferenza lavorativa e sociale.Perché Orietta Antonini, il nostro direttore, ha rappresentato quello che è stato l’andamento della Cooperativa Itaca sul piano occupazionale, della mutualità interna, sull’aumento dei servizi a voucher, ma anche le prospettive future, i nuovi sviluppi e progetti fuori regione, l’orientamento verso servizi che stanno diventando sempre più sanitari.Perché nell’analisi del bilancio fatta da Paolo Castagna, responsabile amministrativo, abbiamo ripercorso questo anno di lavoro che ha portato all’aumento di fatturato e del valore dell’utile (ricordandoci sempre della situazione sociale che stiamo vivendo), comunque mantenendo gli impegni presi da ciascuna delle aree produttive e dalla Cooperativa in generale. Con la dimostrazione che Itaca mantiene salda la capacità di comprendere la realtà che la circonda, adattando e migliorando i servizi che

UNA AffOLLAtA AsseMbLeA deI sOcI hA APPROVAtO IL bILANcIO 2011 dI ItAcA

eroga in una visione precisa e puntuale delle cose. Interessante e puntuale l’analisi delle diverse aree produttive, luogo in cui ogni singolo socio si ritrova e ritrova il proprio servizio.Perché eravamo partiti da un’idea, un momento, che ha visto diverse tipologie di emozioni e letture, come la visione del filmato (realizzato a mo’ di interviste), prima parte di un “film” più lungo sui 20 anni di Itaca. Festeggiare certi numeri significa anche fermarsi a rivedere quello che in questo periodo è successo, è ricordare come eravamo e che cosa facevamo, ma è anche sapere cosa siamo e facciamo oggi. La prima indicazione era stata “cerchiamo un evento per ogni anno”, poi la certosina lettura da parte del nostro presidente di tutti i verbali dei CdA dal 1992 ad oggi, scritti alle volte anche in forma molto prolissa. Insomma gli avvenimenti erano molteplici ed era difficile dire che cos’era più importante, tutti lo erano…Gigi (Fasolino) ha così potuto, avvantaggiato da una visione obiettiva delle cose e delle persone, conoscendole nell’attimo dell’intervista, raccogliere le storie dei nostri soci (i ricordi del momento dell’assunzione, delle prime persone incontrate...) e dei nostri servizi… Per motivi oggettivi non è stato possibile recarsi in ogni luogo, soprattutto per una questione di tempi (sia di registrazione che di durata del video). L’insieme di immagini, storie, avvenimenti politici e musiche si è concretizzato in un video che ha trasmesso passione e rispetto, come pure valorizzazione di quello che è l’elemento principale della Cooperativa, il socio che ha scelto di lavorare per e con le persone.Qualcuno si è ritrovato e visto, qualcun altro no, ma ci impegniamo a proseguire il lavoro di raccolta materiale e, per fine anno, preparare un filmato più completo, da lasciare a chi festeggerà i prossimi 40 anni e magari mandarlo ad un festival del cinema…Perché Massimo Tuzzato, responsabile area ricerca e sviluppo, ha presentato FAB, il progetto-evento che il 29 giugno aprirà i festeggiamenti del Ventennale a Pordenone.Perché ultimo, ma non meno importante, il momento conviviale è stato “autogestito” da Itaca grazie all’apporto delle varie comunità e dei vari uffici periferici. A tutti va un sincero ringraziamento, sia per la quantità che per la qualità delle cibarie.Ed un ringraziamento anche a tutti i soci presenti e non, anche a quelli pur in servizio ci erano vicini con il pensiero.

Enrichetta Zamò

nOtiZie dAl CdAnOtiZie dAl CdA

itACA COnCiliA lAvOrO e FAMiGliAPordenone

Per facilitare la conciliazione dei tempi della famiglia e di lavoro, Itaca ha stanziato 20 mila euro da destinarsi a servizi per le proprie socie e i propri soci da fruirsi nel periodo maggio – dicembre 2012. Lo ha deliberato il Consiglio di amministrazione nella seduta del 5 giugno approvando il Regolamento che disciplina le condizioni e le modalità di accesso a tali agevolazioni.Definita anche la tipologia dei servizi per i quali è possibile fruire delle facilitazioni nonché il nu-mero massimo dei beneficiari aventi diritto. Ogni socio (avente diritto) potrà esprimere in ordine decrescente le proprie priorità. Verrà data risposta alle domande dei richiedenti sulla base della graduatoria di cui ai punti successivi. Ogni socio potrà accedere ad una sola agevolazione.

Servizi per la conciliazione

Punti verdi / Centri estivi

Doposcuola centro gioco ed attività

pomeridiane*

Nido Centro diurno

Scuola infanzia

Scuola primaria (buono mensa)

Badante

Buono singolo 100 € 100 € 500 € 250 € 250 € € 250 250 €

Persone beneficiarie 20 30 10 5 14 11 10

Totale budget 2000 3000 5000 1250 3500 2750 2500

Modalità e tempi di presentazione della domanda Per poter concorrere alla assegnazione dei servizi di conciliazione è necessario far per-venire, entro e non oltre il 31 luglio dell’anno in corso, apposita domanda presso la sede centrale della Cooperativa Itaca (vicolo Selva-tico 16, fax 0434 253266, oppure scrivendo a [email protected]).I moduli potranno essere ritirati anche nel-le sedi decentrate della Cooperativa Itaca o scaricate dal sito www.itaca.coopsoc.it nella sezione “Sportello soci”.La graduatoria degli aventi diritto verrà stila-ta entro il 31 agosto 2012. Gli aventi diritto verranno avvisati tramite comunicazione in busta paga.

Destinatari delle agevolazioniLe agevolazioni sono riservate alle socie ed ai soci della Cooperativa Itaca che si trovino in al-meno una delle seguenti situazioni: familiare sino

APPROVAtO IL NUOVO RegOLAMeNtO A fAVORe deI sOcI. dOMANde eNtRO IL 31 LUgLIO

La determinazione dei punteggi di cui alle lette-re C e D avverrà nei seguenti modi:C) x = (anzianità socio richiedente / anzianità massima tra i richiedenti) moltiplicato 30 D) x = (ISEE minimo tra i richiedenti / ISEE so-cio richiedente ) moltiplicato per 30

Modalità e tempi di erogazione delle agevo-lazioniIn riferimento ai servizi di conciliazione, Ita-ca darà priorità all’erogazione di servizi propri (nido, punti verdi, doposcuola, ecc.). In subordi-ne provvederà ad erogare l’agevolazione sotto forma di voucher.I servizi, per cui si usufruirà dello sconto (se gestiti da Itaca) o del voucher (se gestiti da enti esterni), dovranno essere goduti entro e non oltre la fine di dicembre 2012, previa presenta-zione di fatture o altri documenti giustificativi di spesa uguali o superiori al voucher da erogare. Tali documenti dovranno pervenire all’ufficio amministrazione della Cooperativa Itaca entro e non oltre il 31-01-2013. Comitato di garanziaLa graduatoria degli aventi diritto verrà stilata dalla Referente delle pari opportunità in colla-borazione con l’Ufficio risorse umane e verrà approvata dal Consiglio di amministrazione del-la Cooperativa Itaca.A parità di risultato verrà considerata l’anzianità di servizio.

al 3° grado convivente con invalidità/disabilità; ge-nitore anziano con invalidità (anche fuori nucleo familiare); figli a carico (fino a 14 anni).

Criteri per la graduatoriaL’accesso alla fruizione delle agevolazioni è ba-sato sui seguenti criteri:

A) Genitore unico affidatario del proprio figlio – 20 punti;B) Socio con familiare a carico con invalidità certificata (anche genitore fuori il nucleo fami-liare) – 20 punti;C) Anzianità di servizio - massimo 15 punti;D) Situazione economica (ISEE = indicatore situazione economica equivalente) – massimo 30 punti;E) Non avere fruito dei servizi di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi della famiglia a favore delle socie e dei soci della Cooperativa Itaca di cui alle precedenti edizioni – massimo 15 punti.

* Attività pomeridiane: corsi di musica, attività sportive , ricreative, ecc.

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24 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 25

quALIFICA PeRsONALeQualifica %

addetti ass qualificati 78,4addetti ass non qualificati 4,7

infermieri 5fisioterapisti 2

animatori/educatori 0,9cuochi 2ausiliari 0

altro 4

il BOOM dell’AreA AnZiAni reSidenZiAle

Pordenone

Nel quinquennio 2007-2011 l’evoluzione del fat-turato è la più importante e segna un + 17,4%. L’area Anziani Residenziale ha registrato nel solo 2011 il risultato più performante con il consolida-mento dei servizi acquisiti nei precedenti eserci-zi e il positivo avvio di nuovi appalti. Dai 5,7 mi-lioni di euro del 2007 si è passati ai 7,7 del 2008, poi ai 5,9 milioni nel 2009 e ancora ai 7,1 del 2010 sino agli 8.698.665 milioni di euro del 2011.Dati che si inseriscono all’interno di una cornice generalmente positiva per Itaca. Nonostante il periodo contingente di crisi economica, la Coo-perativa registra nel 2011 una crescita di occu-pazione che supera le 1300 unità, l’80% è rap-presentato da soci lavoratori e l’83% da donne, positiva anche la crescita di attività con un valo-re della produzione che supera i 34,2 milioni di euro (il 27,4% è dell’area Anziani Residenziale) e segna un +7,8% rispetto all’anno precedente. Positiva la marginalità con un utile di 738 mila euro pari al 2% del fatturato.Le strutture residenziali gestite da Itaca ac-colgono anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti (20,3%) e non autosufficienti (79,7%) con diversa compromissione delle ca-pacità fisiche e cognitive.Il numero di persone nell’anno è aumentato grazie all’acquisizione di due nuovi servizi, che dalle 571 nel 2009 e passato nel 2010 a 609 e nel 2011 a 852 con una prevalenza piuttosto netta del genere femminile.La progettazione e gestione dei servizi parte dalla necessità di assicurare una presa in ca-rico integrata, mediante una personalizzazione dell’intervento in grado di mantenere l’autono-mia della persona e/o potenziare le capacità residue. L’approccio ha un carattere globale e prende in considerazione la totalità organizzata del sistema dei servizi.Diversi gli elementi chiave, tra cui la filosofia di intervento, che si basa sui principi di riferimento delle professioni di aiuto, quali il rispetto e l’ac-coglienza della persona, l’individualizzazione e

cResce IL fAttURAtO (+17%). INteRVeNtI PeRsONALIzzAtI IN UN APPROccIO gLObALe

Aree prOduttive Al MiCrOSCOpiO

personalizzazione dell’intervento, la promozio-ne dell’autodeterminazione e dell’autonomia, il rispetto della riservatezza. La mission è foca-lizzata sulla centralità dell’ospite e dei familiari ed in primo piano restano sempre la vocazione alla soddisfazione del committente e del clien-te attraverso un’organizzazione flessibile e una comunicazione puntuale e trasparente.La metodologia di lavoro proposta è per proget-ti, condivisa e diffusa, da realizzarsi attraverso un’équipe multiprofessionale (coordinamento, infermieristico, fisioterapico, educativo e di animazione, assistenza psicologica, assistenza sociale, assistenza di base, trasporti, ausiliari integrativi, parrucchiere/barbiere/podologo/pe-dicure) utilizzando strumenti di valutazione mul-tidimensionale. Inoltre si favorisce un approccio specialistico ai servizi attraverso la collaborazio-ne con partner qualificati (igiene e sanificazione dell’ambiente, lavanderia, manutenzione, risto-

n. serv. area prov. servizi n. serv. +10 anni n. serv. +5 anni n. serv. -5 anni12 PN, UD, GO,TS, BL 4 2 6

