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SOMMARIO PROGRAMMI NOTIZIE MANIFESTAZIONI CONVIVIALI 3 4 5 6 7 8 8 8 9 10 14 16 22 24 25 25 Conviviali di settembre, ottobre e novembre Conviviali dei R.C. Trieste e Muggia Notizie dal Club Felicitazioni Appuntamenti rotariani Elargizioni Assiduità al 31 agosto Notizie dalla stampa Notizie dall’Inner Wheel Notizie dal Rotaract Notizie dal Club Contatto Festival Maremetraggio - Consegna dei Premi Corallino Conviviale 1618 – 4 luglio 2006 Relazione programmatica del Presidente Bruno Soldano Conviviale 1619 – 11 luglio 2006 Dibattito sulle linee programmatiche del Presidente Conviviale 1620 – 18 luglio 2006 “Edith Piaf, la dama nera della canzone francese” PDG Nerio Benelli Conviviale 1621 – 25 luglio 2006 “I sondaggi: potenzialità e limiti di uno strumento di analisi dell’opinione pubblica” Maurizio Pessato Conviviale 1622 – 1° agosto 2006 Interclub con i R.C. Trieste e Muggia Conviviale 1623 – 8 agosto 2006 Conviviale 1624 – 29 agosto 2006 Sede del Club e ufficio di Redazione Segreteria Bollettino mensile Direttore responsabile Redazione Spedizione 34133 Trieste - Via Beccaria 6 Telefono e fax +39 040 364.777 E-mail: [email protected] Raffaela Berini Archi Registrazione del Tribunale di Trieste - N. 881 del 6.8.1994 Carmelo Nino Trovato Davide Battistella presidente di commissione Mario Cantamessa, Loredana Catalfamo, Angela Forlani, Lorenzo Tesei Tariffa Regime Libero “Poste Italiane SpA” Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB “Trieste”

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SOMMARIO

PROGRAMMI

NOTIZIE

MANIFESTAZIONI

CONVIVIALI

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25 25

Conviviali di settembre, ottobre e novembre Conviviali dei R.C. Trieste e Muggia Notizie dal Club

Felicitazioni Appuntamenti rotariani Elargizioni

Assiduità al 31 agosto Notizie dalla stampa Notizie dall’Inner Wheel Notizie dal Rotaract Notizie dal Club Contatto Festival Maremetraggio - Consegna dei Premi Corallino Conviviale 1618 – 4 luglio 2006 Relazione programmatica del Presidente Bruno Soldano Conviviale 1619 – 11 luglio 2006 Dibattito sulle linee programmatiche del Presidente Conviviale 1620 – 18 luglio 2006 “Edith Piaf, la dama nera della canzone francese” PDG Nerio Benelli Conviviale 1621 – 25 luglio 2006 “I sondaggi: potenzialità e limiti di uno strumento di analisi dell’opinione pubblica” Maurizio Pessato Conviviale 1622 – 1° agosto 2006 Interclub con i R.C. Trieste e Muggia Conviviale 1623 – 8 agosto 2006 Conviviale 1624 – 29 agosto 2006

Sede del Club e ufficio di Redazione

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34133 Trieste - Via Beccaria 6 Telefono e fax +39 040 364.777 E-mail: [email protected] Raffaela Berini Archi Registrazione del Tribunale di Trieste - N. 881 del 6.8.1994 Carmelo Nino Trovato Davide Battistella presidente di commissione Mario Cantamessa, Loredana Catalfamo, Angela Forlani, Lorenzo Tesei Tariffa Regime Libero “Poste Italiane SpA” Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB “Trieste”

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PROGRAMMA

CONVIVIALI DI SETTEMBRE OTTOBRE

NOVEMBRE ROTARY CLUB TRIESTE NORD

martedì 5 settembre, ore 20.30

martedì 12 settembre, ore 13.00

martedì 19 settembre, ore 20.30

martedì 26 settembre, ore 20.30

sabato 30 settembre

martedì 3 ottobre, ore 20.30

martedì 10 ottobre, ore 13.00

martedì 17 ottobre, ore 20.30

martedì 24 ottobre, ore 20.30

martedì 31 ottobre, ore 19.30

martedì 7 novembre, ore 20.30

martedì 14 novembre, ore 13.00

martedì 21 novembre, ore 20.00

martedì 28 novembre, ore 20.30

Mese delle Attività Giovanili Mese dell’Azione Professionale Mese della Rotary Foundation Circolo Ufficiali – riunione a buffet Prof. Franco Grossi: “Galateo in politica: le regole del gioco” Circolo Ufficiali – riunione a mini-buffet Antonio Fogazzaro: Mese delle Attività Giovanili Interverranno il Past Governor del Rotaract Gianandrea Gei e la Presidente del Rotaract Club Trieste Chiara Robba Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Interclub con il R.C. Monfalcone Aldo Cuomo: “Resoconto di un Matching Grant. Il Water Project Kenya” (con proiezioni). Richiesta la prenotazione Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Arch. Enzo Angiolini: “Origini e scopi della Fondazione Luchetta-Ota-D’Angelo-Hrovatin” Golf Club Trieste – Padriciano Trofeo Rotariano di Golf pro Rotary Foundation Circolo Ufficiali – riunione a buffet Gilberto Pizzolato: “Il cervello invecchia?” Assemblea dei soci per l’elezione del Presidente 2008/9, del Consiglio Direttivo 2007/8 e per l’approvazione dei bilanci Circolo Ufficiali – riunione a mini-buffet Ettore Campailla: Mese dell’Azione Professionale Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Ba. Maria Luisa de Banfield: “Archivio di tradizioni che noi vecchi non siamo stati capaci di consegnare ai giovani di oggi” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Emanuele Belgrano: “Parliamo di chiavi” Circolo Ufficiali – aperitivo Comunicazioni rotariane Circolo Ufficiali – riunione a buffet Roberto Cosolini (Assessore regionale al lavoro, formazione, università e ricerca): “Il Buon Lavoro” Circolo Ufficiali – riunione a mini-buffet Sergio Flegar: Mese della Rotary Foundation Circolo Ufficiali – riunione conviviale con familiari Visita del Governatore distrettuale Cesare Benedetti Circolo Ufficiali – riunione a buffet Conferenza da definire

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ROTARY CLUB TRIESTE giovedì 7 settembre, ore 20.30

giovedì 14 settembre, ore 20.30

giovedì 21 settembre, ore 20.30

giovedì 28 settembre, ore 20.30

giovedì 5 ottobre, ore 20.30

giovedì 12 ottobre, ore 20.30

giovedì 19 ottobre, ore 20.30

giovedì 26 ottobre, ore 13.00

ROTARY CLUB MUGGIA mercoledì 6 settembre, ore 20.00

mercoledì 13 settembre, ore 13.30

mercoledì 20 settembre, ore 20.00

mercoledì 27 settembre, ore 20.00

mercoledì 4 ottobre, ore 20.00

mercoledì 11 ottobre, ore 13.30

mercoledì 18 ottobre, ore 20.00

mercoledì 25 ottobre, ore 20.00

Circolo Ufficiali – riunione a buffet Dott.ssa Marisa Lorenzon Pallini: “La Croce Rossa Italiana” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Dott. Aldo Minucci: “L’innovazione alle Generali: il caso Genertel” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Dott. Giorgio Sedmak: “Spazio, Tempo e Telescopio” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Dott.ssa Marina Cinco Del Fabbro: “Un incontro nelle passeggiate sul Carso” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Prof. Maurizio Fanni: “I diritti del concepito” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Michele Lacalamita: “Obiettivi del Rotary in Regione, in Italia e nel mondo” Circolo Ufficiali – riunione a buffet con familiari Dott. Riccardo Buchberger: “La funzione del volontariato in cardiologia” Circolo Ufficiali – riunione a buffet Dott. Luciano Pastor: “La liberalizzazione nelle professioni” Hotel Lido – riunione conviviale Bernadino de Hassek: “Comunicazione interpersonale” Hotel Lido – riunione conviviale a buffet Argomenti rotariani Hotel Lido – riunione conviviale Dott. Stefano Furlan: “Muggia: le basi geologiche del suo territorio” Hotel Lido – riunione conviviale con familiari Signora Laura Salvador: “Teatro dialettale: cartellone dell’Armonia 2006/7” Hotel Lido – riunione conviviale Dott. Giampietro Brunello: “Studi di settore: linee guida” Hotel Lido – riunione conviviale a buffet Argomenti rotariani Hotel Lido – riunione conviviale Franco Stener: “Le cave di arenaria, i castellieri e la venuta romana” Hotel Lido – riunione conviviale con familiari Lucio Cosentino: “Danza africana: le origini”. Conviviale con esibizione

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NOTIZIE DAL CLUB

FELICITAZIONI

APPUNTAMENTI ROTARIANI Incontro d’Autunno

con il Club Contatto

Trofeo rotariano di Golf pro R.F.

ELARGIZIONI

Ci felicitiamo con Sergio e Maria Flegar per la nascita di Francesco, secondo nipote. L’amico Giuliano Ferrari, nel cedere l’incarico di Direttore Coadiutore e Coordinatore agli Studi presso l’Istituto Alti Studi per la Difesa di Roma, è stato trasferito alla carica di Consigliere Militare presso la Rappresentanza Permanente Italiana all’Organizzazione delle Nazioni Unite in New York. Il suo nuovo indirizzo è: PERMANENT MISSION OF ITALY TO THE UNITED NATIONS 2, United Nations Plaza, 24th floor New York (NY) 10017 Tel. 001212 4861022 opp. 1096 Quest’anno ci ritroveremo con gli amici del Club Contatto di Klagenfurt Wörthersee sabato 7 ottobre p.v. per il tradizionale incontro d’autunno. Ecco il programma previsto: Ore 10.30 Ritrovo dei partecipati a Cividale del Friuli davanti

al Tempietto Longobardo per la visita guidata del Tempietto stesso e successiva dell’Ipogeo celtico.

