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La Gazzetta delle Battistella 1 Istituto Comprensivo Statale "A. Battistella" - via Vercelli 1, 36015 Schio (VI) - tel. 0445.531539 - email:[email protected] La redazione I ragazzi: Matilde Martin, Giorgia Santacatterina, Guido Sperotto, Emma Faccin, Mattia Trentin, Andrea Scalco, Rocco Cocco, Alex Faresin, Alessandro Arras, Giovanni Canale, Samuele Fontana, Sofija Lazic Le prof: Teresa Oriani, Maria Grazia Lavolpicella, Elena Visonà Fondato 2013 - 7^ Edizione, Marzo 2016 A nche quest'anno, ai primi di marzo, si è svolta nella nostra scuola la settimana laboratoriale, con ben 19 proposte diverse. Alcuni laboratori sono stati presentati per la prima volta, altri sono stati riproposti per il grande successo riscontrato gli anni scorsi. Nell'organizzazione sono stati coinvolti non solo gli insegnanti, ma anche alcuni genitori e dei volontari. Le varie attività sono state pensate per dare agli alunni dell'istituto la possibilità di vivere la scuola in modo diverso, con momenti di svago e di libera creatività. Ogni fascia d'età ha potuto scegliere tra diverse tipologie di laboratorio. Scienze-ambiente, pallavolo, cultura locale, scacchi, origami, cartapesta e favola sono stati dedicati alle classi prime. Gli studenti delle seconde hanno lavorato per allestire lo spettacolo di fine anno, quindi hanno partecipato ai laboratori di recitazione, scenografia, coro, balletti e costumi. Dodici allievi di seconda, inoltre, hanno formato la redazione della Gazzetta delle Battistella scrivendo degli articoli sui vari laboratori e scattando molte fotografie per documentare tutte le attività. Gli allievi delle terze si sono divisi tra english-alive, enigmistica-arrampicata, prima guerra mondiale, decorazioni vetrate, pasticceria e impianti/fotografia. E’ stata per tutti, ragazzi e adulti, una settimana davvero speciale: ognuno si è messo in gioco in situazioni diverse dalla routine scolastica quotidiana e ha potuto scoprire un modo alternativo per lavorare insieme agli altri imparando ogni giorno qualcosa di nuovo. Buona lettura a tutti! I l 29 febbraio gli allievi delle classi terze hanno partecipato a un incontro con due ragazzi “speciali”, Simone Salvagnin, ipovendente, e Urko Carmona che all'età di sedici anni ha perso una gamba in un incidente. Ci hanno raccontato le loro storie e parlato delle difficoltà che hanno affrontato e devono affrontare nella loro vita quotidiana e nella pratica sportiva. Simone, un ex “battistellino”, è cresciuto in una famiglia di viaggiatori e di sportivi che gli hanno fatto amare fin da piccolo le loro passioni. Circa alla nostra età ha cominciato a perdere gradualmente la vista e oggi vede solo le ombre, lateralmente, in bianco e nero. Ci ha confidato che fin dagli esordi della malattia ha speso un sacco di energie per cercare di nascondere il suo problema, ma soltanto dopo ha capito che quelli che noi reputiamo difetti sono invece le particolarità che ci rendono unici. Pian piano ha iniziato ad essere autonomo e una prova di questa autonomia è che ha partecipato al progetto “VERSODOVENONSO”: ha percorso 11.000 chilometri, attraversando undici stati, in tandem con Dino Lanzaretti, scalatore e ciclista vicentino; prima della partenza molte persone lo deridevano, ad esempio quando andava a sbattere addosso alle porte trasparenti dei negozi oppure quando per camminare procedeva di traverso. Al suo ritorno, dopo essersi sparsa la notizia della sua impresa, nei negozi era accolto a porte aperte dalle persone e con un gentile “Buongiorno”. Un' altra avventura emozionante che ha affrontato è stata l’attraversamento dello Hielo Continental, il terzo ghiacciaio di terra più esteso al mondo, ma è convinto che sarà sempre la prossima la spedizione più entusiasmante Urko, invece, è un arrampicatore di livello 8A su una scala da 3 a 9. Ha vinto moltissime competizioni mondiali d'arrampicata e per questo la sua fama è internazionale. E' allo stesso livello di altri scalatori o alpinisti normodotati, pur avendo una disabilità. Urko è nato in Spagna e all'età di due anni si è trasferito in India, poi nelle Canarie e in seguito è tornato nel suo Paese natale, per questo si definisce un cittadino del mondo. A sedici anni, mentre guidava la sua motocicletta, è stato travolto da un camion e dopo quattro giorni di coma si è risvegliato con la gamba destra amputata. Ci ha raccontato che è stata molto dura quando ha ripreso ad arrampicare e che non era più la stessa cosa. Urko ha scalato lo Ojos del Salado, una parete rocciosa spagnola molto nota e difficile, è riuscito a raggiungere la cima solo dopo una ventina di tentativi e ciò indica che si è spinto al limite e ha realizzato un sogno. Simone e Urko ci hanno presentato molti video delle loro esperienze che ci hanno aiutato a capire la pienezza della loro vita, che molti pensano, a torto, essere malinconica e noiosa a causa della disabilità. Credo che tutti i ragazzi della nostra scuola abbiano apprezzato i loro consigli riassunti in queste due frasi: ”Chi prova riesce” e “Live your dreams”. Incontro con Simone e Urko, due ragazzi speciali di Matilde Martin, Giorgia Santacatterina e Sofija Lazic La settimana dei laboratori: imparare divertendosi. a cura della redazione