COMMItteNtI seRVIZIcomuni A.s.P. comunità montana privati

7 2 1 2 servizi gestione propria

uteNtI seRVIZInumero tot autosufficienti non autosufficienti non anziani

852 173 679 19

servizi, committenti, utentiDati al 31/12.Utenti, soci e committenti hanno restituito tra-mite apposito questionario un notevole apprez-zamento per il servizio erogato. Molto alta la soddisfazione degli utenti dei servizi campio-nati, con una media di 8,79 punti (in una scala da 1 a 10). Nel 2011, sono aumentati in modo significativo i numeri relativi l’organizzazione e la partecipazione a gite e l’organizzazione e par-tecipazione ad eventi con numeri che passano da 90 del 2010 a ben 152 nel 2011.Alta anche la soddisfazione dei committenti che si attesta a una media complessiva di 8,35 (in una scala da 1 a 10). Punto di forza la “qualità dei rapporti con la Cooperativa” con la media più alta (9).Da evidenziare la sempre maggior attenzione dei committenti all’attuazione delle proposte pro-gettuali, difatti con puntualità vengono richiesti

razione). In un’ottica di miglioramento continuo l’attenzione alla qualità dei servizi è costante, come anche l’interconnessione con il territorio, la rete familiare e di vicinato.Tre gli eventi principali dell’annata: il convegno “La Responsabilità dell’Operatore Socio Sani-tario: una decisione libera o una costrizione del ruolo? Tra professione, etica e responsabilità” tenutosi ad ottobre a Belluno (nato dalla volon-tà di raccordare la pratica del lavoro quotidiano con la necessità di riflessione), l’avvio del servi-zio nella Casa di riposo per anziani del Comune di Muggia (Ts) e nella Casa di riposo per anziani Centro Servizi SER.SA di Belluno.Nell’area produttiva nel 2011 hanno operato mediamente 321 addetti, pari al 24% dei lavo-ratori della Cooperativa, di cui il 93,2% donne, (316 donne su 342 lavoratori). E’ comunque in leggero aumento il numero dei maschi nel triennio.

report sull’erogazione delle migliorie proposte, della formazione pianificata e dell’andamento generale del servizio. Molto spesso per la com-mittenza la Cooperativa diventa depositaria di innovazione e flessibilità, con richieste frequenti di modifiche alla pianificazione condivisa sia in termini di erogazione del servizio che in termini di formazione da erogare.

In una scala da 1 a 4, ottima la media gene-rale di soddisfazione dei soci valutata in 3,51, nell’analisi per genere le socie hanno mostrato un grado di soddisfazione generale maggiore, mentre la soddisfazione massima è andata alla voce "organizzazione".

Infine in riferimento al personale, importante è la tensione costante alla stimolazione del pensiero delle risorse impiegate al fine di dare senso al lavoro e di mantenere attiva la consa-

Il personale dell’area per l’83% è composto da addette all’assistenza delle quali il 78,4% è qualificato

pevolezza della propria responsabilità e cen-tralità di ruolo, per orientare i propri pensieri, emozioni ed azioni, sapendo che condizionano le persone cui sono destinati i servizi, oltre che se stessi e i colleghi.

Anna La Diega

900

800

700

600

5002009 2010 2011

571

609

852

UTENZA

addette/i assistenza qualificati

addette/i assistenza non qualificati

infermiere/i professionali

fisioterapiste/i

animatrici/ori/educatrici/ori

cuochi

ausiliare/i

coordinatrici/ori

altro

4,7%

5,0%

2,0%0,9%

1,5%0,3%

1,5%4,4%

78,4%

Aree prOduttive Al MiCrOSCOpiO

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quALIFICA PeRsONALeQualifica %

addetti ass qualificati 78,4addetti ass non qualificati 4,7

infermieri 5fisioterapisti 2

animatori/educatori 0,9cuochi 2ausiliari 0

altro 4

il BOOM dell’AreA AnZiAni reSidenZiAle

Pordenone

Nel quinquennio 2007-2011 l’evoluzione del fat-turato è la più importante e segna un + 17,4%. L’area Anziani Residenziale ha registrato nel solo 2011 il risultato più performante con il consolida-mento dei servizi acquisiti nei precedenti eserci-zi e il positivo avvio di nuovi appalti. Dai 5,7 mi-lioni di euro del 2007 si è passati ai 7,7 del 2008, poi ai 5,9 milioni nel 2009 e ancora ai 7,1 del 2010 sino agli 8.698.665 milioni di euro del 2011.Dati che si inseriscono all’interno di una cornice generalmente positiva per Itaca. Nonostante il periodo contingente di crisi economica, la Coo-perativa registra nel 2011 una crescita di occu-pazione che supera le 1300 unità, l’80% è rap-presentato da soci lavoratori e l’83% da donne, positiva anche la crescita di attività con un valo-re della produzione che supera i 34,2 milioni di euro (il 27,4% è dell’area Anziani Residenziale) e segna un +7,8% rispetto all’anno precedente. Positiva la marginalità con un utile di 738 mila euro pari al 2% del fatturato.Le strutture residenziali gestite da Itaca ac-colgono anziani autosufficienti, parzialmente autosufficienti (20,3%) e non autosufficienti (79,7%) con diversa compromissione delle ca-pacità fisiche e cognitive.Il numero di persone nell’anno è aumentato grazie all’acquisizione di due nuovi servizi, che dalle 571 nel 2009 e passato nel 2010 a 609 e nel 2011 a 852 con una prevalenza piuttosto netta del genere femminile.La progettazione e gestione dei servizi parte dalla necessità di assicurare una presa in ca-rico integrata, mediante una personalizzazione dell’intervento in grado di mantenere l’autono-mia della persona e/o potenziare le capacità residue. L’approccio ha un carattere globale e prende in considerazione la totalità organizzata del sistema dei servizi.Diversi gli elementi chiave, tra cui la filosofia di intervento, che si basa sui principi di riferimento delle professioni di aiuto, quali il rispetto e l’ac-coglienza della persona, l’individualizzazione e

cResce IL fAttURAtO (+17%). INteRVeNtI PeRsONALIzzAtI IN UN APPROccIO gLObALe

Aree prOduttive Al MiCrOSCOpiO

personalizzazione dell’intervento, la promozio-ne dell’autodeterminazione e dell’autonomia, il rispetto della riservatezza. La mission è foca-lizzata sulla centralità dell’ospite e dei familiari ed in primo piano restano sempre la vocazione alla soddisfazione del committente e del clien-te attraverso un’organizzazione flessibile e una comunicazione puntuale e trasparente.La metodologia di lavoro proposta è per proget-ti, condivisa e diffusa, da realizzarsi attraverso un’équipe multiprofessionale (coordinamento, infermieristico, fisioterapico, educativo e di animazione, assistenza psicologica, assistenza sociale, assistenza di base, trasporti, ausiliari integrativi, parrucchiere/barbiere/podologo/pe-dicure) utilizzando strumenti di valutazione mul-tidimensionale. Inoltre si favorisce un approccio specialistico ai servizi attraverso la collaborazio-ne con partner qualificati (igiene e sanificazione dell’ambiente, lavanderia, manutenzione, risto-

n. serv. area prov. servizi n. serv. +10 anni n. serv. +5 anni n. serv. -5 anni12 PN, UD, GO,TS, BL 4 2 6

COMMItteNtI seRVIZIcomuni A.s.P. comunità montana privati

7 2 1 2 servizi gestione propria

uteNtI seRVIZInumero tot autosufficienti non autosufficienti non anziani

852 173 679 19

servizi, committenti, utentiDati al 31/12.Utenti, soci e committenti hanno restituito tra-mite apposito questionario un notevole apprez-zamento per il servizio erogato. Molto alta la soddisfazione degli utenti dei servizi campio-nati, con una media di 8,79 punti (in una scala da 1 a 10). Nel 2011, sono aumentati in modo significativo i numeri relativi l’organizzazione e la partecipazione a gite e l’organizzazione e par-tecipazione ad eventi con numeri che passano da 90 del 2010 a ben 152 nel 2011.Alta anche la soddisfazione dei committenti che si attesta a una media complessiva di 8,35 (in una scala da 1 a 10). Punto di forza la “qualità dei rapporti con la Cooperativa” con la media più alta (9).Da evidenziare la sempre maggior attenzione dei committenti all’attuazione delle proposte pro-gettuali, difatti con puntualità vengono richiesti

razione). In un’ottica di miglioramento continuo l’attenzione alla qualità dei servizi è costante, come anche l’interconnessione con il territorio, la rete familiare e di vicinato.Tre gli eventi principali dell’annata: il convegno “La Responsabilità dell’Operatore Socio Sani-tario: una decisione libera o una costrizione del ruolo? Tra professione, etica e responsabilità” tenutosi ad ottobre a Belluno (nato dalla volon-tà di raccordare la pratica del lavoro quotidiano con la necessità di riflessione), l’avvio del servi-zio nella Casa di riposo per anziani del Comune di Muggia (Ts) e nella Casa di riposo per anziani Centro Servizi SER.SA di Belluno.Nell’area produttiva nel 2011 hanno operato mediamente 321 addetti, pari al 24% dei lavo-ratori della Cooperativa, di cui il 93,2% donne, (316 donne su 342 lavoratori). E’ comunque in leggero aumento il numero dei maschi nel triennio.

report sull’erogazione delle migliorie proposte, della formazione pianificata e dell’andamento generale del servizio. Molto spesso per la com-mittenza la Cooperativa diventa depositaria di innovazione e flessibilità, con richieste frequenti di modifiche alla pianificazione condivisa sia in termini di erogazione del servizio che in termini di formazione da erogare.

In una scala da 1 a 4, ottima la media gene-rale di soddisfazione dei soci valutata in 3,51, nell’analisi per genere le socie hanno mostrato un grado di soddisfazione generale maggiore, mentre la soddisfazione massima è andata alla voce "organizzazione".

Infine in riferimento al personale, importante è la tensione costante alla stimolazione del pensiero delle risorse impiegate al fine di dare senso al lavoro e di mantenere attiva la consa-

Il personale dell’area per l’83% è composto da addette all’assistenza delle quali il 78,4% è qualificato

pevolezza della propria responsabilità e cen-tralità di ruolo, per orientare i propri pensieri, emozioni ed azioni, sapendo che condizionano le persone cui sono destinati i servizi, oltre che se stessi e i colleghi.

