La Filosofia Moral David Hume (2)

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  • 7/25/2019 La Filosofia Moral David Hume (2)

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    La flosofa morale, cio la scienza della natura umana, si pu trattare in due modi.

    Alcuni flosof considerano luomo nato per lazione e dominato, nelle sue decisioni, dal

    gusto e dal sentimento.

    Essi lo giudicano impegnato a conseguire un oggetto; e poich tra gli oggetti, la virt

    uello con maggiore valore, essi ci attraggono sulla via delle virt con prospettive digloria e !elicit". La di#e$renza tra il vizio e la virt ce la !anno sentire; volta a volta

    eccitano e moderano i nostri sentimenti.

    Laltra specie di flosof considera luomo pi come un essere ragionevole che attivo e

    si s!orza pi di !ormare il suo intelletto che di coltivare i suoi costumi. Essi considerano

    la natura umana come oggetto di speculazione, e spingono le loro indagini ai principi

    pi generali. Le loro speculazioni sem%rano astratti e incomprensi%ili alla gente

    comune, essi conseguono lapprovazione dei dotti.

    La flosofa !acile verr" sempre pre!erita, da parte della maggioranza degli uomini,

    rispetto alla flosofa rigorosa e pro!onda, Essa sar" considerata pi piacevole e utile&entra di pi nella vita di tutti, e poich raggiunge i principi che muovono gli uomini,

    riesce a modifcare la loro condotta.

    'noltre, la flosofa !acile conuista una !ama durevole, mentre i ragionatori astratti

    godono solo di una reputazione passeggera. E !acile che un floso!o pro!ondo

    commetta un errore, ed un errore ne genera un altro per il !atto che il floso!o spinge le

    sue a#ermazioni alle estreme conseguenze.

    (er contro, uando un floso!o !acile cade in errore, torna ad appellarsi al senso

    comune. La !ama di )icerone dura fno al presente, mentre uella di Aristotele

    completamente scaduta.

    'l puro floso!o poco %en visto, in uanto si ritiene che non contri%uisca in nulla al

    vantaggio della societ"; egli vive lontano dagli uomini, avviluppato in concetti lontani

    dalla comprensione comune.

    Luomo un essere ragionevole, ma i confni dellintelletto umano sono cos* ristretti

    che si possono avere modeste soddis!azioni; luomo un essere socievole, ma non

    sempre gode di una compa$gnia piacevole; luomo un essere attivo, ma lanimo

    richiede anche momenti di distensione.

    +em%ra dunue che un genere misto di vita sia il pi con!orme alla razza umana. ate

    ascolto alla vostra passione per la scienza, dice la natura, ma cercate che la vostra

    scienza sia umana e sia legata alla societ". +ii floso!o, ma in mezzo a tutta la flosofa

    resta un uomo.

    -ume considera gli argomenti in di!esa della flosofa pro!onda. La flosofa !acile, da

    sola, non pu conseguire un suciente grado di esattezza. Lanatomista presenta

    oggetti rivoltanti, ma la sua scienza utile al pittore per disegnare /enere.

    Laccuratezza vantaggiosa per la %ellezza; il sano ragionare il vantaggioso per il

    sentire delicato. 'nvano esalteremmo luno, disprezzando laltro.

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    'noltre, in tutte le arti e pro!essioni, anche in uelle vicine alla vita ed allazione, uno

    spirito di precisione conduce pi vicino alla per!ezione, e rende tali attivit" pi

    gradevoli alla societ".

    0a loscurit" della flosofa pro!onda anche !onte di incertezza ed errore. La

    metafsica non una scienza, ma nasce o dagli s!orzi della vanit", o dallinganno dellesuperstizioni popolari. 'nvano noi maturiamo la speranza che gli uomini, in ragione dei

    !reuenti disinganni, la a%%andoneranno.

    Lunico metodo per li%erarsi di tali pro%lemi svolgere unindagine sulla natura

    dellintelletto uma$no e mostrare, in %ase ad unanalisi rigorosa dei suoi poteri, che

    esso non dispone dei mezzi per argomenti cos* astrusi. 1n ragionare diligente e sano

    lunico rimedio universale.

    1na parte non trascura%ile della scienza impegnata a conoscere e classifcare le

    di#erenti operazioni della mente. 2li astronomi studiarono lordine e i movimenti dei

    corpi celesti, fnch un floso!o determin le leggi delle rivoluzioni dei pianeti.(arimenti, possi%ile ualcosa del genere nelle ricerche relative ai poteri della mente.

    +e uesti ragionamenti intorno alla natura umana sem%rano astratti e di dicile

    comprensione, ci non implica la loro !alsit".

    -ume $ Lorigine delle idee

    -ume distingue tra uando un uomo sente il dolore per un calore eccessivo e uando,

    pi tardi, egli richiama alla memoria tale sensazione o la anticipa con limmaginazione.

    Essa pu copiare o imitare le percezioni dei sensi, ma non pu mai avere la !orza o lavivacit" del sentimento originale.

    1na simile distinzione vale anche per tutte le altre percezioni della mente. 1n uomo

    irato eccitato in modo diverso da uno che ha solo il pensiero dellira. 3uando

    ri4ettiamo sui nostri sentimenti e sulle nostre a#ezioni passate, il nostro pensiero

    uno specchio !edele che riproduce i suoi oggetti; ma i colori che adopera sono pallidi e

    smorti a con!ronto di uelli originali.

    (ossiamo dividere dunue le percezioni della mente in due classi, distinte dai loro

    di#erenti gradi di !orza o vivacit". ' pensieri e le idee sono le percezioni meno potenti.

    Le impressioni sono invece le nostre percezioni pi vivide, uando udiamo o vediamo o

    amiamo.

    5ulla pu sem%rare pi illimitato del pensiero umano; esso non solo s!ugge ad ogni

    potere umano, e non nemmeno trattenuto entro i limiti della natura. 0entre il corpo

    confnato al nostro pianeta, il pensiero pu in un istante trasportarci nelle regioni pilontane delluniverso. 0a se%%ene esso sem%ra possedere tale li%ert", invero

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    confnato entro limiti ristretti; tutto uesto potere creativo della mente si riduce al solo

    comporre i materiali !ornitici dallesperienza.