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La Gazzetta delle Battistella

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Istituto Comprensivo Statale "A. Battistella" - via Vercelli 1, 36015 Schio (VI) - tel. 0445.531539 - email:[email protected]

La redazioneI ragazzi:

Matilde Martin, Giorgia Santacatterina,Guido Sperotto, Emma Faccin,Mattia Trentin, Andrea Scalco,

Rocco Cocco, Alex Faresin,Alessandro Arras, Giovanni Canale,

Samuele Fontana, Sofija Lazic

Le prof:Teresa Oriani, Maria Grazia Lavolpicella,

Elena Visonà

Fondato 2013 - 7^ Edizione, Marzo 2016

Anche quest'anno, ai primi di marzo, siè svolta nella nostra scuola lasettimana laboratoriale, con ben 19

proposte diverse. Alcuni laboratori sono statipresentati per la prima volta, altri sono statiriproposti per il grande successo riscontratogli anni scorsi. Nell'organizzazione sono staticoinvolti non solo gli insegnanti, ma anchealcuni genitori e dei volontari. Le varieattività sono state pensate per dare aglialunni dell'istituto la possibilità di vivere lascuola in modo diverso, con momenti disvago e di libera creatività.Ogni fascia d'età ha potuto scegliere tradiverse tipologie di laboratorio.Scienze-ambiente, pallavolo, cultura locale,scacchi, origami, cartapesta e favola sonostati dedicati alle classi prime.Gli studenti delle seconde hanno lavoratoper allestire lo spettacolo di fine anno, quindihanno partecipato ai laboratori direcitazione, scenografia, coro, balletti ecostumi.Dodici allievi di seconda, inoltre, hannoformato la redazione della Gazzetta delleBattistella scrivendo degli articoli sui varilaboratori e scattando molte fotografie perdocumentare tutte le attività.Gli allievi delle terze si sono divisi tra

english-alive, enigmistica-arrampicata, primaguerra mondiale, decorazioni vetrate,pasticceria e impianti/fotografia.E’ stata per tutti, ragazzi e adulti, unasettimana davvero speciale: ognuno si èmesso in gioco in situazioni diverse dallaroutine scolastica quotidiana e ha potutoscoprire un modo alternativo per lavorareinsieme agli altri imparando ogni giornoqualcosa di nuovo.Buona lettura a tutti!

I l 29 febbraio gli allievi delle classi terzehanno partecipato a un incontro condue ragazzi “speciali”, Simone