Anna La Diega

900

800

700

600

5002009 2010 2011

571

609

852

UTENZA

addette/i assistenza qualificati

addette/i assistenza non qualificati

infermiere/i professionali

fisioterapiste/i

animatrici/ori/educatrici/ori

cuochi

ausiliare/i

coordinatrici/ori

altro

4,7%

5,0%

2,0%0,9%

1,5%0,3%

1,5%4,4%

78,4%

Aree prOduttive Al MiCrOSCOpiO

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26 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 27

interventi A FAvOre del WelFAre di COMunità

Pordenone

La sperimentazione di nuovi percorsi - in ter-mini di processo, di servizio, di differenziazione e ampliamento delle attività possibili – tocca necessariamente il tema della dimensione eco-nomica e l’esigenza di differenziare anche le fonti e le origini delle risorse. Itaca ha da tempo imboccato la strada di andare oltre le traiettorie sperimentate della gara d’appalto di servizi, in-novando ed esplorando territori inediti sia nella proposta agli enti di forme innovative nell’affi-damento, sia proponendosi con nuove proget-tualità cercando diverse forme di finanziamento che uniscano le risorse di più partner.Una pista battuta negli ultimi due anni è la par-tecipazione a bandi regionali o europei che va-dano a sostenere in parte progettualità piccole o grandi, comune denominatore è che vengano

incontro ai bisogni delle comunità e mettano insieme più attori dello stesso territorio.Attualmente sono in corso tre progetti soste-nuti dalla legge regionale 30 dicembre 2008, n. 17 (Legge Finanziaria 2009), norma destinata a promuovere il ruolo sociale dei soggetti del terzo settore. Si tratta di progetti di piccole di-mensioni e durata annuale ma che dovrebbero rappresentare un inizio di percorso, destinato nel tempo ad autosostenersi con le risorse del-la società civile.I progetti sono volutamente pensati in tre con-testi differenti, quello montano della Carnia, quello urbano di Pordenone e quello di una cittadina come Sacile. Pur differenziandosi per utenza e obiettivi, le progettualità hanno una ca-ratteristica comune, quella di mettere insieme istituzioni, associazioni e cittadini per la promo-zione di un obiettivo e di investire capitale umano

cARNIA, PORdeNONe, sAcILe e bUdOIA IMPLeMeNtANO AzIONI sINeRgIche cON IL teRRItORIO

riCerCA e SviluppO

ed economico non completamente coperto da fondi regionali.Nel caso della Carnia la realizzazione di un “Orto sinergico” ha l’obiettivo di favorire l’integrazio-ne sociale delle persone disabili in collaborazio-ne con diverse realtà distributive del territorio. Ci si attende l’acquisizione di nuove abilità, la promozione delle autonomie e soprattutto la possibilità di sentirsi parte attiva di un processo produttivo, acquisendo competenze spendibili nel contesto sociale. L’inclusione sociale viene sottolineata anche da azioni con le scuole del territorio per la condivisione delle esperienze in un rapporto di peer education tra i ragazzi.A Pordenone ci si orienta invece verso il “Pro-getto di Quartiere” nella declinazione di “pre-venzione … e contrasto ai fenomeni di esclu-sione” citata nel regolamento della LR 17, che offre lo spunto per portare la metodologia del

lavoro di Comunità - che a Pordenone già si ten-ta di operare attraverso il progetto Genius Loci-, in un altro quartiere della città con operatori del-la Cooperativa Itaca a promuovere l’empower-ment comunitario, come interlocutori credibili che si affiancano agli attuali e naturali protago-nisti della vita sociale nel prevenire fenomeni di esclusione sociale, nel sostenere percorsi di cittadinanza attiva e mantenere nel tempo per-corsi di integrazione a più livelli.A Sacile e a Budoia, in collaborazione con i Co-muni dell’Ambito, si sta dando vita e struttura a un “Centro di Incontro” finalizzato a promuove-re il ruolo attivo delle persone anziane e a con-notare strutture esistenti come luogo di ritrovo e attività per gli anziani di quella comunità. Ci si propone di attivare con efficacia e continuità le risorse della comunità e delle persone anziane, proponendo un progetto starter di Centro so-

ciale che in futuro potrà vedere gli anziani auto-gestirsi in tempi, spazi e attività.Tutti i progetti, che hanno visto la luce all’ini-zio del 2012, dovranno concludere la loro pro-gettualità entro dicembre, ma si ritiene non si esauriranno in questo tempo. L’auspicio è infatti che la promozione di interventi a favore del welfare di comunità e l’implementazione di azioni sinergiche con le associazioni locali che, attraverso le proprie attività, vengono in contat-to con situazioni di disagio, sia di stimolo a nuo-vi attori e a percorsi di auto-organizzazione che, attraverso questo tempo di accompagnamento professionale, incontrino strumenti, modi, mo-tivazioni per proseguire nelle strade intraprese.

Paola Ricchiuti

Foto di Gigi Fasolino

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interventi A FAvOre del WelFAre di COMunità

Pordenone

La sperimentazione di nuovi percorsi - in ter-mini di processo, di servizio, di differenziazione e ampliamento delle attività possibili – tocca necessariamente il tema della dimensione eco-nomica e l’esigenza di differenziare anche le fonti e le origini delle risorse. Itaca ha da tempo imboccato la strada di andare oltre le traiettorie sperimentate della gara d’appalto di servizi, in-novando ed esplorando territori inediti sia nella proposta agli enti di forme innovative nell’affi-damento, sia proponendosi con nuove proget-tualità cercando diverse forme di finanziamento che uniscano le risorse di più partner.Una pista battuta negli ultimi due anni è la par-tecipazione a bandi regionali o europei che va-dano a sostenere in parte progettualità piccole o grandi, comune denominatore è che vengano

incontro ai bisogni delle comunità e mettano insieme più attori dello stesso territorio.Attualmente sono in corso tre progetti soste-nuti dalla legge regionale 30 dicembre 2008, n. 17 (Legge Finanziaria 2009), norma destinata a promuovere il ruolo sociale dei soggetti del terzo settore. Si tratta di progetti di piccole di-mensioni e durata annuale ma che dovrebbero rappresentare un inizio di percorso, destinato nel tempo ad autosostenersi con le risorse del-la società civile.I progetti sono volutamente pensati in tre con-testi differenti, quello montano della Carnia, quello urbano di Pordenone e quello di una cittadina come Sacile. Pur differenziandosi per utenza e obiettivi, le progettualità hanno una ca-ratteristica comune, quella di mettere insieme istituzioni, associazioni e cittadini per la promo-zione di un obiettivo e di investire capitale umano

cARNIA, PORdeNONe, sAcILe e bUdOIA IMPLeMeNtANO AzIONI sINeRgIche cON IL teRRItORIO

riCerCA e SviluppO

ed economico non completamente coperto da fondi regionali.Nel caso della Carnia la realizzazione di un “Orto sinergico” ha l’obiettivo di favorire l’integrazio-ne sociale delle persone disabili in collaborazio-ne con diverse realtà distributive del territorio. Ci si attende l’acquisizione di nuove abilità, la promozione delle autonomie e soprattutto la possibilità di sentirsi parte attiva di un processo produttivo, acquisendo competenze spendibili nel contesto sociale. L’inclusione sociale viene sottolineata anche da azioni con le scuole del territorio per la condivisione delle esperienze in un rapporto di peer education tra i ragazzi.A Pordenone ci si orienta invece verso il “Pro-getto di Quartiere” nella declinazione di “pre-venzione … e contrasto ai fenomeni di esclu-sione” citata nel regolamento della LR 17, che offre lo spunto per portare la metodologia del

lavoro di Comunità - che a Pordenone già si ten-ta di operare attraverso il progetto Genius Loci-, in un altro quartiere della città con operatori del-la Cooperativa Itaca a promuovere l’empower-ment comunitario, come interlocutori credibili che si affiancano agli attuali e naturali protago-nisti della vita sociale nel prevenire fenomeni di esclusione sociale, nel sostenere percorsi di cittadinanza attiva e mantenere nel tempo per-corsi di integrazione a più livelli.A Sacile e a Budoia, in collaborazione con i Co-muni dell’Ambito, si sta dando vita e struttura a un “Centro di Incontro” finalizzato a promuove-re il ruolo attivo delle persone anziane e a con-notare strutture esistenti come luogo di ritrovo e attività per gli anziani di quella comunità. Ci si propone di attivare con efficacia e continuità le risorse della comunità e delle persone anziane, proponendo un progetto starter di Centro so-

ciale che in futuro potrà vedere gli anziani auto-gestirsi in tempi, spazi e attività.Tutti i progetti, che hanno visto la luce all’ini-zio del 2012, dovranno concludere la loro pro-gettualità entro dicembre, ma si ritiene non si esauriranno in questo tempo. L’auspicio è infatti che la promozione di interventi a favore del welfare di comunità e l’implementazione di azioni sinergiche con le associazioni locali che, attraverso le proprie attività, vengono in contat-to con situazioni di disagio, sia di stimolo a nuo-vi attori e a percorsi di auto-organizzazione che, attraverso questo tempo di accompagnamento professionale, incontrino strumenti, modi, mo-tivazioni per proseguire nelle strade intraprese.

Paola Ricchiuti

Foto di Gigi Fasolino

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QuAliFiCA OSS Si ripArte

Pordenone

A seguito dell’avviso pubblico emanato dall’Au-torità di Gestione dell’Obiettivo 2 del POR FSE 2007/2013, la Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato ad una associazione temporanea di Enti di formazione accreditati dalla Regione stessa l’attuazione, per il periodo 2012 -2014, del pro-gramma specifico n. 34 dedicato a promuove-re una adeguata offerta formativa a favore di quanti sono in possesso di crediti formativi e lavorativi nell’assistenza alla persona e sono in-

teressati a conseguire la qualifica di Operato-re socio-sanitario.In considerazione dell’alto numero di

manifestazioni di interesse registrate nel 2011 e del numero di corsi autorizzati per il 2012 (28 edizioni), sono state prioritariamente ammesse a frequentare i corsi (gratuiti) le persone oc-cupate presso Rsa, Strutture residenziali per anziani non autosufficienti e le persone pro-venienti da situazione di crisi occupazionale nel settore socio sanitario e assistenziale. Per quanto riguarda la Cooperativa Itaca, sono stati inclusi nella proposta anche operatori afferenti alla Salute mentale.

Ai fini della selezione è stato applicato il crite-rio dell’anzianità di servizio (credito lavorativo documentato). In considerazione del fabbiso-gno rilevato, la partenza dei corsi è stata an-ticipata al mese di aprile (anziché al periodo autunnale come inizialmente preventivato), ed anche il numero dei corsi previsti per il trien-nio 2012-2014 ha conosciuto un considerevole incremento rispetto a quanto previsto in un primo momento.Alla luce di ciò, davvero significativo risulta lo sforzo messo in campo dalla Cooperativa nei mesi scorsi e per quelli prossimi per garanti-re, nelle persone dei propri coordinatori, la fre-quenza ai corsi da parte degli operatori coinvolti dalla formazione.

Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 (gratuito) e le segreterie degli Enti accreditati nelle sedi e negli orari di seguito indicati.

trieSte ENAIP FVG , Via dell’Istria, 57- Trieste Tel. 040 3788 888 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 GOriZiA ENAIP FVG - Via del Boschetto, 37 - Gorizia Tel. - 0481 585411 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 CerviGnAnO del Friuli ENAIP FVG - Via Aquileia, 22 – Cervignano del Friuli Tel. 0431 33508 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 udine SEGRETERIA UNICA c/o Fondazione OSF Viale Ungheria, 22 - Udine Tel. 0432-506892 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 per i corsi realizzati da: FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA –INDAR FORMAZIONE E SVILUPPO - IRES FVG – pOrdenOne FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA - Viale de La Comina, 25 - Pordenone Tel. 0434-361470 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 tOlMeZZO CRAMARS SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE - Via della Coopeartiva, 11/n - Tolmezzo Tel. 0433 41943 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Renato Esposito

VIA AI cORsI dI MIsURe cOMPeNsAtIVe PeR IL cONsegUIMeNtO deL LIVeLLO dI OPeRAtORe sOcIO sANItARIO

eletti i nuOvi rAppreSentAnti per lA SiCureZZA

Pordenone

Lo scorso 19 marzo si svolte in Itaca le elezioni degli “Rls”, l’evento è avvenuto con la regia del sindacato a seguito di un accordo siglato tra la Cooperativa e le principali organizzazioni sindacali firmatarie del nostro CCNL. Nei 19 collegi in cui si sono svolte le operazioni di voto sono risultati eletti altrettanti Rls, di seguito l’elenco con il collegio di appartenenza.

L’ufficio formazione di Itaca sta predisponendo il corso di formazione per i neo-Rls, 15, e il corso di aggiornamento per quelli che sono stati riconfermati, in tutto 4.

Chi sono gli Rls?Sono dei lavoratori eletti o designati per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.

Quali sono i diritti degli Rls?Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha, sostanzialmente, quattro diritti fondamentali:

sONO 19 gLI RLs NOMINAtI IN 19 cOLLegI:tUttI I NOMI

informazione insicurezza

- diritto all’informazione;- diritto alla formazione;- diritto alla partecipazione;- diritto al controllo.