    -ume crede che tutte le nostre idee o percezioni pi de%oli sono copie delle

    impressioni pi vivi$de. Egli dimostra ci con due argomenti. (rimo, uando

    analizziamo i nostri pensieri, per uanto siano composti si risolvono sempre in idee

    semplici. Ad esempio, lidea di io sorge dal ri4ettere sulle operazioni della nostra

    mente, aumentando poi oltre ogni limite le ualit" di %ont" e sapienza.

    'noltre se accade, per un di!etto dellorgano, che un uomo non sia suscetti%ile di

    ualche sensazio$ne, egli sar" altrettanto poco suscetti%ile delle idee corrispondenti.

    1n cieco non pu !arsi una nozione dei colori, n un sordo dei suoni. 'l caso lo stesso

    se loggetto non mai venuto a contatto con gli organi di senso. 1n lappone non hanozione del sapore del vino.

    6uttavia, un !enomeno contrario prova che possi%ile, per delle idee, sorgere dalle

    corrispondenti impressioni. (oniamo davanti a una persona delle di#erenti gradazioni

    di colore, eccetto una in cui non si mai im%attuto& evidente che uesti percepir" un

    vuoto. 6uttavia, non gli sare%%e possi$%ile supplire con limmaginazione a uella

    mancanza, !acendo nascere da sola lidea di tale grada$zione. 'l caso comunue cos*

    singolare da non richiedere la modifca della massima generale.

    'n conclusione, uando sospettiamo che un termine flosofco sia usato senza

    signifcato o idea 7come spesso avviene8, do%%iamo solo sta%ilire da uale impressione

    sia derivata uella supposta idea. E se impossi%ile assegnarne una, ci con!ermer" il

    nostro sospetto. (ortando le idee ad una luce cos* chiara possiamo eliminare le dispute

    che possano sorgere intorno alla loro natura.

    -ume $ Lassociazione delle idee

    +econdo -ume c un principio di connessione !ra i di#erenti pensieri o idee della

    mente. Anche nelle !antasticherie pi s!renate o nei sogni, limmaginazione non corre

    del tutto a caso, ma viene sempre mantenuta una connessione tra le diverse idee che

    si succedono una allaltra.

    5onostante tutto, nessun floso!o ha tentato mai di enumerare i principi di

    associazione !ra idee. (er -ume ve ne sono tre& somiglianza, contiguit" nel tempo e

    nello spazio, e causa ed e#etto. 1n ritratto conduce alloriginale; il ricordo di una

    stanza in una casa introduce la domanda sulle altre stanze; e se pensiamo a una

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    !erita, penseremo al dolore che ne segue. -ume osserva per che dicile provare

    che tale enumerazione sia completa; occorre scorrere sempre tanti esempi.

    -ume $ u%%i scettici sulle operazioni dellintelletto

    6utti gli oggetti della ragione e della ricerca si possono dividere in due specie& relazioni

    di idee e materia di !atto. Alla prima appartengono le scienze della geometria, e

    dellaritmetica, cio ogni a#ermazione certa. La proposizione il uadrato dellipotenusa

    uguale al uadrato dei due cateti si pu scoprire con unoperazione del pensiero, e

    non dipende da ci che esiste nelluniverso.

    La materie di !atto non si possono accertare nella stessa maniera, n levidenza della

    loro verit" della stessa natura. 'l contrario di ogni materia di !atto sempre possi%ile.

    'l sole non sorger" do$mani una proposizione non meno intelligi%ile di il sole sorger".

    6utti i ragionamenti relativi a materie di !atto sem%rano !ondati sulla relazione di causa

    ed e#etto. Ad esempio, ludire una voce al %uio ci assicura della presenza di ualcuno.

    +e, dunue, vogliamo una spiegazione seria, do%%iamo capire come arriviamo alla

    conoscenza di causa ed e#etto.

    3uesta relazione non si consegue mediante ragionamenti a priori, ma nasceinteramente dallesperienza uando troviamo che certi oggetti sono costantemente

    congiunti tra loro. +e presentiamo ad un uomo un oggetto nuovo, egli non riuscir" a

    scoprire le sue cause o i suoi e#etti.

    Adamo non avre%%e potuto dedurre dalla 4uidit" dellacua che uesta lo poteva

    so#ocare, o dal calore del !uoco che poteva ridurlo in cenere. 5essun oggetto

    mani!esta, per mezzo delle ualit" che appaiono ai sensi, n le cause che lo hanno

    prodotto, n gli e#etti che sorgeranno da esso.

    unue, cause ed e#etti si possono scoprire non per mezzo della ragione, ma

    dellesperienza. 6uttavia, noi siamo inclini a pensare il contrario. 'mmaginiamo che, se

    !ossimo portati allimprovvi$so nel mondo, potremmo su%ito in!erire che una palla da

    %iliardo pu comunicare movimento a unaltra in seguito a un impulso; e che non

    dovremmo attendere levento per esserne certi.

    6uttavia, la mente non trova mai le#etto della supposta causa, nemmeno con lesamepi accura$to, poich le#etto totalmente di#erente dalla causa, e dunue non pu

    essere scoperto da essa.

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    La passione per la flosofa, come uella per la religione, se%%ene tenda

    alleliminazione dei vizi, pu servire, se usata in modo imprudente, solo a rendere la

    flosofa come uella degli stoici, un ranato sistema di egoismo per indurre noi stessi

    a lasciare ogni godimento sociale.

    ) tuttavia una flosofa poco soggetta a tale inconveniente& la flosofa accademica

    o scettica. 2li accademici parlano di du%%io e di sospensione del giudizio, di pericolo

    delle determinazioni a#rettate, e di rinuncia alle speculazioni che non rientrano nella

    vita comune. 3uesta flosofa, soggetta a tanti rimproveri e maldicenze proprio

    perch, non solleticando passioni sregolate, guadagna scarsi partigiani; e poich si

    oppone a tanti vizi, solleva contro di s i suoi nemici.