Salvagnin, ipovendente, e Urko Carmonache all'età di sedici anni ha perso unagamba in un incidente.Ci hanno raccontato le loro storie e parlatodelle difficoltà che hanno affrontato edevono affrontare nella loro vita quotidianae nella pratica sportiva. Simone, un ex“battistellino”, è cresciuto in una famiglia diviaggiatori e di sportivi che gli hanno fattoamare fin da piccolo le loro passioni. Circaalla nostra età ha cominciato a perderegradualmente la vista e oggi vede solo leombre, lateralmente, in bianco e nero. Ciha confidato che fin dagli esordi dellamalattia ha speso un sacco di energie percercare di nascondere il suo problema, masoltanto dopo ha capito che quelli che noireputiamo difetti sono invece leparticolarità che ci rendono unici. Pianpiano ha iniziato ad essere autonomo euna prova di questa autonomia è che hapartecipato al progetto“VERSODOVENONSO”:ha percorso 11.000 chilometri,attraversando undici stati, in tandem conDino Lanzaretti, scalatore e ciclistavicentino; prima della partenza moltepersone lo deridevano, ad esempioquando andava a sbattere addosso alleporte trasparenti dei negozi oppurequando per camminare procedeva ditraverso. Al suo ritorno, dopo essersisparsa la notizia della sua impresa, neinegozi era accolto a porte aperte dallepersone e con un gentile “Buongiorno”.Un' altra avventura emozionante che ha

affrontato è stata l’attraversamento delloHielo Continental, il terzo ghiacciaio diterra più esteso al mondo, ma è convintoche sarà sempre la prossima la spedizionepiù entusiasmanteUrko, invece, è un arrampicatore di livello8A su una scala da 3 a 9. Ha vintomoltissime competizioni mondialid'arrampicata e per questo la sua fama èinternazionale. E' allo stesso livello di altriscalatori o alpinisti normodotati, puravendo una disabilità. Urko è nato inSpagna e all'età di due anni si è trasferitoin India, poi nelle Canarie e in seguito ètornato nel suo Paese natale, per questo sidefinisce un cittadino del mondo. A sedicianni, mentre guidava la sua motocicletta, èstato travolto da un camion e dopo quattrogiorni di coma si è risvegliato con lagamba destra amputata. Ci ha raccontatoche è stata molto dura quando ha ripresoad arrampicare e che non era più la stessacosa.Urko ha scalato lo Ojos del Salado, unaparete rocciosa spagnola molto nota edifficile, è riuscito a raggiungere la cimasolo dopo una ventina di tentativi e ciòindica che si è spinto al limite e harealizzato un sogno.Simone e Urko ci hanno presentato moltivideo delle loro esperienze che ci hannoaiutato a capire la pienezza della loro vita,che molti pensano, a torto, esseremalinconica e noiosa a causa delladisabilità.Credo che tutti i ragazzi della nostrascuola abbiano apprezzato i loro consigliriassunti in queste due frasi: ”Chi provariesce” e “Live your dreams”.

Incontro con Simone e Urko, due ragazzi specialidi Matilde Martin, Giorgia Santacatterina e Sofija Lazic

La settimana dei laboratori:imparare divertendosi.a cura della redazione

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LABORATORIO DI Pasticceriaa cura di Giovanni Canale e Samuele Fontana

Per la prima volta quest'anno è statoproposto agli alunni di terza unlaboratorio di pasticceria

organizzato dalla professoressa Elena DeRizzo. Realizzare dolci e torte è una dellesue passioni, infatti ha seguito anche deicorsi amatoriali. Secondo lei la pasticceriaè un' arte perché ti permette di creareleccornie di tutti i tipi e quindi dare liberosfogo alla fantasia. Per realizzare dolciperfetti bisogna anche essere molto precisinei procedimenti e nel dosaggio degliingredienti, non lasciando nulla al caso. Labilancia è infatti uno strumento essenzialeper ogni bravo pasticcere.

Quello gestito dalla prof De Rizzo è unminicorso in cui vengono insegnate airagazzi le quattro basi principali dellapasticceria, con le quali potranno realizzareogni tipo di dolce. Si inizia dalla pasta frollaper proseguire con il pan di spagna, lacrema pasticcera e la crema chantilly. Laprof De Rizzo sostiene che, oltre ad unlaboratorio divertente, il suo è anche uncorso orientante e formativo per le classiterze dato che i ragazzi possono scoprire illoro talento nella pasticceria e decidere diiscriversi all' istituto alberghiero. I dodicistudenti partecipanti sono stati divisi inquattro gruppi, che realizzeranno un

impasto ciascuno.L' obiettivo di questo laboratorio è quello diinsegnare ai ragazzi ad usare gli strumenticulinari, a pesare con accuratezza gliingredienti, a seguire i vari passaggi dellaricetta, ma soprattutto a lavorare insiemedividendosi i compiti.Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perchéavessero scelto proprio questo laboratorioe ci hanno risposto che hanno da semprequesta passione, ma non avevano maiavuto modo di coltivarla e quindi hannocolto al volo l'occasione offerta dalla scuola.