Quali le responsabilità degli Rls?Il DLgs 81/08 non ha previsto alcuna specifica sanzione a carico dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il motivo risiede nel fatto che gli Rls, in considerazione dei compiti consultivi loro assegnati, non hanno alcun potere decisionale in merito alle scelte in materia di prevenzione infortuni effettuate dal datore di lavoro. Quanto sopra non significa però che i rappresentanti dei lavoratori per la

NuMeRO COLLeGIO NOME COLLEGIO RLs eLettI PReFeReNZe1 Pordenone sede Gaetano Amendola 482 Pordenone centro Giovanni Gustinelli 63 Sanvitese Flavia Cudini 214 Valcellina Maniaghese Elisa Cancian 225 Sacilese Eluana De Marco 366 Azzanese Territoriale* Maurizio Perrotta* 6*7 Azzanese Residenziale Mary Pittana 218 Udinese Nazario Lombardi 149 Udine Città Francesca Pletti 1510 Tolmezzo Fabio Gardelli 1911 Carnia Fabio Gardelli 1012 Bassa Friulana Barbara Comelli 2113 Latisana Angela Campeotto 1514 Gorizia GianLuca Braida 1515 Trieste Alessia Polonia 27

16 FeltrinoNicoletta De Lorenzo

Buffolo 1817 Belluno Leonardo Cardella 1118 Portogruaro-Venezia Daniele Franco 1319 Alto Adige Luca Casagrande 25

sicurezza vadano esenti da responsabilità, indipendentemente dalle modalità con cui svolgono il proprio compito; infatti, nel caso in cui l’Rls abbia contribuito all’adozione di una misura protettiva rivelatasi inadeguata, insufficiente o addirittura contraria alla legge, e l’abbia pretesa dal datore di lavoro, potrà essere chiamato a rispondere dell’infortunio che ne sia derivato.

A tutti i nuovi eletti va un caloroso augurio di proficuo lavoro.

Ufficio Sicurezza

*NB: l’Rls Perrotta è stato eletto nel collegio di Pordenone centro, poiché nel collegio di Pordenone centro è stato eletto a pari merito anche un altro Rls è stato spostato nel collegio “Azzanese territoriale”.

Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 e le segreterie degli enti accreditati

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QuAliFiCA OSS Si ripArte

Pordenone

A seguito dell’avviso pubblico emanato dall’Au-torità di Gestione dell’Obiettivo 2 del POR FSE 2007/2013, la Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato ad una associazione temporanea di Enti di formazione accreditati dalla Regione stessa l’attuazione, per il periodo 2012 -2014, del pro-gramma specifico n. 34 dedicato a promuove-re una adeguata offerta formativa a favore di quanti sono in possesso di crediti formativi e lavorativi nell’assistenza alla persona e sono in-

teressati a conseguire la qualifica di Operato-re socio-sanitario.In considerazione dell’alto numero di

manifestazioni di interesse registrate nel 2011 e del numero di corsi autorizzati per il 2012 (28 edizioni), sono state prioritariamente ammesse a frequentare i corsi (gratuiti) le persone oc-cupate presso Rsa, Strutture residenziali per anziani non autosufficienti e le persone pro-venienti da situazione di crisi occupazionale nel settore socio sanitario e assistenziale. Per quanto riguarda la Cooperativa Itaca, sono stati inclusi nella proposta anche operatori afferenti alla Salute mentale.

Ai fini della selezione è stato applicato il crite-rio dell’anzianità di servizio (credito lavorativo documentato). In considerazione del fabbiso-gno rilevato, la partenza dei corsi è stata an-ticipata al mese di aprile (anziché al periodo autunnale come inizialmente preventivato), ed anche il numero dei corsi previsti per il trien-nio 2012-2014 ha conosciuto un considerevole incremento rispetto a quanto previsto in un primo momento.Alla luce di ciò, davvero significativo risulta lo sforzo messo in campo dalla Cooperativa nei mesi scorsi e per quelli prossimi per garanti-re, nelle persone dei propri coordinatori, la fre-quenza ai corsi da parte degli operatori coinvolti dalla formazione.

Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 (gratuito) e le segreterie degli Enti accreditati nelle sedi e negli orari di seguito indicati.

trieSte ENAIP FVG , Via dell’Istria, 57- Trieste Tel. 040 3788 888 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 GOriZiA ENAIP FVG - Via del Boschetto, 37 - Gorizia Tel. - 0481 585411 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 CerviGnAnO del Friuli ENAIP FVG - Via Aquileia, 22 – Cervignano del Friuli Tel. 0431 33508 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 udine SEGRETERIA UNICA c/o Fondazione OSF Viale Ungheria, 22 - Udine Tel. 0432-506892 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 per i corsi realizzati da: FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA –INDAR FORMAZIONE E SVILUPPO - IRES FVG – pOrdenOne FONDAZIONE OPERA SACRA FAMIGLIA - Viale de La Comina, 25 - Pordenone Tel. 0434-361470 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 - Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00 tOlMeZZO CRAMARS SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE - Via della Coopeartiva, 11/n - Tolmezzo Tel. 0433 41943 - Dal lunedì a sabato dalle 09.00 alle 13.00 Dal lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Renato Esposito

VIA AI cORsI dI MIsURe cOMPeNsAtIVe PeR IL cONsegUIMeNtO deL LIVeLLO dI OPeRAtORe sOcIO sANItARIO

eletti i nuOvi rAppreSentAnti per lA SiCureZZA

Pordenone

Lo scorso 19 marzo si svolte in Itaca le elezioni degli “Rls”, l’evento è avvenuto con la regia del sindacato a seguito di un accordo siglato tra la Cooperativa e le principali organizzazioni sindacali firmatarie del nostro CCNL. Nei 19 collegi in cui si sono svolte le operazioni di voto sono risultati eletti altrettanti Rls, di seguito l’elenco con il collegio di appartenenza.

L’ufficio formazione di Itaca sta predisponendo il corso di formazione per i neo-Rls, 15, e il corso di aggiornamento per quelli che sono stati riconfermati, in tutto 4.

Chi sono gli Rls?Sono dei lavoratori eletti o designati per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.

Quali sono i diritti degli Rls?Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha, sostanzialmente, quattro diritti fondamentali:

sONO 19 gLI RLs NOMINAtI IN 19 cOLLegI:tUttI I NOMI

informazione insicurezza

- diritto all’informazione;- diritto alla formazione;- diritto alla partecipazione;- diritto al controllo.

Quali le responsabilità degli Rls?Il DLgs 81/08 non ha previsto alcuna specifica sanzione a carico dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il motivo risiede nel fatto che gli Rls, in considerazione dei compiti consultivi loro assegnati, non hanno alcun potere decisionale in merito alle scelte in materia di prevenzione infortuni effettuate dal datore di lavoro. Quanto sopra non significa però che i rappresentanti dei lavoratori per la

NuMeRO COLLeGIO NOME COLLEGIO RLs eLettI PReFeReNZe1 Pordenone sede Gaetano Amendola 482 Pordenone centro Giovanni Gustinelli 63 Sanvitese Flavia Cudini 214 Valcellina Maniaghese Elisa Cancian 225 Sacilese Eluana De Marco 366 Azzanese Territoriale* Maurizio Perrotta* 6*7 Azzanese Residenziale Mary Pittana 218 Udinese Nazario Lombardi 149 Udine Città Francesca Pletti 1510 Tolmezzo Fabio Gardelli 1911 Carnia Fabio Gardelli 1012 Bassa Friulana Barbara Comelli 2113 Latisana Angela Campeotto 1514 Gorizia GianLuca Braida 1515 Trieste Alessia Polonia 27

16 FeltrinoNicoletta De Lorenzo

Buffolo 1817 Belluno Leonardo Cardella 1118 Portogruaro-Venezia Daniele Franco 1319 Alto Adige Luca Casagrande 25

sicurezza vadano esenti da responsabilità, indipendentemente dalle modalità con cui svolgono il proprio compito; infatti, nel caso in cui l’Rls abbia contribuito all’adozione di una misura protettiva rivelatasi inadeguata, insufficiente o addirittura contraria alla legge, e l’abbia pretesa dal datore di lavoro, potrà essere chiamato a rispondere dell’infortunio che ne sia derivato.

A tutti i nuovi eletti va un caloroso augurio di proficuo lavoro.

Ufficio Sicurezza

*NB: l’Rls Perrotta è stato eletto nel collegio di Pordenone centro, poiché nel collegio di Pordenone centro è stato eletto a pari merito anche un altro Rls è stato spostato nel collegio “Azzanese territoriale”.

Per informazioni è disponibile il numero verde 800-145538 e le segreterie degli enti accreditati

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30 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 31

retriBuZiOni COOperAtive, MA diSAllineAte dAl “puBBliCO”

Pordenone

Quando si confeziona un nuovo prodotto edito-riale, chi se lo ritrova fra le mani coltiva l’aspet-tativa che ad essere nuovi siano certamente, oltre che la veste grafica, anche e soprattutto i contenuti. E’ proprio questa l’esigenza ispira-trice di questa rubrica: dare vita ad uno spazio partecipato e aperto sulla realtà del nostro lavo-ro, sulle potenzialità e sulle prospettive che vi si possono scorgere, dove possano trovare voce e risposte le varie questioni inerenti l’area vasta delle risorse umane.In linea con questo intendimento, scegliamo di aprire questo nostro dialogo rispondendo alle

numerose sollecitazioni evidenziate nel questionario di soddisfazione distribuito in passato ai soci, documenti in cui, al di là di questioni di ordine specifico la cui trattazione si è ritenuto opportuno de-mandare ai rispettivi Rap (responsabili di area produttiva) coinvolti.

Ebbene su 22 quesiti di ordine generale ascri-vibili all’area delle Risorse Umane, ben 15 fa-cevano chiaro riferimento al “problema delle retribuzioni”, segnalando come criticità il disalli-neamento medio delle stesse rispetto a quelle erogate dal comparto pubblico per professiona-lità affini e, in alcuni casi, assolutamente iden-tiche.Il livello di retribuzione, sicuramente migliora-bile, è determinato, inutile nasconderlo, dalla sempre maggiore scarsità di risorse economi-che destinate dalla pubblica amministrazione ai servizi tradizionalmente erogati dalle Coo-perative sociali. Motivo per cui a Itaca spetta il compito, difficile, di governare il complesso equilibrio generato da un lato dal tenore delle richieste del committente e, dall’altro, dalla ne-cessità imprescindibile di tutelare l’interesse dei nostri soci.

sPAzIO ALLe RIsORse UMANe sULLA ReALtà deL NOstRO LAVORO

inpersonale Culture

Vi sono tuttavia anche alcuni punti di forza. E’ bene segnalare come il CCNL delle Coopera-tive sociali, pur “inferiore” al contratto vigente nel comparto della sanità pubblica, si attesti su posizioni di sostanziale parità con altri contratti del settore sociosanitario.Considerevole poi appare l’impegno dei nostri referenti in tutte le sedi opportune per l’attiva-zione e lo sviluppo di un ragionamento sempre più approfondito sulle prospettive di sostenibili-tà economica di un siffatto sistema, che di fatto costringe l’organizzazione a porsi come attore primo di una continua “moral suasion” con gli interlocutori del caso.Anche il tanto sofferto disallineamento con i livelli retributivi vigenti nella sanità pubblica sta conoscendo, ormai da qualche tempo, un significativo decremento tanto che anche que-sto settore non sembra essere più il sospirato “bengodi” per chi proviene dal sociale (si pen-si, ad esempio, al blocco delle assunzioni).Un’altra riposta importante con cui la Coopera-tiva Itaca afferma la sua chiara e ferma volontà di reagire ed insieme di lanciare un messaggio a tutti i soci, è costituita dalle iniziative realizza-te grazie ai ben 600 mila euro destinati nell’an-no 2011 alla cosiddetta “mutualità interna”. Di questi, più del 76% è stato destinato a mag-giori costi per l’inquadramento del personale (pensiamo alla creazione del livello intermedio B1CM, con ricadute dirette quindi sui livelli re-tributivi), e buona parte della quota restante è ascrivibile alla tutela e promozione della conci-liazione fra tempi di vita e tempi di lavoro (ad esempio, integrazione al 100% della maternità obbligatoria). Una scelta che, visti i tempi che corrono, amiamo sottolineare come non scon-tata e che colloca Itaca fra le prime realtà ita-liane in questo campo, con una competenza riconosciuta recentemente, fra gli altri, anche dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Ufficio Risorse Umane