Ore 12.00 Breve passeggiata per il centro storico Ore 13.00 Colazione presso la vicina trattoria “Ai Pavoni” a

Ravosa di Povoletto con il seguente menù: Aperitivo con frivolezze

Culatello di Sauris con crema di zucca all’aceto balsamico e crostini Gnocchi di zucca e ricotta affumicata

Fettuccine ai funghi porcini Sorbetto al pompelmo rosa

Piatto misto carnico (salame all’aceto, frico di patate e cipolla alla friulana, bocconcini di vitello ai gialletti)

Insalata cruda di stagione Strudel di mele con crema alla vaniglia

Caffè espresso e digestivi. Ore 16.00 Visita al Museo d’auto e moto d’epoca “Gino

Tonutti” a Remanzacco. Rientro in serata a Trieste.

Il costo della partecipazione è di € 32,00 a persona. Le prenotazioni vanno comunicate presso la segreteria. Anche quest’anno il nostro Club organizza il tradizionale Trofeo di Golf per i rotariani e loro familiari appassionati di questo sport. La gara si giocherà sui campi di Padriciano sabato 30 settembre. Ricordando che, come sempre, la manifestazione assomma all'aspetto sportivo un elevato contenuto sociale e umanitario, dal momento che il Golf Club devolverà le quote d'iscrizione a favore della Rotary Foundation, si rivolge un accorato appello alla generosità dei soci per l’allestimento del montepremi. Riceviamo da Furio Dei Rossi un’elargizione di 100,00 euro a favore della Rotary Foundation in memoria della signora Rosetta Cecovini.

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ASSIDUITÀ AL 31 AGOSTO

percentuale di luglio: 37%

percentuale di agosto: 24%

percentuale luglio-agosto: 31%

presenze e % nominativi dei soci

8/7 100 % Grassi (d), Soldano e Trovato

7/7 100 % Cuomo, Spagnul, Urso e Zanetti

6/7 86 % Cecovini, Cucchiarelli (d), de Morpurgo, Flegar, A. Fogazzaro, Pasino (d), Sardina e Varini (d)

5/7 71 % M. Benussi e Catalfamo

4/7 57 % Castronovo, Dei Rossi, Forlani, Mandler (d), Riccesi (d), Torbianelli, Verzegnassi e Volli

3/7 43 % Bardi (d), Bratina, Campanacci (d), Cantamessa, Di Marino (d), Fortini, Luciani (d), Magris, Masoli e Valta

2/7 29 % F. Benussi, Bernardi, Bevilacqua, Davide, Degrassi, Fabian, Franconi, Gilleri, Gropaiz, Kokelj, Meloni, G. Nobile, Omero, Pitacco e Tesei

1/7 14 % Baldo, Bellis, Borgna, Buri, Campailla (d), Chersi, Cianciolo, Crechici, Giacca, Iadanza, Kaspar, Massa, Monti, Papagno, Pollio (d), Quazzolo, Turco (d) e Valenzin (d)

0/7 0 % Aguglia, Austoni,Avanzo, Azzarita (d), Barbiellini Amidei, Battistella, Bortolotti (d), Cossi, Cosulich, Cuculachi, Cuscito, Del Prete, Doratti (d), Drabeni, Ferrari, P. Fogazzaro (d), Fumaneri, Gerbini, Godina, Guaschino, Hausbrandt (d), Illy, G. Kropf, M. Kropf, Lapenna, Luzzati, Neri, B. Nobile, Oppenheim (d), Paoletti, Pascone, Pizzolato, Rinaldi, Luca Savino, Luciano Savino (d), Stavro Santarosa, Suadi (d), Toresella (d), Vassallo e Venuti (d).

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NOTIZIE DALLA STAMPA

IL PICCOLO Mercoledì 14 giugno 2006

Ho scoperto di far parte della Commissione Stampa e informazione Rotariana. Finora ho soltanto partecipato alla vita del nostro bollettino con piccoli flash, ma sempre come volontario. Ora sarà un obbligo e mi dispiace per voi, ma dovrete sopportarmi… Infine, un invito agli amici del Club a collaborare a questa rubrica. Tutti hanno qualcosa da dire: che ci facciano partecipi dei loro pensieri.

Harry

L’amico Ettore Campailla ha superato in maniera atletica i settant’anni e parimenti ha conquistato il titolo di campione dei presentatori di nuovi soci. Degli attuali 108 iscritti, ben 11 sono suoi proposti.

Dal n. 1 del Rotary World “Fatti Rotariani” Al termine della campagna preliminare della polio, il contributo del Rotary sarà a 650 milioni di dollari. Dal Notiziario del nostro Governatore Articolo a firma Umberto Martiscelli Nell’ultimo Congresso annuale di Mestre, Carlo Ravizza, Presidente internazionale nel 1999/2000, unico italiano ad aver ricoperto tale ruolo, ha richiamato fra l’altro l’attenzione di tutti sull’impor-tanza di mantenere sempre molto alto il rispetto dei valori, quali etica e integrità morale, non solo da parte dei rotariani, ma soprattutto da parte di chi rotariano lo sta per diventare. Non sono importanti i soldi, censo ed estrazione sociale. Ciò che conta sono le qualità morali, non bisogna commettere l’errore di privilegiare la quantità alla qualità nel tentativo di far crescere sempre di più i numeri della vita del club. Altrimenti si rischia da perdere di vista i valori e i principi fondamentali che stanno alla base di quella stessa vita.

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NOTIZIE DALL’ INNER WHEEL

a cura di Fulvia Costantinides

Programma del mese di settembre Giovedì 21 settembre le socie effettueranno una visita guidata alla mostra “Andy Warhol’s Timeboxes” allestita presso l’ex Pescheria, ora rinomato “Salone degli Incanti”. Appuntamento alle ore 16.30 all’ingresso della mostra. Giovedì 28 settembre, gita giornaliera in pullman ad Illegio, antico borgo carnico a pochi chilometri da Tolmezzo, divenuto noto in questi ultimi anni per le mostre monografiche di carattere sacro allestite presso la “Casa delle Esposizioni”. La mostra di quest’anno è dedicata a San Martino e prevede l’esposizione di una settantina di opere provenienti da vari musei e collezioni tra cui esemplari eccezionalmente preziosi. Appuntamento alle ore 8.00 in piazza Oberdan.

NOTIZIE DAL ROTARACT

Programma del mese di settembre Martedì 19 ore 20.30 - Cena di apertura dell’anno sociale 2006/2007 presso il ristorante “Le Terrazze”. Si prega di confermare la presenza entro martedì 12 settembre. Mercoledì 20 ore 20.00 - Riunione del Consiglio Direttivo presso la sede di via Beccaria 6. Martedì 26 ore 21.00 - Riunione in sede con relatore. L’ ing. Gastone Novelli, Presidente della Società Velica di Barcola e Grignano, illustrerà la storia della Barcolana, la famosa regata nel Golfo di Trieste giunta quest’anno alla sua 38° edizione. Durante la relazione verranno proiettate le più belle immagini e filmati inediti delle varie annate.

NOTIZIE DAL CLUB CONTATTO

Ringraziamo gli amici di Klagenfurt per averci invitato a partecipare domenica 3 settembre alla loro gita a Fagagna, in occasione della tradizionale “corsa degli asinelli”. La gita prevede la colazione presso la trattoria “Al Castello” alle ore 12.30 e quindi nel pomeriggio la possibilità di assistere alla simpatica manifestazione.

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FESTIVAL MAREMETRAGGIO

CONSEGNA DEI PREMI CORALLINO

SABATO 8 LUGLIO 2006

Da alcuni anni, in una sorta di

inarrestabile crescendo, Maremetraggio

il Festival Internazionale del

Cortometraggio, è divenuto uno dei

momenti centrali dell’estate culturale

triestina. Presieduto da Maddalena

Mayneri e diretto da Chiara Valenti

Omero, il Festival ha ormai raggiunto la

settima edizione, che si è tenuta a

Trieste tra il 30 giugno e l’8 luglio scorsi.

Per una decina di giorni la nostra città è

divenuta, ancora una volta, punto

d’incontro di registi, attori e produttori del corto.

Così come il Giardino Pubblico è stato meta di una

platea sempre più numerosa, pronta ad accorrere

nonostante la temibile concorrenza del

Campionato mondiale di calcio.

Suddiviso in cinque sezioni, Maremetraggio

prevede anche uno spazio interamente dedicato ai

giovani delle scuole medie inferiori e superiori, la

cosiddetta “Sezione Corallino”. Il nostro Club, da

sempre impegnato a sostenere iniziative che

possano stimolare la diffusione della cultura e

dell’arte, soprattutto se prodotte da giovani in

cerca di sostegno e visibilità per la loro

affermazione, ha di buon grado sostenuto

Maremetraggio sponsorizzando l’assegnazione di

due riconoscimenti alla “Sezione Corallino” e

inviando un proprio socio quale membro della

Giuria.

La Giuria, di cui ha fatto parte il nostro consocio

Paolo Quazzolo, ha deciso di premiare - tra i molti

corti presentati al concorso - La ladra realizzato

dall’Istituto Comprensivo “V. Reale” di Villaggio

Mosè (Agrigento) e Cell-Gum prodotto dall’ITIS “E.

Majorana” di Genova. A ciascuna scuola è stata

offerta in premio dal Rotary Club Trieste Nord una

videocamera.

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CONVIVIALE 1618 4 LUGLIO 2006

CIRCOLI UFFICIALI, ORE 19.30

Presenti

Presenti fuori sede

Percentuale

Argomento

Saluti pervenuti da

Auguri per il compleanno a

F. Benussi, M. Benussi, Bernardi, Bratina, Cantamessa, Castronovo, Catalfamo, Cecovini, Cucchiarelli, Cuomo, de Morpurgo, Di Marino, A. Fogazzaro, Forlani, Grassi, Gropaiz, Mandler, Masoli, Meloni, Monti, Omero, Papagno, Pasino, Quazzolo, Riccesi, Sardina, Soldano, Spagnul, Trovato, Urso, Valenzin, Varini, Volli e Zanetti. Gilleri al R.C. Muggia il 21.6 Cecovini e Cuomo al R.C. Muggia il 28.6 ed al R.C. Trieste il 29.6 Castronovo, Cuomo, Sardina, Soldano, Spagnul, Trovato e Varini al Consiglio il 3.7 (34 presenti + 12 fuori sede – 8 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 45% Relazione programmatica del Presidente Soldano Giulio ed Adriana Varini da Capo Verde Aldo e Gabriella Cuomo, Luciano e Paola Campanacci, Sergio e Maria Flegar, Claudio e Marina Verzegnassi dal Kenya. Ferrari (9.7).