LABORATORIO Coro

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LABORATORIO DI Primo soccorsodi Alessandro Arras e Andrea Scalco

Questo laboratorio è una novitàassoluta per il nostro Istituto inquanto è la prima volta che viene

organizzato per gli studenti. Proposto dallaprofessoressa Maria Grazia Merlo, unadelle insegnanti di musica della nostrascuola, esperta in materia per averefrequentato dei corsi specifici, è finalizzatoad insegnare ai ragazzi come agire nelmodo opportuno per effettuare un'azioneadeguata di primo soccorso in unasituazione di emergenza. E' fondamentale,infatti, intervenire in modo corretto perevitare di provocare danni ulteriori quandouna persona ha un malore o un incidente.L'insegnante prima di tutto dà agli allievidelle indicazioni teoriche, ma la parte piùimportante dell'attività è l'applicazionepratica delle tecniche e delle manovre disoccorso sui compagni.In particolare i ragazzi imparano a medicareferite e ustioni, verificare lo stato dicoscienza, mettere la persona in posizionelaterale di sicurezza, tamponareun'emorragia e disostruire le vie aeree.Tutti i partecipanti sono entusiasti dellaboratorio che fornisce indicazioniutilissime per la vita pratica di tutti noi.Spesso, infatti, un intervento di soccorsotempestivo e corretto può salvare una vita!

LABORATORIO Vetratedi Alessandro Arras, Andrea Scalco e Guido Sperotto

La professoressa di educazioneartistica Sandra Tessari,quest'anno, ha deciso di proporre

agli alunni di terza media un nuovolaboratorio perché il suo intento è quellodi coinvolgere gli studenti in attivitàsempre diverse. Naturalmente i ragazzinon utilizzano vetro e intelaiature dimetallo, ma carta e cartoncino.Il lavoro consiste nel fare un progetto(una forma astratta o concreta) su unfoglio da disegno, la figura viene poiriportata su un cartoncino nero con l’aiutodi una quadrettatura, poi si usano leforbici e si riempiono gli spazi vuoti dicarta velina colorata.L'obiettivo è quello di abituare i ragazzi adutilizzare con precisione la carta, le forbicie la colla e di stimolare la loro creatività.Questo laboratorio è stato scelto dairagazzi prevalentemente per il piacere didisegnare e di fare nuove esperienzeartistiche.

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Questo laboratorio è stato propostoda alcune mamme (Laura, Sabrina,Elena e Cristina) e dalla

professoressa Roberta Meneghini che, datala loro abilità nei lavori manuali, hannodeciso di collaborare alla realizzazione dimanufatti che verranno utilizzati nellospettacolo di fine anno (sei pianeti, alcunemaschere da volpe e la corona per il re),ma non solo. Essendo coinvolti i ragazzi diprima, si è deciso di far fare loro deglioggetti da portare a casa e come tema èstato scelto quello degli insetti creando api,bruchi e ragni.Ma cos'è la cartapesta? E' una tecnicapovera che utilizza carta di giornale ostracci, acqua e colla vinilica per realizzareforme ed oggetti di vario tipo. Famose sonole creazioni dei cartapestai italiani cherealizzano i carri per il Carnevale diPutignano e Viareggio.

Dai quotidiani si ricavano delle strisce chevengono immerse in acqua e applicate suuna base che può essere un palloncino ouna maschera di plastica. Poi vengonofissate con una miscela di colla vinilica eacqua. L'operazione deve essere ripetutaper dieci volte consecutive. Il passosuccessivo è l'asciugatura che dura ben 24ore. Viene poi stesa ancora colla mischiataa colore a tempera. Infine si completa illavoro con l'applicazione del colore atempera, operazione che richiedeprecisione e gusto artistico.I ragazzi hanno dimostrato interesse nelleattività pratiche e hanno dichiarato la loropassione per questo genere di lavori.Cosa avete imparato da questo laboratorio?“Per lavorare la cartapesta bisogna averemolta pazienza, voglia di fare, masoprattutto molta precisione”Avete scelto voi il laboratorio? Se sì,