Più del 76% dei 600 mila euro destinati alla mutualità interna è stato destinato a maggiori costi per l’inquadramento del personale

inviACi lA tuA reCenSiOne

Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto?Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni?Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi [email protected]

ed SheerAn +Pubblicato per il mercato italiano solo tre mesi fa, con il consueto ritardo rispetto al resto del mondo, il primo Lp di Ed Sheeran è la sintesi perfetta del duro lavoro che ha portato questo giovane ventenne cantautore inglese ad aggiudicarsi 2 brit awards ed a raggiungere la vetta della classifica nel Regno Unito e quella di altri Paesi europei.La copertina di + (“PLUS”) lo ritrae in un primissimo piano con un colore arancione a mascherare il rosso dei suoi capelli ed il suo sangue irlandese, ma non lasciatevi ingannare dalla sua giovane faccia pulita, non si tratta dell’en-nesimo artista al debutto con ancora poco carisma e maturità. A 16 anni aveva già le idee chiare riguardo al suo futuro e trasferitosi a Londra, si esibisce in centinaia di concerti (oltre trecento soltanto nell’anno 2009) dal vivo e si auto-produce ben 5 Ep, l'ultimo di questi entra in classifica quando lui è ancora senza contratto discografico. Il suo stile musicale ha radici profonde nel folk irlandese di Damien Rice e Nizlopi con il quale mischia e contamina Rap e Grime (inglese) e l'album è una prova della sua straordinaria vocalità e versatilità. Le 12 tracce vi faranno conoscere un cantautore capace di trattare con semplicità, sensibilità ed in modo diretto temi non scontati che vanno dall’industria discografica, al disagio sociale, alla paternità, giusto per citarne alcuni.Ascoltando con una attenzione maggiore i brani si può notare che gli arrangia-menti sono semplici ed essenziali, quindi molto lontani dal resto del mercato musicale odierno. I suoi arrangiamenti e il suo modo di comporre, infatti, nasce dalle corde della sua piccola chitarra acustica a scala corta (Lxm Little Martin) e dalle sovra-incisioni in tempo reale di parti ritmiche e armoniche registrate e immediatamente riprodotte con l’ausilio di un loop-pedal che permettono all’artista di esibirsi dal vivo in un one man show.I singoli di quest'album che avrete certamente sentito per radio o tv, o come colonna sonora a spot pubblicitari, sono “A-Team”, “Lego House”. Se vi è ancora capitata l’occasione cercate su Youtube i video ufficiali dei singoli estratti dall'album: “A-Team”, “You Need Me, I Don’t Need You”, “Lego House”, “Drunk”, “Small Bump” o sul suo sito ufficiale (http://edsheeran.com/). Vi auguro buon ascolto e fatemi sapere che ne pensate.

Paolo Frigo

pOllO Alle pruGne“Pollo alle prugne” è un film scritto e diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud, gli stessi autori di “Persepolis”. In questo caso, però, non si tratta di un film d’animazione, ma di un vero e proprio lungometraggio con attori in carne e ossa. Le immagini sono state comunque ritoccate per consentire un effetto visivo simile ad una vignetta, con alcune scene dai tratti quasi fiabeschi.La storia si svolge a Teheran e narra di un musicista, Nasser-Alì (Mathieu Amalric), che fin da piccolo manifesta interesse verso la musica e così impara a suonare divinamente il violino. Il suo maestro gli fa un dono prezioso: un violi-no antico le cui note gli faranno ricordare la donna amata e persa per sempre, perché il padre di lei si oppone al matrimonio tra i due.La perdita dell’amata segnerà la sua esistenza rendendolo un uomo triste e privo di voglia di vivere, ma con l’unico desiderio di suonare quel violino che gli fa ricordare la bella Irane (Golshifteh Farahani), sua ispirazione artistica.Dopo anni di solitudine sposerà, per mezzo di un matrimonio combinato dalla madre (Isabella Rossellini), una donna che non ama e che non amerà mai (Maria De Medeiros). La moglie, in preda ad un momento di rabbia, gli romperà il violino mettendo fine per sempre alla sua ispirazione artistica. Nasser-Alì, distrutto dal dolore, cercherà invano di rimpiazzare lo strumento ma nessun altro violino riuscirà più a dargli l’ispirazione. E’ così che deciderà di mettersi a letto ad aspettare la morte.I personaggi del film sono decisamente particolari e, alcuni, particolarmente bizzarri come il proprietario del bazar che propone un violino nuovo a Nasser-Alì, il maestro di musica dall’aria zen e l’angelo della morte, che gli appare nel-la sua stanza da letto poco prima di morire. Altri personaggi da ricordare sono i due figli di Nasser-Alì: un maschio ed una femmina, entrambe molto legati al padre. Nel film sono rappresentati sia da bambini sia da adulti. E qui segnalo la figura della figlia adulta, interpretata da una bellissima e cinica Chiara Mastro-ianni (da evidenziare che nel film appaiono due grandi attrici italiane: Chiara Mastroianni, per l’appunto, e Isabella Rossellini).La trama del film ruota attorno ad un amore bellissimo e impossibile tra due persone che si amano ma non riescono a coronare il loro sogno di una vita insieme. Nasser-Alì potrà “toccare” e “ricordare” la propria amata solo grazie al violino e alla musica prodotta dalle sue corde. Da vedere, se non altro per le immagini fiabesche della pellicola.

Anna Bagnarol

MuSiCA

CineMA

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30 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 31

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Pordenone

Quando si confeziona un nuovo prodotto edito-riale, chi se lo ritrova fra le mani coltiva l’aspet-tativa che ad essere nuovi siano certamente, oltre che la veste grafica, anche e soprattutto i contenuti. E’ proprio questa l’esigenza ispira-trice di questa rubrica: dare vita ad uno spazio partecipato e aperto sulla realtà del nostro lavo-ro, sulle potenzialità e sulle prospettive che vi si possono scorgere, dove possano trovare voce e risposte le varie questioni inerenti l’area vasta delle risorse umane.In linea con questo intendimento, scegliamo di aprire questo nostro dialogo rispondendo alle

numerose sollecitazioni evidenziate nel questionario di soddisfazione distribuito in passato ai soci, documenti in cui, al di là di questioni di ordine specifico la cui trattazione si è ritenuto opportuno de-mandare ai rispettivi Rap (responsabili di area produttiva) coinvolti.

Ebbene su 22 quesiti di ordine generale ascri-vibili all’area delle Risorse Umane, ben 15 fa-cevano chiaro riferimento al “problema delle retribuzioni”, segnalando come criticità il disalli-neamento medio delle stesse rispetto a quelle erogate dal comparto pubblico per professiona-lità affini e, in alcuni casi, assolutamente iden-tiche.Il livello di retribuzione, sicuramente migliora-bile, è determinato, inutile nasconderlo, dalla sempre maggiore scarsità di risorse economi-che destinate dalla pubblica amministrazione ai servizi tradizionalmente erogati dalle Coo-perative sociali. Motivo per cui a Itaca spetta il compito, difficile, di governare il complesso equilibrio generato da un lato dal tenore delle richieste del committente e, dall’altro, dalla ne-cessità imprescindibile di tutelare l’interesse dei nostri soci.

sPAzIO ALLe RIsORse UMANe sULLA ReALtà deL NOstRO LAVORO

inpersonale Culture

Vi sono tuttavia anche alcuni punti di forza. E’ bene segnalare come il CCNL delle Coopera-tive sociali, pur “inferiore” al contratto vigente nel comparto della sanità pubblica, si attesti su posizioni di sostanziale parità con altri contratti del settore sociosanitario.Considerevole poi appare l’impegno dei nostri referenti in tutte le sedi opportune per l’attiva-zione e lo sviluppo di un ragionamento sempre più approfondito sulle prospettive di sostenibili-tà economica di un siffatto sistema, che di fatto costringe l’organizzazione a porsi come attore primo di una continua “moral suasion” con gli interlocutori del caso.Anche il tanto sofferto disallineamento con i livelli retributivi vigenti nella sanità pubblica sta conoscendo, ormai da qualche tempo, un significativo decremento tanto che anche que-sto settore non sembra essere più il sospirato “bengodi” per chi proviene dal sociale (si pen-si, ad esempio, al blocco delle assunzioni).Un’altra riposta importante con cui la Coopera-tiva Itaca afferma la sua chiara e ferma volontà di reagire ed insieme di lanciare un messaggio a tutti i soci, è costituita dalle iniziative realizza-te grazie ai ben 600 mila euro destinati nell’an-no 2011 alla cosiddetta “mutualità interna”. Di questi, più del 76% è stato destinato a mag-giori costi per l’inquadramento del personale (pensiamo alla creazione del livello intermedio B1CM, con ricadute dirette quindi sui livelli re-tributivi), e buona parte della quota restante è ascrivibile alla tutela e promozione della conci-liazione fra tempi di vita e tempi di lavoro (ad esempio, integrazione al 100% della maternità obbligatoria). Una scelta che, visti i tempi che corrono, amiamo sottolineare come non scon-tata e che colloca Itaca fra le prime realtà ita-liane in questo campo, con una competenza riconosciuta recentemente, fra gli altri, anche dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Ufficio Risorse Umane

Più del 76% dei 600 mila euro destinati alla mutualità interna è stato destinato a maggiori costi per l’inquadramento del personale

inviACi lA tuA reCenSiOne

Dal 2001 hai visto un solo film ma ti ha fatto venire la pelle d’oca dall’emozione? Ti sforzi ma non riesci proprio a ricordare la data del concerto-evento di Bobby Solo al quale hai partecipato con tanto trasporto?Il tuo ultimo libro letto per intero giace da anni sotto una consistente coltre di polvere tanto da non distinguerne più i contorni?Non importa. Non fartene un problema. Se nei prossimi mesi ti capiterà di leggere un libro, assistere ad un concerto, vedere un film, una rappresentazione teatrale o una mostra, ascoltare un disco … bene! Raccontacelo! Inviaci una recensione e potrai trovarla pubblicata in Gazzetta! Perché non è mai troppo tardi [email protected]

ed SheerAn +Pubblicato per il mercato italiano solo tre mesi fa, con il consueto ritardo rispetto al resto del mondo, il primo Lp di Ed Sheeran è la sintesi perfetta del duro lavoro che ha portato questo giovane ventenne cantautore inglese ad aggiudicarsi 2 brit awards ed a raggiungere la vetta della classifica nel Regno Unito e quella di altri Paesi europei.La copertina di + (“PLUS”) lo ritrae in un primissimo piano con un colore arancione a mascherare il rosso dei suoi capelli ed il suo sangue irlandese, ma non lasciatevi ingannare dalla sua giovane faccia pulita, non si tratta dell’en-nesimo artista al debutto con ancora poco carisma e maturità. A 16 anni aveva già le idee chiare riguardo al suo futuro e trasferitosi a Londra, si esibisce in centinaia di concerti (oltre trecento soltanto nell’anno 2009) dal vivo e si auto-produce ben 5 Ep, l'ultimo di questi entra in classifica quando lui è ancora senza contratto discografico. Il suo stile musicale ha radici profonde nel folk irlandese di Damien Rice e Nizlopi con il quale mischia e contamina Rap e Grime (inglese) e l'album è una prova della sua straordinaria vocalità e versatilità. Le 12 tracce vi faranno conoscere un cantautore capace di trattare con semplicità, sensibilità ed in modo diretto temi non scontati che vanno dall’industria discografica, al disagio sociale, alla paternità, giusto per citarne alcuni.Ascoltando con una attenzione maggiore i brani si può notare che gli arrangia-menti sono semplici ed essenziali, quindi molto lontani dal resto del mercato musicale odierno. I suoi arrangiamenti e il suo modo di comporre, infatti, nasce dalle corde della sua piccola chitarra acustica a scala corta (Lxm Little Martin) e dalle sovra-incisioni in tempo reale di parti ritmiche e armoniche registrate e immediatamente riprodotte con l’ausilio di un loop-pedal che permettono all’artista di esibirsi dal vivo in un one man show.I singoli di quest'album che avrete certamente sentito per radio o tv, o come colonna sonora a spot pubblicitari, sono “A-Team”, “Lego House”. Se vi è ancora capitata l’occasione cercate su Youtube i video ufficiali dei singoli estratti dall'album: “A-Team”, “You Need Me, I Don’t Need You”, “Lego House”, “Drunk”, “Small Bump” o sul suo sito ufficiale (http://edsheeran.com/). Vi auguro buon ascolto e fatemi sapere che ne pensate.