    5on do%%iamo temere che uesta flosofa spinga i suoi du%%i fno a distruggere ogni

    azione e ogni speculazione. (er uanto noi concludiamo che in tutti i ragionamenti

    derivati dallesperienza c un passo compiuto dalla mente che non sorretto da alcun

    argomento o processo dellintelletto, non c pericolo che uesti ragionamenti

    vengano intaccati da una simile scoperta.

    +upponiamo che una persona, dotata delle pi ro%uste capacit" di ragionamento,

    venga portata allimprovviso in uesto mondo& essa osservere%%e una continuasuccessione di oggetti; allinizio non riuscire%%e a conseguire lidea di causa ed e#etto.

    0a una volta acuisita maggiore esperienza, uella persona deduce lesistenza di un

    oggetto dallapparire di un altro.

    'l principio che consente ci la consuetudine o a%itudine. 'n seguito alla costante

    congiunzione di due oggetti, ad esempio calore e famma, noi siamo costretti dalla

    consuetudine ad aspettarci luno in derivazione dellaltro. 6utte le deduzioni

    dallesperienza sono e#etti di consuetudine, non di ragionamento. La consuetudine,

    dunue, la guida della vita umana. +enza essa, saremmo

    ignoranti di ogni materia di !atto allin!uori di ci che su%ito presente alla memoria e

    ai sensi.

    altra parte se%%ene le conclusioni dellesperienza ci conducano al di l" dei sensi,

    tuttavia ualche !atto deve essere presente ai sensi o alla memoria perch possiamo

    trarre le conclusioni.

    Ad esempio, un uomo che trovasse in un luogo deserto i resti di un edifcio, trovere%%e

    che uel paese !u, in tempi remoti, a%itato; ma se nulla del genere gli si presentasse,

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    non potre%%e mai trarre una simile in!erenza. 'n una parola, se non prendessimo le

    mosse da ualche !atto, presente alla memoria o ai sensi, i nostri ragionamenti

    sare%%ero meramente ipotetici.

    'n conclusioni, se rileviamo che alcune coppie di oggetti 7ad es. neve e !reddo8 sono

    sempre state congiunte insieme; e se della neve si presenta di nuovo ai sensi, la

    mente portata dalla consuetudine ad aspettarsi il !reddo, ed a credere che tale

    ualit" esiste.

    6ale credenza il risultato necessario del !atto che la mente si trova in tali circostanze.

    E unoperazione dellanima inevita%ile come il sentire la passione dellamore, uando

    riceviamo dei %enefci, o la passione dellodio, uando veniamo ingiuriati.

    -ume $ La di#erenza tra invenzione e credenza

    -ume si preoccupa di spiegare la di#erenza tra linvenzione e la credenza.

    Limmaginazione delluomo ha un potere illimitato di mescolare e comporre le idee e

    pu inventare un seguito di avvenimenti. La credenza invece una pi viva, pi

    intensa e pi sta%ile concezione di un oggetto, di uella che limmaginazione da sola

    sia mai in grado di conseguire.

    Limmaginazione possiede il controllo su tutte le sue idee, ma poich impossi%ile che

    essa possa mai, da sola, raggiungere la credenza, evidente che la credenza non

    consiste nella natura o nellordine propri delle idee, ma nella maniera in cui le idee

    sono sentite da parte della mente. La credenza con!erisce alle idee maggior peso ed

    ecacia, le ra#orza nella mente.

    +e udiamo la voce di una persona dalla stanza vicina, tale impressione sta%ile ci portasu%ito a pensare alla persona e a tutti gli oggetti che la circondano. 3ueste idee

    a#errano la nostra mente in modo pi saldo che non le idee di un castello incantato. 'l

    sentimento di credenza un modo pi intenso e sta%ile di concepire le fnzioni

    dellimmaginazione.

    ' tre principi di associazione 7rassomiglianza, contiguit" e causazione8 sono i legami

    che stringono insieme i pensieri. )on il ritratto di un amico assente, la nostra idea di

    lui acuista rilievo in !orza della rassomiglianza, e ogni passione causata da uellidea

    acuista nuova !orza. +e il ritratto non !osse rassomigliante allamico, nonindirizzere%%e mai a lui il nostro pensiero.

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    +e il ritratto !osse assente, la mente sentire%%e la sua idea pi inde%olita. La distanza,

    in!atti, diminuisce la !orza di ogni idea. 3uando sono a pochi passi da casa, ualunue

    ogni cosa che ha relazione con essa mi tocca pi da vicino di uando ne sono distante,

    se%%ene anche a uesta distanza il ri4ettere sullam%iente produca unidea di esso.

    'n uesti !enomeni, la credenza delloggetto sempre presupposta, altrimenti la

    relazione non avre%%e e#etto. Lin4usso del ritratto suppone che noi crediamo che

    lamico sia esistito. La contiguit" a casa non pu mai eccitare le nostre idee di essa se

    non crediamo che essa esiste.

    La consuetudine dunue uel principio necessario alla sussistenza della specie. +e la

    presenza di un oggetto non eccitasse istantantaneamente lidea degli oggetti

    solitamente congiunti con esso, tutta la nostra conoscenza dovre%%e limitarsi alla

    ristretta s!era della memoria e dei sensi.

    -ume $ La pro%a%ilit"

    +econdo -ume, la pro%a%ilit" sorge da una prevalenza di casi da una parte, e genera

    un grado di credenza. +e un dado segnato con gli stessi punti su uattro !acce, e con

    un altri punti sulle restanti due, pi pro%a%ile che esce il primo numero.

    3uando la mente attende di scoprire il numero, considera luscita di ciascuna !accia

    ugualmente pro%a%ile; e uesta la natura del caso& mettere tutti gli avvenimenti

    sullo stesso piano. 0a poich uattro !acce hanno lo stesso numero, la mente

    portata di pi verso uellavvenimento.