perché?Giada : Ho scelto io il laboratorio perchévolevo sperimentare cose nuove e ora misto divertendo molto.Gaia : Ho scelto il laboratorio perché mipiacciono i lavori manuali e mi stodivertendo molto, anche se è un po'faticoso e complesso.Isacco : Sì, ho deciso io di venire qui a farequesta esperienza perché mi piacecostruire oggetti.Emmanuel : Sì, perché mi piace costruiregli oggetti con le mani.Ecco il parere di una mamma.Perché ha deciso di partecipare a questaattività?Laura : Per vedere come si comportano iragazzi dell'età di mia figlia e cercare diinteressarli in qualcosa di diverso dalle lorosolite attività scolastiche.

LABORATORIO DI Cartapestadi Emma Faccin e Mattia Trentin

Questo laboratorio è il più numerosodell'istituto, infatti è frequentato daben venti ragazzi delle seconde.

Per questo c'è bisogno che i ragazziascoltino con attenzione le indicazionidegli insegnanti rispettando i compitiassegnati : disegnare, colorare, ritagliare...

Intervista al professor Mirio Piazza e allaprofessoressa Maria Concetta Badolato.Dove si svolge il laboratorio? Come silavora?Le scenografie vengono realizzatenell'aula di tecnologia, utilizzando varimateriali possibilmente riciclati, comevecchi cartoni da imballaggio.Perché si svolge questo laboratorio?Il laboratorio é collegato allo spettacolo difine anno. Vengono preparate le scene egli oggetti da utilizzare durante larappresentazione.

Qual é il suo obiettivo?L'obiettivo è quello di svilupparel'operatività e la creatività dei ragazzi, chedevono impegnarsi a lavorare in grupporispettando i tempi.Come è strutturato?Sulla base dei disegni, con il cartonevengono realizzati i vari elementi, che inun secondo momento verranno colorati.Abbiamo sentito anche le opinioni di alcuniragazzi.Valentina : Ho scelto questo laboratorioperché mi ispirava molto creare lescenografie dello spettacolo, un altromotivo è la mia grande passione per ildisegno.Paola : Io l'ho scelto perché sono moltocreativa e mi piaceva l'idea di abbellire ilpalco per lo spettacolo.Denis : L' ho scelto perché mi sembravabello. Questo laboratorio mi piace molto esono felice di parteciparvi.

LABORATORIO DI Scenografiadi Emma Faccin e Mattia Trentin

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LABORATORIO DI Costumidi Guido Sperotto e Sofija Lazic

Questo laboratorio ha lo scopo direalizzare i costumi per lospettacolo di fine anno.

Viene riproposto da più anni agli alunni siaperchè è molto divertente, ma soprattuttonecessario per la rappresentazione teatrale.Il laboratorio è tenuto dalla professoressaCarla Lazzarin e da Ilenia, Sabrina e Marija,delle mamme disponibili a dedicare alleBattistella un po’ del loro tempo e molto abilicon ago e filo. I costumi da confezionaresono per i personaggi principali delcapolavoro di Antoine de Saint Exupèry “IlPiccolo Principe”: il protagonista, la Volpe,la Rosa, il Re, il Serpente e le Stelle.Per la realizzazione dei costumi i ragazzihanno cominciato progettando il lavoro,hanno poi riportato i vari disegni sultessuto, quindi si sono dedicati al tagliodella stoffa e infine alla cucitura.I ragazzi hanno trovato alcune difficoltà nelcimentarsi nei primi lavori: il taglio dellestelle, dei petali e delle foglie. E’un’operazione delicata che richiede

precisione e pazienza. In particolareAlexander, mancino, non riusciva a tagliarei vari pezzi, ma dopo un po' di pratica èdiventato abilissimo.Abbiamo scoperto che i ragazzi userannoanche la macchina da cucire, lo strumentoessenziale di una sarta, ma del tuttosconosciuto agli allievi che partecipano allaboratorio.Ma come mai Ilenia, Sabrina e Marijahanno deciso di aiutare gli studenti inquesto progetto?Ilenia: “Intanto mi piace molto creare oggetticon la stoffa e poi adoro insegnare airagazzi un’attività pratica”.Sabrina: “Viste la passione per il cucito e lacreatività che ci contraddistinguono,abbiamo deciso di aiutare i ragazzinell'impresa di creare i costumi di scena”.Marija: ”Mi diverto molto a cucire e adorolavorare con i ragazzi”La professoressa Lazzarin ha confermatoqueste parole dicendo: ”Anche se non sonoresponsabile del laboratorio perchèresonsabili sono le “mamme”,