RELAZIONE PROGRAMMATICA Anno rotariano 2006/2007

Care amiche e amici, proprio mentre redigevo queste note, mi è caduto l’occhio su IL PICCOLO, in particolare su un proverbio che recitava “un mare di parole produce una goccia di fatti”. Non intendo propinarvi un mare di parole né questa sera e neppure nel corso di quest’anno rotariano, intendo invece perseguire fatti che, pur nei limiti delle mie capacità, il pragmatismo che mi caratterizza mi impone di seguire. A questo proposito mi sono posto l’ovvio quesito: cosa devo fare nel corso del mio mandato, per essere un buon presidente? A Trieste esistono più di tredici Club di servizio quasi tutti con origini pluridecennali i cui presidenti, all’inizio del loro anno, promettono di fare di più e meglio.

Mi sono venuti allora in mente un aneddoto e uno stralcio di discorso udito da Carolyn Jones, Rappresentante del Presidente Internazionale a Mestre, durante il Congresso Distrettuale ultimo. Ecco l’aneddoto: Due amici passeggiano su una spiaggia dove la marea ha portato a morire migliaia di stelle marine. Uno dei due ne raccoglie una e la getta in mare perché la stella riprenda a vivere. L’altro commenta: “Con tante migliaia destinate a morire che importa salvarne una?” e il primo risponde: “A noi forse non importa, ma a lei sì”. Ed ecco lo stralcio: “… mediamente nei nostri Clubs c’è un 15% di rotariani, e un 85% di soci…”. Concetti semplici, poche parole, ispirandosi alle quali ci sarebbe materia di discussione per più e più anni rotariani. Non so cosa sarò capace di fare, ma qualunque service attueremo, per quanto modesto, servirà a qualcuno; Etiam capillus unus umbram suam (anche un solo capello fa la sua ombra, Publilio

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Sito). Se porteremo i rotariani ad essere il 25% sarà un successo. Questo secondo punto caratterizzerà il nostro anno; finiti i fasti del centenario, esauriti i services di grande appeal quali il plastico per ipovedenti o la diga in Kenya è il momento di riflettere e di riscoprire i valori rotariani che si sono un po’affievoliti in noi, che pratichiamo, a volte, solo a parole e non di fatto. Io darò il massimo di me per far progredire il nostro Club, e in questo mi sento un innovatore, ma cercherò di far sì che l’innovazione poggi sui semplici valori praticati che costituiscono, dalla sua fondazione, la base del Rotary e quindi del nostro Club: e come tale mi sento conservatore. In questo beneficerò della preziosa collabora-zione, come primus inter pares, del Vice presidente Ignazio Urso, del Prefetto Silvio Spagnul, del Segretario Nino Trovato, del Tesoriere Giacomo Sardina e dei Consiglieri Giulio Varini, Ettore Campailla, Sergio Flegar e Gaetano Castronovo, senza trascurare il Past President Aldo Cuomo e il Presidente Eletto Claudio Verzegnassi. Come potete vedere ho inteso con loro assicurare al Club sia l’esperienza dei seniores che le idee degli juniores per una migliore gestione delle nostre carenze. Sì, ma quali sono le carenze che in modo più o meno strisciante minano la rotarianità del nostro Club? - caduta di motivazione, disaffezione e

disinteresse da parte di non pochi soci; - appannamento di valori quali l’amicizia, la

tolleranza, la generosità, la socievolezza e il senso etico;

- la difficoltosa convivenza tra generazioni che non sanno o non vogliono venirsi incontro.

Ahimè potrei andare avanti ancora per molto. Ma io non sono giudice e non condanno: io sono rotariano e percepisco, sento e intuisco che di questi sintomi ce ne sono, e sono tanti. Il nostro club pur con qualche acciacco non è in crisi e io lavorerò prioritariamente perché questi sintomi si attenuino. Prima di illustrare, linea d’azione per linea d’azione, quelli che sono i percorsi che intendo seguire, non posso non ricordare il motto del Presidente del Rotary International William (Bill) Boyd che recita“Lead the way”, “Apriamo la via”. Quello del nostro Governatore Cesare Benedetti, che peraltro sarà nostro ospite il 21 novembre p.v., è “Servire con impegno, gioia, entusiasmo”. Personalmente non ho mai amato i motti standardizzatori di individualità che invece devono spiccare in un contesto di amici quale è il nostro. Tuttavia devo ammettere che, nella fattispecie, riscontrano esattamente quello che ho poc’anzi espresso. Per aprire la via bisogna andare avanti insieme, compatti nella conoscenza e nel rispetto dei principi del Rotary e di chi ne fa parte bandendo

pigrizie, permalosità, reciproci pregiudizi e preconcette animosità. Solo così potremo effettivamente, oltre che aprire, aprirci la via. Servire con impegno, gioia, entusiasmo, dice Cesare Benedetti ed io semplifico e parafraso: siamo amici, se non lo siamo diventiamolo e se non vogliamo diventarlo… cambiamo Club. Non è accettabile chi si appella al motto Cras do, non hodie: sic nego cotidie (Io do domani, non oggi, così dico no tutti i giorni). Senza vera amicizia, e sottolineo vera e non di facciata, non si va per nessuna via, né tantomeno di vie se ne aprono: saremo dei Soci ma non saremo Rotariani. Ma veniamo ora alle linee programmatiche sulla base delle quali percorreremo le varie linee d’Azione. Al Consigliere Giulio Varini competerà la Linea d’Azione più delicata se riferita alla caratterizza-zione che intendo dare al mio mandato, quella Interna, ma sarà ottimamente coadiuvato. Giuliano Cecovini, Paolo Zanetti e Alessandro Franconi, tre Past President per la Commissione Ammissioni, classifiche e sviluppo non sono sprecati perché, ecco il mio conservatorismo che emerge, chi entrerà nel nostro Club nel 2006/2007 dovrà avere caratteristiche professionali apicali non disgiunte, anzi profondamente caratterizzate da doti umane indiscutibili: abbiamo assoluto bisogno di rotariani che non donino al Club solo una parte marginale della determinazione e dell’ entusiasmo praticato nella professione. Giuseppe Fortini, con Antonio Masoli e Fulvio Degrassi si occuperanno di Assiduità, affiata-mento ed ospitalità. Mi sta molto a cuore questa Commissione perché riassume concetti che sono alla base del Rotary, ma non solo. Il nostro piccolo sodalizio gestisce un Bilancio in cui investiamo circa 60.000 €uro delle quote sociali in conviviali, occasioni nelle quali lo scopo non è soddisfare l’edonismo del nostro palato, ma concretizzare i principi che questa Commissione interpreta. Non possiamo permetterci che il nostro principale investimento non trovi concreta realizzazione. Anche Luciano Iadanza con Harry Mandler e Franco Kokelj avranno una gravosa responsabilità nella Commissione Stampa e informazione Rotariana. In particolare nessun potenziale nuovo socio diventerà tale se non sarà consapevolmente acculturato su cosa comporti entrare nel Club, presenza a Congressi e Assemblee distrettuali comprese. Abbiano bisogno di nuovi Rotariani, non di nuovi Soci. Sicuramente Max Fabian, e parlo della Commis-sione Programmi, insieme con Fabio Neri, Alessandro Gilleri, Mauro Giacca e Paolo Volli lavoreranno bene. Si tratta di amici con elevate ma anche molto diverse professionalità e, come tali, in grado di realizzare una programmazione utile, interessante e ad ampio spettro sullo scibile umano.

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I più attenti tra voi avranno notato che non ho parlato di Bollettino, Commissione nella quale sono impegnati Davide Battistella, Loredana Catalfamo, Lorenzo Tesei, Alessandro Fumaneri, Angela Forlani e, in veste di Direttore Responsabile, Nino Trovato. Non è una dimenticanza e ne parlerò adesso menzionando la Commissione Informatica presieduta da Jan Kaspar insieme con Dario Torbianelli e Fabrizio Bevilacqua. Il Consiglio Direttivo, su mia decisa istanza (riecco la mia vena innovatrice), ha approvato la creazione di un nostro Sito Web autonomo, ad elevatissima capienza, costituito da una parte privata ed una pubblica: in quest’ultima, accessi-bile a chicchessia, inseriremo tutti i Services che realizzeremo e, in un secondo tempo, una memoria storica di quelli già realizzati. Nella prima, accessibile con password, individue-remo tre parti: una per le comunicazioni, una per l’Annuario aggiornato - e a questo punto aggior-nabile in tempo reale - del Rotary Club Trieste Nord e ultimo, ma non ultimo, il Bollettino. Ad ogni pubblicazione, partirà in automatico una e-mail che segnalerà agli amici che ne sono dotati (il 90%) che il Bollettino è nel sito da dove potrà essere visualizzato oppure stampato e dove resterà memorizzato a costituire archivio storico. Chi non ha il computer o lo vorrà su supporto cartaceo, lo farà sapere in segreteria che provvederà a recapitarglielo in modo tradizionale. Si tratta di una modalità che ci consentirà rilevanti risparmi, presenti e futuri, che potremo indirizzare verso nuovi services. Resta l’impegno a renderlo ricco di contenuti così come resta la necessità che questo fondamentale strumento di comunicazione tra noi venga letto da tutti e tutti sappiamo che non è una raccomanda-zione così ovvia. Alle Relazioni pubbliche Beniamino Nobile e Giorgio Drabeni daranno sicuramente il meglio di sè in un’attività particolarmente delicata e, al tempo stesso, importante per l’immagine e la visibilità del nostro sodalizio. Su un altro validissimo Consigliere sono sicuro di poter contare a occhi chiusi, in riferimento alla Linea d’Azione Professionale, ed è il nostro Ettore Campailla responsabile della Commissione presieduta da Pier Luigi de Morpurgo che, con Marino Benussi e Sergio Omero, costituiscono un poker vincente. Stiamo ancora lavorando su alcune idee sulle quali vi renderò edotti in tempi brevissimi. Azione di Pubblico interesse e Azione interna-zionale. I rispettivi Consiglieri responsabili sono quelli che, al presente, mi hanno dato il maggior supporto in termini di idee e di collaborazione. Non si tratta certo di impegno marginale. In dettaglio Gaetano Castronovo dovrà poter contare sulla fattiva collaborazione di Gianfranco Nobile come Responsabile della Commissione Interesse Pubblico e, con lui, di Rossella Gerbini,