    )on la pro%a%ilit" delle cause, le cose vanno allo stesso modo. /i sono delle cause in

    cui fnora non s trovato un solo caso irregolare& il !uoco ha sempre %ruciato e lacuadeterminato il so#ocamento. 0a vi sono altre cause pi irregolari& ad esempio loppio

    non ha sempre e#etti sopori!eri. Essendo per costretti dalla consuetudine a tras!erire

    il passato al !uturo, noi aspettiamo lavvenimento con la massima certezza e non

    lasciamo spazio per lipotesi contraria.

    5on do%%iamo dunue trascurare gli altri e#etti, ma attri%uire a ciascuno di essi un

    peso e unautorit". (oich un gran numero di prospettive concorrono verso un solo

    avvenimento, esse lo !ortifcano e producono il sentimento di credenza. Esse danno

    alloggetto una pre!erenza rispetto allevento contrario, non sostenuto da un numerouguale di esperimenti.

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    ume $ L9idea di connessione necessaria

    'l vantaggio delle scienze matematiche sulle scienze morali che le idee delle prime,

    essendo %ene avverti%ili, sono sempre chiare e determinate& un ovale non viene mai

    scam%iato per un cerchio. 0a i pi delicati sentimenti della mente ci s!uggono

    !acilmente.

    3ualcuno potre%%e tuttavia a#ermare che i loro vantaggi e i loro svantaggi si

    compensano a vicenda. le idee della geometria sono chiare e determinate, la mente

    deve per !are una catena di ragionamento. altra parte, se le idee morali tendono a

    cadere nelloscurit" e nella con!usione, le conclusioni sono sempre molto pi %revi in

    ueste ricerche.

    (oich la flosofa morale ha fnora conseguito un minore progresso della geometria o

    della fsica, possiamo concludere che le sue ricerche richiedono una diligenza ed una

    capacit" superiori.

    'n metafsica, le idee pi oscure e incerte sono uelle di potere, !orza o connessione

    necessaria. 3uando guardiamo gli oggetti, non riusciamo mai a scoprire una

    connessione necessaria& dal primo apparire di un oggetto, non possiamo sapere uale

    e#etto ne risulter". La scena dello universo cam%ia continuamente; ma la !orza che

    muove lintera macchina resta a noi nascosta.

    (oich gli oggetti esterni non ci danno unidea del potere o della connessionenecessaria, -ume vuole osservare se uestidea derivi dalla ri4essioni sulle operazioni

    della nostra mente. 'n ogni istante noi siamo coscienti del potere interno, il movimento

    del corpo segue al comando della volont". 0a in uanto ai mezzi con cui si verifca,

    siamo lontani dallesserne coscienti.

    -ume ne spiega le ragioni. Anzitutto, lunione tra spirito e corpo il principio pi

    misterioso che c in natura. 'noltre, noi non siamo in grado di muovere gli organi del

    corpo con la stessa autorit". La volont" in4uisce sulla lingua e sulle dita, ma non sul

    cuore. 1n uomo, colpito da paralisi alle gam%e, tenta dapprima di muoverle. 5oi

    apprendiamo lin4usso della volont" solo dallesperienza.

    'nfne, noi impariamo dallanatomia che loggetto del potere nel movimento volontario

    non il mem%ro che viene mosso, ma certi muscoli. La mente vuole un certo evento,

    uesto evento ne produce un altro sconosciuto fnch alla fne, attraverso una

    successione, si ha le#etto desiderato.

    A uesto punto, diremo che tale potere nella nostra mente uando, con comando

    della volont", suscitiamo una nuova idea. -ume risponde con tre argomenti. Anzitutto,

    uando conosciamo un potere, conosciamo nella causa la precisa circostanza per cui

    produce le#etto. 0a noi non possiamo pretendere di conoscere pienamente la natura

    dello spirito umano e di unidea.

    'noltre, il controllo della mente su se stessa limitato, al pari di uello che essa

    esercita sul corpo.

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    'nfne, uesto controllo su noi stessi molto diverso in tempi diversi. 1n uomo sano ne

    ha di pi di uno ammalato. 5oi siamo pi padroni dei nostri pensieri al mattino che alla

    sera.

    2li uomini in genere non hanno dicolt" nel rendere conto delle pi comuni operazioni

    della natura, uali la caduta dei corpi gravi, il crescere delle piante. Essi acuistano,con la%itudine, uninclinazione della mente, tale che allapparire della causa

    aspettano con sicurezza le#etto. E solo di !ronte a !enomeni straordinari che non

    riescono a determinare una causa appropriata.

    0olti flosof, in tali occasioni , pensano di essere o%%ligati dalla ragione a !ar ricorso al

    principio del popolo. Anzich dire che una palla da %iliardo ne muove unaltra in %ase

    ad una !orza che deriva dallautore della natura, essi dicono che la ivinit" stessa a

    muovere la seconda palla con una particolare volizione. +econdo uesti flosof, ogni

    cosa piena di io. 5on contenti del principio che nulla esiste senza la sua volont",

    essi spogliano la natura e le creature dogni potere.

    +econdo -ume, uesta teoria dellenergia e delloperare universale dellEssere

    supremo troppo ardita per convincere un uomo. 'l nostro flo troppo corto per

    misurare la pro!ondit" di uesti a%issi. +econdo. 5oi ignoriamo il modo in cui i corpi

    operano sugli altri, ma ignoriamo anche la !orza con cui una mente, anche la mente

    suprema, opera sia su stessa che sul corpo. 6utto uel che sappiamo la nostra

    pro!onda ignoranza in entram%i i casi.

    -ume $ 'l legame tra gli eventi

    6utti gli eventi sem%rano del tutto staccati e separati. 1n evento segue un altro, ma

    noi non riusciamo a cogliere alcun legame tra di essi. Essi sem%rano congiunti, mai

    connessi.

    3uando per un evento sempre congiunto con un altro, prediamo luno allapparire

    dellaltro, e li chiamiamo causa ed e#etto. opo il ripetersi di casi simili, la mente

    viene spinta dalla%itudine ad attendere levento che di solito lo accompagna. E

    supponiamo vi sia una connessione !ra di essi.