quando c'è bisogno di una mano non mi tiromai indietro, infatti mi piacciono molto ilavori manuali.”E come mai i ragazzi hanno scelto questolaboratorio?Alcuni hanno risposto così:”Mi piace cucire ed è il laboratorio che mipermette di fare una cosa che miappassiona”.“E' una bella idea per passare il tempo.”“Volevo migliorare nella tecnica del cucito.”“Credo che non avrò mai occasione diprovare un’esperienza del genere.”“Penso che grazie a questo laboratorioimparerò a cucire.”“Già da piccolo cucivo insieme alla nonna evolevo provare la stessa sensazione cheprovavo a quel tempo.”“Sono venuta grazie all'incoraggiamentodella mia amica.”“E' veramente un laboratorio moltodivertente.”“Il laboratorio più bello di tutti!”

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LABORATORIO DI Cultura locale: cibo e territoriodi Samuele Fontana e Giovanni Canale

Quest'anno, per la prima volta, leprofessoresse Elena Tessari eCinzia Casacci hanno proposto il

laboratorio di cultura locale, che permette airagazzi di conoscere la storia e l'originedelle abitudini alimentari del nostroterritorio, nel rispetto dell'ambiente che cicirconda.Il laboratorio è diviso in tre fasi.Nei primi tre giorni i dodici ragazzi andrannoin alcuni negozi biologici per imparare ariconoscere i prodotti a chilometro zero, chesono i più sani e genuini. Visiteranno laBottega degli Scalzi, il mercato di Schio eun supermercato che offre prodotti biologicidi stagione. Al mercato sosteranno adosservare alcune bancarelle di alimentari,

tra le quali quella dell’azienda “Tre Archi” diMalo dove compreranno dei salumi prodottilocalmente. L'obiettivo è quello diconfrontare i cibi naturali con quelli chemangiamo frequentemente, così da indurrei partecipanti ad adottare una dieta sana. Iragazzi, nel negozio biologico, faranno delledomande ai gestori per capire l'importanzadi acquistare prodotti a chilometro zero, nondannosi per l'ambiente dato che nondevono essere trasportati per lunghi tragittiper arrivare a destinazione. Inoltre verràspiegata loro la coltivazione senza prodottichimici, che sono dannosi non solo perl'ambiente, ma anche per la salute di tuttinoi.Nei restanti due giorni, gli studenti, con i

prodotti acquistati (farina integralebiologica, lievito madre e farina di mais)prepareranno del pane e dei biscotti almais.Nella parte conclusiva del laboratorio, ipartecipanti faranno una riflessionesull'esperienza vissuta con l'augurio che leabitudini alimentari sbagliate possanoessere dimenticate.Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi perchéavessero scelto proprio questo laboratorio eloro ci hanno risposto che pensano siamolto interessante scoprire i prodotti tipicidel nostro territorio per mangiare beneguadagnando in salute e rispettandol’ambiente.

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LABORATORIO DI Arrampicatadi Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Sofija Lazic e Guido Sperotto

Per il laboratorio di arrampicataabbiamo intervistato il professorGimmy Pozzan con gli alunni Matteo

Cavasso di 3^B e Moira Zanandrea di 3^Fche partecipano a questo laboratorio “sportivo”.Iniziamo con le domande fatte all'ideatore diquesta proposta rivolta agli alunni più grandidella nostra scuola.COME E' NATA L'IDEA DI QUESTOLABORATORIO?Questa esperienza è già stata fatta gli anniprecedenti, è piaciuta molto e gli alunni vihanno partecipato con entusiasmo. Proprioper la motivazione e l’ interesse dimostratida tutti abbiamo deciso di riproporla edanche quest'anno la partecipazione è stataconsistente.DA QUANTI ANNI PROPONETE QUESTOLABORATORIO?Da ben tre anni. Il primo anno abbiamoutilizzato la palestra del Palacampagnola,poi ci è stata offerta la sede del C.A.I., dovesi può usufruire di una palestra di roccia.QUANTI ALUNNI PARTECIPANO?Abbiamo raccolto l'adesione di trenta alunniche dobbiamo dividere in due gruppi per leridotte dimensioni della palestra che nonriesce a contenere tanti ragazzi.CHE OBIETTIVO VOLETE OTTENERECON QUESTO LABORATORIO?