Paolo Frigo

pOllO Alle pruGne“Pollo alle prugne” è un film scritto e diretto da Marjane Satrapi e da Vincent Paronnaud, gli stessi autori di “Persepolis”. In questo caso, però, non si tratta di un film d’animazione, ma di un vero e proprio lungometraggio con attori in carne e ossa. Le immagini sono state comunque ritoccate per consentire un effetto visivo simile ad una vignetta, con alcune scene dai tratti quasi fiabeschi.La storia si svolge a Teheran e narra di un musicista, Nasser-Alì (Mathieu Amalric), che fin da piccolo manifesta interesse verso la musica e così impara a suonare divinamente il violino. Il suo maestro gli fa un dono prezioso: un violi-no antico le cui note gli faranno ricordare la donna amata e persa per sempre, perché il padre di lei si oppone al matrimonio tra i due.La perdita dell’amata segnerà la sua esistenza rendendolo un uomo triste e privo di voglia di vivere, ma con l’unico desiderio di suonare quel violino che gli fa ricordare la bella Irane (Golshifteh Farahani), sua ispirazione artistica.Dopo anni di solitudine sposerà, per mezzo di un matrimonio combinato dalla madre (Isabella Rossellini), una donna che non ama e che non amerà mai (Maria De Medeiros). La moglie, in preda ad un momento di rabbia, gli romperà il violino mettendo fine per sempre alla sua ispirazione artistica. Nasser-Alì, distrutto dal dolore, cercherà invano di rimpiazzare lo strumento ma nessun altro violino riuscirà più a dargli l’ispirazione. E’ così che deciderà di mettersi a letto ad aspettare la morte.I personaggi del film sono decisamente particolari e, alcuni, particolarmente bizzarri come il proprietario del bazar che propone un violino nuovo a Nasser-Alì, il maestro di musica dall’aria zen e l’angelo della morte, che gli appare nel-la sua stanza da letto poco prima di morire. Altri personaggi da ricordare sono i due figli di Nasser-Alì: un maschio ed una femmina, entrambe molto legati al padre. Nel film sono rappresentati sia da bambini sia da adulti. E qui segnalo la figura della figlia adulta, interpretata da una bellissima e cinica Chiara Mastro-ianni (da evidenziare che nel film appaiono due grandi attrici italiane: Chiara Mastroianni, per l’appunto, e Isabella Rossellini).La trama del film ruota attorno ad un amore bellissimo e impossibile tra due persone che si amano ma non riescono a coronare il loro sogno di una vita insieme. Nasser-Alì potrà “toccare” e “ricordare” la propria amata solo grazie al violino e alla musica prodotta dalle sue corde. Da vedere, se non altro per le immagini fiabesche della pellicola.

Anna Bagnarol

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32 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 33

Giu-luG2012

Culture

e20QuAndO l’hi-teCh diventA diverSAMente utile

Pordenone

Confesso di non essere sufficientemente tec-nologica ma ci sono notizie che non possono non destare apprezzamento per il contenuto. A tal proposito segnalo due interessanti novità “pescate” in “rete” (fonte Inail, Superabile).Un libro multisensoriale per aiutare la socia-lizzazione e la comunicazione di bambini con disabilità. Lo ha progettato Monica Maccafer-ri, musicoterapeuta con alle spalle 16 anni di esperienza, nonché direttrice del Centro di Mu-sicoterapia Uboldi. «L’idea mi è venuta 5 anni fa perché sentivo la mancanza di uno strumento come questo, ma la realizzazione sembrava im-possibile – dice – In questi anni però abbiamo fatto tanta strada, rivisitato più volte il progetto e cercato di potenziarlo al massimo». Il tablet presenta la classica funzione touchscreen e un software, elaborato da un’equipe di esperti, che rende il prodotto versatile e adattabile alle più svariate situazioni di disagio.

Poca attinenza (in generale) fra suono e immagine - «Nel mondo che ci circonda spes-so riscontro molta poca attinenza fra suono e immagine – afferma Maccaferri – Questo può non destabilizzare un adulto, ma sicuramente

ALcUNe NOVItà PescAte IN Rete

non aiuta i bimbi che presentano deficit». Per questo la musicoterapeuta ha attrezzato il ta-blet di 30 mila suoni diversi, ognuno con una corrispondenza più o meno appropriata rispetto alle immagini mostrate sullo schermo. «Il sof-tware ha caratteristiche tali da poter permet-tere l’adattamento del libro alle esigenze di ogni singolo bambino che lo utilizzerà» spiega l’ideatrice. Tra le caratteristiche del tablet anche la possibilità di registrare autonomamente dei suoni da associare a immagini per aiutare l’evo-cazione di situazioni. «Così si entra nel campo della semiologia musicale – dice Maccaferri – L’accordo musicale minore, per esempio, evo-ca sensazioni di tristezza che possono aiutare il bambino autistico, notoriamente in difficoltà nel leggere le emozioni, a identificare musical-mente le sensazioni».Per ora è solo un prototipo - Attualmente il prodotto esiste soltanto in forma di prototipo. A brevetto depositato, verrà preso in sperimen-tazione presso l’Usl di Reggio Emilia per essere testato sul campo e vedere quali migliorie pos-sono essergli apportate. Il prototipo è costato 25 mila euro ma si prevede che, dopo la fase di sperimentazione, possa entrare in commercio al prezzo di circa 50-60 euro, per essere piena-mente accessibile anche alle famiglie. Il libro è dedicato al nipote della musicoterapeuta, Leo-nard. «Leonard ha gli stessi anni del libro – rac-conta Maccaferri – e non presenta alcuna disa-bilità ma grazie al tablet riesce a interagire con altri bambini. Si fa presto a dire integrazione,

vuOi COntriBuire A it lA GAZZettA di itACA?Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: [email protected] oppure al fax 0434 253266.

Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497.

Il termine ultimo per il numero di luglio è venerdì 22 giugno alle ore 9.Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.

ma com’è possibile far integrare un bimbo con i propri coetanei se i mezzi per metterli in comu-nicazione non esistono o non sono adeguati?». Tra i progetti futuri c’è l’idea di estendere l’ap-plicabilità del software anche a campi che non riguardino soltanto la neuropsichiatria infantile. «La memoria musicale è una di quelle con più resistenza – spiega Maccaferri – rimane a lungo integra e sfruttare questa sua qualità potrebbe anche in parte prevenire certe malattie come l’Alzheimer».

E ancora segnalo il sito “wheelmap.org”; si tratta di una mappa on line in cui, previo login, si possono segnalare ristoranti, cinema, sta-zioni, supermercati, luoghi di culto etc. privi di barriere architettoniche, marcandoli sul web o usando l’applicazione per iPhone, o una per i cellulari con sistema Android di Google.Chi l’ha inventato? Raul Krauthausen, 34 anni di Berlino, in sedia a rotelle per una malattia genetica.Il sito è disponibile in diverse lingue, incluso l’ita-liano, censisce oltre 100 mila locali, indicando in verde i luoghi accessibili, in giallo quelli parzial-mente accessibili, in rosso i non accessibili.Utilizzando le carte del progetto alternativo “OpenStreetMap”, può rivelarsi utile anche per persone anziane con deambulatore e a genitori con figli in passeggino o carrozzina.

Caterina BORIA

vuOi SeGnAlAre un eventO? Nel tuo servizio organizzate iniziative che coinvolgono in qualche modo il territorio? Inviaci le informazioni relative complete di data, ora, luogo, titolo e tipologia (mostra, teatro, festa, ballo, concerto, ecc). Tutti gli eventi verranno inseriti nel box “e20” all’interno dei prossimi numeri di IT La Gazzetta di Itaca. E’ un modo per valorizzare ciò che - come soci di Itaca - con tanta fatica organizzate all’interno dei servizi, ma è anche una testimonianza della vitalità che vi contraddistingue, oltre che un indice della vostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. [email protected]

12 giugno - 12 luglioServizio: Comunità alloggio Casa Carli Maniago

MOstRA fOtOgRAfIcA ItINeRANte12-22 giugno c/o bar Pantera Maniago23 giugno-2 luglio c/o bar Dream Maniago3-12 luglio c/o bar Barile Maniago

16-23 giugnoServizio:Servizi socio educativi Ambito San Vito al T.to

MOstRA "PAssO dOPO PAssO…" Presso ex negozio Sfriso via Pascatti San Vito. Apertura nei week-end del 16 e 23 giugno

16 giugnoServizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo di Latisana

LAbORAtORIO cON I geNItORIore 14.30 - 16.30Presso il nido: realizzazione di costumi di ortaggi per la recita finale

16 giugno Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscIte IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

16 giugno Servizio: Casa albergo Cimolais

RAssegNA dI cANtI POPOLARIore 15.00Presso la casa albergo. In collaborazione con il gruppo folcloristico 'I Proagner'. Seguirà rinfresco

18 giugno Servizio: Residenza per anziani Sarcinelli Cervignano

festA dI fINe ANNOore 10.00resso la residenza

20 giugnoServizio: Centro Sociale di Bagnarola/Sesto

UscItAGita in barca a Barbana

22 giugnoServizio: Associazione I ragazzi della panchina Pordenone

teAtRO "LA Legge è UgUALe PeR tUttI?"ore 21.00Presso ex convento di San Francesco a Pordenone. Testi di Pino Roveredo

23 giugnoServizio:Residenza per anziani De Gressi Fogliano

festA cON cONceRtOore 16.00Presso la residenza. Con la partecipazione della banda di Villesse

24 giugnoServizio: Progetto Genius Loci Pordenone

festA dI sAN gIOVANNI bAttIstAore 13.00Presso la parrocchia Cristo Re. Pranzo con la comunità romena

26 giugnoServizio:Laboratorio Cucina Ambito Azzano Decimo

INAUgURAzIONe MOstRA e RINfRescOore 17.00Presso la sede dell'associazione 'Sulla Soglia' a Chions. A cura degli utenti del Laboratorio Cucina

26 giugno Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone

MUsIcAL "AggIUNgI UN POstO A tAVOLA"ore 20.45Presso la parrocchia Cristo Re. Compagnia teatrale 'Circolo delle Idee"

29 giugno Servizio: Asilo nido Cervignano

festA dI fINe ANNOore 17.00Presso il nido

29 giugno Servizio: Asilo nido Arcobaleno San Vito al T.to

festA dI fINe ANNOore 16.00Presso il nido

30 giugno Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscItA IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

5 luglio Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo

festA dI fINe ANNO e cONsegNA dIPLOMIore 16.00Presso il nido.Recita con la partecipazione dei genitori

12 luglio Servizio: Residenza per anziani Sacile

ANgURIAtAore 15.15Presso la residenza. In collaborazione con il gruppo Alpini di Sacile

14 luglio Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscItA IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

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Culture

e20QuAndO l’hi-teCh diventA diverSAMente utile

Pordenone

Confesso di non essere sufficientemente tec-nologica ma ci sono notizie che non possono non destare apprezzamento per il contenuto. A tal proposito segnalo due interessanti novità “pescate” in “rete” (fonte Inail, Superabile).Un libro multisensoriale per aiutare la socia-lizzazione e la comunicazione di bambini con disabilità. Lo ha progettato Monica Maccafer-ri, musicoterapeuta con alle spalle 16 anni di esperienza, nonché direttrice del Centro di Mu-sicoterapia Uboldi. «L’idea mi è venuta 5 anni fa perché sentivo la mancanza di uno strumento come questo, ma la realizzazione sembrava im-possibile – dice – In questi anni però abbiamo fatto tanta strada, rivisitato più volte il progetto e cercato di potenziarlo al massimo». Il tablet presenta la classica funzione touchscreen e un software, elaborato da un’equipe di esperti, che rende il prodotto versatile e adattabile alle più svariate situazioni di disagio.