    La prima volta che un uomo osserv la comunicazione del movimento per mezzo di

    impulso non pot dire che lun evento era connesso, ma soltanto che era congiunto

    con laltro. opo aver osservato parecchi casi di uesta natura, dichiara che essi sono

    connessi.

    :ra egli sente che uesti eventi sono connessi nella sua immaginazione e pu predire

    lesistenza delluno allapparire dellaltro. 3uando diciamo, perci, che un oggetto connesso con un altro, intendiamo soltanto che i due oggetti hanno acuistato una

    connessione nel nostro pensiero. 5essuna conclusione pu essere pi gradita allo

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    scetticismo di uesta, che scopre la de%olezza e i limiti ristretti della ragione e delle

    capacit" delluomo

    -ume $ Li%ert" e necessit"

    La disputa tra li%ert" e necessit" stata di%attuta a lungo e ha condotto i flosof ad un

    la%irinto di oscure sofsticherie. -ume comincia esaminando la dottrina della

    necessit". +i ammette universalmente che la materia, in tutte le sue operazioni,

    mossa da una !orza necessaria.

    +e tutte le situazioni della natura cam%iassero di continuo di modo che due eventi non

    avessero mai rassomiglianza luno con laltro, noi non conseguiremo mai la minima di

    idea di necessit", o di una connessione !ra tali oggetti. La relazione di causa ed e#etto

    restere%%e sconosciuta.

    Lin!erenza ed il ragionamento riguardo alle operazioni della natura sare%%ero fniti& la

    memoria e i sensi restere%%ero gli unici canali di conoscenza. La nostra idea di

    necessit" deriva dunue dalluni!ormit" che si pu riscontrare nelle operazioni della

    natura. Allin!uori della costante con$giunzione di oggetti simili, noi non a%%iamo

    nozione alcuna di ualche necessit" o connessione.

    ) grande uni!ormit" tra le azioni degli uomini. 2li stessi motivi producono sempre le

    stesse azioni, gli stessi eventi derivano dalle stesse cause. Lumanit" tanto la stessa,

    che la storia non ci in!orma di nulla di nuovo. Lutilit" principale della storia consistesolo nello scoprire i principi costanti ed universali della natura umana, mostrando gli

    uomini in tutte le varie circostanze.

    +e un viaggiatore, tornando da un paese lontano, raccontasse di uomini del tutto

    diverse da uelli che noi conosciamo, privi di avarizia e am%izione, scopriremmo

    su%ito la sua !alsit".

    5on do%%iamo, tuttavia, aspettarci che uestuni!ormit" delle azioni umane possa

    essere spinta a tal punto che tutti gli uomini, nelle stesse circostanze, agiranno

    sempre nella stessa maniera, senza tenere presente la diversit" dei caratteri, dei

    pregiudizi e delle opinioni.

    La consuetudine e leducazione modellano la mente umana fn dallin!anzia e !ormano

    un carattere fsso e sta%ile. 'l comportamento e la condotta dei due sessi sono diversi

    tra loro. Ancora, le azioni della stessa persona sono molto diverse nei diversi periodi

    della vita, dallin!anzia alla vecchiaia.

    6utti gli uomini prendono le misure sulla %ase dellesperienza passata e credono che

    gli uomini continueranno ad agire come nel passato. 6utti gli uomini, dunue, sono

    sempre stati daccordo nella dottrina della necessit". +are%%e impossi%ile impegnarsi

    in una scienza senza riconoscerla.

    -ume si domanda allora perch tutti gli uomini, pur avendo riconosciuto la dottrina

    della necessit" nella loro pratica, hanno fnora mostrato tanta riluttanza a riconoscerla

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    a parole. La cosa si pu spiegare nel modo seguente. -ume osserva che tutte le nostre

    !acolt" non possono mai portarci pi avanti dellosservazione che gli oggetti particolari

    sono costantemente congiunti insieme e che la mente portata, per consuetudine,

    dallapparire delluno alla credenza dellaltro.

    6uttavia, gli uomini credono di poter penetrare i poteri della natura e di avvertire unaconnessione necessaria tra causa ed e#etto. 3uando poi non sentono tale

    connessione, suppongono vi sia una di#erenza !ra gli e#etti che risultano dalla !orza

    materiale e uelli che procedono dal pensiero.

    0a noi, una volta persuasi di non conoscere nulla di pi della semplice congiunzione

    !ra gli oggetti, siamo pi !acilmente portati a credere che la stessa necessit" entri a !ar

    parte di tutte le cause. La necessit", nel senso in cui intesa, non mai stata

    respinta, n potr" esserlo da alcun floso!o.

    (er continuare in uesto progetto di riconciliazione in relazione alla uestione di li%ert"

    e necessit", -ume osserva che tutti gli uomini sono sempre stati daccordo tanto nelladottrina della li%ert" uanto in uella della necessit" e che tutta la disputa stato

    fnora solo ver%ale.

    )on li%ert" intendiamo solo un potere di agire o di non agire secondo le determinazioni

    della volont"; ossia che se pre!eriamo restar !ermi o muoverci, possiamo. :ra, uesta

    li%ert" appartiene ad ognuno che non sia incatenato o prigioniero& non c materia di

    disputa. 3ualunue defnizione possiamo dare di li%ert", dovremmo considerare due

    circostanze& primo, che sia coerente coi dati di !atto evidenti; secondo, che sia

    coerente in se stessa

    ume $ La li%ert" e le conseguenze pericolose per la religione e la morale

    +econdo -ume errato cercare di con!utare ualche ipotesi mostrando le

    conseguenze pericolose per la religione e la morale. (er -ume le dottrine della

    necessit" e della li%ert" non solo si accordano con la morale, ma sono essenziali al suo

    ra#orzamento.