Cerchiamo di far vivere ai ragazzi unanuova esperienza, perché non tutti hannogià provato ad arrampicare. Speriamo diriuscire a far arrivare emozioni uniche,come divertimento e gioia ma anchebrivido, terrore e panico.Passiamo ora alle domande fatte agli alunnipartecipanti.COME MAI AVETE SCELTO QUESTOLABORATORIO?Moira: Avevo già provato ad arrampicare inpassato, mi sono molto divertita e, datal'opportunità offerta dalla scuola, l'ho presaal volo e mi sono iscritta.Matteo: Sono un ragazzo iperattivo evivace, quindi ho deciso di aggregarmi aquesto gruppo per potermi sfogare e allostesso tempo divertire.E' LA PRIMA VOLTA CHE ANDATE ADARRAMPICARE?Moira: No, la prima volta ho provato condegli amici in montagna.Matteo: Sì, non ho mai arrampicato prima,quindi è proprio una nuova esperienza.LO PRATICHERESTI COME SPORT AL DIFUORI DELLA SCUOLA?Moira: No, non penso che lo praticherò inmodo continuativo.Matteo: Sì, non mi dispiacerebbe, miprenderei questo impegno, ma preferireiarrampicare in montagna, perché solo inmezzo alla natura si

possono provare delle sensazioni forti.QUANTE LEZIONI FARETE IN QUESTOLABORATORIO ?Moira e Matteo: Noi siamo nel gruppo“fortunato”, infatti andremo ad arrampicaretre volte, gli altri, invece, solo due .QUANTO ALTE SONO LE PARETI CHESCALATE?Moira e Matteo: Circa 10-15 metri .E' GRANDE ED ATTREZZATA LA SALAIN CUI ARRAMPICATE?Moira e Matteo: No, non è molto ampia,infatti ci dividono in due gruppi, ma è benattrezzata ed accogliente.L'IMBRAGATURA VI FA SENTIRE PIU'SICURI?Moira: Sì, diciamo che sono molto piùsicura e so che se anche dovessi cadereriuscirei a salvarmi ed evitare di farmi male.Matteo: Penso la stessa cosa, l'imbragaturami dà sicurezza.CHE COSA STATE IMPARANDO ALIVELLO PERSONALE?Moira: A superare le mie paure. Il primogiorno avevo davvero paura e mi sonovenute le vertigini. Nel corso della settimanaho preso confidenza con la parete el’altezza.Matteo: Ho scoperto che l’arrampicata mipuò aiutare a liberare un po’ della miaenergia in eccesso e a controllare le mieemozioni.

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LABORATORIO DI Recitazionedi Giorgia Santacatterina, Matilde Martin, Rocco Cocco e Alex Faresin

I l laboratorio di recitazione, tenuto dalleprofessoresse Paola Fileppo edEmma Santacatterina, è rivolto ai

ragazzi di seconda media. Questa attivitàè finalizzata allo spettacolo di fine anno,che si terrà a giugno, nel cortile dellascuola. Lo rappresentazione teatrale siispira a “Il Piccolo Principe”, un libroconosciuto in tutto il mondo per la suasemplicità e per il messaggio sull’amiciziache trasmette ai lettori, sia giovani cheadulti. L’idea è nata perché alla scuolamedia proprio l'amicizia è uno dei temi piùtrattati durante l'anno scolastico. Tutte leclassi seconde stanno leggendo IlPiccolo Principe ed alcune hanno vistoanche il film sotto forma di cartone. Iragazzi che frequentano il laboratorioimparano a costruire i dialoghi e arecitare. Molti di loro hanno scelto questolaboratorio perché il loro sogno è quello didiventare attori, altri solo per la curiositàdi provare questa nuova esperienza.Inizialmente i ragazzi erano timidi eimbarazzati, ma poi, pian piano, si sonosciolti e hanno iniziato a recitare con unacerta disinvoltura. Questo progetto non siconcluderà alla fine dei laboratori, ma gliattori dovranno incontrarsi un pomeriggioa settimana per potersi presentare agiugno sul palcoscenico preparati e sicuricome dei veri artisti!