Michele Kropf e Tullio Cianciolo: i services che abbiamo in cantiere, leggasi Comunità di San Martino al Campo col Progetto “peer education”, leggasi Associazione de Banfield tanto per fornirvi un assaggio di come vogliamo far sentire la nostra presenza sul territorio, esigono la dedizione che questi amici hanno dimostrato e dimostreranno. La responsabilità di Gioventù e Rotaract sarà di Antonio Fogazzaro coadiuvato da Sergio Omero e da Fausto Benussi. Sergio Flegar, Consigliere per la Linea d’Azione Internazionale, è stato sin qui un vero traino nella fase preliminare che da oggi incomincia a concretizzarsi in operatività. Si merita quindi di avere, come responsabile della Commissione Rotary Foundation, Giuliano Grassi, una colonna del nostro Club e con lui Ermanno Pitacco e Donato Cuscito. Ciò dico perché non è unanime il positivo riconoscimento di questa emerita istitu-zione rotariana, ed io, un poco, ne ero tra i detrattori. Ma sono rotariano e la Fondazione è parte integrante del Rotary, sodalizio al quale abbiamo accettato di appartenere, condividen-done i principi e l’organizzazione. Non esiste struttura perfetta e, come tale, anche la Fonda-zione è perfettibile ma conoscendola, ed io l’ho conosciuta in uno stage l’autunno scorso, la si apprezza. A questa Commissione tocca quindi il compito di far capire che Rotary è anche Fonda-zione e, se è buono il Rotary, è sillogisticamente buona anche la Fondazione. Sergio avrà al suo fianco Roberto Magris e Roberto Valta rispettivamente responsabili dell’ Interesse Pubblico Mondiale e Club Contatto e, con loro rispettivamente Costantino Davide, Giovanni Battista Bellis, Luigi Buri, Franco Gropaiz e Luca Savino. Anticipo solo che la prima si orienterà su due progetti in Brasile uno per adozioni a distanza con i Salesiani e l’altra per la creazione di una scuola agraria; la seconda curerà il più che trentennale legame con Klagenfurt. A quest’ultimo proposito non posso esimermi dal pensare alla visita fatta agli amici austriaci nel maggio scorso, che ritroveremo intorno a Cividale il 7 ottobre. L’amicizia che ci è stata dimostrata è ormai consolidata, ma altrettanto consolidata ed evidente quella che lega tra loro questi amici che non solo in gita ci vanno, giovani e meno giovani, ma ci vanno con mogli e figli. Vi confesso che ho profonda perplessità a orga-nizzare gite per il Club, per il timore di poter contare solo sulla sparuta partecipazione della solita ventina di anciens garčons; la domanda che mi pongo è la seguente: è possibile che le jeunes garčons, come tali certo molto impegnati profes-sionalmente durante la settimana, non possano condividere anche loro il piacere di almeno una delle tre o quattro gite che annualmente si organizzano? È mai possibile che una o due giornate di piacevole vita rotariana non riescano ed essere iscritte sull’agenda degli impegni?

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La nostra rotarianità se non è vissuta si svilisce e si smorza come la carica di una pila: queste giornate vissute insieme sono un po’ come il caricabatteria del nostro cellulare rotariano. A questo punto, avendovi già inondati di un gran flusso di parole, in contrasto con la premessa, mi consento unicamente di enunciare alcune conside-razioni finali che costituiranno la chiave di lettura del nostro anno rotariano testè iniziato. Sicuramente, come avrà modo di spiegare prossimamente Giacomo Sardina, il nostro efficientissimo neo Tesoriere, mi toccherà avere lo sgradito compito di mettervi la mano in tasca con un intervento straordinario, peraltro ammesso dal regolamento. È a tutti noto che entro il 31 dicembre traslocheremo la segreteria in Via Giustiniano come locatari del Rotary Trieste. Non è pensabile che non si colga l’occasione per rendere non certo sfiziosa, ma almeno decorosa la nostra segreteria: in altre parole è l’occasione per rinnovare sia per motivi funzionali ma anche estetici parte dell’arredamento (locatari sì, ma non figli poveri). A questo proposito preciso anche che tra i nostri tre Club triestini abbiamo costituito una sorta di “Sistema Rotary Trieste” che, a prescindere da obsoleti diritti di primogenitura, ci consentirà di perseguire alcuni services con maggiore potenza di fuoco. Vorrei aggiungere che ho visionato ed elaborato i questionari di gradimento che 32 di voi hanno compilato: si tratta di un campione significativo non della totalità dei Soci, ma ne terrò sicura-mente conto. In conclusione non ho certo la supponenza di equiparami, nemmeno lontanamente, al nostro Governatore o al Presidente del Rotary International per cui non mi arrogo il diritto di caratterizzare il mio anno con motti, che, come anticipato non amo. Eppure mi viene in mente Terenzio che disse Homo sum: nihil umani a me alienum puto. Sono un uomo: niente che capiti ad un uomo considero a me estraneo: ecco chi cercherà di essere Bruno Soldano un rotariano al servizio vostro e di tutti gli esseri umani che nel suo mandato riuscirà ad aiutare. Vi ringrazio per avermi ascoltato, vi ringrazio di avermi eletto, ringrazio Aldo che mi ha fatto compartecipe delle sue esperienze e… A la prochaine fois! Anzi no. Pensierino della sera “… è con l’amicizia che è stato costruito il Rotary, ma è la tolleranza che lo tiene unito”. Lo ha detto Paul Harris, e se questo vi sembra poco…

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CONVIVIALE 1619 11 LUGLIO 2006

CIRCOLO UFFICIALI, ORE 20.30

Presenti

Presenti fuori sede

Percentuale

Argomento

Auguri per il compleanno a

Bardi, Bellis, M. Benussi, Bevilacqua, Bratina, Cantamessa, Castronovo, Catalfamo, Cecovini, Cucchiarelli, Cuomo, Davide, de Morpurgo, Flegar, A. Fogazzaro, Forlani, Fortini, Gilleri, Grassi, Kaspar, Magris, Meloni, G. Nobile, Pasino, Pitacco, Riccesi, Soldano, Spagnul, Tesei, Torbianelli, Trovato, Urso, Valta, Varini, Verzegnassi, Volli e Zanetti. Cantamessa e Soldano al service “Maremetraggio” l’8.7 (37 presenti + 2 fuori sede - 6 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 39% Dibattito sulla relazione programmatica del Presidente Luca Savino (18.7).

Il Presidente dopo aver ringraziato per la partecipazione che si è mantenuta su un buon livello, nonostante la calda serata estiva, e dopo le comunicazioni di rito e le felicitazioni a Marino Benussi per la recente nomina a membro della Commissione distrettuale Fellowship, si è soffermato ad illustrare ed esaminare le risultanze emerse dalla compilazione del "Questionario di gradimento". In particolare, prima di entrare nel dettaglio delle risposte ha rilevato che, pur essendo solamente 32 i soci che hanno provveduto a riconsegnare il documento, il campione deve essere considerato degno di attenzione e le risposte evidenziano indicazioni importanti e possibili direttrici di intervento su cui fare serie riflessioni per la vita futura del nostro Club. Le risultanze del questionario, la non soddisfa-cente risposta in termini numerici, la non sufficiente partecipazione alla vita sociale del Club, sono stati al centro di un vivace e partecipato dibattito che, ampliatosi nei contenuti, si è anche ricondotto alla parte delle dichiarazioni program-matiche in cui il Presidente ha reiteratamente posto l'accento sull'esigenza di recuperare compiu-tamente lo spirito rotariano.

Articolati ed appassionati gli interventi degli amici rotariani nel dibattito che ne è seguito. A “rompere il ghiaccio” Marino Benussi, il quale ha indicato proprio appuntamenti quali l'Incontro Rotariano Alpinisti (previsto dal 15 al 17 settembre) come momenti che cementano amicizia ed unione rotariane. La modesta partecipazione alla compilazione del questionario ed altri segnali di scarsa affezione partecipativa devono, secondo Fortini, indicarci come compito prioritario il recupero non di "soci" genericamente intesi ma di “veri” rotariani e per tutti l'invito ad una maggiore e più sentita assiduità alla vita del Club. Accenti critici in merito alla formulazione del questionario vengono espressi da Urso che ha evidenziato, in alcuni casi, l'impossibilità di rispondere in modo corretto ai quesiti formulati. Pasino ha rilevato che per trarre conclusioni attendibili quando si esaminano indagini di questo tipo, è necessario applicare regole e valutazioni rigorosamente statistiche ed ha affermato l'esigenza di trarre spunti operativi dalle risposte emerse, alcune di particolare interesse.

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La necessità di risvegliare lo spirito rotariano è stato l'argomento al centro dell'intervento di Cecovini, il quale - analizzando il numero dei questionari e le presenze alle conviviali - ha proposto di esaminare, quale ultima "ratio", la possibilità di assumere decisioni estreme per quanti dovessero reiterare comportamenti non consoni allo spirito rotariano. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Varini che però ritiene imprescindibile anche una verifica dei motivi di eventuali delusioni. Un caldo invito infine ai nuovi organi direttivi del Club, affinché non si faccia solo attività rutinaria ma si ricerchino momenti di eccellenza. L'esigenza di una puntuale formazione rotariana è stata richiamata sia da Pasino - con il suggeri-mento di consigliare a tutti la lettura di un testo basilare per ogni rotariano che è "La mia strada verso il Rotary" di Paul Harris – sia da de Morpurgo, il quale peraltro non ha giudicato in modo particolarmente negativo il numero dei questionari compilati, in quanto - a suo avviso -vanno messi in stretta correlazione con la percentuale dei presenti alle riunioni conviviali. La necessità di rivedere i rapporti interni è stata richiamata da Bratina che non ha mancato di osservare come il tema al centro dell'odierno dibattito si ripresenti, con puntualità ad ogni cambio di presidenza. Un richiamo al ruolo di service del Club è stato fatto da Verzegnassi che ha inoltre auspicato una maggior partecipazione anche alle gite. Incontri personali con i soci per un'azione di "sensibilizzazione" rotariana sono stati indicati da Catalfamo come miglior metodo di approccio, mentre il past President Cuomo ha ricordato l'intenso lavoro svolto per cercare di conseguire una maggior partecipazioni e tutte le difficoltà incontrate in questo percorso. Ha infine ricordato che alcuni Paesi anglosassoni applicano delle penalità a chi non consegue un numero minimo di presenze. Il Presidente, ringraziando per i preziosi contributi tutti gli amici presenti ha ribadito, richiamandosi alle dichiarazioni programmatiche, che è sua ferma intenzione svolgere il lavoro più rilevante del suo mandato all'interno del Club, constatando, con soddisfazione che, su questa direttrice, vi è una coralità di opinioni. Pur rilevando che il dibattito ha riguardato tematiche comuni a molti Club rotariani, preannuncia l'intenzione di iniziare, da subito, a contattare gli amici rotariani meno assidui, incontrandoli personalmente, cercando di rimotivarli, risvegliandone lo spirito rotariano.