    -ume non pretende di aver risolto tutte le o%iezioni riguardo a necessit" e li%ert". +i

    potre%%e dire che, se le azioni volontarie !ossero soggette alla stessa legge di

    necessit" come le operazioni della materia, non vi sare%%e contingenza nelluniverso&

    non vi sare%%e li%ert". 0entre agiamo, saremmo nello stesso tempo agiti. Lautore

    ultimo di tutte le nostre volizioni sare%%e il )reatore.

    Le azioni umane, perci, o non possono essere in alcun modo moralmente disoneste,

    in uanto procedono da una causa cos* %uona; o, se lo sono devono coinvolgere nellastessa colpa il nostro )reatore, fnch si ammette che Egli la loro causa ultima ed il

    loro autore.

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    Lignoranza o limpotenza possono essere addotte a pretesto per una creatura cos*

    limitata come luomo; ma tali imper!ezioni non si trovano nel nostro )reatore. Egli ha

    previsto e ordinato tutte le azioni degli uomini che noi dichiariamo criminose. E

    do%%iamo dunue concludere o che esse non sono criminose, o che la ivinit", e nonluomo ne responsa%ile. 0a poich entram%e ueste conclusioni sono assurde, segue

    che la dottrina da cui derivano non vera.

    3uesto%iezione consiste di due parti& primo, se le azioni umane potessero esser !atte

    risalire, con una catena necessaria, alla ivinit", non potre%%ero mai esser criminose,

    a ragione della sua infnita percezione; secondo, se le azioni !ossero criminose,

    dovremmo revocare lattri%uto di per!ezione che ascriviamo a io e ammettere che

    Egli lautore ultimo di colpe.

    La risposta alla prima o%iezione pare ovvia e convincente. +econdo alcuni flosof,

    ogni male fsico una parte essenziale di uesto sistema %uono e non sare%%e

    possi%ile rimuoverlo, nemmeno allo stesso io, senza aprire la strada ad un male pi

    grande. a uesta teoria, alcuni flosof, !ra cui gli stoici, hanno derivato un argomento

    di consolazione per tutte le aizioni, in uanto hanno inse$gnato ai loro discepoli che i

    mali da cui erano aitti erano dei %eni per luniverso nel suo insieme.

    6uttavia, se%%ene uestargomento !osse su%lime, in pratica !u presto trovato de%ole e

    inecace. 3ueste larghe vedute possono, per un momento, soddis!are

    limmaginazione di un uomo, ma non possono dimorare sempre nella sua mente. 1n

    uomo deru%ato non penser" che il suo dispiacere per la perdita possa essere diminuito

    da ueste su%limi ri4essioni.

    La seconda o%iezione non ammette una risposta cos* !acile e soddis!acente. 3uesti

    sono misteri che per cui la ragione inadatta& essa cade in dicolt" e contraddizioni aogni passo che !a su uesti argomenti. La flosofa dovr" temere lindagine su uesti

    su%limi misteri; piuttosto dovr" volgersi verso lesame della vita comune; ui essa

    trover" dicolt" suciente per impiegare le sue ricerche, senza tu#arsi in un oceano

    sconfnato di du%%io, incertezza e contraddizione

    e $ ella ragione degli animali

    2li animali, al pari delluomo, imparano molte cose dallesperienza. 2razie ad essa,

    essi conoscono le propriet" degli oggetti& la natura del !uoco, dellacua, della terra.

    1n cavallo, a%ituato ai campi da corsa, impara a conoscere laltezza in grado di saltare

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    e non tenter" mai uella che supera la sua a%ilit". )os* lesperienza a rendere un

    cane timoroso, uando lo si minaccia.

    2li animali non sono guidati in ueste conclusioni dal ragionamenti; n lo sono i

    !anciulli, n lo sono i flosof. La natura deve dunue aver !ornito un altro principio

    duso. +e ci vien messo in du%%io negli uomini, incontesta%ile sugli animali; ed una

    volta che tale conclusione sta%ilita per gli animali, -ume crede che de%%a essere

    universalmente ammessa.

    E soltanto la consuetudine che spinge gli animali ad in!erire da ualsiasi oggetto che

    colpisce i sensi ci che di solito laccompagna, e che porta la loro immaginazione a

    concepire per lapparire delluno, laltro, in uella maniera particolare che chiamiamo

    credenza.

    Lo stesso ragionamento sperimentale, che a%%iamo in comune con le %estie e da cui

    dipende la condotta della vita, non altro che una specie di istinto o di potere

    meccanico. (er uanto esso sia di#erente, lo stesso che insegna alluomo a !uggire

    dal !uoco, e alluccello larte del covare.

    -ume $ ' miracoli

    5ei suoi scritti, il dott. 6illotson osserva che lautorit" della +crittura !ondata solo

    sulla testimonianza degli apostoli, i uali !urono testimoni oculari dei miracoli del

    +alvatore. 5essuno, tuttavia, pu riporre nella loro testimonianza, una fducia uguale a

    uella che ripone nei suoi sensi.

    (er uanto lesperienza sia la nostra unica guida nel ragionare intorno a uestioni di

    !atto, occorre riconoscere che uesta guida non in!alli%ile e in alcuni casi tende a

    trarci in errore. 1n uomo saggio proporziona dunue la sua credenza allevidenza. 'n

    certi casi considera la sua esperienza passata come una prova per!etta; in altri,

    procede con pi cautela e uando alla fne !erma il suo giudizio, non oltrepassa la

    pro%a%ilit".

    :gni pro%a%ilit" suppone unopposizione di esperimenti. 3uando da una parte stanno

    cento casi e dallaltro ne stanno cinuanta, si avr" una aspettativa du%%iosa di un

    avviamento; mentre con cento esperimenti uni!ormi contro uno si ha un grado di

    sicurezza pi !orte. (er applicare tali principi a un caso particolare, -ume discute della

    testimonianza degli uomini.

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    5oi siamo spesso esitanti circa i resoconti altrui. (esiamo le circostanze opposte, e

    uando scopriamo una superiorit" da una parte, incliniamo in uella direzione. 5oi

    diamo credito agli storici poich troviamo una con!ormit" tra testimonianza e realt".