LABORATORIO DI INGLESE: English Alivedi Sofija Lazic

“English Alive” viene propostoagli alunni di terza da benquattordici anni. Durante la

settimana dei laboratori i ragazzi possonofare un approfondimento della linguainglese grazie alla presenza nella nostrascuola di due insegnanti madrelingua:Malisa e Hilda. Il progetto si propone difar crescere l’entusiasmo dei ragazzi perl’inglese e abituarli ad un accento e unacadenza appropriati mediante unapproccio diverso rispetto alle lezionitradizionali, con attività ludico - didattiche.In particolare si cerca di arricchire ilvocabolario e di introdurre strutturegrammaticali attraverso l’uso “in campo”di frasi nuove e nuove situazioni.Concretamente, nel corso della settimanadi English alive i ragazzi preparano unospettacolino che permette loro dirafforzare le abilità linguistiche all’insegnadel divertimento.Quest’anno gli studenti presentano aicompagni una scenetta ispirata alla storiadi Cenerentola ed un’altra che vuoleessere la parodia della cerimonia dellaconsegna degli Oscar.Per i ragazzi realizzare questo progetto èmolto difficile dovendo parlare e recitaresolamente in inglese.Ma i calorosi applausi che accompagnanoogni anno le loro esibizioni fannodimenticare ansia e fatica e riempiono igiovani attori di grande soddisfazione!

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I ragazzi di prima media hannopartecipato al laboratorio di origami,tenuto dalla prof Licia Boragine,

un’insegnante di matematica oggi inpensione che ha lavorato fino a pochi annifa nella nostra scuola. L'idea è nataquando la professoressa Boragine proposel'attività alla sua classe. Gli alunnirealizzarono con la carta le decorazioni perl'albero di Natale della scuola ricevendocomplimenti e grandi soddisfazioni.Naturalmente la prof Boragine si èappassionata all’ origami perché quest’arteè strettamente legata alla geometria, lamateria che ha insegnato a tantegenerazioni di studenti. L'origami aiuta asviluppare pazienza e precisione, è l'arte dipiegare la carta per creare decorazioni. Lastoria della carta è cominciata in Cina, ma èin Giappone che l'origami si è sviluppato edè divenuto parte integrante della societàstessa. Secondo la tradizione l'invenzionedella carta sarebbe avvenuta in Cina

agli inizi del ll secolo d.C., ma nel 610 d.C.la tecnica di produzione della carta giunsein Giappone. La parola giapponese origamiè formata da due termini: ori che vuol direpiegare e kami che significa carta. All’iniziogli origami venivano impiegati per realizzarefigure astratte con un significato simbolico erituale, ma intorno al Mille si passò ad unuso più profano creando modelli figurativiche riproducevano animali, insetti, fiori ealtre forme della natura. Proprio in quelperiodo nacque il modello più conosciuto almondo, diventato simbolo internazionaledell’origami: la gru. Verso il Cinquecento ladisciplina dell’origami si diffuse in stratisempre più ampi della società giapponese,nelle famiglie nobili ma anche in quellepopolari. Alla fine dell’Ottocento, per ilGiappone cominciò un periodo dicontaminazione con la cultura occidentale egli origami iniziarono ad essere conosciutianche all’estero. Inizialmente in Europa gliorigamisti venivano considerati maghi o

prestigiatori, nessuno qui piegava la carta,mentre era diffuso l’uso di piegare itovaglioli di stoffa per ottenere figure di ognitipo. Friedrich Frobel, un insegnantedell’epoca, intuì le enormi potenzialitàdell’origami in campo educativo persviluppare la creatività dei bambini einsegnare alcune regole di geometriaelementare. Proprio lo studio dellageometria ha ricevuto notevole impulsodall’arte dell’origami. Tutti gli assiomi dellageometria euclidea sono infatti dimostrabilimediante l’origami che permette addiritturadi risolvere alcune equazioni di terzo gradoirrisolvibili con riga e compasso.Ecco spiegata la passione della profBoragine per l’origami!(Le informazioni contenute nell’articolo sullastoria dell’origami sono tratte da: “Origamitradizionali giapponesi” di Francesco eVanda Battaglia)

LABORATORIO DI Origamidi Rocco Cocco e Alex Faresin

LABORATORIO Scacchi

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