Poca attinenza (in generale) fra suono e immagine - «Nel mondo che ci circonda spes-so riscontro molta poca attinenza fra suono e immagine – afferma Maccaferri – Questo può non destabilizzare un adulto, ma sicuramente

ALcUNe NOVItà PescAte IN Rete

non aiuta i bimbi che presentano deficit». Per questo la musicoterapeuta ha attrezzato il ta-blet di 30 mila suoni diversi, ognuno con una corrispondenza più o meno appropriata rispetto alle immagini mostrate sullo schermo. «Il sof-tware ha caratteristiche tali da poter permet-tere l’adattamento del libro alle esigenze di ogni singolo bambino che lo utilizzerà» spiega l’ideatrice. Tra le caratteristiche del tablet anche la possibilità di registrare autonomamente dei suoni da associare a immagini per aiutare l’evo-cazione di situazioni. «Così si entra nel campo della semiologia musicale – dice Maccaferri – L’accordo musicale minore, per esempio, evo-ca sensazioni di tristezza che possono aiutare il bambino autistico, notoriamente in difficoltà nel leggere le emozioni, a identificare musical-mente le sensazioni».Per ora è solo un prototipo - Attualmente il prodotto esiste soltanto in forma di prototipo. A brevetto depositato, verrà preso in sperimen-tazione presso l’Usl di Reggio Emilia per essere testato sul campo e vedere quali migliorie pos-sono essergli apportate. Il prototipo è costato 25 mila euro ma si prevede che, dopo la fase di sperimentazione, possa entrare in commercio al prezzo di circa 50-60 euro, per essere piena-mente accessibile anche alle famiglie. Il libro è dedicato al nipote della musicoterapeuta, Leo-nard. «Leonard ha gli stessi anni del libro – rac-conta Maccaferri – e non presenta alcuna disa-bilità ma grazie al tablet riesce a interagire con altri bambini. Si fa presto a dire integrazione,

vuOi COntriBuire A it lA GAZZettA di itACA?Invia il tuo articolo, meglio se corredato da immagini in allegato jpg, a: [email protected] oppure al fax 0434 253266.

Per informazioni ed eventuali proroghe chiama il 348 8721497.

Il termine ultimo per il numero di luglio è venerdì 22 giugno alle ore 9.Ricordo a tutti/e che le immagini a corredo dei vostri articoli NON vanno impaginate all’interno del file word, ma devono essere inviate in allegato jpg (via mail) o consegnate a mano.

ma com’è possibile far integrare un bimbo con i propri coetanei se i mezzi per metterli in comu-nicazione non esistono o non sono adeguati?». Tra i progetti futuri c’è l’idea di estendere l’ap-plicabilità del software anche a campi che non riguardino soltanto la neuropsichiatria infantile. «La memoria musicale è una di quelle con più resistenza – spiega Maccaferri – rimane a lungo integra e sfruttare questa sua qualità potrebbe anche in parte prevenire certe malattie come l’Alzheimer».

E ancora segnalo il sito “wheelmap.org”; si tratta di una mappa on line in cui, previo login, si possono segnalare ristoranti, cinema, sta-zioni, supermercati, luoghi di culto etc. privi di barriere architettoniche, marcandoli sul web o usando l’applicazione per iPhone, o una per i cellulari con sistema Android di Google.Chi l’ha inventato? Raul Krauthausen, 34 anni di Berlino, in sedia a rotelle per una malattia genetica.Il sito è disponibile in diverse lingue, incluso l’ita-liano, censisce oltre 100 mila locali, indicando in verde i luoghi accessibili, in giallo quelli parzial-mente accessibili, in rosso i non accessibili.Utilizzando le carte del progetto alternativo “OpenStreetMap”, può rivelarsi utile anche per persone anziane con deambulatore e a genitori con figli in passeggino o carrozzina.

Caterina BORIA

vuOi SeGnAlAre un eventO? Nel tuo servizio organizzate iniziative che coinvolgono in qualche modo il territorio? Inviaci le informazioni relative complete di data, ora, luogo, titolo e tipologia (mostra, teatro, festa, ballo, concerto, ecc). Tutti gli eventi verranno inseriti nel box “e20” all’interno dei prossimi numeri di IT La Gazzetta di Itaca. E’ un modo per valorizzare ciò che - come soci di Itaca - con tanta fatica organizzate all’interno dei servizi, ma è anche una testimonianza della vitalità che vi contraddistingue, oltre che un indice della vostra attenzione e vicinanza alle comunità locali. [email protected]

12 giugno - 12 luglioServizio: Comunità alloggio Casa Carli Maniago

MOstRA fOtOgRAfIcA ItINeRANte12-22 giugno c/o bar Pantera Maniago23 giugno-2 luglio c/o bar Dream Maniago3-12 luglio c/o bar Barile Maniago

16-23 giugnoServizio:Servizi socio educativi Ambito San Vito al T.to

MOstRA "PAssO dOPO PAssO…" Presso ex negozio Sfriso via Pascatti San Vito. Apertura nei week-end del 16 e 23 giugno

16 giugnoServizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo di Latisana

LAbORAtORIO cON I geNItORIore 14.30 - 16.30Presso il nido: realizzazione di costumi di ortaggi per la recita finale

16 giugno Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscIte IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

16 giugno Servizio: Casa albergo Cimolais

RAssegNA dI cANtI POPOLARIore 15.00Presso la casa albergo. In collaborazione con il gruppo folcloristico 'I Proagner'. Seguirà rinfresco

18 giugno Servizio: Residenza per anziani Sarcinelli Cervignano

festA dI fINe ANNOore 10.00resso la residenza

20 giugnoServizio: Centro Sociale di Bagnarola/Sesto

UscItAGita in barca a Barbana

22 giugnoServizio: Associazione I ragazzi della panchina Pordenone

teAtRO "LA Legge è UgUALe PeR tUttI?"ore 21.00Presso ex convento di San Francesco a Pordenone. Testi di Pino Roveredo

23 giugnoServizio:Residenza per anziani De Gressi Fogliano

festA cON cONceRtOore 16.00Presso la residenza. Con la partecipazione della banda di Villesse

24 giugnoServizio: Progetto Genius Loci Pordenone

festA dI sAN gIOVANNI bAttIstAore 13.00Presso la parrocchia Cristo Re. Pranzo con la comunità romena

26 giugnoServizio:Laboratorio Cucina Ambito Azzano Decimo

INAUgURAzIONe MOstRA e RINfRescOore 17.00Presso la sede dell'associazione 'Sulla Soglia' a Chions. A cura degli utenti del Laboratorio Cucina

26 giugno Servizio: Progetto Genius Loci Pordenone

MUsIcAL "AggIUNgI UN POstO A tAVOLA"ore 20.45Presso la parrocchia Cristo Re. Compagnia teatrale 'Circolo delle Idee"

29 giugno Servizio: Asilo nido Cervignano

festA dI fINe ANNOore 17.00Presso il nido

29 giugno Servizio: Asilo nido Arcobaleno San Vito al T.to

festA dI fINe ANNOore 16.00Presso il nido

30 giugno Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscItA IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

5 luglio Servizio: Asilo nido Arca di Noé Gorgo

festA dI fINe ANNO e cONsegNA dIPLOMIore 16.00Presso il nido.Recita con la partecipazione dei genitori

12 luglio Servizio: Residenza per anziani Sacile

ANgURIAtAore 15.15Presso la residenza. In collaborazione con il gruppo Alpini di Sacile

14 luglio Servizio: Residenze Tre Vie Udine

UscItA IN bARcA A VeLAPartenza dalla darsena di Lignano con veleg-giata nel Golfo di Trieste

Page 34: La Gazzetta

34 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 35

AreA reSidenZiAle AnZiAniCasa di riposo puos d’Alpago (Bl)AddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AreA diSABilitàComunità per disabili GoriziaAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili triesteAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili udineAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili tricesimo (ud)eduCAtriCe/OreSI RIChIEDE: Laurea scienze dell’educazione/Educatore professionale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di paten-te B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

le dOMAnde vAnnO inviAte A unO dei SeGuenti reCApiti:Cooperativa Itaca • Ufficio risorse Umane Vicolo Selvatico 16 • 33170 Pordenone e-mail: [email protected]. 0434-366064 • Fax 0434-253266

AreA SAlute MentAleComunità psichiatrica Maniago (pn)AddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità psichiatrica udineAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

riCerChiAMO per20 Anni di itACA

uliSSe, itACA e lA QueSturA

Pordenone

Immagino Ulisse in piedi sulla sua barca a scrutare l’orizzonte (qualche tempo dopo Francesco De Gregori avrebbe sicuramente aggiunto “dritto sul cassero, fuma la pipa […]. Il capitano non tiene mai paura”: ma forse le pipe non erano ancora così di moda tra i comandanti dell’epoca).Sembra aver intravisto una sfumatura più scura, laggiù, proprio davanti al suo naso. Potrebbe essere la terraferma. Quella terra pensata e sognata giorni e notti. L’avvicinamento è lento, ma onda dopo onda i contorni si fanno più netti. Ora si distinguono i colori. Verde e marrone su tutto. “E’ terra! E’ terra! E’ terra sicuramente! E’ Itaca! E’ Itaca! E’ la mia Itaca!”.Sarà andata veramente così? Mi piace pensarlo. Ma l’immaginazione, si sa, ha le gambe corte. Soprattutto, in questo caso, ne ha solamente due: le mie. Urgono rinforzi.A ben guardare i rinforzi ci sono già, e sono tanti. E non serve nemmeno immaginare alcunché perché la nostra avventura è reale, verissima, più viva che mai! Una nave da millequattrocento coperti, donna più, donna meno (per la Questura è sicuramente meno). E Itaca la vediamo e la tocchiamo ogni giorno dell’anno.Quindi, a questo punto, non dovrebbe mancare nulla. Ambientazione e interpreti sono al posto giusto. La scena da me immaginata potrebbe trasformarsi in realtà. Mancano però da organizzare alcuni aspetti.Partiamo con metodo: 1) mettiamo assieme quelle millequattrocento persone di cui parlavo prima; 2) facciamo intervenire anche i loro familiari e amici; 3) serviamo loro del buon cibo; 4) allietiamoli con un po’ di musica.“Bello”, direte voi. “Sembra una festa”.Ah!, dimenticavo. Ancora un dettaglio: l’urlo. E’ vero, l’urlo di Ulisse manca. Ma vi immaginate millequattrocento persone gridare contemporaneamente “Itaca”?Che potenza! Potrebbero sentirci fino in

Veneto o in Lombardia… e forse anche più in là. Ma, onestamente, non so se ce la faremo a produrlo all’unisono. Poco importa. Sarà un urlo silenzioso, che partirà da dentro. La festa invece ci sarà, eccome: la festa di Itaca!Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, dalle 11 di mattina in poi, faremo festa. La Festa dei nostri vent’anni! La Festa di Itaca alla quale saremo tutti invitati, parenti e amici compresi.A breve i nostri coordinatori ci consegneranno un “foglio di prenotazione” che ci aiuterà a capire in quanti saremo, in modo da poter organizzare al meglio cibi e bevande. Dove troverete tutte le info utili per partecipare alla prima-vera-grande Festa di Itaca!Ritornando per un attimo ad Ulisse ed ai suoi marinai, immagino che la gioia incontenibile di amici e paesani non si sia limitata all’organizzazione di una sola festa, per quanto grandiosa, ma abbia trovato sfogo in una serie di avvenimenti sentiti e partecipati. Ed anche per noi sarà così. La Festa non sarà l’unico evento per ricordare i Nostri Vent’Anni. Ce ne saranno altri, molti altri. Non vi parlerò qui di Fab e della sua misteriosa discesa nelle piazze e nelle vie pordenonesi, né di questa nostra Gazzetta che sembra essersi rifatta il trucco – qualcuno, tra i più maligni, parla di botox e di lifting completo – per sembrare più giovane.Accennerò invece al ‘calendario-eventi’ e al ‘diario di viaggio’.In merito al primo: molti di voi hanno già avuto modo di inviare al proprio coordinatore una lista che mette in evidenza tutti gli eventi che il vostro servizio organizza durante l’anno.