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CONVIVIALE 1620 18 LUGLIO 2006

CIRCOLO UFFICIALI, ORE 20.30

Presenti

Presenti ad altri incontri

Percentuale

Relatore Argomento

Ospiti del Club

Ospiti dei soci

Amici in visita

Saluti pervenuti da

Auguri per il compleanno a

Bardi e signora, Bratina, Campanacci, Castronovo, Catalfamo, Cecovini, Crechici e signora, Cucchiarelli, Cuomo e signora, Davide, de Morpurgo, Flegar e signora, A. Fogazzaro, Forlani, Fortini, Franconi e signora, Grassi e signora, Iadanza, Mandler e signora, Pasino, Riccesi e signora, Sardina, Soldano e signora, Spagnul, Torbianelli e signora, Trovato, Turco, Urso, Zanetti e signora. Cianciolo, de Morpurgo, Omero e Quazzolo al service “Maremetraggio” l’8.7 Pasino al R.C. Muggia il 12.7 Gerbini al R.C. Trieste il 13.7 (29 presenti + 6 fuori sede – 8 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 32% PDG Nerio Benelli “Edith Piaf, la dama nera della canzone francese” PDG Nerio Benelli e signora Arrigo Polacco (Cucchiarelli) Olivier d'Hane de Steenhuyse (Presidente 2005-2007 del R.C. Gilly-Châlèrwè, D.1620 – Belgio) Paolo Davanzo e signora (R.C. Trieste) Ettore Campailla da Edimburgo Luca Savino (18.7) e Di Marino (23.7).

Nerio BENELLI Triestino nato nel 1938, è stato per oltre quarant'anni alle dipendenze della Cassa di Risparmio di Trieste, in cui ha svolto l'intera carriera professionale, entrando nel personale direttivo dal ‘70 ed assumendo la funzione di Direttore Generale tra il ‘95 ed il ’99. Ha ricoperto vari incarichi nel settore bancario ed assicurativo e nelle Camere di Commercio Italiane in Austria e Svizzera. Socio del R.C. Trieste dal 1982, nell'anno 2004-2005 è stato Governatore del Centenario del nostro Distretto. Attualmente è presidente della Commissione Distrettuale Azione Interna. È consigliere segretario dell’Alliance Francaise e consigliere del Comitato Trieste-Parigi 16° Arr.nt.. Dallo scorso luglio è presidente della Società dei Concerti di Trieste. Appassionato di musica sinfonica e cameristica, attualmente si occupa di studi di storia moderna ed è tra i maggiori collezionisti e studiosi italiani in tema di canzoni francesi d’autore.

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EDITH PIAF, LA DAMA NERA DELLA CANZONE FRANCESE

Nerio Benelli Edith Piaf è senza dubbio l’interprete di maggior spicco nel firmamento della canzone francese d’autore e rappresenta un caposaldo nella storia della Francia moderna, per i legami e l’influenza che ebbe con tanti altri grandi interpreti e compositori. Cercherò di raccontarvi la sua vera storia con obiettività, sfrondandola da tutta una paccottiglia di notizie e riferimenti inventati di sana pianta dai giornali rosa e dal suo entourage, per accrescere l’attenzione del pubblico con lo scoperto scopo di mitizzare il personaggio. Starà a voi il compito di farvi un’idea tutta vostra di questa regina della canzone classica francese, che ancora nel 1999, trentasei anni dopo la sua morte, in un sondaggio effettuato per Le Parisien e Canale 5 è stata indicata da ben il 54% dei francesi come la cantante del secolo (contro il 26% ottenuto dalla contemporanea Céline Dion, il 19% per Maria Callas ed il 15% per Barbara). Edith GASSION nasce a Parigi il 19 dicembre 1915: la madre fa la cantante di strada, mentre il padre è di mestiere antipodista (vale a dire giocoliere con i piedi). La leggenda vuole che, data l’estrema miseria totale della famiglia, lei sia nata in strada. Diversi anni dopo la sua morte, l’ormai anziano Maurice Chevalier, in cerca d’attenzione dai giornali, ha inaugurato al n. 72 di Rue de Belleville, nel 19° Arr.nt di Parigi, una targa che dice: “Sugli scalini di questa casa nacque il 19 dicembre 1915 nella più squallida miseria Edith Piaf, la cui voce, più tardi, dovrà incantare tutto il mondo”. Si confermava così l’immagine della cantante del popolo nata in strada. Peccato che l’atto di nascita prodotto dall’anagrafe parli invece, come luogo della nascita, dell’Ospedale Thenon della capitale. Nel 1917 la bambina fa la fame, scarsamente accudita dai genitori, incapaci di mantenerla: il padre è in guerra, la madre batte il marciapiede. Passa la sua infanzia dalle due nonne: dapprima maltrattata dalla nonna materna, una kabyla che abita in miseria a Barbès; viene trasferita dai nonni paterni, tenutari di un infimo bordello in Normandia, dove almeno il cibo ed un tetto sono assicurati. A dodici anni, la bambina torna dal padre e comincia a cantare negli spettacoli di strada organizzati da lui, che fa il contorsionista; lei canta la Marsigliese, l’unica canzone che conosce, con una voce potente che piace ai passanti. Accorgen-dosi che le monete dell’elemosina arrivano più per la sua canzone che per le contorsioni del padre, a quindici anni Edith lo lascia e si associa ad un’amica, pure minorenne, per formare un duo che

si esibisce nelle strade, nelle caserme e nelle “gargottes” di Parigi. L’amica – Simone Berteaut, “Momone” per gli amici - incarnerà, per tutta la vita, un ruolo da angelo della morte che le sarà fatale. È il 1935. A vent’anni, la vita l’ha già pesantemente segnata. Ha battuto il marciapiede, ha dato alla luce tre anni prima una bambina, di padre ignoto, morta di meningite a due anni. L’indigenza è totale, per guadagnare qualche soldo è disposta a tutto. Sa appena leggere e scrivere, non ha alcuna avvenenza, alta meno di un metro e mezzo, con uno sguardo espressivo in un volto insignificante, un corpo tozzo, gambe corte e mani e piedi grandi. Possiede però una dote straordinaria, la sua voce. Quando canta, pur senza microfono, mette i brividi in chi l’ascolta; quando questa sua voce viene convenientemente amplificata da un microfono, diventa unica, straordinariamente efficace ed emozionante. La ragazza è notata mentre canta in strada da tale Louis Leplée, proprietario di un cabaret alla moda sui Champs Elysées, personaggio coinvolto con la malavita parigina. Leplée la invita a cantare per prova nel suo locale, presentandola come “la mome Piaf”: è subito un grande successo, il pubblico è avvinto da quella voce magica. Ma Piaf ha nel suo repertorio solo quattro canzoni, già lanciate da altri cantanti e deve trovarne delle nuove. Nella primavera del 1936, Leplée viene misteriosa-mente assassinato, lei è sospettata di connivenza con gli esecutori del delitto e finisce persino in carcere per quarantotto ore insieme a Momone, pure coinvolta. Poi è liberata, ma ha addosso il marchio di malavitosa. Tutti la evitano, ritorna all’indigenza. L’impresario Jacques Canetti, per consentirle di tirare avanti, le dà una mano per qualche scrittura in provincia. Finche incontra Raymond Asso, compositore di canzoni, conquistato dalla sua voce e dal suo temperamento: ne diviene l’amante. Asso si dedica ad educarla e dirozzarla; predi-spone per lei le parole di due nuove canzoni, che le offre su musica di Margherite Monnot: “Mon légionnaire” e “Mon amant de la coloniale”, che diventano subito dei successi. Per tre anni, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, Raymond Asso diventa il suo compa-gno. Lui si sforza di preservarla dal mondo della droga, dal quale lei è istintivamente attratta. Quando Asso parte richiamato per la nuova guerra, le rimane vicina Margherite Monnot, che le sarà amica fedele per tutta la vita. La Monnot, nata nel 1903, avrà un influsso positivo nella vita della cantante. Non è una compositrice qualsiasi: già pianista insigne, allieva di Alfred Cortot e di Nadia Boulanger, è stata costretta a lasciare per ragioni di salute un’avviata carriera di pianista classica, puntando alla composizione di testi musicali per canzoni; prima della guerra è già famosa per tante sue canzoni e le sue musiche da film. Tra le altre canzoni, Margherite Monnot creerà nel corso degli