    0a uando il !atto attestato di uelli che raramente cadono sotto la nostra

    osservazione, sorge un con4itto di due opposte esperienze.

    'o non crederei uesta storia nemmeno se me la dicesse )atone, si era soliti dire a

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    compiuto in una di ueste religioni, come ha per suo scopo uello di con!erire sta%ilit"

    al suo sistema, cos* demolisce ogni altro sistema. 5el distruggere laltro sistema,

    distrugge il credito di uei miracoli& in tal modo tutti i prodigi delle religioni sono in

    opposizione gli uni con gli altri.

    -ume cita alcuni dei miracoli meglio garantiti nella storia& il racconto di 6acito su/espasiano, che guar* un cieco con la saliva; il racconto del cardinale

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    -ume riporta una conversazione con un amico che ama i paradossi scettici. Essi

    iniziano a conversare discutendo della flosofa, che nacue la prima volta in unet" e

    in un paese li%ero e tollerante e non !u mai impedita da idee religiose o leggi penali,

    ad eccezione dellesilio di (rotagora e della morte di +ocrate, !atto comunue derivato

    in parte da altri motivi.

    Lamico osserv che il %igottismo in realt" fglio della flosofa che, alleatasi con la

    superstizione, si separ dagli interessi della sua progenitrice e ne divenne la nemica.

    -ume rispose che, in tal modo, non si considerava la politica e il !atto che un saggio

    potesse sospettare delle idee di Epicuro il uale, negando lesistenza di io, allentava i

    legami della moralit" e minacciava la pace.

    i !atto ueste persecuzioni > osserv lamico > derivavano da passione e pregiudizio.

    +e Epicuro !osse stato accusato davanti al popolo, avre%%e potuto di!endersi

    !acilmente e provare che i suoi principi flosofci erano salutari come uelli dei suoi

    avversari. A tale scopo, lamico supporr" per un momento di essere Epicuro, e lascer"

    a -ume la parte del popolo ateniese.

    ' flosof religiosi esaltano lordine e la %ellezza delluniverso, e chiedono se un tale

    s!oggio di intelligenza possa derivare dal !ortuito incontro di atomi. +econdo tali

    flosof, il solo argomento per lesistenza di io si ricava dallordine della natura, un

    argomento che risale dagli e#etti alle cause.

    1n corpo di dieci once che si alza in un piatto della %ilancia prova che il peso che sta

    sullaltro piatto supera le dieci once, ma non sar" mai una prova del !atto che uesto

    superi le cento once.

    +e la causa si conosce solo per mezzo delle#etto, noi non dovremmo mai attri%uirle

    ualit" di sorta, al di l" di uelle che sono strettamente necessarie per produrre

    le#etto.

    5essuno, solo per aver visto un uadro di Deusi, potre%%e sapere che egli era anche

    scultore o architetto. allopera che ci sta davanti, potremmo conoscere solo le ualit"

    pittoriche dellautore, non le altre. La supposizione di ulteriori attri%uti sare%%e mera

    ipotesi. unue, la %ont" e lintelligenza superlative della ivinit" sono del tutto

    immaginarie.

    ' sacerdoti e poeti raccontano di unet" delloro. 0a uando i flosof !anno gli stessidiscorsi, egli si domanda chi ha aperto loro il li%ro del !ato, per dire che gli dei hanno

    eseguito o eseguiranno ualche disegno. +e dicono di essersi elevati sui gradini della

    ragione, egli risponder" che hanno aiutato lascesa della ragione con le ali

    dellimmaginazione.

    Lamico di -ume, Epicuro, domanda dov lodiosit" della dottrina che insegna. Egli

    nega la provvidenza ed un governatore del mondo che guidi il corso degli eventi, ma

    non nega il corso stesso degli eventi. Egli sostiene che lamicizia la principale gioia

    della vita. E possi%ile che la divinit" a%%ia delle ualit" che non a%%iamo mai visto&

    ma si tratta di mera ipotesi.

    Allo stesso modo, se riteniamo che una giustizia distri%utiva nel mondo insieme e

    non presente, dicendo che si realizza in parte ma non in tutta la sua estensione, egli

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    risponde che non si pu attri%uire alla giustizia alcuna estensione al di !uori di uella

    che essi vedono.

    opo aver ascoltato lamico, -ume risponde con un esempio. +e noi vedessimo sulla

    spiaggia limpronta di un piede umano, diremmo che un uomo passato di l* e che

    aveva lasciato anche limpronta dellaltro piede. (otremmo !are lo stessoragionamento per lordine della natura, cio considerare il mondo e la vita come una

    !a%%rica incompleta, da cui possiamo in!erire unintelligenza superiore o un disegno

    pi rifnito.

    Lamico rispose che se noi conoscessimo luomo solo da uel singolo prodotto che

    esaminiamo, ci sare%%e impossi%ile argomentare in uesto modo. 5el caso

    dellimpronta, noi risaliamo dalle#etto alla causa, e discendendo daccapo alla causa,

    !ormiamo nuove in!erenze sulle#etto.

    Luomo un essere che conosciamo per esperienza, di cui conosciamo %ene le

    intenzioni. 'l caso non per lo stesso coi ragionamenti desunti dalle opere dellanatura. La divinit" ci nota soltanto per mezzo delle sue opere ed un essere unico

    nelluniverso.

    La grande !onte dei nostri errori che consideriamo noi stessi come se !ossimo

    lEssere supremo e concludiamo che egli, in ogni occasione, manterr" la stessa

    condotta che noi avremmo al suo posto. 6ra lEssere supremo e un uomo vi la stessa

    analogia che tra il sole e una candela.