LA festA PeR I 20 ANNI dI ItAcA

Pordenone sabato 21 luglio 2012Palatenda di Villanova dalle ore 11

Ebbene: a tutto questo fervore a marchio Itaca proveniente da ogni luogo vanno dati il giusto peso e considerazione, e l’idea è quella di pubblicarlo in Gazzetta.Infatti, già in questo numero di IT – La Gazzetta e fino a dicembre, troverete un box che raccoglie le info relative agli avvenimenti del mese programmati nei vari servizi di Itaca sparsi sul territorio. E’ un modo per valorizzare ciò che con tanta fatica riusciamo ad organizzare ma è anche una testimonianza della vitalità che ci contraddistingue, oltre che un indice della nostra attenzione e vicinanza alle comunità locali.In merito al diario di viaggio: è un piccolo taccuino, un breve resoconto del nostro viaggio lungo 20 anni. Pensiamoci: la storia di Ulisse non sarebbe arrivata fino ai nostri giorni se qualcuno non avesse deciso di metterla per iscritto. E cosi faremo noi. In misura ridotta, certo. E con un altro approccio. La pubblicazione che abbiamo in mente non avrà pretese storicistiche, né tantomeno sarà esaustiva. Ma questo breve diario fatto di foto e parole, forse, ci permetterà di immaginare il percorso fatto fino ad oggi. Alcuni momenti li vedremo rappresentati, altri li sfioreremo soltanto. E ognuno di noi potrà farsi coinvolgere se lo vorrà. Lasciando andare i propri pensieri. Aggiungendo i propri ricordi. Perché la nostra è una memoria condivisa. Dicono che, più o meno, tiene 1400 giga… Ma forse anche di più. Lo dice anche la Questura!

Simone Ciprian

SABAtO 11 luGliOBuOn

COMpleAnnOitACA

Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villa-nova di Pordenone, festeggeremo assieme i 20 anni di Itaca! Soci, lavoratori, parenti ed amici: siamo tutti invitati dalle 11 in poi.

Una vera Festa, con la F maiuscola! Cibo, bevande, musica e ‘good vibrations’. Non dovrebbe mancare nulla … solo le vo-stre adesioni! A breve vi verranno inviati i ‘fogli-prenotazione’ dove troverete tutte le indicazioni utili per organizzare la vostra partecipazione. Intanto, però, segnate la data in agenda e diffondete la notizia ai colleghi.

E un giorno potrete dire: io c’ero!

REdAzIONE Fabio Della PietraCaterina BoriaSimone CiprianRenato EspositoLaura LionettiEnrichetta Zamò

ImPAgINAzIONE La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste

STAmPA hand Consorzio di comunicazione sociale - Udine

Numero chiuso l’8 giugno alle ore 17.00 e stampato in 1400 copie

Page 35: La Gazzetta

34 ∙∙∙ LaGazzetta ∙ 06/2012 06/2012 ∙ LaGazzetta ∙∙∙ 35

AreA reSidenZiAle AnZiAniCasa di riposo puos d’Alpago (Bl)AddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza nei servizi di assistenza anziani; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

AreA diSABilitàComunità per disabili GoriziaAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili triesteAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Qualifica Operatore Socio Sanitario; esperienza minima nei servizi di assistenza alla persona; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time su turni; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili udineAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità per disabili tricesimo (ud)eduCAtriCe/OreSI RIChIEDE: Laurea scienze dell’educazione/Educatore professionale; esperienza minima nei servizi con la disabilità; possesso di paten-te B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

le dOMAnde vAnnO inviAte A unO dei SeGuenti reCApiti:Cooperativa Itaca • Ufficio risorse Umane Vicolo Selvatico 16 • 33170 Pordenone e-mail: [email protected]. 0434-366064 • Fax 0434-253266

AreA SAlute MentAleComunità psichiatrica Maniago (pn)AddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

Comunità psichiatrica udineAddettA/O All’ASSiStenZASI RIChIEDE: Diploma o qualifica settore socio sanitario; esperienza minima; patente B, auto propria.SI OFFRE: contratto a tempo determinato; part time; applicazione completa del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali.

riCerChiAMO per20 Anni di itACA

uliSSe, itACA e lA QueSturA

Pordenone

Immagino Ulisse in piedi sulla sua barca a scrutare l’orizzonte (qualche tempo dopo Francesco De Gregori avrebbe sicuramente aggiunto “dritto sul cassero, fuma la pipa […]. Il capitano non tiene mai paura”: ma forse le pipe non erano ancora così di moda tra i comandanti dell’epoca).Sembra aver intravisto una sfumatura più scura, laggiù, proprio davanti al suo naso. Potrebbe essere la terraferma. Quella terra pensata e sognata giorni e notti. L’avvicinamento è lento, ma onda dopo onda i contorni si fanno più netti. Ora si distinguono i colori. Verde e marrone su tutto. “E’ terra! E’ terra! E’ terra sicuramente! E’ Itaca! E’ Itaca! E’ la mia Itaca!”.Sarà andata veramente così? Mi piace pensarlo. Ma l’immaginazione, si sa, ha le gambe corte. Soprattutto, in questo caso, ne ha solamente due: le mie. Urgono rinforzi.A ben guardare i rinforzi ci sono già, e sono tanti. E non serve nemmeno immaginare alcunché perché la nostra avventura è reale, verissima, più viva che mai! Una nave da millequattrocento coperti, donna più, donna meno (per la Questura è sicuramente meno). E Itaca la vediamo e la tocchiamo ogni giorno dell’anno.Quindi, a questo punto, non dovrebbe mancare nulla. Ambientazione e interpreti sono al posto giusto. La scena da me immaginata potrebbe trasformarsi in realtà. Mancano però da organizzare alcuni aspetti.Partiamo con metodo: 1) mettiamo assieme quelle millequattrocento persone di cui parlavo prima; 2) facciamo intervenire anche i loro familiari e amici; 3) serviamo loro del buon cibo; 4) allietiamoli con un po’ di musica.“Bello”, direte voi. “Sembra una festa”.Ah!, dimenticavo. Ancora un dettaglio: l’urlo. E’ vero, l’urlo di Ulisse manca. Ma vi immaginate millequattrocento persone gridare contemporaneamente “Itaca”?Che potenza! Potrebbero sentirci fino in

Veneto o in Lombardia… e forse anche più in là. Ma, onestamente, non so se ce la faremo a produrlo all’unisono. Poco importa. Sarà un urlo silenzioso, che partirà da dentro. La festa invece ci sarà, eccome: la festa di Itaca!Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villanova di Pordenone, dalle 11 di mattina in poi, faremo festa. La Festa dei nostri vent’anni! La Festa di Itaca alla quale saremo tutti invitati, parenti e amici compresi.A breve i nostri coordinatori ci consegneranno un “foglio di prenotazione” che ci aiuterà a capire in quanti saremo, in modo da poter organizzare al meglio cibi e bevande. Dove troverete tutte le info utili per partecipare alla prima-vera-grande Festa di Itaca!Ritornando per un attimo ad Ulisse ed ai suoi marinai, immagino che la gioia incontenibile di amici e paesani non si sia limitata all’organizzazione di una sola festa, per quanto grandiosa, ma abbia trovato sfogo in una serie di avvenimenti sentiti e partecipati. Ed anche per noi sarà così. La Festa non sarà l’unico evento per ricordare i Nostri Vent’Anni. Ce ne saranno altri, molti altri. Non vi parlerò qui di Fab e della sua misteriosa discesa nelle piazze e nelle vie pordenonesi, né di questa nostra Gazzetta che sembra essersi rifatta il trucco – qualcuno, tra i più maligni, parla di botox e di lifting completo – per sembrare più giovane.Accennerò invece al ‘calendario-eventi’ e al ‘diario di viaggio’.In merito al primo: molti di voi hanno già avuto modo di inviare al proprio coordinatore una lista che mette in evidenza tutti gli eventi che il vostro servizio organizza durante l’anno.

LA festA PeR I 20 ANNI dI ItAcA

Pordenone sabato 21 luglio 2012Palatenda di Villanova dalle ore 11

Ebbene: a tutto questo fervore a marchio Itaca proveniente da ogni luogo vanno dati il giusto peso e considerazione, e l’idea è quella di pubblicarlo in Gazzetta.Infatti, già in questo numero di IT – La Gazzetta e fino a dicembre, troverete un box che raccoglie le info relative agli avvenimenti del mese programmati nei vari servizi di Itaca sparsi sul territorio. E’ un modo per valorizzare ciò che con tanta fatica riusciamo ad organizzare ma è anche una testimonianza della vitalità che ci contraddistingue, oltre che un indice della nostra attenzione e vicinanza alle comunità locali.In merito al diario di viaggio: è un piccolo taccuino, un breve resoconto del nostro viaggio lungo 20 anni. Pensiamoci: la storia di Ulisse non sarebbe arrivata fino ai nostri giorni se qualcuno non avesse deciso di metterla per iscritto. E cosi faremo noi. In misura ridotta, certo. E con un altro approccio. La pubblicazione che abbiamo in mente non avrà pretese storicistiche, né tantomeno sarà esaustiva. Ma questo breve diario fatto di foto e parole, forse, ci permetterà di immaginare il percorso fatto fino ad oggi. Alcuni momenti li vedremo rappresentati, altri li sfioreremo soltanto. E ognuno di noi potrà farsi coinvolgere se lo vorrà. Lasciando andare i propri pensieri. Aggiungendo i propri ricordi. Perché la nostra è una memoria condivisa. Dicono che, più o meno, tiene 1400 giga… Ma forse anche di più. Lo dice anche la Questura!

Simone Ciprian

SABAtO 11 luGliOBuOn

COMpleAnnOitACA

Sabato 21 luglio, presso il Palatenda di Villa-nova di Pordenone, festeggeremo assieme i 20 anni di Itaca! Soci, lavoratori, parenti ed amici: siamo tutti invitati dalle 11 in poi.

Una vera Festa, con la F maiuscola! Cibo, bevande, musica e ‘good vibrations’. Non dovrebbe mancare nulla … solo le vo-stre adesioni! A breve vi verranno inviati i ‘fogli-prenotazione’ dove troverete tutte le indicazioni utili per organizzare la vostra partecipazione. Intanto, però, segnate la data in agenda e diffondete la notizia ai colleghi.

E un giorno potrete dire: io c’ero!

REdAzIONE Fabio Della PietraCaterina BoriaSimone CiprianRenato EspositoLaura LionettiEnrichetta Zamò

ImPAgINAzIONE La Piazzetta Cooperativa Sociale - Trieste

STAmPA hand Consorzio di comunicazione sociale - Udine

Numero chiuso l’8 giugno alle ore 17.00 e stampato in 1400 copie

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