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anni per Piaf la musica delle straordinarie “Hymne à l’amour” (1951), “La goulante du pauvre Jean” (1954), “C’est à Hambourg” (1957) ed infine “Milord” del 1959. Ma torniamo ad Edith Piaf. Alla fine del 1939, è già celebre. La situazione della Francia è drammatica, ma lei è concentrata solo alla sua carriera. Ha anche un altro più sommesso interesse: gli uomini, di cui, nonostante il suo fisico sgraziato, è una sfrenata collezionista. Dopo un’avventura con Pierre Brasseur, diventa l’amante di un altro giovane promettente attore, Paul Meurisse, uno dei grandi del cinema francese del dopoguerra. Michel Emer, giovane compositore di talento, le offre, prima di partire per il fronte, quella che sarà una delle sue “chansons fétiches”, “L’accordéoniste” che rappresenta senza dubbio il suo momento drammatico più intenso ed efficace. Nel 1940 conosce Jean Cocteau e nasce subito una grande amicizia. Piaf gli chiede il testo di una canzone, ma lui recalcitra: in cambio scrive per lei un atto unico, “Le bel indifférent”, che lei recita al Teatro delle Bouffes Parisiennes con il suo amante Paul Meurisse. La pièce è per due attori, è una lunga scena di vita coniugale con lei che attacca, critica e si lamenta di lui e lui che non dice una parola, leggendo il giornale e facendo controscena. La recitano insieme ad un altro atto unico di Cocteau, i “Mostri sacri” con Madelaine Robinson. È un bel successo di pubblico e di critica. Lo stare in teatro le insegna molto. Può riuscire interessante leggere cosa Cocteau scrive di lei dopo aver assistito alla prima delle commedie: “Piaf soffre, si agita, si infiamma… ci commuove e ci obbliga di scoppiare a ridere. Parlare da sola in scena, per una mezz’ora, rappresenta un vero tour de force. Lo effettua con la destrezza profes-sionale di un acrobata che cambia di trapezio in volo.” Adesso le cose vanno bene per lei, è molto richiesta come cantante nei grandi cabaret parigini. Nulla importa che, dopo la disfatta della Francia, l’esercito tedesco tenga con pugno di ferro Parigi e la nazione intera. Né fa differenza per lei che il pubblico sia composto nella maggioranza, oltre che da gerarchi collaborazionisti, da ufficiali tedeschi e dalle loro giovani amanti francesi. Firma nuove canzoni di medio successo, anche se qualcuno mormora che in realtà lei compri motivi scritti da altri, pagandoli in contanti, posto che non sa leggere né scrivere musica. In ogni caso, dato il tempo di guerra, supera l’esame alla SACEM per l’iscrizione nell’albo dei compositori. Nel settembre del 1941 il sodalizio con Meurisse si dissolve. Piaf parte per un giro nella cosiddetta zona libera, cioè la Francia di Pétain, accompa-gnata da un nuovo pianista e amante, Norbert Glenzberg, che è ebreo. Più tardi, quando questi non potrà più lavorare, lei lo nasconde salvandolo dal campo di sterminio. Ma nel frattempo affettiva-mente ha un’altra passione: quella per il giornalista

Henri Contet, che scriverà per lei alcuni testi ben riusciti, tra cui la famosa “C’était une histoire d’amour”. Nell’agosto del 1943 e nel febbraio del 1944 Piaf si reca addirittura a cantare a Berlino, accolta con grandi ovazioni dal pubblico tedesco. Nel dopoguerra, si giustificherà dicendo che attraverso quei viaggi ha potuto aiutare dei prigionieri francesi, trasferendo documenti falsi a loro favore. Gli esponenti della Resistenza dell’epoca non la smentiscono. È comunque certo che in quel periodo Piaf si prestò ad aiutare a nascondere e trasferire parecchi ebrei francesi appartenenti al mondo musicale dell’epoca. Forse è ben più vero quanto dichiarò negli anni Settanta, sulle epurazioni dei cantanti collaborazionisti, un esponente superstite della resistenza: “A quel tempo, tutti gli artisti si davano da fare per mangiare e tirare avanti, salvo pochissimi che rifiutavano di esibirsi davanti al nemico. Crollato il nazismo, furono messi alla berlina in parecchi, ma due idoli, con la loro immensa popolarità in Francia, non potevano essere toccati: Charles Trenet ed Edith Piaf.” Nel 1944, cantando al Moulin Rouge, Piaf fa la conoscenza di un ragazzo di origine italiana, il ventitreenne Ivo Livi, cantante debuttante con il nome di Yves Montand; ne diviene l’amante. Per lui, farà comporre delle canzoni dai suoi autori, addirittura sottraendole con una certa cattiveria ad altri interpreti. Insegnerà al pigro e poco motivato Montand come dirozzarsi e quanto bisogna lavo-rare alacremente per prepararsi nella presenta-zione delle canzoni, dalla dizione perfetta alla interpretazione. Sarà una lezione che, per sua diretta ammissione, Montand non dimenticherà mai più. Nel 1945, Edith ha trent’anni, è celebre, ma già conosce bene il ricorso a tutti i rimedi posticci che creano euforia e vitalità fasulle. Sua madre muore di droga, ma lei - che non ha mai provato affetto per quest’ultima - è concentrata nel suo spettacolo con Montand al Theatre de l’Etoile. Anzi, il fatto che il suo compagno trionfi nella prima parte dello spettacolo comincia a darle un crescente fastidio. Nel 1946, secondo i suoi biografi, Piaf compone “La vie en rose” o meglio un ritornello che assomiglia alla canzone. Testo e musica sono depositati alla SACEM come opera rispettivamente di lei e per la musica di Louis Guglielmi detto Louiguy, autore d’altri bellissimi pezzi. Ma torniamo a “La vie en rose”: Piaf in un primo tempo la ritiene insignificante e non la mette nel suo repertorio. Solo quando la sente a Radio Parigi, cantata dalla sua amica Marianne Michel, si rende conto della sua validità e la lancia nei suoi spettacoli ed in disco. Ed è un trionfo, un successo senza eguali in Europa. Nell’estate di quello stesso anno, la sua storia d’amore con Montand finisce. Lei incontra Robert Chauvigny, un musicista proveniente dalla musica classica, che abbandona per seguire Piaf come

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pianista, direttore d’orchestra ed arrangiatore per gran parte della sua vita. Trova inoltre un duo di artisti da portare in giro con lei in tournée in America: uno si chiama Pierre Roche, l’altro Charles Aznavour, che diventa il suo pianista di fiducia ed il suo segretario. Con Aznavour, il suo rapporto rimane solo di amicizia; lei lo chiama il suo “génie con”. Nel frattempo, compie un’altra scelta importante: fa un contratto discografico con la prestigiosa casa discografica Pathé & Marconi, che diffonde i suoi dischi a 78 giri in tutto il mondo. Si è innamorata nel frattempo di Jean-Louis Jaubert, animatore dei Compagnons de la Chansons: con loro interpreta “Les trois cloches”, che riscuote enorme successo. A New York, Edith male incarna la cantante brillante ed affascinante di gusto francese che gli americani sono abituati ad applaudire. Soltanto dopo che la Piaf ha appreso l’inglese, le sue canzoni sono apprezzate sempre di più: Edith firma dei contratti molto ben remunerati, che la inducono a tornare più volte in America, ferman-dosi anche per periodi piuttosto lunghi. In uno dei suoi viaggi, dopo delle tournées trionfali in Egitto, Algeria e Marocco, si esibisce per mesi al Copacabana di New York. Qui incontra il pugile francese Marcel Cerdan, con il quale vive un’avventura amorosa intensa: sino al momento in cui, nell’ottobre del 1949, l’aereo che conduce Cerdan da Parigi a New York, dove Piaf l’attende, precipita nell’Atlantico. La sera stessa, Piaf si esibisce dedicando il suo canto al suo amante scomparso, crollando svenuta alla fine della canzone. Dedicherà un anno dopo a Cerdan l’ “Hymne à l’amour”, di cui compone lei stessa il testo su musica della fedelissima Monnot. È indubbio che il colpo della morte di Cerdan è molto duro per Piaf. Annega il dolore nell’alcool e nella droga: non se ne risolleverà mai più. Nell’estate del 1950, ha già trovato un nuovo uomo a distrarla, un giovane ed aitante cantante ed attore francese, Eddy Costantine. Con lui compie la sua quarta visita in America, dove registra la prima versione inglese de “Les feuilles mortes”. Ritornata in Francia, lancia altre canzoni, tra cui “Padam padam”, mentre l’ “Hymne à l’amour” diviene uno strepitoso successo, tradotto in molte lingue. Nel ‘52 Edith si sposa per la prima volta con il cantante Jacques Pills, già compagno di duo con Gilbert Bécaud. Pills è il marito, fino a quel momento felice, di un’altra grande cantante dell’epoca, Lucienne Boyer e padre di Jacqueline Boyer, deliziosa cantante degli anni Sessanta, ancora vivente: Pills abbandona entrambe per mettersi con la Piaf. Il matrimonio si celebra a New York, testimone Marlene Dietrich: durerà circa tre anni. La vita con Pills avrà temporaneamente dei benefici effetti sulla cantante, che per qualche tempo diraderà il ricorso agli stupefacenti, ai quali poco a poco però ritorna. Negli anni tra il ‘53 ed il ‘56, le esibizioni di Piaf

sono continui trionfi. Con due prestigiosi registi gira anche due film, che sono pretesti per presentare le sue nuove canzoni: il primo, “Si Versailles m’était conté” è firmato nel 1953 da Sacha Guitry, il secondo, “French Can Can” da Jean Renoir. Se alla Carnegie Hall di New York il pubblico la riconosce come regina incontrastata del mondo dello spettacolo, nel suo camerino la realtà è ben diversa. Piaf assume giornalmente in grande quantità vino e superalcolici, si consuma nell’ inferno della droga e dei farmaci antidolorifici, ai quali ricorre anche per alleviare i dolori di un’artrite deformante che l’insidia da tempo. Ogni tanto, viene a visitarla Momone, la sua amica d’infanzia: riparte con molti soldi, in cambio le lascia la droga. Nel 1957 Edith rientra a Parigi e divorzia. Allestisce un grande alloggio al pianoterra di Boulevard Lannes, vicino al Bois de Boulogne, che diviene un vero e proprio laboratorio di canzoni, aperto giorno e notte. Vi transitano tutti i suoi amici, musicisti e compositori di buona e cattiva fama. Lei passa le giornate tra la stanza da letto ed il divano vicino al pianoforte, discutendo con gli altri di programmi e di dettagli delle sue canzoni. Nel 1958, Michel Rivgauche le porta la sua “La foule”, che diverrà l’ennesimo travolgente succes-so nel nuovo spettacolo all’Olympia, stavolta con Felix Marten in apertura, che è il suo nuovo amante. Quest’ultimo è subito dopo rimpiazzato da un giovane greco, George Moustaki. Su musica della Monnot, Moustaki le confeziona le parole di “Milord”. La canzone varca le frontiere e diventa nota in tutto il mondo. Eddie Costantine firma per lei “Mon manège à moi”, altro strepitoso successo. La sua inquietudine però non si placa, pare che una febbre incontenibile la divori continuamente. Ha altre fugaci relazioni amorose. Intanto la sua salute si fa sempre più precaria. Deve farsi ricoverare spesso in ospedale per forti crisi epatiche. Malgrado un tanto, accetta di tornare ad esibirsi all’Olympia per oltre tre mesi in cartellone, per salvare una prima volta Bruno Coquatrix e la sua prestigiosa sala dalla bancarotta. Nel 1960 scopre un nuovo giovane compositore, che diverrà in seguito un altro importante interprete, Charles Dumont, tuttora attivo sulle scene francesi: comporrà per lei, tra le altre, le celeberrime “Mon Dieu” e “Non, je ne regrette rien”. Lei lancia queste nuove canzoni in viaggi nell’Europa del Nord: sono successi sempre straordinari sul piano teatrale, ma rappresentano terribili fatiche per il suo fisico debilitato. Nell’inverno del ‘61, la Piaf incontra un giovanis-simo greco che fa il parrucchiere, Théo Sarapo. Ne farà il suo amante ed il suo segretario, infine il suo manager: cerca di imporlo anche come cantante di successo. Nell’ottobre del ‘62, sposa Théo, che ha vent’anni meno di lei. Il ragazzo diviene il suo compagno dell’ultima parte della vita, sia nelle quinte dei teatri che al capezzale negli ospedali, in cui la Piaf deve rifugiarsi tra un concerto e l’altro. La sua vita diventa oggetto di attenzione morbosa