    -ume accetta le premesse, ma ne respinge le conclusioni. Lamico conclude che le

    dottrine della religione non possono avere alcuna in4uenza sulla vita perch non

    devono averla, e non tiene conto che gli uomini non ragionano allo stesso modo e

    traggono molto conseguenze dallesistenza di io& essi suppongono che la divinit"

    dar" punizioni al vizio, e ricompense alla virt.

    altra parte, coloro che li distolgono da tali pregiudizi non sono %uoni cittadini e

    politici, in uanto li%erano gli uomini dallunico !reno delle loro passioni e rendono pi

    !acile lin!razione delle leggi.

    opo tutto, -ume daccordo sulla conclusione in !avore della li%ert"& lo +tato

    dovre%%e essere tollerante verso ogni principio flosofco. 6uttavia, relativamente

    allargomento principale, -ume du%ita che una causa sia di cos* singolare natura danon avere alcun parallelo o somiglianza con nessun altra causa. E solo uando

    troviamo che due specie di oggetti sono costantemente congiunte che possiamo

    in!erire luna dallaltra.

    -ume $ La flosofa accademica o scettica

    Lo scettico provoca lindignazione di tutti i teologi. /i uno scetticismo antecedente a

    ogni flosofa, raccomandato da escartes e atto a salvare dallerrore e dal giudizio

    precipitoso. Egli pose un du%%io universale sulle nostre opinioni e !acolt". 6ale

    scetticismo, uando pi moderato, !a avanzare con passi cauti, rivedere le proprie

    conclusioni ed esaminarne le conseguenze.

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    /i unaltra specie di scetticismo, conseguente alla scienza e alla ricerca uando gli

    uomini suppongono di aver scoperto o lassoluta !allacia delle loro !acolt" mentali, o la

    loro incapacit" a conseguire ualsiasi determinazione fssa. Anche i nostri sensi sono

    messi in discussione.

    -ume ricorda in proposito un argomento adoperato dagli scettici di tutti i tempi contro

    levidenza dei sensi& il remo che appare spezzato se immerso nellacua. 6ali

    argomenti, in verit", provano solo che non %isogna !are adamento solo sui sensi, ma

    che do%%iamo correggere la testimonianza dei sensi per mezzo della ragione allo

    scopo di rendere i sensi criteri appropriati di verit" e !alsit". /i sono per altri

    argomenti contro i sensi che non ammettono una soluzione cos* !acile.

    2li uomini sono portati da un istinto naturale a porre !ede nei loro sensi. 3uando lo

    seguono, suppongono che le immagini presentate dai sensi siano gli oggetti esterni e

    non sospettano che le immagini siano solo rappresentazione degli oggetti. 'n realt", i

    sensi sono solo le porte attraverso cui ueste immagini passano, senza riuscire a

    produrre una relazione tra mente e oggetto.

    La tavola che vediamo pare pi piccola se ci allontaniamo; ma la tavola reale, che

    esiste indipendentemente da noi, non su%isce alterazioni; era solo la sua immagineche era presente alla mente.

    ar ricorso allEssere supremo per provare la veracit" dei nostri sensi complesso. +e

    la veracit" di io avesse a che !are con ci, i nostri sensi sare%%ero in!alli%ili& io non

    potre%%e mai ingannare. 0a posto ci, non riusciremmo comunue a trovare gli

    argomenti per dimostrarne lEsistenza.

    +i ammette che tutte le ualit" sensi%ili degli oggetti, uali duro, molle, caldo, !reddo,

    sono solo secondarie e non esistono negli oggetti stessi ma sono percezioni della

    mente. +e si ammette uesto, riguardo alle ualit" secondarie, deve seguire la stessa

    conclusione riguardo alle supposte ualit" primarie dellestensione e della solidit".

    Lidea di estensione, in!atti si deriva dai sensi.

    ume $ La distruzione della ragione negli scettici

    Lo%iettivo grandioso degli scettici proprio uello di distruggere la ragione per mezzo

    di argomenti e ragionamenti. Lo%iezione principale contro tutti i ragionamenti astratti ricavata dalle idee di spazio e di tempo; idee che, nella vita comune, sono molto

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    chiare, ma che uando passano sotto lesame delle scienze pro!onde danno luogo a

    principi assurdi e contraddittori.

    Le o%iezioni scettiche allevidenza morale, ossia ai ragionamenti che riguardano

    uestioni di !atto, sono popolari o flosofche. Le o%iezioni popolari sono tratte dalla

    de%olezza dellintelletto umano& le opinioni contraddittorie pro!essate in di#erenti et"e paesi; le variazioni del nostro giudizio se siamo malati o sani, giovani o vecchi. 0a

    ueste, per -ume, sono o%iezioni de%oli.

    Lo scettico, piuttosto, !are%%e meglio a svolgere delle o%iezioni flosofche, sostenendo

    che tutta la nostra evidenza in ogni uestione di !atto deriva dalla relazione di causa

    ed e#etto; che non a%%iamo altra idea di uesta relazione se non uella di due oggetti

    !reuentemente congiunti insieme. 3uando lo scettico insiste su uesti argomenti,

    mostra la sua !orza.

    Lo%iezione principale contro lo scetticismo eccessivo sta nel domandare ad uno

    scettico ual la sua intenzione& egli si trover" im%arazzato e non sapr" cosarispondere. Lo scettico deve riconoscere che la vita umana andre%%e in rovina se i suoi

    principi si a#ermassero.

    altra parte, -ume nega un possi%ile epilogo del genere& la natura sempre troppo

    !orte. 'noltre, il primo e pi insignifcante !atto della via metter" in !uga i du%%i del

    pirroniano.

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    La scienza del divino o teologia risulta di ragionamenti su !atti particolari e generali.

    Essa ha un !ondamento sulla ragione, ma il suo !ondamento pi solido la !ede e la

    rivelazione divina. La morale e la critica non sono propriamente oggetti dellintelletto,

    uanto del gusto e del sentimento.

    -ume si domanda, uando scorriamo i li%ri di una %i%lioteca, cosa dovremmodistruggere persuasi da uesti principi. +e ci viene alle mani ualche volume, per

    esempio di teologia o metafsica scolastica, domandiamoci& )ontiene ualche

    ragionamento astratto sulla uantit" o sui numeriF 5o. )ontiene ualche

    ragionamento sperimentale su uestioni di !atto o di esistenzaF 5o. E allora,

    gettiamolo nel !uoco, perch non contiene che sofsticherie e inganni.