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da parte della stampa. Deve continuare ad accet-tare di esibirsi, nonostante l’enorme stanchezza, perché ha scialacquato tutto quanto ha guada-gnato ed ha bisogno di soldi. Dopo numerose nuove ospedalizzazioni per coma epatico, a fine settembre ‘62 si produce un’ultima volta all’Olympia. Malferma sulle gambe, si scola un bicchiere di vino dopo ogni canzone che interpreta. Tutta Parigi è incantata dal suo straordinario successo. Darà il suo ultimo concerto al Teatro dell’Opera di Lille il 31 marzo 1963. In autunno, le sue condizioni si aggravano, il suo fisico oramai non reagisce più ai medicamenti. Muore l’11 ottobre 1963: non ha che quarantotto anni, ma il suo corpo è quello di una vecchia signora. Nello stesso giorno muore il suo grande amico Jean Cocteau. Il giovane Sarapo morirà anche lui sei anni dopo in un incidente d’auto. La Chiesa nega i funerali religiosi, l’Osservatore Romano parla di lei come dell’ “idolo inconsistente di una felicità prefabbricata”. A dimostrazione della sua immensa popolarità, una folla straripante partecipa al funerale civile al Père Lachaise: si parla di duecento o trecentomila persone. Ad oltre quarant’anni dalla sua scomparsa, rimane fuori di dubbio che, nonostante una leggenda che ha contribuito essa stessa a romanzare, Piaf è stata una grandissima artista. In scena, porta alla perfezione l’economia del gesto e dell’effetto, giocando anche della sua fatica, mostrando inoltre una conoscenza perfetta dei testi e delle musiche. Nella storia della canzone francese, Edith Piaf occupa a buon diritto il posto centrale: sia per il suo valore intrinseco, sia per la funzione trainante che ha saputo svolgere nei confronti dei suoi autori e dei suoi amici interpreti, che ha veramente aiutato a raggiungere il successo. Ignorando pienamente gli altri, i non appartenenti al suo “clan”, anzi addirittura in certi casi danneggiandoli con la prepotenza della stella acclamata che impone i suoi voleri ad impresari e discografici. Ciò è avvenuto anche con la scelta delle sue canzoni. Va dato a Piaf il merito di aver lanciato almeno una ventina di canzoni intramontabili, in aggiunta ad altre meno ben riuscite del suo repertorio. In quegli anni, era usuale che ogni artista disponesse di un bagaglio di canzoni note di altri autori, da utilizzare nei propri spettacoli a teatro, contribuendo ad arricchirne il valore con la propria originale interpretazione. Ebbene, mai Edith Piaf ha compiuto un gesto in tale senso, mai per esempio ha cantato sulla scena o su disco una sola canzone dei tre grandi artisti suoi contempo-ranei che, pur ammirandola, si rifiutavano di subire la sua influenza: mi riferisco in particolare a Charles Trenet, George Brassens e Léo Ferré. Dalla cantante di strada, ancorata e zavorrata alla tradizione pesante della canzone realista, lei seppe trasformarsi con gli anni nella “grande dame” della canzone francese, piazzandosi nel firmamento di quei singoli interpreti a livello

mondiale che sapevano provocare nell’ascoltatore un fremito ed un’emozione incomparabili ed incontrollabili, in compagnia di artisti di calibro mondiale come Franck Sinatra, Ella Fitzgerald, Charles Trenet, Billie Holiday. Dalla sorte ebbe a disposizione uno straordinario dono impalpabile, che non l’avrebbe abbandonata mai, nemmeno nelle ultime fasi della sua vita travagliata, quando – allo stremo delle sue forze – sarebbe riuscita ancora ad incantare il pubblico, accorso anche per assistere ad un naufragio atteso, che in scena per sua fortuna non si produs-se mai. La sostennero la grande professionalità, la ferrea volontà ed un lavoro meticoloso fino all’ossessione, che aveva svolto per anni ed anni utilizzando spietatamente i suoi pianisti, i suoi compositori ed arrangiatori nel corso di notti bianche nella casa di Boulevard Lannes, ripetendo talvolta per dodici ore di seguito lo stesso pezzo di una canzone, per estrarne qualcosa di più, una sensazione nuova da comunicare al suo pubblico, aumentandone l’efficacia, la suggestione e talora anche l’aggressività. Un appunto di carattere tecnico meritano le sue incisioni su disco e le sue poche apparizioni filmate, che sono quanto di lei ci rimane. I dischi: se delimitiamo la sua produzione artistica agli anni che vanno dal ‘38 al ‘62, dobbiamo rilevare che gran parte della discografia risente dei limiti delle tecniche di incisione del tempo. Se solo l’artista fosse vissuta altri cinque anni, avendo la possibilità di incidere nuove versioni di tante sue canzoni, come hanno fatto tanti grandi interpreti suoi contemporanei, il suo repertorio avrebbe potuto mantenersi integro ed attuale nel tempo e conquistare anche le nuove generazioni, certamente poco attratte dalla patina di vecchi arrangiamenti e di difetti di riproduzione. I film: sono tutti in bianco e nero, generalmente di pessima qualità, anche se le colonne sonore sono efficaci. In quegli anni non si concepiva di filmare una canzone se non come spezzone per un documentario od un cinegiornale. Lo constateremo nella proiezione che segue. Termino con due citazioni. La prima è di Jean Cocteau, che morirà nello stesso giorno di Edith e scrive di lei quando è all’apice della carriera: “Guardate questa piccola figura di donna le cui mani sono simili alle zampe di una lucertola tra i sassi…Ecco una voce che sorge dalle viscere, una voce che la possiede dalla testa ai piedi e che scatena un’alta onda di velluto nero. Questa onda ci sommerge, ci attraversa e penetra in noi…” La seconda è della stessa Piaf, ad un giornalista che l’intervista nell’ultimo anno della sua vita: “Per me, cantare è un’evasione, un altro mondo, quando canto io non sono più sulla terra! Se io non bruciassi dentro, credete voi che potrei cantare? La canzone rappresenta la mia vita! Il giorno che io non canterò più, io morirò!”

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� “La foule” (la folla) è del 1958: una coppia si

incontra tra la folla, nasce il colpo di fulmine, ma con la stessa facilità con cui i due si sono incontrati vengono dispersi dalle onde della gente e non riescono a ritrovarsi più nella marea di gente sempre più fitta.

� “La vie en rose” risale al 1946, ma è lanciata dalla Piaf qualche anno più tardi ed è subito un successo mondiale: è da sempre tra le dieci canzoni più riprodotte al mondo. Tutti i grandi della canzone francese si sono provati a cantarla: da Ives Montand a Mireille Mathieu, da Dalida a Michèle Torr.

� “Mon Dieu” è stata composta nel 1960 da Charles Dumont (vivente) per la Piaf. È una preghiera a Dio per il mantenimento, almeno temporaneo, di una relazione amorosa.

� L’”Hymne à l’amour” è la seconda “chanson fetiche” di Piaf, che i suoi fans hanno collegato alla sua storia d’amore con Marcel Cerdan.

� “L’accordéoniste” di Marcel Emer è del 1940. Una ragazza di vita sogna in una taverna della periferia di poter sposare il disarmo-nicista che fa ballare la gente, di poter diventare la cassiera del locale di cui lui sarà il proprietario. Ma viene la guerra, lui è chiamato alle armi e non ritorna più. Stanca ed invecchiata, lei continua il suo mestiere, andando ad ascoltare un altro “accordéoniste” che le ricordi il suo amore. Ma quella musica è troppo straziante per lei ed urla di interromperla. Con quell’ “arretez la musique” finirà anche la nostra conversa-zione.

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CONVIVIALE 1621 25 LUGLIO 2006

CIRCOLO UFFICIALI, ORE 20.30

Presenti

Presenti fuori sede

Percentuale

Relatore Argomento

Ospiti del Club

Ospiti dei soci

Saluti pervenuti da

Auguri per il compleanno a

Baldo, Bardi, M. Benussi, Bevilacqua, Borgna, Buri, Cecovini, Chersi, Cucchiarelli, Cuomo, de Morpurgo, Dei Rossi, Di Marino, Flegar, A. Fogazzaro, Grassi, Gropaiz, Kokelj, Magris, Massa, Pasino, Pitacco, Sardina, Soldano, Spagnul, Trovato, Urso, Valta, Varini, Verzegnassi, Volli e Zanetti. Grassi al Meeting “Rotariani in Bicicletta” il 15.7 (32 presenti + 1 fuori sede – 6 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 32%

Dott. Maurizio Pessato “I sondaggi: potenzialità e limiti di uno strumento di analisi dell’opinione pubblica” Dott. Maurizio Pessato

Gen. Sergio De Ros (de Morpurgo) Fulvio e Renata Di Marino da Santorini Giuliano e Licia Grassi da San Candido (meeting rotariano in bicicletta) Neri (27.7), Paoletti (29.7) e Volli (31.7).

Maurizio PESSATO Nato a Trieste nel 1948.

Prima del ’90, presso l’Associazione C.E.S.T. (per la cura delle persone con handicap grave), è cofondatore e

responsabile delle attività; si occupa quindi di realizza-zioni di indagini e pubblicazioni nel settore della sanità e dei servizi socio-occupazionali per enti pubblici e privati.

Ricopre gli incarichi di Presidente del Consorzio sani-tario della Provincia di Trieste (consultori familiari, servizi

per le tossicodipendenze, servizi per l’handicap, consultari pediatrici), Assessore alla psichiatria e servizi sociali della Provincia di Trieste e Consigliere dell’Unità

Sanitaria Locale di Trieste. Nel ’90 inizia la collaborazione con SWG come respon-

sabile del ramo “Sondaggi e ricerche d’opinione”. Nel ’98 assume l’incarico di Direttore delle ricerche e quindi nel

2002 diviene Amministratore Delegato della società.

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“I SONDAGGI: POTENZIALITÀ E LIMITI

DI UNO STRUMENTO DI ANALISI DELL’OPINIONE PUBBLICA”

Dott. Maurizio Pessato

Il concetto di opinione pubblica una forma che inizia ad assomigliare a quella attuale con Rousseau. Il filosofo ginevrino apre la porta ad un’entità che fino a quel momento non era esistita. Vi erano degli interessi economici, giuridici o istituzionali, compresa la Chiesa, con i quali il “potere costituito” si confrontava ma non venivano presi in considerazione i cittadini come insieme. Ma è con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa che l’opinione pubblica assume un rilievo decisivo. Il giornalista e saggista americano Walter Lippmann nel 1920 definisce le caratteristiche di questa nuova realtà in modo acutissimo e con una visione tale che le sue valutazioni sono attuali ancora adesso. Per riassumere si può dire che l’opinione pubblica, per quanto naturalmente indeterminata, esiste ed è ormai un attore nel confronto di poteri che determinano le scelte e gli indirizzi delle società. Tanto più acquisisce un ruolo in un mondo in cui vi è una continua proposizione pubblica di quanto accade e in cui l’attenzione all’espressione di gruppi o singole persone è elevatissima. Oggi l’opinione pubblica assume tre principali caratterizzazioni. Le persone che la animano sono, di volta in volta, cittadini, utenti, consumatori. A grandi linee si può dire che cittadini lo sono quando si confrontano con i poteri pubblici, la politica e le elezioni; utenti quando si accostano al grande mondo dei servizi; consumatori nella loro veste di acquirenti di beni. Dalla sempre crescente incisività dell’opinione pubblica, ma anche da una certa “paura” di essa, si sono sviluppate delle tecniche per lo studio di questo fenomeno e si è fatto ricorso a metodiche di natura scientifica derivate dalla statistica, l’informatica, la sociologia e la psicologia. Lo strumento principale di raccolta delle informa-zioni, generalmente attraverso delle indagini campionarie, è stato il sondaggio; cioè il contatto con un campione dell’universo da analizzare e l’inferenza dei risultati sulla popolazione oggetto dello studio. Le indagini demoscopiche servono a conoscere una certa situazione o condizione; a spiegare le

motivazioni che stanno alla base di comporta-menti; a stimare le dimensioni di un fenomeno o di certe scelte. Naturalmente questo avviene in modo approssimato alla realtà e con una probabilità di descrivere quanto indagato che contempla dei margini di errore che, entro certi limiti, possono essere calcolati. Vi sono molti pericoli se i sondaggi vengono utilizzati o condotti in modo poco attento o superficiale e in particolare nel campo dell’analisi politica ed elettorale si possono avere i maggiori errori e distorsioni. Un esempio di uso improprio di questa peraltro utile metodica è l’exit poll. Il sondaggio all’uscita dei seggi per la ripetizione del voto e il conseguente anticipo dei risultati elettorali nasce nei paesi anglosassoni e in un periodo in cui l’attesa dell’esito delle elezioni era molto lunga. Oggi il vero motivo alle spalle degli exit poll è quello dell’audience. Le reti televisive pubbliche e private hanno bisogno di riempire quelle due ore scarse che separano la chiusura dei seggi dalla prime proiezioni dei risultati; altre e più importanti ragioni non ci sono per sostenere l’effettuazione di questo tipo di sondaggi. Anche nel settore delle indagini demoscopiche si fanno i conti con la pressante spettacolarizza-zione che incombe su moltissime situazioni della nostra vita in campo economico, culturale e politico. Per quanto riguarda in particolare la prestazione degli exit poll in occasione delle ultime elezioni si può dire che l’errore commesso da Nexus nella stima è probabilmente dovuto a un campione non adeguatamente aderente alla realtà degli elettori. Si tratta di un fenomeno non infrequente quando si sondano le intenzioni di voto; per non volontà di dichiarare le proprie preferenze politiche o per reticenza - non è significativa invece la quota relativa alle dichiarazioni fuorvianti o per burla - qualche intervistato si sottrae e questo distorce la rappresentazione della realtà seppur appressi-mata. Questi comportamenti - che non si verificano nelle ricerche di mercato - rendono rischiose attività come quelle degli exit poll.

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CONVIVIALE 1622 1 AGOSTO 2006

SOCIETÀ TRIESTINA DELLA VELA, ORE 20.00

INTERCLUB CON I R.C. TRIESTE E MUGGIA

Presenti

Presenti fuori sede

Percentuale

Ospiti del Club

Visitatori

Saluti pervenuti da

Auguri per il compleanno a

Bernardi e signora, Campailla e signora, Catalfamo, Cecovini e signora, Cuomo e signora, Degrassi, Dei Rossi e signora, Fabian e signora, Flegar e signora, Forlani e consorte, Fortini e signora, Giacca e signora, Luciani e signora, Magris e signora, Mandler e signora, Masoli, Pasino, Sardina e signora, Soldano e signora, Spagnul, Torbianelli e signora, Trovato, Urso, Verzegnassi e signora, Zanetti e signora. Verzegnassi, F. Benussi, de Morpurgo, Dei Rossi, Fabian, Grassi e Urso al Consiglio Incoming il 26.7 Pasino al R.C. Muggia il 26.7 (25 presenti + 8 fuori sede – 4 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 35%

Giorgio Brezich (Presidente Società della Vela) Ondina Bullo Elda Brunelli (R.C. Torino Sud), assieme a Maria Teresa Guicciardi e Loreta Bernardi Franco e Gianna Gropaiz dal Canada Ettore Campailla dall’isola di Lefkada, Grecia Volli (31.7), Urso (21.8) e Aguglia (22.8).

È la sera dell’arrivederci a dopo le ferie: anche i tre Club, di fatto, “chiudono per ferie” se si eccettuano i nostri due aperitivi serali per quei pochi che rimangono in città. In una serata d’inizio mese in cui uno scroscio di maltempo ci anticipa quelle che sarà la situazione meteorologica di tutto agosto, la Società Triestina della Vela si rivela ottimale come sede estiva di una conviviale interclub. Se il servizio al tavolo non è stato impeccabile, calorosa e affettuosa è stata l’ospitalità fornitaci dal Presidente, il cap. Giorgio Brezich, da noi insignito recentemente di un PHF, ma soprattutto rilassata e amichevole l’atmosfera che ha permeato la terraz-za durante l’aperitivo e la sala durante la convi-viale. Così come è apparso evidente l’affiatamento tra i Presidenti, la composizione variegata dei tavoli con soci e signore di Club diversi ha costitu-ito la conferma che, indipendentemente dal Club di appartenenza, pur sempre al Rotary si appartiene e che quello dell’amicizia è un linguaggio univer-

sale che ci fa sentire a nostro agio in ogni situazione. Poche le comunicazioni, all’osso i formalismi, un doveroso omaggio a chi ci ha ospitato. Certo l’anagrafe ha le sue regole: per i meno giovani, in considerazione di un servizio non certo celere, ad un certo punto è suonata la tromba biologica della ritirata (al metabolismo non si comanda): è logico e comprensibile. Ma molti sono rimasti sin quasi all’inusuale rintocco delle venti-quattro. Non una serata memorabile, che peraltro non perseguivamo, anche se migliore di altri interclub: volevamo un incontro tranquillo senza temi da trattare o compiti da assolvere: solo una serata da condividere tra amici e l’abbiamo avuta. I services, l’assiduità, le morosità, il cambio di sede e chi più ne ha più ne metta sono rimandati a settembre quando il sottoscritto, Gaetano Romanò e Marco Stener, con i rispettivi soci e Direttivi, ripartiranno alla carica per far vedere al Distretto che l’ala giuliana del Rotary c’è e si farà sentire.

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CONVIVIALE 1623 8 AGOSTO 2006

CAFFÈ AUDACE, ORE 19.30

Presenti

Percentuale

Visitatori

Auguri per il compleanno a

M. Benussi, Campanacci, Catalfamo, Cianciolo, Cucchiarelli, Cuomo, Dei Rossi, Di Marino, Flegar, A. Fogazzaro, Franconi, Gilleri, Grassi, Luciani, Pollio, Soldano, Trovato, Varini e Zanetti. (19 presenti – 7 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 14%

Fabio Severi (R.C. Trieste) Urso (21.8) e Aguglia (22.8).

CONVIVIALE 1624 29 AGOSTO 2006

CIRCOLO UFFICIALI, ORE 19.30

Presenti

Percentuale

Visitatori

Saluti pervenuti da

Auguri per il compleanno a

M. Benussi, Campanacci, Cecovini, Cucchiarelli, de Morpurgo, Degrassi, Flegar, A. Fogazzaro, Grassi, Kokelj, Luciani, Mandler e signora, Masoli, G. Nobile, Omero, Riccesi, Sardina, Spagnul, Tesei, Torbianelli, Trovato, Urso, Valta, Varini, Volli e Zanetti. (26 presenti – 7 dispensati presenti) / (108 effettivi - 24 dispensati) = 23%

Fabio Severi (R.C. Trieste) Mario e Adelina Cantamessa da Pescara Zeev Matar dal R.C. Haifa Campailla (29.8) e G. Nobile (31.8).